Jahve, Dio, Allah

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Jahvé, Dio, Allah False divinità (estratto del libro) per informazioni su come avere tutto il libro: dante [email protected]

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L’Autore esamina 101 argomenti in base ai quali una persona che ragiona dovrebbe rifiutarsi di credere in entità trascendentali, in divinità pittoresche e fantastiche.

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Jahvé, Dio, AllahFalse divinità

(estratto del libro)

per informazioni su come avere tutto il libro:

dante [email protected]

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Prefazione

Questo libro esamina in dettaglio le tradizioni, le contraddizioni, le superstizioni di cui sono costel-late le religioni in generale e in particolare le tre religioni più diffuse sul pianeta: l’ebraismo, il cri-stianesimo e l’islamismo.Dio, e tutte le religioni sono state inventate dall’umanità soprattutto per rispondere alle infinite do-mande a cui la scienza non sa o non sa ancora rispondere, e inoltre per soddisfare il nostro desiderio di non morire.Fin dai tempi più remoti l’uomo si è chiesto che cosa erano il sole, la luna, le stelle, corpi misteriosi e irraggiungibili, che quindi naturalmente venivano considerati divinità che influivano sulle nostre vite. Ogni fenomeno naturale era spiegato con qualche divinità e a queste venivano attribuite abitu-dini e caratteristiche simili a quelle umane. Si confondeva la causa con l’effetto: per esempio quan-do arrivava l’alba il sole si alzava e faceva la sua comparsa nel cielo, mentre andava a dormire quando scendeva la notte. I fenomeni inusuali come l’apparizione di una cometa erano segnali man-dati dagli dei, per lo più avvisi di sventure, guerre, carestie, pestilenze; le eclissi di sole o di luna producevano grande spavento; era un drago che divorava l’astro, ma poi questo per la sua natura di-vina risorgeva. Poi pian piano osservando il ripetersi dei fenomeni si è cominciato a decifrare il li-bro della natura, come lo chiamava Galileo, a trovare le cause e i perché e il numero di divinità è andato progressivamente diminuendo. Ma ancora pochi secoli fa tutti i più grandi pittori cristiani rappresentavano Dio come un imponente vecchio barbuto, seduto in trono, circondato da angeli e santi. In questo l’islamismo si mostrava più moderno, affermando l’impossibilità di rappresentare Dio, di dargli sembianze umane. Oggi la scienza è in grado di ricostruire l’evoluzione dell’universo a partire da un momento iniziale, che le osservazioni pongono fra 13,7 e 13,6 miliardi di anni fa, è in grado di spiegarci lo stato della materia da quella fase iniziale a oggi, di spiegarci come si formano le stelle e le galassie, sotto l’a-zione della forza di gravità, come si formano gli elementi necessari per formare i pianeti e su questi originare la vita. Ma non sappiamo se l’universo abbia veramente avuto un inizio o se quello che chiamiamo inizio -il big bang- sia stato solo il passaggio da una fase estremamente calda e densa a una fase guidata da un’energia- che non sappiamo cosa sia- che ha dato luogo all’espansione dello spazio e a una modifica delle condizioni fisiche della materia. Non sappiamo perché l’universo è così e perché la materia è fatta di particelle elementari. La scienza ha svelato nei dettagli molte ca-ratteristiche della materia, dell’universo, delle leggi che lo regolano, ma non sappiamo perché è così , perché è cominciato, se è cominciato, se quello che chiamiamo l’universo è veramente “universo”, cioè tutto ciò che esiste o se esistono altri universi, che obbediscono a leggi diverse, per noi inconoscibili. Davanti a tutte queste domande l’idea di un dio creatore che ha fatto tutto questo e ha stabilito le leggi fisiche che con tanta fatica andiamo scoprendo è un’idea molto rassicurante, molto comoda, ma nessuno può dimostrare la sua esistenza..Oltre a tutti i perché che l’osservazione del mondo che ci circonda ci pongono e a cui la scienza ha dato tante risposte, pur non essendo in grado di dare la risposta ultima -perché tutto ciò esiste e ob-bedisce a certe leggi e non ad altre- c’è l’altra ragione per cui tanti disperatamente si attaccano all’i-dea di Dio . Perché si nasce e perché si muore. E dopo la morte sarà tutto finito o ci sarà un’altra vita? Le religioni ci promettono una vita eterna, una vita migliore in cui tutti ci ritroveremo. Una speranza che è forse la molla più potente per far accettare tutte le assurdità e contraddizioni delle religioni.

C’è chi si domanda se il non credente ha una sua morale. Una domanda assurda, come se uno do-vesse agire in modo onesto e responsabile verso il prossimo e verso sé stesso solo per paura della punizione divina. L’ateo agisce eticamente per rispetto del prossimo e di sé stesso, libero da dogmi.

L’autore affronta accuratamente, direi puntigliosamente, tutti i motivi per cui l’idea di dio e della vita eterna è assurda. Ne trova ben centouno, anche se, io credo, ne basterebbe uno solo: rispondere

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a tutti i perché a cui la scienza non sa ancora rispondere, al perché si nasce e perché si muore, a vo-lersi illudere di seguitare una qualche forma di vita dopo la morte.Una lettura di questo libro nelle scuole sarebbe un modo veramente razionale e innovativo di af-frontare il problema dell’insegnamento religioso- uno stimolo a usare la ragione e a non accettare nessun tipo di verità rivelata.Anche se oggi è ben difficile che questo suggerimento sia accettato nel nostro “laico” paese, invito i tanti giovani che queste domande se le pongono, a leggere queste pagine e confrontarle con gli inse-gnamenti ricevuti e spesso accettati passivamente. Che ne restino o meno convinti, sarà un ottimo esercizio per sviluppare le loro capacità di critica razionale e un aiuto a liberarsi da ogni tipo di condizionamenti.

Margherita Hack

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Premessa

Alcune delle più grandi conquiste umane avvennero quando ancora non vi era traccia delle grandi religioni attuali.Il mondo, da duemila anni dominato dalle grandi religioni "ufficiali", non ha fatto alcun passo in avanti nell'armonizzazione dell'umanità. Anzi, l'ha ancor più divisa.Le guerre di religione sono una costante, hanno lacerato l'umanità, dividendola, contrapponendo gli uni agli altri nel nome di un dio invisibile, un dio assente dalla vita quotidiana della gente, un dio insensibile al dolore dell'umanità.Nessuna religione può dimostrare che il proprio dio abbia procurato un miglioramento nella vita quotidiana o abbia reso giustizia all'uomo, nell’al di qua o nell'aldilà. Gli Ebrei, che da cinque mila anni hanno stipulato un patto di mutua assistenza col loro dio, hanno subito più persecuzioni e violenze di ogni altro popolo e, per conquistare la terra "promessa", togliendola ad altri popoli loro fratelli, hanno dovuto fare affidamento solo sulle loro armi e sui loro alleati terrestri. Nessun aiuto è venuto dal loro dio.E' ormai chiaro che solo l'uomo, rinnovato da una nuova etica, con un nuovo ordine morale e spirituale, può dare pace e giustizia all'umanità. Dio, l'assente, il latitante, il misterioso, l'inesistente, ha fallito.Se mai ci fosse stato un dio, o qualche altro essere cosciente che avesse contribuito alla creazione della vita sulla terra, da tempo si sarebbe ritirato dalla sua creatura, mortificato dall'insuccesso.Qualsiasi essere umano fosse stato presente all’atto della “creazione” avrebbe potuto dargli consigli utili per migliorarla!E hanno fallito anche i suoi profeti, o colui che hanno definito come suo unico figlio, dio egli stesso, come suo padre, poiché nulla si è avverato di quanto avevano promesso. Gesù aveva promesso il suo ritorno entro la generazione dei suoi contemporanei, per dare pace e giustizia all'umanità, cieli nuovi e terre nuove. Sono passati due mila anni e del suo ritorno non v'è traccia né previsione. Col miraggio delle vuote speranze i preti non incantano più.E' giunta l'ora di non affidarsi più a tanto interessati quanto inefficaci mediatori col divino, poiché hanno pensato solo ad aumentare il loro potere, ad arricchirsi, a illudere la gente.La scienza ha sottratto definitivamente a dio la creazione e la gestione del mondo.Con le conquiste della scienza e della tecnica l’uomo, finalmente, può ottenere da sé ciò che un tempo implorava da dio, senza ottenerlo. Dio, invocato da chi se ne ergeva a vicario e interprete, è sempre stato un pretesto. Un pretesto di cui alcuni uomini si sono serviti per conquistare il potere, consolidarlo e mantenerlo.Vi era un tempo in cui la legittimazione del potere avveniva equiparando i detentori del potere alle divinità. Anche i re e gli imperatori erano considerati esseri divini ed erano il tramite con gli dèi, come oggi lo sono il papa o i capi delle religioni. Diocleziano proclamava: "Io sono l'unico vero dio". Oggi il potere dei Capi di Stato e di Governo discende dalla volontà popolare ma i Capi delle religioni, grandi e piccole, continuano a far derivare il loro potere direttamente da dio.E' necessario e urgente superare il falso e deleterio concetto di dio per insegnare i veri valori dell'uomo: rispetto reciproco, fratellanza, amore per il prossimo, inteso come tutto il genere umano e la natura che ci circonda.L'idea di dio è nata per giustificare la "creazione dell'uomo e di tutto l'universo", altrimenti inspiegabile con le conoscenze del passato, per sopire le ansie esistenziali dell'umanità e per dare una parvenza di spiegazione alle domande sull'esistenza, sulla morte, sul dopo la morte, sul bene e sul male.Coloro che credono in una divinità partono dalla constatazione che la vita dell’uomo è dolore

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e tragedia e credono di superare la disperazione dell’esistenza con la speranza di una vita futura migliore. In particolare il cristianesimo si avvale della paura della morte, incrementata con le minacce delle pene tremende dell'inferno, per stimolare la religiosità dei fedeli.Neanche la persona dotata della fede più incrollabile, tuttavia, rimane immune dal dubbio sulla inutilità della propria fede. Ne sono prova le testimonianze, i dubbi, le incertezze e le sofferenze di numerosi Santi e, quelle meno conosciute ma altrettanto vere e laceranti, di tanti credenti. La "notte oscura" della fede, che a volte dura tutta la vita, non risparmia nessuno.Il cardinale Carlo Maria Martini, sulla rivista Kos, n. 4 dell’anno 2007, ha pubblicato un articolo in cui dice: “C’è una voce in ognuno di noi che ci spinge a dubitare di Dio”; ed ancora, parlando del dubbio dei credenti: “Nessuno è lontano da tale esperienza: un ateo potenziale ogni giorno grida le difficoltà a credere”.Se i credenti avessero più fiducia in loro stessi, nella loro razionalità, troverebbero anche il coraggio di abbandonare le superstizioni che li legano alla religione.La pubblicazione del diario di Madre Teresa di Calcutta, una donna che ha rinunciato a vivere la propria vita, ha rinunciato agli affetti, agli amici, ai figli per dedicarsi completamente ai poveri, a seguito di una visione mistica giovanile, ne è prova drammatica e dolorosa. La dedizione ai poveri non era però motivata tanto dal desiderio di alleviare le loro sofferenze e migliorare la loro vita, quanto dal desiderio di salvare dal peccato le loro anime, battezzandoli in punto di morte, poiché "vivono nell'ignoranza di Dio e di Cristo, in abominevole colpevolezza. Noi porteremo Cristo a loro e loro a Cristo". Così si legge nella lettera inviata in Vaticano per essere autorizzata a dare vita alle sue Missionarie della Carità. Il suo desiderio era di sacrificarsi fino al limite estremo per far felice Gesù. Per amore di Gesù, di cui si considerava sposa prediletta, vittima e schiava, ha rinunciato alle gioie della vita per meritare il paradiso, per vivere eternamente vicino a Gesù, per dare gioia a dio. Felice di essere stata scelta dal Signore per partecipare alle sue sofferenze. Per meritare l’inesistente paradiso, Madre Teresa ha vissuto realmente, giorno dopo giorno, una vita d’inferno.Questo folle e insensato amore per un’idea, per un’ideologia, per uno sposo inesistente che pretende dalla propria sposa di essere vittima, radicato in lei quando era incosciente bambina, non le ha impedito di dubitare fortemente dell'esistenza di dio. Per cinquant’anni la poveretta si è domandata, come Gesù sulla croce, sola e avvilita: Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?". Il suo diario riporta queste parole terribili: "I dannati dell'inferno soffrono le pene eterne perché sperimentano la perdita di Dio. Nella mia anima, io provo il terribile dolore di questa perdita, sento che Dio non mi vuole, che Dio non è Dio, che Dio non esiste veramente. Gesù, ti prego di perdonare la mia bestemmia, ma mi è stato ordinato di scrivere tutto ciò che vivo, di descrivere l'oscurità che mi circonda da ogni parte. Io non posso elevare la mia anima a Dio. Nessuna luce, nessuna ispirazione penetra nella mia anima".Specializzata nella difesa ad oltranza della Chiesa, madre Teresa soleva ripetere: “Se fossi costretta a scegliere tra Galileo e l’Inquisizione, sceglierei l’Inquisizione”.Cose d’altri tempi? Assolutamente no. Cose dell’attuale Chiesa Cattolica. Delitti di plagio.Le frequenti visite di personalità come i coniugi Clinton, papa Giovanni Paolo II, Lady Diana ed altri hanno fatto dell’opera di Madre Teresa un’iniziativa di moda diffusa, nel 2007, in 134 Paesi con 757 centri. Le donazioni sono arrivate copiose tanto che nelle sole banche di New York, al tempo di Madre Teresa, c’erano cinquanta milioni di dollari, fermi e inutilizzati. Nessuno conosce quanti ve ne siano nel resto del mondo. Si conosce, però, l’accusa che viene rivolta all’organizzazione: sono più le attenzioni rivolte alla conversione dei poveracci che le cure usate per alleviare le loro sofferenze e curare le loro malattie.Per i cristiani accumulare sofferenze di ogni tipo in questo mondo equivale a conquistare la felicità eterna nell’altra vita.Nell’estate del 2004 il papa si è recato a Loreto per festeggiare il raduno nazionale

