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L'illustre compositrice e pianista spagnola Sira Hernández è nota soprattutto per il suo coinvolgimento in progetti artistici multidisciplinari in importanti festival internazionali ed eventi culturali.

Molte delle sue opere sono ispirate ad artisti italiani come si può ascoltare in questo album. Le tecniche minimaliste e il significato della tonalità e del timbro nel comunicare l'oscurità e la luce sono ascoltati in Iniciación a la sombra e nelle macchine da cucire di Fantasía para piano.

La presenza di Dio in mezzo agli spazi desolati della follia sono espressi in Terra Santa e l'intensità di Non dimenticare ciò che ci invita a resistere all'oblio.

Initiation to the Shadow.Music for Piano

Mar·18·2020

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01

Sira Hernández ha studiato musica a Torino, in Italia, al Conservatorio Giuseppe Verdi, sotto la direzione di Remo Remoli e Felice Quaranta, direttore del conservatorio e compositore inoltre pianista, dove ha debut-tato all'età di 16 anni.

Dopo il diploma è tornata a Barcellona dove ha perfezionato i suoi studi musicali presso l'Accademia Mars-hall, ricevendo lezioni dalla grande pianista Alicia de Larrocha. Partecipa inoltre a numerosi corsi di perfezionamento con pianisti di alto livello internazionale. Durante il 1993-1994 ha studiato contrappunto e composizione con il maestro Manuel Oltra. Partecipa anche a corsi di improvvisazione tenuti da Emilio Molina. Ha insegnato in corsi di interpretazione e tecnica pianistica organizzati dalla Città di Torino (Italia), nell'accademia Marshall di Barcellona e in diverse scuole e conservatori in Italia e Catalogna.

La sua attività concertistica si svolge in diversi cicli di concerti e festival internazionali e importanti eventi culturali, come il Festival Peralada, Santa Florentina, festival internazionale di musica classica di Toledo, cicli di concerti in diverse Fondazioni (La Caixa, Caixa Catalunya La Pedrera di Barcellona, La Casa del Lector al Matadero Madrid, etc.) nei centri d'arte come Eina, Arte Santa Monica, Conde Duque, Musei, Università Pompeu Fabra di Barcellona, Palau de la Música di Barcellona, Auditorium e conservatori di Barcellona.

È stato giurato al concorso Internazionale di pianoforte di Ibiza dal 2015 ad oggi.Nel 2018 è giuria del PREMIO DELLA CITTÀ DI BARCELLONA, nella sezione musica.

NIZIOI

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02

Sira Hernández ha partecipato in numerosi programmi radiofonici e televisivi, ad esempio:

- Studio 206 di Radio Nacional de España -Clásica (rne), con Eva Sandoval e Juan Manuel Viana.- La Darsena di JesúsTrujillo- "Solistes" di Joan Vives- Tots els Matins del Món de Joan Vives e Ester Pinart- Assaig General di Albert Torrents- Notes clàssiques di Albert Torrents- Con Jesús Santana nel programma "A media Voz" dove le dedicano diversi programmi- L'hora Clàssica con Javier Perez Senz e Marga Lluch

ADIORELEVISIONET

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03

Sira Hernández ha realizzato registrazioni di grande successo, due per la casa discografica ArsHarmónica La mà de Guido. Il primo, registrato nel 1996, è un Recital con brani di D. Scarlatti, J.S.Bach, Chopin e Albéniz.Il secondo CD è dedicato integralmente a J. S. Bach in commemorazione del 250 ° anniversario della suamorte, nel 2000.

L'anno 2003 ha registrato un CD con la musica del compositore catalano Manuel Oltra per l'etichetta Columna Musica e, nell'aprile 2007, ha inciso per l'etichetta La mà de Guido, un disco interamente dedicato a I. Albéniz con opere quasi sconosciute del compositore catalano.

Nel 2011 ha inciso un CD con tredici Notturni tredici diversi compositori da Field a oggi, in anteprima una notte di Ll. Balsach per l'etichetta La mà de Guido.

Nel 2014 registra la Callada Music di F. Mompou per la casa discografica Solfa Recordings.

Nel novembre 2016 ha registrato per la stessa etichetta, Solfa Recordings, il CD con Sonate di Padre Soler XII nella trascrizione di Joaquin Nin Castellanos.

EGISTRAZIONIRCD

XII Sonates delPare Antoni Soler

Música Callada deFrederic Mompou

Recital amb peces de :Scarlatti, Bach, Chopin y Albéniz .

Sira Hernándezinterpreta J.S. Bach

Fantasia & Fuga Albéniz abansAlbéniz

Nocturn per a piano(Varis autors)

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La pianista Sira Hernández, o�re spesso concerti di beneficenza per le ONG:

• Concerto inaugurale della nuova sede a BarcellonaMEDICI SENZA FRONTIERE.

• Concerti per "El corazón bruciato", che raccoglie aiuti per i bambini dalRAVAL DE BARCELONA.

• Concerto presso l'Ospedale del Mar di Barcellona per pazienti di salute mentale

• Concerto dalla fondazione di aiuti per l'IndiaAMMA-AMRITAPURI.

• Concerto per bambini dell'ospedaleSANT JOAN DE DÉU DE BARCELLONA.

ENEFICIB(O.N.G.)

CONCERTI

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Il repertorio di Sira Hernández è molto vasto e và dalla musica barocca (Rameau, Scarlatti, Bach ...) Alla musica contemporanea (Messiaen, Britten, Cage ...) passando per i grandi compositori classici e romantici (Mozart, Beethoven, Chopin ...) e nazionali (Albéniz, Turina, Morera, Mompou, Blancafort, Bonet, Cervelló, Balsach ...). S. H. crea anche spettacoli e recital con diverse discipline artistiche, con attori, poesia, danza, video-art o installazioni scenografiche di artisti plastici.

Sira Hernández accompagna anche il suo lavoro come interprete, con la composizione e l'improvvisazione, come recentemente ha dimostrato nella performance "Introduzione a ll'Ombra" che ha presentato presso il Centro Culturale Art Santa Monica di Barcellona, con il ballerino Pau Aran della compagnia di danza di Pina Bausch, ispirato alle poesie di Angel Crespo, che hanno ripetuto il l'anno dopo a Madrid all'Ellas Crean Festi-val presso il Centro Culturale Conde Duque, con la partecipazione del grande attore Manuel Galiana.

Nel 2017 ha partecipato come pianista e compositrice in un concerto-spettacolo al teatro Akademia di Barce-llona, ispirato nel versi della poetessa Alda Merini e con la regía e partecipazione del coreografo Moreno Bernardi.

EPERTORIOR

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Regresemos, por un instante y como inicio de esta entrevista, a los inicios. Solo una breves pinceladas. Háblenos de su formación italiana. ¿Por qué eligió este país y la ciudad de Torino para su formación?

Después vendría la gran Alicia. Es imposible sustraerse de esta etapa, imagino. ¿Cómo recuerda su aprendi-zaje con Alicia de Larrocha?

Después comenzaría su carrera como tal. Echando la vista atrás –cuando ya lleva varios años dedicados a la música y al piano–, ¿qué sensaciones tiene? ¿Le entra el vértigo o cree que lo mejor está aún por llegar?

