Karpòs Magazine - Alimentazione e stili di vita - n. 7 - 2013

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ALIMENTAZIONE E STILI DI VITA WWW.KARPOSMAGAZINE.NET NUTRITEVI DEI COLORI DELLA VITA PARCHI DEL WEST ULTIMA PARTE FRUTTI DIMENTICATI VIAGGIO NELL’ITALIA OLIANDOLA ULTIMA PARTE MARKETING DELLA BUONA FRUTTA PATATA NEL MONDO Anno II - N° 7 Ottobre 2013 - Copia gratuita online AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE E PRESIDIO DELL’AMBIENTE

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Mensile - n. 7 - Ottobre 2013 - "Con Karpòs vogliamo raccontare i buoni frutti della terra che funzionano da base per lo sviluppo della nostra società. Non ci interessa ripetere una delle tante museificazioni dell’agricoltura, oggi di moda, che sono quasi sempre per partito preso contro ogni modernizzazione, contro l’efficienza produttiva e spesso persino contro la scienza. Con Karpòs vogliamo raccontare la vera agricoltura, quella che produce per tutti, quella che dialoga con la società di mercato, quella che fa funzionare le Università e la Ricerca. Insomma l’Agricoltura che attraversa la nostra vita reale."

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EDITORIALE

Agricoltura e pesca rappresentano l’anello primario collegato ad altri settori economici che valgono, nel loro complesso, quasi 267 miliardi di euro, il 17% del Prodotto Interno

Lordo (PIL) del Paese. L’agricoltura nella sua dimensione multifunzionale, riveste inoltre un ruolo fondamentale per generare nuova occupazione e soprattutto un contributo notevole alla salvaguardia del territorio. Aspetto, quest’ultimo, strategico in un Paese la cui orografia è particolarmente complessa, costituita per oltre il 76% da aree collinari e montane ed oltre 80% di aree rurali.Il suolo rappresenta il supporto alla vita ed agli ecosistemi; è riserva di patrimonio genetico e di materie prime ed elemento essenziale del paesaggio. Il suolo è un bene comune e risorsa limitata, non rinnovabile, e le forze che interagiscono con esso incidono sulla sua conservazione e fertilità. I disastri ambientali sono spesso riconducibili a situazioni di degrado, a loro volta dovute a interventi poco rispettosi dell’ambiente, o di abbandono della terra da un lato o per la cementificazione di terreno agricolo dall’altro. Il concetto di ambiente non si sostanzia nell’immagine di risorse naturali incontaminate, ma prende forma in ciò che l’agricoltore è riuscito a plasmare attraverso la sua millenaria attività sul territorio. In Italia non c’è bosco,

profilo di collina o orizzonte di pianura che non siano il risultato della costante opera dell’agricoltura: anche quando non ha un ruolo economicamente rilevante, contribuisce a determinare i caratteri sociali, ambientali e paesaggistici, regalandoci “iconemi” unici. I fenomeni di degradazione del suolo hanno determinato una riduzione della sua capacità di ritenzione e di regimazione delle acque, accrescendo le situazioni di rischio idrogeologico, il verificarsi di eventi catastrofici e le aree a rischio desertificazione. L’agricoltura ha una straordinaria funzione di cura e presidio del territorio, una funzione che non possiamo ignorare o ricordare solo sporadicamente. Può, con pratiche sbagliate, contribuire al dissesto, al mutamento climatico, all’emissione di anidride carbonica, al consumo dissennato dell’acqua.È il primo comparto a subire le conseguenze poiché è l’unico settore la cui produttività dipende in modo diretto da condizioni meteorologiche incontrollabili o estreme. L’agricoltura è uno dei settori che può contribuire ad accrescere la resilienza ai mutamenti climatici in atto. Ma, per continuare a fornire questo contributo, l’agricoltura ha prima di tutto bisogno di esistere. Lo dico perché non vorrei che, di fronte a numeri che ne testimoniano una tenuta migliore rispetto ad altri comparti, rimuovessimo le grandi difficoltà che da anni sta vivendo.

Renzo AngeliniDirettore editoriale

03eDitOriale

reNzo aNgeliNi

AgricolturA multifunzionAlee presidiodell’Ambiente

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Karpòs Magazine

OttObre 2013

direttore editoriale renzo angelini

direttore responsabilelamberto Cantoni

iscr. trib. di Forlì n° 3/12 del 4/5/2012

variazione in corso di registrazione

Proprietario ed editore della testataKarpòs S.r.l.

Via Zara 53 - 47042 Cesenatico (FC)CF 04008690408 - rea 325872

GraficaFrancesca Flavia Fontana

Giulia Giordani

Raccolta pubblicitariaper contatti cell 335 6355354

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@ Diffusione onlineKarpòs magazine viene

inviato gratuitamentea una community di oltre

200.000 destinatari; consumato-ri, università, istituzioni,

industrie, Grande DistribuzioneOrganizzata, Ho.re.Ca.

fornitori di mezzi tecnici e servi-zi, associazioni, agroindustrie,

produttori, tecnici e centri media.

www.karposmagazine.net

56treviso iN festa

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99viaggio Nell’italia

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146novità librariePuglia iN festa

112la Patata Nel moNdo

Bruno parisi

144novità librarieil germoPlasma olivicolo meridioNale

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Natural food

71il Paese deifrutti dimeNticatiroberto rinaldi Ceronie massimo rinaldi Ceroni

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Non si restituiscono testi, immagini, supporti elettronici e materiali non espressamente richiesti.la riproduzione anche parziale di articoli e illustrazioni è vietata senza espressa autorizzazione dell’editore in mancanza della quale si procederà a termini di legge per la quantificazione dei danni subiti.l’editing dei testi, anche se curato con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali errori o inesattezze, limitandosi l’editore a scusarsene anticipatamente con gli autori e i lettori. Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero di chi lo ha scritto e pertanto ne impegna la personale responsabilità. le opinioni e, più in generale, quanto espresso dai singoli autori non comportano alcuna responsabilità da parte dell’editore anche nel caso di eventuali plagi di brani da fonti a stampa e da internet.Karpòs rimane a disposizione di altri eventuali aventi diritto che non è stato possibile identificare e contattare.

Per le fotografie:

UnaProa da pag. 10 a pag. 18Daniele Tirelli da pag. 58 a pag. 66Michele Curci pag. 122 - 131Paolo Bacchiocchi pag. 125Marco Galli pag. 127

tutte le altre fotografie: © renzo angelini

in copertina: Grand Canyon Yellowstone park (uSa) © renzo angelini

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Prestigioso riconoscimento per la cantina del Gruppo Togni alla seconda edizione del concorso organizzato dall’Istituto

marchigiano di tutela dei vini.

CasalFarneto, cantina del Gruppo Togni, si è distinta con il suo Cimaio alla seconda edizione della Selezione internazionale dei vini da pesce, il prestigioso concorso dedicato ai vini bianchi, rosati e spumanti organizzato dall’Istituto marchigiano di tutela dei vini. Le premiazioni si sono svolte alla

Loggia dei Mercanti di Ancona sabato 22 giugno, e al vino

Marche Igt bianco Cimaio 2009 della cantina di Serra de’ Conti (An) è andata la medaglia d’argento. A premiare, il giornalista Fabrizio Gatta, conduttore di Linea Verde e Linea Blu. Un riconoscimento importante, tenuto anche conto che alla gara partecipavano 565 etichette provenienti da 259 aziende, ed in rappresentanza di ben 9 nazioni.

Dai dolci sentori di vaniglia, mele, mandorla e miele con sfumature speziate, il Cimaio è un vino ottenuto da uve di Verdicchio in purezza e dal sapore persistente, con struttura avvolgente, morbido e caldo. E con una particolarità

tutta sua: le uve vengono vendemmiate a fine novembre in avanzato stato di maturazione, quando vengono attaccate e ricoperte da muffe nobili, caratteristica che conferisce quelle peculiari note minerali, amarognole ma rotonde e sapide. Lungo e meticoloso il procedimento di vinificazione: la fermentazione del mosto avviene in barili di legno nobile tostato e il prodotto ottenuto viene fatto affinare in cantina per lungo tempo, immettendolo in commercio solo dopo 24-30 mesi dalla vendemmia.

La Selezione internazionale dei vini da pesce ha conferito inoltre alla cantina CasalFarneto il diploma di merito per il vino Castelli di Jesi Verdicchio riserva docg classico Crisio 2010. I diplomi di merito sono stati consegnati ai vini che hanno raggiunto o superato il punteggio minimo di 80 centesimi, secondo il metodo di valutazione Union Internazionale des Oenologues.

il gruppo togni sviluppa le sue attività in tre aree di business: spumanti, acque oligominerali, vini.L’esperienza nella produzione delle bollicine nasce negli anni ’50 del secolo scorso a Serra San Quirico, nelle Marche, con la prima azienda a gestione familiare; oggi uno stabilimento da 20mila metri quadri produce ogni anno più di 13 milioni di bottiglie di spumante, con il marchio Rocca dei Forti che esprime al meglio la tradizione spumantistica marchigiana. Nel 2005, con l’acquisizione della Cantina CasalFarneto di Serra de’ Conti, Togni avvia la produzione di vini, con il Verdicchio come punta di diamante. Accanto a spumanti e vini, le acque Togni, riconoscibili per purezza ed equilibrio: Frasassi, Gocciablu, San Cassiano, Gaia e Fonte Elisa, che sgorgano dalle sorgenti del Parco Naturale Gola della Rossa, Grotte di Frasassi e Parco Naturale del Monte Cucco.Tutti i prodotti Togni vengono distribuiti su territorio nazionale ed internazionale, sia nel canale Ho.Re.Ca che della Grande Distribuzione Organizzata.Il Gruppo Togni, con sede a Serra San Quirico (An), impiega oltre 100 addetti ed ha raggiunto nel 2012 un fatturato di 47,3 milioni di euro, pari ad un + 6% rispetto l’anno precedente e ad un +17% rispetto al 2010.www.togni.it

www.casalfarneto.it

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Via Udine, 3933095 Rauscedo (PN) – ItaliaTel. +39.0427.948811Fax +39.0427.94345

[email protected]

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GRAPPOLO

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PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini con buon contenuto in antociani, strut-turati, speziato-fenolici. Indicato il taglio con VCR 209 per vini da lungo invecchiamento.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini con ottimo contenuto in antocia-ni, di buona struttura, speziati, per lungo invecchiamento in taglio con VCR 23 e/o R 24.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini ricchi in antociani, fruttati, di ottima struttura, da medio-lungo invecchiamento; tannini particolarmen-te morbidi e rotondi.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini speziato-fruttati di corpo, sapi-di, da prolungato invecchiamento. Evidenti le note di floreale (viola) e speziato-fenolico.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini fruttato-floreali da breve–medio invec-chiamento. Evidenti sono anche le note speziate. Discreta la struttura.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

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PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini da lungo invecchiamento, speziati, ric-chi in colore; ottimo il taglio con il VCR 5 e il VCR 103.

MEDIAVIGORIA

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PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini di elevati sentori speziati da medio-lun-go invecchiamento: è il classico Prugnolo.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini con ottima struttura, dotati di tannini dolci, rotondi. Interessante il taglio con il VCR 106. Molto accentuate le componenti speziato-fenolico e fruttato.

VCR 235 (Biotipo Chianti)

VCR 207 (Biotipo Todi)

VCR 5 (Biotipo Brunello) VCR 106 (Biotipo Morellino)

VCR 109 (Biotipo Morellino)VCR 23 (Biotipo Romagnolo)

VCR 102 (Biotipo Prugnolo)

VCR 105 (Biotipo Morellino)

Per maggiori informazioni, consultate il Quaderno tecnico n. 3 all'indirizzo www.vivairauscedo.com/quaderni-tecnici

SANGIOVESE VCR:I 10 MIGLIORI CLONI!

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2013

Dal 1969 i Vivai Cooperativi Rauscedo hanno selezionato un gran numero di cloni negli areali di coltivazione del biotipo “Brunello”, “Chianti”, “Prugnolo”,

“Morellino”, “Todi” e “Romagnolo”. Fra gli oltre 20 cloni selezionati, 10 sono risultati particolarmente ricchi di colore e dotati di un quadro polifenolico stabile e di alto pregio qualitativo. Un patrimonio unico per i viticoltori.Vivai Cooperativi Rauscedo: il numero 1 al mondo del vivaismo viticolo.

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caleidoscoPio

sipcAm itAliA lAnciA l’iniziAtiVA“in cAmpo con Voi” per AumentAre lA produttiVità e il redditodellA soiA• La domanda mondiale di soia è in sostenuto e costante aumento• Esistono prospettive favorevoli per la soia anche sul mercato italiano• Con “In campo con voi” Sipcam Italia presenta la sua offerta integrata di sementi, diserbo, protezione e nutrizione per aumentare la produttività e il reddito della soiaLa produzione mondiale di soia è cresciuta del 4,6% annuo dal 1961 al 2007 raggiungendo quota 217 milioni di tonnellate; per il 2020 si prevede una crescita media annua del 2,2% per arrivare a circa 370 milioni di tonnellate. La previsione di tale crescita è dovuta all’ aumento della richiesta di soia per alimentare la produzione di proteine animali al fine di soddisfare la richiesta della popolazione mondiale.Una sostenuta domanda di soia comporta prezzi tendenzialmente stabili su posizioni elevate, anche per il mercato italiano. L’incremento della produzione mondiale dipenderà non solo dalla messa in coltura di nuove aree ma anche da un necessario aumento della produttività della coltura. Quindi ancora prospettive favorevoli per la soia, anche in Italia.Aumentare la produttività della soia è possibile con una gestione attenta e professionale della coltura e grazie alla migliore combinazione e posizionamento dei mezzi tecnici e delle pratiche agronomiche in funzione delle condizioni di coltivazione.Con “In campo con voi” Sipcam Italia presenta a imprenditori agricoli, tecnici e commercianti la sua offerta su soia, unica nel panorama italiano.Si tratta di una serie di appuntamenti basati su campi dimostrativi dove le sementi Asgrow, la protezione e il diserbo Sipcam e la nutrizione Agroqualità saranno illustrate dagli specialisti dell’azienda come gestioneintegrata della coltura, dalla semina alla raccolta.Gli elementi-chiave da effettuare sulla soia per un investimento di sicuro ritorno i termini di resa e redditività risiedono nell’offerta completa di Sipcam Italia:1. Varietà ad alta produttività: Il marchio Asgrow (*) garantisce la più ampia gamma di varietà produttive e affidabili oggi presente sul mercato. Per ogni area e

ciclo di coltivazione sono disponibili le varietà più indicate: dekabig, eiko, Hiroko, nikko, mitsuko, taira;2. L’esclusiva concia optimax: per la prima volta in Italia, il seme di soia è trattato con un pool di microrganismi (rizobi e penicilli) e molecole attive che lavorano in sinergia per ottimizzare nodulazione e nutrizione;3. L’originale rizobio su base microgranulare fertilizzante con effetto starter: umostart g max;4. Diserbo di pre-emergenza: most micro, command 36 cs e song 70 Wdg permettono strategie erbicide complete in pre- emergenza contro tutte le infestanti, ampia flessibilità nella gestione del diserbo ed ottima selettività per la coltura;5. Innovazione per la resistenza agli stress e la stimolazione della pianta: ratchet il primo fisioattivatore a base di LCO (lipo-chito-oligosaccaridi) per applicazione fogliare e phomag il concime fogliare a base di Fosforo e Magnesio ideale per superare lo stress da diserbo;6. Controllo degli acari e degli insetti: con matacar fl originale acaricida con azione ovo-larvicida per un intervento tempestivo che previene i danni del ragnetto rosso; sparviero controlla le larve defogliatrici e le cimici.

Sipcam Italia è una società controllata dal gruppo Sipcam-Oxon, multinazionale italiana, privata e indipendente, fondata nel 1946. Il gruppo ha elevate competenze nello sviluppo, formulazione, registrazione, produzione e vendita di soluzioni per la protezione delle colture e di intermedi chimici.

www.sipcam.it

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COVER STORY

NUTRITEVIDEI COLORI DELLA VITA

ormai tutti sanno che mangiare frutta e verdura faccia bene, ma non tutti sanno perché. studi recenti hanno

dimostrato che le loro proprietà salutistiche sono dovute non soltanto al contenuto di acqua, zuccheri, vitamine

e minerali, reperibili anche in altri alimenti, ma anche alla fibra e ad alcuni composti speciali, fitocomposti che danno a frutta e ortaggi i loro colori così vivaci e

invitanti. tutti nutrienti e sostanze fondamentali per la salute perché svolgono un’azione protettiva a diversi

livelli nel nostro organismo.

Unaproa

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Della Vita

Ciascun frutto e ortaggio ha, infatti, una sua composizione caratteristica. Perciò soltanto mangiandone differenti tipi si riesce a fornire al nostro organismo un insieme di sostanze in grado di soddisfare tutte le sue necessità. Si riesce quindi ad avere una protezione più completa dell’organismo variando tra i 5 colori esistenti in natura:

giAllo - ArAnciorossoVerdeblu - ViolAbiAnco

giAllo - ArAncioQuesta colorazione è dovuta alle elevate quantità di betacarotene, una sostanza appartenente alla famiglia dei carotenoidi, che viene convertito in parte nel nostro organismo in vitamina A, fondamentale per numerose funzioni dell’organismo. Vogliamo ricordare alcune

delle sue funzioni (fonte Health Claims EFSA): come il ruolo della vitamina A al normale metabolismo del ferro, al mantenimento di una pelle normale o della capacità visiva o ancor più importante alla normale funzione del sistema immunitario. In pratica il vecchio detto mangia carote per migliorare la vista, un po’ di basi scientifiche le ha, perché il beta carotene, come precursore della vitamina A, contenuto nelle carote o in tutti i frutti e gli ortaggi arancioni contribuisce proprio anche alla normale funzione visiva. In generale il beta-carotene è un potente antiossidante, che protegge le nostre cellule dal danno provocato dai radicali liberi. Allora per mantenere alte le difese dell’organismo e della nostra pelle in questa stagione troviamo carote, albicocche, meloni, pesche, nespole, peperoni gialli e zucca. Una curiosità lo sapete che le albicocche sono così nutrizionalmente ricche che disidratate accompagnano anche gli astronauti nei loro viaggi nello spazio?

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rossoSolo dalla varietà si riesce a comporre il difficile puzzle di nutrienti e sostanze essenziali per il benessere quotidiano del nostro organismo. Sarebbe quindi consigliabile ogni giorno portare sulle nostre tavole tutti i colori della natura e vi ricordiamo quelli di colore rosso. Sono rossi i pomodori, le barbabietole, l’anguria, le ciliegie, le fragole, i ravanelli, le rape e i peperoni rossi. Caratteristico di questo gruppo di frutta e ortaggi è l’alto contenuto di due fitocomposti con azione antiossidante: il licopene e le antocianine. Sono state attribuite a questi composti molte funzioni ma vorremmo focalizzare invece la vostra attenzione su un nutriente importantissimo che fragole, anguria e ciliegie, ma anche pomodori, peperoni, a patto di mangiarli crudi, per esempio in

insalata, ci forniscono in grande quantità: la vitamina C. Vogliamo ricordare alcune delle sue funzioni (fonte Health Claims EFSA). La vitamina C contribuisce al mantenimento della normale funzione del sistema immunitario durante e dopo uno sforzo fisico intenso, contribuisce alla normale formazione del collagene e alla normale funzione delle ossa, delle cartilagini, gengive, pelle e denti.Ma anche alla normale funzione del sistema nervoso, del sistema immunitario e alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento. Niente male per una vitamina sola vero? Ma ritornando al pomodoro, il re della tavola mediterranea estiva, un consiglio: non eliminate i semi, perché la parte gelatinosa che li circonda è la più ricca di vitamina C.

Da nord a sud, riparte la campagna Unaproa per il consumo di frutta e verdura

UN’ESTATE CON I COLORI DEL BENESSERE

Prende il via per il secondo anno la campagna per il consumo di ortofrutta “Nutritevi dei colori della vita”, promossa da Unaproa (Unione Nazionale tra le Organizzazioni dei Produttori Ortofrutticoli, Agrumari e di Frutta in Guscio) con il cofinanziamento dell’Unione Europea e dello Stato Italiano (Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali). In questa seconda metà di luglio, in tutte le province del Veneto, la campagna si concretizzerà in un’azione di informazione all’interno dei punti vendita del Gruppo Alì (v. elenco dei punti vendita sul sito www.nutritevideicoloridellavita.com): totem informativi, opuscoli di approfondimento e una coloratissima segnaletica, insieme alla distribuzione di simpatici gadget, contribuiranno a sensibilizzare i consumatori non soltanto a mangiare più frutta e verdura, ma anche a variarne il consumo, seguendo i 5 colori del benessere: 5 porzioni giornaliere di frutta e verdura di 5 colori diversi (giallo-arancio, bianco, rosso, verde, blu-viola).

“E’ dimostrato infatti che le proprietà salutistiche di frutta e verdura sono dovute non solo al contenuto di acqua, zuccheri, vitamine e minerali ed alle fibre che li costituiscono – sottolinea Ambrogio De Ponti, Presidente di Unaproa - ma anche ad alcune speciali sostanze colorate protettive, presenti in abbondanza in frutta e verdure: Polifenoli e Flavonoidi, composti organici naturali fondamentali per la salute. Variando nel corso della giornata il consumo di frutta e verdura di colore differente possiamo costruire la nostra dieta ideale per stare in forma e curare il nostro benessere”.