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dell’Azione Cattolica. L’ineffabile presidentessa di quella associazione, nel visitare una grande struttura specializzata nel recupero e cura delle persone affette da gravi lesioni conseguenti a incidenti stradali e sul lavoro, alcune costrette a vivere per tutta la vita sulla sedia a rotelle, si è espressa così: “Questo è un luogo privilegiato da Dio! Beati voi che potete donare la vostra sofferenza a Dio. Sicuramente ne sarete ripagati”. Affermare simili stupidaggini non è meno grave né meno pericoloso del comportamento di altri invasati che esortano i giovani a diventare kamikaze e a immolare la propria vita in attentati suicidi, per meritare subito il paradiso e la gloria di dio.Coloro che, in nome di dio, organizzano attentati uccidendo migliaia di persone innocenti sono solo dei criminali che usano il concetto di divinità per i loro sogni di potere. Non meno colpevoli sono stati i papi del passato che hanno ordinato le crociate contro gli infedeli, i roghi degli eretici, gli eccidi dei nemici.Non si è mai visto mutare il corso degli eventi, anche di poco, a seguito delle preghiere, delle invocazioni o degli anatemi dei sacerdoti, semplici o sommi che siano.Se esistesse davvero un dio che si compiace delle sofferenze dell’umanità, che premia il sacrificio di coloro che uccidono persone innocenti, bisognerebbe abbatterlo con ogn i mezzo!Per fortuna non è necessario. Basta solo eliminare l’ignoranza e la superstizione dalla mente dell’uomo, ma la cosa è altrettanto ardua poiché l’inferiorità culturale e la dipendenza alimentano il bisogno di protezione e di salvezza che trovano nella religione. Aveva ragione Ludwig Feuerbach: "La forma più grave di schiavitù cui l'uomo soggiace è la schiavitù religiosa, che tarpa le sue forze vitali".Dio è una creazione umana, una nostra illusione che, a volte, sembra ci aiuti a superare momenti difficili, come un bicchiere di vino o un tranquillante aiutano a superare un momento di depressione. In realtà non risolvono nulla, anzi, come il vino e il tranquillante aggravano la nostra incertezza, la nostra paura, rendendoci dipendenti da tali pratiche. E molti sprecano la loro vita, l'unica di cui dispongono, per viverla come non avrebbero mai fatto, al solo scopo di meritare un inesistente premio nell'aldilà. Stolti. Stolti che per seguire delle vuote promesse hanno sprecato la vita, l'unica che la sorte gli aveva dato!Pascal, con la sua celebre scommessa, scriveva: "O Dio esiste o Dio non esiste. Per quale di queste due ipotesi volete scommettere?".Scommettere è obbligatorio. E la scommessa non è solo un affare privato tra noi e dio. La scommessa riguarda i destini dell'umanità.Io scommetto sull'umanità e sulla sua possibilità di controllare la natura, ridurre la sofferenza e il dolore, eliminare la violenza e la malvagità, creare la vita. Io credo nell'uomo, come Galileo, perché questo vuol dire credere nella sua ragione. Se non si scommettesse sull’uomo non ci sarebbe motivo di conservare la razza umana.Chi scommette su dio è un debole, un irrazionale, un perdente che ha paura di pensare, che ha paura dei tabù. Con le conoscenze di oggi non si può più credere nell'esistenza di un essere soprannaturale buono e onnipotente.Superare le credenze religiose comporta una migliore qualità della vita, la possibilità di essere più felici, l'eliminazione di molti inutili sensi di colpa.Chi rifiuta di pensare è già morto. E il sonno della ragione crea sempre nuovi mostri.Coloro che credono nell’uomo, invece, rinunciano all'idea illusoria dell'anima, eterna e separata dal corpo. L’anima non è che la psiche dell’uomo, combinazione dinamica della parte inconscia e di quella consapevole. Con serena tranquillità accettano la solitudine umana e gioiscono della vita nella sua intera pienezza. L’ateismo è antico come il pensiero umano e, sin dalle origini, si è posto e si è caratterizzato come uno dei modi di vedere il mondo, un mondo nel quale l’uomo è solo di fronte a se stesso e alla natura.

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L’ateismo è la storia di tutti gli uomini liberi che hanno cercato di dare un senso alla vita al di fuori della fede. L’ateo, cioè il credente razionale, afferma la solitudine dell’uomo nell’universo, solitudine che genera orgoglio e angoscia. La grandezza dell’uomo consiste nell’assunzione cosciente del vuoto dell’esistenza.Questa solitudine dell’uomo, che determina la sua grandezza e la sua miseria, produce una morale e un’etica fondate sul solo valore riconoscibile nell’universo: l’uomo.I valori della vita, quelli che danno il senso alla vita stessa, devono essere liberamente scelti dall’uomo e non imposti da false divinità, o meglio, da uomini che si dicono in contatto con inesistenti divinità.L’ateismo è storia antica dell’uomo. Duemilacinquecento anni prima di Cristo alcuni saggi indiani avevano già affermato che il cielo è disabitato. Duemila anni prima di Cristo compare in Grecia. Nel VI secolo a. C. Parmenide, Eraclito, Senofonte di Colofonie professavano già l’eternità del mondo e, poco dopo, Teodoro l’Ateo annunciava la morte di dio.Anche nella Bibbia ci sono dei passi che risentono dell’influenza filosofica greca, come nell’Ecclesiaste, dal tono del tutto disincantato, dove si descrive un dio lontano che non interviene nelle vicende umane e lascia prosperare l’ingiustizia; una medesima condizione per tutti dopo la morte, definitiva e senza alcun giudizio; l’invito a profittare della breve esistenza terrena: “Va’ dunque a mangiare con gioia il tuo pane e a bere con cuore lieto il tuo vino….Goditi la vita con la donna amata, durante i giorni della vana esistenza….Tutto quanto sei capace di fare con le tue forze, fallo, poiché non c’è alcuna azione, né progetto, né sapienza giù nel soggiorno dei morti, dove tu stai andando” (9, 7-10).Le stesse cose le dirà Epicuro.Chi crede in una divinità avrà una religiosità perversa, oscurantista, contraria agli interessi dell'uomo. Coloro che credono nell’uomo, invece, sono religiosi nel senso pieno del termine: il loro rapporto con la vita, unica e irripetibile, e i sentimenti che li spingono a migliorare le condizioni materiali e morali, sia personali che dell'intera umanità, sono genuinamente veri.Colui che crede nell’uomo, figlio della luce e della ragione, è il vero dispensatore dell'acqua viva per tutta l'umanità.Non possono essere pastori bugiardi e interessati a guidare l'umanità. I pastori curano il loro gregge, ma solo per ricavarne latte e giovani agnelli da sgozzare. L'etica dell'umanità può essere solo quella determinata dalla ragione dell'uomo. L'irrazionale dei preti non può prevalere contro il razionale dell'umanità. La morale è una necessità sociale, non religiosa. La religione confeziona e plasma la morale in maniera irrazionale, irragionevole, fideistica ed è controproducente. Infatti ci sono più crimini, suicidi, promiscuità sessuale ed aborti in un paese fortemente religioso che in un paese laico. Negli USA, dove i valori cristiani sono fortemente sostenuti dal governo e da forti movimenti fondamentalisti, le azioni “immorali” sono molto superiori di quelle che sono commesse in Inghilterra o in Giappone, dove la separazione tra Stato e religione, tra morale laica e religiosa, è netta.Nel 1764 l’illuminista Cesare Beccaria pubblicò il libro “Dei delitti e delle pene”. Tale scritto, subito proibito e messo all’Indice dalla Chiesa che si autodefinisce “Santa”, contribuì più di ogni altro ad abolire la tortura che praticava la “Santa” Sede, tramite l’Inquisizione. Cesare Beccaria fu accusato di “contrastare alla Santa Chiesa e ai Sovrani di infliggere le giuste torture e la pena di morte e di non considerare l’eresia come un delitto”.Il libro del Beccaria rimase vietato alla lettura dei cristiani fino al 1962 mentre, ad esempio, il “Mein Kampf” di Adolf Hitler non è mai stato messo all’indice dei libri proibiti dalla Chiesa.

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Colui che crede nell’uomo accetta la sua condizione di finitezza ma si adopera concretamente per poterla superare. Colui che crede nell’uomo vuol vivere un’esistenza libera, autonoma e responsabile senza dio e senza il diavolo, semplicemente come uomo tra gli uomini. D’altronde dio e il diavolo sono le due facce della stessa medaglia: l’uomo. Ed è stato l’uomo a creare ambedue, e non viceversa.L’uomo che guarda le stelle, che sogna l’immortalità, che aspira al bene dell’umanità. L’uomo che vive lottando, uccidendo, violentando, rubando per sopravvivere o per arricchirsi.Un proverbio popolare dice che se guardi il diavolo da vicino non è poi così brutto. Allo stesso modo si potrebbe dire di dio: se lo guardi da vicino non è poi così bello. In ambedue i casi ci si vedrebbe l’uomo.Colui che crede nell’uomo crede nel suo potere di autodeterminarsi. Credere nell’uomo non è solamente un atteggiamento di rifiuto della vecchia religione, è anche un atteggiamento positivo, costruttivo e autonomo. L’ateo non è colui che non crede: è colui che non crede nelle false divinità, ma crede nell’uomo e nella ragione. Il suo credo, la sua fede e la sua religiosità sono fondati sulla ragione, non sulla superstizione.L’uomo è il figlio nudo della scimmia e si è inventato dio, i sacerdoti e gli stregoni per superare le paure: della natura ostile, dei terremoti, delle inondazioni, delle tempeste, delle eclissi, delle malattie, della condizione umana, della morte. “Gli dèi sono il frutto dell’ingenua meraviglia umana davanti alla spaventosa realtà dei fenomeni” ( Fernando Pessoa).Ora gli stregoni e i sacerdoti non servono più. Dio non serve più e con lui tutti i parassiti che vivono sul corpo dell’umanità. Non c’è posto né bisogno di dio nelle esigenze e nei desideri della nostra vita.Dio somiglia a quei vecchi mobili che occupano spazio senza essere utili a nulla, ma vengono conservati perché “il figlio li ha avuti dal padre, e questi dal suo avo”.Nessuno pensa più che le catastrofi naturali siano mandate dal buon dio per punire l’uomo dei suoi peccati; né che le eclissi del sole o della luna, o il lampo e il tuono, siano segni divini di ammonimento e sventura; né l’umanità cura più le malattie rivolgendosi ai maghi, agli stregoni o ai preti nelle chiese, anziché ai medici negli ospedali. Anche se nei paesi poveri ancora qualche mamma è costretta a rivolgersi allo stregone, al mago o al sacerdote per far benedire il figlio ammalato, non avendo i soldi né per le medicine né per il medico.Alcune persone credono ancora in dio solo perché non sanno liberarsi degli insegnamenti appresi da bambini, o non hanno il coraggio di farlo. Hanno ancora bisogno di sicurezza e di protezione. Ma è venuto il tempo del cambiamento: ora possono volare liberi.L'uomo finalmente sa di essere solo nell’indifferente immensità dell'universo, pullulante di vita, da cui è emerso per caso. Il suo dovere, come il suo destino, non è scritto da nessuna parte. La scelta è sua.L’uomo deve credere nell’uomo, solo nell’uomo, solo in se stesso. Credendo nell’uomo la vita acquisterà una luce e un significato diverso. Sarà più bella, a misura di vivente, senza il terrore della morte e dei castighi eterni. L’uomo deve amare la natura, ma prima di tutto se stesso. Deve soffrire del dolore di tutte le creature, ma prima di tutto deve sentire la tristezza e la sofferenza dell’uomo. Deve gioire di tutte le cose belle della terra, ma prima di tutto deve gioire di ciò che riceve dall’uomo.L'unica divinità risiede nell'animo dell'uomo. Un'antica novella indù racconta che un tempo l'uomo era un dio come tutti gli altri, solo un po’ più rissoso.Allora le altre divinità si raccolsero a consulto e decisero, per il bene di tutti, che fosse opportuno togliere all'uomo la sua natura divina. Sorse il problema di dove nasconderla senza che l'uomo potesse ritrovarla.

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Alcuni suggerirono di nasconderla in fondo al mare.La proposta fu scartata perché gli dèi si convinsero che l'uomo, prima o poi, l'avrebbe trovata.Altri suggerirono di nasconderla al centro della terra. Anche questa proposta venne scartata poiché, prima o poi, l'avrebbe trovata anche lì.Alla fine decisero di nasconderla in un posto dove l'uomo non l'avrebbe mai cercata: dentro il suo cuore, nel più profondo del suo essere.La risposta ai nostri quesiti, ai nostri affanni, ai nostri problemi è proprio dentro di noi, lì dove è nascosta l’unica scintilla di divinità realmente conosciuta: quella dell’uomo.La nostra anima, scolpita dai graffi dei pensieri, dei sogni, dei desideri dei nostri antenati, in centinaia di secoli, è l'unica roccia su cui possiamo costruire la nostra esistenza.L'uomo deve guardare di più dentro se stesso perché lì v’è l’unico essere divino che esiste. Deve ascoltarlo e alimentarlo, vivendo in modo armonioso, pacifico, con gioia e amore per tutti gli esseri viventi, fuso con l’ambiente naturale.In India la gente, incontrandosi, si saluta unendo i palmi delle mani all’altezza del petto, inchinando leggermente la fronte e pronunciando la parola “Namste”. L’espressione significa: “Saluto il divino che riconosco in te”.La divinità è dentro ogni uomo, dentro tutta l’umanità, non ha bisogno di preghiere o di sacrifici. Si nutre di buone azioni, dell’onestà, della bontà, dell’altruismo.Shankaracharia, dodici secoli fa, scrisse: “Perché vai di città in città, di tempio in tempio alla ricerca di dio? Dio risiede dentro di te, tu sei dio. Allora non cercare dio. Cerca invece un guru che ti guidi alla scoperta di te stesso”.Le vecchie divinità e le vecchie superstizioni sono morte e con loro la vecchia morale. L’Uomo, e solo Lui, deve creare il suo sistema morale, il nuovo sistema etico fondato sull’amore per la vita e per tutte le creature, per le gioie della vita estese il più possibile a tutti gli esseri viventi.L’Uomo, e solo Lui, deve essere l’artefice della propria vita e della propria storia.Con E. Kant possiamo dire: “Il cielo stellato sopra di noi e la coscienza morale dentro di noi”. Il vuoto lasciato da dio va riempito con la fede nell’Uomo. La speranza di salvezza dell’umanità deve essere riposta solo nell’Uomo, perché solo Lui è capace di rendere più piacevole la vita degli esseri viventi e di rendere immortale l’Umanità.L’Uomo moderno ha la consapevolezza di essere nato per essere grande e immortale. Se ci crede lo sarà. Non è miscredente chi non crede in dio, ma chi non crede in se stesso. Nessuno ancora conosce tutte le potenzialità dell’Uomo, né ciò che potrà diventare se, abbandonata le fede nelle false divinità e la paura che ne deriva, diventerà padrone di se stesso e del proprio futuro. La paura paralizza e rende infelici, il coraggio inebria e dona il paradiso. L’unica vera religione che l’Uomo deve praticare è quella del coraggio. E il peccato più grave è quello di avere paura. L’Uomo non è debole e peccatore. L’uomo, al momento, è la sola scintilla di divinità che si conosce in tutto l’universo. L’Uomo può creare il proprio futuro infinito perché ha dentro di se tutta la forza necessaria per farlo. Nessuno, celato dietro false divinità, potrà impedirlo. Potrà solo ritardarlo, com’è avvenuto fino ad ora, ma alla fine l’uomo vincerà la morte e la sofferenza sarà bandita.Perché Mosè, Buddha, Gesù, Maometto furono grandi? Perché tutta la loro forza proveniva dal considerarsi una sola cosa con dio. L’uomo è in grado di creare una nuova era in cui si potrà sentire, come all’origine, libero e innocente perché, sostenuto solo dalla propria ragione, si sarà liberato dai dogmi della fede. Dopo i lunghi secoli bui del passato, dove al centro della vita dell’umanità vi era la

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teologia, ora deve tornare ad esserci, come nell’antica cultura filosofica greca, l’uomo con il suo pensiero e la sua ragione.La fede in dio e la conseguente sottomissione alla sua volontà, sono una limitazione alla libertà di pensiero. Rompere questo vincolo è un atto di coraggio che si deve accompagnare alla consapevolezza sulle responsabilità che si uniscono a questa conquista. Essere laici significa essere liberi ed eticamente responsabili, non più verso dio ma verso se stessi e l’umanità. A queste condizioni la vita diventerà più piena e più ricca, e l’uomo coltiverà i valori fondamentali: libertà, comprensione e solidarietà nei confronti dei più deboli. E alla politica del potere e della violenza dovrà subentrare una politica guidata soltanto da principi etici.L’armonia subentrerà al posto della discordia, la verità al posto dell’errore, la speranza al posto della disperazione, la fede nella scienza al posto della fede nel nulla. E tutto questo migliorerà la vita reale della gente, in questo mondo, non nell’inesistente “vita dopo la morte”.L’uomo deve smettere di cercare l’umanità in dio, impossibile da trovare, ma deve cercare la divinità nell’uomo, ora capace perfino di creare la vita.Se l’umanità vincerà la paura diventerà immortale e potrà sperare veramente nell’arrivo di “Cieli nuovi e terre nuove”.

