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Il presente opuscolo è realizzato dal segretariato generale del Consiglio.

htt p://www.european-council.europa.eu

Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2012

ISBN 978-92-824-3446-8doi:10.2860/43547ISSN 1977-320X

© Unione europea, 2012

Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.

Printed in BelgiumSTAMPATO SU CARTA ECOLOGICA

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Il Consiglio europeo nel 2011, a cura del presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy

Sommario

L’Europa alla prova 5

Stabilità della zona euro 6

Crescita e occupazione 10

L’Unione nel mondo 13

Un tempo per ogni cosa 16

La via da seguire 21

Conclusioni del Consiglio europeo e dichiarazioni dei capi di Stato o di governo 23

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Il Consiglio europeo nel dicembre 2011 accoglie la Croazia come 28º membro dell’Unione.

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Nell’anno appena trascorso la crisi del debito sovrano nella zona euro si è fatt a ancor più acuta, venendo a rappresentare per l’Unione europea (UE) la prova più ardua da molti anni a questa parte. Nell’arco di questi dodici mesi i leader europei di tutt i i 27 Stati membri hanno adott ato, individualmente e collett ivamente, decisioni importanti per uscire dalla tempesta, uniti nella determinazione assoluta a superare la crisi dell’euro. Sappiamo che non esistono soluzioni lampo e che il cammino sarà lungo e irto di ostacoli: eppure restiamo convinti che occorra preservare i risultati conseguiti in sessant’anni d’integrazione europea e gett are le fondamenta del futuro.

Il Consiglio europeo nel 2011 illustra le att ività svolte dall’istituzione durante il 2011, secondo anno del mio mandato di presidente. La stabilità della zona euro e lo stato delle nostre economie hanno richiesto tutt a la nostra att enzione, così come l’evoluzione del paesaggio geopolitico che ci circonda, non da ultimo a seguito della Primavera araba.

Il Consiglio europeo riunisce intorno a uno stesso tavolo i leader di massimo livello degli esecutivi dell’Unione: 27 capi di Stato o di governo degli Stati membri, presidente della Commissione, presidente del Consiglio europeo. Insieme stabiliamo le priorità politiche, decidiamo la rott a strategica dell’Unione e assumiamo la guida in situazioni di crisi.

Nel corso del 2011 abbiamo dato il benvenuto a nuovi colleghi e ci siamo congedati da altri dopo il cambio di governo in Irlanda, Finlandia, Portogallo, Danimarca, Grecia, Italia e Belgio. In alcuni casi il cambiamento era collegato dirett amente alla crisi del debito pubblico. In due paesi, infatt i, i colleghi hanno accett ato d’indire elezioni politiche anticipate per preservare la stabilità fi nanziaria della zona euro: per aiutare a riguadagnare la fi ducia dei mercati, in Spagna, e per assolvere l’impegno di contribuire alla costruzione di un argine più solido, in Slovacchia. Sono tutt i segnali che indicano come la politica europea e quella nazionale siano ormai interconnesse in un intreccio strett o come non mai.

Il tratt ato di Lisbona prevede la tenuta di almeno quatt ro riunioni del Consiglio europeo l’anno, ma le circostanze ci hanno indott o a collaborare più assiduamente. Nel 2011 si sono tenute cinque riunioni formali del Consiglio europeo più una riunione straordinaria, una riunione informale dei membri del Consiglio europeo nonché, sempre sott o la mia presidenza, quatt ro vertici separati dei capi di Stato o di governo della zona euro.

La mia esperienza al tavolo dei leader dell’Unione mi permett e di aff ermare con certezza che, nonostante le discussioni siano talvolta franche, esiste fondamentalmente la volontà politica forte di lavorare assieme da pari a pari, di aiutarci a vicenda e di avanzare come Unione, nel totale rispett o della diversa situazione di ciascuno. Durante tutt o il periodo abbiamo agito sempre cercando di trovare il giusto equilibrio fra solidarietà collett iva e responsabilità individuale nel salvaguardare il bene comune europeo, sia esso la moneta unica, il mercato interno o una frontiera comune: gestire la tensione fra unità e diversità è la sfi da quotidiana dell’Unione.

L’Europa alla prova

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e dell’occupazione. Secondo, ha evidenziato carenze sistemiche nell’unione economica e monetaria stessa. Al di là degli interventi immediati per preservare la stabilità fi nanziaria della zona euro, ci siamo quindi dedicati a ristabilire la credibilità strutt urale dell’euro. Non serve alimentare le aspett ative in vista di un incontro al vertice risolutivo: altro tempo ed altre riunioni dovranno essere dedicati ai lavori nell’anno che ci att ende.

Arginare il contagio

Ripensando agli ultimi dodici mesi, pare che la svolta si sia verifi cata in estate, col mese di agosto a fare da spartiacque. Nel primo semestre, infatt i, abbiamo operato con prudente fi ducia per migliorare lo strumentario concordato in via di principio a fi ne 2010. Nel secondo semestre, invece, il deterioramento della situazione sui mercati ci ha costrett o a ripensare la risposta a fronte della profondità della crisi.

In una serie di riunioni in febbraio, marzo e giugno del 2011 abbiamo messo a punto e adott ato un pacchett o globale di misure economiche, articolato in maggior rigore nella sorveglianza macroeconomica e di bilancio, maggiore effi cacia dei meccanismi di salvataggio, riforme a favore della crescita e della competitività, alleviamento del debito e risanamento del sett ore fi nanziario.

A inizio luglio il deterioramento della situazione in alcune delle economie più esposte, in particolare la Grecia, ci ha imposto di dimostrare che la zona euro era in grado di contrastare, di per sé, il rischio di contagio fi nanziario. Partita da una serie di crisi nazionali del debito, la situazione si stava trasformando in un problema sistemico che minacciava la stabilità della zona euro nel suo complesso. Ho convocato per il 21 luglio una riunione, rivelatasi fondamentale, dei

La salvaguardia della stabilità fi nanziaria della zona euro ha costituito anche quest’anno l’obiett ivo preponderante della maggior parte delle nostre riunioni. Per tutt o questo tempo abbiamo avuto un duplice compito: adott are misure d’emergenza, come la costituzione e il potenziamento di fondi di salvataggio, e al tempo stesso creare in modo graduale una nuova governance economica che eviti problemi futuri. È stato un anno di sforzi alla ricerca della convergenza, della disciplina e dell’integrazione, dal 1º gennaio — quando abbiamo accolto l’Estonia come 17º membro dell’unione monetaria — a fi ne dicembre — quando abbiamo defi nito le modalità con cui sancire regole più rigorose per la zona euro in una nuova unione di stabilità fi scale.

Tutt i i colleghi si sono assunti la responsabilità delle decisioni diffi cili prese collett ivamente. Provvedimenti pesanti di bilancio e di riforma economica sono stati adott ati in tutt a Europa, e specialmente nei paesi inseriti in programmi di aggiustamento (Grecia, Irlanda e Portogallo) e nei paesi sott oposti alla pressione dei mercati, come Spagna e Italia. È stato necessario dar prova di coraggio politico e di senso dello Stato tanto per difendere queste misure di austerità quanto per convincere parlamenti recalcitranti e l’opinione pubblica della necessità d’intervenire con prestiti ingenti.

La crisi del debito pubblico, cominciata come aspett o conseguente e a sé stante della crisi fi nanziaria ed economica globale del 2008-2009, ci ha colpito duramente per due motivi. Primo, ha messo in luce debolezze strutt urali in alcune economie europee, quali il livello insostenibile del debito pubblico o privato e la perdita di competitività, il che ci ha indott o ad att ribuire priorità alla promozione della crescita strutt urale

Stabilità della zona euro

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di compiere sforzi considerevoli ai fi ni del risanamento del bilancio e del miglioramento della competitività ha contribuito a ristabilire la fi ducia.

Nella riunione di dicembre, l’ultima del 2011, abbiamo concordato iniziative rilevanti per riportare la zona euro in acque più sicure. Abbiamo elaborato e perfezionato gli strumenti di stabilizzazione a breve termine, ad esempio mett endo a disposizione dell’FMI risorse supplementari e rivedendo l’approccio al coinvolgimento del sett ore privato nel tratt ato MES (meccanismo europeo di stabilità) allineandolo rigorosamente ai principi e pratiche dell’FMI. In questo senso la Grecia resta un caso unico. Abbiamo inoltre tenuto una discussione più pregnante sulla risposta sistemica alla crisi dell’euro, dalla quale è scaturito un «patt o di bilancio». In ott obre i leader della zona euro mi avevano chiesto di elaborare una relazione e di stilare una tabella di marcia per il raff orzamento dell’unione economica. Nelle lunghe ore della nott ata tra l’8 e il 9 dicembre mi sono riunito con i colleghi per decidere la rott a da seguire. Sulla fi nalità ci siamo rapidamente trovati d’accordo, ma, come succede nell’UE — il cui edifi cio, dopotutt o, si regge su tratt ati, protocolli e leggi — la scelta dello strumento giuridico si è rivelata più spinosa. Alla fi ne abbiamo deciso che, per migliorare la condott a di bilancio e il coordinamento delle politiche economiche, i membri della zona euro avrebbero fi rmato un accordo distinto. Tutt i i futuri membri dell’euro hanno manifestato l’intenzione di associarsi all’impegno, il miglior voto di fi ducia nel futuro della moneta unica.

Disciplina e convergenza

Ai fi ni della stabilità dell’Unione monetaria è indispensabile che i bilanci nazionali siano sani: per

leader della zona euro, nella quale abbiamo concordato un secondo programma di assistenza alla Grecia, fi nanziato dagli Stati membri dell’UE e dal Fondo monetario internazionale (FMI) e comprendente, in via eccezionale, un coinvolgimento del sett ore privato a titolo volontario. Abbiamo convenuto altresì misure att e ad arginare il contagio, in particolare migliorando l’effi cacia del fondo di salvataggio FESF (Fondo europeo di stabilità fi nanziaria).

Nell’immediato l’esito del vertice ha provocato una reazione positiva rassicurando i mercati sulla resilienza della zona euro. A inizio agosto, tutt avia, la crisi si è acuita a causa di un malinteso e del timore che il coinvolgimento del sett ore privato per la Grecia potesse costituire un precedente per altri paesi dell’euro. Si sono insinuati dubbi anche riguardo all’att uazione del pacchett o, che alla fi ne si sono rivelati infondati perché tutt i i 17 parlamenti nazionali lo hanno regolarmente approvato in tre mesi: un successo clamoroso in termini politici anche se lento per gli standard del mercato. Tutt avia, il danno era fatt o: la volatilità dei mercati cominciava ad aumentare e i tassi d’interesse di una delle più grandi economie della zona euro iniziavano una drastica ascesa proprio mentre gli azzardi politici al Congresso americano su una potenziale inadempienza degli Stati Uniti alimentavano l’incertezza dei mercati. Inoltre, la crescita economica subiva un notevole rallentamento in tutt o il mondo: tutt i questi problemi si sommavano alimentandosi a vicenda.

In una serie di riunioni ad ott obre abbiamo dovuto adott are altre decisioni sui vari fronti, ormai divenuti familiari, in cui s’imponeva un intervento: sostenibilità del debito greco, argine contro il contagio, sett ore bancario, crescita economica. Inoltre, il fatt o che singoli Stati membri, come l’Italia, abbiano assunto l’impegno

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deciso in marzo era l’aumento della convergenza verso l’alto. Ventitré Stati membri si sono volontariamente impegnati a muoversi nella stessa direzione su materie come le riforme del mercato del lavoro, le pensioni e le prestazioni sociali o il debito privato delle banche e delle famiglie. Si tratt a di riforme strutt urali che serviranno a riportare l’Europa sul percorso di una crescita sostenibile e tesa a creare occupazione.

Una questione d’interesse comune

La crisi ha determinato uno sguardo nuovo di ciascuno sulle prestazioni dell’altro: un senso più acuto di responsabilità comune. In quest’ott ica la riforma della governance economica è poliedrica, perché è quella combinazione complessiva di pressione istituzionale, pressione reciproca e pressione dei mercati che ci impedirà di ricadere in simili diffi coltà.

La pressione reciproca tra i leader politici europei si è intensifi cata notevolmente, non soltanto a causa del nuovo assett o istituzionale, ma anche in conseguenza degli eventi. Preservando la stabilità della zona euro nel suo complesso, i leader tutelano l’occupazione e la crescita nei rispett ivi paesi, mentre i leader dei paesi che devono intervenire con prestiti pagati dai loro contribuenti hanno validi motivi per esercitare una sorveglianza paritetica forte. Sono quasi quotidiane le telefonate che i leader dedicano ai debiti dei loro paesi, a traduzione decisamente concreta del concett o astratt o di «interdipendenza». Il controllo esercitato dall’opinione pubblica e dai media ha svolto un ruolo notevole nel mantenere vigili tutt i noi.

Tutt o sommato, abbiamo realizzato molto in venti mesi. Grazie alle ulteriori iniziative in discussione att ualmente, l’Unione disporrà dei mezzi per concretare il principio fondamentale sancito nei tratt ati esatt amente vent’anni fa a Maastricht: «Gli Stati membri considerano le loro politiche economiche una questione di interesse comune». Nel 2012 vaglieremo ulteriormente le possibilità di approfondimento dell’unione economica, materia sulla quale riferirò al Consiglio europeo di marzo. Ritengo sia importante dimostrare che non ci limitiamo a punire i trasgressori, raccordiamo anche le nostre politiche. Dobbiamo dimostrare che l’euro è più di una moneta, è un progett o irreversibile, un destino comune.

questo nel 2011 l’Unione ha raff orzato le regole di bilancio e i meccanismi di sorveglianza. Il Consiglio europeo ha impresso un impulso decisivo in questo senso seguendo da vicino l’att ività legislativa che aveva avviato l’anno precedente ed aprendo una strada nuova per spingersi oltre. Molti danni avrebbero potuto essere evitati se avessimo avuto a disposizione tutt i gli strumenti att uali fi n dall’inizio della crisi.

Anzitutt o, il patt o di bilancio raff orzerà in modo determinante le regole stesse a base del bilancio. I paesi della zona euro si spingono oltre gli impegni att uali vincolandosi al pareggio di bilancio con un disavanzo strutt urale massimo dello 0,5 %. Entro il 2012 questa nuova regola di bilancio sarà recepita nella normativa nazionale, preferibilmente a livello costituzionale o equivalente. La miglior disciplina è l’autodisciplina.

Per migliorare il rispett o delle regole è stata inoltre aumentata la pressione istituzionale. Le sanzioni diventano praticamente automatiche a livello sia corrett ivo sia preventivo. I partecipanti al patt o di bilancio hanno convenuto che, in caso di trasgressione alla regola del disavanzo, si applicherà un aggiustamento automatico defi nito da ciascuno di loro. Inoltre, la Commissione esaminerà i documenti programmatici di bilancio in una fase più precoce.

Infi ne, il sostegno fi nanziario ai paesi inseriti in un programma di assistenza sarà subordinato a una condizionalità macroeconomica rigorosa, come già avviene per Grecia, Irlanda e Portogallo. La Commissione assumerà un ruolo più incisivo nel monitoraggio e nell’esecuzione delle misure.

Se è vero che un bilancio sano è un prerequisito nella prevenzione delle crisi, alcuni paesi hanno imparato a loro spese che esso non è tutt avia suffi ciente. Per questo, a partire dal 2012 l’Unione monitorerà att entamente non soltanto il debito e il disavanzo pubblici, come previsto nel Patt o di stabilità e crescita, ma anche i rischi di bolle patrimoniali o di squilibri commerciali. Inoltre, la Commissione esaminerà tutt e le grandi riforme di politica economica con potenziale impatt o sugli altri membri della zona euro.

I paesi che condividono una moneta non possono permett ersi le divergenze economiche del passato. Il principio ispiratore del cosiddett o «Patt o euro plus»

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Membri del Consiglio europeo a colloquio con i giornalisti.

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Il Consiglio europeo di ott obre si è adoperato per promuovere l’agenda comune per la crescita. Abbiamo deciso di accelerare le misure dell’att o per il mercato unico che creeranno occupazione e crescita a breve e medio termine, per esempio rendendo più semplice per le piccole e medie imprese ott enere crediti e assumere personale. Un posto speciale spett a al mercato unico digitale. Abbiamo altresì convenuto che il fi nanziamento centrale dell’UE si concentri interamente, per quanto possibile, sulle misure collegate alla crescita, principio che dovrebbe essere applicato al quadro di bilancio att uale (2007-2013) laddove ancora possibile e che dovrà certamente assurgere a principio guida nel prossimo quadro di bilancio sett ennale dell’Unione (2014-2020). Nella riunione di marzo del prossimo anno porteremo avanti i lavori su dett e questioni sulla base dell’analisi annuale della crescita a cura della Commissione e di un contributo della presidenza danese entrante.

Energia e innovazione

Innovazione ed energia sono entrambe fondamentali per la crescita e la prosperità future. Si tratt a di tematiche intimamente connesse che incidono sulle grandi sfi de sociali della nostra epoca: posti di lavoro att raenti, invecchiamento in buona salute, economia verde e a basse emissioni di CO

2, sicurezza

dell’approvvigionamento energetico. Per questo motivo ho deciso che di questi temi si sarebbe dovuto discutere a febbraio. Sull’energia così come sull’innovazione abbiamo impresso un impulso strategico forte adott ando decisioni importanti e fi ssando scadenze concrete: sul capitale di rischio, proposte entro 12 mesi; sullo spazio unico della ricerca, att uazione entro il 2014; sul mercato integrato dell’energia, piena operatività entro il 2014; sull’interconnessione delle reti del

Tra la popolazione europea aumenta la preoccupazione per il posto di lavoro, i risparmi e il futuro dei fi gli. L’Unione deve dare una risposta a queste preoccupazioni. Nell’aff rontare gli eff ett i immediati della crisi abbiamo impostato anche una strategia per la crescita e l’occupazione che abbraccia il prossimo decennio.

Le misure a lungo termine possono avere anche un impatt o positivo a breve termine, a maggior ragione quando l’elemento essenziale per superare la crisi è riguadagnare credibilità. Una prospett iva di crescita economica duratura può contribuire notevolmente a ripristinare la fi ducia, creare occupazione e assorbire il debito.

Dati i margini strett issimi della situazione di bilancio in numerosi Stati membri, stimolare la crescita mediante un disavanzo di spesa non è la soluzione. Eppure, possiamo fare ancora molto. Abbiamo esortato a dare priorità, nei bilanci nazionali ed europei, alla spesa nei sett ori forieri di ulteriore crescita, abbiamo spinto per riforme economiche strutt urali in ciascuno Stato membro e abbiamo deciso di approfondire il mercato interno come mezzo per aumentare la competitività: siamo convinti che questi tre approcci possano condurre a grandi risultati.

In marzo e in giugno abbiamo valutato nel contesto del primo semestre europeo — il nuovo quadro di coordinamento delle politiche economiche — i progressi compiuti da ciascuno di noi in termini non soltanto di riduzione del disavanzo e del debito, ma anche di riforme foriere di crescita. La Commissione ha espresso ferme valutazioni e ha presentato severe raccomandazioni che i leader europei si sono personalmente impegnati ad att uare.

Crescita e occupazione

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gas e dell’energia elett rica tra tutt i gli Stati membri, operatività entro il 2015. Altrett anto essenziale è una visione a lungo termine: abbiamo pertanto chiesto la messa a punto di una strategia di riduzione delle emissioni di CO

2 in vista del 2050 che fornisca il quadro

per l’azione nel sett ore dell’energia e dei cambiamenti climatici.

Nella scia dei tragici avvenimenti di Fukushima in Giappone, la sicurezza nucleare è immediatamente emersa come questione di grande preoccupazione. Al Consiglio europeo di marzo ci siamo esplicitamente impegnati a rispett are (e migliorare costantemente) i più elevati parametri di sicurezza nell’UE e nel nostro vicinato. Ne sono conseguite la messa a punto e l’att uazione progressiva di un programma ambizioso di «prove di stress» sul nucleare in Europa e nei paesi partner al fi ne di garantire la sicurezza delle centrali nucleari.

Ripristinare la crescita: una responsabilità globale

Tutt i i leader hanno piena consapevolezza del fatt o che per l’Europa questa è l’ora della verità: la crisi fi nanziaria ha accelerato alcune tendenze a lungo termine; a livello globale la potenza economica si sposta verso i paesi

emergenti, verso il Pacifi co. Su queste basi mantenere lo status quo ci condannerebbe ad un relativo graduale declino. Eppure, l’aumento della prosperità nel mondo rappresenta anche un’opportunità che ci permett e di migliorare le nostre prestazioni commerciali e di att irare maggiori investimenti stranieri. In questo senso un ruolo spett a agli accordi di libero scambio. Nell’inseguire la crescita dovremmo concentrarci sulla promozione della crescita dei partner i cui mercati sono in rapida espansione. Per questo motivo nella riunione di ott obre abbiamo discusso anche le modalità di un uso più strategico di queste relazioni.

Siamo consapevoli che nelle altre economie le persone guardano a noi, perché i nostri problemi possono ripercuotersi sul loro posto di lavoro, la loro pensione, i loro risparmi. Allo stesso modo ci aspett iamo che le altre importanti economie si assumano le loro responsabilità nell’aff rontare le sfi de interne. È nel loro interesse che l’Unione europea e, in particolare, la zona euro si lascino le diffi coltà alle spalle. Per converso, è altrett anto nell’interesse dell’Europa che gli Stati Uniti stabilizzino la situazione del debito pubblico o che la Cina stimoli la domanda interna e aumenti la fl essibilità del tasso di cambio della sua moneta. Ognuno deve mett ere ordine in casa propria: è stato questo il leitmotiv di tutt e le riunioni internazionali.

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Il presidente de Consiglio europeo prende la parola all’Assemblea generale dell’ONU, 22 sett embre 2011.

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Tutt i i paesi della regione sono confrontati a sfi de estremamente impegnative: riconciliazione, transizione politica, ricostruzione. Sono in corso riforme dal Marocco all’Egitt o, dalla Tunisia alla Giordania. Siamo pronti a sostenere le iniziative di questi paesi che si prefi ggono una trasformazione democratica e riforme economiche. Per questo motivo l’Unione ha off erto ai paesi della regione un nuovo partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa.

Purtroppo la Primavera araba non ha prodott o solo risultati positivi: resta preoccupante la violenza nello Yemen, mentre proprio la situazione inaccett abile che regna in Siria ci ha indott i a chiedere alla comunità internazionale di unire gli sforzi per imporre sanzioni severe.

Il mondo arabo è in evoluzione, un’evoluzione che richiederà tempo: non è certo rovesciando un ditt atore che si dà vita alla democrazia, né organizzando libere elezioni che la disoccupazione scompare. Sono processi di transizione, per i quali l’Unione europea off re sostegno a lungo termine ai fi ni del concretamento eff ett ivo delle aspirazioni delle popolazioni arabe.

Sulla nostra sponda del Mediterraneo

Nel prestare att enzione ai nostri vicini meridionali non dimentichiamo però quelli orientali. Il secondo vertice del partenariato orientale tenutosi a Varsavia il 29 e 30 sett embre ha testimoniato la nostra volontà di continuare a interagire att ivamente con paesi quali la Moldova, l’Ucraina e la Georgia e di portarne avanti l’associazione politica e l’integrazione economica con l’Unione europea. Abbiamo precisato che, per ciascuno dei sei «partner orientali», la velocità e la profondità di tale processo dipenderanno dalla loro adesione ai principi democratici e allo stato di diritt o.

Mondo arabo — Oltre la Primavera

Le insurrezioni del 2011 nel mondo arabo hanno segnato per noi la svolta geopolitica più signifi cativa dalla fi ne della guerra fredda. La Storia è in evoluzione, proprio alle frontiere meridionali dell’Europa. Le aspirazioni dei dimostranti erano familiari ai giovani, uomini e donne, di tutt o il mondo: lavoro, giustizia, possibilità di intervenire nella vita politica del loro paese, giustizia sociale, speranza di una vita migliore. Siamo stati risoluti, fi n dal principio, ad usare tutt i i mezzi a disposizione affi nché questi grandi cambiamenti conducessero ad un esito positivo, affi nché la Primavera araba evolvesse in un’autentica rinascita.

Se sviluppi in positivo e in negativo si riscontravano in tutt a la regione, gli avvenimenti di febbraio in Libia hanno destato particolare preoccupazione: un leader che apre il fuoco sul suo stesso popolo, un paese vicino alla guerra civile, una crisi umanitaria incombente sull’altra sponda del Mediterraneo. Non potevamo restare a guardare allorché si profi lava un massacro. L’11 marzo 2011 ho indett o un Consiglio europeo straordinario sulla Libia — solo altre tre riunioni d’urgenza sono state convocate negli ultimi dieci anni: dopo l’11 sett embre, per la guerra in Iraq, per il confl itt o in Georgia. In tale occasione abbiamo convenuto all’unanimità che la sicurezza della popolazione libica doveva essere assicurata con tutt i i mezzi necessari. Abbiamo inoltre formulato le tre condizioni che, alcuni giorni dopo, hanno consentito al Consiglio di sicurezza dell’ONU di adott are la risoluzione fondamentale 1973 sulla protezione della popolazione libica, la quale ha a sua volta fornito alla comunità internazionale la base per intervenire, con un sostegno regionale e sott o la guida di paesi europei.

L’Unione nel mondo

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nostre frontiere è aiutare i giovani a costruirsi un futuro nel loro paese.

L’azione a livello globale

Il Consiglio europeo continuerà a svolgere il ruolo di bussola strategica dell’Unione. In quasi tutt e le riunioni abbiamo discusso di aff ari esteri, dalla preparazione delle posizioni europee in imminenti incontri al vertice bilaterali o multilaterali — ad esempio il G8 o il G20 — alla discussione di questioni d’interesse comune come il programma nucleare iraniano o i cambiamenti climatici; ci adoperiamo per interagire con i nostri partner strategici, in particolare Stati Uniti, Russia e Cina (paese in cui mi sono recato in visita uffi ciale in maggio), e con le altre economie emergenti. Abbiamo off erto sostegno al Giappone per aiutarlo a superare la triplice calamità di marzo: terremoto, tsunami e incidente nucleare.

Nel complesso l’Unione europea sta compiendo progressi sulla scena internazionale. Si sono compiute alcune svolte, ad esempio la recente acquisizione di uno status raff orzato alle Nazioni Unite, grazie al quale a sett embre ho avuto il privilegio di rivolgermi per la prima volta all’Assemblea generale dell’ONU a nome dell’Unione europea. È creando precedenti, uno dopo l’altro, che l’Europa, in questo come in altri campi, è sempre riuscita ad avanzare.

L’accordo raggiunto in occasione del Consiglio europeo di giugno ha preparato il terreno per la fi rma, a dicembre, del tratt ato di adesione della Croazia all’Unione europea. L’ingresso della Croazia nel 2013 quale 28º Stato membro sancisce il destino europeo dei paesi dei Balcani occidentali. Non solo abbiamo uffi cialmente aperto la porta ai croati, ma abbiamo tenuto a chiarire che non si richiuderà dopo di loro: il Consiglio europeo si att ende che la Serbia ott enga lo status di candidato nel febbraio 2012 e che nel giugno 2012 prendano l’avvio i negoziati con il Montenegro.

A giugno abbiamo discusso di migrazione. Nove mesi prima avevo ravvisato la necessità di discuterne, ma la tematica si è fatt a urgente sull’onda della Primavera araba. Una gestione effi cace delle frontiere esterne è essenziale anche per la libera circolazione delle persone all’interno delle nostre frontiere, una delle pietre miliari dell’integrazione europea. Per poter dare una risposta più effi cace alle situazioni di crisi abbiamo deciso d’introdurre nel meccanismo di Schengen una misura di salvaguardia, applicabile a condizioni rigorosamente delimitate per non compromett ere il diritt o fondamentale alla libera circolazione. Abbiamo concordato altresì che una politica migratoria effi cace comincia oltre i confi ni dell’Europa: i nuovi partenariati con i nostri vicini includono quindi anche gli aspett i relativi alla migrazione, alla mobilità e alla sicurezza. Il modo migliore per ridurre la pressione alle

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Vertici e riunioni con paesi terzi.

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Nel corso del 2011 molti osservatori della politica europea sono rimasti colpiti dalla diff erenza di velocità tra i mercati e la democrazia. I mercati godono del lusso di potersi muovere alla velocità di un clic del mouse. I processi democratici spesso impiegano mesi per pervenire a un risultato. Questo contrasto di tempi si è rivelato una notevole sfi da, tanto più perché, per quanto riguarda i tempi sott o il profi lo politico, vi sono tre aspett i che occorre distinguere: il tempo delle democrazie parlamentari, determinato da procedure legislative, votazioni e dall’esigenza di ott enere una maggioranza; il tempo dell’opinione pubblica, che per convincersi ha bisogno di percepire un cambiamento concreto; e infi ne il tempo dell’att uazione, dell’esecuzione delle misure una volta che queste sono state approvate, altro aspett o essenziale, ad esempio, per le riforme strutt urali. A tale proposito, la richiesta di una maggiore speditezza del processo decisionale

In un mondo di fl ussi e volatilità, istituzioni politiche stabili possono dare certezze e continuità e aiutarci a plasmare il nostro destino. Le istituzioni dell’Unione sono molto giovani — le più antiche compiranno sessant’anni l’anno prossimo, nulla in confronto ai secoli di vita di parlamenti, consigli e tribunali di molti Stati membri — ma condividono la stessa ambizione: incanalare il cambiamento, assorbire i colpi e impostare nuove direzioni.

Per svolgere tale ruolo, tutt avia, le istituzioni hanno bisogno di una vita e un tempo propri. Non fa eccezione il Consiglio europeo, divenuto un’istituzione uffi ciale con il tratt ato di Lisbona. Grazie alla nuova continuità garantita dalla funzione che ricopro, ora dispone di strumenti migliori per governare il cambiamento, fornire orientamenti o — in termini molto concreti — dar seguito a decisioni precedenti.

Un tempo per ogni cosa

Primo semestre del 2011, l’Ungheria presiede il Consiglio dei ministri dell’UE.

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primo ministro ungherese Viktor Orban e poi con il primo ministro polacco Donald Tusk. Entrambi hanno portato slancio e spirito europeo al tavolo dei negoziati. Mi sono inoltre recato in visita presso praticamente tutt i i membri del Consiglio europeo nelle rispett ive capitali. In un dialogo costante, anche i 27 capi di Stato o di governo sembrano incontrarsi con frequenza sempre maggiore fuori da Bruxelles, in parte come conseguenza dei lavori che stiamo conducendo sulla zona euro. Inoltre, il Consiglio europeo ha nominato presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, che ha assunto l’incarico a novembre e che, confi diamo, sarà una guida affi dabile come il suo predecessore, Jean-Claude Trichet.

Di fronte a sfi de che minacciavano il cuore materiale e simbolico dell’Unione, l’euro, tutt i hanno lavorato con spirito di cooperazione, rispett o e senso di responsabilità

dell’Unione europea perde a volte di credibilità. Ci vuole tempo per legare insieme diversi interessi e sensibilità e dar luogo a una decisione solida e accett abile per tutt i. Quando si progett a una nuova casa, si può pretendere di averla pronta in una sett imana? Il tempo è il cemento della politica.

In quanto primo presidente permanente di questa istituzione, fi n dall’inizio ho stabilito buone relazioni di lavoro con tutt e le altre istituzioni europee. Nel 2011 la fi ducia personale sviluppatasi grazie a questi contatt i pressoché costanti si è rivelata essenziale. Così è stato con il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, con il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, con l’alto rappresentante Catherine Ashton e con Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europeo. È stato inoltre un piacere lavorare con le due presidenze di turno del 2011, prima con il

Secondo semestre del 2011, la Polonia presiede il Consiglio dei ministri dell’UE.

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condivisa. Consideriamo ad esempio l’att uazione della sorveglianza e disciplina macroeconomiche e di bilancio raff orzate. In seguito ai lavori della task force che il Consiglio europeo del marzo 2010 mi ha chiesto di presiedere, la Commissione ha presentato proposte legislative che sono state discusse approfonditamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri (quest’ultimo durante tre presidenze). L’oggett o fi nale del contendere dei legislatori riguardava il «voto a maggioranza inversa», che era divenuto il simbolo di un processo decisionale più automatico. L’ostacolo è stato superato in occasione del vertice euro del luglio 2011, allorché tutt i i leader della zona euro hanno riconosciuto l’importanza di un’osservanza delle regole credibile. Le misure sono entrate in vigore il 13 dicembre 2011 e att ualmente contribuiscono a prevenire future turbolenze.

Nel corso dell’anno abbiamo inoltre sviluppato l’assett o istituzionale della zona euro. Abbiamo deciso di tenere vertici euro più regolari, almeno due volte l’anno e non solo nei periodi di tensione. Tali incontri al vertice saranno presieduti da un presidente del vertice euro,

che dovrà essere elett o dai leader della zona euro nello stesso momento in cui i 27 eleggono il presidente del Consiglio europeo. Sono state inoltre raff orzate le strutt ure amministrative esistenti a sostegno del lavoro dei ministri delle fi nanze della zona euro.

Si è dett o molto circa la relazione tra gli Stati membri che fanno parte della zona euro e gli altri. Il mio ragionamento è semplice: è ovvio che coloro i quali condividono la stessa moneta — fatt o che, tra l’altro, è la norma nell’Unione e non l’eccezione — abbiano bisogno di adott are decisioni comuni. I problemi sono insorti proprio perché l’interdipendenza tra questi Stati era stata sott ovalutata. Tutt avia, salvaguardare l’integrità del mercato unico tra i 27 è altresì importante in quanto dà coesione all’Unione e costituisce il fondamento stesso della nostra prosperità e del nostro ruolo nel mondo. Dobbiamo quindi mantenere più strett i possibile i collegamenti tra i due tipi di confi gurazione, compresa qualunque eventuale forma intermedia. Richiederà una certa dose di creatività di quando in quando, ma si può fare molto quando si opera insieme con spirito di fi ducia.

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Riunioni tra i capi di Stato o di governo in Europa.

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alta: i citt adini dell’Unione — più di 500 milioni di

persone — vivono nel continente più prospero, sociale,

sicuro e libero della terra. Le decisioni prese dai leader

politici e dagli europei stessi determineranno la nostra

prosperità futura e il destino del nostro modello sociale

ed economico: una civiltà fondata sulla dignità umana,

un continente unito nella diversità.

La chiave del futuro sta nell’imbrigliare le forze del

cambiamento: ecco la raison d’être fondamentale del

Consiglio europeo. Considerati i sessant’anni di storia

dello sforzo unico rappresentato dall’Unione e in

vista di qualunque strada ci troveremo a percorrere

o a costruire, ho fi ducia che, nell’aff rontare le tensioni

interne e le pressioni esterne, l’Europa continuerà

a reinventarsi in meglio.

HERMAN VAN ROMPUY

Il mondo è in rapida evoluzione e cambia quindi anche

la posizione dell’Europa al suo interno. Tendenze

economiche e demografi che prima più lente stanno

accelerando, diventano più visibili e concrete e ci

pongono di fronte a nuove sfi de.

Nell’aff rontarle, possiamo trarre fi ducia dalla volontà

politica raccolta nell’anno passato: una serie di

importanti decisioni per salvaguardare la nostra moneta

e la nostra prosperità, la concentrazione costante sulla

crescita e la creazione di posti di lavoro, la difesa dei

nostri valori nel mondo. Possiamo trarre fi ducia anche

dal coraggio e dalla resilienza che gli europei hanno

dimostrato in un periodo in cui i sacrifi ci e l’austerità

fanno sentire il proprio peso: giovani che sollecitano

cambiamenti, laureati che avviano imprese, citt adini che

mostrano solidarietà e senso del bene comune.

Nel 2012 il Consiglio europeo continuerà ad aff rontare

le questioni urgenti e importanti con spirito di

compromesso e responsabilità. La posta in gioco è

La via da seguire

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Consiglio europeo — 4 febbraio 2011 25

Consiglio europeo straordinario — 11 marzo 2011 30

Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro — 11 marzo 2011 32

Consiglio europeo — 24-25 marzo 2011 37

Consiglio europeo — 23-24 giugno 2011 50

Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro — 21 luglio 2011 56

Consiglio europeo — 23 ott obre 2011 58

Dichiarazione dei capi di Stato o di governo dell’Unione europea — 26 ott obre 2011 63

Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro — 26 ott obre 2011 64

Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro — 9 dicembre 2011 70

Consiglio europeo — 9 dicembre 2011 72

Verso un’unione economica più forte: relazione interinale al Consiglio europeo del 6 dicembre 2011 75

Conclusioni del Consiglio europeo e dichiarazioni dei capi

di Stato o di governo

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tori, inclusi i più vulnerabili, in linea con le conclusioni del

Consiglio del 3 dicembre 2010.

5. Sono necessari notevoli sforzi per modernizzare ed ampliare

le infrastrutt ure energetiche europee e per realizzare l’inter-

connessione transfrontaliera delle reti in linea con le priorità

individuate nella comunicazione della Commissione sulle

infrastrutt ure energetiche. Ciò è fondamentale per assicu-

rare che diventi operativa la solidarietà tra Stati membri, che

si realizzino rott e di approvvigionamento/transito e fonti

di energia alternative e che le energie rinnovabili si svilup-

pino e competano con le fonti tradizionali. È importante

semplifi care e migliorare le procedure di autorizzazione, nel

rispett o delle competenze e delle procedure nazionali, per

la costruzione di nuove infrastrutt ure; il Consiglio europeo

att ende con interesse l’imminente proposta della Commis-

sione a tale riguardo. Le varie iniziative intraprese dagli Stati

membri per integrare i mercati e le reti a livello regionale

nonché quelle indicate nella comunicazione della Com-

missione contribuiscono all’obiett ivo e meritano di essere

sostenute. Dopo il 2015 nessuno Stato membro dell’UE

dovrebbe rimanere isolato dalle reti europee di gas ed elet-

tricità o veder minacciata la sua sicurezza energetica per

mancanza di connessioni appropriate.

6. La maggior parte dei notevoli costi di fi nanziamento degli

investimenti per le infrastrutt ure dovrà essere fornita dal

mercato e i costi saranno recuperati tramite l’imposizione

di tariff e. È essenziale promuovere un quadro normativo

att raente per gli investimenti. Si dovrebbe prestare partico-

lare att enzione alla fi ssazione di tariff e in modo trasparente

e non discriminatorio e a livelli coerenti con le necessità

di fi nanziamento, nonché all’appropriata imputazione dei

costi per gli investimenti transfrontalieri, raff orzando la con-

correnza e la competitività e tenendo conto dell’impatt o

sui consumatori. Tutt avia alcuni progett i, che sarebbero

giustifi cati sott o il profi lo della sicurezza dell’approvvigio-

namento/solidarietà ma non riescono ad att rarre suffi cienti

fi nanziamenti dal mercato, potranno richiedere limitati

fi nanziamenti pubblici al fi ne di stimolare i fi nanziamenti

privati. Tali progett i dovrebbero essere selezionati in base

a  criteri chiari e  trasparenti. Si invita la Commissione

a comunicare al Consiglio entro giugno 2011 i dati relativi

agli investimenti che potrebbero essere necessari, nonché

le proposte per rispondere alle necessità di fi nanziamento

e per aff rontare eventuali ostacoli agli investimenti per le

infrastrutt ure.

