Italia Grafica - Febbraio 2008

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sommariofebbraio 2008

N˚01 – Anno LXIII – febbraio 2008

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Fabrizio Colombo, Paolo Crespi, Ester Crisanti,

Antonio D’Auria, Chiara Italia, Fabio Metitieri,

Fulvio Moizo, Maria Luisa Romiti, Fabio Santoro,

David Serenelli, Moreno Soppesa, Vauro Senesi.

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L’immagine di copertina è di Oliver Weiss.

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Editoriale 3 Organizzazione: un’ancora

di salvezzaEster Crisanti

4 News dalle aziendePaolo Crespi

PackagingTrend sociali e di mercato

14 Guardare e soprattutto toccareChiara Italia

Dal mondo Assografi ciFlessografi a e innovazione

16 Atif incontra il settoreEster Crisanti

FormazioneIl punto d’incontro tra scuole e aziende

20 Un Polo aperto all’innovazioneMaria Luisa Romiti

Stampa offsetUn decisivo progresso in termini di tecnologia e professionalità

24 Anilox offset e waterless: chimera o realtàFabrizio Colombo

InnovazioneL’inkjet abbinato alle varie tipologie di stampa

28 Stampa di dati variabili: soluzioni alla portata di tuttiMaria Luisa Romiti

DOSSIER REPURPOSINGLe conversioni di «riseparazione»

32 I segreti di un corretto repurposingFabio Santoro

Due esempi aziendali di successo

36 La prova su stradaE. C.

Il software per ottimizzare lo spazio colore

39 Alwan CMYK OptimizerF. S.

LegaleL’affi damento dei lavori ad aziende esterne

43 Aumentano gli obblighi e le responsabilità per chi appaltaFulvio Moizo

NormativeGli standard nella fi liera del food

47 La sicurezza alimentare nel packagingAntonio D’Auria

SPECIALE LEGATORIALo stato dell’arte

50 Finishing digitale: un esempio concretoDavid Serenelli

La documentazione professionale di Taga

54 L’importanza della pianifi cazione del lavoroAlessandro Battaglia Parodi

Tutte le novità di Müller Martini

57 Sistemi fl essibili per produzioni veloci ed economichePaolo Crespi

Il boom delle copertine economiche

61 L’arte della plastifi cazione secondo GbcFabio Metitieri

Lavorazioni speciali e di alta qualità

64 Alchimie d’ArtiereMoreno Soppelsa

La tradizione di una gloriosa stamperia

68 Valdonega val bene una stampaM. S.

71 Corsi e seminari

76 Eventi e appuntamenti

80 I numeri dell’industria grafi ca

83 Biblioteca

84 Fine lineaVauro

14 28 32 50

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editoriale

di Ester Crisanti^

organizzazione:

un’ancora di salvezz

a

come mai alcune aziende lottano per sopravvivere o chiudono mentre

altre guadagnano e si ingrandiscono? Perché molti imprenditori si

lamentano dei margini di guadagno inesistenti e altri ancora continuano

a investire in tecnologie di prestampa e macchine sempre più produttive?

Evidentemente nel settore grafi co si può ancora guadagnare e crescere;

però solo alcune aziende sembrano essere in grado di cogliere le opportunità.

Molte le cause di questa situazione. Noi ci vogliamo soffermare su una di

esse, particolarmente grave e diffusa e, a ben vedere, anche di semplice

individuazione: è la mancanza di organizzazione, sia tecnica sia gestionale,

a penalizzare molte aziende che sono così costrette a sprecare tempo, risorse

umane e materiali per raggiungere gli obiettivi imposti dal mercato.

Sono fuori controllo i tempi in prestampa, approssimativo il prefl ight, poco diffuse

le automazioni atte a risolvere problematiche senza l’intervento umano, discutibili

le prove colore o le incongruenze tecniche tra bozze/prove/cianografi che/forme

di stampa. Insomma, tutti questi elementi insieme rappresentano la causa dei

frequenti rifacimenti in stampa o dei lunghi avviamenti macchina (con conseguenti

sprechi di carta) fatti per arrivare a condizioni di stampa accettabili, e comunque

lontane da uno standard qualitativo. E questi sono solo alcuni dei segni più evidenti

di una carente organizzazione e di una mancanza di cultura manageriale, dove le

forme di controllo gestionale e operativo sono inesistenti oppure non rispettate.

Spesso i problemi nascono già all’inizio, in fase di generazione della

commessa. Informazioni incomplete o sbagliate sono la prima causa delle

«sorprese» che la prestampa si trova a gestire, mentre la mancanza o

inaffi dabilità delle prove colore costringono la sala stampa a intervenire

sulla macchina per raggiungere condizioni spesso impossibili.

Situazioni di questo tipo vanifi cano gli sforzi di una pianifi cazione della produzione,

rendono diffi cile la preventivazione, gestione e controllo degli eventuali lavori dati

all’esterno e, di conseguenza, il rispetto dei tempi di lavorazione previsti.

Eppure rimediare a questi problemi non è impossibile: gli strumenti e le metodologie

ci sono, devono crederci però, per primi, l’imprenditore, il direttore tecnico e i capi

reparto; sono loro a dover rivedere i processi e l’organizzazione nell’ottica di ottimizzare

il lavoro favorendo il passaggio delle informazioni da una fase all’altra e codifi cando

le procedure produttive volte a standardizzare e rendere ripetibili i processi.

Certo lo sforzo iniziale è notevole, bisogna saper motivare i propri collaboratori

e avere la costanza di insistere sulla strada intrapresa; con queste premesse

il benefi cio che l’azienda potrà trarre nel medio periodo è però garantito.

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news dalle aziende

stampa e imballaggi, sempre

più sensibili al problema

dello sviluppo sostenibile.

La divisione, insieme ad altri

fornitori leader in materiali e

impianti, da SunChemical a

EskoArtwork, sta svolgendo

un ruolo primario nello

sviluppo di soluzioni mirate a

raggiungere una «fl essografi a

perfetta». In fi era, le quattro

aree dimostrative ruoteranno

attorno al tema «innovazione

sostenibile»: impatto

ambientale Flexo e Cyrel,

soluzioni per l’imballaggio

fl essibile con grandi volumi,

automazione dei fl ussi

di lavoro fl essografi ci e

soluzioni digitali per il cartone

ondulato. Le nuove soluzioni

Cyrel rappresentano lo stato

dell’arte di ciò che oggi si può

ottenere con la fl essografi a.

Assieme a queste, sullo

stand DuPont si potranno

vedere altre soluzioni per

lo sviluppo di un packaging

sostenibile, i materiali

DuPont Tyvek Graphics e i

prodotti di autenticazione

DuPont Authentications.

di Paolo Crespi^

} dal mondo Assografi ci

Il settore grafi co assumeNell’agenda del settore grafi co è ormai

una felice consuetudine l’appuntamento

annuale organizzato dall’Associazione

Regionale Cnos-Fap - Centro di formazione

professionale Pio XI, reso più prezioso

quest’anno dalla presentazione di una

ricerca di settore, dal titolo: «Nuove

professionalità e possibilità occupazionali

nel settore della grafi ca e della stampa

della provincia di Roma». La ricerca,

realizzata dagli operatori del Centro, ha

visto intervistate più del 15% delle oltre

3mila aziende grafi che della Provincia di

Roma (che costituiscono oltre l’82% di

quelle della Regione Lazio) in ordine ai

propri fabbisogni formativi e alle possibilità

occupazionali che sono in grado di creare

nel prossimo futuro. Il dato più rilevante

e incoraggiante, come ha sottolineato il

direttore generale di Assografi ci Claudio

Covini, è che oltre il 30% delle aziende

intervistate ha intenzione di assumere nuovi

addetti nei prossimi due anni. Interessante

anche il dato sulle competenze richieste

ai possibili nuovi assunti, che dovrebbero

essere centrate sull’informatica (48%),

oltre che sulle discipline tradizionali (56%),

sul marketing e commerciale (36%), sul

sistema integrato di gestione (36%) e

naturalmente su quelle specifi che di settore

(72% prestampa e 52% stampa digitale).

F a

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100 giorni a DrupaMancano meno di

quattro mesi al grande

appuntamento di Düsselsorf,

che si terrà dal 29 maggio

al 5 giugno, e le iniziative

intorno alla manifestazione

stanno iniziando a essere

sempre più numerose.

Per Drupa 2008 [www.drupa.de]

il conto alla rovescia è

dunque cominciato. E si

prevede già un successo

assai maggiore dell’ultima

edizione, avvenuta nel 2004,

che richiamò quasi 400mila

visitatori provenienti da tutto

il mondo, su una superfi cie

di oltre 160mila m²

di esposizione con 1.865

espositori presenti. E sarà

proprio il numero degli

espositori italiani, subito

secondi dopo la nutrita

compagine tedesca, a fare la

differenza quest’anno: sono

infatti 13mila i metri quadri

espositivi occupati dalle

aziende italiane, la stessa

superfi cie degli espositori

statunitensi, sintomo evidente

che la nostra industria

grafi ca cerca all’estero

uno sbocco vincente per

i propri prodotti e una

riconosciuta professionalità.

Un buon segnale per la

nostra bilancia commerciale,

in una congiuntura non

proprio favorevole.

Tutti gli operatori restano

intanto in attesa di

conoscere la nuova formula

di Drupa che prevede un

vero show delle tecnologie

digitali con l’assegnazione

di due nuovi padiglioni

interamente dedicati ai

maggiori protagonisti del

comparto, nuovi attori che

stanno aprendo le porte a

importanti e irrinunciabili

opportunità di mercato.

Flessografi a sostenibileA Drupa la divisione

Packaging Graphics di DuPont

[www.graphics.dupont.com],

costantemente impegnata

nel promuovere l’evoluzione

della fl essografi a, mostrerà

soluzioni concrete anche ai

produttori di beni di largo

consumo e ai buyer di

Claudio Covini,

direttore

generale

di Assografi ci.

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febbraio 2008 5italiagraFica

News da HpHp ha siglato un accordo per l’acquisizione di Nur

Macroprinters Ltd., produttore di stampanti industriali digitali

a getto d’inchiostro per grandi formati. L’acquisizione estende

il portfolio Hp di stampanti digitali e wide format rivolto al

mercato delle arti grafi che e contribuisce a consolidare la

strategia Hp Print 2.0, che mira alla digitalizzazione della

stampa analogica, grazie al potenziamento delle capacità

di creazione dei contenuti digitali e della piattaforma di

publishing. Grazie all’accordo, Hp [www.hp.com] potrà inoltre

offrire nuove piattaforme e tecnologie Uv di media gamma.

Il secondo annuncio riguarda Graphistudio. L’azienda, con

sede ad Arba (PN), ha installato la sua quarta macchina da

stampa Hp Indigo 5500 per soddisfare le crescenti richieste

di prodotti fotografi ci, in particolar modo album fotografi ci

per matrimoni o per ricorrenze speciali. Le installazioni Hp

Indigo permettono di fornire alla clientela, costituita da

circa 30mila fotografi , album fotografi ci di ottima qualità.

La maggior parte dei clienti utilizza il sito web messo a

disposizione da Graphistudio [www.graphistudio.com], che

consente di inviare le fotografi e e gli ordini, e di ricevere il

prodotto ordinato nell’arco di una settimana in tutto il mondo.

Nasce Samor ItaliaLe aziende del Gruppo Samor Recordgraf e Bancolini di

Pianoro (BO) hanno uffi cializzato un accordo di fusione,

annunciando la costituzione di Samor Italia [www.samor.com],

operativa a partire dal 1° gennaio 2008. «Questo accordo

nasce dalla continua ricerca da parte di Samor di soluzioni

in grado di soddisfare un mercato che richiede sempre più

competenza e dinamicità»,

ha dichiarato Orazio

Samoggia, presidente del

gruppo. «Quest’operazione

fornisce a tutti noi nuove

e più intense motivazioni

per migliorare e crescere la

nostra posizione, sia come

produttori di materiale

di consumo attraverso

le fabbriche del Gruppo

Samor (Recordgraf per

i chimici, Verona Lastre

ed Efi Plate per le lastre, Supercolor e Budacolor per gli

inchiostri, Graphlito per i caucciù), che come distributori

di attrezzature prestampa e stampa di prestigiosi marchi

internazionali. Samor Italia rappresenta il primo passo verso

l’aggregazione delle altre aziende commerciali del gruppo

e una serie di altre iniziative volte a fornire un servizio

sempre più fl essibile ed effi ciente», ha aggiunto Samoggia.

La sede degli uffi ci amministrativi, tecnico-commerciali

e logistici di Samor Italia rimane invariata a Pianoro.

merge & acquisition

Orazio Samoggia, presidente

del Gruppo Samor.

} materiali

Cartone? No, Re-boardDieci studi di architettura

chiamati a progettare

nuove ipotesi di arredi in

cartone. Materiali leggeri,

sottili, design ecosostenibile

per arredare e gestire gli

spazi abitativi, creare nuovi

ambienti proponendo

suggestioni effi mere e

reversibili. Occasione,

la recente mostra «Città

Sottili» (Lucca, ex Real

Collegio di Lucca), che ha

proposto la realizzazione di

prototipi di tavoli di cartone.

Oltre a cartoni di uso più

comune, per l’allestimento,

curato dall’architetto Carlo

Pellegrini, e per lo sviluppo

di alcuni progetti, è stato

utilizzato Re-board, un

cartone innovativo del gruppo

Litorama [www.litorama.it],

composto al 15% da cartone

(riciclato) e all’85% da aria.

Resistente, adatto a sostituirsi

a truciolare, Mdf, laminati e

legno, il nuovo materiale è

disponibile in pannelli di varie

misure, con spessore variabile

di 8-16-22 mm, in grado

di supportare pesi enormi.

Rispetto agli altri materiali

rigidi, Re-board è fi no all’80%

più leggero e per questo è

molto facile da maneggiare

e montare. Inoltre i pannelli

possono essere stampati

direttamente con tecnologia

digitale, il che gli permette

di assumere qualsiasi

aspetto, immagine e colore.

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febbraio 20086 italiagraFica

} approfondimenti

Quanto stiamo regalando al cliente?Edigit International ha promosso un ciclo

di incontri nelle principali città italiane,

per rifl ettere sulle problematiche dei costi

aziendali, del controllo di gestione e sulla

necessità di investire in organizzazione

per evitare di vedere erodere, giorno dopo

giorno, la marginalità della propria azienda.

Per tali incontri si è deciso di sollecitare i

partecipanti con uno slogan volutamente

provocatorio: «quanto stiamo regalando

al cliente?». L’amministratore del gruppo

Enrico Parisini ha illustrato la situazione del

comparto grafi co, presentando alcuni dati

signifi cativi relativi alle implementazioni

dei sistemi gestionali proposti da Edigit

[www.edigit.it]. Il dato più evidente è che su

un numero di oltre 1.300 installazioni su

tutto il territorio nazionale le aziende che

stanno utilizzando il sistema gestionale

per supportare in modo completo la

propria organizzazione sono molto poche.

Da qui l’importanza strategica, per ogni

realtà, di dotarsi di una propria analisi

dei costi di produzione e di scegliere una

metodologia consolidata, che permetta di

leggere in profondità il proprio business

e capire come si stanno impiegando

effettivamente le proprie risorse.

Grandissimo formatoHp annuncia che Gobet

Production SA, con sede

a Ginevra, è riuscita a

soddisfare la crescente

domanda di lavorazioni più

rapide, espandendo al tempo

stesso i propri servizi fi no

a includere la stampa di

poster per esterno, grazie

alla nuova Hp Scitex TJ8300,

uno dei sistemi di stampa più

veloci sul mercato, capace

di raggiungere la velocità

massima di 400 m²/ora

[www.hp.com]. Utilizzando gli

inchiostri Hp Scitex TJ100

Supreme a base di solvente,

resistenti per due anni alla

luce e alle emissioni Uv,

il sistema è ideale per la

stampa su carta patinata e

non, vinile autoadesivo, tela,

striscioni e bandiere. «Siamo

ora in grado di competere

con gli stampatori offset

grazie a macchine di grande

formato per tirature da

200 a 300 pezzi di poster

per esterni», dice Yvan

Gobet, partner fondatore

dell’azienda svizzera. «Questo

signifi ca che possiamo

stampare per i nostri clienti

parti complementari della

stessa campagna con la

garanzia che i rivestimenti

per i veicoli e i poster, per

esempio, avranno un’alta

qualità di stampa e un

colore omogeneo». Grazie a

questa tecnologia, Gobet si

è aggiudicata recentemente

una serie di lavori di alto

livello, tra cui una pubblicità

di grande formato, ad alto

F m

acch

inar

inews dalle aziend

e

Enrico Parisini,

amministratore

delegato di Edigit

International.

alla velocità di 42 m²/h, in

alta qualità, e di 60 m²/h

in modalità high speed.

La stampante assicura una

produttività elevata grazie a

caratteristiche tecniche di

ultima generazione, quali:

Mimaki Uiss (Uninterrupted

ink supply system),

l’innovativo sistema che,

utilizzando 4 cartucce per

colore, assicura il passaggio

«on the fl y» dalla cartuccia

vuota a quella piena;

controllo automatico del

funzionamento degli ugelli

tramite rilevamento laser;

impatto visivo, stampata

per decorare la facciata

di un centro commerciale

a Vevey, vicino a Ginevra.

Dimensioni record: 400 m².

Acquisti superwideA distanza di due mesi dalla

presentazione italiana di

Jv5-320, il plotter dedicato

al superwide format, Bompan

[www.bompan.it], importatore

esclusivo dei prodotti

Mimaki, ha incontrato Bsc di

Castellanza (VA). L’azienda,

che si affi da al brand

nipponico da diversi anni, ha

scelto di ampliare il proprio

parco macchine integrando

la Jv5 nel formato 3,20 m.

L’unità stampa immagini

vivide fi no a un’ampiezza

massima di 3,2 m,

regolazione del sistema di

alimentazione dei supporti

tramite uno speciale encoder.

A queste caratteristiche

si aggiunge un sistema di

tensionamento anteriore e

posteriore che mantiene il

materiale costantemente

teso durante tutta la fase di

stampa. Il tutto a vantaggio

dell’effi cienza e della

fl essibilità, indispensabili

per il nuovo corso della

comunicazione visiva.

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febbraio 20088 italiagraFica

news dalle aziende

Giorgio Brambilla nuovo presidente ArgiArgi, Associazione rappresentanti uffi ciali e produttori/distributori in italia di macchine, sistemi e prodotti per l’industria grafi ca, ha eletto il suo nuovo vertice designando Giorgio

Brambilla come presidente [www.argi.it]. Sposato, padre di due fi gli, Brambilla è amministratore delegato della D.G. Pianini, azienda fondata nel 1880, una delle più antiche imprese private ancora operanti nell’area milanese, e precedentemente guidata dal padre Franco, che ne è tuttora presidente. L’entusiasmo e la

disponibilità personale, insieme con la capacità manageriale e l’esperienza imprenditoriale costituiscono le doti che hanno spinto gli associati di Argi ad accordargli la propria fi ducia. Brambilla subentra a Giuseppe Baggi, il cui mandato non poteva essere ulteriormente rinnovato per regolamento statutario.

Manager multifunzioneDal 1° dicembre 2007 Paolo Ciotti è il nuovo product manager Mfp della divisione Ipg (Imaging & Printing Group) di Hp Italia [www.hp.com/it]. In questo

ruolo, Ciotti ha assunto la responsabilità della defi nizione e dell’implementazione delle attività di marketing fi nalizzate al raggiungimento degli obiettivi di business e del supporto commerciale alla rete di vendita relativamente ai prodotti di competenza. Ciotti è entrato in Hp Italia nel marzo 1999 come product manager Laser Color Printers, per poi ricoprire, dal novembre 2002 all’ottobre 2004, la carica di category development manager a livello Emea in ambito di stampanti multifunzione. Successivamente Ciotti ha maturato una profonda esperienza nello sviluppo e nella gestione delle attività rivolte al canale, dal marketing alle vendite, in qualità di channel program manager, da novembre 2004 a febbraio 2006, e di business development manager Iss (industry standard server), da marzo 2006 a novembre 2007. Prima di iniziare la sua carriera professionale in Hp, Ciotti ha lavorato in Canon Italia e in Ibm Italia e ha compiuto diverse esperienze formative sia in Italia sia all’estero, conseguendo nel 1997 il diploma in marketing presso l’Università di Berkeley in California.

Canon chiama EuropaÈ fresco di nomina Perry Buenen, responsabile della supply chain di Canon [www.canon-europe.com] per tutta

l’Europa. L’obiettivo dell’azienda è rafforzare ulteriormente il livello di servizio al cliente fi nale attraverso l’infrastruttura paneuropea. Nel corso di una strategia quadriennale, Canon Europe ha costruito un forte modello che include la creazione del Centro logistico europeo e la realizzazione di centri regionali a Bratislava e Dubai per supportare i mercati emergenti. Come capo della supply chain, Buenen continuerà a utilizzare questo modello, concentrandosi sull’interazione con il consumatore. Il manager porta in Canon oltre 18 anni di esperienza gestionale, molti dei quali trascorsi in Xerox, dove è stato vicepresidente della produzione e supply chain europea e, recentemente, in Pitney Bowes, dove ha consolidato e ottimizzato la rete dell’azienda nell’area Emea. «La struttura di supply chain di Canon in Europa si avvale di un modello effi cace con centri strategici per supportare la rete e i mercati chiave in crescita, riducendo notevolmente i tempi di consegna», spiega Buenen. «Stiamo anche riducendo i costi di struttura per sostenere la crescita del business e le strategie di supply chain via trasporti intermodali verso l’Europa e i mercati confi nanti».

poltrone

Giorgio Brambilla e Giuseppe Baggi,

neo ed ex presidente di Argi.

Perry Buenen, responsabile

della supply chain di Canon Europe.

Paolo Ciotti, nuovo product manager

Mfp della divisione Imaging &

Printing Group di Hp Italia.

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Primus AustriaeDurst Digital Technology GmbH ha vinto, per la seconda volta consecutiva, il premio come Prima Azienda Austriaca. La cerimonia si è svolta lo scorso 16 ottobre a Innsbruck-Igls, in Austria, ed è stata presentata dal Ministro dell’Economia del Tirolo, Mr Bodner. Il prestigioso riconoscimento è il risultato di una competizione organizzata dalla rivista economica Wirtschaftsblatt, dalla compagnia di credito assicurativo Ksv e da PriceWaterhouse. Assegnato secondo criteri di crescita, performance fi nanziarie (Roi), struttura del capitale e forza fi nanziaria, il rinomato premio consiste in un’opera originale di Peter Kogler, artista austriaco conosciuto in tutta Europa. Durst, la cui capogruppo ha sede in Italia, a Bressanone [www.durst.it], è stato il vincitore assoluto, con un

netto distacco dall’azienda seconda classifi cata. Ciò è stato possibile grazie agli ottimi risultati raggiunti: il 60% di crescita in termini di rendita negli ultimi due anni, una redditività del capitale investito (Roi) pari al 18% e un equity capital share del 60%.

Flusso certifi catoAgfa Graphics [www.agfa.com] ha annunciato che il suo sistema di fl usso di lavoro :ApogeeX 4.0 ha ricevuto la designazione «Prodotto certifi cato Cip4» da parte delle associazioni Printing Industries of America/Graphic

Arts Technical Foundation (Pia/Gatf). :ApogeeX 4.0 è il primo fl usso di lavoro di prestampa con abilitazione Jdf a ricevere questa designazione. «La certifi cazione Cip4 dimostra ai nostri clienti che :ApogeeX si è rivelato un prodotto di successo di elaborazione di fi le Jdf in conformità agli altissimi standard adattati dal settore per l’imposizione. Si tratta di

un riconoscimento importante, che consente agli utenti di evitare l’arduo compito di verifi care la compatibilità tra :ApogeeX e altre applicazioni di imposizione indipendenti», ha dichiarato Bart De Pelsmaeker, direttore del Commercial Printing Software, Agfa Graphics. «La certifi cazione prova inoltre che investire nel fl usso di lavoro :ApogeeX di Agfa è effi cace in termini di affi dabilità, compatibilità e conformità agli standard, poiché offre i risultati migliori attraverso i processi di imposizione Jdf».

F riconoscimenti

} iniziative

Pellitteri’s Day Il prossimo 9 maggio è la data designata per il Pellitteri’s Day

2008, un simpatico giorno di festa proposto ogni anno a docenti e allievi delle scuole di grafi ca nella memoria di Giuseppe Pellitteri, salesiano, animatore appassionato e instancabile escogitatore di idee nuove e originali tese al progresso tecnologico, culturale e associativo del campo grafi co a sostegno della formazione professionale dei futuri tecnici, professionisti, docenti grafi ci. La manifestazione è promossa e organizzata dalla Scuola grafi ca Giuseppe

Pellitteri del Centro salesiano di Arese (MI). Le Scuole che hanno già partecipato ai Pellitteri’s Day precedenti,

segnalano la partecipazione al PD/2008, inviando nominativo e motivazione del proprio candidato. Quelle che partecipano per la prima volta possono contattare il coordinatore Franco Marinelli (Didattica grafi ca, tel/fax 02 93772336, cell. 348 6032765, e-mail: didatticagrafi [email protected]. Anche le scuole lontane da Milano, altrimenti penalizzate dalla distanza, possono partecipare alla manifestazione e all’assegnazione del «Pollicione d’oro» di Armando Testa, con candidato «assente giustifi cato». Il Pellitteri’s Day, giunto alla XVI edizione, è realizzato in sinergia con: Emmepigi/Magistero professionale grafi co interscuola, Didattica Grafi ca, Politecnico di Torino.

Il tuo marchio nelle loro maniÈ partita l’innovativa campagna europea Printsells [www.printsells.org] promossa da United Print Chain, una cooperazione tra le industrie della carta, dell’editoria, della stampa, della distribuzione postale e del marketing diretto. Lanciata contemporaneamente in tredici Paesi europei, la campagna intende attirare l’attenzione dei responsabili di brand, marketing, comunicazione e pubblicità nei confronti del prodotto stampato che, nelle sue varie forme, si presenta come un ottimo strumento di comunicazione e affermazione del marchio. Uno studio recente di Rapp Collins ha prodotto risultati sorprendenti:

le persone sono contente di avere in mano un documento da toccare, guardare, condividere, ma nel contempo la consapevolezza di un uso razionale della carta stampata quale strumento di comunicazione non è suffi cientemente radicata. «Stampa. Il tuo marchio nelle loro mani» è lo slogan che caratterizza la campagna, organizzata e lanciata da un gruppo di attori della fi liera della carta stampata tra i quali fi gura Assografi ci, membro di Intergraf (la Federazione delle Associazioni

Grafi che Europee), sul cui sito [www.assografi ci.it] sono disponibili tutte le informazioni in italiano.

Page 12: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200810 italiagraFica

news dalle aziende

F d

al m

ondo d

ella c

arta

Calendario Fontegrafi ca, tecnologia emotivaGiunto al suo nono anno di

età, il calendario 2008 di

Fontegrafi ca [www.fontegrafi ca.it]

racchiude in sé aspetti

di avanzata tecnologia

di stampa. Le 12 tavole,

idee creative dello Studio

Orlandi basate sulle foto

di Gianluigi di Napoli,

sono prodotte da moderni

macchinari di ingente valore

economico, utilizzando

inchiostri di ultimissima

generazione e carte raffi nate

e tecnologicamente evolute.

I cliché, sempre più

complessi, sono alla base

di rilievi e stampe a caldo

sperimentali. Le serigrafi e,

di microglitter o fl occato,

contribuiscono a creare

un prodotto di stampa

plurivalente ed evoluto.

La confezione di Plexiglas

tagliato al laser incornicia con

modernità un lavoro ancora

una volta, unico e innovativo.

Il fotografo, Gianluigi di

Napoli, si è invece fatto

trasportare dalle luci e dai

rumori della banda circense

per inquadrare emozioni e

sensazioni remote ma vive.

La progettazione dello Studio

Orlandi si è abbandonata

alle forme e dimensioni

più varie e divertenti, agli

abbinamenti e ai montaggi

più istintivi e naturali,

esprimendo freschezza di

idee e libertà espressiva.

Lo staff Fontegrafi ca, con

le mani nell’inchiostro,

ha giocato a inventare

e costruire, mischiare e

sovrapporre, emozionarsi

ed emozionare.

Ancora una volta David

Larible, uno dei più grandi

clown viventi del nostro

tempo, ha fatto ridere

il suo pubblico, quello

prestigioso del Circo di

Montecarlo o i piccoli

spettatori del famosissimo

circo statunitense Barnum

& Bailey. Questa volta a

divertirsi con lui è stato il

team del nuovo calendario

«Mon Nez» che si è lasciato

coinvolgere con la fotografi a,

la grafi ca e la stampa in

quelle emozioni antiche

e bellissime del circo e

della propria infanzia.

Carta satinata: è «Tempo» di cambiareDa Sappi Fine Paper Europe

è nata una carta satinata

di alta qualità che si

comporta come una carta

lucida durante la stampa

e le fasi di fi nitura.

Si chiama Tempo Silk

[www.sappi.com/Tempo], ed è il

risultato di 12 intensi mesi

di test: per la produzione

è stato utilizzato un nuovo

tipo di patinatura (Sappi

è in attesa del brevetto)

per dare alla carta una

superfi cie molto liscia che

assicura risultati in stampa

eccellenti, una veloce

penetrazione e asciugatura

dell’inchiostro e un’ottima

resistenza allo sfregamento.

La nuova carta consente di

ridurre l’impiego di polvere

antiscartino, dal 50 al 75%,

e in alcuni casi addirittura

del 100%, con ovvi vantaggi

economici e per la salute.

Sappi ha sviluppato Tempo

Silk in base a studi e

ricerche di mercato interne

e indipendenti e gruppi di

lavoro che hanno analizzato

i bisogni e le richieste

degli stampatori. Queste

analisi hanno dimostrato la

crescente richiesta da parte

degli stampatori di un rapido

cambio di lavoro e perciò

il tempo di essiccazione

dell’inchiostro e la

resistenza allo sfregamento

sono divenuti gli obiettivi

chiave per la ricerca di

una maggiore effi cienza.

Disponibile in grammature

da 100 a 300g/m2, in Italia

Tempo Silk sarà distribuita

da Polyedra [www.polyedra.it].

Carta 10×15 per la stampa laserHp [www.hp.com] ha

annunciato l’introduzione di

una nuova carta fotografi ca,

la prima in formato

10×15 cm progettata

per la stampa laser a

colori. Pesante e rivestita

di una fi nitura lucida su

entrambi i lati, consente

alle piccole aziende di

stampare qualunque

tipo di elaborato, dalle

foto ai biglietti aziendali,

dal materiale marketing

Il nuovo marchio di Sappi

Tempo Silk offre agli stampatori

migliore produttività

e cambi lavoro più rapidi.

al direct mail, oltre alle

immagini d’uso quotidiano.

La nuova Hp Laser Photo

Paper da 10x15 cm va ad

ampliare la gamma delle

già note carte fotografi che

Hp per la stampa laser,

fi no a oggi disponibili nel

tradizionale formato A4

(grammatura 200 g/m2,

ma disponibile anche con

fi nitura opaca). Praticità,

convenienza e possibilità

di scelta: i clienti potranno

realizzare in proprio

documenti di grande

effetto e identici, in termini

qualitativi, a quelli dei

laboratori professionali.

Tra le caratteristiche

principali, la carta fotografi ca

Hp per la stampa laser vanta

la capacità di riprodurre

colori intensi e brillanti su

entrambi i lati, senza che

il colore si intraveda sulla

facciata opposta, nonché

una notevole resistenza

a macchie, sbavature e

graffi e un’asciugatura

istantanea. Inoltre è facile

da usare: essendo patinata

sulle due facciate, si

inserisce nella stampante

in qualsiasi direzione.

Ottimizzata per l’uso con

le stampanti Hp Color

LaserJet e con i toner Hp

ColorSphere, la nuova carta

è inoltre compatibile con

molte altre stampanti e

copiatrici laser a colori;

non è invece indicata per le

stampanti Hp Color LaserJet

1500/1500L/2500N/

2500L/2500TN/9500.

Page 13: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 11italiagraFica

pagine a cura di Chiara Italia^

Nuova classifi cazione Ateco 2007L’Istat, Istituto Nazionale

di Statistica [www.istat.it]

ha pubblicato la nuova

classifi cazione delle attività

economiche Ateco 2007

che è entrato in vigore

dal 1° gennaio 2008.

L’Ateco 2007 è stata

defi nita e approvata da un

apposito comitato di gestione

coordinato dall’Istat, con la

partecipazione dei ministeri

interessati, degli enti che

gestiscono le principali fonti

amministrative sulle imprese

(Agenzia delle Entrate,

Camere di Commercio,

enti previdenziali ecc.) e

delle principali associazioni

imprenditoriali. Assografi ci,

tramite il Centro Studi, ha

contribuito attivamente,

nel biennio 2006-2007,

all’aggiornamento delle parti

riguardanti il settore grafi co e

cartotecnico trasformatore.

La nuova classifi cazione dovrà

garantire la comparabilità

delle informazioni a livello

internazionale, comunitario

e nazionale. Sarà pertanto

adottata dal Fisco, dalle

Camere di Commercio e

dagli enti previdenziali.

Ecco le principali novità:

il comparto relativo alla

«Fabbricazione della

pasta-carta, della carta e

del cartone e dei prodotti

di carta» (ex codice 21)

assume i codici 17.1

per la fabbricazione di

pasta-carta, carta e

cartone e 17.2 per la

fabbricazione di articoli

di carta e cartone in

cui sono collocati i

prodotti e le lavorazioni

dell’industria cartotecnica

trasformatrice;

con riferimento all’industria

dell’«Editoria, stampa e

riproduzione di supporti

registrati» (ex codice 22),

la stampa e i servizi

connessi alla stampa sono

collocati al codice 18.1,

la riproduzione di supporti

registrati al codice 18.2

mentre le attività editoriali

sono state spostate nei

«Servizi d’informazione

e comunicazione» e

collocate al gruppo 58.1.

Il testo integrale della nuova

classifi cazione Ateco 2007

si può scaricare dal sito di

Assografi ci [www.assografi ci.it].

f

f

} pillole di carta

g CASCADES E RENO DE MEDICI: FUSIONE RIMANDATA

Cascades ha annunciato che la fusione

con Reno De Medici è stata rimandata

per consentire all’organo antitrust

competente di completare le procedure di

approvazione. Si prevede che la procedura

sia completata nel mese di febbraio.

g FEDRIGONI Fedrigoni sceglie i prodotti Soho Paper per

entrare nel comparto della cancelleria e

dei prodotti di carta per uso artistico.

I pacchetti di formato A4 di Soho Paper

sono vendibili al dettaglio e contengono carte

premium e cartoni dalla gamma Fedrigoni.

g OSCAR DELL’IMBALLAGGIO 2008La cinquantunesima edizione dell’Oscar

dell’Imballaggio è dedicata al quality design,

ovvero come esprimere al meglio l’equilibrio

tra dimensioni grafi che, strutturali,

funzionali. Saranno, in particolare,

valutate le innovazioni che facilitano

l’accesso al prodotto, la relazione con

esso attraverso una effi cace articolazione

comunicativa e/o strutturale e un’attenta

qualità delle informazioni espresse.

Imballaggi: il Dossier prevenzione di Conai500 interventi di prevenzione

messi in campo, più di 200

aziende partecipanti, 215

imballaggi ecosostenibili

analizzati: sono questi alcuni

dei numeri contenuti nel terzo

Dossier Prevenzione 2007 –

10 anni di progetti e soluzioni

per imballaggi ecocompatibili

di Conai [www.conai.org]: un

decennio di prevenzione

ambientale che da una prima

stima vale 420 milioni di

euro di costi socio-ambientali

evitati all’intera collettività.

Il Dossier presenta una

signifi cativa casistica di

imballaggi ecocompatibili

presenti sul mercato,

facilmente identifi cabili tra

i prodotti di uso comune:

obiettivo della pubblicazione

è mostrare che nell’industria

l’attenzione all’ambiente è

una buona pratica corrente

ed è destinata ad affermarsi

in futuro come valore

strategico e di innovazione

nel packaging, a fronte

di un consumatore più

sensibile di un tempo alle

esigenze dell’ambiente.

Nel Dossier sono

rappresentati sette categorie

di prodotti merceologici:

alimentare, chimico,

farmaceutico, detergenza,

elettronico ecc. Le oltre

500 azioni di prevenzione

analizzate spaziano dal

risparmio di materia prima,

al riutilizzo, al miglioramento

della logistica, all’impiego

di materiale riciclato, al

risparmio di energia ecc.

I risparmi ambientali

riguardano tutti i materiali

di imballaggio: acciaio,

alluminio, carta, legno,

plastica e vetro.

Dieci anni di benefi ci per l’ambientef 420 milioni di euro di costi

socio-ambientali evitati all’intera collettività;

f Oltre 5 milioni le tonnellate di CO2

non emesse in atmosfera: un costo ambientale evitato pari al viaggio annuale di 460mila autotreni per 100 km;

f La riduzione del peso degli imballaggi nel settore alimentare ha consentito la riduzione dell’immissione sul mercato di 300 milioni di imballaggi primari;

f Nel settore dei detergenti, grazie al crescente utilizzo di prodotti concentrati, si è ridotto del 50% il volume e il peso dei contenitori;

f Le imprese che hanno avviato un sistema di gestione ambientale certifi cato sono cresciute del 50%.