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1 - Nessuno ha dimostrato l’esistenza di un dio.

Alcune religioni affermano, con sicurezza, che vi sia un dio buono e giusto all'origine di tutto e che tutto regola. I cristiani lo chiamano genericamente Dio, altre religioni affermano che quel dio si chiami Jahvè o Allah. Altre credono in Buddha o in Confucio. In passato tutti credevano che fossero le divinità pagane, di cui Giove era la principale, all'origine di ogni cosa. Poi, quando gli insegnamenti e i dogmi delle vecchie religioni si sono dimostrati superati, vennero le nuove religioni.La parola “dio” (latino deus) sembra derivi da una radice indoeuropea dyeuh (luce del giorno o cielo, come nel latino dies). Facile immaginare che, originariamente, l’uomo chiamava con la parola dio il sole che, sorgendo ogni mattina, era la fonte della vita.Dio, quindi, è un sostantivo maschile che indica una classe di nomi. Nel caso specifico indica i nomi che si danno alle divinità delle religioni monoteistiche, allo Spirito Superiore, Creatore unico di tutto. Tale realtà fantastica è stata chiamata in modi diversi: Brama, Horu, Osiride, Iside, Baal, Marduk, Zeus, Giove, Ra, Wotan, Manitù e con mille altri nomi. Tutte divinità potentissime, che hanno fatto ricchissime le religioni che in loro credevano, e i loro sacerdoti. Tutte divinità miseramente finite nel nulla, che si ricordano solo nei libri che parlano di antichi miti. Non si può dubitare che la stessa fine faranno anche le potentissime divinità in voga al giorno d’oggi, che fanno ricchissime le religioni che in loro credono, e i loro sacerdoti.D’altronde non si può evitare una domanda: perché Jahvè, o il dio dei cristiani, o Allah, hanno atteso migliaia di anni per manifestarsi? Che cosa facevano in cielo quando l’umanità adorava altri dèi e loro erano dei perfetti sconosciuti all’uomo?Gli ebrei chiamano il loro dio col nome di Jahvè, i musulmani col nome di Allah, altri popoli chiamano il loro dio col nome di Krishna, Buddha, Ganesh, il Dio elefante, Hanuman, il Re delle Scimmie. L’induismo conta 360 mila divinità anche se solo tre sono le principali: Brahma, il dio creatore; Shiva il dio distruttore; Vishnu, il dio conservatore. Vishnu, un dio che per salvare l’umanità è sceso sulla terra ben nove volte, riservando la decima per la fine del mondo.“Anticamente migliaia di dèi parevano pochi; oggidì uno è di troppo” (Carlo Dossi)Per i cristiani, che derivano la loro religione dagli Ebrei, facendo proprio l’insegnamento dell’ebreo circonciso Gesù, per il quale dio aveva il nome di Jahvè, nome da non pronunciarsi mai, il nome di dio avrebbe dovuto essere, appunto, Jahvè. Ma i cristiani si rifiutano di chiamarlo col nome proprio e lo chiamano genericamente dio, volendosi distinguere dagli Ebrei, loro fratelli maggiori, verso i quali nutrono sentimenti di amore e odio. Gli Ebrei, infatti, sono i fratelli maggiori dei cristiani ma questi, venuti dopo, vorrebbero togliere loro la primogenitura e danno a intendere di aver stipulato un nuovo patto con la divinità, cioè il Nuovo Testamento. Il nuovo patto, ovviamente, viene contestato dagli ebrei che non lo ritengono vero e dal quale si sono esclusi. Quindi, per i cristiani, gli ebrei, i loro fratelli maggiori, se non si convertiranno alla religione dei fratelli minori, alla loro morte andranno nel fuoco eterno dell’inferno.Agli ebrei, invece, non importa nulla di cosa fanno e di cosa credono i popoli che adorano altre divinità: loro sono i prediletti di Jahvè, il dio più forte di tutti gli dèi. Salmo n. 136: “Lodate Dio, più grande degli dèi”. Gli ebrei hanno stipulato un patto con lui e solo di quello s’interessano. Le altre divinità facciano quello che vogliono con i popoli che in loro credono. Le altre divinità e gli altri popoli sono esseri inferiori.Neanche gli altri due componenti della divina Trinità cristiana hanno un nome, infatti si chiamano, genericamente, uno Figlio e l’altro Spirito Santo.Per il cristiano è certa e reale solo l'esistenza del dio cristiano; la stessa cosa avviene per gli ebrei, i musulmani e i pagani. Per tutti la vera vita incomincia dopo la morte e la loro patria è “nei cieli”.

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Non è conosciuta la data di nascita del monoteismo. Alcuni la collocano verso il XIII secolo a. C., altri verso il IV. Molti concordano nell’attribuire agli Ebrei l’invenzione di un dio unico, anche se è avvenuta imitando il culto del dio sole egiziano. Poiché gli Ebrei erano un piccolo popolo nomade in cerca di terra, continuamente in lotta con gli altri popoli ai quali volevano strappare la terra dove fissare la propria dimora, il dio che hanno inventato doveva propiziare e assicurare tale impresa. Così Jahvè è un dio guerriero, dio degli eserciti, combattente, sanguinario, vendicativo, aggressivo e condottiero. Doveva condurre il suo popolo alla vittoria, sterminare i nemici e fare d’Israele la nazione a cui tutte le altre dovevano tributare omaggio. Per questo il loro dio è particolarmente attento nel punire, maledire e ordinare stragi.Il dio cristiano, invece, è “un padre molto attento ai suoi frutti, e troppo poco attento ai suoi figli” (Diderot).Ogni epoca e ogni popolo hanno avuto il loro dio e gli intermediari, tra l'uomo e dio, hanno sempre avuto un posto di potere e di privilegio nella società.Ora, se qualcuno afferma che esiste qualcosa, superiore all'uomo, che ha dato origine all'universo e all'uomo stesso, ha il dovere di dimostrare la verità di quanto afferma. A lui spetta l'onere della prova. Spetta a chi fa un’affermazione provare che sia vera.D’altronde, per chi non crede in ciò che nessuno è riuscito a dimostrare esistente, è difficile fornire prove della non esistenza di dio. E’ come voler dimostrare la non esistenza di Biancaneve, della Bella addormentata nel bosco, dei draghi o di ogni altra creatura fantastica o mitica.Se affermo di aver incontrato i marziani e che uno di loro, dotato di poteri immensi, è rimasto sulla Terra ed è chiuso nella mia cantina, ho il dovere di fornirne la prova. Coloro che non credono in questa mia affermazione non devono e non possono provare l’inesistenza del marziano, ma devono solo chiedermi di aprire la cantina e mostrarlo.Se io apro la cantina e, vedendola vuota, giustifico la mancata vista del marziano col fatto che è invisibile, certamente il mio interlocutore avrebbe seri motivi per dubitare della mia salute mentale.Se qualcuno mi chiedesse che il marziano invisibile provi in qualche modo la sua presenza, parlandomi, lasciando delle impronte o muovendo degli oggetti, ed io rispondessi che il marziano può fare tutto ma lo fa solo quando vuole lui e si mostra solo a chi vuole lui, i dubbi sulla mia malferma salute mentale diventerebbero certezza.Evidentemente tra quel marziano invisibile, ma potentissimo, e un marziano inesistente non ci sarebbe alcuna differenza.Né le cose cambierebbero se a sostenere che nella loro cantina viva un marziano invisibile fossero migliaia di persone. Ci sarebbe da domandarsi per quale motivo un gran numero di persone sane e sobrie condividano la strana illusione.Se poi fossi io a chiedere al mio interlocutore che sia lui a provare l’inesistenza del marziano nella mia cantina, sarebbe necessario il mio ricovero d’urgenza in una casa di cura per malattie mentali.Che senso ha l’affermazione dell’esistenza di dio se non esiste alcun modo per provarla? Né si può pretendere che, non riuscendo i miei oppositori a dimostrare l’inesistenza del marziano nella mia cantina, il marziano esista veramente.Il fatto che non si riesca a provare scientificamente che dio non esiste non vuol dire che egli esiste. Come si può dimostrare scientificamente che Biancaneve non esiste!In realtà cosa si sa di dio? Niente di niente. Jahvè, il dio dei cristiani e Allah sono una sola divinità conosciuta con tre nomi diversi o sono tre divinità distinte? Se sono tre divinità, sono in armonia tra loro o in competizione? Nessuno lo sa.Se qualcuno dovesse sostenere e credere, ad esempio, che dietro la luna esista un altro pianeta, invisibile, fatto di cioccolato, dove scorrono fiumi di latte e miele, dove la gente vive felice e senza malanni per l'eternità, ha l'obbligo di mostrare la verità di quanto

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afferma. La prova deve essere data da chi afferma l'esistenza di questa meraviglia, non da chi la nega. Il sistema di invertire l'onere della prova è una truffa, un segno d’inciviltà. Non siamo più nel medioevo dove, quando si accusava qualcuno di stregoneria, era il malcapitato, per lo più donna, a dover dimostrare che non era una strega.Non solo. Coloro che affermano l'esistenza di tale pianeta dovrebbero anche dimostrare la sua interazione con il nostro mondo fisico, esplorabile dai sensi, altrimenti la sua esistenza sarebbe inutile per l'uomo. Nessun valore di prova si può dare all’eventuale testimonianza di chi giura di averlo visto. Per avere la sicurezza che tale pianeta esista è necessario che chiunque lo voglia possa vederlo.Nessun valore si può dare al fatto che qualcuno sia pronto a giurare di aver gustato il miele che c’è sul pianeta nascosto dalla luna, di aver parlato col marziano chiuso in cantina o di aver visto dio. I racconti non sono prove.Chi sostiene l’esistenza dell’Araba Fenice, di Babbo Natale o dei marziani ha l’obbligo di provare le sue affermazioni, spetta a lui dimostrarne l’esistenza.Invece i sostenitori del divino pretendono che siano gli altri a dimostrare che dio non esiste. Nell’Enciclopedia Cattolica, alla voce “Fede”, paragrafo “Diritti e doveri della ragione di fronte alla fede” c’è scritto: “La soprannaturalità deve essere provata. Contravvenire a questo principio è peccare contro la fede per eccesso, e significa aprire la porta a tutte le superstizioni”.Perché dunque la Chiesa non prova l’esistenza di dio, della trinità, della resurrezione di Gesù, dell’assunzione di Maria in cielo in anima e corpo, della trasformazione dell’ostia in carne e così via? Anziché obbligare i fedeli a credere in cose assurde o fantastiche, perché non spiega e prova la verità dei misteri che enuncia?Nessuno ha mai dimostrato, con prove certe e inconfutabili, l'esistenza di un dio qualsiasi. Dio è solo un mito, una leggenda, una diceria, una credenza. Dio è un fantasma, un essere tanto incomprensibile da diventare un puro nulla. Di conseguenza questo mio lavoro sarebbe del tutto superfluo, non spettando a chi non crede l'onere di dimostrare l'inesistenza di ciò che nessuno ha dimostrato esistente.Per altro verso, nessuno chiede alcuna prova per dimostrare che Giove e le divinità dell’Olimpo non sono vere, che non esistono. Perché si dovrebbero fornire prove per dimostrare che il dio attuale, l’erede del dio Giove, non esiste? E’ del tutto palese la sua inesistenza, senza bisogno di prove. Ma non lo è per tutti. Ci sono dei credenti che ne hanno bisogno e solo a costoro è dedicato questo mio lavoro.Nutro compassione per le vittime dell’inganno, ma combatterò con tutte le forze coloro che spingono i credenti a inginocchiarsi, una posizione umiliante, e ve li tengono tutta la vita. Parafrasando ciò che il matematico Piergiorgio Odifreddi ha detto del “Santo Graal” potremmo dire “che cosa sia dio si sa: è qualcosa di cui non si sa né cosa sia, né se ci sia”.Dei 101 motivi per non credere nell'esistenza di un qualsiasi dio, contenuti in questo lavoro, in effetti, i prossimi 100 sono superflui. Questo primo motivo, da solo, dovrebbe essere sufficiente a impedire che persone normali, dotate d’intelligenza normale, si trasformino in credenti e si lascino sfruttare dai religiosi, che della religione fanno il proprio mestiere. Religiosi che accumulano ricchezze su ricchezze, indifferenti a tutte le persone che muoiono di fame. Religiosi che sfruttano senza ritegno la credulità di persone semplici, le quali sacrificano la loro vita per nulla, facendo accumulare ricchezze enormi alla loro chiesa.

