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Anno 25 - Numero 128 - € 0,50 Lunedì 30 Maggio 2016 Sette IN EDICOLA CON Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com CONVIVENZE e UNIONI CIVILI Le nuove famiglie dopo la legge Cirinnà Con il testo della legge commentato comma per comma DI ROBERTO MILIACCA E siste un «sentiment» per il settore legale? Certo che sì, ed esiste da quando esistono dei «brand» legali, cioè degli studi organizza- ti in forma associata che si sono dati un nome, un marchio e delle regole di comunicazione. E da quando c’è il web, l’analisi del sentiment, cioè l’analisi del polso delle conversazioni che avvengono in rete da parte degli utenti, così come avviene per qualunque altra azienda, sta iniziando a diventare importante anche per gli avvocati. Negli ultimi anni Affari Le- gali ha avviato un Osservatorio, condotto in esclusiva per ItaliaOggi dalle società Reputa- tion Manager e Be Media, che monitora la rete e registra come vengono percepiti gli studi su internet. I risultati, per grandi spanne, sono abbastanza simili a quelli registrati sei mesi, fa, con gli studi di matrice anglosassone, come Dla Piper e Orrick, che la fanno da pa- drona nella «cura» prestata al monitoraggio e all’utilizzo di Internet e social network. E con lo studio Chiomenti che si posiziona come il primo tra gli studi italiani più citati in rete. Ma questa volta abbiamo voluto rendere gra- ficamente più visibile la nostra analisi, pub- blicando anche le percentuali del sentiment, positivo-negativo-neutro, dei primi dieci studi legali citati sul web, e il cloud con le parole presenti all’interno dei contenuti pubblicati in rete dagli studi. Abbiamo inoltre elaborato i volumi percentuali delle conversazioni in rete relative ai legali: talvolta gli studi che vengono citati di meno in rete sono quelli che hanno la web reputation migliore. Insomma, dati interessanti, da passare al setaccio, per capire come si evolverà la comunicazione le- gale nel prossimo e imminente futuro. Affari Legali IL PRIMO GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELLA GIUSTIZIA Osservatorio Reputation Manager/Affari Legali -Il web premia chi lo sa usare Un sentiment per i legali CASSAZIONE Lodo arbitrale, impugnabilità estesa Pisapia a pag. V CONSIGLIO DI STATO Incarichi p.a., palla al giudice ordinario Costa a pag. VI FISCO-CONTRIBUENTI Stima di immobili con par condicio Palumbo a pag. VII in edicola con

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Anno 25 - Numero 128 - € 0,50 Lunedì 30 Maggio 2016

Sette

IN EDICOLA CON

Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com

CONVIVENZE e UNIONI CIVILILe nuove famiglie dopo la legge Cirinnà

Con il testo della legge commentato comma per comma

DI ROBERTO MILIACCA

Esiste un «sentiment» per il settore legale? Certo che sì, ed esiste da quando esistono

dei «brand» legali, cioè degli studi organizza-ti in forma associata che si sono dati un nome, un marchio e delle regole di comunicazione. E da quando c’è il web, l’analisi del sentiment, cioè l’analisi del polso delle conversazioni che avvengono in rete da parte degli utenti, così come avviene per qualunque altra azienda, sta iniziando a diventare importante anche per gli avvocati. Negli ultimi anni Affari Le-gali ha avviato un Osservatorio, condotto in esclusiva per ItaliaOggi dalle società Reputa-tion Manager e Be Media, che monitora la rete e registra come vengono percepiti gli studi su internet. I risultati, per grandi spanne, sono abbastanza simili a quelli registrati sei mesi, fa, con gli studi di matrice anglosassone, come Dla Piper e Orrick, che la fanno da pa-drona nella «cura» prestata al monitoraggio e all’utilizzo di Internet e social network. E con lo studio Chiomenti che si posiziona come il primo tra gli studi italiani più citati in rete. Ma questa volta abbiamo voluto rendere gra-fi camente più visibile la nostra analisi, pub-blicando anche le percentuali del sentiment, positivo-negativo-neutro, dei primi dieci studi legali citati sul web, e il cloud con le parole presenti all’interno dei contenuti pubblicati in rete dagli studi. Abbiamo inoltre elaborato i volumi percentuali delle conversazioni in rete relative ai legali: talvolta gli studi che vengono citati di meno in rete sono quelli che hanno la web reputation migliore. Insomma, dati interessanti, da passare al setaccio, per capire come si evolverà la comunicazione le-gale nel prossimo e imminente futuro.