Pasemos ahora a hablar de su reciente grabación discográfica, dedicada al Padre Antonio Soler. Usted es una apasionada de la música española –como demuestra su discografía–, y sin embargo esta es su primera incursión en este repertorio dieciochesco. ¿Por qué ahora?

¿Cree que es preferible llegar a Soler después de haber transitado por Isaac Albéniz, Federico Mompou, Manuel Oltra o Domenico Scarlatti, como es su caso?

Es usted una notable apasionada del teclado barroco y de autores como Johann Sebastian Bach, Jean-Phili-ppe Rameau o el propio Scarlatti. ¿Nunca se vio atraída por el clave?

En este punto, ¿considera más fieles las interpretaciones clavecinísticas de este repertorio que las versio-nes para piano? ¿Qué le sugiere el movimiento filológico de la interpretación historicista?

¿Tiene en mente acercarse también a otros de los compositores ibéricos cercanos al estilo para teclado de Soler y Scarlatti, como Carlos Seixas o Sebastián de Albero?Cabría revisarlo, pero a bote pronto diría que es usted la primera intérprete española que graba sonatas de Soler desde que a finales de los 60 lo hiciera –como una pionera de clave en España– Genoveva Gálvez. ¿Por qué cree que existe tan poco predicamento a la hora de grabar a Soler por intérpretes españoles? [Excep-ción hecha de la reciente grabación del clavecinista Diego Ares]

¿Por qué ha seleccionado concretamente estas doce sonatas de las cientos que se han conservado de la mano del compositor olotense?

¿Cómo describiría la música para tecla del Padre Soler? ¿Diría que sigue la herencia scarlattiana o ve en él una personalidad propia?

¿Qué le espera en un futuro próximo a Sira Hernández, y que se pueda confesar?

ntrevistaEMario Guada | Codalario VI-2017

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elómanoMRevista de Música Clásica | Oct. - 2017

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esar CocaCEntrevista

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arte de la fugaEl

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arte de la fugaEl

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itmoREntrevista

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anguardiaLCultura

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Reconec la valentia de la proposta de la pianista Sira Hernán-dez, amb els quatre llibres de la Música callada de Frederic Mompou al programa del concert del dia 19 de gener de 2017 al Petit Palau de la Música Catalana.

Sira Hernández ha volgut oferir els seus coneixements, amplis i reposats, sobre l’obra de Mompou en un concert arriscat, o si més no allunyat de les propostes que concedeixen espai a la música més coneguda, a aquella que pot aixecar de les cadires als espectadors. Però he de dir que aquesta valentia de la Sira és ben rebuda per alguns incondicionals de Mompou, com ara jo, i pel que vaig poder viure també per un bon grapat de persones que es van aixecar de les seves cadires al Fnal del concert, tot aplaudint, per agrair a la Sira no només la valentia, l’honestedat i el risc, sinó, i això al cap i a la F és el que conquereix els cors dels espectadors, la noble execució i la vida íntima que ressonava amb cada callada nota dels quatre llibres.

El concert va començar amb una proposta de Salvador Brotons, els Tres nocturns “alla Chopin”, Op.116, obra escrita el 2010, i recordant el que deia Granados de les seves Tonadillas en estilo antiguo, per posar un exemple de casa nostra, que s’inspiraven però sense manllevar les melodies, l’obra de Brotons s’inspira en Frédéric Chopin però no pas en obres en concret del compositor polonès, sinó en un cert ambient de Nocturn, on la calma i la serenor dels moviments -Lento, Larghetto i Andante- preludiava amb gran encert la segona part, la de la Música callada. Brotons sap construir ambients ben diversos, i aquests nocturns són obres ben construïdes que crec que s’han de tenir en compte en ofertes musicals al nostre país. I dic això perquè la sensació que tinc, comentada i compartida amb professional de la música catalana, és que els programadors tenen por de programar obres de catalans, Fns i tot de l’Enric Granados, del qual, en aquest any, que ja hem acabat, de celebració de la seva mort han estat programades obres sense risc, majoritària-ment les de piano, de vegades les Tonadillas, però en cap moment les seves obres per a orquestra, o les seves propostes líriques més desconegudes.

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Per això és doblement, o triple, o més encara, d’agrair que el Palau de la Música Catalana hagi programat amb Sira Hernán-dez a Mompou, i hagi convidat a Brotons com a director convi-dat 2016-2017. Continua sent obres de petit format, però és valent i això ho hem de reconèixer.

Escoltar la Música callada és per mi com navegar en un núvol plaent, esponjós i canviant, un núvol des del qual puc veure la terra i la vida que em commou de la nostra Catalunya vital. Aquesta obra preciosa porta la vida en cada nota, i no n’hi cap que sobri ni que s’hagi escrit per omplir un espai de temps. Al contrari, respira i batega amb una profunditat gens habitual en la música de la segona meitat del segle XX. Mompou va ser Fdel a un temps que res tenia a veure amb tota això, i ens va deixar una obra mestra de música calmada, de música per a gaudir amb tots els sentits, calladament, gairebé sense necessitat de respirar. És la música que cerco quan vull pujar als núvols de l’art i veure des d’allà com la vida em porta cap a la bellesa de la terra i cap al món dels sentiments de pau espiritual. És la Música callada de Mompou.

Aquesta obra l’he escoltada moltes vegades interpretada per Sira, des d’un CD que fa temps vaig comprar, i que de vegades també programen a la ràdio. I és clar que no és el mateix sentir-ho en directe, la música enllaunada no deixa de ser un substitutori de la real, i és clar, també, que em feia una gran il·lusió poder assistir al concert del Petit Palau, conèixer personalment Sira, i volar impulsat per les seves notes al núvol de la pau creat per Mompou. I ho va aconseguir amb escreix, amb una interpretació de les ue saps que no són una repetició més d’una obra tocada massa cops, i a la que li manca l’ànima; no, ben al contrari la seva interpretació és d’aquelles que surten al moment, de les que, si comparessis amb una altra de la mateixa pianista, podries dir que mai ho fa d’igual manera. I això és interpretar, això és el que diferencia l’art de la repetició maquinal d’una obra. Vaig gaudir molt, i molt més del seu art. Gràcies Sira!

De propina ens va deixar una meravellosa Charme II de Mompou, un regal per arrodonir una boníssima vetllada musical, callada i nocturna, nocturna i callada.

