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Schio, 23.2.2007
JIDDU KRISHNAMURTI E
RUDOLF STEINER
DUE SPIRITUALITÀ A CONFRONTO
Dr. Antonio Girardi
La Società Teosofica è
un'Associazione internazionale
apolitica, asettaria e
adogmatica, composta
da donne e uomini uniti
nel riconoscimento del principio
della fratellanza umana.
GLI SCOPI DELLA SOCIETÀ TEOSOFICA SONO I SEGUENTI:
1. Formare un nucleo della fratellanza
universale dell'umanità, senza distinzione di razza, credo, sesso, casta o colore.
2. Incoraggiare lo studio comparato delle religioni, filosofie e scienze.
3. Investigare le leggi inesplicate della natura e le facoltà latenti nell'uomo.
La Società Teosofica è stata fondata a New York
il 17 Novembre 1875 ed eretta in Ente Morale a
Madras (India)
il 3 aprile 1905.
IL PUNTO DI PARTENZA
DELL’INDAGINE TEOSOFICA MODERNA:
1. Esistenza di un’intelligenza suprema
(unica realtà, immanente e trascendente)
2. Presenza di un principio di evoluzione
3. Esistenza di una legge universale di
equilibrio
Il metodo teosofico, al positivo,
può essere sintetizzato nei seguenti
ulteriori quattro elementi:
a) osservazione
b) maieutica
c) intuizione
d) meditazione
QUELLO CHE SI PROPONE
LA DOTTRINA SEGRETA
1. Nastika = rifiuto degli idoli
2. Logos Creatore Demiurgo = Leggi
3. Mente Universale Coscienza Cosmica
4. La Vita è Una (rapporto Spirito-Materia)
5. C’è una forza “dentro” i fenomeni
(Eterna Saggezza)
RUDOLF STEINER
(Kraljevic febbraio 1861 – Dornach marzo 1925)
Cresce nella Bassa Austria coltivando l’amore per
la natura e per la scienza.
Fin da giovane manifesta la capacità di entrare
in contatto con altre realtà.
Compie studi di tipo tecnico e si laureerà tardi,
in filosofia.
E’ dotato di una grande curiosità intellettuale e,
come autodidatta, impara molte cose, compreso il greco
ed il latino.
Poco prima dei vent’anni incontra il suo primo
“Maestro”, Felix Koguski, un contadino esperto
in erbe medicinali, che Steiner definisce un iniziato.
Steiner ebbe anche un altro Maestro, di cui non fece
il nome durante la sua esistenza.
Una influenza notevole ebbe su di lui anche
il prof. Schroer, un docente di letteratura tedesca.
Steiner ammira e conosce profondamente Goethe,
che considera un antesignano delle concezioni
evoluzionistiche e di cui in un certo senso mutuerà
la vastità degli interessi e dei temi trattati.
Ha esperienze di tipo pedagogico e lavora a Weimar
all’archivio goethiano.
Legge le opere teosofiche e ne condivide profondamente
i concetti relativi ad evoluzione, karma
e reincarnazione.
Nel 1897, a 36 anni si trasferisce da Weimar a Berlino,
diventa un apprezzato autore ed un conferenziere.
Approfondisce i suoi contatti con i teosofi, presso i quali
trova ascolto e stima.
Nel 1902 diventa Segretario Generale della
Società Teosofica in Germania, carica che mantenne
fino al 1913, quando lascia la Società Teosofica
per fondare la Società Antroposofica.
La rottura con la S. T. avviene sulla base di due
fondamentali fattori:
1) Mentre la Teosofia considera si con la massima
attenzione il Cristo, come Avatara, ma non lo pone
come esclusivo centro della storia e dell’evoluzione,
Steiner è convinto che soltanto la tradizione cristiana
possa davvero aiutare l’Occidente a scoprire una
propria dimensione spirituale;
2) Steiner non condivide poi il ruolo che Annie Besant
assegna all’interno della S.T. a Jiddu Krishnamurti,
considerato come nuovo Buddha e nuovo Cristo.
Fonda a Dornach, in Svizzera, a partire dal 1913
il Goetheanum (completato nel 1915), che diventa
il centro propulsore di tutta la sua attività, fino
alla morte, avvenuta nel 1925.
Nel 1922 il Goetheanum (in legno) viene distrutto
da un incendio di origine dolosa, ma viene subito
ricostruito.
Di grande portata qualitativa e quantitativa la sua
opera letteraria, i suoi lavori nel campo della pedagogia,
dell’agricoltura, dell’arte, della medicina etc.
Proprio lungo queste direttrici si svilupperanno
con grande successo fino ad oggi le attività della
Società Antroposofica.
Solo per ricordare alcuni titoli della vasta attività
di scrittore di Steiner possiamo citare:
La Filosofia della Libertà
Teosofia
L’iniziazione (titolo originale: Come si conseguono
conoscenze dei mondi superiori?)
Il Cristianesimo come fatto mistico e i misteri antichi
La direzione spirituale dell’uomo e dell’umanità
Di grande portata sono anche i lavori teatrali
(in particolare i Misteri), le sue conferenze e l’impegno
sociale in favore della libertà e della responsabilità.
