ISTITUTO SUPERIORE “CESARE BALBO” · Web viewpiù referenziale, che dia un’idea più precisa...

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PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA ex art.1, comma 14 della legge n.107 del 13 luglio 2015 aa.ss. 2016/2017, 2017/2018, 2018/2019

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PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA

ex art.1, comma 14 della legge n.107 del 13 luglio 2015

aa.ss. 2016/2017, 2017/2018, 2018/2019

PERCORSI INDIVIDUALI D’ESAMEAllegato H al Piano dell’Offerta Formativa

“IL COLLOQUIO HA INIZIO CON UN ARGOMENTO SCELTO DAL CANDIDATO”

Il percorso individuale per l’Esame di Stato (spesso definito “tesina”) è un lavoro personale di elaborazione di un argomento scelto liberamente dallo studente. Benché il riferimento normativo sia piuttosto generico – “il colloquio ha inizio con un argomento o con la presentazione di esperienze di ricerca e di progetto, anche in forma multimediale, scelti dal candidato” – la modalità prevalente è quella dell’approccio interdisciplinare, ovvero la trattazione di un tema da più punti di vista attraverso quello che viene definito un “percorso” di approfondimento. Meno frequentemente si sceglie invece di presentare un argomento trattato in maniera monografica o un’esperienza personale di ricerca o di progetto.Benché si parli di percorso “interdisciplinare”, questo non significa che ci si aspetti che il percorso debba coinvolgere tutte o quasi le discipline; soprattutto se i collegamenti sono incoerenti o forzati: un buon percorso non si valuta in base alla quantità delle materie coinvolte, ma alla qualità, cioè all’organizzazione del discorso e all’approccio critico alle tematiche. È peraltro errata la convinzione che l’aver affrontato un certo argomento di una certa materia nel percorso personale sostituisca o orienti decisamente il successivo colloquio orale con il Commissario interessato (per es. che avendo parlato di un autore italiano nel percorso, questo esaurisca le richieste per la materia nel colloquio). Mentre è vero che il colloquio, che deve vertere sulle diverse discipline curricolari, pur partendo dal percorso scelto dal candidato, si sviluppa poi collegandosi ai diversi temi e autori affrontati nel corso dell’anno scolastico.Per la scelta delle materie da collegare nel caso dell’approfondimento interdisciplinare, è bene che siano almeno tre, dando rilievo preponderante a quelle caratterizzanti l’indirizzo e considerando altresì quali discipline siano affidate ad eventuali commissari esterni.Proprio con l’esposizione orale del percorso scelto dal candidato ha dunque inizio il Colloquio all’Esame; il tempo assegnato a tale esposizione è invece a libera scelta della Commissione ed in genere è pari a 10/15 minuti; è da evidenziare che il giudizio su tale presentazione incide sulla valutazione del Colloquio e di norma le griglie di valutazione riservano a essa un punteggio specifico.Di tale percorso è richiesto formalmente il giorno della Prima Prova il titolo – di norma già allegato al “documento del 15 maggio”. L’argomento prescelto può portare alla redazione di una “tesina” o anche solo di una mappa concettuale, a scelta del candidato.

Ciò premesso, qualora si scelga il percorso di approfondimento interdisciplinare, si consiglia di attenersi alla seguente struttura tipo:

1. Scelta del tema e indicazione del titolo

È opportuno scegliere, come tema centrale da sviluppare e articolare, un argomento che sia il più vicino possibile agli interessi personali. Il tema scelto deve riflettersi chiaramente nel titolo, che non deve essere troppo generale e indeterminato (es.: “La felicità”, “La libertà”, “L’uomo”, etc.); se si sceglie un titolo ad effetto, è bene aggiungere anche un sottotitolo più referenziale, che dia un’idea più precisa dell’argomento che si intende affrontare (ad esempio, per citare un saggio pubblicato: titolo Il peso d’Anchise - sottotitolo: Una riflessione sul rapporto tra padre e figlio nella letteratura e nella cultura occidentale).

2. Mappa concettuale (o scaletta o indice ragionato) del percorso

Se il lavoro pone al centro un tema (ripreso nel titolo e nel sottotitolo) e lo articola poi in diverse direzioni, sviluppandolo attraverso collegamenti a diversi ambiti disciplinari, il vero punto di riferimento del lavoro, quello che i Commissari devono avere sotto gli occhi per seguire meglio la presentazione, sarà la “mappa concettuale” o in ogni caso uno schema in cui siano in evidenza

le singole questioni sviluppate i collegamenti/passaggi dall’una all’altra e/o con il tema di fondo.