AffariLegali

IL PRIMO GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELLA GIUSTIZIA

Osservatorio Reputation Manager/Affari Legali-Il web premia chi lo sa usare

Un sentiment per i legali

CASSAZIONE

Lodo arbitrale, impugnabilità estesa

Pisapia a pag. V

CONSIGLIO DI STATO

Incarichi p.a., palla al giudice ordinario

Costa a pag. VI

FISCO-CONTRIBUENTI

Stima di immobili con par condicio Palumbo a pag. VII

in edicola con

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II Lunedì 30 Maggio 2016 S T U D I & CA R R I E R E

Osservatorio Reputation Manager-Be Media/Affari Legali: Chiomenti primo tra gli italiani

Web reputation, Dla Pipere Orrick i più attenti alla rete

Pagine a curadi LUIGI DELL’OLIO

Dla Piper davanti a Or-rick e Chiomenti. È il podio degli studi legali d’affari con la migliore

Web Reputation, secondo la ricerca semestrale (con alter-nanza tra analisi degli studi e dei loro numeri uno) condotta dalle società Reputation Ma-nager e Be Media in esclusiva per Affari Legali - ItaliaOggi Sette. In generale, il quadro che emerge conferma che gli studi internazionali d’affari sono più attenti rispetto a quelli italiani alle dinamiche della comunica-zione via Internet, consapevoli che la conquista della clientela non possa più esclusivamente dalla capacità di tenere rapporti personali con i grandi decisori nelle aziende e nel mondo della fi nanza, ma anche dall’immagi-ne dello studio che si proietta tramite il Web.

Il campo di analisi. L’anali-si ha coinvolto 20 studi presenti nel mercato italiano, di cui tre-dici nazionali (BonelliErede, Carnelutti, Cba, Chiomenti, D’Urso Gatti e Bianchi, Gian-ni Origoni Grippo Cappelli & Partners, Grimaldi e asso-ciati, Lombardi Molinari e associati, Ls Lexjus Sinacta, Nctm, Pavia e Ansaldo, Piro-la Pennuto Zei e associati e Tonucci) e sette internaziona-li (Cleary Gottlieb, Clifford Chance, Dla Piper, Ever-sheds, Freshfields, Linkla-

ters e Orrick).I ricercatori hanno analizza-

to tutto ciò che su Internet si dice di 20 grandi nomi dell’av-vocatura d’affari. Ciascuno di loro è stato valutato secondo un punteggio che va da 0 a 10,

considerando quattro macro-aree che defi niscono i contorni della reputazione online: la pre-senza istituzionale (qualità del sito corporate, design, usabilità, ricchezza informativa, potenza dominio, frequenza di aggiorna-

mento); presenza enciclopedica (presenza, qualità ed esaustivi-tà della pagina Wikipedia, casi rilevanti e di successo citati); Presenza Web (indicatore di reputazione basato sui volumi e la qualità dei contenuti on line,

presenza uffi ciale e non uffi ciale nei social network, qualità dei contenuti correlati sui motori di ricerca).

Dla Piper davanti a tutti. Dla Piper conquista il primato con un voto medio di 7,4 punti su un totale di 10 disponibili, grazie a valori elevati soprat-tutto per quel che concerne la presenza istituzionale (design e usabilità del sito, tra i para-metri considerati) e quella en-ciclopedica. Il primato in que-sta seconda sottocategoria va comunque a Orrick, che nella graduatoria generale conquista invece la piazza d’onore con 7,1 punti, un decimo in più rispet-to a Chiomenti, che brilla sul fronte della presenza istituzio-nale e per quella Web, ma è più indietro sul fronte della presen-za enciclopedica. Ai piedi del po-dio si piazza Clifford Chance (più forte sul versante della presenza enciclopedica rispetto a quella Web) con 6,6 punti di media, che precede un terzet-to composto da Freshfi elds e Gianni Origoni Grippo Cap-pelli & Partners e Linklaters (appaiati a 6,2). All’ottavo posto si piazza BonelliErede con 6,1 punti, con Cleary Gottlieb a quota 5,5 punti.

Le law-firm guardano all’e-commerce. Gli studi internazionali (tutti quelli esaminati rientrano nella top ten), segnalano gli autori della ricerca, risultano molti più at-tenti all’innovazione e alla tec-nologia nella propria gestione,

D

p

Web reputation, la classifi ca globaledegli studi legali in Italia

1) Dla Piper 2) Orrick

La torta rappresenta il sentiment con le percentuali di positività, negatività e neutralità dei contenuti. Il volume di conversazioni rappresenta la percentuale di citazioni dello studio sul totale delle rilevazioni. Il cloud è generato dalle parole presenti all’interno del contenuto, quindi dà un’idea dei temi che sono poi esplicitati nell’elenco delle tematiche.

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IIILunedì 30 Maggio 2016LunedS T U D I & CA R R I E R E

rinnovano i brand con grafi che semplici e lineari, che rafforza-no la percezione di internazio-nalità nei clienti. «Ci sono realtà come Dla Piper che scommet-tono sul settore dell’Internet of things, creando task force in Italia, ma soprattutto in Eu-ropa, Usa, Asia e Australia, o nelle operazioni di e-commerce e di economia digitale o ancora nelle operazioni internazionali di grosse fusioni, ad esempio nel segmento dei beni di consumo e fi nanziario», spiega Alberto Murer, partner di Be Media. Gli studi italiani puntano prevalen-temente sull’ottimizzazione dei

costi e sull’offerta di servizi più effi cienti accogliendo al proprio interno un mix di competenze più ampio rispetto al passato.