7. Al fi ne di incrementare ulteriormente la sicurezza dell’ap-

provvigionamento, si dovrebbe valutare il potenziale

dell’Europa per l’estrazione e l’uso sostenibili delle risorse

di combustibile fossile (gas di scisto e scisto bituminoso)

convenzionali e non convenzionali.

1. Oltre alle azioni immediate necessarie a fronteggiare le

sfi de più pressanti poste dalla crisi economica e fi nanzia-

ria, è importante continuare a gett are solide basi per una

crescita sostenibile e che generi posti di lavoro. È lo scopo

che si prefigge la strategia Europa 2020 per la crescita

e l’occupazione, adott ata nel giugno scorso. Oggi il Con-

siglio europeo si è concentrato su due sett ori — l’energia

e l’innovazione — che sono fondamentali per la crescita

e la prosperità future dell’Europa. Ha concordato una serie

di azioni prioritarie la cui att uazione contribuirà notevol-

mente a incentivare la crescita e la creazione di posti di

lavoro nonché a promuovere la competitività dell’Europa.

I. ENERGIA

2. Un’energia sicura, sostenibile ed economicamente acces-

sibile che contribuisca alla competitività europea resta

una priorità per l’Europa. L’azione a livello dell’UE può

e deve apportare un valore aggiunto a tale obiett ivo. Nel

corso degli anni molto è stato fatt o in ordine agli elementi

principali di una politica energetica dell’UE, comprese la

fi ssazione di obiett ivi ambiziosi in materia di energia e cam-

biamento climatico e l’adozione di una normativa globale

a sostegno di tali obiett ivi. L’odierna riunione del Consiglio

europeo ha messo in rilievo l’impegno dell’UE a favore di

questi tre obiett ivi att raverso alcune conclusioni operative,

riportate di seguito.

3. L’UE ha bisogno di un mercato interno dell’energia piena-

mente funzionante, interconnesso ed integrato. Pertanto,

gli Stati membri devono att uare rapidamente e comple-

tamente la legislazione sul mercato interno dell’energia,

rispett ando appieno le scadenze concordate. Si invitano

il Consiglio e  il Parlamento europeo ad adoperarsi per

la rapida adozione della proposta di regolamento della

Commissione concernente l’integrità e la trasparenza del

mercato dell’energia.

4. Il mercato interno dell’energia dovrebbe essere completato

entro il 2014 affi nché il gas e l’elett ricità possano circolare

liberamente. Questo obiett ivo richiede in particolare che, in

cooperazione con l’Agenzia per la cooperazione fra i rego-

latori nazio nali dell’energia, i regolatori nazionali e i gestori

dei sistemi di trasmissione intensifi chino i lavori sull’accop-

piamento dei mercati, sugli orientamenti e sui codici di rete

applicabili a tutt e le reti europee. Si invitano gli Stati mem-

bri, in collegamento con gli organismi di normalizzazione

e il sett ore industriale europei, ad accelerare i lavori al fi ne

di adott are norme tecniche per i sistemi di carica dei veicoli

elett rici entro la metà del 2011 e per le reti e i contatori

intelligenti entro la fi ne del 2012. La Commissione riferirà

periodicamente sul funzionamento del mercato interno

dell’energia, prestando particolare att enzione ai consuma-

CONSIGLIO EUROPEO — 4 FEBBRAIO 2011

CONCLUSIONI

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gli att ori principali e relativamente ai corridoi strategici,

tenendo conto di un’ampia gamma di questioni, tra cui

gli approcci normativi, su tutt i i temi di interesse comune,

quali la sicurezza energetica, le tecnologie a basse emissioni

di CO2 sicure e sostenibili, l’effi cienza energetica, il conte-

sto per gli investimenti nonché il mantenimento e la pro-

mozione degli standard più elevati in materia di sicurezza

nucleare. Dovrebbe incoraggiare i paesi vicini ad aderire alla

pertinente regolamentazione del mercato interno dell’ener-

gia dell’UE, in particolare estendendo e approfondendo il

tratt ato che istituisce la Comunità dell’energia e promuo-

vendo iniziative di cooperazione regionale. Nel contesto

della strategia Energia 2020, l’UE dovrebbe altresì svilup-

pare le misure necessarie per assicurare parità di condizioni

ai produtt ori di energia dell’UE nei confronti dei produtt ori

al di fuori dello spazio economico europeo. Occorre che

l’Europa diversifi chi le sue rott e e fonti di approvvigiona-

mento. Si invita di conseguenza la Commissione a pro-

seguire negli sforzi tesi a facilitare lo sviluppo di corridoi

strategici per il trasporto di volumi ingenti di gas, come ad

esempio il corridoio meridionale.

13. Occorre portare avanti al più presto i lavori per sviluppare

un partenariato affidabile, trasparente e regolamentato

con la Russia su temi di interesse comune nel settore

dell’energia e nell’ambito dei negoziati sul processo suc-

cessivo all’accordo di partenariato e di cooperazione, alla

luce delle att ività in corso riguardanti il partenariato per la

modernizzazione e il dialogo sull’energia.

14. L’UE coopererà con i paesi terzi per far fronte alla volatilità

dei prezzi dell’energia e porterà avanti i lavori al riguardo in

sede di G20.

15. Il Consiglio europeo att ende con interesse la messa a punto

di una strategia di riduzione delle emissioni di CO2 in vista

del 2050 che fornisca un quadro per l’azione più a lungo

termine nel sett ore dell’energia e in altri sett ori connessi. Il

raggiungimento, da parte dell’insieme dei paesi sviluppati,

nel contesto delle riduzioni necessarie secondo le indica-

zioni del gruppo intergovernativo sul cambiamento clima-

tico (IPCC), dell’obiett ivo dell’UE consistente nel ridurre

le emissioni di gas a eff ett o serra dell’80-95 % entro il 2050

rispett o ai valori del 1990, come convenuto nell’ott obre

2009, richiederà una rivoluzione dei sistemi energetici che

deve iniziare ora. Si dovrebbe vagliare att entamente l’op-

portunità di fi ssare fasi intermedie verso il raggiungimento

dell’obiett ivo per il 2050. Il Consiglio europeo riesaminerà

periodicamente gli sviluppi in materia.

II. INNOVAZIONE

16. Gli investimenti nel sett ore dell’istruzione, della ricerca,

della tecnologia e dell’innovazione sono un motore essen-

ziale della crescita e idee innovative, che possono dar vita

a nuovi prodott i e servizi commercializzabili, contribui-

scono a generare crescita e posti di lavoro di qualità. Il Con-

siglio europeo ha invitato ad att uare un approccio strategico

8. Gli investimenti nel settore dell’efficienza energetica

aumentano la competitività e  favoriscono la sicurezza

dell’approvvigionamento energetico e  la sostenibilità

a bassi costi. Si deve raggiungere l’obiett ivo di effi cienza

energetica del 20  % al 2020, convenuto dal Consiglio

europeo del giugno 2010, la cui att uazione non è ancora

ben avviata. Ciò richiede un’azione decisa per sfrutt are il

notevole potenziale di maggiori risparmi energetici pre-

sente negli edifi ci, nei trasporti, nei prodott i e nei processi.

Dal 1º gennaio 2012 tutt i gli Stati membri dovrebbero

inserire, negli appalti pubblici per i pertinenti edifi ci e ser-

vizi pubblici, norme sull’effi cienza energetica che tengano

conto dell’obiett ivo principale dell’UE. Si invita il Consiglio

a esaminare prontamente la prossima proposta della Com-

missione su un nuovo piano per l’effi cienza energetica, che

indica in maggior dett aglio una serie di politiche e misure

lungo tutt a la catena dell’approvvigionamento energetico.

Esso riesaminerà l’att uazione dell’obiett ivo di effi cienza

energetica dell’UE entro il 2013 e, se necessario, prenderà

in considerazione ulteriori misure.

9. Si invita la Commissione a intensifi care i lavori con gli Stati

membri sull’att uazione della dirett iva relativa alle energie

rinnovabili, in particolare per quanto riguarda meccanismi

di cooperazione e regimi di sostegno nazionali coerenti.

10. L’UE e gli Stati membri promuoveranno gli investimenti

nel settore delle energie rinnovabili e  delle tecnologie

a basse emissioni di CO2 sicure e sostenibili e si concen-

treranno sull’att uazione delle priorità tecnologiche stabilite

nel piano strategico europeo per le tecnologie energetiche.

Si invita la Commissione a presentare nuove iniziative sulle

reti intelligenti, comprese quelle connesse allo sviluppo di

veicoli puliti, allo stoccaggio dell’energia, ai biocarburanti

sostenibili e a soluzioni di risparmio energetico per le citt à.

11. È necessario un migliore coordinamento delle attività

dell’UE e degli Stati membri al fi ne di assicurare coerenza

nelle relazioni esterne dell’UE con i principali paesi pro-

dutt ori, di transito e consumatori. Si invita la Commissione

a presentare entro giugno 2011 una comunicazione sulla

sicurezza dell’approvvigionamento e sulla cooperazione

internazionale volta a migliorare ulteriormente la coerenza

dell’azione esterna dell’UE nel sett ore dell’energia. Si invi-

tano gli Stati membri a comunicare dal 1º gennaio 2012

alla Commissione tutt i i nuovi e vigenti accordi bilaterali in

materia di energia con paesi terzi. La Commissione mett erà

a disposizione di tutt i gli altri Stati membri tali informazioni

in forma appropriata, tenuto conto della necessità di pro-

teggere le informazioni commercialmente sensibili. Si invita

l’alto rappresentante a tenere in debita considerazione la

dimensione della sicurezza energetica nei suoi lavori. La

sicurezza energetica dovrebbe trovare pieno riscontro

anche nella politica di vicinato dell’UE.

12. L’UE dovrebbe prendere iniziative, in linea con i tratt ati,

negli appropriati consessi internazionali e sviluppare par-

tenariati per l’energia reciprocamente vantaggiosi con

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—eff ett uare, nel 2011, un riesame intermedio dei perti-

nenti quadri normativi in materia di aiuti di Stato;

—vagliare le opzioni per la creazione di uno strumento

per la valorizzazione dei diritt i di proprietà intellett uale

a livello europeo, in particolare al fi ne di agevolare l’ac-

cesso delle PMI al mercato della conoscenza, e riferire

al Consiglio entro la fi ne del 2011.

21. La Commissione è invitata a compiere progressi rapidi

nei sett ori chiave dell’economia digitale per assicurare la

creazione del mercato unico digitale entro il 2015, tra cui la

promozione e la protezione della creatività, lo sviluppo del

commercio elett ronico e la disponibilità delle informazioni

del sett ore pubblico.

22. Andrebbe compiuto ogni sforzo per rimuovere i restanti

ostacoli giuridici e amministrativi al funzionamento tran-

sfrontaliero del capitale di rischio. Si invita la Commissione

a presentare entro la fi ne del 2011 proposte:

—per istituire un regime UE per il capitale di rischio,

basato sul Fondo europeo per gli investimenti (FEI)

e sulle altre istituzioni fi nanziarie pertinenti e in coope-

razione con gli operatori nazionali;

—per raff orzare gradualmente il meccanismo di fi nanzia-

mento con ripartizione dei rischi;

—per valutare come rispondere al meglio alle esigenze

delle imprese innovative in rapida crescita att raverso un

approccio improntato al mercato. A questo proposito si

invita inoltre la Commissione ad esplorare la fatt ibilità

di un programma di ricerca e innovazione per le piccole

imprese.

23. Nei loro sforzi di risanamento del bilancio gli Stati membri

dovrebbero dare priorità a una spesa propizia alla crescita

sostenibile, in sett ori quali la ricerca e l’innovazione, l’istru-

zione e l’energia.

24. Tali sforzi dovrebbero andare di pari passo con chiare

misure di riforma volte a raff orzare l’effi cacia dei sistemi

degli Stati membri in materia di ricerca e  innovazione.

A livello nazionale, gli Stati membri ricordano la loro dispo-

nibilità a destinare almeno il 50 % delle entrate del sistema

di scambio di quote di emissione (ETS) al fi nanziamento

di interventi in materia di clima, inclusi i progett i innovativi.

Essi dovrebbero inoltre migliorare l’uso dei fondi strutt u-

rali esistenti assegnati ai progett i nel campo della ricerca

e dell’innovazione.

25. È essenziale che gli strumenti dell’UE volti a promuovere la

responsabilità sociale per le imprese (RSI) siano semplifi -

cati al fi ne di agevolare la loro adozione da parte dei migliori

scienziati e delle imprese più innovative, in particolare con-

cordando fra le pertinenti istituzioni un nuovo equilibrio fra

fi ducia e controllo e fra assunzione e limitazione dei rischi.

La Commissione è invitata a presentare proposte entro la

fi ne dell’anno, assicurando che tutt i gli strumenti di fi nan-

ziamento per la ricerca e l’innovazione agiscano insieme

all’interno di un quadro strategico comune. Andrebbe

e integrato per promuovere l’innovazione e trarre pieno

vantaggio dal capitale intellett uale dell’Europa, a benefi cio

dei citt adini, delle imprese — in particolare le PMI — e dei

ricercatori. Esso controllerà i progressi compiuti al riguardo

nell’ambito del seguito da dare alla strategia Europa 2020.

17. A tale proposito il Consiglio europeo ha rilevato le tendenze

e gli sviluppi che emergono dall’att uale quadro di valuta-

zione dell’innovazione della Commissione e ha invitato

quest’ultima a mett ere a punto rapidamente un indicatore

integrato unico, ai fi ni di un migliore controllo dei progressi

compiuti in materia di innovazione. Il Consiglio europeo

continuerà a seguire gli sviluppi in questo ambito.

18. L’innovazione contribuisce a rispondere alle principali

sfi de della società cui siamo confrontati. La competenza

e le risorse europee devono essere mobilitate in modo coe-

rente e le sinergie tra l’UE e gli Stati membri devono essere

promosse, al fi ne di garantire che le innovazioni che presen-

tano vantaggi per la società arrivino sul mercato più rapida-

mente. Dovrebbe essere sviluppata una programmazione

congiunta. L’avvio del partenariato pilota per l’innovazione

sull’invecchiamento att ivo e in buona salute segna un passo

importante in tale contesto. Un monitoraggio periodico

da parte del Consiglio sarà necessario per raggiungere gli

obiett ivi a lungo termine come pure i traguardi concreti

che saranno fi ssati di anno in anno. Il Consiglio adott erà

le necessarie decisioni politiche sui futuri partenariati per

l’innovazione prima che siano avviati.

19. L’Europa ha bisogno di uno spazio della ricerca unifi cato

per att rarre talenti e investimenti. Le restanti lacune devono

pertanto essere colmate rapidamente e lo spazio europeo

della ricerca deve essere completato entro il 2014 al fi ne

di creare un reale mercato unico della conoscenza, della

ricerca e dell’innovazione. Occorre in particolare adope-

rarsi per migliorare la mobilità e le prospett ive di carriera dei

ricercatori, la mobilità degli studenti già laureati e l’att rat-

tiva dell’Europa per i ricercatori stranieri. Inoltre, sarebbe

opportuna una migliore diffusione delle informazioni

sulle att ività di ricerca e sviluppo (R&S) che benefi ciano

di fi nanziamenti pubblici, nel rispett o dei diritt i di proprietà

intellett uale, in particolare istituendo un inventario della

R&S fi nanziata dall’UE, collegato ad analoghi inventari dei

programmi di R&S fi nanziati a livello nazionale.

20. Andrebbero incoraggiati gli investimenti privati in prodott i

e servizi innovativi, in particolare migliorando le condizioni

generali. Al riguardo, si invita la Commissione a:

—presentare proposte per accelerare, semplificare

e modernizzare le procedure di normalizzazione, in

particolare per permett ere la trasformazione, a deter-

minate condizioni, delle norme sviluppate dall’industria

in norme europee;

—fornire orientamenti riguardo all’applicazione delle

dirett ive sugli appalti pubblici; più in generale gli appalti

pubblici dovrebbero essere maggiormente orientati

a incentivare la domanda di beni e servizi innovativi;

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28

Ha espresso l’auspicio che la riunione del «quartett o» del

5 febbraio 2011 a Monaco rechi un importante contributo

a tale processo.

34. Il Consiglio europeo ha approvato le conclusioni sulla Bie-

lorussia adott ate dal Consiglio «Aff ari esteri» del 31 gen-

naio, anche in ordine alla decisione di imporre misure

restritt ive. L’Unione europea ribadisce la sua ferma deter-

minazione a raff orzare il suo impegno nei confronti della

società civile bielorussa. L’Unione europea conferma la

volontà di proseguire la sua politica di impegno critico, tra

l’altro att raverso il dialogo e il partenariato orientale, a con-

dizione che siano rispett ati i principi di democrazia, lo stato

di diritt o e i diritt i umani. Il Consiglio «Aff ari generali»

riesaminerà periodicamente la situazione in Bielorussia ed è

pronto a considerare ulteriori misure mirate in tutt i i sett ori

secondo necessità.

***

ALLEGATO I

DICHIARA ZIONE DEI CAPI DI STATO O DI GOVERNO DELLA ZONA EURO

E DELLE ISTITUZIONI DELL’UE

A seguito della dichiarazione del dicembre 2010 e ribadendo di

essere pronti a fare tutt o il necessario per assicurare la stabilità della

zona euro nel suo complesso, i capi di Stato o di governo della zona

euro e le istituzioni dell’UE hanno passato in rassegna i progressi

nell’att uazione della strategia globale intesa a preservare la stabilità

fi nanziaria e ad assicurare che la zona euro esca raff orzata dalla crisi.

Questa strategia comprende il pacchett o legislativo sulla gover-

nance economica, gli stress test e il risanamento del sett ore fi nan-

ziario, nonché la realizzazione del semestre europeo. Essi hanno

altresì convenuto le misure seguenti che rientrano nel pacchett o

complessivo da mett ere a punto in marzo:

• continua ed effi cace att uazione dei programmi esistenti

relativi alla Grecia e all’Irlanda;

• valutazione, da parte della Commissione in cooperazione

con la BCE, dei progressi compiuti negli Stati membri

della zona euro nell’att uazione delle misure adott ate per

raff orzare le posizioni di bilancio e le prospett ive di crescita;

• proposte concrete avanzate dall’Eurogruppo in ordine al

raff orzamento del FESF, così da garantire l’effi cacia neces-

saria per fornire un sostegno adeguato;

• messa a punto, sotto la guida del presidente dell’Euro-

gruppo, delle caratteristiche operative del meccanismo

europeo di stabilità in linea con il mandato convenuto

a dicembre.

Muovendo dal nuovo quadro di governance economica, i capi di

Stato o di governo adott eranno ulteriori misure att e a conseguire

una nuova qualità nel coordinamento della politica economica

della zona euro al fi ne di migliorare la competitività e realizzare in

tal modo un più elevato grado di convergenza senza arrecare pre-

valutata la possibilità di sviluppare meccanismi adeguati

per il fi nanziamento di grandi progett i europei che costi-

tuiscono importanti motori per la ricerca e l’innovazione.

È più che mai fondamentale migliorare l’effi cienza della

spesa pubblica a livello nazionale e dell’UE. A tale riguardo

la semplifi cazione del regolamento fi nanziario dovrebbe

essere adott ata entro la fi ne dell’anno per assicurare effi caci

meccanismi di att uazione delle politiche dell’UE.

III. SITUAZIONE ECONOMICA

26. Il Consiglio europeo ha esaminato la situazione economica

e ha rilevato che si assiste a un miglioramento delle prospet-

tive economiche generali, sebbene restino da aff rontare

sfi de importanti. Ha raggiunto un accordo sulla linea da

seguire in vista del Consiglio europeo di marzo.

27. Il Consiglio europeo ha invitato il Consiglio a raggiungere in

marzo un orientamento generale sulle proposte legislative

della Commissione in materia di governance economica,

garantendo la piena att uazione delle raccomandazioni della

task force, in modo da pervenire a un accordo defi nitivo con

il Parlamento europeo entro giugno. Questa impostazione

permett erà di raff orzare il patt o di stabilità e crescita e di

att uare un nuovo quadro macroeconomico.

28. Ha invitato l’Autorità bancaria europea e le altre autorità

competenti a condurre ambiziosi stress test e gli Stati mem-

bri a garantire la messa a punto di piani concreti, conformi

alle norme dell’UE sugli aiuti di Stato, a cui ricorrere nel

caso in cui dagli stress test emerga la vulnerabilità di una

banca.

29. Nel contesto del semestre europeo e sulla base dell’analisi

annuale della crescita presentata dalla Commissione, il

Consiglio europeo di marzo individuerà le priorità in mate-

ria di riforme strutt urali e di risanamento di bilancio per il

prossimo ciclo dei programmi di stabilità e di convergenza

nonché nei sett ori di competenza dell’UE, ivi compreso il

mercato unico. Su tale base, e guidati dagli orientamenti

integrati di Europa 2020, gli Stati membri sono invitati

a presentare in aprile i programmi nazionali di riforma e i

programmi di stabilità o di convergenza.

30. Il Consiglio europeo di marzo adott erà anche la decisione

definitiva sulla modifica limitata del trattato necessaria

all’istituzione del meccanismo europeo di stabilità.

31. Il Consiglio europeo ha accolto con favore l’allegata dichia-

razione dei capi di Stato o di governo della zona euro e delle

istituzioni dell’UE.

IV. RELAZIONI ESTERNE

32. Il Consiglio europeo ha adottato una dichiarazione

sull’Egitt o e la regione (allegato II).

33. Il Consiglio europeo ha sott olineato che gli sviluppi nella

regione del Mediterraneo rendono ancor più urgente il

rispett o degli accordi di pace precedenti e il raggiungimento

di rapidi progressi nel processo di pace in Medio Oriente.

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e sociali, che sono conformi ai valori promossi dall’Unione europea

per se stessa e in tutt o il mondo. Il Consiglio europeo ha sott oli-

neato che alle aspirazioni democratiche dei citt adini si dovrebbe

rispondere con il dialogo e la riforma politica, nel pieno rispett o

dei diritt i umani e delle libertà fondamentali, e con elezioni libere

e regolari. Ha invitato tutt e le parti ad avviare un dialogo costrutt ivo

a tal fi ne.

L’Unione europea è determinata a sostenere pienamente i pro-

cessi di transizione verso la governance democratica, il pluralismo,

migliori possibilità di prosperità economica e di inclusione sociale

e una maggiore stabilità regionale. Il Consiglio europeo è impe-

gnato a favore di un nuovo partenariato che comporti un sostegno

più effi cace in futuro ai paesi che stanno att uando riforme politiche

ed economiche, anche att raverso la politica europea di vicinato

e l’Unione per il Mediterraneo.

In questo con testo il Consiglio europeo

—ha incaricato l’alto rappresentante di trasmettere il

nostro messaggio nella sua prossima visita in Tunisia

e in Egitt o;

—ha invitato l’alto rappresentante, nel quadro di dett o

partenariato, a mett ere a punto un pacchett o di misure

mediante le quali prestare il sostegno dell’Unione euro-

pea ai processi di transizione e trasformazione (raff or-

zando le istituzioni democratiche, promuovendo la

governance democratica e la giustizia sociale e fornendo

assistenza nella preparazione e nello svolgimento di ele-

zioni libere e regolari) e a collegare maggiormente a tali

obiett ivi la politica europea di vicinato e l’Unione per

il Mediterraneo, e

—ha invitato l’alto rappresentante e la Commissione ad

adatt are rapidamente gli strumenti dell’Unione euro-

pea, a mett ere a disposizione gli aiuti umanitari e a pro-

porre misure e progett i volti a stimolare la cooperazione,

gli scambi e gli investimenti nella regione, allo scopo di

promuovere lo sviluppo economico e sociale, compreso

uno status avanzato per la Tunisia.

giudizio al mercato unico. Gli Stati membri che non appartengono

alla zona euro saranno invitati a partecipare al coordinamento. Il

presidente del Consiglio europeo avvierà consultazioni con i capi

di Stato o di governo degli Stati membri appartenenti alla zona euro

e riferirà al riguardo, defi nendo con concretezza le vie da seguire

in conformità del tratt ato. A tal fi ne coopererà strett amente con il

presidente della Commissione. Assicurerà che i capi di Stato o di

governo degli Stati membri non appartenenti alla zona euro inte-

ressati siano debitamente coinvolti nel processo.

***

ALLEGATO II

DICHIARA ZIONE SULL’EGITT O E LA REGIONE

Il Consiglio europeo segue con estrema preoccupazione il deterio-

ramento della situazione in Egitt o. Ha condannato con la massima

fermezza la violenza e tutt e le persone che vi fanno ricorso e la inco-

raggiano. Ha sott olineato il diritt o di tutt i i citt adini di manifestare

liberamente e pacifi camente, con la dovuta protezione da parte

delle autorità incaricate dell’applicazione della legge. Qualsiasi ten-

tativo di limitare la libera circolazione delle informazioni, compreso

mediante aggressioni e intimidazioni nei confronti dei giornalisti

e dei difensori dei diritt i umani, è inaccett abile.

Il Consiglio europeo ha esortato le autorità egiziane a rispondere

alle aspirazioni del popolo egiziano con la riforma politica e non

con la repressione. Tutt e le parti dovrebbero dar prova di mode-

razione e astenersi da ulteriori att i di violenza, nonché dare avvio

ad un’ordinata transizione verso un governo che goda di ampio

sostegno. Il Consiglio europeo ha sott olineato che tale processo di

transizione deve cominciare adesso. I principi sanciti nell’accordo

di associazione e gli impegni assunti devono costituire la base per

le relazioni dell’UE con l’Egitt o.

Il Consiglio europeo ha espresso compiacimento per la maniera

pacifi ca e dignitosa in cui il popolo tunisino e quello egiziano hanno

espresso le loro legitt ime aspirazioni democratiche, economiche

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egiziano ed ha avviato un dialogo con il governo egiziano

recentemente designato.

6. La situazione in Libia continua a causare grave preoc-

cupazione. Esprimiamo profonda solidarietà al popolo

libico e alle vitt ime. Condanniamo con fermezza la vio-

lenta repressione del regime nei confronti dei propri citt a-

dini e la violazione patente e sistematica dei diritt i umani.

Accogliamo con favore la risoluzione 1970 del Consiglio

di sicurezza delle Nazioni Unite e il rinvio della situazione

in Libia alla Corte penale internazionale. L’uso della forza,

specialmente con mezzi militari, contro i civili è inaccet-

tabile e deve cessare immediatamente. La sicurezza della

popolazione deve essere assicurata con tutt i i mezzi neces-

sari. Il Consiglio europeo esprime profonda preoccupa-

zione per gli att acchi sferrati contro la popolazione civile,

anche dalle forze aeree. Nell’intento di proteggere i civili

gli Stati membri vaglieranno tutt e le opzioni necessarie

in presenza di un’esigenza dimostrata, di un fondamento

giuridico chiaro e del sostegno della regione. I responsabili

saranno messi di fronte alle loro azioni con pesanti conse-

guenze. Collaboreremo con le Nazioni Unite, la Lega araba,

l’Unione africana e i partner internazionali nel reagire alla

crisi. Chiediamo la convocazione in tempi brevi di un ver-

tice che riunisca la Lega araba, l’Unione africana e l’Unione

europea.

7. Il colonnello Gheddafi deve abbandonare il potere imme-

diatamente. Il suo regime ha perso ogni legitt imità e non è

più un interlocutore dell’UE. L’Unione europea ha adot-

tato misure restritt ive contro la classe dirigente del paese

e contro le entità che detengono att ività consistenti con-

trollate dal regime ed è pronta ad adott are ulteriori sanzioni.

8. L’obiett ivo è che la Libia si avvii rapidamente ad una transi-

zione ordinata verso la democrazia grazie ad un dialogo su

basi ampie. L’Unione europea accoglie con favore e inco-

raggia il Consiglio nazionale di transizione provvisorio con

sede a Bengasi, che considera un interlocutore politico.

L’Unione europea è pronta a aiutare il paese a costruire

uno Stato costituzionale e a sviluppare lo stato di diritt o.

È pronta a rispondere alle richieste del popolo libico di

assistenza alla ripartenza dell’economia libica.

9. L’emergenza umanitaria in Libia e alle frontiere assume

proporzioni preoccupanti, aggravate dai movimenti di mas-

siccia migrazione determinati dalle insurrezioni. È priori-

tario garantire l’evacuazione sicura dei citt adini dell’UE

e di altre nazionalità che vogliono fuggire dal conflitto.

L’Unione europea e gli Stati membri hanno mobilitato gli

aiuti umanitari e si impegnano ad assistere ulteriormente

la popolazione in Libia e le persone che ne att raversano

le frontiere, in strett a collaborazione con l’Alto Commis-

sariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’Uffi cio per il

1. Il Consiglio europeo si è riunito oggi in via straordinaria per

discutere degli sviluppi in Libia e nel vicinato meridionale

e defi nire direzione e priorità dell’azione e della politica

future dell’UE.

2. Le insurrezioni democratiche stanno determinando

cambiamenti radicali nel vicinato meridionale, creando

nuove speranze e l’opportunità di costruire il futuro sulla

democrazia, il pluralismo, lo stato di diritt o, i diritt i umani,

la giustizia sociale. Progresso e democrazia avanzano di pari

passo. Il Consiglio europeo rende omaggio al coraggio di

cui le popolazioni della regione hanno dato prova e ribadi-

sce che spett a a loro decidere del proprio futuro con mezzi

pacifi ci e democratici.

3. Tutt i i paesi della regione devono intraprendere o accele-

rare le riforme politiche ed economiche. L’Unione europea

sosterrà tutt e le iniziative che si prefi ggono una trasforma-

zione democratica, regimi politici che consentano una tran-

sizione pacifi ca, crescita e prosperità e una distribuzione

più proporzionata dei benefi ci derivanti dall’att ività econo-

mica. In questo contesto il Consiglio europeo accoglie con

particolare favore l’annuncio del re del Marocco in merito

all’istituzione di un comitato consultivo per preparare una

revisione della costituzione da sott oporre all’approvazione

del popolo marocchino. Nell’avanzare verso la trasforma-

zione i partner guideranno il sostegno dell’Unione. Nella

misura in cui lo sviluppo di istituzioni democratiche forti

è uno degli obiett ivi chiave, altrett anto fondamentale è raf-

forzare le relazioni parlamentari tra l’Europa e la regione.

4. Per quanto riguarda la Tunisia, il Consiglio europeo acco-

glie con favore l’annuncio delle elezioni per un’assemblea

costituente previste per il 24 luglio 2011. In strett a consulta-

zione con le autorità tunisine, l’UE è pronta a off rire il soste-

gno necessario in questo ambito, anche elevando lo status

della Tunisia. Non appena le autorità tunisine siano pronte,

l’UE è disposta a fornire assistenza per far fronte alle sfi de

economiche e sociali che la Tunisia ha dinanzi a sé. L’im-

pegno dell’Unione europea si estende sul lungo periodo

al fi ne di promuovere lo sviluppo economico e sociale. La

solidarietà dimostrata dalla popolazione tunisina nei con-

fronti della popolazione in fuga dalla Libia merita massimo

plauso e sostegno.

5. Il Consiglio europeo appoggia la transizione democratica

in Egitt o. Accoglie con favore la tempestiva presentazione

delle prime proposte intese a modifi care la costituzione ed

esorta le autorità egiziane a proseguire nell’impegno verso

le riforme politiche e a creare un ambiente favorevole ad

una transizione democratica eff ett iva, anche revocando lo

stato di emergenza. L’Unione europea è pronta a mobili-

tare un sostegno massiccio secondo le priorità del popolo

CONSIGLIO EUROPEO STRAORDINARIO — 11 MARZO 2011

DICHIARAZIONE

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approcci incentrati sui singoli paesi e sul raggiungimento

dei risultati.

14. A medio termine il Consiglio europeo chiede un nuovo

partenariato con la regione in linea con la dichiarazione

del 4 febbraio 2011. In questo contesto accoglie in generale

con favore la comunicazione congiunta della Commissione

e dell’alto rappresentante in cui si propone un partenariato

per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediter-

raneo meridionale, che si fonda su un’impostazione diff e-

renziata e basata sugli incentivi in cui concorrono tutt i gli

strumenti dell’UE. Tale partenariato dovrà altresì fondarsi

su un’integrazione economica raff orzata, sull’accesso più

ampio ai mercati e sulla cooperazione politica. Il Consiglio

europeo invita il Consiglio ad esaminare rapidamente le

proposte contenute nella comunicazione, in particolare le

condizioni a cui l’UE potrà raff orzare il sostegno ai partner.

Att ende con interesse l’imminente comunicazione sulla

politica europea di vicinato.

15. Sarà altresì fondamentale fornire ai paesi in questione

i mezzi per ricostruire e modernizzare le loro economie.

Sviluppo economico e prospett ive di lavoro, sopratt utt o

per i giovani, rivestono un’importanza fondamentale al fi ne

di stabilizzare la democrazia. Il Consiglio dovrà approvare

urgentemente le proposte allo studio sulle norme di origine

paneuromediterranee e la Commissione è invitata a pre-

sentare proposte su ulteriori strumenti per aumentare gli

scambi e gli investimenti esteri dirett i nella regione a breve,

medio e lungo termine. Altrett anto urgente è rilanciare il

sett ore turistico nella regione. Il Consiglio dovrà esami-

nare rapidamente le proposte della Commissione relative

ai rientri della Banca europea per gli investimenti e prendere

in esame ulteriori possibilità di aumentare la capacità di

sostegno fi nanziario complessivo della BEI stessa. È impor-

tante coordinare le iniziative con altre istituzioni fi nanziarie

internazionali.

16. Tenendo conto di quanto è accaduto l’Unione europea

è inoltre pronta a rivedere le finalità dell’Unione per il

Mediterraneo, con l’obiett ivo di promuovere la democra-

zia e la stabilità nella regione. Occorre dare nuovo impulso

a misure e progett i concreti, allo scopo di consolidare le

istituzioni democratiche e la libertà di espressione, incluso

il libero accesso a internet, raff orzare la società civile, soste-

nere l’economia, ridurre la povertà e contrastare l’ingiusti-

zia sociale.

17. Consapevole che questi eventi hanno ripercussioni politi-

che ed economiche più ampie nella regione nel suo com-

plesso, l’Unione europea esorta a riatt ivare il processo di

pace in Medio Oriente.

coordinamento degli aff ari umanitari, l’Organizzazione

internazionale per le migrazioni, il Comitato internazio-

nale della Croce Rossa/la Federazione Internazionale della

Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e le organizzazioni

non governative. L’Unione europea invita tutt e le parti in

causa a consentire alle agenzie e agli operatori umanitari di

recarsi in qualsiasi zona in cui l’aiuto si renda necessario ed

è pronta a sostenerne l’opera. A tal fi ne l’Unione europea

raff orzerà il suo coordinamento ai fi ni di un uso coerente ed

effi cace di mezzi e capacità, in linea con i principi umanitari.

10. Gli Stati membri esposti più dirett amente ai movimenti

migratori necessitano della nostra fatt iva solidarietà. L’UE

e gli Stati membri sono pronti a fornire il sostegno neces-

sario secondo l’evolvere della situazione. L’UE continuerà

a monitorare da vicino, in particolare con l’operazione

Hermes 2011 lanciata da Frontex, l’incidenza degli avve-

nimenti sui movimenti migratori sia interni alla regione

che provenienti da essa. In particolare si richiede agli Stati

membri di fornire a Frontex ulteriori risorse umane e tecni-

che in funzione delle esigenze. La Commissione è invitata

a mett ere a disposizione risorse supplementari. Il Consiglio

europeo sollecita il rapido raggiungimento di un accordo

sul regolamento che potenzia le capacità dell’agenzia.

11. L’Unione europea si consulterà con i paesi interessati della

regione per quanto riguarda il sostegno tecnico-fi nanziario

att o a migliorare il controllo e la gestione delle frontiere,

nonché le misure att e a facilitare il rimpatrio dei migranti.

Il Consiglio europeo invita il Consiglio «Giustizia e aff ari

interni» a riunirsi senza indugio. Si invita inoltre il Consi-

glio, in cooperazione con la Commissione, a presentare,

prima del Consiglio europeo di giugno, un piano per lo

sviluppo di capacità di gestione dei fl ussi migratori e di

profughi.

12. Occorre promuovere un approccio completo alla migra-

zione, coerente con l’approccio globale dell’UE. In que-

sto contesto l’Unione europea deve altresì raccogliere la

sfi da della mobilità e promuovere i contatt i interpersonali,

servendosi di strumenti quali i partenariati per la mobilità

con tutt i i partner che siano suffi cientemente avanzati nei

processi di riforma e cooperando nella lott a alla tratt a degli

esseri umani e all’immigrazione irregolare. Si invita la Com-

missione a presentare proposte per incoraggiare gli scambi

tra giovani europei e giovani del Mediterraneo meridionale.

13. Su un piano più generale si procederà, in strett a coopera-

zione con i partner della regione, ad un rapido riesame degli

att uali programmi di partenariato e assistenza al fi ne di cali-

brare meglio i bisogni del momento. In questo contesto la

Commissione e l’alto rappresentante dovranno privilegiare

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32

stabilità (cfr. allegato II). Dalle discussioni sono emerse le seguenti conclusioni:

• Capacità di fi nanziamento

Il meccanismo europeo di stabilità avrà una capacità globale

eff ett iva di prestito pari a 500 miliardi di EUR. Nel corso

della transizione dal fondo europeo di stabilità fi nanziaria

al meccanismo europeo di stabilità, la capacità di prestito

consolidata non supererà tale importo. L’eff ett iva capacità

di prestito del meccanismo europeo di stabilità risulterà

combinando adeguatamente il capitale versato con il capi-

tale richiamabile e le garanzie. Sarà stabilito un calendario

per il versamento graduale del capitale, nel pieno rispett o

delle procedure parlamentari nazionali.

Fino all’entrata in vigore del meccanismo, la capacità di

prestito convenuta di 440 miliardi di EUR del fondo euro-

peo di stabilità fi nanziaria sarà resa pienamente eff ett iva.

• Strumenti

I capi di Stato o di governo ricordano che il meccanismo

europeo di stabilità fornirà assistenza fi nanziaria quando

un membro della zona euro lo richiederà e quando tale

assistenza sarà ritenuta indispensabile per salvaguardare la

stabilità della zona euro nel suo insieme. Qualsiasi decisione

al riguardo sarà presa all’unanimità in base ad un’analisi

della sostenibilità del debito dello Stato membro interes-

sato eff ett uata dalla Commissione e dal Fondo monetario

internazionale, in consultazione con la Banca centrale euro-

pea. L’assistenza fi nanziaria sarà soggett a a una rigorosa

condizionalità nell’ambito di un programma di aggiusta-

mento macroeconomico.

L’assistenza finanziaria da parte del meccanismo euro-

peo di stabilità e del fondo europeo di stabilità fi nanzia-

ria assumerà la forma di prestiti. Tutt avia, per ott imizzare

l’effi cienza in termini di costi del sostegno, il meccanismo

europeo di stabilità e il fondo europeo di stabilità fi nanziaria

possono intervenire anche, eccezionalmente, nel mercato

primario del debito nel contesto di un programma soggett o

a rigorosa condizionalità.

• Condizioni fi nanziarie

La fissazione del prezzo del fondo europeo di stabilità

finanziaria dovrà essere riveduta al ribasso per tenere

meglio conto della sostenibilità del debito dei paesi bene-

fi ciari, pur restando al di sopra dei costi di fi nanziamento

dello strumento, con un adeguato aumento per il rischio

e in linea con i principi di fi ssazione del prezzo dell’FMI.

