Itineranti Per Catania

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La classe 2°Fss del liceo delle scienze sociali “TURRISI COLONNA” Present a

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La classe 2°Fss del liceo delle scienze sociali “TURRISI COLONNA”

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Catania attraverso La linea del tempo

3 Aprile 2008 “In giro per Catania”

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Catania attraverso la linea del tempoL’alba della civiltà a Catania: i primi abitanti.

La fondazione di CataniaGli insediamenti calcidesiLo sviluppo della città greca

Catania e la dominazione romana

Le invasioni barbariche: Vandali, Eruli, Ostrogoti

La dominazione bizantina

L ’invasione musulmana

I Normanni e il terremoto del 116

Gli Svevi: Enrico VI e Federico II

Gli Angioini e la guerra del Vespro

Gli Aragonesi

Catania dal Quattrocento alla fine del Seicento:

gli spagnoli e l’età dei Vicerè

Il terremoto del 1693:

La cronaca e la leggendal’urbanistica di Catania prima del terremoto

L’urbanistica della Catania barocca

L’urbanistica e i quartieri di Catania oggi

•18000-1000 a.C.

•729 a.C.

•263 a.C.- 476d.C.

•440 d.C. Vandali•477 d.C. Eruli, •491 d.C. Ostrogoti

•535 d.C.-827d.C.

•827 d.C.-1039 d.C.

•1060d.C.- 1194 d.C.

•1194 d.C-1250 d.C.

•1265d.C-1282d.C.

•1282 d.C.-1410

•1412d.C-1693

•1693

•1712

•2008

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L’alba della civiltà a Catania: i primi abitanti.

I poeti e gli storici dell’antichità avevano considerato la Sicilia abitata in origine da uomini giganteschi. Tucidide, storico greco del V sec. a.C, scrive: “ Si dice che i più antichi siano stati i Ciclopi ed i Lestrigoni...” e la sua testimonianza sembrò confermata per lungo tempo dai reperti fossili ritrovati in alcune grotte. Gli studi archeologici e paleontologici dimostrarono, a partire dal XIX sec., che i reperti fossili appartenevano non a uomini giganteschi, i mitologici Ciclopi, ma alla fauna dell’ Era quaternaria, migrata in Sicilia durante l’epoca interglaciale e poi scomparsa: elefanti nani, orsi bruni, lupi, leoni ecc.

I primi abitanti sono stati veramente i Ciclopi ?

I primi abitanti secondo la fonti storiche e gli studi

archeologici

• Probabilmente i primi abitanti furono i paleolitici del paleolitico superiore ( circa18000 anni fa )

• Tra il V ed il IV millennio a.C. i Neolitici, provenienti dall’Anatolia avrebbero introdotto l’agricoltura e l’artigianato della ceramica ( Civiltà di Stentinello)

• All’inizio del II millennio avvenne lo stanziamento dei Sicani, secondo Tucidide provenienti dall’Iberia.

• Da Castelluccio, nelle vicinanze di Noto, si diffonde la civiltà del Bronzo anche nei villaggi vicini, nella zona di Catania, come a Ragusa, Siracusa e Gela, come testimoniano le necropoli nelle grotte, i rilievi e i vasi.

• Alla fine del II millennio i Siculi, provenienti dal Lazio, avrebbero spinto i Sicani verso Occidente e avrebbero fondato un villaggio nelle vicinanze del fiume Amenano, a cui avrebbero dato il nome di Katinon.

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La fondazione di CataniaGli insediamenti calcidesi

Lo sviluppo della città greca

Secondo lo storico Tucidide, Kathana fu fondata nel 729 a.C., da un gruppo di calcidesi di Grecia, provenienti da Naxos e guidati da Evarco, che si stanziarono nella località precedentemente occupata dai Siculi, con i quali stabilirono rapporti di pacifica convivenza.

Nel 480 a.C. ci fu, a Imera, una sanguinosa battaglia fra i Cartaginesi di Amilcare e le forze alleate greche di Gelone di Siracusa. La battaglia si risolse con la sconfitta dei Cartaginesi. Nel 478 a.C. Gelone morì e gli successe Gerone I, che nel 476 a.C. espulse da Catania gli abitanti calcidesi e la ripopolò con siracusani e peloponnesiaci. Alla morte di Gerone (467 a.C.), salì al potere il fratello Trasibulo; che fu scacciato dopo undici mesi di governo. Nel 461 a.C. i catanesi tornarono a Catania.

Nel 403 a.C. Catania fu conquistata da Dionigi il grande, che vendette gli abitanti come schiavi e introdusse mercenari campani. Catania rimase così per lungo tempo nell’orbita della potenza siracusana.

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Page 7: Itineranti Per Catania

Catania e la dominazione romanaDurante la prima guerra punica (264-241 a.C.) i Romani, desiderosi di conquistare la Sicilia, si scontrarono con i Cartaginesi. La vittoria arrise ai Romani, che nel 263 a.C occuparono la città e le diedero il nome di Càtina.

Dopo la conclusione della terza guerra punica, conquistata Siracusa (212 a.C.) e distrutta Cartagine nel 146 a.c. , la Sicilia fu il primo possedimento coloniale e divenne provincia romana.Nel 122 a.C. gran parte di Catania fu distrutta da un enorme fiume di lava che investì la città. Nell’anno 73 a. C. la Sicilia venne afflitta per tre anni dalle rapine commesse dal pretore Gaio Verre. Cicerone ci riferisce che quando Verre giunse a Catania si fece consegnare da ogni famiglia tutto l’argento che possedeva in casa e profanò il tempio di Demetra (Cerere) portando via la statua dal tempio.

Dopo la morte di Giulio Cesare (44 a.C.) ebbe inizio la guerra civile e per molti anni Ottaviano fu costretto a combattere contro Sesto Pompeo, governatore di Sicilia, fino alla sua sconfitta. Le condizioni economiche della Sicilia erano più tristi e per risolvere la crisi intervenne Ottaviano. Così nel 22 a.C. giunse in Sicilia, vi rimase per circa un anno, risollevandola. Durante il periodo dell’età imperiale la Sicilia divenne il granaio di Roma, molti edifici furono ricostruiti e Catania rifiorì nei suoi monumenti.

