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Istituto di Istruzione Superiore “M.T. Cicerone” Via Matteotti * 84036 Sala Consilina (SA) * C.F. 83002040653 * Cod.Mecc. SAIS01300N Tel. 0975 21032 - Fax 0975 21625 – E-mail: [email protected] L’Istituto “Marco Tullio CICERONE” L’Istituto “D. De Petrinis” Sezioni CAT e IPSASR Anno Scolastico 2015 - 2016 Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Maria Luisa Buono L’Istituto “G. Gatta” Sezioni ITIS e IPSIA Se tutto sospinge i nostri giovani verso l’assenza di mondo, verso il ritiro autistico, verso la coltivazione di mondi isolati (tecnologici, virtuali, sintoma- tici), la Scuola è ancora ciò che salvaguarda l’umano, l’incontro, le relazioni, gli scambi, le amicizie, le scoperte intellettuali, l’eros. Un bravo insegnante non è forse quello che fa esistere nuovi mondi? Non è quello che crede ancor che un’ora di lezione possa cambiare la vita?”. (M. Recalcati, L’ora di lezione, Einaudi, Torino 2014) LICEO CLASSICO “M. T. Cicerone” Sala Consilina

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Istituto di Istruzione Superiore “M.T. Cicerone” Via Matteotti * 84036 Sala Consilina (SA) * C.F. 83002040653 * Cod.Mecc. SAIS01300N

Tel. 0975 21032 - Fax 0975 21625 – E-mail: [email protected]

L’Istituto “Marco Tullio CICERONE”

L’Istituto

“D. De Petrinis” Sezioni

CAT e IPSASR

Anno Scolastico 2015 - 2016

Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Maria Luisa Buono

L’Istituto “G. Gatta”

Sezioni ITIS e IPSIA

Se tutto sospinge i nostri giovani verso l’assenza di mondo, verso il ritiro autistico, verso la coltivazione di mondi isolati (tecnologici, virtuali, sintoma-tici), la Scuola è ancora ciò che salvaguarda l’umano, l’incontro, le relazioni, gli scambi, le amicizie, le scoperte intellettuali, l’eros. Un bravo insegnante non è forse quello che fa esistere nuovi mondi? Non è quello che crede ancor che un’ora di lezione possa cambiare la vita?”. (M. Recalcati, L’ora di lezione, Einaudi, Torino 2014)

LICEO CLASSICO “M. T. Cicerone” Sala Consilina

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I N D I C E

1) PREMESSA 2) LA MISSION 3) FINALITA’ EDUCATIVE 4) GLI OBIETTIVI FORMATIVI 5) LA PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITÀ DIDATTICHE - I DIPARTIMENTI 6) LE SCELTE DIDATTICHE E METODOLOGICHE 7) VALUTAZIONE E VERIFICHE 8) VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE E OBBLIGO D’ISTRUZIONE 9) IL VOTO DI CONDOTTA 10) ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI RECUPERO 11) IL CREDITO SCOLASTICO

12 ) IL CREDITO FORMATIVO 13) ASSENZE, RITARDI E USCITE ANTICIPATE 14) LA FORMAZIONE DELLE PRIME CLASSI

15) ACCOGLIENZA E ORIENTAMENTO 16) OFFERTA PER ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

a) VALUTAZIONE MATERIE CON OBIETTIVI MINIMI b) VALUTAZIONE MATERIE CON OBIETTIVI DIFFERENZIATI

c) BES d) GLIS-COSTITUZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO INTERISTITUZIONALE SCOLASTICO

17) ALTERNANAZA SCUOLA-LAVORO 18) L’OFFERTA FORMATIVA INTEGRATIVA DEL CURRICULO

19) INSEGNAMENTO DI DISCIPLINE NON LINGUISTICHE (DNL) IN MODALITA’ CLIL 20) FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO DOCENTI 21) L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA

22) GESTIONE E ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI E DEL PERSONALE ATA 23) CALENDARIO SCOLASTICO E PIANO DELLE ATTIVITA’ - ORARIO DELLE LEZIONI 24) VISITE GUIDATE, VIAGGI D'ISTRUZIONE, SCAMBI CULTURALI 25) REGOLAMENTO DELLA SICUREZZA

26) GLOSSARIO

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Istituto di Istruzione Superiore

“Marco Tullio Cicerone”

1. PREMESSA

Il P. O. F . – Piano dell’Offerta Formativa – , è il documento fondamentale della scuo-la dell’Autotomia, l’atto costitutivo con il quale l’istituzione scolastica dà forma sistematica a tutte le attività e ai progetti attraverso i quali intende realizzare concretamente le finalità didattiche ed educative proprie della scuola. Esso, tenendo conto di tutte le risorse umane, professionali, finanziarie e patrimoniali disponibili, fissa le linee-guida di azione, definendo l’identità complessiva dell’Istituto.

A partire dal 1.9.2012, con il dimensionamento della rete scolastica attuata in applicazione delle deliberazioni della Giunta Regionale n.11 del 30.01.2012 e n.36 del 14.02.2012, l’Istituto di Istruzione Superiore “Marco Tullio Cicerone” è articolato nei seguenti indi-rizzi di studio:

LICEO CLASSICO CICERONE

SALA CONSILINA

IPSASR IPSASR SALA CONSILINA

CAT

CAT SALA CONSILINA

IPSIA IPSIA SALA CONSILINA

ITIS SALA CONSILINA

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Il POF dell’Istituto di Istruzione Superiore “Cicerone”, pur nella diversità degli indirizzi presenti al suo interno, si connota per il carattere di:

unitarietà: sono ricondotti ad unità gli aspetti progettuali, didattico-metodologici, organizzativi, finanziari fattibilità: viene effettuata la valutazione della fattibilità delle azioni programmate e la loro effettiva realizzazione chiarezza e trasparenza: nella predisposizione, realizzazione e valutazione del POF si scelgono procedure condivise che assicurano la partecipazione più ampia e la trasparenza, l’informazione e la comunicazione verso l’interno e verso l’esterno legalità: assume efficacia giuridica per tutte le azioni pianificate; la loro realizzazione è assicurata attraverso la piena autonomia funzionale della scuola flessibilità: è finalizzato alla ricerca delle risposte più efficaci rispetto all’obiettivo del successo formativo; responsabilità: implica responsabilità e impegno nei processi decisionali da parte di tutte le componenti della scuola; pubblicizzazione: è pubblico e le modalità della sua pubblicizzazione sono le più ampie e utilizzano tutti i canali di informazione, prioritariamente lo strumento informatico multimediale (sito WEB della scuola); miglioramento: si pone obiettivi da raggiungersi mediante processi e pratiche delle politiche del riesame e della validazione Il POF indica:

i principi basilari cui attenersi nella erogazione del servizio scolastico le finalità educative e gli obiettivi didattico/formativi i criteri di organizzazione e di gestione delle risorse umane e materiali a disposizione le aree di attività dell’Istituto e le modalità generali della loro attuazione Il POF si ispira ai principi fondamentali affermati dalla Costituzione in materia di istruzione e di diritto allo studio, riconosce la centralità dello studente e garantisce:

la pari opportunità di formazione e di istruzione a tutti gli studenti l’imparzialità, obiettività, equità e regolarità nell’erogazione del servizio scolastico l’accoglienza e inserimento nella scuola di tutti gli allievi, con particolare attenzione a quelli provenienti da altre culture o che si trovano in situazione di svantaggio la partecipazione di tutte le componenti scolastiche alla vita della scuola il raggiungimento degli standard prefissati di formazione e di istruzione la realizzazione di una rete di rapporti con le scuole del territorio sia a livello orizzontale che verticale; la valorizzazione delle capacità progettuali dei docenti e la diffusione della cultura dell’Autonomia all’interno dell’Istituto; il consolidamento e la costruzione di nuovi rapporti con il territorio e le Istituzioni, promuovendo una efficace cooperazione;

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l'attenzione alla educazione interculturale attraverso reti di collaborazioni e attività di scambio con le culture europee ed extraeuropee.

Nell’attuazione del POF la scuola, rispettosa dell’identità e delle attitudini personali di cia-scun allievo, conta sulla fattiva e costante collaborazione delle famiglie per realizzare il suo progetto educativo. Essa si impegna ad offrire un ambiente idoneo alla crescita e alla parte-cipazione attiva e responsabile.

Questo POF è stato approvato dal Collegio dei docenti il 25 settembre 2015, verbale n. 3, e dal Consiglio d’Istituto il………, verbale n. …..

2. LA MISSION

I riferimenti prioritari, in continuità con l’ offerta formativa proposta nei precedenti anni scolastici, saranno:

le Competenze chiave per l’ apprendimento per tutto l’ arco della vita - Quadro europeo di riferimento

Strategia di Lisbona Obiettivi di miglioramento individuati nel Rapporto di Autovalutazione e nel Rapporto di

Valutazione L’offerta formativa deve mirare a soddisfare le istanze di sicurezza, autonomia, identità, so-cializzazione, appartenenza, cittadinanza attiva, solidale, consapevole e responsabile. Nel quadro delle finalità e degli obiettivi di apprendimento propri di ogni classe, l’ offerta for-mativa, definita in ottica di continuità verticale e orizzontale, tenderà a realizzare i seguenti obiettivi:

Ridare centralità al discorso educativo rafforzare e qualificare la continuità verticale ed orizzontale; consolidare le competenze chiave di cittadinanza favorendo le attività che maggiormente

vi concorrono; prevenire e contrastare l’insuccesso scolastico; valorizzare le eccellenze; favorire attraverso i Progetti di Miglioramento un processo continuo di autovalutazione e

valutazione di sistema; rafforzare i rapporti con il territorio promuovendo attività e progetti che coinvolgano Enti

ed Associazioni. I risultati attesi sono: 1. lo sviluppo dei nuovi saperi; 2. lo sviluppo negli allievi di una vi-sione “critica” della realtà e del desiderio di sapere; 3. la strutturazione delle abilità di studio e del metodo di lavoro; 4. l’ acquisizione delle competenze chiave di cittadinanza; 5. La capacità di autoanalisi e autovalutazione dei singoli (alunni, docente, personale scola-stico) e dell’ intera Istituzione scolastica.

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3. FINALITA’ EDUCATIVE

Le finalità educative che l’Istituto intende conseguire sottintendono un insieme di principi e valori condivisi dalle componenti della comunità scolastica che tutti si impegnano ad osser-vare quali: Educare alla legalità, all’osservanza delle pari opportunità, alla democrazia, all’esercizio della cittadinanza responsabile e consapevole a livello locale, nazionale, europeo, mondiale. Promuovere il senso di responsabilità verso sé stessi, verso l’ambiente naturale e verso la società, favorendo la maturazione di una forte identità individuale e sociale per la costru-zione del personale progetto di vita. Sviluppare una cultura volta al pluralismo, alla valorizzazione delle identità e delle diffe-renze, all’integrazione delle diversità, alla mediazione dei conflitti, all’apertura e al dialogo collaborativo nei vari ambiti sociali e fra diverse culture.

4. GLI OBIETTIVI FORMATIVI L’Istituto si propone, in tutte le sue articolazioni, di raggiungere i seguenti Obiettivi educati-vi generali: rispetto della dignità delle persone e del Regolamento d’Istituto; disponibilità al confronto e al dialogo; sensibilità alle sollecitazioni culturali; riconoscimento della cultura come valore in sé; assunzione di responsabilità nell’organizzazione autonoma dell’impegno scolastico; capacità di gestire positivamente i cambiamenti; partecipazione attiva e responsabile alla vita comunitaria; capacità di autocritica e di autovalutazione; e i seguenti Obiettivi di apprendimento trasversali (ambito cognitivo): acquisire abilità procedurali: fare, produrre, usare “strumenti”, includendo tra questi in-nanzitutto i testi (dimensione operativo - laboratoriale); interiorizzare conoscenze e quadri concettuali (dimensione cognitiva); imparare ad imparare (dimensione metacognitiva); accedere al lessico disciplinare (dimensione semantica); analizzare, scomporre, sintetizzare, comparare, cogliere problemi e risolverli, formulare ipotesi e verificarle (dimensione rielaborativa).