Gli stessi principi si applicheranno al meccanismo europeo

di stabilità.

1. Il Patto per l’euro che istituisce un coordinamento più stretto delle politiche economiche per la competitività e la convergenza (allegato) è stato approvato. Il Patt o sarà presentato al Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011 affi nché gli Stati membri che non fanno parte della zona euro comunichino l’eventuale intenzione di partecipare al Patt o stesso. Parallelamente gli Stati membri della zona euro segnaleranno le prime misure che si impegnano a porre in att o nell’ambito del Patt o per l’anno prossimo.

2. I capi di Stato o di governo della zona euro hanno valutato i progressi realizzati successivamente alla riunione del Con-siglio europeo del 4 febbraio 2011 riguardo ad una risposta globale alla crisi, al fi ne di completare questo pacchett o in tempo per il Consiglio europeo del 24-25 marzo.

3. Accolgono con favore i progressi realizzati nell’att uazione dei programmi FMI-UE in corso in Grecia e in Irlanda, e il forte impegno assunto

—dalla Grecia di proseguire rigorosamente le riforme strutt urali, accrescere lo sviluppo di capacità per la loro att uazione, portare a termine completamente e in tempi brevi il piano di privatizzazione e di sviluppo immobi-liare di 50 miliardi di EUR annunciato e introdurre un quadro di bilancio rigoroso e stabile che abbia un fon-damento giuridico quanto più solido possibile deciso dal governo greco;

—dall’Irlanda di introdurre un quadro di bilancio rigoroso e stabile, con la più forte base giuridica possibile e per rispett are gli obiett ivi di bilancio att raverso riduzioni della spesa e aumenti delle entrate secondo quanto previsto dal programma.

4. In seguito alla dichiarazione del 4 febbraio sulla valuta-zione della Commissione, in consultazione con la BCE, dell’att uazione delle misure adott ate per raff orzare le posi-zioni di bilancio e le prospett ive di crescita, i capi di Stato o di governo accolgono con favore i progressi compiuti in vari paesi. In particolare, insieme al presidente della Commissione e al presidente della BCE, accolgono favo-revolmente e sostengono il pacchett o di misure di ampia portata annunciato oggi dal Portogallo riguardante riforme di bilancio, fi nanziarie e strutt urali.

5. I capi di Stato o  di governo della zona euro invitano i  ministri delle Finanze a  portare a  termine i  lavori sul meccanismo europeo di stabilità e sul fondo europeo di stabilità fi nanziaria in tempo utile per il Consiglio euro-peo del 24-25 marzo 2011. I lavori dovrebbero att enersi rigorosamente e dare piena att uazione alle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2010 e alla dichiarazione dell’Eurogruppo del 28 novembre 2010, che defi niscono le caratt eristiche essenziali del meccanismo europeo di

Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro

11 marzo 2011

I capi di Stato o di governo della zona euro hanno adott ato le seguenti conclusioni:

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Lo sforzo rinnovato di più strett o coordinamento delle politiche

economiche per la competitività e la convergenza s’ispira alle quat-

tro linee guida seguenti.

a) S’iscriverà nella linea dell’att uale governance economica

dell’UE e la irrobustirà, apportandole un valore aggiunto.

Sarà all’insegna della coerenza con gli strumenti vigenti

(UE 2020, semestre europeo, orientamenti integrati,

patt o di stabilità e di crescita, nuovo quadro di sorveglianza

macroeconomica), dai quali muoverà. Comporterà uno

sforzo particolare, più intenso rispetto all’esistente, e si

articolerà in impegni ed interventi concreti più ambiziosi

di quelli concordati in passato e corredati di un calendario

di att uazione. Questi impegni nuovi saranno successiva-

mente integrati nei programmi nazionali di riforma e nei

programmi di stabilità e saranno inseriti nel quadro della

sorveglianza periodica: la Commissione avrà una funzione

centrale forte di controllo dell’att uazione degli impegni ed è

previsto il coinvolgimento di tutt e le formazioni pertinenti

del Consiglio e dell’Eurogruppo. Il Parlamento europeo

svolgerà pienamente il ruolo che gli spett a nell’ambito delle

sue competenze. Il pieno coinvolgimento delle parti sociali

a livello UE sarà assicurato dal vertice sociale trilaterale.

b) Si concentrerà sull’obiett ivo, sarà orientato all’azione e ver-

terà sui sett ori d’intervento prioritari essenziali per stimo-

lare la competitività e la convergenza. S’incentrerà sugli

interventi che rientrano nella sfera di competenza degli Stati

membri. Nei sett ori d’intervento prescelti i capi di Stato o di

governo fi sseranno obiett ivi comuni, che gli Stati membri

partecipanti perseguiranno att uando combinazioni proprie

di politiche in considerazione delle sfi de specifi che cui sono

confrontati.

c) Ogni anno ciascun capo di Stato o di governo assumerà

impegni nazionali concreti. In questo contesto gli Stati

membri terranno conto delle migliori prassi e dei parame-

tri rappresentati dalle prestazioni migliori, sia all’interno

dell’Europa sia rispett o ad altri partner strategici.

Il controllo politico sull’att uazione degli impegni e sui pro-

gressi verso la realizzazione degli obiett ivi politici comuni

competerà ai capi di Stato o di governo della zona euro e dei

paesi partecipanti, che lo eserciteranno a cadenza annuale

sulla scorta di una relazione della Commissione. Gli Stati

membri s’impegnano inoltre a consultare i partner prima

di adott are qualsiasi grande riforma economica che possa

avere eff ett i di ricaduta.

d) Gli Stati della zona euro sono pienamente impegnati

a favore del completamento del mercato unico, che è un

elemento determinante per il miglioramento della com-

petitività nell’UE e nella stessa zona euro. Il processo qui

descritt o sarà perfett amente in linea con il tratt ato. Il Patt o

rispett erà pienamente il mercato unico nella sua integralità.

I nostri obiett ivi

Gli Stati membri della zona euro s’impegnano a adott are tutt e le

misure necessarie per realizzare gli obiett ivi seguenti:

Tenuto conto di quanto precede e degli impegni assunti

dalla Grecia nel contesto del programma di aggiustamento,

i tassi d’interesse sui prestiti saranno adeguati di 100 punti

base. Inoltre la scadenza per tutt i i prestiti del programma

alla Grecia sarà portata a 7,5 anni in linea con l’FMI.

I ministri delle Finanze specifi cheranno le modalità di att ua-

zione di tali decisioni.

6. Tutt i gli Stati membri assicureranno l’introduzione di piani

concreti, conformi alle regole dell’UE sugli aiuti di Stato,

nei confronti delle banche che mostrino vulnerabilità negli

stress test che saranno completati entro l’estate.

7. I capi di Stato o di governo invitano i ministri delle Finanze

a ultimare i lavori sulle sei proposte legislative sulla gover-

nance economica presentate dalla Commissione e a perve-

nire, entro marzo, a un orientamento generale che assicuri

la piena att uazione delle raccomandazioni della task force.

In tale contesto convengono che la fi ssazione di un termine

di riferimento numerico di 1/20 per la riduzione del debito,

da valutare tenendo conto di tutt i i fatt ori pertinenti, come

indicato nella proposta della Commissione, dovrebbe fare

pienamente parte di questo pacchett o. Tutt i sostengono

l’adozione del progett o di dirett iva sul quadro di bilancio

nazionale. Nel decidere le iniziative nell’ambito del patt o di

stabilità e crescita il Consiglio dovrebbe, di norma, seguire

le raccomandazioni della Commissione o spiegare la sua

posizione per iscritt o.

8. I capi di Stato o di governo convengono che l’introduzione

di una tassa sulle operazioni fi nanziarie debba essere esa-

minata e sviluppata ulteriormente a livello di zona euro, di

UE e internazionale.

***

ALLEGATO I

PATT O PER L’EUROUN COORDINAMENTO PIÙ STRETT O

DELLE POLITICHE ECONOMICHE PER LA COMPETITIVITÀ E LA CONVERGENZA

I capi di Stato o di governo della zona euro hanno deciso di adot-

tare un Patt o per l’euro al fi ne di consolidare il pilastro economico

dell’unione monetaria, fare un salto di qualità nel coordinamento

delle politiche economiche nella zona euro, migliorare la compe-

titività e, quindi, aumentare il livello di convergenza. Il Patt o verte

principalmente su sett ori che rientrano nella sfera di competenza

nazionale e che sono essenziali per migliorare la competitività

e scongiurare squilibri dannosi. La competitività è fondamentale

ai fi ni di una crescita più rapida e più sostenibile dell’UE nel medio-

lungo periodo, di livelli più elevati di reddito per i citt adini e della

salvaguardia dei nostri modelli sociali. Gli Stati membri che non

fanno parte della zona euro sono invitati a partecipare su base

volontaria.

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• assicurare che gli accordi salariali del comparto pubblico

corrispondano allo sforzo di competitività del sett ore

privato (tenendo presente l’importanza del segnale dato

dalle retribuzioni del sett ore pubblico).

ii) misure intese a incrementare la produtt ività, ad esempio:

• ulteriore apertura dei sett ori protett i grazie a misure

adottate a  livello nazionale per eliminare restrizioni

ingiustificate ai servizi professionali e  al settore del

commercio al dettaglio, nell’intento di stimolare la

concorrenza e l’effi cienza nel pieno rispett o dell’acquis

comunitario;

• sforzi specifici per migliorare i  sistemi di istruzione

e promuovere la ricerca e lo sviluppo, l’innovazione

e le infrastrutt ure;

• misure volte a migliorare il contesto imprenditoriale,

in particolare per le PMI, segnatamente eliminando gli

oneri amministrativi e migliorando il quadro normativo

(ad esempio leggi sui fallimenti, codice commerciale).

b) Stimolare l’occupazione

Un mercato del lavoro che funziona è essenziale per la competiti-

vità della zona euro. Si valuteranno i progressi in base agli indicatori

seguenti: tassi di disoccupazione giovanile e di lungo periodo, tassi

di att ività.

Ogni paese sarà responsabile degli interventi specifi ci che sceglie

per stimolare l’occupazione, ma particolare att enzione sarà dedi-

cata alle riforme seguenti:

• riforme del mercato del lavoro per promuovere la «fl es-

sicurezza», ridurre il lavoro sommerso e aumentare la

partecipazione al mercato del lavoro;

• apprendimento permanente;

• riforme fi scali, quali la riduzione dell’imposizione sul

lavoro per rendere conveniente lavorare, mantenendo il

gett ito fi scale globale e l’adozione di misure volte a sem-

plifi care la partecipazione al mercato del lavoro delle

persone che costituiscono la seconda fonte di reddito

familiare.

c) Raff orzare la sostenibilità delle fi nanze pubbliche

Ai fi ne dell’att uazione piena del Patt o di stabilità e crescita, si accor-

derà la massima att enzione ai punti seguenti:

• sostenibilità di pensioni, assistenza sanitaria e prestazioni sociali

Si procederà ad una valutazione sopratt utt o in base agli indicatori

del divario di sostenibilità1. Tali indicatori valutano se i livelli di

debito sono sostenibili sulla base delle politiche in corso, in par-

ticolare i regimi pensionistici, di assistenza sanitaria e previdenza

sociale, tenendo conto dei fatt ori demografi ci.

1 Il divario di sostenibilità è costituito da indicatori approvati dalla Commissione e dagli Stati membri per valutare la sostenibilità di bilancio.

• stimolare la competitività

• stimolare l’occupazione

• concorrere ulteriormente alla sostenibilità delle fi nanze

pubbliche

• raff orzare la stabilità fi nanziaria.

Ciascuno Stato membro partecipante presenterà le misure spe-

cifi che che intende adott are per conseguire tali obiett ivi. Saranno

esclusi il o i sett ori per i quali lo Stato membro è in grado di dimo-

strare che nessun intervento è necessario. Ciascun paese conser-

verà la competenza di scegliere gli interventi politici specifi ci che

si riveleranno necessari per conseguire gli obiett ivi comuni, ma si

presterà particolare att enzione alle possibili misure elencate qui

di seguito.

Impegni concreti e controllo a livello politico

I capi di Stato o di governo eserciteranno il controllo politico sui

progressi verso la realizzazione degli obiett ivi comuni basandosi su

una serie d’indicatori inerenti a competitività, occupazione, soste-

nibilità di bilancio e stabilità fi nanziaria. Saranno individuati i paesi

su cui incombono grandi sfi de in questi sett ori, ed essi dovranno

assumersi l’impegno di aff rontarle secondo una tempistica precisa.

a) Stimolare la competitività

I progressi saranno valutati in funzione dell’evoluzione delle

retribuzioni e della produtt ività e delle esigenze di adeguamento

della competitività. Per stabilire se l’evoluzione delle retribuzioni

sia in linea con quella della produtt ività, si monitoreranno in un

dato lasso di tempo i costi unitari del lavoro raff rontandoli con

l’evoluzione in altri paesi della zona euro e nei principali partner

commerciali con economie simili. Relativamente a ciascun paese

i costi unitari del lavoro saranno valutati per l’economia nel suo

complesso e per ciascun grande comparto (produzione e servizi,

così come sett ori commerciabili e sett ori non commerciabili).

Aumenti ingenti e  mantenuti nel tempo possono erodere la

competitività, sopratt utt o se associati ad un disavanzo corrente in

aumento e a quote di mercato in calo per le esportazioni. Interventi

per migliorare la competitività sono necessari in tutt i i paesi, ma ci si

concentrerà in particolare su quelli confrontati a grandi sfi de sott o

quest’aspett o. Per assicurare la diff usione di una crescita equilibrata

in tutt a la zona euro, saranno previsti strumenti specifi ci e iniziative

comuni ai fi ni della promozione della produtt ività nelle regioni in

ritardo di sviluppo.

Ciascun paese sarà responsabile degli interventi specifi ci che sce-

glie per promuovere la competitività, ma particolare att enzione

sarà dedicata alle riforme seguenti:

i) nel rispetto delle tradizioni nazionali di dialogo sociale

e relazioni industriali, misure volte ad assicurare un’evo-

luzione dei costi in linea con la produtt ività, ad esempio:

• riesaminare gli accordi salariali e laddove necessario,

il grado di accentramento del processo negoziale e i

meccanismi d’indicizzazione, nel rispett o dell’autono-

mia delle parti sociali nella negoziazione dei contratt i

collett ivi;

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Lo sviluppo di un base imponibile comune per le società potrebbe

essere una via da seguire — neutra sott o il profi lo delle entra-

te — per assicurare la coerenza dei regimi fi scali nazionali, nel

rispett o delle strategie fi scali nazionali, e per contribuire alla soste-

nibilità di bilancio e alla competitività delle imprese europee.

Nelle prossime sett imane la Commissione intende presentare una

proposta legislativa su una base imponibile consolidata comune

per le società.

Impegni annuali concreti

Per dimostrare un reale impegno a favore del cambiamento ed

assicurare lo slancio politico necessario per raggiungere gli obiett ivi

comuni, ogni anno gli Stati membri della zona euro converranno al

massimo livello una serie di azioni concrete da realizzare nei dodici

mesi. La scelta delle misure specifi che da att uare resterà di compe-

tenza di ciascun paese ma sarà orientata in particolare dall’esame

delle questioni sopraindicate. Questi impegni si rispecchieranno

anche nei programmi nazionali di riforma e nei programmi di

stabilità presentati ogni anno, che la Commissione, il Consiglio

e l’Eurogruppo valuteranno nell’ambito del semestre europeo.

Prossime fasi

Il Patt o sarà formalmente adott ato in sede di Consiglio europeo il

24 marzo dagli Stati membri della zona euro e dagli Stati membri

non partecipanti all’euro che lo desiderino. Gli Stati membri in

grado di farlo dovrebbero annunciare già il 24 marzo gli impegni

concreti da realizzare nei prossimi 12 mesi. In ogni caso gli impe-

gni concreti dovrebbero essere inseriti nei programmi nazionali

di riforma e nei programmi di stabilità che saranno trasmessi ad

aprile e presentati al Consiglio europeo di giugno.

***

ALLEGATO II

CARA TT ERISTICHE GENERA LI DEL FUTURO MECCANISMO

DICHIARA ZIONE DELL’EUROGRUPPO DEL 28 NOVEMBRE 2010

«Gli eventi recenti hanno dimostrato che una situazione di diffi -

coltà fi nanziaria in uno Stato membro può rapidamente minacciare

la stabilità macrofi nanziaria dell’insieme dell’UE mediante vari

canali di contagio. Ciò è vero sopratt utt o per la zona euro in cui

le economie e in particolare i sett ori fi nanziari sono strett amente

interconnessi.

Durante l’intera crisi att uale gli Stati membri della zona euro hanno

dato prova di determinazione nel prendere misure decisive e coor-

dinate per salvaguardare la stabilità fi nanziaria dell’insieme della

zona euro se necessario e riportare la crescita su una carreggiata

sostenibile.

In particolare, il fondo europeo di stabilità fi nanziaria (FESF) è

stato istituito per fornire un’assistenza rapida ed effi cace in ter-

mini di liquidità, insieme al meccanismo europeo di stabilizzazione

Le riforme necessarie per assicurare la sostenibilità e l’adeguatezza

delle pensioni e delle prestazioni sociali potrebbero comprendere:

• allineare il sistema pensionistico alla situazione demo-

grafi ca nazionale, ad esempio allineando l’età pensiona-

bile eff ett iva alla speranza di vita o aumentando i tassi

di att ività;

• limitare i regimi di pensionamento anticipato e ricor-

rere ad incentivi mirati per assumere lavoratori anziani

(fascia superiore ai 55 anni).

• Regole di bilancio nazionali

Gli Stati membri della zona euro si impegnano a recepire nella

legislazione nazionale le regole di bilancio dell’UE fi ssate nel patt o

di stabilità e crescita. Gli Stati membri manterranno la facoltà di sce-

gliere lo specifi co strumento giuridico nazionale cui ricorrere ma

faranno sì che abbia una natura vincolante e sostenibile suffi ciente-

mente forte (ad esempio costituzione o normativa quadro). Anche

l’esatt a forma della regola sarà decisa da ciascun paese (ad esem-

pio potrebbe assumere la formula di «freno all’indebitamento»,

regola collegata al saldo primario o regola di spesa), ma dovrebbe

garantire la disciplina di bilancio a livello sia nazionale che sub-

nazionale. La Commissione avrà la possibilità, nel pieno rispett o

delle prerogative dei parlamenti nazionali, di essere consultata in

merito alla precisa regola di bilancio prima dell’adozione in modo

da assicurare che sia compatibile e sinergica con le regole dell’UE.

d) Raff orzare la stabilità fi nanziaria

Per la stabilità globale della zona euro un forte sett ore fi nanziario

è fondamentale. È stata avviata una riforma generale del quadro

dell’UE per la vigilanza e la regolamentazione del sett ore fi nanziario.

In tale contesto gli Stati membri si impegnano a introdurre una legi-

slazione nazionale per la risoluzione nel sett ore bancario, nel pieno

rispett o dell’acquis comunitario. Saranno eff ett uati su base regolare

stress test rigorosi sulle banche, coordinati a livello di UE. Inoltre

il presidente del CERS e il presidente dell’Eurogruppo saranno

invitati a riferire periodicamente ai capi di Stato o di governo sulle

questioni connesse alla stabilità macrofi nanziaria e agli sviluppi

macroeconomici della zona euro che richiedono interventi spe-

cifi ci. Sarà in particolare att entamente monitorato, per ogni Stato

membro, il livello del debito privato di banche, famiglie e imprese

non fi nanziarie.

***

Oltre alle questioni sopraindicate, si presterà att enzione al coordi-

namento delle politiche fi scali.

L’imposizione dirett a resta di competenza nazionale. Il coordina-

mento pragmatico delle politiche fi scali è un elemento necessario

di un più strett o coordinamento delle politiche economiche della

zona euro a sostegno del risanamento di bilancio e della crescita

economica. In tale contesto gli Stati membri si impegnano ad

avviare discussioni strutt urate sulle questioni di politica fi scale,

segnatamente per assicurare che si scambino migliori prassi, si

evitino prassi dannose e si presentino proposte di lott a contro la

frode e l’evasione fi scale.

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namente in linea con le prassi dell’FMI. Nell’eventualità inatt esa

che un paese risulti insolvente, lo Stato membro deve negoziare

un piano globale di ristrutt urazione con i propri creditori privati, in

linea con le prassi dell’FMI al fi ne di ripristinare la sostenibilità del

debito. Se è possibile pervenire alla sostenibilità del debito grazie

a queste misure, il meccanismo europeo di stabilità può fornire un

sostegno di liquidità.

Per agevolare questo processo, clausole di azione collett iva (CAC)

standardizzate e identiche, in modo da tutelare la liquidità dei mer-

cati, saranno inserite tra le modalità e condizioni di emissione di

tutt e le nuove obbligazioni di Stato della zona euro a partire dal

giugno 2013. Le suddett e clausole saranno coerenti con quelle

comuni nel diritt o del Regno Unito e degli Stati Uniti conforme-

mente alla relazione del G10 sulle CAC, comprese clausole di

aggregazione che consentano a tutt i i titoli di debito emessi da uno

Stato membro di essere considerati insieme nelle negoziazioni. Ciò

consentirà ai creditori di prendere una decisione a maggioranza

qualifi cata su una modifi ca giuridicamente vincolante dei termini

di pagamento (sospensione, proroga della maturità, riduzione del

tasso di interesse e/o haircut) nell’eventualità d’inadempienza

del debitore.

Gli Stati membri si adopreranno per prorogare i termini di sca-

denza delle loro nuove emissioni di obbligazioni a medio termine

per evitare picchi di rifi nanziamento.

L’effi cacia globale di questo quadro sarà valutata nel 2016 dalla

Commissione di concerto con la BCE.

Ribadiamo che la partecipazione del settore privato a  queste

modalità e condizioni non sarà eff ett iva prima del secondo seme-

stre 2013.

Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha

comunicato che la proposta relativa ad una modifi ca limitata del

tratt ato che presenterà alla prossima riunione del Consiglio euro-

peo rifl ett erà la decisione di oggi».

fi nanziaria e al Fondo monetario internazionale, sulla base di pro-

grammi rigorosi di aggiustamento delle politiche economiche

e di bilancio che lo Stato membro interessato dovrà att uare per

assicurare la sostenibilità del debito.

Il 28-29 ott obre il Consiglio europeo ha convenuto della necessità

di istituire un meccanismo permanente di gestione delle crisi per

salvaguardare la stabilità fi nanziaria dell’intera zona euro. I ministri

dell’Eurogruppo hanno convenuto che il meccanismo europeo di

stabilità sia basato sul fondo europeo di stabilità fi nanziaria e sia in

grado di fornire pacchett i di assistenza fi nanziaria agli Stati membri

della zona euro secondo criteri di rigorosa condizionalità, confor-

memente alle regole dell’att uale FESF.

Il meccanismo europeo di stabilità integrerà il nuovo quadro di

governance economica raff orzata che si prefi gge una sorveglianza

economica effi cace e severa, incentrata sulla prevenzione in modo

da ridurre sensibilmente il rischio di una nuova crisi in futuro.

Si adegueranno le regole per prevedere la partecipazione dei credi-

tori del sett ore privato in base a valutazioni caso per caso, in linea

con le politiche dell’FMI. In tutt i i casi, per proteggere il denaro dei

contribuenti e segnalare inequivocabilmente ai creditori del sett ore

privato che le loro pretese sono subordinate a quelle del sett ore

pubblico, il prestito del meccanismo europeo di stabilità fruirà di

uno status di creditore privilegiato, secondo solo a quello dell’FMI.

L’assistenza ad uno Stato membro della zona euro poggerà su un

programma rigoroso di aggiustamento economico e di bilancio

e su un’analisi scrupolosa della sostenibilità del debito a cura della

Commissione europea e dell’FMI di concerto con la BCE.

Su queste basi i ministri dell’Eurogruppo decideranno all’unani-

mità in merito all’assistenza.

Per i paesi considerati solvibili in seguito all’analisi di sostenibilità

del debito condott a dalla Commissione e dall’FMI di concerto con

la BCE, i creditori del sett ore privato saranno incoraggiati a mante-

nere le rispett ive esposizioni secondo le norme internazionali e pie-

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e nei programmi nazionali di riforma. La Commissione pre-

senterà su tale base le proposte di pareri e raccomandazioni

specifi ci per paese in tempo utile affi nché possano essere

adott ate prima del Consiglio europeo di giugno.

3. In particolare, gli Stati membri presenteranno piani di risa-

namento pluriennali che indicheranno obiett ivi precisi di

disavanzo, di entrate e di spesa, la strategia per raggiungerli

e un calendario di att uazione. Le politiche di bilancio per il

2012 dovrebbero mirare a ripristinare la fi ducia assicurando

nuovamente la sostenibilità del trend del debito e garan-

tendo che i disavanzi siano ricondott i al di sott o del 3 % del

PIL secondo la tempistica convenuta dal Consiglio. È a tal

fi ne necessario, nella maggior parte dei casi, un aggiusta-

mento strutt urale su base annua ben superiore allo 0,5 % del

PIL. Il risanamento dovrebbe essere accelerato negli Stati

membri che versano in una situazione di forte disavanzo

strutt urale o di livello del debito pubblico molto alto o in

rapida crescita.

4. Gli sforzi in materia di risanamento di bilancio devono

essere integrati da riforme strutt urali a sostegno della cre-

scita. A tal fi ne gli Stati membri sott olineano l’impegno

per l’att uazione della strategia Europa 2020. Att ueranno in

particolare misure att e a:

—rendere il lavoro più att raente;

—aiutare i disoccupati a reinserirsi nel mondo del lavoro;

I. POLITICA ECONOMICA

1. Il Consiglio europeo ha adott ato in data odierna un pac-

chett o globale di misure intese a rispondere alla crisi, pre-

servare la stabilità fi nanziaria e porre le basi di una crescita

intelligente e sostenibile basata sull’inclusione sociale e tesa

a creare occupazione: si raff orzeranno così la governance

economica e la competitività della zona euro e dell’Unione

europea.

Att uare il semestre europeo: Europa 2020, risanamento di bilancio e riforme strutt urali

2. Nel nuovo quadro del Semestre europeo, il Consiglio

europeo ha approvato le priorità in materia di risanamento

di bilancio e riforme strutt urali1. Ha rilevato che occorre

att ribuire priorità al risanamento dei bilanci e alla sosteni-

bilità dei conti pubblici, alla riduzione della disoccupazione

att raverso riforme del mercato del lavoro e a nuovi sforzi

intesi ad aumentare la crescita. Tutt i gli Stati membri tra-

durranno tali priorità in misure concrete che saranno inse-

rite nei rispett ivi programmi di stabilità o di convergenza

1 In linea con le conclusioni del Consiglio del 15 febbraio e  del 7 marzo  2011 e  in seguito all’analisi annuale della crescita a  cura della Commissione. Cfr. anche relazione di sintesi della presidenza del 16 marzo 2011.

CONSIGLIO EUROPEO — 24-25 MARZO 2011

CONCLUSIONI

Esprimiamo il più profondo cordoglio per l’immensa perdita di vite umane in Giappone e la nostra solidarietà al popolo

e al governo giapponesi. I pensieri dei citt adini dell’UE sono con le migliaia di famiglie colpite e con le centinaia di migliaia

di persone che dovranno ora ricostruire la propria vita e la propria comunità. Plaudiamo all’intervento rapido e decisivo

delle autorità giapponesi. Nel ricordare la forte amicizia e le strett e relazioni politiche ed economiche che legano l’UE al

Giappone, siamo decisi a sostenere questo paese che lott a per superare le sfi de cui è confrontato.

* * *

Negli ultimi mesi l’Europa ha att raversato una crisi fi nanziaria profonda. Sebbene la ripresa economica in Europa sia ora in

carreggiata, i rischi permangono e noi dobbiamo mantenere determinazione nell’agire. Abbiamo adott ato in data odierna

un pacchett o globale di misure che dovrebbe consentirci di lasciarci alle spalle la crisi fi nanziaria e proseguire sulla strada

della crescita sostenibile. Il pacchett o raff orzerà la governance economica dell’Unione europea e assicurerà stabilità duratura

all’intera zona euro. Abbiamo altresì convenuto un’azione risoluta a livello dell’UE per stimolare la crescita raff orzando il

mercato unico, riducendo l’onere normativo complessivo e promuovendo gli scambi con i paesi terzi.

Abbiamo discusso la grave situazione in Libia esprimendo soddisfazione dopo l’adozione dell’UNSCR 1973 e sott olineando

la nostra determinazione a contribuire alla sua att uazione. Quanto al vicinato meridionale, abbiamo ribadito di essere

risoluti a sviluppare un partenariato nuovo con la regione e abbiamo chiesto l’att uazione rapida degli orientamenti defi niti

l’11 marzo 2011; inoltre, abbiamo concordato le prime iniziative concrete volte a sostenere i paesi del vicinato meridionale

nel breve periodo. Abbiamo infi ne discusso degli insegnamenti da trarre dagli eventi giapponesi, in particolare in termini

di sicurezza nucleare.

* * *

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Raff orzare la governance

9. Il pacchett o di sei proposte legislative sulla governance

economica è fondamentale per raff orzare la disciplina di

bilancio ed evitare squilibri macroeconomici eccessivi.

Esso comprende una riforma del Patt o di stabilità e crescita

volta a raff orzare la sorveglianza delle politiche di bilancio

e ad applicare le misure esecutive con maggiore coerenza

e in una fase più precoce, nuove disposizioni sui quadri di

bilancio nazionali e una nuova sorveglianza degli squilibri

macroeconomici.

10. Il Consiglio europeo si compiace dell’orientamento

generale raggiunto dal Consiglio sulle proposte, che apre

la strada ai negoziati con il Parlamento europeo, e ha chie-

sto di proseguire i lavori affi nché il pacchett o possa essere

adott ato nel giugno 2011.

Un salto di qualità nel coordinamento delle politiche economiche: il Patt o euro plus

11. Il Patt o euro plus, che è stato approvato dai capi di Stato

o di governo della zona euro e a cui hanno aderito Bulga-

ria, Danimarca, Lett onia, Lituania, Polonia, Romania (cfr.

allegato I), consoliderà ulteriormente il pilastro economico

dell’Unione economica e monetaria e porterà ad un salto

di qualità nel coordinamento delle politiche economiche,

con l’obiett ivo di migliorare la competitività e in tal modo

aumentare il livello di convergenza raff orzando la nostra

economia sociale di mercato. Il Patt o resta aperto all’ade-

sione di altri Stati membri. Esso rispetterà pienamente

l’integrità del mercato unico.

12. Gli Stati membri che hanno sott oscritt o il Patt o si impe-

gnano, in base agli indicatori e ai principi ivi previsti, ad

annunciare una serie di azioni concrete da portare a termine

nei dodici mesi successivi. Alcuni Stati membri hanno già

annunciato i primi impegni. Tutt i gli Stati membri parteci-

panti presenteranno i loro impegni quanto prima e comun-

que in tempo utile affinché siano inseriti nei rispettivi

programmi di stabilità o di convergenza e nei programmi

nazionali di riforma — che dovranno essere trasmessi in

aprile — e siano valutati al Consiglio europeo di giugno.

Ripristinare lo stato di salute del sett ore bancario

13. L’Autorità bancaria europea e le autorità competenti stanno

eff ett uando prove di stress. Il Consiglio europeo sott olinea

che, per migliorare la coerenza e la qualità dei risultati, è

importante che il processo di valutazione sia svolto tra pari

in strett a cooperazione con le autorità nazionali di vigilanza,

il Comitato europeo per il rischio sistemico, la Commis-

sione e la Banca centrale europea. Le banche dovranno assi-

curare un livello elevato d’informazione, anche per quanto

riguarda i titoli del debito sovrano.

14. Gli Stati membri prepareranno, prima della pubblicazione

dei risultati, strategie ambiziose e specifi che per ristrutt urare

gli istituti vulnerabili, ivi incluse soluzioni che coinvolgono

—lottare contro la povertà e promuovere l’inclusione

sociale;

—investire nell’istruzione e nella formazione;

—conciliare sicurezza e fl essibilità;

—riformare i sistemi pensionistici;

—att irare capitali privati per fi nanziare la crescita;

—stimolare la ricerca e l’innovazione;

—off rire un accesso all’energia effi cace in termini di costi

e  aumentare l’incisività delle politiche di efficienza

energetica.

5. Gli Stati membri presenteranno le principali misure neces-

sarie per conseguire gli obiett ivi principali della strategia

Europa 2020 approvati nel giugno 2010. Presenteranno

inoltre misure politiche per correggere gli squilibri macroe-

conomici dannosi e persistenti e migliorare la competitività.

6. Nell’att uazione di queste politiche, per ampliare la base di

partecipazione si agirà in strett a cooperazione con il Par-

lamento europeo e le altre istituzioni e organi consultivi

(CESE e CdR) dell’UE, coinvolgendo pienamente i par-

lamenti nazionali, le parti sociali, le regioni e gli altri soggett i

interessati.

7. Il mercato unico svolge un ruolo chiave per produrre cre-

scita e occupazione e promuovere la competitività. Il Con-

siglio europeo plaude all’intenzione della Commissione di

presentare l’att o per il mercato unico e invita il Parlamento

europeo e il Consiglio a adott are entro il 2012 una prima

serie di misure prioritarie per rilanciare il mercato unico.

Vanno messe in particolare rilievo le misure che creano

crescita e occupazione e apportano risultati concreti ai cit-

tadini e alle imprese. Si dovrà insistere anche sul completa-

mento del mercato unico digitale. Occorre ridurre l’onere

normativo nel suo complesso, in particolare per le PMI,

a livello sia europeo sia nazionale. La Commissione rife-

rirà sulla questione entro l’estate. Il Consiglio europeo ha

inoltre accolto con favore l’intenzione della Commissione

di proporre modalità di esenzione delle microimprese da

talune normative future. Basandosi sulla comunicazione

della Commissione «Verso un miglior funzionamento del

mercato unico dei servizi», il Consiglio europeo esorta gli

Stati membri ad att uare integralmente la dirett iva sui servizi

e invita la Commissione e gli Stati membri a intervenire

ulteriormente, laddove necessario, per migliorare il mercato

interno dei servizi.

8. La dimensione esterna del mercato unico è altresì impor-

tante e l’accento va posto sulla promozione di scambi liberi,

equi e aperti, con particolare enfasi sulla conclusione del

ciclo di negoziati di Doha dell’OMC e di accordi di libero

scambio nel 2011, in linea con le conclusioni del Consiglio

europeo del 16 sett embre 2010. Occorre portare rapida-

mente avanti i lavori sulla scorta della relazione della Com-

missione che defi nisce le priorità per eliminare gli ostacoli

agli scambi nei paesi terzi.

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19. In linea con l’UNSCR 1973, l’Unione europea, di concerto

con la Lega degli Stati arabi, le Nazioni Unite e l’Unione

africana, intensifi cherà gli sforzi per trovare una soluzione

alla crisi che risponda alle legitt ime richieste del popolo

libico. Il Consiglio europeo ha ribadito l’invito al colonnello

Gheddafi ad abbandonare il potere immediatamente per

consentire alla Libia di intraprendere rapidamente una pro-

pria transizione ordinata verso la democrazia att raverso un

dialogo su basi ampie, tenendo conto anche della necessità

di garantire la sovranità e l’integrità territoriale della Libia.

L’UE è pronta a contribuire a favorire questo dialogo, anche

con il Consiglio nazionale di transizione, e ad aiutare una

nuova Libia sul piano economico e nella costruzione di

nuove istituzioni, in cooperazione con le Nazioni Unite, la

Lega araba, l’Unione africana ed altri.

20. L’Unione europea ha agito rapidamente per applicare le

sanzioni imposte dalle risoluzioni 1970 e 1973 del Con-

siglio di sicurezza dell’ONU, anche attraverso l’inseri-

mento di ulteriori persone ed entità nell’elenco autonomo

dell’UE delle persone ed entità soggett e a misure restritt ive.

L’Unione europea è pronta ad avviare ed adott are ulteriori

sanzioni, comprese misure intese a garantire che gli introiti

generati dal petrolio e dal gas non vadano al regime di

Gheddafi . Gli Stati membri presenteranno proposte ana-

loghe al Consiglio di sicurezza dell’ONU.

21. La situazione umanitaria in Libia e lungo i suoi confi ni

rimane motivo di grave preoccupazione. L’UE continuerà

a fornire assistenza umanitaria a tutt e le persone colpite,

in stretta cooperazione con tutte le agenzie umanitarie

e ONG coinvolte. L’UE ha intensifi cato e proseguirà la

sua att ività di pianifi cazione a sostegno delle operazioni di

assistenza umanitaria/protezione civile, anche con mezzi

navali.

22. Il Consiglio europeo ha preso att o con soddisfazione del

regolare svolgimento del referendum sulle modifi che costi-

tuzionali tenutosi in Egitt o il 19 marzo: è un importante

passo verso un sistema politico più aperto e democratico.

23. Il Consiglio europeo, tenendo conto che la situazione di

ciascun paese è diversa, si è dichiarato estremamente preoc-

cupato per la situazione in Siria, Yemen e Bahrein e ha fer-

mamente condannato l’escalation di violenza e l’uso della

forza contro i manifestanti, esortando tutt e le parti interes-

sate ad avviare senza indugi né condizioni preliminari un

dialogo incisivo e costrutt ivo. Ha approvato le conclusioni

adott ate dal Consiglio «Aff ari esteri» del 21 marzo.

24. Si dovranno portare rapidamente avanti i lavori per defi nire

un nuovo partenariato con la regione, in linea con la dichia-

razione del Consiglio europeo dell’11 marzo 2011, il quale

sarà fondato su un’integrazione economica raff orzata, un

accesso più ampio ai mercati e una più strett a cooperazione

politica e seguirà un’impostazione diff erenziata e basata sul

raggiungimento dei risultati. Come primo passo nell’at-

il sett ore privato (fi nanziamento dirett o dal mercato o ces-

sioni di credito) ma anche un quadro solido, in linea con

le disposizioni sugli aiuti di Stato, per la concessione del

sostegno statale in caso di bisogno.

15. Come concordato dal Consiglio europeo del giugno 2010,

occorre esaminare l’ipotesi di introdurre una tassa globale

sulle operazioni finanziarie e  sviluppare ulteriormente

quest’idea. Il Consiglio europeo rileva l’intenzione della

Commissione di elaborare una relazione sulla tassazione

del sett ore fi nanziario al più tardi entro l’autunno 2011.

Raff orzare i meccanismi di stabilità per la zona euro

16. Ricordata l’importanza di garantire la stabilità fi nanziaria

nella zona euro, il Consiglio europeo ha adott ato la deci-

sione che modifi ca il TFUE riguardo all’istituzione del

meccanismo europeo di stabilità e chiede il rapido avvio

delle procedure nazionali di approvazione affi nché essa

possa entrare in vigore il 1º gennaio 2013.

17. Il Consiglio europeo plaude alle decisioni adottate

l’11 marzo dai capi di Stato o di governo della zona euro

e approva le caratt eristiche del meccanismo europeo di sta-

bilità (MES) (cfr. allegato II). I preparativi del tratt ato MES

e le modifi che dell’accordo sul fondo europeo di stabilità

fi nanziaria (FESF), volti ad assicurare l’eff ett iva capacità

di prestito per 440 miliardi di EUR, saranno completati in

modo tale che i due accordi possano essere fi rmati conte-

stualmente entro fi ne giugno 2011.