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culturale, Stefano RussomaABCClassici sotto l'ombrello

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classica.cat440Rivista - Nº 41

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Sira HernándezFrederic Moompou: Cançons i danses

Auditori de GironaTardor 2018

PROGRAMA

FR EDE R IC MOM POU (1893-1987)13 Cançons i danses

· Cançó i dansa núm. 1 (1921)

· Cançó i dansa núm. 2 (1 918-1924)

· Cançó i dansa núm. 3 (1926)

· Cançó i dansa núm. 4 (1928)

· Cançó i dansa núm. 5 (1942)

· Cançó i dansa núm. 6 (1942)

· Cançó i dansa núm. 7 (1944)

· Cançó i dansa núm. 8 (1946)

· Cançó i dansa núm. 9 (1948)

· Cançó i dansa núm. 10 (1953)

· Cançó i dansa núm. 11 (1961)

· Cançó i dansa núm. 12 (1962)

· Cançó i dansa núm. 14 (1978)

Diumenge 28 d’octubre. 20 h Sala de Cambra

Sira Hernández , piano

Servei de barDes d’una hora abans i �ns una hora després del concert

Us recomanem:

Dilluns 29 d’octubre. 12 h Sala MontsalvatgePreu: 8 €

Cobla Principal de La BisbalConcert tradicional de Sant Narcís

Dijous 1 de novembre. 12 h Sala MontsalvatgePreu emocional. Aforament limitatCor MaragallConcert tradicional de Sant Narcís

www.auditorigirona.orgTel: 872 08 07 09

Venda anticipada d’entrades:www.auditorigirona.orgwww.girona.cat\entrades

Taquilles: Auditori de G ironai Teatre Municipal

Segueix l’ Auditori de G irona a:

Mompou

anys

Sira Hernández i Frederic Mompou

Si en l’obra de Mompou, Charmes o Música callada —amb una rigorosa economia de mitjans— representa una màxima concentració expressiva, al seu torn les Cançons i danses —la seva obra més divulgada—, tot i servir-se de melodies populars i sense renunciar a la seva personalitat més íntima, constitueixen la manifestació més

entre d’altres, Sira Hernández, ens desvelarà els misteris d’aquesta singular col·lecció escrita al llarg de 55 anys.

La pianista, inquieta i apassionada, ja va enregistrar el 2014 un CD amb els quatre llibres que componen l’obra Música Callada Solfa Recordings . En aquella proposta, Sira Hernández fa honor a l’esperit de Mompou i traspua senzillesa. Denota sensibilitat en crear aquest univers sonor tan aparentment simple, però farcit de la intensitat dels contrasts; la sonoritat sempre hi és present, mai defalleix, ni en els moments més dolços i per tant Música callada

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Sira HernándezNascuda a Barcelona, Sira Hernández va cursar estudis musicals a Itàlia, al Conservatori Giuseppe Verdi de Torí —sota la guia del mestre Remo Remoli i després amb Felice Quaranta—, on va debutar quan tenia setze anys, i on posteriorment va obtenir el títol del grau supe -rior de piano amb la màxima puntuació.

Al seu retorn a Barcelona va perfeccionar els seus estu -dis a l’Acadèmia Marshall, i va rebre classes de la gran pianista Alicia de Larrocha.

-zat per la Generalitat de Catalunya. Llavors va iniciar la seva activitat concertística, i va actuar en cicles de concerts i festivals internacionals, i a les sales de con -certs i auditoris més importants. Sira Hernández també acostuma a participar en espectacles i recitals interdis -ciplinaris, en els quals col·laboren diferents artistescom ara ballarins, actors, poetes o artistes d’arts visuals, en espectacles en els quals música, dansa, poesia i imatge es fusionen i interactuen.

Ha enregistrat diferents CDs i ha obtingut un gran èxit de crítica. El primer el va enregistrar l’any 1996 per al

C OL·L AB ORA DOR S P R INCIP ALS MITJ ANS C O L·L AB ORA DOR SPAT RO NS

segell Ars Harmònica, amb peces de D. Scarlatti, J.S. Bach, F. Chopin i I. Albéniz. L’any 2000 enregistra, per al mateix segell, un disc dedicat íntegrament a J.S. Bach, en el 250è aniversari de la seva mort. El 2003 pu -blica un CD amb música del compositor català Manuel Oltra per al segell Columna Música.

L’any 2007, amb el segell La mà de Guido publica, un treball dedicat íntegrament a I. Albéniz, amb obres gairebé desconegudes del compositor. Amb el mateix segell grava l’any 2011 un CD amb tretze Nocturns, des de l’origen d’aquesta forma musical, amb el compositor

-tors com Chopin, Liszt, Debussy, Fauré, Satie i Britten, entre altres.

El 2014 va gravar un nou disc amb els quatre llibres que componen l’obra Música Callada de F. Mompou per al segell Solfa Recordings. I amb aquest mateix segell acaba de publicar recentment les XII Sonates del Pare Antoni Soler, transcrites per Joaquim Nin i Castellanos.

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Gerona25-X-2018.-

[en la foto

primera vez en el Auditori de Gerona,

dentro de la temporada estable de

conciertos, con un programa dedicado por

componen la obra de

Cançons

i danses

Barcelona,

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SUMARIO (ED. PAPEL)

OPINION

ENTREVISTAS

Riccardo Muti

DOSIER

DISCOS

DISCOS EXCEPCIONALES

Comedia

Blas MatamoroAllegro moderato

Arturo ReverterEl cantar delos cantares

En mi menor

G. RosadoSobre la marcha

Pablo SanzEl fraseo. Jazz

...DISCOS

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Aniversari Mompou: destil·lant (de nou) les essènciesALEXANDRE NUNES DE OLIVEIRA Girona 05/11/2018 13:50

Aniversari Mompou: destil·lant (de nou) les essències / ANNA OTERO

Aquest 28 d’octubre, a l’Auditori de Girona, el segon recital del petit

cicle dedicat a Frederic Mompou apro�tant l’avinentesa del seu 125è

aniversari no va despertar gaire interès del públic local, que aquesta

tardor sembla un tant desinteressat de la bona programació de

clàssica que ofereix la sala major de la ciutat. Potser perquè va caure la

fred, o perquè estem en plenes Fires de Sant Narcís –la veritat és que

la Devesa estava plena a vessar de gent–, la música delicada i plenilu-

nar de Mompou no sembla tocar la �bra auditiva dels gironins i només

una cinquantena de persones es van apurar per admirar la pianista

Sira Hernández interpretant-la.

Respecte al primer concert d’aquest homenatge, certes comparacions

resulten adequades i inevitables: fa ara precisament un mes, un

eburni Josep Colom ens presentava la ‘Música Callada’, valorada de

forma consensuada com l’obra magna de Mompou, per la seva

expedició intel·lectiva envers la depuració sònica.

En canvi, Sira Hernández entrava a l’escenari vestida d’un negre que

conjuntava amb el Steinway per oferir-nos les ‘Cançons i Danses’, que

representen l’interès del compositor barceloní per la música popular i

tradicional.

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Aniversari Mompou: destil·lant (de nou) les essènciesALEXANDRE NUNES DE OLIVEIRA Girona 05/11/2018 13:50

La veritat és que pel que fa a ritme i harmonia els dos conjunts no s’evidencien tan diferents. Tot és essencialment Mompou, amb el seu melodisme

plaent i amb un punt melangiós, que va derivant de les premisses setinades de Satie cap a espais i esquemes més fractals o fragmentats, com trenca-

dissos puntillistes en què importa tant la macropercepció com la micropercepció de qui escolta.

El principi metodològic és el punt de fuga que realment canvia entre les dues obres (que Mompou va compondre gradualment i sense presses al llarg

de la seva vida): La ‘Música Callada’ és també deductiva, ja que emana per dir-ho kantianament– de les intuïcions de la raó pura en el seu lliure joc

creatiu. En contrapartida, les ‘Cançons i Danses’ són clarament inductives, atès que parteixen de l’objecte (la matèria prima oferta per la música

tradicional) vers l’abstracció, que consisteix a identi�car les seves notes més neuràlgiques, una mica com fan les capsetes de música.