5. LA PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITÀ DIDATTICHE I DIPARTIMENTI

La programmazione dell’Istituto nel suo complesso è affidata ai Dipartimenti, articolazioni permanenti del Collegio dei Docenti, che rappresentano una nuova modalità organizzativa della progettazione disciplinare. Formati dai docenti di una medesima disciplina o di un'a-rea disciplinare, hanno il compito di approfondire le tematiche relative alle discipline e/o aree disciplinari di propria competenza, elaborare proposte e pareri per il Collegio Docenti,

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promuovere l’individuazione di finalità, obiettivi, livelli minimi di accettabilità in termini di apprendimento per le varie aree disciplinari, criteri di valutazione e strumenti di verifica comuni. Essi riguardano i seguenti ambiti ambiti: 1)Linguistico; 2)Matematico; 3)Scientifico-Tecnologico; 4)Storico-Sociale.

I Dipartimenti -definiscono il curricolo verticale esplicito delle discipline; -riarticolano i programmi in funzione delle conoscenze e competenze individuate come o-biettivi di uscita per il biennio e il triennio; -individuano i nuclei tematici e concettuali fondanti delle discipline; -concordano gli strumenti per le verifiche e le valutazioni disciplinari; -concordano le tipologie e le modalità di recupero.

Le Aree Disciplinari -definiscono gli obiettivi trasversali per le discipline dello stesso asse, -definiscono le tematiche e le programmazioni relative alle aree di progetto; -definiscono tematiche, tempi e modalità di svolgimento dei percorsi pluridisciplinari e delle simulazioni delle terze prove ad essi legate per classi parallele; -individuano i possibili intrecci tematici tra le discipline; -elaborano le griglie di valutazione delle terze prove e delle tipologie di verifica pluridiscipli-nari e interdisciplinari; -definiscono modalità di verifica e criteri di valutazione per la certificazione delle competen-ze per assi.

6. LE SCELTE DIDATTICHE E METODOLOGICHE Ogni Consiglio di Classe, seguendo le indicazioni emerse in sede di Dipartimenti, pro-gramma la scelta dei contenuti didattici delle varie discipline, tenendo presente che: i contenuti delle singole discipline non sono il fine dell’insegnamento, ma lo strumento indi-spensabile per il raggiungimento degli obiettivi (in termini di conoscenze, abilità e compe-tenze) ed il perseguimento delle finalità dell’azione educativa e didattica; i Programmi ministeriali e le Indicazioni Nazionali sono solo la cornice di riferimento, all’interno della quale ogni docente effettua le scelte funzionali al raggiungimento degli o-biettivi prefissati; la programmazione disciplinare e di classe è uno strumento flessibile e integrabile “in itinere”, sia per iniziativa del singolo docente sia per intervento del Consiglio di classe; la programmazione disciplinare tiene conto dell’interdisciplinarietà dei contenuti, esplicitata e condivisa nelle programmazioni dipartimentali e di classe; la valutazione finale riguarda l’intero processo di insegnamento-apprendimento.

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Aspetti metodologici

Dal punto di vista didattico il docente: utilizza la didattica laboratoriale dell’imparare facendo (learning by doing) e non solo quella frontale e verbalistica della classe/auditorium; promuove l’apprendimento/insegnamento cooperativo (cooperative learning); utilizza frequentemente il problem posing e il problem solving; valorizza le intelligenze, nelle loro diverse forme; promuove le conoscenze procedurali (saper come) rispetto a quelle dichiarative (sapere che).

Comportamenti comuni dei docenti

Il docente, nell’ambito delle proprie competenze, ai fini di un’efficace incidenza sul piano educativo e didattico, nel rapportarsi con gli studenti è attento a: creare un clima sereno, accogliente, favorevole all’apprendimento; rispettare i ritmi di apprendimento dei ragazzi; valorizzare l’intelligenza, l’impegno individuale, il senso di responsabilità; stimolare la riflessione, la comprensione e le operazioni logiche dell’induzione, della dedu-zione, dell’astrazione e della generalizzazione; usare la massima trasparenza nella programmazione e nei criteri di valutazione; usare metodologie e strumenti diversi e funzionali agli obiettivi da raggiungere; promuovere l’auto – valutazione e l’auto – correzione.

7. VALUTAZIONE E VERIFICHE “La valutazione ha per oggetto il processo di apprendimento, il comportamento e il rendi-mento scolastico complessivo degli alunni. La valutazione concorre, con la sua finalità an-che formativa e attraverso l’individuazione delle potenzialità e delle carenze di ciascun a-lunno, ai processi di autovalutazione degli alunni medesimi, al miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo formativo…” (comma 3 dell’art. 1 D.P.R. n° 122, 22 giugno 2009). La valutazione, quale strumento di controllo che accompagna il processo di insegnamento – apprendimento, è finalizzata all’accertamento dei livelli di conoscenze, competenze e capaci-tà raggiunti dagli allievi

La valutazione degli apprendimenti Le caratteristiche generali delle procedure di valutazione sono: omogeneità, equità e trasparenza dei criteri di valutazione e degli strumenti usati; coerenza con gli obiettivi programmati in termini di conoscenze e competenze; tempestività nella restituzione degli esiti e trasparenza dei risultati raggiunti; attivazione del processo di autovalutazione; utilizzo della valutazione diagnostica, formativa e sommativa per rilevare i requisiti di par-tenza, controllare l’efficacia delle procedure didattiche seguite, accertare il raggiungimento degli obiettivi didattico – educativi prefissati. La valutazione delle prove non potrà mai avere aspetti punitivi. L'allievo deve essere aiutato a comprendere il suo effettivo livello di preparazione.

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Le verifiche degli apprendimenti: criteri generali

Le verifiche mirano ad accertare il raggiungimento degli obiettivi previsti dalle programma-zioni disciplinari e dai percorsi pluridisciplinari; a valutare l’efficacia dell’azione didattica. Esse sono scandite in sequenze preventivamente definite; si realizzano utilizzando diverse modalità, in base alle specificità della disciplina, agli obiet-tivi del percorso didattico, alle conoscenze, abilità e competenze da verificare; sono coerenti con gli obiettivi programmati; sono proporzionali, dal punto di vista della complessità, rispetto al tempo assegnato.

Modalità di somministrazione

Alcune verifiche, come le prove d’ingresso, quelle conclusive (soprattutto al termine del bi-ennio) e, talvolta, le simulazioni di terze prove per le classi quinte sono concordate e comuni per le classi parallele in cui vengono somministrate. Le tipologie delle prove variano in conformità degli obiettivi che s’intende sottoporre a verifi-ca e per allenare gli alunni alle diverse modalità di accertamento delle conoscen-ze/competenze.

Criteri per l’attribuzione dei voti (valutazione sommativa o ex post)

Alla determinazione del voto finale (sia del trimestre sia del pentamestre) concorrono oltre alle verifiche formative e sommative: le osservazioni sistematiche; i miglioramenti registrati rispetto alla situazione iniziale e anche al contesto classe; il grado di interesse e di partecipazione al dialogo educativo; l’impegno profuso nello studio; il metodo di studio e di lavoro; l’assiduità nella frequenza e nell’adempimento degli impegni scolastici. Per l’attribuzione del voto i docenti utilizzano: l’intera scala decimale dei voti da 1 a 10, secondo i criteri di corrispondenza tra voto e livello di preparazione approvati dal Collegio dei Docenti ( come da scheda allegata); le griglie con i criteri/indicatori concordati nei Dipartimenti disciplinari; voti interi e mai approssimati, soltanto nella valutazione in itinere si possono utilizzare mi-surazioni intermedie tra i numeri interi (mezzo voto). Il rifiuto di sottoporsi all’interrogazione o la consegna del foglio in bianco equivale a prova nulla, classificabile col voto minimo della scala. Nelle valutazioni del 1° trimestre, intermedio e finale lo studente risulta “non classificato” se non ha ottenuto voti o se, pur in presenza di risultati di qualche verifica, questi non sia-no per numero e qualità congruamente atti a motivare un pieno e fondato giudizio sulla preparazione. Nessuna infrazione disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto. Qualora il docente intenda utilizzare, sul registro personale, simboli per memorizzare e do-cumentare osservazioni di tipo cognitivo e non cognitivo è necessario che l’uso di tali simbo-li sia accompagnato da una legenda molto chiara ed esplicativa.

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Griglia di valutazione per l’attribuzione del voto finale Corrispondenza voto/livello di preparazione

1/2 Preparazione inesistente Lo studente: non partecipa all’attività didattica; si sottrae alle verifiche e/o consegna compiti non svolti.

3 Gravemente insufficiente

Lo studente: dimostra un atteggiamento passivo e disinteressato; si impegna scarsamente nello studio; evidenzia gravissime lacune a livello di conoscenze, abilità e competenze

4 Insufficiente

Lo studente: partecipa all’attività didattica con impegno e interesse super-ficiali; evidenzia conoscenze e abilità frammentarie; non usa appropriatamente i linguaggi specifici.

5 Lievemente insufficiente

Lo studente: partecipa all’attività didattica in modo discontinuo; evidenzia conoscenze parziali e/o mnemoniche, applicate in modo non sempre preciso; utilizza imprecisamente i linguaggi specifici

6 Sufficiente

Lo studente: partecipa all’attività didattica con impegno non sempre con-tinuo; evidenzia conoscenze accettabili e abilità essenziali; utilizza un linguaggio semplice e perlopiù corretto Soglia di accettabilità – Livello di sufficienza

7 Discreto

Lo studente: partecipa e si impegna in modo costante ed interessato all’attività didattica, evidenzia una conoscenza appropriata dei contenuti esposti in modo organico; sa sviluppare analisi e sintesi corrette esegue con sufficiente autonomia operazioni complesse

8 Buono

Lo studente: partecipa in modo attivo e costruttivo alle lezioni e si impe-gna con costante interesse; evidenzia conoscenze complete, soddisfacenti abilità operati-ve, logiche e rielaborative. possiede sicure abilità espressive.

9 Ottimo

Lo studente: partecipa in modo critico e costruttivo alle lezioni; si impegna nell’approfondimento autonomo degli argomenti di studio; evidenzia padronanza sicura e completa delle conoscenze; ottime abilità logiche ed argomentative, notevole autonomia critica ed operativa, originalità espressiva.

10 Eccellente

Lo studente: partecipa in modo responsabile, serio e costruttivo all’attività didattica; si impegna in ricerche bibliografiche e approfondimenti per-sonali di ottimo livello; evidenzia conoscenze ampie ed approfondite, abilità operati-ve, logico–critiche ed espressive brillanti ed originali.

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VALUTAZIONE TRIMESTRALE E FINALE - PROCEDURA

1. In sede di scrutinio i voti sono proposti dai singoli docenti (raccolti dal Coordinatore di classe) e devono tradurre concretamente un giudizio motivato e articolato, attraverso la ta-bella di valutazione allegata. 2. Il giudizio relativo ad ogni singola disciplina deve essere desunto da un congruo numero di interrogazioni ed esercizi scritti, grafici o pratici, svolti a casa o a scuola, corretti e classi-ficati nel corso dell’intero a. s. e deve riferirsi ad una valutazione complessiva dell’impegno, interesse e partecipazione dimostrati nell’intero percorso formativo. La proposta di voto tie-ne altresì conto delle valutazioni espresse in sede di scrutinio del 1° trimestre nonché dell’esito delle verifiche intermedie relative al percorso di sostegno e agli interventi di recu-pero effettuati. 3. Il Consiglio di classe, acquisite le singole proposte di voto e i relativi giudizi, in sede di scrutinio assume, nella sua veste di organo collegiale, la competenza a deliberare il voto fi-nale per ogni singola disciplina relativamente ad ogni singolo alunno . Il voto non può esse-re un atto discrezionale del singolo docente ma del Consiglio di Classe, che perverrà alla sua decisione coerentemente con quanto stabilito in sede di Programmazione delle attività educative e didattiche del Consiglio di Classe ad inizio dell’a. s. (obiettivi/criteri di valuta-zione , definizione dei livelli di conoscenze e competenze).

