IV Domenica T. Ordinario B: Salmo 94 (95)IV Domenica T. Ordinario B: Salmo 94 (95) 1 Venite,...

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IV Domenica T. Ordinario B: Salmo 94 (95) 1 Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza. 2 Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia. 3 Perché grande Dio è il Signore, grande re sopra tutti gli dèi. 4 Nella sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti. 5 Suo è il mare, è lui che l'ha fatto; le sue mani hanno plasmato la terra. 6 Entrate: prostràti, adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti. 7 È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce. Se ascoltaste oggi la sua voce! 8 »Non indurite il cuore come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, 9 dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere. 10 Per quarant'anni mi disgustò quella generazione e dissi: «Sono un popolo dal cuore traviato, non conoscono le mie vie». 11 Perciò ho giurato nella mia ira: »Non entreranno nel luogo del mio riposo»». In rosso il testo usato nella liturgia Tipo di Salmo (genere letterario): Liturgia della fedeltà a Jahweh Nella liturgia sono usati i vv 1-2; 6-9 Ritornello liturgico: Ascoltate oggi la voce del Signore È un slmo molto usato nella preghiera della “liturgia delle ore” che ritma la preghiera quotidiana della Chiesa. Si compone di due parti del tutto diverse tra loro per tono e contenuto: la prima (vv 1-7°) si presenta con le caratteristiche di un inno che ha come fine l’esaltazione della grandezza di del Dio di Israele, creatore e signore dell’universo e “rupe di salvezza” per il suo popolo. La seconda (vv 7b-11) è un oracolo con cui Dio, ricordano il comportamento della generazione nel deserto, ammonisce l’assem- blea a non imitarne l’esempio per non incorrere nel suo stesso castigo, che fu quello di essere privato della terra, il luogo di “riposo” preparato da Dio per il suo popolo. Nonostante la diversità delle due parti è una composizione unica. Prima lettura: con Israele Questo salmo, nell’ebraismo, veniva usato nelle celebrazioni dove veniva rinnovata l’alleanza. A due riprese i leviti, cioè il gruppo sacerdotale che organizzava il culto nel tempio invitava l’assemblea a partecipare attivamente alla celebrazione. Ad ogni invito la folla risponde con una forma di adesione che comincia con un “sì”.

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IV Domenica T. Ordinario B: Salmo 94 (95) 1 Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza. 2 Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia. 3 Perché grande Dio è il Signore, grande re sopra tutti gli dèi. 4 Nella sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti. 5 Suo è il mare, è lui che l'ha fatto; le sue mani hanno plasmato la terra. 6 Entrate: prostràti, adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti. 7 È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce. Se ascoltaste oggi la sua voce! 8 »Non indurite il cuore come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, 9 dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere. 10 Per quarant'anni mi disgustò quella generazione e dissi: «Sono un popolo dal cuore traviato, non conoscono le mie vie». 11 Perciò ho giurato nella mia ira: »Non entreranno nel luogo del mio riposo»». In rosso il testo usato nella liturgia Tipo di Salmo (genere letterario): Liturgia della fedeltà a Jahweh Nella liturgia sono usati i vv 1-2; 6-9 Ritornello liturgico: Ascoltate oggi la voce del Signore È un slmo molto usato nella preghiera della “liturgia delle ore” che ritma la preghiera quotidiana della Chiesa. Si compone di due parti del tutto diverse tra loro per tono e contenuto: la prima (vv 1-7°) si presenta con le caratteristiche di un inno che ha come fine l’esaltazione della grandezza di del Dio di Israele, creatore e signore dell’universo e “rupe di salvezza” per il suo popolo. La seconda (vv 7b-11) è un oracolo con cui Dio, ricordano il comportamento della generazione nel deserto, ammonisce l’assem-blea a non imitarne l’esempio per non incorrere nel suo stesso castigo, che fu quello di essere privato della terra, il luogo di “riposo” preparato da Dio per il suo popolo. Nonostante la diversità delle due parti è una composizione unica. Prima lettura: con Israele Questo salmo, nell’ebraismo, veniva usato nelle celebrazioni dove veniva rinnovata l’alleanza. A due riprese i leviti, cioè il gruppo sacerdotale che organizzava il culto nel tempio invitava l’assemblea a partecipare attivamente alla celebrazione. Ad ogni invito la folla risponde con una forma di adesione che comincia con un “sì”.

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Si ascolta allora una specie di oracolo per richiamare l’importanza e l’attualità dell’alleanza. Seconda lettura: con Gesù Vengono citati Massa e Meriba. Questi due luoghi richiamano alla sfida lanciata dal popolo contro Dio e raccontata in Es 17,1-7. Gesù ha voluto rivivere il tempo del deserto, che è luogo della tentazione e della prova. Le tentazioni di Gesù furono le stesse di Israele: la fame, l’idolatria e quella dei segni miracolosi. Anche Gesù ha usato la parola “generazione” in maniera negativa come il salmo in questione soprattutto quando vengono chiesti dei segni. Ma Gesù riprende anche il tema del pastore e l’immagine della roccia. Ricordiamo la breve parabola-racconto della casa sulla roccia (Mt 7,24) Terza lettura: con il nostro tempo Venite, entrate, gridiamo…” C’è un forte richiamo a riscoprire i valori comunitari, ricordando anche le parole di Papa Francesco: “Nessuno si salva da solo!”. Anche il periodo che stiamo vivendo ha creato spesso delle forme di anonimato. Per contrasto c’è il desiderio di “essere con”. Anche la liturgia, pur con i suoi limiti, cerca di valorizzare la partecipazione comunitaria. Il fatto che, soprattutto la Domenica, siamo convocati insieme, nello stesso luogo e alla stessa ora è per pregare insieme. Prostrati, adoriamo… Forse ci siamo dimenticati di questo gesto universale, proprio di tutte le religioni. La nostra cultura occidentale ci ha un po' disincarnati ma possiamo recuperare questo gesto per speri-mentarne tutta la carica di affettività umana. A volte un gesto è più vero e compromettente di una sem-plice parola. Non indurite il cuore… è il rimprovero dell’amore ferito. D’altro canto è questa la vera dimensione del peccato che non è semplicemente trasgressione di una legge ma è mancanza di amore, nei confronti del fratello e della sorella e verso Dio. Invece di lanciare una sfida a Dio e accusarlo (cosa che è abbastanza di moda peraltro) forse dobbiamo renderci conto che il male è contrario al piano di Dio e che Egli è il primo a soffrirne. Non è un caso che la Chiesa ci propone di pregare questo salmo ogni mattina. L’invito alla lode gioiosa, in esso contenuto fin dal primo versetto, è un invito quotidiano. Quanto all’ammonizione severa a resi-stere alla tentazione, è anch’essa un invito positivo: oggi… tutto è possibile. Il passato è passato… Il male di ieri è finito. Un nuovo giorno sta per cominciare. O Padre, nel dono del tuo Spirito sempre ci fai sentire la tua voce: fa' che i nostri cuori non siano di pietra, ma fedeli nel tuo glorioso servizio facciamo della nostra vita un ascolto attento e ininterrotto della tua Parola. Amen. (D.M. Turoldo)

Al Padre, al Figlio, allo Spi-rito santo gloria cantiamo insieme al creato: pur noi beati se oggi accogliamo con fedeltà la Parola di Dio.