Oltre alle famiglie e ai responsabili d’acquisto, particolare attenzione la campagna Unaproa pone verso i giovani, e proprio verso questo target si indirizza la campagna di informazione scegliendo il pubblico del Giffoni Film Festival, che si terrà dal 18 al 28 luglio a Giffoni Valle Piana (resa ormai internazionalmente famosa proprio dal Festival, oltre che dalla produzione della famosa Nocciola di

“Nutritevi dei colori della vita” è la campagna di promozione e di informazione promossa da UNAPROA e cofinanziata dall’Unione Europea e dallo Stato Italiano, volta a sensibilizzare i consumatori a mangiare più frutta e verdura fresca e a variarne il consumo, seguendo il principio dei 5 colori del benessere, ovvero: 5 porzioni giornaliere di frutta e verdura di 5 colori diversi (giallo-arancio, bianco, rosso, verde, blu-viola), a tutto vantaggio di uno stato di forma e di benessere del corpo.

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VerdeSono verdi gli agretti, gli asparagi, il basilico, i broccoli, la lattuga, i fagiolini, l’indivia, gli spinaci ma anche i kiwi e l’uva. È un gruppo molto vario ma ci sono due sostanze nutrienti che accomunano tutti gli ortaggi a foglia di colore verde il magnesio e l’acido folico. Il magnesio è parte della molecola della clorofilla e ha la funzione di mantenere la struttura rigida per evitare che l’energia solare si disperda sotto forma di calore prima che possa essere utilizzata per il processo fotosintetico.Nella pianta irrigidisce, nell’uomo garantisce movimento, perché (fonte Health Claims EFSA) contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento, al normale funzionamento del sistema nervoso e di quello muscolare, ma in effetti

stabilizza anche perché contribuisce al mantenimento di ossa e denti e alla normale funzione psicologica. Insomma una bella insalata, un passato di verdure, le verdure verdi bollite o ripassate possono essere di aiuto durante il periodo estivo soprattutto a chi si muove molto come bambini e sportivi o all’adulto che vuole mantenersi in salute. Ma non scordiamo una vitamina tipica delle verdure a foglia l’acido folico o folato, che oltre a essere utile in gravidanza, assunto prima di essa e fino al III mese, contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento e alla normale funzione del sistema immunitario. Ma verde è anche il kiwi e lo sapevate che basta un kiwi per coprire il nostro fabbisogno giornaliero di vitamina C e circa il 15% di quello di fibra?

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biAnco Sono di questo colore l’aglio, i cavolfiori, le cipolle, i finocchi, i funghi, le mele, le pere, i porri, il sedano, le noci, le nocciole, le mandorle o le castagne. I composti ad azione protettiva di questo gruppo di alimenti sono molti e molto vari, ma ci sono due nutrienti particolarmente interessanti di cui questo gruppo è fonte come il potassio e la fibra.Vogliamo ricordare alcune delle funzioni del potassio (fonte Health Claims EFSA), come quella di contribuire al normale funzionamento del sistema nervoso o della funzione muscolare, ma anche quella di contribuire al mantenimento di una normale pressione sanguigna. La fibra invece si sa che mantiene in salute il nostro intestino, ma quella solubile come la pectina contenuta per esempio nella mela, contribuisce al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue. In questo

gruppo troviamo anche le noci che contribuiscono al miglioramento dell’elasticità dei vasi sanguigni.La porzione degli ortaggi da consumare cotti corrisponde a 200 grammi e quelli da consumare in insalata a 80 grammi.La porzione della frutta corrisponde a circa 150 grammi (fonte Nuovi LARN 2012). Una curiosità da ricordare: per mantenerci in salute, è importante consumare almeno tre porzioni di frutta al giorno, un dato confermato recentemente dal più grande studio mai realizzato sulle principali cause di morte e recentemente pubblicato dalla prestigiosa rivista The Lancet. Pensate che nel mondo il basso consumo di frutta è al terzo posto dopo ipertensione e fumo tra i fattori di rischio che più contribuiscono alla morte. Insomma la frutta e gli ortaggi per proteggere la salute di tutta la famiglia!

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La natura ci offre tante varietà di frutta e verdura di colori diversi. Se segui la linea dei cinque colori troverai la tua linea ideale. Consuma ogni giornoalmeno cinque porzioni di frutta e verdura di cinque colori differenti e dai al tuo organismo le vitamine, le fibre e i minerali necessari per stare bene.Frutta e verdura hanno un ridotto contenuto calorico e forniscono acqua, zuccheri, vitamine, minerali, fibra alimentare e sostanze colorate. Ognicolori corrisponde a sostanze specifiche ad azione protettiva, per cui solo variando è possibile coprire tutti i fabbisogni del tuo organismo. Il rossodelle ciliegie, pomodori e fragole; il verde di kiwi, spinaci, uva e insalata. Il giallo-aranciodi pesche, carote e clementine ricche di vitamina C; il bianco di mele, pere, finocchi, se-dano e infine il blu-viola, il colore del radicchio e dei frutti di bosco. Cinque porzioni algiorno di frutta e ortaggi di colore diverso, l’appuntamento quotidiano con il benessere!

CAMPAGNA FINANZIATA CON IL CONTRIBUTO DELL'UNIONE EUROPEA E DELLO STATO ITALIANO

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Della Vita

blu - ViolASono di questo colore i fichi, i frutti di bosco, le prugne, ma anche le melanzane, il radicchio e l’uva nera. Il composto ad azione protettiva di questo gruppo di alimenti è un fitocomposto con azione antiossidante: le antocianine. Ma le verdure blu-viola in particolare i frutti di bosco sono anche ricchi di vitamina C che contribuisce alla normale funzione del sistema nervoso, del sistema immunitario e alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento. Questo è il gruppo anche delle prugne il cui ruolo prottettivo dell’apparato digerente è stato riconosciuto dall’EFSA che sostiene che le prugne secche favoriscono il transito intestinale. Nella quantità di di 100 gr al giorno (pari a 8-12 prugne).

campagna finanziata con il contributo dell’unione europea e dello stato italiano

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La natura ci offre tante varietà di frutta e verdura di colori diversi. Se segui la linea dei cinque colori troverai la tua linea ideale. Consuma ogni giornoalmeno cinque porzioni di frutta e verdura di cinque colori differenti e dai al tuo organismo le vitamine, le fibre e i minerali necessari per stare bene.Frutta e verdura hanno un ridotto contenuto calorico e forniscono acqua, zuccheri, vitamine, minerali, fibra alimentare e sostanze colorate. Ognicolori corrisponde a sostanze specifiche ad azione protettiva, per cui solo variando è possibile coprire tutti i fabbisogni del tuo organismo. Il rossodelle ciliegie, pomodori e fragole; il verde di kiwi, spinaci, uva e insalata. Il giallo-aranciodi pesche, carote e clementine ricche di vitamina C; il bianco di mele, pere, finocchi, se-dano e infine il blu-viola, il colore del radicchio e dei frutti di bosco. Cinque porzioni algiorno di frutta e ortaggi di colore diverso, l’appuntamento quotidiano con il benessere!

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tre biccHieri® 2014 Al trebbiAno d’Abruzzo c’incAntA 2010di cAntinA tollo

Il prestigioso riconoscimento della Guida Vini d’Italia 2014 del Gambero Rosso è stato assegnato ad un vino bianco abruzzese che racchiude la storia di Cantina Tollo all’insegna di tradizione e modernità

Dopo il premio dello scorso anno al Montepulciano d’Abruzzo Cagiòlo 2009 Riserva, Cantina Tollo fa il bis con i Tre Bicchieri® della Guida Vini d’Italia 2014 del Gambero Rosso attribuiti ad un vino unico per qualità e innovazione: il Trebbiano d’Abruzzo Dop C’Incanta.

Nato in occasione dei 50 anni dalla fondazione di Cantina Tollo, l’etichetta ha rivestito storiche bottiglie della cantina a partire dal 1968 e riporta una scena della festa dei “focanoi”, che nella tradizione suggellava la fine della vendemmia.Tradizione e modernità si incontrano nella sperimentazione del Trebbiano d’Abruzzo C’Incanta, un vino bianco a fermentazione spontanea, come accadeva negli anni Sessanta, che incontra i gusti moderni improntati alla naturalità e al sapore autentico. In concreto, dai vigneti trentennali di Tollo, le uve 100% Trebbiano sono lasciate macerare insieme alle bucce e in seguito pressate per ultimare lentamente la fermentazione alcolica. Dopo 18 mesi di affinamento in vasche di cemento, il vino è imbottigliato senza alcuna filtrazione o trattamento di stabilizzazione.La qualità della materia prima è decisiva per un vino ricco di profumi e per nulla appiattito nelle sfumature di gusto. Non solo, se si aggiunge la novità di un vino bianco abruzzese segnalato fra i migliori vini italiani, è facile comprendere la soddisfazione di Tonino Verna, Presidente di Cantina Tollo: “Siamo orgogliosi di questo riconoscimento, che premia il nostro impegno sul territorio per garantire produzioni enoviticole di qualità tutelando e valorizzando il lavoro dei soci. Per il secondo anno consecutivo Cantina Tollo è

presente con un Tre Bicchieri nella Guida ai Vini d’Italia del Gambero Rosso – conclude Verna – Questo successo testimonia la serietà con cui operiamo ed è per noi un incentivo a proseguire sulla strada dell’eccellenza, nel solco di una tradizione che ci ha reso portavoce dell’eccellenza abruzzese”.Il Trebbiano d’Abruzzo si conferma, quindi, come un vitigno di grande spessore e generosità, che quando è coltivato con cura e selezione riesce ad esprimere grandissimi vini.Cantina Tollo è orgogliosa di esserne uno dei migliori interpreti.

Ufficio stampa CANTINA TOLLO

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ACCESSO VIETATOACCESSO VIETATO

REMEDIERAgrofarmaco biologico ad azione antagonista per la prevenzione delle malattie fungine del terreno Remedier è un nuovo fungicida biologico a base di Trichoderma harzianume Trichoderma viride che previene efficacemente gli attacchi di funghi parassitidell’apparato radicale e del colletto di piante orticole e floreali.

I funghi antagonisti contenuti in Remedier, selezionati per la loro elevata attività,tolgono spazio vitale ed elementi nutritivi ai più comuni patogeni del terreno.Remedier è indicato per prevenire le malattie fungine in vivaio, in semenzaio, in piantonaio, in serra e in pieno campo.

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fucino, lA cooperAtiVA pAf e opo VenetoprogrAmmAno le coltiVAzioni di ortAggi

Programmare le produzioni di ortaggi, per assecondare correttamente le esigenze del mercato e per evitare “pericolose” sovrapproduzioni che incidono negativamente sulle quotazioni e sul reddito delle aziende: è questa la strategia che sta seguendo OPO Veneto con i produttori soci. In collaborazione con la propria associata cooperativa pAf (produttori agricoli del fucino) di Luco dei Marsi (L’Aquila) OPO Veneto ha programmato la propria offerta commerciale delle produzioni del Fucino in modo da consentire di rispondere efficacemente alle necessità dei clienti e di reddito dei produttori associati. Sarà il radicchio tondo, prodotto di punta di OPO Veneto, a fare da apripista.L’ortaggio si presta: la sua raccolta nel Fucino incomincia quando, di fatto, finisce quella veneta. E’ quindi complementare e assicura continuità di approvvigionamento. OPO Veneto si è impegnato a commercializzarne almeno 15 mila quintali. Complessivamente si prevede di assorbire 30 mila quintali di ortaggi del Fucino: dalle famose patate al finocchio, lattuga iceberg, sedano, cavolfiori, radicchio rosso lungo. “Credo che si potrà fare un ottimo lavoro perché i presupposti sono favorevoli, commenta Michele Trevisan, che per OPO Veneto cura il mercato del Centro e del Sud Italia e l’export. Il Fucino è una grande realtà e i suoi prodotti sono eccellenze sotto tutti i profili, che si integrano bene, ad esempio, con quelli della terra veneta”. “Il collegamento con OPO Veneto, rileva felice bianchi, presidente della paf, ci sta dando soddisfazioni e permette di essere lungimiranti. Ben venga la programmazione: piantando “alla garibaldina” non si va tanto distante. Il maltempo ha colpito pesantemente anche il Fucino. Ritardi nella maturazione e semine e colture fortemente disturbate, con perdite che sfiorano per alcuni prodotti il 50 per cento”. Con gli ortaggi “programmati” del Fucino, OPO Veneto conta di rafforzare l’export e, in particolare, i canali di commercializzazione con la Germania e la Francia, dove i contatti aperti lasciano intravvedere notevoli possibilità.

www.ortoveneto.it

Foto accanto: Felice Bianchi, presidente cooperativa PAF di Luco dei Marsi (AQ) - PH. Mara Zanato

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rHeX 2014 confermA il risVeglio dell’industriA dell’AccoglienzA

I dati sui flussi turistici estivi diffusi da Federalberghi segnano un punto di frenata della crisi, con la crescita della domanda estera.

Patrizia Cecchi: “Anche le imprese fornitrici mostrano un dinamismo nuovo, tutto orientato sui sentieri dell’innovazione a 360°”Rimini, 10 settembre 2013 – I timidi segnali di ripresa della domanda turistica sono legati ai nuovi modelli del business dell’ospitalità, terreno di lavoro del team di RHEX 2014, il salone internazionale di Rimini Fiera che si svolgerà dal 2 al 5 febbraio prossimi e che richiamerà in riviera il mondo dell’Horeca per mettere a fuoco i nuovi trend della ristorazione, dell’ospitalità e dell’intrattenimento. RHEX è supporto e propulsione di questo risveglio, piattaforma utile al rilancio delle imprese.Così si possono leggere i dati diffusi da Federalberghi, che patrocina il salone riminese, a proposito dei flussi turistici del trimestre giugno-agosto 2013. I dati raccolti segnano un +0,8% di presenze, saldo fra il calo della domanda italiana (-2,7%) e la confortante crescita di quella estera (+4,7%), col sorpasso storico di quest’ultima in termini assoluti. “Ci ritroviamo in questa lettura – commenta Patrizia Cecchi, direttore business unit Rimini Fiera – perché qualche segnale di vivacità lo riscontriamo anche noi nel contatto quotidiano con gli operatori delle imprese fornitrici del sistema dell’accoglienza. Sale la domanda di presenza a RHEX 2014 per quei settori più votati all’innovazione, che significa efficienza energetica, design sostenibile, forme avanzate di gestione delle strutture, qualità dei prodotti per la ristorazione, oltre ad una forte tensione a trasmettere l’identità del territorio sul quale si opera. Profili che, come abbiamo visto, attraggono operatori internazionali, ossia quella domanda estera che risalta dai dati Federalberghi e che distinguerà particolarmente rHeX 2014”.

Il salone di Rimini Fiera lo scorso anno attirò 53.000 visitatori professionali, presenti i grandi nomi dell’hotellerie internazionale e della cucina stellata. 7.000 furono i business meeting organizzati tra imprese e buyers esteri provenienti da tutto il mondo, 357 i giornalisti accreditati.

colpo d’occHio su rHeX 2014Date: Dal 2 al 5 febbraio 2014; Ingresso: riservato solo agli operatori professionali; biglietto: 25€, abbonamento 4 gg 45€.; orari: dalle ore 09.30 alle ore 18.00 - ultimo giorno dalle ore 09.30 alle ore 17.00; www.rhex.it.Direttore Business Unit: Patrizia Cecchi, Project manager: Nicola De Pizzo.

press contAct

• RIMINI FIERA SPA - servizi di comunicazione e media relation responsabile: Elisabetta Vitali; coordinatore ufficio stampa: Marco Forcellini; addetti stampa: Nicoletta Evangelisti Mancini, Alessandro Caprio.

• BARABINO&PARTNER - media consultant stampa nazionale Tel. 02/72 02 35 35. Barbara Demicheli: [email protected] 3474162986. Giovanni Scognamiglio [email protected] 340 3161942.

• NUOVA COMUNICAZIONE ASSOCIATI - media consultant stampa regionale Cesare Trevisani [email protected]

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primA cHe suoni lA cAmpAnellA meglio bere un biccHier d’AcQuA

Dagli esperti dell’Osservatorio Sanpellegrino, i consigli per affrontare al meglio il rientro a scuola

È arrivato il momento di tornare sui banchi di scuola dopo le meritate vacanze estive. La testa è ancora in spiaggia o in montagna, ma l’orologio non si ferma, nostro malgrado, tocca riaprire i libri. Quali strategie utilizzare per superare al meglio il ritorno in battaglia? Un utile aiuto può arrivare dall’acqua: la corretta idratazione è infatti un mezzo utilissimo per rinfrescare il cervello e migliorare le performance mentali.Come spiega il Dott. Alessandro Zanasi, docente presso la Scuola di specializzazione in malattie dell’apparato respiratorio della facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Bologna ed esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino (www.sanpellgrino-corporate.it): “L’acqua è un elemento fondamentale per il cervello. L’insufficiente idratazione incide negativamente non solo sulle prestazioni fisiche, ma anche su quelle cerebrali: si riduce infatti l’efficienza aritmetica, il tempo di reazione, le capacitò viso-motorie e verbali, nonché la memoria a breve termine”.

Questo non solo nei gruppi più vulnerabili alla disidratazione, come i bambini e gli anziani, ma anche nei giovani adulti: essere disidratati di appena il 2% compromette le prestazioni riguardo compiti che richiedono attenzione, capacità psicomotorie e di valutazione soggettiva. Inoltre è stato dimostrato che la disidratazione è in grado di ridurre temporaneamente le dimensione della materia grigia, rendendo più complicati i processi cognitivi. Basta perdere 1 litro di liquidi, quantità che si raggiunge con 90 minuti di sudorazione costante, per indurre un effetto di restringimento dei tessuti cerebrali disidratati, pari, in termini di quantità, a quello che si registra dopo circa 14 mesi di invecchiamento o in seguito a due mesi e mezzo di malattia di Alzheimer. “Non bisogna inoltre sottovalutare che lo stress causa la perdita di grandi quantità di acqua. Idratarsi, quindi,

che è comunque sempre fondamentale tutto l’anno per garantire il benessere del nostro organismo, diventa ancora più importante in questa stagione per far fronte a situazioni di elevato sforzo, come lo studio” sottolinea Alessandro Zanasi. “Inoltre un corretto apporto di liquidi è di vitale importanza soprattutto per i ragazzi, in quanto dotati di meccanismi immaturi per quanto riguarda lo stimolo alla sete pur avendo un’elevata perdita di liquidi e stili di vita molto attivi”. Quali i consigli da seguire? Ad ogni età e stile di vita le proprie esigenze e ad ogni esigenza la propria acqua: “E’ consigliabile scegliere acque minerali ricche di calcio, utile alla trasmissione degli impulsi nervosi e che favoriscono i processi cognitivi, di magnesio e sodio, per la regolazione del bilancio idrico” evidenzia Alessandro Zanasi. Portare quindi sempre dietro una bottiglietta d’acqua ricca di minerali per reintegrare i sali persi con il sudore e poter essere idratati costantemente; ulteriore aiuto, fare attenzione ai sintomi immediatamente visibili della carenza idrica, ovvero la diminuzione delle diuresi giornaliera. Uno o due bicchieri d’acqua saranno sufficienti per far riacquistare un primo rapido sprint al cervello, ricordandosi sempre che in generale l’organismo necessita giornalmente di circa 2 litri e mezzo di acqua in condizioni di riposo: la raccomandazione è quella di berne circa 1,5 litri al giorno tenendo conto di età, sesso, temperatura esterna e grado di attività fisica. Infine, berne a piccole quantità e prima che si manifesti la sete, così da prevenire la disidratazione, rimanendo attenti e idratati dentro e fuori da scuola.

sAnpellegrinoSanpellegrino è la più grande realtà nel campo del beverage in Italia, con acque minerali, aperitivi analcolici, bibite e tè freddi. I suoi prodotti, sintesi di benessere, salute ed equilibrio, sono presenti in oltre 130 paesi attraverso filiali e distributori sparsi nei cinque continenti. Sanpellegrino, in qualità di principale produttore di acqua minerale, è da sempre impegnata per la valorizzazione di questo bene primario per il Pianeta e lavora con responsabilità e passione per garantire a questa risorsa un futuro di qualità

contatti:Prisca Peroni - [email protected]

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festA dell’orzo A pedAVenA,i numeri del successo Un weekend da tutto esaurito con numeri oltre le aspettative, quello che si è appena concluso a Pedavena, con la seconda edizione della Festa dell’Orzo che è iniziata venerdì 5 luglio a Feltre per poi proseguire tra sabato 6 e domenica 7 a Pedavena. I primi segnali di un riscontro positivo c’erano già prima dell’inizio della festa, con le prenotazioni piene alle visite guidate alla Fabbrica e ai corsi Beer Master, numerose richieste di informazioni e alberghi locali con pochi posti disponibili. La conferma è arrivata presto, e anche se è difficile stimare il numero di persone che hanno partecipato alla festa tra venerdì e domenica, si parla di oltre 15.000 presenze. La serata inaugurale di Feltre, penalizzata dal mal tempo, ha visto comunque qualche migliaio di visitatori che hanno raggiunto il centro della storica cittadina per ascoltare musica e bere Birra Dolomiti. Il picco di presenze si è raggiunto senza dubbio sabato sera, dove sono stati oltre 10.000 ad ascoltare i successi degli anni ’80 cantati da Sabrina Salerno, Alan Sorrenti e Tracy Spencer. Numeri significativi e soddisfazione anche per la giornata di domenica, iniziata con il convegno dedicato a “Orzo e birra: tra salute e piacere” dove i relatori Andrea Sbarbati, Carlo Alberto Carnale Maffè e Eugenio Signorini, hanno saputo offrire chiavi di lettura diverse dando spunti interessanti di discussione e riflessione. Un successo inaspettato anche per le visite alla Fabbrica e i corsi Beer Master organizzati da Slow Food Si sono dovuti organizzare turni doppi per le visite e accettare ulteriori partecipanti ai corsi Beer Master del sabato pomeriggio, arrivando a quasi 1.500 persone per le prime e un centinaio per i secondi, e tutto ciò non è stato

sufficiente per soddisfare le numerose e continue richieste. Il fascino della Fabbrica e del nuovo museo sono stati elemento di forte richiamo non solo per i visitatori locali ma per tutto il Nord Italia. Sono stati diversi i turisti arrivati in pullman per visitare la Fabbrica e trascorrere una piacevole domenica alla giornata alla Festa dell’Orzo. Il cuore della festa è arrivato poi nel pomeriggio di domenica, dedicato alle tradizioni, a spettacoli folcloristici e agli agricoltori locali. Un colorato e suggestivo corteo guidato da tamburini e sbandieratori ha aperto la sfilata dei trattori storici che hanno anticipato l’arrivo della regina per la consegna del mazzo d’orzo a Gianni Pasa, mastro birraio della Fabbrica di Pedavena, che ha inaugurato così la nuova produzione della Birra Dolomiti, specialità della Fabbrica realizzata anche con orzo locale. Prima della tradizionale apertura della Botte di Birra Dolomiti, il sindaco di Pedavena ha consegnato il Premio Dolomiti; il riconoscimento è andato alla Cooperativa Agricola La Fiorita, come ringraziamento per l’impegno e il contributo a valorizzare il territorio e le sue produzioni d’eccellenza, come l’orzo delle Dolomiti.Birra Castello, promotrice dell’evento in collaborazione con Slow Food, si dichiara molto soddisfatta dell’evento, il cui obiettivo è proprio quello di mettere in luce il progetto di filiera locale integrata che caratterizza la Birra Dolomiti e di festeggiare i suoi attori, dagli agricoltori alla Fabbrica di Pedavena stessa.“L’azienda, come più volte sottolineato, crede molto al progetto Birra Dolomiti e riconosce la sua importanza soprattutto in relazione al territorio. La seconda festa dell’orzo ha avuto un ottimo riscontro e si è conclusa con numeri oltre ogni aspettativa, segnale che l’impegno dell’azienda e la sua presenza sono apprezzati e riconosciuti” conclude Walter Lombardi, coordinatore generale degli stabilimenti di Birra Castello e Fabbrica di Pedavena.