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I monumenti dell’età RomanaODEON: serviva per i concerti e per le prove drammatiche, era capace di contenere oltre 1300 posti.LA NAUMACHIA: costruzioni di gigantesche dimensioni, serviva per riprodurre, come gioco e spettacolo, delle esercitazioni navali. Fu distrutta completamente nel 1669 da un’eruzione.CIRCO MASSIMO O IPPODROMO: edificio adibito per i giovani che si esercitavano nell’equitazione; ospitava feste in onore di Bacco e di Venere. Edificio distrutto dall’eruzione dell’Etna nel 1669. IL FORO: complesso di edifici, centro della vita cittadina in età romana, ubicati nei presi dell’attuale cortile di San Pantaleone. Oggi rimangono resti di un colonnato e ambienti sotterranei.IL GINNASIO: edificio a forma di ferro di cavallo, adibito a uso ginnico. Era ubicato nella zona dove oggi si trova il Castello Ursino, oggi non esiste alcuna traccia della costruzione. ARCO DI MARCELLO: innalzato per celebrare la vittoria del console Marco Claudio Marcello sui siracusani. La distruzione avvenne nel 1169 a seguito del terremoto.L’ACQUEDOTTO: si diramava in tre direzioni: una verso la Naumachia; una verso la collina di Montevergine; una verso Porta del Re.

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TERME ACHILLEE: erano le più grandi terme cittadine. Risalirebbero al 434 d.C. I ruderi si trovano sotto la cattedrale.TERME DELL’INDIRIZZO: si trovano in piazza Currò, così denominate perché si trovano accanto al monastero di Santa Maria dell’ Indirizzo.TERME DELLA ROTONDA: alimentate dalle acque provenienti da S. Maria di Licodia. Si trovano tra via della Rotonda e la chiesa dei Minoritelli.ANFITEATRUM INSIGNE: è il più importante monumento della civiltà romana. Era capace di contenere circa  15.000 spettatori ed era inferiore solo al Colosseo di Roma e all’Arena di Verona. La data di costruzione, secondo alcuni, risale alla metà del II secolo d. C., durante il governo di Adriano e degli Antonini; secondo altri, risale al tempo di Ottaviano Augusto. Quando Costantino abolì i ludi gladiatori, iniziò la decadenza dell’edificio, tanto che all’inizio del VI sec. l’anfiteatro era in abbandono e le pietre dell’edificio, con l’autorizzazione del Re Teodorico, furono utilizzate per costruire le mura della città. Nel 1091, durante i lavori di costruzione della Cattedrale, le più belle colonne di granito Egizio furono utilizzate per adornare l’interno. Il terremoto del 1693 sommerse sotto le macerie l’intero monumento. I lavori di scavo che lo riportarono alla luce iniziarono nel 1904 e si conclusero nel 1906.

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Le invasioni Barbariche:Vandali, Eruli e Ostrogoti

• Nel 440 , provenienti dall’Africa settentrionale, sbarcavano a Lilibeo i Vandali, comandati da Genserico. Per contrastare gli invasori venne inviato lo svevo Ricimero che nel 456 li sconfisse ad Agrigento. Anche se Genserico fu sconfitto, la guerra durò fino al 476.

• Nel 477 Genserico cedette la Sicilia al re dei Eruli, Odoacre, il cui dominio durò solo 24 anni.

• Nel 491 gli Ostrogoti, guidati da Teodorico, invasero la Sicilia e lasciarono a Catania un presidio militare. Il re ostrogoto rispettò le consuetudini locali e stabilì buoni rapporti con i catanesi, che chiesero al re Teodorico il permesso di fortificare le mura devastate dalle incursioni utilizzando le pietre dell’anfiteatro Romano, che si trovava in stato di completo abbandono.

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La dominazione bizantina e l’invasione musulmana

Con gli Ostrogoti Catania attraversò un felice periodo di rinnovamento edilizio che durò però fino allo scoppio della guerra tra Ostrogoti e Bizantini.Nel 555 le armate dell’imperatore bizantino Giustiniano liberarono la Sicilia dai barbari ed essa ritornò a far parte del grande impero d’Oriente. Iniziò così la fase bizantina della città ( 555-875). Nel VI – VII sec. d.C la città visse una certa vitalità economica ed assunse un aspetto multiculturale e religioso, nonostante la prevalenza della lingua greca e della religione cristiana. Nel secolo successivo la città visse un periodo di divisione e crisi causato da lotte iconoclaste. In Sicilia, con l’invasione araba ( VIII sec.), Catania assunse il nome di Balad el fil o Medinat el fil (la città dell’elefante). Sotto tale dominazione Catania attraversò un periodo di splendore economico e culturale. La riconquista araba fu assai breve e dopo pochi decenni il normanno Conte Ruggero sbarcò in Sicilia impossessandosene nell’anno 1082.

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Catania Normanna e il terremoto del 1169

Il Conte Ruggero avviò la riorganizzazione politico-amministrativa della Sicilia. A Catania venne eletto come vescovo l’abate benedettino Ansgerio, che risollevò l’agricoltura e l’economia della città. Durante tale vescovato, nel 1094 venne costruita una nuova Cattedrale ed eretto il monastero dei Benedettini. Nel 1101 Ruggero II successe al padre, e dimostrò subito la sua forza e la sua intelligenza. Nel 1130 ottenne l’investitura a primo re di Sicilia. Dotò il regno; di un corpus legislativo e, si dedicò a numerose imprese belliche contro Arabi e Bizantini dove Catania ritornò vittoriosa con diversi prigionieri greci; abili nella lavorazione della seta che poi divenne un’attività catanese. Nel 1154 morì il primo re di Sicilia e gli successe Guglielmo detto il Malo perché crudele e privo di genialità politica. Alla sua morte salì al trono, Guglielmo II il Buono sotto la reggenza della madre, la quale dovette gestire l’emergenza provocata dal terribile terremoto del 4 febbraio 1169 che, causò a Catania la morte di ben 15.000 persone su 23.000. menù

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Il dominio Svevo: Enrico VI e Federico IINegli ultimi decenni del XII secolo la dinastia normanna si estinse. Infatti, dopo la morte del re Guglielmo II, il regno passò alla zia Costanza e al marito Enrico VI di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero, che fu incoronato re di Sicilia nella cattedrale di Palermo nel 1194.

Dopo la sua improvvisa morte, nel 1198, salì al trono il figlio Federico, detto stupor mundi, che nel 1220, col nome di Federico II, divenne imperatore. Egli fu un sovrano severo, ma illuminato. Con lui il potere concesso dai Normanni ai vescovi fu ridimensionato ed, infatti, a Catania venne eretto il Castello Ursino, come simbolo del nuovo potere regale e laico che si contrapponeva a quello della Chiesa, rappresentato invece dalla cattedrale-fortezza. Dopo la sua morte, nel 1250, e la sconfitta subita dal figlio Manfredi a Benevento (1266), per volere del papa Urbano IV, la Sicilia venne assegnata a Carlo D’Angiò, fratello del re di Francia.

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Gli Angioini e la guerra del Vespro

Con Carlo d’Angiò si iniziava la breve dominazione angioina in Sicilia. Carlo confiscò ai grandi proprietari le terre e le distribuì ai cavalieri e ai baroni francesi, ai quali assegnava il controllo delle città. Nel 1282 giovani audaci assalirono il Castello Ursino e liberarono i carcerati, consegnando le armi alla loro gente. Il popolo siciliano chiuse le porte della città e si ribellò a tutto questo con la rivolta del Vespro. Tutte le città della Sicilia contribuirono alla cacciata dei francesi, ad eccezione di Sperlinga.