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Si allega scheda prospetto voti scrutinio trimestrale e pentamestrale – giudizi

ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE

LICEO CLASSICO “MARCO TULLIO CICERONE” con annessi ITIS – CAT - IPSIA - IPSASR

via Matteotti, 84036 SALA CONSILINA (SA) Tel. 0975-21032 Fax 0975-21625 - E-Mail: [email protected]

MATERIA…………………………..CLASSE……………SEZIONE………… ANNO SCOLASTICO 2015 - 2016 N C

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CRITERI GENERALI PER L’AMMISSIONE ALLA CLASSE SUCCESSIVA

1. Viene ammesso alla classe successiva l’alunno che nello scrutinio finale riporti una valu-tazione almeno sufficiente in tutte le discipline. 2. Non viene ammesso alla classe successiva l’alunno che nello scrutinio finale presenti del-le carenze gravi che non possono essere colmate né con interventi integrativi né con lo stu-dio autonomo 3. Riporta il giudizio sospeso l’alunno che presenti carenze colmabili nel periodo estivo con interventi integrativi e/o con lo studio individuale autonomo, in applicazione delle vigenti disposizioni in materia di scrutini ed esami nella scuola secondaria superiore. Al fine di favorire un’ azione valutativa coerente, omogenea e comune a tutti i Consigli di Classe , si stabiliscono i seguenti parametri di riferimento, fatta salva l’autonomia di cia-scun Consiglio di Classe di decidere anche in modo difforme, in considerazione della situa-zione specifica di ciascun alunno:

fino a 4 insufficienze NON gravi (voti

4-5)

GIUDIZIO SOSPESO

fino a 3 insufficienze di cui

- n.1 grave (da 1 a 3)

- n.2 NON gravi (voti 4-5)

GIUDIZIO SOSPESO

fino a 3 insufficienze di cui

- n.2 gravi (da 1 a 3)

- n.1 NON grave (voto 5)

GIUDIZIO SOSPESO

n.3 o più insufficienze gravi (voti da1

a 3)

NON AMMESSO

Comunicazione degli esiti delle valutazioni alle famiglie

Gli esiti delle valutazioni sono comunicati alle famiglie nei seguenti modi: attraverso gli incontri scuola-famiglia (uno a fine trimestre con consegna della pagella e uno a metà pentamestre con consegna del pagellino); su appuntamento o nell’ora di ricevimento settimanale in cui ogni insegnante (secondo un orario affisso all’albo e portato a conoscenza degli alunni e delle famiglie) è disponibile ad incontrare i genitori per informazioni sull’andamento didattico - disciplinare dei loro figli; mediante affissione all’albo del tabellone riassuntivo dei voti al termine degli scrutini finali; mediante tempestiva comunicazione alle famiglie in caso di gravi e generalizzate insufficien-ze, nel caso di sospensione del giudizio o non promozione alla classe successiva; in via sperimentale anche attraverso il registro elettronico.

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8. VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE E OBBLIGO D’ISTRUZIONE A partire dall’anno scolastico 2007-2008, come previsto dal comma 622 della legge finanzia-ria 2007, l’istruzione obbligatoria è impartita per almeno dieci anni. Questo ha comportato un’attenta riflessione sulle competenze che, in base al Regolamento sull’obbligo d’istruzione (diramato con D.M. 139 del 22 agosto 2007; G.U. n. 202 del 31 agosto 2007), devono essere raggiunte dagli studenti alla fine del biennio. La finalità dell’obbligo d’istruzione è duplice: 1. assicurare che tutti gli alunni, indipendentemente dal corso di studi frequentato, acqui-siscano a sedici anni le competenze chiave per l’apprendimento permanente, indicate dall’UE il 18 dicembre 2006 come mete irrinunciabili per la cittadinanza europea; 2. arginare il fenomeno della dispersione scolastica, facilitando anche i passaggi da un cor-so di studi all’altro. L’innalzamento dell’obbligo di istruzione non incide sugli attuali ordinamenti, che, dunque, conservano immutate le loro diverse identità. Tuttavia, ogni percorso di studio dovrà predi-sporre nel biennio obbligatorio una programmazione tale da consentire ad ogni alunno l’acquisizione delle otto competenze chiave di cittadinanza: imparare ad imparare (“metacognizione”); progettare; comunicare; collaborare e partecipare; agire in modo autonomo e responsabile; risolvere problemi; individuare collegamenti e relazioni; acquisire ed interpretare l’informazione. Il perseguimento di questi obiettivi dovrà avvenire attraverso conoscenze, abilità e compe-tenze di base ricondotte a quattro assi culturali: asse dei linguaggi, asse matematico, asse scientifico-tecnologico, asse storico-sociale. La competenza è essenzialmente ciò che una persona dimostra di saper fare (anche intellet-tualmente) in modo efficace, in relazione a un determinato obiettivo, compito o attività in un determinato ambito disciplinare o professionale. Il risultato dimostrabile e osservabile di questo comportamento competente è la prestazione o la performance. Utilizzare certe abilità e non altre per risolvere una situazione problematica dà luogo ad una competenza. In effetti, se si accerta in un soggetto la presenza di una competenza, questa è di per sé un indice che il soggetto ha acquisito conoscenze e abilità. Le competenze, dunque, indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e ca-pacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello svilup-po professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia.” Pertanto, in base a quanto previsto dalle Linee guida sull’obbligo d’istruzione e dallo stesso DPR. 122 del 2009, alla fine del biennio obbligatorio saranno certificate le competenze rife-rite ai vari assi, utilizzando il modello di certificazione ministeriale allegato al D.M. 9 del 2010. Progettare per competenze Per certificare una competenza però è necessario che gli insegnanti delle singole discipline, almeno in parte, adeguino la loro programmazione ad una didattica per competenze, ovvero che propongano prove strutturate che facciano riferimento alle competenze classificate sugli Assi culturali e sulle Aree di Indirizzo e Cittadinanza. E’ utile progettare Prove che richiedano un contesto laboratoriale. E’ importante però che sul totale delle Prove ve ne siano un numero consistente che possano essere svolte anche in contesti in cui il Laboratorio non è disponibile. La didattica per competenze non è confinata in Laboratorio ma può essere svolta anche con strumenti “carta e matita”.

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Le prove possono coinvolgere anche competenze afferenti a più assi culturali; in tal caso l’evidenza raccolta con la prova sarà utile come indicatore per competenze diverse, presenti su Schede studenti relative a diversi assi culturali. Ci si chiede poi come sia possibile capire quali sono i nuclei fondamentali delle conoscenze ed abilità da prendere in considerazione nella Certificazione delle competenze. Ebbene, i-dentificando un numero adeguato di situazioni-problema che riescano a coprire un ampio ventaglio di situazioni del mondo reale in cui ci aspettiamo che i nostri studenti “sappiano agire” in modo competente, possiamo, a ritroso, identificare quali sono le conoscenze ed abi-lità che vanno padroneggiate per fronteggiare quelle situazioni. Per l’anno in corso, in via sperimentale, ci si propone di identificare un Format per la pro-gettazione di prove di competenza, finalizzate alla Certificazione di cui al DM 9/2010 per il biennio e per le classi successive.

Tabella di corrispondenza tra me media dei voti nelle discipline afferenti a ciascun asse e livelli di competenze

Media dei voti Livello di competenza Media dei voti compresa tra 6 e 6,50 Livello di base Media dei voti compresa tra 6,51 ed 8 Livello intermedio Media compresa tra 8.01 e 10 Livello avanzato

Valutazione nelle classi prime e seconde Tenuto conto della unitarietà didattico- formativa del biennio, nella valutazione delle classi prime si terrà conto in particolare della dinamica del rendimento, cioè dei miglioramenti ot-tenuti rispetto ai livelli di partenza, e della possibilità di una maturazione delle capacità nell’arco di tempo complessivo. In queste classi, più problematiche per la forte discontinuità rispetto alla scuola secondaria di 1° grado, la non ammissione può essere preludio di ab-bandono scolastico e quindi il Consiglio di Classe dovrà valutare con attenzione e sensibili-tà le singole situazioni, analizzando attentamente l’evoluzione degli studenti nel corso dell’anno scolastico.

9. Il VOTO DI CONDOTTA La legge di conversione 30 ottobre 2008, n.169 ha disposto importanti modifiche al sistema di valutazione degli alunni, in quanto il voto di condotta "concorre alla valutazione comples-siva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi (in sede di scrutinio finale), la non ammissione al successivo anno di corso o all'esame conclusivo del ciclo di studi". Tutto questo perché “La valutazione del comportamento degli alunni nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, si propone di favorire l’acquisizione di una coscienza civile basata sulla consapevolezza che la libertà personale si realizza nell’adempimento dei propri doveri, nella conoscenza e nell’esercizio dei propri diritti, nel rispetto dei diritti altrui e delle regole che governano la convivenza civile in generale e la vita scolastica in particolare” (comma 1 dell’art.7 D.P.R. n. 122, 22 giugno 2009). In base alla normativa citata la valutazione negativa del cinque viene attribuita a seguito di provvedimenti disciplinari (art. 4 comma 1 D.M. n.5 del 16 gennaio 2009) derivanti da una delle seguenti gravi infrazioni: Reati contro la dignità e il rispetto della persona umana o che creino una situazione di pericolo per l’incolumità delle persone; Atti di bullismo e/o di vandalismo; Comportamento irresponsabile e gravemente scorretto a scuola o durante le attività di-dattiche fuori sede.

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Tenuto conto di quanto disposto dalla normativa, posto che il voto di condotta viene attri-buito dall'intero Consiglio di Classe in sede di scrutinio intermedio e finale, il Collegio dei docenti ha individuato i descrittori e proposto una GRIGLIA PER L'ATTRIBUZIONE DEL VOTO DI CONDOTTA come supporto ai lavori dei Consigli:

DESCRITTORI PER L’ATTRIBUZIONE DEL VOTO:

Comportamento corretto nel rapporto con i docenti, il personale ed i compagni; Rispetto del regolamento ( regolamenti di Istituto, dei laboratori…); Uso appropriato delle strutture, delle attrezzature e del materiale dell'Istituto; Frequenza (inteso come frequenza alle lezioni e rispetto della puntualità); Partecipazione alle attività educative, formative e di istruzione ( dialogo educativo in ogni momento, a scuola, durante le visite guidate, svolgendo un ruolo propositivo nell’ambito del gruppo–classe, contribuendo alla socializzazione e all’inserimento dei compagni in difficol-tà); Rispetto delle consegne (compiti e funzioni assegnate); Rispetto delle norme di sicurezza. Griglia di valutazione del comportamento scolastico degli studenti VOTO INDICATORI DESCRITTORI

10

Rispetto delle regole, delle persone e dei ruoli, dei beni della scuola e altrui

Lodevole

Partecipazione al dialogo educativo e alla vita della scuola

Responsabile e propositiva

Adempimento dei doveri scolastici Regolare e serio Frequenza Assidua e puntuale Interesse ed impegno Vivo e produttivo

9

Rispetto delle regole, delle persone e dei ruoli, dei beni della scuola e altrui

Scrupoloso

Partecipazione al dialogo educativo e alla vita della scuola

Attiva e costruttiva

Adempimento dei doveri scolastici Costante Frequenza Assidua Interesse ed impegno Notevoli

8

Rispetto delle regole, delle persone e dei ruoli, dei beni della scuola e altrui

Consapevole

Partecipazione al dialogo educativo e alla vita della scuola

Interessata

Adempimento dei doveri scolastici Complessivamente proficuo Frequenza Regolare Interesse ed impegno Continui

7

Rispetto delle regole, delle persone e dei ruoli, dei beni della scuola e altrui

Richiami per episodiche e non gravi mancanze di rispet-to nei confronti del Dirigente, dei docenti, dei compagni, del personale e dei beni altrui.

Partecipazione al dialogo educativo e alla vita della scuola

Poco collaborativa

Adempimento dei doveri scolastici Non sempre puntuale Frequenza Non sempre regolare ( assenze non giustificate; frequen-

ti ritardi e/o uscite anticipate) Interesse ed impegno Non sempre continui

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6

Rispetto delle regole, delle persone e dei ruoli, dei beni della scuola e altrui

Richiami scritti per comportamenti poco rispettosi nei confronti del Dirigente, del personale docente e non do-cente, dei beni della scuola

Partecipazione al dialogo educativo e alla vita della scuola

Poco interessata e a volte di disturbo

Adempimento dei doveri scolastici Poco puntuale Frequenza Discontinua con frequenti ritardi e/o uscite anticipate Interesse ed impegno Passivi e incostanti

5

Rispetto delle regole, delle persone e dei ruoli, dei beni della scuola e altrui

Frequenti richiami scritti per gravi e reiterate mancanze nei confronti del personale docente e non docente, dei compagni e dei beni della scuola. Sanzioni disciplinari con allontanamento dalla scuola per più di 15 giorni.