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PARCHI NAZIONALI

I GRANDIPARCHI

NAZIONALIDEL WEST

Quarta parteil nostro viaggio tra le mervaiglie della natura del

far West si conclude nei grandi parchi del Wyoming.

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grAnd teton nAtionAl pArKSi trova nello stato del Wyoming, si estende su una superficie di 1.254 kmq ed è noto per i suoi paesaggi montuosi dominati dal monte Grand Teton (4.199 m) le cui rocce granitiche, vecchie di oltre due miliardi di anni, sono tra le più antiche del pianeta. La catena fa parte delle Montagne Rocciose dove la natura apre il proprio scenario, praticamente intatto dopo millenni. Le strade sono rare e occorre viaggiare per ore per raggiungere cittadine che distano l’una dall’ altra solo 60 km, in linea d’ aria. Le Montagne Rocciose si

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Panorama del Parco Nazionale del Grand Teton.

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estendono da nord-ovest a sud est per circa 2.000 km e con i loro contrafforti di cui fanno parte i paesaggi allucinanti del Colorado, sono larghe più di mille chilometri. Questa vastità nasconde luoghi che, senza esagerazione, si possono classificare tra le meraviglie del mondo e le vette slanciate del Grand Teton con le loro cime frastagliate, i canyon ghiacciati ed i pendii innevati, ne sono un esempio. Gli americani hanno il culto della natura, come contrappunto necessario ad una civiltà che produce cemento e questo si manifesta con un rispetto incondizionato: ecco perché ci sono i Monumenti Nazionali, cioè monumenti naturali, foreste nazionali, parchi nazionali. In questo paese federale la parola “nazionale” si ripete come un ritornello; è il bene inalienabile del popolo. Nessuna regione è così ricca di parchi nazionali come la parte occidentale dell’ America. Il parco del Grand Teton è a sud dello Yellowstone National Park vicino al confine con l’ Idaho, con la valle boscosa di Jackson Hole, ricca di abeti e pini ed il vivace Snake River che la attraversa. Il parco è un paradiso di vita selvaggia, sede dei più grandi alci d’ America. La volontà di difendere il passato la vediamo nelle fattorie dove si ripropongono le scene della trebbiatura con antiche macchine a vapore.

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Il fiume Snake serpeggia in prossimità del Grand Teton Range.

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YelloWstone nAtionAl pArKSi trova a nord-est dello Wyoming, è il più grande parco degli Stati Uniti ed è anche il più antico (1872). Per estensione in superficie supera la Corsica ed occupa un’ ampia zona all’ interno delle Montagne Rocciose, con una altitudine media sui 2.500 metri. E’ uno dei più grandi ecosistemi intatti della zona temperata, rimasto sulla Terra. E’ stato dichiarato Patrimonio dell’ Umanità dell’ Unesco dal 1978. La zona è attraversata da diversi corsi d’acqua, il più lungo fiume dei quali è la Yellowstone, che lo attraversa totalmente da sud a nord per poi sfociare nel lago omonimo e gettandosi successivamente in un profondo canyon e creando due magnifiche cascate ( 90 metri di caduta ) il cui candore spicca sul giallo dei versanti; da qui il nome di Yellowstone “pietra gialla”. Il parco è

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Castle Geyser.

Il lago di Yellowstone.

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Opalescent Pool nel Black Sand Basin.

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celebre per i numerosi geyser, sorgenti zampillanti calde e intermittenti che caratterizzano le regioni di attività vulcanica recente. Essi eruttano grandi quantità d’ acqua, principalmente di origine freatica, e vapori solforosi. Geologicamente Yellowstone presenta uno strato di roccia vulcanica, proveniente da una colata, spessa 600 metri, che poggia sopra rocce calcaree spaccate da numerose faglie dalle quali salgono i vapori caldi. Quando l’ acqua risale lungo le faglie è già riscaldata e giunge in superficie sotto forma di sorgente idrotermale calcarea. L’ acqua poi evapora lasciando depositi di silice chiamati “geyserite”, color opale, che assumono inizialmente l’ aspetto di un cavolfiore e poi, accumulandosi, formano tazze e terrazze di concrezioni come quelle di Mammoth Hot Spring, dove la roccia dominante è la riolite rossa, ricca di silice, con struttura colonnare e cristalli di quarzo e feldspato. L’ eruzione del geyser avviene perché la colonna d’acqua, sollevata dal vapore caldo proveniente dagli strati profondi, entra in ebollizione; quando l’ acqua fuoriesce, la pressione

diminuisce provocando un abbassamento della temperatura al disotto del punto di ebollizione. Nel parco ci sono oltre 200 geyser la cui attività è costante. L’ esempio più famoso è Old Faithful (il vecchio fedele) che emette le sue colonne di vapore ogni 30-40 minuti. Altri geyser, totalmente inattivi da anni, possono emettere fumarole che indicano una attività sotterranea intensa. In alcune zone del parco, il paesaggio sembra direttamente uscito dall’ inferno, e non ha eguali nel resto del mondo. Vi sono poi formazioni rocciose come vulcani attivi di fango (mucchi di fine materiale roccioso bagnato da acqua di sorgiva, come Mud Volcano). La maggior parte delle 10.000 sorgenti termali sono concentrate nella zona del Firehole River, verso i Lower, Midway e Upper Geyser Basins. Nelle pozze si sviluppano colonie di alghe e batteri dando luogo a colorazioni dal rosso, al giallo, all’azzurro, al nero ed i pochi alberi scheletrizzati che crescono intorno conferiscono al luogo una scenografia indimenticabile.

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Le vasche sovrapposte e le cascate pietrificate risultano dalla circolazione delle acque termali: nell’ attraversare le rocce calcaree e le rocce silicee, esse si caricarono di minerali; evaporando

provocano la precipitazione dei Sali che, a loro volta, costruiscono i gradini di travertino.

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Geyser Old Faithful

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scopri le merAViglie del dHofArcon omAn Air

Il Dhofar è il più vasto degli 11 governorati in cui è diviso il Sultanato dell’Oman e si stende nella parte meridionale fra lo Yemen e il Mare Arabico. Chilometri di spiagge bianche ed incontaminate da un lato, pianure fertili e montagne alte fino a 1500 mt dall’altro caratterizzano questo splendido angolo di mondo.È l’altra faccia dell’oman. Costituito in gran parte da territori aridi e deserti, questo paese offre, nella regione del Dhofar, un’esperienza squisitamente tropicale con spiagge di sabbia bianca, palme da cocco e casette dai colori pastello.Ma quest’angolo di paradiso è anche la culla di una delle più antiche e cosmopolite civiltà del mondo come dimostrano numerosi scavi che incantano ancora oggi storici e archeologi di tutto il mondo. È qui che è nata la famosa “Via dell’Incenso” uno dei più importanti snodi commerciali dell’antichità. Da qui l’incenso partiva per tutto il mondo allora conosciuto verso l’Egitto, l’Africa, l’Europa, la Penisola Araba e l’India. Anche Marco Polo è stato affascinato dalle

bellezze del Dhofar e si è recato in questo paese!Oggi Oman Air vi offre un modo più comodo e veloce per visitare questa splendida regione e godere delle sue bellezze. Quattro voli diretti settimanali collegano Milano Malpensa a Muscat con comode coincidenze per Salalah, una delle più importanti città del Dhofar.Qui vi aspettano una rilassante vacanza al mare e la visita di luoghi incantevoli quali Al Hafah Souq, un vero e proprio souq omanita ricco di tessuti, oggetti d’oro e d’argento, profumi e le migliori qualità di incenso di tutto il sultanato; otto riserve naturali di cui alcune considerate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO; porti risalenti anche al 2000 AC quali Al Balid e Samharam, lagune e wadi dalla natura rigogliosa con cascate alte fino a 30 mt.Questa regione è famosa nell’area del Golfo per la Stagione del Khareef, il monsone che in estate porta fresche piogge, un vero sollievo per le popolazioni del Golfo che si recano nel Dhofar per scappare dal gran caldo. Per una piacevole visita del Dhofar, Il tour operator Originaltour offre due proposte per un soggiorno a Salalah, operate con voli di linea Oman Air da Milano Malpensa via Muscat (vedi sotto).

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Alcune informazioni su omAn AirOman Air è la compagnia aerea di bandiera del sultanato dell’Oman e Linea Aerea Ufficiale a 4 Stelle (Skytrax 2011). Fondata nel 1993, la compagnia ha affrontato una forte crescita in questi anni e ha reso Muscat un importante hub per il traffico nel Medio Oriente, supportando il settore commerciale, industriale e turistico. La compagnia opera attualmente voli internazionali diretti da Muscat per destinazioni del Golfo come Abu Dhabi, Bahrain, Doha, Dubai, Jeddah, Medina, Riyadh, Dammam, Tehran e Kuwait. In Medio Oriente vola verso il Cairo in Egitto, Beirut in Libano e Amman in Giordania. Inoltre Oman Air opera verso dieci destinazioni in India (Mumbai, Chennai, Kochi, Thiruvananthapuram, Hyderabad, Delhi, Lucknow, Bangalore, Kozhikode e Jaipur), Chittagong in Bangladesh, Karachi, Islamabad e Lahore in Pakistan, Kathmandu in Nepal e Colombo in Sri Lanka. Serve inoltre Malè nelle Maldive, Bangkok in Tailandia e Kuala Lampur in Malesia; opera anche verso Zanzibar e Dar Es Salaam in Tanzania.Tra le destinazioni europee Oman Air opera su Londra, Milano, Monaco, Francoforte, Parigi e Zurigo. Accordi di code-share con Emirates Airlines offrono ai passeggeri di Oman Air migliori collegamenti e servizi tra Muscat e Dubai e code-share con Qatar Airways permettono di prenotare voli per Doha da qualsiasi destinazione servita da Oman Air.Inoltre, nei primi mesi del 2013, sono stati introdotti accordi di code-share con Ethiopian Airlines, la compagnia di bandiera etiope, per i collegamenti tra Muscat e Addis Ababa che daranno ulteriore possibilità di scelta ai passeggeri di entrambe le compagnie. Attualmente la flotta di Oman Air è composta da quattro Airbus A330-200, tre Airbus A330-300,

diciassette B737-700/800, quattro Embraer E175 e due ATR 42. Sono in ordine altri sei Boeing 737-800 con consegna nel 2014, sei Boeing 787 Dreamliners con consegna prevista a cominciare dal 2015 ed altri tre Airbus A330 con consegna prevista da dicembre 2014. Inoltre, in occasione del Paris Air Show 2013, Oman Air ha annunciato l’ordine di sei Boeing 737-900ER, risultando la prima compagnia aerea del golfo ad aver ordinato il nuovo modello Boeing. Entro l’anno 2016 si prevede che la flotta raggiungerà un numero complessivo di 50 aeromobili.Gli eccezionali interni degli aeromobili di Oman Air sono arricchiti dalla First Class Mini Suite che offre a ciascuno dei sei passeggeri di Prima Classe l’accesso diretto al corridoio e si trasforma nella poltrona letto più lunga disponibile a bordo di un aeromobile. Le 20 poltrone di Business Class dell’ A330, premiate come migliori al mondo, offrono l’accesso diretto al corridoio, molto più spazio e le ultime novità tecnologiche. Le poltrone di Economy sono dotate di poggiatesta e poggiapiedi regolabili oltre ad avere molto più spazio per le gambe e per le braccia.Un intrattenimento di bordo all’avanguardia propone schermi individuali per ogni poltrona, programmazione audio e video a richiesta e TV satellitare. Inoltre Oman Air è stata la prima compagnia aerea del mondo ad offrire la totale connessione a bordo (cellulare e internet) disponibile in tutte e tre le classi.All’aeroporto internazionale di Muscat sono state inaugurate due lussuosissime lounge di Prima Classe e Business Class che offrono la possibilità di rilassarsi in aree tranquille ed eleganti, di godere di trattamenti spa gratuiti e di pranzare à la carte. I passeggeri di Prima Classe possono fruire anche di un servizio di limousine dalla lounge all’aeromobile.www.omanair.com

un classico soggiorno mare in un deliziosoboutique hotel per rilassarsi e godere delle bellezze

del mare del dhofar: Viaggio di 08 giorni/06 notti

Soggiorno presso il Juwera Boutique hotelPernottamento e colazione

Quota per persona da euro 970,00

un abbinamento di soggiorno mare con delle escursioni per scoprire le bellezze di questa affascinante regione

situata all’estremo sud del sultanato. Viaggio di 08 giorni/06 notti

Soggiorno Juwera Boutique hotelPernottamento e colazione + 3 escursioni

Mezza giornata visita di SalalahIntera giornata deserto Rub al Khali

/Ubar/Wadi Dawkha

Intera giornata: Nabi Ayoub/Taqa/Sumharam/Mirbat Village/Bin Ali Tomb

Quota per persona da euro 1.290,00

tasse aeroportuali euro 210,00 ca - iscrizione 50€

le quote comprendono: voli di linea Oman Air per Salalah da Milano Malpensa via Muscatfranchigia bagaglio 20 kg - trasferimento aeroporto/resort/aeroporto - sistemazione in camera doppia - pernottamento e colazione - escursioni come indicato con guida/autista parlante inglese - assicurazione sanitaria e bagaglio - tasse e percentuali di serviziole quote non comprendono: visto da pagare in loco - mance - bevande - extra di natura personale e quanto non indicato nella voce” la quota comprende”.

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galleria bonioni Arte, reggio emilia5 ottobre - 17 novembre 2013

lucA moscArielloSotto i cardi

A cura di Ivan Quaroni

La nuova stagione espositiva della Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 43) si apre con la personale di Luca Moscariello, a cura di Ivan Quaroni. Realizzata in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, la mostra sarà inaugurata sabato 5 ottobre, alle ore 17.00.Il titolo dell’esposizione - “Sotto i cardi” - fa riferimento ad una scena del romanzo filosofico “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche, in cui il protagonista prende commiato dal mondo degli adulti per rifugiarsi sotto i cardi, dove giocano i bambini. Per Luca Moscariello i cardi sono, infatti, metafora di una condizione interiore di grande creatività, lontana da valori precostituiti e false morali.In mostra, una ventina di opere inedite, parte della serie “La grammatica della polvere”, realizzata dal 2011 al 2013. Dipinti ad olio su tavola di diverse dimensioni, caratterizzati dall’accumulo di diversi elementi - animali, scatole di cartone, vecchi giocattoli e tracce del presente - sui quali si deposita la polvere del tempo.«Gremite antologie di oggetti, crestomazie affollate di simboli, feticci, segnali» nei quali, come scrive Ivan Quaroni, «è lecito scorgere un’attitudine barocca per la mise en scene, per l’allestimento teatrale di una sorta di metafisico caos calmo, sovraccarico di falsi indizi, digressioni, mascheramenti». «Un lavoro profondamente latino nella luce e nel colore - prosegue il curatore - molto meno nella struttura compositiva, che, invece, richiama le ricerche di alcuni artisti provenienti dalla Scuola di Lipsia».La personale sarà visitabile fino al 17 novembre 2013, da martedì a domenica con orario 10.00-13.00 e 16.00-20.00, chiuso il lunedì. Ingresso gratuito. Catalogo disponibile in galleria (Ed. Bertani, 2013). Per informazioni: tel.

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0522 435765 - www.bonioniarte.it - [email protected]. Luca Moscariello nasce nel 1980 a San Giovanni in Persiceto (BO). Diplomatosi in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, prende parte a diverse esposizioni. Tra le mostre personali, “La grammatica della polvere” (Museo Ca’ La Ghironda, Ponte Ronca di Zola Predosa, Bologna, 2011, a cura di Graziano Campanini), “Anacronismo” (Galleria il Melone, Rovigo, 2011), “L’inventario del sonno” (Galleria Il Ponte, Pieve di Cento, Bologna, 2009, a cura di Graziano Campanini e Valerio Borgonuovo), “Memoria e materia” (Museo Tridentino di Scienze Naturali, Trento, 2008, a cura di Valerio Borgonuovo e Anna Voltolini). Tra le mostre collettive, “Acqua riflettendo” (Spazio San Giorgio, Bologna, 2013, a cura di Simona Gavioli), “Premio Zingarelli Rocca delle Macìe 2° edizione, Il giardino del Getsemani” (Rocca delle Macìe, Castellina in Chianti, Siena, 2012, a cura di Simona Gavioli, su segnalazione di Valerio Dehò), “Le cose hanno il potere che tu gli dai” (Spazio Thetis, Venezia, 2011, promosso da scatolabianca project, direzione scientifica Martina Cavallarin, a cura di Alice Andreoli e Giulia Pasdera), “L’antico incontra il contemporaneo” (Galleria Fondantico, Bologna, 2010, a cura di Pietro Di Natale) e “XII Premio Morlotti” (Villa Subaglio, Mercate, Lecco, 2009). Vive e lavora a Sala Bolognese (BO).

lucA moscAriellosotto i cardia cura di Ivan Quaroni5 ottobre - 17 novembre 2013Inaugurazione: sabato 5 ottobre 2013, ore 17.00Orari di apertura: da martedì a domenicaore 10.00-13.00 e 16.00-20.00, chiuso il lunedì.

per informazioni:Galleria Bonioni Arte, Corso Garibaldi, 4342121 Reggio EmiliaTel/Fax 0522 435765www.bonioniarte.it - [email protected]

bonioni Arte sncCorso Garibaldi, 43 - 42121 Reggio Emilia - Tel/Fax 0522/435765 - www.bonioniarte.it - [email protected]

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treViso: 15 AppuntAmenti in 3 mesi per degustAre le delizie dell’Autunno

dal 30 agosto al 1 dicembre un tour enogastro-nomico e culturale nelle terre della marca trevi-giana in compagnia delle pro loco.

Si è aperta il 30 agosto la 6^ edizione della rassegna enogastronomica e turistica “Delizie d’Autunno”, promossa anche quest’anno dalla Provincia di Treviso e dall’UNPLI (Unione delle Pro Loco) provinciale in collaborazione con diverse realtà territoriali. Quest’anno saranno 15 gli appuntamenti con i prodotti agroalimentari autunnali, grazie al nuovo ingresso della Festa dell’Uva organizzata a Fonte, che porteranno migliaia di visitatori a scoprire l’arte e le tradizioni della provincia con passeggiate, escursioni e momenti di approfondimento culturale. Il ricchissimo calendario 2013 proporrà eventi fino al 1 dicembre, quando la rassegna sfumerà in quella di “Fiori d’Inverno”, dedicata al Radicchio Rosso di Treviso IGP.