Es tracta, per tant, d’una migració al cor de les estructures bàsiques de les cançons populars, a la recerca com diria Heidegger de la seva essència més

poètica, de les espurnes més nuclears del seu cel estrellat. Per això roman, al �nal, una certa dimensió programàtica, com una sensació de viatge a

l’estil, diguéssim, del ‘Winterreise’ de Schubert. O, qui ho sap, potser era un miratge provocat per les baixes temperatures de �nal de mes.

Mantenint un per�l subtil, sobri i reverencial, emfatitzant sovint els episodis més nostàlgics, Sira Hernández va intentar recalcar aquest tarannà

calidoscòpic i vianant de les composicions, amb certes accentuacions rítmiques que escrutaven les concatenacions més apol·línies i les seccions més

espectrals. Al �nal, la pianista barcelonina va dedicar el concert a la memòria del seu pare (recentment traspassat) i va tenir la gentilesa d’un bis, amb

l’Angelico que obre precisament la ‘Música Callada’ que, de fet, Hernández va publicar en disc recentment sumant-se així a la marea plena de

gravacions que van sortir a la llum en els últims anys. I així es tancava el cicle, que tot retorna.

I el piano també tornarà, a la Sala de Cambra de l’Auditori, el 8 de novembre, amb les referencials ‘Variacions Goldberg’ de Bach, a càrrec de la

destacada pianista canadenca Angela Hewitt, especialista en l’obra del gran compositor teutó.

https://www.ara.cat/comarquesgironines/Aniversari-Mompou-destillant-nou-essencies_0_2119588153.html

Col·laboradors

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Concerto per pianoforte, SIRA HERNÁNDEZ18 Gennaio 2019

PROGRAMMA MOMPOU - MUSIC CALLADAConferenza su F. Mompou: Silent Music, Sound Solitude e Concert.

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Concerto per pianoforte, SIRA HERNÁNDEZ18 Gennaio 2019

PROGRAMMA: Notturni di Chopin e Sonate del Padre Soler.

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Museu Ca n’OrtadóPlaça de Sant Ramon, 23-24

Sala Enric GranadosPlaça Enric Granados, 1

Informació:Museu d’Història de Cerdanyola - 93 580 45 00 / 93 692 33 22 Biblioteca Central, Sala Enric Granados - 93 580 76 02Ateneu de Cerdanyola - 93 591 41 33 http//: www.cerdanyola.cat

8è cicle de Concerts

a CERDANYOLAdel 15 de al 21

de juny de 2019

Entrada gratuïta amb aforament limitat

Amb el suport de:

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Presentem el vuitè cicle Artpegi on la músi-ca i el patrimoni són els grans protagonistes. Alguns dels indrets emblemàtics de la ciutat

s’ompliran de música en directe on es podrà gau-dir de tres propostes d’alta qualitat artística que faran úniques les nits d’estiu. Un cop més l’Artpegi donarà sortida a nous valors de la música i ex-plorarà diferents estils musicals reforçant diferents vertents artístiques.

Dissabte 15 de juny, 21.30 h als Jardins del Museu d’Història. Ca n’OrtadóRECITAL FLAMENC La Fabi, cantaoraPaco Herédia, guitarraFabiola Pérez, La Fabi, és una cantaora nascuda a Arcos de la Frontera (Cádiz). L’art flamenc

està en la seva sang des de molt petita, ja que des que té ús de raó es passava el dia cantant i ballant. La Fabi va començar a participar en penyes flamenques i festivals a la curta edat de 11 anys. Diuen que la veterania és un grau. De vegades, en sentir-la cantar, es confonen lògiques. Perquè la veu de l’experiència no és totalment certa ni la joventut del seu saber no té vellesa. El so negre de la seva veu és tan pur com blanc, sona a mal de llibertat i a presa arrel de bon arbre.

El cant de la Fabi és com un viatge en el temps. De vegades s’atura a cada estació, i de vegades ni la veus passar. Només deixa l’estela d’ahir embolicada en avui. Alegries, fandangos, jaleos, tangos o bulerías, són només estats d’ànim quan es canta amb el cor. I el cor és el que mana. Ja ho va dir el Mestre Camarón: Es tracta de transmetre, el té, i només el que té la moneda pot canviar-la. Diria que Déu li ha fet un regal, el més preuat: el so del metall. I no de qualsevol metall, d’aquests metalls que costa trobar i per això són més valuosos.

En el cant de la Fabi, pots olorar la terra mullada, l’aroma del cafè i el dolç d’una llavor que sembra, trilla i “arrecoge” en un cistell de vímet llenito de “Frutos y Flores”.

Diumenge 16 de juny, 19 h als Jardins del Museu d’Història. Ca n’OrtadóJam Session amb ROUND ABOUT TRIO feat. Eloi VidalJoel González, piano; Eunjung Jo, contrabaix; Peter Evans, bateria.

Round About Trio té la base a la ciutat de Nova York on resideixen els seus membres i fundadors: el pianista català Joel González, la contrabaixista sud coreana Eunjung Jo i el baterista australià Peter Evans. Els tres integrants es van conèixer a l’Aaron Copland School of Music (ACSM) mentre cursaven el Màster de Jazz. L’any 2018 van començar a treballar en aquest projecte i des de llavors cerquen crear la seva pròpia música en forma de composicions i arranjaments d’estàndards tot explorant i desenvolupant creativament el seu propi so com a trio. Han tocat en alguns dels locals més emblemàtics de l’escena neoyorquina com Shrine, Silvana’s, Pianos, Shapeshifter Lab, Engine Room, Swing 46, entre d’altres.

Divendres 21 de juny, 21 h a la Sala Enric Granados RECITAL DE MÚSICA I LECTURA DE TEXTOS DE PRIMO LEVI EN EL CENTENARI DEL SEU NAIXEMENT

Sira Hernández, pianista i compositora, estrena absoluta de la peça “Don’t forget about that” en homenatge a Primo LeviÒscar Intente, actor

Exposició fotogràfica “Flamenco para tus ojos” de Eduardo Alegre

a les 18h a Cal Pintxo

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■ Aunque se conocen personal-mente desde , nunca antes lapianista y compositora Sira Her-nández y el poeta Antonio Colinashabían coincidido sobre un esce-nario. Lo harán esta noche, a las horas, en el centro cultural deSant Carles, en el marco del Festi-val Internacional de Música deIbiza, para dar vida a las obras ca-pitales de dos grandes figuras dela música y la poesía a las que ad-miran, el compositor catalán Fre-deric Mompou y el poeta místicoSan Juan de la Cruz.

El recital se centrará en ‘Músicacallada’, la obra cumbre de Mom-pou, «compuesta por piezasmuy breves agrupadas en cuatrocuadernos» que abarcan «un pe-riodo muy largo, entre los años y ». Será la primera vezque se escuche en Eivissa de for-ma íntegra. Lo explica Sira Her-nández, considerada una expertaen este compositor, al que se sien-te «muy afín musicalmente» y delque, dice,«ha sido fundamental»en su evolución musical, como in-térprete y como compositora.Destaca de él «su peculiar lengua-je». «Mompou no pertenecía aninguna escuela, inició un nuevocamino» de una «originalidadúnica» con la que se ha ganado enla actualidad el respeto y la consi-deración de grandes músicos, queinterpretan sus composicionespor todo el mundo.