Partecipazione al dialogo educativo e alla vita della scuola

Disinteressata e di disturbo

Adempimento dei doveri scolastici Inesistente Frequenza Ripetute assenze non giustificate Interesse ed impegno Assenti

10. ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI RECUPERO Le attività di recupero costituiscono parte ordinaria e permanente del Piano dell'offerta formativa. In esse rientrano gli interventi di sostegno che hanno lo scopo fondamentale di prevenire l’insuccesso scolastico e si realizzano in ogni periodo dell’anno scolastico, a co-minciare dalle fasi iniziali. Esse sono tendenzialmente finalizzate al tempestivo recupero delle carenze rilevate ed alla progressiva riduzione dei debiti

Le attività di recupero e di sostegno sono programmate ed attuate dai Consigli di classe sulla base dei criteri didattico- metodologici definiti dal Collegio dei docenti e delle indica-zioni organizzative approvate dal Consiglio d'Istituto.

Ai sensi della normativa citata, è data facoltà alle famiglie di esonerare, con comunicazione scritta, gli alunni dalla partecipazione agli interventi di recupero, ma non dalle prove di ve-rifica.

Il recupero degli allievi deve avvenire già nelle ore curriculari e, per rafforzare le conoscenze e colmare le lacune, vengono organizzati appositi corsi in orario pomeridiano compatibil-mente con le disponibilità economiche del FIS individuate in sede di contrattazione decentrata. Gli interventi di recupero successivi alla valutazione del 1° trimestre potranno essere realiz-zati tramite corsi pomeridiani per gruppi di studenti, omogenei per le carenze dimostrate nelle stesse discipline, provenienti da classi parallele. Gli alunni saranno raggruppati se-condo la valutazione riportata: 2 – 4/10. Il Collegio dei docenti ha deliberato che le attività di recupero si dovranno svolgere da gen-naio a metà marzo. Tutti gli interventi di recupero, in qualunque forma essi si svolgano, dovranno essere formalizzati dal Consiglio di classe, documentati in ogni loro fase su apposito registro, sot-toposti a prova di verifica formale da conservare agli atti, comunicati alle famiglie con lette-ra/modello sulla quale vengano specificati tempi e modalità. Alle famiglie sarà altresì co-municato l’esito della verifica formale Al termine di ciascuno intervento di recupero realizzato nel corso dell'anno scolastico, i docenti delle discipline interessate svolgeranno verifiche documentabili volte ad accertare l'avvenuto superamento delle carenze riscontrate. Le modalità di realizzazione delle suddet-te verifiche sono deliberate dai Consigli di classe che, in relazione alla natura della o delle

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discipline oggetto degli interventi di recupero, possono prevedere verifiche scritte o scrit-to/grafiche e/o orali. Ogni alunno potrà partecipare massimo a due corsi di recupero pomeridiani alla setti-mana. Si ritiene, infatti, difficoltoso ed impossibile per l’alunno frequentarne un numero maggiore a causa, non solo delle sue difficoltà di apprendimento, ma anche per problemi dovuti al trasporto. Le famiglie degli alunni interessati agli interventi di recupero saranno informate tramite let-tera/modello. I corsi di recupero saranno di norma tenuti dai docenti degli alunni individuati quali de-stinatari, che dichiarano la loro disponibilità. Nel caso tuttavia di carenze di disponibilità dei docenti, specialmente per il periodo esti-vo, il Collegio individua gli eventuali insegnanti secondo il seguente ordine e i seguenti cri-teri di qualità, da sottoporre all’approvazione del Consiglio di Istituto:

docenti titolari della disciplina in classi parallele e in altre classi docenti titolari di discipline affini in classi parallele e in altre classi docenti aventi titolo ad insegnare la disciplina, anche se in servizio in altra classe di concorso docenti supplenti presenti nelle graduatorie di istituto

11. IL CREDITO SCOLASTICO Con il termine “credito scolastico” si intendono i punti che i docenti assegnano allo scruti-nio finale di ogni anno scolastico agli alunni frequentanti il triennio degli istituti di scuola secondaria superiore.

I crediti costituiscono parte del punteggio finale dell’esame di Stato conclusivo (fino ad un massimo di 25 punti sui 100 totali).

Per le classi del triennio, il credito scolastico per i candidati interni si attribuisce secondo quanto prevede la Tabella di seguito riportata

TABELLA CREDITI SCOLASTICI D.M. n.99 del 16 dicembre 2009

Media dei voti Credito scolastico (Punti) I anno II anno III anno

M = 6 3-4 3-4 4-5 6 <M ≤ 7 4-5 4-5 5-6 7 < M ≤ 8 5-6 5-6 6-7 8 < M <=9 6-7 6-7 7-8

M > 9 7-8 7-8 8-9 M rappresenta la media dei voti conseguiti in sede di scrutinio finale di ciascun anno scola-stico. Il credito scolastico, da attribuire nell'ambito delle bande di oscillazione indicate dalla precedente tabella, va espresso in numero intero e deve tenere in considerazione, oltre la media M dei voti, anche l'assiduità della frequenza scolastica, l'interesse e l'impegno nella partecipazione al dialogo educativo e alle attività complementari ed integrative ed eventuali crediti formativi.

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All'alunno che è stato promosso alla penultima classe o all'ultima classe del corso di studi con un debito formativo, va attribuito il punteggio minimo previsto nella relativa banda di oscillazione della tabella. In caso di accertato superamento del debito formativo riscontrato, il Consiglio di classe può integrare in sede di scrutinio finale dell'anno scolastico successivo il punteggio minimo assegnato, nei limiti previsti dalla banda di oscillazione cui appartiene tale punteggio. Nei confronti degli alunni che abbiano saldato nell'ultimo anno di corso i debiti formativi contratti nel terzultimo anno non si procede alla eventuale integrazione del credito scolastico relativo al terzultimo anno. Gli alunni che non abbiano saldato i debiti formativi contratti nel terzultimo e nel penultimo anno di corso non sono ammessi a sostenere l'esame di Stato. Per la terza classe degli istituti professionali M è rappresentato dal voto conseguito agli e-sami di qualifica, espresso in decimi (ad esempio al voto di esami di qualifica di 65/centesimi corrisponde M = 6,5). Il Consiglio di classe nello scrutinio finale dell’anno di corso può motivatamente integrare, fermo restando il massimo di 25 punti attribuibili, a norma del comma 4 dell’art. 11 del D.P.R. n. 323/1998, il punteggio complessivo conseguito dall’alunno, quale risulta dalla somma dei punteggi attribuiti negli scrutini finali degli anni precedenti. Le deliberazioni, re-lative a tale integrazione, opportunamente motivate, vanno verbalizzate con riferimento alle situazioni oggettivamente rilevanti e idoneamente documentate.

12. IL CREDITO FORMATIVO

Criteri di attribuzione del credito scolastico: attività complementari e integrative

Agli studenti promossi è attribuito un punteggio aggiuntivo a quello ottenuto dalla media dei voti se, oltre all’assiduità della frequenza, all’interesse e all’impegno dell’alunno nella partecipazione al dialogo educativo, questi saranno in possesso di una certificazione atte-stante la partecipazione ad attività complementari e integrative, svolte sia all’interno sia all’esterno della scuola. Le esperienze che danno luogo a credito formativo, debitamente documentate, contribui-scono alla valutazione finale ed alla determinazione del punteggio del credito scolastico sol-tanto all'interno della banda di oscillazione corrispondente alla media dei voti riportati nello scrutinio finale. Danno diritto all’acquisizione dei crediti formativi le attività continuative coerenti con gli o-biettivi culturali ed educativi dell’indirizzo di studi, legate alla formazione della persona ed alla sua crescita umana. La documentazione relativa all’esperienza deve comprendere in ogni caso un’attestazione proveniente da Enti, associazioni, Istituzioni (se esteri, riconosciuti dall’autorità diplomatica e consolare nei casi richiesti), e deve contenere una sintetica descrizione dell’esperienza stessa, i risultati conseguiti e le competenze acquisite. Le certificazioni hanno validità per l’anno scolastico in corso o per l’anno scolastico succes-sivo solo se gli esami conclusivi dell’attività praticata si svolgono successivamente agli scru-tini finali. Tali certificazioni valgono per un anno dalla data di emissione. Vengono prese in considerazione attestazioni pervenute dopo il termine del 15 maggio sol-tanto se gli esami conclusivi di un’attività praticata nel corso dell’intero anno scolastico si

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svolgono successivamente a tale data. In ogni caso non si terrà conto di attestazioni perve-nute dopo gli scrutini finali.

Tipologie di attività esterne

Attività culturali Danno titolo al riconoscimento del credito formativo le attività svolte presso enti culturali riconosciuti della durata di almeno 20 ore. Le certificazioni concernenti le attività di forma-zione nel settore linguistico devono ottemperare a quanto disposto dal D. M. n. 49/00, art. 3, commi 3 e 4 e dalla C. M. n. 117/00.

Attività sportive · Le attività sportive devono venir certificate dalla società o dall’associazione presso la quale sono state svolte, con un’indicazione del tipo e del livello di attività praticata, della frequen-za e della durata degli allenamenti e dell’eventuale partecipazione a manifestazioni locali, nazionali e/o internazionali. Le attività devono avere una durata ≥ 20 ore.

Attività di carattere sociale e ambientale Sono riconosciute le attività continuative certificate da associazioni pubbliche e private (purché dotate di personalità giuridica) definite nel dettaglio sia per quanto riguarda la tipo-logia sia in relazione alla durata, che deve essere almeno semestrale. Rientrano in tali attivi-tà anche le donazioni di sangue.

Attività lavorative Danno titolo al riconoscimento del credito formativo le attività lavorative svolte presso a-ziende (pubbliche e/o private), della durata di almeno 100 ore annuali. Le certificazioni de-vono corrispondere a quelle previste per i rapporti di lavoro di apprendistato o similari, pre-viste dalla normativa vigente.

13. ASSENZE, RITARDI E USCITE ANTICIPATE Per procedere alla valutazione finale, come stabilito dall’art. 14, comma 7, del D.P.R. 122/2009, è richiesta la frequenza di almeno tre quarti del monte ore annuale delle lezioni, inteso come monte orario complessivo di tutte le discipline previste dai piani di studio pro-pri di ciascuno dei percorsi del nuovo o vecchio ordinamento, e non come quota oraria an-nuale di ciascuna disciplina. Esso è comprensivo di tutte le attività didattiche che rientrano nel curricolo individuale di ciascuno studente. In proposito l’ISTITUTO può stabilire per casi eccezionali motivate e straordinarie deroghe al suddetto limite.

Tali deroghe devono comportare un percorso di recupero concordato con l'istituzione scola-stica e sono concesse a condizione, comunque, che le assenze complessivamente totalizzate non pregiudichino, a giudizio del Consiglio di classe, la possibilità di procedere alla valuta-zione degli alunni interessati. Il Consiglio di Classe determina nel merito con specifica deli-bera motivata.