15 eVenti in 3 mesi:Attesi 250.000 VisitAtoriAnche quest’anno le aspettative sono davvero alte: se nel 2011 la quota di visitatori toccò le 241.000 unità e nel 2012 si arrivò a 246.000 presenze, quest’anno si auspica di arrivare a 250.000 visitatori confermando la forza del progetto avviato nel 2008. Il viaggio tra i gusti e i colori dell’autunno inizierà dal comune di Zero Branco, dove viene coltivato tradizionalmente il peperone. Dal 28 agosto al 9 settembre l’area festeggiamenti ospiterà la “46^Sagra del Peperone”, oltre allo stand gastronomico saranno numerose le iniziative folkloristiche e culturali, tra le quali spiccano: la rievocazione degli antichi mestieri a cura del

gruppo “I Colmelli” e il convegno dal titolo “Innovazione giovanile: riflessioni sull’economia per lo sviluppo del nostro territorio”. Si svolgerà invece in un’unica giornata, domenica 1 settembre, la festa dedicata alle malghe comunali Budui e Mont e alla loro produzione casearia nell’evento: “Malghe tra Mel e Miane”; quindi sarà il turno di Monfumo che in due week end, con la “30^Festa della Mela”, esalterà la bellezza e il gusto di queste mele rosse dalla pasta profumata, ottime da gustare cotte, magari ripiene di marmellata. In contemporanea più a valle, la piccola comunità di Resana festeggerà uno dei piatti che caratterizzano il Veneto: la polenta. La “9^Festa dea Poenta” raggiunge infatti il suo culmine nella giornata di domenica 15 settembre con il celebre Palio, dove le 4 contrade si sfidano a ‘scartossar e sgranar panoce’ per ottenere infine dell’ottima polenta. Chi ama i prodotti di nicchia non potrà perdere, nei tre week end dal 7 al 23 settembre, la “17^Festa del Fagiolo Borlotto Nano di Levada”, un piccolo borgo nel comune di Pederobba dove questo legume veniva coltivato fin dall’inizio del secolo scorso, tra le viti o le file di granoturco. Nel corso della festa si potranno degustare diversi piatti come zuppe, fagioli in umido con guanciale, fagioli in salsa o la tradizionale ‘pasta e fasioi’. Ad accompagnare tanti piatti tradizionali con del buon vino ci pensa dapprima la “61^ Festa dell’Uva” di Fonte, che si terrà dal 20 al 22 settembre e un po’ più in là nel tempo, dal 10 novembre al 1 dicembre, la “40^Mostra dei Vini del Montello e dei Colli Asolani”, dove i visitatori potranno degustare anche il celebre Docg Colli Asolani Prosecco Spumante Superiore. Ma l’autunno si sa è la stagione dei funghi e a celebrarne il gusto esaltando i diversi sapori saranno: la “35^ Festa dei Funghi” di Nervesa della Battaglia e la “28^ Mostra Micologica” di Altivole nel corso della quale verranno proposte anche visite guidate alla bellissima “Tomba Brion” progettata dall’Arch. Carlo Scarpa. Sulle colline i colori infuocati dei castagneti accoglieranno i visitatori che decideranno di degustare castagne e marroni. S’inizierà il 4 ottobre con la “39^Mostra-mercato dei Marroni del Monfenera Igp” che si tiene a Pederobba nell’asolano, mentre in contemporanea nel valdobbiadenese, il piccolo borgo di Combai ospiterà la “69^Festa dei Marroni di Combai Igp”. Scendendo lungo la Valmareno fino ai Laghi di Revine si raggiungerà il comune di Tarzo dove nei week end dal 5 al 20 ottobre la pro loco organizza la “43^ Festa della Castagna di Colmaggiore e delle colline tarzesi”. In tutti gli eventi sono previste escursioni guidate e passeggiate alla scoperta del territorio. L’atmosfera si scalderà a Pieve di Soligo dove il 6 ottobre arderanno le braci per cuocere il “57° Spiedo Gigante”. Si tratta di un piatto tipico dell’Altamarca Trevigiana, riscoperto grazie al contributo delle Pro Loco e valorizzato attraverso l’Accademia dello Spiedo d’Altamarca che ogni anno istituisce appositi corsi di formazione per ‘menarosti’

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caleidoscoPio(addetti alla cottura dello spiedo). Non poteva mancare nemmeno la zucca, il frutto caratterizza l’autunno. Ad esaltarne forme, colori e gusto sarà la pro loco di Sernaglia della Battaglia con la tradizionale “Festa della Zucca” dove gli esemplari più belli parteciperanno a 4 gare distinte: la più pesante, la più lunga, la più bella zucca intagliata e il pane di zucca più gustoso e fragrante. Con le prime nebbie di novembre scenderà in campo la Pro Loco di Paese che in una tre giorni dedicata a “San Martino tra i sapori d’autunno” raccoglierà nel cuore della città il meglio delle produzioni stagionali tra le quali spicca il kiwi, frutto originario della Cina di cui l’Italia è il maggior produttore e questa zona del trevigiano in particolar modo. Nel corso della manifestazione sarà dato ampio spazio allo sport con la passeggiata per famiglie “Quatro Passi in San Martin” e la “Maratonina di San Martino”, che si svolgerà domenica 10 novembre su un tracciato di 21km.

La rassegna Delizie d’Autunno sarà anche l’occasione per sperimentare la nuova collaborazione con il Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana – Unascom Confcommercio, che riproporrà la fortunata iniziativa avviata nel 2012: “Treviso Dripping Taste”. Nel mese di ottobre l’arte e la cucina trevigiana saranno le protagoniste di 3 momenti dedicati al gusto e all’arte, dove gli chef del gruppo metteranno la loro creatività e la profonda conoscenza della cucina locale al servizio dell’arte internazionale, unendo i prodotti stagionali agli eventi culturali promossi nel territorio: 6 ottobre tappa a Castelfranco Veneto con “Cicchetti in Villa”; 12 ottobre ad Oderzo con “Cicchetti al Museo” ed infine 19 e 20 ottobre a Treviso con “Le Piazze, i Salotti e gli Atelier del Gusto”.

cAlendArio 2013 “delzie d’Autunno” dal 26/09 al 01/10 - 35^ Festa dei funghi – Nervesa della Battagliadal 04/10 al 27/10 - 39^ Mostra mercato dei Marroni del Monfenera – Pederobba dal 04/10 al 03/11 - 69^ Festa dei Marroni – Combaidal 05/10 al 20/10 - 28^ Mostra micologica – Altivole (nei week end)dal 05/10 al 20/10 - 43^ Festa della castagna di Colmaggiore e colline tarzesi – Tarzo(week end)dal 06/10 al 13/10 - 57° Spiedo Gigante – Pieve di Soligodal 19/10 al 27/10 - Festa della zucca – Sernaglia della Battaglia (nei week end)il 09/11 e l’11/11 - San Martino tra i sapori d’autunno – Paesedal 10/11 al 01/12 - 40^ Mostra dei vini del Montello e dei Colli Asolani – Volpago del Montello

Organizzatori: Provincia di Treviso, Unpli TrevisoComitato Promotore: Regione del Veneto, Ass.ne Produttori Marroni del Monfenera Igp, Ass.ne Produttori Marroni di Combai Igp, Accademia dello Spiedo d’Altamarca, Consorzio Marca Treviso, i Consorzi delle Pro Loco: Piave e Montello, Castellana, Pedemontana del Grappa, Quartier del Piave, Centro Marca, Asolano Montelliano.13 Comuni coinvolti: Altivole, Fonte, Miane, Monfumo, Nervesa della Battaglia, Paese, Pederobba, Pieve di Soligo, Resana, Sernaglia della Battaglia, Tarzo, Volpago del Montello, Zero Branco.

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DISTRIBUZIONE

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IL MARKETING DALLA BUONA

FRUTTAtra le preferenze dichiarate da un campione

rappresentativo di italiani, di età superiore ai 18 anni, il gusto dolce è quello più condiviso.

in particolare i dolci “fruttati” sopravanzano il dolce ottenuto dalla trasformazione di vari

ingredienti, offrendo alla frutta fresca grandi potenzialità per intercettare la scelta del

consumeatore.

Daniele Tirelli

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Lo stato attuale dell’offerta qualitativa dell’ortofrutta “freschissima e deperibile” da parte della moderna distribuzione Italiana è un tema piuttosto interessante. A sua volta

suggerisce quello della reale sensibilità di questi operatori circa il vissuto e l’effettiva soddisfazione sensoriale della loro clientela. L’attenzione prestata dalle varie catene italiane agli aspetti gustativi, organolettici e salutistici delle proprie marche private ha indotto, indubbiamente, enormi, innegabili progressi nell’ultimo decennio. I prodotti confezionati a marca privata (soprattutto se delle linee top di gamma) hanno, in molti casi, sorpassato qualitativamente quelli di marca mass-market.Resta tuttavia un mistero il perché, nel campo del deperibile freschissimo, in Italia, non si sia sviluppata un’analoga ricerca non solo di prodotto, ma anche di carattere socio-antropologico. Ciò al fine di capire come si stia sviluppando la relazione gusto-disgusto in questo settore dei consumi. La nostra distribuzione sembra poco sensibile al fatto che tutto ciò che viene offerto nei reparti delle

carni fresche, dei latticini e dell’ortofrutta rechi sempre e comunque il marchio invisibile, ma non meno reale dell’insegna. È banale affermare che il cliente acquista e valuta le arance dell’insegna A e le ciliegie della catena B valutandone la “bontà” indipendentemente dal fatto che ciò dipenda da una produzione precoce in una nazione straniera, da una varietà tardiva o dall’essere in stagione. Ho dimostrato in numerose ricerche di mercato che la stragrande maggioranza dei consumatori non è in grado di specificare la varietà o la zona di produzione dell’uva o delle fragole che acquista e consuma. Le angurie e le pesche sono semplicemente le angurie e le pesche, più o meno buone, di Coop, di Conad, di Esselunga... e tanto basta.Parlando di frutta fresca risulta chiaro allora che, a differenza dei tanti prodotti alimentari confezionati, la fissità della standardizzazione e la riproduzione seriale del medesimo gusto, del colore, della texture e persino della stessa morfologia sono impossibili da ottenere. O meglio, lo sono da noi poiché, al contrario, negli USA e in UK una rigorosa selezione preventiva del calibro e della qualità oggettiva

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rendono ogni singolo pezzo “così bello” e identico agli altri da farlo ritenere, ad osservatori superficiali, artefatto e ottenuto con qualche tecnica truffaldina. È il “complesso di Biancaneve”: una mela troppo bella deve sottintendere qualche inganno! Venendo all’aspetto più propriamente gustativo, il

tema diventa ancora più intrigante poiché l’analisi sensoriale condotta con metodi da laboratorio non esaurisce la comprensione delle dinamiche comportamentali del consumatore. Il dato va, infatti, incrociato anche con altri fattori di natura socio-antropologica. Isoliamone dunque un aspetto partendo dalle preferenze per il gusto “dolce”. A tal proposito ne discende che, quasi sempre, le formulazioni delle ricerche di mercato presentano notevoli complicazioni legate alla filosofia del linguaggio. Cosa significa “dolce” nell’espressione verbale di un consumatore? Cosa sottintende la dichiarazione circa il gradimento dello sfuggente gusto “umami”? Le risposte sono sempre elusive e soggettive e non semplici da interpretare. Comunque, a parte queste grosse ambiguità, dalla

DOlCe 77% iNSipiDO 50%SalatO 72% DOlCe amarO 47%piCCaNte 66% aGrO-aCiDulO 44%aGrODOlCe 57% amarO 40%

Fonte Smartresearch

Tabella 1

preFerenza gusto dolceSU CAMPIONE RAPPRESENTATIVO DI

ITALIANI DI ETÀ SUPERIORE AI 18 ANNI

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sintesi riportata in tabella 1 si può concludere che, tra le preferenze dichiarate da un campione rappresentativo di Italiani di età superiore ai 18 anni, il gusto dolce è quello più condiviso dalla popolazione Italiana.

La cosa non sorprende poiché, com’è ben noto, il “dolce” è il sapore naturalmente gradito agli esseri umani sin dalla prima infanzia. L’amaro (indizio di tossico o di veleno) è un gusto che si apprende ad apprezzare attraverso l’educazione alimentare. Ciò detto, quanti tipi di “dolce” identificano i tanti alimenti che ci vengono offerti quotidianamente? La tabella n.2 ne elenca alcuni ordinati per l’apprezzamento dichiarato dalla media della popolazione.

Ovviamente, dietro questo dato aggregato, esistono ampie divaricazioni per età, per sesso e anche

per località geografica. Tuttavia le percentuali evidenziano che i dolci “fruttati” sopravanzano il dolce ottenuto dalla trasformazione di vari ingredienti. Ne discende che l’auspicato spostamento dai consumi di snack e dolciumi a favore della frutta fresca ha molte più potenzialità se affidato alla spontaneità della scelta di ogni individuo più che all’insegnamento “autoritario” di dietisti e dietologi. Certo! Ad una condizione però: che la frutta sia buona, attraente ed effettivamente dolce, poiché essendo consumata cruda, “tale e quale” non gode della correzione apportata, ad esempio, alla verdura grazie alla cottura e/o il condimento. Quella della ricerca di un’indubbia eccellenza gustativa è certamente la strada seguita dai retailer americani indipendenti e (finalmente) anche da qualche distributore Italiano.Così Stew Leonard (una piccola catena del Connecticut) costruisce e mantiene la sua relazione con il cliente attraverso tre soluzioni: a) l’assortimento profondo con più varietà, b)

%

Ananas 54

Anguria 44

Melone 42

Uva 40

Fico 34

Banana 34

Miele 31

Mandorla/Marzapane 30

Caramello 27

Zucchero a velo 27

Castagna 26

Meringa 25

Cachi 25

Dattero 20

Zucchero Filato 17

Zucchero bianco raffinato 16

Carota 13

Zucchero scuro di canna 12

Glassa 11

Zucca 10

Peperone 9

Cipolla 8

Papaya 7

tabella 2Percentuale di Italiani che dichiarano di apprezzare i gusti elencati

Fonte: Smartresearch

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l’assaggio e c) l’informazione. Nello specifico e al pari di Wegmans e di H.E.B. Central Market giunge persino a comunicare ai clienti i gradi Brix delle arance e di varie partite di frutta che offre alla sua clientela fedelissima.Dorothy Lane Market a Dayton (Ohio) suggerisce gli abbinamenti meglio riusciti tra frutta e altri alimenti e in particolare tra mele e formaggi. Nugget Market (Sacramento – California) offre frutta a vari gradi di maturazione e specificamente banane che variano dal verde al giallo, ben ordinate a scaffale con le relative informazioni sulla loro dolcezza. A Los Angeles, Gelson’s si impegna a cambiare senza discutere ogni vaschetta di fragole o di altra frutta che contenga qualche pezzo non in perfetto stato. Bristol Farms oltre a consentire l’assaggio di ogni frutto, fornisce dettagliate informazioni su chi lo ha coltivato e dove. Insomma, si diffonde l’abitudine, progressivamente più estesa, di diversificare anche la qualità della produzione agricola messa in vendita. Ciò avviene ponendo in chiara evidenza

la stagionalità, i nomi delle varietà, dei produttori, della zona di provenienza ed enfatizzandone le peculiarità gustative e gli abbinamenti più azzeccati. Il tutto è reso possibile, ovviamente, dall’efficienza complessiva delle filiere, dalla stabilità e dalla dimensione della loro produzione, ma sopratutto dalla loro propensione ad innovare per tradurre i segnali che da ogni punto di acquisto risalgono retroattivamente sino al frutteto. Se in fondo, se Donald J. Tyson è riuscito per primo a trasformare “un pollo morto in un prodotto di marca” può fallire il marketing con della buona frutta?

Daniele TirelliIULM Milano

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sAn lidAno rAddoppiA con uno stAbilimento All’AVAnguArdiA.

La Cooperativa Agricola San Lidano, attiva nel settore degli ortaggi in busta – la cosiddetta IV gamma - ha inaugurato i 13 mila metri quadrati di superficie del nuovo stabilimento di Sezze (Latina). Ad impreziosire il raddoppio dell’area dedicata alla IV gamma una serie di innovazioni tecnologiche esclusive: per l’ampliamento del reparto di IV gamma sono stati infatti impiegati materiali edilizi con elevata capacità di resistenza alla presenza di acqua e all’azione di prodotti igienizzanti utilizzati nel processo di produzione.La Cooperativa ha realizzato una pavimentazione che soddisfa la performance relativa all’abbattimento della carica batterica attraverso la non formazione di biofilm batterico. Nella zona dell’ultimo lavaggio, asciugatura, selezione ottica e pesatura dei prodotti, è stata inoltre utilizzata una “camera pressurizzata” in grado di immettere nell’ambiente aria senza batteri e priva di polvere. Su tutte le linee di produzione - oltre ai Metal Detector - sono presenti i selettori ottici con camera Laser di ultima generazione per il controllo dei corpi estranei come plastica, legno, carta, vetro ed insetti.Nel rinnovato polo di produzione verrà inoltre inaugurato

un laboratorio sensoriale, che faciliterà la San Lidano nella ricerca e nel consolidamento di un valore aggiunto dal punto di vista delle qualità organolettiche, per contraddistinguere e valorizzare sempre più le referenze a marchio Orto Pronto. Il laboratorio sarà a disposizione anche dei retailer partner della Cooperativa per un ulteriore sviluppo e caratterizzazione delle loro private label. La giornata di inaugurazione è stata completata dalla realizzazione di una tavola rotonda a cui hanno partecipato, Lorenzo Trovato di Carrefour, Claudio Gamberini di Conad, Maurizio Nasato del Gruppo Pam e Luciano Di Pastina di San Lidano che, coordinati da Roberto Della Casa dell’Università di Bologna, te hanno messo in luce l’evoluzione che dobbiamo attenderci per questa categoria di prodotti in tempo di crisi, con particolare riferimento alle modalità di creazione del valore nell’ottica del consumatore per assicurare uno sviluppo dei consumi anche in queste condizioni di difficoltà.

per informazioni:mAtteo testADirettore Commerciale San Lidano0773 899595 - [email protected]

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nAturAl foodè una realtà nell’ambito dei prodotti da forno fondata con la sinergia di uno tra i primi e consolidati produttori italiani di piade sfogliate 100% vegetali e piade classiche, senza lieviti, senza proteine del latte e senza grassi idrogenati.

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L’Altra Piada - Riccione Passione - Riviera Passion Le Specialità - Borioni - Antico Forno - Sapori e Tradizione Catering

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WeeKend in liguriA: sport, Wellness e gourmet

Una nuova iniziativa dell’Agenzia di promozione turistica “In Liguria” a sostegno delle imprese turistiche cui hanno già aderito oltre sessanta operatori. Week end in Liguria: sport, wellness o gourmet!La Liguria della “torta di riso” va in archivio e arriva quella delle promozioni.

L’Agenzia “In Liguria” lancia oggi una nuova offerta a sostegno delle imprese turistiche per rafforzare i mesi che seguono l’estate con l’obiettivo d aumentare l’occupazione delle camere. “Weekend in Liguria” www.weekendinliguria.it è accattivante, comodo, facile da usare per qualsiasi utente, e propone vacanze per il fine settimana sportive, wellness e gourmet. D’accordo con gli operatori che hanno aderito, una sessantina tanto per iniziare, l’Agenzia propone vacanze “ad alto valore aggiunto”, in collaborazione con le quattro Province liguri. Dal 10 settembre al 31 Ottobre albergatori, B&B, centri benessere e tutte le strutture ricettive, mettono a disposizione della clientela prezzi promozionali ma soprattutto servizi gratuiti. Così da oggi, mentre nel resto d’Italia si torna al tran-tran quotidiano, in Liguria arrivano altre offerte vacanziere come quella, nuova di zecca, che abbiamo chiamato “Weekend in Liguria”.L’offerta prevede un pernottamento di sabato con l’aggiunta di un servizio omaggio. Così per chi ama il turismo attivo e vuole scoprire natura e paesaggi ecco la proposta “Sport e avventura”, che prevede un

pernottamento e in omaggio l’ utilizzo attrezzature sportive e packet lunch. Per i buongustai che conoscono bene i pregi della cucina ligure ecco l’offerta “Gourmet”, la cui formula è accattivante e prevede un pernottamento con cena tipica oppure degustazione di prodotti del territorio. Per chi si vuole riposare e sorridere alla vita senza troppi impegni per 48 ore ecco la proposta “Wellness”, che consiste in un pernottamento con trattamento benessere. Come offerta promozionale extra è possibile – a discrezione dell’operatore - aggiungere all’offerta base la seconda notte (venerdì o domenica), con lo sconto del 50% (o con sconto diverso a scelta dell’operatore).Infine, nell’ottica della promozione intelligente, Weekend in Liguria sarà pubblicizzata su radio, tv, siti on-line, giornali quotidiani e periodici.Fedele al suo nuovo corso di utilizzo dei social media, che ha permesso alla Liguria di balzare tra le prime posizioni nel mare della promozione on-line, all’offerta WeeKend in liguriA è abbinato un concorso dal carattere tipicamente “social”. I turisti che scelgono una delle offerte, sono invitati a scattare fotografie e scrivere un breve racconto della loro esperienza. I post saranno pubblicati sul Blog www.laliguriaracconta.it e tutti riceveranno in omaggio un prodotto gastronomico tipico ligure. I migliori post, valutati da una commissione, avranno l’opportunità di vincere 3 fantastici week end in Liguria per la prossima primavera. Quindi Vieni, rAccontA e …Vinci!