El silencio y las campanas«Él siempre decía que la músicano eran solo notas, también eraimportante la calidad del sonido,un timbre especial a la hora decrear resonancias», detalla Her-nández. Esta idea tiene su expli-cación. La da la pianista: «El abue-

Las 28 piezas de ‘Músicacallada’, de FredericMompou, se intercalaráncon los versos de San Juan de la Cruz

lo de Mompou era constructor decampanas, y a él, desde niño, porsu buen oído, la familia le hacíaprobar su afinación». Un dato cu-rioso más: los antepasados fran-ceses de Mompou fueron los artí-fices de una de las campanas de lacatedral de Notre Dame, en París.

Sira Hernández se siente iden-tificada con él «en esa búsquedadel sonido en el silencio y del si-lencio en el sonido» que tan bien

se plasma en ‘Música callada’. Esta obra está inspirada y toma

su título de los versos de San Juande la Cruz «... la música callada, lasoledad sonora...», del ‘Cánticoespiritual’, «uno de las grandespoemas de la literatura en caste-llano de todos los tiempos», en pa-labras de Colinas. Será él quien re-cite los versos de esta obra, inter-calados con las piezas de ‘Músicacallada’. «Las composiciones deMompou sintonizan mucho conese aspecto de pureza, emoción eintensidad que tiene la poesía»,asegura. Para el autor leonés lo dehoy va a ser «un experimento».

Sintonía entre poesía y piano«Combinar palabra con música essiempre delicado. No es fácil con-seguir que una no devore a la otra,pero en este caso es una composi-ción y un instrumento, el piano,que se presta a que haya sintonía»,

comenta. Por su parte, Sira Hernández

dice que este recital será «unaprueba y un ejercicio de disciplinapara el público», porque, explica ,«esta música, muy sutil, requierede silencio interior». De hecho,cuando Mompou la escribió, suintención era que no fuera «ni edi-tada ni tocada en público». Con-sideraba que era «una composi-ción tan íntima» que únicamentepodía estar destinada a «escuchapropia». Después cambió de ideay esta música ha podido ser gra-bada, entre otros músicos, por lapropia Hernández, que lanzó en un CD con los cuatro librosque componen ‘Música Callada’para el sello discográfico ‘SolfaRecordings’. La pieza, adelanta lapianista, también formará partedel disco que prepara con el selloNaxos.

El recital de esta noche incluye

un aliciente más, cuatro poemasescritos por Antonio Colinas de-dicados al poeta místico que ins-pira ‘Música callada’:‘En Ávila,unas pocas palabras’, ‘Duruelo,’‘Juan de la Cruz sestea en el pinarde Almorox’ y ‘Con el Dios escon-dido’. «Será como dar un salto alvacío pasar de los versos de SanJuan de la Cruz a los míos», co-menta el autor leonés con algo denervios. La pianista le replica:«Tus poemas son hermosísimos ycreo que vienen muy bien para ac-tualizar estas obras y llevarlas a unlenguaje más contemporáneo».

Como colofón al concierto, labarcelonesa interpretará al pianouna de sus composiciones, ‘Ini-ciación a la sombra’. Está inspira-da también en poesía, en este casola del autor Ángel Crespo, que porcierto, fue quien propició el pri-mer encuentro, hace años, en-tre Hernández y Colinas.

Festival Internacional de Música de Ibiza. Los versos de San Juan de la Cruz, recitados por el poeta leonés Antonio Colinas, acompañaránesta noche a la ‘Música callada’, de Frederic Mompou, interpretada al piano por toda una experta en el compositor catalán, Sira Hernández.Será la primera vez que se escuche en Eivissa esta composición íntegra. El concierto se enmarca en el festival de música de Sant Carles.

‘La soledad sonora’ del piano!La pianista Sira Hernández y Antonio Colinas ofrecen hoy un recital de música y poesía en el centro cultural de Sant Carles

La pianista Sira Hernández y el poeta Antonio Colinas, ayer en la sede de Diario de Ibiza. TONI ESCOBAR

Maite AlviteEIVISSA

PitiüsesDIARIO de IBIZADOMINGO, 25 DE AGOSTO DE 201910

La CLaVeSIRA HERNÁNDEZMiembro del jurado del concurso de piano" Sira Hernández conocebien el Concurso Internacio-nal de Piano de Ibiza, del queeste año será jurado «portercera vez».

ANTONIO COLINASUn poeta influenciado por San Juan de la Cruz" Antonio Colinas explicaque San Juan de la Cruz es unautor muy importante paraél. Prueba de ello son loscuatros poemas que le dedi-ca y que recitará hoy.

María Ángeles Ferrer Forés

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Lunes, 21 de noviembre, a las 20h

Recital de otoño

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REC

ITALES 2019 · 2020

CO

MISIÓN E MÚSICA

S I RA H E R N Á N D E Z , piano

Sira Hernández: Albéniz y Hernández

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NOOdo e.-. 8crcelono.. Sto Hett'l6nd&:z: l'IO t&OL"'Odo su, iutvdos Musieoles e.-.11010. bqO IO g,uíO d& le>! MOOstros ReMO ROMOli y F•• QUQfOnlo, •n 91 Con,ONotorio c:;ir.Mpp• V9tdi do t\lm, dQndo do�ó o lo odod d• doci$6is o-\0$, obl� 91 lih.ilo de-1 g,odo superior de piOno con b rnóxa'nO puntuociOn. A w rogroso o 8oreel0na pe,tecdono sus e,tvdios musieoles en 10 �oc:lemiQ Mcnhotf9Ql:>iendo clo* dt b g,on pic;wlido A1ci;, dt t.c:rrocho.

En 1'107 qve-do !inotsto en el C0f'l0.ll'$0 de Sois1oi 019onizodo por lo Genet01tot dt Col�. Entonces ncio w oe:tMdod eoneertltlieo. pc:rt.d¡)Or'ldo en df'tt'ertOS e:ieb1 de ooneiettos y Festivo"'" ir'll�le1 c�estNOI de Perolodo. Fe,tlvcl lnle,nociona1 dt $onto Fk;QnJho. FestNCII d• MvJico Clósico dt Toledo, Ciclos de Concier101 de Cojo Modrid, �. C.:IO �, Re-perlOrlOS ·Music:O XXI Or'I IO SGAE. hlr'ldoeión &'lo. SoiO POivolef'lte del Aud lono de�. PolOu MOeoyo dt b F\lndoción lo C0010, Ciclo -Un in�rno on M�o" crg;,ni:odos on �IQomoso y Sólloc. Ciclo do concio,10$ en 411 Polouo a,iche,0,,0 de iUÓI'\, Fundoción Coot0 de COlok.nyo en 10 Pedrero. Urwenidod Pompeu Fobro de Borceiona. A.udtorio de IO coso del wcto, en el Mcrtod0t0 dt Modrid. •tc..J. t.o pionisto sro Hemónd•: tol"tlb4n SV91• porti� en esp.ctóculos y reo10le$Wllen:íselplhores,. en IOs que eoioboton dfet91'119l artes!�: boiO'Mt..oclores. poetos 00t1lttos de orles 'M'IJO"e,, donde musico, dorao, poe,sio • tnagen se ívsiol'IOn • interoctúon.