Page 14: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200812 italiagraFica

news dalle aziende

pagine a cura di Chiara Italia^

Nuova classifi cazione Ateco 2007L’Istat, Istituto Nazionale

di Statistica [www.istat.it]

ha pubblicato la nuova

classifi cazione delle attività

economiche Ateco 2007

che è entrato in vigore

dal 1° gennaio 2008.

L’Ateco 2007 è stata

defi nita e approvata da un

apposito comitato di gestione

coordinato dall’Istat, con la

partecipazione dei ministeri

interessati, degli enti che

gestiscono le principali fonti

amministrative sulle imprese

(Agenzia delle Entrate,

Camere di Commercio,

enti previdenziali ecc.) e

delle principali associazioni

imprenditoriali. Assografi ci,

tramite il Centro Studi, ha

contribuito attivamente,

nel biennio 2006-2007,

all’aggiornamento delle parti

riguardanti il settore grafi co e

cartotecnico trasformatore.

La nuova classifi cazione dovrà

garantire la comparabilità

delle informazioni a livello

internazionale, comunitario

e nazionale. Sarà pertanto

adottata dal Fisco, dalle

Camere di Commercio e

dagli enti previdenziali.

Ecco le principali novità:

il comparto relativo alla

«Fabbricazione della

pasta-carta, della carta e

del cartone e dei prodotti

di carta» (ex codice 21)

assume i codici 17.1

per la fabbricazione di

pasta-carta, carta e

cartone e 17.2 per la

fabbricazione di articoli

di carta e cartone in

cui sono collocati i

prodotti e le lavorazioni

dell’industria cartotecnica

trasformatrice;

con riferimento all’industria

dell’«Editoria, stampa e

riproduzione di supporti

registrati» (ex codice 22),

la stampa e i servizi

connessi alla stampa sono

collocati al codice 18.1,

la riproduzione di supporti

registrati al codice 18.2

mentre le attività editoriali

sono state spostate nei

«Servizi d’informazione

e comunicazione» e

collocate al gruppo 58.1.

Il testo integrale della nuova

classifi cazione Ateco 2007

si può scaricare dal sito di

Assografi ci [www.assografi ci.it].

f

f

} pillole di carta

g CASCADES E RENO DE MEDICI: FUSIONE RIMANDATA

Cascades ha annunciato che la fusione

con Reno De Medici è stata rimandata

per consentire all’organo antitrust

competente di completare le procedure di

approvazione. Si prevede che la procedura

sia completata nel mese di febbraio.

g FEDRIGONI Fedrigoni sceglie i prodotti Soho Paper per

entrare nel comparto della cancelleria e

dei prodotti di carta per uso artistico.

I pacchetti di formato A4 di Soho Paper

sono vendibili al dettaglio e contengono carte

premium e cartoni dalla gamma Fedrigoni.

g OSCAR DELL’IMBALLAGGIO 2008La cinquantunesima edizione dell’Oscar

dell’Imballaggio è dedicata al quality design,

ovvero come esprimere al meglio l’equilibrio

tra dimensioni grafi che, strutturali,

funzionali. Saranno, in particolare,

valutate le innovazioni che facilitano

l’accesso al prodotto, la relazione con

esso attraverso una effi cace articolazione

comunicativa e/o strutturale e un’attenta

qualità delle informazioni espresse.

Imballaggi: il Dossier prevenzione di Conai500 interventi di prevenzione

messi in campo, più di 200

aziende partecipanti, 215

imballaggi ecosostenibili

analizzati: sono questi alcuni

dei numeri contenuti nel terzo

Dossier Prevenzione 2007 –

10 anni di progetti e soluzioni

per imballaggi ecocompatibili

di Conai [www.conai.org]: un

decennio di prevenzione

ambientale che da una prima

stima vale 420 milioni di

euro di costi socio-ambientali

evitati all’intera collettività.

Il Dossier presenta una

signifi cativa casistica di

imballaggi ecocompatibili

presenti sul mercato,

facilmente identifi cabili tra

i prodotti di uso comune:

obiettivo della pubblicazione

è mostrare che nell’industria

l’attenzione all’ambiente è

una buona pratica corrente

ed è destinata ad affermarsi

in futuro come valore

strategico e di innovazione

nel packaging, a fronte

di un consumatore più

sensibile di un tempo alle

esigenze dell’ambiente.

Nel Dossier sono

rappresentati sette categorie

di prodotti merceologici:

alimentare, chimico,

farmaceutico, detergenza,

elettronico ecc. Le oltre

500 azioni di prevenzione

analizzate spaziano dal

risparmio di materia prima,

al riutilizzo, al miglioramento

della logistica, all’impiego

di materiale riciclato, al

risparmio di energia ecc.

I risparmi ambientali

riguardano tutti i materiali

di imballaggio: acciaio,

alluminio, carta, legno,

plastica e vetro.

Dieci anni di benefi ci per l’ambientef 420 milioni di euro di costi

socio-ambientali evitati all’intera collettività;

f Oltre 5 milioni le tonnellate di CO2

non emesse in atmosfera: un costo ambientale evitato pari al viaggio annuale di 460mila autotreni per 100 km;

f La riduzione del peso degli imballaggi nel settore alimentare ha consentito la riduzione dell’immissione sul mercato di 300 milioni di imballaggi primari;

f Nel settore dei detergenti, grazie al crescente utilizzo di prodotti concentrati, si è ridotto del 50% il volume e il peso dei contenitori;

f Le imprese che hanno avviato un sistema di gestione ambientale certifi cato sono cresciute del 50%.

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Page 16: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200814 italiagraFica

packaging

TREND SOCIALI E DI MERCATO

guardare e soprattutto toccare

Può il packaging migliorare la fruizione del

prodotto attraverso un miglior sfruttamento del supporto in cartoncino?

E quali sono i sensi maggiormente coinvolti nel

processo di anticipazione percettiva? Sono alcune delle domande alla base del progetto di studio e

ricerca sperimentale «Una fi liera per l’innovazione», promosso da Pro Carton e dalla Facoltà di Design del Politecnico di Milano.

di Chiara Italia^

r innovabile, quotidiano, ecologico ma anche versatile, il cartoncino ha

una condizione di privilegio nella nostra società. Evocativo di un sapere antico, è un supporto in generale molto amato, ma in un settore ipercompetitivo come quello italiano, costituito soprattutto da aziende medio-piccole, è diffi cile fare ricerca e innovazione, e i risultati faticano a vedersi. E allora? Da questo presupposto è nato un tavolo di lavoro appositamente costituito, composto dai rappresentanti dell’industria cartaria e cartotecnica, dal mondo del design, della progettazione, della ricerca, delle associazioni di settore e della distribuzione dal quale

è emersa, quale elemento di interesse rilevante in una prospettiva di applicazione futura, la dimensione della «polisensorialità», ovvero la necessità di coinvolgere tutti i sensi per contribuire e migliorare il risultato percettivo della confezione e dunque del prodotto contenuto.«Il progetto», dichiara Piero Capodieci, presidente di Pro Carton Italia

[www.italy.procarton.com], «ha l’obiettivo di stimolare la creatività del nostro comparto e fornire soluzioni nuove e funzionali per i consumatori». È un’occasione di crescita anche culturale del settore, commenta Valeria Bucchetti, ricercatrice del Dipartimento Indaco del Politecnico di

Milano [www.polimi.it]: un percorso di «rifl essioni e approfondimenti fondati su fi ltri interpretativi non comunemente praticati dalle aziende». Un messaggio che i produttori di packaging sono chiamati a raccogliere e a mettere in pratica ripensando, precisa Capodieci, «la gestualità coinvolta, il tatto, la tenuta, le modalità d’uso e il servizio».

Confezione per caffè

in grani, progetto

di M. Busnà,

F. Colamaria,

B. Dantona, E. De Luca.

Interno: fi lm poliestere

12 μm metallizzato

(Pantone 4505 C).

Esterno: cartoncino

300 g/m2 poroso

colorato in massa

(pantone 4625 C);

impressione a caldo

+ rilievo e bassorilievo.

Dal dire al fare, tutte le fasi del progettoCome punto di partenza si è scelto di incrociare diversi livelli di esperienza distinti e connessi tra loro, per aumentare le informazioni e per creare qualcosa di nuovo. «Un lavoro», spiega Capodieci, «nato dalla volontà di anticipare le tendenze future del packaging in cartoncino, esplorando gli aspetti inusuali e innovativi sulla tematica». A tal fi ne è stato realizzato un apposito tavolo di lavoro, composto dai principali esponenti della fi liera, che hanno individuato come elemento di interesse, l’approccio «sinestetico intermodale», ovvero la possibilità di promuovere una dimensione polisensoriale in cui siano coinvolti più sensi oltre alla vista. A questa prima fase ne è seguita una seconda, di tipo applicativo, durante la quale gli studenti del Politecnico di Milano hanno elaborato concept in grado di esaltare le qualità globali del cartoncino sia visive sia tattili, così da sviluppare packaging in grado di fornire un’anticipazione del contenuto. La necessità

Page 17: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 15italiagraFica

di differenziare imballaggi

e forme di comunicazione

attraverso canali sensoriali

«non standard» nasce dalla

costatazione che in Italia

i non vedenti sono circa

350mila e gli ipovedenti

1 milione, il 60% del quale

costituito da anziani che

non conoscono il linguaggio

Braille. «Riguardo al

problema degli ipovedenti»,

sottolinea Luca Bergamaschi,

rappresentante dell’Istituto

Italiano Ciechi [www.uiciechi.it],

«ancora molto si potrebbe

fare, a cominciare dall’uso

di caratteri di scrittura

più grandi, percepibili

al tatto, texture e forma

degli imballaggi diversi

a seconda dei prodotti,

segnalatori di tipo olfattivo

o uditivo. Nella maggior

parte dei casi, invece, i

diversi packaging forniscono

informazioni percepibili solo

grazie alla vista, relative a

data di scadenza, quantità,

provenienza, numero

per l’assistenza clienti,

valori nutrizionali ecc.

Un ipovedente ne decodifi ca

il 10%, un non vedente

nessuna». Questa sarà

quindi la terza fase del

progetto, che si svilupperà

nel corso del 2008.

Quando la forma supera il contenuto e ne anticipa la percezioneUn progetto ambizioso,

quello lanciato da Pro Carton

e dalla Facoltà di Design

del Politecnico di Milano, la

cui vera sfi da è superare le

categorie con cui si interpreta

comunemente la realtà.

Si è partiti dal concetto di

«fruizione del prodotto»,

che può essere di tipo

«sensoriale a contatto», in

cui è consentito manipolare

l’oggetto, averne pertanto

risposte tattili, olfattive,

gustative, oppure di tipo

«a distanza», per esempio

quando si vede un oggetto

in una vetrina. Questo

secondo tipo di fruizione,

spiega Dina Riccò, ricercatore

al Politecnico di Milano, si

appoggia su «informazioni

sensoriali trasferite per

sinestesia», in cui «la visione

si fa nel contempo portatrice

di qualità proprie di altri

registri». Nella percezione

a distanza, continua Riccò,

avviene quindi un fenomeno

detto di «anticipazione

percettiva, in cui l’apparenza

visiva interviene e modifi ca

una successiva percezione».

Nel packaging la relazione fra

anticipazione e percezione

diretta si verifi ca fra interno

ed esterno, contenitore e

contenuto, ancor più se

il contenitore è opaco.

Il contenuto, se celato, attiva

una maggiore partecipazione

sinestetica. «Il packaging

deve essere capace di

farci intuire il contenuto»,

spiega Caterina Crepax, nota

designer, «così come una

scatola dovrebbe anticipare

e suggerire il contenuto, e

dunque incuriosire, così anche

il vestito è un contenitore

e, come l’imballaggio, a

volte dichiara il contenuto

e a volte lo maschera,

creando sorpresa, in modo

ingannevole o divertente.

Spesso il contenitore diventa

protagonista e supera il

contenuto: si compra l’oggetto

Secondo l’Osservatorio Economico

del settore cartotecnico

[www.assografi ci.it], presentato

in occasione dell’Italian Carton

Makers Day Pride, ragionando in

termini di comparti di destinazione,

i settori che si difendono bene

sono quelli legati alle lavorazioni

speciali, al cosiddetto packaging

di lusso: nel 2006 il cosmetico si

conferma la miglior performance

operativa, peraltro affi ancato dal

dolciario, che recupera rispetto al

2005 e diventa il best performer

in termini di risultato complessivo,

mentre il general packaging

consegue il titolo di performance

operativa peggiore. Un dato che

suggerisce su quali canali della

comunicazione conviene puntare a

seconda del target di destinazione.

L’ANALISI ECONOMICA DEL SETTORE: BENE IL COSMETICO E IL DOLCIARIO

Se ragioniamo in termini di comparti di destinazione, anche nel 2006 la

miglior performance operativa è del settore cosmetico e dolciario, mentre

il general packaging consegue la performance operativa peggiore.

Una conferma della maggiore capacità reddituale degli specialisti.

Secondo l’Osservatorio Economico del settore cartotecnico, il periodo non

è dei migliori: la crescita dei ricavi non si traduce in un miglioramento

delle performance reddituali, ciò a causa dell’incidenza delle principali

voci di costo, quali materie prime, costi di produzione e personale.

Nella realtà il numero delle aziende che registra un risultato d’esercizio

negativo è pari a circa un terzo del totale. In termini di classi dimensionali,

invece, le imprese di piccole dimensioni presentano il miglior reddito

operativo percentuale, grazie al contenimento di personale e ammortamenti.

Le imprese di grandi dimensioni, per contro, presentano vantaggi in

termini di crescita, valore aggiunto percentuale e fatturato per addetto.

1. Ricavi netti 67,9 100% 79,2 100% 117,0 100% 555,8 100% 820,0 100%

2. Consumi materie prime 24,5 36,1% 31,3 39,5% 43,1 36,8% 261,2 47,0% 360,1 43,9%

3. Altri costi di produzione 21,2 31,3% 13,8 17,4% 35,4 30,2% 142,9 25,7% 213,2 26,0%

4. Variaz. magazz. prod. e semilav.i (0,2) -0,2% (0,2) -0,3% 0,5 0,4% 3,5 0,6% 3,6 0,4%

5. Valore aggiunto (1-2-3±4) 22,0 32,5% 33,9 42,8% 39,0 33,3% 155,3 27,9% 250,2 30,5%

6. Costo del personale 12,2 18,0% 22,2 28,0% 27,0 23,1% 107,3 19,3% 168,7 20,6%

7. Margine operativo lordo (5-6) 9,8 14,5% 11,7 14,7% 12,0 10,3% 48,0 8,6% 81,5 9,9%

8. Ammortamenti e accantonamenti 4,4 6,5% 6,2 7,9% 6,8% 5,8% 34,2 6,2% 51,7 6,3%

9. Red. op. gest. caratt. (7-8) 5,4 8,0% 5,4 6,9% 5,2 4,4% 13,8 2,5% 29,8 3,6%

10. Oneri e proventi extra gest. caratt. 1,0 1,5% 2,0 2,5% 2,0 1,7% 11,2 2,0% 16,2 2,0%

11. Reddito operativo (9±10) 6,5 9,5% 7,4 9,4% 7,2 6,1% 25,0 4,5% 46,1 5,6%

12. Oneri fi nanziari 0,4 0,7% (0,2) -0,3% 0,8 0,7% 6,1 1,1% 7,1% 0,9%

13. Reddito di competenza (11-12) 6,0 8,9% 7,6 9,6% 6,4 5,5% 18,9 3,4% 38,9 4,7%

14. Componenti straordinari (0,1) -0,1% 1,7 2,1% 0,0 0,0% 15,5 2,8% 17,1 2,1%

15. Reddito di competenza (11±12) 5,9 8,7% 9,3 11,7% 6,4 5,5% 34,4 6,2% 56,0 6,8%

16. Imposte 3,1 4,6% 4,4 5,5% 3,7 3,2% 15,6 2,8% 26,8 3,3%

17. Risultato d’esercizio (15-16) 2,8 4,2% 4,9 6,2% 2,7 2,3% 18,8 3,4% 29,2 3,6%

Conto economico - Anno 2006 Cosmetico Dolciario Farmaceutico General Packaging Totale

€/min % €/min % €/min % €/min % €/min %

Page 18: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200816 italiagraFica

packaging

più per il look dell’imballaggio che per l’oggetto stesso».È un meccanismo che vale, in modalità e misura diversa, per le diverse tipologie di packaging, a condizione, però, che esso trovi la formula giusta a seconda del target e a cui è destinato: «packaging che consenta una fruizione a più livelli», precisa Michael

Schötensack, direttore marketing divisione Gelati di Nestlé Italia [www.nestle.it] certamente, «che continui a soddisfare l’esigenza estetica, ma anche gli aspetti ecologici e di riciclabilità. Un bel packaging è, senza dubbio, un’importantissima leva di marketing, in grado di infl uenzare la scelta del consumatore, e può diventare un potente strumento di comunicazione. Basti pensare al retro del pack, che può essere agilmente trasformato in un vero e

proprio libro, in cui fornire al cliente informazioni relative agli stili di vita o a una corretta alimentazione».

L’analisi sociologica: la tendenza «tra vista e tatto»«Che la tendenza sia sempre più la multisensorialità», testimonia Enrico Finzi, sociologo e presidente di Astra Ricerche

[www.astraricerche.it], «emerge anche dalle ricerche realizzate che hanno evidenziato come, ormai, i consumatori siano sempre più alla ricerca di un coinvolgimento a molteplici livelli: 3 italiani adulti su 4, infatti, affermano che nel fare acquisti utilizzano tutti i sensi e non solo la vista. E il 58% dei 14-79enni si defi nisce «polisensoriale», ossia ricerca il piacere usando tutti e cinque i sensi. «Il polisensorialismo è diventato

ormai un fenomeno di massa che coinvolge il 58% della popolazione italiana», afferma Finzi. «Per decenni ci siamo affi dati agli occhi: per valutare le cose, capirle, decidere se ci piacevano. Anche adesso l’occhio continua a volere la sua parte, è decisivo per quasi 2 adulti su 3, ma la sua importanza viene ridimensionata. Gli italiani stanno riscoprendo glia altri sensi: 86 italiani su 100 danno grande importanza agli odori. Anche il tatto ha alte performance di punteggio, benché sia il senso meno sviluppato. Però è importantissimo in molti settori, e c’è un 32% di italiani che lo sta riscoprendo. L’udito resta il senso-guida per il 62% degli Italiani, ma sta perdendo il suo potere a causa dell’inquinamento acustico, un rumore di fondo quotidiano che infastidisce l’80% degli italiani. Infi ne il gusto resta rilevante per 80 italiani su 100».

Aumentare la percezione: ma come?L’attenzione è rivolta in particolare alle qualità comunicative del supporto. I trattamenti e le fi niture della superfi cie non devono solo costituire un incremento di qualità estetica, bensì un’anticipazione del contenuto, un aiuto nell’orientamento al prodotto e alla sua fruizione.Sono soluzioni in divenire continuo, spiega ancora Bucchetti, che coinvolgono il supporto materico del packaging: inchiostri termocromatici che a una certa temperatura consentono di cambiare colore, smalti che

PROGETTI «AL BUIO»Nella fase applicativa, sono stati realizzati dagli studenti del Politecnico di Milano 14 progetti ideati sulla base di concept elaborati per esaltare le qualità non solo visive ma soprattutto tattili del cartoncino così da fornire un’anticipazione del contenuto, trasformando i packaging da scatole-contenitore in vere e proprie estensioni del prodotto. Dato quindi un prodotto di consumo, caratterizzato da specifi che proprietà organolettiche e sensoriali, l’obiettivo del progetto è la defi nizione di una soluzione di imballaggio in carta e cartoncino, rivolta a diverse fasce d’utenza, che sia in grado di forzare l’anticipazione tattile-visiva del contenuto per favorire, attraverso queste modalità sensoriali, la fruizione del prodotto.

Confezione per tè in foglie, progetto di D. Balzarini,

F. Bertoloni, G. Bertuzzo. Il progetto assume

il tè in foglie come sostanza naturale e mezzo

sinestetico. Il packaging restituisce, attraverso

l’opacità e la ruvidità, l’effetto sabbioso delle

foglie. Grafi ca leggera e raffi nata: Avangard ITC

Aspetto naturale della carta: 290 g/m2, ruvida

esterna, patinata esterna. Gamma cromatica

naturale: tinteggiatura carta a lavaggio tè, basamento

verniciato ruvido opaco. Verniciatura di base effetto

ruvido opaco: colore a olio opaco, nero + seppia

+ terra bruciata, farina bianca 00, farina gialla

di granturco, mordente. Ergonomia: prensile e

maneggevole, regolazione del dosaggio grazie alla

rastrematura della piramide, capienza per 100 g

di prodotto. Struttura: tronchi di piramide a base

ottagonale uniti alla base. Chiusura: a incastro.

Il 58% dei 14-79enni si defi nisce

«polisensoriale», ossia ricerca

il piacere usando tutti e cinque

i sensi. L’importanza della vista

resta valida 2 adulti su 3, anche

se via via emergono gli altri sensi:

gli odori per 86 italiani su 100,

l’udito per il 62%, il gusto per

l’80% e, infi ne, il tatto per il 32%.

La mappa dei sensi

66%

32%

62%

80%

58%

rendono praticabili trattamenti a rilievo fosforescenti e fl uorescenti. Ma anche sviluppi di pigmenti a effetto, colori interferenziali percepibili dall’occhio umano variando l’angolo di osservazione (effetto fl ip-fl op), sino alla variazione della distribuzione granulometrica che fa sì che sia possibile spaziare da effetti setosi a elevate lucentezze delle particelle più grosse. L’intervento deve essere mirato a facilitare il destinatario a orientarsi topologicamente sulla superfi cie della confezione per individuarne le diverse funzioni (quali apertura, erogazione ecc.) immaginando diverse situazioni di fruizione, come l’utilizzo di cattiva illuminazione. g

86%

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Page 20: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200818 italiagraFica

dal mondo Assografi ci

FLESSOGRAFIA E INNOVAZIONE

Atif incontra il settore■

di Ester Crisanti^

gli ultimi anni hanno

visto la fl essografi a

in forte e fi duciosa

crescita. Alla base

di questo successo

l’espansione del mercato che

richiede grafi ca sempre più

accattivante, un progresso

tecnologico che consente

oggi alla fl essografi a di

raggiungere livelli qualitativi

adeguati allo scopo e una

riduzione delle tirature che in

alcuni casi rende la fl exo più

competitiva della rotocalco.

In Italia da oltre vent’anni

è attiva Atif, l’Associazione

Tecnica Italiana per lo sviluppo

della Flessografi a [www.atif.it],

alla quale aderiscono le

aziende operanti nel settore

per avere informazioni tecniche

e momenti formativi mirati.

Proprio in questo senso va visto

l’evento FlexoDay, organizzato

di recente dall’associazione.

La manifestazione, al suo

primo anno di vita, ha visto

la partecipazione di circa

160 operatori del settore in

rappresentanza di stampatori

e fornitori di tecnologie.

Molti gli argomenti trattati,

tra cui l’elaborazione dei

fi le grafi ci, la preparazione

delle matrici, le tipologie

di inchiostri utilizzati e le

tecniche di caratterizzazioni

delle macchine da stampa

necessarie per ottenere il

miglior risultato qualitativo.

«Atif ha voluto dare

un’impronta tecnica al

FlexoDay», ha sottolineato

Stefano d’Andrea vicepresidente

dell’associazione. «Per questo

abbiamo privilegiato interventi

di contenuto formativo

e informativo. Ai relatori

abbiamo chiesto argomenti

di attualità, non legati a

prodotti di mercato, argomenti

intorno a cui la conoscenza è

ancora parziale. Agli sponsor

che hanno reso possibile

l’evento, abbiamo riservato

una sessione dedicata».

La messa a punto di un test formUn’ampia e particolare

attenzione è stata inoltre

dedicata ai risultati del lavoro

svolto dal Comitato tecnico

di Atif in collaborazione con

aziende associate produttrici

di macchine da stampa

fl essografi che e inchiostri

per la messa a punto di un

«test form» che consentisse

di caratterizzare le macchine

da stampa e operare in

conformità con la norma

Iso 12647/6. Il test fa parte

dell’attività di divulgazione

che Atif sta facendo per

contrapporsi alla dispersione

tipica del settore grafi co e alla

diffi coltà d’interpretazione

delle norme Iso. In pratica lo

studio propone una procedura

per eseguire il check up

della macchina da stampa.

Gli esiti di questa ricerca

saranno presentati da Atif

al congresso della Fta,

Flexographic Technical

Association [www.fl exography.org]

organizzato a Dallas in aprile

in occasione del 50esimo

anniversario della sua nascita.

«La nostra partecipazione

al congresso Fta», chiarisce

d’Andrea, «conferma la

rilevanza dello studio che va

a completare una materia

che Iso non è ancora riuscita

a concludere. Le linee guida

per la fl exo sono rimaste “in

cantiere” per quasi sette anni;

la versione pubblicata nel

2006 deve considerarsi ancora

un draft. I valori riportati in

normativa sono purtroppo

Ester Crisanti

Laureata in scienze dell’informazione, opera da anni nel panorama delle arti grafi che come formatore e consulente sulle tecnologie legate al settore della prestampa. Dal 2003 rappresenta Taga Italia all’interno del Ghent Pdf Workgroup.

K equivalente 50K equivalente 50

C40C40

M30M30

Y30Y30

K20K20

Scala ATIFScala ATIF

2.0 beta2.0 beta

FograFogra

MediaMedia WedgeWedge

Barre CMYKBarre CMYK

8 mm8 mm

100100--7070--5050--3030

CrociniCrocini ee

filetti 50 mfiletti 50 mµµ

ValoriValori

tonalitonali

11--10%,10%,

1010--90%90%

9090--100%100%

Il test form di Atif

per realizzare il check-up

della macchina da stampa.

Non smette di stupire il mondo della fl exo italiano che, non pago del grande successo degli ultimi anni, cerca confronti con le esperienze all’estero e predispone un test form in conformità con la norma Iso 12647/6.

Page 21: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 19italiagraFica

frutto di campionature troppo

esigue per essere un completo

strumento di lavoro. Per contro

le linee guida pubblicate dalle

varie associazioni nazionali,

oltre a dover essere riviste

sulla base di quanto emanato

da Iso, descrivono come deve

essere gestito e controllato un

sistema di stampa, spiegando

come si devono rilevare i

dati di produzione, ma non

parlano in maniera esaustiva

dell’attività preparatoria

necessaria a portare la

macchina nelle condizioni

giuste cioè previste dalla

normativa. Ora il mondo della

fl exo sembra aver trovato la

strada giusta, e verrà creato

un comitato internazionale

multilingua che si occuperà

di armonizzare la materia

sistemando anche le questioni

inerenti alle “unità di misura”

che creano tanti ostacoli

all’applicazione delle norme

nei vari Paesi del mondo».

La procedura di check up

offre un metodo per la verifi ca

della macchina da stampa ma,

in proiezione, potrebbe essere

usata anche per valutare un

impianto prima di acquistarlo.

Preparazione dei fi le digitaliL’argomento della

preparazione dei fi le è spinoso

per ogni azienda del settore

grafi co. Atif ha fortemente

voluto questo intervento per

far capire ai partecipanti

che la teoria del colore, i

profi li Icc e tutto quanto ne

deriva, non va affrontato

solo per le prove colore ma

soprattutto come metodo per

la trasformazione dei fi le in

entrata al fi ne di portarli alle

migliori condizioni di stampa

possibili, velocemente, in

modo certo e replicabile.

Questa è ancora più

un’esigenza oggi che è in atto

una migrazione dall’offset/

rotocalco alla fl exo nella

stampa di imballaggi,

trasferimento che può essere

deciso all’ultimo momento

quando il fi le è già pronto,

per esigenze tecniche o

di tiratura. Un esempio lo

forniscono le etichette per

le bottiglie: poiché le linee

di imbottigliamento sono

passate a bobina, la stampa

non può più essere fornita in

fogli per cui l’offset a foglio

non è più la tecnologia adatta.

Questa situazione potrebbe

non essere nota a chi si

occupa di prestampa, dal

momento che continuerebbe

a preparare i fi le senza

modifi care il profi lo di uscita.

Purtroppo la cosa è più

complicata per lo stampatore

fl exo, che principalmente

si occupa di produzione

e che dovrebbe capire

bene cosa sono e come si

utilizzano i profi li Icc.

C’è però da riconoscere che

la prestampa, per motivi

economici e di completezza di

servizio, sta migrando verso le

aziende di stampa. I sistemi

per creare la matrice fl exo

(cliché) oggi sono più semplici

da utilizzare, garantiscono

un ottimo rapporto qualità-

prezzo ma da soli non

funzionano; all’acquisto si

deve affi ancare un’adeguata

crescita del personale

nel saper trattare i fi le.

Il repurposing, tecnologia che

sta avendo un largo seguito

in tutto il settore, offre tanti

vantaggi anche alla fl exo.

Trattare i fi le per ottimizzarli

consente di «stampare»

con la giusta quantità di

inchiostro in funzione delle

caratteristiche del gruppo di

stampa e, di conseguenza,

ridurre le problematiche di

asciugatura che, per esempio,

nei fi lm fl essibili accoppiati

per gli imballaggi alimentari

possono inquinare il prodotto

oppure sporcare il materiale

in fase di ribobinatura.

Infi ne l’intervento ha anche

sottolineato che le variabili

in gioco nel settore fl exo

sono tante, basti pensare

alla varietà di supporti su

cui si stampa, gli inchiostri

a disposizione e le tipologie

di macchina dalla banda

stretta (30 cm) alla banda

larga (3 m), per cui il

repurposing può prevenire

ed evitare tanti problemi.

Inchiostri fl essografi ci: tendenze di mercatoPoiché il settore della fl exo è

formato soprattutto da aziende

di stampa, Atif con l’intervento

ha voluto dare una panoramica

completa degli inchiostri a

tutti gli esponenti delle diverse

merceologie del panorama

fl exo (etichettifi ci, stampatori

di fi lm fl essibili in banda

larga, stampatori di cartone

ondulato ecc.). Il relatore si

è poi focalizzato sui trend

di mercato, tra cui spiccano

alcuni elementi: gli inchiostri

a maggior concentrazione

di pigmento, i materiali bio

e le nuove tecnologie Uv.

La prima tendenza deriva

da molteplici fattori:

utilizzo di lineature più

alte, maggiore richiesta di

colore, velocità di stampa

mentre la seconda è legata

al packaging alimentare.

Gli inchiostri Uv sono usati

dove non c’è contatto diretto

con l’alimento ma con la

tecnologia WetFlex, ancora

in fase di sperimentazione

e implementazione da

parte dei costruttori di

macchine, questo limite

sembra superato. La stampa

viene defi nita «bagnato su

bagnato» e garantisce tra

le altre cose, alta qualità,

densità ottica stabile,

assenza di fotoiniziatori e

presenza di una sola stazione

fi nale di reticolazione. g

Struttura della macchina da stampa

che impiega la tecnologia WetFlex.

File CorrettoFile CorrettoFile CorrettoFile CorrettoFile CorrettoFile Corretto

StampoStampo

File ErratoFile ErratoFile ErratoFile ErratoFile ErratoFile Errato

RisultatoRisultato

OKOK

RisultatoRisultato

OKOK

Con il repurposing i fi le in entrata vengono ottimizzati per la stampa fl exo

in relazione ai materiali impiegati e al profi lo della macchina da stampa.

Page 22: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200820 italiagraFica

formazione

IL PUNTO D’INCONTRO TRA SCUOLE E AZIENDE

un Polo aperto all’innovazione

di Maria Luisa Romiti^

nel luglio del

2006 fu

ammesso al

fi nanziamento

Fse (Fondo

sociale europeo) un progetto

denominato «Ricerca,

innovazione, formazione

nell’ambito dei processi grafi ci

della multimedialità», in

seguito alla pubblicazione del

bando regionale «Invito a gara

ristretta per la realizzazione

delle attività dei Poli

Formativi - Percorsi Formativi

Ifts 06-08»: in pratica

nasceva il Polo Formativo

Grafi co della Lombardia

[www.poloformativografi co.it].

Il capofi la del progetto era

l’Istituto Pavoniano Artigianelli

di Milano [www.istitutoart.it],

insieme ad altre undici

istituzioni nel campo della

grafi ca lombarda, tra

scuole, università, aziende,

associazioni di imprese ed enti

di ricerca. «La collaborazione

tra il mondo delle imprese

e delle scuole del settore

grafi co è una realtà esistente

da anni», afferma Renzo

Bertoldo, direttore dei Servizi

di Formazione Professionale

dell’Associazione Padre Monti

[www.padremonti.it], una delle

scuole associate al Polo,

nonché membro del comitato

di pilotaggio, che fa parte

della struttura di governo

del Polo. «Il network, che dà

senso al Polo, ha formalizzato

e conferito stabilità a

questa rete, sviluppandola

ulteriormente. Dal luglio

del 2006 a oggi il numero

di associati è cresciuto e

sta ancora aumentando,

a dimostrazione ulteriore

del fatto che il creare una

rete relazionale è iniziativa

fondamentale per la realtà

grafi ca di riferimento».

Sono numerose le scuole

che hanno aderito al Polo

Formativo Grafi co, oltre

all’Istituto Pavoniano

Artigianelli Milano e Trento,

e all’Istituto Padre Monti

(Istituto Rizzoli, Istituto

Tecnico Industriale Don Bosco,

Centro Nazionale Opere

Salesiane e altre ancora).

Ma non solo. Sono circa

sessanta le imprese associate

(diverse realtà sia nell’ambito

della produzione grafi ca

sia delle macchine e degli

impianti), quali Xerox Italia,

Macchingraf, Mondadori

Printing, Rotolito Lombarda,

Grafotitoli, Hachette Rusconi,

Hewlett Packard, Kodak, De

Agostini Editore, GPP Industrie

Grafi che, Cartografi ca Pusterla,

Casa Editrice Universo e così

via. A scuole e aziende si

aggiungono enti di ricerca

(Taga Italia, Centro Studi

Grafi ci), università quali la Liuc,

Università Carlo Cattaneo, e le

associazioni di categoria, come

Unione Industriali, Assografi ci,

Enipg Milano, Varese, Bergamo

e Como, Confartigianato

Lombardia e Collegio di Milano.

La partecipazione al Polo,

ossia far parte integrante

del partenariato, prevede un

impegno reciproco di tutti i

partner. Tale impegno, come

spiega Renzo Bertoldo, viene

espresso secondo le specifi cità

proprie di ciascun partner.

Le aziende, per esempio,

mettono a disposizione le

struttura per l’accoglimento

degli studenti in stage, le

conoscenze specialistiche e

alcuni forum tematici sulle

nuove tecnologie e sui nuovi

scenari. Le associazioni,

invece, svolgono un ruolo di

collegamento tra le aziende e il

Polo, raccolgono i bisogni delle

imprese e lo promuovono con

enti e istituzioni pubbliche.

Le scuole e i centri di

formazione mettono a

disposizione percorsi

formativi congruenti con

le esigenze del mercato

grafi co, docenze qualifi cate in

relazione a tematiche tecnico-

specialistiche e attività di

orientamento per i giovani.

Infi ne gli enti di ricerca

condividono le conoscenze

di settore, soprattutto in

relazione alle tematiche

dell’innovazione e di sviluppo,

mentre l’università garantisce

un’attenzione costante rispetto

ai programmi formativi, alla

qualifi ca e all’innovatività dei

percorsi formativi, mette a

disposizione docenti qualifi cati

e fornisce una supervisione

scientifi ca alle attività del Polo.

Il Polo lombardo rappresenta un network tra aziende, scuole e associazioni che gravitano attorno alla fi liera grafi ca. Renzo Bertoldo, membro della struttura di governo e direttore dell’Associazione Padre Monti, uno degli istituti associati, ci aiuta a capire meglio le attività svolte dal Polo, quali sono i corsi di formazione offerti e gli obiettivi presenti e futuri.

Renzo Bertoldo, direttore dei

Servizi di Formazione Professionale

dell’Associazione Padre Monti.

Page 23: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 21italiagraFica

Gli obiettivi e le attivitàIl Polo rappresenta il network

ideale per accogliere e

valorizzare singoli soggetti e

partnership già esistenti tra

aziende, scuole e associazioni

che gravitano attorno alla fi liera

grafi ca. Nella rete formalizzata

dal Polo è maggiormente

possibile, rispetto a precedenti

condizioni, la valorizzazione

e la circolazione organizzata

e regolamentata di un know

how specifi co e innovativo,

in modo da individuare,

orientare e integrare tutti

gli elementi originali e di

eccellenza già presenti nelle

singole e specifi che realtà.

Il Polo ha due livelli di

esistenza. Un primo livello

è quello virtuale: è un

portale, un luogo potenziale

di incontro e di scambio di

conoscenze ed esperienze tra

gli aderenti. Un secondo livello

è quello fi sico: attraverso le

innumerevoli attività e servizi

proposti, il Polo si pone

come obiettivo lo scambio

continuo di comunicazione e

competenze. «Ci sono incontri

periodici nei quali i vari attori

si confrontano, discutono e

propongono linee di crescita

e di sviluppo per il Polo

Formativo Grafi co, guidato con

competenza e autorevolezza

dal direttore Natale Cattaneo»,

precisa Bertoldo. «Sono state

create occasioni di incontro

anche all’interno di eventi

istituzionali. L’ultima assemblea

dell’Unione Industriali, per

esempio, è stata aperta al

Polo: un momento di confronto

all’interno del quale si è creato

un dibattito relativo ai servizi,

alle potenzialità del Polo e

alle necessità delle aziende».