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Dopo la liberazione della Sicilia, i siciliani temevano il ritorno degli Angioini così chiamarono Pietro III d’Aragona. A Catania soggiornò, nel Castello Ursino, il figlio Giacomo, che però rinunciò al regno di Sicilia. Gli isolani elevarono al trono il fratello Federico d’Aragona. Il 15 gennaio 1296 lo incoronarono, nel Duomo di Catania. Fino alla fine del secolo, il regno fu caratterizzato da una forte incertezza politica per i numerosi tentativi degli Angioini di riconquistare l’isola. Nel 1302 con la pace di Caltabellotta si stabilì che la Sicilia rimanesse a Federico II d’Aragona, che nel 1303 sposava a Messina Eleonora d’Angiò. Nel 1337 Federico II d’Aragona morì e la moglie si ritirò nel monastero di S.Nicolò. In questo periodo fra le grandi famigli feudatarie si distinse quella degli Alagona, sotto la cui signoria la città divenne la terza del regno ed il castello Ursino sede della corte reale

Gli Aragonesi in Sicilia

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In Sicilia,dopo qualche anno, la peste venne a turbare i frutti della pace. Scoppiò nell’ottobre del 1347 a Messina e molti messinesi abbandonarono la città per trasferirsi a Catania, ma poco dopo morirono e vennero sepolti fuori le mura della città.

La peste così, nel 1348, arrivò anche a Catania e nello stesso anno cessò. Salì al trono Ludovico d’Aragona, che fu colpito dall’epidemia e morì nel 1355. La salma venne portata a Catania nella chiesa di S. Maria la Grande, mentre il funerale si svolse al Duomo.Dopo la morte del re Martino (1409_1410),il potere passò nelle mani di Bianca di Navarra. Quest'ultima, non riuscendo a tenere saldo il trono ritornò a Navarra(1412). La Sicilia dunque rimase senza punto di riferimento, sino a quando il re d'Aragona Ferdinando elesse come vicerè del regno d'Aragona Giovanni Duca di Pegnafiel (1416). Così anche la dinastia degli Aragonesi si estinse e la Sicilia divenne un viceregno del potente regno di Spagna.

La Peste del 1348e la fine della dinastia degli Aragonesi

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Catania dal Quattrocento al Seicento

CATANIA DEI VICERE' (XV SECOLO)I due regni d'Aragona e di Sicilia passarono nelle mani di Alfonso V (1416-1458) che diede inizio all'epoca dei Viceré. Nel 1434 firmò il decreto per l'erezione dell'Università a Catania. Nel 1442 conquistò il regno di Napoli riunendo così il meridione d'Italia. Dunque Alfonso assunse il titolo di re di Aragona e delle due Sicilie. Alla sua morte salì al trono il fratello Giovanni che regnò per ben 21 anni. Durante il suo regno il mediterraneo iniziò a essere minacciato dalle invasioni dei turchi. Sempre durante il suo regno si sposarono il principe Ferdinando e Isabella di Castiglia.Da quel momento in poi si sancì l'unificazione spagnola. Da lì a poco vennero scoperte le Due Americhe, evento che segnerà l’inizio della decadenza economica del mediterraneo. Il 31 Marzo 1492 venne emanato un editto con il quale si sancì l'espulsione degli Ebrei da tutti i domini spagnoli. Nel 1492 morì il vicerè Ferdinando de Acugna, che, per l’amore che aveva dimostrato nei confronti dei catanesi, fu seppellito nella cappella di S.Agata nella cattedrale..

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CATANIA NEL XVI SECOLOL'inizio del XVI fu caratterizzato da un peggioramento della situazione politica ed economica della Sicilia(1516-1518). Nel frattempo venne eletto imperatore dei domini spagnoli Carlo V (1517-1556). A Catania in questo periodo si manifestarono questi eventi: l'insediamento del vescovo napoletano Nicolò Maria Caracciolo, l'insediamento dell'ordine religioso dei Gesuiti e dei Benedettini (1555-1558), il terremoto del 1542 che colpì l'intero sistema difensivo. Esso venne sostituito dalle Mura di Carlo V. Morto Carlo V, salì al trono Filippo II (1556-1598). In quegli anni si diffuse la peste (1575).CATANIA NEL XVII SECOLONegli anni 1640-1642 il vicerè di Sicilia vendette a privati i casali demaniali da cui la città traeva buoni profitti. Così a Catania scoppiò una rivolta contro il malgoverno spagnolo, che venne sedata dopo cruente lotte(1642). Negli anni seguenti si assistette al riappropriarsi dei casali, all'inondazione del torrente Amenano e infine all'eruzione del 1669. Il re Carlo II di Spagna esentò dal pagamento delle tasse Catania per circa 10 anni. Negli anni seguenti venne costruita una circonvallazione nella parte occidentale della città(1674). L’11 Gennaio 1693 alle ore 20,una terribile scossa squassò la val di Noto e la val Demone; a Catania morirono 16.000 persone(su una popolazione di 23.000)e di tutti gli edifici catanesi solo cinque non andarono distrutti . L'indomani Catania cominciò a ricostruire se stessa. La ricostruzione, che proseguirà per tutto il corso del Settecento, ci consegnerà la splendida Catania barocca! menù

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L’urbanistica di Catania

prima del terremoto

Catania prima del terremoto del 1693 era racchiusa in uno spazio molto ristretto attraversato da strette vie e piccole piazze. La via principale, che da piazza Porta Aci ( attuale Piazza Stesicoro)attraverso la porta dei Canali scendeva fino al mare, detta Luminaria, non era del tutto dritta, ma serpeggiante.

Le altre strade, anch’esse molto strette, erano abbellite da sontuosi palazzi aristocratici in stile barocco seicentesco.

Nel 1559 era stato abbellito ed ampliato il Piano di S.Agata, che prese il nome di Platea Magna ( Piazza Duomo) , dove si trovavano: la Cattedrale, il Vescovado, la Corte del Vescovo, la Corte del Capitano, la Corte patriziale, la Loggia o Palazzo del Senato, la chiesa di S. Martino dei Bianchi. Nei dintorni si trovavano le botteghe dei notai, dell’oreficeria e dell’argenteria e quelle adibite ai generi alimantari.

A poca distanza dalla Piazza di S.Agata si trovava la piazza del Mercato, detta anche Foro Lunare, sulla via Luminaria.

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IL TERREMOTO DEL 1693

La cronaca e la leggenda

Il disastroso evento era stato preceduto da presagi e da stagioni irregolari, aridità e siccità. Nel dicembre 1692 le giornate furono così calde da sembrare estive. La prima violenta scossa si ebbe nella notte di venerdì 9 gennaio 1963, intorno alle 3.45. Essa distrusse alcune case e provocò la morte di dieci donne del popolo. Gli abitanti, svegliati dal forte fragore, si riversarono nelle piazze e nelle vicine campagne, dove attesero le prime luci dell’alba.