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Si tratta insomma dello “scheletro”, della “ossatura” della presentazione, a cui vi atterrete fedelmente. Anche nel caso si scelga di redigere una vera e propria tesina – cioè un elaborato scritto dal candidato e di una ampiezza non inferiore a 30 pagine (cioè 60.000 battute, in quanto una pagina standard o “cartella” corrisponde a 2.000 battute spazi bianchi compresi) – la redazione di una mappa/scaletta/indice ragionato è assai utile per orientare in maniera coerente e strutturata la scrittura.Bisogna però assolutamente evitare – sia nel caso della mappa concettuale, ma altresì della tesina - di costruire la scaletta con l’elenco delle materie: la scaletta (o indice ragionato) va organizzata come un progetto ragionato di quella che sarà la vostra esposizione orale, a partire dai nuclei concettuali fondamentali, e va costruita (a) dando un ordine chiaro al percorso; (b) enunciando con brevi frasi topiche (frasi cioè che contengano l’idea chiave che intendete svolgere) il tema centrale trattato in ogni punto. *

* Vale la pena di fare almeno un esempio: se intendete svolgere un percorso sul complesso di Edipo, dopo aver parlato del mito, della sua interpretazione da parte di Freud etc., potreste introdurre una parte relativa alla presenza del tema in letteratura italiana, specie di inizio Novecento. Perfetto, a questo proposito, il riferimento a La coscienza di Zeno, di Italo Svevo. Bene, ma che cosa scrivere nell’indice ragionato? Semplicemente: “Italo Svevo, La coscienza di Zeno”? Si direbbe di no: un titolo di questo genere è sfocato e non contiene l’idea chiave. Potrebbe funzionare un titolo all’incirca così: “Italo Svevo, La coscienza di Zeno. Il complesso di Edipo come chiave d’interpretazione della nevrosi di Zeno”. In un colpo solo due vantaggi: far capire a tutti i commissari che cosa mai c’entri Svevo col complesso di Edipo e soprattutto indirizzarvi sulla giusta strada, che non sarà quella di parlare in generale di Svevo o della Coscienza di Zeno, ma dell’unico aspetto veramente pertinente al vostro percorso (potrebbe anche succedere che su altri aspetti dell’opera di Svevo siate interrogati nel resto del colloquio).

Come costruire la mappa? Si potrebbero sintetizzare i possibili schemi di lavoro in pochi tipi fondamentali intorno a cui ruotano più o meno tutte le possibili scelte:

A. Un unico tema generale viene “declinato” secondo diverse accezioni o in ambiti diversi e si avrà allora uno schema a raggiera:

Oppure, lo stesso quadro può essere tradotto in uno schema corrispondente alla classica “scaletta”:

LA FOTOGRAFIA

La fotografia come problema filosofico: Walter Benjamin: “L’Opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”

La parola che fotografa: esempi di fotografia letteraria

Guido Gozzano: “L’amica di nonna Speranza”Oscar Wilde: Aestheticism e “The Picture of Dorian Gray”

Aspetti tecnico-scientifici: La messa a fuoco di un’immagine Nell’occhioNello fotoIl flash

La fotografia come:- documento per la storiaRobert Capa - testimonianza per l’indagine scientificaL’uomo sulla Luna

Nemici carissimi: Fotografia e pittura a confronto

Manet e l’ImpressionismoNadar e il ritratto fotografico

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La Croce Rossa Italiana

I presupposti storici: Florence Nightingale, la guerra di Crimea, la battaglia di Solferino Le finalità sociali e i principi etici: Il soccorso, la donazione del sangue, la responsabilità dei

cittadini; I sette principi della Croce Rossa e le analogie con l’etica di Kant La scienza e la tecnica al servizio del soccorso sanitario : l’esempio del defibrillatore Suggestioni letterarie: Achille salva l’amico Patroclo ferito nell’Iliade; Hemingway rielabora la sua

esperienza di autista di ambulanza sul fronte italiano nella prima guerra mondiale in A farewell to Arms

(in filosofia) A.Schopenhauer: realtà e rappresentazione; l’arte e la musica

A. Un unico tema generale viene svolto secondo due (o tre) accezioni fondamentali o livelli diversi ciascuno dei quali si articola in più punti

LA MEMORIA E IL RICORDO

Come si ricorda?