Le attività proposte dal

Polo percorrono tre strade

parallele, ma collegate tra

loro. La prima riguarda la

formazione continua dei

lavoratori con necessari

momenti di scambio, anche

online, mentre la seconda

verte sullo studio e la ricerca

continua di innovazione, in

particolare quella tecnologica.

Infi ne troviamo le prospettive

della ricerca in genere e la

diffusione di studi tecnici,

soprattutto del settore.

In questo senso, gli obiettivi

che il Polo si prefi gge, come

precisa Bertoldo, sono quelli

di rendere stabile e quotidiano

il collegamento tra i vari

soggetti aderenti (enti da un

lato, persone dall’altro) e di

creare occasioni di scambio,

con particolare riferimento

alla diffusione e condivisione

di conoscenze, competenze

ed esperienze. Inoltre vuole

essere un punto di riferimento

per i propri partner sul fronte

della ricerca, l’innovazione e

il trasferimento tecnologico

tra le varie aree territoriali,

compresa quella oltre confi ne.

A dicembre di quest’anno

il Polo, almeno dal punto

di vista dell’erogazione di

fi nanziamenti da parte della

Regione, si chiude e non ci

sono più risorse che vadano

a fi nanziare i vari servizi:

«Esiste una prima ipotesi di

business plan di massima

e la proposta di un patto di

partenariato per promuovere

un confronto aperto sulla

disponibilità, da parte di tutti

gli associati, a proseguire il

lavoro insieme con modalità

fl essibili e costruttive»,

afferma Bertoldo. «L’idea di

base è quella di non creare

una sovrastruttura nuova, ma

di capire come tutto quello

che è stato sperimentato

fi nora possa permanere nel

tempo e in che forma. Entro

giugno si dovrebbe arrivare a

un discorso più defi nitivo».

I servizi a disposizioneIl Polo Formativo nasce

dall’integrazione di bisogni

ed esperienze inerenti la

formazione e a supporto dello

sviluppo delle imprese del

settore grafi co nel territorio

lombardo. Interviene in prima

istanza nel panorama della

formazione dei giovani in

cerca di prima occupazione e

incrementa progressivamente

le proprie attività, anche verso

la formazione continua degli

occupati e la formazione dei

formatori. «Come Polo, per

esempio, abbiamo messo

in atto il progetto Scooter

Grafi co», afferma Bertoldo.

«Tutti gli enti di formazione

sono impegnati a erogare

servizi alle aziende grafi che

a diversi livelli, dai quadri ai

lavoratori. Le ore di formazione

sono 2.700 circa, l’attività è

stata avviata a novembre e si

concluderà nel mese di luglio».

Di vitale importanza il sito

[www.poloformativografi co.it].

All’inizio, come precisa

Bertoldo, era una vetrina

attraverso la quale le varie

realtà si sono presentate

(le scuole, per esempio,

illustrano i loro corsi), ma

nel tempo si è evoluto e ora

mette a disposizione una

serie di servizi accessibili

gratuitamente, previa

registrazione al portale. Tra

questi, il software Competenze

che è il risultato di un lungo

impegno di ascolto e accordo

con gli imprenditori del

comparto grafi co aderenti

al Polo: un lavoro di sintesi

dinamica che descrive le

fi gure professionali coinvolte

nel sistema produttivo

grafi co, delineando per

ciascuna le competenze

ritenute indispensabili e

«pesate» secondo un grado

di importanza variabile. Gli

studenti possono accedere

al software compilando le

informazioni richieste e a

loro dedicate, misurando

quanto le proprie abilità

siano considerate importanti

per il mondo del lavoro.

Gli imprenditori hanno la

possibilità di inserire le loro

esigenze professionali e di

valutare le schede compilate

dagli studenti, incrociandole

eventualmente con le proprie

Il sito del Polo Formativo Grafi co

[www.poloformativografi co.it].

Page 24: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200822 italiagraFica

formazione

necessità. Da citare anche

l’area dei Professionisti ed

esperti. Questo servizio è

progettato prioritariamente

per le scuole e per tutti quei

contesti di apprendimento e

formazione che necessitano

saltuariamente di contattare

un esperto aziendale per una

testimonianza. Può essere

utile alle aziende stesse

qualora volessero avvalersi di

una competenza specialistica

non presente presso la

propria organizzazione. Sul

sito sono disponibili anche

il Glossario (un database di

lemmi specifi ci del settore

grafi co) e la Guida allo

stage, uno spazio riservato

che rappresenta una guida-

modello per l’organizzazione

dello stage e uno spazio

di incontro tra domanda e

offerta, sempre aggiornato e

specifi co per il settore grafi co.

Sul portale, infi ne, è disponile

la Biblioteca, un database

facilmente consultabile che

raccoglie tutte le segnature

messe a disposizione dalle

varie strutture partner

(imprese, istituti scolastici,

università, centri di

ricerca). In questo modo, la

circolazione e il reperimento

delle informazioni risultano

immediati per i partner del

Polo, che possono in tempo

reale attingere al database e

sapere dove trovare il volume.

I corsi IftsA settembre sono partiti

due corsi Ifts (due classi di

venti ragazzi ciascuna), che

si tengono presso l’Istituto

Pavoniano Artigianelli di

Milano. «Sono un po’ il

fi ore all’occhiello del Polo, e

un’autentica sperimentazione

di rete tra le scuole grafi che»,

afferma Bertoldo, direttore

di uno dei due corsi. «La

progettazione dei percorsi ha

tenuto in forte considerazione

le esigenze delle aziende

lombarde del settore.

Queste hanno contribuito in

modo attivo alla defi nizione

della fi gura professionale

e delle competenze, che

saranno a essa trasferite,

secondo una progettazione

curata dal Comitato Tecnico

Scientifi co del Polo con

il supporto dell’università

Liuc di Castellanza».

L’accesso ai corsi Ifts è stato

consentito sia agli studenti

in possesso del diploma

di istruzione secondaria

superiore sia a quelli che

hanno frequentato un percorso

sperimentale di quarta

annualità.

La Regione Lombardia, come

precisa Bertoldo, sta seguendo

attentamente questo progetto,

in quanto è la prima volta

che ragazzi provenienti da

un percorso di formazione

professionale quadriennale

accedono a corsi Ifts

(Istruzione, formazione tecnica

superiore), normalmente

riservati solo ai diplomati.

La prima fi gura professionale,

«Tecnico superiore per

l’industrializzazione del

prodotto e del processo

dell’industria grafi ca»,

defi nisce e gestisce in

modo completo, autonomo

e approfondito tutte le fasi

della produzione grafi ca

e multimediale. Inoltre,

sceglie le tecnologie e le

tecniche logistiche per

permettere un’impostazione

razionale dell’impiantistica

di stabilimento e studia

l’applicabilità di tecniche

innovative, promuovendone

la relativa sperimentazione e

implementazione. Il «Tecnico

superiore per la produzione

dell’industria grafi ca» (secondo

corso) cura la gestione e il

coordinamento delle attività

delle aree operative di

prestampa (con particolare

attenzione al multimedia),

stampa, legatoria e

cartotecnica. Si occupa anche

degli interventi di correzione e

regolazione della produzione,

cura il funzionamento e

la manutenzione ordinaria

delle macchine e degli

impianti grafi ci, valutando

l’andamento della produzione

e proponendo soluzioni

migliorative. Inoltre è

in grado di occuparsi

dell’addestramento degli

operatori. A questa fi gura è

richiesto un grado elevato

di competenze specifi che,

in particolare quelle del

comparto pre-media.

Entrambe le fi gure

professionali proposte avranno

capacità di analisi dei processi

aziendali e del business

in generale, sapranno

interpretare i trend di mercato

e rapportarli alla produzione

interna. Oltre a intervenire

nella progettazione e gestione

del fl usso produttivo, saranno

in grado di confrontarsi

con il cliente, recepirne

le esigenze e tradurle in

proposte che tengano conto

dei processi aziendali,

delle risorse e dei tempi

a disposizione. All’interno

dell’organigramma aziendale,

si inseriscono come tramite

tra la direzione generale e gli

operativi della produzione,

traducendo le linee di

sviluppo indicate dall’una in

azioni operative per gli altri.

«Le aspettative su questi

ragazzi sono molto alte»,

conclude Renzo Bertoldo, «e

le aziende, che fanno parte

del polo, hanno già chiesto la

segnalazione degli studenti

che si stanno distinguendo

in modo particolare. Sarà

nostra cura combinare

adeguatamente domanda e

offerta, tenendo conto sia

delle esigenze dei ragazzi sia

di quelle delle imprese». g

Il software Competenze è un

servizio accessibile gratuitamente,

previa registrazione al sito del

Polo, che permette di individuare

le fi gure professionali coinvolte

nel sistema produttivo grafi co,

delineando per ciascuna le

competenze ritenute indispensabili.

Page 25: Italia Grafica - Febbraio 2008
Page 26: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200824 italiagraFica

stampa offset

UN DECISIVO PROGRESSO IN TERMINI DI TECNOLOGIA E PROFESSIONALITÀ

anilox offset e waterless: chimera o realtà?

di Fabrizio Colombo^

l’anilox offset non è una semplice evoluzione tecnica, un’implementazione tecnologica, ma una

vera e propria rivoluzione. Da quando, molti anni fa, ho avuto i primi contatti con il mondo offset mi sono sempre chiesto come sia possibile basare un processo industriale su un principio instabile, non misurabile, soggettivo come quello della repulsione tra acqua e grassi! Un po’ come quando, prendendo un aereo, mi chiedo regolarmente come faccia a stare per aria. E quante volte sarà capitato anche a voi di assistere a un visto macchina, magari con la presenza del cliente, e di sentire le fatidiche affermazioni «un po’ più rosso qui» o, per contro,

«ma non è forse meglio fare meno giallo?» e così via.Provate a immaginare che tutto questo sia spazzato via e che domani non esista più. Immaginate che il processo di stampa offset diventi un nuovo processo di stampa rotocalcografi co,

dove tutto viene deciso a monte (prestampa e color management) e quello che l’operatore deve aver cura di controllare è il registro fra i colori, la precisione di piega e la produzione con la P maiuscola. Sarà mai possibile? Se mai lo sarà, di sicuro il passaggio obbligato sarà l’anilox offset e la stampa senz’acqua.

Che cos’è l’anilox offset

Dopo tanti anni di sperimentazione nel mondo dei giornali, un grande costruttore europeo sta portando all’attenzione degli stampatori di tutto il mondo

un impianto che abbina l’inchiostrazione anilox con la stampa senz’acqua.Di cosa si tratta? In sostanza stiamo parlando di un cilindro «retinato» che viene «spalmato» di inchiostro e successivamente raclato per toglierne l’eccedenza, e che con pochi rulli di macinazione rispetto a una inchiostrazione tradizionale (in termine tecnico «inchiostrazione corta») è in grado di portare con continuità e costanza la stessa quantità di inchiostro alla matrice. La parte eccedente di inchiostro, quella cioè che trova sulla

Già dall’inizio degli anni Ottanta Kba [www.kba.com] ha

iniziato lo sviluppo di gruppi a inchiostrazione corta,

inizialmente sulla base della tecnica fl exo.

Nel 1987 presso il Guardian di Londra entrava in

funzione una Anilox Courier, che a quei tempi era la

rotativa per stampa tipografi ca anilox in quadricromia

con inchiostri a base oleosa più grande del mondo.

Nel 1989 entrava in funzione un’altra macchina

analoga di dimensioni ancora maggiori.

Sempre nel 1989 avveniva la messa in esercizio

della rotativa per stampa fl essografi ca più grande del

mondo presso la Associated Newspapers di Londra

(Daily Mail - Evening Standard).Nel 1988 la Koenig e Bauer aveva acquisito la

maggioranza della Albert Frankenthal e sulla base di

promettenti studi dei progettisti Albert e della loro

indiscussa esperienza sui sistemi di inchiostrazioni

rotocalcografi ci senza «chiavi», i tecnici della Kba

ebbero la possibilità di disporre della tecnologia di

stampa offset anilox.

Nel corso di Drupa 1990 questa tecnologia veniva

presentata dal vivo al pubblico con una torre per

quadricromia. Fino a quel momento la Koenig &

Bauer era stata l’unica ad aver presentato questo tipo

di stampa. Nel corso dei successivi quattro anni ha

venduto numerose rotative offset anilox per stampa di

giornali in quadricromia divenendo leader mondiale in

questo settore.

Alla Drupa 2000 veniva presentata dal vivo per la

prima volta la Kba Cortina che rappresenta l’ attuale

stato dell’arte. La differenza con la tecnologia ex

Albert, a parte l’originalità costruttiva, è rappresentata

dall’assenza dell’acqua, con evidente vantaggio nella

qualità e stabilità di stampa.

BREVE STORIA DEI SISTEMI A INCHIOSTRAZIONE «CORTA» KBA

È il sistema anilox la «next revolution» della stampa offset, grazie all’assenza di viti di apertura del calamaio e all’eliminazione, una volta per tutte, della gestione del colore «a occhio». E i costruttori di macchine da stampa stanno già progettando grossi interventi in fase produttiva, legittimando l’anilox offset come probabile standard di riferimento futuro.

Page 27: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 25italiagraFica

matrice i contrografi smi, o

parti non stampanti, viene

restituita, attraverso i rulli

di macinazione, allo stesso

rullo anilox in un percorso

senza soluzione di continuità.

Qui le cose fondamentali

da notare sono due.

La prima: questo processo

elimina la necessità di

chiavi di apertura (viti)

del calamaio, con tutte le

conseguenze del caso: niente

«fi le» di preinchiostrazione

dalla prestampa, niente

manutenzione periodica

dello «zero» dei calamai,

niente affermazioni del

tipo «più rosso» o «meno

giallo». Queste le cose di

immediata comprensione.

Ma la vera rivoluzione sarà

«obbligare» le aziende a

preparare tutto a monte:

ad avere necessariamente

un’attenta «gestione interna»

del colore, degli standard di

incisione lastre in relazione ai

tipi di carte usate e a basare

durante la produzione i propri

standard di inchiostrazione

e densità, per esempio, sul

bilanciamento dei grigi.

La seconda è vista come

diretta conseguenza della

prima: tutti i responsabili

di macchina (di macchine

piccole, grandi, rotative

o a foglio) smetteranno

di determinare con il loro

gusto, la loro sensibilità

e il loro «occhio» la resa

cromatica dello stampato,

senza per questo doversi

sentire sminuiti nella

propria professionalità.

Al contrario, con una variabile

così pesante in meno da

gestire, avranno più tempo

da dedicare alla produttività

dell’impianto e, certamente,

riusciranno a incrementare

e a rendere più prevedibili le

rese degli impianti stessi.

Ferreo controllo

delle variabili

Con questo primo passo

riusciremo forse ad accorciare

la classica defi nizione (che

identifi ca il nostro settore da

sempre) da «arti grafi che»

semplicemente a «grafi ca».

Il sistema è sostanzialmente

governato da un ferreo

controllo delle temperature

e praticamente tutti i

rulli e cilindri (compreso

quello portalastra) sono

termicamente controllati.

Per quanto riguarda il cilindro

anilox le variazioni, anche

minime, di temperatura sono

quelle che consentono una

minore o maggiore fuoriuscita

dell’inchiostro dagli alveoli

e, conseguentemente,

una minore o maggiore

densità di stampa.

L’obiezione più logica a

queste considerazioni è

sostanzialmente una sola:

il sistema anilox offset non

è una nuova scoperta, così

come del resto le lastre

waterless. La prima rotativa a

torre anilox offset vide infatti

la luce nel 1989 e in quella

data, per certo, le lastre

waterless erano già utilizzate.

Quindi quali sono oggi i

nuovi fattori che potrebbero

rendere realizzabile ciò che

non è riuscito in passato?

Le motivazioni per i salti

tecnologici nell’industria sono

sempre economiche, e quindi

la necessità di produrre a

costi più bassi è sicuramente

la prima: una macchina da

stampa che non abbia un

calamaio con viti motorizzate,

sistemi di controllo colore

in linea, un impianto di

bagnatura e una macinazione

ricca di rulli consente già

un primo risparmio. Inoltre,

per l’assenza di tutto ciò,

la struttura stessa della

macchina ne risulterà

notevolmente alleggerita.

Abbinando a quanto detto le

nuove tecnologie elettroniche

di gestione dei motori

elettrici (un motore per

ogni cilindro), ci troviamo

in presenza di macchine

senza ingranaggi e senza la

relativa lubrifi cazione a bagno

d’olio. In pratica, a parità di

formato o giro cilindro, queste

macchine si sviluppano in

altezza meno della metà

delle macchine tradizionali.

Un secondo aspetto

potrebbe essere quello

dell’ecologia, problema che

tutti oggi sperimentiamo

quotidianamente. Niente

liquami di risulta delle

bagnature da smaltire o

depurare, niente additivi,

niente alcol isopropilico.

Un terzo aspetto è

certamente determinante.

Rendere la lavorazione più

facile, con meno variabili,

signifi ca fondamentalmente

due cose: poter operare

sulla macchina con

personale meno esperto e

contemporaneamente rendere

i processi più controllabili

e misurabili. Quest’ultima

caratteristica risponde in

maniera brillante alla sempre

più pressante richiesta del

mercato per certifi cazioni di

Schema di inchiostrazione

anilox della Kba Cortina

waterless (a destra).

Page 28: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200826 italiagraFica

stampa offset

produzione, adeguamento a standard internazionali, omogeneità cromatica tra diversi stampatori (anche in Paesi diversi) che producano lo stesso lavoro, oltre alla ripetibilità nel tempo.

Retino stocastico e controllo del coloreSempre in tema di economie, da un simile impianto ci aspettiamo notevoli risparmi sugli scarti carta sia negli avviamenti sia in produzione, a fronte di una maggiore omogeneità all’interno della tiratura. Questo permetterà alla rotativa di abbassare ulteriormente il suo punto di convenienza, assicurandosi fette di mercato oggi servite dalle macchine a foglio, e di non perdere quelle commesse (per esempio nel settore editoriale) soggette ormai a una lenta, ma costante, erosione di tiratura.Un altro argomento, realmente applicato nella

pratica quotidiana, è un utilizzo costante, proprio perché reso estremamente semplice, del retino stocastico o raster.Infi ne il tema più importante: oggi disponiamo di una tecnologia della gestione del colore, che qualche anno fa non avevamo, che ci consente di effettuare una preparazione dei fi le che andranno in stampa (anche se non generati direttamente dallo stampatore) tale da renderli omogenei fra di loro e adatti per ogni connubio composto dal tipo di macchina, carta e inchiostro.In presenza di una tale fl essibilità in prestampa la dote più richiesta alla macchina da stampa diventa la ripetibilità e la costanza, e non certo gli acuti qualitativi o le regolazioni esasperate e spesso diverse da lavoro a lavoro, per risolvere problemi che, fi nalmente, saranno invece affrontati a monte, nella sede e nella fase di lavorazione opportuna.Da non trascurare l’evoluzione tecnica degli inchiostri che oggi, meglio di ieri, si adattano a un tale tipo di inchiostrazione. Il loro cambiamento reologico, in relazione alla temperatura, diventa qui una caratteristica importante e positiva che consente, se opportunamente controllato e pilotato, quelle variazioni densitometriche che sono l’unica regolazione cromatica possibile.

Verso un nuovo standard?Per quanto riguarda le lastre waterless il concetto di «color management» sopra espresso

si applica perfettamente. Prima dell’utilizzo di questa pratica tecnica uno dei grossi problemi era il bassissimo livello di dot gain prodotto dall’assenza di acqua di bagnatura. Questo portava inevitabilmente a discordanze cromatiche con le prove colore fornite dal cliente e, quindi, impediva allo stampatore che non produceva internamente le separazioni colore di «copiare» in macchina quanto ricevuto.Per quanto concerne le problematiche tecniche riferite al loro utilizzo, esse vengono oggi utilizzate in condizione estreme, come per esempio con carte povere come quelle da quotidiano. Inoltre l’ottimo livello raggiunto dagli inchiostri e, come già accennato, lo specifi co condizionamento termico delle macchine, ha eliminato le vecchie problematiche tecniche.Ovviamente ci sono anche degli svantaggi oltre ai benefi ci sopra elencati: i costi energetici della climatizzazione della rotativa, il costo ancora elevato delle lastre waterless e la loro durata in macchina.Su questi argomenti, pro e contro, sarebbe interessante ospitare su queste pagine i commenti tecnici dei costruttori: sia di coloro che hanno sposato questa fi losofi a, sia di quelli che hanno invece scelto altre strade.Alla metà del 2007 risale la presentazione di Heidelberg al mercato della propria soluzione anilox offset, la Speedmaster SM52 Anicolor, per il momento limitata a macchine a foglio di

piccolo formato. È peraltro signifi cativo che fra i plus citati nella relativa brochure si parli di riduzione degli scarti, di costanza qualitativa in produzione e di alta qualità.In questo caso questa scelta è stata inizialmente motivata dalla necessità di contrastare l’avanzata del digitale abbassando, con questa tecnologia, il punto di convenienza attraverso la riduzione di scarti e tempi di avviamento.Anche in questo caso si sottolinea l’inderogabile necessità di avere all’interno dell’azienda la padronanza della gestione del colore attraverso i moderni metodi di color management.A questo punto abbiamo citato il 50% dei costruttori europei di macchine offset. Del rimanente 50%, interpellato espressamente sull’argomento, uno solo ha dichiarato inequivocabilmente di non avere progetti di questo genere mentre l’altro ha ammesso, obtorto collo, invocando al contempo la massima riservatezza, che nei prossimi progetti verrà riservata una particolare attenzione alla parte calamaio, con l’applicazione di una nuova fi losofi a progettuale per quanto riguarda l’alimentazione dell’inchiostro. Tutto questo è suffi ciente per far ritenere che i costruttori stiano considerando seriamente alcuni interventi radicali nelle loro logiche costruttive, e che i tempi siano maturi affi nché applicazioni come l’anilox offset possano diventare uno standard, o forse «lo» standard per eccellenza. g

Rendering grafi ca dell’inchiostrazione

anilox della Heidelberg SM 52 (Anicolor)

con bagnatura tradizionale (rapporto rullo

di inchiostrazione/cilindro lastra 1:1).

Page 29: Italia Grafica - Febbraio 2008
Page 30: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200828 italiagraFica

innovazione

L’INKJET ABBINATO ALLE VARIE TIPOLOGIE DI STAMPA

stampa di dati variabili: soluzioni alla portata di tutti

di Maria Luisa Romiti^

dal 1970 Nimax

[www.nimax.it]

si occupa di

automazione

e innovazione

tecnologica, per risolvere le

problematiche aziendali legate

alla marcatura dei prodotti. Nel

settore grafi co, in particolare,

è sempre più diffusa

l’esigenza di personalizzare

in linea stampati mediante

la sovrastampa di dati

variabili, come numerazioni,

Le soluzioni di Nimax studiate ad hoc per il cliente consentono di offrire all’industria grafi ca soluzioni personalizzate ed effi cienti per la stampa dei dati variabili. Ecco quali sono, come funzionano e per quali applicazioni sono particolarmente adatte.

Stampa di indirizzi su cellofan.

La stampa di un codice variabile legato

a un concorso all’interno di un astuccio in cartone.

indirizzi, codici a barre.

Nimax, a questo proposito,

può vantare un’esperienza

trentennale nella tecnologia

a getto d’inchiostro e un

consolidato know how tecnico

che ha permesso all’azienda

di progettare e installare con

successo impianti, anche in

un settore del tutto particolare

come quello grafi co.

«Nimax da trent’anni è

distributore esclusivo per

l’Italia delle stampanti

Domino, un’azienda leader

a livello mondiale nella

marcatura senza contatto su

qualsiasi tipo di materiale»,

afferma Paola Camerani,

responsabile marketing

di Nimax. «I prodotti

(apparecchiature e software)

si dividono principalmente in

due grandi famiglie: quelli per

l’identifi cazione del prodotto

e quelli per la grafi ca, in

particolare nell’ambito della

stampa del dato variabile».

Nimax, quindi, non produce

macchine, ma distribuisce i

sistemi di stampa Domino.

Inoltre non si occupa di

ricerca «generica», ma per i

propri clienti studia soluzioni

effi caci ed effi cienti per dare

risposte concrete a ogni tipo

di richiesta e anticipare le

esigenze di miglioramento

e ottimizzazione del

ciclo produttivo.

Page 31: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 29italiagraFica

Nimax distribuisce due diversi modelli di

stampanti Domino. La serie A CP (con tecnologia

inkjet) rappresenta la soluzione affi dabile per la

stampa di testo, numerazioni, codici a barre e

logo alle velocità richieste. La A200 è adatta per

applicazioni in cui è richiesta una singola testa

di stampa, mentre la compatta A400, grazie alla

possibilità di essere inserita in rack a 19 pollici

(impilabile), è ideale dove lo spazio è limitato o

sono necessarie più teste di stampa.

La tecnologia a getto d’inchiostro utilizza

il concetto della stampa a matrice di punti

e ogni carattere stampato è formato da

un numero predefi nito di punti ordinati

per colonne. Le gocce di inchiostro, in

ciascuna colonna, sono distanziate mediante

defl essione elettronica, e le colonne sono

separate dal movimento della superfi cie

di stampa sotto la testina. L’inchiostro è

pompato dall’impianto idraulico verso la

testa di stampa, dove un generatore di gocce,

contenente un trasduttore ultrasonico e un

«nozzle», genera un getto costituito da un

numero molto elevato di piccole gocce di

inchiostro. L’elettrodo seleziona le gocce

da caricare elettrostaticamente con diversi

livelli di potenziale: quelle che non hanno

carica sono assorbite dal gutter, un tubicino

che le riporta nel serbatoio dove vengono

riciclate, mentre le gocce cariche, deviate

dalle placche di defl essione, si depositano

sul prodotto, disponendosi a seconda del

tipo di carica ricevuta. In questo modo viene

composto il segno grafi co sulla superfi cie che

deve essere marcata.

Il sistema di stampa a goccia defl essa

garantisce numerosi vantaggi. Innanzitutto,

grazie all’assenza di parti meccaniche in

movimento all’interno della testa, si può

ottenere un’elevata velocità di stampa che

può raggiungere anche 350 metri al minuto.

Inoltre, durante l’attesa di stampa, il getto

d’inchiostro è sempre attivo e ciò permette

l’impiego di inchiostri a rapida essiccazione.

Infi ne la testa di stampa scrive in tutte

le direzioni, è di piccole dimensioni ed è

collegata all’armadio con un cavo fl essibile:

questo consente una notevole facilità di

impiego e di inserimento in molteplici

applicazioni.

Bitjet 212 esegue una stampa fi no a due pollici

(54 mm) a 120 dpi con tecnologia binaria ed

è stata progettata per essere collegata tramite

Lan a un controller Domino o a un Pc esterno.

Con la fl essibilità fornita da 256 punti si

possono stampare caratteri di diverse altezze

e tutti i font disponibili su Windows, immagini

grafi che ad alta risoluzione e una vastissima

gamma di codice a barre. Bitjet 212 funziona

con inchiostri a base Mek (metiletilchetone),

ideali per applicazione dove le caratteristiche

di aderenza al substrato e rapidità di

essiccazione sono determinanti. Il principio di

funzionamento della stampa digitale binaria

prevede 256 getti di inchiostro disposti in fi la

all’interno di una fi nestra di stampa di 2,13

pollici. A ciascuna microgoccia di inchiostro,

di ogni singolo getto, viene applicata una

carica elettrostatica che la fa defl ettere.

Al contrario della tradizionale stampa a goccia

defl essa, quelle destinate alla stampa non

vengono caricate e sono lasciate cadere sul

substrato, mentre le gocce caricate sono

defl esse verso il gutter per rientrare in circolo.

Nimax, grazie all’offerta

Domino, dispone di una

gamma di stampanti

dedicate alle esigenze

tipiche dell’industria grafi ca,

installabili su qualsiasi

macchina da stampa e

in grado di gestire dati

variabili, controller

per la gestione

sincronizzata

di più teste e

software speciali.

«Nimax, oltre

a proporre i

prodotti Domino,

offre uno studio

approfondito

della situazione

aziendale, per

offrire un servizio

personalizzato»,

precisa Camerani,

«sia a livello di

integrazione nella

macchina in linea, sia nella

realizzazione di software

ad hoc per le esigenze

del cliente: per esempio,

programmi dedicati alla

gestione di giochi e

concorsi. Inoltre le soluzioni

proposte sono versatili, in

quanto le teste di stampa

possono essere posizionate

su macchine diverse a

seconda del tipo di lavoro,

e assolutamente fl essibili

per quanto riguarda i dati da

stampare». Infatti lo staff

Nimax si cala completamente

nel contesto dell’azienda per

capire fi no in fondo l’esigenza

di marcatura del cliente, come

aggiunge Guido Marchesini,

della direzione tecnico

commerciale dell’azienda.

«Per questo facciamo

precedere a ogni consulenza

un sopralluogo, per esaminare

nel dettaglio eventuali vincoli

e valutare insieme all’azienda

le possibili alternative

e opportunità. L’analisi

preliminare ci consente di

distinguerci per la capacità

di personalizzazione, che si

traduce in un’applicazione

effi cace e su misura».

Una soluzione per ogni tecnologia di stampaNimax ha realizzato molte

applicazioni per le macchine

da stampa litografi ca a foglio,

disponendo diverse teste di

stampa inkjet direttamente

a bordo della stessa.

In questo modo è possibile

stampare dati variabili in

qualsiasi posizione del foglio

in totale affi dabilità, anche

alla massima velocità di

produzione (10-15mila fogli

l’ora), con costi stampa

molto bassi. Questo tipo di

applicazione rappresenta

la soluzione ideale per i

produttori di biglietti, coupon

e stampati ad alta tiratura.Un esempio

di numerazione a blocchetto.

DALLA STAMPA AVANZATA INKJET A QUELLA DIGITALE

Due teste di stampa A400

inserite in un rack da 19 pollici.

Page 32: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200830 italiagraFica

innovazione

Il tavolo di controllo è una

macchina che sbobina uno o

più rotoli precedentemente

stampati e consente

all’operatore l’eliminazione

di quegli spezzoni dove la

stampa non è di qualità

adeguata. A valle del settore

di controllo, Nimax è in grado

di installare una o più teste

inkjet per la sovrastampa di

numerazioni, codici a barre,

messaggi e così via. Tipici

esempi sono la numerazione

progressiva delle etichette

da vino, la personalizzazione

con codici a barre, codici

variabili legati a promozioni

di vendita. La praticità di

questo tipo di applicazione

è tale che alcuni costruttori

di tavoli di controllo offrono,

come opzione, una speciale

prolunga del girocarta, per

favorire l’installazione delle

teste inkjet da entrambi i lati.

Nel settore cartotecnico la

piegaincolla è la macchina

che ha il compito di piegare e

incollare l’astuccio di cartone

stampato e prefustellato

nei diversi formati.

Può raggiungere una velocità

massima di 400 metri al

minuto. Nimax è in grado di

realizzare la sovrastampa di

dati variabili su un qualsiasi

punto dell’astuccio, sia

all’interno sia all’esterno

dello stesso, per realizzare

concorsi, giochi, promozioni.

Sul fronte delle macchine

da stampa fl exo, l’azienda

bolognese può effettuare

applicazioni di stampanti

inkjet in linea o a valle dei

gruppi di stampa, mentre

per quanto riguarda le

macchine rotativa rotocalco,

i sistemi di stampa Domino

sono installati prima del

gruppo piega, consentendo la

numerazione all’interno delle

varie segnature alla velocità

massima di produzione.

Chiudono il ciclo i sistemi per

le legatorie. Nel caso, per

esempio, dell’accavallatrice

a punto metallico, usata

per il confezionamento di

riviste e opuscoli a media

fogliazione, le stampanti

inkjet permettono la stampa

di dati variabili sia sulle varie

segnature (numeri, messaggi,

indirizzi), sia sulle copertine.

Questi sistemi sono l’ideale

anche per le piegatrici e sono

in grado di sovrastampare

dati variabili ad alta velocità

(circa 200 metri al minuto),

come numerazioni progressive

o dati variabili provenienti da

database forniti dal cliente,

messaggi promozionali o

indirizzamenti. Lo spessore

del dépliant o della segnatura

in via di formazione è

ininfl uente, grazie alla stampa

senza contatto. Inoltre, con

l’uso di inchiostri a rapida

essicazione, le teste possono

essere applicate nel punto di

passaggio del foglio da una

tasca all’altra, dall’alto verso il

basso o dal basso verso l’alto,

con la possibilità di stampare

su entrambi i lati del foglio.

L’utilizzo delle stampanti

inkjet è particolarmente

conveniente anche nel

settore delle cellofanatrici,

poiché consente la stampa

in linea dell’indirizzo

direttamente sullo stampato

prima della cellofanatura,

oppure sul cellofan stesso.

Numerazione e codici a barreLa numerazione è la

tecnica di identifi cazione e

tracciabilità più diffusa negli

stampati in circolazione:

identifi cazione delle

merci, documentazione

fi scale e biglietti (concerti,

parcheggi, lotterie e così

via). «Le soluzioni Nimax

sono in grado di rispondere

a tutte le esigenze in

fatto di numerazione di

stampati realizzati sia

su macchine da stampa

a foglio sia su bobina»,

precisa Marchesini. «Infatti

una delle caratteristiche

vincenti dei codifi catori

a getto d’inchiostro

Domino è la possibilità di

effettuare diversi tipi di

numerazione con la stessa

apparecchiatura, garantendo

una completa fl essibilità che

si contrappone alla “rigidità”

dei numeratori tradizionali».

Le opzioni di numerazione

sono infi nite: alfanumeriche,

sequenziali, con check

digit creato tramite un

algoritmo noto solo al

produttore, numerazioni

di qualsiasi complessità

memorizzate in un database,

numerazioni madre-fi glia.

Una sofi sticata funzione

di numerazione consente

di ottenere blocchetti

numerati sequenzialmente,

come risultato delle

successive operazioni di

sovrapposizione e taglio dei

fogli con ricavi elevati. Alla

numerazione ovviamente

è possibile aggiungere

testi, date, codici a barre e

immagini, con una gamma

di soluzioni molto vasta.

I codici a barre sono

universalmente utilizzati

per l’identifi cazione

e la tracciabilità dei

prodotti: le stampanti e i

controller Domino sono in

grado di coprire tutta la

gamma dei codici a barre

utilizzata nell’industria.

Oltre alla stampa a matrice

La numerazione di biglietti può avvenire anche

su una macchina da stampa fl essografi ca.

Guido Marchesini, responsabile

tecnico commerciale di Nimax.

Paola Camerani, responsabile

marketing dell’azienda.

Page 33: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 31italiagraFica

di punti (modelli A200 e

A400), Nimax dispone anche

di stampanti con tecnologia

digitale, da non confondersi

con il concetto «tradizionale»

di digitale, come precisa

Guido Marchesini (vedi box).

Si tratta della serie Bitjet, con

una risoluzione pari a 120 dpi

e un’altezza di stampa di 54

millimetri. «Questa tecnologia

consente la stampa di

caratteri di diverse altezze

con tutti i font TrueType

disponibili su Windows, di

immagini grafi che e di una

vasta gamma di codici a

barre, anche i più particolari

come Postnet, Planet,

4-State», afferma Marchesini.

«Inoltre permette la stampa

in qualsiasi orientamento,

anche diverso da quello di

scorrimento del prodotto».

Domino mette a disposizione

anche inchiostri per esigenze

specifi che, come quelli visibili

solo con luce Uv, che vengono

utilizzati nelle applicazioni

anticontraffazione.

Giochi e concorsiNimax fornisce la soluzione

tecnica per realizzare e

stampare giochi e concorsi

(numerazioni, testi, codici

a barre, password, loghi),

ideati dagli uffi ci marketing,

direttamente su riviste,

quotidiani, confezioni di

prodotto, coupon e così via.

I dati variabili da stampare

sono prelevati, tramite Pc, da

fi le opportunamente preparati

in modo da realizzare la logica

o la casualità necessarie,

come spiega Marchesini:

«L’operazione, eseguita

contemporaneamente alle

normali lavorazioni previste,

consente notevoli vantaggi

in termini di risparmio e

controllo dell’intero processo.

La stampa in linea elimina

infatti la necessità di ricorrere

a fornitori esterni, evitando

l’impiego di inserti stampati

separatamente e problemi di

perdita, o danneggiamento,

durante l’abbinamento alla

rivista o al prodotto».

Per garantire maggiore

sicurezza è possibile

completare l’applicazione

con dispositivi a telecamera

o scanner. Questo è

particolarmente importante

nei giochi tipo «gratta e

vinci», dove è fondamentale

la certezza della correttezza

del dato prima della sua

copertura. La qualità degli

inchiostri Domino, poi, gioca

un ruolo determinante: rapidi

tempi di essicazione per

massimizzare la produzione,

aderenza, leggibilità e

resistenza allo sfregamento.