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La religione, come tutte le ideologie, si basa sulla rinuncia dei propri adepti all'uso razionale del proprio cervello. I singoli sono una nullità nei confronti dell'ideologia e, come tali, incapaci di comprenderne i fini superiori. Il comunismo in Russia e il nazismo in Germania hanno praticato la stessa coercizione.I singoli, pur a conoscenza degli orrendi crimini commessi dai loro governanti, rimanevano sinceramente convinti della bontà della loro ideologia, persuasi che le loro limitate conoscenze non permettessero di comprendere i superiori interessi in gioco. Avevano rinunciato a pensare con il proprio cervello per fidarsi del pensiero unico dei loro capi.La stessa cosa è avvenuta e avviene con le religioni. I credenti rinunciano a pensare con la loro testa, rinunciano a considerare assurde le cose assurde, incredibili quelle incredibili, per fidarsi ciecamente di ciò che viene loro detto dagli interessati intermediari con la divinità, che da questa intermediazione ricavano potere, denaro e gloria.La voce delle divinità arriva incomprensibile all’umanità, nessun uomo l’ha mai sentita, nessuno ha mai sentito un dio di qualsiasi religione pronunciarsi sulle sue preferenze alimentari, sull’uso del preservativo, sul modo di vestire, se non tramite il clero che pone divieti, decide in suo nome cos’é lecito e cosa non lo è. Chi si sottomette a questi divieti sicuramente si sottomette al sacerdote, aumentando l’autorità e la ricchezza della casta sacerdotale. E non saprà mai se si è veramente sottomesso alla volontà di dio.Per i cristiani l’atto sessuale non può essere disgiunto da quello procreativo. Non può avvenire solo per provare piacere. Se ottemperasse a questo ordine, nella scala evolutiva l’uomo regredirebbe di millenni: si pensi che perfino i delfini e le scimmie fanno sesso solo per divertirsi! La fobia della chiesa per il sesso si può comprendere solo con il voto di castità imposto ai preti. Se ai preti è proibito, gli altri ne devono fare il meno possibile.Ma non è stato sempre così. L’obbligo di destinare l’atto sessuale unicamente alla procreazione è stato imposto ai cristiani nel Concilio di Trento (1535-1563).Come conseguenza mostruosa di questo incomprensibile divieto vi è quella dei rapporti sessuali tra coniugi, uno dei quali ammalato di AIDS. Per la chiesa neanche tale rapporto sessuale può avvenire con la protezione del preservativo!Un tempo tutto dipendeva da dio e dai suoi sacerdoti. I Re venivano incoronati “in nome di dio”; il potere veniva esercitato “in nome di dio”. Anche i peggiori dittatori salivano al potere per volere di dio, tanto dio non ha mai smentito nessuno di coloro che hanno parlato in suo nome. Dio, da sempre, è muto.Ora i Re, quei pochi che ci sono rimasti, vengono incoronati per volere del popolo; il potere viene esercitato “in nome del popolo” e nei tribunali c’è scritto: “La giustizia è amministrata in nome del popolo”.Il popolo, cioè l’umanità, cioè l’uomo si è sostituito a dio e le prerogative che un tempo erano di dio ora sono dell’uomo.Qualcuno continua ancora a predicare che anche la nostra vita, la vita di ognuno di noi non è nostra, non ci appartiene, ma è un dono che ci viene dato e del quale non possiamo disporre liberamente. Pazzie!Spinoza, parlando di dio ha detto: “E’ un pregiudizio disastroso che nasce dall'ignoranza degli uomini…dalla vana illusione che tutto è stato creato per l'uomo…"."Le dottrine religiose sono tutte illusioni indimostrabili, quindi inconfutabili": Sigmund Freud.F. Nietzsche ha scritto: “Il concetto di “Dio” inventato in opposizione alla vita…per non lasciare alla nostra realtà sulla terra alcun fine, alcuna ragione, alcun compito!”.L'esistenza di dio è indimostrabile. Se non è dimostrabile, come si può confutare? L'impossibilità di dimostrare l'esistenza di dio, è la miglior prova che dio non esiste. “Se un filosofo è un uomo cieco, in una stanza buia, che cerca un gatto nero, che non c’è, un teologo è l’uomo che riesce a trovare quel gatto”. Bertrand Russell

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E’ tempo di prendere atto che nella stanza buia non c’è alcun gatto e che i teologi mentono nel dire che hanno trovato quel gatto inesistente.Di dio non sa niente nessuno, nemmeno i teologi che dicono di conoscerlo o i filosofi, che cercano di spiegarlo.I teologi ragionano incessantemente su ciò che non comprendono, poiché per loro ammissione dio è incomprensibile. Se l'uomo potesse conoscere dio lo limiterebbe, lo ridurrebbe a cosa finita, contenendolo in se stesso, essere limitato e mortale.L'uomo può intuire lo spazio infinito, ma non può comprenderlo.L'uomo può desiderare la possibilità dell'esistenza di un dio, ma col ragionamento la deve escludere. Deve escludere che vi sia un dio interessato all'uomo, che abbia a cuore le sue sorti, che lo ami. L'uomo è solo, ma questo non significa, necessariamente, che ciò sia un male.Ogni dio ha la caratteristica di colui che lo ha immaginato. Come l'uomo pensa, quali sono i suoi principi, tale è il suo dio. Quanto vale l'uomo che ha immaginato dio, tanto vale, e non più, il suo dio. Lo scopo di queste pagine non è confutare l'esistenza di dio, poiché nessuno ha dimostrato la sua esistenza, ma esporre i motivi per non credervi e i motivi per cui dio non può avere gli attributi che gli si attribuiscono, quali: l'amore, la sapienza, la giustizia e la potenza creatrice.Se non può avere tutti gli attributi divini, pur esistendo, sarebbe imperfetto, cioè non sarebbe dio.La ragione non può dimostrare l’esistenza di dio, ma può dimostrare l’impossibilità della sua esistenza. Il curato Jean Meslier, dopo aver amministrato i sacramenti per mezzo secolo, ha lasciato scritto: “Se vi fosse veramente qualche divinità o qualche essere infinitamente perfetto, che volesse essere amato e adorato dagli uomini, farebbe parte della sua stessa ragion d’essere, oltre che della giustizia e del dovere di tale presunto essere infinitamente perfetto, di manifestarsi, o almeno di farsi conoscere in qualche modo da quelli da cui vorrebbe essere amato, adorato e servito”.Il silenzio di dio permette le chiacchiere dei suoi ministri.Dio non esiste. Se esistesse sarebbe evidente e si vedrebbe. Un dio buono e saggio si manifesterebbe in maniera certa a tutti in modo che tutti possano conoscere quello che vuole.L’esistenza di dio, come di qualsiasi altra cosa, non può essere stabilita che dalla percezione dei sensi, dall’esperienza, dalla ragione. Poiché, invece, l’affermazione che “dio esiste” è un’ipotesi di cui la scienza non può occuparsi, rimane una affermazione del tutto indimostrabile, di sola fantasia. Se l’uomo deve rinunciare alla ragione per credere in dio, non ci saranno più limiti ai possibili raggiri cui potrà soggiacere. Infatti così è stato ed è tuttora.Dio esiste solo in quanto l’uomo lo immagina. E’ un personaggio immaginario. Per le persone che usano la ragione e non si affidano alla fantasia dio non esiste.Il vuoto che in taluni comporta la scomparsa di dio deve essere riempito con l’agire per realizzare la natura umana, creare l’uomo libero, giusto, felice, eterno.Dio è morto, viva l’uomo divenuto dio.La morte di dio, per alcuni, è vista come un pericolo per l’uomo in quanto tale morte comporta la fine del sogno tutto umano dell’immortalità ultraterrena. L’uomo non può sopportare l’idea della morte, del nulla dopo la vita, perciò inventa dei sotterfugi come quello della vita eterna. In realtà è vero il contrario. L’uomo, non illudendosi più di avere la vita eterna da un dio inesistente, cercherà con più impegno di raggiungerla con le proprie forze, col proprio ingegno e con la ricerca.

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Inoltre il vuoto che lascia nell’uomo la scomparsa di dio non è più quello che l’uomo provava secoli fa. Nel passato l’uomo credeva che le malattie fossero guarite da dio, che era lui a dare la vita e il pane quotidiano a tutti gli esseri viventi, a far sorgere il sole e a mandare la pioggia, a far germogliare il grano, a dare i frutti dell’albero. Ora la gente sa che se non lavora nulla viene dato gratis, che milioni di bambini muoiono di fame e di sete ogni anno e nessun dio provvede a loro, che la fame di un essere vivente viene placata con la morte di un altro essere vivente.No, la morte di dio non lascia più alcun vuoto. “Le divinità non sono che torce, accese una alla volta dall’uomo per illuminare la strada che lo allontana dalla bestia” (André Malraux).Le divinità sono solo false certezze che non servono più all’uomo moderno e gli impediscono dio guardare alla realtà della vita con tutta la forza e la determinazione necessarie, e con la consapevolezza che il mondo che vediamo è l’unico esistente e la vita che abbiamo è l’unica che ci è dato vivere.Così come ogni popolo concepisce il suo dio in modo diverso da ogni altro popolo, anche ogni uomo immagina dio in modo personale, diverso da come lo immaginano gli altri uomini.E il dio degli uomini continuerà ad esistere fino a quando ci sarà un uomo incapace di superare da solo le sue paure.Il dio di Platone era un dio impersonale e impassibile, lontano e disinteressato alle vicende dell’universo. I sacerdoti di ogni divinità affermano che l’esistenza del loro dio è indimostrabile per definizione. Dio c’è e basta. Se qualcuno, invece, nega tale divinità allora pretendono che sia lui a dimostrare l’inesistenza di dio. Come se si volesse obbligare a fornire la prova dell’inesistenza delle streghe a chi nega la loro esistenza e non viceversa.Già i filosofi greci (Euclide, 2.300 anni fa) sostenevano che: «Ciò che è affermato senza prova, può esser negato senza prova». E ciò non determina una situazione di parità tra le due tesi, ma la confutazione della tesi che viene affermata senza prove.Secondo il filosofo inglese Guglielmo di Occam quando un fatto può essere spiegato in vari modi, la spiegazione più convincente è sempre quella che richiede il minor numero di ipotesi possibili. Questo principio, tuttora valido, è detto “rasoio di Occam”. Insomma, non è necessario trovare spiegazioni metafisiche per fenomeni fisici, non è necessario rendere complesso ciò che all'evidenza è semplice.Se si fanno le due seguenti affermazioni: “L’universo è sempre esistito” e “L’universo è stato creato da Dio che a sua volta è sempre esistito”, l’affermazione più semplice è la prima, mentre la seconda, non mutando in nulla la sostanza della prima, aggiunge l’esistenza di un’entità indimostrabile. Dio è l’inutile aggiunta all’esistenza dell’universo.La Ragione non può dimostrare l’inesistenza dell’inesistente. Di conseguenza alcuni sostengono che “Siccome nulla dimostra l’esistenza di Dio ma altrettanto nulla dimostra la Sua inesistenza, non si può escludere che esista veramente”.Alla stessa conclusione giunse una Commissione incaricata di accertare se era veramente vissuto il gigante Gargantua, che mangiava dieci uomini a pasto e che per farsi le scarpe aveva bisogno della pelle di dodici vacche.Bertrand Russell ha portato questo esempio per dimostrare che due teorie, entrambe indimostrabili, possono non avere lo stesso grado di attendibilità. Una teoria afferma che esisterebbe una teiera cinese in orbita intorno al Sole. Un’altra teoria afferma che non esiste alcuna teiera cinese in orbita intorno al Sole. Entrambe le teorie sono inconfutabili, cioè nessuno, al momento, è in grado di dimostrare se c’è o non c’è una teiera che gira intorno al Sole. Ma la prima delle due teorie è assurda, la seconda no.Se dopo morto fossi messo al cospetto di dio, gli direi: “Non mi hai dato sufficienti prove della tua esistenza”, (B. Russell).

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Tutte le divinità che oggi riteniamo false una volta erano vere. Una volta erano vere anche le streghe e i vampiri. Oggi non ci crede più nessuno, anche se nessuno ha dovuto dimostrare scientificamente che i vampiri e le streghe non esistono. La gente ha smesso di crederci e basta.I teologi dicono che se guardiamo il mondo che ci circonda tutto ci parla di dio: lo splendore delle stelle, l’azzurro del mare, la maestosità delle montagne, il verde delle foreste e dei prati, la sfavillante varietà dei fiori e dei loro profumi, il canto degli uccelli, la forza e la grazia degli animali, il sorriso dei bambini, gli atti grandi e umili di ogni cuore generoso e buono.Tutte quelle cose che i teologi ci hanno elencato ci meravigliano e ci riempiono il cuore di gioia e di felicità. Ma tale visione della realtà è volutamente parziale, sono state omesse tante altre cose che non ci parlano di dio e pur dovrebbero essere opera sua: le stelle, viste da vicino, sono immani reazioni nucleari che tutto distruggono, e le bellissime comete che invece di girare in tondo per l’universo cadono sui pianeti, come gli asteroidi, e distruggono miliardi di esseri viventi, di chi ci parlano? L’azzurro del mare è bellissimo ma quando il mare si trasforma nello “Tsunami” che uccide migliaia di persone innocenti, anche quello è opera di dio? Quando le maestose montagne franano e distruggono la vita di migliaia di persone, non ci predispongono a pensare bene di colui che le ha progettate; il verde delle foreste e dei prati è bellissimo, ma non per i bambini che muoiono di fame e di sete in zone desertiche o piene di malaria; i fiori sono belli e profumati, ma sono calpestati e mangiati dalle mucche e dalle pecore; il canto degli uccelli è meraviglioso tranne quando l’uccellino che canta viene ghermito dal falco, ridotto in brandelli e dato in pasto ai suoi pulcini; la forza e la grazia degli animali è uno spettacolo della natura ma spesso quella forza e agilità viene utilizzata per uccidere altri esseri viventi, compreso l’uomo, e allora si rabbrividisce al pensare che un essere intelligente abbia organizzato tale carneficina; il sorriso dei bambini è meraviglioso ma cosa dire di colui che li fa nascere con il tumore, che li fa morire di sete, di fame e di orribili malattie in tenera età? Ci sono tanti atti di bontà nel mondo ma quanti sono gli atti di inutile cattiveria, di omicidi, di guerre, di sterminio di intere popolazioni? Se gli atti di bontà sono opera di dio, lo sono anche gli altri. Un dio così mi spaventa, un dio così non può esistere.Per d’Holbach: “Tutti vedono il sole, ma nessuno vede dio. Ecco la sola differenza fra la realtà e la chimera: l’una esiste e l’altra no”.“E’ l’esistenza di Dio che va provata, al di là di ogni ragionevole dubbio” (Paolo Flores d’Arcais), non la sua inesistenza.Non ha alcun senso dire che non essendo possibile provare con certezza che dio non esista chi crede e chi non ci crede siano sullo stesso piano. Nessuno può provare con certezza che Giove o le altre divinità dell’antica Grecia non esistano, di conseguenza si deve riconoscere che le possibilità che esista il dio dei cristiani, o un altro dio, siano le stesse che esistano Giove o la dea Kalì. Prima di chiederci se Lui, Lei o Esso esistano, dobbiamo sapere in che cosa consistono lui, lei o esso. Parlare di dio è per definizione impossibile in quanto trascende ogni possibile esperienza e conoscenza. Dio viene descritto come puro spirito, cioè incorporeo. Già Epicureo aveva capito che ciò non poteva avere fondamento poiché egli sosteneva che l’uomo per pensare a qualcosa di incorporeo deve pensare solo al vuoto, che non può essere né attivo né passivo. Se dio è attivo non può essere incorporeo. “L’idea di Dio è, lo confesso, l’unico torto che non posso perdonare all’uomo” (F. De Sade).J. P. Sartre ha scritto:“Ora conosco la risposta: nulla.

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Dio non mi vede. Vedi questo vuoto che sta al di sopra delle nostre teste? E’ Dio.Vedi quella fessura in quella porta? E’ Dio. Vedi questo buco per terra? E’ ancora Dio.Dio è silenzio. Dio è l’Assenza.Dio è la Solitudine degli uomini.Non c’ero che io, ho deciso da solo il Male; da solo ho inventato il Bene. Sono io che ho barato. Io che, da solo, ho fatto i miei miracoli, sono io oggi che mi accuso e io solo che posso assolvermi; io, l’uomo.Se Dio esiste, l’uomo è nulla; se l’uomo esiste… Dio è morto” .Per concludere riporto quanto scritto da Charles Baudelaire: “Dio è l’unico essere che, per regnare, non ha nemmeno bisogno di esistere”. Attualmente, le divinità più importanti che si adorano nel mondo, sono circa 10.000. Per i cristiani 9.999 sono false mentre una è vera: il loro dio. Per i musulmani 9.999 sono false mentre una è vera: Allah. Per gli ebrei 9.999 sono false mentre una è vera: Jahvè. Per gli atei, invece, tutte le 10.000 divinità sono false. La differenza, quindi, tra i credenti delle tre principali religioni e gli atei è veramente irrisoria: gli atei credono falsa una sola divinità in più dei credenti!Dio non è altro che il pensiero che l’uomo ha di dio. Il pensiero di un uomo ancora assopito.