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Ai sensi dell’art.14, comma 7, del DPR n.122/2009, la C.M. n.20 del 4-3-2011, ha previsto, a titolo indicativo e nel rispetto dell’autonomia scolastica, fra le casistiche apprezzabili ai fi-ni delle deroghe, le assenze dovute a:

gravi motivi di salute adeguatamente documentati (assenze di più giorni per ricovero ospedaliero o in casa di cura, documentato con certificato di ricovero e di dimissione e successivo periodo di convalescenza prescritto all’atto della dimissione e convalidato da un medico del SSN; assenze ricorrenti o di più giorni per gravi problemi di salute documentati con certificato di un medico del SSN attestanti la gravità della patologia); terapie e/o cure programmate, debitamente documentate; assenze prolungate e/o ricorrenti per gravi e documentati motivi di famiglia (della più stretta cerchia di familiari: genitori, facenti le veci, sorelle/fratelli, figli). donazioni di sangue; partecipazione ad attività sportive e agonistiche organizzate da federazioni riconosciute dal C.O.N.I.; adesione a confessioni religiose per le quali esistono specifiche intese che considerano il sabato come giorno di riposo (cfr. Legge n. 516/1988 che recepisce l’intesa con la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno; Legge n. 101/1989 sulla regolazione dei rapporti tra lo Stato e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sulla base dell’intesa stipulata il 27 febbraio 1987). Non sono computate come ore di assenza: − la partecipazione ad attività organizzate dalla scuola (campionati studenteschi, progetti didattici inseriti nel POF e/o approvati dal Consiglio di classe, attività di orientamento, ecc.); − la partecipazione a stage e percorsi di alternanza scuola - lavoro; −la partecipazione ad esami di certificazione esterna o a concorsi per l’accesso all’Università o altri percorsi post diploma (max. 2 giorni); − assenze per causa di forza maggiore (calamità naturali, neve, disservizi nei trasporti). Sono computate come ore di assenza secondo il numero delle ore giornaliere effettive: -assenze per malattia (assenze brevi inferiori a cinque giorni per influenza, disturbi fisici passeggeri, o assenze per visite specialistiche) ; - assenze per motivi familiari non gravi; - assenze collettive; - assenze dalle assemblee d’Istituto; - non frequenza in caso di non partecipazione a viaggi d’istruzione o a visite guidate. Il mancato conseguimento del limite minimo di frequenza, comprensivo delle deroghe rico-nosciute, comporta la non validità dell’anno scolastico e la conseguente esclusione dallo scrutinio finale e la non ammissione alla classe successiva o all’esame finale. Di tale accer-tamento e della eventuale impossibilità di procedere alla valutazione per l’ammissione alla classe successiva o all’esame si dà atto mediante redazione di apposito verbale da parte del Consiglio di classe. A tal fine, all’inizio dell’anno scolastico le istituzioni scolastiche comunicano a ogni studente e alla sua famiglia il relativo orario annuale e il limite minimo delle ore di presenza com-plessive da assicurare per la validità dell’anno. La scuola deve fornire informazioni puntuali ad ogni studente e alla sua famiglia sulla quantità oraria di assenze accumulate. Per quanto riguarda i ritardi in entrata, gli alunni giunti dopo le ore 8.30, ma non oltre le 8.40 vengono ammessi alle lezioni, previa autorizzazione del Dirigente Scolastico o di uno dei Collaboratori del Dirigente. Gli alunni giunti dopo le 8.40 vengono ammessi alle lezioni alla seconda ora sempre previa autorizzazione. Dopo cinque ritardi vengono tempestivamen-

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te informate le famiglie, per il tramite dell’ufficio di Dirigenza o cura del docente Coordinato-re della classe. Anche le uscite anticipate sono autorizzate dal Dirigente Scolastico o da uno dei Collabora-tori e sono annotate dal docente di classe sul registro. Le uscite sono consentite solo in caso di assoluta e comprovata necessità o in presenza di un genitore. LA SCUOLA NON CONSENTE L’USCITA ANTICIPATA SE NON PREVIO AVVISO AI GE-NITORI E PERMESSO DEGLI STESSI.

14. LA FORMAZIONE DELLE PRIME CLASSI I criteri deliberati dal Collegio dei Docenti e dal Consiglio dell’Istituto per la formazione delle classi prime sono di norma i seguenti: opzioni di indirizzo espresse dagli studenti al momento dell’iscrizione; omogenea distribuzione di alunni relativamente al sesso e al numero per classe; omogenea distribuzione di alunni di fasce di livello diverse, determinate sulla base del vo-to di profitto degli esami di terza media, per classe; presenza di fratelli o sorelle nella stessa sezione; ragazzi provenienti dallo stesso paese.

15. ACCOGLIENZA E ORIENTAMENTO

Accoglienza L’accoglienza non è soltanto un intervento episodico ed iniziale, ma si sviluppa nell’arco dei cinque anni con l’obiettivo di favorire l’inserimento di tutti gli studenti in un contesto che intende essere di inclusione ed appartenenza. L’integrazione degli alunni diversamente abili e la prevenzione del fenomeno dispersione rientrano nel progetto accoglienza, in vista del quale il nostro Istituto intende

dare informazioni agli iscritti e alle loro famiglie, sin dal primo giorno di scuola, su figure di riferimento, regole, luoghi, offerta formativa;

aiutare gli studenti in difficoltà di inserimento; utilizzare schede diagnostiche per l’individuazione dei bisogni formativi degli alunni, ela-

borate anche in un lavoro di rete con le scuole medie di provenienza (raccordo per la conti-nuità verticale);

analizzare le schede di valutazione del ciclo di provenienza; attuare iniziative socializzanti (attività comuni); accertare i prerequisiti per aree trasversali e disciplinari ( primi quindici giorni di lezione); pianificare gli interventi di recupero precoce ( ottobre- novembre); procedere all’eventuale ri - orientamento (novembre-dicembre); creare all’interno delle classi un clima fondato sul rispetto delle persone e delle diversità; seguire la crescita degli alunni, aiutandoli a costruire e definire interessi e attitudini, an-

che in vista dell’orientamento universitario e lavorativo.

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Il progetto accoglienza Il “progetto accoglienza”, destinato agli alunni delle prime classi, ha come suo fine di rende-re facile l’integrazione e costruttiva la partecipazione degli studenti, provenienti da paesi e scuole medie di diversi paesi, alle varie attività della scuola e mira a creare un sereno clima di rapporti interpersonali tra tutti coloro che operano nellascuola. Orientamento Durante il primo anno del ciclo di studi superiori, i docenti del Consiglio di classe verificano per ciascuno studente che la scelta di indirizzo sia corrispondente alle sue aspettative, ai suoi interessi, alle sue effettive capacità. Nel caso in cui una scelta poco consapevole crei difficoltà di apprendimento, che possono riflettersi negativamente sullo sviluppo della per-sonalità, la scuola si fa tempestivamente carico del problema ed avvia, con il coinvolgimento attivo della famiglia, un processo di ri-orientamento che ha l’obiettivo di “accompagnare” lo studente verso un indirizzo di studi a lui più congeniale, evitandogli il trauma della ripeten-za. Per orientamento si intendono tutte quelle attività che aiutano i giovani a conoscere meglio le proprie attitudini e ad operare scelte consapevoli. La nostra scuola realizza due forme di orientamento: orientamento in entrata: rivolto agli alunni della scuola media di primo grado; orientamento in uscita: rivolto agli studenti del quinto anno. Obiettivi dell’orientamento in entrata:

Orientare gli alunni verso una scelta motivata e consapevole che dia loro garanzie di suc-cesso formativo. Ogni Istituto adotterà strumenti e modalità operative per realizzare l’orientamento in entra-ta. Obiettivi dell’orientamento in uscita:

Promuovere un’informazione corretta e aggiornata riguardo al sistema universitario ri-formato;

fornire agli studenti gli strumenti per un bilancio delle proprie competenze, in vista di una scelta universitaria più ponderata;

migliorare i collegamenti della scuola con l’Università, per realizzare forme di collabora-zione che rendano più efficace l’orientamento in uscita. Ogni Istituto adotterà strumenti e modalità operative per realizzare l’orientamento in uscita. Accoglienza e integrazione degli alunni stranieri “ L’educazione interculturale costituisce lo sfondo da cui prende avvio la specificità di per-corsi formativi rivolti ad alunni stranieri, nel contesto di attività che devono connotare l’azione educativa nei confronti di tutti. La scuola infatti è un luogo centrale per la costruzione e condivisione di regole comuni, in quanto può agire attivando una pratica di vita quotidiana che si richiami al rispetto delle forme democratiche di convivenza e soprattutto, può trasmettere le conoscenze storiche, so-ciali, giuridiche ed economiche che sono saperi indispensabili nella formazione della citta-dinanza societaria. L’educazione interculturale rifiuta sia la logica dell’assimilazione, sia la costruzione ed il rafforzamento di comunità etniche chiuse ed è orientata a favorire il confronto, il dialogo, il reciproco arricchimento entro la convivenza delle differenze ” ( Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri del 23 Ottobre 2006).

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Con il termine “ accoglienza ” ci si riferisce all’insieme degli adempimenti e dei provvedi-menti attraverso i quali viene formalizzato il rapporto dell’alunno e della sua famiglia con la realtà scolastica, unitamente a tutti gli interventi didattico - educativi necessari per garan-tire un efficace inserimento dell’alunno e il suo successo scolastico. Gli ambiti entro cui tale rapporto si sviluppa attengono a tre aree distinte: A. area amministrativa B. area comunicativo- relazionale C. area educativo- didattica AREA AMMINISTRATIVA I Compiti del settore amministrativo sono: Acquisire la domanda di iscrizione utilizzando una modulistica plurilingue; Fornire ai genitori stranieri materiale tradotto per una pri-ma essenziale informazione sull’ Istituto (organizzazione, calendario, orari, curricoli, indiriz-zi,ecc…) ; Raccogliere la documentazione necessaria: documenti sanitari, documenti sco-lastici, autocertificazioni; Consegnare un riepilogo informativo sugli indirizzi e sulle regole della scuola; Comunicare l'arrivo del nuovo alunno straniero ai docenti referenti; Co-municare alla famiglia le date degli incontri con gli insegnanti della Commissione di acco-glienza e, se necessario, con il mediatore linguistico. AREA COMUNICATIVO-RELAZIONALE La gestione dell’accoglienza implica all’interno dell’istituto un lavoro costante di formazione del personale, attraverso gli strumenti che la scuola, nella sua autonomia, riterrà di adotta-re. Di particolare importanza risulta la capacità della scuola di facilitare la comunicazione con la famiglia dell’alunno, prestando attenzione anche agli aspetti non verbali, facendo ri-corso, ove possibile, a mediatori culturali o ad interpreti, per superare le difficoltà linguisti-che ed anche per facilitare la comprensione delle scelte educative della scuola stessa. AREA DIDATTICO-EDUCATIVA Per l’approfondimento e la rilevazione dei dati relativi all’alunno straniero è opportuno fissa-re un colloquio con la sua famiglia utile sia per comunicare informazioni sull’organizzazione della scuola, sulle modalità di rapporto scuola-famiglia sia per raccogliere informazioni sul-la storia personale e scolastica dell’alunno. La presenza del mediatore culturale, ove neces-saria, può contribuire a creare un clima sereno di comunicazione reale. Il primo colloquio, fondamentale per un sereno e proficuo ingresso dell’alunno a scuola, va preparato coinvol-gendo tutti i soggetti interessati. E’ utile riuscire ad accertare alcuni livelli di competenze ed abilità per definire l’assegnazione alla classe. Rimane, però, fondamentale il criterio generale di inserire l’alunno secondo l’età anagrafica (art. 45 del D.P.R. 394/99). Slittamenti di un anno su classe inferiore vanno ponderati con molta attenzione in relazione ai benefici che potrebbero apportare e sentita la famiglia. Scelte diverse andranno valutate caso per caso dalle istitu-zioni scolastiche. Per un pieno inserimento è necessario che l’alunno trascorra tutto il tem-po scuola nel gruppo classe, fatta eccezione per progetti didattici specifici, ad esempio l’apprendimento della lingua italiana, previsti dal piano di studio personalizzato. L’immersione, in un contesto di seconda lingua parlata da adulti e compagni, facilita l’apprendimento del linguaggio funzionale.