SW .,_,nóndei liene grobodos df..-.nles CDs con gron fxito d• crllico. e prim«o es un ,-cilol con p,9101 de O. Scorlotli, J.s. Boch. Chopin y >Jbéni:r: !Ars Hormónioo. lffóJ, a Jegvndo CD estó dedc:odo ín.tegomente o Johom sebosion 8och., en conmomo«>ción d91250 onivors,orio d9 su tnU9rfo (M Hc;irmónco. 2000>, 09spvól grobo un CO con mv-iico dol QOIT'90iito, colo\ón Manuel O(iro fCOIJmno M6'ioo. 2'00Jt y o!ro CD dedicado htes;,om9r'lte o ISOOC Albéniz. oon obros cO!t desconocioos dol com¡:,OSitor (Lo m6 de Cuido, 20011. En 2011 grobo un CD con trece NOeturnos. d&sd6 ol Origen do dicho fo,mo musieol. con el C()t'l'lpotÍIO, J0M Fíeld.. hOsSO f'IU9Slrot díos. pos.ol'ldo pot grandes e:orr¡,osllOteS OOMO ChOpw'I. l.lm. Deblmy, Fouré. Sohe y8ritlet1, entre olros (Lo mO de Guido).

Ho grobodo los cuatro fbtos dt !\Mico Collado dt lffdeñc Mompou !Soffo �ec:Ofdings. 201-') y otro 00 con losxrr Sonolfl del

Por• Antoo S<>'Ert, lronteritos po, JOOQVffl l'M iC�18'ono$ fSo,jo A:eC:QtÓngi.. 2017).

Ho portioipodo como oompositoro e in.!étpfeie en IA"lO periormonc$ con lo ortisto itokw\o So,o conforl• (rt.rii. 2011). dende se tro!obo de dOt v.sibibdod ol sv!n"""°"'IO do IOs �s que hOn su!ndo y wtr-en obusos y rnottr01o. AC:obo de 6.31ronOt su obro PQfO pionoOon'I Fotgql obovf rhot, dec:icodo o Primo 1.9','\, con moivo c;lele9nfeinorio d9 iu nocirrien,O. esto 00tO, inloS,000 en un recilol con el aclor Oscc:r ln1.nle. donde se leyeron porte-s dt ,u lbro $e qu,Mto • vn uomo. es un teml:N y nece,aio test� del hon'or qu,. Prn'IO l.evi sufñ6 e:omo prisionero de lo5 no¡;¡ en el compo de exterminio dt Ausch-Mli. Esto obro, junto COl'IO!rol.toli:tM�leenUr'ICOPQ'Oelprestigbsosetodisoogój\ooNOXO$.M6sl'lbmodór'lenwww.-cf'I�

Antonio Colinos, pooto

Noc;ido en l .o8oi\9zo (l.o6n) oi pooto. nonodQ(. 9mc;,y;rto, lroducto, y crilico llororio, \#'O do tos m6s prolllcoi y IOoJrOod0$de nueúro port. Con mós de 100 lbros pvbllcodos en p,vneio edlclón de poesfa. l"IOl'l'Ot!vo. emoyos. ontOI� v trodveclones. ol Moesfro Coln0$ lo9 le ho incll.#do 09nll'o del <;tupo de '°' NQvu'no$, oun� sier'1'191'0 e:omo un novísimo oheterodoxo o i'K!ependJEN\le-. Posee un estlo muy pen:onot. J)\ol'O, de gron equ1ibño cio9ioo. fiel o b fusión entre IO experleneio de ..M-y

lo e,q,eriencio de •seritñ, .nlre lo llerotwo yb �do. 0.sloccn sus lbosS.pvlcro «t rorqt.inia.l"Oeti• m6s o.Yd de Jo noche, L�yeMo �n lOs pedr'ot. Conciol'lt't potO ur'IO �co si&enl�. t.orgo cOrlo o �seo. r,otodo de orm� v Nuevo a-o redo d• o,monío. Su ob,o ho recodo nUfl'lo9f0$0S promios y r.conocimienlOl, toles como el Promio Nocionol de lo CrJico (1'176), Premio NocionOI de liletofwo 11'1&'21, Premio de lol letroi de cou IO y león (In&!, Premio llnlemocionol Col'lo &etocciv en ttoro (l?ff), Promio Nocionol d� Troducción d9 lfo1o (200$), Loonés dol Mo (200,$). Promio do los t.olfos T«9KI de Á'lilo (201 •). Pl'eMiO Reina SOll'o de Poedo rbetoometlccno 1201,). entre otrot, Més Información en www,Or'ltOtllooo'nos,oorn

Sira Hernández, piano Antonio Colinas, poeta Domingo, 25 de agosto, n·oo hotos

Musico Colado

Primef cvodemo (1951) 1, Angelk:o 11, lent UI.PlockSo IV. Alffillo O P000$0 V. Sin lfhAOVI. ten10 mo110 confobile Vlf.len!OVllf. SempiCe IX.lento

Teteer cvodemo (1965) XVII. lentoXVIII, luminoso XIX. Tranquilo XX.C<:kne XXI, lento

Frederic lv\ompou (1893-1987)

Segvnoo cvocerno f 1962) X. Lenro-contoblle XI. ADegettoXII. lentoXIII. Tranquilo-Tres cdtne XIV. Severo-sérieux XV. Lenlo-plolntw XVI.Colme

Cvorro cvoCffl'!O f 1967) XXI, tv\olto S&nlo o tronQuio XXIII. corno. ovec Cbtó X,SV, ModOrOIOXXV. Sin llluto XXVI, len10

XXVH. len10 mo110 xxvm.ten10

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- Una vez en un concierto en Mallorca. Lo organizaba el Ministeri; era una gira que se llamaba Un invierno en Mallorca y se tocaba en diferentes lugares de la isla. A mí me tocó una pequeña parroquia, donde la mayoría eran turistas que estaban pasando unos días de invierno. Esta gira se hacía durante la Semana Santa. Hubo una circunstancia difícil, porque no me dejaron ensayar antes del concierto y no tuve acceso al piano hasta el momento de tocar. Eso no me había pasado nunca, pues la indefensión de un pianista ante un instrumento que no conoce es muy grande. Lo mínimo es que te dejen un par de horitas para hacerte amigo de él. En esta ocasión no fue así, porque había una profesora que estaba dando clase a un alumno y se negaba a dejar libre el piano hasta que no entró el público. Me miraba muy mal encarada, como para darme rabia… "¡Este piano no lo vas a poder tocar bien!", parecía decirme con la mirada. Yo iba a interpretar un programa muy exigente: Scarlatti y Bach. Se trataba, por tanto, de un trabajo de filigrana, de control de peso y de teclado. Para colmo, el piano no pasaba de correcto, no era gran cosa. Entonces pensé: ¡Que sea lo que Dios quiera… yo me lanzo! Entonces caí en la cuenta de que tal vez esa mujer necesitaba cariño, que abandonara su frustración. Pensé: "pues bien, voy a tocar para ella. A ver si Bach y Scarlatti le dan lo que no puede tener". Empecé a tocar y… ¡oye! Yo no sé lo que pasó, pero hubo un momento en que no era yo quien tocaba. Las notas salían solas, como yo las sentía en mi interior, de un modo perfecto, con plena belleza. Tuve la certeza de que estaba ocurriendo algo increíble. En esos momentos te das cuentas, como Paco de Lucía, de que no eres tú: el músico es un canal. Sólo te toca, en esos momentos, ser completamente humilde y decir: esa hermosura no depende de mí. Los fallos, los errores todos son míos, de mi ego, de mis inseguridades, pero cuando todo sale así, tan bien, entonces no soy yo.