Si tramanda che la mattina del 10 gennaio, mentre i catanesi tornavano a casa, il barone Arcaloro II Scammacca s’imbatteva in una vecchia indovina, che gli confidava in gran segreto la distruzione di Catania, con queste testuali parole: Don Arcaloro, domani a vintinura Catania abballa senza sonu. Il barone non volle attendere oltre. Dopo aver compensato la vecchia indovina, raccolse il suo denaro e si rifugiò nella sua proprietà sopra il Borgo, dove attese, in una casetta e con l’orologio alla mano, l’ora fatale.

La domenica dell’11 gennaio intorno a mezzogiorno una fortissima scossa tellurica fece tremare ancora Catania. La popolazione in prede al terrore cercò rifugio per lo più nelle chiese, implorando con le preghiere Sant’Agata per lo scampato pericolo. Circa tre ore dopo un’altra scossa provocò il più apocalittico e tremendo disastro non solo a Catania, ma in molte località della Sicilia orientale, che furono rase al suolo, causando oltre sessantamila vittime. La tremenda sciagura rase al suolo tutti gli edifici con poche eccezioni, come per esempio il castello Ursino, anche se lesionato in alcune parti. La profezia della vecchia indovina, come tramanda la leggenda, si era pienamente avverata!

G.Merode, V. Pavone, Catania, Ed. Greco, Catania, 1990

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La ricostruzione della città distrutta

Catania dopo la catastrofe fu presto invasa da bande di briganti che, approfittando della catastrofe, frugavano fra le macerie in cerca di masserizie. Per molti giorni gli abitanti furono costretti a sopportare le loro angherie. Il 14 febbraio il vicerè Francesco duca di Uzeda inviò come vicario generale Giuseppe Lanza duca di Camastra. Egli pose fine agli atti di sciacallaggio e subito dopo diede inizio all’opera di ricostruzione. Fu animatore di un preciso programma urbanistico, che fu approvato il 28 giugno 1694 dal Senato catanese e dal Corpo ecclesiastico. Fu così che da quella data fino al 1712 giunsero a Catania oltre cinquemila operai con le loro famiglie. Sulle rovine causate dal terrificante terremoto cadeva la Catania medievale e rinascimentale e sorgeva una nuova Catania, più ampia nella sue strade e nelle sue piazze.

G.Merode, V. Pavone, Catania, Ed. Greco, Catania, 1990

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L’urbanistica della Catania barocca

Nella elaborazione del piano urbanistico trionfava lo stile barocco settecentesco pieno di grazia: il Siculorum Gymnasium, il Duomo, il Municipio, l’Ospedale S. Marco ( piazza Stesicoro), i palazzi S. Demetrio, Manganelli, S.Giuliano, Scammacca, Biscari, Valle, Serravalle, Reburdone.

Ci si avvalse degli architetti Alonzo di Benedetto, Tommaso Amato, Lorenzo Di Benedetto, fino all’arrivo di Don Giovanni Battista Vaccarini, che diede il più importante contributo all’ assetto settecentesco della città con coerenza di stile, unità di tono ed eleganza.

La struttura urbanistica faceva perno su due centri: piazza Duomo, rappresentava il luogo per eccellenza della religiosità, e la piazza della Nuova Fiera (piazza Università), dove aveva sede il Siculorum Gymnasium, che diventava il nuovo centro culturale ed amministrativo.

I flussi di scorrimento erano distribuiti su quattro nuove arterie, a due a due parallele, nei due sensi opposti: in senso Nord-Sud la via Uzeda ( via Etnea) e Crociferi (ex via Sacra); trasversali, in senso Est-Ovest, la via Filippini ( denominata Ferdinandea e, dopo l’Unità, Garibaldi) e via S. Agostino ( denominata Corso Reale e, dopo l’Unità, V.Emanuele II).

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L’urbanistica e i quartieri di Catania oggi

Nel 1971, il comune divise la città in 26 quartieri, che facevano capo ad altrettante parrocchie. Il 26 giugno 1978 i quartieri (ribattezzati circoscrizioni) furono ridotti a 17 e nel novembre 1995 ulteriormente diminuiti fino ai 10 attuali, che prendono il nome di municipalità di quartiere.

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I. Centro: la prima municipalità è quella della città vecchia, la parte centrale di Catania che racchiude tutti i monumenti più antichi; comprende la zona del porto, i quartieri di San Cristoforo, Cappuccini, San Berillo, Civita, Antico Corso e Fortino;

II. Ognina-Picanello: la seconda municipalità è la zona orientale della città e va dalla zona ricca del corso Italia a quella più povera del villaggio Dusmet; si è sviluppata praticamente dal 1880 in poi e prima la zona di Ognina era un paese a parte, formato dai pescatori del porto;

III. Borgo-Sanzio: la terza municipalità occupa una zona tra Cibali e Picanello che è sorta nel 1669 per ospitare gli sfollati della città, diventata adesso zona di residenza della borghesia media ed alta; comprende i quartieri della Consolazione, del Borgo e di piazzale Raffaello Sanzio ed è incentrata su piazza Cavour;

IV. Barriera-Canalicchio: la quarta municipalità è al confine con i comuni di Tremestieri Etneo e Sant'Agata li Battiati, ospita la Cittadella Universitaria sulla collina Santa Sofia ed è formata dai quartieri di Barriera del Bosco e Canalicchio;

V. San Giovanni Galermo: la quinta municipalità formava un comune a sé fino al 1928, che poi venne annesso alla città; si è sviluppata negli anni sessanta a causa delle case popolari, la maggior parte delle quali abusive; in questa zona si ritiene che sia nata Sant'Agata;

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VI. Trappeto-Cibali: la sesta municipalità, tra il Borgo e San Giovanni Galermo, sorge attorno a piazza Bonadies e allo stadio Cibali; fino agli anni sessanta è stata una zona rurale, poi si è sviluppata in seguito ad alcuni piani di urbanizzazione;

VII. Monte Po-Nesima: la settima municipalità include i quartieri di San Leone, Nesima, San Nullo e Monte Po; è al confine con Misterbianco e prosegue i quartieri di Lineri e Monte Po; è sorta negli anni cinquanta ed è ora sede del nuovo ospedale Garibaldi;

VIII. San Leone-Rapisardi: l'ottava municipalità ha come due grandi direttrici la via Mario Rapisardi e il corso Indipendenza, che comprendono una fetta di territorio urbanizzato dopo gli anni trenta e ancora oggi in ampie zone non abitato;

IX. San Giorgio-Librino: la nona municipalità è nata con il piano di urbanizzazione portato avanti negli anni sessanta e comprende una grandissima zona abitata da circa 80.000 persone; in molte zone mancano dei servizi essenziali e solo di recente si sta cercando di recuperare la situazione;

X. San Giuseppe La Rena-Zia Lisa: la decima municipalità è la più ampia; comprende i quartieri del Villaggio Sant'Agata, del Villaggio Santa Maria Goretti, la Plaia, l'aeroporto, l'Oasi del Simeto, la zona industriale di Pantano d'Arci, Vaccarizzo, la zona del Ponte Primosole.