Indirizzamento e mailing«Le soluzioni Nimax per la

personalizzazione in linea dei

documenti sono ideali per

risolvere, in modo effi cace ed

economicamente competitivo

le esigenze di indirizzamento

e direct mailing», sottolinea

Marchesini. «L’indirizzamento

in linea sul cellofan, per

esempio, comporta un

costo decisamente inferiore

rispetto all’etichetta in carta

e garantisce la completa

gestione degli scarti».

Il risparmio è sensibile anche

grazie alla riduzione dei tempi

nella preparazione e nello

svolgimento del lavoro, e al

pieno controllo del processo

produttivo con possibilità di

apportare modifi che all’ultimo

minuto. L’utilizzo di indirizzari,

raggruppati per codice di

avviamento postale, consente

di ottenere dal software

di controllo delle teste di

stampa i segnali di comando

per la chiusura dei pacchi

e la stampa dei rispettivi

capopacco. In questo modo

lo speditore può sfruttare

al meglio le agevolazioni

tariffarie postali. Una potente

funzione di «read and

print» consente di abbinare

con certezza la stampa

dell’indirizzo sulla busta con il

suo contenuto: questo grazie

alla lettura di un codice a

barre o di un Ocr presente

al suo interno, reso visibile

da una fi nestra trasparente.

La stampa dell’indirizzo e di

altre informazioni variabili può

essere eseguita in diverse

posizioni, parallelamente al

dorso o al titolo, all’esterno

o all’interno della rivista.

Le soluzioni per

l’indirizzamento sono

graduabili, come afferma

Marchesini, in funzione

delle esigenze del cliente:

il numero delle teste di

stampa è proporzionale alla

richiesta di personalizzazione.

In ogni caso la modularità

e la fl essibilità rendono

questo tipo di applicazione

particolarmente indicata

anche per i piccoli

produttori di mailing.

Gli stessi sistemi di stampa

possono essere utilizzati

per la precompilazione di

cartoline e coupon, con il

risultato accertato di un

incremento del tasso di

risposta dei lettori. Inoltre,

con l’aggiunta di un codice

a barre o di un numero Ocr,

le risposte possono essere

gestite successivamente

in modo automatico. g

SOFTWARE NIMAX E DOMINOEditix è un software sviluppato da Nimax per la gestione di più teste di stampa Domino in ambiente grafi co, quando viene richiesta la stampa di dati variabili ad alta velocità. Legge fi le di dati variabili in formato Dbf o sequenziale, quest’ultimo strutturato in record e campi a lunghezza fi ssa. Il programma funziona su Pc e può essere fornito nella versione «install-pack», comprensiva dell’hardware e del software necessari per l’installazione sul computer del cliente.Editor 2 ed Editor GT, invece, sono programmi di Domino. Il primo è un collaudato controller per la gestione di dati variabili con più teste di stampa che opera con il tracker, un dispositivo hardware di interfaccia con la linea di produzione. Controlla fi no a 24 teste di stampa, pari a un massimo di 48 righe di testo. Editor GT è un sofi sticato controller progettato per sfruttare al meglio la potenzialità di tutta la gamma di stampanti Domino. La sua struttura modulare ne consente l’utilizzo con le applicazioni più semplici fi no a quelle più strutturate, mediante la gestione di decine di teste di stampa di tipo diverso poste lungo la linea di produzione. La presenza di opportune interfacce permette una simbiosi perfetta con la linea per l’eventuale inserimento di dispositivi di visione per il recupero dei dati da stampare e il successivo controllo di qualità di stampa e correttezza dei dati.

Esempio di stampa

di un numero fortunato

su un tabloid. La testa

di stampa è stata installata

sul cono di una rotativa.

Page 34: Italia Grafica - Febbraio 2008

allo stampatore è oggi richiesto sempre più

frequentemente il raggiungimento di standard

industriali, come Swop, Gra-Col, Iso. Un obiettivo

che si scontra però con alcune resistenze: la

cultura tradizionale degli stampatori, infatti,

non prevede di «cambiare» i fi le del cliente, anche se tutto

il fl usso di lavoro utilizzato per produrre fogli stampati

da fi le digitali, in realtà, altera i documenti forniti.

Oltre alle impostazioni, consapevoli o meno, che si trovano

all’interno dei fl ussi di lavoro o dei Rip, di sicuro anche le

curve di compensazione dei Ctp cambiano i «numeri dei

colori» dei fi le in ingresso, per meglio adattarsi alle propria

combinazione macchina da stampa-carta. Ogni buon

stampatore sa allora che per stampare su una carta uso

mano è necessario avere curve di Ctp diverse da quelle per

di Fabio Santoro^

dossier repurposing

febbraio 200832 italiagraFica

Fabio Santoro

Socio di abc.it, premium reseller di Apple, segue da molto tempo i mercati della stampa, della prestampa e della fotografi a digitale. Dall’avvento del ColorSync, si occupa delle problematiche legate all’implementazione del ColorManagement presso le aziende clienti. Assieme ad altri partner (Col.net e Shot) rappresenta Alwan in Italia.

LE CONVERSIONI DI «RISEPARAZIONE»

i segreti di un corretto

stampare su carta patinata; questo a parità di fi le in ingresso.

Lo stesso accadrà se si desidera adattare fi le pensati per la

stampa su carta ad altri tipi di materiali, per esempio plastici.

Visto che i documenti «vengono alterati», anche da chi dice

di non volerli modifi care, tanto vale alterarli in modo da

ottenere più semplicemente i «colori» richiesti dai clienti, o

raggiungere una migliore stampabilità generale del prodotto.

Quando possibile, quindi, vale la pena implementare un fl usso

colore, e di «repurposing» all’interno della propria azienda.

L’offerta del mercato, in questo settore, è costituita

da prodotti che si appoggiano agli standard industriali

(Icc), e da prodotti che utilizzano tecnologie proprietarie.

Va ricordato, inoltre, che tutto l’attuale prestampa

genera i colori appoggiandosi allo standard Icc.

Il fl usso colore sotto osservazione

Sia i recenti fl ussi di lavoro che i prodotti ad hoc possono

rigenerare la separazione, ma quali sono i requisiti a cui un buon

sistema deve rispondere? Occorre allora soffermarsi su quali

obiettivi si vuole ottenere e osservare come vengono esaudite

queste attese da parte di alcuni dei prodotti oggi

in commercio. Vediamo di procedere con ordine

dividendo il problema in due grosse categorie:

Le impostazioni di separazione dei documenti possono incidere sensibilmente sull’esito fi nale del lavoro di stampa. Ecco allora come procedere per convertire uno spazio CMYK in un altro spazio CMYK senza alterare la colorimetria originaria.

Page 35: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 33italiagraFica

Profi leMaker. MonacoProfi ler. Curve personali in Photoshop.

Le opzioni

di separazione quando

si realizzano i profi li

Icc e le tabelle di

Photoshop. In tutti

le scelte per la

generazione del Nero

sono tra più livelli

di Gcr o l’Ucr.

Al crescere del livello

di Gcr si riducono

le tre curve della

componente colorata.

l’ottimizzazione dei documenti in relazione

ai propri impianti stampa;

la trasformazione dei colori (fl usso colore).

Questa prima divisione tiene conto del problema che buona parte

dei documenti che arrivano a chi deve stampare hanno origine

non dichiarata. La prestampa che li ha realizzati non ha infatti

incorporato i profi li utilizzati per lavorare le immagini e quelli

relativi agli impaginati, e in questi casi la mia esperienza personale

sconsiglia di assegnare in maniera improvvisata un qualsiasi

spazio colore di ingresso per poi procedere alla trasformazione

colorimetrica. Il motivo è che molto spesso si incappa in

problemi e in notevoli alterazioni della colorimetria originaria.

In questi casi l’unica strada (fi no a oggi sempre utilizzata dagli

stampatori) è quella di mandare in stampa il documento così

come arrivato. Il «repurposing» però, potrebbe prendere questo

elaborato, e adattarlo in funzione delle specifi che di stampa.

Adeguarlo, cioè, al processo fi nale in termini di separazione.

Lo stampatore potrebbe, per esempio, senza

fare alcuna trasformazione dei colori:

f

f

adattare la coprenza di inchiostro (Tac) del

documento in ingresso alla coprenza ideale per

l’abbinata macchina da stampa-carta utilizzati;

adattare la generazione del Nero a quella ideale

per mantenere con la tecnica del Gcr(1) una

migliore stabilità della stampa in tiratura, con una

sostanziale riduzione del consumo di inchiostro;

usare la «giusta» maschera di contrasto per migliorare

l’evidenza delle immagini sullo stampato.

Questa ottimizzazione deve essere vincolata ad alcuni

principi di stampabilità come la purezza dei colori primari

(evitando il problema degli «scum dots») e, qualora richiesto,

la possibilità di non modifi care i 100% o 200%.

Ottimizzare signifi ca pertanto «adattare» i documenti a quelle

specifi che tecniche che ne migliorano la stampabilità.

La Tac è in relazione a problemi di controstampa e instabilità

in tiratura, oltre a problemi di lavaggio impianto più frequenti.

Il Gcr permette la riduzione dell’inchiostro sul foglio, la corretta

partenza e arrivo della curva del Nero a seconda della carta

f

f

f

Originale Tac=278 Gcr_1 Tac=247 Gcr_2 Tac=206 Gcr_3 Tac=187

Compensazione

della tricromia

con il Nero

in un colore scuro.

Compensazione

della tricromia

con il Nero

in un colore

di mezzotono.

Page 36: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200834 italiagraFica

dossier repurposing

utilizzata, e una maggiore omogeneità dei neutri attraverso lo stampato. Avere retini puri signifi ca non incorrere nel problema tradizionale delle trasformazioni basate sui profi li Icc (quelle che fa Photoshop, per intenderci) dove un testo in 2 colori viene passato su 4 colori a seguito di una qualsiasi trasformazione.

Trasformazione dei coloriQuesto seconda categoria è quella che onora gli standard industriali stabiliti dalla norma Iso nella preparazione dei fi le in prestampa.Se si ricevono documenti Pdf/X1a o Pdf/X3, bisogna tenere conto degli «intenti» (profi li colore) con cui i documenti sono stati preparati e far sì che la stampa rappresenti al meglio quanto richiesto in termini di colore dal cliente. In questa parte entra in gioco un ulteriore aspetto di valutazione: la qualità della conversione colore, o, in altre parole, quanto lavora «bene» il motore colore.Oltre a questa situazione un buon motore colore può essere utilizzato per compensare il passaggio tra carte-inchiostri differenti all’interno della stessa azienda. Quest’ultimo è forse il motivo fondamentale per cui troviamo nei fl ussi di lavoro un motore di trasformazione colore, dedicato più alla trasformazione fi nale da macchina a macchina o per carte differenti, che all’ottimizzazione della separazione di cui abbiamo parlato.In defi nitiva cerchiamo di raggruppare le varie idee:

ottimizzazione: possibilità di modifi care la Tac fi nale, generazione del Nero, distinzione tra vettori e immagini, purezza dei colori puri primari e secondari, disponibilità di algoritmi per il miglioramento automatico delle immagini, gestione delle curve di dot gain (schiacciamento del punto), disponibilità di algoritmi dedicati al risparmio inchiostro;gestione colore: possibilità di utilizzare i vari tipi di rendering (percettivo, relativo, Bpc), utilizzo di altri tipi di conversione (Gma, Gamut mapping algorithm: negli ultimi anni molti sforzi si stanno facendo nella direzione di migliorare il trattamento dei colori fuori gamut in una conversione colore), riseparazione utilizzando il Nero di ingresso, di uscita, o il Gcr, possibilità di indicizzare i colori in ingresso, utilizzo di profi li Icc, di profi li proprietari, di DeviceLink Icc, gestione della conversione dei Pantoni.

Una metodologia di valutazioneSe ci poniamo l’obiettivo di valutare un sistema di repurposing dedicato, o interno al fl usso di lavoro, si può procedere nel modo seguente. Si realizza la griglia delle caratteristiche a cui il sistema deve rispondere. A ognuna di queste può essere attribuito un fattore di importanza o peso. La pesatura deve essere fatta sulle caratteristiche ritenute importanti e opzionali, adottando un approccio multilivello. Si valuta poi ogni caratteristica attraverso test al fi ne di fornire per ognuna una votazione da 0 a 3 (negativo,

f

f

insuffi cente, suffi cente, buono). In tal modo, per ognuno dei sistemi in esame, si è in grado di ottenere un valore che possiamo chiamare «fi gura di merito».

F = (V1*P1)+(V2*P2)+...(Vn*Pn)/3

Esempio di calcolo della fi gura di merito normalizzata a 1.

I numeri sono poi facilmente confrontabili e rappresentano la qualità del prodotto esaminato in funzione dell’importanza di ognuna delle caratteristiche.Qui si potrebbe aprire una lunga discussione sul fatto che il «peso» assegnato ai fattori di importanza è estremamente soggettivo. È così. Per esperienza mi sento di affermare che non esiste un prodotto migliore o peggiore, ma semplicemente un prodotto più o meno adeguato a risolvere delle problematiche specifi che. Per evitare il rischio di soggettività è importante allora creare un «team di valutazione» formato sia da esperti sia da utenti.Può capitare di dover risolvere problemi di stampabilità non banali come processi di stampa dove Tac di poco superiori a 100 danno problemi di pieghe e rottura carta in macchina. È chiaro che in una tale situazione il peso assegnato alla gestione della Tac è il primo parametro da considerare rispetto ad altre funzionalità. Sempre per argomentare la giusta soggettività nel dare una valutazione di un sistema software, metto in evidenza che l’utilizzo del Gcr in alcune situazioni, legate al tipo di inchiostro o al materiale su cui si stampa, può creare una certa «rugosità» o un eccessivo «ingrigimento» nel prodotto fi nale. In tal caso una regolazione fi ne del livello di Gcr della partenza e della fi ne del Nero risultano preferibili rispetto a pochi settaggi di regolazione. Come nel caso in cui si debba stampare con colori primari differenti o su spazi colore particolarmente ridotti, la qualità del motore di conversione è sicuramente un fattore a cui attribuire un peso signifi cativo.

Gcr, Ucr e risparmio inchiostroL’uso dei profi li Icc si sta continuamente espandendo nell’industria delle arti grafi che. Molti dei software sul mercato si appoggiano a questo tipo di tecnologia. La conversione da RGB a CMYK è, di solito, fatta tramite profi li che defi niscono il tipo di separazione: Ucr (Under color removal) o Gcr (Gray color replacement). Entrambi riducono o rimuovono la componente neutra fatta di tricromia (Ciano, Magenta e Giallo) con il Nero. La differenza sostanziale tra le due separazioni è legata alle aree in cui avviene la sostituzione del neutro con il Nero:Nel Ucr il Nero viene aumentato a discapito della tricromia nelle zone scure dell’immagine (ombre).Nel Gcr la riduzione dei colori a favore del Nero non è confi nata alla zone delle ombre e a quella neutra, ma interessa anche le zone colorate dell’immagine; riguarda quindi l’intera estensione tonale della stessa.L’esempio fa anche capire due dei benefi ci del repurposing:

Page 37: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 35italiagraFica

l’aumento del Nero e la conseguente riduzione della

tricromia riduce la copertura di inchiostro (Tac).

Questo è assolutamente desiderabile nella stampa,

per ridurre problemi di controstampa, di rottura

carta, di trapping, per aumentare la velocità di

asciugatura e quindi di confezionamento. Inoltre meno

coprenza signifi ca utilizzare meno inchiostro a parità

di risultato fi nale, con evidenti vantaggi economici

soprattutto in presenza di tirature signifi cative.

Altra considerazione che possiamo desumere è che il

risparmio di inchiostro è legato al colore dei pixel delle

immagini. In presenza di immagini scure il risparmio è

più signifi cativo, come si può desumere dalla maggiore

riduzione della Tac nel caso del colore più scuro dell’esempio.

Altro parametro utile per il risparmio dell’inchiostro è

il poter defi nire la tolleranza in termini di ∆E che la

trasformazione colore può utilizzare come target.

Con un ∆E di 3 e con generazioni del Nero molto spinte,

in pagine particolarmente scure si possono raggiungere

risparmi tra il 30 e il 40% della quantità di inchiostro.

Gcr e stabilitàCome noto, la norma Iso per la stampa industriale

12647, prevede delle tolleranze in termini di ∆E tra i

fogli all’interno della stessa tiratura. In altri termini dà

delle indicazioni sulla stabilità del processo di stampa.

Il quesito che ci poniamo è se il Gcr, grazie all’utilizzo del

Nero, aiuti a raggiungere più facilmente questo parametro.

Dal punto di vista generale è facile affermare che

con meno colore sul foglio (meno CMY a favore di

un’aumento del K) si è meno soggetti a variazioni

di uno dei primari con cui si stampa.

Ma vediamo come riprodurre questa problematica per

dimostrare quanto anche intuitivamente si può capire.

Prendiamo la TC 3.5, una test chart utilizzata

per fare i profi li CMYK, in Profi leMaker.

Si tratta di una tabella di colori studiata per ottenere il

gamut di una periferica. Applichiamo una compensazione

molto robusta della tricromia con il Nero. Simuliamo per

entrambe le chart una variazione in tiratura con Photoshop

aumentando di 5 punti la curva del magenta sul mezzotono.

Andiamo a misurare i ∆E delle due test chart

rispetto all’originale. L’esempio dovrebbe essere esteso,

ma i risultati portano tutti alla medesima conclusione:

aumentando la parte neutra (Nero), rispetto a quella colorata la

ripercussione di variazioni in macchina durante la tiratura, o le

differenze tra macchine da stampa differenti, risultano inferiori.

Stampare con più Nero è un buon sistema per

aumentare la stabilità e garantire risultati omogenei.

Visto dal lato di chi stampa, le separazioni colore con più Nero

rendono i documenti più facili da stampare (riduzione dei tempi

di avviamento e meno problemi di variazioni sulla plancia).

Quest’aspetto deve essere preso in considerazione

in termini di benefi cio anche in presenza di tirature

standard (quelle per esempio da macchina piana).

La riduzione dei tempi di avviamento grazie alla

maggior stampabilità, e l’omogeneità delle pagine

sullo stesso foglio macchina e tra foglio e foglio

è di sicuro un benefi cio, economico e qualitativo,

paragonabile al risparmio di inchiostro. g

Ripercussione di una variazione del Magenta applicata a un’immagine.

La stessa variazione viene applicata all’originale su cui è stato aumentato

il canale del Nero. I risultati in termini di pixel sono riferiti sempre

all’immagine originale. (54% dei pixel con ∆E rispetto all’originale

inferiore a 4, contro l’88% nell’immagine a cui è stato aumentato il Nero).

Immagine originale.

Originale + Gcr.

Lastra del Nero originale.

Lastra del Nero Gcr.

Modifi ca in Photoshop

del Magenta.

Analisi dei ∆E.

Page 38: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200836 italiagraFica

dossier repurposing

I tre monocromi di stampa

(CMK)+ la sovrapposizione

per Alwan (sopra) e gli

stessi monocromi (CMK)

+ la sovrapposizione per il fi le

originale del cliente (sotto).

In basso, il fi le

stampato fi nale con

pre-eleborazione Alwan.

DUE ESEMPI AZIENDALI DI SUCCESSO

la prova «su strada»

Il software dell’azienda francese permette di convertire i fi le, tramite la tecnologia Device Link, dal profi lo rotoffset a quello in rotocalco in maniera diretta evitando tutti i problemi di gestione del Nero.

di Ester Crisanti^

il fl usso produttivo

grafi co ha vissuto negli

ultimi anni una vera

rivoluzione tecnologica

e metodologica. Nuovi

strumenti hardware e software

hanno reso il processo

più veloce mentre è ormai

consueta la netta distinzione

tra chi ha la responsabilità

della fase di prestampa e

chi ha quella della stampa.

Già da tempo gli operatori si

sono attrezzati per trattare fi le

provenienti da ogni parte del

mondo, le cui caratteristiche

tecniche spesso non sono

note fi no al loro ricevimento.

Tuttavia l’impiego di software

in grado di investigare e

intercettare errori e potenziali

problemi legati ai fi le in arrivo

si è rivelato ineffi cace in

presenza di situazioni legate

alla gestione del colore. Tra le

problematiche più frequenti

Page 39: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 37italiagraFica

Il Calendario Pirelli 1964-2007

è stato stampato in offset con

una tiratura molto alta.

coinvolti due reparti sempre

appartenenti alla Mondadori

Printing ma basati su due

tecnologie di stampa differenti.

«Già da qualche tempo

eravamo a conoscenza

dell’esistenza di software

per il repurposing ma non

avevamo ancora avviato

alcuna sperimentazione»,

precisa Brunelli. «Poi, un

anno fa, la necessità di

cambiare all’ultimo minuto

la tecnologia di stampa di

un lavoro già programmato,

ha portato alla decisione

di adottare il programma

CMYK Optimizer Publish di

Alwan [www.alwancolor.com].

Un cliente aveva fornito un

fi le Pdf con caratteristiche

adatte per la stampa in

rotoffset. Come spesso

succede, all’ultimo momento

è stato deciso di spostare la

stampa alla rotocalco. Visti

i tempi produttivi stretti e i

costi derivanti dal rifacimento

dei fi le digitali, si è deciso di

intervenire direttamente sui

fi le con Alwan che, tramite

la tecnologia Device Link, ci

ha consentito di convertire il

fi le dal profi lo per la rotoffset

a quello per la rotocalco in

maniera diretta ed evitando

così tutti i problemi di

gestione del Nero».

Probabilmente il sistema

utilizzato dalla Mondadori

(che, sottolineamo, permette

di risolvere casi d’emergenza)

è tra i migliori. Consigliamo

di provare un software in

produzione con un test di

macchina su un caso concreto:

in questo modo è facile

apprezzare i risultati positivi,

verifi cabili immediatamente.

Spesso i programmi che

intervengono sui fi le digitali

forniti dai clienti sono guardati

con sospetto soprattutto da

chi opera in sala stampa e si

trova a dover combattere tra

copiatura della prova colore,

gestione dell’inchiostrazione

e qualità. La stampa di un

caso concreto e i benefi ci che

ne derivano sono in grado di

convincere anche i più scettici.

Dopo la prima prova

Mondadori Printing ha

impiegato nuovamente il

programma in occasione

della stampa del Calendario

Pirelli 1964-2007, di 639

pagine, stampato in offset

con una tiratura molto alta.

Il volume raccoglie tutti

i calendari pubblicati

annualmente dall’azienda

milanese e contiene immagini

a colori e in bianco e nero.

Poiché era stata richiesta

una stampa di qualità, i fi le

digitali erano accompagnati

da alcune prove colore

realizzate utilizzando come

profi lo di destinazione

quello della Mondadori.

Data l’importanza del lavoro

e la qualità delle immagini,

Brunelli e il responsabile della

stampa decisero di eseguire

un test di stampa preventivo

con alcune delle pagine più

signifi cative del volume.

«La stampa di fogli in cui

sono presenti immagini

a colori e bianco e nero,

quelle che riguardano la

conservazione della purezza

del canale del Nero quando

si esegue una conversione

colorimetrica in cui sono

coinvolti due profi li Icc.

Recentemente alcune software

house hanno messo a punto

alcuni sistemi denominati

«software per il repurposing»,

che basandosi sulla tecnologia

dei profi li Device Link sono

in grado di risolvere questo

tipo di problemi intervenendo

sugli impianti digitali

appena prima della fase

di creazione della lastra.

L’introduzione di questi

software ha suscitato nel

settore molto clamore, ma

la conoscenza che se ne ha

è ancora piuttosto scarsa.

Per aiutare il pubblico degli

addetti ai lavori a comprendere

meglio il loro funzionamento

abbiamo intervistato coloro

che hanno scelto di adottare

questi nuovi software al fi ne

di illustrare le motivazioni che

hanno portato alla scelta e i

vantaggi che ne sono derivati.

L’esperienza MondadoriPer la nostra «case history»

abbiamo voluto cominciare da

Mondadori Printing

[www.mondadoriprinting.com]

e abbiamo incontrato Sergio

Brunelli, responsabile del

Prepress e Controllo Qualità

Offset, che è direttamente

coinvolto nella decisione

di introdurre i prodotti

Alwan in azienda.

Mondadori Printing è una

delle più importanti aziende

grafi che in Europa, con

quattro siti produttivi presenti

nel Nord Italia; offre servizi di

stampa non solo all’omonima

casa editrice ma, soprattutto,

a una clientela italiana ed

estera. Con un fatturato di

450 milioni di euro e oltre

1.500 persone impiegate,

l’azienda è in grado di

stampare in offset, rotoffset,

rotocalco e fl essografi a.

«La divisione offset tratta

centinaia di migliaia di pagine

l’anno, pagine che riceve

da ogni parte del mondo

essenzialmente in formato

Pdf», spiega Brunelli. «Il nostro

parco macchine comprende

70×100, (90×130cm) e

120x160; come fl usso di

lavoro utilizziamo Prinergy

con due Ctp Vlf, come prova

colore abbiamo il sistema

Gmg con Epson 7600 e 7800.

Per i nostri impianti abbiamo

creato profi li che siamo soliti

fornire ai clienti più attenti alle

questioni inerenti la qualità».

La produzione del reparto

offset spazia dai libri alle

copertine di cataloghi e di

riviste prodotti in rotocalco o

rotoffset. Mentre i fi le dei libri

sono trattati completamente

dal reparto offset, le copertine

sono parte di un processo

più complesso che vede

Sergio Brunelli, responsabile del Prepress e Controllo Qualità Offset di Mondadori Printing.

Page 40: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200838 italiagraFica

dossier repurposing

anch’esse realizzate in quadricromia, presenta diverse problematiche», spiegano in Mondadori Printing, «per cui dopo un’analisi del lavoro abbiamo deciso di procedere con il test, e subito ci siamo resi conto che la struttura delle immagini, cioè la differenza nelle percentuali colore nelle varie separazioni, rendeva impossibile la copiatura delle prove colore in macchina. In alcune immagini lavorava molto il canale del Nero mentre in altre la tricromia risultava carica mentre il Nero era poco presente. Impossibile riprodurre con qualità immagini così diverse tra loro, impossibile risolvere i problemi di inchiostrazione; era necessario allora intervenire sulle separazioni oppure accettare qualche compromesso sulla qualità.In base alle nostre conoscenze e alla precedente esperienza decidemmo di processare il fi le del test con la tecnologia Alwan e di confrontare i risultati ottenuti dalla stampa con e senza intervento».

Per rielaborare i fi le del libro Pirelli è stato utilizzato CMYK Optimizer Ink Saver, programma che, in base alle impostazioni adottate, è intervenuto sulle separazioni con il metodo Gcr riducendo la Tac senza fare alcun intervento colorimetrico; in pratica il fi le è stato ottimizzato per rendere possibile una stampa di qualità. A detta dei responsabili della Mondadori Printing, con i nuovi fi le del test le condizioni ottimali di stampa sono state raggiunte in breve tempo e la prova colore è stata copiata in modo accettabile. Ci sono state mostrate le stampe dei monocromi del test con e senza intervento del software, e il confronto evidenzia immediatamente come questo lavori: le separazioni non trattate con Alwan mostrano una disomogeneità nell’inchiostrazione dei vari soggetti, mentre le altre riportano un’inchiostrazione uniforme. Il software è quindi intervenuto nelle separazioni togliendo o aggiungendo colore ove necessario, rispettando i vincoli posti (Tac e Gcr).Il fi le ottenuto risulta essere più facilmente e velocemente stampabile, diminuiscono i problemi di controstampa e, in presenza di tirature elevate, il risparmio di inchiostro diventa signifi cativo. Il Nero lavora su tutti i soggetti e la riduzione di masse eccessive di CMY diminuisce la variabilità di stampa.I tecnici di Mondadori Printing, pur evidenziando la semplicità del software, hanno sottolineato che per un

corretto utilizzo sono richieste approfondite conoscenze sulla materia colore e stampa. La confi gurazione presente in reparto si base suglihot folder. In questo modo, per ogni esigenza elaborativa (conversione da profi lo a profi lo via device-link, riduzione Tac, Gcr) esiste una coda di lavorazione specifi ca. Secondo Sergio Brunelli entro breve l’impiego del software diventerà diffuso e la decisione di adottarlo sarà presa congiuntamente con il responsabile della stampa. «Io considero la soluzione Alwan “un’arma in più” per lavorare con certezza e qualità», conclude Brunelli, «Certo, va usata con attenzione, poiché non sempre può dare risultati aspettati, in quanto i fi le che riceviamo non sono sempre profi lati in maniera corretta».

L’esperienza di ArticolorContrariamente a quanto pensano in molti, il repurposing non è una parola che appartiene al solo mondo dello stampatore, esistono situazioni in cui la soluzione ben si adatta anche ad altri ambienti.È il caso di Articolor [www.articolor.it], nota fotolito di Verona in grado di fornire fi le pronti per la stampa oppure, se richiesto, le lastre. L’azienda, da un anno circa, ha inserito al proprio interno il programma Alwan CMYK

Optimizer Ink Saver. «Per noi è prassi consolidata che ogni fi le, prima di essere mandato in lastra oppure inviato allo stampatore», dice il titolare Renzo Mischiatti,«venga elaborato da Alwan in base a parametri che intervengono

sulla Tac. I vantaggi che ne derivano sono stati subito apprezzati da tutti gli stampatori che ora riescono a stampare meglio, riducendo i tempi di avviamento e, con tirature signifi cative, il consumo di inchiostro».L’elaborazione dei fi le, prima del loro rilascio, con il software di repurposing va quindi vista come una fase di normalizzazione del fi le, di ottimizzazione in relazione alla combinazione carta-macchina da stampa. Il software ha trovato impiego anche in Vipack [www.vipack.it], un’azienda del gruppo Articolor in grado di offrire un servizio per la stampa del packaging in digitale rivolto principalmente alle agenzie e agli stampatori che necessitano di progettare e realizzare espositori, display Pop e Pos, totem, cartelli vetrina e da banco, scatole e cartelli.Anche nel settore della stampa digitale le tecniche di trattamento delle separazione all’interno dei fi le permettono di adeguare i lavori grafi ci alle caratteristiche del processo di stampa mantenendo la colorimetria inalterata. Oltre a questo gli strumenti di Alwan consentono di risparmiare sul consumo di inchiostro, cosa che su macchine digitali come la Hp Scitex FB6700 è particolarmente signifi cativo.«I fi le trattati con il software li stampiamo con più facilità e sono più rapidi nell’asciugatura», sottolinea Mischiatti. «Inoltre controlliamo meglio la stampa delle aree scure nelle immagini poiché applichiamo il Gcr». g

Schermata di Alwan che evidenzia

le operazioni di separazione.

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febbraio 2008 39italiagraFica

dossier repurposing

è uno dei primi prodotti

di repurposing e

risparmio inchiostro

apparsi sul mercato

che utilizzano

appieno la tecnologia dei

DeviceLink Icc. Nato da

una commessa di un grosso

editore inglese per rendere

omogenei i risultati dei diversi

impianti stampa di cui si

serviva, è poi diventato un

prodotto commerciale molto

sofi sticato. I suoi ideatori

Luc Regnault ed Elie Khoury,

da quasi 10 anni condividono

la loro esperienza alla Alwan

Software [www.alwancolor.com],

anche se quest’ultima

attività non è la prima che

li vede impegnati assieme

nel mondo dei programmi

legati alla stampa.

La visione di Elie Khoury è di

adesione e implementazione

degli standard, oggi

fi nalmente defi niti in maniera

precisa, in una delle industrie

meno standardizzate,

quella della stampa e della

prestampa. L’ultima versione

del suo software, la 3, usa

per il trattamento dei Pdf

le librerie Adobe Pdf v8.0,

supporta gli Icc v4 e gli

standard del gruppo Ghent

per il color management

dei fi le Pdf. Inoltre può

integrarsi a prodotti per la

linearizzazione delle curve

di stampa per raggiungere

gli standard Gracol per gli

Stati Uniti e Iso per l’Europa

sulla macchina da stampa.

Per chi si occupa del settore è

noto che gli standard europei

in questo momento sono

differenti da quelli americani.

La creazione dei DeviceLink

avviene «al volo» utilizzando

come CMYK d’ingresso

uno tra i seguenti: lo spazio

colore di default, il profi lo

incorporato nell’oggetto del

Pdf/X-3 o l’output intent

nel caso di un Pdf/X-1a.

Il DeviceLink inoltre viene

affi nato «dinamicamente»

in funzione dei colori

nell’oggetto da trattare.

In altre parole in una

conversione da IsoCoated

(profi lo per l’offset) a

IsoNewspaper26V4 (profi lo

per quotidiani), a seconda

delle peculiarità della

immagine da trattare, verranno

creati dinamicamente più

profi li di conversione.

Ma vediamo con un

po’ d’ordine gli aspetti

salienti del prodotto.

L’architettura softwareIl software gira in ambiente

Mac OS X e opera tramite

hot folder. I settaggi di ogni

coda possono essere salvati

in un unico fi le di preferenze

(come le JobOption di

Acrobat Distiller).

L’ottimizzazione dei fi le Parlando di repurposing,

abbiamo visto che quasi

sempre chi stampa non

riceve dei Pdf con all’interno

le informazioni colore che

sono state utilizzate in fase di

costruzione del documento. A

mio avviso un buon prodotto

deve poter rispondere a questa

situazione senza attuare

trasformazioni colorimetriche

casuali. Il software CMYK

Optimizer risolve questa

problematica creando un

DeviceLink in cui lo spazio

colore di ingresso può essere

uguale a quello di uscita,

permettendo comunque la

gestione della lastra del nero,

della Tac, della purezza dei

colori primari e secondari.

Lo spazio colore che dovrà

essere utilizzato sia in ingresso

che in uscita è quello della

macchina da stampa a cui

è destinato il lavoro.

Questo corrisponde

esattamente al modo in cui

fi no a oggi si è operato.

Si prendono i lavori che

arrivano e si mandano in

stampa. Certo che poterli

ottimizzare senza fare le

colorimetrie è un gran

vantaggio. Chi prepara i

documenti spesso non sa

nulla di stampa, e poter

IL SOFTWARE PER OTTIMIZZARE LO SPAZIO COLORE

Alwan CMYK Optimizer■

Quasi sempre lo stampatore non riceve i Pdf con le informazioni colore utilizzate all’origine del documento. Per non fare trasformazioni colorimetriche casuali, il software Alwan crea un DeviceLink in cui lo spazio colore d’ingresso è uguale a quello di uscita, permettendo la gestione della lastra del Nero, della Tac, oltre a garantire la purezza dei colori primari e secondari.

di Fabio Santoro^

Caratteristiche di immagine diverse danno

origine a DeviceLink differenti.

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dossier repurposing

adattare il fi le del cliente al processo di stampa utilizzato è un’operazione di indubbio aiuto. Dopo l’elaborazione tutte le pagine usciranno con la stessa quantità massima di inchiostro, con la stessa curva del Nero, riducendo i tempi di avviamento in stampa, ma ottenendo un migliore aspetto visivo fi nale. Senza un sistema di repurposing l’unico sistema di «adattamento» consentito agli stampatori fi no a oggi, è rappresentato dalle curve di compensazione del Ctp anche se queste non sono in grado di ridurre la somma degli inchiostri (apertura delle ombre nelle zone scure). L’altra strada è quella di abbassare le densità massime in macchina con il risultato di ridurre lo spazio colore, e quindi le saturazioni. Inoltre pasticciando con le curve di lastra o con i calamai in fase di stampa non è possibile rendere omogeneo tra le varie immagini e le varie pagine di una plancia il canale del Nero (migliore neutralità complessiva).Non tutti i software di repurposing oggi presenti

nel mercato sono in grado di «costruire» un DeviceLink con queste caratteristiche (spazio colore di ingresso = spazio colore di uscita con vincolo sulla Tac, tenendo separata la generazione del canale del Nero a totale discrezione dell’utente).Una chicca dal punto di vista tecnico è la gestione della massima Tac legata alla superfi cie delle aree sovrainchiostrate. Questa opzione la troviamo nella sezione DTAC (Dynamic Tac di Alwan).L’esempio dell’immagine in alto dà evidenza del perché di tale scelta tecnica, ricordando che i problemi di controstampa o rottura carta sono legati non tanto al massimo inchiostro, ma alla dimensione della superfi cie sovrainchiostrata. Gli algoritmi per la riduzione dinamica della Tac in funzione della area inchiostrata, con la versione 3 del software, sono diventati due. Il secondo risolve il caso di aree sovrainchiostrate piccole, ma contigue, che complessivamente possono portare a problemi di stampabilità.