La mappa della memoria e l’elaborazione del ricordo

Le memorie magnetiche

Perché si ricorda?

Montale: la memoria che non salva e che non permette di recuperare il passato

Levi: Se questo è un uomo e il difficile ricordo della Shoah

Nietzsche: il “diritto” dell’uomo all’oblio

Ricordi e impressioni

Wordsworth: Recollection in tranquillity

Degas e la sua memoria: impressionismo in atelier

Tanti problemi dal nulla

(Il nulla come problema nella scienza, nella filosofia, nell’arte)

B. Un concetto generale è progressivamente sviluppato in vari momenti snodandosi in un unico percorso

NELLA REALTÀ FISICA NELLE SUGGESTIONI ARTISTICHE

Il nulla come vuoto:gli esperimenti dei fisici

dalla Grecia antica al ‘900

NELL’ELABORAZIONE FILOSOFICA

Che cos’è il nulla? (S. Agostino)

Perché l’essere piuttosto che il nulla? (Heidegger)

Il nulla come orizzonte della vita e della realtà in Leopardi

Verso il nulla? Poesia e riflessione critica in Eliot

Il nulla e lo sgomento dello spazio vuoto nello Iudisches Museum di Berlino di Libeskind

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La dimensione meccanica della corporeitàche danza•L’equilibrio,tra forza peso e base d’appoggio•La meccanica nei salti

La relazione tra la danza e le arti

•“The Corsair”:dal poemetto di Byron

alle scene•La danza

nella poesia italianatra ‘800 e ‘900

•La danza nell’arte: da Degas a Warhol

La “danza del cervello”•I processi cerebrali coinvolti nella danza tra sfera motoria ed emotiva

Tra gestualitàed interiorità(Il corpo èsolo strumento del danzatore?)

e il rapporto tra il corpo e lacoscienza•Io “ho”un corpo o io “sono”il mio corpo? La riflessione filosofica della Fenomenologia

3. I collegamenti e il loro sviluppo nel lavoro

I collegamenti tra il tema e i singoli punti da sviluppare, corrispondenti in genere a singoli ambiti disciplinari, devono essere

coerenti e sostanziali (e non forzati o pretestuosi): devono cioè essere pertinenti rispetto alla sostanza del tema che si vuole trattare, non solo “imparentati” con esso per semplice richiamo esteriore, per vaga suggestione, per generica concomitanza cronologica ecc. Ad esempio, non è coerente associare la tematica del “nido” di Pascoli all’organizzazione dell’asilo “nido” in Italia.

organici, cioè tali da determinare un unico discorso coerente al suo interno e interamente centrato sul tema di partenza (un classico errore a questo proposito è quello di proporre il tema A, collegare ad esso B e C e poi collegare D a B o a C ma non più ad A)

Lo sviluppo dei singoli punti, nel caso in cui si scelga di redigere la mappa concettuale in luogo della tesina, non necessariamente deve essere messo per iscritto, per quanto alcuni appunti e tracce scritte possano risultare utili al candidato per la preparazione dell’esposizione orale. Se il vostro percorso prevede l’analisi di testi, in italiano o in lingua straniera, o la presentazione di opere d’arte, è opportuno riportarli in appendice.

4. La presentazione multimediale

È sempre più frequente il ricorso alla presentazione multimediale del percorso: si tratta in genere di semplici presentazioni di diapositive in Powerpoint; meno frequentemente si utilizzano presentazioni più complesse o in html. In effetti non si tratta solo di “aggiornarsi” rispetto alle tecnologie, ma anche di avere a disposizione uno strumento potenzialmente molto efficace in quanto:

permette di visualizzare concetti-chiave, collegamenti, brevi citazioni, schemi, grafici o immagini e di focalizzare su di essi l’attenzione di chi segue la presentazione

favorisce il rispetto dei tempi concessi e i ritmi equilibrati del discorso, “scandendolo” si presta a valorizzare la creatività personale dello studente e rende più fruibile e piacevole il

lavoro per la Commissione

Alcuni suggerimenti utili: Scegliete una modalità di presentazione che padroneggiate con disinvoltura, anche perché l’utilizzo

del sistema computer/proiettore in sede d’esame deve risultare agevole

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Fate rispecchiare esattamente nella sequenza delle diapositive la scansione logica del vostro discorso: la loro proiezione sarà una guida mentale per voi e per chi vi ascolta