Dalla ricerca emerge, poi, la tendenza a strutturare dipar-timenti dedicati al mondo dello sport, dove le società sono equi-parate alle aziende, e al settore gaming. «Per quanto riguarda l’immagine e il brand sono an-cora restii al passaggio gene-razionale come per l’uso della tecnologia e innovazioni nella gestione degli studi», rileva Andrea Barchiesi, Ceo di Re-putation Manager e autore del libro «La tentazione dell’oblio.

Vuoi subire o costruire la tua identità digitale?». Ci sono co-munque delle eccezioni: Nctm è l’unico studio italiano ricono-sciuto tra gli studi «Standout» nella tecnologia, Carnelutti ha aperto uno studio a New York, Tonucci una sede a Belgrado e Cba ha siglato un accordo con DeHeng Law Offi ces per pro-muovere sinergie e aggregazioni tra imprese italiane e cinesi. Lo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partner, invece, si distingue dagli altri studi italia-ni per la sua presenza nei social network soprattutto su Linke-din dove si piazza al primo posto

con oltre 7.500 follower.Chiomenti e BonelliErede

in luce tra gli italiani. Rispet-to all’analoga ricerca condotta da Reputation Manager e Be Media nella primavera del 2015 non emergono grandi novità ai vertici. Anche allora Dla Piper e Orrick erano in quest’ordine al vertice della classifi ca, men-tre Chiomenti aggancia il podio con un progresso di due posizio-ni. Bene anche Freshfi elds e Gianni Origoni Grippo Cap-pelli & Partner, che guadagna-no rispettivamente tre e quattro posizioni. Clifford Chance e Linklaters cedono una posizio-

ne a testa. Male Eversheds che, penultimo tra gli internazionali, perde quota in maniera consi-derevole passando dal quarto al nono posto, e anche Cleary Gottlieb, in calo di tre posizioni, alla decima piazza, e Tonucci, in calo di quattro posizioni, che diventa 14esimo. Nelle posizioni di coda si muove poco, con Cba sempre 18esimo, D’Urso Gatti Bianchi che sale di un posto alla 19esima piazza, mentre il percorso inverso fa Grimaldi Associati, che conquista la ma-glia nera con appena 2,6 punti.

Pochi studi italiani hanno la pagina su Wikipedia

3) Chiomenti 4) Freshfi elds

5) Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners 6) Linklaters

continua a pagina IV

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IV Lunedì 30 Maggio 2016S T U D I & CA R R I E R E

7) BonelliErede 8) Eversheds

9) Cleary Gottlieb 10) Nctm

Il focus è sull’Internet delle cose

Quanto alle categorie esami-nate, per quanto riguarda la presenza istituzionale, l’unica vera novità è rappresentata da BonelliErede, che insieme al nome ha rinnovato anche il sito Internet.

Nctm cresce nei conte-

nuti. La situazione rimane invariata per quanto riguarda la presenza enciclopedica, che viene marcata solo da Bonelli Erede e Chiomenti attraverso la pagina Wikipedia, mentre gli altri studi italiani continuano a

non averla. A livello di presenza web generale, quindi di volume e qualità dei contenuti rileva-ti per ciascuno studio, Nctm è quello che registra la crescita più rilevante: rispetto al 2015 guadagna ben cinque posizioni: è infatti lo studio che nell’ulti-mo anno registra il numero più alto di web mentions, il 55% delle quali positive. Per quanto riguarda la presenza uffi ciale degli studi sui social network, si rileva un discreto miglioramen-to: tutti gli studi, tranne D’Ur-so Gatti e Bianchi, hanno una company page su Linkedin e cinque studi su dodici possiedo-

no anche un secondo social tra Twitter, Facebook, Google Plus e Vimeo (Bonelli e Ls Lexjus Sinacta ne hanno tre). Ancora nessuno degli italiani è presen-te su Instagram. «Sarà interes-sante verifi care le evoluzioni di questo avvicinamento al mondo social, anche rispetto alle azioni di comunicazione messe in cam-po dai singoli professionisti dello studio- osserva Barchiesi- dato che proprio quest’anno l’Anti-trust ha stabilito che gli avvo-cati potranno farsi pubblicità sui social network»

Le law-fi rm si raccontano. Gli studi internazionali, a diffe-

renza di quelli italiani, conti-nuano ad avere una presenza enciclopedica solida con la pa-gina Wikipedia che racconta la storia e i casi di successo dello studio. Anche nella presenza istituzionale non si rilevano cambiamenti significativi: le fi rme internazionali si confer-mano in generale più attente alla comunicazione, attraverso website dal design accattivante e sempre aggiornati. Tra tutti Cleary Gottlieb è quello che presenta il sito più semplice dal punto di vista del design, e può dunque avere dei margini di miglioramento. Ma è soprat-

tutto sui social network che le fi rme internazionali continuano a segnare uno stacco decisivo ri-spetto agli studi italiani: 5 su 7 hanno attivi almeno tre account tra Linkedin, Twitter, Facebook. Dla Piper è il più attivo con ben 4 account, presente anche su In-stagram, e Linklaters, l’unico ad avere un canale YouTube.

Supplemento a cura di ROBERTO MILIACCA

[email protected] GIANNI MACHEDA

[email protected]

segue da pagina III