Color managementNel caso in cui i lavori arrivino allo stampatore in formati standard (ricordo che la norma Iso 12647 prevede quali debbano essere gli standard per la fornitura dei documenti digitali), nel

programma può essere creata una coda di color management in cui verranno presi in considerazione gli Output Intent dei fi le Pdf/X-1a o i profi li incorporati nei Pdf/X-3. Anche in questo caso, oltre alla trasformazione colorimetrica con la conseguente scelta degli algoritmi di rendering da utilizzare, è sempre possibile applicare tutto quanto illustrato nella parte inerente all’ottimizzazione; cioè la gestione della Tac e la riscrittura del canale del Nero.Altra peculiarità del programma è la disponibilità di una trasformazione colore che non utilizza solo gli algoritmi di rendering tradizionali quali il percettivo e il relativo, ma è basata sulla minimizzazione del ∆E tra colore in ingresso e colore d’uscita (opzione che fornisce ottimi risultati nel passaggio da spazi colori grandi a piccoli). In questa parte ricordo che la tecnologia dei profi li DeviceLink Icc permette di mantenere puri i colori primari e secondari, di mantenere inalterati i colori pieni e di mantenere puri anche gli acromatici (i 100% e i 200% fatti di colori primari sono di solito vittime della colorimetria che riduce questi valori a seconda della trasformazione colore). È ovvio che per onorare la colorimetria, rendere un testo di un colore primario o secondario di 4 colori è più

un effetto indesiderato che un vantaggio per chi stampa. Attivare queste opzioni per una migliore stampabilità implica comunque porre dei vincoli alla trasformazione colorimetrica pura. CMYK Optimizer è in grado di distinguere all’interno del Pdf tra gli oggetti bitmap e i vettori consentendo, per esempio, di mantenere quest’ultimi inalterati anche a seguito della conversione.

Risparmio di inchiostroTra le opzioni della separazione in uscita vi è la possibilità di attivare gli algoritmi di risparmio inchiostro con 10 livelli di scelta. Infl uisce sul risparmio di inchiostro anche la possibilità di aumentare il ∆E (la distanza) tra colore in ingresso e colore in uscita. In tal caso l’imprecisione andrà tutta a vantaggio dell’aumento del canale del Nero. I risparmi che si ottengono in casi di pagine ricche di colori scuri superano il 30%. A tal scopo nel programma esiste un gestore delle statistiche di risparmio inchiostro che permette di calcolare con ottima precisione quali sono i risparmi in tiratura che si possono avere una volta processato il documento. Per i più smaliziati ecco il principio su cui si basa l’opzione «maximum black» cioè il risparmio inchiostro. Per ogni colore del profi lo di destinazione (cioè per ogni combinazione Lab) vengono

Settaggio tipico per l’ottimizzazione.

Il Dynamic Tac (DTAC)

di Alwan.

Le opzioni

per la purezza dei canali.

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cercati i valori C-M-Y-K che hanno la migliore combinazione di massimo Nero «max (K)», minimo valore di tricromia «min (CMY)» e minimo errore «min (∆E)». Questo tipo di algoritmo è molto più effi cace del GCR tradizionale, ma richiede, per non trovarsi con risultati troppo «ruvidi», di lavorare sul corretto profi lo del processo di stampa, e la qualità e la metrica del profi lo devono essere di ottimo livello.

Gestione digitale degli schiacciamenti (dot gain)Presente fi n dalle prime versioni, la possibilità di modifi care le curve di stampa è ora diventata all’interno del programma una gestione completa della compensazione degli schiacciamenti secondo lo standard Europeo (Iso) o quello americano (Npdc). Vengono offerti differenti possibilità di ammorbidimento (smoothing fi no alla polinomiale di grado 5 delle letture strumentali). Per interfacciarsi agli strumenti bisogna, in questa versione, appoggiarsi a software esterni di linearizzazione. È un’opzione molto comoda che permette assieme alla gestione della Tac di ridurre notevolmente il processo di profi lazione per ogni tipo di combinazione

carta-inchiostro richiesto nella implementazione degli Icc. Molto spesso la compensazione digitale degli schiacciamenti e la corretta inchiostratura permettono di ottenere ottimi risultati senza ricorrere alla profi lazione del materiale. Per importare le corrette compensazioni è possibile creare una coda di «press calibration» che agisce sulla compensazione dei dot gain (schiacciamenti) come ultima elaborazione dopo il repurposing (analogo all’intervento delle curve di lastra applicate di solito alla fi ne del processo). La fl essibilità del FileManager del software Alwan fa sì che una cartella di uscita di un task venga presa come ingresso di un eventuale secondo task, permettendo così di mettere in cascata le diverse elaborazioni necessarie al trattamento dei documenti.

Altre caratteristichePer completezza riporto anche alcune altre caratteristiche del prodotto in esame che ne arricchiscono la fl essibilità. È possibile creare tabelle di trasformazione per colori speciali, e per la gestione dei colori Pantone. Alla fi ne delle elaborazioni è possibile applicare una maschera di contrasto ai fi le Pdf migliorando per alcuni materiali il dettaglio. La maschera di contrasto

è basata sui pixel e non sul raggio, gestendo così la problematica delle differenti risoluzioni e compressioni che si trovano nelle immagini dei Pdf.Il software fornisce un dettagliato report in formato testuale o Pdf con tutte le informazioni di elaborazione e la corrispondenza o meno di un documento alle specifi che di analisi.Le code di stampa possono essere gestite tramite interfaccia web, vista la disponibilità all’interno di Mac Os X di un server Apache con il programma si interfaccia.

Considerazioni conclusiveÈ diffi cile descrivere le caratteristiche di un software come CMYK Optimizer. Di sicuro il repurposing è un argomento nuovo e complesso che implica l’adattare un documento digitale alle specifi che richieste da una particolare lavorazione (fl exo, rotooffset, offset, stampa su supporti plastici, stampa digitale ecc.) in tal senso il software di repurposing deve fornire all’utente il maggior numero di chiavi di intervento possibili.L’espressione «riscrittura della separazione» deve essere intesa nella sua accezione più ampia. L’aumento del Gcr o il risparmio di inchiostro sono casi particolari di

questa accezione. In Alwan CMYK Optimizer il Nero può essere aumentato come diminuito, lasciando all’utente l’individuazione del giusto equilibrio tra i vari parametri (bilancia Nero-tricromia, e lunghezza del Nero).Le curve di compensazione dei dot gain sono un altro strumento di grande fl essibilità, visto che queste compensazioni vengono applicate ai documenti digitali senza nulla modifi care nei Rip di processo o nelle curve di compensazione lastra del Ctp.Avere un prodotto di questo genere equivale alla possibilità di generare centinaia di profi li diversi in termini di struttura, ma di uguale gamut, e di poterli realizzare «al volo», senza l’ausilio di programmi esterni di profi lazione le cui opzioni sono, a oggi, sempre inferiori rispetto a quelle contenute in CMYK Optimizer.La scelta di utilizzare un linguaggio comune con il mondo della prestampa, tramite l’uso dei profi li Icc è una scelta di adesione agli standard aperti, senza obbligare l’utente a restare nel mondo chiuso e costoso delle tecnologie proprietarie di gestione colore. Ricordo che nei fl ussi di lavoro sono veramente ridotte al minimo le possibilità di intervento, soprattutto in relazione al fatto che il DeviceLink non è costruito dinamicamente all’interno dello spesso prodotto che realizza l’elaborazione dei documenti. Onorare, quindi, le specifi che per l’elaborazione dei Pdf/X-1a o Pdf/X-3 diventa un’operazione di complessità impraticabile. g

La ricca scelta di opzioni

per la curva del Nero

della separazione fi nale.

L’editor per le curve di compensazione di stampa.

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uno dei più signifi cativi e rilevanti interventi di modifi ca al D.

Lgs. 626/94, contenuto nella L. 123/07, è quello attuato sulla disciplina del lavoro in appalto e subappalto: anzi è probabilmente l’ambito in cui sono state introdotte le modifi che più numerose e signifi cative. È evidente l’intenzione del legislatore, già anticipata dagli interventi effettuati in occasione della L. 4 agosto 2006 n. 248 (Legge « Bersani») e della L. 27 dicembre 2006 n. 296 (Legge «Finanziaria» ), di ridefi nire complessivamente, per tutti i lavori svolti in regime di appalto o subappalto, i profi li di responsabilità di committente, appaltatore e subappaltatore, ampliando gli

obblighi e le responsabilità del committente. Per comprendere appieno la portata delle norme in tema di sicurezza del lavoro in appalto e apprezzare la rilevanza, che esse hanno per le imprese industriali e commerciali di tutti i settori merceologici, si deve innanzitutto individuare il campo di applicazione dell’art. 7, così come è defi nito dall’attuale primo comma, modifi cato dalla L. 27/12/06 nº 296.La disciplina dell’art. 7 trova infatti applicazione in tutti i

casi in cui sia affi dato da un datore di lavoro «all’interno della propria azienda o di una singola unità produttiva della stessa, nonché nell’ambito dell’intero ciclo produttivo dell’azienda medesima» un qualsiasi «lavoro» a imprese appaltatrici o lavoratori autonomi. I lavori possono quindi riguardare qualsiasi attività umana economicamente rilevante e consistere sia nella progettazione ed esecuzione di opere materiali di rilevante complessità, sia nella prestazione di servizi del tutto immateriali, come servizi di consulenza.Rientra, ovviamente, nel campo di applicazione dell’art. 7 anche tutta quella serie di attività e servizi che sempre più frequentemente le aziende industriali,

anche del settore grafi co e cartotecnico, affi dano a imprese terze, quali, a titolo d’esempio, i servizi di logistica e movimentazione merci del magazzino, i servizi di pulizia di uffi ci e stabilimenti, i servizi di ristorazione collettiva, le attività di manutenzione degli impianti tecnologici degli edifi ci, le attività di assistenza e manutenzione sugli impianti produttivi ecc.Rilevato, quindi, come il tema della sicurezza dei lavori in appalto sia di estrema attualità per le aziende anche nel settore delle arti grafi che, si deve osservare come, tra le linee ispiratrici dell’intervento attuato dal legislatore, con le misure di immediata applicazione introdotte dalla L. 123/07, oltre a una marcata accentuazione del complessivo apparato sanzionatorio, vi sia indubbiamente la volontà di perseguire; f un’azione di contrasto

verso la «esternalizzazione cosiddetta facile o selvaggia», mirando sia a rendere più competitiva e conveniente la «reinternalizzazione» di

L’AFFIDAMENTO DEI LAVORI IN APPALTO

aumentano gli obblighi e le responsabilità per chi appalta

Le norme di immediata applicazione introdotte dalla legge 123/2007 sulla sicurezza sul lavoro coinvolgono in prima persona la fi gura del datore di lavoro committente che avrà l’obbligo di far munire il personale di tesserino di riconoscimento e indicare i costi per la sicurezza del lavoro in appalto.

di Fulvio Moizo^

Fulvio Moizo

Avvocato in Milano da oltre vent’anni, è socio fondatore dello Studio legale Moizo – Salerno, impegnato nell’assistenza a imprese industriali e commerciali operanti, tra gli altri, nei settori dell’informatica, della grafi ca e dei servizi di gestione integrata di immobili. Iscritto all’Agi, Associazione Giuslavoristi Italiani, è docente in materia di Responsabilità civile dell’imprenditore e di Sicurezza del lavoro nei corsi organizzati da Assolombarda e Assoservizi, nonché da altri istituti di formazione e associazioni imprenditoriali, e collabora con Assografi ci, di cui è consulente legale. [email protected]

legale

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legale

servizi e attività prima

trasferiti all’esterno

dell’azienda, sia a

indirizzare i committenti,

comunque, decisi a

esternalizzare, a scegliere

come propri appaltatori

solo imprese serie,

qualifi cate e che possano

fornire ampie garanzie

dell’adempimento ai

propri obblighi;

una cosiddetta

«cantierizzazione» della

gestione della sicurezza dei

lavori affi dati in appalto,

ovverosia la proposizione,

per tutti i settori produttivi,

di un modello normativo e

organizzativo della sicurezza

del lavoro, analogo a quello

adottato per i cantieri ove

si svolgono attività edili

o di genio civile edili.

Data la rilevanza economica e

sociale del lavoro in appalto,

si renderanno necessari in

futuro approfondimenti e

chiarimenti sia da parte delle

autorità pubbliche di governo

e vigilanza, sia da parte della

magistratura, penale e del

lavoro, per individuare un

percorso applicativo della

nuova disciplina che sia

condiviso, univoco e coerente

con le altre disposizioni

normative in materia di

lavoro e di sicurezza.

Per ora, quindi, ci si deve

limitare a un’elencazione

«critica» delle misure di

immediata applicazione

riguardanti il lavoro in appalto

previste dalla legge.

Ampliamento di responsabilità del datore di lavoro committenteL’intervento più incisivo è stato

effettuato, e non avrebbe

potuto essere diversamente,

f

sull’art. 7 D. Lgs. 626/94,

che è la norma fondamentale

e generale che disciplina,

nel nostro ordinamento, la

pianifi cazione e gestione della

sicurezza dei lavori affi dati

in appalto o con contratto di

opera all’interno della azienda,

di una sua unità produttiva

o del suo ciclo produttivo.

Il comma 3 di tale

norma è stato sostituito

dal seguente: «Il datore

di lavoro committente

promuove la cooperazione

e il coordinamento di cui

al comma 2, elaborando

un unico documento di

valutazione dei rischi che

indichi le misure adottate

per eliminare le interferenze.

Tale documento è allegato

al contratto di appalto o

d’opera. Le disposizioni del

presente comma non si

applicano ai rischi specifi ci

propri dell’attività delle

imprese appaltatrici o dei

singoli lavoratori autonomi».

Già con la L. 296/2006, il

legislatore era intervenuto

per modifi care il primo

comma dell’art. 7, inserendovi

l’espressione: «nonché

nell’ambito dell’intero ciclo

produttivo dell’azienda

medesima» e aggiungendo un

comma 3- bis del seguente

tenore: «L’imprenditore

committente risponde in

solido con l’appaltatore,

nonché con ciascuno

degli eventuali ulteriori

subappaltatori, per tutti i

danni per i quali il lavoratore

dipendente dall’appaltatore

o dal subappaltatore, non

risulti indennizzato a opera

dell’Istituto nazionale per

l’assicurazione contro gli

infortuni sul lavoro».

Dalla complessiva

riformulazione dell’art. 7,

si può quindi rilevare:a un ampliamento del campo

di applicazione dell’art. 7

per eliminare ogni eventuale

possibile equivoco riguardo

l’applicazione degli obblighi

previsti dal medesimo art. 7

a tutti i lavori, comunque,

attinenti al ciclo produttivo

aziendale del datore

di lavoro committente,

anche se svolti all’esterno

dell’azienda o delle sue

unità produttive, optando

defi nitivamente per

l’interpretazione funzionale

e non topografi ca della

nozione di azienda e di

ciclo produttivo della

stessa (per esempio,

rientrerebbero pienamente

nel campo di applicazione

della norma, i lavori

riguardanti installazione,

posa o manutenzione di

impianti e/o di reti, ubicate

su territorio, e destinate

alla distribuzione di acqua,

energia elettrica, gas,

telecomunicazioni ecc). b il sorgere di una

responsabilità solidale

dell’imprenditore

committente nei confronti

dell’appaltatore e anche

del subappaltatore, per

il risarcimento dei danni

derivanti da infortuni o

malattie professionali,

danni subiti dai lavoratori

dipendenti dell’appaltatore

o del subappaltatore e non

indennizzati dall’Inail;c il rafforzamento dell’obbligo,

nei confronti del datore

di lavoro appaltante, di

promuovere la cooperazione

e il coordinamento tra

tutti i datori di lavoro

coinvolti nell’esecuzione dei

lavori affi dati in appalto,

predeterminando in maniera

obbligatoria e vincolata la

modalità di adempimento

a tale obbligo, attraverso

l’elaborazione, da parte

del datore di lavoro

committente, di un unico

documento di valutazione

dei rischi, che indichi

le misure adottate per

eliminare le interferenze e

realizzare effettivamente

la cooperazione e il

coordinamento imposti

dalla norma.

Per quanto riguarda la

responsabilità solidale

indicata al punto b), è

interessante rilevare come,

leggendola unitariamente

alla responsabilità solidale

del committente, prevista

dall’art. 29 D. Lgs. 276/03,

per i trattamenti retributivi,

i contributi previdenziali

e le ritenute fi scali dovuti

dall’appaltatore e/o dal

subappaltatore per i lavoratori

impiegati nella esecuzione

dei lavori appaltati, si possa

ormai ritenere che il datore di

lavoro committente sia avviato

a ricoprire una «posizione

di garanzia sostanziale», sul

piano civilistico, del puntuale

e regolare adempimento,

da parte dell’appaltatore

e subappaltatore, degli

obblighi di natura retributiva,

contributiva e risarcitoria

derivanti dalle attività

lavorative svolte per la

esecuzione dei lavori

appaltati dal committente.

L’assunzione di tale posizione

impone al committente, nel

proprio interesse, di esercitare

un’azione di verifi ca, rigorosa

e costante, sia della idoneità

della impresa appaltatrice,

nella fase precontrattuale

di selezione e scelta della

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stessa, sia di controllo, in fase contrattuale, del puntuale adempimento, da parte dell’appaltatore (e dei subappaltori) dei loro obblighi retributivi, contributivi assicurativi nei confronti dei lavoratori impegnati nell’appalto. Per quanto riguarda la redazione di un unico documento di valutazione dei rischi di cui al punto c), si può ragionevolmente ritenere che i rischi a cui si riferisce il documento, nella loro valutazione prima, e nella indicazione di adeguate misure di prevenzione e protezione, poi, siano i rischi «interferenziali», cioè i rischi derivanti dalla sovrapposizione, anche solo potenziale, di due o più distinte organizzazioni di lavoro in conseguenza della esecuzione dei lavori appaltati all’interno dell’azienda committente o del suo ciclo produttivo.Il documento, ancorché redatto a cura del committente, non può non essere il risultato di una collaborazione o, quanto meno, di uno scambio d’informazioni tra committente e appaltatore.Il documento deve essere redatto prima che inizi l’esecuzione dei lavori appaltati, ma potrebbe essere compilato anche successivamente alla stipulazione del contratto di appalto, purché la sua redazione sia il punto conclusivo dell’attività di collaborazione e scambio informativo avviata tra committente e appaltatore.È evidente infatti che se l’appaltante deve valutare gli eventuali rischi nuovi

e aggiuntivi che possono derivare dall’introduzione, all’interno degli ambienti di lavoro della propria azienda, di attività lavorative gestite e organizzate da altri e dalla loro potenziale interferenza con le attività lavorative preesistenti da lui gestite, non può non avere conoscenza dei rischi specifi ci (e delle relative misure di prevenzione e protezione) connessi allo svolgimento di tali nuove e diverse attività lavorative. Tale conoscenza può derivare solo dalle informazioni e dalla documentazione fornitagli dall’appaltatore. Il documento, infi ne, deve essere redatto in forma scritta e allegato al contratto di appalto, anche se l’uso del termine «allegato» di per sé non è sinonimo di parte integrante e costitutiva del contratto, e non dovrebbe essere inteso come «redatto contestualmente» alla stipulazione del contratto.

Obbligo della tessera di riconoscimento per il personale delle imprese appaltatriciCon l’art. 6 L. 123/07, viene esteso a tutte le attività in regime di appalto o subappalto, l’obbligo già introdotto dall’art. 36 bis della L. 4 agosto 2006 n. 248, per il solo settore dei cantieri edili, di munire il personale occupato dall’impresa appaltatrice o subappaltatrice, di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografi a contenente le generalità del lavoratore (nome, cognome, luogo e data di nascita) e l’indicazione del datore di lavoro. La tessera

va esposta e l’obbligo vale per tutti i lavoratori impiegati, a prescindere dalla tipologia del rapporto di lavoro e anche per i lavoratori autonomi, che svolgano la propria attività nel medesimo luogo di lavoro presso il committente. L’unica eccezione a tale obbligo, gravante su tutti i datori di lavoro che in qualsiasi settore facciano eseguire attività lavorativa in regime di appalto o subappalto, è ammessa per i datori di lavoro che occupino complessivamente meno di dieci dipendenti. Tali datori di lavoro, infatti, possono assolvere all’obbligo di identifi cazione dei lavoratori, in alternativa alla tessera, mediante annotazione giornaliera su apposito registro, da tenersi sul luogo di lavoro, degli estremi del personale impiegato nei lavori.Le fi nalità della norma sono molteplici: dal contrasto al lavoro irregolare negli appalti, alla trasparenza nei rapporti tra committente, appaltatore e subappaltatore; dalla puntuale individuazione dei lavoratori effettivamente impiegati nella esecuzione del lavoro ai quali garantire l’applicazione delle misure di prevenzione e protezione, all’agevolazione, per il datore di lavoro committente, sia dell’adempimento agli obblighi posti dall’art. 7, sia dell’adozione di adeguate cautele rispetto alla responsabilità solidale, su di lui incombente, in applicazione dell’art. 29 comma 2 D. Lgs. 276/03 e dell’art. 7 comma 3-bis. La violazione dell’obbligo di identifi cazione, mediante

tessera di riconoscimento e/o mediante annotazione su apposito registro, è punita con una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro, per ciascun lavoratore, nei confronti dell’appaltatore o subappaltatore.Anche il lavoratore che, ovviamente munito della tessera di riconoscimento dal proprio datore di lavoro, non provvede a esporla, è punito con una sanzione amministrativa da euro 50 a euro 300.

Il costo della sicurezza nel lavoro in appaltoDopo il comma 3-bis è aggiunto il seguente ulteriore

comma: «Ferme restando le disposizioni in materia di sicurezza e salute del lavoro previste dalla disciplina vigente degli appalti pubblici, nei contratti di somministrazione, di appalto e di subappalto, di cui agli articoli 1559, 1655 e 1656 del Codice Civile, devono essere specifi camente indicati i costi relativi alla sicurezza del lavoro. A tali dati può accedere, su richiesta, il rappresentante dei lavoratori cui all’articolo 18 e le organizzazioni sindacali dei

È evidente che se l’appaltante deve valutare gli eventuali rischi nuovi e aggiuntivi che possono derivare dall’introduzione di attività lavorative gestite e organizzate da altri non può non avere conoscenza dei rischi specifi ci e delle relative misure di prevenzione

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legale

lavoratori». L’indicazione dei costi della sicurezza potrebbe essere, per coerenza con l’impostazione complessiva dell’art. 7, limitata ai soli costi delle misure necessarie a eliminare le interferenze in relazione ai lavori da eseguirsi presso il committente. L’indicazione dei costi, limitata ai soli rischi interferenziali e non estesa ai costi della sicurezza dell’impresa appaltatrice per i rischi specifi ci propri della sua attività (per esempio Dpi, formazione, Spp, sorveglianza sanitaria ecc.), si porrebbe come conseguenza logica e coerente dell’oggetto e del

contenuto del documento unico di valutazione dei rischi, alla cui redazione è obbligato il datore di lavoro committente.Vi è anche, e pare al momento raccogliere un certo consenso, una diversa interpretazione, secondo la quale i costi cui fare riferimento dovrebbero essere tutti i costi per la sicurezza, sostenuti dall’appaltatore per eseguire i lavori affi datigli, e quindi anche i costi per i rischi specifi ci propri della

sua attività. Questo in quanto la fi nalità della norma, in analogia con quanto previsto per i contratti pubblici dall’art. 86-ter D. Lgs. nº 163/06, nel testo modifi cato proprio dalla L. 123/07, sarebbe quella di rendere certi, trasparenti e «incomprimibili» i costi della sicurezza sostenuti dalle imprese appaltatrici e impedire, quindi, che tali costi possano divenire oggetto di concorrenza sul prezzo tra le medesime imprese.In effetti il nuovo testo dell’art. 86 commi 3-bis e 3-ter, come modifi cato dall’art. 8 L. 123/07, prevede che: «Nella predisposizione delle gare di appalto e nella valutazione dell’anomalia delle offerte nelle procedure di affi damento di appalti di lavori pubblici, di servizi e di forniture, gli enti aggiudicatori sono tenuti a valutare che il valore economico sia adeguato e suffi ciente rispetto al costo del lavoro e al costo relativo alla sicurezza, il quale deve essere specifi camente indicato e risultare congruo rispetto all’entità e alle caratteristiche dei lavori, dei servizi o delle forniture. Ai fi ni del presente comma il costo del lavoro è determinato periodicamente in apposite tabelle dal ministero del Lavoro e della previdenza sociale, sulla base dei valori economici previsti dalla contrattazione collettiva stipulata dai sindacati comparativamente più rappresentativi, delle norme in materia previdenziale e assistenziale, dei diversi settori merceologici e delle differenti aree territoriali. In mancanza di contratto

collettivo applicabile, il costo del lavoro è determinato in relazione al contratto collettivo del settore merceologico più vicino a quello preso in considerazione. Il costo relativo alla sicurezza non può essere comunque soggetto a ribasso d’asta».È evidente la diversità d’approccio alla questione dei costi della sicurezza, da parte del legislatore, tra contratti pubblici e contratti privati, diversità che si è riverberata sul contenuto concreto normativo degli obblighi in materia. Per gli appalti pubblici pare di poter ormai individuare un percorso certo e defi nito verso l’obbligatorietà di una previsione «oggettiva» o quantomeno oggettivabile, dei costi della sicurezza. Tali costi si avviano a essere sottratti alla piena disponibilità delle imprese concorrenti a gare pubbliche per essere determinati, in una fascia d’oscillazione prestabilita, sulla base di parametri obiettivi che permettano di valutarne adeguatezza e suffi cienza. È interessante rilevare come la valutazione, da parte delle amministrazioni pubbliche aggiudicatarie, del valore economico del lavoro, servizio o fornitura rispetto ai costi della sicurezza, non debba essere più fatta solo a posteriori, al momento della valutazione delle offerte già presentate dalle imprese concorrenti, ma anche preventivamente, al momento della predisposizione del bando di gara e della cosiddetta «legge speciale

di gara» e soprattutto del prezzo posto a base d’asta dalla stessa amministrazione. Si può, questa volta, effettivamente ritenere che, se le nuove disposizioni di cui all’art. 86 D. Lgs. 163/06, non solo inizino a essere effettivamente applicate ma vengano «interiorizzate» dalle pubbliche amministrazioni e da tutti coloro che a vario titolo si occupano di contratti pubblici (compresi e non per ultimi, gli stessi Tribunali Amministrativi Regionali), il fenomeno riprovevole e peraltro molto diffuso di eccessivi ribassi sul prezzo a base di asta, ribassi che spesso nascondono violazioni delle norme poste a tutela delle retribuzioni e dei trattamenti contributivi dei lavoratori e della loro sicurezza, possa fi nalmente ridursi signifi cativamente fi no a scomparire. Per i contratti privati, invece, la formulazione di cui al comma 3-ter dell’art. 7 D. Lgs. 626/94, appare troppo generica e lacunosa per permettere di raggiungere l’obiettivo, analogo a quello dei contratti pubblici, di indirizzare in senso «virtuoso» la concorrenza sul prezzo tra le imprese appaltatrici, in modo da escludere da qualsiasi tentazione di ribasso i costi delle misure di prevenzione e protezione. Ribasso che inevitabilmente fi nisce per tradursi in un abbassamento del livello di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori impiegati nell’esecuzione di lavori affi dati in appalto o subappalto. g

Il rappresentante per la

sicurezza, nelle aziende

che occupano fi no a 15

dipendenti, e individuato

come unico rappresentante

per più aziende nell’ambito

territoriale o del comparto

produttivo, è eletto dai

lavoratori e non più designato

dalle organizzazioni sindacali

Page 49: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 47italiagraFica

GLI STANDARD NELLA FILIERA DEL FOOD

la sicurezza alimentare nel packaging

le normative sulla sicurezza alimentare sono, oggi, una realtà molto diffusa nelle aziende alimentari, ma ancora poco applicate in quelle facenti parte

della fi liera coinvolta, benché iniziative autonome siano già state prese per eliminare possibili contaminazioni.È il caso dei fornitori di imballaggi che contengono gli alimenti prodotti e che talvolta sono a diretto contatto con gli stessi per essere poi immessi sul mercato e destinati al consumatore fi nale.Queste brevi note vogliono evidenziare il benefi cio che alcune normative hanno portato alla tematica della sicurezza alimentare nelle aziende specifi che della fi liera e offrire alcuni suggerimenti circa la scelta della norma da seguire affi nché sia la più comune per la sua completezza e per la sua autorevolezza. Quest’ultima intesa come valenza internazionale e come coinvolgimento di tutte le aziende che ruotano intorno a quelle specifi camente alimentari.

L’evoluzione dello standard

L’argomento è stato oggetto di rifl essioni e di studi già negli anni passati e sugli inizi degli anni 2000 sono stati prodotti, da associazioni internazionali di categoria, i primi documenti «standard» che fi ssavano alcuni fondamentali principi per il rispetto della sicurezza alimentare per evitare che possibili pericoli potessero produrre «rischi» e cioè la probabilità di effetti nocivi per

la salute dei consumatori fi nali degli alimenti e la gravità di tali effetti.È il caso dello standard inglese Brc,

British retail consortium [www.brc.org.uk], di carattere generale e pertanto applicabile a qualsiasi azienda della fi liera alimentare, o ancora degli standard più specifi ci come Gmp, Gap, Gvp, Gpp, Gdp e Gtp, rispettivamente per i settori cartotecnico, agricolo, veterinario, pratica igienica, pratica produttiva, pratica di distribuzione e commerciale. In particolare l’iniziativa è stata senz’altro lodevole riempiendo un vuoto e dando così un’opportunità al fabbricante di imballaggi che voleva cautelarsi e offrire al proprio cliente sicurezza alimentare.Poche, a oggi, come prima detto, le aziende che hanno applicato nella loro organizzazione tali standard.Intanto l’Iso, International standard

organization [www.iso.org], con i suoi comitati tecnici specifi ci, non ha ignorato la tematica e tenendo presente anche gli standard prima detti, ha emanato nel 2005 la norma En Iso 22000 che nel novembre del 2005 è stata recepita dall’Uni, Ente nazionale italiano di

unifi cazione [www.uni.com] che, nell’aprile del 2006, ne ha pubblicato la versione italiana, Uni En Iso 22000, dandogli così lo «status» di norma nazionale italiana.Da questa data la sicurezza alimentare ha un riferimento ineccepibile rispondendo la norma alle aspettative di tutte le aziende della fi liera alimentare e di noi tutti consumatori fi nali.

Le aziende che producono imballaggi destinati all’industria

alimentare sono da tempo informate sul sistema di gestione

per la sicurezza e sui suoi standard, ma ancora poco edotte rispetto alle specifi che indicazioni

relative alla fi liera produttiva di appartenenza. Ecco allora alcuni suggerimenti circa la scelta delle

norme più effi caci da adottare.

Antonio D’Auria

Ingegnere, è stato direttore del Centro di sperimentazione per l’imballaggio della Siva di Locate Triulzi, nonché presidente della Commissione imballaggi dell’Uni, Ente nazionale italiano di unifi cazione. Attualmente è consulente aziendale per i sistemi di gestione nei settori qualità, ambiente, sicurezza e sicurezza alimentare.

di Antonio D’Auria^

normative

Page 50: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200848 italiagraFica

normative

di G. P.^

Le peculiarità della En Iso 22000La norma Iso offre alle imprese

interessate, in modo esaustivo, uno

strumento per controllare e verifi care

che i loro processi, i materiali e i

servizi coinvolti siano rispondenti ai

requisiti indispensabili per la fornitura

di imballaggi idonei all’uso particolare

quale è quello degli alimenti.

La peculiarità della norma Iso 22000

è tra l’altro la compatibilità con la

norma Iso 9001 essendo stata allineata

con quest’ultima, tale da farne quasi

un completamento, nonché con i

principi del sistema Haccp, Hazard

analysis and critical control point

(analisi dei pericoli e dei punti critici

di controllo) e le fasi di applicazione

sviluppate dalla Commissione Codex

Alimentarius [www.codexalimentarius.net].

Tutto ciò permette un’integrazione dei

documenti di supporto del sistema di

gestione qualità evitando il proliferare

di carte e comunque l’appesantimento

della gestione di più sistemi.

Una volta applicata la norma 22000

l’azienda, volendo, può ottenere

la certifi cazione del sistema e

tale certifi cazione, per il mutuo

riconoscimento tra i Paesi membri,

è valida anche in questi ultimi.

Per le aziende che hanno scelto

l’applicazione del Brc o uno degli

standard prima menzionati, l’istituto

di certifi cazione prescelto rilascerà,

previo opportuno audit, un attestato di

conformità che si può confi gurare come

certifi cazione di «prodotto-processo»

più che di sistema. Tali standard

offrono solo una parte di quanto offre

l’applicazione della norma 22000 che

tra l’altro contiene nel suo contesto

anche i principi degli standard prima

detti (programma dei prerequisiti

«Prp»), oltre ad annoverare altre

prescrizioni che completano la rete

di protezione che un’azienda vuole

stendere sulla sua organizzazione

per garantire la sicurezza alimentare

come la «comunicazione» alla quale

si dà ampio risalto, considerando la

stessa come fi lo di collegamento tra

fornitori, operatori, clienti e quanti

coinvolti nella fi liera specifi ca.

Nella pratica operativa l’applicazione

delle 22000 comporterà un’integrazione

del Manuale di gestione della qualità

con le nuove prescrizioni, completando

e implementando i singoli capitoli

con i richiami relativi necessari. La

documentazione del sistema integrato

si completerà con un’«Analisi dei

requisiti aziendali per la sicurezza

alimentare» e con alcune procedure

specifi che in aggiunta a quelle

esistenti. In questo documento saranno

trattati il programma dei prerequisiti,

l’analisi dei pericoli, la valutazione

dei rischi, i Prp operativi, i punti

critici di controllo, i limiti critici e la

validazione delle misure di controllo.

La garanzia della sicurezza alimentarePer tutto quanto sopra detto, un

sistema di gestione per la sicurezza

alimentare supportato dalla norma

Uni En Iso 22000, integrato con

quella della qualità Iso 9001, è

senz’altro più esaustivo per la garanzia

della sicurezza alimentare rispetto

all’applicazione degli standard di cui

sopra che sono stati utili fi nché non

sono state emanate le Iso 22000.

Non va trascurato il fatto che

l’azienda, integrando il suo sistema di

gestione della qualità con quello della

sicurezza alimentare, dimostra che

ha maturato la piena consapevolezza

che anche le aziende produttrici

Fase

Pericolo

Causa Probabilità (P) Gravità (G) Rischio (P×G) ControlloLimite

accettabilitàAzioni

preventiveContaminantibiologici

2.1.1insetti volanti

inadeguata prassi

del fornitore1 2 2 sì

nessuna presenza

capitolato……

2.1.1insetti

striscianti

inadeguata prassi

del fornitore1 2 2 sì

Nessuna presenza

capitolato…

2.1.1 rettiliinadeguata

prassi del fornitore

1 2 2 sìnessuna presenza

capitolato…

2.1.1 roditoriinadeguata

prassi del fornitore

1 2 2 sìnessuna presenza

capitolato…

2.1.1 uccelli n.a. capitolato…

2.1.1 cani n.a. capitolato…

2.1.1 gatti n.a. capitolato…

Con la dicitura 2.1 si intende la ampia fase di

processo che consiste nel ricevimento materie prime.

In questa fase si sono individuati i seguenti

step qui in tabella riportati: 2.1.1 accettazione,

2.1.2 scarico e 2.1.3 immagazzinamento.

ESEMPIO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Page 51: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 49italiagraFica

di imballaggi, destinati ai prodotti alimentari, essendo parte integrante della fi liera, siano coinvolte per quanto di loro competenza nell’applicazione di un sistema che possa dare le necessarie garanzie di idoneità igienica dei prodotti e di sicurezza, quindi di innalzare il livello qualitativo igienico sanitario dell’imballaggio destinato all’industria alimentare.Con un simile sistema l’azienda, nell’ambito della soddisfazione del proprio cliente, inserisce un ulteriore elemento che va oltre tale soddisfazione, partecipando a ridurre o eliminare gli spunti di contaminazione agli alimenti che si possono propagare da materie prime, impianti, processi e strutture utilizzate oltre che da materiali di imballaggio, attrezzature e agenti per la pulizia e disinfestazione.Nell’avvicinarsi alla Uni En Iso 22000 è conveniente consultare le «Technical Specifi cation Iso/Ts

22004» (Linee guida per l’applicazione della Uni En Iso 22000/2005) oltre a un esame attento delle defi nizioni riportate nella norma e un confronto tra le stesse per evitare di incorrere in errate interpretazioni dei concetti e delle prescrizioni.

Alcune valutazioni fi naliConcludendo queste note è necessario fare tre ultime considerazioni:

la prima è che non vanno sottovalutate le diffi coltà che spesso si incontrano nell’applicazione della norma, specialmente per le aziende con siti e impianti di non recente costruzione le quali dovranno colmare lacune costituzionali, specialmente alle infrastrutture, che negli anni passati non venivano prese in esame neanche dalle leggi a suo tempo esistenti;la seconda considerazione è che gli istituti di certifi cazione possano offrire un servizio adeguato utilizzando, sia all’interno della struttura certifi cativi, sia come valutatori esterni, personale preparato non solo sulla carta ma anche sul campo per rendersi conto delle varie realtà industriali che non sono le stesse per le varie tipologie merceologiche, come nel caso degli imballaggi, ma molto diverse da quelle che producono alimenti in genere.

Un’azienda di imballaggi che si avvicina a questa tematica deve essere invogliata a sviluppare quel percorso di crescita che la aiuta a modifi care il suo standard qualitativo e di sicurezza alimentare e non penalizzata per un’interpretazione della norma alla lettera senza rendersi conto della realtà industriale in esame. Fermo restando i principi base della norma, le verifi che dovrebbero essere affrontate «cum grano salis» oltre

f

f

che con la preparazione specifi ca di alimentarietà, impiantistica e quant’altro dei valutatori. È essenziale capire se l’azienda, e per essa l’alta direzione, con tutto il personale coinvolto, è entrata nello spirito della norma il cui rispetto, come prima detto, spesso comporta investimenti da parte dell’azienda applicandone i principi essenziali e guardare con la giusta valutazione i piccoli inconvenienti che si possono presentare involontariamente al momento della visita.