Fate delle prove, in particolare per la tempistica, calcolando i tempi da dedicare ad ogni passaggio e confrontandoli con i tempi concessi. Tenendo conto che l’esposizione introduttiva del colloquio prevede che si presentino i punti nodali dell’approfondimento svolto, senza esaurire l’intera materia della ricerca, bensì offrendo spunti per il proseguo del colloquio

Non utilizzate le diapositive per visualizzare lunghi testi: a tale scopo è molto più efficace il cartaceo, mentre la diapositiva proiettata si presta a schemi, immagini e testi brevi

Un solo accenno ad aspetti grafici (suggerimenti più mirati hanno senso solo in riferimento a casi concreti): fate attenzione al contrasto cromatico tra sfondo e scritte (deve facilitare la lettura e non infastidirla; sono adatti per esempio il bianco/nero o il blu/giallo)

Verificate la compatibilità dei formati multimediali prescelti con il computer in uso presso la scuola sede d’Esame almeno un giorno prima del colloquio orale, previo accordo col coordinatore di classe o col docente di riferimento

5. Tempistiche di consegna

Consegna TermineIl coordinatore di classe o il docente di riferimento presenta alla classe le linee guida per l’elaborazione dell’approfondimento

Entro la fine del mese di ottobre

Gli allievi consegnano al coordinatore di classe l’argomento prescelto, verificando la fattibilità del percorso di ricerca e dei relativi collegamenti interdisciplinari

Entro l’inizio delle vacanze natalizie

Gli allievi consegnano al coordinatore di classe la mappa concettuale completa dell’indicazione precisa e definita dei vari collegamenti interdisciplinari

Entro le vacanze pasquali

Gli allievi indicano al coordinatore di classe (1) il titolo preciso del proprio “percorso” affinché sia inserito nel “documento del 15 maggio” e (2) la modalità di redazione e di presentazione prescelta (percorso interdisciplinare / argomento monografico / esperienza di ricerca o progetto; con supporto multimediale / con semplice versione cartacea).

Entro la prima settimana di maggio

6. L’esposizione orale del percorso scelto dal candidato

Per quanto consista in appena 10/15 minuti sul totale del colloquio d’Esame, l’esposizione orale del percorso scelto dal candidato ha un peso significativo. Mette infatti in luce le capacità espositive, critiche, di rielaborazione e di sintesi del candidato. In tale ottica, è bene ricordare che:--conviene cominciare indicando ed eventualmente motivando il titolo prescelto--è bene soffermarsi, benché brevemente, sulle eventuali motivazioni personali che hanno condotto alla scelta di un certo percorso pluridisciplinare o approfondimento--quindi si espongono i principali nodi concettuali del percorso compiuto, presentandone i contenuti essenziali in modo pacato ed essenziale, senza la pretesa di esaurire tutta la materia nell’arco dei pochi minuti disponibili, bensì contando sul seguente colloquio per opportuni approfondimenti e ulteriori collegamenti, il tutto avendo cura di restare nel tempo indicato dalla Commissione d’esame prima dell’avvio del colloquio

7. L’uso di Internet come fonte

La ricerca di indicazioni e materiali sui siti Internet per il lavoro scolastico, in particolare per i percorsi d’esame, necessita di criteri e punti di riferimento precisi. Ogni contenuto di sapere, qualsiasi fonte abbia,

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deve essere sempre ripensato, adattato al proprio quadro di lavoro, rielaborato e riformulato a livello personale; in secondo luogo le fonti devono essere controllate e filtrate.