L’Antroposofia è la scienza dell’uomo, che può fornire
allo stesso la consapevolezza della propria origine
e dimensione divine.
Per Steiner si può parlare di una vera e propria
Scienza dello Spirito.
Evoluzione, karma e reincarnazione continuano
a restare il perno del pensiero di Steiner, che attribuisce
all’uomo la possibilità e la capacità di raggiungere
la consapevolezza attraverso il lavoro spirituale,
la meditazione, l’attività di servizio, la reinterpretazione
dei fatti della vita in chiave di crescita spirituale.
Dotato di straordinarie doti di chiaroveggenza e
di intuizione privilegiò sempre un approccio scientifico
ai grandi temi della vita.
Steiner ebbe a dire che “L’ Antroposofia è una via
della conoscenza che vorrebbe condurre lo spirituale
che è nell’uomo allo spirituale che è nell’universo”.
JIDDU KRISHNAMURTI
Madanapalle (maggio 1895)–Ojai (17 febbraio 1986)
Nasce in India da una famiglia di Bramini. E’ l’ottavo
figlio e perde la madre a poco più di 10 anni.
Il padre è teosofo e nel 1909 la famiglia si trasferisce
nei pressi di Adyar (Madras), dove la Società Teosofica
ha la sua sede principale.
Nel 1909 Charles Webster Leadbeater, vescovo
della chiesa cattolica liberale e importante teosofo
riconosce in J. K. un’aura speciale e prevede per lui
una grande realizzazione spirituale.
Annie Besant, allora presidente mondiale della S.T.
condivide la previsione di Leadbeater ed inizia
ad occuparsi dell’educazione sia di Krishnamurti sia
di suo fratello Nitya.
Nel 1911 viene fondato l’Ordine della Stella d’Oriente,
a capo del quale venne posto J. K.
Iniziano per lui i viaggi in Europa ed in America.
J. K. non fu mai uno studente che ottenne grandi
risultati ma un particolare alone sembra accompagnarlo
specie quando parla di argomenti di tipo spirituale.
Poco per volta diventa un apprezzato conferenziere.
Ha un grande spirito poetico e scrive magnifici versi.
Poco per volta la sua fama si diffonde e da molti, Besant
e Leadbeater in testa, viene ritenuto una incarnazione
del Maitreya.
J. K. vive con disagio tutto l’apparato che gli è stato
costruito attorno e soprattutto mette in discussione
il concetto di “autorità spirituale”.
La vita di J. K. diventa sempre più internazionale
ed è accompagnata da strani fenomeni (il c.d. processo).
Visita spesso anche l’Italia dove tiene conferenze
e incontri.
Ed è proprio in Italia (a Pergine Valsugana) che si ritira
per qualche tempo quando muore l’amatissimo fratello
Nitya.
Nel 1929, a Ommen in Olanda, pronuncia il celebre
Discorso incentrato sul concetto che “la verità è una terra
senza sentieri”.
Scioglie l’Ordine della Stella e abbandona la S. T.,
pur conservando in questo ambito rapporti e amicizie
(si pensi a quella con Radha Burnier, attuale presidente
mondiale della S. T.)
Per il resto della sua vita, fino alla morte, avvenuta
nel 1986 rifiuta di rappresentare qualsiasi tipo
di autorità e di dar vita a strutture che organizzino
il suo pensiero.
Tiene molte conferenza in varie parti del mondo.
Vengono pubblicati molti suoi libri con raccolte
o cronologiche o tematiche delle sue conferenze.
Partecipa ad incontri e dibattiti con uomini di cultura
e di scienza.
Di suo pugno resteranno, oltre alle poesie e al celebre
“Ai piedi del Maestro” scritto a 14 anni con
lo pseudonimo di Alcione, “Taccuino” e “Diario”.
Il messaggio di J. K. è prima di tutto un messaggio
di responsabilità e di superamento di tutti
i condizionamenti (religiosi, politici, culturali ecc.)
che danno vita alle registrazioni ed all’autorità
della mente concreta.
Il metodo suggerito per la consapevolezza è quello
del qui ed ora e si basa sull’osservazione neutrale
e senza pregiudizi.
Attraverso un’osservazione di questo tipo l’essere
Umano può raggiungere la compassione e l’amore.
Per J. K. il passaggio focale per l’essere umano è quando
si arriva al superamento del dualismo fra colui
che osserva e l’oggetto osservato.
Il dire di J. K. resta nel tempo altamente poetico
e privo di riferimenti culturali specifici.
L’influenza del pensiero krishnamurtiano nell’ambito
della S. T. resta a tutt’oggi molto importante.
In questi versi è forse racchiusa l’essenza del suo messaggio:
Non amare il florido ramo
Non mettere nel tuo cuore
La sua immagine sola;
esso avvizzisce.
Ama l’albero intero,
così amerai il florido ramo,
la foglia tenera e la foglia morta,
il timido bocciolo e il fiore aperto,
il petalo caduto e la cima ondeggiante,
lo splendido riflesso dell’amore pieno.
Ama la vita nella sua pienezza,
essa non conosce decadimento.