IV gamma, nuova opportunità
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UNIONE EUROPEA REGIONE MARCHE PSR MARCHE 2007‐2013
PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI DI QUARTA GAMMA
Alimenti ad alto contenuto di servizio.
Sono definiti prodotti ortofrutticoli di IV gamma i prodotti ortofrutticoli destinati
all’alimentazione umana freschi, confezionati e pronti per il consumo che, dopo la
raccolta, sono sottoposti a processi tecnologici di minima entità atti a valorizzarli
seguendo le buone pratiche di lavorazione articolate nelle seguenti fasi: selezione,
cernita, eventuale pulizia e taglio, lavaggio, asciugatura e confezionamento in buste
o vaschette sigillate, con eventuale utilizzo di atmosfera protettiva. Sono prodotti
pronti al consumo e rispondono al bisogno del consumatore, infatti vengono
utilizzati anche da chi è costretto, per le pause pranzo molto ristrette, a consumare i
pasti nei luoghi di lavoro. Infatti essi rappresentano una delle più interessanti
innovazioni introdotte negli ultimi decenni nel settore agroalimentare. Coniugando
aspetti di praticità di consumo con un vissuto estremamente positivo, rafforzato
dalla connotazione salutistica e di genuinità, sembrano rappresentare la vera
risposta di innovazione ai nuovi comportamenti di consumo. Per questo le
procedure per la commercializzazione di tali prodotti sono regolate dalla legge n. 77
del 13 maggio 2011, con la quale si disciplinano la preparazione, il confezionamento
e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma. Per il basso contenuto
calorico, la ricchezza di fibre e sali minerali, le proprietà antiossidanti, la
voluminosità, i prodotti vegetali freschi sono oggi raccomandati come componente
costante dei pasti, particolarmente per modi di vita con scarse occasioni o possibilità
di attività fisica intensa. Inoltre il consumo dei vegetali freschi aiuta a contrastare la
tendenza alla sovralimentazione, con conseguente sovrappeso e obesità, considerati
oggi fattori di rischio per diverse patologie. La disponibilità di vegetali freschi pronti
al consumo ne facilita l’impiego nella dieta di un numero crescente di persone che
per vari motivi ne farebbe a meno se dovesse prepararseli comprando ortaggi non
preparati. Tra i vantaggi di questa forma di offerta non va sottovalutata la riduzione
degli scarti e dell’immondizia organica a livello domestico. Inoltre i prodotti
ortofrutticoli della quarta gamma vengono largamente utilizzati nella ristorazione
scolastica per cui la legge, precedentemente indicata, intende meglio tutelare la
relativa categoria di consumatori, indicando che le produzioni vegetali utilizzate
devono provenire prevalentemente dal territorio nazionale ed essere facilmente
rintracciabili. Un’altra opportunità che i produttori agricoli devono sfruttare è che
questi prodotti possono essere distribuiti anche tramite distributori automatici.
I principali prodotti e preparazioni di quarta gamma.
Organi e parti di pianta
Piante intere Foglie Steli, fusti,radici e organi sotterranei Infiorescenze Frutti
Valerianella Lattuga, indivia, rucola, radicchio, spinacio, cicoria, bietola Cipolla, carota, sedano, patata, finocchio Broccolo, cavolfiore, cime di rapa Peperone, zucchino, melone, uva.
Preparazioni
Preparazione di una sola specie Preparazioni miste Aromi e spezie
Insalate, frutti mondati, Insalate miste, mescolanze di ortaggi per minestre e fritture, macedonie di frutta, Prezzemolo, basilico, dragoncello, issopo, timo, finocchio selvatico, salvia, rosmarino, alloro.
Il processo di lavorazione e durata commerciale
Il processo di lavorazione per ottenere la preparazione di vegetali freschi pronti per
il consumo è abbastanza semplice, consistendo in operazioni di mondatura,
lavaggio, taglio, pesatura e imballaggio. La lavorazione degli ortaggi in prodotti di
quarta gamma può essere fatta in catena continua: lavorazione, distribuzione,
vendita e consumo. Altri prodotti possono essere gestiti in catena discontinua, con
fasi di conservazione prima o dopo la lavorazione oppure con diversi gradi di
lavorazione non effettuati nello stesso luogo. La deperibilità dei prodotti lavorati
rispetto a quelli intatti e la qualità che devono avere per l’uso previsto, condizionano
la distanza degli impianti di lavorazione rispetto ai luoghi di consumo e di
produzione. Il miglioramento delle condizioni di gestione del prodotto finito,( gli
imballaggi, gli impianti, i trasporti e il regime termico) favorisce una localizzazione
degli stabilimenti prossima alle zone di produzione della materia prima. La durata
commerciale dei prodotti di quarta gamma dipende dalle caratteristiche dei diversi
vegetali e dal sistema di lavorazione. Una durata ragionevole per le insalate è
nell’ordine di una settimana. Infatti, nonostante le minime lavorazioni a cui sono
sottoposti, tali prodotti sono caratterizzati da una durata ( shelf‐life)al bancone
ridotta rispetto all’equivalente prodotto fresco. Infatti i prodotti vegetali freschi
pronti al consumo sono alimenti microbiologicamente dinamici sia per la loro
attività metabolica sia per la microflora associata pertanto piuttosto fragili in termini
di integrità ed igiene.