II. LIBIA / VICINATO MERIDIONALE

18. Il Consiglio europeo ha discusso della situazione in Libia

e ha approvato le conclusioni adott ate dal Consiglio «Aff ari

esteri» in data 21 marzo. Ricordando la sua dichiarazione

dell’11 marzo, il Consiglio europeo ha espresso soddisfa-

zione per l’adozione della risoluzione 1973 del Consiglio di

sicurezza dell’ONU che enuncia il principio della responsa-

bilità di fornire protezione e ha sott olineato la sua determi-

nazione a contribuire all’att uazione della stessa. Ha altresì

plaudito al vertice di Parigi del 19 marzo quale contributo

decisivo in tal senso. Ha condannato il fatt o che il regime

libico abbia costantemente ignorato le risoluzioni 1970

e 1973 del Consiglio di sicurezza dell’ONU nonché la vio-

lenta e brutale repressione che esso continua ad infl iggere

ai propri citt adini. Ha rilevato che le azioni intraprese in

conformità al mandato del Consiglio di sicurezza hanno

contribuito in modo signifi cativo a proteggere i civili e le

zone da essi popolate minacciate d’att acco e a salvare le loro

vite. Le operazioni militari cesseranno quando la popola-

zione civile sarà salva e al sicuro dalla minaccia di att acchi

e gli obiett ivi dell’UNSCR 1973 saranno stati conseguiti.

Il Consiglio europeo ha sott olineato il ruolo chiave dei

paesi arabi, in particolare della Lega araba, nel sostenere

att ivamente l’att uazione dell’UNSCR 1973 e nella ricerca

di una soluzione politica alla crisi.

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colpita. È pronta a fornire ulteriore sostegno, se richiesto.

In maniera più generale, l’UE è interessata a sviluppare la

cooperazione con il Giappone per i soccorsi in situazioni

di calamità.

29. L’Unione europea plaude all’intervento rapido e decisivo

delle autorità giapponesi in risposta alle perturbazioni sui

mercati fi nanziari. Accoglie con favore l’intervento del G7

sullo yen. È pronta a cooperare pienamente con il Giap-

pone per aff rontare le conseguenze economiche e fi nan-

ziarie degli eventi di questi giorni, anche nell’ambito del

G8 e del G20.

30. Guardando al futuro, il Consiglio europeo ribadisce

l’importanza strategica delle relazioni UE-Giappone. Il

prossimo vertice deve off rire l’occasione di intensifi care

queste relazioni e far progredire l’agenda comune, anche

att raverso il possibile avvio di negoziati per un accordo di

libero scambio in funzione della disponibilità del Giappone

ad aff rontare, tra l’altro, la questione delle barriere non tarif-

farie e delle restrizioni agli appalti pubblici.

31. A tale riguardo, il Consiglio europeo sott olinea l’esigenza

di trarre pienamente insegnamento da questi eventi e di

fornire al pubblico tutt e le informazioni necessarie. Ricor-

dando che il mix energetico è competenza degli Stati mem-

bri, invita a proseguire i lavori in via prioritaria su quanto

segue:

—occorre riesaminare la sicurezza di tutt e le centrali nucle-

ari dell’UE sulla scorta di una valutazione esauriente

e  trasparente dei rischi e della sicurezza («prove di

stress»); si invitano il gruppo dei regolatori europei in

materia di sicurezza nucleare (ENSREG) e la Commis-

sione a defi nire al più presto la portata e le modalità di

tali prove in un quadro coordinato, tenendo presenti gli

insegnamenti tratt i dall’incidente giapponese, coinvol-

gendo pienamente gli Stati membri e avvalendosi delle

competenze disponibili (in particolare, quelle dell’As-

sociazione delle autorità di regolamentazione nucleare

dell’Europa occidentale); le valutazioni saranno eff et-

tuate da autorità nazionali indipendenti e att raverso una

revisione tra pari; i relativi risultati e le eventuali misure

successive necessarie che saranno adott ate dovranno

essere condivisi con la Commissione e in ambito ENS-

REG e dovranno essere resi pubblici; il Consiglio euro-

peo valuterà le prime conclusioni entro la fi ne del 2011

sulla base di una relazione della Commissione;

—garantire la sicurezza delle centrali nucleari è una priorità

che non può certo fermarsi ai nostri confi ni: l’UE chie-

derà che siano eff ett uate «prove di stress» analoghe nei

paesi limitrofi e nel mondo, sia per le centrali esistenti

sia per quelle in fase di progett o; a questo riguardo è

opportuno avvalersi pienamente delle pertinenti orga-

nizzazioni internazionali;

tuazione del pacchetto dell’11 marzo e sulla base della

comunicazione congiunta della Commissione e dell’alto

rappresentante, il Consiglio europeo chiede progressi

rapidi secondo le linee seguenti:

—l’UE e gli Stati membri intensifi cheranno l’assistenza

umanitaria;

—i programmi di aiuto in corso nei paesi del Mediterraneo

meridionale saranno oggett o di att ento esame e ridefi -

nizione, ove possibile in dialogo con i paesi interessati;

—occorre innalzare di 1 miliardo di EUR il massimale per

le operazioni della BEI a favore dei paesi del Mediter-

raneo che intraprendono riforme politiche, senza per

questo ridurre le operazioni nei paesi vicini a est dell’UE;

—gli azionisti della BERS dovrebbero vagliare l’ipotesi

di estendere le att ività della banca ai paesi del vicinato

meridionale;

—occorre adott are al più presto le proposte in materia di

norme di origine paneuromediterranee e la Commis-

sione è invitata a presentare proposte su ulteriori stru-

menti per aumentare gli scambi e gli investimenti esteri

dirett i nella regione a breve, medio e lungo termine.

25. Il Consiglio europeo si compiace della recente visita della

presidenza e della Commissione in Egitt o, che rientra in

una prima fase di consultazioni per promuovere un approc-

cio globale alla questione della migrazione tra i paesi del

vicinato meridionale e l’Unione europea. In tale contesto,

il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare le

proposte sull’approccio globale in materia di migrazione

nonché sul partenariato per la mobilità con largo anticipo

rispett o al Consiglio europeo di giugno.

26. Il Consiglio europeo att ende inoltre con interesse la presen-

tazione da parte della Commissione, prima del Consiglio

europeo di giugno, di un piano per lo sviluppo delle capacità

di gestione dei fl ussi migratori e di profughi. Si dovrebbe

giungere entro giugno 2011 a un accordo sul regolamento

che raff orza le capacità di Frontex. Nel fratt empo la Com-

missione libererà risorse aggiuntive a sostegno delle ope-

razioni dell’agenzia Hermes e Poseidon del 2011 e gli Stati

membri sono invitati a fornire risorse umane e tecniche

supplementari. L’UE e i suoi Stati membri sono pronti

a dimostrare concreta solidarietà agli Stati membri esposti

più dirett amente ai fl ussi migratori e a fornire il necessario

sostegno a seconda dell’evolversi della situazione.

III. GIAPPONE

27. L’Unione europea sosterrà il Giappone nello sforzo

per superare le sfi de che ha di fronte dopo il terremoto

e lo tsunami che l’hanno colpito con conseguenze così

drammatiche.

28. In seguito a  una richiesta iniziale del governo giappo-

nese, l’UE sta mobilitando i soccorsi per la popolazione

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di att uazione. Questi impegni nuovi saranno successiva-

mente integrati nei programmi nazionali di riforma e nei

programmi di stabilità e saranno inseriti nel quadro della

sorveglianza periodica: la Commissione avrà una funzione

centrale forte di controllo dell’att uazione degli impegni ed è

previsto il coinvolgimento di tutt e le formazioni pertinenti

del Consiglio e dell’Eurogruppo. Il Parlamento europeo

svolgerà pienamente il ruolo che gli spett a nell’ambito delle

sue competenze. Il pieno coinvolgimento delle parti sociali

a livello UE sarà assicurato dal vertice sociale trilaterale.

b) Si concentrerà sull’obiett ivo, sarà orientato all’azione e ver-

terà sui sett ori d’intervento prioritari essenziali per stimo-

lare la competitività e la convergenza. S’incentrerà sugli

interventi che rientrano nella sfera di competenza degli Stati

membri. Nei sett ori d’intervento prescelti i capi di Stato o di

governo fi sseranno obiett ivi comuni, che gli Stati membri

partecipanti perseguiranno att uando combinazioni proprie

di politiche in considerazione delle sfi de specifi che cui sono

confrontati.

c) Ogni anno ciascun capo di Stato o di governo assumerà

impegni nazionali concreti. In questo contesto gli Stati

membri terranno conto delle migliori prassi e dei parame-

tri rappresentati dalle prestazioni migliori, sia all’interno

dell’Europa sia rispett o ad altri partner strategici.

Il controllo politico sull’att uazione degli impegni e sui pro-

gressi verso la realizzazione degli obiett ivi politici comuni

competerà ai capi di Stato o di governo della zona euro e dei

paesi partecipanti, che lo eserciteranno a cadenza annuale

sulla scorta di una relazione della Commissione. Gli Stati

membri s’impegnano inoltre a consultare i partner prima

di adott are qualsiasi grande riforma economica che possa

avere eff ett i esterni.

d) Gli Stati membri partecipanti sono pienamente impegnati

a favore del completamento del mercato unico, che è un

elemento determinante per il miglioramento della com-

petitività nell’UE e nella stessa zona euro. Il processo qui

descritt o sarà perfett amente in linea con il tratt ato. Il Patt o

rispett erà pienamente l’integrità del mercato unico.

I nostri obiett ivi

Gli Stati membri partecipanti s’impegnano ad adott are tutt e le

misure necessarie per realizzare gli obiett ivi seguenti:

• stimolare la competitività

• stimolare l’occupazione

• concorrere ulteriormente alla sostenibilità delle fi nanze

pubbliche

• raff orzare la stabilità fi nanziaria.

Ciascuno Stato membro partecipante presenterà le misure spe-

cifi che che intende adott are per conseguire tali obiett ivi. Saranno

esclusi il o i sett ori per i quali lo Stato membro è in grado di dimo-

strare che nessun intervento è necessario. Ciascun paese conser-

verà la competenza di scegliere gli interventi politici specifi ci che

—occorre rispett are e migliorare costantemente nell’UE

i più elevati parametri di sicurezza nucleare, che vanno

promossi sul piano internazionale;

—la Commissione riesaminerà il quadro normativo

e regolamentare vigente per quanto riguarda la sicurezza

degli impianti nucleari e proporrà, entro la fi ne del 2011,

i miglioramenti che si riveleranno necessari. Gli Stati

membri dovranno dare piena att uazione alla dirett iva

sulla sicurezza degli impianti nucleari. La proposta

di dirett iva concernente la gestione del combustibile

esaurito e dei residui radioatt ivi dovrà essere adott ata

quanto prima possibile. Si invita la Commissione a rifl et-

tere sul modo di promuovere la sicurezza nucleare nei

paesi limitrofi ;

—le conseguenze a livello mondiale e nell’UE devono

essere seguite da vicino, prestando particolare att en-

zione alla volatilità dei prezzi dell’energia e delle materie

prime, in particolare nel contesto del G20.

***

ALLEGATO I

PATT O EURO PLUSCOORDINAMENTO PIÙ STRETT O

DELLE POLITICHE ECONOMICHE PER LA COMPETITIVITÀ E LA CONVERGENZA

I capi di Stato o di governo della zona euro hanno approvato il

presente Patt o, a cui hanno aderito Bulgaria, Danimarca, Lett o-

nia, Lituania, Polonia e Romania, al fi ne di consolidare il pilastro

economico dell’unione monetaria, fare un salto di qualità nel

coordinamento delle politiche economiche, migliorare la com-

petitività e, quindi, aumentare il livello di convergenza. Il Patt o verte

principalmente su sett ori che rientrano nella sfera di competenza

nazionale e che sono essenziali per migliorare la competitività

e scongiurare squilibri dannosi. La competitività è fondamentale

ai fi ni di una crescita più rapida e più sostenibile dell’UE nel medio-

lungo periodo, di livelli più elevati di reddito per i citt adini e della

salvaguardia dei nostri modelli sociali. Gli altri Stati membri sono

invitati a partecipare su base volontaria.

Lo sforzo rinnovato di più strett o coordinamento delle politiche

economiche per la competitività e la convergenza s’ispira alle quat-

tro linee guida seguenti.

a) S’iscriverà nella linea dell’att uale governance economica

dell’UE e la irrobustirà, apportandole un valore aggiunto.

Sarà all’insegna della coerenza con gli strumenti vigenti

(Europa 2020, semestre europeo, orientamenti integrati,

patt o di stabilità e crescita, nuovo quadro di sorveglianza

macroeconomica), dai quali muoverà. Comporterà uno

sforzo particolare, più intenso rispetto all’esistente, e si

articolerà in impegni ed interventi concreti più ambiziosi

di quelli concordati in passato e corredati di un calendario

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concorrenza e l’effi cienza nel pieno rispett o dell’acquis

comunitario;

• sforzi specifici per migliorare i  sistemi di istruzione

e promuovere la ricerca e lo sviluppo, l’innovazione

e le infrastrutt ure;

• misure volte a migliorare il contesto imprenditoriale,

specie per le PMI, in particolare eliminando gli oneri

amministrativi e migliorando il quadro normativo (ad

esempio leggi sui fallimenti, codice commerciale).

b) Stimolare l’occupazione

Un mercato del lavoro che funziona è essenziale per la competiti-

vità della zona euro. Si valuteranno i progressi in base agli indicatori

seguenti: tassi di disoccupazione giovanile e di lungo periodo, tassi

di att ività.

Ogni paese sarà responsabile degli interventi specifi ci che sceglie

per stimolare l’occupazione, ma particolare att enzione sarà dedi-

cata alle riforme seguenti:

• riforme del mercato del lavoro per promuovere la «fl es-

sicurezza», ridurre il lavoro sommerso e aumentare la

partecipazione al mercato del lavoro;

• apprendimento permanente;

• riforme fi scali, quali la riduzione dell’imposizione sul

lavoro per rendere conveniente lavorare, mantenendo il

gett ito fi scale globale e l’adozione di misure volte a sem-

plifi care la partecipazione al mercato del lavoro delle

persone che costituiscono la seconda fonte di reddito

familiare.

c) Raff orzare la sostenibilità delle fi nanze pubbliche

Ai fi ne dell’att uazione piena del Patt o di stabilità e crescita, si accor-

derà la massima att enzione ai punti seguenti:

• Sostenibilità di pensioni, assistenza sanitaria e prestazioni sociali

Si procederà ad una valutazione sopratt utt o in base agli indicatori

del divario di sostenibilità1. Tali indicatori valutano se i livelli di

debito sono sostenibili sulla base delle politiche in corso, in parti-

colare i regimi pensionistici, di assistenza sanitaria e di previdenza

sociale, tenendo conto dei fatt ori demografi ci.

Le riforme necessarie per assicurare la sostenibilità e l’adeguatezza

delle pensioni e delle prestazioni sociali potrebbero comprendere:

• allineare il sistema pensionistico alla situazione demo-

grafi ca nazionale, ad esempio allineando l’età pensiona-

bile eff ett iva alla speranza di vita o aumentando i tassi

di att ività;

1 Il divario di sostenibilità è costituito da indicatori approvati dalla Commissione e dagli Stati membri per valutare la sostenibilità di bilancio.

si riveleranno necessari per conseguire gli obiett ivi comuni, ma si

presterà particolare att enzione alle possibili misure elencate qui

di seguito.

Impegni concreti e controllo a livello politico

I capi di Stato o di governo eserciteranno il controllo politico sui

progressi verso la realizzazione degli obiett ivi comuni basandosi su

una serie d’indicatori inerenti a competitività, occupazione, soste-

nibilità di bilancio e stabilità fi nanziaria. Saranno individuati i paesi

su cui incombono grandi sfi de in questi sett ori, ed essi dovranno

assumersi l’impegno di aff rontarle secondo una tempistica precisa.

a) Stimolare la competitività

I progressi saranno valutati in funzione dell’evoluzione delle

retribuzioni e della produtt ività e delle esigenze di adeguamento

della competitività. Per stabilire se l’evoluzione delle retribuzioni

sia in linea con quella della produtt ività, si monitoreranno in un

dato lasso di tempo i costi unitari del lavoro raff rontandoli con

l’evoluzione in altri paesi della zona euro e nei principali partner

commerciali con economie simili. Relativamente a ciascun paese

i costi unitari del lavoro saranno valutati per l’economia nel suo

complesso e per ciascun grande comparto (produzione e servizi,

così come sett ori commerciabili e sett ori non commerciabili).

Aumenti ingenti e  mantenuti nel tempo possono erodere la

competitività, sopratt utt o se associati ad un disavanzo corrente in

aumento e a quote di mercato in calo per le esportazioni. Interventi

per migliorare la competitività sono necessari in tutt i i paesi, ma ci si

concentrerà in particolare su quelli confrontati a grandi sfi de sott o

quest’aspett o. Per assicurare la diff usione di una crescita equilibrata

in tutt a la zona euro, saranno previsti strumenti specifi ci e iniziative

comuni ai fi ni della promozione della produtt ività nelle regioni in

ritardo di sviluppo.

Ciascun paese sarà responsabile degli interventi specifi ci che sce-

glie per promuovere la competitività, ma particolare att enzione

sarà dedicata alle riforme seguenti:

i) nel rispetto delle tradizioni nazionali di dialogo sociale

e relazioni industriali, misure volte ad assicurare un’evo-

luzione dei costi in linea con la produtt ività, ad esempio:

• riesaminare gli accordi salariali e laddove necessario,

il grado di accentramento del processo negoziale e i

meccanismi d’indicizzazione, nel rispett o dell’autono-

mia delle parti sociali nella negoziazione dei contratt i

collett ivi;

• assicurare che gli accordi salariali del comparto pubblico

corrispondano allo sforzo di competitività del sett ore

privato (tenendo presente l’importanza del segnale dato

dalle retribuzioni del sett ore pubblico).

ii) misure intese a incrementare la produtt ività, ad esempio:

• ulteriore apertura dei sett ori protett i grazie a misure

adottate a  livello nazionale per eliminare restrizioni

ingiustificate ai servizi professionali e  al settore del

commercio al dettaglio, nell’intento di stimolare la

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La Commissione ha presentato una proposta legislativa su una

base imponibile consolidata comune per le società.

Impegni annuali concreti

Per dimostrare un reale impegno a favore del cambiamento ed

assicurare lo slancio politico necessario per raggiungere gli obiett ivi

comuni, ogni anno gli Stati membri partecipanti converranno al

massimo livello una serie di azioni concrete da realizzare entro

dodici mesi. La scelta delle misure specifi che da att uare resterà

di competenza di ciascun paese ma sarà orientata in particolare

dall’esame delle questioni sopraindicate. Questi impegni si rispec-

chieranno anche nei programmi nazionali di riforma e nei pro-

grammi di stabilità presentati ogni anno, che la Commissione, il

Consiglio e l’Eurogruppo valuteranno nell’ambito del semestre

europeo.

***

ALLEGATO II

MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO DEL MES

Il Consiglio europeo ha deciso di aggiungere all’articolo 136 del

tratt ato il seguente paragrafo:

«Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un mec-

canismo di stabilità da att ivare ove indispensabile per salvaguardare

la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qual-

siasi assistenza fi nanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo

sarà soggett a a una rigorosa condizionalità».

Alla luce di tale decisione, il Consiglio europeo ha convenuto sulla

necessità per gli Stati membri della zona euro di istituire un mecca-

nismo di stabilità permanente: il meccanismo europeo di stabilità

(MES). Il MES sarà att ivato di comune accordo1, se indispensabile

per salvaguardare la stabilità fi nanziaria della zona euro nel suo

insieme. Il MES assumerà il ruolo del fondo europeo di stabilità

fi nanziaria (FESF) e del meccanismo europeo di stabilizzazione

fi nanziaria (MESF) nel fornire assistenza fi nanziaria esterna agli

Stati membri della zona euro dopo il giugno 2013.

L’accesso all’assistenza fi nanziaria del MES sarà off erto sulla base di

una rigorosa condizionalità politica nell’ambito di un programma

di aggiustamento macroeconomico e di un’analisi scrupolosa

della sostenibilità del debito pubblico eff ett uata dalla Commis-

sione insieme all’FMI e di concerto con la BCE. Lo Stato membro

benefi ciario sarà tenuto a realizzare una forma adeguata di parteci-

pazione del sett ore privato in funzione delle circostanze specifi che

e secondo modalità pienamente conformi alle prassi dell’FMI.

1 Una decisione presa di comune accordo è una decisione presa all’unanimità degli Stati membri partecipanti alla votazione, vale a dire che le astensioni non impediscono l’adozione della decisione.

• limitare i regimi di pensionamento anticipato e ricor-

rere ad incentivi mirati per assumere lavoratori anziani

(fascia superiore ai 55 anni).

• Regole di bilancio nazionali

Gli Stati membri partecipanti si impegnano a recepire nella legi-

slazione nazionale le regole di bilancio dell’UE fi ssate nel patt o di

stabilità e crescita. Gli Stati membri manterranno la facoltà di sce-

gliere lo specifi co strumento giuridico nazionale cui ricorrere ma

faranno sì che abbia una natura vincolante e sostenibile suffi ciente-

mente forte (ad esempio costituzione o normativa quadro). Anche

l’esatt a forma della regola sarà decisa da ciascun paese (ad esem-

pio potrebbe assumere la forma di «freno all’indebitamento»,

regola collegata al saldo primario o regola di spesa), ma dovrebbe

garantire la disciplina di bilancio a livello sia nazionale che sub-

nazionale. La Commissione avrà la possibilità, nel pieno rispett o

delle prerogative dei parlamenti nazionali, di essere consultata in

merito alla precisa regola di bilancio prima dell’adozione in modo

da assicurare che sia compatibile e sinergica con le regole dell’UE.

d) Raff orzare la stabilità fi nanziaria

Per la stabilità globale della zona euro un forte sett ore fi nanziario

è fondamentale. È stata avviata una riforma generale del quadro

dell’UE per la vigilanza e la regolamentazione del sett ore fi nanziario.

In tale contesto gli Stati membri si impegnano a introdurre una

legislazione nazionale per la risoluzione nel sett ore bancario, nel

pieno rispett o dell’acquis comunitario. Saranno eff ett uate su base

regolare prove di stress rigorose sulle banche, coordinate a livello

di UE. Inoltre il presidente del CERS e il presidente dell’Euro-

gruppo saranno invitati a riferire periodicamente ai capi di Stato

o di governo sulle questioni connesse alla stabilità macrofi nanziaria

e agli sviluppi macroeconomici della zona euro che richiedono

interventi specifi ci. Sarà in particolare att entamente monitorato,

per ogni Stato membro, il livello del debito privato di banche, fami-

glie e imprese non fi nanziarie.

***

Oltre alle questioni sopraindicate, si presterà att enzione al coordi-

namento delle politiche fi scali.

L’imposizione dirett a resta di competenza nazionale. Il coordina-

mento pragmatico delle politiche fi scali è un elemento necessario

di un più strett o coordinamento delle politiche economiche della

zona euro a sostegno del risanamento di bilancio e della crescita

economica. In tale contesto gli Stati membri si impegnano ad

avviare discussioni strutt urate sulle questioni di politica fi scale, in

particolare per assicurare che si scambino migliori prassi, si evitino

prassi dannose e si presentino proposte di lott a contro la frode

e l’evasione fi scale.

Lo sviluppo di un base imponibile comune per le società potrebbe

essere una via da seguire — neutra sott o il profi lo delle entrate —

per assicurare la coerenza dei regimi fi scali nazionali, nel rispett o

delle strategie fi scali nazionali, e per contribuire alla sostenibilità di

bilancio e alla competitività delle imprese europee.

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Tutt e le altre decisioni del consiglio dei governatori saranno prese

a maggioranza qualifi cata, salvo disposizione contraria.

Il MES avrà un consiglio di amministrazione che svolgerà i com-

piti specifi ci delegatigli dal consiglio dei governatori. Ciascuno

Stato membro della zona euro nominerà un amministratore ed

un amministratore supplente. Inoltre, la Commissione e la BCE

nomineranno ciascuna un osservatore ed un supplente presso il

consiglio di amministrazione. Tutt e le decisioni del consiglio di

amministrazione saranno prese a maggioranza qualifi cata, salvo

disposizione contraria.

La ponderazione dei voti nel consiglio dei governatori e nel con-

siglio di amministrazione sarà proporzionale alle rispett ive parte-

cipazioni degli Stati membri al capitale del MES. La maggioranza

qualifi cata è defi nita come l’80 % dei voti.

Il consiglio dei governatori nominerà un amministratore delegato

responsabile della gestione quotidiana del MES. L’amministratore

delegato presiederà il consiglio di amministrazione.

Strutt ura del capitale

Il MES mirerà ad ott enere e mantenere il più alto rating del credito

delle grandi agenzie di rating.

Il MES avrà un capitale sott oscritt o totale di 700 miliardi di EUR.

Di questo importo, 80 miliardi di EUR saranno sott o forma di

capitale versato fornito dagli Stati membri della zona euro e si

aggiungeranno progressivamente a  partire dal luglio 2013 in

cinque rate annuali di uguale importo. Inoltre, il MES disporrà

anche di una combinazione di capitale richiamabile impegnato e di

garanzie degli Stati membri della zona euro per un importo totale

di 620 miliardi di EUR. Durante la fase transitoria dal 2013 al 2017,

gli Stati membri s’impegnano ad accelerare, nel caso improbabile

in cui ciò si riveli necessario, la fornitura di strumenti adeguati allo

scopo di mantenere una proporzione minima del 15 % tra il capi-

tale versato e l’importo in essere delle emissioni del MES.

La chiave di ripartizione dei contributi di ciascuno Stato membro al

capitale sott oscritt o totale del MES sarà basata sulla chiave applica-

bile al capitale versato della BCE in allegato. Gli Stati membri, rati-

fi cando il tratt ato istitutivo del MES, si impegnano giuridicamente

a fornire il loro contributo al capitale sott oscritt o totale.

Il consiglio dei governatori deciderà di comune accordo al

momento dell’adatt amento dell’importo del capitale sott oscritt o

totale o del richiamo del capitale, tranne nei seguenti casi speci-

fi ci. In primo luogo, il consiglio di amministrazione può decidere,

a maggioranza semplice, di ripristinare — att raverso un richiamo

di capitale — il livello di capitale versato nel caso in cui l’importo

del capitale versato si riduca per eff ett o dell’assorbimento di per-

dite2. In secondo luogo, sarà istituita una procedura di garanzia su

richiesta volta a consentire il richiamo automatico di capitale nei

confronti dei partecipanti al capitale del MES se necessario per

2 Il voto dello Stato membro la cui inadempienza è all’origine della perdita da coprire è sospeso per questa decisione.

Il MES avrà una capacità eff ett iva di prestito pari a 500 miliardi di

EUR1. La congruità della capacità di prestito sarà riesaminata perio-

dicamente, almeno ogni cinque anni. Si cercherà di integrare la

capacità di prestito del MES att raverso la partecipazione dell’FMI

alle operazioni di assistenza fi nanziaria, mentre gli Stati membri

che non fanno parte della zona euro possono anche partecipare

su base ad hoc.

Nel seguito delle presenti modalità di funzionamento sono enun-

ciate le caratt eristiche strutt urali essenziali del MES.

Forma istituzionale

Il MES sarà istituito con un tratt ato tra gli Stati membri della zona

euro quale organizzazione intergovernativa di diritt o internazionale

pubblico e avrà sede in Lussemburgo. Lo statuto del MES sarà

riportato in un allegato del tratt ato.

Funzione e strategia di fi nanziamento

Il MES avrà la funzione di mobilitare finanziamenti e  fornire

assistenza fi nanziaria, secondo criteri di rigorosa condizionalità,

a benefi cio degli Stati membri della zona euro che sono o rischiano

di essere confrontati a gravi problemi fi nanziari, al fi ne di salvaguar-

dare la stabilità fi nanziaria della zona euro nel suo insieme.

Gli Stati membri della zona euro corrisponderanno al MES le san-

zioni fi nanziarie ad essi applicate nell’ambito del patt o di stabilità

e crescita e delle procedure per gli squilibri macroeconomici. Tali

sanzioni faranno parte del capitale versato.

Il MES si avvarrà di un’adeguata strategia di fi nanziamento per

garantire l’accesso ad ampie fonti di fi nanziamento e poter esten-

dere i pacchett i di assistenza fi nanziaria agli Stati membri in tutt e le

condizioni di mercato. Qualsiasi rischio associato verrà contenuto

att raverso un’adeguata gestione delle att ività e passività.

Governance

Il MES avrà un consiglio dei governatori composto dai ministri

delle fi nanze degli Stati membri della zona euro (quali membri

con diritt o di voto), con il commissario europeo per gli aff ari eco-

nomici e monetari e il presidente della BCE quali osservatori. Il

consiglio dei governatori eleggerà un presidente tra i membri con

diritt o di voto.

Il consiglio dei governatori sarà il più alto organo decisionale

del MES e prenderà le seguenti importanti decisioni di comune

accordo:

—la concessione di assistenza fi nanziaria;

—le modalità e condizioni dell’assistenza fi nanziaria;

—la capacità di prestito del MES;

—le variazioni della gamma di strumenti.

1 Durante la transizione dal FESF al MES, la capacità di prestito congiunta non sarà superiore a tale importo.

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di ott imizzare l’effi cienza in termini di costi del sostegno. Le con-

dizioni e le modalità per l’acquisto delle obbligazioni saranno spe-

cifi cate nella decisione sulle modalità e condizioni dell’assistenza

fi nanziaria.

Il consiglio dei governatori può rivedere gli strumenti a disposi-

zione del MES e decidere di variarne la gamma.

Partecipazione dell’FMI

Il MES coopererà molto strett amente con l’FMI nella fornitura

di assistenza fi nanziaria2. In tutt e le circostanze si chiederà la par-

tecipazione att iva dell’FMI, a livello sia tecnico che fi nanziario.

La Commissione e l’FMI, di concerto con la BCE, eff ett ueranno

congiuntamente un’analisi della sostenibilità del debito. La Com-

missione e l’FMI, di concerto con la BCE, negozieranno congiun-

tamente le condizioni di politica alle quali è subordinata l’assistenza

congiunta di MES/FMI.

Att ivazione dell’assistenza fi nanziaria, monitoraggio del programma e follow-up

In tutt i i casi l’assistenza fi nanziaria del MES sarà att ivata su richie-

sta di uno Stato membro rivolta agli altri membri della zona euro.

L’Eurogruppo informerà il Consiglio della presentazione di una

richiesta di att ivazione del sostegno. Alla ricezione della richiesta, il

consiglio dei governatori chiederà alla Commissione di valutare, di

concerto con la BCE, se esista un rischio per la stabilità fi nanziaria

della zona euro nel suo insieme e di eff ett uare un’analisi rigorosa

della sostenibilità del debito pubblico dello Stato membro interes-

sato, insieme all’FMI e di concerto con la BCE. Le fasi successive

dell’att ivazione dell’assistenza fi nanziaria del MES fi gurano in

appresso.

• Se è chiesto il sostegno del MES alla stabilità, la Com-

missione, insieme all’FMI e di concerto con la BCE,

valuterà le effettive necessità di finanziamento dello

Stato membro benefi ciario e la natura della partecipa-

zione del sett ore privato necessaria, che dovrebbe essere

coerente con le prassi dell’FMI.

• Sulla base di tale valutazione, il consiglio dei governatori

darà mandato alla Commissione di negoziare, insieme

all’FMI e di concerto con la BCE, un programma di

aggiustamento macroeconomico con lo Stato membro

interessato, precisato in un memorandum d’intesa.

• La Commissione proporrà al Consiglio una decisione di

approvazione del programma di aggiustamento macro-

economico. Il consiglio dei governatori deciderà sulla

concessione dell’assistenza fi nanziaria e sulle modalità

e condizioni della sua fornitura. Una volta adott ato il

programma dal Consiglio, la Commissione fi rmerà il

2 Resta tutt avia inteso che la partecipazione dell’FMI sarà coerente con il suo mandato a norma dello statuto e la decisione e le politiche applicabili del consiglio dell’FMI.

evitare un mancato pagamento ai creditori del MES. La respon-

sabilità di ciascun partecipante al capitale sarà in ogni caso limitata

alla sua quota del capitale sott oscritt o.

Qualsiasi contributo al capitale sott oscritt o da parte di uno Stato

membro1 che aderisca al MES dopo il luglio 2013 avrà luogo

secondo le stesse modalità applicate per i contributi originari. Le

implicazioni pratiche per l’importo globale del capitale sott oscritt o

e la distribuzione del capitale tra gli Stati membri saranno decise

dal consiglio dei governatori di comune accordo.

Finché il MES non sia stato att ivato e a condizione che la capacità

eff ett iva di prestito non sia inferiore a 500 miliardi di EUR, i pro-

venti dell’investimento del capitale versato del MES saranno resti-

tuiti agli Stati membri al nett o delle deduzioni per spese operative.

Dopo la prima att ivazione del MES, i proventi dell’investimento

del capitale e dell’att ività di assistenza fi nanziaria del MES saranno

mantenuti all’interno del MES. Tutt avia, qualora il capitale versato

superi il livello richiesto per mantenere la capacità di prestito del

MES, il consiglio di amministrazione può decidere, a maggioranza

semplice, di distribuire un dividendo agli Stati membri della zona

euro sulla base della chiave di ripartizione dei contributi.

Strumenti

Ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro

nel suo insieme, in linea con la modifi ca dell’articolo 136 del trat-

tato, il MES fornirà assistenza fi nanziaria soggett a a una rigorosa

condizionalità nell’ambito di un programma di aggiustamento

macroeconomico, commisurato alla gravità degli squilibri dello

Stato membro, che assumerà la forma di prestiti. Può tuttavia

intervenire, eccezionalmente, nei mercati primari del debito sulla

base di un programma di aggiustamento macroeconomico sog-

gett o a rigorosa condizionalità e previa decisione del consiglio dei

governatori di comune accordo.

• Sostegno del MES alla stabilità

Il MES può concedere a  uno Stato membro della zona euro

confrontato a problemi fi nanziari gravi sostegno a breve o medio

termine alla stabilità. L’accesso al sostegno del MES alla stabilità

comporterà un programma di aggiustamento macroeconomico

soggett o a un’adeguata condizionalità politica commisurato alla

gravità degli squilibri soggiacenti dello Stato membro benefi ciario.

La durata del programma e la scadenza dei prestiti dipenderanno

dalla natura degli squilibri e dalle possibilità per lo Stato membro

benefi ciario di riacquisire l’accesso ai mercati fi nanziari entro il

periodo di disponibilità delle risorse del MES.

• Meccanismo di sostegno nel mercato primario

Il MES può acquistare obbligazioni di uno Stato membro, con-

frontato a problemi fi nanziari gravi, nel mercato primario al fi ne

1 Per eff ett o dell’adesione alla zona euro, uno Stato membro diventa membro del MES con tutt i i diritt i e gli obblighi che ne derivano.

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3) maggiorazione di 100 punti base per gli importi prestati

non rimborsati dopo tre anni.

Per i prestiti a tasso fi sso con scadenza superiore a 3 anni, il margine

sarà una media ponderata dell’onere di 200 punti base per i primi

tre anni e 200 più 100 punti base per gli anni successivi.

La strutt ura del prezzo sarà defi nita nel quadro della politica di fi s-

sazione del prezzo del MES, che sarà riesaminata periodicamente.

Partecipazione del sett ore privato

1. Modalità della partecipazione del sett ore privato

Si att ende una partecipazione adeguata e proporzionata del sett ore

privato decisa caso per caso ogniqualvolta lo Stato benefi ciario

riceve assistenza fi nanziaria. La natura e l’entità di tale parteci-

pazione sarà determinata caso per caso e dipenderà dal risultato

dell’analisi della sostenibilità del debito, in linea con le prassi

dell’FMI1, e dalle potenziali implicazioni per la stabilità fi nanzia-

ria della zona euro.

a) Se un’analisi della sostenibilità porterà a concludere che

un programma di aggiustamento macroeconomico pre-

senta possibilità realistiche di ricondurre il debito pubblico

su un percorso sostenibile, lo Stato membro benefi ciario

avvierà iniziative che incoraggino i principali investitori pri-

vati a mantenere le esposizioni (ad esempio, un approccio

del tipo «iniziativa di Vienna»). La Commissione, l’FMI,

la BCE e l’ABE saranno intimamente associate al monito-

raggio dell’att uazione di tali iniziative.

b) Se un’analisi della sostenibilità porterà a concludere che

un programma di aggiustamento macroeconomico non

presenta possibilità realistiche di ricondurre il debito pub-

blico su un percorso sostenibile, s’imporrà allo Stato mem-

bro benefi ciario di avviare in buona fede negoziati att ivi

con i creditori per assicurarne la partecipazione dirett a al

ripristino della sostenibilità del debito. Per ott enere assi-

stenza fi nanziaria lo Stato membro dovrà necessariamente

disporre di un piano credibile e dimostrare un impegno

sufficiente al fine di assicurare una partecipazione ade-

guata e proporzionata del sett ore privato. Nell’ambito del

programma sarà eff ett uato un monitoraggio dei progressi

compiuti nell’att uazione del piano, dei quali si terrà conto

nella decisione sull’erogazione di fondi.

Nei negoziati con i creditori lo Stato membro benefi ciario si att errà

ai principi seguenti:

o proporzionalità: lo Stato membro cercherà soluzioni che

siano proporzionate al suo problema di sostenibilità del

debito;

1 In linea con l’FMI, il debito è considerato sostenibile quando si prevede che il debitore sia in grado di continuare a servire il debito senza una correzione irrealistica delle entrate e delle uscite. Questa valutazione determina la messa a disposizione e la congruità del fi nanziamento.

memorandum d’intesa a nome degli Stati membri della

zona euro previo comune accordo del consiglio dei

governatori. Il consiglio di amministrazione approverà

quindi l’accordo di assistenza fi nanziaria che conterrà

gli aspett i tecnici dell’assistenza fi nanziaria da fornire.

• La Commissione, insieme all’FMI e di concerto con la

BCE, avrà la responsabilità di monitorare l’osservanza

della condizionalità politica richiesta dal programma di

aggiustamento macroeconomico. Presenterà una rela-

zione al Consiglio e al consiglio di amministrazione,

sulla base della quale il consiglio di amministrazione

deciderà di comune accordo il versamento di nuove

quote del prestito.

• Previa discussione del consiglio dei governatori, il Con-

siglio può decidere, su proposta della Commissione, di

eff ett uare una sorveglianza al termine del programma,

che può essere mantenuta fi n quando non sarà rimbor-

sato un determinato importo dell’assistenza fi nanziaria.

Coerenza con il quadro di sorveglianza multilaterale dell’UE

Sarà chiesta l’approvazione degli Stati membri dell’UE per consen-

tire agli Stati membri della zona euro di affi dare alla Commissione,

insieme all’FMI e di concerto con la BCE, l’analisi della sostenibi-

lità del debito dello Stato membro che chiede sostegno fi nanziario,

la preparazione del programma di aggiustamento che accompagna

l’assistenza fi nanziaria nonché il monitoraggio della sua att uazione.

Sebbene il consiglio dei governatori decida autonomamente

l’esistenza e le modalità dell’assistenza fi nanziaria in un quadro

intergovernativo, la condizionalità politica stabilita nell’ambito

della sorveglianza raff orzata o di un programma di aggiustamento

macroeconomico dovrebbe essere coerente con il quadro di sorve-

glianza dell’UE e deve garantire il rispett o delle procedure dell’UE.