--Discernere tra i siti: in linea di massima, bisogna rivolgersi a siti scientifici o istituzionali (cioè quelli che fanno capo a: centri di ricerca, facoltà universitarie, istituzioni, associazioni culturali o studiosi riconosciuti ecc.), siti che non “riciclano” materiali ma costituiscono anzi una “fonte”; si può allargare il raggio d’azione, ma facendo molta attenzione alla attendibilità dei contenuti. Da evitare quindi i siti interni al mondo degli studenti (che mescolano senza criterio materiali seri con materiali scadenti o riprodotti per catene infinite dalle stesse fonti), siti apparentemente “colti”, ma legati a movimenti politici o comunque spiccatamente ideologici, spesso presenti a primi posti delle liste dei motori di ricerca (come accade per es. per molti siti sedicenti “storici”).--Usare bene i motori di ricerca: Google può prestarsi benissimo anche per i riferimenti culturali (più di altri, come ad es. Yahoo), ma deve essere “interrogato” con “stringhe di ricerca” adeguate e non generiche. Se per es. si cercassero indicazioni per un percorso sull’uguaglianza uomo/donna, si dovrebbero evitare stringhe generiche, che condurrebbero a liste fuorvianti, ma utilizzare stringhe mirate e formulate il più possibile con un linguaggio “tecnico”, in modo da essere indirizzati a siti che trattano il tema secondo un approccio scientifico e culturale (es. “condizione femminile”, “parità tra i sessi”, “pari opportunità”, ecc).

8. Intestazione, pagina iniziale di motivazioni della scelta. Eventuale apparato iconografico

L’elaborato scritto che va presentato alla Commissione d’Esame – una copia per ogni commissario in caso di mappa concettuale, tre copie in caso di tesina, da consegnare entro il giorno della prima prova scritta – è bene che sia corredato di opportuna intestazione, con tutti i dati del candidato. Ad es.:

Paolo Rossi – Liceo delle Scienze Umane – Istituto “Balbo” di Casale Monferrato (AL)Approfondimento / Tesina per il colloquio dell’Esame di Stato – a.s. 2016/2018

La pagina di motivazioni può servire se effettivamente siete arrivati alla scelta del percorso sulla base di motivazioni particolari (come un’esperienza di vita o di studio) o di un autentico interesse personale. È importante per rivelare la maturità del candidato in ordine alle motivazioni che lo hanno condotto ad approfondire un certo argomento o a sviluppare un determinato percorso di ricerca.L’apparato iconografico (immagini, foto –o brevissimi video, riproduzioni di opere d’arte ecc) facilita l’approccio al lavoro; in qualche caso (come in ambito tecnico-scientifico o in ambito artistico) è addirittura parte integrante del discorso; tuttavia da sola non basta: alla fine conteranno la sostanza di quello che direte e come utilizzerete tale apparato. Ancora: meglio evitare di apporre sul proprio testo – mappa concettuale o tesina – dediche se, per quanto indice di affetti personali ed espressione di gratitudine, possono risultare inopportune o non in linea con il registro del testo elaborato per l’Esame di Stato.Un ultimo suggerimento. Non usate per il vostro scritto caratteri stravaganti. Usate il più diffuso Times New Roman n.12 (o un altro assai comune, come Arial): il testo risulterà più ordinato e leggibile!

9. Bibliografia e sitografia

È una parte essenziale del lavoro scritto presentato alla commissione, sia che si opti per la mappa concettuale, sia che si scelga di redigere una tesina vera e propria.Prima importante avvertenza: conviene annotarsi i riferimenti bibliografici “strada facendo”, per aver poi sottomano tutte le informazioni utili. Ci sono diversi modi corretti per costruire una bibliografia, per cui potreste trovare bibliografie leggermente diverse: l’importante, comunque, è adottare un solo criterio omogeneo dall’inizio alla fine. Di seguito, diamo alcune utili indicazioni generali.

PRINCIPALI REGOLE PER LA CITAZIONE BIBLIOGRAFICA

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(n.b.: le virgole si trovano dove ci vuole una virgola, le virgolette dove ci vogliono le virgolette)