I processi metabolici comprendono: degradazione delle riserve nutritive, dei
componenti della parete cellulare e conseguente rammollimento dei tessuti
vegetali, alterazione dei pigmenti con imbrunimento di tipo enzimatico, formazione
di metaboliti che influiscono sul gusto e sull’aroma del prodotto fresco. Solo i
vegetali della migliore qualità, in termini di condizione fisiologica, microbiologica,
aspetto ed integrità, possono sopportare lo stress indotto dalla preparazione, in
modo da risultare appetibili fino al termine della durata commerciale.
Elementi che influenzano la contaminazione
I prodotti vegetali possono contaminarsi attraverso:
a) Il terreno: esso rappresenta una ricca riserva di microrganismi, necessari per il
ruolo che svolgono nei cicli microbiologici degli elementi. L’attività
degradativa di questi microrganismi può causare danni dopo la raccolta,
esponendo i prodotti ad ulteriori attacchi microbici. Inoltre il terreno è una
riserva di patogeni, tuttavia, suoli non contaminati da materiale fecale, non
rappresentano una importante fonte di patogeni sui vegetali;
b) L’acqua di irrigazione: se contaminata con alti livelli di batteri fecali, aumenta
il rischio della presenza di patogeni. L’acqua di qualità scadente può essere
fonte diretta e mezzo per la diffusione di contaminanti nelle colture e nel
sistema di trasformazione e distribuzione dei prodotti. Il rischio è maggiore
quando il contatto è prossimo alla raccolta del prodotto e con vegetali con
dalla foglia rugosa. L’acqua che viene a contatto con i vegetali dopo la raccolta
deve essere di qualità potabile, ragione per cui ogni tanto è opportuno
eseguire analisi complete;
c) I fertilizzanti organici: letame, compost e fanghi di depurazione delle acque
reflue possono essere una fonte importante di contaminazione di
microrganismi fecali dei vegetali. Allungando i tempi tra concimazione e
raccolta si riduce sensibilmente la presenza di patogeni sui vegetali. In molti
episodi tossi‐infettivi conseguenti al consumo di vegetali, il letame viene
identificato come sorgente di contaminazione. Altre fonti di contaminazione
possono essere rappresentate da animali domestici e selvatici ( mammiferi,
uccelli, rettili e insetti) e dal personale addetto alla coltivazione e raccolta dei
vegetali.
Diagramma di flusso
raccolta Pre‐lavorazione in campo
trasporto
pre‐refrigerazione Conservazione
Lavaggio
selezione Calibrazione
Lavorazione ( mondatura, pelatura, sezionatuta)
Lavaggio con eventuale
trattamento antiossidante Formazione del mix
Centrifugazione/asciugatura
Confezionamento
Trasporto refrigerato
Distribuzione
Processo produttivo
Comprende:
a) La materia prima: i vegetali destinati ad essere tagliati o pelati e conservati
per vari tempi devono essere di prima qualità. I requisiti più importanti
riguardano la scelta della varietà e l’accurata selezione dei fornitori della
materia prima;
b) La refrigerazione: il rispetto della catena del freddo rappresenta il principale
ostacolo per rallentare la crescita microbica e il metabolismo dei vegetali;
c) La pulitura, pre‐lavaggio e lavaggio: svolge un ruolo importante nel ridurre i
livelli di contaminazione. Fattori importanti riguardano la qualità dell’acqua
rispettivamente ai seguenti requisiti: 1) deve essere potabile; 2) la
temperatura dell’acqua superiore a 5° C; 3) deve essere garantita una
turbolenza dell’acqua per favorire il distacco dei microrganismi posti sul
vegetale e di particelle solide;
d) Operazione di taglio: rende il prodotto maggiormente suscettibile di
alterazioni come conseguenza dell’aumento del metabolismo cellulare e
dell’esposizione di superficie non protette agli enzimi microbici. Punti critici in
questa fase sono: lame ben affilate e di giusto spessore; lame in acciaio inox;
anglo di incidenza del taglio e velocità del taglio; sanificazione accurata delle
lame con ipoclorito all’1%; igiene del personale; eliminazione delle
contaminazioni derivanti da altre lavorazioni;
e) Lavaggio e asciugatura: dopo le lavorazioni di taglio i vegetali sono ancora
popolati da molti microrganismi che possono svilupparsi rapidamente grazie
alla disponibilità dai succhi cellulari liberati durante il taglio. Risultano,
pertanto, essenziali un approfondito lavaggio e la successiva asciugatura;
f) Confezionamento: è l’ultima operazione del processo industriale,
indispensabile per preservare le caratteristiche di freschezza per tutta la vita
commerciale del prodotto. Esso ha lo scopo di proteggere i vegetali da azioni
meccaniche, valorizzare la qualità e invogliare all’acquisto il consumatore
finale. Con il confezionamento si tenta di creare condizioni tali da ritardare
l’azione combinata dei fattori di deterioramento, pertanto le modalità di
confezionamento hanno un ruolo fondamentale per il prolungamento della
conservabilità dei vegetali.
