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IUAV – Corso di Informatica e Disegno Digitale – Prof. Maurizio Galluzzo L’architettura tra informazione e tecnologia Sara Bortolato (mat. 268835)

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L’architettura tra informazione e tecnologia

Sara Bortolato (mat. 268835)

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L’architettura tra informazione e tecnologia

L’informatica intesa come tecnologia ha cambiato, per alcuni, il modo di concepire l’architettura, per altri il modo di costruirla, per altri ancora il modo di viverla.

Questa tecnologia ha comportato quantomeno una rivisitazione della metodologia del progettare e gestire la realtà e quindi l’architettura.

Questo significa che l’architetto (ancora una volta) è sollecitato ad allargare i confini dei propri interessi culturali e delle proprie conoscenze e competenze, servendosi delle nuove tecnologie strumentali, materiali, intellettuali, per farle proprie.

L’architettura, giacché spazio multimediale e multimediato, è sempre stata un’infrastruttura culturale, un dispositivo materiale di accesso all’immateriale, un punto di interconnessione per le varie specie di spazi propri dell’uomo, tra cui oggi annoveriamo il ciberspazio che ci fa parlare di architettura connettiva.

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Architettura Digitale è un termine che dà l'impressione che si tratti di una branca particolare all'interno dell'architettura . Forse si dovrebbe cominciare a parlare di Architettura nell'era Digitale.

Quello che sta accadendo nel nostro settore è straordinario: tutti gli studi di architettura, anche quelli di piccole dimensioni, sono oramai definitivamente passati dal tecnigrafo al disegno elettronico assistito e visto che è diventato così semplice ed economico si sono anche collegati alla rete; ora tramite la rete si scambiano file e disegni, si aggiornano quotidianamente, in maniera interattiva e collaborativa, consultando postazioni Internet, portali, e motori di ricerca, diventando spesso anche protagonisti; i più attenti e curiosi tra di loro hanno incominciato ad usare software per il disegno tridimensionale e stanno indagando nuove forme, forme sinuose, sperimentazioni destinate a segnare un'epoca e niente più; altri incominciano a riflettere sull'architettura come membrana di interazione, non solo filtro con l'ambiente, non solo nuovo abito domotico, ma anche vero e proprio supporto per la comunicazione globale, luogo di sfondamento spazio-temporale, dove i muri divengono interfaccia di comunicazione.

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L’architettura tra comunicazione e

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COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE

Questo rientro della comunicazione quale centro propulsore di una nuova fase dell'architettura è un dato legato alla rivoluzione informatica.

L'informazione è il vero valore aggiunto di qualunque merce. È ciò che la rende competitiva. E informazione vuole dire anche narrazione, immagine, design. Si pensi ad un orologio, ad un'auto o anche ormai ad un'architettura. Si compra prima la narrazione, l'utopia di vita, poi la forma e si dà assolutamente per scontato che il prodotto funzioni. Il contenitore stravince sul contenuto.

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TRE CAMPI DI LAVORO.

Ora la strada per tradurre questo in architettura, cioè in quanto di più apparentemente statico esista, l'abbiamo già da qualche anno indicata e lo stesso hanno fatto un piccolo gruppo di architetti pionieri. Si chiama Interattività

Interattività in architettura vuole dire almeno tre cose diverse e di livello di complessità crescente, in cui la più complessa, che è l'Interattività fisica, contiene le due precedenti.

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1. Interattività fisica vuole dire che l'architettura stessa cambia. Sappiamo che esistono già case intelligenti in cui l'ambiente cambia a seconda della situazione. Vi è lo scenario ospiti in cui automaticamente si attenuano alcune luci, si aprono alcune porte, si muovono alcune pareti scorrevoli o controsoffitti, si crea una temperatura e un flusso di aria. Magari, e ci si sta arrivando con delle microfibre nei rivestimenti, nel vetro, addirittura nei nuovi marmi, anche le caratteristiche fisiche delle pareti possono interattivamente cambiare nella grana, nella porosità, nella capacità di assorbimento del suono o del colore. E accanto allo scenario ospiti se ne possono avere mille altri. Cominciare ad applicare queste idee in maniera più allargata, adoperarla non solo come è oggi nelle case dei ricchissimi ma anche e sempre di più negli edifici pubblici, nei musei, in alcune parti di città è appunto uno degli esiti auspicabili dell'architettura.

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2. Consiste nel fatto che oggi si possono combinare in maniera una volta impensata il reale e il virtuale. Si tratta dell'avanzamento di sistemi di proiezione quasi dentro la stessa pelle dell'edificio che consentono anche di intervenire con una sorta di nuovo illusionismo mediatico che può permettere di dare vitalità a situazioni degradate o in cui è impossibile intervenire. Nei siti archeologici o nelle periferie degradate o in alcune parti dei centri antichi si possono prevedere alcuni interventi di questo tipo. Si tratta di compiere un passo decisivo per la presenza dell'informatica nella scena e nella scenografia della città.

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3. Si tratta dell'interattività dentro il processo stesso della progettazione architettonica. Oggi ci si può muovere con velocità e facilità dentro dati interconnessi, per decidere, di volta in volta, la forma che vogliamo dare. Il processo stesso del concepire prima, costruire poi, e gestire infine l'architettura consente un flusso di interattività enorme.

