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Molti economisti e politici, spesso anche italiani,
sostengono che il programma di aiuti ricevuti dalla Grecia
in questi ultimi anni non è servito ad aiutare il popolo
greco. Il denaro dato alla Grecia sarebbe invece finito alle
banche tedesche e francesi che negli anni precedenti alla
11 LUGLIO 2015
A chi sono andati i soldi per la GreciaSi sente dire spesso che sono serviti solo a salvare le banche francesi e tedesche, manon è andata proprio così: la voce.info ha fatto due conti
ECONOMIA
"
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3 crisi avevano prestato denaro al governo greco. Questa
settimana su lavoce.info gli economisti Nicola Borri e
Pietro Reichlin hanno messo insieme un po’ di dati e
numeri per dimostrare che le cose sono andate in maniera
un po’ diversa.
La storia in breve
La Grecia è entrata in crisi nel 2009 e nel maggio del
2010 la cosiddetta “troika”, un gruppo di rappresentanti
della Commissione Europea, della BCE e del Fondo
Monetario Internazionale, ha deciso di concedere al paese
un prestito da 110 miliardi di euro. Nel frattempo si era
scoperto che i governi greci avevano truccato i conti
pubblici e si erano fatti prestare molti più soldi di quelli
che sarebbero stati poi in grado di ripagare. Che le Grecia
fosse un paese traballante non era un segreto. Ma negli
anni precedenti alla crisi, diverse banche – soprattutto
francesi e tedesche – avevano prestato moltissimi soldi al
paese nella convinzione che un modo per riavere indietro
il denaro si sarebbe comunque trovato. Secondo una storia
che si sente ripetere spesso, il primo piano di aiuti sarebbe
stato approvato soltanto per salvare queste banche, e quei
soldi non sarebbero mai arrivati davvero al popolo greco.
Quanto doveva la Grecia a tedeschi e francesi?
Non è facile fare una stima precisa di quanti soldi
esattamente le banche avessero prestato al governo greco.
Sappiamo che nel marzo 2010, prima del piano di aiuti, le
banche francesi avevano prestato alla Grecia poco più di
50 miliardi e quelle tedesche poco più di 30. Attenzione:
queste cifre comprendono sia i prestiti al governo che
+
quelli al settore privato. Non si hanno i dati disaggregati
su quanto denaro le banche tedesche e francesi avessero
dato al governo greco. Borri e Reichlin hanno cercato di
fare una stima: hanno preso la proporzione tra crediti al
governo e crediti ai privati sul totale dei prestiti ricevuti
dalla Grecia nel suo complesso (un dato che invece
abbiamo) e hanno applicato la stessa proporzione alle
banche tedesche e francesi. Il risultato è che i tedeschi
avevano prestato circa 16 miliardi alla governo greco,
mentre i francesi ne avevano prestati 25. In totale,
tedeschi e francesi possedevano poco più di metà dei 68
miliardi di debito pubblico che la Grecia aveva contratto
con l’estero.
Quanti ne hanno presi?
Ritorniamo ai 110 miliardi del primo piano di aiuti. Alla
fine del 2011, al termine del programma, il debito greco
con l’estero era sceso da 68 a 30 miliardi: quindi soltanto
38 dei 110 miliardi di aiuti erano andati a ripagare le
banche che avevano prestato soldi alla Grecia. Facendo
un’altra serie di proporzioni, Borri e Reichlin calcolano
che 9 di questi miliardi erano andati alle banche tedesche
e 16 a quelle francesi. Si tratta di cifre notevoli, ma che
difficilmente possono essere definite un “salvataggio”.
Nello stesso periodo, l’esposizione totale verso l’estero di
banche tedesche e francesi era di circa cinquemila miliardi
di euro. In altre parole, le banche rischiavano di perdere
una piccola frazione dei loro crediti e, non a caso, il
governo tedesco all’epoca si oppose a concedere un
programma di aiuti. Il resto dei 110 miliardi sono finiti alla
Grecia: 15 alle banche greche e 57 (cioè la metà dell’intero
programma di aiuti) è rimasto nelle mani del governo
greco.
Il secondo programma
È possibile stimare che circa metà del primo programma
di aiuti sia andato a coprire i debiti esteri della Grecia e
nello specifico circa un quarto è finito alle banche francesi
e tedesche. La metà o poco più è invece stata utilizzata
direttamente dal governo greco. Nel 2012 la troika accordò
un secondo prestito alla Grecia, ma questa volta il governo
del paese riuscì a spuntare condizioni molto migliori e
impose un taglio del 53 per cento al valore del debito che
aveva contratto con i privati, cioè le banche. All’epoca, il
governo greco doveva ancora circa 60 miliardi alle banche
europee (nel corso dell’anno aveva contratto nuovi debiti),
di cui circa due terzi alle banche tedesche e francesi.
Reichlin e Borri calcolano che con questo secondo piano di
aiuti le banche tedesche e francesi persero circa 30
miliardi di euro. Secondo gli autori dello studio, quindi, il
primo piano di aiuti della Grecia ha impedito un
fallimento del paese che, tra le altre conseguenze, avrebbe
causato alle banche di Francia e Germania una perdita di
40 miliardi di euro. Due anni dopo, però, quelle stesse
banche hanno subito una perdita quasi altrettanto grave.
Chi ne ha beneficiato?
Di certo il governo greco, che ha incassato poco più del 50
per cento del primo piano di aiuti e lo ha utilizzato per
mandare avanti la macchina dello stato. Il principale
beneficiario, però, è probabilmente il settore finanziario
greco che ha ricevuto moltissimi aiuti e tuttora è oggetto
dei programmi straordinari della BCE che gli permettono
di funzionare in questi giorni, anche se solo in maniera
parziale: i trasferimenti di denaro all’estero sono vietati e
si possono ritirare al massimo 60 euro al giorno dal
proprio conto in banca. In un certo senso, fa notare
Leonid Bershidsky, un commentatore del Wall Strett
Journal, almeno una parte di questi soldi sono
finiti proprio al popolo greco. Tra lo scorso novembre
e maggio i greci hanno ritirato dalle banche 32 miliardi di
euro. Soldi che, senza i vari piani di aiuto, le banche non
avrebbero mai potuto dargli.
TAG: AIUTI ALLE BANCHE, CRISI GRECA, DEBITO GRECO, GRECIA
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