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Percorsi di istruzione Il decreto legislativo n. 226/2005, relativo al II ciclo, all’art. 1, comma 12, introduce nell’ordinamento italiano l’obbligo del conseguimento del titolo di scuola secondaria di I grado ai fini della prosecuzione del percorso formativo nel secondo ciclo: “Al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione si accede a seguito del superamento dell’esame di Stato conclusivo del I ciclo d’istruzione”. Per offrire risposte positive ai ragazzi in età compresa tra i 15 e i 18 anni, che non sono in possesso di tale titolo o di un titolo equivalente, vanno previste azioni organiche e di siste-ma, tenendo conto della flessibilità necessaria a corrispondere alle diverse situazioni degli utenti. Un’importante risorsa per l’integrazione dei ragazzi stranieri è quella rappresentata dai Centri Territoriali Permanenti (O.M. n. 455/97). Sono, altresì, auspicabili azioni contro la dispersione da parte delle scuole secondarie di I grado in rete con le scuole secondarie di II grado per definire piani di studio personalizzati finalizzati anche al conseguimento del titolo di studio di scuola secondaria di I grado. E’ possibile, ad esempio, da parte di un Istituto di II grado accogliere giovani stranieri che, per età e in possesso di almeno 9 anni di scolarità, hanno diritto di frequentare tale corso di studi, attivando, però contestualmente, un percorso atto a far loro acquisire anche il titolo di scuola secondaria di I grado spendibile nell’inserimento culturale e sociale esperienze già realizzate in molte realtà del territorio e può trovare opportunità di ampliamento e diffusio-ne tramite apposite convenzioni da siglare tra CTP e centri di istruzione e formazione. L’insegnamento dell’italiano e altri apprendimenti linguistici Uno degli obiettivi prioritari nell’integrazione degli alunni stranieri è quello di promuovere l’acquisizione di una buona competenza nell’italiano scritto e parlato, nelle forme ricettive e produttive, per assicurare uno dei principali fattori di successo scolastico e di inclusione sociale. Gli alunni stranieri, al momento del loro arrivo, si devono confrontare con due di-verse strumentalità linguistiche: - la lingua italiana del contesto concreto, indispensabile per comunicare nella vita quotidia-na (la lingua per comunicare); - la lingua italiana specifica, necessaria per comprendere ed esprimere concetti, sviluppare l’apprendimento delle diverse discipline e una riflessione sulla lingua stessa (la lingua dello studio). La lingua per comunicare può essere appresa in un arco di tempo che può oscillare da un mese a un anno, in relazione all’età, alla lingua d’origine, all’utilizzo in ambiente extrascola-stico. Per apprendere la lingua dello studio, invece, possono essere necessari alcuni anni, considerato che si tratta di competenze specifiche. Lo studio della lingua italiana deve esse-re inserito nella quotidianità dell’apprendimento e della vita scolastica degli alunni stranie-ri, con attività di laboratorio linguistico e con percorsi e strumenti per l’insegnamento in-tensivo dell’italiano. L’apprendimento e lo sviluppo della lingua italiana come seconda lingua deve essere al cen-tro dell’azione didattica. Occorre, quindi, che tutti gli insegnanti della classe, di qualsivoglia disciplina, siano coinvolti. L’Orientamento Le istituzioni scolastiche devono assicurare anche agli studenti stranieri un percorso orien-tativo completo e continuativo, affinché possano provvedere in modo adeguato alle proprie scelte scolastiche e lavorative. Tale processo deve avere inizio nella scuola secondaria di primo grado, con il coinvolgimento delle famiglie e la produzione di materiale informativo in una pluralità di lingue, con una particolare cura nella spiegazione dei processi di riforma in atto nel sistema dell’istruzione e della formazione. I mediatori linguistici e culturali La richiesta di mediatori linguistici e culturali in ambito educativo e scolastico si accompa-gna all’aumento della presenza di allievi stranieri. Il mediatore può collaborare in:

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- compiti di accoglienza, tutoraggio e facilitazione nei confronti degli allievi neo arrivati e delle loro famiglie; - compiti di mediazione nei confronti degli insegnanti; fornisce loro informazioni sulla scuo-la nei paesi di origine, sulle competenze, la storia scolastica e personale del singolo alunno; - compiti di interpretariato e traduzione (avvisi, messaggi, documenti orali e scritti) nei con-fronti delle famiglie e di assistenza e mediazione negli incontri dei docenti con i genitori, so-prattutto nei casi di particolare problematicità; - compiti relativi a proposte e a percorsi didattici di educazione interculturale, condotti nelle diverse classi, che prevedono momenti di conoscenza e valorizzazione dei Paesi, delle cultu-re e delle lingue d’origine. Dal punto di vista della normativa, le leggi sull’immigrazione (Legge n. 40 del 6 marzo 1998 e n. 189 del 30 luglio 2002) fanno esplicitamente riferimento a questa figura professionale: “lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni nell’ambito delle proprie competenze favoriscono la realizzazione di convenzioni con associazioni per l’impiego, all’interno delle proprie strut-ture, di stranieri titolari di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di durata non infe-riore a due anni, in qualità di mediatori interculturali, al fine di agevolare i rapporti tra le singole amministrazioni e gli stranieri appartenenti ai diversi gruppi etnici, nazionali, lin-guistici e religiosi” (Legge n. 40/98, art. 40, comma 1). La formazione del personale della scuola L’educazione interculturale non è una disciplina aggiuntiva, ma una dimensione trasversa-le, uno sfondo che accomuna tutti gli insegnanti e gli operatori scolastici. Diventa, quindi, prioritario il tema della formazione, iniziale e in servizio, dei docenti e di tutto il personale della scuola, soprattutto del personale amministrativo che per primo entra in contatto con le famiglie. Valutazione degli alunni stranieri E’ riferita al percorso individualizzato messo in atto, i progressi realizzati, gli obiettivi rag-giunti, la motivazione, l'impegno e le potenzialità di apprendimento dimostrate. Il consiglio di classe, per poter valutare l’alunno straniero non alfabetizzato in lingua italia-na, deve programmare interventi di educazione linguistica e percorsi disciplinari appropria-ti, elaborando, se necessario, un percorso educativo personalizzato. Ciascun docente, nell’ambito della propria disciplina, deve - opportunamente - indicare nella programmazione disciplinare annuale di classe gli obiettivi minimi previsti per gli a-lunni stranieri e i contenuti ritenuti fondamentali e semplificati che verranno affrontati. Il lavoro svolto dall’alunno nei corsi di alfabetizzazione o di sostegno linguistico, che è oggetto di verifiche orali e scritte, viene considerato parte integrante della valutazione di Italiano L2. Alla fine del primo quadrimestre il Consiglio di Classe, dopo aver preso in esame gli elemen-ti sopra indicati, può esprimere una valutazione di questo tipo: “ La valutazione non viene espressa in quanto l’alunno si trova nella fase di alfabetizzazione in lingua italiana” Oppu-re: “La valutazione espressa fa riferimento al piano educativo personalizzato, programmato per gli apprendimenti in quanto l’alunno si trova nella fase di alfabetizzazione in lingua ita-liana”. Libri di testo, biblioteche, materiali didattici Strumenti preziosi possono essere i libri in lingua originale, bilingui o plurilingui, i testi fa-cilitati, gli strumenti per l’avviamento ai testi e i dizionari nelle diverse lingue, i video e i cd rom multimediali sulle diverse lingue e culture prodotti dall’editoria, dalle stesse istituzioni scolastiche e dalle associazioni degli immigrati, le autobiografie degli immigrati e degli emi-grati italiani. Diventa strategico da parte delle scuole potenziare le biblioteche scolastiche nella dimensione multilingue e pluriculturale, anche in collaborazione con i servizi multi-

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culturali delle biblioteche pubbliche, con i centri interculturali e di documentazione e con le associazioni di immigrati. La scuola aderisce al “Progetto Intercultura”.

16. OFFERTA PER ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI L’Istituto s’impegna ad offrire le condizioni ottimali affinché anche gli alunni che presentino diversabilità possano raggiungere gli obiettivi culturali e formativi prefissati e realizzare il loro progetto di vita attraverso la predisposizione di un curriculo costruito sulle specifiche esigenze che quella diversabilità comporta. L’insegnante per le attività di sostegno è una risorsa professionale assegnato alla classe per rispondere alle maggiori necessità educative che la presenza dell’alunno diversabile comporta e utilizzando le sue competenze specialistiche e la sua competenza metodologica favorisce il processo di integrazione, la crescita personale e l’apprendimento di tutti gli alunni. Egli , con-titolare della classe, condivide con i docenti curriculari la responsabilità educativa-didattica dell’intera classe. . L'integrazione degli alunni in situazione di handicap è garantita, oltre che dal rispetto delle norme di legge, dal rispetto delle seguenti norme e modalità attuative:

finalità e obiettivi educativi del piano educativo e didattico annuale di ogni consiglio di classe valgono per gli alunni normodotati e per gli alunni che presentano diversabilità. Per questi ultimi, sulla base del profilo dinamico funzionale, possono essere previsti obiettivi didattici, strategie e contenuti più accessibili, rapportandoli all'età mentale dello studente, attraverso una puntuale articolazione. Gli alunni in situazione di handicap disporranno di schede semplificate dei contenuti studiati dalla classe e/o di eserciziari adeguati ai livelli cognitivi individuali e ai tempi di percorrenza. Gli alunni in questione opereranno, per il maggior tempo possibile, all'interno della clas-se, parteciperanno con specifici compiti ai gruppi di studio, saranno sottoposti, alle stesse scadenze, a prove di verifica e di valutazione. La valutazione dell'alunno suddetto verrà espressa con giudizio o con voto e farà riferimento al Piano Educativo Personalizzato, secondo griglia valutativa allegata. Il docente di sostegno è contitolare del processo formativo dell'intera classe. Egli, a partire dalle competenze disciplinari di cui dispone, opera in team con gli altri docenti, sia nella fa-se di progettazione che in quella operativa di attuazione ed in quella di valutazione dei risul-tati individuali e di gruppo. La titolarità dell'azione formativa appartiene all'intero consiglio di classe che la esercita attraverso la responsabilizzazione, dal momento della programma-zione fino alla valutazione finale, attraverso i docenti curriculari e di sostegno.

Le lezioni frontali, la scelta delle esercitazioni, la valutazione del rendimento, il lavoro indi-vidualizzato possono essere svolti di comune accordo, senza differenza di ruolo, funzioni, poteri fra docente curriculare e docente di sostegno.

Per una migliore comprensione della complessa tematica e per favorire un migliore raccordo tra le varie figure istituzionali previste dalla norma vigente, si propone la sintesi nel seguito indicata.

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Verifica e valutazione

La valutazione deve essere riferita ai progressi personali dell’alunno secondo le sue peculiarità e potenzialità.

Possibilità di prove equipollenti

Gli alunni vengono valutati con voti cheso-

no relativi unicamente alP.E.I.

(comma 6 art.15 O.M.. 90 del 21/5/2001)

1 Un programma minimo,

con la ricerca dei conte-

nuti essenziali delle di-

scipline

2 Un programma equipollente

con la riduzione parziale e/o

sostituzione dei contenuti, ri-

cercando lamedesima valenza

(art. 318 delD.L.vo 297/1994).

3Programmazione differenziata in vista di o-biettivi didattici formativi non riconducibile ai programmi ministeriali. E’ necessario il consenso della famiglia (art. 15, comma 5, O.M. n. 90 del21/5/01).

La programmazione differenziata consiste in un

piano di lavoro personalizzato per l’alunno, stilato

da ogni docente del C.d.C. per ogni singola

materia, sulla base del P.E.I.

P.E.I. con programmazione per obiettivi minimi®

Ogni insegnante di disciplina redige una programmazione specifica per l’alunno contenente indicazioni di:

obiettivi minimi e contenuti essenziali

gli obiettivi didattici sono minimi e quindi ridotti,ma sempre riconduci-

bili a quelli della classe

(art. 15 comma 3 dell’O.M. n.90 del

21/5/2001).

Programmazione differenziata in vista di obiettivi di-dattici formativi non riconducibile ai programmi mini-steriali. E’ necessario il consenso della famiglia (art. 15, comma 5, O.M. n. 90 del 21/5/01)

E’ possibile prevedere

ALUNNI

DIVERSAMENTE PRIMO PERCOR-SO

SECONDO PERCORSO

Programmazione riconducibile agli obiettivi minimi previsti dai

programmi ministeriali, o comunque ad essi globalmente corri-

spondenti

(art. 15 comma 3 dell’O.M. n.90 del 21/5/2001).

Programmazione differenziata in vista di obiettivi didattici forma-tivi non riconducibile ai programmi ministeriali. E’ necessario il consenso della famiglia

(art. 15, comma 5, O.M. n. 90 del 21/5/01)

ESAMI - nella classe quinta la presenza dello stesso è su-bordinata alla nomina del Presidente della Commis-sione qualora sia determinante per lo svolgimento della prova stessa. Si ritiene in ogni caso più che op-portuna la presenza del sostegno. Gli alunni partecipano a pieno titolo agli esami di qualifica e di stato e acquisiscono il titolo di Studio.