Ufficio Stampa - Francesca Montaldo: 010 5308 229 –335 6142 613 - [email protected]

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AGRICOLTURA OGGI

Casola Valsenio il paese dei frutti

dimenticatiesemplare agroecosistema dove convivono l’agricoltura

industriale ed il rispetto per la biodiversità e per le tradizioni. i contadini hanno resistito alla tentazione di

scendere a valle durante il boom economicoe sono rimasti a presidiare un territorio difficile,

per i fenomeni naturali che caratterizzano questa vallata.Questo loro rispetto per la natura ci regala un paesaggio da

non perdere e la “sagra dei frutti dimenticati”

Roberto Rinaldi Ceroni e Massimo Rinaldi Ceroni

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roberto riNaldi ceroNi e massimo riNaldi ceroNi

Si trova in terra di Romagna ed è l’ultimo comune della provincia di Ravenna prima della toscana, a sud della via Emilia risalendo per 20 chilometri il corso del torrente Senio fino ai confini dell’appennino Tosco-romagnolo.Seguendo questo itinerario si passa dai terreni fertili tipici della pianura Padana caratterizzati da un’agricoltura molto specializzata dove primeggiano importanti colture arboree, quali actinidia e pesco, a quelli più declivi e meno fertili della collina e in particolare dei calanchi, formazioni argillose del quaternario ricche dell’elemento potassio, dove la

vite diventa la coltura di riferimento con il vitigno “Sangiovese di Romagna”, accompagnata da quella dell’albicocco nei versanti più comodi e protetti dalle gelide correnti d’aria di fine inverno. Raggiunta la vena del gesso, importante formazione geologica risalente al miocene, qualcosa come 5 milioni di anni fa, attaverso una porta naturale scavata dal corso d’acqua nella roccia gessosa, si entra in una meravigliosa e verde vallata tipicamente collinare che sullo sfondo lascia intravedere la catena montuosa dell’Appenino.In tutto il percorso non sfugge all’occhio la bellezza

L’olivo venne portato dai Benedettini

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roberto riNaldi ceroNi e massimo riNaldi ceroNi

Salendo il corso del fiume, vigneti, frutteti e poi i seminativi si estendono fino ai calanchi

del paesaggio creato dall’equilibrio tra l’attività di sfruttamento dell’uomo con i terreni coltivati a vigneto ordinati in forme di allevamento a cordone speronato per i vitigni rossi, a capovolto e casarsa per i bianchi, con disposizione dei filari a seconda della pendenza a ritocchino o a cavalcapoggio e l’ambiente naturale circostante costituito inizialmente da boschi di roverella frammista a robinia per poi alternarsi, salendo in quota, con carpino e castagno. Si ha la netta sensazione di calarsi all’interno di un esempio reale di quell’ agricoltura sostenibile che si va evocando in equilibrio con l’ambiente e in difesa

della biodiversità. Accanto a un modello di agricoltura moderno e meccanizzato ne sopravvive uno che conserva le tradizioni e la preziosa cultura contadina. I seminativi sono chiazzati dalle voluminose e surreali rotoballe create dalle macchine per la fienagione ma sopravvive ancora il vecchio fienile, fatto con tante ore di forcale diretto da mani esperte e capaci, come usava qualche secolo fa e come ormai ne sono testimonianza solo le foto d’epoca o la descrizione nei trattati di storia dell’agricoltura.Questa sensazione di essere in una terra davvero speciale dove è possibile provare l’emozione di

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Vigneti di Sangiovese e Trebbiano dominano il fondovalle

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Filari si Sangiovese prossimi alla vendemmia

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roberto riNaldi ceroNi e massimo riNaldi ceroNi

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Bovini di razza Romagnola al pascolo sui calanchi. Originaria dalle grandi steppe dell’ Europa Centro-Orientale,è considerata la razza bianca più resistente al clima ed ai terreni difficili

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roberto riNaldi ceroNi e massimo riNaldi ceroNi

conoscere e confrontare due modi di vivere, presente e passato, con tutte le loro sfumature e contorni, si apprezza e respira ancora meglio incontrando e visitando le aziende agrarie.Colpisce la spontanea ospitalità di questi agricoltori che hanno resistito alla tentazione di scendere a valle durante il grande esodo negli anni del boom economico verso il guadagno facile delle fabbriche e sono invece rimasti come autentiche sentinelle a presidio e custodia di un territorio tutt’altro che facile. Colpisce la loro curiosità e umiltà stimolata forse dalla convivenza con i fenomeni naturali, quali le copiose

nevicate così come le sciroccate o i violenti e improvvisi temporali dovuti alla vicinanza dell’appennino. Affascina il loro senso di rispetto per la natura, per il terreno che viene lavorato solo in precisi momenti oppure destinato al pascolo del bestiame, bovino in particolare, con mandrie di bianche romagnole. Stupisce il rispetto per tutto quello che è il passato tramandato in modo verbale da padre in figlio, da una generazione all’altra così come lo diventano i frutti cosiddetti “dimenticati”che in questo piccolo paese sono diventati un punto di attrazione e interesse nella festa che viene a loro dedicata nel secondo e terzo fine

Scrofa di Mora romagnola

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Vista sui calanchi, dalla Vena del gesso

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Fico dalla goccia d’oro

Rosa Canina

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More

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Sambuco

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Azzeruolo

Sorbo

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roberto riNaldi ceroNi e massimo riNaldi ceroNi

Abbondanza rossa

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Rosa di Brisighella

Commercio

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Mora di Faenza

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Broccolina Martin Sec.

Cocomerina

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Spina Carpi

Curato

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Fiasca o Scipiona

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Tumin d’inverno

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Roberto Rinaldi Ceroni

Massimo Rinaldi Ceroni

settimana del mese di ottobre di ogni anno.Queste specie e varietà a casa di molti agricoltori sono state affettuosamente messe al riparo dalla modernità e da quanto il miglioramento genetico proponeva e conservate quasi come un prezioso ricordo di famiglia legato al nonno o al capostipite del casato, mettendo con ciò in sicurezza un patrimonio genetico che diversamente sarebbe andato perduto. Così del pero si possono gustare varietà come “Il Martin Sec”, “La Pera Volpina”, “La Pera Mora”, oltre a una moltidutine di ecotipi sparsi nelle radure di difficile classificazione. Del melo poi ancora più ardua e fare una catalogazione delle varietà o presunte tali che ogni agricoltore sfoggia con un suo nome di fantasia. C’è poi il lazzeruolo, quello dai frutticini rossi e quello dai frutticini bianchi, doverosamente innestati sul biancospino che cresce spontaneo. Vicino alla casa colonica non mancano alcune colonie di fichi, cosiddetti “dalla goccia d’oro”. Il sambuco, il corniolo, le more, il sorbo, sono altre specie da frutto che diventano oggetto di cura soprattutto nella parte più alta del territorio dove crescono spontanee in un ambiente incontaminato e dove convivono nelle radure

create tra i boschi misti di querce, frassino e carpino bianco, producendo frutti che vengono raccolti e trasformati in deliziose marmellate e confetture.Dove il bestiame pascola si creano delle spontanee colonie di Rosa canina che dall’ autunno arrossiscono per la copiosa presenza di cinorrodi, i cosidetti “Pizzinculo”, piccoli frutti che sono, ma soprattutto erano, un importante fonte di vitamina C per l’uomo prima dell’avvento della blasonata actinidia.

Angelica

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l’ortofruttA itAliAnA fA sistemA Ad AsiA fruitlogisticA: cso e fruitimprese insieme Ad ice nello stAnd itAlY.

Si è aperta ad Hong Kong Asia Fruit Logistica, che ha visto quest’anno crescere il numero dei paesi espositori, con un nuovo format che ha previsto l’apertura dei lavori a partire dalla mattina.Nei tre giorni della manifestazione, 4 - 5 - 6 settembre, si prevede la visita di circa 6000 operatori da oltre 60 paesi stranieri Rispetto ai 5700 dello scorso anno.L’Italia è il principale paese espositore (dopo la Cina) per un totale di 41 aziende presenti.Il CSO Centro Servizi Ortofrutticoli e Fruitimprese con il supporto dell’ICE Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane; hanno organizzato, raccogliendole nello stand “Italy the beauty of Quality”, la partecipazione di 11 aziende del settore ortofrutticolo fresco e 4 aziende di filiera. Le aziende presenti sono: Alegra, Apofruit, Frutta C2, Gullino, Made in Blu; Mazzoni, Naturitalia, Oranfrizer, Salvi, Spreafico, Aprile, Infia Tramaco e Unitec. “L’evento, dichiara Federico Milanese (responsabile internazionalizzazione CSO), ha confermato essere il punto di riferimento per i mercati asiatici che risultano essere sempre di maggiore interesse per i nostri prodotti di punta e di grandi potenzialità per i nostri fornitori di servizi, tecnologia e packaging.”. Nel primo semestre 2013, Hong Kong ha importato prodotti alimentari per un valore complessivo di 9,6 miliardi di dollari USA, in aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo 2012. L’Italia, con l’1,03% di quota nel primo

semestre 2013, occupa la 18^ posizione nella classifica dei fornitori di Hong Kong per un valore complessivo delle esportazioni pari a poco meno di 99 milioni di dollari USA, in aumento del 16% rispetto allo stesso periodo 2012. Per quanto riguarda il comparto della frutta fresca – dichiara il Direttore dell’Ufficio ICE di Hong Kong, Paola Guida - Hong Kong nel 1^ semestre 2013 ha importato (cod. HS 08 comprensivo anche delle varie tipologie di “noci”) prodotti per un valore complessivo di 1,7 miliardi di US$, in aumento del 9,8% rispetto all’analogo semestre 2012. Gli Stati Uniti risultano il primo paese fornitore di Hong Kong, con il 40% di quota mercato. Mentre per il codice HS 07/vegetables, le importazioni sono state pari a un valore complessivo di 245,5 milioni di US$, in aumento del 21,4% rispetto all’analogo semestre 2012. La Cina e’ di gran lunga il primo paese di provenienza dei vegetali, con il 75,2% di quota mercato. Relativamente all’’Italia, continua la D.ssa Guida, se si analizza la categoria con il codice HS 0810 (che comprende kiwi, fragole, more, lamponi, ribes, mirtilli ed altri frutti di bosco), risulta al 9º posto fra i paesi fornitori, con un valore di 2,4 milioni di US$. Per la categoria HS 07/vegetables, l’Italia – in 14^ posizione, ha aumentato nel periodo le proprie esportazioni del 7,9% rispetto al primo semestre 2012 per un valore di 0,8 milioni di US$.

nella foto da sinistra a destra:Responsabile ufficio stampa AFL, Carlo Bianchi (direttore Fruitimprese), Paola Guida (direttore ICE HK) Federico Milanese (Responsabile Internazionalizzazione CSO) George Lamousse (Presidente AFL HK)

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coprob, VolA il fAtturAto (+19%) dei bieticoltori

COPROB (Cooperativa Produttori Bieticoli), leader italiano nel settore saccarifero con una quota di 284.000 tonnellate di zucchero, pari al 56% del totale nazionale, ha chiuso positivamente il bilancio 2012.Il fatturato consolidato del Gruppo ha raggiunto i 342 milioni di euro facendo registrare un notevole incremento (+19% rispetto ai 288 milioni dell’anno precedente); in aumento anche il patrimonio netto (passato da 135 a 148 milioni) e l’utile (salito da 2,7 a 13,6 milioni di euro).COPROB si conferma così una realtà molto solida grazie alla sempre migliore valorizzazione dello zucchero 100% italiano prodotto dai soci bieticoltori del Veneto e dell’Emilia Romagna e alla commercializzazione dei sottoprodotti della lavorazione delle barbabietole.Nel 2012 oltre 4.000 produttori agricoli hanno conferito alla cooperativa 1.550.000 tonnellate di bietole ottenute su una superficie complessiva di 32.500 ettari, pari a oltre il 60% della coltivazione nazionale. La produzione di zucchero di COPROB in Italia ha superato nel 2012 le 200.000 tonnellate.“La scorsa annata, nonostante l’andamento climatico decisamente sfavorevole a causa della siccità e la pesante crisi economica, ha visto la barbabietola confermarsi come la coltura più redditizia tra i seminativi – dichiara il presidente di coprob, claudio gallerani – e l’Assemblea ha deliberato di corrispondere ai propri soci conferenti ristorni per un valore complessivo di 17,3 milioni di euro, di cui 8,4 milioni come erogazione diretta e 8,9 milioni indirizzati a sostenere la capitalizzazione della cooperativa attraverso l’aumento delle quote sociali. Il valore medio del ristorno per ogni tonnellata di bietola conferita dai Soci supera i 13 euro e, considerando una produzione di 48,2 tonnellate ad ettaro, si attesta sui 635 euro per ogni ettaro”.

“Questi risultati – prosegue Gallerani – dimostrano che la nostra cooperativa ha saputo aumentare ulteriormente l’efficienza produttiva così da salvaguardare la filiera bieticola italiana e garantire soddisfazione ai soci, in costante aumento negli ultimi anni, dai 3.500 del 2008 ai 5.456 del 2012”.I soci hanno manifestato piena fiducia in COPROB, sottoscrivendo per oltre il 90% un contratto triennale cui è legato un ulteriore premio aggiuntivo al prezzo della barbabietola, pari a 2,50 €/ton. Questa coltivazione, infatti, oltre che un valore nella corretta pratica agronomica, rappresenta un’opportunità fondamentale per l’attività economica delle aziende agricole alle prese con le continue oscillazioni di prezzo delle altre colture.“Con la novità del contratto triennale, introdotta nella campagna 2012 – afferma Gallerani – abbiamo offerto ai nostri

soci uno strumento in più per programmare il futuro e valorizzare ulteriormente la bieticoltura. Sempre in quest’ottica, per aumentare la capacità degli stabilimenti, gestire al meglio il mercato attraverso una disponibilità continua di prodotto e ridurre i costi fissi, così da rafforzare la propria leadership, nel 2012 COPROB ha investito oltre 19 milioni di euro, portando a oltre 150 milioni di euro le risorse complessive investite negli ultimi cinque anni”.“È necessario – prosegue il presidente Gallerani – che anche l’Esecutivo mantenga fede a tutti gli impegni assunti dai Governi precedenti, difendendo il settore saccarifero in Europa e preservando le quote nazionali di produzione dello zucchero fino al 2020. Occorre anche garantire le risorse necessarie per completare, dopo la prima parte erogata ad aprile, il pagamento delle misure attese dalle campagne saccarifere del 2009 e del 2010 e previste dai regolamenti comunitari: in tutto 51 milioni, di cui 21 destinati a COPROB. Solo così sarà possibile rimanere protagonisti nel settore, vincere le sfide del mercato internazionale e proseguire il nostro impegno all’innovazione”.“Un ambito questo – conclude il presidente Gallerani – che vede COPROB proseguire nella realizzazione di due centrali di produzione di energia da fonti rinnovabili di origine agricola negli ex zuccherifici di Porto Viro (RO) e di Finale Emilia (MO), dopo che alla fine del 2012 sono entrati in esercizio tre impianti a biogas da 1 MWh (a Minerbio, Pontelongo e Finale Emilia) che valorizzano i sottoprodotti della lavorazione delle barbabietole”.

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gruppo itAliAno Vini rAfforzAlA propriA strutturA di VenditA e nominA fAbio nArd direttore Vendite itAliA

Gruppo Italiano Vini, il più importante Gruppo vitivinicolo italiano, proprietario di 15 cantine tra le più prestigiose del panorama enologico del nostro Paese, ha deciso di rafforzare la propria struttura di vendita in Italia, creando nuovi ruoli e funzioni, allo scopo di adeguarsi alle richieste di un mercato in continua evoluzione e che si muove con sempre maggiore rapidità.La guida di questa nuova struttura è stata affidata a Fabio Nard che dal 1° Settembre u.s. ha assunto il ruolo di Direttore Vendite Italia. Fabio riporta alla Direzione Commerciale del Gruppo ed ha la responsabilità e il coordinamento sia del canale Horeca che di quello Moderno. Milanese, classe 1965, Fabio è in Gruppo Italiano Vini dal 2004. Nel corso del suo percorso professionale all’interno del Gruppo ha ricoperto vari ruoli ottenendo sempre risultati brillanti. “Sono particolarmente felice per la fiducia che

mi è stata accordata e per l’opportunità di misurarmi con una nuova sfida, molto difficile ma entusiasmante” dichiara Fabio Nard. “Il mio principale obiettivo è quello di impostare un nuovo modo di affrontare il mercato, per dare risposte più veloci e più efficaci al cambiamento in corso”. Contemporaneamente alla nomina di Fabio Nard, sono stati creati, all’interno di ognuno dei due canali, nuovi livelli di responsabilità dedicati al presidio e allo sviluppo del territorio. Questi nuovi livelli hanno il compito di supportare in modo ampio la Direzione Vendite raccogliendo ed elaborando proattivamente tutte le informazioni che arrivano dal mercato.E’ stata inoltre rafforzata la struttura di Trade Marketing con la nomina di un nuovo Responsabile Senior. Il Trade Marketing ed il Customer Service riportano direttamente al Direttore Vendite. Gruppo Italiano Vini ritiene di aver creato una valida struttura di vendita, più agile e dinamica, che gli permetterà soprattutto di essere ancora più vicino al cliente e al mercato in modo efficace e tempestivo.

fabio nard

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dAciAn ciolos indicA lA strAdA per il futuro dell’ortofruttA

In occasione dell’incontro con Luciano Trentini e Josep Maria Peligri, vertici di Areflh, il Commissario Europeo individua i punti chiave per lo sviluppo futuro del settore.

Il Presidente di Areflh Josep Maria Peligri Assessore all’ Agricoltura della Regione Catalonia e il Vice Presidente Luciano Trentini hanno incontrato il Commissario Europeo per illustrare l’attività delle Regioni Ortofrutticole Europee ponendo all’attenzione del Commissario alcuni temi specifici per affrontare le sfide future del settore ortofrutticolo. Il Commissario ha apprezzato l’impegno di Areflh, il lavoro di analisi e le proposte effettuate nel quadro di una collaborazione che deve essere sempre più stretta fra le organizzazioni territoriali del settore e la UE. Ciolos ha confermato il ruolo determinante del settore frutta e ortaggi che beneficia di provvedimenti specifici nell’ambito della PAC e che in questo momento di cambiamenti debbono essere rafforzati. In particolare ha confermato che è in preparazione la riforma dell’OCM frutta e ortaggi che si reggerà, ancora una volta, sul ruolo primario delle OP. La Commissione ha previsto modifiche migliorative al sistema secondo i seguenti punti: - dotare il settore di strumenti capaci di rispondere al meglio alle situazioni di crisi, per questo sarà necessario che in caso di crisi tutto il settore produttivo sia coinvolto OP e produttori singoli così da rendere lo strumento più efficace; - salvaguardare il ruolo delle Op e AOP e prevedere nuove soluzioni per aumentare il livello di organizzazione nei paesi e nelle regioni dove questo è basso. Sarà proposta una misura di accompagnamento effettuata da OP strutturate che dovranno sostenere quelle in via di riconoscimento, o che debbono strutturarsi. La proposta legislativa della riforma, verrà presentata al parlamento ed al Consiglio nel corso del quarto trimestre del 2013. Per quanto riguarda il programma di sviluppo rurale, sarà più evidente un approccio territoriale e settoriale e sarà possibile disporre di :maggiori finanziamenti dei programmi settoriali, più cooperazione interregionale più assistenza tecnica a favore dei produttorimaggiore sostegno ad una produzione agricola rispettosa dell’ambiente e della qualità. Per la ricerca e la innovazione sarà previsto uno strumento specifico per l’agricoltura e per questo la DG Agri sarà fortemente implicata . I primi bandi per

la ricerca e l’innovazione saranno disponibili ed attivi probabilmente già dal 2014.Per quanto riguarda le azioni promozionali dei prodotti agroalimentari una proposta di modifica dell’attuale regolamento sarà disponibile entro la fine dell’anno. In questo momento il documento è alla verifica dei servizi della Commissione,. Vista l’importanza di quest’ azione è necessario, prima di procedere, avere la definizione del quadro finanziario che Parlamento e Consiglio debbono definire.

In questo momento il Commissario concentra l’attenzione sul negoziato Usa e Ue; è in fase di avvio e la discussione è veramente importante. La Commissione si sta organizzando per affrontare questo negoziato che interessa molti settori produttivi e che avrà bisogno di tempi lunghi. “ Un incontro importante e positivo che ci consente di attendere con fiducia la prossima riforma dell’OCM – afferma Luciano Trentini, Vice Presidente di Areflh e Responsabile dell’Innovazione e delle Relazioni Europee di CSO . I numerosi temi trattati – continua Trentini - ci fanno ben sperare in un miglioramento delle azioni legate alla prevenzione e gestione delle crisi e in una riqualificazione delle organizzazioni dei Produttori e delle loro Associazioni. Interessanti anche le nuove azioni previste dal PSR e le nuove proposte sulla Ricerca e Innovazione che sono l’anticamera per soddisfare il fabbisogno di alimenti che sarà l’ esigenza del futuro, a causa dell’aumento della popolazione mondiale . Naturalmente l’Europa agricola è grande e non sempre vi è condivisione sulle azioni da mettere in atto, ma in più occasioni abbiamo proposto al Commissario la necessità di favorire le esportazioni , dando sicurezza alle imprese che esportano poiché Areflh ritiene che aumentare l’export sia uno dei primi strumenti per prevenire le crisi”.

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GEOGRAFIA DELL’OLIO

VIAGGIO NELL’ITALIA OLIANDOLA.

L’OLIVO E L’OLIO HANNO CASA

ELETTIVA NEL MERIDIONE

terza, ed ultima, puntata del viaggio nell’italia oliandola.la prima e la seconda puntata sono state presentate in

Karpòs n. 2 e 5 del 2012.