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2 - Causa incausata

"Qual è l'origine del mondo e dell'uomo?".Sono questi gli interrogativi della mente umana che indaga sulla "causa prima".Secondo le religioni: "Dal Dio sapientissimo procede tutto ciò che è e sarà: prima che essi siano egli stabilisce tutto il loro piano, ed allorché esistono compiono le loro azioni in base a quanto è stato per essi determinato conformemente al piano della sua gloria, senza alcun mutamento. Nella sua mano vi sono le norme per tutti ed è lui che li sostiene in tutti i loro bisogni, è lui che ha creato l'uomo per il dominio del mondo".Dio, secondo i teologi, conosce tutte le cose con un solo atto del suo intelletto e con un solo atto della sua volontà, conserva a suo piacimento l’ordine dell’universo o lo muta. Sull'origine dell'universo, tuttavia, vi sono altre teorie, meno fantasiose. Quella più accreditata è quella del Big Bang, cioè della grande espansione della materia primordiale concentratissima, dalla quale si è formato l'universo intero, con tutto ciò che contiene.Chi ha dato origine al Big Bang?Religione e scienza, nonostante qualche tentativo di riconciliazione più apparente che reale, sono sempre più distanti, l’una incapace di comunicare con l’altra.Coloro che credono in dio sostengono che l'universo non può essersi creato da solo ma deve essere stato creato da una forza superiore all'universo.Trattandosi di materia di fede, non soggetta a verifica come, invece, lo è la scienza, ogni popolo di credenti ha formulato le sue fantasiose teorie sull’universo e in quelle crede fermamente. Gli aborigeni dell'Australia, ad esempio, credono che la loro “creazione” sia opera del serpente arcobaleno. Liberi di farlo, ma nessuno può equiparare tali parti della fantasia alle scoperte scientifiche o alle leggi della fisica e della matematica. Intanto occorre precisare che non è necessario credere o far credere che l'universo sia stato creato. Nel lontano 1865 Hermann Richter così si esprimeva: “Le leggi di conservazione della materia e dell’energia implicano che l’universo non può essere stato creato dal nulla, e ciò significa che l’Universo è sempre esistito e non finirà mai”.La causa dell’universo è nell’universo stesso. La materia, increata ed eterna, è moto e origine di ogni trasformazione della materia stessa. “La materia che eternamente si trasforma e che eternamente si muove”, (F.Engels).Il movimento è il modo di esistere, la maniera d’essere della materia e non può essere creato né distrutto: è eterno. D’altronde dio, essere perfettissimo, ancor prima della creazione dell’universo aveva in se stesso ogni pienezza, non gli mancava nulla e non aveva alcuna necessità insoddisfatta. Perché mai avrebbe dovuto modificare quello stato di sublime perfezione e grazia se non aveva nessuna necessità da soddisfare? A quale scopo imbarcarsi nel disastro della “creazione”?La vita intelligente, come la conosciamo noi umani, può nascere solo a certe condizioni. Il fatto che ci sia vita intelligente sulla Terra vuol dire che sulla Terra vi erano quelle certe condizioni. Non si può ragionevolmente desumere altro. Se un insediamento umano si è stabilito in cima ad una montagna vuol dire che lì esistevano le condizioni per vivere e non che qualcuno ha creato in cima a quella montagna le condizioni per farci vivere degli uomini.La cosmologia più recente non esclude che altri universi potrebbero germogliare dal nostro, proprio come il nostro potrebbe essere germogliato da altri, in un processo senza inizio e senza fine. Parlare di origine del mondo è senza senso. Ovviamente c’è stato un momento in cui si è formato il nostro universo, circa 13,7 miliardi di anni fa, ma questo episodio è solo un momento di una vicenda più grande, eterna, infinita, ancora non del tutto comprensibile.

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Già nel V secolo a. C. il siciliano Empedocle d’Agrigento affermava l’eternità del mondo increato, in cui niente si distrugge e niente si crea, ma tutto si trasforma.La realtà ultima è la natura, increata ed eterna, di cui l’uomo è parte. Questa era già la filosofia della religione greca.Anche se dio non ha creato la materia che forma l'universo, potrebbe averla ordinata. In principio era il Caos, l’informe materia primordiale, e dio la ordinò come la vediamo oggi.In questo caso la funzione di dio sarebbe stata quella di aver dato avvio al Big Bang, scomparendo subito dopo il fatidico "Fiat lux". La funzione sarebbe, insomma, quella di completare una teoria che ci pare incompleta. Neanche questa limitata funzione può essere accettata perché discende dalla premessa, non scientifica, che ogni cosa sia stata creata, compreso l'universo.L’universo, invece, con tutta la materia e l’energia che contiene, è sempre esistito e sempre esisterà: eterno e continuamente mutevole. C’è una sola realtà, la materia, dotata di movimento, le cui diverse combinazioni producono tutti gli aspetti dell’universo: inerte, vivente, pensante.Quella parte di universo che oggi intravediamo, è composta da centinaia di miliardi di galassie. La nostra galassia, la Via Lattea, comprende un agglomerato di circa 200 miliardi di stelle, le quali sono mediamente più grandi del nostro Sole. E ogni stella potrebbe avere pianeti che le ruotano attorno.Ammesso che solo uno su dieci di questi sistemi dia luogo a veri e propri pianeti, tra i 200 e più miliardi di stelle della nostra Galassia ci potrebbero essere uno o due miliardi di sistemi planetari.Le prime galassie sono nate circa 300 milioni di anni dopo il Big Bang. Altre sono giovanissime e altre ancora si stanno formando adesso, a dimostrazione del carattere dinamico dell’universo.Il nostro Sole, nel panorama generale, non rappresenta che un’insignificante stellina nana. Si è formato circa 4,5 miliardi di anni fa e si stima che potrà durare altri 4,5 miliardi di anni. La vita del nostro sistema solare, perciò, è a metà del cammino. A meno di catastrofi improvvise e imprevedibili la Terra e gli altri pianeti da Mercurio a Marte, finiranno inghiottiti dal Sole che, nel momento della sua morte, si espanderà fino a diventare una “gigante rossa” per poi spegnersi. Molto tempo prima della fine del sistema solare arriverà la fine della nostra civiltà se, nel frattempo, l’umanità non avrà trovato modo di trasferirsi in un altro pianeta, inserito in un altro sistema solare più giovane. Difficilmente l’umanità potrà continuare a vivere su un piccolo pianeta sempre più inquinato e affollato. L’Universo, invece, si è formato circa 13,7 miliardi di anni fa quando, dopo il primordiale e immane Big Bang, è seguita una fase di espansione della materia con la formazione delle galassie, delle stelle e dei sistemi planetari. Secondo un’affascinante teoria, quando l’espansione terminerà, inizierà il processo inverso, quello del collassamento di tutto l’universo verso un sol punto, il Big Crunch, che sarà la fine di questo universo e, contemporaneamente, l’inizio di uno nuovo. Cosicché, l’inizio e la fine di ogni universo non sono che momenti diversi della stessa esistenza increata del tutto. Con Leopardi si può affermare: “L’esistenza, che mai non è cominciata, non avrà mai fine”. La figura del Creatore davvero è diventata superflua, incomprensibile, anomalia della realtà.L’uomo, come tutti gli esseri viventi, come i pianeti e le stelle, è parte dell’Universo, originato dai processi che in esso avvengono, composto delle stesse sostanze che in esso si trovano e si formano. Il corpo umano è formato dagli atomi dei vari elementi quali il carbonio (base delle molecole organiche), l’ossigeno, il calcio, il ferro, tutti formatisi nelle svariate reazioni nucleari che avvengono all’interno delle stelle di grande massa.

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L'uomo è della stessa natura delle stelle. Non è il coronamento della creazione, ma solamente un particolare essere intelligente tra i tanti che potrebbero sorgere nell'universo attraverso distinti processi evolutivi.La natura è totalmente libera, padrona di se stessa e, nel suo realizzarsi spontaneo e imprevedibile, è completamente autonoma: nessun fattore esterno trascendente la condiziona o la determina.Possiamo averne un esempio osservando quello che succede su un’isola vulcanica, emersa improvvisamente in mezzo all'oceano. Assisteremo a un libero, multiforme e imprevedibile processo di colonizzazione. Secondo i capricci del vento e delle correnti marine potremmo assistere ad un tipo di colonizzazione piuttosto che ad un altro.Lo stesso avviene quando su uno dei tanti pianeti esistenti nell’universo si formano le condizioni idonee a far sorgere la vita come noi la conosciamo. Joan Orò, che ha cercato la vita su Marte con le missioni Viking ha affermato: “Tenendo conto di tutte le condizioni richieste perché un pianeta possa ospitare la vita, si può ragionevolmente affermare che tra i 200 miliardi di stelle della Via Lattea, circa cinquanta milioni, cioè una su quattro mila, soddisfano tali requisiti”. Il numero totale di stelle nell’universo è più grande del numero totale dei granelli di sabbia esistenti in tutte le spiagge della Terra. Qualcosa come dieci mila miliardi di miliardi di stelle. E’ possibile pensare che soltanto il Sole abbia pianeti? No, non lo è sia dal punto di vista statistico, sia perché lo richiede il modello scientifico di formazione delle stelle, intuito da Laplace, oltre duecento anni fa. Ad oggi si conoscono oltre 300 pianeti extrasolari ma, probabilmente, nell’universo ve ne sono miliardi e miliardi, milioni dei quali hanno caratteristiche simili a quelle della nostra Terra.L’universo di cui si parla è quello che gli astronomi vedono, cioè quello all’interno dell’orizzonte cosmico, la sfera che ci circonda, pari allo spazio che la luce ha compiuto in 13,7 miliardi di anni, a partire dal Big Bang. Cosa ci sia oltre l’orizzonte cosmico non lo sappiamo, poiché la luce delle eventuali stelle o galassie che vi si trovano non ha potuto ancora raggiungerci.Nessuna persona sensata può pensare che l’universo, con tutte le galassie che contiene, con tutte le stelle giganti e supergiganti, pulsar, quasar, buchi neri, asteroidi, meteoriti, materia oscura ed energia oscura, sia stato creato solo per fare da contorno alla Terra su cui è stato posto a vivere l’uomo, al centro dell’universo. La vita nel cosmo è un fenomeno molto più comune di quanto si è pensato fino ad ora.“Cento miliardi di galassie, e in ognuna di esse da cento a quattrocento miliardi di stelle. Come pensare che tutto questo sia solo per l’uomo, che non vi siano altri esseri intelligenti, altre civiltà come la nostra, o più avanzate della nostra, su qualche pianeta al di fuori del Sistema solare?”. Queste le parole dell’astronomo Frank Drake, “padre” del progetto SETI, realizzato per individuare remote civiltà cosmiche tramite le onde radio.Secondo i prudenti calcoli di tale astronomo solo nella nostra galassia vi potrebbero essere circa 600 civiltà evolute, in grado di comunicare con noi. Il fatto che una civiltà sia in grado di comunicare con un’altra non necessariamente implica che effettivamente lo faccia o che possa farlo. In ogni caso, dato l’elevatissimo numero di stelle e pianeti, da un punto di vista delle probabilità è del tutto verosimile che vi siano nell’Universo altre forme di vita. Dal punto di vista filosofico non è ammissibile pensare che la vita esista solo sulla terra.Einstein soleva ripetere: “Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana”.L'universo non può essere stato creato e ciò che lo costituisce deve essere sempre esistito. Quindi è l'universo causa incausata di se stesso. Aggiungendo un dio, quale causa incausata dell'universo, non facciamo altro che aggiungere un mistero per spiegarne un altro.

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Se l'universo fosse stato voluto da un dio non potrebbe che avere una forma perfetta e immutabile. Per definizione dio non può fare altro che cose perfette e immutabili. Nell’antichità i corpi celesti, quelli oltre l’orbita della luna, erano considerati davvero perfetti e immutabili. Così insegnava la scuola aristotelica, fino alle scoperte di Galileo Galilei. L'universo, invece, che ci appare bellissimo e fantastico e, di notte, nel guardarlo ci emoziona, lungi dall'essere perfetto è tuttora un caos senza pari. Comete e asteroidi che si scontrano con i pianeti; nebulose che collassando formano nuovi corpi celesti; stelle che muoiono portando alla distruzione tutto il loro corredo di pianeti e della vita che c'è su di loro. Tutto si aggrega e si disgrega seguendo la sola legge della casualità.L'universo non esiste per l'uomo. L'uomo esiste perché nell'universo è possibile la vita, sotto varie forme, e l'evoluzione ha portato forme di vita sempre diverse, compresa quella umana. La colonizzazione della terra avvenne circa 420 milioni di anni fa e i primi coloni furono le piante. Prima della terra fu colonizzato il mare: i progenitori delle attuali meduse popolavano i mari già 500 milioni di anni fa. La vita, in miliardi di forme, ha colonizzato ogni ambiente: dagli abissi dei fondali marini alle vette dei vulcani, dai freddissimi ghiacciai dei poli alle caldissime sabbie del deserto.Come sia avvenuta tale colonizzazione non si conosce con certezza, può essere sorta spontaneamente appena le condizioni della Terra lo hanno consentito oppure può essere arrivata sulla Terra trasportata da un asteroide o da una cometa. Di certo non vi è traccia alcun intervento divino.Come il fiume non scorre per fornire acqua agli esseri viventi o alle industrie, così la vita, nelle sue molteplici forme, non ha un fine nel suo fluire. Il fiume scorre perché piove. La vita c’è perché c’è sempre stata nell’universo. Sono gli uomini e le industrie che, avendo necessità dell'acqua per vivere, s’insediano vicino ai fiumi o dove possono trovarla. Così la vita si radica là dove le condizioni ambientali lo consentono.Il bigotto, invece, vede il segno della divina Provvidenza per aver fatto passare saggiamente dei fiumi dove gli uomini hanno costruito delle città. Quante volte la storia e la cronaca ci raccontano delle terribili guerre di religione. Quando due eserciti si fronteggiano confidando ciecamente nel proprio dio e, inevitabilmente, uno viene sconfitto, se ne deve dedurre che esiste solo il dio dell’esercito vincitore. O, perlomeno, è il dio più forte e a lui converrebbe affidarsi.Se una persona muore, dopo aver riposto la sua vita nelle mani di dio con fede incrollabile, con lei muore anche il suo dio. Poiché tutte le religioni hanno i loro martiri, morti nonostante la fede incrollabile che il loro dio li avrebbe salvati, è evidente che tutte le divinità sono false.Le religioni, e con esse l'idea di dio, sono state un’invenzione dell'uomo, così come lo sono state l'invenzione dell'agricoltura e della ruota. Non v'è assolutamente nulla che giustifichi il convincimento che i suoi inventori avessero l'aiuto di potenze superiori all'uomo.Per Nietzsche (1844-1900): “Dio è una risposta grossolana, un’indelicatezza verso noi pensatori; anzi, addirittura, non è altro che un grossolano divieto contro di noi: non dovete pensare”.Nelle religioni convivono intuizioni geniali e aspetti di commovente bellezza con altri così assurdi da rappresentare il massimo dell’insipienza umana. Purtroppo, proprio questi ultimi hanno condizionato e continuano a condizionare negativamente la vita degli uomini.Il sacerdote, che ha sostituito il mago delle società primitive, è riuscito a far credere che ha un dio che lavora per lui e, vista la sua intimità con dio, da cui discende direttamente il suo potere, è riuscito a farsi credere infallibile.