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3 Aprile 2008 “In Giro per Catania”

Anfiteatro Romano

Chiesa di S. Agata alla Fornace

Chiesa di S. Agata al carcere

Chiesa di S. Agata la Vetere

Chiesa di S. Nicola

Monastero dei Benedettini

L’Odeon Terme della rotondaEx monastero dei Gesuiti

Torre del vescovo

Bastione degli infetti

Teatro greco-romanoMenù iniziale

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Anfiteatro Romano

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Fu costruito nel II secolo, tra gli imperatori Adriano e Antonino Pio. Fu uno dei grandi anfiteatri romani. Il monumento si trovava ai margini settentrionali della città antica, a ridosso della collina Monte Vergine che ospitava il nucleo principale dell'abitato. Venne costruito con la pietra lavica dell'Etna ricoperta da marmi. Si è calcolato che la struttura potesse accogliere dai 10.000 ai 15.000 spettatori seduti. Vi si svolgevano anche le naumachie, vere battaglie navali. Una nota di prestigio era rappresentata dall'utilizzo del marmo. Nel 1904, si iniziarono i lavori per riportarlo alla luce. Nel 1907 si svolse la cerimonia di apertura. I suoi resti, rappresentanti meno di un quarto dell'intero anfiteatro, sono visitabili dall'ingresso di piazza Stesicoro e da via Colosseo. La restante parte dell'anfiteatro è ancora interrata sotto le zone di Via Neve, Via Manzoni e Via Penninello.

Anfiteatro Romano

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It was built in the 2nd century, between the emperors Hadrian and Antoninus Pius. It was one of the biggest roman amphitheaters. Originally, the monument was located in the northern edges of the ancient city, lain at the foot of the Vergine Mount hill, where there was the main nucleus of the living city. It was built with the lavica stone of the Etna covered by marbles. It has been estimated that the structure could accomodate between approx. 10,000 and 15,000 seated spectators. It was also shown the naumachie, true naval battles. A famous point of prestige was represented by the uses of the marble. In 1904, the jobs were begun in order to bring back it to the light. In the 1907 the opening ceremony was carried out. Its remain, less representatives than a quarter of the entire amphitheater, are open to the public from the income of Stesicoro square and via Colosseo. The remaining part of the amphitheater is still buried under the zones of Via Neve, Manzoni and Penninello.

The Amphitheatre

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Page 30: Itineranti Per Catania

Il fut construit dans le II siècle, entre les empereurs Adrien et Antonino Pieux. Il fut un des grands amphithéâtres romains. Le monument se trouvait aux marges septentrionaux de la ville ancienne, à l’abri de la colline Monte Vergine qui recevait le noyau principal de l’agglomèration. Il fut construit avec la pierre lavica de l'Etna recouverte de marbres. On a calculé que la structure pouvait accueillir de 10.000 là 15.000 spectateurs assis. Ils se déroulaient aussi les « naumachie », vraies batailles navales. Une note de prestige était représentée par l’emploie du marbre. En 1904, on commence les travaux pour le rapporter à la lumière. En 1907 on a lieu la cérémonie d'ouverture. Ce qui reprèsente moins de la moitièe de l'entier amphithéâtre, on peut les visiter soit à l'entrée de place Stesicoro et soit de rue Colosseo. La restant partie de l'amphithéâtre est encore enterrée sous les zones de rue « Neve », de rue « Manzoni » et «  Penninello ».

L’ Amphithéâtre

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Chiesa di S. Agata al Carcere

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Page 32: Itineranti Per Catania

Chiesa di S. Agata al Carcere

La chiesa fu costruita su un tratto di mura cittadinee incorpora i resti di una prigione Romana, che sono legati alla storia di S. Agata.Molto importante il portale Medievale inserito nel prospetto nel 1760.

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Page 33: Itineranti Per Catania

The church was built on a line of boundaries towns and it incorporates the rests of a Roman jail, that are tied up to the history of S. Agatha.Very important is the Medieval portal inserted in the prospectus in the 1760.

Church of sant’ Agata al carcere

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Page 34: Itineranti Per Catania

L'église fut construite sur un trait de murs de la ville elle comprend les restes d'une prison Romaine, ils sont liés à l'histoire de S. Agata.Très important c’est le portail Médiéval inséré dans la façade en 1760.

Église de saint agata au prison

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Page 35: Itineranti Per Catania

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Chiesa di S. Agata la Vetere

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Page 36: Itineranti Per Catania

Chiesa di S. Agata la Vetere

Nel 1823 fu nuovamente ricostruita. La facciata è opera del Vaccarini, il campanile è di Carmelo Sciuto Patti, la cupola e la balaustra sono di Carmelo Battaglia.Il nome fa riferimento ad una radicata tradizione che la vuole la più antica chiesa catanese dedicata a Sant'Agata, infatti è stata la prima cattedrale di Catania dopo il terremoto. La chiesa, dopo aver subito una serie di restauri, è stata recentemente riaperta al culto; al suo interno si conservano preziose reliquie del culto Agatino quali un sarcofago marmoreo tradizionalmente legato alla prima sepoltura della martire, e un monumento (1752) che ricorda il presunto luogo in cui le vennero strappati i seni. Nella cripta si può visitare un museo permanente dedicato alla Santa.

Eretta nel 313 fu per molto tempo la cattedrale di Catania. Poiché i terremoti del 1169 e del 1693 la distrussero, dell'architettura originaria non rimane nulla. Conserva, però, alcuni cimeli antichi e pregevoli, riferiti al culto di Sant'Agata: il sarcofago, la cui cassa è d'epoca romano-imperiale, mentre il coperchio è d'epoca bizantina. Ricostruita nel 1722, fu ancora danneggiata dal terremoto del 1818.

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Page 37: Itineranti Per Catania

Built in 313, it was Catania’s cathedral during a long period of time. Because of the earthquakes of 1169 and 1693, which destroyed it, today there is no more anything of the native architecture. However, it preserve some ancient and valuable heirlooms, reported to the cult of Sant'Agata: the sarcophagus, whose box is from the Roman-imperial time, while the cover is from the Byzantine period. Rebuilt in 1722, it was still damaged by the earthquake of the 1818.In 1823 it was again rebuilt. The façade is a work of Vaccarini, the bell tower is of Carmelo Sciuto Pacts, the dome and the baluster are of Carmelo Battaglia.The name makes reference to a rooted tradition that wants it the most ancient church of Catania devoted to Sant'Agata, in fact it was the first cathedral in Catania after the earthquake. The church, after having suffered a series of restaurations, has recently been reopened to the cult.