Possono partecipare agli esami di qualifica e di stato, svolgendo prove differenziate omogenee al percorso svolto, finalizzate al conseguimento di un attestato delle competenze acquisite utiliz-zabile come “credito formativo” per la frequenza di corsi profes-sionali (art. 312 e seguenti del D. L.vo n. 297/94).

nelle certificazioni rilasciate, l’indicazione che la votazione è riferi-ta al P.E.I. e non ai programmi ministeriali (comma 6 art. 15 O.M.

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Caratteristica comune agli alunni con handicap è la necessità di tempi più lunghi, che im-plica necessariamente una riduzione della quantità di contenuti, mentre per la qualità dei contenuti da scegliere per il conseguimento degli obiettivi si richiamano:

L. 104/92 prove equipollenti

D.P.R. 323 del 23/7/98(Regolamento Esami di Stato) art. 6 comma 1, la Commissione giudicatrice, esaminata la documentazione fornita dal Consiglio di Classe…può predispor-re…prove equipollenti a quelle proposte dal Ministero…utilizzo di mezzi tecnici o di modi diversi ovvero ..svolgimento di contenuti culturali e/o professionali differenti (da quelli proposti alla classe) tali da consentire di verificare il raggiungimento di una preparazione culturale e professionale idonea per il rilascio del diploma.

(I contenuti della programmazione per obiettivi minimi possono essere differenti da quelli proposti alla classe senza implicare una programmazione differenziata)

PROVE EQUIPOLLENTI

1. MEZZI DIVERSI:

le prove possono essere ad esempio svolte con l’ausilio di apparecchiature informatiche

2. MODALITA’ DIVERSE:predisporre prove utilizzando modalità diverse (es. Prove strutturate: ri-

sposta multipla, Vero/Falso,ecc.).

3. CONTENUTI DIFFERENTI DA QUELLI PROPOSTI DAL MINISTERO:

il Consiglio di Classe entro il 15 Maggio predispone una prova studiata ad hoc o trasformare le pro-

ve del Ministero in sede d’esame (la mattina stessa).

(Commi 7e 8 dell’art. 15 O.M. n.90 del 21/5/ 2001, D.M. 26/8/81, art. 16 L. 104/92 , parere del Con-

4. TEMPI PIÙ LUNGHI

nelle prove ( comma 9 art. 15 dell’O.M. 90, comma 3 dell’art. 318 del D.L.vo n. 297/94). Gli assistenti all’autonomia e comunicazione possono essere presenti durante lo svolgimento solo come facilitatori della comunicazione (D.M. 25

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16a. Valutazione materie con obiettivi minimi

VOTO DESCRITTORI

conoscenze abilità competenze

1,2,3 inesistenti inesistenti inesistenti

4 I contenuti non sono ap-presi o sono appresi in mo-do confuso e frammentario

Non è in grado di appli-care procedure, effet-tuare analisi e sintesi .

Ha difficoltà di ricono-scimento, di proprietà e classificazione

Espone in modo confuso

Comprende in modo fram-mentario testi, dati e informa-zioni.

Non sa applicare conoscenze ed abilità in contesti semplici

5 I contenuti non sono ap-presi o lo sono in modo li-mitato e disorganizzato

Applica procedure ed ef-fettua analisi e sintesi in modo impreciso .

Ha difficoltà nel ricono-scere proprietà e nel classificare.

Pur guidato non espone con chiarezza

Comprende in modo limitato ed impreciso testi,dati e in-formazioni.

Commette errori sistematici nell’applicare conoscenze e abilità in contesti semplici

6 I contenuti sono appresi in modo superficiale, parziale e/o meccanico

Applica, guidato, proce-dure ed effettua analisi e sintesi in modo essen-ziale e solo in compiti noti.

Guidato riesce a ricono-scere proprietà e a clas-sificare.

Necessita di guida nell’esposizione

Comprende solo in parte e superficialmente testi, dati e informazioni.

Se guidato, applica conoscen-ze ed abilità in contesti sem-plici

7 I contenuti sono appresi in modo globale, nelle linee essenziali e con approfon-dimento solo di alcuni bre-vi, semplici argomenti

Applica, parzialmente guidato, procedure ed effettua analisi e sintesi in modo parzialmente consapevole.

Comprende in modo globale testi, dati ,informazioni.

Sa applicare conoscenze e abi-lità in vari contesti in modo

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Riconosce proprietà e applica criteri di classi-fica in contesti semplici.

Espone in modo sempli-ce

complessivamente corretto

8 I contenuti sono appresi , in modo ordinato, con ade-guata integrazione alle co-noscenze pregresse

Applica procedure ed effettua analisi e sintesi in modo consapevole.

Riconosce proprietà e regole che applica in semplici classificazioni.

Espone in modo sempli-ce, chiaro e preciso

Comprende testi, dati ,informazioni.

Sa applicare conoscenze e abi-lità in vari contesti in modo complessivamente corretto

9 I contenuti sono appresi in modo completo, sicuro ed autonomo

Applica procedure ed effettua analisi e sintesi in modo consapevole ed autonomo.

Riconosce proprietà e regole che applica nel-le classificazioni.

Espone in modo sempli-ce, chiaro, preciso e si-curo

Comprende in modo comple-to testi, dati ,informazioni.

Sa applicare conoscenze e abi-lità in vari contesti in modo complessivamente corretto.

Sa orientarsi nella soluzione di problemi di una certa com-plessità utilizzando conoscen-ze ed abilità interdisciplinari.

10 I contenuti sono appresi in modo completo, sicuro ed autonomo integrandoli alle conoscenze pregresse

Applica procedure ed effettua analisi e sintesi in modo consapevole, autonomo e approfon-dito.

Riconosce proprietà e regole che applica se-condo idonei criteri di classificazioni.

Espone in modo sicuro, chiaro e preciso.

Sa esprimere semplici valutazioni personali e pertinenti

Comprende in modo comple-to testi, dati ,informazioni.

Sa applicare con padronanza conoscenze e abilità in vari contesti .

Sa orientarsi nella soluzione di problemi di una certa com-plessità utilizzando conoscen-ze ed abilità interdisciplinari e una discreta originalità.

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La valutazione in decimi va rapportata al P.E.I., che costituisce il punto di riferimen-to per le attività educative a favore dell’ alunno con disabilità.

Si rammenta inoltre che la valutazione dovrà essere sempre considerata come valu-tazione dei processi e non solo come valutazione della performance.

16b. Valutazione materie con obiettivi differenziati Per quanto concerne gli alunni che seguono una programmazione differenziata si ritiene di utilizzare nella valu-tazione, al fine di concordare la coerenza degli obiettivi programmati,

Rilievo VOTO Modalità di

raggiungimento

Obiettivo non raggiunto 5 Guidato

Obiettivo raggiunto solo

in parte

6 Parzialmente

guidato

Obiettivo sostanzialmente rag-giunto

7 In parziale auto-nomia

Obiettivo raggiunto 8/9 In autonomia

Obiettivo raggiunto in modo com-pleto e soddisfacente

10 In autonomia e

con sicurezza

16c. BES Con la Legge 53/2003, la scuola si propone di "favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell'età evolutiva, delle differenze e dell'identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i prin-cipi sanciti dalla Costituzione" (art. 1), appare chiaro l’intento di realizzare percorsi formativi personalizzati, all’interno dei quali, ciascuno possa valorizzare le proprie differenze e attitudini, trovare pari opportunità formative, perché “la scuola non sia uguale per tutti, ma diversa par ciascuno”.

Nella logica della personalizzazione si afferma la centralità della persona dell'allievo a 360°, sia sul piano della concreta a-zione didattica (come era già costume dei migliori insegnanti), sia a livello di progettazione collegiale delle attività (come era costume di alcune delle équipe pedagogiche più affiatate e mature), sia a livello di documentazione scolastica e valu-tazione degli apprendimenti (e questa prospettiva è del tutto nuova).

La scuola che vuole dare una risposta è chiamata a leggere in modo adeguato ed articolato i bisogni speciali, che com-prendono dentro di sé tutte le possibili difficoltà educative e apprenditive, sia in situazioni considerate tradizionalmente come disabilità mentale, fisica, sensoriale, sia quelle di deficit in apprendimenti clinicamente significative ( i disturbi speci-fici di apprendimento, il disturbo da deficit attentivo con o senza iperattività, e altre varie situazioni di problematicità psi-

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cologica, linguistica, comportamentale, relazionale, di contesto socio-culturale, ecc). La normativa ha fatto un passo avan-ti con la direttiva del 27 dicembre 2012 e la Circolare n. 8 del 2013

La Direttiva del 27 dicembre 2012 “ Strumenti di Intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazioni territoriali per l’inclusione scolastica” definisce la strategia inclusiva finalizzata a promuovere il diritto all’apprendimento per tutti gli alunni in difficoltà, introducendo la nozione di “Bisogno Educativo Speciale ” (B.E.S.) come categoria genera-le comprensiva di tutte le condizioni richiedenti l’impiego calibrato, in modo permanente o temporaneo, dei cinque pila-stri dell’inclusività:

individualizzazione, percorsi differenziati per obiettivi comuni; personalizzazione, percorsi e obiettivi differenziati; strumenti compensativi; misure dispensative; impiego funzionale delle risorse umane, finanziarie, strumentali e immateriali.

Dopo di che con la Circolare n. 8 del 2013 (attuativa della Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012) si attribuisce ai Consigli di classe il “….compito doveroso….. di indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l’adozione di una per-sonalizzazione didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni”

Ritenendo prioritario essere una scuola inclusiva il G.L.I., istituito nel nostro Istituto, ha redatto il P.A.I. ovvero la pro-grammazione generale della didattica della scuola, al fine di incrementare la crescita della qualità dell’offerta formativa e sviluppare una didattica attenta ai bisogni di tutti e di ciascuno

Il PAI, comune all’intera istituzione scolastica, sarà elaborato da un gruppo di lavoro che assume la denominazione di Gruppo di lavoro per l’inclusione (in sigla GLI). In estrema sintesi, il PAI svolge le seguenti funzioni: rilevazione dei BES presenti nella scuola; raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche in funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con a-zioni strategiche dell’Amministrazione; focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi; rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola; raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla base delle effettive esigenze, ai sensi dell’art. 1, c. 605, lettera b, della legge 296/2006, tradotte in sede di definizione del PEI come stabilito dall'art. 10 comma 5 della Legge 30 luglio 2010 n. 122 ; elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli a-lunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno). A tale scopo, il Gruppo procederà ad un’analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione scolastica operati nell’anno appena trascorso e formulerà un’ipotesi globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche, istituzionali e non, per incrementare il livello di inclusività generale della scuola nell’anno successivo. Il Piano sarà quindi discusso e deliberato in Collegio dei Docenti e inviato ai competenti Uffici degli UUSSRR, nonché ai GLIP e al GLIR, per la richiesta di organico di sostegno, e alle altre istituzioni territoriali come proposta di assegnazione delle risorse di competenza, considerando anche gli Accordi di Programma in vigore o altre specifiche intese sull'integrazione scolastica sottoscritte con

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gli Enti Locali. A seguito di ciò, gli Uffici Scolastici regionali assegnano alle singole scuole globalmente le risorse di sostegno secondo quanto stabilito dall’ art 19 comma 11 della Legge n. 111/2011. 16d. GLIS - COSTITUZIONE E RIUNIONE DEL GRUPPO DI LAVORO

INTERISTITUZIONALE SCOLASTICO Il GLIS nasce con lo scopo di far colloquiare tra loro i vari Enti e Associazioni territoriali con la Scuola. Il Gruppo di Lavoro Interistituzionale Scolastico viene ritenuto necessario per realizzare l’orientamento organizzativo e le politiche dell’integrazione scolastica degli alunni diversamente abili. Il gruppo di lavoro, di norma, è composto da: Dirigente Scolastico o il suo Vicario, o il Referente dell’Handicap; Tutti i docenti di sostegno; Rappresentanti dei docenti curricolari; Rappresentanti del personale ATA; Rappresentanti dei genitori degli alunni disabili; Referente della ASL o un suo delegato; Assistente Sociale. Le riunioni sono convocate e presiedute dal Dirigente scolastico o dal suo Vicario o dal Referente H e si svolgono presso la sede dell’Istituto. Le deliberazioni sono assunte a maggioranza dei presenti. Di ogni seduta deve essere redatto apposito verbale. L’incontro deve avvenire all’inizio dell’anno scolastico e altre due volte nel corso dell’anno (a metà e a fine). Il GLIS prima dell’assegnazione definitiva delle ore di sostegno, esamina il progetto di riparto redatto dal Dirigente Scolastico ed esprime parere circa le eventuali modifiche da apportarsi qualora non la ritenga congrua; affronta problemi organizzativi relativi agli incontri dei PEI e altre problematiche, a tutela dell’integrazione e del diritto allo studio degli alunni disabili. Nel caso in cui il GLIS presenti un nuovo piano di riparto il Dirigente dovrà tenerne conto.