La terza considerazione, infi ne, è che gli organismi deputati a tale tematica, non escluso l’Uni che annovera nelle sue commissioni tecniche professionisti appartenenti a vari enti pubblici, intervengano affi nché le Regioni, le Province, i Comuni e le Camere di commercio possano agevolare le aziende coinvolte stanziando contributi fi nanziari straordinari da utilizzare per l’adeguamento delle loro infrastrutture, impianti e quant’altro per raggiungere quei requisiti essenziali prima descritti, patrocinando così una iniziativa di grande utilità per tutte le aziende oltre che per la salute dei consumatori di alimenti.

È bene comunque rivolgersi agli uffi ci competenti di questi enti per assicurarsi che non esistano già tali forme di contributi. g

f

Fase

PericoloMisura

di controllo Metodo

di misura o control

Monitoraggio Limite di accettabilità

A.C.Correzione/ trattamento

prodotto

Verifi ca

natura tipologia Prp tipologia freq. modulo Prp prodotto scopo metodo modulo freq. resp.

2.7

biologicoinsetti volanti,

striscianti…

pro

ve e

con

trol

li in

pro

duzi

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la s

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aggi

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isi st

atis

tica

ries

ame

annu

ale

Reschimico

sostanze chimiche odorose…

particellarepeli, capelli,

piume...

Esempio di programma

di Prp nel quale sono state riportate

anche le relative fasi, i pericoli,

il monitoraggio degli stessi nel tempo,

i limiti di accettabilità e le verifi che.

Page 52: Italia Grafica - Febbraio 2008

di G. P.^

febbraio 200850 italiagraFica

speciale legatoria

LO STATO DELL’ARTE

fi nishing digitale: un esempio concreto

L’ottimizzazione del fl usso e il layout di

legatoria hanno un ruolo fondamentale soprattutto in ambito digitale, dove

le piccole tirature, la standardizzazione e le

strette tempistiche sono i vincoli impliciti di un settore che si avvicina

sempre più al concetto di «produzione industriale».

per parlare di

procedure digitali

nell’ambito della

legatoria è giusto

cominciare

dal punto di vista di chi,

a partire dall’esperienza

consolidata nella stampa

offset tradizionale, ha

voluto approcciare il mondo

dell’editoria digitale con un

progetto a forte impatto

tecnologico fi nalizzato

a portare all’estremo il

concetto di print on demand.

Un punto di vista, quindi,

piuttosto radicale perché

legato alla produzione di libri

o prodotti simili in quantità

molto limitate, che vanno

dalla copia singola alle

tirature sotto le mille copie.

Si tratta dell’esperienza

della Divisione Digitale

dell’Associazione Padre Monti

di Saronno [www.padremonti.it],

scuola grafi ca appartenente

al Polo Grafi co Lombardo,

che da circa un anno e

mezzo ha avviato questo

progetto di book and print

on demand, supportata

da Xerox [www.xerox.com] e

Kern Italia [www.kern.ch].

Verso la qualità industrialeCon l’obiettivo di scovare

bisogni a volte inespressi di

prodotti librari stampati in

piccola quantità o addirittura

in copia singola, senza

peraltro tralasciare il mercato

delle tirature medie (sul

di David Serenelli^

Page 53: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 51italiagraFica

labile confi ne inferiore, per intenderci, del mercato della offset a foglio), la scelta delle tecnologie da impiegare per la legatoria ha privilegiato la versatilità e la qualità della lavorazione rispetto all’integrazione spinta tra le fasi lavorative. Infatti la tipologia di lavori, spesso diversi tra loro per formato, lavorazione del volume (fresatura, cucitura punto metallico, cucitura a punto colla) e tipologia di copertina, rende molto diffi cile adottare linee completamente

automatiche dalla stampa al volume fi nito, pena ingenti tempi morti e avviamenti costosi degli impianti. Per contro, macchine offl ine con avviamenti snelli consentono rapidamente di passare da una commessa alla successiva, con evidenti vantaggi.Un progetto del genere si basa inconfutabilmente sull’ottimizzazione dei fl ussi di lavoro antecedenti alla stampa (graphic design, impaginazione e prestampa), fondamentali per avere una gestione economica dei costi

fi ssi di produzione, che sulle copie singole o le poche copie possono far naufragare il progetto editoriale. Ma questa è tutta un’altra storia che verrà trattata in altro momento. La legatoria è altresì fondamentale per poter garantire un prodotto di qualità «industriale» benché le quantità non consentano di utilizzare impianti destinati alla produzione massiva (linee automatiche di legatoria).

Le due tecnologie principaliParlare di legatoria digitale comporta inevitabilmente prendere in considerazione la stampa tradizionale offset rapportata alla stampa digitale basata sul principio xerografi co. Sebbene sempre di stampa si tratti, le due tecnologie impattano diversamente sul processo a valle. La prima cosa, che può apparire banale, sta nella differenza sostanziale tra le due tecnologie in termini di modalità con cui realizzano la produzione: seriale l’offset, tendenzialmente sequenziale la stampa digitale. Cosa signifi ca? Andiamo a scoprirlo.

Stampa offset a foglio: serialeNel processo offset a foglio, la tiratura di un libro viene fatta una segnatura alla volta. Al termine della stampa avremo mazze di carta da piegare per formare segnature piegate e quindi segnature da raccogliere per formare il blocco libro da incassare con la copertina. Il tutto con strumenti più o meno automatici e in linea tra di loro.

Stampa digitale: sequenzialeLa produzione mediante strumenti digitali (xerografi a) è sostanzialmente sequenziale; o meglio può essere sia sequenziale sia seriale, ma per snellire le operazioni di legatoria a valle del processo, normalmente si stampa l’intera sequenza di pagine del volume da produrre, per il numero di ripetizioni (copie) necessarie a completare la produzione. È evidente che esistono anche applicazioni particolari, dove la versatilità del processo digitale (per esempio, il dato variabile) si deve integrare con la produzione massiva dell’offset. In questi casi diventa indispensabile, per poter far confl uire e integrare i due processi in un’unica fase di legatoria di tipo tradizionale, procedere con una produzione seriale della tiratura digitale.

Con un impianto come

la brossuratrice BB3002 della

Bourg [www.cpbourg.com] si possono realizzare fi no a 250

volumi/ora in brossura fresata,

incollata, con e senza alette.

David Serenelli

Per l’Associazione Padre Monti, scuola grafi ca di Saronno, è progettista e coordinatore delle attività di formazione e responsabile tecnico del progetto book on demand. Come libero professionista, è consulente color quality e automazione dei fl ussi di lavoro nell’area prestampa e stampa per il settore dei quotidiani.

L’uscita della brossuratrice

BB3002 con i libri fi niti pronti

per il taglio trilaterale.

Page 54: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200852 italiagraFica

speciale legatoria

Stampa sequenziale: attenzione al controllo della sequenza!Come si può facilmente

intuire, stampare un volume

in modo sequenziale

conferisce al processo

produttivo un vantaggio

evidente: il blocco libro è

praticamente già formato

al termine della stampa e

non vi è alcun bisogno di

procedere a operazioni quali

la raccolta delle segnature o

la piegatura dei fogli. Questo

rappresenta un vantaggio

indiscutibile sulle piccole e

microtirature per le quali le

operazioni di poststampa

hanno un’incidenza di

costo non indifferente.

Per contro, avere la tiratura

così composta (mazze

di carta in cui vi sono le

singole copie in sequenza

ordinata della pagine) rende

questo oggetto altamente

delicato da manipolare o

spostare, in considerazione

della possibilità di perdere

un foglio della sequenza,

mettendo a repentaglio la

correttezza dell’intero volume.

Dalla bobina al libro fi nito: esempio di layout di legatoria digitaleNell’esperienza presentata

la scelta di optare per un

impianto di stampa digitale a

bobina (Xerox CF 495) è stata

dettata dalle caratteristiche

tecniche e produttive che

l’impianto garantisce. Senza

entrare troppo nel dettaglio

della stampa, dal momento

che vogliamo focalizzarci

sulla legatoria, dirò solo

che la tecnologia di fusione

a freddo del toner e il

trascinamento pin-feed del

nastro di carta garantiscono

due caratteristiche

fondamentali alla qualità

del volume, in relazione

anche alle lavorazioni di

legatoria successive: il basso

stress termico della carta

(ondulazioni praticamente

assenti sulla costa del libro)

e registro bianca e volta

molto accurato (entro i pochi

decimi di millimetro).

In coda a una macchina da

stampa digitale a bobina di

questo tipo si potrebbero

avere fondamentalmente

due opzioni: un ribobinatore,

che avvolge la banda

stampata da consegnare

alla fase di fi nishing,

oppure una taglierina, che

divide in fogli la banda.

Il ribobinatore può

rappresentare una soluzione

effi cace quando siamo

in presenza di produzioni

abbastanza corpose

in termini di tiratura o

estremamente standardizzate

dal punto di vista della

tempistica di produzione.

Non è quasi mai il caso

dell’editoria «on demand».

Una taglierina con uno

stacker in linea senz’altro

assolve meglio alle esigenze

di stampa editoriale.

Ve ne sono con coltello

rotativo o a ghigliottina.

Per garantire lo sfruttamento

migliore della macchina da

stampa, la taglierina deve

essere molto affi dabile e

versatile e deve consentire

il taglio della bobina oltre

che nel senso trasversale

(ovviamente) anche in

quello longitudinale in due

o più bande, separando

correttamente i fogli ottenuti.

Con questo strumento, dalla

bobina possiamo ottenere

una mazza di fogli tagliati:

a singolo foglietto

(2 pagine una in bianca

e una in volta);

in doppio (resa 2 o 2-up);

in triplo (resa 3 o 3-up);

per volumi da rilegare

in brossura fresata;

a quartino (4 pagine

di una segnatura);

per volumi da rilegare

a punto metallico

o a punto colla;

in funzione del formato

fi nito del libro e della

larghezza della bobina.

La brossura determina la velocità del processoIl taglio trasversale e

longitudinale del nastro di

carta, nel caso di volumi da

rilegare in brossura fresata,

dovrà essere fatto in modo

tale che la mazza prodotta

sia già pronta a entrare

f

f

f

f

f

f

f

La linea Kern Smartbinder

permette di ottenere le segnature

fi nite a partire dai fogli stampati

in sequenza in digitale.

Page 55: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 53italiagraFica

nella brossuratrice, evitando

ulteriori operazioni di taglio.

Quindi l’imposizione del lavoro

prevederà sul lato di cucitura

del volume un solo millimetro

di abbondanza destinato

alla fresatura del dorso

volume, e il taglio avverrà

proprio in quella posizione.

La brossuratrice adottata

in questa soluzione

(Bourg BB3002) consente

di fare un avviamento molto

rapido, in termini di settaggi

di fresatura e di colla. Il tutto

è gestito tramite computer

interno e comandato tramite

touch screen. I setup

memorizzati consentono di

passare da un lavoro a un

altro in tempi brevissimi.

Il calcolo della larghezza

del dorso è automatico nel

momento dell’introduzione

del blocco libro e pilota le

quote della cordonatura

della copertina. Su questa

è possibile effettuare fi no

a 6 cordonature (alette e

cordonature di cortesia).

In uscita il volume dovrebbe

andare direttamente su un

tagliacarte trilaterale per

completare il ciclo produttivo.

Altrimenti su un tagliacarte

lineare, ma in questo caso

l’impatto della manodopera

cresce signifi cativamente;

diminuisce inoltre la precisione

e la pulizia del taglio.

Con questo schema la

produttività del sistema è

dettato dalla velocità della

brossuratrice. Infatti, cosa

abbastanza sorprendente

pensando al processo

tradizionale offset a foglio, il

primo libro fi nito potrà uscire

praticamente qualche minuto

dopo che è stata avviata

la stampa e i successivi

al ritmo di circa 200-250

volumi ora (con questo

tipo di brossuratrice).

Le diffi coltà con il digital printingUn punto debole della stampa

digitale è sempre stata la

legatoria, che non consentiva

di fare economicamente

lavorazioni alternative

alla brossura fresata, se

non il punto metallico,

non applicabile però alla

produzione libraria. Oggi è

possibile però ottenere un

risultato del tutto simile alla

brossura cucita, senza usare

il fi le refe, ma utilizzando

un sistema che incolla con

punti vinilici i singoli quartini,

fi no a formare la segnatura

desiderata. Per parlare chiaro,

questa soluzione non va bene

per l’editoria scolastica che

richiede per legge la brossura

a fi lo refe, ma da un punto

di vista tecnico la tenuta è

praticamente la stessa. Certo,

forse su un tempo indefi nito

(anni?) la colla può deteriorarsi

più del fi lo, ma certo non è un

problema per i libri di testo

che al massimo durano tre

anni (e la regola è un anno,

come sappiamo bene).

Un processo molto delicatoLa mazza stampata dei

volumi dei libri, composti

dai singoli quartini che

compongono le segnature

(8vi, 16simi, 32simi ecc.),

alimenta una linea automatica

di piegatura, incollatura,

accavallatura e taglio trilaterale

(Kern Smartbinder). I quartini

vengono piegati a metà,

incollati in costa uno sull’altro

mediante punti di colla vinilica

a freddo (oppure, volendo,

si possono montare le teste

Honer di cucitura a punto

metallico, per album, per

esempio), fi no a formare la

segnatura; questa poi passa

al taglio trilaterale e all’uscita.

Un operatore raccoglie il

blocco libro e lo introduce

nella brossuratrice che avrà

la fresatura disattivata,

e farà sul dorso solo una

«grecatura» per favorire

l’ancoraggio della copertina

al dorso del blocco libro.

Il ciclo è semplice ma

presenta un aspetto delicato:

se un singolo foglio per

qualche ragione manca nella

sequenza, si inceppa nella

linea e l’intera sequenza viene

compromessa, oltre a rendere

sbagliate tutte le segnature

successive. Il presidio della

linea da parte di un operatore

diventa indispensabile. Oppure

si può adottare una soluzione

più vantaggiosa: un bar code

reader posto su ogni foglio

della tiratura, evidentemente

inserito nel fi le al momento

dell’imposition, che «dica»

alla linea di produzione quale

foglio della segnatura esso sia.

Se non corrisponde a quello

che il programma della linea

si attende, la segnatura viene

scartata in automatico e il

processo riprende dal primo

foglio corretto successivo,

senza fermi macchina o

possibilità di segnature

con sequenza errata.

Un solo aspetto rende talvolta

diffi coltoso l’impiego del bar

code: lo spazio necessario

sulla carta per poterlo

stampare: non sempre c’è!

Anche in questa seconda

linea produttiva, la velocità

di produzione è dettata dalla

velocità della brossuratrice,

e anche in questo caso il

primo libro fi nito può uscire

dopo pochi minuti che è stato

stampato. La tolleranza nella

lavorazione di piegatura e

incollatura si alza all’ordine

di grandezza del millimetro.

Evidentemente non si può

parlare di legatoria digitale

tout court prescindendo dal

tipo di produzione e segmento

di mercato a cui ci si rivolge:

nelle micro e piccole tirature,

con molti ordini diversi da

evadere in due o tre giorni,

questa soluzione appare

effi cace, ma non è senz’altro

una ricetta universale. g

Un particolare di una taglierina

e stacker posti in uscita di una macchina

da stampa digitale a bobina.

Particolare dell’uscita

della linea Kern Smartbinder

con le segnature fi nite in sequenza

Page 56: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200854 italiagraFica

speciale legatoria

quello della legatoria è da sempre un mondo ammantato del fascino particolare che distingue le culture artigianali. Un patrimonio di saperi antichi

e spesso geniali che si è però sempre più assottigliato per via di una progressiva automazione e «disumanizzazione» delle logiche industriali, fi no a farla diventare

marginale rispetto al passato, quasi una «Cenerentola» del settore grafi co.Eppure oggi la ricerca della continua qualità nella produzione di stampati, unita alle conquiste dell’innovazione tecnologica, ha riportato alla ribalta la magia e la precisione di queste tecniche, che per certi versi sono ancora troppo poco conosciute.

Un recupero urgenteA gestire il recupero di questa importante eredità culturale ci ha pensato Taga Italia [www.taga.it] che, con il volume dedicato agli Standard di

legatoria: linee guida e raccomandazioni

per le lavorazioni, ha anche permesso di aggiornare i dettami della tradizione con le innovazioni più stringenti in ambito offset. Massimo Pellegrini, direttore delle aziende modenesi Legraf e Legotecnica [www.legraf.it] e presidente dell’Associazione Poligrafi ci della stessa città, ne ha curato la stesura e può identifi care meglio di chiunque altro gli aspetti più interessanti di questo settore: «Non credo che la cultura di base della legatoria sia mai stata persa», sottolinea Pellegrini, «forse in passato non la si considerava determinante e in molti casi mi pare fosse anche sensato perseguire innovazioni molto più signifi cative in stampa e in prestampa. Però, come si assiste in questi ultimi anni, la legatoria sta acquistando sempre maggior importanza perché può fare la differenza nell’acquisizione di una commessa. È chiaro che gli aspetti oggi determinanti in legatoria sono differenti rispetto a quelli di vent’anni fa, ma questo per una naturale evoluzione del mercato rivolto a ottimizzare tempi, qualità e costi».«Sicuramente la preparazione di chi progetta oggi gli stampati, rispetto alle tecniche e alle tecnologie della legatoria, deve essere aggiornata velocemente. Ritengo che la prossima vera sfi da sia

quella di trasferire ai progettisti grafi ci le conoscenze necessarie per affrontare il mondo della poststampa. È infatti in prestampa che si può determinare la riuscita o l’insuccesso di un libro o di un opuscolo. Si pensi soltanto ai limiti di taglio e di piega, alle caratteristiche degli adesivi e quindi alle necessarie misure e contromisure da adottare. Sono tutte situazioni tipiche e direi quotidiane che, se non previste e progettate con competenza, determinano difetti talvolta irrecuperabili».

Documento indispensabileEmerge quindi con forza la necessità di incoraggiare l’approfondimento delle metodiche di legatoria per «pareggiarle» alle altre competenze delle arti grafi che. E in questo senso il rifl esso sulle logiche della formazione diventa inevitabile: «È la scuola l’elemento su cui puntare per avere in futuro progettisti capaci di tener

LA DOCUMENTAZIONE PROFESSIONALE DI TAGA

l’importanza della pianifi cazione del lavoro

Massimo Pellegrini

è ingegnere e

direttore di Legraf

e Legotecnica,

oltre a essere

docente esterno

di poststampa

presso gli Istituti

professionali

per l’industria

e l’artigianato

(Ipsia) Fermo

Corni di Modena

e Luigi Galvani di

Reggio Emilia.La rinascita della legatoria è strettamente legata a nuove

richieste qualitative nei prodotti stampati. Tuttavia

la conoscenza delle sue metodiche è purtroppo ancora appannaggio di

pochi. Per aiutare tutto il settore a comprenderne

piccoli e grandi segreti, ecco un testo obbligatorio non

solo per gli addetti, ma per tutti coloro che si occupano

di editoria e arti grafi che.

di Alessandro Battaglia Parodi^

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febbraio 2008 55italiagraFica

conto della fattibilità di uno stampato secondo gli standard qualitativi della Legatoria. Ed è ancora la formazione continua a mantenere un aggiornamento costante volto ad affi nare le procedure, a ridurre i tempi e sperimentare l’effetto del mutamento continuo dei materiali. In sostanza», continua Pellegrini, «le conoscenze attuali e quelle che giorno per giorno nascono, debbono essere state digerite dalla legatoria nel suo insieme, per poi essere messe a disposizione della prestampa. Sono fi ducioso per il futuro, mi pare che il mercato ci stia obbligando a seguire questa fi losofi a per poter competere sui mercati».Ma veniamo al documento preparato da Taga per capire quanto è stato fatto negli ultimi anni in questo settore per ottimizzare le lavorazioni nel fl usso continuo dalla prestampa al fi nishing. «Nelle Linee guida Taga sono state individuate 14 fasi di lavorazione, che vanno dal taglio alla pallettizzazione fi nale. Si tratta di un primo esempio di presa di coscienza da parte di tutti gli attori del mondo grafi co, ed è la dimostrazione che la legatoria è determinante e che non possiamo più permetterci di considerarla l’ultima e minore fase del ciclo di produzione», spiega il manager di Legraf. «Si pensi solo al numero di professionisti coinvolti nella stesura di questo documento: si passa dai costruttori di macchine, ai docenti, agli studiosi ed esperti di legatoria, fi no alle legatorie stesse che hanno contribuito in due anni di lavoro a sviluppare un testo che non è ovviamente completo, ma rappresenta un ottimo punto di riferimento per cominciare a parlare in maniera seria di poststampa. Questo è un volume che ha l’obiettivo di essere presente su tutte le scrivanie degli operatori alla prestampa, ma anche sui banchi di scuola negli istituti tecnici, fi no a diventare un appropriato riferimento tecnico per “usi e consuetudini” spesso obsoleti depositati nella varie camere di commercio. Non si può dimenticare infatti che questo genere

Flusso di lavoro Operazione

CLIENTE

f Defi nisce le caratteristiche del prodotto di cui ha bisogno.

f Stabilisce con il marketing quantità e costi.

f Contatta il progettista (persona o agenzia) per preparare il progetto.

f Stabilisce con lo stampatore/legatore programma e preventivo.

PROGETTAZIONE GRAFICA

Progetto esecutivo

f Traduce l’idea del cliente in progetto esecutivo e ne richiede l’approvazione.

f È disponibile per il controllo di qualità del prodotto.

f Fornisce un fi le completo di prova rappresentativa del prodotto.

PRESTAMPA

File pronto per la stampaProve contrattualiMatrici

f Opera in accordo con lo stampatore/legatore recependone la specifi che di lavorazione in funzione delle caratteristiche del prodotto fi nale.

f Effettua le lavorazioni di riproduzione, composizione, imposition e prova.

f Sottopone la prova contrattuale al cliente per il «visto si stampi» ed effettua le eventuali correzioni fi nali.

f Prepara il fi le fi nale secondo le specifi che di stampa stabilite.

f Prepara, in accordo con lo stampatore/legatore, un facsimile del prodotto fi nito e lo sottopone al visto del cliente.

STAMPA

Bancali con fogli/segnature e visti macchina

f Effettua la stampa in modo da ottenere quanto stabilito dalla prova contrattuale ricevuta e in accordo con quanto richiesto dal cliente.

f Garantisce che la produzione ottenuta rispetti le specifi che concordate in termini di qualità, quantità, costi e tempi.

f Opera in accordo con i reparti a monte per defi nire le specifi che di lavorazione.

LEGATORIA

Materiale confezionato e fi nissato

f Effettua il controllo di accettazione del materiale ricevuto dalla stampa.

f Garantisce che la produzione ottenuta rispetti le specifi che concordate in termini di qualità, quantità, costi e tempi.

f Effettua tutte le lavorazioni di legatura e fi nissaggio secondo quanto indicato sull’ordine di lavoro.

f Fornisce la propria assistenza tecnica nella stesura del progetto esecutivo.

Schema di fl usso di lavoro che coinvolge le diverse

operazioni di prestampa, stampa e legatoria.

di pubblicazioni sono spesso utilizzate dai periti nei contenziosi giudiziali, con effetti a volte imprevedibili».

Le fasi e le tolleranzeSono molte le variabili che vanno a condizionare sul prodotto fi nale e l’alta incidenza che i costi di legatoria gravano sull’intero processo produttivo a volte non permette di dispiegare tutte le possibilità offerte da questo settore. È tuttavia possibile realizzare preventivamente uno studio di fattibilità già in fase di progettazione del libro o dello stampato, cosa che può portare a economie molto rilevanti e sfruttabili al meglio nella fase fi nale, quella della legatoria appunto. Per raggiungere questo obiettivo occorre però conoscere perfettamente le singole fasi della lavorazione e, per ognuna di esse, eliminare possibili défaillances e i relativi costi aggiuntivi. «Abbiamo toccato le parti principali della legatoria: il taglio, la piegatura, la cucitura a punto metallico, la brossura, il cartonato, la cellophanatura e le specifi che del capitolato», spiega Pellegrini. «Per ognuna di queste fasi abbiamo poi creato una serie di sottoparagrafi che ne completano la stesura: si parte dalle defi nizioni, a partire dalla descrizione del ciclo di lavorazione, la descrizione della macchina, i materiali impiegati, i controlli e le misurazioni da effettuare, le tolleranze richieste e le raccomandazioni a cui attenersi per evitare errori e per fare in modo che per ciascuna fase il prodotto di legatoria possa essere defi nito “accettabile”».Interessanti sono le tolleranze dimensionali e geometriche riferite alle tecnologie oggi a disposizione e quelle per carte standard, oltre alle indicazioni sulla percentuale di copie di scarto: «Questi valori numerici dimostrano come tutte queste variabili possano operare sinergicamente in ogni fase della lavorazione per costruire un libro cartonato anziché un opuscolo legato a punto omega. Personalmente trovo molto utile, nel lavoro quotidiano, rileggere la parte dedicata alle “raccomandazioni”

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febbraio 200856 italiagraFica

speciale legatoria

in cui posso trovare, a seconda delle mie esigenze, un elenco puntuale di quesiti fondamentali da pormi: una sorta di checklist che accompagna il progetto grafi co e mi impedisce di sbagliare o dimenticare qualcosa. La precisione in questo settore rappresenta gran parte della nostra professionalità».

E la tecnologia? È maggiore sui materialiParliamo ora delle tecnologie relative alla legatoria: quali sono le applicazioni vincenti in questo momento, e quali le innovazioni che stanno per diventare gli standard di riferimento? «Non vedo oggi una tecnologia che possa rivoluzionare il mondo della legatoria come è capitato invece in passato in stampa con l’offset oppure con il digitale», sostiene Pellegrini. «C’e invece un’evoluzione continua nei materiali utilizzati per la costruzione di macchine da legatoria che ne hanno migliorato le performance, senza dimenticare l’integrazione informatica ed elettronica che ne alzano il livello di qualità e affi dabilità richiesto. Oltre a questo occorre dire che la tendenza dei costruttori è di integrare diverse fasi di lavorazione per automatizzare il più possibile e ridurre la parte non trascurabile in legatoria, che è quella dello stoccaggio

e della movimentazione manuale. Ma vedremo meglio cosa ci proporrà il prossimo Drupa per capire meglio le nuove tendenze dei costruttori».«Intanto è positivo vedere che anche in poststampa è possibile arricchire e nobilitare il prodotto grafi co attraverso processi rilievografi ci spesso dimenticati, oppure vedere maggior attenzione verso i tipi di adesivi (ad esempio il poliuretano, ndr) da utilizzare in funzione del prodotto che si desidera effettuare. Ciò signifi ca che si sente con urgenza la necessità di maggiore professionalità e che quindi la tendenza è di diventare più bravi e quindi più competitivi».«Anche in legatoria la qualità è diventata una condizione necessaria, quasi scontata oggi, e per ottenerla è importante lavorare sui costi e ridurre i tempi. Un obiettivo», sottolinea Pellegrini, «che si raggiunge soltanto se si è in grado di mantenere effi ciente la comunicazione tra prestampa e legatoria».

Standard e normative a cui riferirsiLa scelta di competere sul grande mercato si accompagna alla ricerca di nicchie di clientela alle quali offrire prodotti di legatoria differenziati e

Il volume Taga Doc. 10 dedicato agli Standard di legatoria:

linee guida e raccomandazioni per le lavorazioni

STANDARD DI LAVORAZIONE

Deviazione dal valore nominale

Variazione nella produzione

Piega verticale e/o orizzontale

Fino a due pieghe parallele ±0,5 mm ±0,5 mm

Da due pieghe parallele al 1/24 ±0,8 mm ±0,8 mm

Dal 1/24 a segnature superiori ±1,0 mm ±1,0 mm

Scarti di produzione

Carte standard (da 80 a 200 g/m²): 2% (minimo 100 fogli).

Carte e lavorazioni speciali: a preventivo.

Illustrazione di alcuni standard di lavorazione contenuti nel volume Taga Doc. 10.

possibilmente innovativi. Un percorso evolutivo che deve però interfacciarsi continuamente con una concorrenza agguerrita, in Europa e nel mondo. Indispensabili diventano allora le conoscenze degli standard qualitativi condivisi a livello globale: «Il documento Taga sulla legatoria è partito da un’analisi su ciò che era già presente in Europa, soprattutto in Germania, e oltre oceano nel poststampa, ed è stata una sorpresa accorgerci che non c’era molto. È stato quindi un lavoro stimolante perchè eravamo consapevoli che oltre a tener conto delle norme Uni [www.uni.com], Iso [www.iso.org]

e dei documenti Bvdm, Bundesverband Druck und Medien [www.bvdm.org],

avevamo l’occasione di aggiornare gli standard della legatoria che per defi nizione non possono essere statici nel tempo. Per questo motivo possiamo dire con orgoglio di essere sostanzialmente già allineati agli standard esteri. Non dimentichiamo poi che l’Italia esporta molti prodotti grafi ci e cartotecnici, e che quindi dimostra di essere capace di soddisfare i requisiti di altri mercati. Siamo insomma una buona avanguardia». «Ciononostante insisto sull’importanza della giusta formazione per il personale di legatoria e di prestampa, e del conseguente necessario lavoro di gruppo che deve esserci sia che si parli di reparti interni, sia di rapporto tra cliente e fornitore esterno. Oramai», conclude Pellegrini, «le logiche e le procedure di lavorazione cambiano talmente velocemente che si deve radicare il concetto di formazione continua, obbligo tassativo per meglio affrontare le sfi de dei mercati». g

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febbraio 2008 57italiagraFica

speciale legatoria

TUTTE LE NOVITÀ DI MÜLLER MARTINI

sistemi fl essibili per produzioni veloci ed economiche

In una congiuntura diffi cile che vede prevalere le tirature minime e i tempi strettissimi, diventano sempre più indispensabili l’affi dabilità e la qualità delle fi niture. Ecco le ultime, vantaggiose proposte del maggior produttore di macchine per il fi nishing.

di Paolo Crespi^

«less is more»: maggior resa, maggior guadagno con minor impiego

dei mezzi di produzione e riduzione dei costi. È questo il motto di Müller Martini [www.mullermartini.com] per la prossima edizione di Drupa. Come dire: la miglior garanzia della soddisfazione dei clienti è il successo economico ottenuto grazie a

impianti di grande qualità. Sono passati quattro anni dall’ultima edizione della fi era più importante del mondo per il nostro settore. La kermesse del 2004 si era svolta all’insegna delle lavorazioni di stampa in rete. La «digital smart factory», il fl usso di lavoro digitale, Cim e Cip4 sarebbero stati a lungo «l’argomento del giorno», anche per gli anni seguenti. E Müller Martini, in quanto membro dell’organizzazione Cip4 [www.cip4.org], si era già dedicata allo sviluppo delle connessioni digitali in rete per i propri sistemi di produzione, anche utilizzando macchinari di case diverse. Oggi, la tendenza a collegare in rete ogni singola fase della produzione è in continuo sviluppo. Per quale motivo avviene? Sostanzialmente perché la pressione economica grava sempre più sui clienti. La concorrenza pressante e la sovracapacità produttiva li costringono a ricercare la massima effi cienza. Come partner leader, un’azienda come Müller Martini ha senz’altro fra le sue priorità quella di sostenere i clienti in questa congiuntura.

La macchina da stampa a formato variabile Alprinta-V, grazie

a uno speciale gruppo di stampa fl essografi ca, può essere

interessante per la produzione di imballaggi ed etichette.

Page 60: Italia Grafica - Febbraio 2008

generato dal tavolo

ad aria soffi ata

e dal coltello.

Oltre al principio

di sfi latura della segnatura

in senso longitudinale, la

seconda grande innovazione

è il primo canale di trasporto

concavo mai installato su

una raccoglitrice: conferisce

alle segnature una leggera

nervatura e quindi una

forma stabile, presupposto

di un trasporto davvero

sicuro. In questo modo si

possono lavorare anche

formati obliqui e fogli

singoli, con un rendimento

netto superiore alla media.

Durante le presentazioni

live, la macchina ha

prodotto alla velocità

massima di 18mila cicli/h.

Copertina rigidaNegli ultimi mesi del

2007, Müller Martini

Buchtechnologie ha

aumentato la prestazione

della sua linea di produzione

libri shortrun da 30 a 35

cicli al minuto. Con la nuova

Diamant 35, il legatore può

produrre in modo ancora

più economico fi no a 2.100

libri a copertina rigida l’ora:

rispetto al modello precedente

(Diamant 30), l’incremento è

di oltre il 16%. Inoltre, con

la nuova unità si possono

produrre gli stessi formati

della Diamant 60: sia libri

Una marcia lunga quattro eventiIn concreto questo mandato

si traduce nel puntare

l’obiettivo su sistemi fl essibili,

che permettano di realizzare

produzioni economicamente

vantaggiose, anche con

tirature minime e tempi

strettissimi. L’elevato livello di

automazione, la potenzialità

di connessione di rete, i tempi

rapidi di messa a punto e

l’esiguo numero di scarti sono

gli elementi che permettono di

raggiungere questo obiettivo.

Chi a fi ne settembre ha avuto

modo di visitare a Bruxelles la

fi era dedicata alle macchine

per stampa, LabelExpo, ha

sicuramente notato Alprinta-V.

Nel mondo sono già numerosi

gli stampatori di packaging

che si affi dano alla nuova

unità di stampa offset a

bobine, a formato variabile.

Una macchina che si offre

per l’impiego in campi fi nora

inesplorati, grazie all’elevato

livello di automazione

raggiunto con gli inserti di

stampa, che permettono

qualsiasi variazione di formato:

in particolare si aprono nuove

prospettive nella produzione

di piccole tirature e nel

mercato della cellofanatura

con termoretrazione,

attualmente in crescita.

Altro esempio. All’Ifra, la fi era

viennese del quotidiano, il

centro dell’interesse è stato il

nuovo sistema d’inserimento

ProLiner a soluzione modulare,

che assicura la massima

fl essibilità e garantisce la

sicurezza dell’investimento.

All’Open House, che

si è svolta presso gli

stabilimenti Müller Martini

di Bad Mergentheim all’inizio

di novembre, l’azienda ha

sorpreso i visitatori con

la nuova linea per libri

Diamant 35 «shortrun-

hardcover», in grado di

apportare un aumento

del 16% alla produzione,

rispetto a quanto era

possibile realizzare con

il modello precedente.

Quasi contemporaneamente,

all’Open House di Felben,

Müller Martini ha presentato

al pubblico, come novità

assoluta, la raccoglitrice

ztm 3697, vincitrice

del premio innovazione

assegnato dall’industria

tedesca della stampa nella

categoria confezionamento.

Segnatura per segnaturaCominciando proprio da

qui, dalla novità per linee

di brossura presentata

al salone svizzero,

passiamo in rassegna

le principali tecnologie

applicate, introdotte

recentemente da Müller

Martini. La raccoglitrice

ad alte prestazioni, svelata

all’Accademia della brossura

di Felben, si segnala

innanzitutto per un inedito

sistema di separazione delle

segnature, che conferisce

un’ottima stabilità alla carta

anche alle alte velocità di

produzione. Ecco come:

la segnatura situata più in

basso viene sfi lata dalla pila

residua parallelamente al

dorso, esattamente come

la buccia viene tolta da un

frutto. Durante la sfi latura

viene curvata e irrigidita,

acquisendo stabilità.

Per garantire un accurato

trasporto del prodotto viene

creato poi un cuscino d’aria

intorno alla segnatura,

A Felben è stata presentata la nuova

raccoglitrice ZTM 3697 che presenta un

rivoluzionario sistema di separazione della

segnatura, che «sfoglia», le segnature dalla

pila e le trasporta in modo rapido e sicuro.

Le Diamant sono macchinari ad alta produttività che consentono

al legatore di produrre economicamente libri a copertina

rigida, libri con copertine integrali, full-fl ap o plastifi cate.

febbraio 200858 italiagraFica

speciale legatoria

Page 61: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 59italiagraFica

ad album, con spessori ridottissimi, sia volumi di grande formato. Grande anche la fl essibilità, garantita dal ricco corredo di opzioni Diamant: all’Open house sono stati sfornati a titolo dimostrativo libri con copertina fl essibile (olandese) e ad alette. La qualità elevata della nota linea di cartonato si rifl ette in tutte le fasi della lavorazione: preriscaldamento a raggi infrarossi, arrotondamento, doppia pressatura, rinforzo del dorso, incassatura. I cambi di formato sono molto veloci e vengono gestiti da un sistema touch screen analogo a quello della Diamant 60. Di grande impatto, oltre alla qualità, il livello di automatizzazione della nuova linea shortrun, che si traduce in messe a punto rapide e, di conseguenza, in una grande redditività.