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L'uomo razionale vede l'universo, lo studia per comprendere la sua origine e il suo futuro, che è anche il futuro dell'uomo. Ciò che oggi non riesce a spiegarsi lo rimanda alle future generazioni, alle future scoperte.Il credente vede l'universo, lo studia per comprendere la sua origine ma non si preoccupa del suo futuro, ritenendolo nelle mani di dio. Quello che non comprende lo attribuisce alla volontà di dio.Non si conosce l'origine dell'universo? Lo ha creato dio. Non si sa se dopo la morte ci sarà qualcosa? C'è dio.Per spiegare un mistero i credenti inventano un altro mistero ancora più inspiegabile e assurdo.Se è difficile comprendere l'esistenza dell'universo, che tutti vedono, ancor più difficile è comprendere l'esistenza di dio, che nessuno ha mai visto.Non è possibile pensare che una divinità onnipotente, onnisciente e benevola abbia dato origine all’universo e alla vita, per poi ritenersi soddisfatta dall’apparizione finale di Hitler, Stalin e della bomba atomica.Dio è stato concepito dal cervello dell'uomo primitivo come “immensamente potente e Capo-branco assoluto”. Tale parte antica del cervello fa ancora prostrare i fedeli dinnanzi ai rappresentanti del Capo-branco assoluto. Per fortuna coloro che non credono più nelle divinità, ritenendole incomprensibili, sono sempre di più.Anche i mistici sostengono l’assoluta incomprensibilità della divinità. Dio, la causa prima di ogni cosa, non è conoscibile dall’uomo, come l’uomo non è conoscibile da un sasso. Non è questa posizione la stessa dei non credenti i quali ritengono che la causa prima di tutte le cose è, al momento, sconosciuta e inintelligibile?Gli attributi dell'universo sono gli stessi di dio: è infinito, è sempre esistito nelle sue varie forme e sempre esisterà.Con l'aggravante che dio è dotato di intelligenza, volontà e perfezione. Se all'universo non possiamo imputare alcunché per le sofferenze che devono subire l'umanità e tutti gli esseri viventi, a dio possiamo chiederne conto.Come possiamo ritenere che dio, "Colui che dà la vita, Colui che dà la morte, il Vivente, Colui che sussiste da se stesso, Colui che trova tutto ciò che vuole, l'Assoluto, l'Eterno, il Potente, l'Onnipotente, l’Inconoscibile…" abbia potuto dare origine a tanta sofferenza?La ragione distrugge facilmente l’idea di dio, perché dimostra che dio non può esistere. La ragione lenisce anche le ansie esistenziali di coloro che si sentono soli senza un dio. La ragione crea la fede nell’uomo.“Quale Dio avrebbe potuto avere l’idea di creare un mondo così assurdo, malvagio, stupido?” Schopenhauer.Per Aristotele “Gli uomini creano gli Dei a propria immagine, non solo riguardo alla loro forma, ma anche al loro modo di vivere”. E, qualora ci fosse, “Dio è troppo perfetto per poter pensare ad altro che a se stesso”.Per Baudelaire “Dio è uno scandalo, uno scandalo che rende bene”. Se dio è sostanza divina infinitamente trascendente come può aver generato la materia che è tanto inferiore alla sostanza divina? Un uomo genera un uomo, non un moscerino. La materia di cui sono composti l’universo e l’uomo, è così volgare e diversa dall’essenza di dio, da rendere impossibile che lui possa averla generata.Se l’uomo smettesse di avere paura, la scienza e la tecnologia perderebbero immediatamente corna, coda e zoccoli da diavolo e l’umanità tornerebbe ad avere fiducia nella sua capacità di sperimentare, di verificare, di correggersi, di contrastare le calamità e, in una parola, di progredire. L’uomo ha bisogno di una fede adulta, la fiducia in se stesso.Come può dio, un essere spirituale, entrare in contatto con il mondo materiale dell’uomo?

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Nel mondo pagano avveniva con l’incarnazione delle loro divinità, tramite l’unione di Dio con una donna. Per gli Ebrei era una bestemmia, passibile di morte, pensare che il loro dio avrebbe potuto assumere carne umana.I cristiani sono ritornati ai culti pagani con l’incarnazione di Gesù.Il fondamento teologico del cristianesimo proviene dal filosofo ebreo di Alessandria d’Egitto, Filone Alessandrino. Egli, per poter permettere al mondo spirituale di dio di comunicare col mondo materiale dell’uomo, trasformò il pensiero e la parola di dio, in logos, parola udibile dall’uomo.Il logos, la parola, il verbo. In principio era il verbo, la parola. Per l’uomo primitivo il segno distintivo della sua differenza con gli animali era la parola.Vi sono animali più belli dell’uomo, più forti dell’uomo, che corrono più veloci dell’uomo, più abili nel procurarsi il cibo. Molti animali passano tanto tempo assieme, in comunità, ma nessun animale riesce a comunicare con i suoi simili come l’uomo.Nell’alba della storia l’uomo scoprì il linguaggio, cioè il modo di comunicare ai suoi simili i propri sogni, le proprie paure, i propri progetti. La parola fece l’uomo diverso dal resto del mondo animale. In principio era il verbo, e il verbo era dio. L’uomo era dio. Poi, purtroppo, venne la teologia.Per Filone il logos non è un concetto astratto come in Platone, ma parola udibile dall’uomo. Il logos è il primo essere creato da dio, è il primo figlio di dio, creatore di tutte le cose venute dopo di lui, ponte tra lo spirito e la materia.Nella filosofia greca il logos era un principio astratto, era la “ragione”, che dava ordine al mondo. Filone personalizza questo principio per farne un essere celeste:“In principio c’era il Logos, e il Logos era presso Dio, e il Logos era Dio e tutto fu fatto per mezzo di lui”.Alla fine del secondo secolo la teologia cristiana fa propria la teologia di Filone con una modifica. Il vangelo di Giovanni, infatti, inizia così: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui. E il Verbo si è fatto carne, ed abitò fra noi…”.La modifica del cristianesimo ha fatto sì che Dio si reincarnasse, come nelle credenze pagane. E’ bastato introdurre la figura di Gesù al posto di Serapide, il Dio buono degli Egiziani, morto e resuscitato, nato da Osiride e Apis.I sostenitori della necessità di un dio sono disposti a concedere che la materia che compone l’universo sia eternamente esistita e in movimento, ma questa materia non avrebbe, da sola, potuto produrre gli esseri viventi e, quindi, l’uomo con i suoi pensieri alti e nobili. Pertanto era necessaria la presenza di qualcuno che ordinasse la materia in maniera da rendervi la vita possibile e poi che provvedesse a creare la vita.Perché, invece, non pensare che la materia così com’è, evolva necessariamente verso la vita? Questo rimane, al momento, senza una spiegazione scientifica. Ma è credibile. D’altronde, con l’ammettere l’esistenza di un dio, a sua volta eterno, per spiegare l’origine della vita, non si fa altro che spiegare un mistero con un altro mistero ancora più grande e inspiegabile, perciò incredibile.“Non dobbiamo ammettere mai, come causa di qualcosa che non comprendiamo, qualcosa che comprendiamo ancor meno” (Sade).“Tutto ha una spiegazione naturale. La Luna non è una dea, bensì un grande globo roccioso, e il Sole non è un dio, ma un immenso mondo infuocato” (Anassagora 500-428 a. C.).

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3 - Dio si nasconde

Jahvè, il dio degli ebrei e dei cristiani, il dio della Bibbia, è il dio nascosto: "Io abito nella caligine". A Mosè che chiede di vederlo dice: "Tu non puoi vedere la mia faccia, perché l'uomo non mi può vedere e restar vivo". Non solo si nasconde ma, anche se si potesse vedere, non lo si riconoscerebbe poiché egli è l’inconoscibile.Per quale motivo dio si nasconde? Perché si deve credere in un dio nascosto?Coloro che non hanno difficoltà a credere in dio forse non hanno capito quali implicazioni negative per l'umanità comporti la loro credulità.Se veramente dio esistesse non avrebbe motivo alcuno per nascondersi. Di fronte al "roveto ardente", o a qualsiasi prova certa della sua esistenza, tutti si prostrerebbero in adorazione.Non si capisce, tra l'altro, per quale motivo dio non abbia lasciato ardente fino ai giorni nostri il roveto visto da Mosè. Perché dare solo a lui la prova della sua esistenza? Un roveto ardente perenne avrebbe convinto anche i più increduli dell’esistenza di dio. Quale prova c’è che Mosè non abbia inventato il racconto per dare più credibilità alle sue parole, al suo insegnamento, al suo progetto politico di creare una nazione unita per mezzo della religione? Prima di credere in dio e di amarlo gli si dovrebbe chiedere di manifestarsi e di fornire una spiegazione sui mali del mondo: i bambini innocenti morti di fame o di malattie; il sangue e le sofferenze versati da ogni essere vivente per far vivere altri esseri viventi. E tante altre cose ancora.Tuttavia alcune persone hanno affermato di aver visto la potenza di dio, o di averlo sentito, o di avvertirne la presenza, e molti credono a motivo di queste affermazioni.In primo luogo si deve osservare come tali affermazioni siano da attribuire a esperienze di mistici. Non pare sensato affermare che qualcosa esista solo perché qualcuno ha detto "io ho la sensazione che esista". Milioni di persone hanno affermato, nell'antichità, di essere entrati in contatto con gli dèi; migliaia di esserne figli; centinaia di essere degli dèi essi stessi. In base alle loro testimonianze, alle loro esperienze mistiche, dovremmo continuare a credere all'esistenza di Giove, Giunone, Venere e di tutte le vecchie divinità. Oggi, invece, non è più necessario neanche dimostrare che tali divinità non potevano esistere. Nessuno più ci crede e loro non esistono più. La stessa cosa avverrà per le attuali.La vita isolata, il silenzio e la meditazione creano un vuoto che porta alle vertigini, alle allucinazioni, a sentire “le voci” o la presenza di esseri divini. Per i “santi” è la presenza e la voce di dio, per gli invasati quella del diavolo.Poiché in tutte le religioni ci sono i mistici, con le loro visioni e le loro esperienze, dovremmo credere anche nell'esistenza degli dèi venerati in tutte le attuali religioni.In secondo luogo il fatto che qualcuno “senta” la presenza di dio non è affatto una prova a favore della sua esistenza, poiché vi sono molti altri che “non sentono” questa presenza e ciò, allora, dovrebbe costituire prova della sua inesistenza.Anche coloro che giocano al lotto o alle lotterie lo fanno perché sentono prossima la vittoria, hanno la certezza “mistica” che quella sarà la volta buona! Dare certezza alle visioni mistiche, frutto d’illusioni e speranze, può riservare brutte sorprese. Credere o non credere in dio è e resta una scelta individuale, come quella di credere nei maghi e indovini, da rispettare anche se non si condivide. Cercare di convincere i credenti a smettere di illudersi, deve diventare un obbligo morale per i non credenti. Per il progresso dell'umanità.

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4 - Chi ha creato il male?

Perché dio, a un certo punto della sua esistenza, si è deciso a “creare” nonostante nella creazione ci sarebbero state anche la sofferenza e la morte? Nella Genesi (1,24), al sesto giorno della creazione, dio disse: “Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: animali domestici, rettili, bestie selvagge della terra, secondo la loro specie”.Subito dopo (1,30), creato l’uomo, iddio disse ancora:”Ecco, io vi do ogni pianta che fa seme, su tutta la superficie della terra e ogni albero fruttifero, che fa seme: questi vi serviranno per cibo. E a tutti gli animali della terra e a tutti gli uccelli del cielo e a tutto ciò che sulla terra si muove, e che ha in sé anima vivente, io do l’erba verde per cibo”.E dio, vedendo che tutto quello che aveva fatto era buono, molto bello e in ordine, si compiacque della sua opera. Coloro che credono in un dio creatore si limitano a vedere solo un aspetto dell’universo, quello meraviglioso: il cielo in una notte serena; le stelle che scintillano nell’azzurro; la luna che ti riempie di meraviglioso stupore; il mare immenso; i monti candidi di neve; i fiori, vestiti di mille colori; gli uccelli che volano liberi nel cielo; i pesci guizzanti nell’acqua; tutti gli animali grandi e piccoli: il leone, l’agnello, la tigre, il bisonte, il coniglio. Tutto è stato creato da dio e tutto è molto bello.Certamente ci sarebbe stato da compiacersi se la creazione fosse stata proprio così! L’età d’oro dell’innocenza! Ma si può credere a questo sogno?Si può credere che poco dopo, per la sciocchezza di Adamo, nel profondo dell’oceano il pesce grande cominciò a divorare quello piccolo, mentre nella foresta il lupo azzannò il mite agnello e nella prateria il leone sbranò l’innocente gazzella?No, non si può credere. Non si può credere che la natura, creata perfetta, si deteriorò improvvisamente e cominciarono: i terremoti, i maremoti, le eruzioni dei vulcani, gli uragani, le siccità, le carestie, le pestilenze, la catena alimentare, l’uccisione di esseri innocenti per sfamare altre vite. In una parola la corruzione del creato.Non si può credere che tutta la violenza insita inscindibilmente negli esseri viventi sia venuta di soppiatto, senza il volere cosciente di dio. Il 90% delle specie esistenti sulla Terra si è estinta. La loro nascita e la loro morte non può essere frutto di un disegno intelligente!Se l’agnello innocente bruca il fiore appena nato, dio l’ha voluto, fin dall’origine.Se il lupo affamato divora l’agnello da poco nato, dio l’ha voluto, fin dall’origine.Se il tumore colpisce al cervello il bambino ancora nell’utero materno, dio l’ha voluto, fin dall’origine.Se dio fosse veramente buono e potesse fare solo cose buone, da dove è venuto il male? Si può pensare che il nostro mondo sia stato creato da un dio onnipotente, pieno d’infinito amore, quando nel mondo muore un bambino innocente ogni tre secondi? Si può pensare che tanti bambini muoiano straziati dalla fame, dalla sete, dagli animali, dai pedofili, dalle mine, dalle bombe, dai terremoti e dalle inondazioni, dagli incidenti stradali, dalle più immonde malattie volute e create proprio dal quel dio che ci dicono pieno d’infinito amore per le sue creature? Guardando il mondo e la vita che vi si svolge, si è portati a pensare che la facoltà creatrice di dio sia stata usata per coprire la terra di sangue, lacrime, lutti e ingiustizia. Anche per i più fortunati la vita riserva lutti, sofferenze e, infine, la vecchiaia e la morte. Per sfuggire alla contraddizione dell’esistenza del male e del dio buono, coloro che credono in dio hanno escogitato questa affermazione: "Dio, negli arcani della sua intelligenza e nella sapienza della sua gloria, ha concesso un tempo determinato all'esistenza dell'ingiustizia…".