Inside there are precious relics of the Agatinos cult, such as a marmoreal sarcophagus, traditionally linked to the first burial of the martyr, and a monument (1752) that remind to the presumed place where it were torn her breasts. In the crypt there is a permanent museum devoted to the Saint.

Church of st. Agata la vetere

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Page 38: Itineranti Per Catania

Érigée en 313 elle fut pour beaucoup de temps la cathédrale de Catane. Car les tremblements de terre de 1169 et de 1693 la détruit, de l'architecture originaire ne reste rien. Conserve, cependant, quelques reliques anciennes rapportées au culte de Sant'Agata: le sarcophage, dont la caisse est d'époque romain-impériale, tandis que le couvercle est d'époque byzantine; Reconstruite en 1722, elle fut endommagée encore par le tremblement de terre du1818.

En 1823 elle fut reconstruite de nouveau. La façade est oeuvre de Vaccarini, le clocher est de Carmelo Sciuto Pactes, le dôme et la balustrade sont de Carmelo Bataille.Le nom fait référence à une tradition enracinée qui la veut la plus ancienne église catanese dédiée à « Sant'Agata », elle a été la première cathédrale de Catane après le tremblement de terre. L'église, après avoir subi une série de restaurations, elle a été réouverte récemment au culte; à son intérieur se

conservent rèliques précieuses du culte « Agatino » tel que le sarcophage marmoréen lié à la première sépulture de la martyre et un monument (1752), qui rappelle l'endroit présumé où lui furent arrachés ses seins. Dans la crypte on peut visiter un musée permanent dédié à la Sainte.

Église de saint agata la Vetere

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Page 39: Itineranti Per Catania

Torre del Vescovo

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Page 40: Itineranti Per Catania

Vicina al Bastione degli Infetti si trova la Torre del Vescovo, così denominata dalla metà del XIV secolo in ricordo di un Vescovo di Catania originario dell’Isola di Malta, dove possedeva terre e fabbricati. Era un importante punto di avvistamento e controllo dell’area a Nord di Catania. Oggi di questo monumento resta una torretta a pianta quadrata, che un tempo faceva parte di un complesso sistema di difesa che rese, in epoca medioevale, la città inespugnabile.

Torre del Vescovo

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Page 41: Itineranti Per Catania

Near to the Bastion of the Infected, there is the Tower of the Bishop, therefore called, from the half of XIV the century, to the memory of a Bishop of Catania, born in the Island of Malta, in which zone he had got lands and manufactured. It was an important point of sight and control of the North area of Catania. Today it remains, from this monument, a square plant turret, that, in the past, was a part of a complex system of defense that made, in the Middle Age, an impregnable city.

The Bishop’s Tower

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Page 42: Itineranti Per Catania

Près du Bastion des Infectes se trouve la Tour de l'Évêque, ainsi dénommée à partir de la moitié du XIV siècle pour se rappeler d'un Évêque de Catane originaire de l‘Ile de Malta qui, dans cette zone possédait des terres et des immeubles . Il était un important point de repérage et de contrôle du côté Nord de Catane. Aujourd'hui de ce monument ne reste que une tourelle à plante carrée, qui une fois faisait partie d'un complexe système de défense qui faisait de Catane, à l’ époque mediévale, une ville inexpugnable.

Tour de l’Évêque

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Page 43: Itineranti Per Catania

Bastione degli infetti

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Page 44: Itineranti Per Catania

I bastioni di Catania sono delle fortificazioni cinquecentesche distribuite lungo le mura di Carlo V. Per volere di Carlo V di Spagna, lungo la cinta muraria venne commissionato all'architetto Antonio Ferramolino, di edificare sette porte e undici bastioni, tutti in pietra lavica. Realizzato a difesa del settore Nord della città, il Bastione degli Infetti consiste in un imponente terrapieno protetto da possenti mura , su cui, un tempo, erano posizionati i cannoni. Per la grande dimensione e per la posizione periferica, esso venne utilizzato come lebbrosario durante la terribile peste che colpì Catania nel 1576 (da cui il nome di Bastione degli Infetti).Le mura e, conseguentemente, bastioni eporte, in seguito alle devastazioni di fine Seicento (colata lavica nel 1669 e terremoto nel 1693), furono quasi interamente distrutte.

Bastione degli Infetti

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Page 45: Itineranti Per Catania

Catania’s Bastions are a type of fortification of the sixteenth-century distributed along the boundaries of Charles V. To the will of Charles V of Spain, it was commissioned to the architect Antonio Ferramolino to build seven doors and eleven bastions, all in lava stone, along the surrounded building,. Realized to the defense of the North part of the city, the Bastion of the Infected consists in an imposing embankment protected by mighty boundaries, on which, once, the guns were positioned.

For the great dimension and for the peripheral position, it was used as leper hospital during the terrible plague that struck Catania in 1576 (from which the name “Bastion of the Infected”)

The boundaries and, consequently, bastions and doors, following the devastations of the end of the XVII century (strained lava in 1669 and earthquake in the 1693), they were almost entirely destroyed.

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The Bastion of the Infected

Page 46: Itineranti Per Catania

Les bastions de Catane sont des fortifications du seizième siècle distribuées le long des murailles de Carlo V.Pour volonté de Carlo V de l'Espagne, le long de l'enclos de maçonnerie fut commissionné à l'architecte « Antonio Ferramolino », qu’édifia sectes données et onze bastions, tous en pierre lavique. Réalisé pour la défense du secteur Nord de la ville, le Bastion des Infectés consiste d’un un terre-plein imposant protégé par des murailles puissantes sur lesquelles une fois les canons étaient placés.Pour la grande dimension et pour la position périphérique, il fut utilisé comme léproserie pendant la terrible peste qui frappa Catane en 1576 (dont le nom de Bastion des Infectés).Les murailles et, par conséquence, les bastions et les portes, à la suite des dévastations de la fin du Six-cent furent détruites presque entièrement.

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Bastion des Infectés

Page 47: Itineranti Per Catania

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Monastero dei Benedettini

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Page 48: Itineranti Per Catania

Monastero dei Benedettini

I monaci Benedettini, trasferiti nel XVI secolo a Catania, ottennero il permesso di costruire la nuova sede del monastero entro le mura della città. Iniziata la costruzione nel 1558, fu occupato dai monaci, ancora incompleto, nel 1578. Nel 1669, in seguito ad una devastante eruzione dell'Etna e ai danni dell'eruzione, i benedettini diedero vita ad un'imponente opera di ristrutturazione. L'11 gennaio 1693, il terremoto che distrusse quasi interamente la città di Catania provocò anche il crollo del monastero benedettino e la morte della maggior parte dei monaci. Le strutture della chiesa, ancora in corso di costruzione, furono risparmiate, ma i lavori furono interrotti per circa vent'anni.