Sira Hernández: “Cuando la música viene, entonces no soy yo”

Sira Hernández nació en Barcelona y estudió piano en el Conservatorio Giuseppe Verdi de Turín. Debutó con dieciséis años y obtuvo el título superior de piano con la máxima nota. De vuelta a Barcelona tomó clases con Alicia de Larrocha. Sira Hernández ha dado conciertos en importantes salas de España y Europa. Su repertorio es muy extenso. Ha grabado a Bach, Scarlatti y el padre Soler. También conoce a los románticos, especialmente Schumann y Chopin, y ha interpretado numerosos autores contemporáneos. Su grabación de la Música callada de Federico Mompou ha dado impulso reciente a la divulgación del autor catalán, del que tiene en proyecto grabar otras obras. En su faceta de compositora destaca Introducción a la sombra, música para recitar unos versos de Ángel Crespo, traductor de Dante y poeta, con quien sostuvo una estrecha amistad. Sira Hernández es una pianista de extensos conocimientos de nuestra cultura europea. Ha dado dos conciertos en La casa de los pianistas, en Sevilla. El primero se dedicó a la Música callada de Mompou. En el segundo interpretó al padre Soler y Chopin. Esta ha sido la ocasión para entrevistarla.

--Supongo que usted se habrá hecalgunas veces esta pregunta ¿por quétocar, hacer música? A cierta edad ¿porqué seguir tocando en público?

-Eso mismo le preguntaron a Paco de Lucía: "Maestro, ¿a qué va usted a subirse a un escenario, qué necesidad tiene usted siya lo ha conseguido todo?". Y más o menos vino a contestar así: "Ha habido dos conciertos en mi carrera en que yo percibíque había sucedido algo que no se puede explicar. Sigo subiéndome a un escenario por ver si eso se repite". ¡Puf! Sí, yotambién he tenido esa experiencia. En ocasiones, con un carácter casi absoluto. Eso que dijo Rubinstein: que estás sintiendo elalma de las personas. ¡Qué maravilla! El alma se transmuta, se transforma y se comunica con otras que tiene al lado… ¡Eso esmaravilloso! Estás en uno… Es la sensación que tienes de que una nota, un re bemol, está sosteniendo las almas de todo elpúblico. Y a lo mejor no es en un pasaje brillante, basta solo con un pianísimo. Es una sensación de mucha responsabilidad,pero a la vez fascinante. Y te engancha, y es casi adictiva.

-¿Cuándo tuvo una experiencia parecida?

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--Sólo por curiosidad, ¿cuáles son los primeros sonidos que recuerda de niña?

Entonces mi familia y yo vivíamos en Turín. Mi padre cantaba muchas cosas, también ópera. Mi madre, zarzuela. También escuchaba música, porque en casa teníamos muchos discos de vinilo. También oía la…

-¿Radio o televisión?

- La televisión. En España la televisión tal vez tardó más en asentarse, pero en Italia estaba completamente desarrollada. Lasprimeras clases de piano las tomé en el piso de arriba de mi casa, donde una vecina me iba enseñando. Mi madre no parecíapensar que yo fuera a ser pianista. Ella me decía: Sira, tú maestra, maestra. El caso es que yo no tenía un piano, porque no me locompraron. En vez de piano me pintaron en un cartón todo el teclado con sus notas blancas y negras. Así que iba estudiando laspartituras con aquellas notas de cartón. Para algunos pianistas la música está en el sonido. Para mí, en el signo que lo representa.

-Vamos que usted leía las partituras oyéndolas por dentro a falta de un piano. La niña tenía el oído absoluto... (YSira Hernández baja la cabeza al suelo como diciendo: ¡y qué remedio!) Ayer tocó en Sevilla un repertorio muyvariado, también Chopin.

-Sí, el Nocturno número trece en do menor, y algo sucedió mientras lo tocaba. Mi padre y mi madre murieron los dos hace unosmeses. Hace poco abrí unos cuadernos escritos por mi padre, que me había guardado en unas carpetas para no perderlos. Mipadre pasó la guerra de niño y sufrió muchas calamidades. Decía que él no lloraba porque ya no tenía lágrimas. Pero en esecuaderno anotó: “Hoy he llorado por primera vez escuchando este nocturno tocado por mi hija”. Pues bien, tocando en directonoté algo especial. Eso te pasa cuando tocas en directo, no en tu cuarto de estudio. En el directo se crea una tensión especialporque hay una unión con el público, que es como un amplificador. Se crean unas energías que te desvelan cosas. Hay unmomento en ese Nocturno en que el tema inicial se retoma con unas armonías de cuatro o cinco notas por cada mano y lamelodía se desarrolla por los agudos o por los bajos. Todo ese párrafo hay que tocarlo apasionadamente, pero a la vez dentro delcontrol que exige la interpretación. Tienes la emoción a flor de piel pero a la vez tienes que aguantar las riendas del caballo: debesser al mismo tiempo la montura y el auriga. En esos momentos pensaba por qué tantas notas, tantas armonías que parecen comouna marcha fúnebre. De pronto todas esas voces eran… las voces de los muertos que acogían al que llegaba… Pensarás que estoyloca… ¡pero la voz del tema principal estaba ahí sustentada por todas las almas que lo están esperando, acogiendo en el reino delos cielos o donde cualquiera se lo imagine! Creo que, desde ayer, ese nocturno lo tocaré diferente. Porque ya tiene un significado.Antes me había preguntado por qué llenar tanto el tema si la melodía es extraordinaria, para qué tantas notas y armonías. PeroChopin pone muchas voces interiores: es el coro de los ángeles, de las almas que esperan a otra alma que se traspasa, que se va yllega. ¿Qué cosas, verdad?