A tal fi ne la Commissione intende proporre un regolamento che

specifi chi le necessarie fasi procedurali a norma dell’articolo 136

del tratt ato al fi ne di sancire la condizionalità politica nelle decisioni

del Consiglio e assicurare la coerenza con il quadro di sorveglianza

multilaterale dell’UE. Il Consiglio e la Commissione informeranno

regolarmente il Parlamento europeo sull’istituzione e sulle opera-

zioni del MES.

Fissazione del prezzo

Il consiglio dei governatori deciderà la strutt ura del prezzo dell’as-

sistenza fi nanziaria a uno Stato membro benefi ciario.

Il MES potrà concedere prestiti a tasso fi sso o variabile. Il prezzo

del MES sarà fi ssato in linea con i corrispondenti principi dell’FMI

e, pur restando al di sopra dei costi di fi nanziamento del MES,

includerà un adeguato aumento per i rischi.

Ai prestiti del MES si applicherà la seguente strutt ura del prezzo:

1) costi di fi nanziamento del MES;

2) onere di 200 punti base sulla totalità dei prestiti;

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Per assicurare procedure di voto corrett e si applicherà un sistema

appropriato d’interdizione dal voto. Saranno esaminate clausole

adeguate per impedire azioni legali di disturbo.

Le CAC saranno introdott e in modo standardizzato per assicurare

un impatt o giuridico identico in tutt e le giurisdizioni della zona

euro e, quindi, preservare la parità di condizioni tra gli Stati membri

che ne fanno parte. Gli Stati membri della zona euro adott eranno

le misure necessarie per dare eff ett o alle CAC.

Gli Stati membri della zona euro saranno autorizzati a continuare

a rifi nanziare i debiti in essere non corredati da CAC dopo il giu-

gno 2013, in base a condizioni prestabilite, per salvaguardare la

necessaria liquidità delle obbligazioni vecchie e per lasciare agli

Stati membri della zona euro il tempo necessario per emett ere in

modo ordinato obbligazioni nuove a tutt e le scadenze di riferi-

mento. Il regime giuridico che disciplina l’inserimento delle CAC

nei titoli di Stato della zona euro sarà stabilito sulla scorta dei lavori

che il sott ocomitato del CEF sui mercati UE del debito sovrano

eff ett uerà previa consultazione adeguata degli operatori del mer-

cato e di altri soggett i, di cui si prevede la conclusione entro il 2011.

3. Status di creditore privilegiato del MES

Come l’FMI, il MES fornirà assistenza fi nanziaria ad uno Stato

membro il cui regolare accesso al fi nanziamento sul mercato risulti

deteriorato. Su queste basi i capi di Stato o di governo hanno

dichiarato che il MES fruirà dello status di creditore privilegiato

in modo analogo all’FMI, pur accett ando che lo status dell’FMI

prevalga su quello del MES.

Le regole di cui sopra sono eff ett ive dal 1º luglio 2013, fatt e salve

le modalità e condizioni di eventuali altri accordi ai sensi del FESF

e dello strumento in vigore per la Grecia.

Disposizioni transitorie tra FESF e MES

Come previsto in origine, il FESF resterà eff ett ivo dopo il giugno

2013 ai fi ni della gestione delle obbligazioni in essere. Resterà

operativo fi ntantoché non abbia ricevuto il saldo completo dei

fi nanziamenti che ha concesso agli Stati membri e abbia a sua volta

saldato la propria esposizione nei confronti degli strumenti fi nan-

ziari emessi e di altri obblighi di rimborso verso i garanti. Le quote

degli strumenti di credito in essere non erogate e non coperte da

riserve dovranno essere trasferite al MES (ad esempio pagamento

e fi nanziamento di rate esigibili solo dopo l’entrata in vigore del

MES). La capacità di prestito consolidata di FESF e MES non

supera i 500 miliardi di EUR.

Ai fi ni di una transizione armoniosa dal FESF al MES, il diret-

tore generale del FESF sarà incaricato della preparazione pratica

dell’istituzione del MES e riferirà periodicamente al gruppo «Euro-

gruppo» in merito all’avanzamento dei lavori.

o trasparenza: lo Stato membro intratt errà un dialogo aperto

con i creditori, ai quali comunicherà tempestivamente le

informazioni pertinenti;

o equità: lo Stato membro consulterà i creditori sull’imposta-

zione delle eventuali ricalendarizzazioni o ristrutt urazioni

del debito pubblico per giungere a soluzioni negoziate. Si

ipotizzeranno misure att e a ridurre il valore att uale nett o

del debito soltanto se è improbabile che i risultati auspicati

possano essere ott enuti con soluzioni alternative;

o coordinamento transnazionale: nell’impostare le misure att e

a coinvolgere il sett ore privato si dovranno tenere adegua-

tamente presenti i rischi di contagio e i potenziali eff ett i

esterni sugli altri Stati membri e sui paesi terzi. Le misure

adott ate saranno corredate di una comunicazione adeguata

da parte dello Stato membro fi nalizzata al mantenimento

della stabilità fi nanziaria nell’intera zona euro.

2. Clausole d’azione collett iva

A partire dal luglio 2013 clausole d’azione collett iva (CAC) inte-

greranno tutt i i titoli di Stato nuovi della zona euro con scadenza

superiore ad un anno. L’obiett ivo delle CAC sarà quello di agevo-

lare un accordo tra il debitore sovrano e i suoi creditori del sett ore

privato nel contesto della partecipazione del sett ore privato. Il fatt o

che un’obbligazione sia corredata da CAC non implica una pro-

babilità più forte d’inadempienza o di ristrutt urazione del debito

relativamente all’obbligazione in questione: ne consegue che l’in-

clusione delle CAC lascerà impregiudicato lo status di creditore

del debito sovrano.

Le caratt eristiche principali delle CAC ricalcheranno quelle entrate

nell’uso corrente sui mercati statunitense e britannico a seguito

della relazione del G10 in materia. Le CAC saranno introdott e in

modo da preservare la parità di condizioni fra gli Stati membri della

zona euro. Si tratt erà quindi di clausole identiche e standardizzate

per tutt i gli Stati membri della zona euro, armonizzate alle modalità

e condizioni dei titoli emessi dagli Stati membri. La loro base sarà

coerente con quella delle CAC di uso comune a New York e nel

diritt o inglese.

Le CAC comprenderanno una clausola di aggregazione che

permett erà ad una maggioranza qualifi cata di obbligazionisti, nel

quadro di emissioni multiple soggett e a una siff att a clausola e alla

legge di un’unica giurisdizione, d’inserire una clausola d’azione

a maggioranza quando per una singola emissione non è raggiunta

la necessaria maggioranza di creditori per la ristrutt urazione. Sarà

istituita una rappresentanza adeguata. Sulle questioni più impor-

tanti — le materie riservate — (ad esempio, modalità fonda-

mentali di pagamento, conversione o scambio di obbligazioni) si

deciderà con una maggioranza più ampia di quella necessaria per le

materie non riservate. Si applicheranno requisiti adeguati in merito

al quorum. Le modifi che decise dalla maggioranza applicabile alla

situazione vincolano tutt i gli obbligazionisti.

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Stati membri che concedono credito su base bilaterale a fi anco

del MES.

Composizione delle controversie

Il consiglio dei governatori decide delle controversie tra uno Stato

membro della zona euro e il MES in relazione all’interpretazione

e all’applicazione del tratt ato istitutivo del MES. Se lo Stato mem-

bro contesta la decisione, la controversia è sott oposta alla Corte

di giustizia europea conformemente all’articolo 273 del TFUE.

Per quanto riguarda le relazioni tra il MES e i terzi, il diritt o appli-

cabile e la giurisdizione competente saranno stabiliti nella docu-

mentazione legale e contratt uale che sarà costituita tra il MES e i

terzi stessi.

Partecipazione degli Stati membri che non fanno parte della zona euro

Gli Stati membri che non fanno parte della zona euro possono

partecipare su base ad hoc a fi anco del MES alle operazioni di

assistenza fi nanziaria prestata agli Stati membri della zona euro.

Gli Stati membri che non fanno parte della zona euro, laddove

partecipino a tali operazioni, saranno rappresentati nelle riunioni

pertinenti dei consessi del MES che decidono in merito alla con-

cessione dell’assistenza e al relativo monitoraggio. Avranno accesso

a tutt e le informazioni pertinenti in tempo utile e saranno opportu-

namente consultati. Gli Stati membri della zona euro sosterranno

l’equivalenza tra lo status di creditore del MES e quello degli altri

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ALLEGATO:

Chiave di ripartizione dei contributi al MES sulla base della chiave BCE

Stato ISO chiave MESAustria AT 2,783Belgio BE 3,477Cipro CY 0,196

Estonia EE 0,186Finlandia FI 1,797Francia FR 20,386

Germania DE 27,146Grecia EL 2,817Irlanda IE 1,592Italia IT 17,914

Lussemburgo LU 0,250Malta MT 0,073

Paesi Bassi NL 5,717Portogallo PT 2,509Slovacchia SK 0,824

Slovenia SI 0,428Spagna ES 11,904Totale ZE17 100,0

Note: La chiave MES si basa sulla chiave di partecipazione al capitale della BCE.

Gli Stati membri il cui PIL pro capite è inferiore al 75 % della media dell’UE fruiranno di un coeffi ciente corrett ore temporaneo

per un periodo di 12 anni a partire dalla loro adesione alla zona euro.

Il coeffi ciente corrett ore temporaneo sarà pari ai tre quarti della diff erenza tra quote RNL e quote di capitale BCE (eff ett ivamente

75 % di quote RNL e 25 % di quote di capitale BCE) come segue: quota MES = quota chiave BCE–0,75*(quota chiave BCE – quota RNL).

La compensazione al ribasso accordata a questi paesi è ridistribuita tra tutt i gli altri paesi in base alle rispett ive quote di parteci-

pazione nella chiave BCE.

RNL e PIL pro capite nel 2010.

Fonti: BCE, Ameco e calcoli DG Aff ari economici e fi nanziari

.

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principali della strategia Europa 2020 in ordine a occupa-

zione e crescita sostenibile. La realizzazione di alcuni è sulla

buona strada, per altri obiett ivi (concernenti occupazione,

effi cienza energetica, R&S, povertà e istruzione terziaria)

occorrono invece sforzi supplementari. In via prioritaria

occorre inoltre assicurare un ambiente macroeconomico

sano, ripristinare la sostenibilità dei conti pubblici, correg-

gere gli squilibri macroeconomici e raff orzare il sett ore

fi nanziario.

3. Il Consiglio europeo avalla le raccomandazioni specifi che

per paese approvate dal Consiglio e invita tutt i gli Stati

membri a integrarle nelle decisioni nazionali sul bilancio

e le riforme strutt urali e ad ovviare alle carenze rilevate da

tale esercizio.

4. Gli sforzi nazionali devono essere sostenuti da azioni

a livello dell’Unione europea, in particolare al fi ne di liberare

tutt o il potenziale europeo in termini di crescita economica

e di creazione di posti di lavoro. In questo contesto occorre

accelerare i lavori per concretizzare le iniziative faro della

strategia Europa 2020 e l’Att o per il mercato unico, concen-

trandosi sulle priorità individuate dal Consiglio il 30 mag-

gio 2011. In particolare è necessario ridurre ulteriormente

l’onere normativo che grava sulle piccole e medie imprese

e, se del caso, esentare le microimprese da alcune normative

future o quantomeno assoggett arle a un regime agevolato.

I. POLITICA ECONOMICA

1. Questo Consiglio europeo segna la conclusione del primo

semestre europeo ed è l’occasione per una valutazione col-

lett iva dell’UE delle misure nazionali previste dagli Stati

membri. Sulla base di questa prima esperienza, il Consiglio

europeo ritiene che il semestre europeo possa diventare un

metodo di governance effi cace per sostenere in modo inte-

grato, trasparente e tempestivo la defi nizione delle politiche

nazionali e dell’UE. La presentazione contemporanea dei

programmi di stabilità e di convergenza e dei programmi

nazionali di riforma permett e all’UE di valutare allo stesso

tempo le strategie nazionali di bilancio e di crescita, e di

prendere in considerazione eventuali rischi, squilibri

o compromessi.

2. In base alla valutazione della Commissione, il Consiglio

europeo ha discusso le politiche e le misure presentate

dagli Stati membri. Queste costituiscono un valido punto

di partenza per sostenere la ripresa dell’Europa, aff rontare

le sfi de di bilancio e promuovere riforme più ambiziose

a livello nazionale. Il Consiglio europeo constata che tutt i gli

Stati membri sono fortemente determinati a compiere tutt o

quanto necessario per att uare pienamente il patt o di stabi-

lità e crescita. Gli Stati membri hanno compiuto notevoli

progressi nel defi nire l’azione per conseguire gli obiett ivi

CONSIGLIO EUROPEO — 23-24 GIUGNO 2011

CONCLUSIONI

Il Consiglio europeo si è compiaciuto del prossimo completamento dell’att uazione del pacchett o globale di misure approvato

nel marzo scorso al fi ne di riportare l’Europa sul percorso di una crescita sostenibile e tesa a creare occupazione, nonché

al fi ne di raff orzare la governance economica. Ha accolto con particolare favore l’accordo raggiunto sul futuro MES e sul

FESF modifi cato, nonché i sostanziali progressi compiuti in merito alle proposte legislative sulla governance economica.

Ha concluso il primo semestre europeo valutando collett ivamente i programmi degli Stati membri in base alla valutazione

della Commissione e approvando le raccomandazioni specifi che per paese che dovranno essere prese in considerazione

nelle prossime decisioni nazionali sul bilancio e sulle riforme strutt urali. In questo contesto ha rilevato che gli Stati membri

partecipanti al Patt o euro plus si sono impegnati a raff orzare l’ambizione e la precisione dei rispett ivi impegni nel prossimo

esercizio. Il Consiglio europeo ha valutato la situazione degli Stati membri interessati da un programma di aggiustamento.

Per quanto riguarda la Grecia, i capi di Stato o di governo della zona euro hanno convenuto la via da seguire e hanno invitato

i loro ministri delle fi nanze a portare a termine i lavori per poter prendere le decisioni necessarie entro l’inizio di luglio.

Dopo un dibatt ito approfondito il Consiglio europeo ha defi nito orientamenti per l’elaborazione della politica di migrazione

dell’UE, in ordine a gestione dello spazio Schengen, controllo delle frontiere esterne, sviluppo di partenariati con i paesi

del vicinato meridionale e completamento del sistema europeo comune di asilo entro il 2012.

Il Consiglio europeo ha convenuto che i negoziati di adesione con la Croazia debbano concludersi entro giugno 2011,

confermando così il forte impegno in termini di prospett iva di allargamento dei Balcani occidentali.

Il Consiglio europeo ha discusso degli sviluppi nei paesi del vicinato meridionale e ha adott ato al riguardo una dichiarazione

separata.

* * *

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ha presentato una proposta relativa a una base impo-

nibile consolidata comune per l’imposta sulle società.

7. Il Consiglio europeo di marzo 2012 valuterà, in base all’ana-

lisi annuale della crescita eff ett uata dalla Commissione,

i progressi degli Stati membri nell’att uazione delle racco-

mandazioni specifi che per paese formulate dal Consiglio

e dei rispett ivi impegni in forza del Patt o.

8. La conclusione del ciclo di Doha per lo sviluppo rilance-

rebbe in modo sostanziale la crescita economica e promuo-

verebbe la competitività. Il Consiglio europeo ribadisce

l’impegno dell’UE a portare avanti il processo di liberalizza-

zione e creazione di regole per gli scambi al fi ne di raff orzare

il sistema multilaterale; ribadisce altresì la propria dispo-

nibilità a esplorare tutt e le opzioni negoziali per portare

a conclusione il ciclo di Doha, anche per quanto riguarda

le priorità dei paesi meno sviluppati conformemente al

mandato di Doha.

9. Il pacchett o globale approvato dal Consiglio europeo nel

marzo scorso è stato quasi interamente att uato. È stato

raggiunto l’accordo in ordine al tratt ato sul meccanismo

europeo di stabilità e alla modifi ca del FESF. Occorre che

gli Stati membri prendano tutt e le misure necessarie per la

ratifi ca del tratt ato MES entro la fi ne del 2012 e per la rapida

entrata in vigore del FESF modifi cato. Sono stati realizzati

sostanziali progressi nelle att ività legislative sul pacchett o

per il raff orzamento della governance economica, la cui

adozione in prima lett ura è ormai raggiungibile. Sono in

corso prove di stress nel sett ore bancario. È di importanza

cruciale che esse siano del tutto credibili e  trasparenti,

che siano eff ett uate nel pieno rispett o della metodologia

e degli orientamenti dell’Autorità bancaria europea e che

tutt i i partecipanti assicurino risultati della massima qualità.

Occorre adott are tempestivamente tutt e le misure neces-

sarie, nel pieno rispett o degli standard internazionali, per

ovviare alle eventuali vulnerabilità del settore bancario

messe in luce dalle prove.

10. Il Consiglio europeo si compiace dei progressi compiuti

dall’Irlanda nell’att uazione del suo programma di riforma,

che è ben avviato. Si compiace inoltre del forte impegno

del neoelett o governo portoghese ad att uare pienamente

il suo programma di riforme. Sulla scorta di un consenso

pluripartito riguardo alla necessità di una riforma, la rigida

att uazione di tali programmi garantirà la sostenibilità del

debito e sosterrà il ritorno dell’Irlanda e del Portogallo sui

mercati fi nanziari.

11. I capi di Stato o di governo della zona euro ribadiscono il

loro impegno a compiere ogni passo necessario per garan-

tire la stabilità fi nanziaria dell’intera zona euro.

12. La ripresa nella zona euro è a buon punto e ha imboccato

un percorso sostenibile di solida crescita. L’euro si basa su

fondamentali saldi e siamo profondamente soddisfatt i dei

In tale contesto, il Consiglio europeo si compiace dell’im-

pegno della Commissione di valutare l’impatt o delle future

normative sulle microimprese e di esaminare att entamente

l’acquis al fi ne di individuare gli obblighi att ualmente in

vigore da cui le microimprese potrebbero essere esonerate.

Ha convenuto di ritornare su questi temi nella riunione del

dicembre 2011. La Commissione è inoltre invitata a stilare

una tabella di marcia per il completamento del mercato

unico digitale entro il 2015, nonché a riferire nell’ott obre

2011 in merito a tali sett ori capaci di favorire la crescita, al

fi ne di realizzare progressi in tempo per il Consiglio euro-

peo della primavera 2012.

5. La maggior parte degli Stati membri partecipanti al Patt o

euro plus ha presentato impegni che comportano in totale

oltre 100 misure distinte1. Tali impegni costituiscono un

primo passo avanti incoraggiante verso il raggiungimento

degli obiett ivi del Patt o e devono essere ora att uati a livello

nazionale. I capi di Stato o di governo ritorneranno su alcuni

elementi del Patt o nel dicembre 2011, prima dell’avvio del

prossimo semestre europeo.

6. Nella defi nizione dei prossimi impegni gli Stati membri

partecipanti dovranno prevedere:

—una portata più vasta: gli impegni dovrebbero con-

centrarsi maggiormente sulla realizzazione prioritaria

delle riforme att e a favorire la crescita in modo da pro-

muovere la competitività, ad esempio nelle imprese

erogatrici di servizi di rete e nel sett ore dei servizi, e più

att enzione dovrebbe essere dedicata al raff orzamento

della stabilità fi nanziaria;

—un approccio più concreto: gli Stati membri dovrebbero

adoperarsi per rendere i futuri impegni quanto più spe-

cifi ci e misurabili possibile, precisando come e quando

gli impegni saranno soddisfatt i per poter misurare i pro-

gressi nel tempo e agevolare l’analisi comparativa con

gli altri Stati membri nonché con i partner strategici

dell’Europa;

—un maggiore grado di ambizione: gli Stati membri

dovrebbero annunciare dove sono stati avviati i progett i

di riforme a lungo termine in risposta al Patt o e tenere

conto delle migliori pratiche;

—un coordinamento pragmatico delle politiche fi scali: la

Commissione e i ministri delle fi nanze degli Stati mem-

bri partecipanti sono invitati a riferire, entro dicembre

2011, sui progressi compiuti nelle discussioni strutt urate

riguardanti le politiche fi scali, per garantire in particolare

lo scambio di migliori pratiche, la prevenzione di pra-

tiche dannose e le proposte volte a contrastare la frode

e l’evasione fi scale. In linea con il Patt o, la Commissione

1 Cfr. EUCO 24/11.

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19. I capi di Stato o di governo sono consapevoli degli sforzi

che le misure di aggiustamento comportano per i citt adini

greci e sono convinti che questi sacrifi ci siano indispensabili

per la ripresa economica e che contribuiranno alla stabilità

e al benessere futuri del paese.

II. MIGRA ZIONE

20. Come stabilito dal trattato, la libera circolazione delle

persone è uno dei maggiori e più tangibili successi dell’in-

tegrazione europea nonché una libertà fondamentale.

L’orientamento politico e la cooperazione nello spazio

Schengen devono essere potenziati ulteriormente, raff or-

zando la fi ducia reciproca tra gli Stati membri che hanno

pari responsabilità nel garantire che tutt e le regole Schen-

gen siano applicate efficacemente in conformità delle

norme comuni concordate e dei principi e delle norme fon-

damentali. Le frontiere esterne dell’Europa devono essere

gestite in modo effi cace e coerente, in base a responsabilità

comune, solidarietà e maggiore cooperazione pratica.

21. In linea con le conclusioni del Consiglio del 9 e 10 giu-

gno 2011, l’applicazione delle regole comuni, in particolare

mediante il sistema di valutazione di Schengen, deve essere

migliorata e approfondita ulteriormente per essere in grado

di dare risposte effi caci alle sfi de future. A tal fi ne, è neces-

sario un sistema di monitoraggio e di valutazione effi cace

e affi dabile. Il futuro sistema di valutazione di Schengen

provvederà al raff orzamento, all’adeguamento e all’esten-

sione dei criteri in base all’acquis dell’UE. La valutazione

dovrebbe essere eff ett uata a livello di UE e coinvolgere

esperti degli Stati membri, della Commissione e  delle

agenzie competenti. La Commissione è invitata a riferire

periodicamente sui risultati delle valutazioni e, ove neces-

sario, a proporre misure per colmare le lacune individuate.

22. Dovrebbe essere introdott o un meccanismo per far fronte

a situazioni eccezionali che mett ono a rischio il funzio-

namento globale della cooperazione Schengen, senza

compromett ere il principio della libera circolazione delle

persone. Il meccanismo dovrebbe comprendere una serie

di misure da applicare in maniera progressiva, diversifi cata

e coordinata per poter assistere uno Stato membro con-

frontato a una forte pressione alle frontiere esterne. Tali

misure potrebbero includere visite d’ispezione e sostegno

tecnico e fi nanziario nonché assistenza, coordinamento

e intervento di Frontex.

In ultima analisi, nel quadro di tale meccanismo, si potrebbe

introdurre una clausola di salvaguardia per autorizzare la

reintroduzione eccezionale dei controlli alle frontiere

interne in una situazione realmente critica, in cui uno Stato

membro non sia più in grado di adempiere i propri obblighi

nell’ambito delle regole Schengen. Tale misura sarebbe

adott ata sulla base di criteri obiett ivi specifi cati e di una valu-

tazione comune, avrebbe portata e durata rigorosamente

risultati conseguiti dall’introduzione dell’euro in termini

di stabilità dei prezzi.

13. Per quanto riguarda la Grecia, il Consiglio europeo rico-

nosce i notevoli progressi compiuti nell’ultimo anno, in

particolare in materia di risanamento del bilancio. Accoglie

con favore il forte impegno costante del governo greco ad

att uare il programma di aggiustamento.

14. Il Consiglio europeo invita le autorità nazionali a continuare

ad att uare con decisione i necessari sforzi di aggiustamento

per immett ere il paese su un percorso sostenibile. È urgente

che nei prossimi giorni sia messo a punto un pacchett o glo-

bale di riforme concordato con la Commissione, in colle-

gamento con la BCE e l’FMI, e che il Parlamento greco

adott i leggi fondamentali in materia di strategia di bilancio

e privatizzazione. A seguito della richiesta del governo greco

annunciata dal Primo ministro greco, ciò costituirà la base

per fi ssare i parametri principali di un nuovo programma

sostenuto congiuntamente dai suoi partner della zona euro

e dall’FMI in linea con le att uali pratiche e, nel contempo,

per consentire l’erogazione in tempo utile per rispondere

al fabbisogno di fi nanziamento della Grecia in luglio.

15. I capi di Stato o di governo della zona euro concordano

che i fi nanziamenti supplementari necessari proverranno

da fonti sia uffi ciali sia private. Approvano l’impostazione

decisa dall’Eurogruppo il 20 giugno in ordine all’intenzione

di coinvolgere, a titolo volontario, il sett ore privato sott o

forma di roll-over informali e volontari del debito greco esi-

stente in scadenza, per una riduzione sostanziale del fi nan-

ziamento annuale necessario nell’ambito del programma,

evitando nel contempo un’insolvenza selett iva.

16. I capi di Stato o di governo invitano i ministri delle fi nanze

a portare a termine i lavori su tutt i gli elementi in sospeso

per poter prendere le decisioni necessarie entro l’inizio di

luglio.

17. Il Consiglio europeo invita tutt i i partiti politici della Grecia

a sostenere i principali obiett ivi del programma e le misure

politiche chiave per garantirne una rigorosa e celere att ua-

zione. Considerata la durata, l’ampiezza e la natura delle

riforme necessarie in Grecia, l’unità nazionale è un requisito

essenziale per il successo.

18. Il Consiglio europeo si compiace dell’intenzione della

Commissione di raff orzare le sinergie tra il programma

di prestiti e  i fondi dell’UE. Sostiene tutti gli sforzi tesi

ad aumentare la capacità della Grecia di assorbire i fondi

dell’UE per stimolare la crescita e l’occupazione. Tale risul-

tato può essere conseguito riorientandoli verso il migliora-

mento della competitività e la creazione di posti di lavoro.

Inoltre, il Consiglio europeo accoglie con favore e sostiene

l’elaborazione da parte della Commissione, insieme agli

Stati membri, di un programma globale di assistenza tec-

nica alla Grecia.

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vità a sostegno degli Stati membri interessati. Il Consiglio

europeo accoglie con favore l’estensione del progett o pilota

su base volontaria per i benefi ciari di protezione internazio-

nale a Malta. Att ende con interesse la comunicazione della

Commissione sulla solidarietà all’interno dell’UE nel corso

dell’anno.

27. Per gestire la mobilità in condizioni di sicurezza è necessaria

una politica coerente e strategica. L’obiett ivo deve essere

quello di aff rontare le cause della migrazione a livello strut-

turale. A tal fi ne, saranno sviluppati partenariati con i paesi

del vicinato meridionale e orientale nel quadro della politica

europea di vicinato.

28. In una prima fase, come proposto nella recente comu-

nicazione della Commissione, sarà istituito con i paesi

in questione un ampio dialogo strutt urato in materia di

migrazione, mobilità e sicurezza, da cui possano trarre

vantaggi tangibili sia i paesi stessi sia l’Unione europea.

Il dialogo dovrebbe essere avviato d’urgenza con i paesi

partner che desiderano e sono in grado di confrontarsi in

modo costrutt ivo sui suddett i temi. I partenariati per la

mobilità saranno diff erenziati in funzione dei meriti indi-

viduali dei paesi partner, concordati con ciascuno di essi

singolarmente, subordinati agli sforzi e ai passi avanti com-

piuti in tutt i i sett ori (migrazione, riammissione, mobilità

e sicurezza) e contempleranno un effi cace meccanismo

di verifi ca. Occorre studiare come aumentare la parte di

fi nanziamenti destinata a questi sett ori, nell’ambito delle

dotazioni esistenti.

29. Si invita la Commissione a presentare la sua valutazione

dell’approccio globale in materia di migrazione, che ponga

le basi per un quadro programmatico più coerente, sistema-

tico e strategico per le nostre relazioni con tutt i i paesi terzi

interessati e comprenda proposte concrete per lo sviluppo

dei partenariati chiave dell’Unione, dando priorità all’intero

vicinato dell’Unione.

30. I recenti sviluppi hanno messo a dura prova la politica euro-

pea di asilo. Sono necessarie procedure sicure ed effi caci

in materia di asilo per coloro che hanno bisogno di prote-

zione. Ciò richiede a sua volta che sia pienamente applicato

l’acquis dell’UE in questo sett ore. È essenziale che il sistema

europeo comune di asilo (CEAS) sia ultimato entro il

2012, sulla base di standard elevati di protezione combi-

nati a procedure eque ed effi caci in grado di prevenire gli

abusi e consentire un rapido esame delle domande di asilo

al fi ne di garantire la sostenibilità del sistema. La recente

presentazione da parte della Commissione di proposte

di modifi ca della dirett iva sulle procedure d’asilo e della

dirett iva sulle condizioni di accoglienza dovrebbe fornire

una nuova base per l’avvio di negoziati su due importanti

elementi del CEAS. Le modifi che non dovrebbero avere

come risultato quello di incoraggiare la presentazione di

domande infondate o di aumentare i costi complessivi per

limitate e terrebbe conto della necessità di essere in grado di

reagire in casi di urgenza. Essa non compromett erà i diritt i

delle persone cui è riconosciuta la libertà di movimento

a norma dei tratt ati.

Si invita la Commissione a presentare una proposta relativa

a siff att o meccanismo a sett embre.

23. Il controllo e la sorveglianza delle frontiere esterne rientrano

nella responsabilità degli Stati membri che, nell’esercitare

tale funzione, agiscono anche nell’interesse comune di tutt i

gli Stati membri. Affi nché le frontiere esterne dell’Europa

siano gestite effi cacemente e siano applicate ovunque le

stesse norme, occorre che tutt i i pertinenti strumenti siano

utilizzati in modo ott imale e siano adatt ati, ove necessario. Il

sistema europeo di sorveglianza delle frontiere sarà ulterior-

mente sviluppato in via prioritaria per diventare operativo

entro il 2013 e permett ere alle autorità degli Stati membri

preposte alla sorveglianza delle frontiere di condividere le

informazioni operative e migliorare la cooperazione.

24. Questi sforzi saranno inoltre intensifi cati grazie all’accele-

razione dei lavori in materia di «frontiere intelligenti», al

fi ne di garantire che per rispondere alle sfi de dei controlli

di frontiera ci si avvalga delle nuove tecnologie. In parti-

colare, dovrebbe essere introdott o un sistema ingressi/

uscite e un programma per viaggiatori registrati. Il Consiglio

europeo si compiace dell’accordo raggiunto sull’agenzia

per la gestione operativa dei sistemi di tecnologia dell’in-

formazione su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza

e giustizia.

25. Occorre monitorare costantemente il funzionamento di

Frontex e delle altre agenzie per garantire che continuino

ad aiutare effi cacemente gli Stati membri nella gestione

delle frontiere esterne, nella lott a contro l’immigrazione

illegale e nella gestione dei profughi. Frontex coopererà con

i paesi terzi interessati. Il Consiglio europeo si compiace

dell’accordo raggiunto sulla revisione del regolamento

Frontex, che aumenterà l’effi cacia delle capacità operative

di tale agenzia. In linea con il programma di Stoccolma sarà

ulteriormente sviluppato il quadro di cooperazione tra le

guardie di frontiera nazionali, in particolare promuovendo

la formazione comune e la condivisione di capacità e stan-

dard. La Commissione è invitata a presentare ulteriori idee

al riguardo, in strett a cooperazione con Frontex, entro la

fi ne dell’anno.

26. Rilevando la diffi cile situazione cui fanno fronte alcuni Stati

membri, il Consiglio europeo ribadisce la necessità di una

reale e concreta solidarietà nei confronti degli Stati membri

maggiormente interessati dai fl ussi migratori. L’UE e gli

Stati membri continueranno a fornire il sostegno opera-

tivo e fi nanziario necessario a seconda della situazione,

sulla base delle misure concordate dal Consiglio l’11 aprile

2011. Saranno forniti i fondi e le risorse tecniche e umane

necessari per proseguire e, se del caso, intensifi care le att i-

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attuarla senza indugio, come indicato nelle conclu-

sioni del Consiglio del 13 aprile 2011; gli Stati membri

sono invitati a proseguire i lavori, in cooperazione con

la Commissione, sulle eventuali future strategie macro-

regionali, in particolare per la regione adriatica e ionica;

—rilevandone la grande importanza, ha approvato la rela-

zione della presidenza sull’inclusione dei Rom e ha chie-

sto la rapida att uazione delle conclusioni del Consiglio

del 19 maggio 2011 sul quadro UE per le strategie nazio-

nali di integrazione dei Rom fi no al 2020, in particolare

per quanto riguarda la preparazione, l’aggiornamento

o l’elaborazione, entro la fi ne del 2011, di strategie nazio-

nali degli Stati membri d’inclusione dei Rom o insiemi

integrati di misure di intervento nell’ambito delle loro

politiche più generali di inclusione sociale, per il miglio-

ramento della situazione dei Rom;

—ha accolto con favore la relazione annuale sugli obiett ivi

in materia di aiuti allo sviluppo dell’UE, rilevando che

sebbene l’UE resti di gran lunga il principale donatore

a livello mondiale nel 2010, l’obiett ivo collett ivo inter-

medio per il 2010 non è stato raggiunto; ha ribadito il

suo l’impegno a conseguire gli obiett ivi in materia di

aiuto allo sviluppo entro il 2015 come stabilito nelle

conclusioni del giugno 2005.

***

ALLEGATO

DICHIARA ZIONE SUL VICINATO MERIDIONALE

1. Il Consiglio europeo conferma i principi e gli obiettivi

definiti nella dichiarazione e nelle conclusioni sul vici-

nato meridionale, adott ate rispett ivamente l’11 marzo e il

25 marzo 2011. Accoglie con favore la comunicazione

congiunta dell’alto rappresentante e della Commissione

europea intitolata «Una risposta nuova ad un vicinato in

mutamento», resa il 25 maggio 2011. Approva pienamente

le conclusioni del Consiglio sulla politica europea di vici-

nato, adott ate il 20 giugno 2011, e invita a compiere rapidi

progressi nell’att uazione di misure concrete in linea con

i principi e gli obiett ivi concordati dal Consiglio.

2. Il Consiglio europeo accoglie con favore l’appoggio del

G8 alle trasformazioni democratiche del vicinato meridio-

nale dell’Europa. Sott olinea ancora una volta l’importanza

dell’Unione per il Mediterraneo e l’importanza di lanciare

rapidamente progett i concreti e signifi cativi nel quadro

dell’Unione stessa.

3. Il Consiglio europeo si compiace dei provvedimenti att ual-

mente in fase di adozione verso una trasformazione demo-

cratica nella regione, specialmente in Egitt o e in Tunisia.

Plaude all’annuncio degli elementi principali della nuova

gli Stati membri. Per conseguire gli obiett ivi chiave sum-

menzionati, i negoziati dovrebbero essere portati avanti con

impegno sulla base di un approccio globale equilibrato che

tenga conto di tutt e le proposte esistenti.

III. CROAZIA

31. Il Consiglio europeo loda la Croazia per gli sforzi intensi

grazie ai quali i negoziati di adesione sono giunti alla fase

conclusiva. L’esame dei rimanenti capitoli di negoziato in

corso a livello di Consiglio si svolge nel pieno rispett o di

una rigorosa condizionalità e in linea con il quadro di nego-

ziazione. Alla luce dei progressi compiuti e della positiva

valutazione della Commissione, il Consiglio europeo ha

invitato il Consiglio ad adott are tutt e le misure necessa-

rie per concludere i negoziati di adesione con la Croazia

entro il giugno 2011 sulla base dei progett i di posizioni

comuni presentati di recente dalla Commissione, in vista

della fi rma del tratt ato di adesione entro la fi ne dell’anno.

La Croazia dovrebbe proseguire gli sforzi di riforma con lo

stesso vigore in particolare riguardo al potere giudiziario e ai

diritt i fondamentali, così da poter assumere pienamente

dalla data dell’adesione gli obblighi di membro. Il monito-

raggio di tali sforzi di riforma, fi no all’adesione, rassicurerà

la Croazia e gli att uali Stati membri nella misura necessa-

ria. Il Consiglio, deliberando a maggioranza qualifi cata su

proposta della Commissione, può adott are tutt e le misure

appropriate.

32. Questi sviluppi imprimono un nuovo impulso alla prospet-

tiva europea dei Balcani occidentali, purché tali paesi conti-

nuino sulla via delle riforme. Il Consiglio europeo ritornerà

su questo tema nella riunione del dicembre 2011. In tale

contesto, si compiace dell’arresto di Ratko Mladic e del suo

deferimento al Tribunale dell’Aia, un evento positivo per

la giustizia internazionale e per la prospett iva di adesione

all’UE della Serbia.

***

ALTRI PUNTI

Il Consiglio europeo:

—ha nominato Mario Draghi presidente della Banca cen-

trale europea per il periodo dal 1º novembre 2011 al

31 ott obre 2019;

—ha adott ato una dichiarazione sul vicinato meridionale

(allegato); ha approvato il nuovo approccio in materia

di relazioni con i paesi limitrofi dell’Unione europea,

illustrato nelle conclusioni del Consiglio del 20 giu-

gno 2011 e ha sott olineato l’importanza del vertice sul

partenariato orientale in programma il 29 e 30 sett em-

bre 2011 a Varsavia;

—ha approvato la strategia dell’UE per la regione del

Danubio e ha chiesto a tutti i soggetti interessati di

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lenze, rispett are i diritt i dell’uomo e osservare un cessate

il fuoco permanente, e accoglie con favore l’impegno del

vicepresidente in tal senso. Ribadisce l’urgenza di una tran-

sizione politica ordinata ed inclusiva in linea con l’inizia-

tiva del Consiglio di cooperazione del Golfo. Il Consiglio

europeo è preoccupato del contesto in cui hanno luogo

i processi e le condanne di membri dell’opposizione in

Bahrain. Incoraggia il Bahrain a garantire il pieno rispett o

dei diritt i umani e delle libertà fondamentali.

7. Il Consiglio europeo prende att o che la situazione a Gaza

rimane preoccupante. L’assistenza umanitaria fornita alla

popolazione di Gaza dovrebbe essere conforme al quadro

e alle decisioni pertinenti delle Nazioni Unite e dovrebbe

essere tale da non mett ere in pericolo vite umane.

8. I mutamenti radicali in tutt o il mondo arabo evidenziano

la necessità di compiere progressi nel processo di pace in

Medio Oriente, superando l’att uale situazione di stallo nel

rispett o degli accordi ed obblighi precedenti. Il Consiglio

europeo invita tutt e le parti ad avviare urgentemente i nego-

ziati. Soltanto la ripresa di negoziati dirett i potrebbe off rire

un’opportunità realistica di migliorare la situazione sul

campo e di giungere così a una soluzione durevole e globale.