Luigi Caricato

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doP cileNtoProFilo SenSoriale:

fruttato di media intensità, in altri casi

leggero, hanno sentori erbacei e gusto

sapido, sono armonici ed equilibrati,

con toni di carciofo e mandorla dolce. aBBinaMenTo:

cavatielli e fagioli, verdure cotte al

vapore, carni bianche alla griglia.PiaTTo Della TraDizione:

pizza cilentana.

doP colliNe salerNitaNeProFilo SenSoriale:

giallo dorato dai riflessi verdi, ha

profumi fruttati di media intensità dai

toni floreali e dai richiami al pomodoro;

fine al gusto, vegetale, con richiami di

carciofo e mandorla; in chiusura punta

piccante e sentori di banana e mela. aBBinaMenTo:

zuppa di vongole, insalate verdi, totani e patate.

PiaTTo Della TraDizione:sarde arrostite.

doP PeNisola sorreNtiNaProFilo SenSoriale:

giallo dorato dai riflessi verdolini, ha

profumi erbacei di media intensità e

sentori di carciofo e rosmarino; gusto

vegetale, buona fluidità, armonia e

richiami alla mandorla; punta piccante

in chiusura e richiami alla noce.aBBinaMenTo:

calzone imbottito, verdure gratinate, frittura di paranza.

PiaTTo Della TraDizione:

mozzarella in carrozza.

doP irPiNia-colliNe dell’ufitaProFilo SenSoriale:

giallo oro dai riflessi verdi, ha profumi

fruttati intensi o medio-intensi, con

sentori di pomodoro acerbo e mela

bianca; al gusto è fine e avvolgente,

morbido, equilibrato, con note amare e

piccanti nette; in chiusura la mandorla.aBBinaMenTo:

ravioli di ricotta e pesto al basilico,

marinate di verdura, capretto al forno con patate.

PiaTTo Della TraDizione:lagane irpine.

Campania

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doP colliNa di briNdisiProFilo SenSoriale:

giallo chiaro e limpido, ha profumi medio-leggeri di oliva e sentori

di foglia; morbido e sapido al gusto, con punte amare e piccanti

armoniche e note vegetali di carciofo e vari ortaggi, in chiusura

lieve punta piccante e toni mandorlati.

aBBinaMenTo:spaghetti al riccio, fiori di zucchina

fritti, lumache al pomodoro.PiaTTo Della TraDizione:

lampascioni all’olio.

doP terre tareNtiNeProFilo SenSoriale:

giallo dorato intenso dai riflessi verdi, ha note fruttate leggere,

vegetali, di carciofo e sedano; gusto morbido e mandorlato, armonico

nelle note amare e piccanti; richiamo della mandorla in chiusura.

aBBinaMenTo:spaghetti alle cozze, rape soffritte,

pepata di cozze.PiaTTo Della TraDizione:

ostriche alla tarantina.

doP terra d’otraNtoProFilo SenSoriale:

verde tenue dai riflessi oro,ha profumi fruttati freschi

di oliva verdedi media intensità,

con richiami di carciofoed erbe di campo; gusto vegetale,

morbido e armonico nelle note amare e piccanti; chiude con

mandorla verde e punta piccante.aBBinaMenTo:

panzerotti di patate, cicorie con purea di fave, budella di agnello

ripieni (turcinieddri).PiaTTo Della TraDizione:

ciceri e tria (ceci e tagliatelle).

pugliadoP dauNo

ProFilo SenSoriale:

giallo oro dai riflessi verdi, ha

profumi mediamente intensi e

freschi, dai sentori erbacei; gusto

vegetale di carciofo e mandorla,

amaro e piccante armonici; erba di campo in chiusura.

aBBinaMenTo:

maccheroncini al sugo di

pomodoro e pecorino, melanzane

ripiene, agnello con piselli.PiaTTo Della TraDizione:

pezzarèlle e marasciùle (pasta con verdure spontanee).

doP terra di bariProFilo SenSoriale:

giallo oro dai riflessi verdolini, ha

note fruttate intense o di media

intensità, dai sentori di carciofo e

dalle connotazioni erbacee; dai

tratti decisi al gusto, con amaro

e piccante netti, o più morbido al

palato per l’olio dell’area intorno

a Bitonto, con sensazioni che

rimandano a mandorla, cardo e

altri ortaggi; in chiusura la punta piccante.

aBBinaMenTo:

mezzi ziti al forno, tiella di verdure, cozze ripiene.

PiaTTo Della TraDizione:

orecchiette con cime di rapa.

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CalabriadoP alto crotoNese

ProFilo SenSoriale:giallo dai riflessi verdolini,

ha profumi fruttati leggeri di oliva verde, con sentori di carciofo;

ha gusto vegetale e note amare e piccanti armoniche; lieve punta

piccante e toni di mandorla verde in chiusura.

aBBinaMenTo:cavatelli con cipolla e pancetta, insalata verde, zuppa di pesce.

PiaTTo Della TraDizione:surici (pesce pettine) fritti.

doP bruzio ProFilo SenSoriale:

giallo dorato dai riflessi verdi, ha note fruttate di media intensità dai

sentori di mela e banana; gusto morbido e mandorlato, armonico

nelle note amare e piccanti; in chiusura pomodoro maturo ed erbe

di campo.aBBinaMenTo:

fusilli al sugo di capra, insalata di patate, cipolle di Tropea e peperoni

verdi, pesce spada in salmoriglio.PiaTTo Della TraDizione:

pesce stocco con i safarani.

doP lametiaProFilo SenSoriale:

giallo dorato intenso dai riflessi verdolini, ha toni fruttati medi con rimandi alle erbe di campo e alla mela bianca; ha gusto vegetale,

sapido, armonico, con note amare e piccanti nette e ben dosate; sentori di mandorla e banana in chiusura.

aBBinaMenTo:spaghetti alla puttanesca, verdure

gratinate, carni bianche alla griglia.PiaTTo Della TraDizione:

trippa con il diavolicchio.

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Uno scenario da favola, con immense distese di olivi dalle chiome verdi argentee che danno luogo a un’infinità di tonnellate di olive, espressione delle molteplici varietà di olivi coltivati, in grado di produrre nel complesso milioni e milioni di bottiglie, per un “bagno” d’olio collettivo che coinvolge ormai un bacino d’utenza internazionale. Ora la grande sfida è tutta concentrata nel rilancio degli extra vergini a denominazioni di origine protetta, l’unica occasione per contraddistinguere e caratterizzare le peculiarità

espressive delle tante zone di produzione.

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doP valli traPaNesiProFilo SenSoriale:

verde dai riflessi oro, ha profumi intensi e freschi di oliva verde,

sentori di pomodoro e toni erbacei; gusto sapido e vegetale, ha note amare e piccanti in evidenza ma

armoniche; richiami di frutta bianca in chiusura.

aBBinaMenTo:cuscus al ragù, insalata di fagiolini, carpaccio di tonno fresco con salsa

di rucola. PiaTTo Della TraDizione:

funghi al Marsala vergine secco.

doP valle del beliceProFilo SenSoriale:

verde dai riflessi oro, ha profumi erbacei di media intensità e freschi sentori di pomodoro; avvolgente e

armonico, con lieve astringenza, ha buona fluidità e gusto vegetale; in

chiusura una punta piccante e toni di erbe officinali.

aBBinaMenTo:zuppa di ceci, insalata di mare,

tortino di sarde con carciofi.PiaTTo Della TraDizione

trippa a l’olivetana.

doP valdemoNeProFilo SenSoriale:

verde dai riflessi gialli, ha note fruttate di media intensità e

sentori di erba di campo; ha gusto vegetale, con note di cardo e

mandorla, e sensazione amara e piccante lieve e armonica.

aBBinaMenTo:primi piatti a base di molluschi,

insalate di legumi, carni bianche ai ferri.

PiaTTo Della TraDizione:stoccafisso alla messinese.

SiciliadoP moNti iblei

ProFilo SenSoriale:

verde dai riflessi oro, ha note

fruttate mediamente intense o

intense, con sentori di pomodoro

ed erbe di campo; ha gusto vegetale ed è morbido ed

equilibrato nelle note amare e

piccanti nette e ben dosate; in

chiusura i sentori di frutta bianca e pomodoro.

aBBinaMenTo:

antipasti di verdure,pinzimoni, arrosti di pesce.

PiaTTo Della TraDizione:cuscus di pesce.

doP moNte etNaProFilo SenSoriale:

giallo dorato dai riflessi verdolini,

ha note fruttate medie, sentori

vegetali di carciofo ed erbe di

campo; al palato morbidezza e

armonia, buona fluidità e lieve

percezione amara e piccante, con

richiami alla mandorla verde; in

chiusura punta piccante, note di

frutta bianca e toni erbacei.aBBinaMenTo:

carciofi alla brace, fritture di pesce o verdure, salse verdi.

PiaTTo Della TraDizione:macco di fave.

doP val di mazaraProFilo SenSoriale:

giallo oro dalle sfumature verdi

intense, ha note fruttate di oliva

fresca con sensazioni di pomodoro

nette e toni mandorlati; gusto

vegetale avvolgente e vellutato,

morbido, con sensazione iniziale

dolce e note amare e piccanti ben

dosate; toni mandorlati in chiusura.aBBinaMenTo:

primi piatti a base di verdure,

insalate verdi e di mare, pesci nobili ai ferri.

PiaTTo Della TraDizione:

agnello con l’origano al forno.

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Il Sud Italia è il vero cuore pulsante degli oli da olive. Sono milioni e milioni gli alberi presenti nel regioni meridionali, e, senza alcuna difficoltà, è ancora possibile trovare molti antichi esemplari tuttora produttivi. La Puglia, in particolare, è la regione regina: oltre 360 mila ettari. Un’enormità. Scendendo dall’alto del cielo sulla pista dell’aeroporto di Bari si scorge un esteso mare di olivi, e l’azzurro della acque dell’Adriatico si confonde con il verde argento mare degli ulivi. È una immagine che ancora ho ben scolpita nella mente, dopo il mio primo viaggio verso il capoluogo pugliese. Più a Sud, nel Salento, per restituire valore a una storia oliandola più che consolidata, vi è il centro culturale Casa dell’Olivo, che ha perfino predisposto una serie di itinerari turistico-culturali allo scopo di valorizzare, far conoscere e apprezzare un paesaggio carico di storia e nel contempo ricco di straordinario

fascino evocativo. Al momento sono stati approntati tre differenti tappe limitate all’area salentina, veri percorsi tematici che presto saranno estesi all’intero Sud. “Il percorso – spiega la presidente della Casa dell’Olivo, la professoressa Anna Trono – copre la parte terminale dell’istmo salentino, dove il piatto tavolato si fa più irregolare, e si elevano esili dorsali. Il viaggio si svolge lungo le Serre salentine, tagliandole trasversalmente ed esplorando un territorio in cui paesaggi di innovazione si intersecano e convivono con paesaggi stabili e tradizionali, fatti di distese olivetate, ma anche di spazi naturali e corridoi ambientali. Un secondo itinerario attraversa l’intero Salento meridionale. Le campagne leccesi, ricche di secolari alberi d’olivo, si offrono tra l’altro alla bellezza della duecentesca Abbazia di Santa Maria di Cerrate (Lecce) e ai contigui Museo delle Tradizioni Popolari e frantoio ipogeo, diventate proprio di recente

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acquisizione del Fai. Il terzo percorso, invece, continua sempre nel Salento meridionale, risalendo alcune groppe del costone centrale delle Serre e toccando centri urbani ricchi di interessanti frantoi ipogei e numerosi monumenti megalitici. Inutile dire che l’olivo è sovrano in questo paesaggio di pietra, fatto di menhir e dolmen, di grandi pietre ammucchiate in grandi cumuli dette “specchie” o pietre sovrapposte a secco con secolare perizia paretara utilizzati a ricoveri (trulli, furnieddhi, pajare), muretti divisori, muri di sostegno nel terrazzamento a pendii”. Non meno importante la Calabria, seconda regione oliandola d’Italia, dove, a esclusione delle zone montuose, l’olivo cresce un po’ ovunque. E altrettanto significativa la Sicilia, terza regione italiana per produzione, sempre sensibile nel promuovere i propri oli dal sentore di pomodoro, con iniziative di comunicazione originali e per certi versi anticipatrici di una tendenza innovativa, attraverso la

redazione annuale di un testo catalogo in cui vengono elencati i confezionatori, con le indicazioni utili per i consumatori, ma anche per i commercianti. Insomma, il Sud è un vero punto di riferimento e in questi anni sta battagliando per cercare di imporsi da un lato sulla scena commerciale mondiale, e dall’altro nel sostenere le proprie produzioni a marchio Dop, visto che, nonostante i numeri non siano così generosi con le vendite degli oli a denominazioni di origine protetta, il futuro del nuovo corso dell’olio parte proprio da qui: dalle Dop.

Luigi CaricatoOlio Officina

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SardegnadoP sardegNa

ProFilo SenSoriale:giallo oro dai riflessi

verdolini, ha profumi di media intensità, sentori

erbacei ed eleganti note di mela; fluido e morbido al palato,

ha sensazioni vegetali sapide e punte amare e piccanti

armoniche; toni floreali e frutta bianca in chiusura.

aBBinaMenTo:zuppa di pesce (cassola),

crostacei al vapore, cinghiale alla barbaricina.

PiaTTo Della TraDizione:pernici sott’olio.

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bergAmoscienzA Xi edizione bergamo, 4 - 20 ottobre 201316 giorni di scienza - conferenze, spettacoli, laboratori e mostre con numerosi ospiti internazionali

dal 4 al 20 ottobre 2013 si svolgerà la Xi edizione di bergamoscienza. La

rassegna di divulgazione scientifica, che lo scorso anno ha registrato 123.900 presenze, propone conferenze, spettacoli, concerti, laboratori, mostre, open days e incontri con Premi Nobel, scienziati di fama internazionale e ricercatori. Tutti gli eventi sono aperti gratuitamente al pubblico.

Tra gli ospiti, i premi nobel per la Fisica claude cohen-tannoudji (1997) e frank Wilczek (2004) e per la Medicina e Fisiologia Jack W. szostak (2009). Inoltre: gli chef Massimo Bottura e Ettore Bocchia; il matematico Franco Brezzi; la tassonomista Gail Bromley; i professori dell’MIT di Boston Federico Casalegno e Carlo Ratti; l’esperta di biotecnologie Elena Cattaneo; l’astrofisico Marcello Coradini; le astronaute di ESI e ASA Simonetta Di Pippo e Samantha Cristoforetti; i fisici Enrico Flamini, Fabiola Gianotti e John Pendry; il neuroscienziato Richard Frackowiak; lo psicologo Gerd Gigerenzer; l’epistemologo Giulio Giorello; il biologo molecolare Nick Goldman; l’esperto di neuroetica Neil Levy; il neuroeconomista George Loewenstein; la geologa Karen Mc Bride; i filosofi della scienza Samir Okasha e Telmo Pievani; l’esperto di strategia climatica Jørgen Randers; la geofisica Maria Zuber.Novità di quest’anno è il sodalizio con il World science festival di new York, che sottolinea il carattere internazionale della manifestazione, la prima di una serie di collaborazioni di respiro mondiale. Il co-fondatore e

direttore del festival statunitense, il fisico Brian Greene, sarà protagonista di una videoconferenza in diretta da Amsterdam sabato 5 ottobre. La rassegna si concluderà domenica 20 ottobre con una giornata interamente dedicata all’alimentazione, dal titolo nutriamoci di scienza.

BergamoScienza mette in scena anche lo spettacolo della scienza inaugurando venerdì 4 ottobre con il concerto-conferenza Planetario, esperimento musicale-scientifico elaborato dal collettivo Deproducers. Il direttore del Planetario di Milano Fabio Peri racconterà la nascita dell’universo, le costellazioni e la loro mitologia in una sorta di viaggio intergalattico con musiche dal vivo. Si rinnova inoltre la collaborazione con la kermesse musicale Contaminazioni Contemporanee, giunta alla sua 8ª edizione, che quest’anno ospiterà artisti di fama internazionale come il pianista michael nyman e la cantante meredith monk, e la giovane jazzista Elina Duni. Dalla collaborazione tra Associazione BergamoScienza, Fondazione MERU e GAMeC di Bergamo nasce quest’anno il meru Art*science Award, riconoscimento che va ad artisti che riflettono sul legame tra arte e scienza. Vincitore di questa prima edizione è il progetto The celestial path di Invernomuto (Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi). Alla GAMeC dal 5 ottobre al 24 novembre 2013.

Il programma completo della manifestazione è disponibile sul sito www.bergamoscienza.it.

Per prenotazioni: www.bergamoscienza.it - dal 18 settembre 2013.

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A tAVolA A frAncoforte la città sul meno invita a scoprire la sua sorprendente offerta gastronomica, dai locali della tradizione ai ristornati stellati, passando dalla bevanda per eccellenza, l’Apfelwein, con un pacchetto soggiorno a tema.

Come Goethe o il famoso skyline sul Meno, anche l’Apfelwein, ossia il vino di mele, è uno dei simboli di Francoforte. A differenza dei primi, però, quest’ultimo ha una storia ben più antica. Le origini risalgono infatti al tempo dei Romani, grandi fan della rinfrescante bevanda alcolica. Pare che anche Carlo Magno ne fosse un grande estimatore. Il massimo della popolarità per l’Apfelwein arrivò tra il XVI e XVII secolo, quando diventò il sostituto più diffuso del vino tradizionale, la cui produzione ai tempi fu compromessa dalla fillossera. Una volta stabilitosi sulle tavole della popolazione locale, il vino di mele conquistò facilmente e velocemente la posizione di bevanda più popolare di Francoforte e dell’Assia. Un primato che continua tutt’oggi, per la gioia e l’orgoglio degli abitanti di Francoforte e regione.

La cultura dell’Apfelwein è così strettamente legata alla vita di Francoforte, tanto da essersi guadagnato un festival annuale a metà agosto. Per circa 10 giorni gli abitanti e i visitatori della città celebrano la bevanda cittadina con un ricco programma gastronomico e di intrattenimento. Chiamato anche “Schoppe”, “Äppler”, “Stöffche” e “Ebbelwei” nel dialetto locale, il vino di mele si trova ovunque ma è nei locali tradizionali, e il quartiere di Sachsenhausen ne è considerato la roccaforte, che lo si

gusta al meglio, servito direttamente dal produttore nella Bembel, tipica brocca di terracotta smaltata in grigio e blu, e bevuto in un bicchiere di vetro leggermente lavorato, il cosiddetto Gerippte. L’Apfelwein accompagna piatti sostanziosi come costatine di maiale e crauti, patate servite con la salsa verde tipica di Francoforte (Grüne Soße) e naturalmente anche Handkäs mit Musik, un piatto a base di formaggio marinato, servito con tante cipolle.

Per vivere la tradizionale ospitalità di Francoforte il pacchetto soggiorno “Ebbelwei-Wochenend” propone un fine settimana di un pernottamento, un giro sul tram storico „Ebbelwei-Expreß“ (www.ebbelwei-express.com), una Frankfurt Card, per l’uso gratuito dei mezzi pubblici e molti altri vantaggi, e una cena in un locale tipico dove gustare le specialità regionali accompagnale dal vino di mele. Valida tutto l’anno, l’offerta parte da 70 Euro per persona in camera doppia. Per maggiori informazioni e prenotazioni: Tourismus+Congress GmbH Frankfurt am Main, Tel. +49 (0)69 21 23 88 00, [email protected].

La cucina di Francoforte è ricca come la città stessa con una varietà di ristoranti gourmet per tentare i palati più sofisticati. Oltre ai locali della tradizione, la città sul Meno vanta anche ristoranti premiati da stelle Michelin e cappelli da cuoco Gault Millaut. A tavola chi cerca menu d’autore, può fare tappa negli stellati: Villa Merton, il cui team di cuochi punta alla cucina regionale di stagione (www.villa-merton.de), Erno’s Bistro per la cucina tradizionale francese (www.ernosbistro.de), Restaurant Français all’interno dello storico hotel Steigenberger Frankfurter Hof (www.francais-restaurant.de/en/) e Tiger-Gourmetrestaurant (www.tigerpalast.de/gastronomie) all’interno del Tigerpalast per chi, dopo una serata di varietà, è alla ricerca di una cucina sofisticata.

Città con uno dei panorami artistico-culturali più ricchi della Germania, dopo la visita a un museo Francoforte offre la possibilità di portare l’arte (culinaria) anche in tavola. Il famoso Städel Museum, eletto “Museo dell’anno 2012” dall’International Association of Art Critics (AICA), accoglie al suo interno l’Holbein’s con una raffinata cucina regionale e internazionale (www.meyer-frankfurt.de). Con vista sul limitrofo parco, il ristorante Emma Metzler nel Museo di Arte Applicata si è guadagnato un’ottima fama grazie ai deliziosi menu di mezzogiorno ogni giorno diversi (www.emma-metzler.com).

E-mail: [email protected]: www.martinengocommunication.com

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lA pAtAtAsconosciuta alle popolazioni europee più

antiche, che ne boicottarono l’introduzione in tavola per oltre due secoli, per lungo tempo la sua coltivazione fu solo a fini botanici. Eppure

il suo utilizzo alimentare presso le civiltà precolombiane aveva origini millenarie.

superato lo scetticismo iniziale si diffuse in ogni continente ed oggi è coltivata in 150 paesi.