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-¡Qué pena! Pero Alicia de Larrocha, que le dio clases, sí llegó a conocer a Mompou. -Alicia mantenía una relación estupenda con Mompou, con él y con muchos. Alicia era una persona estupenda y todos la preciaban. Fue Montsalvage quien me puso en contacto con ella. Para Alicia Larrocha, Mompou era uno de los grandes, un grande absolutamente. Mompou le dedicó el último cuaderno de la Música callada. Yo no conocí a Mompou, pero sí a su mujer, la pianista Carmen Bravo, que fue discípula suya, y se querían muchísimo. Para mí la música de Mompou tuvo mucho de fascinación. Hasta entonces sólo había conocido la que aprendí en el Conservatorio de Turín. Allí estudié a grandes nombres. Yo era devota de Bach, de Scarlatti y de los románticos, Schumann y Chopin. Cuando empecé a estudiar la música del siglo XX, sentí una gran atracción por la música española. Iberia, para mí, tocada por Alicia de la Rocha, era un no parar de oírla. Sentía auténtica reverencia por ella. Era además una música con tus raíces, que había oído cantar en casa, porque a mis padres les gustaba mucho. Falla también lo escuchaba con frecuencia. Cuando aterrizo en Barcelona, descubro este tipo de música contemporánea que se estaba haciendo. Fue una revelación, porque había una pureza en esa aparente sencillez, en esa melodía como descarnada y que no lo es, porque Mompou la deja en suspenso, con unas armonías que insinúan pero no dicen categóricamente. Deja esa melodía ahí, como flotando. Yo me sentía muy identificada porque me ofrecía una libertad, un espacio que aligeraba el alma de esa música tan cargada de notas, tan potente y llena de significado. De repente, llegas a otro lugar, donde se respira otro aire. A mí me fascinó. Pero creo que se puede tocar a Mompou (bueno también a Chopin) sólo cuando se ha llegado a cierta madurez musical, y, también, vivencial. Esa aparente facilidad, esa ligereza de temas no conclusivos, desprovistos de grandilocuencia, se puede malinterpretar y quedarse en la superficie. Debajo de esas aguas que parecen tranquilas, hay un mundo mucho más profundo, tanto sonoro como conceptual. Y ahí me introduje en una manera de entender la música que, desde luego, se refleja en otras interpretaciones. Por ejemplo, ya no puedo tocar Chopin de la misma manera, pero tampoco ni siquiera Bach. Mompou nos enseña algo que debería estar en la base de todo músico, algo que no es sólo la idea musical, las notas, la tonalidad, sino el sonido, la vibración misma del sonido. Esa vibración que brota como de dentro y que dejas que respire, que flote en el aire. Ese es el germen de toda música. La música nace del sonido, de una calidad del sonido, de buscar esa calidad. Y no cualquiera sirve, porque no se trata sólo de tocar teclas para hacer notas correctas. Se trata de qué sonido doy en cada nota. En eso se reconoce las diferencias entre un intérprete y otro. Mompou tenía la teoría de que ese sonido, una vez tocado, seguía creciendo. En un piano eso puede ser fruto del pedal, pero también de la intención del intérprete, lo que tú pones justo en el momento de entrar en el sonido a través de la tecla.

--Decía Luis Cernuda que su poesía brotaba del acorde en que se unen el tiempo de los hombres y el de Dios

--Sí, parece que lo material es un vehículo para podernos conectar unos con otros. Tocar ayer ese nocturno me resultó muy doloroso. Si hubiera tocado otra cosa, como antes de ayer, que toqué a Mompou, y no sentí eso… Porque la Música callada es un camino de desolación, aunque al final las últimas piezas tienen una luminosidad extraordinaria. Hay momentos que son de luz, pero es también el fruto de una lucha que Mompou sostuvo consigo mismo. Hay también una mirada nostálgica a su infancia, a su pasado, pero hay que reconocer que las últimas piezas son de luz. Las dos que cierran el ciclo me parecen salvíficas, por decirlo de alguna manera: nos rescatan de la desolación y son un canto donde todos somos perdonados. Es un do mayor que nos limpia de todo, con la tríada de cuarta, quinta y octava. Pero a esa luz se llega a través de días grises y noches oscuras.

-En la biografía de Mompou que escribió, Clara Janés dice que el músico había llegado, en la madurez, a un estadode disponibilidad casi infantil. Nada tendrá, todo se le dará y nada le faltará. No acierta a explicarlo más queparafraseando los comentarios que dio san Juan de la Cruz a los versos del Cántico, cuando escribe: “la músicacallada, la soledad sonora, la cena que recrea y enamora”. Pero Clara Janés no es músico. Es usted quien, al tocar lasnotas, actualiza, da carne y sustancia a la música callada. A cambio, qué le ha dado la música de Mompou.

-Pues mucho. Lo empecé a conocer cuando llegué de Italia a Barcelona, aunque no pude conocerlo personalmente. Murió al añosiguiente.

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-Lo que pone el alma en contacto animado con el mundo, así definió Machado la poesía.Recuerdo que una vez en Granada, mientras compraba un CD de Mompou, un hombre queestaba a mi lado exclamó: ”Mompou... ¡ Esa música está a punto de deshacerse!”-Qué bonito. Sí, parece que se deshilvana y se queda en suspenso. Y esa es su grandeza, porque la fuerza de Mompou es esa

debilidad aparente. Parece una contradicción, pero en esta fragilidad del sonido, en la inefabilidad de su música reside su granfuerza. Mompou está marcando una época y la va a seguir marcando en el futuro. A mí Mompou me ha ayudado muchísimo,porque…

-¿Sí? Cuando escuché su Introducción a la sombra, pensé: “Aquí está Mompou”.

-Sí, en esas resonancias de las notas que se extienden, en esos trinos que se dejan, en esos armónicos y enarmónicos… Ahí haymucho Mompou. Y a mí me ha abierto esa puerta. O sea, buscar más allá de conceptos, escuelas, técnica compositiva, buscar sobretodo el sonido, que es el origen, lo que Mompou estuvo buscando toda su vida. El sonido de una campana, unos niños cantando enla calle, que Mompou oía desde la ventana. De pronto esos sonidos salen en mitad de un tema. Gritos en la calle, jolgorio de fiesta ode drama. Pero, oye, es sólo una pincelada. Luego vuelve a su tema y te deja ahí. Es un juego poliédrico.

-Parece que, cuando un gran artista fallece, tiene que pasar un tiempo de purgatorio. Ya no es tan interpretado, se leescucha menos, hasta que vuelve a ocupar su lugar, tal vez aún más grande de lo que fue en vida. Usted, Sira, y otrosestán contribuyendo a eso.

-Sí, sí, porque ha sido sacar el CD de su Música callada, y otros han empezado a grabar también. Cada uno tiene que aportar suvisión. Eso es lo que Mompou quería, y lo dijo además: “Mi música seguirá”. Y lo dijo sabiendo que lo que él hacía era muyauténtico, que no era fruto de una moda o una de conveniencia intelectual, política, o como decía un crítico, de si eres“rabiosamente vanguardista”. Eso lo encuentro terrible. Cuando una lee u oye esos comentarios, piensa: "¿y esta música cuántodurará?". Eso de ser terriblemente vanguardista (se ríe a carcajadas) suena a explosión. Mompou tenía el convencimiento de que elcrecimiento de su obra sería lento, de que él hacía su trabajo a contracorriente, y de que lo único que se le puede exigir a un músicoes mucha autenticidad, mucho trabajo bien hecho. Cuando tu trabajo es verdad y buscas no estar tú, sino que la música esté allí,entonces esa música acaba saliendo adelante. Y esto vale lo mismo para el compositor que para el intérprete. Vangelis decía unacosa muy importante: cuando un compositor quiere ponerse por encima de la música, ya la está traicionando. Es la música quiendebe conducir al compositor. Naturalmente, tus conocimientos, tu bagaje, te ayudan. Pero tu técnica, tus conceptos no puedenestar por encima de esa verdad en la que tienes que dejarte llevar, con humildad, con transparencia.

Sira Hernández se despide con un apotegma: “Cuando la música viene, entonces no soy yo”.

José Julio Cabanillas

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