Nel sott olineare il ruolo centrale del Quartett o, il Consiglio

europeo elogia gli sforzi compiuti al riguardo dagli Stati

membri dell’UE e dall’alto rappresentante e accoglie con

favore le recenti proposte del presidente Obama, in linea

con le precedenti posizioni dell’UE. Appoggia pienamente

l’appello dell’alto rappresentante al Quartett o affi nché crei

con urgenza una prospett iva credibile per il rilancio del pro-

cesso di pace. Il Consiglio europeo invita tutt e le parti ad

astenersi da azioni unilaterali che sono in contrasto con una

soluzione globale. Sostiene altresì l’iniziativa di convocare

una conferenza a Parigi per fornire sostegno economico

alla costruzione dello Stato palestinese nel quadro di un

processo di pace rilanciato. Il Consiglio europeo esprime

seria preoccupazione per la sorte di Gilad Shalit, che Hamas

tiene prigioniero contravvenendo al diritt o internazionale

umanitario universale. Nel quinto anniversario della sua

catt ura, il Consiglio europeo chiede l’immediato rilascio

di Gilad Shalit.

costituzione del Marocco, si compiace del rinnovato impe-

gno a favore delle riforme politiche — compresa una revi-

sione della costituzione — in Giordania e prende att o con

soddisfazione della revoca dello stato di emergenza e della

prevista riforma costituzionale in Algeria. Sott olinea quanto

siano necessari l’inclusività e il dialogo nel processo di riforma

e seguirà att entamente l’att uazione delle riforme stesse.

4. Il Consiglio europeo conferma il suo pieno appoggio alle

risoluzioni 1970 e 1973 sulla Libia del Consiglio di sicu-

rezza delle Nazioni Unite e agli sforzi che gli Stati membri

dell’UE stanno compiendo per att uarle. Approva piena-

mente le conclusioni del Consiglio sulla Libia adott ate il 20

giugno 2011 ed esorta nuovamente Gheddafi ad abbando-

nare immediatamente il potere. La trasformazione demo-

cratica della Libia resta un interesse primario dell’Unione

europea. Il Consiglio europeo sott olinea il ruolo fondamen-

tale svolto dal Consiglio nazionale transitorio (CNT) in

tale processo come rappresentante delle aspirazioni del

popolo libico.

5. Il Consiglio europeo condanna con assoluta fermezza la

repressione in corso e l’inaccett abile e sconvolgente vio-

lenza che il regime siriano continua a perpetrare contro

i propri citt adini. Prende att o con seria preoccupazione

delle segnalazioni di att ività militari siriane nei pressi della

frontiera turca a Khirbet al-Jouz e ribadisce i precedenti

inviti a dare prova della massima moderazione. Scegliendo

la strada della repressione anziché rispett are le promesse

di ampie riforme, il regime sta mett endo in questione la

propria legitt imità. I responsabili di reati e di att i di violenza

contro la popolazione civile saranno chiamati a rispondere

del loro operato. Nell’approvare le conclusioni sulla Siria,

adott ate dal Consiglio il 20 giugno 2011, il Consiglio euro-

peo accoglie con favore l’adozione di nuove sanzioni. Off re

altresì appoggio incondizionato agli sforzi diplomatici intesi

a far sì che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite

possa assumere le proprie responsabilità e dare adeguata

risposta alla situazione in Siria.

6. Il Consiglio europeo resta preoccupato per la situazione

nello Yemen e sollecita tutt e le parti a interrompere le vio-

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scenderne al di sott o. Abbiamo inoltre deciso di prorogare

sostanzialmente le scadenze dello strumento in vigore per

la Grecia. Correderemo queste iniziative con un mecca-

nismo che preveda incentivi adeguati all’att uazione del

programma.

4. Esortiamo all’att uazione di una strategia globale di crescita

e d’investimento in Grecia. Ci rallegriamo della decisione

della Commissione di creare una task force che collabori

con le autorità greche per orientare i fondi strutt urali alla

competitività e crescita, alla creazione di posti di lavoro

e alla formazione. Mobiliteremo i  fondi e  le istituzioni

dell’UE, quali la BEI, per il raggiungimento di questo obiet-

tivo e il rilancio dell’economia greca. Gli Stati membri e la

Commissione mobiliteranno immediatamente tutte le

risorse necessarie per mett ere a disposizione della Grecia

un’assistenza tecnica eccezionale che la aiuti ad att uare le

riforme. La Commissione riferirà in ott obre sui progressi

conseguiti al riguardo.

5. Il sett ore fi nanziario si è dett o disposto a sostenere la Grecia,

su base volontaria, con una gamma di opzioni che raff or-

zino ulteriormente la sostenibilità globale. Il contributo

nett o del sett ore privato è stimato a 37 miliardi di EUR1.

Sarà concesso un supporto di credito a sostegno della

qualità delle garanzie, affi nché le banche greche possano

ricorrervi continuativamente per accedere alle operazioni di

liquidità dell’Eurosistema. Se necessario forniremo risorse

adeguate per ricapitalizzare le banche greche.

Coinvolgimento del sett ore privato

6. Relativamente al nostro approccio generale al coinvolgi-

mento del sett ore privato nella zona euro, teniamo a pre-

cisare che la Grecia necessita di una soluzione eccezionale

e senza uguali.

7. Tutt i gli altri paesi della zona euro ribadiscono solenne-

mente la ferma determinazione ad onorare pienamente la

propria fi rma sovrana, così come tutt i gli impegni assunti

per conseguire una situazione di bilancio sostenibile

e att uare riforme strutt urali. I Capi di Stato o di governo

della zona euro sostengono pienamente la determina-

zione in tal senso, perché la credibilità di tutt e le loro fi rme

sovrane è un elemento fondamentale per assicurare la sta-

bilità fi nanziaria della zona euro nel suo complesso.

1 Tenuto conto del costo del supporto di credito per il periodo 2011-2014. Inoltre un programma di riacquisto del debito contribuirà per 12,6 miliardi di EUR, portando il totale a 50 miliardi di EUR. Per il periodo 2011-2019, il contributo totale nett o del coinvolgimento del sett ore privato è stimato a 106 miliardi di EUR.

Ribadiamo l’impegno a favore dell’euro e la ferma intenzione di

prendere tutt i i provvedimenti necessari per assicurare la stabi-

lità fi nanziaria della zona euro nel suo complesso e dei suoi Stati

membri. Ribadiamo altresì la nostra determinazione a raff orzare

la convergenza, la competitività e la governance nella zona euro.

Fin dall’inizio della crisi del debito sovrano, sono state adott ate

misure importanti per stabilizzare la zona euro, riformare le regole

e sviluppare strumenti di stabilizzazione nuovi. Nella zona euro la

ripresa è ben avviata e l’euro poggia su fondamentali economici

sani. Tutt avia, le sfi de cui siamo confrontati hanno palesato la

necessità di misure più incisive.

Abbiamo concordato oggi le misure seguenti:

Grecia

1. Plaudiamo alle misure avviate dal governo greco per stabi-

lizzare le fi nanze pubbliche e riformare l’economia, non-

ché al nuovo pacchett o di misure, fra cui le privatizzazioni,

adott ate recentemente dal parlamento nazionale. Si tratt a di

sforzi senza precedenti, eppur necessari per riportare l’eco-

nomia greca su un percorso di crescita sostenibile. Siamo

consapevoli degli sforzi che le misure di aggiustamento

comportano per i citt adini greci e siamo convinti che questi

sacrifi ci siano indispensabili per la ripresa economica e che

contribuiranno alla stabilità e al benessere futuri del paese.

2. Conveniamo di sostenere un nuovo programma per la

Grecia e di colmare totalmente, assieme all’FMI e con

il contributo volontario del settore privato, il deficit di

fi nanziamento. Secondo le stime il fi nanziamento uffi ciale

totale ammonterà a 109 miliardi di EUR. Il programma sarà

inteso a migliorare radicalmente, in particolare grazie a tassi

d’interesse più bassi e scadenze più lunghe, la sostenibilità

del debito e il profi lo di rifi nanziamento della Grecia. Chie-

diamo all’FMI di continuare a contribuire al fi nanziamento

del nuovo programma per la Grecia. Intendiamo ricorrere

al FESF quale veicolo di fi nanziamento per la prossima ero-

gazione e monitoreremo molto att entamente la rigorosa

attuazione del programma sulla base della valutazione

periodica eff ett uata dalla Commissione in collaborazione

con la BCE e l’FMI.

3. Abbiamo deciso di prorogare al massimo possibile la sca-

denza dei futuri prestiti del FESF alla Grecia, passando

dagli att uali 7,5 anni a un minimo di 15 anni e fi no a un

massimo di 30 anni con un periodo di grazia di 10 anni.

Provvederemo in quest’ambito ad un monitoraggio post-

programma adeguato. Accorderemo prestiti del FESF

a tassi equivalenti a quelli del meccanismo di sostegno alla

bilancia dei pagamenti (att ualmente, il 3,5 % circa) che

si avvicinano al costo di fi nanziamento del FESF, senza

Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro

21 luglio 2011

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programma, il disavanzo pubblico sarà portato al di sott o

del 3 % al più tardi entro il 2013. In questo contesto, acco-

gliamo con favore il pacchett o di misure di bilancio recen-

temente presentato dal governo italiano, che gli consentirà

di portare il disavanzo al di sott o del 3 % nel 2012 e di rag-

giungere il pareggio di bilancio nel 2014. Ci rallegriamo

inoltre delle ambiziose riforme intraprese dalla Spagna in

materia fi nanziaria, strutt urale e di bilancio. A seguito dei

risultati delle prove di stress sulle banche, gli Stati membri

mett eranno a loro disposizione misure «anticaduta», se

del caso.

12. Att ueremo le raccomandazioni adott ate a giugno in merito

a riforme che favoriscano la nostra crescita. Invitiamo la

Commissione e la BEI a potenziare le sinergie tra i pro-

grammi di prestiti e i fondi UE in tutt i i paesi che benefi ciano

dell’assistenza UE/FMI. Sosteniamo tutt i gli sforzi intesi

a migliorare la loro capacità di assorbire i fondi dell’UE al

fi ne di stimolare la crescita e l’occupazione, anche mediante

un aumento temporaneo dei tassi di cofi nanziamento.

Governance economica

13. Chiediamo la rapida messa a punto del pacchett o legisla-

tivo per il raff orzamento del Patt o di stabilità e crescita e la

nuova sorveglianza macroeconomica. I membri della zona

euro sosterranno pienamente la presidenza polacca al fi ne

di raggiungere un accordo con il Parlamento europeo in

merito alle regole di voto nel braccio preventivo del Patt o.

14. Ci impegniamo a introdurre entro la fi ne del 2012 i qua-

dri nazionali di bilancio previsti nella dirett iva sui quadri di

bilancio.

15. Conveniamo che dovrebbe essere ridott a, tenendo conto

delle recenti proposte della Commissione in tal senso, la

dipendenza dai rating creditizi esterni nel quadro norma-

tivo dell’UE e att endiamo con interesse le proposte della

Commissione relative alle agenzie di rating del credito.

16. Invitiamo il presidente del Consiglio europeo a presentare

entro ott obre, in strett a consultazione con il presidente della

Commissione e il presidente dell’Eurogruppo, proposte

concrete sulle modalità con cui migliorare i metodi di

lavoro e potenziare la gestione delle crisi nella zona euro.

Strumenti di stabilizzazione

8. Per migliorare l’effi cacia del FESF e del MES e contrastare

il contagio, conveniamo di accrescerne la fl essibilità, legata

a un’adeguata condizionalità, consentendo loro di:

—agire sulla base di un programma precauzionale;

—fi nanziare la ricapitalizzazione degli istituti fi nanziari

mediante prestiti ai governi, anche nei paesi che non

partecipano al programma;

—intervenire sui mercati secondari in base a un’analisi

della BCE che riconosca l’esistenza di circostanze

eccezionali sui mercati fi nanziari e rischi per la stabilità

fi nanziaria e in base a una decisione adott ata di comune

accordo dagli Stati membri del FESF/MES al fi ne di

evitare il contagio.

Al più presto avvieremo le procedure necessarie per l’at-

tuazione di tali decisioni.

9. Ove opportuno, sarà stabilita una garanzia cauzionale

a copertura del rischio derivante agli Stati membri della

zona euro dalle loro garanzie al FESF.

Risanamento di bilancio e crescita nella zona euro

10. Siamo determinati a continuare a fornire sostegno ai paesi

nel quadro dei programmi fi nché non abbiano di nuovo

accesso ai mercati, a condizione che dett i programmi siano

attuati con esito positivo. Ci rallegriamo della volontà

dell’Irlanda e del Portogallo di att uare i loro programmi in

modo rigoroso e ribadiamo il nostro forte impegno per la

buona riuscita degli stessi. I tassi e le scadenze di prestito

del FESF che abbiamo convenuto per la Grecia saranno

applicati anche al Portogallo e all’Irlanda. In questo con-

testo, notiamo la disponibilità dell’Irlanda a partecipare in

modo costrutt ivo alle discussioni in merito al progett o di

dirett iva sulla base imponibile consolidata comune per l’im-

posta sulle società (CCCTB) e alle discussioni strutt urate

in materia di politica fi scale nel quadro del Patt o euro plus.

11. Tutt i gli Stati membri della zona euro si att erranno rigoro-

samente agli obiett ivi di bilancio concordati, miglioreranno

la competitività e aff ronteranno gli squilibri macroecono-

mici. In tutt i i paesi eccett o quelli che partecipano a un

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e dell’autenticazione elett roniche sicure e nella moderniz-

zazione del regime europeo di proprietà intellett uale al

fi ne di garantire il vantaggio concorrenziale dell’UE e far

emergere possibili nuovi modelli di business, assicurando al

contempo un elevato livello di protezione dei diritt i di pro-

prietà intellett uale e tenendo conto della diversità culturale.

Il Consiglio europeo sollecita il rapido raggiungimento di

un accordo sul programma relativo alla politica in materia

di spett ro radio;

c) si dovrebbe continuare a dare impulso all’att uazione del

programma d’azione del 2007 per la riduzione degli oneri

amministrativi al fine di raggiungere l’obiettivo di una

riduzione del 25 % entro il 2012; si dovrebbero compiere

progressi più rapidi in materia di contabilità annuale, diritt o

societario, fi scalità e dogane. Il Consiglio europeo solle-

cita la rapida adozione delle proposte sulla semplifi cazione

all’esame del Consiglio e del Parlamento.

Si invita la Commissione a compiere ulteriori sforzi sulla

riduzione dell’onere normativo nel suo insieme, in parti-

colare per le PMI, anche proponendo concreti metodi di

lavoro nel contesto dell’agenda per una regolamentazione

intelligente. La Commissione si è impegnata a valutare

l’impatt o delle future normative sulle microimprese e ad

esaminare att entamente l’acquis al fi ne di individuare gli

obblighi vigenti, da cui le microimprese potrebbero essere

esonerate. Il Consiglio europeo att ende con interesse la

prossima relazione della Commissione per ritornare su tali

questioni nella riunione del dicembre 2011;

d) gli Stati membri provvederanno affi nché le raccomanda-

zioni specifi che per paese si rifl ett ano pienamente nelle deci-

sioni nazionali in materia di politica di bilancio e di riforme

strutt urali, vista la loro cruciale importanza per garantire la

I. POLITICA ECONOMICA

1. Alla luce della relazione della Commissione sui sett ori che

favoriscono la crescita e dell’esito della conferenza politica

sulle fonti di crescita svoltasi il 6 ott obre 2011, il Consiglio

europeo ha individuato un numero limitato di priorità

chiave per la politica economica interna, da portare avanti

a breve termine ai fi ni di una crescita intelligente, sosteni-

bile, inclusiva ed eco-compatibile:

a) il mercato unico è chiamato a svolgere un ruolo chiave per

produrre crescita e occupazione. Si dovrebbe fare tutt o il

possibile per assicurare il raggiungimento, entro la fi ne del

2012, di un accordo sulle 12 proposte prioritarie enunciate

nell’Atto per il mercato unico, dando priorità assoluta

a quelle che possono giovare maggiormente alla crescita

e all’occupazione. Notevoli vantaggi economici saranno

tratt i altresì dalla piena att uazione della dirett iva sui servizi;

gli Stati membri dovrebbero completarne l’attuazione

entro la fi ne di quest’anno e assicurare che gli sportelli unici

siano completamente operativi e gli operatori economici

siano pienamente informati delle nuove opportunità che

tale dirett iva off re. La Commissione riferirà sulla questione

entro la fi ne del 2011;

b) il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare

in tempi brevi la tabella di marcia per il completamento

del mercato unico digitale entro il 2015, dando la priorità

a proposte intese a promuovere un mercato unico digitale

pienamente integrato grazie alla facilitazione del commer-

cio elett ronico e all’uso transfrontaliero dei servizi online.

Si dovrebbe rivolgere particolare att enzione all’esigenza

di assicurare progressi rapidi nella realizzazione degli

obiett ivi in materia di copertura della banda larga previsti

dall’agenda digitale, nella facilitazione dell’identifi cazione

CONSIGLIO EUROPEO — 23 OTTOBRE 2011

CONCLUSIONI

Oltre ad aff rontare le sfi de immediate poste dalla crisi fi nanziaria, è essenziale intensifi care gli sforzi per assicurare una crescita

sostenibile e tesa a creare occupazione. Il risanamento di bilancio e la riduzione del debito rivestono un’importanza cruciale

per garantire la sostenibilità delle fi nanze pubbliche e ripristinare la fi ducia. Al tempo stesso è già necessaria un’azione

determinata per raff orzare l’economia nel breve periodo. È essenziale pertanto che l’Unione europea att ui tutt i gli aspett i

della strategia Europa 2020. Gli Stati membri accelereranno le riforme strutt urali conformemente alle raccomandazioni

formulate nel contesto del semestre europeo. In questo quadro, il Consiglio europeo ha oggi individuato una serie di

priorità cui riservare una corsia preferenziale dato il loro notevole impatt o sull’occupazione e la crescita nel breve e nel

medio termine. Ha chiesto inoltre una focalizzazione più accentuata sugli aspett i delle politiche esterne dell’Unione europea

att i a favorire la crescita, al fi ne di massimizzarne il contributo alla crescita in Europa e di creare le condizioni per att rarre

maggiori investimenti esteri. Il Consiglio europeo ha stabilito la posizione dell’Unione per il vertice del G20, dando la

massima priorità al mantenimento della stabilità fi nanziaria e alla ripresa della crescita. Ha inoltre discusso i preparativi per

la conferenza di Durban sui cambiamenti climatici, sott olineando la necessità di compiere passi ambiziosi verso un quadro

giuridicamente vincolante globale e completo per il periodo successivo al 2012.

* * *

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del passato. Il Consiglio europeo accoglie favorevolmente

l’intenzione della Commissione di anticipare la sua analisi

annuale della crescita al dicembre 2011, permett endo così

al Consiglio di preparare in modo approfondito il Consiglio

europeo della primavera 2012. I Capi di Stato o di governo

torneranno a discutere su alcuni temi del Patt o euro plus

nel dicembre 2011; saranno inoltre informati dei progressi

compiuti nelle discussioni strutt urate sulle questioni att i-

nenti al coordinamento delle politiche fi scali. È in corso il

lavoro legislativo relativo alle proposte della Commissione

concernenti una base imponibile consolidata comune per

l’imposta sulle società. Il Consiglio europeo prende att o

della proposta della Commissione relativa a una tassa sulle

transazioni fi nanziarie.

6. Raff orzare la regolamentazione fi nanziaria rimane una prio-

rità fondamentale a livello di UE e mondiale. Dal 2008 sono

stati raggiunti notevoli risultati con la riforma del nostro

quadro di regolamentazione e vigilanza, ma occorre pro-

seguire gli sforzi per aff rontare i punti deboli del sistema

fi nanziario e prevenire future crisi. Il Consiglio europeo si

compiace dell’accordo raggiunto sulle vendite allo scoperto

e auspica la rapida adozione di altre importanti proposte

legislative come quelle relative ai derivati OTC e ai sistemi

di garanzia dei depositi entro la fi ne di quest’anno e quelle

relative ai requisiti patrimoniali entro l’estate 2012. Si ral-

legra delle proposte sui mercati degli strumenti fi nanziari

e sull’abuso di mercato ed att ende con interesse le proposte

che la Commissione formulerà sulle agenzie di rating del

credito e sulla gestione e risoluzione delle crisi bancarie.

Il Consiglio europeo si compiace dei progressi compiuti

dal Consiglio Ecofi n sulle misure destinate al sett ore ban-

cario e invita il Consiglio a portare a termine il lavoro nella

sessione del 26 ott obre. Le misure in questione saranno

una componente essenziale di un pacchett o di più ampie

dimensioni, i cui altri elementi saranno decisi dal vertice

euro del 26 ott obre.

7. Il presidente ha riferito al Consiglio europeo sullo stato dei

preparativi relativi al vertice euro del 23 e 26 ott obre. Il Con-

siglio europeo ha convenuto sulla necessità di coerenza

delle att ività della zona euro e dell’Unione europea, nel

debito rispett o dell’integrità dell’Unione europea nel suo

insieme e del suo funzionamento a 27. In questo contesto

la Commissione europea ha la responsabilità di assicurare il

rispett o della legislazione dell’UE da parte di tutt i i 27 Stati

membri, anche per quanto riguarda il mercato interno, e di

salvaguardare la parità di condizioni tra tutt i gli Stati mem-

bri, compresi quelli che non partecipano all’euro. Il presi-

dente del vertice euro sarà designato dai Capi di Stato o di

governo della zona euro nella stessa occasione in cui il Con-

siglio europeo elegge il suo presidente e per la stessa durata.

In att esa della prossima elezione, l’att uale presidente del

Consiglio europeo presiederà le riunioni del vertice euro.

Il presidente del vertice euro terrà pienamente informati

sostenibilità delle fi nanze pubbliche, creare posti di lavoro

e favorire la crescita. A sostegno di quest’obiett ivo, il Consi-

glio europeo chiede che il Consiglio, in collaborazione con

la Commissione, adott i misure att e ad assicurare che tutt e

le azioni intraprese a livello di Unione europea sostengano

pienamente la crescita economica e la creazione di posti di

lavoro.

2. L’Energia, compresa l’efficienza energetica, nonché la

ricerca e l’innovazione sono sett ori chiave per la promo-

zione della crescita. Il Consiglio europeo valuterà i progressi

compiuti in questi sett ori rispett ivamente nel dicembre del

2011 e nel marzo del 2012, come seguito degli orienta-

menti concreti decisi nel febbraio del 2011. Sollecita la

rapida att uazione delle misure che avranno un impatt o

dirett o sulla crescita.

3. Poiché la crisi ha accentuato la pressione sui bilanci

nazionali, è importante ott imizzare l’utilizzo delle risorse

disponibili, specialmente nei paesi che stanno att uando

un programma di aggiustamento. Il Consiglio europeo

chiede l’adozione entro la fi ne dell’anno delle proposte

miranti ad aumentare temporaneamente i tassi di cofi nan-

ziamento per i fondi dell’UE, così come la destinazione di

tali fondi verso la crescita, la competitività e l’occupazione.

Si invita la BEI a esaminare in strett a cooperazione con la

Commissione le possibilità di contribuire ulteriormente

alla promozione degli investimenti in Europa, anche per

quanto riguarda i paesi che stanno att uando un programma

di aggiustamento.

4. L’Unione europea dispone ora di strumenti più effi caci

per raff orzare la sua governance economica e assicurare

l’adozione delle misure richieste per far uscire l’Europa

dalla crisi: la strategia Europa 2020 continua a orientare

l’Unione e gli Stati membri nel promuovere la realizzazione

di riforme strutt urali att e a favorire la crescita; il semestre

europeo contribuirà ad assicurare che gli Stati membri non

deviino dal percorso defi nito e att uino queste riforme in

modo coordinato; infi ne il Patt o euro plus segnerà un salto

di qualità nel coordinamento delle politiche economiche

tra gli Stati membri che vi hanno aderito. Il pacchett o dei

sei att i legislativi sulla governance economica, concordato

il mese scorso, consentirà un nett o raff orzamento della

sorveglianza e del coordinamento, necessario a garantire

la sostenibilità delle fi nanze pubbliche ed evitare l’accumu-

larsi di squilibri eccessivi. Il Consiglio europeo sott olinea la

sua ferma volontà di att uare il nuovo quadro per assicurare

che sia applicato in modo pieno ed effi cace. Al riguardo,

accoglie con favore l’intenzione della Commissione di raf-

forzare, all’interno della Commissione stessa, il ruolo del

commissario competente ai fi ni di un controllo più rigoroso

e di ulteriori strumenti di esecuzione.

5. Il prossimo semestre europeo dovrebbe essere il più ambi-

zioso possibile e basarsi pienamente sugli insegnamenti

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d’investimento globale, volta a realizzare in modo in modo

effi cace la liberalizzazione e la protezione reciproche degli

investimenti quale parte integrante della politica commer-

ciale comune dell’Unione nel suo insieme. Dovrebbe inol-

tre garantire una maggiore coerenza tra gli aspett i esterni

delle politiche sett oriali quali l’energia, i trasporti e i visti,

nel quadro dell’equilibrio complessivo degli interessi eco-

nomici e degli obiett ivi di politica estera dell’Unione.

9. I lavori su tali questioni saranno portati avanti in via priorita-

ria, prevedendo le risorse e gli strumenti necessari. Si invita

la Commissione a riferire sui progressi compiuti entro la

primavera 2012. A seconda delle esigenze, i vertici dell’UE

con i paesi terzi e le regioni terze saranno maggiormente

incentrati sulla soluzione delle questioni in sospeso relative

agli accordi in corso di negoziato.

II. G20

10. Il Consiglio europeo ha discusso i preparativi per il vertice

del G20 di Cannes, confermando gli orientamenti conve-

nuti dal Consiglio in preparazione delle riunioni ministe-

riali del G20 in materia di fi nanza, agricoltura, occupazione

e sviluppo.

11. Per mantenere la stabilità fi nanziaria, ripristinare la fi du-

cia e sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro

è necessaria un’azione determinata. Il G20 dovrebbe

approvare un piano d’azione ambizioso contenente spe-

cifi ci impegni e misure da parte di tutt i i paesi del G20 per

rispondere alle importanti gravi sfide poste dall’attuale

rallentamento dell’economia e per assicurare una crescita

forte, sostenibile ed equilibrata att uando nel contempo un

risanamento di bilancio credibile.

12. Il vertice di Cannes dovrebbe inoltre realizzare progressi

concreti nei seguenti ambiti:

a) riformare il sistema monetario internazionale, in particolare

raff orzando gli strumenti di sorveglianza e di gestione delle

crisi e migliorando il coordinamento delle politiche eco-

nomiche e monetarie; politiche macroeconomiche sane

dovrebbero essere lo strumento privilegiato per rispondere

agli shock dei fl ussi fi nanziari ed il vertice del G20 dovrebbe

continuare a promuovere mercati dei capitali aperti ed evi-

tare il protezionismo fi nanziario; si att endono ulteriori pro-

gressi su un percorso basato su criteri allo scopo di ampliare

il paniere dei diritt i speciale di prelievo, quale contributo

all’evoluzione del sistema monetario internazionale sulla

base dei criteri vigenti. Il G20 dovrebbe fare in modo che

l’FMI disponga di risorse adeguate per far fronte alle sue

responsabilità sistemiche e inoltre valutare eventuali con-

tributi all’FMI da parte di paesi con un consistente surplus

esterno.

b) raff orzare la regolamentazione e la vigilanza del sett ore

finanziario, assicurando l’attuazione piena e  coerente

degli impegni precedenti, il che implica l’att uazione tem-

gli Stati membri che non fanno parte della zona euro sui

preparativi e sui risultati dei vertici. Il Consiglio europeo

prende att o dell’intenzione dei Capi di Stato o di governo

della zona euro di rifl ett ere su un ulteriore raff orzamento

della convergenza economica nella zona euro nonché sul

miglioramento della disciplina di bilancio e l’approfondi-

mento dell’unione economica, vagliando anche la possibi-

lità di apportare modifi che limitate al tratt ato. Il Consiglio

europeo ricorda che qualsiasi modifi ca dei tratt ati deve

essere concordata dai 27 Stati membri. Il Consiglio euro-

peo tornerà sulla questione a dicembre, sulla base di una

relazione del presidente del Consiglio europeo in strett a

collaborazione con il presidente della Commissione ed il

presidente dell’Eurogruppo.

8. Per quanto riguarda gli aspett i esterni della politica eco-

nomica, l’Europa continuerà a promuovere scambi liberi,

equi e aperti aff ermando al contempo i suoi interessi in uno

spirito di reciprocità e di mutuo vantaggio in relazione alle

maggiori economie mondiali. L’Unione europea può adot-

tare una serie di misure nell’ambito delle relazioni esterne

che possono contribuire a rilanciare il suo potenziale di

crescita nel breve e lungo termine:

a) mentre il raff orzamento ed ampliamento del sistema mul-

tilaterale e  la conclusione del Doha Round nel quadro

dell’OMC restano obiett ivi cruciali, considerati i benefi ci

att esi in termini di crescita e creazione di posti di lavoro,

occorre riaff ermare l’importanza degli accordi bilaterali

e regionali, in particolare con i partner strategici e con

quelli i cui mercati sono in rapida espansione. Tale impegno

dovrebbe orientarsi in particolare verso l’eliminazione degli

ostacoli agli scambi, il miglioramento dell’accesso al mer-

cato, condizioni di investimento appropriate, la protezione

della proprietà intellett uale, l’accesso alle materie prime

e l’apertura dei mercati degli appalti pubblici. In merito

a quest’ultimo punto, il Consiglio europeo att ende con

interesse l’imminente proposta, da parte della Commis-

sione, di uno strumento dell’UE;

b) l’Unione dovrebbe mett ere a frutt o le relazioni speciali

che intratt iene con le regioni limitrofe al fi ne di favorire

legami economici più strett i ed aprire nuove opportunità

di scambi ed investimenti, anche perseguendo, ove oppor-

tuno, accordi di libero scambio globali e approfonditi. La

promozione di un contesto più favorevole alle imprese in

tutt o il vicinato dell’UE è un investimento essenziale ai fi ni

di una più estesa prosperità regionale. L’Unione dovrebbe

mirare all’integrazione di sett ori specifi ci che hanno un

impatt o signifi cativo sulla crescita e l’occupazione, quali

l’energia e il trasporto aereo;

c) l’Unione dovrebbe inoltre cercare di sfrutt are appieno i van-

taggi di un contesto normativo che disciplina uno spazio

economico in espansione ed assumere un ruolo guida nella

fi ssazione delle norme. Dovrebbe elaborare una politica

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grandi economie. Il Consiglio europeo conferma l’apertura

dell’Unione europea a un secondo periodo di impegni ai

sensi del protocollo di Kyoto nell’ambito di una transizione

verso tale quadro, come stabilito dal Consiglio il 10 ott obre

2011.

14. Il Consiglio europeo si compiace dei lavori in corso in seno

al gruppo ad alto livello sulla sostenibilità mondiale, istituito

dal segretariogenerale dell’ONU, per trovare nuovi modi

effi caci di promuovere lo sviluppo sostenibile globale.

IV. POLITICA ESTERA

15. L’Europa conferma il suo impegno a sostenere la trasfor-

mazione democratica del suo vicinato meridionale tramite

la politica europea di vicinato. La transizione democratica

e lo sviluppo economico dell’intera regione sono ancora

essenziali per l’instaurarsi della democrazia, nel pieno

rispett o dello stato di diritt o e dei diritt i umani e civili. Il

rapido avvio di progett i specifi ci nell’ambito dell’Unione

per il Mediterraneo può contribuire in larga misura a tale

processo.

16. La morte di Muammar Gheddafi segna la fi ne di un’era di

dispotismo e repressione, troppo a lungo patiti dal popolo

libico. La Libia oggi può voltare pagina nella sua storia, cer-

care la riconciliazione nazionale e avviarsi verso un nuovo

futuro democratico.

Il Consiglio europeo rende omaggio al coraggio e alla

determinazione mostrati dal popolo della Libia. Att ende

con interesse la formazione di un governo inclusivo e lar-

gamente rappresentativo, l’avvio di una transizione demo-

cratica, pacifi ca e trasparente che coinvolga tutt i i libici e la

preparazione di elezioni libere e regolari conformemente

alla dichiarazione costituzionale del Consiglio nazionale

di transizione. Ribadisce l’impegno dell’Unione europea

a sostenere la nascita di una Libia democratica. Il Consi-

glio europeo ribadisce il suo sostegno a un Egitt o demo-

cratico, pluralistico e stabile quale partner fondamentale

per l’UE. Le autorità provvisorie hanno il compito cruciale

di organizzare le prime elezioni trasparenti e democrati-

che, garantendo l’ordine pubblico in maniera rispett osa

dei diritt i umani. Il Consiglio europeo è preoccupato dei

recenti tragici scontri avvenuti in Egitt o e sott olinea l’im-

portanza di promuovere e proteggere la libertà di religione

o di coscienza, compresa la tutela delle minoranze religiose,

quale componente essenziale di ogni società democratica.

Il Consiglio europeo accoglie con favore lo svolgimento

in data odierna delle prime elezioni libere in Tunisia.

L’Unione europea sosterrà le nuove autorità negli sforzi

messi in att o a favore della democratizzazione e di uno

sviluppo economico sostenibile, anche att raverso la task

force UE-Tunisia.

17. Il Consiglio europeo appoggia pienamente le conclusioni

del Consiglio sulla Siria adott ate il 10 ott obre. Il popolo

pestiva e coerente di «Basilea II», «Basilea II-5» e «Basilea

III», la riforma dei derivati OTC e i principi e gli standard

retributivi. È necessario progredire nella realizzazione di

quadri coerenti a livello internazionale per tutt i gli istituti

fi nanziari di importanza sistemica, nella defi nizione e pub-

blicazione di un elenco dei paesi e territori non cooperativi,

nella convergenza dei principi contabili, nel raff orzamento

della regolamentazione del sistema bancario parallelo, nella

lott a all’esistenza di paradisi fi scali nonché nella riduzione

dell’eccessivo affi damento sui rating del credito. Per tenere

il passo con l’ambiziosa riforma fi nanziaria saranno raff or-

zati la base istituzionale, le risorse e la governance del Con-

siglio per la stabilità fi nanziaria (Financial Stability Board).

Si dovrebbe esplorare e sviluppare ulteriormente l’oppor-

tunità di introdurre una tassa sulle transazioni fi nanziarie

a livello mondiale;

c) aff rontare l’eccessiva volatilità dei prezzi dei prodott i di base,

segnatamente raff orzando la trasparenza dei relativi mercati

e migliorando il funzionamento e la regolamentazione dei

mercati dei derivati; il piano d’azione del G20 sulla volatilità

dei prezzi dei prodott i alimentari e sull’agricoltura costitu-

isce un altro importante passo avanti verso una risposta,

coordinata a livello internazionale, alla sfi da della sicurezza

dell’approvvigionamento alimentare;

d) promuovere la ripresa mondiale ed una crescita sosteni-

bile ed inclusiva sostenendo un’att iva agenda di negoziati

OMC, anche per i  paesi meno avanzati, e  applicando

appieno, con misure concrete, l’agenda per lo sviluppo

del G20; dovrebbe essere raff orzata anche la dimensione

sociale della globalizzazione;

e) far progredire la liberalizzazione internazionale degli scambi

e resistere al protezionismo in particolare concordando

un programma credibile quale base per la conclusione del

Doha Round per lo sviluppo ed esaminare approcci inno-

vativi per raff orzare il sistema commerciale multilaterale;

f) combatt ere i cambiamenti climatici, in particolare mobili-

tando fonti di fi nanziamento sui cambiamenti climatici.

III. CAMBIAMENTI CLIMATICI

13. Il Consiglio europeo approva le conclusioni del Consiglio

del 4 e 10 ott obre 2011 che illustrano in dett aglio la posi-

zione dell’UE per la conferenza di Durban sui cambiamenti

climatici. Sott olinea che per raggiungere l’obiett ivo concor-

dato di un aumento delle temperature globali non supe-

riore a 2ºC è essenziale un regime internazionale ambizioso

inteso a combatt ere i cambiamenti climatici. L’Unione

europea si adopererà per un risultato ambizioso ed equi-

librato della conferenza di Durban, basandosi su quanto

convenuto l’anno scorso a Cancun. È urgente concordare

un processo che punti all’obiett ivo di un quadro completo

e giuridicamente vincolante e un calendario defi nito, che

assicuri una partecipazione globale anche da parte delle

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lungo termine al fi ne di evitare ulteriori misure restritt ive.

Allo stesso tempo il Consiglio europeo invita il Consiglio

«Aff ari esteri» a predisporre nuove misure restritt ive che

saranno decise ed att uate a tempo debito qualora l’Iran

continui a non collaborare seriamente e a non rispett are

i propri obblighi. Sottoscrive la dichiarazione dell’Alto

rappresentante del 21 settembre. Ribadisce l’impegno

dell’Unione europea a adoperarsi per una soluzione diplo-

matica della questione.

19. Il Consiglio europeo accoglie con favore il secondo ver-

tice del partenariato orientale tenutosi a Varsavia il 29 e 30

sett embre e apprezza l’intenzione dell’Alto rappresentante

e della Commissione europea di proporre una tabella di

marcia che elenchi obiett ivi, strumenti ed azioni in vista

del prossimo vertice del partenariato orientale nel secondo

semestre del 2013. La velocità e la profondità dell’associa-

zione politica e dell’integrazione economica di questi paesi

con l’UE dipenderà dalla loro adesione ai principi demo-

cratici e allo stato di diritt o, che sono il fondamento del

partenariato.

***

ALLEGATO

DICHIARA ZIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO

Il Consiglio europeo ha accolto con grande soddisfazione l’annun-

cio della cessazione dell’att ività terroristica dell’ETA comunicato

il 20 ott obre. È senza dubbio la vitt oria della democrazia e della

libertà in Spagna e in tutt a l’Unione e, a questo riguardo, il Consi-

glio europeo desidera esprimere il suo apprezzamento al governo,

ai partiti politici, alle forze di sicurezza, alle autorità di contrasto

e all’intera società spagnola per la fermezza e determinazione dimo-

strate nella lunga lott a contro la violenza terroristica. Un riconosci-

mento è dovuto anche all’inestimabile cooperazione e solidarietà

ricevute dall’Europa, con uno speciale ringraziamento al popolo

e al governo francesi. Un ricordo particolare va alle vitt ime di questa

violenza, ricordo che non deve venir meno affi nché questa violenza,

che mai avrebbe dovuto prodursi, non si ripeta mai più.

siriano deve poter defi nire il futuro del paese, senza il timore

della repressione. Il Consiglio europeo apprezza gli sforzi

compiuti dall’opposizione politica per instaurare una

piatt aforma unitaria. La creazione del Consiglio nazionale

siriano è un positivo passo avanti. Il Consiglio europeo

continua a essere seriamente preoccupato della situazione

att uale in Siria e sott olinea il forte sostegno al popolo siriano

che esprime le sue aspirazioni legitt ime a vivere in libertà

e in modo dignitoso. Condanna con la massima fermezza

la repressione brutale in att o da parte del regime siriano

contro la popolazione nonché le diff use violazioni dei diritt i

umani. Il presidente Assad deve farsi da parte per rendere

possibile la transizione politica in Siria. L’UE ha deciso di

adott are misure restritt ive destinate a colpire le persone

responsabili della violenta repressione o ad essa associate

nonché coloro che sostengono il regime o ne traggono van-

taggi e non la popolazione civile. Fino a quando continuerà

la repressione della popolazione civile, l’UE imporrà misure

nuove e più generali nei confronti del regime. Il Consiglio

europeo esorta tutt i i membri del Consiglio di sicurezza

delle Nazioni Unite ad assumersi le proprie responsabilità

riguardo alla situazione in Siria.