Avere un unico database di informazioni tridimensionali su un edificio, organizzato gerarchicamente legato ai cataloghi esterni, ai prezziari, ai modelli tridimensionali delle componenti e connesso a sistemi esperti per le verifiche specialistiche. E non si tratta solo di efficienza. Interattività nel processo progettuale vuole dire anche avere una maniera sempre più fluida per cercare di fare ogni volta la migliore architettura possibile.

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L'informatica ha dunque in questo contesto quattro caratteristiche chiave:• fornisce i "modelli matematici" per indagare la complessità della natura e a

partire da questi modelli di simulazione consente di strutturare relazioni nuove in progetti che ne introitano le ragioni e le dinamiche

• l'informatica fornisce armi decisive per la costruzione reale di progetti concepiti con queste complesse logiche "all digital“

• l'informatica dota l'architettura di sistemi reattivi capaci di simulare comportamenti della natura, nella reazione al clima, ai flussi di uso e ultimamente anche ai comportamenti emotivi, e offre così una nuova fase di ricerca estetica di cui ci siamo spesso soffermati parlando delle sfide dell'Interattività

• l'informatica, o meglio l'era informatica, fornisce anche un modello diverso di città e di paesaggio urbano: misto negli usi, sovrapposto nei flussi, aperto 24 ore su 24 con attività produttive ludiche sociali e residenziali in cui si intrecciano strutturalmente "natura e artificio".

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Gli architetti di nuova generazione stanno lavorando per capire come i modelli dinamici, interconnessi, mutabili che rappresentano il cuore della rivoluzione informatica trasmigrino in un’architettura che ne sia la reificazione. Se questa ricerca costituisce l'orizzonte di una nuova fase dell’architettura, la sua materia prima, l'acqua che nutre la ricerca e che si muove in onde, gorghi, mulinelli, cascate, si chiama informazione. La materia prima di una nuova fase dell'architettura.

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La Rete, i sistemi informativi per l'ideazione e la progettazione degli edifici, i materiali e i modi stessi della costruzione modificano l'architettura. Gli spazi tendono ad essere sempre più multifunzionali e sono ideati attraverso geometrie complesse visualizzate dai calcolatori, la costruzione è realizzata con una sorta di artigianato informatico perché si possono realizzare pezzi speciali creati attraverso frese guidate da disegni digitali, ma soprattutto l'informazione stessa diventa componente essenziale dell'architettura e dell'ambiente urbano. E l'informazione nel campo dell'architettura gioca contemporaneamente almeno tre ruoli. Innanzitutto è comunicazione -pubblicitaria, ludica o educativa- inoltre è infrastruttura produttiva per lo sviluppo multidisciplinare del progetto e per la gestione futura degli edifici, ma soprattutto è diventata il terreno di una sfida estetica. Gli architetti d'avanguardia stanno cercando di concepire una generazione di edifici e di spazi che hanno coscienza del cambiamento che l'informatica conduce e che siano capaci di esprimere questa rivoluzione.

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Studi d'alto profilo assumono esattamente questo tipo di persone. Gehry Associates, Foster and Partners creano piccoli ma agguerriti gruppi dove l'informatica entra "nelle fibre stesse" dello sviluppo progettuale e ne caratterizza fortemente la direzione. Per esempio: come sviluppare volumi matematicamente perfettamente definiti o, al contrario, come sviluppare superfici complesse basate su equazioni non lineari in rapporto a teorie nate nella biologia oppure, ancora, come realizzare simulazioni sempre più articolate che coinvolgono gli innumerevoli parametri di una ingegnerizzazione consapevole del progetto e che va dai calcoli statici a quelli termici, dai flussi di utilizzo alla reazione al sole sino alle situazioni di rischio come incendio, terremoto o terrorismo.

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Frank O. Gehry and Associates.CAD-Software in via di sviluppoper facilitare il disegno degli involucriesterni.

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Frank O. Gehry and Associates.Experience Music Project in costruzione,Seattle, 2000 (foto B. Lindsey).

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Una recente realizzazioni è l'interessante libreria Florence Loewy che lo studio Jakob&Mac Farlane ha realizzato a Parigi. L'idea nuova è creare una struttura abitabile che forse si potrebbe sperimentare anche negli edifici evitando lo stucchevole gioco "sulle pelle" e il rivestimento su cui troppi architetti si sono ultimamente concentrati.

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L'altra opera è un Lounge (uno spazio in cui i viaggiatori si rilassano sentendo musica o accedendo a vari sistemi informativi offerti in questo caso dalla società Wind) realizzato dallo studio Light Architecture di Gianni Ranaulo a Roma . In questo caso si sperimenta uno spazio reattivo ai desideri degli utenti (luce, musica, apertura e chiusura di vari diaframmi) e l'integrazione di sistemi proiettivi che personalizzano, trasformano e virtualizzano l'ambiente. Dopo l'installazione temporanea a Fiumicino questa idea avrà senz'altro altre occasioni di realizzazione.

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