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Questa spiegazione, lungi dall'essere esauriente, peggiora la situazione, infatti introduce il concetto che l'intelligenza di dio sia arcana, cioè occulta e misteriosa. Se così fosse allora i sostenitori di questa teoria dovrebbero poter dimostrare l'indimostrabile, e cioè che sono riusciti a leggere e a comprendere l'intelligenza di dio che, per loro stessa ammissione, è occulta e misteriosa, cioè arcana e indimostrabile.Qui siamo al solito gioco delle tre carte: per spiegare una cosa occulta se ne introduce un'altra, ancora più occulta.Non solo. La presenza dell'ingiustizia e del male viene dichiarata a termine: dio gli avrebbe concesso un tempo determinato. Con ciò si ritorna alla domanda iniziale, lievemente modificata ma sempre senza risposta: se dio è buono e giusto perché ha concesso al male millenni di presenza nel mondo?Forse ha voluto fare solo una prova? In questo caso perché farla durare tanto e per quale motivo fare una prova se, in ogni caso, ne conosceva già l’esito nefasto?La più antica delle religioni fondate da un uomo, da un personaggio storico, è lo zoroastrismo. E' stata fondata oltre duemilasettecento anni fa da Zarathustra o Zoroastro ed è praticata ancora da circa 100.000 seguaci. E’ la prima religione monoteistica della storia.Il dio di questa religione, Ahura Mazda, "il Saggio Signore", pur essendo onnipotente e creatore di tutte le cose, deve fronteggiare il suo gemello, Angra Mainyu, il dio che impersona il Male. Ahura Mazda vincerà, ma solo alla fine dei tempi. L'uomo, dotato di libero arbitrio, deve scegliere: se segue il Bene sarà premiato nella vita futura, se segue il Male sarà punito. Nella concezione zoroastriana l'anima sosta tre giorni accanto al cadavere del defunto. L'anima si identifica in una fanciulla, bella o brutta a seconda dell'operato in vita della persona deceduta. Successivamente l’anima va verso un paradiso o un inferno, ma con la caratteristica che, in questo caso, la condizione di espiazione è temporanea. Alla fine, pur in presenza di pene tremende e per lunghissimo tempo, tutti saranno perdonati.Il continuo dualismo tra bene e male, tra le due divinità gemelle e contrapposte, pone due questioni, ambedue irrisolte:• quale delle due divinità è veramente la più forte? Si combattono dall'inizio dei tempi,

assieme alle loro corti di angeli e demoni, e nessuna delle due è riuscita a eliminare l'altra. Come possiamo ragionevolmente ritenere che il dio del Bene sia il più forte?

• chi sarà il vincitore finale? Se il dio del Male si oppone al dio del Bene, e "il Saggio Signore" non è riuscito ancora a sopraffare il rivale, come facciamo ad essere sicuri che alla fine dei tempi, o dopo la morte, la nostra anima sarà preda del dio buono? Se a prevalere fosse il dio malvagio, Signore del Male? Quali garanzie abbiamo che ciò non possa avvenire? Per quale motivo il dio del Bene ha deciso di sconfiggere definitivamente il Male solo alla fine dei tempi e non lo ha fatto all'inizio? Se osserviamo il mondo sembra che il Male addirittura stia per prendere il sopravvento: trenta milioni di bambini muoiono di fame ogni anno, altri milioni muoiono di sete, il numero preciso degli adulti che muoiono di fame e di sete non si conosce ma è grandissimo ed è in aumento, altri milioni muoiono per le guerre, comprese quelle di religione che sono le più violente; poi ci sono le malattie infettive, i tumori, l'inquinamento; gli omicidi, gli incidenti e le calamità naturali; i pedofili (anche sacerdoti), gli sfruttatori, ecc. Quindi non è insensato ipotizzare che alla fine della lotta tra il Bene e il Male possa essere il Male a prevalere. In questo caso chi saranno i premiati: i buoni o i cattivi? Potrebbero essere premiati Stalin, Hitler, papa Alessandro VI, e puniti tutti coloro che hanno scelto, invece, di seguire il Bene.

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Diagora di Melo, un poeta lirico greco, nato nel 475 a.C., compose molte opere d’ispirazione fortemente religiosa. Improvvisamente perse la fede negli dèi, diventò ateo e per questo, nel 415 a.C., venne condannato a morte, ma riuscì a fuggire da Atene. Egli avrebbe smarrito la fede dopo aver constatato che un suo discepolo, che gli aveva rubato un poema, pur avendo negato tale sottrazione con un giuramento falso sugli dèi, godeva di una vita sana e felice. Se gli dèi non puniscono chi spergiura su di loro, vuol dire che non esistono, concluse Diagora.L’esistenza del male o dell’ingiustizia, come in questo caso, giustificano la negazione della esistenza di una qualche divinità.Cicerone riferisce un aneddoto su Diagora: “mentre questi osservava, a Samotracia, gli ex-voto offerti dai marinai scampati al naufragio, un amico gli domandò: <Tu che credi che gli dèi non si occupino delle vicende umane, non vedi, da tutte queste pitture, quanto numerosi siano coloro che, grazie ai voti, sono scampati dal furore della tempesta e giunti in porto sani e salvi?>. <No gli rispose Di agora - perché da nessuna parte sono stati dipinti tutti quelli, ben più numerosi, che hanno fatto naufragio e sono periti in mare pur avendo fatto voti>.Trovandosi egli stesso in mezzo ad una forte burrasca, i suoi compagni di viaggio, atterriti, gli dissero che giustamente incombeva su di loro una disgrazia, poiché lo avevano accolto sulla nave. Ed egli mostrando loro le altre navi esposte ai medesimi venti ed agli stessi pericoli, disse: <Credete forse che anche quelle portino seco Diagora?>”.Se esiste il male non può esistere dio, poiché:

1. o dio lascia volontariamente che si compia il male, allora è malvagio;2. o dio non ha la capacità di impedirlo, allora non è dio.

In realtà non è dio ad aver permesso o voluto il male, poiché egli non esiste, anzi, se nel mondo non fossero esistiti il male e la morte l’uomo non avrebbe mai inventato la divinità.Perché il dolore e le disgrazie si abbattono sull'umanità a prescindere dalla sua bontà o malvagità? Perché il dolore e le disgrazie si abbattono in uguale misura sull’innocente e sul malvagio, sul giusto e sul disonesto?Il papa Karol Wojtyla, nel suo libro “Memoria e identità”, riflettendo sulle ideologie del “male”, il comunismo e il nazismo, e sulle immani tragedie che hanno provocato, riferendosi al nazismo, ha scritto: “Si vede che quello era il limite imposto dalla Provvidenza ad una simile follia, anzi bestialità” aggiungendo “Ci deve essere un senso in tutto questo”. Già, ci deve essere un senso, che neanche lui conosce, perché, se non ci fosse, la sua religione, il suo dio e il suo regno terreno finirebbero nel nulla.I tre milioni di Ebrei sterminati nei campi di concentramento assieme ad altri milioni di innocenti, le decine di milioni di civili e militari morti in guerra, secondo il papa, sono stati permessi dalla Provvidenza, quindi da dio. Se dio “permette” che un fatto accada, avendo la possibilità di impedirlo, equivale a dire che lo ha voluto. Se Hitler e i suoi collaboratori, condannati a Norimberga, sono responsabili di quelle morti, di quelle stragi, dio lo è doppiamente: per non averle impedite e per aver permesso la nascita di Hitler.Gli ebrei, dopo l’olocausto subito ad opera di Hitler, avrebbero dovuto impugnare il patto che avevano stipulato con Jahvè, per inadempienza della controparte. Jahvè doveva proteggerli e non l’ha fatto, pertanto avrebbero dovuto processarlo, chiedergli i danni, sospendere i sacrifici in suo onore ed anche la circoncisione. Poi, ottenuta soddisfazione, avrebbero potuto riprendere le trattative per arrivare alla stipula di un nuovo patto. Stavolta da stipulare per iscritto e con numerosi testimoni. Della parola di Jahvè, come di quella di ogni altra divinità, non c’è proprio da fidarsi: la parola della divinità, infatti, è solo quella dei suoi intermediari, nominatisi tali per trarne vantaggio. Chi crede in dio non può far a meno di credere che tutto sia governato da lui e, nel caso si verifichino tragedie, non riuscendo a darne una spiegazione logica e coerente è costretto a

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proporre l’assurdo. Poiché per ogni accadimento ci deve esser un senso, il credente è costretto ad ammettere che il senso del male c’è, ma è nascosto negli arcani disegni di dio. Se esistesse dio si dovrebbe concludere che è stato lui stesso a volere il male, il peccato e la dannazione eterna della maggior parte degli uomini. Essendo ciò impossibile, dati gli attributi di bontà di dio, si deve concludere che, esistendo il male, non esiste dio.Seguendo le parole del grande filosofo Schopenhauer: “Se un Dio ha creato il mondo, non vorrei essere quel Dio, in quanto la miseria del mondo mi squarcerebbe il cuore”.Dostoevskij, nel romanzo “I fratelli Karamazov”, di fronte al male ingiustificato e senza scopo, al male inferto agli innocenti (bambini e animali) che possono solo piangere o lamentarsi senza poter neanche protestare, di fronte all’immoralità di una giustizia che ripaga del male sofferto solo alla fine dei tempi, porta Ivan Karamazov alla seguente affermazione: “Se il mondo è questo, grazie tante, restituisco il biglietto”.Le grandi domande e le più acute risposte si trovano spesso, prima che nei trattati di filosofia o di teologia, nelle pagine di qualche romanziere o di qualche poeta. Se ci fosse una divinità qualsiasi, essa non potrebbe rimanere inerte di fronte al male. Il sonno di dio e il suo silenzio sono inaccettabili.Dio non esiste e non c’è alcuna divinità nell’alto dei cieli. L’uomo ha inventato migliaia di divinità, ma tutte sono miseramente cadute nell’oblio perché erano solo illusioni create dagli uomini. Passeranno anche le attuali.Come ha scritto Sylvain Maréchal, parafrasando la Genesi:L’uomo disse: facciamo Dio; che sia a nostra immagine;Dio fu; e il creatore adorò la sua opera.Il Libro di Enoc, intitolato al patriarca Enoc, vissuto prima del diluvio, introduce nel giudaismo varie novità. Una di queste, rifiutando l’idea che il male possa essere prodotto direttamente da dio, propone il mito del peccato angelico. Secondo tale racconto, al tempo di Iared, il padre di Enoc, un certo numero di angeli si erano invaghiti delle donne. Il congiungimento sessuale che ne derivò infranse la divisione voluta da dio che aveva concesso la riproduzione solo agli uomini, in quanto mortali e la contaminazione che ne scaturì coinvolse non solo l’umanità, ma l’intero creato.Anche questo tentativo di non attribuire a dio l’origine del male appare privo di consistenza. Quando dio ha creato gli angeli non sapeva che si sarebbero congiunti con le donne? E quando lo hanno fatto si era distratto? In più questa idea bislacca ha portato gravi conseguenze per le donne, conseguenze di cui ancora l’umanità non riesce a liberarsi. La colpa della contaminazione dell’universo, infatti, viene attribuita alle donne il cui sesso ha tentato gli angeli. Probabilmente Enoc era un donnaiolo impenitente e credeva che le sue gioiose voglie, alle quali non voleva resistere, essendo quanto di più sublime la natura avesse offerto all’umanità, dovessero essere condivise anche dagli angeli. Nel mondo ci sono guerre, rivoluzioni, stragi di innocenti, terremoti, maremoti, incendi colossali che distruggono intere città, pestilenze, carestie, malattie di ogni genere, milioni di bambini che muoiono di fame e tutto questo non avviene per caso, ma è stato previsto e voluto da dio per il bene e la gloria di chi ne è vittima.Innocenti veniamo imprigionati, umiliati, perseguitati, abbandonati; rimaniamo senza lavoro, senza amici, ci assalgono malattie terribili e letali e noi non dobbiamo lamentarci, imprecare, ribellarci al destino crudele. Perché? Perché c’è una legge superiore, che nessuno conosce, ma che i preti dicono esista, che ha deciso così nel nostro interesse.Se ci ribelliamo, contravveniamo a questa legge, e chi l’ha emanata, che ha anche il compito di farla rispettare, punirà con implacabile severità la nostra trasgressione.Se ci fosse un dio non potrebbe rimanere in silenzio e indifferente ai mali dell’umanità.Epicuro (341-270 a. C.), filosofo greco, ha sollevato il famoso dilemma sull’esistenza del male nel mondo, ancor oggi non confutato dai teologi: “Dio, o vuol togliere i mali e non

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può, o può e non vuole, o non vuole e non può. Se vuole e non può, è impotente: il che non può essere in Dio. Se può e non vuole è invidioso, il che del pari è contrario a Dio. Se non vuole né può è invidioso e impotente, perciò non è Dio. Se vuole e può, il che solo conviene a Dio, da che cosa deriva l’esistenza dei mali e perché non li toglie?”.Se dio non ha creato il male, essendo egli solo bene, allora il male da chi è stato creato?Mentre i teologi cristiani si arrovellano per cercare di spiegare, senza riuscirci, che il male non deriva da dio, l’Islam ha dato una risposta netta: Allah è il creatore di tutto. Pertanto, sia il bene sia il male provengono da un decreto divino. La risposta dell’Islam è chiara ma il problema rimane: se Allah ha creato il male non è un dio buono. E se è cattivo come ci si può fidare di lui?Ne “L’idiota”, di Fedor Dostoevskij, ad un certo punto c’è scritto: “Solo a una domanda non sapeva rispondere: perché, Signore, i bambini muoiono?”.La morte di un bambino innocente è una cosa così ingiusta, cattiva e drammatica che qualunque motivo avesse dio per permetterla, non sarebbe mai sufficiente. E la morte è solo una delle malvagità che deve affrontare l’uomo. Ci sono la povertà, le sofferenze, le malattie, la paure, gli incubi, la pazzia, le ingiustizie, la delinquenza, le guerre, gli incidenti, le catastrofi, i terremoti e tante altre avversità.La Bibbia ci dice che dio, insoddisfatto e scontento della sua creazione decise di distruggere tutto e ricominciare da capo, come qualsiasi falegname alle prese con la costruzione di un tavolo, venuto storto: “Il Signore disse: < Sterminerò dalla Terra l’uomo che ho creato: con lui anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo perché sono pentito di averli fatti>. Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore”. Genesi 6,7.A dare ascolto alla Bibbia lo fece veramente. Col diluvio universale sterminò tutti gli esseri viventi, uomini, donne, bambini e animali di ogni specie ad eccezione di quelli contenuti nell’Arca.Dopo molti mesi passati nell’Arca, Noè, finalmente, rimise piede a terra assieme a tutti gli animali che erano con lui. Subito eresse un altare al Signore e gli offrì “di ogni specie di animali puri e di ogni specie di uccelli puri” in olocausto. “E il Signore odorò quella soave fragranza, e disse in cuor suo: “Io non maledirò più la terra a causa dell’uomo… non colpirò più ogni cosa vivente come ho fatto…” Genesi 8,20.E’ bastato il profumo di un arrosto e dio si è pentito anche di aver mandato il diluvio!Non è un po’ troppo instabile il carattere di questo dio? Dio non dovrebbe essere onnisciente, onnipotente e anche infinitamente buono? Ci si può aspettare qualcosa di buono da un dio così? E' stato utile a qualcosa il diluvio? Il mondo non è peggiore oggi di quanto lo fosse prima del diluvio?Forse, come ha scritto Chamfort “Solo l'inutilità del primo diluvio impedisce a Dio di mandarne un altro”.Senza tener conto che l’arrosto offerto da Noè, se fosse vero, avrebbe fatto sparire dalla faccia della terra ogni specie di animali puri e di ogni specie di uccelli puri. Noè, infatti, sceso dall’Arca, non poteva trovare alcun animale da offrire a dio essendo tutti morti col diluvio, ad eccezione di quelli che lui stesso aveva portato nella barca. Anche l’episodio del diluvio universale non è che la riproposizione degli insegnamenti della religione sumero-babilonese dove si racconta di un certo Ziusudra che, rimasto l’unico uomo giusto sulla terra, fu salvato dal dio Enlil che gli ordinò di costruirsi un’Arca dove ripararsi con la sua famiglia. Anche Enlil mandò il diluvio universale e uccise tutte gli uomini ad eccezione di Ziusudra e la sua famiglia.La leggenda sumera, appresa dagli ebrei durante la prigionia a Babilonia, dove si narra anche di Adamo ed Eva, fu riportata quasi alla lettera nella Bibbia. Noè, come Ziusudra, per conoscere se le acque si erano ritirate mandò in avanscoperta una colomba. Solo che nella versione originale la pioggia durò sette giorni e gli Ebrei l’aumentarono fino a quaranta.