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Page 49: Itineranti Per Catania

The Benedictine monks, moved in the XVI century to Catania, has got the permission to build a new center of the monastery inside the boundaries of the city. Started the construction in 1558, it was taken from the monks, still incomplete in 1578. In 1669, after a devastating eruption of the Etna and due

The Benedictines' monastery

to her damages, the Benedictines gave the life to an imposing work of restructuring. On the 11th of January 1693, the earthquake, that almost entirely destroyed the city of Catania, also provoked the collapse of the Benedictine monastery and the death of the greatest part of the monks. The structures of the church, still in progress of construction, were saved, but the jobs were interrupted for about twenty years. indietro

Page 50: Itineranti Per Catania

Les moines Bénédictins se transférent au XVI siècle à Catane, ils ont la permission de construire le nouveau siège du monastère au dedans de murailles de la ville. La construction commence en 1558 elle est occupée par les moines, encore incomplète en 1578 .En 1669 à la suite d’une ravageuse éruption de l'Etna.

Monastère des Bénédictins

À la suite des dommages de l'éruption, les bénédictins donnèrent vie à une oeuvre imposante de restructuration. Le 11 janvier 1693, le tremblement de terre qui détruit la ville de Catane presque entièrement provoqua l'effondrement du monastère bénédictin et aussi la mort de la plus grande partie des moines. Les structures de l'église, encore en cours de construction, furent épargnées, mais les travaux furent interrompus pour vingt ans

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Page 51: Itineranti Per Catania

L’Odeon

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Page 52: Itineranti Per Catania

L' Odeon di Catania è situato nel centro storico della città etnea, vicino al Teatro romano.La costruzione semicircolare aveva una capacità di circa 1200 spettatori. Oltre che per spettacoli musicali e di danza è probabile che fosse utilizzato per le prove degli spettacoli che si tenevano nel vicino teatro.

L’Odeon

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Page 53: Itineranti Per Catania

The Odeon of Catania is situated in the historical centre of the etnea city, near the roman Theatre.The semicircular construction had an ability of approximately 1200 spectators. Beyond that for musical shows and dance ones, it is possible that it was used for the rehearsal of the shows that were kept in the close theatre.

The Odeon

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Page 54: Itineranti Per Catania

L'Odeon de Catane se situ dans le centre historique de la ville « Etnea », près du Théatre romain.La construction semi-circulaire avait une capacité d’environ 1200 spectateurs. Il était utilisé pour des spectacles musicaux et aussi de dance, il est probable qu‘il était aussi utilisé pour les épreuves des spectacles qui se tenaient dans le théatre voisin.

L'Odeon

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Page 55: Itineranti Per Catania

Ex Monastero dei Gesuiti oggi Liceo artistico

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Page 56: Itineranti Per Catania

Il collegio dei Gesuiti, oggi sede dell’Istituto d’arte, ha all’interno un bel Chiostro con portici su colonne ed arcate.

Monastero dei Gesuiti

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Page 57: Itineranti Per Catania

The Jesuits' college, today center of the Institute of art, has, in his inside, a beautiful Cloister with porticos on columns and arcades.

The Jesuits' college

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Page 58: Itineranti Per Catania

Le collège des Jésuites, aujourd’hui siège de l’Institut d’art, possiède à l'intérieur un beau Cloître avec des portiques sur colonnes et arcades.

Le collège des Jésuites

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Page 59: Itineranti Per Catania

Terme della rotonda

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Page 60: Itineranti Per Catania

Si tratta di un prezioso monumento della Catania antica , collocato alle spalle del Teatro Romano, risalente al III Sec. d.C. Entrando, una delle cose più interessanti che colpisce l'attenzione è la cupola, che si trova nel calidarium delle terme e che è rimasta conservata quasi integra. Questo luogo, in età bizantina fu trasformato in una chiesa dedicata a Santa Maria della Rotonda. Tracce di affreschi nelle pareti con figure di santi testimoniano la differente destinazione di questo edificio. Le 2 nicchie che contenevano le vasche furono convertite in cappelle. Probabilmente risalgono ad età tardo ellenistica o prima età imperiale. Questo calidarium, che ha una pianta circolare sormontata dalla cupola, ricorda lo stesso schema delle Terme di Caracalla a Roma.

Terme della Rotonda

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Page 61: Itineranti Per Catania

It is a precious monument of the ancient Catania of the III Sec. a(fter).C, placed to the shoulders of the Roman Theatre,. Going in, one of the more interesting things that keep the attention is the dome, that is in the calidarium of the thermal baths and that it is remained conserved nearly integral. This place, in the Byzantine Age, was transformed in a church dedicated to Saint Maria of the Round. Traces of fresco in the walls with figures of saints testify the different destination of this building. The two niches that contained the bathtubs were converted in nails head. Probably from the late Hellenistic Age or from the first Imperial Age. This calidarium, that it has a circular plant surmounted by the cupola, remembers the same outline of the Terme di Caracalla in Rome.

Terme of the round one

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Page 62: Itineranti Per Catania

Il s'agit d'un précieux monument de la Catane ancienne, placé derrier le Théatre Romain, remontant au III Sec. à.C. À l’entré, une des choses plus intéressantes, qui frappent l'attention, est la coupole, qui se trouve dans le « calidarium » du terme et qu'elle est restée conservée presque intacte. Ce lieu, à l’époque bizantine fut transformé dans une église dédiée à Sainte Marie de la Ronde. Il y a des traces des fresque dans les murs avec des figures de saints témoignent la différente destination de cet édifice. Les deux niches qui contenaient les bassins furent converties en chapelles probablement à l’ époque tard hellénistique ou bien premier âge impérial. Ce « calidarium », qui a une plante circulaire surmontée de la coupole, rappelle le même schéma des « Terme de Caracalla » à Rome.

Terme de la ronde

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Page 63: Itineranti Per Catania

Chiesa S. Nicola

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Page 64: Itineranti Per Catania

La chiesa di San Nicola, ispirata ai modelli di La chiesa di San Nicola, ispirata ai modelli di architettura romana, è stata costruita nel 1687 da architettura romana, è stata costruita nel 1687 da G. B. Contini. Dopo il terremoto del 1693, i lavori G. B. Contini. Dopo il terremoto del 1693, i lavori sono stati continuati da diversi architetti. sono stati continuati da diversi architetti. L’interno della chiesa è a croce latina e L’interno della chiesa è a croce latina e raggiunge una lunghezza di 18 metri. La facciata raggiunge una lunghezza di 18 metri. La facciata è rimasta incompiuta. All’interno si trova una tra è rimasta incompiuta. All’interno si trova una tra le più grandi meridiane europee oltre ad un le più grandi meridiane europee oltre ad un sacrario ai caduti in guerra.sacrario ai caduti in guerra.