Libri: Nome (basta l’iniziale) e cognome dell’autore, titolo (in corsivo o sottolineato) + eventuale sottotitolo, luogo di edizione data di edizione (si trovano di norma nell’ultima pag. del libro, ma a volte nella prima) n.b. se gli autori sono più d’uno (come di norma ad es. per i manuali scolastici) vanno citati tutti; se si cita un testo scolastico o un’altra opera in più volumi indicare anche, dopo la data, il volumees. R. PUPO, Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l’esilio, Bergamo 2006 es. G. BALDI, S. GIUSSO, M. RAZETTI, G. ZACCARIA, Dal testo alla storia dalla storia al testo. Dal barocco all’Illuminismo, Torino 1994, vol. CArticoli di riviste: Iniziali nome e cognome dell’autore, titolo dell’articolo (in corsivo o sottolineato), “titolo della rivista”, numero del fascicolo, mese, anno es. A. BERTONE, Ai margini dell’economia monetaria, in “Quaderni. Materiali e studi del museo Adriani”, n.2, 1998Saggi in opere collettive: Iniziali nome e cognome dell’autore del saggio, titolo del saggio (in corsivo o sottolineato), in + nome del curatore dell’opera collettiva (se manca usare AA.VV. che vuol dire autori vari) + tra parentesi (a cura di) , titolo dell’opera collettiva (in corsivo o sottolineato), luogo di edizione data di edizionees. R. ARENA, Savigliano nel Seicento, in G. ROMANO (a cura di), Realismo caravaggesco, Savigliano 1998Opere collettive: Come per i libri ma indicando, invece dell’autore, il curatore + tra parentesi (a cura di) o mettendo AA.VV.Cataloghi delle mostre: Nome (basta l’iniziale) e cognome del o dei curatori, titolo (in corsivo o sottolineato), catalogo della mostra, luogo e data di edizionees. G. ROMANO, C. SPANTIGATI, Il Tesoro della città. Opere d’arte e oggetti preziosi da Palazzo Madama , catalogo della mostra, Torino 1996Voci di enciclopedie: Iniziali nome e cognome dell’autore (di solito è indicato; potrebbero esserci solo le iniziali, ma al fondo o all’inizio del testo c’è sempre la legenda per sapere a chi corrispondano), voce + in corsivo la voce in questione, in titolo dell’enciclopedia (in corsivo), n. del volume, luogo e data di edizionees. G. BENZONI, voce Ferdinando Gonzaga, in Dizionario biografico degli italiani, vol.46, Roma 1996Siti Internet: Citando un articolo, anche in questo caso dovete partire da nome e cognome autore, titolo del testo (in corsivo), aggiungendo l’indirizzo del sito (ed eventualmente i soggetti di riferimento: Università, Associazione, Rivista ecc.) Es.: R.F.DELIMA, C. ALVES SALGADO, S.M.CIASCA, Dislessia evolutiva. Aspetti neurobiologici ed educazionali, in: www.neuroscienze.net, Rivista on-line di psicologia e neuroscienzeEs: “Nuove norme per i disturbi dell’apprendimento” in: www.minori.it, Portale del Centro di Documentazione e Analisi per l’Infanzia e l’Adolescenza

A livello pratico, è assai utile riferirsi alle indicazioni bibliografiche così come sono riportate in http://www.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/free.jsp (su cui sono reperibili circa 16 milioni di titoli)

ORDINE DELLA BIBLIOGRAFIA - Esistono solo due possibili ordini: il libri vanno citati o in ordine cronologico (dal più antico al più recente) o in ordine alfabetico (riferito ai cognomi degli autori). Spesso le bibliografie dei saggi sono in ordine cronologico. Nel caso del vostro percorso è preferibile invece l’ordine alfabetico, più funzionale quando si citano magari testi antichi (per esempio un romanzo del Seicento) consultati però in un’edizione recente.SITOGRAFIA: Va messa dopo la bibliografia, con l’indicazione SITI o SITOGRAFIA. Non si indicano i motori di ricerca (es.: www.google.com), bensì i siti effettivamente consultati (es.: www.progettorisorgimento.it).

10. Come redigere un indice

POSIZIONE DELL’INDICE

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La prima scelta che occorre fare è la posizione dell’indice stesso. Le possibilità sono essenzialmente due:(a) in Italia si usa collocare l’indice a fine volume, come esposizione finale e riassuntiva dei contenuti;(b) in Inghilterra (e di solito anche in Francia e in Germania) si preferisce il posizionamento iniziale dell’indice, in modo da anticipare al lettore quelli che saranno i contenuti dell’opera (non abbiamo forse detto che può essere utile partire proprio dall’indice per avere uno sguardo di insieme sull’opera?); quest’ultimo caso è particolarmente frequente nel caso di pubblicazioni di genere saggistico e scientifico.