RINTRACCIABILITA’
La legge n. 77 del 13 maggio 2011, che dà diposizioni concernenti la preparazione, il
confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma,
all’art. 4, prevede le informazioni che devono essere riportate sulle confezioni a
tutela del consumatore. La capacità di identificare l’origine di un prodotto è un
importante aspetto delle buone pratiche di produzione, utile per identificare gli
errori e per aiutare a risolvere i problemi di sicurezza. Nella distribuzione dei
prodotti orticoli freschi non sono abituali le etichettature con informazioni
sufficienti a risalire all’azienda, al raccolto e all’appezzamento di produzione. D’altra
parte la breve durata della vita commerciale del prodotto e i riassortimenti che
intervengono tra la lavorazione e la distribuzione rendono pressoché impossibile
l’identificazione diretta dell’origine di un prodotto. Se si verifica un problema
sanitario attribuibile a inquinamento di un prodotto orticolo, anche nel caso più
favorevole di corretta identificazione di un luogo di produzione, la probabilità di
trovare ancora la causa della contaminazione è piuttosto piccola, perché la coltura
incriminata difficilmente sarebbe ancora in atto. L’incertezza che ne deriva
costituisce un grosso rischio per produttori e trasformatori, in quanto possono
essere coinvolti in blocco. L’attuazione di un sistema di rintracciabilità, anche nei
limiti imposti dalla natura della produzione orticola, aiuterebbe a ridurre l’incertezza
nell’identificazione della fonte, consentendo maggiore efficacia e rapidità
nell’attuazione di misure di profilassi per i consumatori e allo stesso tempo
limiterebbe i danni per i produttori non responsabili del problema. Per questo i
produttori agricoli sono tenuti alla corretta gestione del quaderno di campagna,
dove vengono registrati i trattamenti fitosanitari eseguiti sulle colture, specificando
il principio attivo utilizzato, la quantità e il giorno del trattamento. Già questi dati
sono sufficienti per verificare se sono state seguite correttamente le linee guida
inerenti la buona pratica agricola: informazioni necessarie a identificare cause
potenziali di contaminazione durante la fase di coltivazione. Poi, per soddisfare le
esigenze di base della rintracciabilità, occorre una documentazione che specifichi
l’origine del prodotto e un contrassegno che lo accompagni nel suo percorso dal
produttore al consumatore. Nella documentazione di base devono essere
specificati:
‐data di raccolta,
‐identificativi dell’azienda agricola,
‐identificativi del trasportatore,
detti dati si trovano anche nella bolla di accompagno della merce. Poiché
difficilmente gli agricoltori hanno la possibilità di controllare il loro prodotto una
volta uscito dall’azienda, è necessario che tutti i soggetti della filiera trovino il modo
di sviluppare un sistema di etichettatura che consenta ai contrassegni applicati dal
produttore e dal trasformatore di seguire il prodotto fino al consumatore.
CONCLUSIONI
I prodotti ortofrutticoli di quarta gamma se possono essere una opportunità per
alcune imprese agricole al fine di differenziarsi sul mercato costituiscono anche una
ulteriore garanzia per i consumatori, in quanto vengono utilizzati prodotti a Km zero.
Chi intende intraprendere questa strada comunque deve rispettare tutta la catena
del freddo, le norme relative alla sicurezza alimentare ( HACCP) ed all’igiene nei
luoghi di lavoro al fine di garantire un prodotto sano e soprattutto rintracciabile. La
Coldiretti dunque è in grado di offrire tutte le informazioni inerenti gli adempimenti
per una corretta gestione della quarta gamma.
Piano di sviluppo rurale 2007‐2013
Misura: 1.1.1. Azione nel campo della formazione professionale e dell’informazione.
Sottomisura: b) Attività informativa nel settore agricolo forestale con la
partecipazione comunitaria‐
Domanda n. 4592/2010