Pressatura al 100% È noto che i blocchi libro con cucitura a fi lo rete possono mostrare un maggiore o minore rigonfi amento del dorso a seconda del tipo di carta, della qualità della piegatura e del tipo di cucitura fi lo refe. Con la nuova macchina

per la pressatura rulli/sull’intera superfi cie (Rpm/Gpm) di Müller Martini il problema può essere risolto in modo duraturo. Per prima cosa il blocco libro passa attraverso la macchina per

La Vba/Collibri è un’unità

metti-risguardi progettata

per la produzione di libri a

copertina rigida con blocchi

libro cuciti a fi lo refe.

La nuova macchina per la

pressatura rulli/sull’intera

superfi cie (Rpm/Gpm) permette

di eliminare il rigonfi amento

del dorso cucito a fi lo di refe.

la pressatura a rulli, che mantiene abbassata la piega: in questo modo si riduce il rigonfi amento del dorso e i fori di cucitura si chiudono. Successivamente il blocco viene posizionato centralmente nella macchina per la pressatura sull’intera superfi cie mediante una pressa idraulica che applica una forza massima di 30 tonnellate. Così l’aria viene espulsa completamente e lo spessore del blocco viene uniformato. E dato che la pressa agisce direttamente sulle ganasce per mezzo di cilindri idraulici, ecco che si può parlare di pressatura al 100%.

Risguardi d’autoreSi chiama Vba/Collibri l’unità metti-risguardi sviluppata specifi camente per la produzione di libri a copertina rigida con blocchi libro cuciti a fi lo refe. Quello

che segue è, a grandi linee, il suo funzionamento. Sul blocco libro vengono applicate strisce di colla attraverso ugelli. Si procede quindi all’alimentazione e alla pressatura dei risguardi sul blocco libro cosparso di colla. Dal momento che la colla viene applicata sul blocco e non sui risguardi, su questi ultimi è possibile lavorare un ampio spettro di grammature. L’incollatura attraverso gli ugelli garantisce inoltre una striscia di distribuzione della colla precisa e pulita. L’operatore può scegliere tra colla a dispersione e hotmelt e la lunghezza della striscia di colla applicata è regolabile, così come la sua posizione sul blocco libro. Le regolazioni sono molto rapide, in quanto l’incollatrice mette automaticamente a disposizione le dimensioni: il pannello di controllo a pittogrammi è omogeneo tra tutte le macchine della gamma Müller Martini e

gli operatori non hanno diffi coltà nel passare da una all’altra. In primavera sarà disponibile anche un telecomando che controllerà centralmente l’intera linea Collibri: la citata macchina per la pressatura Rpm/Gpm, l’incollatrice, la macchina di essiccatura e pressatura Tpm e, naturalmente, la nuova metti-risguardi.

Alimentazione delle pilePer un’alimentazione automatica ed effi ciente delle segnature nei mettifogli della cucitrice fi lo refe Ventura, ora Müller Martini Buchtechnologie offre un magazzino di alimentazione delle pile automatico. I blocchi libro sciolti vengono collocati in pile di altezza massima 220 mm su una banda carta a rulli motorizzata con funzione di accumulo. Con i formati A5, ad esempio, sulla banda si possono trovare sette pile contemporaneamente, mentre

Page 62: Italia Grafica - Febbraio 2008

con gli A6 anche dieci pile, La prima pila viene alimentata in sequenza alla forcella di alimentazione, che la colloca automaticamente nel magazzino mettifogli. Questo sistema consente all’operatore fl essibilità ed effi cienza: anche alla massima velocità (12 pile/minuto) egli è in grado di aggiungere la quantità necessaria di segnature. È assicurato lo sfruttamento costante della macchina e, di conseguenza, un’elevata produttività.

Segnalibro automaticoLast but not least, la nuova macchina d’inserimento

del nastro segnalibro, completamente automatica e di facile impiego assicura che il nastro stesso venga inserito ben teso nel blocco libro. La Ribbon, questo il nome dell’unità dedicata, può essere utilizzata come macchina singola e in impianti di produzione di libri inline tra il trilaterale e la linea di produzione libri. L’immissione è sempre sicura: il libro entra nel canale di guida o direttamente da un trilaterale. La sincronizzazione guida i blocchi libro a intervalli regolari su un nastro trascinatore a camme, sul quale i blocchi scorrono nella macchina con il retro rivolto verso il basso. Anche qui, a sovrintendere il tutto, c’è lo stesso touchscreen della linea di produzione libri Diamont. E come si suol dire, il cerchio si chiude perfettamente. g

speciale legatoria

La Ribbon permette

l’inserimento del nastro

segnalibro e può essere

utilizzata come macchina

singola e in impianti di

produzione di libri inline

tra il trilaterale e la linea

di produzione libri.

La cucitrice a fi lo refe Ventura

permette la produzione di

blocchi-libro di qualità nel settore dei

libri a copertina morbida e rigida.

Page 63: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 61italiagraFica

speciale legatoria

IL BOOM DELLE COPERTINE ECONOMICHE

l’arte della plastifi cazione secondo Gbc

La laminazione commerciale viaggia ad alta velocità e consente elevati volumi di stampa. Realizzate con polipropilene, poliestere e pellicole speciali, queste nuove tipologie di legatura termica consentono confi gurazioni brevi e nessun tempo di asciugatura, oltre alla grande semplicità d’uso.

di Fabio Metitieri^

GBC, Commercial

Laminating

Solutions Group

[www.gbcfi lm.com],

oggi parte del

grande gruppo statunitense

Acco Brands Corporation

[www.accobrands.com], ha

presentato a Viscom Italia

i sistemi di plastifi cazione

Gbc 620 Os e Gbc 5031 Ts,

per la produzione digitale on

demand su piccoli formati,

adatti a stampanti Hp Indigo,

Xerox, Xeicon, Nexpress e Océ

Variostream. Sul versante dei

materiali, Gbc offre la nuova

serie di fi lm Digital Lay Flat.

Secondo questo produttore,

la domanda di un fi nishing

professionale sulle stampe

realizzate con macchine inkjet

sta crescendo notevolmente,

in uno scenario in cui gli

stampatori desiderano

realizzare da soli prodotti

di qualità e quanto più

possibile personalizzati,

avendo il controllo completo

del processo di lavoro.

I clienti, d’altra parte,

impongono tempi di

consegna più stretti, che

sono poco compatibili con

l’esecuzione presso terzi di

queste lavorazioni. I sistemi

di laminazione di oggi,

inoltre, non comportano

investimenti proibitivi, sono

facili da usare, puliti e sicuri.

La plastifi cazione monofacciale di Gbc 620 OsQuesta soluzione da tavolo

di Gbc ha un tempo di

riscaldamento di 5 minuti,

un sistema di alimentazione

semiautomatico, un

separatore integrato e

adattatori per i diversi formati

di pellicola. Considerata

economica ed entry level,

viene proposta per produrre

copertine, sovraccoperte,

imballaggi, tessere omaggio

su carta, cartoline postali

e biglietti da visita, con un

formato da 10×25 cm fi no

a 52×74 cm e una velocità

massima di 15 m/minuto,

con caratteristiche adatte alle

piccole tirature su stampanti

a colori e su macchine da

stampa offset. Oltre al fi lm

Lay Flat di Gbc, la 620 Os può

essere utilizzata con vari tipi

di pellicola, in polipropilene

e poliestere, con bobine fi no

a mille metri di lunghezza.

Il suo produttore vanta in

particolare la semplicità

d’uso del sistema, che può

migliorare molto rapidamente

e con convenienza l’aspetto

e la durata delle stampe.

L’alimentatore semiautomatico

ha un meccanismo di

inserimento dei fogli che,

oltre a rulli e cinghie, sfrutta

un sistema pneumatico

controllato che lo rende

più affi dabile e semplifi ca

molto il lavoro dell’operatore.

L’alimentatore è a due stadi e

mentre allinea il primo foglio

nel laminatore può preparare

uno o più altri fogli, a seconda

della loro lunghezza, per

rendere ottimale il processo.

La confi gurazione richiesta

è minima: gli adattatori

consentono di usare

pellicole di diversi spessori

e lunghezze. Un’altra

innovazione è un contatore

delle copie, per arrestare

automaticamente il lavoro.

Per il riscaldamento il

Gbc 620 Os sfrutta un

dispositivo a infrarossi al

quarzo, molto rapido, con

una temperatura di 145 °C,

e un rullo rivestito in Tefl on,

per diminuire l’appiccicosità

e ridurre i tempi di pulitura.

Il controllo pneumatico

dei morsetti determina

una migliore aderenza tra

l’inchiostro e l’adesivo; infi ne

una barra di raffreddamento

evita l’arricciamento dello

stampato e un separatore

Alcuni esempi

di applicazioni commerciali

di laminazione.

Page 64: Italia Grafica - Febbraio 2008

speciale legatoria

integrato divide i fogli.

Armadietto compreso,

il sistema ha dimensioni

di 119×224×135 cm

e pesa 304 kg.

Gbc 5031 Ts, per il fronte retro con doppio riscaldamentoQuando la plastifi cazione

deve essere fronte-retro,

Gbc propone il sistema

5031 Ts, sicuro e facile da

usare, che richiede un solo

operatore ed è adatto alla

stampa commerciale e agli

ambienti di produzione interni

alle aziende. Le dimensioni

di lavoro vanno da 15×25

cm a 76×122 cm, mentre

la velocità massima è di

17 m/minuto. In questo caso

il sistema di riscaldamento è

doppio, con i rulli pressione

che raggiungono i 160 °C

e garantiscono una buona

adesione anche a velocità

molto elevate. Per migliorare

il fl usso di lavoro, il sistema

dispone di un alimentatore

inline molto preciso, con un

grande vassoio e una testa di

alimentazione a depressione.

Le confi gurazioni di velocità e

temperature dei diversi lavori

possono essere memorizzate e

reimpostate automaticamente.

Una taglierina stand-alone

regolabile fi no al millimetro

completa la soluzione, con

una lama rotante che esegue

un taglio netto dei bordi di

testa e di uscita, mentre un

rullo di trazione mantiene

teso il materiale. Anche qui è

disponibile un contatore delle

copie, per i lavori di maggior

tiratura. Il materiale, che viene

raffreddato grazie a ventole

che eliminano il rischio di

arricciamento, può essere

accumulato in pile di 40 cm.

Il solo sistema 5031 Ts, senza

considerare l’alimentatore e

la taglierina, ha dimensioni

di 1.245×128×90 cm

e pesa 200 kg.

Una vasta gamma di plastifi catriciL’offerta di Gbc comprende

diversi modelli, sia per

applicazioni per interni a

breve durata sia per esterni

a lunga durata, con sistemi

adatti anche alle grandi

tirature e velocità di lavoro

fi no a 100 m/minuto, con

fi lm lucidi, opachi, antigraffi o,

goffrati o metallizzati.

Le soluzioni possono essere

distinte in tre settori.

Per il fi nishing per la stampa

commerciale ad alto volume

il Gbc 8556 lavora materiali

di larghezza fi no a 1,12 m

per lunghezze di 1,42 m, con

velocità di 76 m/minuto, e

rende conveniente il passaggio

alla laminazione termica.

La qualità del lavoro lo rende

adatto anche al packaging

dei prodotti di lusso.

Una seconda tipologia di

laminatrici serve il mercato del

fi nishing di piccolo e medio

formato, con i sistemi Delta e

Delta Junior, caratterizzati da

alte prestazioni, con velocità

fi no a 30 m/minuto, per le

tirature corte con stampanti

mid-range e digitali. In

questo caso è importante

cambiare rapidamente il

lavoro, il fi lm e le dimensioni

del lavoro; il formato

La 620 Os è la entry level di Gbc per

la produzione di copertine, sovraccoperte,

imballaggi, tessere omaggio su carta,

cartoline postali e biglietti da visita,

con un formato da 10×25 cm.

Il nuovo sistema

5031 Ts consente

una plastifi cazione

fronte-retro alla

velocità massima

di 17 m/minuto.

Page 65: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 63italiagraFica

arriva fi no a 52×72 cm

e un contacopie arresta

automaticamente il lavoro.

Per il grande formato,

la stampa grafi ca e

l’insegnistica sono disponibili

i Falcon 3064 Wfe 2080 Wf, quest’ultimo

con larghezza fi no a 2 metri

e studiato in particolare

per i poster a due facce.

I fi lm originali GbcL’offerta di Gbc per i fi lm da

utilizzare è altrettanto ampia.

Il Digital Opp ha migliorato

l’adesività rispetto ai

precedenti Gbc

9525 Premium

gloss e al

GBC 8326 matte fi lm; per

le macchine digitali anche

il Hi-Tac Lay Flat garantisce

un’adesività elevata. Di recente

questo produttore ha messo

a punto dei fi lm laminabili

a freddo, per le stampanti a

solvente. Un altro prodotto

lanciato sul mercato da poco

è il 7100 Pet metallizzato,

il primo fi lm in poliestere

metallizzato termico che

è diventato disponibile in

Europa.

Per le alte

velocità

nel grande formato,

l’8600 Silk Opp, produce

una superfi cie sericea, non

rifl ettente e resistente alle

impronte digitali, conservando

sempre un aspetto piacevole

al tatto; questo fi lm è anche

adatto a ulteriori fi nishing,

come la verniciatura spot, la

verniciatura Uv, o la fi nitura

con foglio di metallo.

Per il packaging l’azienda

dispone del fi lm Gbc 8300,

un matt che è tre volte più

duraturo e resistente ai graffi

del Gbc 8326 matte e che può

essere completato con l’UV-

spot coating, per un maggiore

impatto visuale.

L’8300 è compatibile

sia con colle a base

animale, sia

con colle

sintetiche. g

GBC, LA LAMINAZIONE AMPLIA I SUOI CONFINIItalia Grafi ca ha chiesto a Giel Klinkers, direttore vendite e marketing di Gbc in Europa, come si sta evolvendo la laminazione.

Dott. Klinkers, negli ultimi anni Gbc ha rilevato una tendenza a vedere la laminazione in modo differente, in particolare anche come mezzo per migliorare l’impatto visivo del prodotto. Quali sono le ultime evoluzioni in tal senso?«Sì, è una tendenza degli ultimi anni il cui bisogno è determinato anche dalla diffusione della stampa a solvente. Invece di essere vista solo come un fattore di protezione contro gli Uv e l’umidità, la laminazione viene adottata pensando maggiormente alla protezione meccanica e al miglioramento dell’estetica.La realizzazione in casa per la laminazione continuerà ad aumentare, dato che le macchine stanno diventando più semplici da utilizzare e più redditizie come investimenti. Inoltre la lavorazione diretta da parte dello stampatore cresce perché stanno aumentando i costi di trasporto».

Quali sono i principali vantaggi della laminazione termica rispetto ad altre tecnologie di laminazione?«Il punto più essenziale nella laminazione commerciale di oggi è la plastifi cazione ad alta velocità e su un solo lato con polipropilene, poliestere e pellicole speciali. Questo richiede macchine adatte agli alti volumi e alle alte velocità. Laminazione termica signifi ca semplicità d’uso. Con macchine facili da gestire, tempi di confi gurazione brevi e nessun tempo di asciugatura, si è certi di avere delle produzioni veloci. Immediatamente dopo

la laminazione termica, le stampe possono essere rilegate, tagliate, perforate o piegate, servendo i clienti con estrema rapidità. Con la laminazione termica, inoltre, si possono usare fi lm che contengono alte percentuali di colla, per una migliore adesione sullo stampato. Occorre sottolineare anche che le pellicole di Gbc non contengono solventi, per cui sono ecocompatibili e la carta su cui sono applicate è riciclabile, fattori che diventeranno ancora più importanti con le future normative ambientali».

Quali accorgimenti occorre adottare per evitare gli errori più comuni in fase di laminazione?«Le pellicole e la carta possono espandersi o contrarsi per il calore o l’umidità, con reazioni che possono essere amplifi cate dal tipo di rivestimento applicato. I produttori sono costantemente impegnati nel miglioramento delle qualità tecniche di prodotti e rivestimenti, e quindi potrebbe esserci un’alterazione nella loro composizione senza che il rivenditore o il cliente ne siano consapevoli. In questo caso, quando sorge un problema durante la plastifi cazione, l’utente lo attribuirà erroneamente alla macchina.Come per i supporti di stampa, la composizione degli inchiostri è infl uenzata dalle innovazioni tecnologiche. A volte ci sono problemi che riguardano solo un colore, che impedisce un’adesione corretta della pellicola di protezione al materiale stampato. Anche questa volta il cliente tende ad attribuire alla plastifi catrice la causa del problema.Un fattore molto critico per ottenere buoni risultati di fi nitura è la competenza dell’operatore. Noi consigliamo un

addestramento di circa sette ore sulla macchina, preferibilmente di tutti gli operatori che la useranno, non di una sola persona.Per le plastifi catrici l’errore più frequente è la scorretta confi gurazione dell’apertura tra i rulli, che dovrebbe sempre essere regolata in modo da far corrispondere lo spessore del supporto di stampa con la pellicola di plastifi cazione. Altre cause d’errore sono l’eccessiva velocità della plastifi catrice, una confi gurazione della tensione troppo bassa o troppo alta e una temperatura di riscaldamento eccessiva o insuffi ciente.È molto diffi cile individuare la temperatura corretta. Con i materiali attivati dal calore, risultati soddisfacenti dipendono soprattutto dalla velocità di elaborazione. Se la plastifi catrice lavora troppo velocemente, l’adesivo potrà non attivarsi e alla fi ne la pellicola non aderirà. Al contrario, se la macchina funziona troppo lentamente le lamine a caldo possono surriscaldarsi, sviluppare increspature o espandersi. Il segreto è trovare il giusto equilibrio in base alla plastifi catrice e alla lamina.Infi ne occorre che le stampe da plastifi care siano suffi cientemente asciutte. In teoria sarebbe meglio aspettare un giorno fi no a quando gli inchiostri siano completamente polimerizzati. Paradossalmente il miglior consiglio è prendersi tutto il tempo per la plastifi cazione: più lentamente si plastifi ca, meno errori ci saranno».

Giel Klinkers,

direttore vendite

e marketing

di Gbc in Europa.

La nuova serie di fi lm

Digital Lay Flat.

Un esempio

di applicazione

Gbc in fi lm

metallizzato.

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febbraio 200864 italiagraFica

per il dizionario Garzanti l’artiere è «chi esercita un’arte, artigiano». Per gli editori e

le agenzie pubblicitarie di tutta Italia l’artiere è Gianni

Gamberini, che nel 1977 ha fondato Grafi che dell’Artiere [www.grafi cartiere.com] per stampare in bilico tra arte, artigianato e nuove tecnologie pubblicazioni di qualsiasi

LAVORAZIONI SPECIALI E DI ALTA QUALITÀ

Alchimie d’Artiere

Grafi che dell’Artiere sforna libri di fotografi a, d’arte, pubblicazioni editoriali e pubblicitarie, cataloghi, inviti, cartelli vetrina, monografi e e

ogni genere di stampati di alto livello. Che si contraddistinguono per gli effetti

speciali e per le confezioni particolari.Proprio per queste «alchimie», come le defi niscono nella stamperia, l’azienda bolognese è meta dei creativi di tutta Italia. Vediamo perché.

di Moreno Soppelsa^

In apertura una panoramica

di alcune delle pubblicazioni

stampate da Grafi ca dell’Artiere,

caratterizzate da tecniche di stampa

e di fi nitura molto particolari.

Si va da brochure rilegate

con veri anellini sino ai cataloghi

di piastrelle che simulano il sughero

o stampati su vero e proprio

sughero, confezionati con ramoscelli

di legno per accentuare il richiamo

alla natura degli oggetti descritti.

speciale legatoria

Gianni Gamberini, fondatore

di Grafi che dell’Artiere

e tutt’ora alla guida della

società assieme alla moglie

e al fi glio Gianmarco, operativo

in azienda con la responsabilità

delle vendite e del marketing.

Un’altra delle particolarissime

lavorazioni di Grafi che

dell’Artiere. In questo caso

il committente voleva che

il libro avesse una copertina

che richiamasse anche al tatto

l’aspetto di un muro intonacato.

Risultato raggiunto grazie a una

fi nissima polvere di marmo.

genere, dal libro d’arte all’invito della maison di moda, dalla presentazione dell’agenzia pubblicitaria alle monografi e. Gamberini ha fondato l’azienda con un obiettivo preciso: stampare con cura artigianale e macchine modernissime, e fare lavorazioni così particolari che pochi altri sanno fare. Non a caso il motto di Grafi che dell’artiere è «stampare bene è un’arte». Lo show room dell’azienda di Bentivoglio, vicino a Bologna, è una piccola bottega delle meraviglie nella quale sono esposte quelle che Gamberini defi nisce «le nostre alchimie». Ci sono volumi con la copertina che richiama un muro grazie alla povere di marmo mescolata con gli inchiostri e la tela, libri di pochi centimetri in corpo 3 per un regalo aziendale, calendari in cui convivono la stampa a secco, quella

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febbraio 2008 65italiagraFica

e metallizzata. Ma anche su materiali particolari, come plastica, seta, tela, fi ntapelle, gomma, magneti, lega di piombo, fi bre di carbonio, corteccia, paglia, alluminio, materiali olografi ci. Le tecniche di stampa? Esacromia, vernici Uv lucide, opache e perlescenti, inchiostri sensibili al calore e alla luce. Anche profumati, volendo. Nello stabilimento di Bentivoglio si fa tutto: prestampa, stampa nelle divisioni digitale e offset, e confezione. Vediamo con ordine i vari reparti.

PrestampaAlle Grafi che dell’Artiere di solito i creativi arrivano con idee molto particolari. A volte troppo. Ma alla fi ne, messe a confronto le idee molto spesso innovative di agenzie ed editori con la loro fattibilità tecnica, che nell’Artiere è per fortuna molto ampia, il prodotto arriva sempre in stampa. In questa fase i team dei Gamberini (oltre a Gianni lavorano in azienda la moglie

La stampante digitale a quattro colori Nexpress Kodak Heidelberg

nel reparto di stampa digitale di Grafi che dell’Artiere. Viene usata

soprattutto per pretirature, al fi ne di consegnare al cliente

le staffette che precedono la stampa offset, e per tirature limitate.

Alcuni momenti di lavorazione

nel reparto di fi nitura

della stamperia bolognese

a caldo, il polipropilene, il gommato, le fustelle al laser e le cuciture fatte con robuste macchine per cucire. C’è un catalogo realizzato per un’azienda che produce piastrelle in ceramica che si ispirano alla natura e al sughero. E quel catalogo riporta le immagini delle piastrelle che si rifanno al sughero su sughero vero. Quasi più realistico il catalogo delle piastrelle stesse. «Per fare questo catalogo», spiega Gianmarco Gamberini, fi glio di Gianni e responsabile delle vendite e del marketing nella società, «abbiamo stampato dieci tinte di ceramica in quadricromia su sughero. Una lavorazione davvero molto particolare, che ci ha impegnato molto perché il cliente voleva che la sua pubblicazione richiamasse esplicitamente un’idea forte della natura». Alchimie, appunto. E c’è un uffi cio tecnico che lavora a pieno ritmo per sperimentare tecniche speciali per stampare su tutti i tipi di carta: laminata, madreperlata

fa una pretiratura che può essere anche di una decina di copie nelle macchine del reparto digitale, che vedremo più avanti. In questo modo il cliente si trova nelle mani un prodotto praticamente uguale a quello che sarà stampato in grossi volumi e ha la possibilità di fare gli ultimi ritocchi. Nel reparto di prestampa si fanno scansioni di fotocolor, diapositive e altri materiali. In caso di necessità ci sono esperti di fotoritocco, impaginazione e imposizione, anche se quasi sempre la veste grafi ca viene fatta dai committenti.

e il fi glio Gianmarco) valuta il lavoro, fornisce consulenza tecnica su formati, materiali e lavorazioni speciali. Inizia la solita e immancabile trattativa sul preventivo, visto che anche i clienti più prestigiosi non esitano a tirare sul prezzo. È il gioco delle parti, che quasi sempre però si traduce in una commessa vera e propria. Perché i prezzi delle Grafi che dell’Artiere non sono quelli degli stampatori di grandi numeri, ma sono adeguati alla qualità fornita. E poi certe lavorazioni sono in pochi a farle, e anche gli altri non le regalano. «C’è ovviamente una corsa al ribasso», spiega Gianni Gamberini, «ma si salvano i lavori che sono in pochi a fare come noi, che richiedono una grande capacità di ingegnerizzazione, di organizzazione. Anche il cliente che non bada a spese tratta per ridurre i costi, ma alla fi ne un accordo si trova sempre».Trovata l’intesa, l’uffi cio tecnico di Grafi che dell’Artiere esegue un campione in bianco nei formati e materiali richiesti e preventivati.A questo punto, e ovviamente stiamo parlando delle lavorazioni più particolari, il committente «veste» grafi camente il campione in bianco con una grafi ca su misura. Si capisce che con questo modo di procedere è diffi cile che il risultato fi nale fornisca sorprese. Anche perché, come servizio aggiuntivo a richiesta, l’azienda, prima di mandare in stampa offset uno stampato in alta tiratura,

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febbraio 200866 italiagraFica

speciale legatoria

In questo reparto si fanno anche i Cromalin, le ciano e l’incisione delle lastre. Tra le attrezzature vediamo all’opera uno scannerCelsis 6250 a cilindro, uno scanner Fuji Lanovia piano, un Digital Cromalin 50×70 per prove colore certifi cate, un Ctp Luxel VX9600 automatico a tecnologia Violet (può utilizzare lastre polimeriche e ha varie possibilità di retinatura stocastica, un plotter Epson 9600 per

L’ATLANTE CROMATICOGrafi che dell’Artiere fornisce ai suoi clienti più affezionati uno strumento di lavoro che si rivela estremamente utile: un atlante composto da 124 tavole cromatiche, suddivise in due raccolte (per carta microporosa e per carta macroporosa). Nella stampa la resa cromatica è uno degli elementi principali per la valutazione qualitativa del prodotti fi nito, e l’Atlante in questa ottica è fondamentale per la scelta dei colori nella fase progettuale di un prodotti. Viene venduto anche a chi non è cliente di Grafi che dell’Artiere, a 90 euro a volume. In arrivo anche un nuovo atlante cromatico per il processo di stampa a 6 colori.

il foglio automaticamente stampando 2 colori in bianco e 2 colori in volta in un unico passaggio. Infi ne c’è l’Aurelia 700 Elite Uv, convertita per stampare a 6 colori più vernice in formato 70×100. «Questa macchina», sottolinea Gianni Gamberini, «stampa molto bene ed è dotata di un ottimo impianto di raffreddamento, per cui il foglio è sempre a bassa temperatura e non vengono introdotti inquinanti nella stampa. Si tratta di una macchina da stampa ancora ottima, oltre che per la stampa Uv, per le tirature non elevatissime».

È grazie a questo reparto, assieme a quello delle fi niture che vedremo più avanti, che Grafi che dell’Artiere produce stampati che vanno oltre alla stampa tradizionale: stampe serigrafi che con profumazioni, termosensibili con glitter e luminescenti, plastifi cazioni opache, lucide, drip-off, laminature e goffrature, stampa con termorilievo.

La stampa digitaleCinque anni fa è stato aperto anche un reparto di stampa digitale. Non solo per fare business, come abbiamo scritto precedentemente, ma per fornire un servizio

Nel reparto di allestimento è presente anche una stazione semiautomatica

Rilecart per confezione a Wire-O (spirale metallica) da 80 cm

di luce massima, e una platina fustellatrice Imperia Rabolini

con metti levafogli automatico e dispositivo per stampa a caldo a piori

(oro argento, colori pastello…) e per stampa a secco e a rilevo.

L’Aurelia 700 Elite Uv, recentemente convertita, stampa lavorazioni

particolari che sfruttano i sei colori della macchina e il gruppo Uv.

Il sistema computer to plate Luxel VX9600 automatico

a tecnologia Violet, che può utilizzare lastre polimeriche.

speciale legatoria

stampe fi no a 110×1.500 cm e un plotter Hp1055CM per stampa ciano colore. C’è anche un Ctf Luxel f-9000 dual laser con possibilità di retinatura stocastica, perché per certe lavorazioni particolari il computer to plate non consente il controllo completo che offre la buona vecchia pellicola. «La pellicola è ancora necessaria quando dobbiamo sovrastampare per avere un registro perfetto», dice Gamberini. Il software usato per la conversione da RGB a esacromia è Esko Graphics.

La stampa offsetPassiamo quindi al reparto di stampa offset, dove non mancano macchine modernissime e altre più datate, ma convertite in modo da fare lavorazioni particolarmente ricercate.In tutto ci sono due macchine da stampa a 6 colori, una macchina a 5 colori e una a 4 colori. La parte del leone la fa la Man Roland 706 a foglio, in grado di stampare a 6 colori più vernice in formato 70×100. È dotata di lettore densitometrico Cci. Stesso lettore densitometrico è montato sulla stampante a 5 colori, che è una Man

Roland 705, sempre a foglio. Così come è una macchina a foglio, ma a 4 colori,la Man Roland 704, che ha anche la possibilità di girare

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febbraio 2008 67italiagraFica

aggiuntivo ai clienti per i quali poi si stampa sul serio in offset. È stato aperto cinque anni fa perché il digitale a ogni buon conto non si può ignorare e, anche se per le grandi tirature non è il caso nemmeno di considerarlo, per gli impieghi di pretiratura a cui viene riservato dall’Artiere e per le piccole produzioni si rivela molto utile. È stato attrezzato senza risparmi: due macchine da stampa a dati variabili, una per la stampa in quadricromia e una per la stampa in bianco e nero, dotata di fascicolatore e cucitura con punto metallico direttamente in linea.Il modello a 4 colori è una Nexpress Kodak Heidelberg, mentre quella a un colore è una Digimaster Kodak

Heidelberg. Nel reparto digitale anche taglierina, plastifi catrice, confezionatrice Wire-O, cordonatrice, cellophanatrice. Insomma, abbastanza per una stamperia nella stamperia. Un investimento che ha già dato

Una delle lavorazioni

complesse di Grafi che

dell’Artiere. Si tratta

della presentazione

di una collezione

moda racchiusa

in un cofanetto

che contiene

un Cd-Rom e

un invito, chiusi

da un laccetto e

da un accessorio

moda in ottone.

A volte le lavorazioni richieste

a Grafi che dell’Artiere sono ai limiti

delle possibilità. Nel caso

di questo invito i creativi

non si sono concentrati

esclusivamente

sull’aspetto grafi co,

ma su quello

sonoro. Quando

l’invito veniva

«spezzato»

doveva fare un

suono particolare.

Un tecnico all’opera su una macchina da stampa all’interno

dello stabilimento bolognese di Grafi che dell’Artiere.

punto metallico, spirale metallica Wire-O, cucitura a fi lo a zigzag per lavori che simulano le cuciture del mondo della moda, taglia e cuci, rivettature, ma anche lavorazioni manuali di particolare complessità, come quando si tratta di fustellare di fi no, arrotondare angoli (magari per alloggiare un elastico che fa parte integrante della fi nitura) e forare. Qui l’attrezzatura sembra più vissuta, ma in grado di svolgere adeguatamente i suoi compiti. «Possiamo anche montare il Wire-O in tre parti staccate, per nobilitare lo stampato, anziché usare una linea intera che a volte è molto pesante», spiega Gamberini.Girando per il reparto vediamo una Wohllemberg per taglio lineare con luce di 115 cm, programmabile e con alimentatore e scarico automatico Baumann. Della stessa marca un tagliacarte da 80 cm, mentre è della Imperia Rabolini la platina fustellatrice con metti levafogli automatico e dispositivo per stampa a caldo a piori (oro argento, colori pastello…) e per stampa a secco e a rilevo. C’è anche una piegatrice automatica Mbo a tasche, in grado di fare quattro o sei pieghe a fi nestre in formato 68×100. Completano le attrezzature

Una delle macchine per cucire

nel reparto d’allestimento

di Grafi che dell’Artiere, sulle

quali vengono effettuate cuciture

a fi lo che simulano proprio

l’effetto delle cuciture a macchina

su stoffa e il taglia e cuci.

un ritorno? «Più che produrre un utile immediato», dice Gamberini, «il reparto digitale ci consente di fornire un grosso servizio ai clienti, che hanno ampiamente dimostrato di apprezzarlo. A volte abbiamo acquisito nuovi clienti proprio per il digitale, che comunque può avvantaggiarsi di tutte le lavorazioni presenti nella legatoria interna: stampa a caldo, a secco, cuciture con le macchine da cucire e così via».

L’allestimentoEd eccoci fi nalmente al reparto di allestimento, dove trovano completamento le alchimie dell’Artiere. «Noi siamo forti nella legatoria speciale, mentre per quella industriale ci appoggiamo a fornitori esterni», precisa Gianni Gamberini. Qui si fanno lavorazioni di cartotecnica per fustellatura, incollatura di astucci, scatole ed espositori e così via. Ma queste sono le cose banali, perché il reparto si trova a suo agio nelle

lavorazioni speciali: confezione a

una raccoglitrice a punto metallico Theisen Bonitz con dieci stazioni e quattro teste per punto Omega standard e punto Omega da 7 millimetri, una cordonatrice piegatrice automatica Petratto per carte con grammatura fi no a 450 e una stazione semiautomatica Rilecart per confezione a Wire-O da 80 cm di luce massima. All’opera anche tutta una serie di macchine da

cucire professionali. In questo reparto passano tirature da mille a 10mila copie e oltre. Ma ci sarà stata una richiesta impossibile da parte di aziende che si rivolgono a Grafi che dell’Artiere proprio per la sua capacità di trasformare in oggetti di carta la creatività più sfrenata. «Di impossibile non c’è capitato nulla fi no a oggi», dice Gianmarco Gamberini dopo averci pensato un po’. «Magari si arriva a qualche compromesso per conciliare creatività e fattibilità tecnica, ma alla fi ne i clienti hanno un prodotto che rispecchia l’idea originale». g

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febbraio 200868 italiagraFica

speciale legatoria

LA TRADIZIONE DI UNA GLORIOSA STAMPERIA

Valdonega val bene una stampa

di Moreno Soppelsa^

gironzolando

per la sede

dalla Stamperia

Valdonega di

Arbizzano, in

provincia di Verona

[www.stamperiavaldonega.it],

saltano agli occhi sia l’amore

diffuso per l’oggetto libro

sia le nuove e le antiche

tecnologie che lì sembrano

saper convivere bene.

Nella sala riunioni fa bella

mostra una cassettiera

tipografi ca colma di fregi in

piombo, ma è solo l’assaggio

perché nello stabilimento

c’è ancora una tipografi a

con centinaia di cassetti

tipografi ci, colmi di caratteri

di piombo Monotype

assieme ai font Val, i font

che come vedremo in

seguito sono stati creati dalla

Stamperia Valdonega per

rendere meno traumatico il

passaggio dal piombo alla

fotocomposizione avvenuto

nei primi anni Novanta

Uno dei preziosi libri usciti dalla

Stamperia Valdonega: Le avventure

di Pinocchio, edito da Art’è

(Bologna). Volume composto

in piombo nei corpi 18 e 24

Bembo Monotype e impresso

in 2 colori su carta Arches in

tipografi a. La legatura è in tutta

pelle ed è stata curata dell’editore.

Martino Mardersteig, fi glio

del fondatore della Stamperia

Valdonega, Giovanni Mardersteig.

Libri di pregio sulle cui pagine far scorrere la mano per sentire ancora le impressioni del piombo.Ma anche facsimili stampati a 6 colori in cui la cura nella prestampa rifl ette l’amore per i libri. Succede ancora oggi alla stamperia veronese specializzata in lavorazioni di qualità per editori italiani e stranieri, musei internazionali ed edizioni numerate di grande pregio. Un paradiso per i bibliofi li ma anche per chi è affezionato al libro e a tutte le lavorazioni che ne rispettano e valorizzano i contenuti, dalla scelta dei caratteri alla legatura.

su collane che andavano

avanti da anni e sulle quali

la differenza tra vecchia e

nuova tecnologia si sarebbe

notata a colpo d’occhio.

E se la cassettiera nella

sala riunioni è di bellezza, la

tipografi a è tutt’ora operativa.

Al momento della nostra

visita l’anziana Johannisberg

104, curata quasi con affetto

da un operatore in camice

nero (perché gli inchiostri

sporcano le mani e i vestiti

su queste macchine, e non

trovano posto i tecnici in

camice bianco delle nuove

stampanti senza carattere),

stava sfornando chissà quali

attestati. Ma è sempre pronta

per chi vuole un libro, e ce

ne sono ancora, sul quale si

senta ancora la pressione del

piombo quando si sfi orano

le sue pagine con le dita.

Ma questo tuffo nel passato

non deve ingannare: la

Stamperia Valdonega può

stampare i libri d’arte, i

facsimili, le opere fotografi che

e i preziosi tomi numerati che

rappresentano le sue specialità

sulle offset all’avanguardia

e sulle 4, 5, 6 colori della

Siz [www.siz.it], altra azienda

veronese specializzata nella

stampa a foglio di qualità,

legata alla Valdonega da un

saldo accordo industriale

che le vuole in gruppo

(vedi il box). In ogni caso,

al di là della tecnologia

di stampa, uno dei punti

fermi dell’azienda è la cura

maniacale della prestampa,

che va dalla scelta dei

caratteri più adatti alla singola

opera all’impaginazione,

dall’elaborazione delle

immagini (soprattutto

per i libri d’arte) alla

scelta della carta giusta

per la riproduzione di un

acquerello piuttosto che

di un olio. Vediamo più

da vicino la sua storia e

come opera attualmente.