Nella redazione dell’indice occorre indicare almeno le sezioni del libro e i rispettivi capitoli, ma spesso può essere utile indicare anche i singoli paragrafi, soprattutto quando:(a) il testo ha uno svolgimento argomentativo particolarmente logico o scientifico, oppure(b) i singoli paragrafi sono particolarmente estesi e densi di contenuti.

NUMERAZIONE Di CAPITOLI E PARAGRAFI

La numerazione è facoltativa nel caso di pochi capitoli principali, mentre si rivela necessaria nel caso in cui (1) ci siano più capitoli oppure (2) si vogliano indicare anche i paragrafi. In questo secondo caso la numerazione deve essere precisa:

Capitolo IParagrafo I.1Paragrafo I.2

Capitolo IIParagrafo II.1Paragrafo II.2

11. Come utilizzare il programma Word© (uno tra i più diffusi) per scrivere una tesi

MARGINI, CARATTERE, INTERLINEA

Occorre costruire un modello di pagina secondo alcuni standard usati di regola nelle pubblicazioni. È opportuno imparare queste regole, che serviranno non solo per una tesina all’Esame di Stato, ma anche quando si dovrà affrontare lo stesso problema nei corsi di laurea universitaria.Di regola, i margini della pagina (superiore, inferiore, sinistro e destro) vanno impostati a 3 cm. Per impostarli, andare nel menu Layout di pagina, cliccare su Margini, cliccare su Margini personalizzati e inserire il valore di 3 cm. per i quelli indicati. La rilegatura va impostata a 0. Se si stampa la tesi su fogli fronte e retro (caso assai probabile), occorre selezionare la casella Margini simmetrici che trovate in Più pagine.Il tipo di carattere è il Times New Roman 12 punti per il testo e 10 punti per le note. Ciò si ottiene sulla finestra Carattere e punti nel menu Home (per la scelta di Times New Roman e dei punti).L’interlinea è 1,5 per il testo, singola per le note. L’allineamento deve essere giustificato. La spaziatura prima e dopo deve essere 0 punti (non auto). Ciò si ottiene cliccando sulla freccina a destra vicino a Paragrafo.

DISATTIVARE LE OPZIONI DI CORREZIONE AUTOMATICA

Prima di iniziare a scrivere si consiglia vivamente di cambiare alcune impostazioni in Microsoft Word su tutti i computer che utilizzerete per scrivere la tesi. Con le opzioni di correzione automatica inserite si commettono errori non voluti nel testo se si usano parole antiche o di grafia diversa che si vogliono mantenere tali. Quindi è necessario disattivare la correzione automatica in questo modo:

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1) Cliccare il pulsante Office in alto a sinistra2) Cliccare Opzioni Word3) Cliccare su Strumenti di correzione4) Cliccare su Opzioni di correzione automatica5) Nella scheda Formattazione automatica durante la digitazione deselezionare tutte le caselle di

controllo

Ovviamente si deve assolutamente usare la correzione del testo DOPO che questo è stato scritto mediante l'uso dei dizionari. Basta andare nel menu Revisione e cliccare l'icona del Controllo ortografia e grammatica. Ciò vi permetterà di correggere gli errori volontari o involontari avvenuti durante la digitazione.

INSERIRE UN TESTO COPIATO DAL WEB

Il testo presente nelle pagine web ha una propria formattazione e potrebbe causare dei problemi di impaginazione se copiato con un semplice copia e incolla. Paragrafi con Spaziatura Automatica Prima e Dopo, creano spazio non uniforme fra un paragrafo e l'altro. Così pure Interruzioni di testo alla fine di ogni riga, producono ampi spazi fra una parola e l'altra.

Per risolvere tali problemi, occorre fare così:1) Innanzitutto selezionare sulla pagina web il testo che deve essere copiato;2) Dal menù Modifica scegliere Copia oppure cliccare sul Tasto destro del Mouse e selezionare Copia;3) Per incollare il testo copiato, fare clic sul punto in cui deve essere inserito;4) Nella scheda Home cliccare sulla parte inferiore del pulsante Incolla.5) Selezionare e cliccare su Incolla speciale; nella scheda che appare, selezionare Testo non formattato e quindi fare clic sul pulsante OK.