18. Il Consiglio europeo accoglie con favore il raff orzamento

delle misure restritt ive dell’UE nei confronti dell’Iran in

risposta alle inaccett abili violazioni dei diritt i umani e l’ado-

zione di misure restritt ive nei confronti di cinque persone

a seguito del complott o sventato di assassinare l’Amba-

sciatore del Regno dell’Arabia Saudita presso gli Stati

Uniti. Esorta l’Iran a rispett are tutt i gli obblighi derivanti

dal diritt o internazionale. Esprime la sua preoccupazione

costante riguardo all’espansione dei programmi nucle-

are e missilistico dell’Iran, in violazione delle risoluzioni

del Consiglio di sicurezza dell’ONU e dell’AIEA, come

pure per la mancanza di cooperazione con l’AIEA al fi ne

di risolvere le questioni in sospeso, comprese quelle che

indicano l’esistenza di una possibile dimensione militare

del programma nucleare.

Insiste con l’Iran affi nché si impegni in colloqui costrutt ivi

e sostanziali con il gruppo E3+3 per giungere, sulla que-

stione del nucleare, a una soluzione globale, negoziata e di

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Capitalizzazione delle banche

4. Obiett ivi di capitale: il consenso è ampio sul requisito di

un coeffi ciente patrimoniale decisamente più elevato pari

al 9 % di capitale di elevatissima qualità dopo aver consi-

derato la valutazione di mercato delle esposizioni di debito

sovrano, entrambi dal 30 sett embre 2011, al fi ne di creare

una riserva temporanea che è giustifi cata dall’eccezionalità

delle circostanze. Questo obiett ivo di capitale in termini

quantitativi dovrà essere raggiunto entro il 30 giugno 2012,

in base a piani concordati con le autorità di vigilanza nazio-

nali e coordinati dall’ABE. La valutazione prudente non

inciderebbe sulle pertinenti norme di rendicontazione

fi nanziaria. Le autorità di vigilanza nazionali, sott o l’egida

dell’ABE, devono assicurare che i piani delle banche intesi

a raff orzarne il capitale non comportino un’eccessiva ridu-

zione della leva fi nanziaria, mantenendo tra l’altro il fl usso

di credito per l’economia reale e tenendo conto degli att uali

livelli di esposizione del gruppo — fi liali comprese in tutt i

gli Stati membri- nella consapevolezza che occorre evitare

un’indebita pressione sull’estensione del credito nei paesi

ospitanti o sui mercati del debito sovrano.

5. Finanziare l’aumento di capitale: le banche dovrebbero in

prima istanza usare fonti di capitale privato, anche ricor-

rendo alla ristrutt urazione e alla conversione del debito in

strumenti di capitale. Dovrebbero essere soggett e a vincoli

riguardo alla distribuzione dei dividendi e dei bonus fi no al

raggiungimento dell’obiett ivo. Se necessario i governi nazio-

nali dovrebbero fornire sostegno e, qualora questo non fosse

disponibile, la ricapitalizzazione dovrebbe essere fi nanziata

tramite prestito del FESF per i paesi della zona euro.

Aiuti di Stato

6. Qualsiasi forma di sostegno pubblico, a livello sia nazio-

nale che di UE, sarà soggett a alla condizionalità del vigente

quadro di aiuti di Stato speciali in caso di crisi, che la Com-

missione ha dichiarato sarà applicato con la proporzionalità

necessaria tenuto conto del caratt ere sistemico della crisi.

ALLEGATO

CONSENSO SUL PACCHETT O PER IL SETT ORE BANCARIO

1. Occorre elaborare urgentemente misure intese a ristabi-

lire la fi ducia nel sett ore bancario (pacchett o per il sett ore

bancario), necessarie nel contesto del raff orzamento della

vigilanza prudenziale del sett ore bancario dell’UE. Tali

misure dovrebbero aff rontare:

a) la necessità di assicurare il fi nanziamento a medio ter-

mine delle banche per evitare un’erosione del credito

e salvaguardare il fl usso di credito all’economia reale,

nonché di coordinare le misure a tal fi ne;

b) la necessità di potenziare la qualità e la quantità del capi-

tale delle banche per resistere agli shock e di dimostrare

tale potenziamento in modo affi dabile e armonizzato.

Finanziamento a termine

2. Sarebbero necessarie garanzie sulle passività bancarie al fi ne

di fornire, ove opportuno, un maggior sostegno dirett o alle

banche nell’accesso al fi nanziamento a termine (laddove il

fi nanziamento a breve termine è disponibile presso la BCE

e le pertinenti banche centrali nazionali). Ciò costituisce

anche una parte essenziale della strategia volta a limitare le

azioni di riduzione della leva fi nanziaria.

3. Una semplice replica dell’esperienza del 2008, caratt eriz-

zata dalla piena discrezionalità nazionale nella creazione

di regimi di liquidità, potrebbe non fornire una soluzione

soddisfacente nelle att uali condizioni di mercato. Pertanto,

occorre un approccio realmente coordinato a livello di UE

in materia di criteri di ammissibilità, determinazione del

prezzo e condizioni. La Commissione dovrebbe esplo-

rare urgentemente, insieme all’ABE, alla BEI e alla BCE, le

opzioni per il conseguimento di tale obiett ivo e riferire al

CEF.

Dichiarazione dei capi di Stato o di governo dell’Unione europea

26 ottobre 2011

Nella riunione odierna, conformemente al punto 7 delle conclusioni del Consiglio europeo del 23 ott obre, riguardante

le relazioni tra l’UE e la zona euro, i membri del Consiglio europeo sono stati informati dal presidente Van Rompuy in

merito allo stato dei preparativi del vertice euro che si svolgerà nel corso della giornata.

Hanno discusso la situazione e sott olineato la loro comune volontà di fare il possibile per superare la crisi e per contribuire

ad aff rontare in uno spirito di solidarietà le sfi de che si pongono all’Unione europea e alla zona euro.

Hanno accolto con favore il consenso sulle misure intese a ristabilire la fi ducia nel sett ore bancario, raggiunto dal Consiglio

Ecofi n il 22 ott obre. Su tale base hanno convenuto il testo allegato alla presente dichiarazione fatt o salvo l’accordo sulle

misure indicate nel testo che fanno parte di un pacchett o più ampio, che include le decisioni che saranno prese nella riunione

odierna del vertice euro. Il Consiglio Ecofi n ultimerà i lavori e adott erà le necessarie misure di follow-up.

* * *

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64

librata a livello costituzionale. È fondamentale att uare rigo-

rosamente l’aggiustamento di bilancio così come previsto,

anche a livello regionale, al fi ne di rispett are gli impegni del

patt o di stabilità e crescita ed ott enere il raff orzamento del

quadro di bilancio elaborando la legislazione minore così

da rendere pienamente operativa la modifi ca costituzio-

nale. Occorrono ulteriori azioni per potenziare la crescita al

fi ne di ridurre il livello di disoccupazione inaccett abilmente

elevato. Le azioni dovrebbero comprendere un potenzia-

mento delle modifi che del mercato del lavoro al fi ne di

aumentare la fl essibilità a livello di imprese e l’occupabilità

della manodopera nonché altre riforme volte a migliorare

la competitività, in particolare ampliando le riforme nel

sett ore dei servizi.

6. Accogliamo con favore i piani dell’Italia per le riforme

strutt urali volte al raff orzamento della crescita e la strategia

per il risanamento di bilancio, come indicato nella lett era

trasmessa ai presidenti del Consiglio europeo e della Com-

missione ed esortiamo l’Italia a presentare con urgenza un

calendario ambizioso di tali riforme. Elogiamo l’impegno

dell’Italia per raggiungere il pareggio di bilancio entro il

2013 e un’eccedenza strutt urale di bilancio nel 2014, che

determini una riduzione del debito pubblico lordo al 113 %

del PIL nel 2014, nonché la prevista introduzione di una

norma in materia di pareggio di bilancio nella costituzione

entro la metà del 2012.

L’Italia att uerà ora le riforme strutt urali proposte intese

ad aumentare la competitività riducendo la burocrazia,

abolendo le tariff e minime nei servizi professionali e libe-

ralizzando ulteriormente i servizi pubblici e le imprese di

pubblica utilità a livello locale. Prendiamo att o dell’impe-

gno dell’Italia di riformare la legislazione del lavoro e in

particolare le norme e le procedure in materia di licenzia-

menti e di rivedere il sistema di sussidi di disoccupazione

att ualmente frammentario, entro la fi ne del 2011, tenendo

conto dei vincoli di bilancio. Prendiamo att o del piano di

innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni entro il 2026

e raccomandiamo entro la fi ne dell’anno la defi nizione del

processo per conseguire tale obiett ivo.

Sosteniamo l’intenzione dell’Italia di rivedere i programmi

relativi ai fondi strutt urali ridefi nendo le priorità dei progett i

e concentrando l’att enzione su istruzione, occupazione,

agenda digitale e ferrovie/reti allo scopo di migliorare le

condizioni per un raff orzamento della crescita e aff rontare

il divario regionale.

Invitiamo la Commissione a fornire una valutazione dett a-

gliata delle misure ed a monitorarne l’att uazione, e le auto-

1. Negli ultimi tre anni abbiamo adott ato misure senza prece-

denti per combatt ere gli eff ett i della crisi fi nanziaria mon-

diale, sia nell’ambito dell’Unione europea che all’interno

della zona euro. La strategia che abbiamo istituito com-

prende sforzi decisi per garantire risanamento di bilancio,

sostegno ai paesi in diffi coltà e raff orzamento della gover-

nance della zona euro così da realizzare una maggiore inte-

grazione economica tra noi e un’ambiziosa agenda per la

crescita. Nella riunione del 21 luglio abbiamo adott ato una

serie di decisioni importanti. La ratifi ca da parte di tutt i

i 17 Stati membri della zona euro delle misure riguardanti il

FESF raff orza notevolmente la nostra capacità di reagire alla

crisi. L’accordo delle tre istituzioni su un pacchett o legisla-

tivo forte all’interno delle strutt ure dell’UE in merito a una

migliore governance economica rappresenta un altro risul-

tato signifi cativo. L’introduzione del semestre europeo, in

base al quale ora il coordinamento a livello dell’UE avviene

prima che siano adott ate le decisioni nazionali, ha cambiato

radicalmente le modalità di coordinamento a livello euro-

peo delle nostre politiche economiche e di bilancio. L’euro

continua a poggiare su fondamentali solidi.

2. Occorrono ulteriori azioni per ripristinare la fi ducia ed è

per questo che, oggi, abbiamo convenuto una serie glo-

bale di misure supplementari che rispecchiano la nostra

ferma determinazione a fare tutt o il necessario per superare

le att uali diffi coltà e a intraprendere le iniziative richieste

per il completamento dell’unione economica e monetaria.

Appoggiamo pienamente l’azione della BCE volta a garan-

tire la stabilità di prezzi della zona euro.

Finanze pubbliche sostenibili e riforme strutt urali per la crescita

3. L’Unione europea deve migliorare le proprie prospett ive

di crescita e di occupazione, come indicato nell’agenda

per la crescita concordata in sede di Consiglio europeo il

23 ott obre 2011. Ribadiamo il nostro pieno impegno ad

att uare le raccomandazioni specifi che per paese formulate

nell’ambito del primo semestre europeo e a concentrare la

spesa pubblica sui sett ori legati alla crescita.

4. Tutt i gli Stati membri della zona euro sono pienamente

decisi a proseguire la loro politica di risanamento di bilancio

e riforme strutt urali. Uno sforzo particolare sarà richiesto

agli Stati membri che devono far fronte a tensioni sui mer-

cati del debito sovrano.

5. Accogliamo con favore le importanti misure adott ate dalla

Spagna per ridurre il disavanzo di bilancio, ristrutt urare il

sett ore bancario e riformare il mercato dei prodott i e del

lavoro, nonché l’adozione di una modifi ca di bilancio equi-

Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro

26 ottobre 2011

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la riduzione del rapporto debito/PIL della Grecia con

l’obiett ivo di raggiungere la percentuale del 120 % entro

il 2020. Invitiamo a tal fi ne la Grecia, gli investitori privati

e tutt e le parti interessate a elaborare uno scambio di titoli

su base volontaria con uno sconto nominale del 50 % sul

debito greco virtuale detenuto da investitori privati. Gli

Stati membri della zona euro contribuirebbero al pacchett o

della partecipazione del sett ore privato fi no a 30 miliardi

di euro. Su tale base il sett ore uffi ciale è disposto a fornire

un programma supplementare per un fi nanziamento fi no

a 100 miliardi di euro entro il 2014, che includa la neces-

saria ricapitalizzazione delle banche greche. Il nuovo pro-

gramma dovrebbe essere approvato entro la fi ne del 2011

e lo scambio di titoli dovrebbe essere att uato all’inizio del

2012. Esortiamo l’FMI a continuare a contribuire al fi nan-

ziamento del nuovo programma greco.

13. La Grecia impegna i futuri fl ussi di cassa del progett o Helios

o il reddito delle altre privatizzazioni in eccesso rispett o

a quelli già inclusi nel programma di aggiustamento al fi ne

di ridurre ulteriormente l’indebitamento della Repubblica

ellenica fi no a 15 miliardi di euro con l’obiett ivo di ripristi-

nare la capacità di prestito del FESF.

14. Sarà concesso un supporto di credito a sostegno della

qualità delle garanzie, affi nché le banche greche possano

ricorrervi continuativamente per accedere alle operazioni

di liquidità dell’Eurosistema.

15. Relativamente al nostro approccio generale alla partecipa-

zione del sett ore privato nella zona euro, ribadiamo la deci-

sione adott ata il 21 luglio 2011 in base alla quale la Grecia

necessita di una soluzione eccezionale e senza uguali.

16. Tutt i gli altri Stati membri della zona euro ribadiscono

solennemente la ferma determinazione ad onorare piena-

mente la propria fi rma sovrana, così come tutt i gli impegni

assunti per conseguire una situazione di bilancio sostenibile

e att uare riforme strutt urali. I capi di Stato o di governo della

zona euro sostengono pienamente la determinazione in tal

senso, perché la credibilità di tutt e le loro fi rme sovrane è un

elemento fondamentale per assicurare la stabilità fi nanziaria

della zona euro nel suo complesso.

Meccanismi di stabilizzazione

17. Il processo di ratifi ca del FESF riveduto è stato ora com-

pletato in tutt i gli Stati membri della zona euro e l’Euro-

gruppo ha convenuto le linee guida di att uazione in ordine

a interventi sul mercato primario e secondario, disposizioni

precauzionali e ricapitalizzazione delle banche. Le decisioni

che abbiamo adott ato in merito al FESF il 21 luglio sono

pertanto pienamente operative. Tutt i gli strumenti a dispo-

sizione saranno utilizzati in modo effi cace per assicurare la

stabilità fi nanziaria nella zona euro. Come aff ermato nelle

linee guida di att uazione sarà applicata una strett a condi-

zionalità in caso di nuovi programmi (precauzionali) in

rità italiane a fornire tempestivamente tutt e le informazioni

necessarie per tale valutazione.

Paesi partecipanti al programma di aggiustamento

7. Ribadiamo la nostra determinazione a continuare a fornire

sostegno a tutt i i paesi partecipanti al programma fi nché

non abbiano di nuovo accesso al mercato, a condizione

che dett i programmi siano pienamente att uati.

8. Per quanto riguarda i paesi partecipanti al programma,

accogliamo positivamente i progressi dell’Irlanda nell’at-

tuazione completa del programma di aggiustamento, che

sta dando risultati positivi. Anche il Portogallo sta com-

piendo notevoli progressi con il suo programma ed è deter-

minato a continuare ad adott are misure per corroborare la

sostenibilità di bilancio e migliorare la competitività. Invi-

tiamo entrambi i paesi a perseverare negli sforzi, ad att enersi

agli obiett ivi convenuti e ad essere pronti a intraprendere

le misure supplementari eventualmente necessarie per il

conseguimento di questi obiett ivi.

9. Accogliamo con favore la decisione dell’Eurogruppo in

merito al versamento della sesta tranche del programma di

sostegno UE-FMI per la Grecia. Att endiamo con interesse

la conclusione di un nuovo programma pluriennale UE-

FMI sostenibile e credibile per la fi ne dell’anno.

10. Occorre potenziare i meccanismi di controllo dell’att ua-

zione del programma greco, come richiesto dal governo

greco. La titolarità del programma è greca e la sua att ua-

zione incombe alle autorità greche. Nel contesto del

nuovo programma la Commissione, in cooperazione

con gli altri partner della troika, stabilirà per la durata del

programma una capacità di controllo sul terreno, anche

con la partecipazione di esperti nazionali, per operare in

strett a e continua cooperazione con il governo greco e la

troika per fornire consulenza e off rire assistenza al fi ne di

assicurare la realizzazione piena e tempestiva delle riforme.

Assisterà la troika nel valutare la conformità delle misure

che saranno adott ate dal governo greco nel quadro degli

impegni del programma. Questo nuovo ruolo sarà stabilito

nel memorandum d’intesa. Per agevolare l’uso effi ciente

degli ingenti prestiti uffi ciali per la ricapitalizzazione delle

banche greche sarà raff orzata, di concerto con il governo

greco e con la troika, la governance del fondo ellenico di

stabilità fi nanziaria.

11. Sosteniamo pienamente la task force sull’assistenza tecnica

istituita dalla Commissione.

12. La partecipazione del sett ore privato ha un ruolo essenziale

nello stabilire la sostenibilità del debito greco. Accogliamo

con favore pertanto gli att uali colloqui tra la Grecia e i suoi

investitori privati per trovare una soluzione a favore di una

partecipazione più profonda del sett ore privato. Con un

programma di riforma ambizioso per l’economia greca,

la partecipazione del sett ore privato dovrebbe assicurare

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Sistema bancario

23. Accogliamo con favore l’accordo raggiunto in data odierna

dai membri del Consiglio europeo sulla ricapitalizzazione

e il fi nanziamento delle banche (cfr. allegato 2).

Coordinamento e sorveglianza economici e di bilancio

24. Il pacchett o legislativo in materia di governance economica

raff orza il coordinamento e la sorveglianza delle politiche

economiche e di bilancio. Una volta entrato in vigore nel

gennaio 2012, sarà att uato rigorosamente nel quadro del

semestre europeo. Esortiamo ad una sorveglianza rigo-

rosa da parte della Commissione e del Consiglio, anche

mediante una pressione reciproca, e ad utilizzare att iva-

mente gli strumenti disponibili, siano essi nuovi o già esi-

stenti. Ricordiamo inoltre gli impegni che abbiamo assunto

nell’ambito del Patt o euro plus.

25. L’essere parte di un’unione monetaria ha eff ett i di ampia

portata e implica un coordinamento e una sorveglianza

molto più att enti per assicurare la stabilità e la sostenibilità

di tutt a la zona. La crisi in att o mostra la necessità di aff ron-

tare la situazione in modo molto più effi cace. Pertanto,

mentre raff orziamo i nostri strumenti anticrisi all’interno

della zona euro, faremo ulteriori progressi nell’integrazione

delle politiche economiche e di bilancio raff orzando il coor-

dinamento, la sorveglianza e la disciplina. Elaboreremo

le necessarie politiche per sostenere il funzionamento

dell’area della moneta unica.

26. Più in particolare, sulla scia del pacchett o legislativo appena

adott ato, del semestre europeo e del Patt o euro plus, ci

impegniamo ad attuare a  livello nazionale le seguenti

misure complementari:

a) adozione da parte di ciascuno Stato membro della

zona euro di regole sul pareggio di bilancio in termini

strutt urali che recepiscano nella legislazione nazionale

il patt o di stabilità e crescita, preferibilmente a livello

costituzionale o equivalente, entro fi ne 2012;

b) raff orzamento dei quadri di bilancio nazionali al di là

della dirett iva relativa ai requisiti per i quadri di bilan-

cio degli Stati membri. In particolare, i bilanci nazio-

nali dovrebbero essere basati su previsioni di crescita

indipendenti;

c) invito ai parlamenti nazionali a tener conto delle racco-

mandazioni adott ate a livello UE sulla condott a delle

politiche economiche e di bilancio;

d) consultazione della Commissione e  degli altri Stati

membri della zona euro prima di adottare qualsiasi

importante programma di riforma della politica

economica o di bilancio con potenziali eff ett i di rica-

duta, in modo che sia possibile eff ett uare una valuta-

zione dell’eventuale impatt o sulla zona euro nel suo

complesso.

linea con le prassi dell’FMI. La Commissione eff ett uerà

una sorveglianza raff orzata degli Stati membri interessati

e riferirà periodicamente all’Eurogruppo.

18. Conveniamo sull’opportunità di utilizzare la capacità

del FESF ampliato nell’intento di massimizzare le risorse

disponibili nell’ambito seguente:

• l’obiett ivo è sostenere l’accesso al mercato per gli Stati

membri della zona euro confrontati a pressioni di mer-

cato e assicurare il corrett o funzionamento del mer-

cato del debito sovrano della zona euro, preservando

integralmente nel contempo l’alto merito di credito

del FESF. Tali misure sono necessarie per assicurare

la stabilità fi nanziaria e fornire una delimitazione suffi -

ciente per contrastare il contagio;

• si opererà in tal senso senza aumentare le garanzie alla

base del fondo e restando nel contesto delle norme del

tratt ato nonché delle modalità e condizioni dell’att uale

accordo quadro, operando nel contesto degli strumenti

concordati, e prevedendo la condizionalità e la sorve-

glianza appropriate.

19. Conveniamo su due opzioni di base per incrementare le

risorse del FESF:

• fornire un supporto di credito al nuovo debito emesso

dagli Stati membri, riducendo così i costi di fi nanzia-

mento. L’acquisto di questa assicurazione contro

i rischi verrebbe off erto agli investitori privati a titolo di

opzione all’att o dell’acquisto di obbligazioni sul mer-

cato primario;

• massimizzare le modalità di fi nanziamento del FESF

con una combinazione di risorse provenienti da istituti

finanziari ed investitori privati e pubblici, il che può

essere realizzato tramite società veicolo. In tal modo sarà

possibile aumentare l’ammontare delle risorse disponi-

bili per erogare prestiti, ricapitalizzare le banche e acqui-

stare obbligazioni sui mercati primari e secondari.

20. Il FESF disporrà della fl essibilità per impiegare tali due

opzioni simultaneamente, avvalendosene in funzione

dell’obiett ivo specifi co perseguito e della situazione del

mercato. L’eff ett o leva di ciascuna opzione sarà variabile,

a seconda delle loro caratt eristiche specifi che e delle condi-

zioni di mercato, ma potrebbe essere anche quadruplicato

o quintuplicato.

21. Invitiamo l’Eurogruppo a mett ere a punto le modalità e le

condizioni di att uazione di tali procedure in novembre,

in forma di linee guida e secondo il progett o di modalità

e condizioni elaborato dal FESF.

22. Inoltre, un ulteriore raff orzamento delle risorse del FESF

può essere realizzato mediante una cooperazione ancora

più strett a con l’FMI. L’Eurogruppo, la Commissione e il

FESF lavoreranno su tutt e le opzioni disponibili.

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zona euro. Svolgerà un ruolo centrale nell’att uazione del

semestre europeo da parte degli Stati membri della zona

euro. Potrà fare affi damento su una strutt ura preparatoria

più forte.

33. Nell’allegato 1 del presente documento sono presentate

modalità più particolareggiate.

Ulteriore integrazione

34. L’euro si trova al centro del nostro progetto europeo.

Raff orzeremo l’unione economica per renderla adeguata

all’unione monetaria.

35. Chiediamo al presidente del Consiglio europeo, in strett a

collaborazione con il presidente della Commissione e con

il presidente dell’Eurogruppo, di individuare le possibili

misure da adottare per raggiungere tale obiettivo. L’at-

tenzione sarà incentrata sull’ulteriore raff orzamento della

convergenza economica all’interno della zona euro, sul

miglioramento della disciplina di bilancio e sull’appro-

fondimento dell’unione economica, anche esplorando la

possibilità di limitate modifi che del tratt ato. Nel dicembre

2011 sarà presentata una relazione interinale per concor-

dare i primi orientamenti che conterrà una tabella di mar-

cia su come procedere nel pieno rispett o delle prerogative

delle istituzioni. Una relazione su come att uare le misure

concordate sarà messa a punto per marzo 2012.

***

ALLEGATO 1

DIECI MISURE PER MIGLIORA RE LA GOVERNANCE DELLA ZONA EURO

È necessario raff orzare il coordinamento e la sorveglianza delle

politiche economiche nell’ambito della zona euro per migliorare

l’effi cacia del processo decisionale e garantire una comunicazione

più coerente. Saranno a tal fi ne adott ate le seguenti dieci misure

pur rispett ando pienamente l’integrità dell’UE nel suo complesso.

1. Si terranno riunioni periodiche del vertice euro cui par-

teciperanno i capi di Stato o di governo della zona euro

e il presidente della Commissione. Tali riunioni si svolge-

ranno almeno due volte all’anno nei momenti chiave del

ciclo annuale della governance economica e, se possibile,

avranno luogo dopo le riunioni del Consiglio europeo. Se

necessario il presidente del vertice euro può convocare riu-

nioni supplementari. I vertici euro defi niranno gli orienta-

menti strategici per la condott a delle politiche economiche,

per il miglioramento della competitività e per una maggiore

convergenza nella zona euro. Il presidente del vertice euro

assicurerà la preparazione del vertice euro, in strett a colla-

borazione con il presidente della Commissione.

e) impegno ad att enersi alle raccomandazioni della Com-

missione e del commissario competente per quanto

riguarda l’att uazione del patt o di stabilità e crescita.

27. Siamo inoltre concordi nel sostenere che un più att ento

monitoraggio e ulteriori misure di esecuzione siano giu-

stifi cati nei seguenti termini:

a) per gli Stati membri della zona euro oggetto di una

procedura per disavanzo eccessivo la Commissione e il

Consiglio saranno autorizzati ad esaminare i progett i

di bilancio nazionali e ad adott are un parere su tali pro-

gett i e misure prima che siano adott ati dai parlamenti

nazionali interessati. Inoltre, la Commissione monito-

rerà l’esecuzione del bilancio e, se necessario, proporrà

emendamenti nel corso dell’anno;

b) in caso di scostamento dagli obiett ivi di un programma

di aggiustamento si procederà a un più att ento monito-

raggio e coordinamento dell’att uazione del programma.

28. Att endiamo con interesse la proposta imminente che la

Commissione trasmett erà al Consiglio e al Parlamento

europeo su un più att ento monitoraggio a norma dell’ar-

ticolo 136 del TFUE. Al riguardo, accogliamo con favore

l’intenzione della Commissione di raff orzare, all’interno

della Commissione stessa, il ruolo del commissario compe-

tente ai fi ni di un controllo più rigoroso e di ulteriori misure

di esecuzione.

29. Rafforzeremo ulteriormente il pilastro economico

dell’unione economica e monetaria e coordineremo meglio

le politiche macro e micro-economiche. Grazie al Patt o

euro plus miglioreremo la competitività conseguendo in

tal modo una maggiore convergenza delle politiche intese

a promuovere la crescita e l’occupazione. Il coordinamento

pragmatico delle politiche fi scali all’interno della zona euro

è un elemento necessario di un maggiore coordinamento

delle politiche economiche a sostegno del risanamento di

bilancio e della crescita economica. Sono in corso i lavori

legislativi sulle proposte della Commissione relative ad una

base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle

società e ad una tassa sulle transazioni fi nanziarie.

Strutt ura di governance della zona euro

30. Per far fronte in modo più effi cace alle sfi de in att o e assicu-

rare una maggiore integrazione, sarà raff orzata la strutt ura

di governance per la zona euro e, al tempo stesso, sarà sal-

vaguardata l’integrità dell’Unione europea nel suo insieme.

31. Ci riuniremo quindi periodicamente — almeno due volte

l’anno — al nostro livello, in vertici euro, per fornire orien-

tamenti strategici sulle politiche economiche e di bilancio

nella zona euro. Ciò consentirà di tenere maggiormente

conto della dimensione della zona euro nelle politiche

nazionali.

32. L’Eurogruppo, insieme alla Commissione e alla BCE, con-

tinuerà a costituire il fulcro della gestione quotidiana della

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raff orzate e collaboreranno in maniera ben coordinata per

fornire un adeguato sostegno al presidente del vertice euro

e al presidente dell’Eurogruppo, sott o la guida del presi-

dente del CEF/gruppo di lavoro «Eurogruppo». Se del

caso, in occasioni puntuali si farà ricorso al parere di esperti

esterni.

10. Si fi sseranno norme e meccanismi chiari per migliorare la

comunicazione e garantire messaggi più coerenti. Il pre-

sidente del vertice euro e il presidente dell’Eurogruppo

hanno una particolare responsabilità al riguardo. Il primo,

insieme al presidente della Commissione, è responsabile

per quanto riguarda la comunicazione delle decisioni del

vertice euro e il secondo, insieme al commissario com-

petente in materia di fi nanze, è responsabile per quanto

riguarda la comunicazione delle decisioni dell’Eurogruppo.

***

ALLEGATO 2

CONSENSO SUL PACCHETT O PER IL SETT ORE BANCARIO

1. Occorre elaborare urgentemente misure intese a ristabi-

lire la fi ducia nel sett ore bancario (pacchett o per il sett ore

bancario), necessarie nel contesto del raff orzamento della

vigilanza prudenziale del sett ore bancario dell’UE. Tali

misure dovrebbero aff rontare:

a) la necessità di assicurare il fi nanziamento a medio ter-

mine delle banche per evitare un’erosione del credito

e salvaguardare il fl usso di credito all’economia reale,

nonché di coordinare le misure a tal fi ne;

b) la necessità di potenziare la qualità e la quantità del capi-

tale delle banche per resistere agli shock e di dimostrare

tale potenziamento in modo affi dabile e armonizzato.

Finanziamento a termine

2. Sarebbero necessarie garanzie sulle passività bancarie al fi ne

di fornire, ove opportuno, un maggior sostegno dirett o alle

banche nell’accesso al fi nanziamento a termine (laddove il

fi nanziamento a breve termine è disponibile presso la BCE

e le pertinenti banche centrali nazionali). Ciò costituisce

anche una parte essenziale della strategia volta a limitare le

azioni di riduzione della leva fi nanziaria.

3. Una semplice replica dell’esperienza del 2008, caratt eriz-

zata dalla piena discrezionalità nazionale nella creazione

di regimi di liquidità, potrebbe non fornire una soluzione

soddisfacente nelle att uali condizioni di mercato. Pertanto,

occorre un approccio realmente coordinato a livello di UE

in materia di criteri di ammissibilità, determinazione del

prezzo e condizioni. La Commissione dovrebbe esplo-

rare urgentemente, insieme all’ABE, alla BEI e alla BCE, le

2. Il presidente del vertice euro sarà designato dai capi di

Stato o di governo della zona euro nella stessa occasione

in cui il Consiglio europeo elegge il suo presidente e per

la stessa durata. In att esa della prossima elezione, l’att uale

presidente del Consiglio europeo presiederà le riunioni del

vertice euro.

3. Il presidente del vertice euro terrà costantemente informati

gli Stati membri che non fanno parte della zona euro dei

preparativi e dei risultati dei vertici. Il presidente informerà

dei risultati dei vertici euro anche il Parlamento europeo.

4. Come avviene att ualmente, l’Eurogruppo assicurerà il coor-

dinamento sempre più strett o delle politiche economiche

e la promozione della stabilità fi nanziaria. Pur rispett ando

in proposito le competenze delle istituzioni dell’UE, pro-

muove la sorveglianza raff orzata delle politiche economi-

che e di bilancio degli Stati membri per quanto riguarda la

zona euro. Preparerà inoltre le riunioni del vertice euro e ne

assicurerà il seguito.

5. Il presidente dell’Eurogruppo è eletto conformemente

al protocollo n. 14 allegato ai tratt ati. Alla scadenza del

mandato della persona att ualmente in carica si deciderà

se debba essere eletto tra i  membri dell’Eurogruppo

ovvero tratt arsi di un presidente a tempo pieno con sede

a Bruxelles. Il presidente del vertice euro sarà consultato

sul programma di lavoro dell’Eurogruppo e può invitare

il presidente di quest’ultimo a convocare una riunione

dell’Eurogruppo in particolare per preparare i vertici euro

o dare seguito ai relativi orientamenti. Verranno stabilite

con chiarezza le responsabilità e la comunicazione tra il

vertice euro, l’Eurogruppo e gli organi preparatori.

6. Il presidente del vertice euro, il presidente della Commis-

sione e il presidente dell’Eurogruppo si riuniranno periodi-

camente, almeno una volta al mese. Il presidente della BCE

può essere invitato a partecipare. I presidenti delle autorità

di vigilanza e il dirett ore generale del FESF e l’amministra-

tore delegato del MES possono essere invitati in occasioni

puntuali.

7. I lavori a livello preparatorio continueranno ad essere eff et-

tuati dal gruppo di lavoro «Eurogruppo», sulla base delle

conoscenze fornite dalla Commissione. Il gruppo di lavoro

«Eurogruppo» prepara anche le riunioni dell’Eurogruppo

e dovrebbe avvalersi di un sott ogruppo più permanente

composto di membri supplenti/funzionari rappresentanti

dei ministri delle fi nanze, che si riuniscano più frequente-

mente, sott o l’autorità del presidente del gruppo di lavoro

«Eurogruppo».

8. Il gruppo di lavoro «Eurogruppo» sarà presieduto da un

presidente a tempo pieno con sede a Bruxelles che, in linea

di principio, sarà elett o contestualmente al presidente del

Comitato economico e fi nanziario.

9. Le attuali strutture amministrative (cioè il segretariato

generale del Consiglio e il segretariato del CEF) saranno

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gli Stati membri — nella consapevolezza che occorre evi-

tare un’indebita pressione sull’estensione del credito nei

paesi ospitanti o sui mercati del debito sovrano.

5. Finanziare l’aumento di capitale: le banche dovrebbero in

prima istanza usare fonti di capitale privato, anche ricor-

rendo alla ristrutt urazione e alla conversione del debito in

strumenti di capitale. Dovrebbero essere soggett e a vincoli

riguardo alla distribuzione dei dividendi e dei bonus fi no

al raggiungimento dell’obiett ivo. Se necessario i governi

nazionali dovrebbero fornire sostegno e, qualora questo

non fosse disponibile, la ricapitalizzazione dovrebbe essere

fi nanziata tramite prestito del FESF per i paesi della zona

euro.

Aiuti di Stato

6. Qualsiasi forma di sostegno pubblico, a livello sia nazio-

nale che di UE, sarà soggett a alla condizionalità del vigente

quadro di aiuti di Stato speciali in caso di crisi, che la Com-

missione ha dichiarato sarà applicato con la proporzionalità

necessaria tenuto conto del caratt ere sistemico della crisi.

opzioni per il conseguimento di tale obiett ivo e riferire al

CEF.

Capitalizzazione delle banche

4. Obiett ivi di capitale: il consenso è ampio sul requisito di

un coeffi ciente patrimoniale decisamente più elevato pari

al 9 % di capitale di elevatissima qualità dopo aver consi-

derato la valutazione di mercato delle esposizioni di debito

sovrano, entrambi dal 30 sett embre 2011, al fi ne di creare

una riserva temporanea che è giustifi cata dall’eccezionalità

delle circostanze. Questo obiett ivo di capitale in termini

quantitativi dovrà essere raggiunto entro il 30 giugno 2012,

in base a piani concordati con le autorità di vigilanza nazio-

nali e coordinati dall’ABE. La valutazione prudente non

inciderebbe sulle pertinenti norme di rendicontazione

fi nanziaria. Le autorità di vigilanza nazionali, sott o l’egida

dell’ABE, devono assicurare che i piani delle banche intesi

a raff orzarne il capitale non comportino un’eccessiva ridu-

zione della leva fi nanziaria, mantenendo tra l’altro il fl usso

di credito per l’economia reale e tenendo conto degli att uali

livelli di esposizione del gruppo — fi liali comprese in tutt i

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• Gli Stati membri convergono verso il loro livello di rife-rimento specifi co secondo un calendario proposto dalla Commissione.

• Gli Stati membri sott oposti alla procedura per i disa-vanzi eccessivi presentano alla Commissione e al Con-siglio, per approvazione, un programma di partenariato economico che indica in dett aglio le riforme strutt urali necessarie per assicurare una correzione realmente duratura dei disavanzi eccessivi. L’att uazione del pro-gramma, e dei documenti programmatici di bilancio annuali coerenti con esso, sarà monitorata dalla Com-missione e dal Consiglio.

• Sarà istituito un meccanismo per la relazione ex ante degli Stati membri sui rispett ivi piani annuali di emis-sione di debito.

5. Le norme che disciplinano la procedura per i disavanzi eccessivi (articolo 126 del TFUE) saranno raff orzate per gli Stati membri della zona euro. Non appena alla Commis-sione risulti che uno Stato membro ha superato la soglia del 3 %, scatt eranno conseguenze automatiche a meno che la maggioranza qualifi cata degli Stati membri della zona euro sia contraria. Verranno adott ate le misure e sanzioni proposte o raccomandate dalla Commissione a meno che la maggioranza qualifi cata degli Stati membri della zona euro sia contraria. La specifi cazione del criterio del debito in termini di valore di riferimento numerico per la riduzione del debito (regola dell’1/20) per gli Stati membri con un debito pubblico superiore al 60 % deve essere sancita nelle nuove disposizioni.

6. Esamineremo rapidamente le nuove regole proposte dalla Commissione il 23 novembre 2011 in materia di i) moni-toraggio e valutazione dei documenti programmatici di bilancio e correzione dei disavanzi eccessivi negli Stati membri della zona euro e ii) raff orzamento della sorve-glianza economica e di bilancio degli Stati membri che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi diffi coltà per quanto riguarda la loro stabilità fi nanziaria nella zona euro. Invi-tiamo il Consiglio e il Parlamento europeo ad esaminare rapidamente i regolamenti in questione affi nché siano in vigore per il prossimo ciclo di bilancio. Nell’ambito di tale nuove quadro giuridico, la Commissione esaminerà, in particolare, i parametri fondamentali dell’orientamento

Un’architett ura raff orzata per l’unione economica e monetaria

1. La stabilità e l’integrità dell’unione economica e monetaria dell’Unione europea nel suo complesso richiedono sia la rapida e vigorosa att uazione delle misure già convenute sia ulteriori interventi di qualità verso un’autentica «unione di stabilità fi scale» nella zona euro. A fi anco della moneta unica, è indispensabile un robusto pilastro economico, che si basi su una governance raff orzata volta a promuovere la disciplina di bilancio e una più profonda integrazione nel mercato interno nonché una maggiore crescita, una competitività raff orzata e la coesione sociale. Per conseguire tale obiett ivo, ci base-remo sui risultati conseguiti negli ultimi 18 mesi, potenzian-doli: il patt o di stabilità e crescita raff orzato, l’att uazione del Semestre europeo che comincia questo mese, la nuova pro-cedura per gli squilibri macroeconomici e il Patt o euro plus.

2. Tenendo presente questo obiett ivo primario e fermamente determinati a superare insieme le diffi coltà att uali, oggi abbiamo concordato un nuovo «patt o di bilancio» ed un coordinamento notevolmente raff orzato delle politiche economiche nei sett ori di interesse comune.