Page 71: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 2008 69italiagraFica

Particolare cura viene riservata alla legatura

dei volumi, che viene progettata all’interno della

Stamperia Valdonega. Dopo aver realizzato

un prototipo, i lavori vengono affi dati

alle legatorie esterne specializzate

nelle varie lavorazioni,

dalla pelle alla tela.

Una lunga storiaGià nel 1992, fondando a

Lugano l’Offi cina Bodoni,

Giovanni Mardersteig si rese

conto che c’era un certo

interesse internazionale per

l’editoria di alto livello.

E cominciò a lavorare

curando in particolare i testi

e l’impaginazione. E anche

la stampa naturalmente,

che allora era al torchio su

pergamena e carte di grande

pregio. Trasferitosi a Verona,

nel 1948 fondò la Stamperia

Valdonega per stampare

libri di qualità che potessero

accontentare i bibliofi li e gli

amanti del buon libro grazie a

macchine per la composizione

meccanica Monotyper e piano

cilindriche Johannisberg.

I primi ottimi clienti vennero

subito: la Riccardo Ricciardi

Editore con i Classici della

Letteratura Italiani, l’Editrice

Antenore diretta da Giuseppe

Billanovich (Italia Medioevale

e Umanistica), Adelphi

Edizioni con la serie di volumi

di Tutte le Opere di Friedrich

Nietsche, l’importante

collana di volumi su

Le Lettere di Michelangelo per

Sansoni e così via. Nel 1977

scompare Giovanni e le redini

dell’azienda vanno al fi glio

Martino, attivo nella Stamperia

Valdonega. Aumentano in

quegli anni i contatti con

l’estero, soprattutto con

gli Stati Uniti. Tanto che

nel 1984 il Metropolitan

Museum di New York dedica

all’azienda veronese la mostra

«The Mardersteig’s Work in

the Stamperia

Valdonega». Nel

1991 anche il Grolier

Club organizza una mostra

simile. Inizia una nuova

specializzazione, quella dei

facsimili. Esce così un’edizione

in facsimile di un manoscritto

arabo del XV secolo,

Sulvan al Muta, seguito dal

prezioso facsimile in ebraico,

il Moss Haggadah, che rimane

un’opera inimitabile. Tra

decine di opere stampate

per altri editori, e alcune

stampate anche in proprio

che si possono acquistare

online sul sito di commercio

elettronico dell’azienda

[www.valdonegabooks.it], la

Valdonega arriva a un bivio.

Arrivano sul mercato i moderni

sistemi di fotocomposizione

e il piombo perde

inesorabilmente terreno. «Nei

primi anni Novanta mi sono

reso conto», spiega Martino

Mardersteig, «che noi stavamo

ancora usando solo il piombo,

mentre i caratteri digitali e la

fotocomposizione facevano

passi da gigante e stavano

PER LA STAMPA C’È SIZGrafi che Siz [www.siz.it] è un gruppo industriale grafi co specializzato nei servizi di stampa offset a foglio di qualità, sia commerciale sia editoriale, con vocazione alle produzioni complesse, che prevedono l’impiego di supporti e materiali ricercati e l’esecuzione di lavorazioni speciali. Nasce dall’aggregazione progressiva di Grafi che Siz, società capofi la, e delle società Novastampa, Stamperia Valdonega e Confezioni Grafi che Editoriali. Il fatturato aggregato ammonta a circa 15 milioni di euro, ed è ripartito fra mercato nazionale e mercato estero, che si estende a Stati Uniti e Paesi Asiatici. Grafi che Siz ha un parco macchine molto versatile che le consente di operare dal piccolo formato commerciale per l’esecuzione di micro tirature e coordinati grafi ci, al grande formato di stampa, passando per i formati intermedi per un totale di 32 gruppi stampa. Le lavorazioni disponibili comprendono realizzazioni esacromiche in linea, produzioni in bianco e nero in bicromia, tricromia o quadricromia, in Pantone e vernici a sovrastampa da calamaio o con gruppo spalmatore a tecnologia Anilox, realizzazioni con inchiostri e vernici convenzionali, a tecnologia ibrida e Uv, stampa in bianca e volta in linea. I formati disponibili sono il 35×50, il 70×100 e il 120×160 centimetri.

Codice Selecti, per i tipi

di Edizioni Valdonega. Stampato

nel 2006, è una raccolta facsimile

dei codici più importanti della

Biblioteca Capitolare di Verona,

con dettagli in rilievo dorati.

conquistando

i nostri

mercati tradizionali.

Dovevamo adattarci anche

noi alla fotocomposizione,

ma eravamo preoccupati per

l’impatto che avrebbe avuto

questo passaggio su collane

in corso, come per esempio

i Classici della letteratura

italiani della Ricciardi, che

avevamo iniziato a pubblicare

nel 1951 e sino all’85simo

volume erano composti in

piombo. Nel 1992 l’editore

ci assicurò che voleva

continuare a procedere

con i caratteri in piombo,

ma in fotocomposizione i

costi in effetti erano crollati

e c’era il rischio che il

nostro miglior cliente fosse

costretto a rinunciare al

vecchio sistema per motivi

economici. D’altra parte i

caratteri digitali che avevano

sostituito il piombo non ci

soddisfacevano, tantomeno

l’imprinting della Monotype

che avevamo scelto per quella

collana per la sua leggibilità

e per la sua originalità».

Page 72: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200870 italiagraFica

speciale legatoria

La Valdonega Aesthetic Line«Abbiamo quindi creato»,

prosegue Mardersteig, «una

nostra linea di caratteri, la

Val, Valdonega Aesthetic

Line, che comprende sia i

principali caratteri classici

come il Garamond, l’Imprint

e il Bembo, sia il Dante

disegnato da mio padre».

Una mossa astuta, quella

della Valdonega. Che ha

permesso di continuare

quella collana con differenze

appena percettibili tra piombo

e fotocomposizione. Il fatto

è che i font digitalizzati

dalle grandi case produttrici,

secondo Mardersteig, non

possono essere fedeli al

disegno originale di un

carattere poiché i tecnici,

per offrire un prodotto

economico, hanno dovuto

riunire in un solo disegno le

caratteristiche dei vari corpi.

«Non potevo ammettere»,

spiega Mardersteig, «che

si chiamasse, per dire,

Bembo un carattere che

del Bembo aveva perso le

caratteristiche principali».

Anche Monotype ha alterato il

disegno nella digitalizzazione

dei propri caratteri rispetto

a quelli esistenti in piombo.

Per mettere a punto un

carattere Val, invece, i tecnici

della stamperia individuano

corpi guida per ogni carattere

(generalmente quattro, come

per esempio il corpo 8, il

corpo 11, il corpo 14 e il

corpo 24) e li digitalizzano,

dopo accurati esami, da

disegni originali, cataloghi di

caratteri, campionari, patinate

tirate da nuova fusione e così

via. Quindi, per ogni carattere

Val, esiste una serie di font

che differiscono per corpo,

in modo da riprendere con

maggiore fedeltà la bellezza

tipica di uno stampato

impresso dal piombo.

In questo modo il corpo 12

viene derivato dal corpo guida

11, e il corpo 7 dal corpo

guida 8. Per ogni font Val i

compositori della Stamperia

Valdonega hanno elaborato

nuove tabelle dalle coppie

di avvicinamento, ampliando

tra l’altro quelle tradizionali.

Grazie all’esperienza maturata

nel piombo, gli esperti

della Valdonega hanno

reintrodotto le giuste distanze

tra lettera e lettera, che

variano da corpo a corpo.

La separazione in quattro

disegni per ogni carattere,

secondo Mardersteig,

«ha riproposto in digitale

l’armonia dello spessore

voluta dal suo creatore

e corrisponde all’effetto

dell’impressione del piombo

nella carta». Per dare un

tocco particolare alla

composizione nei caratteri

Val, sono state aggiunte

inoltre le serie di maiuscoletti

e numeri saltellanti, nonché

le legature, soprattutto dove

già esistevano nella versione

della composizione in piombo.

Un’operazione riuscita, visto

che Stamperia Valdonega, ha

proseguito con le sue collane

senza che si avvertisse

eccessivamente il passaggio

dal piombo alla composizione,

che si è concluso nel 1995.

I materiali e la legaturaSe oggi la stampa in

Valdonega è delegata per

pubblicazioni di nicchia

alla gloriosa Johannisberg

e per opere e cataloghi di

maggior tiratura e diffusione

alle potenti e moderne

macchine piane della Siz,

tutta la prestampa viene

fatta all’interno della sede

di Arbizzano. I clienti

spaziano dal Getty Museum

alla Banca Commerciale

Italiana, da Alinari al

Metropolitan Museum di

New York. Si parte, per i

clienti che lo richiedono,

dall’impostazione grafi ca

dei volumi all’impaginazione

su Macintosh. Per quanto

riguarda le riproduzioni, siano

esse mezzetinte, bitinte o

a colori, nel reparto fotolito

stanno molto attenti al fatto

che le stampe siano fedeli

all’originale. Vengono utilizzati

retini fi nissimi per non

sacrifi care dettagli o

sfumature. Con una

particolare abilità, come

riconoscono i committenti,

nella stampa delle immagini

su carte non patinate. «Curo

personalmente l’impostazione

grafi ca delle opere», assicura

Mardersteig, «e oltre ai

caratteri e all’impostazione

generale di un libro, penso

anche alla carta su cui verrà

stampato. Tutto il lavoro di

prestampa deve considerare

la specifi cità di un volume

in funzione del supporto

cartaceo. I cataloghi che

contengono dipinti devono

essere trattati in un modo,

quelli con opere fotografi che

in un altro. E poi c’è

l’aspetto della legatura, che

progettiamo internamente,

anche a livello di realizzazione

del prototipo, e poi affi diamo,

per la lavorazione fi sica, alle

legatorie con cui lavoriamo

da anni. Sono tutte legatorie

specializzate in lavorazioni

diverse. C’è quella che

lavora bene con i volumi in

pelle, quella che sa trattare

al meglio la mezza tela e

quella che ci realizza in

tempi rapidi dalle 5 alle

20mila copie in tutta tela».

Alla fi ne, insomma, ancora

oggi questo mix di buone,

vecchie lavorazioni e di

tecnologie moderne, vale la

considerazione internazionale

della Stamperia Valdonega.

E non è un caso che la

mostra itinerante dedicata

al sessantesimo anniversario

della Stamperia Valdonega

inizi dal Museo della Stampa

di Lipsia per poi passare ad

Amburgo entro l’anno. g

L’arte della stampa a piombo non è

perduta nella Stamperia Valdonega. Una

gloriosa Johannisberg 104 in questo

momento sta stampando attestati che

avranno il «sapore» del piombo impresso

su carta. Un omaggio al passato con una

macchina ancora in perfetta effi cienza.

Nella Stamperia Valdonega ci sono

cassetti tipografi ci in ogni angolo,

con caratteri in piombo che

ancora oggi vengono usati per

preziose produzioni di nicchia.

E con fregi di particolare

qualità e bellezza.

Page 73: Italia Grafica - Febbraio 2008

corsi e seminari

LA PROGETTAZIONE DEL PACKAGINGScuola Grafi ca San Zeno

13 e 14 marzo, Mestre.

Descrizione: il corso si

rivolge a tutti coloro che si

trovano a dover gestire gli

elementi di una composizione

grafi ca, fi nalizzata alla

realizzazione di un prodotto

destinato all’imballaggio.

I temi affrontati

riguardano: le tecniche di

stampa utilizzate per la

produzione del packaging

e le loro implicazioni sulla

realizzazione del progetto

grafi co; le criticità, i vantaggi

e gli svantaggi delle tecniche

di stampa per la produzione

d’imballaggi fl essibili e rigidi;

il supporto di stampa per il

packaging (fabbricazione,

tipi, caratteristiche chimico

fi siche, formati, grammatura,

spessore, aspetto superfi ciale,

resistenza, problematiche di

ancoraggio dell’inchiostro);

alcuni cenni sul colore:

pigmento, veicolo, colori

primari, secondari e composti,

colori caldi e freddi, il colore

nell’immagine coordinata,

visibilità dei colori, colori

puri, il colore nel progetto

grafi co; e le caratteristiche

indispensabili che deve

avere un fi le preposto alla

realizzazione di prodotti

per l’imballaggio.

Durata: 14 ore.

Quota di partecipazione:

265 euro (+ Iva).

Tel. 0458070352

Fax 0458070353

[www.scuolagrafi casanzeno.com]

LA COLORIMETRIA APPLICATA ALLA STAMPAScuola Grafi ca San Zeno

5 marzo, Mestre.

Descrizione: il corso si

rivolge a tecnici operanti

sul processo, responsabili

di prestampa, di formatura

e di stampa, a responsabili

di reparto e di qualità

dei prodotti-servizio.

Partendo da una sintetica

introduzione dei principi

base della colorimetria,

offre la possibilità pratica di

usare un colorimetro o uno

spettrofotometro al fi ne di

ottenere la scomposizione

di una tinta campione in

percentuali di punto espresse

con i colori base CMYK, e

per realizzare le tinte speciali

partendo da un riferimento

preciso e creando poi diverse

ricette. Il corso permette

inoltre di imparare a gestire

in modo «oggettivo» la resa

qualitativa del prodotto

stampato ed effettuare

controlli incontestabili durante

la realizzazione della tiratura.

Durata: 7 ore.

Quota di partecipazione:

110 euro (+ Iva).

Tel. 0458070352

Fax 0458070353

[www.scuolagrafi casanzeno.com]

Page 74: Italia Grafica - Febbraio 2008

corsi e seminari

LA RIPRESA DIGITALEScuola Grafi ca San Zeno

4, 6, 11, 12 e 13 marzo,

Verona.

Descrizione: il corso permette

di apprendere le regole

principali della fotografi a

digitale, i sensori digitali,

le loro caratteristiche e

potenzialità, apprendere

le principali tecniche

di scatto e le tecniche

di base per l’elaborazione

(post-produzione)

di una fotografi a.

Durata: 12 ore.

Quota di partecipazione:

180 euro (Iva esclusa).

Tel. 0458070352

Fax 0458070353

[www.scuolagrafi casanzeno.com]

INTRODUZIONE ALLA FABBRICAZIONE DELLA CARTAScuola Grafi ca San Zeno

Dall’8 al 21 aprile, Verona.

Descrizione: il corso fornisce

un quadro di riferimento sui

prodotti, le materie prime e le

fasi produttive del processo

cartario. L’obiettivo è fornire

conoscenze tali da costruire

una base sulla fabbricazione

della carta, la preparazione

dell’impasto, la patinatura e

sulle lavorazioni di stampa.

Durata: 28 ore.

Quota di partecipazione:

600 euro (Iva esclusa).

Tel. 0458070352

Fax 0458070353

[www.scuolagrafi casanzeno.com]

COME SI PRODUCONO GLI STAMPATIScuola Grafi ca San Zeno

Dall’1 al 13 marzo, Verona.

Descrizione: il corso vuole

illustrare le tecniche per

ottenere prodotti stampati

secondo le diverse tecnologie

presenti sul mercato,

tradizionali e digitali.

Spiega inoltre i fl ussi

operativi con analisi tecnica

e relative dimostrazioni,

facendo prendere

conoscenza della corretta

terminologia del settore.

Durata: 21 ore.

Quota di partecipazione:

340 euro (Iva esclusa).

Tel. 0458070352

Fax 0458070353

[www.scuolagrafi casanzeno.com]

IL RESPONSABILE DI PRODUZIONE E IL CAPO INTERMEDIOScuola Grafi ca San Zeno

11 e 12 aprile, Verona.

Descrizione: il corso fornisce

gli strumenti per la gestione

dei collaboratori e delle

dinamiche di gruppo ad

alta professionalizzazione.

L’obiettivo è innescare un

processo di crescita basato

sulla direzione coinvolgente

e sulla responsabilizzazione.

Durata: 16 ore.

Quota di partecipazione:

396 euro (Iva esclusa).

Tel. 0458070352

Fax 0458070353

[www.scuolagrafi casanzeno.com]

Page 75: Italia Grafica - Febbraio 2008

ILLUSTRATOR CS3 AVANZATOInSide

3 e 4 marzo, Milano.

Descrizione: l’obiettivo di

questo corso è fornire tutti

gli strumenti e le conoscenze

del programma imparando

a velocizzare la produzione

e a implementare il lavoro

grazie all’integrazione

di Illustrator con Adobe

InDesign e Photoshop.

Durata: 14 ore

Quota di partecipazione:

420 euro (+ Iva).

Tel. 0522516656

Fax 0522277449

[www.insidesrl.it]

ADOBE INDESIGN CS3 AVANZATOInSide

3 marzo, Reggio Emilia.

Descrizione: il corso

intende migliorare la propria

conoscenza dei comandi

avanzati di InDesign.

Approfondirà l’uso degli

snippet, l’utilizzo di funzioni

avanzate e professionali,

la creazione di tabelle,

indici, sommari, oltre

all’importazione dei Pdf

e la loro generazione.

Durata: 7 ore

Quota di partecipazione:

300 euro (+ Iva).

Tel. 0522516656

Fax 0522277449

[www.insidesrl.it]

FLUSSI CREATIVI ED EFFETTI SPECIALI CON PHOTOSHOP CS3InSide

29 febbraio, Milano.

Descrizione: il corso cerca

di approfondire la nuova

gestione e l’organizzazione

dei livelli, i gruppi, i livelli

di correzione, le maschere

di ritaglio, le opzioni di

fusione, i metodi di fusione,

opacità e riempimento.

Durata: 7 ore

Quota di partecipazione:

150 euro (+ Iva).

Tel. 0522516656

Fax 0522277449

[www.insidesrl.it]

PHOTOSHOP CS3 AVANZATOInSide

25 e 26 febbraio,

Reggio Emilia.

10 e 11 marzo, Milano.

Descrizione: il corso consente

di affrontare le funzioni

avanzate del software.

Gli argomenti sono: le

preferenze «avanzate», i

concetti evoluti di colorimetria

per la fase di cromia,

le palette e i menù che

attivano l’utilizzo di funzioni

professionali e speciali.

Durata: 14 ore

Quota di partecipazione:

420 euro (+ Iva).

Tel. 0522516656

Fax 0522277449

[www.insidesrl.it]

Page 76: Italia Grafica - Febbraio 2008

corsi e seminari

CORSO PRATICO DI STAMPA OFFSETIstituto Salesiano San Marco

29 marzo, 5-12-19 aprile e

10-17-24 maggio, Mestre.

Descrizione: il corso si rivolge

a operatori del settore che

desiderano apprendere

abilità operative di gestione

della macchina da stampa

offset. L’obiettivo del corso

è quello di saper gestire in

autonomia la macchina da

stampa mono e pluricolore

e fornire una conoscenza

delle parti fondamentali

della macchina da stampa,

del passaggio carta, del

registro, della pressione di

stampa e della tiratura.

Lo scopo ultimo è

produrre una riduzione

e un’ottimizzazione

delle tempistiche nel

fl usso lavorativo grafi co

e migliorare il modo di

lavorare ottimizzando le

attrezzature in sala stampa.

Durata: 28 ore

Quota di partecipazione:

420 euro (+ Iva).

Tel. 0415498241

Fax 0415498198

[www.issm.it]

COME SI PRODUCONO GLI STAMPATI TRADIZIONALI E DIGITALIIstituto Salesiano San Marco

25-27 febbraio e 3-5-10-

12-17 marzo, Mestre.

Descrizione: il corso ha

l’obiettivo di fornire le

conoscenze sulle tecniche

di ottenimento dei prodotti

stampati secondo le diverse

tecnologie presenti sul

mercato: tradizionali e

digitali. Saranno inoltre

illustrati i diversi fl ussi

di lavoro: analogico

tradizionale, computer to

fi lm, computer to plate e

computer to plate on press.

Inoltre presenterà i fl ussi

operativi con analisi tecnica

e relative dimostrazioni.

L’obiettivo è far apprendere

la corretta terminologia

del settore, i procedimenti

e i processi di stampa, i

principi, le caratteristiche,

i livelli qualitativi e i campi

di applicazione, ponendo

anche i presupposti per

comprendere la composizione

dei costi di gestione e gli

strumenti concettuali per

strutturare un preventivo.

Durata: 21 ore

Quota di partecipazione:

340 euro (+ Iva).

Tel. 0415498241

Fax 0415498198

[www.issm.it]

Page 77: Italia Grafica - Febbraio 2008
Page 78: Italia Grafica - Febbraio 2008

eventi e appuntamenti

in Italia e in Europa

Restituzioni 2008Quattordicesima edizioneSono oltre 80 le opere restaurate da ben 23 laboratori sparsi

in mezza Italia grazie all’iniziativa che in quasi vent’anni

ha permesso di recuperare più di 600 capolavori. Con una

scelta «trasversale» che ha coinvolto la pittura e la scultura,

ma anche l’archeologia e le arti applicate, in particolare

le orefi cerie sacre, sono disponibili alla vista del grande

pubblico i lavori di Vittore Carpaccio, Lorenzo Lotto, Carlo

Crivelli, Palma il Giovane, Gaudenzio Ferrari, Girolamo

Romanino, Moretto da Brescia, ma anche una superba

selezione di reperti archeologici romani, bizantini, longobardi

e romanici. Una nota di merito particolare va poi ai «tesori»

Vaticani, di San Marco a Venezia e di San Gennaro a Napoli,

veri «campioni» dell’orefi ceria storica italiana. Vicenza, Gallerie di Palazzo Leoni Montanari

dal 29 marzo al 29 giugno.

Andy WarholSono circa 140 le opere dell’artista considerato

il maggiore esponente della pop art mondiale.

In mostra ci saranno i celebri soggetti che ne

hanno diffuso nel mondo la reputazione «seriale»:

da Marilyn ai maggiori miti americani, John Travolta

e Tom Cruise, Man Ray e Paloma Picasso, le

scatole di minestra Campbell, le bottiglie di Coca

Cola, i famosi Dollari, sino alla serie Ladies and

Gentlemen con i trasgressivi personaggi delle

notti di New York. Un percorso molto ampio che

vuole indagare il fenomeno «pop art» attraverso il

fi ltro eccentrico del «personaggio» Andy Warhol.

Mamiano di Traversetolo (PR), Fondazione Magnani Rocca — dal 16 marzo al 6 luglio.

Il paradiso in terraI giardini medioevali alla

Rocca Borromeo di AngeraI giardini delle grandi dimore,

dipinti in varie epoche medievali

e in diverse fogge, sono riuniti

in questa mostra particolare che

intende ricreare le atmosfere

scenografi che e coinvolgenti in

esse riprodotte. Un percorso

affascinante che permette al

visitatore di identifi care i differenti

aspetti del luogo cosiddetto

«giardino» e capire il valore d’uso

di questa antica e complessa

istituzione: da ambiente di

conversazione e socializzazione, a

luogo di creazione o di esperienza

agricola e mistica, in ogni caso un

luogo carico di oggetti speciali e

dalla simbologia molto precisa.

Angera (Lago Maggiore), Rocca Borromeo — dal 22 giugno al 19 ottobre.

Page 79: Italia Grafica - Febbraio 2008

Aperte le iscrizioni al concorso AdobeAdobe ha aperto le

iscrizioni all’Adobe Design

Achievement Awards

2008. Il concorso premia

i più promettenti studenti

di grafica, fotografia,

illustrazione, animazione,

regia digitale, sviluppo e

design dei migliori istituti

di istruzione superiore in

tutti i Paesi nel mondo.

I visitatori del sito

possono inoltre accedere

alla sezione interattiva

ADAA Live! che consente

di assistere in tempo reale

all’invio dei progetti da

parte dei partecipanti.

I lavori inviati saranno

esaminati e valutati da

una giuria indipendente

composta da dodici

affermati professionisti.

Per quest’edizione Adobe

ha deciso di inserire nuove

categorie per tre aree:

Interactive Media, Motion

Video e Media Tradizionali.

Il termine ultimo per

l’accettazione dei lavori

inviati è fissato al

2 maggio.

Le opere pervenute online

saranno giudicate in maggio;

successivamente verrà

chiesto ai semifi nalisti di

inviare i fi le sorgenti e una

versione stampata del loro

lavoro nella forma prevista

per la fase di giudizio

fi nale. I fi nalisti verranno

invitati a New York per

ritirare la vincita, costituita

da prodotti software e

premi in denaro. Ulteriori

informazioni sull’edizione

2008 del concorso Adobe

Design Achievement

Awards sono disponibili

sul Web all’indirizzo

[www.ADAAentry.com].

Per ulteriori informazioni, visitare il sito Adobe [www.adobe.it].

Rembrandt e i capolavori della grafi ca europeaA conclusione del ciclo di

manifestazioni organizzate

nell’anniversario dei quattrocento anni

della nascita di Rembrandt, da aprile

sarà in rassegna l’importante nucleo

di incisioni all’acquaforte provenienti

dalla collezione Lazzari Turco Menz.

Il corpus di incisioni è composto

complessivamente da circa un migliaio

di fogli, prevalentemente inediti, e di

cui è in corso una completa schedatura scientifi ca, che parte

dalla fi ne del XV secolo alla metà del XIX, comprendendo opere

di scuola italiana, francese, fi ammingo-olandese, tedesca,

spagnola e inglese. Una raccolta straordinaria di ritratti,

storie, scene di genere, paesaggi, nudi, fogli di schizzi e studi

realizzati con un’ampiezza di tecniche e di mezzi espressivi

grafi ci, che nessun altro artista ha saputo eguagliare.

Trento, Castello del Buonconsiglio — dal 4 aprile al 2 novembre.

Page 80: Italia Grafica - Febbraio 2008

eventi e appuntamenti

in Italia e in Europa

Josef Maria Auchentaller (1865-1949) Un secessionista ai confi ni dell’imperoLa mostra presenta l’opera di

Josef Maria Auchentaller, uno

degli artisti dell’avanguardia

viennese di inizio secolo e grande

protagonista del movimento

della Secessione fondato Gustav

Klimt nel 1897. Pittore e grafi co,

Auchentaller fu anche artefi ce

e mente della redazione di Ver

Sacrum, la rivista uffi ciale

della Secessione, e nonostante

l’impegno artistico profuso non

ebbe mai una fortuna all’altezza

dei suoi meriti. La scelta di

abbandonare Vienna, già nel

1901, per seguire la moglie

Emma nell’avventura «turistica»

di Grado, lo isolò dall’ambiente

viennese e lo allontanò dagli

onori della cronaca. Ormai

stabilitosi a Grado, si dedicò alla

pittura di paesaggio e al ritratto.

Gorizia, Musei Provinciali, Palazzo Attems-Petzenstein dal 24 aprile al 24 agosto.

PintoricchioL’articolata mostra dedicata a Bernardino di Betto,

detto il Pintoricchio, ha lo scopo di celebrare il 550°

anniversario della nascita di uno dei protagonisti

del Rinascimento Italiano

nonché artista-simbolo della

città di Perugia. Suddivisa

principalmente tra il capoluogo

umbro Perugia e Spello, la

rassegna è caratterizzata dalla

«riscoperta» delle testimonianze

del pittore ancora presenti nei

luoghi di origine che permetterà

di ampliare l’offerta culturale

con itinerari sul territorio

che coinvolgono altri centri

umbri, quali Trevi (Complesso

Museale di San Francesco),

Spoleto (Duomo), Orvieto

(Duomo), Città di Castello (Museo del Duomo), San

Martino in Colle di Perugia (Chiesa della Madonna

del Feltro) e Spello (Chiesa di Sant’Andrea).

Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria; Spello, Chiesa di Santa Maria Maggiore — dal 2 febbraio al 29 giugno.

Page 81: Italia Grafica - Febbraio 2008

La collezione di Roberto LonghiDal Duecento a Caravaggio a MorandiUn omaggio che Alba tributa

allo storico dell’arte Roberto

Longhi, l’illustre concittadino

che riunì nella sua collezione

privata opere di gran pregio

e di epoche diverse.

Il percorso espositivo è

cronologico, come recita il

titolo dell’esposizione, ed è

articolato in sette sezioni che

partono da un importante

nucleo di pittori bolognesi

come Vitale da Bologna,

Simone dei Crocifi ssi,

Jacopo di Paolo, per passare

al tardogotico di Jacobello

del Fiore, Stefano da Ferrara

e Cristoforo Moretti, fi no al

Quattrocento, i cui maggiori

interpreti sono Defendente

Ferrari, Colantonio,

Ambrogio Bergognone,

Bernardino Butinone,

Apollonio di Giovanni e

Girolamo di Benvenuto.

Il percorso approda quindi

al Cinquecento con gli

«eccentrici padani»,

artisti che interpretavano

con spregiudicata libertà

la «maniera moderna»

del Cinquecento, fi no al

Seicento di Caravaggio,

Battistiello Caracciolo,

Mattia Preti, Carlo

Saraceni, Matthias

Stomer e Guido Reni.

Nella sezione dedicata al

Settecento si trovano le

opere di Pietro Longhi,

Giacomo Ceruti, Gasparo

Traversi e Fra’ Galgario.

L’interesse di Longhi per

l’arte contemporanea

è testimoniato, per

concludere il lungo percorso

storico-artistico, dalle opere

di Carlo Carrà, Filippo De

Pisis e Giorgio Morandi.

Alba, Fondazione Ferrero — dal

14 ottobre 2007 al 10 febbraio.

Page 82: Italia Grafica - Febbraio 2008

febbraio 200880 italiagraFica

i numeri dell’industria

grafi ca

L’indagine Osi sui primi nove mesi del 2007L’indagine Osi (Osservatorio stampa e

imballaggio), relativa al 3° trimestre

del 2007, rileva interessanti dinamiche

all’interno dei due comparti della

grafi ca e della cartotecnica. L’analisi,

svolta da Assografi ci [www.assografi ci.it]

in collaborazione con l’Istituto di

amministrazione, fi nanza e controllo

- Iafc Bocconi, si basa su un

campione di una cinquantina di

imprese di piccole, medie e grandi

dimensioni, che rappresentano

circa il 25% degli occupati e del

fatturato delle imprese associate.

Ma veniamo ai dati: nel 3° trimestre del

2007, il fatturato delle aziende grafi che

inverte la tendenza negativa e ricomincia

a crescere del 3,3% rispetto al

3° trimestre del 2006 ma, a causa della

fl essione accusata nel primo semestre

dell’anno, la variazione tendenziale,

calcolata sui primi nove mesi del

2007, risulta negativa dell’1,6%,

accomunando tutte le imprese del panel.

Tra gennaio e settembre 2007, gli

indici Istat della produzione, rielaborati

utilizzando il modello realizzato con lo

Iafc Bocconi, risultano in calo del 4,1%,

per la diminuzione produttiva della

grafi ca editoriale (-8,4%), determinata

dalla stagnazione del mercato editoriale,

mentre segnali positivi giungono dalla

grafi ca pubblicitaria e commerciale la cui

produzione cresce dell’1,7%, grazie al

rinnovato interesse per la postalizzazione

di materiale pubblicitario e commerciale.

La riduzione complessiva delle

quantità prodotte si può spiegare

anche alla luce dell’impiego di carte

di minor grammatura. Su base annua,

la dinamica resta negativa anche

se alcuni elementi contribuiscono a

rischiarare le tendenze del settore.

A livello di Unione Europea (27 Paesi)

il quadro è moderatamente positivo: da

gennaio a settembre 2007 le vendite

di prodotti grafi ci crescono del 2,3%

mentre la produzione, nel suo complesso,

aumenta solo dello 0,7%, trascinata dalle

performance di Germania e Spagna.

Panel aziende grafiche

Fatturato (base 1o trim. 2003=100) - Confronto trimestrale

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2005 2006 2007

Panel aziende trasformatrici della carta e del cartone

Fatturato (base 1o trim. 2003=100) - Confronto trimestrale

85,00

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1 trim. 2 trim. 3 trim. 4 trim.

2005 2006 2007

Fatturato delle aziende grafi che fi no al terzo trimestre 2007.

Andamento del fatturato delle aziende cartotecniche fi no al terzo trimestre 2007.

Sull’altro fronte, quello delle aziende

cartotecniche trasformatrici, il

campione mostra, nei primi nove mesi

del 2007, risultati in espansione:

il fatturato cresce dell’8,4% e la

produzione progredisce del 2,8%,

grazie alla positiva intonazione di

alcuni settori di sbocco (in particolare

farmaceutica, cosmesi-profumeria,

tessile-abbigliamento, arredamento),

al risveglio dei consumi nazionali

e alla buona performance delle

esportazioni in ambito europeo.

Il 40% delle aziende segnala

di avere aumentato i prezzi dei

prodotti trasformati ma i rincari

dell’energia, legati all’impennata del

prezzo del petrolio, e gli alti livelli

dei prezzi delle carte e dei cartoni

mantengono tesa la situazione sul

fronte dei margini operativi delle

aziende. Inoltre si assiste a una

crescita dell’import di imballaggi,

anche da Paesi extra-europei.

Nell’Unione a 27 Paesi il positivo

andamento del 3° trimestre del 2007

porta la crescita tendenziale del

fatturato dei primi nove mesi del 2007

al 6,1%, a fronte di un incremento

della produzione del 3,9% che

accomuna i principali Paesi europei,

con maggiore intensità in Germania.

I giudizi a breve termine espressi

dalle aziende del panel sul trimestre

ottobre-dicembre 2007 sono più

incerti su produzione, fatturato e

ordini interni, sebbene rimangano

positivi sugli ordini esteri, per i diffusi

segnali di rallentamento provenienti

dai mercati di riferimento. g

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febbraio 200882 italiagraFica

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Agfa Graphics 9

Alwan 32, 36, 39

Antalis 12

Bompan 6

Canon 8

Carthago 12

Cascades 12

Domino 28

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Fontegrafi ca 10

Gbc 61

Grafi che dell’Artiere 64

Graphistudio 5

Gruppo Samor 5

Heidelberg 26

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Kern 50

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Müller Martini 57

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Stamperia Valdonega 68

Taga Italia 54

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Air Project 13

Arctic Paper Inserto

Artwork Systems 79

Canon III Cop.

Centrexpo 42, 78

Colorgraf I e II Cop.

Edigit International 77

Litorama 11

Lombardi Converting Machinery 7

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New Aerodinamica 17

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Tecnologie Grafi che 60

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febbraio 2008 83italiagraFica

biblioteca

Max Weber

THE LAYOUT LOOK BOOK HarperCollins

ISBN 978 0 06 114975 7

256 pagine • maggio 2007

44,70 euro

■ Tra il lavoro svolto in agenzia e quello nato nell’ambito della

progettazione grafi ca all’interno delle grandi e piccole case

editrici esiste una gamma di esperienze professionali che

non sempre raggiungono piena visibilità e fama. Questo

volume raccoglie allora gli esempi più signifi cativi, scovati

in capo al mondo, nell’ideazione e preparazione di poster,

giornali, magazine, cover per Cd, cataloghi, brand e immagine

coordinata. Uno sguardo divertito su un mondo in rapida

evoluzione che si nutre costantemente di invenzioni geniali.

Huda Smitshuijzen AbiFares

TYPOGRAPHIC MATCHMAKING BIS Publishers

ISBN 978 90 6369 124 0

174 pagine • settembre 2007

29,90 euro

■ Nato ad Amsterdam grazie alla Fondazione Khatt,

Typographic Matchmaking è un progetto che vede impegnati

cinque noti progettista olandesi affi ancati da altrettanti

typedesigner arabi. L’obiettivo era creare cinque famiglie

di font arabe, adeguandole alle esigenze odierne dei media

digitali e della stampa in generale. I dieci designer coinvolti

sono Gerard Unger & Nadine Chahine, Fred Smeijers &

Lara Assouad Khoury, Martin Majoor & Pascal Zoghbi,

Lucas de Groot & Mouneer Al-Shaarani, Peter Bilak & Tarek

Aprissi, e i risultati (da vedere) sono stati straordinari.

Yolanda Zappaterra

EDITORIAL DESIGN Laurence King Publishing

ISBN 978 1 85669 433 9

208 pagine • settembre 2007

38,99 euro

■ Il design di riviste e quotidiani rappresenta da sempre un diffi cile

equilibrio tra contenuti e forma, e i differenti ambiti culturali,

sociali e merceologici in cui si esprime ne sono la dimostrazione

più convincente. Ecco allora che, per raccogliere le «pratiche»

eccellenti e i migliori metodi di progettazione editoriale, è nata

l’idea di un volume che consentisse la divulgazione di questi

preziosi saperi, accompagnati dalle opinioni e dai consigli di

numerosi esperti in questo campo. Ne è scaturito un manuale

irrinunciabile per chi oggi fa il mestiere di designer.

Lakshmi Bhaskaran

WHAT IS PUBLICATION DESIGN? Rockport

ISBN 978 2 940361 46 5

256 pagine • marzo 2007

41,29 euro

■ L’organizzazione grafi ca di magazines, quotidiani, brochure,

cataloghi e newsletter appartiene è un ramo del design ben

distinto dal resto della progettazione editoriale. Rappresenta

per certi versi l’ambiente più accelerato, innovatore e diffi cile,

quello in cui gli errori o le incongruenze pesano seriamente

sul successo o l’insuccesso di una pubblicazione. Da questa

presa di coscienza nasce allora questo testo che vuole

dotare il professionista degli strumenti cognitivi migliori per

affrontare il diffi cile, ma affascinante, lavoro quotidiano.

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