In questo modo il testo copiato perde tutte quelle caratteristiche di formattazione che possono andar bene per la pagina web, ma che potrebbero creare problemi di impaginazione nella vostra tesi. Tenete presente che il testo copiato perde l'eventuale formattazione in grassetto e in corsivo, che dovrete eventualmente reimpostare.Ad esempio, uno dei grossi vantaggi di questa opzione è che, nel caso si copi da Wikipedia, spariranno tutti i collegamenti ipertestuali (cioè i sottolineati in azzurro) che altrimenti andrebbero tolti uno per volta, con dispendio di energie e di tempo.

INSERIRE NOTE A PIE’ DI PAGINA

Per inserire le note a pie’ di pagina:1) Fare clic con il mouse nel punto in cui si desidera inserire il numero di rimando alla nota a piè di pagina;2) Dal menu Riferimenti fare clic su Note a piè di pagina;3) Nella scheda Note a piè di pagina e di chiusura selezionare l'opzione Fondo pagina alla voce Nota a piè di pagina;Cliccare su Inserisci a fondo pagina comparirà il numero della nota, accanto al quale verrà posizionato il punto di inserimento della nota sotto una breve linea, denominata separatore delle note, che inizia sul margine sinistro e prosegue per un tratto verso destra.Digitare il testo della nota senza premere il tasto Invio alla fine della nota, altrimenti si creerà uno spazio superfluo.

Se dovete eliminare una nota:1) Selezionare il relativo numero di rimando alla nota a piè di pagina nel testo;2) Premete il tasto Canc

Se invece dovete spostare una nota da un punto ad un altro nel documento:1) Selezionare il relativo numero di rimando alla nota a piè di pagina nel testo;

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2) Fate clic sul pulsante Taglia sulla barra degli strumenti;3) Spostatevi nel punto in cui volete inserire la nota;4) Fate clic sul pulsante Incolla sulla barra degli strumenti.

12. Altri suggerimenti redazionali

GLI ACCENTI

Le vocali a, i, o, u finali vogliono sempre l’accento grave (es.: città, così, portò, più).

La e finale ha l’accento acuto:- nel passato remoto (es.: poté)- nelle congiunzioni e avverbi che terminano in –ché (poiché, perché, affinché)- nei numerali che terminano in – tré- e nelle seguenti parole: testé, mercé, né, sé (ma: se stesso)

La e finale ha invece l’accento grave: (1) nella terza persona singolare del verbo essere (è); (2) nelle seguenti parole: tè, caffè, bebè; (3) nei nomi di persona: Mosè, Giosuè, …

Le parole vanno accentate solo quando è possibile una confusione nel contesto (es.: princìpi e prìncipi)

L’APOSTROFO

Si usa sempre l’apostrofo, non l’accento, per indicare un’apocope (un po’, non un pò).Gli imperativi che hanno elisione vanno apostrofati (va’, fa’, di’, da’)Qual e tal, sia la maschile sia al femminile, non vanno mai apostrofati

LA “D” EUFONICA

La congiunzione “e”: (1) è seguita dalla lettera “d” (ed) eufonica solo quando la parola successiva inizia con la vocale “e” (es.: ed essere), (2) ma non quando la parola inizia con un’altra vocale (es.: e ancora).

LE ABBREVIAZIONI

anno a. articolo/i art./artt.

articolo citato Art. cit. avanti/dopo Cristo a.C./d.C.

capitolo/i cap./capp. centimetro cm

chilogrammo kg chilometro km

citato cit. colonna/e col./coll.

confronta cfr./cf. eccetera (et cetera) etc./ecc.

esempio es. ettogrammo hg

fascicolo fasc. figura/e fig./figg.

gradi centigradi °C grammo g

ibidem ibid. idem id.

libro/libri l./ll. litro lt

luogo citato loc. cit. manoscritto/i ms./mss.

metro m metro cubo mc

metro quadrato mq millimetro mm

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minuti primi 1’ minuti secondi 1”

nota/e nota/e nota dell’Autore N.d.A.

nota del curatore N.d.C. nota dell’Editore N.d.E.

nota del redattore N.d.R. nota del traduttore N.d.T.

numero/i n./nn. nuova serie n.s.

opera citata op. cit. pagina/e p./pp.

paragrafo § santo/i S./Ss.

seguente/i s./ss. senza data s.d.

serie serie secolo/i sec./secc.

sezione sez. tavola/e tav./tavv.

tomo/i t./tt. Traduzione italiana tr. it.

verso/i v./vv. volume/i vol./voll.

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