Bruno Parisi

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AGRICOLTURA OGGI

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tra le colture strategiche del mondoLa patata, terza specie agraria per importanza alimentare nel mondo dopo frumento e riso, tanto da rientrare nel ristretto gruppo di piante indicato a livello mondiale come staple foods (cibi di primaria necessità), nel 2010 è stata coltivata su 18,6 milioni di ettari, con una produzione totale di oltre 324 milioni di tonnellate: Asia ed Europa insieme sono i continenti che detengono, con il 46% ed il 33%, oltre i ¾ dell’intera produzione mondiale. La sua coltivazione ha una estensione geografica vastissima in fatto di latitudini (da 65°N a 50°S) ed altitudini (dal livello del mare a 4.000 m). A livello mondiale i primi 10 paesi produttori di patate, in ordine di importanza sono, Cina, India, Federazione Russa, Ucraina, USA, Germania, Polonia, Bangladesh, Bielorussia ed Olanda. In ambito UE-27, i paesi a spiccata vocazione pataticola (>100 mila ha) sono: Polonia (490 mila ha), Germania (255 mila ha), Romania (247 mila

ha), Francia (165 mila ha), Olanda (157 mila ha) e Regno Unito (138 mila ha). Per produzione, invece, la Germania è il paese più importante con 10,2 milioni di tonnellate, seguita dalla Polonia con 8,8 mln di t, Olanda con 6,8 mln di t, Francia con 6,6 mln di t e Regno Unito con 6 mln di t.La produzione nazionale ammontava a 1,59 mln di t nel 2010; le regioni con la maggiore offerta di patate sono la Campania con più di 286 mila t, la Sicilia con circa 230 mila t, l’Emilia-Romagna con più di 219 mila t e l’Abruzzo con più di 171 mila t. Il prodotto primaticcio siciliano è destinato principalmente all’esportazione verso la Germania, sbocco commerciale storico che ne assorbe oltre il 70%: Egitto ed Israele rappresentano, oggi, paesi molto competitivi per l’Italia sul mercato tedesco. L’Italia rimane in generale un paese decisamente importatore pataticolo ed il saldo commerciale

La patata è, dopo frumento e riso, la terza coltura per importanza alimentare nel mondo e fa parte dei cibi di primaria necessità.

114aGriCOltura OGGi

bruNo Parisi

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Germania

Polonia

PaesiBassi

alTri Paesi

13,8%

2,7%

17,9%

15,4% 11,6%

10,6%

6,1%

5,8%4%

12%

Francia

reGno uniTo

BelGio

romaniasPaGna

iTalia

produzioni di patata, nel 2010, per continente ed in ambito ueArea geografica .000 t % u. europea .000 t %

Asia 152.357 47,0 Germania 10.202 17,9

Europa 107.473 33,1 Polonia 8.766 15,4

America 39.176 12,1 Paesi Bassi 6.844 12,0

Africa 23.454 7,2 Francia 6.582 11,6

Oceania 1.812 0,6 Altri Paesi 24.447 43,0

totale 324.272 100,0 totale 56.841 totale

offerta di patate nell’unione europea (2010)

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La Cina è il primo produttore mondiale di patate.

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Mercato di patate ad Agra, India.

Mercato a Jodhpur in India, la seconda nazione della produzione mondiale.

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dell’import/export è pesantemente negativo. Le importazioni, negli ultimi anni, sono notevolmente aumentate raggiungendo più di 633 mila t nel 2010 con un esborso di circa 150 mln di €. Il consumo pro-capite, nel 2010, si aggira intorno a 29,2 kg/anno.

bacini di coltivazione in italiaNell’ambito dell’intero comparto pataticolo nazionale (patata comune+patata extrastagionale), nel decennio 2000-2009 è rimasta inalterata la prevalenza (circa 70% sul totale) della quota di ettari coltivati per il prodotto ‘comune’; ciò pur nel ridimensionamento delle superfici coltivate che si sono ridotte da oltre 80 mila ha a poco più di 69 mila (-14%). Il declino delle superfici a patata è comunque un fenomeno consolidato poiché negli anni ‘90 l’Italia investiva oltre 118 mila ha: in venti anni (1990-2009) si è registrato un poderoso disinvestimento su questa coltura (-42%). Nel 2012 l’Italia ha investito a patate quasi

59 mila ha (come coltura ortiva è seconda per importanza solo al pomodoro): di questi, 43.347 ha sono riconducibili a patate comuni (da consumo e da industria), la restante parte (15.501 ha) è relativa alle patate extrastagionali (“primaticce” e “bisestili”); sempre nella stessa annata le regioni italiane più importanti per la produzione di patata comune sono state, in ordine di importanza, Campania (6.775 ha), Calabria (5.746 ha), Emilia-Romagna (5.588 ha), Toscana (5.330 ha), Abruzzo (4.491 ha) e Veneto (3.541 ha), che insieme detengono a livello nazionale quasi i ¾ delle superfici seminate e dell’intera produzione raccolta. I bacini produttivi più importanti (>2.000 ha) per la produzione di patata comune erano ubicati nelle province di L’Aquila (3.625 ha), Livorno (3.600 ha), Cosenza (3.195 ha), Bologna (2.735 ha) ed Avellino (2.100 ha). La produzione di patata extrastagionale è collocata quasi interamente in 4 regioni meridionali: Sicilia (9.059 ha), Campania (2.692

Patata in fioritura nella pianura Bolognese.

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ha), Puglia (2.260 ha) e Sardegna (1.599 ha). La provincia di Siracusa, con quasi 6.300 ha ed oltre 130 mila t di produzione raccolta, vanta il primato assoluto nel segmento produttivo della patata primaticcia.

il complesso quadro sistematicodella patataRisale al secondo millennio a.C. la presenza della coltivazione della patata sulle alture delle Ande peruviane, dove veniva essiccata e costituiva un’importante scorta alimentare; ancora oggi i tuberi essiccati (chuño) sono alla base della dieta di diverse popolazioni indigene andine (Quechua, Aymara). La tassonomia delle specie appartenenti al genere Solanum L. (1753), in cui è inclusa anche la patata, è complessa con aggiornamenti continui; in tempi recenti i maggiori sforzi sono stati spesi dai tassonomisti J.G. Hawkes, C.M. Ochoa e D. Spooner. Attorno al lago Titicaca, sull’altopiano andino è presente il più grande bacino di biodiversità

relativa a specie selvatiche e varietà coltivate di patata. Studi recenti di tassonomia molecolare collocano in questa precisa area, ad un’altitudine intorno ai 4.000 m slm, la domesticazione della patata avvenuta oltre 7.000 anni fa.Non si conosce esattamente quale specie selvatica ha dato origine alla patata coltivata (S. tuberosum L.), ma le varie teorie filogenetiche e di relazioni evoluzionistiche ipotizzate da molti esperti sembrano convergere sul complesso diploide S. brevicaule: da questo gruppo si sarebbe poi originata la specie coltivata S. stenotomum dalla quale derivano tutte le specie coltivate diploidi (Gruppo Phureja) e tetraploidi (Gruppi Andigena e Tuberosum). Il Gruppo Tuberosum venne selezionato dal Gruppo Andigena in condizioni di giorno lungo e piovosità nel periodo estivo, poiché antiche popolazioni andine spostarono i tuberi in zone costiere cilene; da qui anche il nome di Gruppo Chilean Tuberosum spesso indicato dai tassonomisti.È quindi accertato che S. stenotomum sia stata

Vendita di patate a Isiolo, Kenya.

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Raccolta della patata in Perù: la donna veste il tipico costume della popolazione Quechua.

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la prima patata domesticata e che questa incrociandosi in natura con il diploide S. sparsipilum, abbia dato origine alla specie tetraploide S. tuberosum ssp. andigena progenitore della patata attualmente coltivata. La duplicazione dei cromosomi potrebbe essere stata causata dalla produzione di gameti 2n nei genitori originari. La patata coltivata è un tetraploide (2n=4x=48) che possiede, più di ogni altra coltura, molti geni che derivano da parentali selvatici. Molte specie selvatiche (diploidi il 74%; tetraploidi il 15%, esaploidi il 6%, pentaploidi il 2%) costituiscono una importante risorsa di diversità genetica molto maggiore di quella che presentano oggi le cultivar commerciali e sono sorgenti di caratteri utili (resistenza a malattie, insetti fitofagi, qualità tecnologica e composizione chimica del tubero) al miglioramento genetico moderno.

Grande diffidenza nel Vecchio continenteIn seguito alla scoperta del Nuovo Mondo e alla accettazione, più o meno rapida, delle colture che vi si praticavano da tempo (mais, pomodoro, cacao, vaniglia), la coltivazione della patata si diffuse in modo stentato e solo nell’America del Nord ed in Europa; al contrario, non venne per niente accolta nei paesi del sud-est asiatico ed in tutta l’area islamica.Gli spagnoli furono i primi a venire in contatto con il nuovo tubero agli inizi del XVI secolo, la prima introduzione sembra essere avvenuta nel 1562 nelle Isole Canarie; sempre in quegli anni compare tra gli acquisti alimentari dell’ospedale de la Sangre a Siviglia. Nel 1588 la tradizione vuole che la patata fosse introdotta nel Regno d’Inghilterra, ma la sua coltivazione si diffuse soprattutto nel vicino Regno d’Irlanda, grazie al clima umido e fresco. Qui, dalla prima metà

Coltivazione a Polignano (BA).

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del ‘700, grazie all’alto contenuto di amido, divenne l’alimento principale di gran parte della popolazione. Di dimensioni immani fu la tragedia che colpì gli irlandesi quando nel 1845 le loro coltivazioni di patata furono distrutte dall’arrivo di un nuovo devastante patogeno: la peronospora (allora indicata come potato blight). Si calcola che vi furono oltre 1 milione di morti, su una allora popolazione totale irlandese di 8 milioni di abitanti, per la grande carestia (passata poi alla storia come The Great Famine) che ne derivò; altrettanti furono costretti ad emigrare: in molti scelsero gli Stati Uniti d’America formando lì una popolosa colonia destinata negli anni ad incidere sensibilmente sulle vicende economiche e politiche di quel paese (il presidente J.F. Kennedy aveva un nonno immigrato dall’Irlanda). In Francia vi arrivò nel 1598, studiata solo dal punto di vista botanico a Montpellier e

successivamente coltivata sui Pirenei grazie alle pratiche del vescovo di Castres. Coltivata in Lorena nel 1680, incontrò vivaci contestazioni nel 1760 (si definiva “cibo flatulento” e che causasse addirittura la lebbra) per essere poi universalmente accettata come cibo solo nel 1787. La pianta è descritta nelle opere Theatre d’Agriculture (1600) di O. de Serres e Rariorum plantarum historia (1601) di J.C. de l’Écluse, quest’ultimo per lungo tempo botanico di corte dell’imperatore Massimiliano II e fautore dell’introduzione in Austria della patata e di altre piante esotiche. In Germania si diffuse ad opera di Federico II, anche con maniere forti, attraverso il rancio per le truppe; ma ancora nel 1774 i cittadini di Kolobrzeg sfiniti dalla fame rifiutano di mangiarle quando gli viene fatto avere un carro di tuberi per alleviare la carestia. La svolta si ebbe con l’agronomo e farmacista militare A.A. Parmetier che,

Attacco di peronospora su patata.

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prigioniero di guerra in Prussia fece conoscenza del tubero e ritornato in Francia nel 1771, convinse Luigi XVI a diffondere la “pomme de terre”. In un concorso indetto dall’Accademia di Besançon sulla ricerca di possibili sostituti del pane, Parmentier redasse un illuminante articolo sul valore nutrizionale della patata. Si racconta che egli organizzò anche una serie di celebri stratagemmi per diffondere il consumo di questo prezioso tubero: il più famoso fu

quello di mettere una scorta di soldati a guardia di un campo di patate, con l’ordine preciso di addormentarsi affinché il popolo riuscisse a rubarle. Parmentier sapeva bene che tutto ciò che è proibito in fondo incuriosisce fortemente, e così fu. La fama di Parmentier per la diffusione della patata in Francia rimase tale che, ancora oggi, esiste una zuppa di patate chiamata “Parmentière”.

Marciume conseguente ad attacco di peronospora su tuberi di patata.

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l’espansione in italiaIn Italia, la prima opera (De rerum varietate, 1557) in cui si riferisce di un tipo di tubero detto “papas” è di G. Cardano, medico e fisico, famoso anche per i primi studi di meccanica del giunto, ribattezzato poi come “cardanico”. Un primo tentativo di razionale coltivazione della patata risale all’inizio del ‘600 ed ha come teatro la Toscana: il monaco vallombrosano V. Magazzini scrive nel libro Coltivazione toscana del 1625, “Nel mese di marzo si piantano in buon terreno fresco e umido le patate portate nuovamente di Spagna e Portugallo dalli reverendi padri carmelitani scalzi”. Altro pioniere della pataticoltura italiana è un veneto: A. Zanon. Questi, nel 1767 fece pubblicare l’opera Della coltivazione e dell’uso delle patate e nel 1785 Lettera intorno alle patate. Seguirono poi altre opere con a tema la coltivazione e l’uso della patata a cura di A. Campini (Saggi di agricoltura, 1774), G. Batarra (Pratica agraria, 1778), F. Baldini (De’ pomi di terra,

1783), G.B. Occhiolini (Memoria sopra il meraviglioso frutto americano chiamato volgarmente patata, 1784), N. Delle Piane (De’ pomi di terra: istruzioni economia, 1793), V. Corrado (Trattato delle patate per uso di cibo, 1798 e Degli usi delle patate in varie vivande, 1803), C. Amoretti (Della coltivazione delle patate e loro uso, 1801). F. Re nei suoi Annali dell’agricoltura del Regno d’Italia, riferita ad una indagine del 1908-1911, riporta un dialogo con un contadino, al quale domanda il perché di tanto scetticismo nei confronti delle patate. Il contadino gli risponde che il timore più grosso non è nel pericolo di lebbra, che pure si diceva aleggiasse nel popolo, bensì che dietro l’esortazione a mangiare patate ci fosse una mossa dei padroni per non far partecipare i contadini alla ripartizione del frumento. Si temeva che fosse un modo per sottrarre loro quel bene. “Voi ci invogliate in campagna” - si legge nel testo - “ma in città se ne vedono poche”. Nessun alimento suscitò

Coltivazione in Appennino.

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Germogliamento della patata nel Fucino (AQ) e fioritura in Alto Adige (a destra).

mai lo stesso scetticismo che circondò la patata: da pianta portatrice della lebbra a cibo per animali, ad alimento “classista” per sfamare i poveri. Probabilmente le cause della lunga avversione per questo tubero sono da ricercare nei difetti delle prime varietà importate, le scarse conoscenze sul modo corretto di conservare e cucinare il tubero, nel pre-germogliamento ed inverdimento alla luce con la formazione di solanina, alcaloide tossico. Dalla seconda metà dell’800 la patata entrò finalmente a far parte dell’alimentazione umana ed è indubbio che le cause che favorirono in centro Europa l’espansione della coltura furono le frequenti carestie, per la mancata raccolta dei cereali nonché le ricorrenti epidemie di ergotismo derivanti dall’uso di farina di segale contaminata dal fungo ascomicete Claviceps purpurea (solo nel 1853 il micologo francese Tulasne chiarì l’eziologia della segale cornuta). Allo stesso tempo si constatò l’elevata produttività in tuberi, fino a

10 volte più di frumento, orzo e segale. All’inizio del terzo millennio, la patata concluso il suo lungo viaggio intercontinentale e di sofferta accettazione collettiva, si è posizionata tra le “grandi” specie agrarie per il suo immenso contributo nel risolvere i problemi della fame. Conquistato dopo tanta diffidenza un ruolo rispettabile nella gastronomia internazionale, anche la più esigente di palato, è oggi lontanissima dalle rappresentazioni riportate in rinomate opere d’arte come Il venditore di patate (F. Meertz, 1880) e Mangiatori di patate (V. Van Gogh, 1885); in quest’ultima all’interno di una buia e squallida capanna di legno, due coppie di contadini sedute a tavola tendono la mano verso alcune patate sbucciate innanzi a loro, immagine di una povertà estrema, dove il nostro tubero è l’ultimo appiglio disperato a lenire l’atavica fame del popolo dei poveri.

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Varietà e tipologie di prodottoL’Italia in virtù del suo specifico microclima derivante dalla sua posizione geografica offre al consumatore patate fresche di scavo per oltre dieci mesi/anno: alle produzioni cosiddette “comuni”, con raccolta da luglio a settembre, si affiancano ed a volte si sovrappongono quelle conosciute come fuori stagione o “extrastagionali”, con raccolte da aprile a giugno (patata primaticcia) e da dicembre agli inizi di marzo (patata bisestile). Le diverse tipologie italiane di prodotto richiedono la scelta di cultivar con attitudini specifiche all’ottenimento di:• produzioni extrastagionali (primaticcie e bisestili); • produzioni per il frigostoccaggio (patata comune o estiva);• produzioni per la trasformazione in lavorati

industriali (prefritti, chips, surgelati, etc.).La patata è specie agraria che più di altre risente di una elevata interazione ‘genotipo x ambiente’: ne è chiaro esempio il fatto che il panorama varietale cambia man mano che ci si sposta tra le varie aree di produzione. In Italia il settore del commercio della patata, rispetto a ciò che è avvenuto in altri paesi a maggior cultura culinaria per questa solanacea, al momento si è solo timidamente segmentato per destinazioni d’uso (pasta soda, pasta farinosa, multiuso, da fritto); il consumatore italiano però è comunque attento al profilo nutrizionale e quindi salutistico della patata né sono prova i consumi ormai consolidati di tuberi arricchiti con minerali ad azione funzionale: è il caso del selenio (Selenella®), ad azione antiossidante, oppure dello iodio (Iodì®) ad azione tiroideo-protettiva.

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CuLTIvAR DI PATATA DA ConSuMo,A RACCoLTA eSTIvA, PIù DIffuSe In ITALIA.

• abucciaepastagialla(‘Adora’,‘Agria’,‘Agata’,‘Marabel’,‘Primura’, ‘Vivaldi’). Quandolacultivar‘Primura’èprodottanellaprovinciadiBologna puòfregiarsidispecificadenominazionediriconoscimento comunitario(PATATADIBOLOGNADOP)• abucciarossaepastagialla(‘Desiree’,‘Kuroda’,‘Laura’)• abucciagiallaepastabianca(‘Kennebec’).

CuLTIvAR DI PATATA, A RACCoLTAexTRASTAgIonALe, PIù DIffuSe In ITALIA.

• abucciaepastagialla(‘Antea’,‘Arinda’,‘Arizona’,‘Bellini’,‘Ditta’,‘Elodie’,‘Universa’)

CuLTIvAR DI PATATA DeSTInATe ALLA TRASfoRMAzIone InDuSTRIALe PIù DIffuSe In ITALIA

• chips(‘Agria’,‘Hermes’,‘LadyRosetta’,‘Sinora’)• bastonciniprefrittisurgelati(‘Daisy’,‘Fontane’,‘Innovator’)• surgelatiesemilavorativaricomecubettati,novellecrude, minestroni,cottipastorizzati(‘Jaerla’)

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Le tipologie culinarie della patata (come codificato EAPR*)caratteristiche cinestetiche**

tipologiA culinAriA

A b c d

comportamento alla lessatura

Resta intera Disfacimento leggero Disfacimento forte Disfacimento completo

consistenzadella polpa

Molto soda Semisoda Abbastanza tenera Molto tenera

farinosità Non farinosa Poco farinosa Abbastanza farinosa Molto farinosa

umidità Umida Abbastanza umida Abbastanza secca Molto secca

granulazione Fine Abbastanza fine Abbastanza grossolana Molto grossolana

patata: usi consigliati in base alla tipologia culinaria

classe eAprusi e prepArAzioni consigliAte

bollito, vapore,cotte con buccia

forno frittura gnocchi purè

A xxx xx / / /

b x xx xx xx x

c / x xxx xx xx

d / / / xx xxx

destinazione d’uso di alcune varietà commerciali di patata

Alcune varietà di riferimento per segmento

bollito, vapore,cotte con buccia

forno frittura gnocchi purè

Annabelle, Cherie, Ditta, Erika, Gourmandine, Sieglinde, Charlotte

Marabel, Agria, Primu-ra, Laura, De-siree, Ambra,

Universa

Kuroda,Laura, Desi-

ree, Agria

KennebecSifra

DaytonaBianchidea

KennebecDaytona

Daifla

*European Association Potato Research (Leuven, Belgio)**Insieme di sensazioni dovute alla struttura del prodotto ed al suo comportamento meccanico. Vengono percepite principalmente col tatto e col senso muscolare.

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Raccolta manuale a Bitonto (BA)

pAtAtA: fenogrAmmA dei cicli di produzione in itAliA.