.

Chiesa di San NicolaChiesa di San Nicola

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Page 65: Itineranti Per Catania

The large church of St. Nicola, inspired to the Roman The large church of St. Nicola, inspired to the Roman architectural models, was started upon a project architectural models, was started upon a project drawn by G. B. Contini. After the earthquake of the drawn by G. B. Contini. After the earthquake of the 1693, the work was carried on by different architects. 1693, the work was carried on by different architects.

The inside of the church is a Latin cross and reaches The inside of the church is a Latin cross and reaches a length of 18 meters. The façade is still incomplete. a length of 18 meters. The façade is still incomplete. Inside, there is one of the greatest European Inside, there is one of the greatest European sundials, besides a shrine to the fallen ones in war.sundials, besides a shrine to the fallen ones in war.

Church of St. NicolaChurch of St. Nicola

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Page 66: Itineranti Per Catania

La grande église de « Saint Nicola », inspirée aux La grande église de « Saint Nicola », inspirée aux modèles d‘ architecture romain, a été construite en modèles d‘ architecture romain, a été construite en 1687 de G.B. Contini. Après le tremblement de 1687 de G.B. Contini. Après le tremblement de terre de 1693, les travaux ont été complétés par terre de 1693, les travaux ont été complétés par différents architectes. L'intérieur de l'église est à différents architectes. L'intérieur de l'église est à croix latine et atteint une longueur de 18 mètres. croix latine et atteint une longueur de 18 mètres. La façade est restée inachevée. À l'intérieur on peut La façade est restée inachevée. À l'intérieur on peut trouver un des plus grands méridiens solaires trouver un des plus grands méridiens solaires européenne et aussi un sanctuaire aux invalides.européenne et aussi un sanctuaire aux invalides.

ÈÈglise de Saint Nicolaglise de Saint Nicola

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Page 67: Itineranti Per Catania

Teatro greco-romano

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Page 68: Itineranti Per Catania

Il teatro antico, addossato al versante Il teatro antico, addossato al versante

meridionale della collina dell’acropoli e meridionale della collina dell’acropoli e costruito con materiali lavici, ha un diametro di costruito con materiali lavici, ha un diametro di 102 metri circa e poteva ospitare almeno 102 metri circa e poteva ospitare almeno 7000 spettatori.7000 spettatori.

Oggi sono visibili la maggior parte della cavea, Oggi sono visibili la maggior parte della cavea, il margine dell'orchestra e pochi resti della il margine dell'orchestra e pochi resti della scena. La cavea nel suo complesso poggia su scena. La cavea nel suo complesso poggia su tre alti corridoi con copertura a volta, intesi a tre alti corridoi con copertura a volta, intesi a facilitare il movimento degli spettatori.facilitare il movimento degli spettatori.

Teatro greco-romano

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Page 69: Itineranti Per Catania

The ancient theatre, set to the southern slope of the hill of the acropolis and built with material lava, has a diameter of around 102 meters and could contain at least 7000 spectators. Today, the greatest part of the cavea, the border of the orchestra and few rests of the scene are still visible. The cavea, in its complex, leans on three tall corridors with coverage, to facilitate the movement of the spectators.

The Roman Theatre

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Page 70: Itineranti Per Catania

Le théâtre ancien, adossé au versant méridional de la colline de l'acropole et construit avec des matériels laviques, il a un diamètre de 102 mètres environ et il pouvait recevoir au moins 7000 spectateurs. Aujourd'hui on peut voir la plus grande partie de la « cavea », la marge de l'orchestre et peu de restes de la scène. Le cavea dans son complexe appuie sur trois hauts couloirs avec couverture à la fois, entendus à faciliter le mouvement des spectateurs.

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Le théâtre gréco-romain

Page 71: Itineranti Per Catania

Chiesa di S. Biagio o S. Agata alla Fornace

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Page 72: Itineranti Per Catania

La chiesa costruita nel XVIII secolo dopo il tremendo terremoto del 1693, sorge sul luogo ove, secondo la tradizione, era ubicata la fornace in cui Sant'Agata subì il martirio.La facciata della chiesa è dell'architetto Antonino Battaglia, in stile neoclassico. L'interno è ad una sola navata. Sull'altare maggiore vi è una tela settecentesca dell‘Addolorata, talvolta sostituita da una statua della Madonna. La cappella destra del transetto è dedicata a Sant'Agata. Sopra l'altare ,si conservano protetti da una teca i resti della fornace in cui subì il martirio S.Agata. Una lapide posta sotto l‘altare cita: “Qui fu voltata tra i carboni ardenti” La cappella sinistra del transetto è dedicata altresì al Crocifisso. Uno degli altari laterali è dedicato al titolare San Biagio. Dipinti coevi di pittori siciliani del settecento, arricchiscono i rimanenti altari.

Chiesa di S. Biagio o S. Agata alla Fornace

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Page 73: Itineranti Per Catania

The left chapel of the transept is also devoted to the Crucifix. One of the side altars is devoted to the titular St. Biagio. Coeval painting of Sicilian painters of the XVIII century enriches the remaining altars.

The facade of the church is made by the architect Antonino Battaglia, in neoclassical style. The inside is a single aisle. There is a eighteenth-century burlap of Our Lady of Sorrows on the high altar, sometimes replaced by a statue of the Madonna. The skillful nail head of the transept is dedicated to St. Agate. Over the altar, the rests of the furnace, in which the St. Agate endured the martyrdom, are conserved protect from reliquary. An headstone mail under the altar says: “Here it was turned between burning carbons”

The church, constructed in the XVIII century, after the tremendous earthquake of 1693, rises on the place where, according to the tradition, was located the furnace in which St. Agate endured the martyrdom.

Church of st. Biagio

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Page 74: Itineranti Per Catania

La façade de l'église est de l'architecte Antonino Battaglia, son style est néoclassique . L'intérieur est à une nef. Sur le maître-autel parfois une toile du dix-huitième siècle de Notre-Dame de Peine a été remplacée par une statue de la Sainte Vierge. La chapelle droite du transetto est dédiée à Sant'Agate. Sur l'autel, on trouve, protégés par une châsse les restes du briqueterie dans lequel Sant’Agate subit son martyre. Une pierre tombale située sous l'autel cite: "ici entre les charbones ardents » .La chapelle gauche du transetto est dédiée au Crucifix. Aussi un des autels latéraux est dédié à Saint Blaise. Des peintres siciliennes du XVIII siècle enrichissent les autels restants.

L'église construite au XVIII siècle après le terrible tremblement de terre de 1693 se lève sur l'endroit où, selon la tradition, le briqueterie était situé où Sant'Agate subit son martyre.

Église de saint Biagio

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