3. A tal fi ne sarà necessario un nuovo patt o tra gli Stati membri della zona euro da sancire in regole comuni e ambiziose, che traducano il loro forte impegno politico in un nuovo quadro giuridico.

Un nuovo patt o di bilancio

4. Ci impegniamo a stabilire una nuova regola di bilancio comprendente i seguenti elementi:

• I bilanci generali delle amministrazioni pubbliche devono essere in pareggio o in avanzo; questo prin-cipio si considera rispett ato se, di norma, il disavanzo strutt urale annuo non supera lo 0,5 % del PIL nominale.

• Questa regola verrà inserita anche negli ordinamenti giuridici nazionali degli Stati membri a livello costitu-zionale o equivalente. Comprenderà un meccanismo automatico di correzione che si att iverà in caso di sco-stamento. Sarà defi nita da ciascuno Stato membro sulla base di principi proposti dalla Commissione. Ricono-sciamo la competenza della Corte di giustizia a verifi care il recepimento di questa regola a livello nazionale.

Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro

9 dicembre 2011

Negli ultimi 18 mesi l’Unione europea e la zona euro si sono molto prodigate per migliorare la governance economica e adott are nuove misure in risposta alla crisi del debito sovrano. Tutt avia, le tensioni dei mercati nella zona euro si sono esacerbate e dobbiamo compiere maggiori sforzi per aff rontare le sfi de att uali. Oggi abbiamo convenuto di progredire verso un’unione economica più forte, il che implica interventi in due direzioni:

— un nuovo patt o di bilancio e un raff orzamento del coordinamento delle politiche economiche;

— lo sviluppo dei nostri strumenti di stabilizzazione per fronteggiare le sfi de a breve termine.

* * *

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• nel corso del progressivo aumento del capitale versato, siamo pronti ad accelerare i versamenti di capitale allo scopo di mantenere una proporzione minima del 15 % tra il capitale versato e l’importo in essere delle emissioni del MES e a garantire una capacità di prestito eff ett iva congiunta di 500 miliardi di EUR;

• La zona euro e gli altri Stati membri esamineranno, e confermeranno entro dieci giorni, la messa a dispo-sizione di risorse supplementari per l’FMI fino a 200 miliardi di EUR (270 miliardi di USD), sott o forma di prestiti bilaterali, allo scopo di dotare l’FMI di risorse adeguate per aff rontare la crisi. Att endiamo con interesse contributi paralleli da parte della comunità internazionale.

15. Conveniamo sui seguenti adeguamenti del tratt ato MES volti ad aumentarne l’effi cacia:

• per quanto riguarda il coinvolgimento del sett ore privato, ci att erremo strett amente alle prassi e ai principi consoli-dati dell’FMI. Ciò si rifl ett erà in maniera inequivocabile nel preambolo del tratt ato. Ribadiamo chiaramente che le decisioni adott ate il 21 luglio e il 26-27 ott obre in rela-zione al debito greco sono uniche ed eccezionali; saranno incluse clausole di azione collett iva standardizzate e iden-tiche, in modo da preservare la liquidità dei mercati, tra le modalità e condizioni di emissione di tutt e le nuove obbligazioni di Stato della zona euro.

• al fi ne di garantire che il MES sia in grado di adott are in ogni circostanza le decisioni necessarie, le regole di voto in seno al MES saranno modifi cate per includervi una procedura d’emergenza. La regola del comune accordo sarà sostituita da una maggioranza qualifi cata dell’85 % qualora la Commissione e la BCE decidano che occorrono decisioni urgenti in materia di assistenza fi nanziaria in caso di minaccia per la stabilità fi nanziaria ed economica della zona euro1.

16. Accogliamo con favore le misure adott ate dall’Italia; ci com-piacciamo inoltre dell’impegno del nuovo governo greco, e dei partiti che lo sostengono, ad att uare pienamente il suo programma, nonché dei signifi cativi progressi compiuti da Irlanda e Portogallo nell’att uazione dei rispett ivi programmi.

***

Talune delle misure sopra descritt e possono essere decise mediante il diritt o derivato. I capi di Stato o di governo della zona euro ritengono che le altre misure debbano essere contenute nel diritt o primario. Vista la mancanza di unanimità tra gli Stati membri dell’UE, hanno deciso di adott are tali misure mediante un accordo internazionale che dovrà essere fi rmato a marzo o prima di tale data. L’obiett ivo resta quello di incorporare il prima possibile tali disposizioni nei tratt ati dell’Unione. I capi di Stato o di governo di Bulgaria, Dani-marca, Lett onia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Romania, Svezia e Ungheria hanno indicato la possibilità di partecipare a dett o pro-cesso, ove appropriato previa consultazione dei rispett ivi parlamenti.

1 Salvo conferma del parlamento fi nlandese.

di bilancio nei documenti programmatici di bilancio e, se necessario, adott erà un parere sui medesimi. Se la Com-missione individua un’inosservanza particolarmente grave del Patt o di stabilità e crescita, richiederà un documento programmatico di bilancio riveduto.

7. Nel più lungo periodo, continueremo a lavorare su come approfondire ulteriormente l’integrazione fiscale per rispecchiare meglio il nostro grado di interdipendenza. Tali questioni faranno parte della relazione del presidente del Consiglio europeo in cooperazione con il presidente della Commissione e il presidente dell’Eurogruppo nel marzo 2012. Essi riferiranno inoltre in merito alle relazioni tra l’UE e la zona euro.

Raff orzamento del coordinamento delle politiche e della governance8. Conveniamo di sfrutt are più att ivamente la cooperazione

raff orzata in relazione a questioni essenziali per il corrett o funzionamento della zona euro, senza compromett ere il mercato interno.

9. Ci impegniamo ad adoperarci a favore di una politica eco-nomica comune. Verrà defi nita una procedura volta ad assicurare che tutt e le importanti riforme di politica eco-nomica programmate dagli Stati membri della zona euro siano discusse e coordinate a livello della zona euro, al fi ne di eff ett uare un’analisi comparativa delle buone prassi.

10. Sarà raff orzata la governance della zona euro, come concor-dato in occasione del vertice euro del 26 ott obre. In parti-colare, si svolgeranno vertici euro regolari almeno due volte l’anno.

Raff orzare gli strumenti di stabilizzazione

11. Riforme più a  lungo termine come quelle di cui sopra devono essere combinate con azioni immediate per rispon-dere energicamente alle att uali tensioni sui mercati.

12. Il potenziamento del fondo europeo di stabilità fi nanziaria (FESF) sarà rapidamente att ivato mediante le due opzioni concrete approvate dall’Eurogruppo il 29 novembre. Acco-gliamo favorevolmente la disponibilità della BCE a fungere da agente per il FESF nelle sue operazioni di mercato.

13. Conveniamo su un’accelerazione dell’entrata in vigore del tratt ato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità (MES). Il tratt ato entrerà in vigore non appena gli Stati membri che rappresentano il 90 % degli impegni di capitale lo avranno ratifi cato. È nostro comune obiett ivo che il MES entri in vigore nel luglio 2012.

14. Per quanto riguarda le risorse fi nanziarie, conveniamo sui seguenti punti:

• il FESF resterà att ivo nel fi nanziamento di programmi avviati fi no a metà 2013, come previsto nell’accordo quadro, e continuerà a garantire il fi nanziamento dei programmi in corso secondo le esigenze;

• riesamineremo l’adeguatezza del massimale globale del FESF/MES di 500 miliardi di EUR (670 miliardi di USD) nel marzo 2012;

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di recente, anche in ordine alla nuova procedura per moni-

torare e correggere gli squilibri macroeconomici. Il Con-

siglio europeo di primavera passerà in rassegna i progressi

e adott erà gli orientamenti necessari. Occorre concentrarsi

urgentemente sull’att uazione, sopratt utt o alla luce della

disomogeneità dei progressi compiuti quest’anno nella

realizzazione degli obiett ivi della strategia Europa 2020

e nell’attuazione delle raccomandazioni specifiche per

paese.

***

4. I capi di Stato o di governo degli Stati membri che parteci-

pano al Patt o euro plus hanno esaminato i progressi realiz-

zati nell’att uazione degli impegni assunti a livello nazionale.

Hanno convenuto che nel marzo del 2012 occorrerà valu-

tare più approfonditamente gli sforzi nazionali verso gli

obiett ivi del Patt o. Hanno altresì convenuto di assumere

impegni più specifi ci e misurabili in ciascuno dei sett ori

contemplati dal Patt o e di riferire sui progressi nei rispett ivi

programmi nazionali di riforma. La nuova governance eco-

nomica deve essere integrata con un monitoraggio migliore

delle politiche occupazionali e sociali, in particolare quelle

che possono avere un impatt o sulla stabilità macroecono-

mica e sulla crescita economica, in linea con le conclusioni

del Consiglio del 1º dicembre.

5. Informati dalla relazione del presidente del Consiglio

EPSCO e dall’analisi annuale della crescita, i capi di Stato

o di governo hanno proceduto ad un primo scambio di

opinioni sulle migliori pratiche relativamente alle proprie

politiche occupazionali e hanno convenuto sull’esigenza

particolare di mobilitare appieno il lavoro a favore della cre-

scita. Le riforme strutt urali devono essere portate avanti con

vigore; nel contempo occorrono urgenti misure mirate,

a livello sia nazionale che europeo, a favore dei gruppi più

I. POLITICA ECONOMICA

1. Nel riconoscere il peggioramento della situazione econo-

mico-fi nanziaria il Consiglio europeo ha discusso delle ini-

ziative in att o per far uscire l’Europa dalla crisi. La nuova

governance economica dell’Unione europea menzionata

al punto 3 deve essere att uata pienamente al fi ne di cre-

are fiducia nella forza dell’economia europea. Occorre

proseguire con le riforme strutt urali e con gli sforzi di risa-

namento di bilancio, per gett are le basi di un ritorno alla

crescita sostenibile e contribuire in tal modo a raff orzare

la fi ducia nel breve periodo. Occorrono inoltre misure che

aiutino a ripristinare le normali att ività di prestito all’econo-

mia, evitando nel contempo sia un’eccessiva assunzione di

rischi sia un’eccessiva riduzione della leva fi nanziaria, come

convenuto il 26 ott obre 2011.

2. Nel rammentare i sett ori prioritari fondamentali per la cre-

scita che ha individuato nell’ott obre del 2011, in partico-

lare l’att o per il mercato unico, il mercato unico digitale e la

riduzione degli oneri normativi generali gravanti sulle PMI

e sulle microimprese, il Consiglio europeo ha sott olineato

l’esigenza di adott are rapidamente le misure in grado di

stimolare al meglio la crescita e l’occupazione. Appoggia

pertanto il principio di un programma accelerato e invita

il Consiglio e il Parlamento europeo ad att ribuire partico-

lare priorità al rapido esame delle proposte che secondo

la Commissione hanno un considerevole potenziale di

crescita, come da essa indicato anche nell’analisi annuale

della crescita. Approva le azioni proposte dalla Commis-

sione nella relazione sulla riduzione al minimo degli oneri

normativi per le PMI.

3. L’analisi annuale della crescita 2012 è un’ott ima base per

avviare il prossimo semestre europeo che, per la prima volta,

vedrà l’att uazione della governance economica raff orzata

CONSIGLIO EUROPEO — 9 DICEMBRE 2011

CONCLUSIONI

Molto è stato fatt o negli ultimi 18 mesi per migliorare la nostra governance economica e combatt ere la crisi economica

e fi nanziaria. Abbiamo preso decisioni importanti, esposte nelle presenti conclusioni, che richiedono un’att uazione rapida

e vigorosa.

Abbiamo deciso di dare priorità alle misure potenzialmente in grado di stimolare al meglio la crescita e l’occupazione.

Gli Stati membri che partecipano al Patt o euro plus hanno convenuto di assumere impegni più specifi ci e misurabili e in

particolare, di portare avanti i lavori in materia di occupazione.

Abbiamo defi nito orientamenti per l’ulteriore sviluppo della politica energetica in ordine al completamento del mercato

interno, al potenziamento dell’effi cienza energetica, allo sviluppo delle infrastrutt ure, alla coerenza nelle relazioni esterne

dell’UE, al raff orzamento della sicurezza e della protezione nucleari.

Inoltre, il Consiglio europeo ha accolto con favore la fi rma del tratt ato di adesione con la Croazia e ha preso decisioni in

merito al processo di allargamento dell’UE nei confronti della Serbia e del Montenegro.

* * *

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transito fondamentali siano pienamente conformi alla

normativa dell’UE sul mercato interno;

—accordo sulla strategia di riduzione delle emissioni di

CO2 all’orizzonte 2050 e att ento esame dell’imminente

tabella di marcia per l’energia 2050 che fornirà un’analisi

dett agliata sull’azione a lungo termine nel sett ore ener-

getico e altri sett ori correlati.

8. La valutazione della sicurezza degli impianti nucleari

nell’Unione europea ha registrato progressi. La credibilità

del sistema di sicurezza nucleare dell’UE sarà ulteriormente

raff orzata grazie allo sviluppo continuo del quadro norma-

tivo in materia nucleare. I lavori sulla protezione nucleare

nell’UE proseguiranno in base alla relazione intermedia

sulla protezione nucleare.

9. Nel rammentare le conclusioni del marzo 2011 il Consiglio

europeo chiede:

—di att uare appieno e con tempestività le dirett ive per

la sicurezza nucleare e  per la gestione responsabile

e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei resi-

dui radioatt ivi;

—di continuare a dare priorità all’esame approfondito

della sicurezza nucleare tenendo conto della comuni-

cazione della Commissione del 23 novembre, e alla pre-

sentazione della relazione defi nitiva sui test di resistenza

entro il giugno 2012;

—di intensifi care gli sforzi per associare pienamente tutt i

i paesi vicini dell’UE al processo dei test di resistenza

e migliorare il quadro in materia di sicurezza nucleare

nell’UE e a livello internazionale;

—di continuare a  lavorare alle misure di protezione

nell’UE e nel suo vicinato e alla presentazione della

relazione defi nitiva entro il giugno 2012.

III. ALLARGAMENTO

10. Il Consiglio europeo approva le conclusioni del Consiglio

del 5 dicembre 2011 sull’allargamento e il processo di sta-

bilizzazione e di associazione e rammenta le conclusioni del

dicembre 2006 che rappresentano la base di un rinnovato

consenso sull’allargamento.

11. La firma in data odierna del trattato di adesione con la

Croazia segna un momento importante per l’integrazione

europea. In att esa della conclusione positiva delle proce-

dure di ratifi ca, il Consiglio europeo att ende con interesse

di salutare la Croazia come nuovo membro a partire dal

1º luglio 2013. La Croazia parteciperà ora ai lavori del Con-

siglio europeo, del Consiglio e dei suoi organi preparatori

in qualità di osservatore att ivo.

12. Il Consiglio europeo si compiace della valutazione della

Commissione in merito ai buoni progressi compiuti dal

Montenegro, che ha conseguito risultati complessiva-

mente soddisfacenti. In vista dell’apertura dei negoziati di

adesione con il Montenegro nel giugno 2012, il Consiglio

europeo incarica il Consiglio di esaminare i progressi del

vulnerabili, in particolare i giovani disoccupati. Il poten-

ziamento delle politiche di att ivazione dovrebbe essere

integrato da sforzi per migliorare le competenze, in special

modo adeguando i sistemi di istruzione e formazione alle

esigenze del mercato del lavoro. La promozione di oppor-

tunità lavorative e imprenditoriali per coloro che entrano

nel mercato del lavoro e la valutazione di politiche di fl es-

sicurezza nuove ed equilibrate potrebbero contribuire in

misura signifi cativa al miglioramento delle prospett ive del

mercato del lavoro per i giovani.

6. I capi di Stato o di governo hanno accolto con favore le

relazioni dei ministri delle fi nanze degli Stati membri par-

tecipanti e della Commissione sui progressi realizzati nelle

discussioni strutt urate sul coordinamento delle politiche

fi scali. Questi lavori saranno portati avanti in linea con il

Patt o euro plus, concentrandosi sui sett ori in cui si possono

prevedere att ività più ambiziose. Particolare att enzione

dovrebbe essere riservata al modo in cui la politica fi scale

può sostenere il coordinamento delle politiche economi-

che e contribuire al risanamento dei bilanci e alla crescita.

I ministri delle fi nanze e la Commissione riferiranno sui

progressi nel giugno del 2012.

II. ENERGIA

7. La relazione della presidenza dimostra che si sono realizzati

progressi importanti nel perseguire gli orientamenti fi ssati

dal Consiglio europeo del febbraio 2011 relativamente

al completamento del mercato interno entro il 2014, al

raff orzamento dell’effi cienza energetica, allo sviluppo di

infrastrutture e allo sforzo di assicurare coerenza nelle

relazioni esterne dell’UE. In tale contesto, il Consiglio

europeo accoglie con favore l’accordo sul memorandum

d’intesa sulle interconnessioni nord-sud nell’Europa cen-

trale e orientale. In particolare i seguenti aspett i richiedono

progressi urgenti:

—att uazione piena e rapida della legislazione sul mercato

interno da parte degli Stati membri, nel pieno rispett o

delle scadenze concordate;

—nessuno Stato membro dell’UE dovrebbe rimanere

isolato dovrebbe rimanere isolato dalle reti europee

di gas ed elett ricità dopo il 2015 o veder minacciata la

sua sicurezza energetica per mancanza di connessioni

appropriate;

—rapido accordo sulla proposta concernente l’effi cienza

energetica, che dovrà stabilire un quadro ambizioso

e fl essibile in linea con l’obiett ivo del 20 % per il 2020,

secondo quanto convenuto dal Consiglio europeo del

giugno 2010;

—rapido accordo sulla proposta concernente le infrastrut-

ture energetiche;

—attuazione delle conclusioni del Consiglio del 24

novembre 2011 per una coerenza e un coordinamento

raff orzati della politica energetica esterna dell’UE garan-

tendo tra l’altro che gli accordi con i paesi fornitori e di

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Schengen. Esorta il Consiglio a adott are tale decisione in

tempi il più possibile brevi. Se necessario, il Consiglio euro-

peo ritornerà sulla questione nella riunione del marzo 2012.

16. Rammentando le sue conclusioni del 23 ottobre 2011

e avallando le conclusioni del Consiglio del 1o dicembre,

il Consiglio europeo ribadisce di nutrire serie e crescenti

preoccupazioni circa la natura del programma nucleare

iraniano, secondo quanto riportato nell’ultima relazione

dell’AIEA, e per l’inadempienza degli obblighi internazio-

nali da parte dell’Iran. Plaude all’accordo raggiunto dal

Consiglio sull’indicazione di altre 180 entità e persone

dirett amente collegate al programma nucleare. Invita il

Consiglio a procedere in via prioritaria con i lavori sull’am-

pliamento della portata delle misure restrittive dell’UE

e delle sanzioni vigenti vagliando ulteriori misure nei con-

fronti dell’Iran, e ad adott are queste misure al più tardi nella

prossima sessione. Il Consiglio ribadisce l’impegno di lunga

data dell’Unione europea ad adoperarsi per una soluzione

diplomatica della questione nucleare iraniana, conforme-

mente al duplice approccio.

17. Il Consiglio europeo è unanime nella condanna degli att ac-

chi contro la sede diplomatica del governo del Regno Unito

in Iran e deplora che il governo iraniano non abbia assolto

le responsabilità internazionali di protezione del personale

e degli immobili diplomatici che gli incombono in virtù

della convenzione di Vienna.

18. Il Consiglio europeo resta profondamente preoccupato

per il ricorso continuo alla forza militare da parte del regime

siriano e per la repressione della popolazione civile nel

paese. Avallando le conclusioni del Consiglio del 1o dicem-

bre 2011, il Consiglio europeo conferma fermo sostegno

all’impegno profuso dalla Lega degli Stati arabi ed esorta il

regime siriano a conformarsi pienamente al piano d’azione

della Lega araba. Ribadisce la necessità che tutt i i membri

del Consiglio di sicurezza dell’ONU si assumano urgente-

mente le proprie responsabilità in relazione alla situazione

in Siria.

19. Il Consiglio europeo plaude all’esito della conferenza

internazionale sull’Afghanistan tenutasi il 5 dicembre 2011

a Bonn e ribadisce l’impegno nei confronti di un coinvolgi-

mento coerente a lungo termine dell’Unione europea per

l’Afghanistan al di là del 2014.

20. Il Consiglio europeo accoglie con favore gli intensi lavori

preparatori svolti in questo semestre per il futuro quadro

fi nanziario pluriennale e prende att o della relazione pre-

sentata dalla presidenza. Esorta la presidenza entrante

a proseguire att ivamente i lavori per defi nire una base su

cui impostare la fase fi nale di negoziato che sarà discussa in

sede di Consiglio europeo a giugno 2012. Rinnova l’invito

alle istituzioni di cooperare per assicurare l’adozione del

quadro fi nanziario pluriennale entro la fi ne del 2012.

Montenegro nell’att uazione delle riforme, con un accento

particolare sul sett ore dello stato di diritt o e dei diritt i fon-

damentali, sopratt utt o per quanto riguarda la lott a contro

la corruzione e la criminalità organizzata, sulla base di una

relazione che dovrà essere presentata dalla Commissione

nel primo semestre del 2012. Invita la Commissione a pre-

sentare quanto prima una proposta relativa a un quadro

di negoziazione con il Montenegro conformemente alle

sue conclusioni del dicembre 2006 e alla prassi consoli-

data, includendo anche la nuova impostazione proposta

dalla Commissione in merito al capitolo relativo al sistema

giudiziario e ai diritt i fondamentali e a quello relativo alla

giustizia, alla libertà e alla sicurezza. A tale riguardo, si invita

altresì la Commissione ad avviare il processo di esame anali-

tico dell’acquis comunitario con il Montenegro per quanto

riguarda i suddett i capitoli.

13. Il Consiglio europeo rileva i considerevoli progressi com-

piuti dalla Serbia verso la conformità ai criteri politici sta-

biliti dal Consiglio europeo di Copenaghen e ai requisiti

del processo di stabilizzazione e associazione e il suo con-

seguimento di un livello pienamente soddisfacente di coo-

perazione con l’ICTY. Si compiace del fatt o che la Serbia

abbia ripreso il dialogo Belgrado-Pristina e stia avanzando

nell’att uazione in buona fede degli accordi, e accoglie con

favore l’accordo sulla gestione integrata delle frontiere.

In vista del conferimento dello status di paese candidato

alla Serbia, il Consiglio europeo incarica il Consiglio di

verificare e confermare che la Serbia abbia continuato

a mostrare un impegno credibile e abbia compiuto ulteriori

progressi nell’att uazione in buona fede degli accordi con-

clusi nell’ambito del dialogo, anche in materia di gestione

integrata delle frontiere, abbia raggiunto un accordo sulla

cooperazione regionale inclusiva e abbia collaborato att i-

vamente per consentire ad EULEX e KFOR di espletare

i rispett ivi mandati. Alla luce di tale verifi ca, nel febbraio

2012 il Consiglio prenderà la decisione relativa al conferi-

mento dello status di paese candidato alla Serbia, che dovrà

essere confermata dal Consiglio europeo di marzo.

IV. VARIE

14. Richiamandosi alle conclusioni del Consiglio del 5 dicem-

bre sull’allargamento, per quanto riguarda le dichiarazioni

e le minacce della Turchia, il Consiglio europeo esprime

grave preoccupazione e invita a rispett are pienamente il

ruolo della presidenza del Consiglio, che costituisce un

elemento istituzionale fondamentale dell’UE previsto dal

tratt ato.

15. Richiamandosi alle discussioni del giugno e dell’ott obre

2011 il Consiglio europeo nota che sono soddisfatt e tutt e

le condizioni giuridiche per l’adozione della decisione rela-

tiva all’adesione della Bulgaria e della Romania allo spazio

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1. Nell’ultimo anno e mezzo, in risposta alla crisi del debito

sovrano, si sono apportate modifiche significative alla

governance con la creazione del FESF, l’accordo sul futuro

MES, le decisioni sulla sorveglianza di bilancio e il coordi-

namento delle politiche economiche, come pure con la

decisione su una strutt ura di governance raff orzata per la

zona euro — adott ata dal vertice euro di ott obre — e il

pacchett o di sei att i legislativi sulla governance economica

adott ato il 16 novembre. L’att uazione del pacchett o inizierà

in dicembre. Nel fratt empo la Commissione ha presentato,

il 23 novembre, una nuova serie di proposte per trasporre

in norme gli orientamenti concordati in ott obre concer-

nenti i) monitoraggio e valutazione dei documenti pro-

grammatici di bilancio e correzione dei disavanzi eccessivi

negli Stati membri della zona euro e ii) raff orzamento della

sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri

che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi diffi coltà per

quanto riguarda la loro stabilità fi nanziaria nella zona euro.

2. La stabilità e l’integrità dell’unione economica e monetaria

richiedono sia la rapida e vigorosa att uazione delle misure

già convenute, sia ulteriori passi di qualità verso un’au-

tentica «unione fi scale». Quest’approccio comporterà

un coordinamento sensibilmente più forte delle politiche

economiche e un livello più elevato di sorveglianza e disci-

plina nella condott a delle politiche nazionali. Cambiamenti

strutt urali più a lungo termine nel modo in cui le politiche

sono condott e nella zona euro rivestono importanza anche

per aff rontare le incertezze del breve periodo e per ripristi-

nare credibilità e fi ducia.

3. Questi interventi si devono realizzare preservando l’inte-

grità dell’UE e la coerenza tra la zona euro e l’intera UE.

In questo contesto le istituzioni dell’UE hanno un ruolo

importante nel garantire l’unità dell’Unione nel suo

complesso.

COORDINAMENTO E CONVERGENZA ECONOMICI NELLA ZONA EURO

4. La crisi ha messo in evidenza che tendenze macroeconomi-

che divergenti possono incidere negativamente sull’intera

zona euro. Se non esiste un’unica regola valida per tutt i, non

di meno è necessario un livello più elevato di coordina-

mento e integrazione per evitare tendenze insostenibili. In

un’unione monetaria con un sett ore fi nanziario integrato,

l’interdipendenza e gli eff ett i di ricaduta sono elevatissimi.

5. Tra le misure già adott ate si annoverano la procedura per

i disavanzi eccessivi istituita nel pacchett o legislativo sulla

governance economica. Questa prevede un sistema di

allerta precoce basato su un quadro di controllo di indi-

catori economici (compresi costi del lavoro, espansione

del credito, partite correnti, quote di mercato delle espor-

tazioni e prezzi degli immobili) e un braccio corrett ivo con

la possibilità di sanzioni qualora uno Stato membro omett a

ripetutamente di intervenire per correggere gli squilibri. In

parallelo gli Stati membri della zona euro hanno assunto

ulteriori impegni nel quadro del Patt o euro plus in quatt ro

sett ori essenziali per la convergenza: competitività, occupa-

zione, sostenibilità delle fi nanze pubbliche, stabilità fi nan-

ziaria. Questi nuovi strumenti devono ora essere att uati

con determinazione. Nel contempo occorre rafforzare

ulteriormente il sistema.

6. Su questo sfondo dovranno essere prese in considerazione

le misure supplementari seguenti:

a) il vertice euro di ott obre ha convenuto un esame ex ante

di tutt i i principali piani di riforma economica a livello di

zona euro che possono comportare eff ett i di ricaduta. L’ac-

cordo dovrà diventare pienamente operativo, ricorrendo

ad una procedura specifi ca da defi nire, in particolare con

una discussione in sede Eurogruppo sulla base di un’analisi

della Commissione.

b) Dovrà essere oggett o di sanzione fi nanziaria la mancata

att uazione delle raccomandazioni specifi che per paese indi-

rizzate agli Stati membri della zona euro, raccomandazioni

che sono state adott ate ai sensi degli articoli 121, paragrafo

2 e 148, paragrafo 4 del TFUE e che si riferiscono a riforme

indispensabili per il corrett o funzionamento dell’unione

monetaria. Occorrerà defi nire nel diritt o derivato criteri

chiari per l’individuazione ex ante delle raccomandazioni

che potrebbero essere oggett o di sanzione. Si dovrà prestare

particolare att enzione agli Stati membri della zona euro che

Verso un’unione economica più forte:

relazione interinale al Consiglio europeo del 6 dicembre 2011

Il vertice euro del 26 ott obre 2011 ha incaricato il presidente del Consiglio europeo, in strett a collaborazione con il presidente

della Commissione e il presidente dell’Eurogruppo, di individuare le possibili misure per commisurare l’unione economica

all’unione monetaria ponendo l’accento sui seguenti aspett i: ulteriore raff orzamento della convergenza economica,

miglioramento della disciplina di bilancio e approfondimento dell’unione economica all’interno della zona euro. La presente

relazione fa il punto di ciò che è stato conseguito sinora, spesso sott ostimato, e prospett a la via da seguire. Essa tiene conto

delle consultazioni bilaterali svolte con tutt i gli Stati membri dell’UE nel processo preparatorio.

* * *

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della spesa, aumento dell’imposizione o una combinazione

di entrambe) da applicare in caso di scostamento, che sarà

specifi cato da ogni Stato membro. Gli Stati membri della

zona euro dovrebbero riferire ex ante sulle proprie emis-

sioni di debito e si dovrebbe procedere a una registrazione

e a un monitoraggio centralizzati di tutt e le emissioni di

strumenti di debito pubblico a livello di zona euro.

11. Il meccanismo potrebbe essere integrato da un ulteriore

raff orzamento della procedura per i disavanzi eccessivi per

gli Stati membri della zona euro, che sarebbe introdott o

ricorrendo al diritt o derivato in base all’articolo 136 del

TFUE. In tal modo si conferirebbe maggior precisione alle

misure che gli Stati membri dovranno adott are in strett a

associazione con la Commissione, la quale potrebbe rie-

saminare e approvare il programma presentato dagli Stati

membri. Gli obiettivi generali, illustrati in un atto della

Commissione o del Consiglio, potrebbero essere vinco-

lanti quanto ai risultati da conseguire.

12. Le modifiche al protocollo n. 12 possono essere intro-

dotte con decisione all’unanimità del Consiglio su

proposta della Commissione, previa consultazione del

Parlamento europeo e della Banca centrale europea. La

decisione non richiede ratifi ca a livello nazionale. Questa

procedura potrebbe pertanto consentire modifi che rapide

e signifi cative.

Modifi che del tratt ato a norma dell’articolo 48 del TUE

13. Un’altra strada da percorrere, in parallelo o successiva-

mente, sarebbe la revisione degli articoli del TFUE relativi

all’unione economica e monetaria mediante la procedura

di revisione prevista nell’articolo 48 del tratt ato sull’Unione

europea. La revisione potrebbe consistere in una modifi ca

o una sostituzione dell’articolo 136 e/o una revisione del

protocollo n. 14 sull’Eurogruppo.

14. Tale procedura richiederebbe più tempo e sarebbe sog-

gett a a ratifi ca in tutt i gli Stati membri, ma consentirebbe

modifi che più sostanziali del quadro di bilancio, quali:

—modifi ca della procedura per i disavanzi eccessivi (arti-

colo 126) per gli Stati membri della zona euro, segnata-

mente raff orzandone l’automaticità sia nell’att ivazione

sia nel processo decisionale, estendendo il ricorso alla

votazione a maggioranza qualifi cata inversa;

—ruolo potenziato per le istituzioni dell’UE, con maggiore

interventismo in caso di mancata att uazione. Per gli Stati

membri della zona euro oggett o di una procedura per

i disavanzi eccessivi, la Commissione e  il Consiglio

(Eurogruppo) potrebbero chiedere modifi che ad un

progett o di bilancio prima della trasmissione al parla-

mento nazionale, qualora l’orientamento di bilancio

non fosse in linea con i piani concordati. Nel caso di

Stati membri della zona euro che partecipano a un pro-

gramma di assistenza e disatt endono ripetutamente la

presentano problemi di competitività e/o tassi elevati di

disoccupazione.

Queste misure possono essere adott ate nel quadro del tratt ato

vigente, in base all’articolo 136 del TFUE.

DISCIPLINA DI BILANCIO

7. Il pacchett o legislativo sulla governance economica adot-

tato il 16 novembre costituisce un raff orzamento impor-

tante della disciplina di bilancio. I nuovi meccanismi si

basano sia su raccomandazioni che su sanzioni. La por-

tata delle sanzioni per gli Stati membri della zona euro è

stata ampliata (possono essere applicate non soltanto nella

parte corrett iva del Patt o ma anche in quella preventiva)

e il processo decisionale è stato accelerato e semplifi cato

per aumentare l’automaticità. Le proposte legislative della

Commissione, presentate il 23 novembre, raff orzeranno

ulteriormente la disciplina e il rispett o delle regole nella

zona euro.

8. L’eff ett o combinato di tutt e queste misure sarà oltremodo

signifi cativo. Non di meno l’avanzamento della zona euro

verso un’autentica unione economica richiede passi sup-

plementari in termini di integrazione verso un «nuovo

patt o di bilancio». Per ripristinare la fi ducia dei mercati

nella zona euro e assicurare la sostenibilità politica dei mec-

canismi di solidarietà è essenziale potenziare la credibilità

delle nostre regole di bilancio (livelli di disavanzo e inde-

bitamento) e provvedere alla piena osservanza. Tutt o ciò

richiede probabilmente una modifi ca del diritt o primario.

9. Al riguardo sono possibili due soluzioni che non si esclu-

dono a vicenda:

a) revisione sostanziale del protocollo n. 12 del tratt ato, unita

ad ulteriori riforme att raverso il diritt o derivato;

b) modifi che del tratt ato mediante la procedura di revisione

prevista nell’articolo 48 del TUE.

Revisione del protocollo n. 12 e diritt o derivato

10. L’obbligo degli Stati membri della zona euro di raggiun-

gere e mantenere il pareggio di bilancio nel corso del ciclo

economico potrebbe essere introdott o nel protocollo n. 12

sulla procedura per i disavanzi eccessivi, come mezzo per

assicurare che siano evitati i disavanzi eccessivi e che l’in-

debitamento sia contenuto al di sott o del 60 %. Occorre

prevedere, per gli Stati membri della zona euro, una con-

vergenza risoluta verso bilanci in pareggio dalle att uali posi-

zioni secondo un calendario stabilito con la Commissione.

Inoltre, il protocollo comporterebbe l’obbligo per gli Stati

membri della zona euro di integrare questa regola nelle

rispett ive legislazioni, di preferenza a livello costituzionale

o equivalente. La Corte di giustizia sarebbe competente

a controllare il recepimento della regola a livello nazionale.

La regola dovrebbe essere corredata di un meccanismo di

correzione automatico (ad esempio riduzioni automatiche

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RA FFORZARE I MECCANISMI DI CRISI IN VIGORE

16. Alle riforme a più lungo termine, come quelle preceden-

temente illustrate, devono associarsi interventi immediati

che permett ano di fronteggiare vigorosamente le att uali

tensioni sui mercati.

17. Occorre anzitutt o completare l’att uazione delle misure

sostanziali già decise, mediante:

—un accordo in tempi rapidi, idealmente entro il marzo

2012, tra Parlamento europeo e Consiglio sulle due

proposte presentate dalla Commissione il 23 novem-

bre, eventualmente irrobustite in linea con le modifi che

sopra illustrate del protocollo n. 12;

—l’attivazione rapida del potenziamento del FESF

mediante le due opzioni concrete concordate il

29 novembre dall’Eurogruppo.

18. Si dovrà poi mett ere a punto e ratifi care in tempi brevi il

tratt ato MES adeguandolo ai fi ni di una maggiore effi cacia:

—riguardo alla partecipazione del sett ore privato, aff er-

mando inequivocabilmente l’impegno ad att enersi rigo-

rosamente ai principi e pratiche consolidati dell’FMI

e ribadendo chiaramente che la decisione assunta il

21 luglio per il debito greco è eccezionale e senza uguali.

Sono questi fatt ori essenziali per riguadagnare la fi ducia

dei mercati nel debito sovrano;

—avvicinando maggiormente le procedure decisionali

del MES ai meccanismi vigenti all’FMI (ossia riservare

l’unanimità a un numero limitato di decisioni);

—prevedendo che il MES possa ricapitalizzare dirett a-

mente gli istituti bancari e che sia esso stesso dotato

delle necessarie caratt eristiche di un ente creditizio;

—prevedendo la possibilità di riesaminare la clausola che

limita a 500 miliardi di EUR la capacità di prestito con-

solidata di MES e FESF, in modo da conferire al MES

piena capacità di prestito in funzione del versamento

graduale del capitale.

19. È necessario infi ne dotare l’FMI di risorse suffi cienti ad

affrontare la crisi conferendogli mezzi supplementari,

come avvenuto nel 2009, in particolare mediante prestiti

bilaterali.

condizionalità, la Commissione potrebbe ricevere

poteri eccezionali, come l’approvazione ex ante di tutt e

le principali riforme economiche;

—integrazione in un protocollo n. 14 riveduto delle modi-

fi che concordate in merito alla governance della zona

euro.

UNIONE ECONOMICA

15. Sono ipotizzabili anche altre due iniziative, intimamente

collegate ai progressi da compiere in tema di convergenza

economica e di disciplina di bilancio:

—ricorso alla cooperazione raff orzata con la partecipazione

di tutt i gli Stati membri della zona euro concentrandosi

sugli aspett i essenziali ad un suo funzionamento fl uido,

quali il funzionamento dei mercati del lavoro, la sosteni-

bilità delle pensioni e dei sistemi di sicurezza sociale, così

come misure pragmatiche di coordinamento fi scale. Si

dovrebbero vagliare altresì iniziative che consentano

una maggiore integrazione fi nanziaria nella zona euro.

Nell’eventualità di una modifi ca del tratt ato si potrebbe

introdurre un meccanismo che permett a di abbreviare

i tempi del ricorso alla cooperazione raff orzata, sulla

falsariga di quello già vigente in materia di libertà, sicu-

rezza e giustizia. Qualsiasi sviluppo in tal senso non deve

compromett ere il mercato interno;

—apertura alla possibilità di evolvere, in una prospett iva

a più lungo termine, verso un’emissione di strumenti

comuni di debito, in un processo a tappe basato su cri-

teri prestabiliti, ad esempio cominciando col mett ere in

comune alcuni strumenti di fi nanziamento. A qualsiasi

iniziativa in questo senso dovrà fare da contraltare un

quadro solido di disciplina di bilancio e di competitività

economica per scongiurare il rischio morale e promuo-

vere la responsabilità e il rispett o delle regole. Sarà a tal

fi ne necessario anche maggiore interventismo dell’UE

nel controllo della politica di bilancio nazionale. Un sif-

fatt o processo permett erà di sott olineare l’irreversibilità

dell’euro, d’inquadrare la questione del fi nanziamento

in una prospett iva a lungo termine e di raff orzare il ruolo

dell’euro quale valuta di riserva globale, e sarà anche, di

fatt o, un potente meccanismo di disciplina di bilancio.

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Fotografi e:

© Unione europea

Pagina 19:

1) © AFP PHOTO/Leon Neal

2) © 2010 SIP / Zineb Ruppert

3) © Présidence de la République/C. Alix

4) © Valsts kanceleja

5) © Finnish Prime Minister’s Offi ce

6) © Grzegorz Rogiński/KPRM

Segretariato generale del Consiglio

Il Consiglio europeo nel 2011

Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea

2012 — 77 pagg. — 21,0 x 29,7 cm

ISBN 978-92-824-3446-8doi:10.2860/43547ISSN 1977-320X

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doi:10.2860/43547

ISSN 1977-320X

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ISBN 978-92-824-3446-8

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