AReAleFASe DI

cOlTIVAzIONeGennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3

NORDSeMINA

RAccOlTA

ceNTROSeMINA

RAccOlTA

SUDSeMINA

RAccOlTA

leGeNDAPIeNA AReA

cOlTURA PROTeTTA

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l’importanza di una accurata coltivazioneLa patata migliora il terreno su cui è stata coltivata in virtù dell’elevato apporto di nutrienti che riceve e per il buon potere strutturante esercitato dalle sue radici. E’ coltura da rinnovo che di solito apre la rotazione precedendo il frumento e seguendo lo stesso oppure un altro cereale a paglia (orzo, avena, triticale). La patata è una coltura molto esigente dal punto di vista agronomico in quanto richiede, per ottenere produzioni elevate e di qualità, l’impostazione di un razionale avvicendamento colturale ed una accurata preparazione del terreno. Il terreno destinato alla semina di patata va lavorato durante l’estate con un’aratura di media profondità. E’ da valutare, inoltre, in base alle caratteristiche del terreno ed al tipo di seminatrice che verrà impiegata, l’eventualità di effettuare la pre-assolcatura autunnale utile per aumentare l’esposizione della massa terrosa superficiale all’azione disgregante del gelo

invernale; questa tecnica agronomica tipica nel bolognese è indicata per i terreni a contenuto d’argilla piuttosto alto (oltre il 18-20%) e consente di realizzare una migliore copertura dei tuberi alla semina.A livello aziendale fattori economici ed organizzativi entrano in gioco nella scelta finale del calibro del tubero-seme acquistato dal produttore. Molti tendono ad utilizzare calibri più grossi (45-55 mm ed oltre) per poter tagliare il seme ed ottenere un risparmio. Comunque, la semina del tubero intero appare, dal punto di vista agronomico e fitosanitario, la soluzione ideale: meno fallanze, meno disetaneità tra le piante, più tuberi per pianta, calibri più uniformi alla raccolta. Circa il sesto di impianto, oggigiorno il produttore si trova di fronte a due scelte: interfile a 75 cm oppure a 90 cm. La densità ottimale di semina, pur con aggiustamenti numerici legati alla cultivar, al calibro ed al tipo di tubero-seme usato (intero o tagliato), si può

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mediamente stimare in circa 45.000-57.000 cespi/ha. La fittezza di piantagione deve essere definita non solo come numero di tuberi-seme messi a dimora per m2, ma anche come numero complessivo di fusti che se ne origineranno; si considera che l’optimum sia una copertura costituita da 15-20 steli/m2.La patata è coltura da rinnovo e la rincalzatura è pratica agronomica di fondamentale importanza per raggiungere buoni risultati produttivi e qualitativi. Una buona rincalzatura consente alla pianta di:• sfuggire a stress termici determinati, nel periodo estivo, dalle temperature del terreno spesso elevate;• esplorare con il suo apparato radicale un maggior volume di terreno con vantaggi importanti in termini di assorbimento di nutrienti e di acqua;• evitare l’inverdimento dei tuberi;• proteggere i tuberi dalle infezioni di peronospora determinate dalla caduta al suolo

degli sporangi del patogeno sviluppatisi sulle foglie infette della parte epigea;• proteggere i tuberi dai danni causati dalle larve di tignola, lepidottero gelechide minatore di estrema pericolosità in alcune annate ed in condizioni di campo predisponenti (rincalzatura bassa, crepacciature del terreno).Una razionale concimazione deve basarsi anzitutto sul fabbisogno ponderato dei nutrienti e sulle dotazioni del terreno; l’approccio razionale per impostare la concimazione è quello di fare il bilancio tra ciò che serve alla coltura e ciò che essa troverà nel terreno: è la differenza che va integrata.Una coltura di patata, in condizioni equilibrate di nutrizione, per produrre una tonnellata di tuberi richiede le seguenti quantità di macro- e mesoelementi: azoto (N)= 4,2 kg; anidride fosforica (P2O5)= 1,5 kg; potassio (K2O)= 6,9 kg; calcio (CaO)= 0,2 kg; magnesio (MgO)= 0,3 kg. L’azoto è nutriente cruciale nella produzione della patata poiché influenza l’ampiezza

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dell’apparato fogliare e la sua efficienza fotosintetica; un suo eccesso promuove grande sviluppo fogliare a scapito dell’efficacia della tuberizzazione, ritarda la maturazione dei tuberi diminuendone il peso specifico e quindi la sostanza secca. Il frazionamento di parte dell’azoto alla semina e di parte in copertura trova giustificazione nei bacini di coltivazione con terreni sciolti dove i rischi di lisciviazione sono consistenti. I moderni concimi complessi con forme di azoto a cessione controllata o con inibitori della nitrificazione sono particolarmente adatti alla concimazione di fondo. Per la concimazione di copertura si interviene di solito 1-2 volte somministrando la restante quota parte (30-40%) della dose di azoto non data alla semina, spesso utilizzando nitrato ammonico. La patata ha esigenze alte di fosforo e molto alte di potassio: entrambi questi nutrienti hanno elevata affinità con i colloidi del terreno e sono così sottratti al dilavamento

e tenuti a disposizione della coltura. Il ruolo del fosforo è importante perché è fattore di precocità inducendo lo sviluppo di un buon apparato radicale. La patata presenta alto fabbisogno di potassio e si stima che in terreni scarsamente dotati del nutriente, asportazioni colturali stagionali tra 200 e 400 kg/ha siano proporzionalmente correlate allo stesso risultato produttivo. Il potassio promuove la sintesi di glucidi nelle foglie e la loro traslocazione nei tuberi; un buon livello di potassio nella pianta migliora la qualità dei tuberi limitando alla raccolta l’accumulo di zuccheri riducenti i quali concorrono allo scadimento delle loro caratteristiche organolettico-sensoriali (retrogusto dolce) e tecnologiche (fritture scure).Infine, la patata è una coltura capace di trarre i massimi benefici dalla concimazione con ammendanti organici, ad esempio con apporti fino a 30-40 t/ha di letame. La patata, soprattutto quella comune, ha esigenze idriche elevate durante un periodo dell’anno

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(la stagione estiva) in cui le precipitazioni sono spesso scarse; il suo apparato radicale poco profondo, a debole forza di penetrazione e di suzione, la rende molto sensibile allo stress idrico. In Italia è normale che durante il periodo di crescita primaverile-estivo ci sia uno sbilancio idrico crescente tra evapotraspirazione e piogge, quindi l’irrigazione è indispensabile negli ambienti di coltivazione (anche del nord-Italia) dove questo sbilancio è forte.Nella pataticoltura italiana le tipologie irrigue, in ordine di diffusione, oggi più importanti sono:• sistemi semoventi con tubo avvolgibile (detti anche rotoloni) collegato con irrigatore carrellato oppure ala piovana;• aspersione a basso volume con minirrigatori;• microirrigazione (manichette o ali gocciolanti). Ciascuno di questi sistemi gode di una certa popolarità: per praticità ed efficienza complessiva, in patata, il sistema ideale è l’aspersione a basso volume con minirrigatori.

raccolta e stoccaggio post-raccoltaPer i produttori di patata il momento della raccolta, che giunge dopo un periodo piuttosto lungo (per le cultivar tardive, anche oltre 5 mesi dal piantamento) di cure colturali consecutive, è di cruciale importanza: dal giusto grado di maturazione dei tuberi dipenderanno qualità merceologica, tecnologica ed organolettica.Rispetto ai tuberi provenienti da colture extrastagionali, destinati alla commercializzazione quasi immediata, le patate da avviare a frigostoccaggio, siano esse da consumo fresco o da industria, devono raggiungere la completa maturazione dei tuberi. Parametri oggettivi per valutare l’avvenuta maturazione sono: • l’accertamento del contenuto di sostanza secca dei tuberi, crescente con l’incedere del processo di maturazione;• basso livello di zuccheri riducenti (glucosio e fruttosio). Valori alla raccolta superiori allo 0,15% in peso fresco (oppure 0,8% in peso

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secco) sono predisponenti ad un loro accumulo precoce durante il frigostoccaggio con risvolti negativi sia nella qualità organolettica (addolcimento) che tecnologica (imbrunimenti non enzimatici alla frittura) dei tuberi;• periderma (buccia) ben suberizzato quando sottoposto a sfregamento. Nelle aree italiane di produzione di patata a raccolta estiva, tra gli interventi agronomici di più larga introduzione nell’ultimo decennio vi è senza dubbio la tecnica del disseccamento chimico delle piante prima della raccolta, diffusasi rapidamente perché comporta diversi vantaggi:• riduzione della biomassa fogliare che interferisce con le operazioni di scavatura meccanizzata;• maggior facilità di distacco dello stolone dal tubero nelle cultivar tardive;• miglior abbucciamento dei tuberi con forte riduzione dei danni provocati da sbucciature causate da impatto meccanico;• possibilità di riduzione della quota

percentuale di tuberi di calibro >75 mm (“fiorone”), poco remunerativo.La conservazione post-raccolta si prefigge i seguenti obiettivi:• rallentare il germogliamento ed il metabolismo respiratorio, l’invecchiamento fisiologico dei tuberi e ridurre le perdite di peso dovute ad evaporazione;• evitare lo sviluppo di agenti patogeni (Fusarium spp., etc.) tipici del periodo di post-raccolta;• evitare l’insorgenza o l’aggravarsi di eventuali infestazioni di tignola.Le modalità di conservazione possono essere ricondotte ai seguenti tipi fondamentali:• conservazione con il solo ausilio del freddo;• conservazione refrigerata implementata con trattamenti antigermoglianti;• conservazione ventilata.Di questi tre tipi, il secondo è quello più frequentemente impiegato ed è basato sull’uso di temperature di conservazione che vanno dai 5,5-6,5°C per le patate da consumo ai 10-12°C per le patate da industria e sul trattamento

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dei tuberi con inibitori del germogliamento (CIPC, olio di menta, estratto liquido di semi di pompelmo). Di grande interesse è l’uso dell’etilene come soppressore del germogliamento post-raccolta: questo gas è ampiamente conosciuto come ormone vegetale induttore della maturazione di frutta ed ortaggi (banane, fichi, cachi, kiwi, mele, meloni, pere, pesche, pomodori). Attualmente nel Regno Unito ed in Olanda la quantità di patate così trattate è in poderoso aumento poiché questo antigermogliante garantisce l’obiettivo del “residuo zero” sempre più richiesto dalle catene della GDO.

destinazione fresco e utilizzazione industrialeCome già accennato, la pataticoltura italiana è caratterizzata dall’ottenimento di tre diverse tipologie di prodotto:• produzioni extrastagionali (primaticcie e bisestili), per le quali si richiedono cultivar ad elevata lavabilità dei tuberi, tolleranti condizioni

di temperatura, luce e disponibilità di risorse idriche del suolo molto divergenti nei due cicli di coltivazione; • produzioni per il frigostoccaggio (patata comune) per le quali si richiedono cultivar con tuberi lavabili, con elevata concentrazione di calibri commerciali, periodo di dormienza medio-lungo al fine di ridurre o eliminare l’uso di antigermoglianti, resistenza all’addolcimento causato dalle basse temperature di stoccaggio ed elevato valore organolettico-sensoriale;• produzioni per la trasformazione in lavorati industriali (prefritti, chips, cubetti, etc.) che interessano una percentuale sempre più alta di prodotto coltivato, per le quali sono richieste cultivar con elevata attitudine (ad esempio, buon contenuto di sostanza secca nei tuberi, assenza di imbrunimento enzimatico durante le operazioni di pelatura e taglio, ridotta presenza di zuccheri riducenti co-responsabili dell’imbrunimento non enzimatico durante la frittura) alle diverse tipologie di processamento industriale. In Italia le patate destinate ai diversi

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Raccolta della patata sugli altopiani boliviani.

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Raccolta della patata sugli altopiani boliviani

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Bruno ParisiCRA-Centro di Ricerca per le Colture Industriali, Bologna

Patate peruviane

segmenti della trasformazione industriale ad uso umano ammontano a quasi 250 mila t annue. Di queste, il 75% circa è assorbito da due soli segmenti: chips/snack e prefritto surgelato. Questi segmenti hanno avuto negli ultimi anni una forte espansione conseguente alle mutate esigenze del consumatore (aumento dei pasti consumati fuori casa, comodità dei prodotti a preparazione intermedia). Mentre l’industria delle chips trasforma, in modo ormai consolidato, oltre il 65% di materia prima italiana; quella delle french fries (bastoncini prefritti e surgelati) supera anche l’80% di prodotto nazionale utilizzato. In continuo aumento sono le superfici a patata da destinare ad ottenere prodotti di II gamma (cubetti, spicchi, minestroni), trasformati quali prefritti, snack vari (chips, fiocchi) nonché prodotti di V gamma (zuppe e purè ready to use). L’esperienza basata sull’applicazione dell’Accordo Interprofessionale per le patate destinate alla trasformazione industriale, di recente terminata,

ha rappresentato per anni un valido metodo di lavoro integrato fra le rappresentanze dei produttori (ITALPATATE ed UNAPA) e quelle delle industrie di trasformazione (AIIPA ed ANICAV). I motivi dell’importanza di questo strumento contrattuale sono da ricercare nel fatto che la certezza di prezzi istituzionalizzati permetteva di poter programmare al meglio gli investimenti (sia dalla parte agricola che da quella industriale).

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Basel è un sofisticato tessuto da tappezzeria in lana sottile, disegnato da Herzog & De Meuron per la Grande Sala della Elbphilharmonie di Amburgo. Disponibile in dieci versioni, offre un’ampia varietà di espressioni – formali e informali, lisce e ruvide, scure e chiare.Basel è proposto in cinque motivi diversi, ciascuno disponibile in fondo nero e fondo bianco. I motivi sono caratterizzati da strutture eleganti, create con semplici legature. La differenza tra loro é nella modalità di realizzazione. Quindi, anche se tutti presentano forme piccole e precise, le dimensioni e il formato di ciascun motivo variano: alcuni sono piccoli triangoli, altri piccoli quadrati o ovali.I motivi si combinano molto bene tra loro e, se usati insieme danno un piacevole senso al tatto. Per esempio, ponendo die sedie vicine rivestite con tessuti diversi, si crea un look affascinante e complesso – le sedie hanno un tratto comune, ma ciascuna ha il proprio peculiare carattere.Il tessuto Basel nasce da una ricerca di Ascan Mergenthaler, socio di Herzog & De Meuron, di un tessuto che giocasse con la luce e che si abbinasse alle pareti in cemento e ai pavimenti in quercia della Grande Sala della Elbphilharmonie di Amburgo. Non riuscendo a trovare un tessuto del genere, contattò Kvadrat con l’obiettivo di crearne uno su misura. ‘Il processo di design è stato abbastanza selettivo’, spiega Ascan Mergenthaler. ‘Selettivo per quanto riguarda materiali, colori e motivo della tessitura. Si è trattato di un processo basato su un

sistema binario; 0 e 1, sì e no, nero e bianco. Le uniche variabili su cui esplorare erano scala e inversione.’ ‘Basel ha una struttura e una mano che ti fanno percepire il materiale’, spiega Ascan Mergenthaler. ‘Ispirato al tweed, che ha quel look e quell’aria ruvida e semplice che si associano alla lana, Basel è resistente e informale, ma ha classe e stile.’Grazie alla sua versatilità, Basel è indicato per un’ampia gamma di arredi, uffici, sale concerto, alberghi e uso domestico. In particolare, soddisfa tutti i requisiti per l’utilizzo nel contract. Inoltre, grazie all’elevato contenuto di filati rinnovabili e riciclabili, è indicato per architetti, progettisti e interior designers,che cercano un tessuto a basso impatto ambientale e progettano edifici con certificazione LEED. Costituito a Basilea, Svizzera, nel 1978, Herzog & De Meuron è oggi un apprezzato studio di architettura guidato da cinque soci – Jacques Herzog, Pierre De Meuron, Christine Binswanger, Ascan Mergenthaler e Stefan Marbach – con una rete e un portafoglio clienti internazionali. Benché molti dei progetti si riferiscano a famose strutture pubbliche, come stadi e musei, lo studio Herzog de Meuron ha realizzato anche raffinati progetti privati, tra cui edifici residenziali, uffici e aziende. Herzog & de Meuron ha vinto diversi premi prestigiosi, tra cui il ‘The Pritzker Architecture Prize’ (USA) nel 2001, la ‘RIBA Royal Gold Medal’ (Regno Unito) e il ‘Praemium Imperiale’ (Giappone), entrambi nel 2007.

www.kvadrat.dk

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le patate selenella in co-marketing con universal pictures international italy, in occasione dell’uscita nelle sale italiane del film d’animazione “CATTIVISSIMO ME 2”

Il Consorzio Patata Italiana di Qualità è lieto di poter annunciare l’accordo stretto con Universal Pictures International Italy ai fini di un’importante promozione al consumo delle patate Selenella che si lega all’uscita del film “cAttiVissimo me 2”, nelle sale cinematografiche italiane dal prossimo 10 ottobre.

Uscito a luglio nelle sale americane, “cAttiVissimo me 2” si annuncia come il cartoon dei record. Il sequel del fortunato film di animazione, prodotto dalla Illumination Entertainment con la Universal Pictures, ha infatti ottenuto un successo straordinario ed è già diventato, in meno di due mesi, il maggiore incasso mondiale dell’anno per un film di animazione, raggiungendo ad oggi il traguardo degli 840 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, di cui oltre 350 negli Stati Uniti.

Come partner di quello che sarà un grande evento cinematografico, Selenella offre la possibilità a tutti i consumatori di partecipare a un fantastico concorso.

Da metà settembre fino a tutto dicembre 2013, con l’acquisto di una confezione di patate Selenella legate all’iniziativa, si potranno vincere premi giornalieri (Dvd del primo Cattivissimo Me messi a disposizione da Universal Pictures Italy Home Entertainment) e settimanali (robot da cucina messi a disposizione da Girmi) e partecipare all’estrazione del super premio finale: un favoloso viaggio di 1 settimana in Florida per 4 persone all’Universal Orlando Resort.

L’operazione promozionale sarà inoltre supportata da un’importante campagna di comunicazione che vedrà, a partire da domenica 6 ottobre, la programmazione su tv e web di uno spot con i personaggi del film. Selenella è reperibile presso la Grande Distribuzione Organizzata e nei negozi di ortofrutta.

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NOVITÀ LIBRARIE

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L’olivo è una delle specie da frutto coltivata da lungo tempo nel mediterraneo e tra le prime ad essere addomesticata e diffusa. Per effetto della sua allogamia con elevato grado di etero impollinazione, che determina alti livelli di eterozigosi e polimorfismo del Dna fra gli individui, ha anche tramandato sino ai nostri giorni una quota consistente della sua variabilità genetica.In Basilicata poi, ove la presenza dell’olivo risale ad alcuni secoli a. C., anche per effetto dell’incontro tra civiltà a ‘ diverse, si sono create condizioni favorevoli per determinare un’ampia differenziazione del suo patrimonio varietale. La presenza di ambienti pedoclimatici molto diversificati ha reso possibile che i genotipi provenienti anche da altri ambienti limitrofi e mediterranei

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trovassero condizioni di adattamento per cui oggi il panorama varietale autoctono lucano e’ caratterizzato da una notevole complessità sia per l’elevato numero di genotipi differenziatisi nel tempo sia per l’ampia diffusione dell’olivo su tutto il territorio lucano, sia collinare, di pianura e costiero.L’importanza della individuazione, recupero, caratterizzazione bioagronomica e genetica di tale patrimonio, per lungo tempo sconosciuto e a rischio di dispersione, viene confermata da una analisi attenta delle potenzialità produttive di molte accessioni, quasi tutte conservate in un campo collezione, costituito dall’Università’ a Melfi (PZ) in collaborazione con Regione e Alsia di Basilicata.Il lavoro finora svolto dalla Facoltà di Agraria, coordinato dal prof. A. Rotundo e attuato nell’ambito di progetti regionali, nazionali e comunitari, si prevede possa ancora continuare. Ciò nella convinzione che la tutela delle risorse genetiche non rappresenti solo salvaguardia di un patrimonio storico e culturale, ma costituisca una condizione essenziale per far emergere ed esaltare la diversità degli oli lucani e meridionali , che in piccola parte e solo negli ultimi anni sono tutelati da marchi collettivi di qualità.La seconda edizione della pubblicazione sul germoplasma lucano allarga i suoi orizzonti a regioni limitrofe quali Puglia, Calabria e Campania. Coinvolge il C.R.A .Istituto Sperimentale per l’olivicoltura di Rende (CS), nonché studiosi e docenti delle Universita’ di Napoli “Federico II”, Campobasso e Foggia. Ne risulta un lavoro interessante ed utile per individuare le ampie possibilita’ della olivicoltura meridionale alla ricerca da sempre di livelli di eccellenza anche nel settore olivicolo e dell’olio di oliva in particolare. Ma per passare dalla qualità all’eccellenza occorrono oltre ai requisiti e alle potenzialità del germoplasma anche requisiti immateriali propri del dell’ambiente, dei produttori, dei consumatori e non ultimi dei tecnici e dei ricercatori. Fra questi la nostra Università ha dimostrato di essere presente con impegno e solidarietà, requisiti indispensabili a continuare nel futuro un lavoro utile a difendere e migliorare , fra l’altro, l’ambiente, la salute e la qualità della vita.

Prof Mauro FiorentinoMagnifico Rettore Universitàdella Basilicata

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NOVITÀ LIBRARIE

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In Puglia, l’equazione che ad ogni comune corrisponda una festa patronale non vale.Così questo momento, che è un intreccio tra sacro e profano, si moltiplica a dismisura per la presenza di più protettori nello stesso centro, per la ripetitività in stagioni diverse della venerazione al Santo cittadino, per l’elevazione alla stessa dignità di altri avvenimenti religiosi-laici consolidatisi nel tempo.Oltre alla quantità, c’è la qualità.

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La festa patronale nasce e si fa grande grazie alla partecipazione di varie componenti: il cerimoniale liturgico, la tradizione civica, le luminarie, le bande musicali, i fuochi d’artificio, i prodotti della terra e le pietanze preparati per il Santo protettore. Tanto per fermare le principali nella memoria del lettore. Che ne troverà tante altre in questo libro.Puglia in festa è un riconoscimento ed un omaggio a tutto un mondo che, con la sua capacità tecnica-lavorativa e la sua creatività artistico-artigianale, contribuisce da sempre a rendere diverso, suggestivo ed interessante questo appuntamento in ogni angolo della nostra regione.Il libro, corredato dalle fotografie di Nicola Amato e Sergio Leonardi nonché da foto d’epoca, è stato stampato da Adda editore.

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