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Per giustificare e accettare in qualche modo l’assurdità del male e la sofferenza del giusto, i teologi cristiani sostengono che è necessario veder questi mali alla luce del premio futuro.La sofferenza di un bambino innocente, o di un uomo giusto e retto, è senza giustificazione e, allora, è stato escogitato l’inganno che quella sofferenza sarà capace di dare al bambino e al giusto un premio futuro. Ma nell’aldilà, cioè quando quei poveretti saranno solo polvere, cioè nulla e, soprattutto, nell’impossibilità di reclamare contro l’inganno subito.Ci sono prove di questo premio futuro? Nessuna. E il buon credente deve sopperire con la fede. Non sapendo cosa dire, per spiegare il male e la sofferenza, i cristiani si affidano agli insondabili disegni della Provvidenza. La qual cosa significa che i disegni di dio sono incomprensibili. Allora, se sono incomprensibili, potrebbero essere anche perversi.Come già visto, il problema del male è stato risolto da alcune religioni con una visione dualistica della realtà: c’è un dio buono che ha creato le cose buone e c’è un dio cattivo che ha creato il male. I teologi cristiani, credendo in un dio unico, rifiutano questa soluzione e fanno appello alla ragione: l’esistenza di due divinità non regge alla prova dell’indagine approfondita della ragione.E bravi questi teologi cristiani! Quando si tratta di confutare le favole sostenute dalle altre religioni, la ragione può essere utilizzata, ma quando si tratta di confutare le loro, la ragione umana è insufficiente a comprendere la complessità del divino.Perché dio ha dato la libertà e il libero arbitrio all’uomo se sapeva che, questo ingrato, ne avrebbe fatto un cattivo uso con tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate?Venti secoli di sforzi dei più valenti teologi cristiani non hanno portato ad una risposta migliore di quella fornita da S. Agostino: “Dio ha giudicato cosa migliore trarre il bene dal male che non permettere l’esistenza di alcun male”.Qualche volta l’intelligenza dell’uomo è così piccola che non può minimamente comprendere i disegni divini. Qualche volta, invece, l’uomo è capace di comprendere e giustificare le più atroci assurdità che la divinità potrebbe aver commesso.Chi può dire a tutti gli esseri viventi divorati da altri esseri viventi che dal loro sacrificio scaturirà un bene maggiore delle loro sofferenze? E ai milioni e milioni di bambini morti di fame o di orribili malattie, dopo sofferenze inenarrabili, chi può dire che sono stati triturati, come in un gigantesco frullatore, per ricavarne un nettare delizioso a beneficio di dio e dei pochi che vivranno in paradiso con lui?Forse dio ha giudicato migliore per lui, e solo per lui, trarre il bene dal male, senza curarsi delle sofferenze di quei miseri moscerini.Uno dei più antichi autori cristiani, Ireneo di Lione, ha scritto che dio ha voluto l’uomo libero, anche a costo del male, perché senza la libertà: “Il bene sarebbe senza sapore e il dono di Dio senza valore”. Se fosse vero allora la libertà, o il libero arbitrio, dovrebbero esserci anche dopo la morte, nella vita in paradiso, altrimenti tutto diventerebbe senza sapore e senza valore, dopo pochi giorni di permanenza in quel luogo ameno. La vita in paradiso si trasformerebbe subito in quella di un automa: senza amore, senza odio, senza passione, senza libertà e senza gioia. La religione cristiana insegna che “Dio permette il male nel mondo per fini più alti, ma non lo vuole!”. Ed aggiunge: “Vista con gli occhi della fede la sofferenza lascia trasparire il mistero della divina Provvidenza”. Come al solito, quando non si riesce a spiegare qualcosa, si ricorre al mistero. Sant’Agostino, nei suoi scritti “Soliloqui e Confessioni”, così si esprime sul male: “Donde viene dunque il male? Forse che la materia usata era cattiva ed egli, nel darle una forma e un ordine vi lasciò qualche parte che non cambiò in bene? E perché mai sarebbe successo questo? Non era forse in suo potere, lui che è l’onnipotente, convertirla e trasformarla in maniera che non vi restasse alcunché di male?…..O se non era giusto che

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colui che è buono non creasse e non costruisse qualche cosa di buono, non avrebbe forse dovuto sopprimere ed annientare questa materia cattiva, per fondarne una buona, da cui trarre poi ogni realtà….?”. Domande ragionevoli a cui il sant’uomo non seppe dare risposta se non con la fede: cioè non seppe dare risposta poiché la fede non è una risposta. Recentemente il cardinale Carlo Maria Martini, nel suo libro “Conversazioni notturne a Gerusalemme”, ha scritto: “…non riuscivo a capire perché Dio lascia soffrire suo Figlio sulla croce. Perfino da vescovo, a volte, non riuscivo ad alzare lo sguardo verso il crocifisso perché questa domanda mi tormentava. Me la prendevo con Dio”. E accorato si domanda perché dio: “Dopo aver lasciato morire Gesù, non avrebbe potuto risparmiare la morte degli uomini?”. Infine: “Se osservo il male nel mondo, esso mi toglie il respiro. Capisco chi ne deduce che non esista alcun Dio”.Il mondo è pervaso dall’iniquità la quale non dipende dalla malvagità dell’uomo o degli animali, ma è interna e strutturale alla vita e alla sua evoluzione. In terra, nel mare e nel cielo l’energia vitale di ogni essere vivente viene costituita e mantenuta distruggendo altri esseri viventi. La catena alimentare è di una mostruosità inconcepibile, ingiustificabile. La materia vivente è spietata e solo l’uomo potrà, in futuro, modificare tale iniquità, a condizione che creda solo in se stesso.

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per informazioni su come avere tutto il libro:

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Indice Premessa pag. 2

1 - Nessuno ha dimostrato l’esistenza di un dio “ 9 2 - Causa incausata “ 17 3 - Dio si nasconde “ 24 4 - Chi ha creato il male? “ 25 5 - La Natura “ 32 6 - Il libero arbitrio “ 39 7 - L'anima “ 45 8 - Perché il male sarà sconfitto solo alla fine dei tempi? “ 52 9 - Chi l'ha visto? “ 5410 - L'evoluzione “ 5611 - Il peccato originale “ 7312 - La catena alimentare “ 8113 - I vegetariani “ 8414 - La violenza “ 8515 - L'universo “ 8716 - La "Creazione" è senza motivo “ 8917 - I miracoli “ 9218 - Gli angeli “ 11219 - Il demonio “ 11420 - I riti magici “ 11821 - Il trascendente “ 12422 - Se c'è un solo dio, perché ci sono tante religioni? “ 12623 - Il paradiso eterno “ 12824 - Dio non è conoscibile “ 13425 - Dio è inutile “ 13526 - Dio è buono? “ 13727 - Dio è giusto? “ 14028 - Dio è onnipotente? “ 14229 - L'uomo a immagine di dio “ 14330 - L'origine della vita “ 14431 - L'eucaristia “ 14632 - Dio e il carisma “ 15033 - Scopo della vita “ 15134 - Dio e la paura “ 15535 - I virus “ 15736 - I Dinosauri “ 15837 - Il lupo e l'agnello “ 15938 - Dio è amore? “ 16039 - Dio principio e fine di tutte le cose “ 16440 – La causa prima “ 16541 - La scommessa “ 16642 - Credo quia absurdum “ 16843 - Offerta del prepuzio “ 17144 - L'albero della conoscenza “ 17345 - Dio si corrompe “ 17546 - La Trinità “ 17647 - L'etica “ 18148 - Il mio dio è il migliore “ 19049 - Dio è geloso “ 191

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50 - L'inferno “ 19251 – La Teologia “ 19452 - La religione “ 19553 – I beni della Chiesa “ 22054 – I viaggi del Papa “ 22655 - L'uomo che si converte “ 229 56 - La morte “ 23157 - L'uomo cerca dio “ 23658 - Dio non si può rivelare “ 23759 - Dio non è più necessario “ 23860 - Dio a immagine dell'uomo “ 24061 - Il paradiso terrestre “ 24162 - La vita dopo la morte “ 24563 - Un dio che muore non è dio “ 24764 - L'uomo è più cattivo degli animali “ 25065 - La Bibbia, il Vangelo e il Corano “ 25266 – Le sofferenze “ 26967 - La nascita dell'uomo “ 27268 - L'immortalità “ 27569 - La grazia “ 27870 - La preghiera “ 27971 - Le indulgenze “ 28772 - La fede “ 28873 - Un solo dio? “ 29074 – Abramo “ 29275 - La superstizione “ 29476 - I tabù “ 29777 - Le visioni e l’estasi “ 29978 – Sette religiose “ 30179 - Dio è verità “ 30380 - Dio e i sacrifici “ 30481 - La sofferenza “ 30582 - La coscienza “ 30883 - Akhenaton, Mosè e il monoteismo “ 30984 – Non avrai altro dio “ 31285 – La Shoà “ 31486 – Il diluvio universale “ 31687 – La felicità eterna “ 32088 – Caino e Abele “ 32189 – L’offerta dell’imene “ 32490 – La resurrezione “ 32691 – La rivelazione “ 32892 – I Santi “ 330

93– Dio e il tempo “ 333 94 –La legge del sabato “ 335 95 – Il Purgatorio “ 336 96 – La ragione “ 337 97 - Il Limbo “ 339 98 – La professione di fede dei cristiani “ 340 99 – Fede e ragione “ 342 100 – I dieci comandamenti “ 353

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101 – Il Disegno intelligente “ 356

Bibliografia

•Filoramo, Massenzio, Raveri, Scarpi, 1998, Manuale di storia delle religioni;•Mark Twain, Editori Riuniti Roma, Lettere dalla Terra;•Ambrogio Donini, Newton Compton, Roma, Breve storia delle religioni;•Henry Louis Mencken, Il Saggiatore, Milano, Trattato sugli dèi;•Pepe Rodriguez, Editori Riuniti, Roma, Dio è nato donna;•Paul Thiry d'Holbach, Garzanti, Milano, Il buon senso;•Arthur Schopenhauer, Mursia, Milano, Morale e religione;•Sigmund Freud, Bollati Boringhieri, Torino, L'avvenire di un'illusione;•Albert Einstein, GTE, Nwton Compton, Roma, Pensieri, idee, opinioni;•Luigi De Marchi, Longanesi, Milano, Scimmietta ti amo;•Elias Canetti, Bompiani, Milano, Massa e potere; •Dario Bernazza, Mondatori, Milano, La soluzione del problema dio; •Darl Sagan, Ed. Baldini & Castaldi, Milano, Il mondo infestato dai démoni;•Il libro di Mormon; Un altro testamento di Gesù Cristo;•Marie De Hennezel; Rizzoli; La morte amica;•Demond Morris; Mondadori; L'animale uomo;•Jacques Monod; Mondadori; Il Caso e la Necessità;•Richard Dawkins; Rizzoli; L'orologiaio Cieco;•Claude Allégre; Raffello Cortine Editore; Dio e l'impresa scientifica;•Luigi Lombardi Vallari; Le Lettere; Nera Luce;•Joachim Kahl; Il Formichiere, Milano; La miseria del cristianesimo; •Ludwig Feuerbach; Feltrinelli; L'essenza del cristianesimo;•Mario Guarino, Kaos Edizioni; I mercanti del Vaticano;•Stephen Jay Gould, Codice Edizioni; La struttura della teoria dell'evoluzione•Fiorenzo Facchini, Jaca Book, Origini dell’uomo e l’evoluzione culturale;•Geoges Minois, Editori Riuniti; Storia dell’ateismo;•Friedrich Nietzsche, La gaia scienza; •Umberto e Giovanni Scapagnini, La manutenzione della vita;•Seneca, BUR, Lettere a Lucilio;•Edoardo Boncinelli, Mondatori, Io sono, Tu sei•Margherita Hack, Raffaello Cortina Editore, Sette variazioni sul cielo;•Michel Onfray, Fazi Editore, Trattato di Ateologia;•Edoardo Boncinelli e Galeazzo Sciarretta, R. Cortina Editore, Verso l’immortalità?•Israel Finkelstein e Neil Asher Silberman, Carocci Editore, Le tracce di Mosé;•Giovanni Filoramo e Daniele Menozzi, Laterza e Figli, Storia del cristianesimo;•Luigi Calcioli, La Favola di Cristo;•Telmo Pievani, Creazione senza Dio, Giulio Einaudi Editore;•Yi Munyol, Il Figlio dell’Uomo; Bompiani Editore;•Roberto Verolini; Dio laico: caos e libertà; Armando Editore;•Osho; I segreti della gioia; Bompiani;

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•Umberto Occhialini; Confronto con Dio; Edizioni Porziuncola;•Piergiorgio Odifreddi; Perché non possiamo essere cristiani;Longanesi;•Carlo Maria Martini, Conversazioni notturne a Gerusalemme, Mondadori •La Bibbia, Traduzione interconfessionale; Editrice Elle Di Ci;•Sacra Bibbia, Edizioni Paoline

L’UOMO E’ LA PIU’ GRANDE DIVINITA’

POICHE’ E’ IL PADRE DI TUTTI GLI DEI

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