RILEVAZIONE ALUNNI CON Bisogni Educativi Speciali

Rilevazione dei BES presenti: n° disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) 11 minorati vista minorati udito 1 Psicofisici 10 disturbi evolutivi specifici DSA ADHD/DOP Borderline cognitivo Altro svantaggio (indicare il disagio prevalente) Socio-economico Linguistico-culturale 5 Disagio comportamentale/relazionale Altro Totali

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% su popolazione scolastica N° PEI redatti dai GLHO 11 N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria ? Risorse professionali specifiche Prevalentemente utilizzate

in… Sì / No

Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di piccolo gruppo

Si

Attività laboratoriali inte-grate (classi aperte, labo-ratori protetti, ecc.)

si

Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di piccolo gruppo

Attività laboratoriali inte-grate (classi aperte, labo-ratori protetti, ecc.)

Funzioni strumentali / coordinamento si Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES) si Psicopedagogisti e affini esterni/interni Docenti tutor/mentor si Altro: Altro: Coinvolgimento docenti curricolari Attraverso… Sì / No

Coordinatori di classe e simili

Partecipazione a GLI Si Rapporti con famiglie Si Tutoraggio alunni Si Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva

si

Altro:

Docenti con specifica formazione

Partecipazione a GLI si Rapporti con famiglie si Tutoraggio alunni si Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva

si

Altro:

Altri docenti

Partecipazione a GLI Rapporti con famiglie si Tutoraggio alunni si Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva

si

Coinvolgimento personale ATA Assistenza alunni disabili si Progetti di inclusione / laboratori inte-grati si

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Altro:

Coinvolgimento famiglie

Informazione /formazione su genito-rialità e psicopedagogia dell’età evolu-tiva

si

Coinvolgimento in progetti di inclu-sione si

Coinvolgimento in attività di promo-zione della comunità educante si

Altro:

Rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate al-la sicurezza. Rapporti con CTS / CTI

Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati sulla disabilità

Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su disagio e simili

Procedure condivise di intervento sulla disabilità

Procedure condivise di intervento su disagio e simili

Progetti territoriali integrati Progetti integrati a livello di singola scuola

Rapporti con CTS / CTI

Altro:

Rapporti con privato sociale e vo-lontariato

Progetti territoriali integrati Progetti integrati a livello di singola scuola

Progetti a livello di reti di scuole

Formazione docenti

Strategie e metodologie educativo-didattiche / gestione della classe

Didattica speciale e progetti educativo-didattici a prevalente tematica inclusi-va

Didattica interculturale / italiano L2 Psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.)

Progetti di formazione su specifiche disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intel-lettive, sensoriali…)

Altro: AMBITI DI VALUTAZIONE DELL’ISTITUTO

La tabella sottostante elenca gli ambiti nei quali l’ I.I.S. “M. Tullio Cicerone” intende adoperarsi al fine di perse-guire un miglioramento continuo dei servizi offerti, per poter garantire agli studenti uno standard di qualità sempre più elevato.

La scuola, attraverso il GLI, si propone di esaminare e valutare annualmente i diversi ambiti,allo scopo di indi-viduarne le criticità, i punti di forza e le opportunità di miglioramento,fissare gli obiettivi e i programmi di azio-ne, facilitare le operazioni di gestione e controllo ditutte le attività, nel costante rispetto delle prescrizioni

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normative.

Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 3 4 Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo x

Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e ag-giornamento degli insegnanti x

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclu-sive; x

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola x

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti; x

Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative;

x

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozio-ne di percorsi formativi inclusivi; x

Valorizzazione delle risorse esistenti x Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione x

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi or-dini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.

x

Altro: Altro: * = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici

17. ALTERNANZA SCUOLA / LAVORO

L’ alternanza scuola/lavoro (ASL) si fonda sull’intreccio tra scelte educative della scuola, personali esigenze formative degli studenti e fabbisogni professionali del territorio. Il model-lo culturale e metodologico di riferimento proviene dalle esperienze di altri paesi europei, come la Germania. Con il partenariato tra scuola e mondo del lavoro si realizzano percorsi di studio misto. Dal punto di vista normativo, l’ASL è stata introdotta come modalità di realizzazione dei percorsi del secondo ciclo di studi con l’art. 4 Legge Delega n.53/2003. Successivamente, con il Decreto Legislativo 77 del 15 aprile del 2005, viene disciplinata quale metodologia di-dattica per consentire agli studenti, che hanno compiuto il quindicesimo anno di età, di realizzare gli studi del secondo ciclo anche alternando periodi di studio e di lavoro. “I percorsi si sviluppano soprattutto attraverso metodologie basate su: la didattica di labo-ratorio, anche per valorizzare stili di apprendimento induttivi; l’orientamento progressivo, l’analisi e la soluzione dei problemi relativi al settore produttivo di riferimento; il lavoro coo-perativo per progetti; la personalizzazione dei prodotti e dei servizi attraverso l’uso delle tec-

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nologie e del pensiero creativo; la gestione di processi in contesti organizzati e l’alternanza scuola/lavoro”. (DPR 15 marzo 2010, n.87) L’ ASL, pertanto, ha lo scopo di: realizzare un collegamento stabile tra istituzioni scolastiche, mondo del lavoro e società civile; migliorare la conoscenza del territorio sociale ed economico in cui si vive; arricchire la formazione scolastica con competenze spendibili anche nel mercato del lavo-ro; valorizzare le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali; correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio. Con i progetti di alternanza scuola/lavoro, progettati dai singoli indirizzi di studio in base alle proprie necessità ed esigenze, diventa possibile avviare gli studenti, specificatamente nel terzo, quarto e quinto anno, ad esperienze lavorative inserite nel curriculum scolastico, in cui sperimentare tempi e modi del lavoro nelle aziende, nei servizi, nelle professioni. “I percorsi in alternanza sono progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro. Le istituzioni scolastiche e formative, nell’ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio, destinano specifiche risorse alle attività di progettazione dei percorsi in alternanza scuola/lavoro”. (Decreto legislativo 15 aprile 2005, n.77, art.2) I progetti di Alternanza Suola/Lavoro verranno realizzati come previsto dalla normativa vi-gente.

18. L’OFFERTA FORMATIVA INTEGRATIVA DEL CURRICOLO

L’Istituto, in tutti i suoi diversi indirizzi, ritiene di poter ampliare e migliorare la propria offerta formativa elaborando e attuando progetti che consentano di conseguire in maniera piú efficace le finalità educative e gli obiettivi didattico/formativi prefissati. In tal modo, il rafforzamento e la diversificazione dell’azione didattica, oltre a motivare gli allievi verso piú soddisfacenti traguardi scolastici e a favorire il loro orientamento futuro, valorizzano le eccellenze nei diversi ambiti disciplinari. A riguardo il Collegio dei docenti ha deliberato l’approvazione dei seguenti progetti:

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A) PROGETTI DI INTERESSE GENERALE CON IL COINVOLGIMENTO DELL’INTERA ISTITUZIONE SCOLASTICA

Progetti

Dura-ta/ore

Referente

Isti-tuto

Classi

Finanzia-mento

Il G@zzettino del ge-ometra

60 Stefano Pierri I. T. CAT

III-IV-V

Giornali-no d'Isti-

tuto 40

Annemilia Ciliberti/Paola D'Ange-lo/Annamaria Colucci/ Fortunata Santo-

rufo LICEO

TUTTE

SENZA O-NERI

Il teatro a scuola

Nov/Mag

Annamaria Colucci /Tiziana Iania LICEO TUTTE

Educazio-ne all'a-scolto

30 Amedeo Macrì TUTTI TUTTE

Alternan-za scuola-

lavoro Consiglio di classe TUTTI

III - IV

Come da indicazioni ministeriali

B) ATTIVITÀ SPORTIVA FINANZIATA

Progetti

Dura-ta/ore

Referente

Isti-tuto

Classi

Finanzia-mento

Progetto Centro

Sportivo - Insegnanti scienze motorie TUTTI

TUTTE

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C) PROGETTI CHE NON COMPORTANO ALCUN ONERE A CARICO DELL’ISTITUZIONE SCOLASTICA

Progetti

Dura-ta/ore

Referente

Isti-tuto

Classi

Finanzia-mento

Progetto Certamina

74 Annemilia Ciliberti/Sonia Ferraiuo-

lo/Maria Plaitano LICEO

II - III - IV - V

SENZA O-NERI

Laboratorio concorso pittura

20 Violetta Marrone/Lucia D'Andrea LICEO III-IV-V

SENZA O-NERI

Risorse i-driche e territorio

60 Violetta Marrone/Maria Rosaria Di San-

ti TUTTI III-IV-V

SENZA O-NERI

Alla scoper-ta del terri-

torio

10 in-contri

Annemilia Ciliberti/Giuseppe Rivel-lo/Antonio Tortorella

TUTTI III-IV-V

SENZA O-NERI

Bocciato con credito

Apr/Giu. Sett.

Annemilia Ciliberti/Sonia Ferraiuo-lo/Maria Luisa Guglielmotti

LICEO TUTTE SENZA O-

NERI

Scrittura creativa le-

galità -

Colucci/Guglielmotti/Plaitano/Iannuzzi/

D'Angelo LICEO TUTTE

SENZA O-NERI

Festival della Filo-

sofia in Magna Grecia

12 Agnese Valva LICEO IV C – V

C

SENZA O-NERI

Europei-smo unione

europea Luciano Lupo LICEO IV-V

SENZA O-NERI

19. INSEGNAMENTO DI DISCIPLINE NON LINGUISTICHE (DNL) IN MODALITA’ CLIL

Il comma 5 dell’art. 10 del DPR n. 89/2010 estende all’ultimo anno di tutti i percorsi li-ceali l’insegnamento in modalità CLIL di una disciplina non linguistica. Infatti si legge: “Fatto salvo quanto stabilito specificatamente per il percorso del liceo linguistico, nel quinto anno è impartito l’insegnamento in lingua straniera, di una disciplina non linguistica com-

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presa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organi-co ad esse annualmente assegnato. Tale insegnamento è attivato in ogni caso nei limiti degli organici determinati a legislazione vigente”. Per quanto riguarda gli Istituti tecnici, il DPR 15 marzo 2010, n.88 all’art. 8, comma 2 ,lettera b) prevede che: “i criteri generali per l’insegnamento in lingua inglese, di una disciplina non linguistica compresa nell’area d’indirizzo del quinto anno, da attivare in ogni caso nei limiti degli orga-nici determinati a legislazione vigente”. Con la nota del 16 gennaio 2013, il MIUR ha indicato le norme transitorie sui seguenti a-spetti: 1. Modalità di attuazione dell’insegnamento di una DNL in LS 2. Organi e figure di riferimento Successivamente, con nota MIURAOODGOS prot. n. 4969 del 25 luglio 2014 il MIUR ha fornito ulteriori indicazioni per l’avvio in ordinamento dell'insegnamento di discipline non linguistiche (DNL) in lingua straniera secondo la metodologia CLIL nel terzo, quarto, quinto anno dei Licei Linguistici e nel quinto anno dei Licei e degli Istituti tecnici - Norme transito-rie a. s. 2014/15. La Nota offre alle Istituzioni scolastiche un quadro riassuntivo della normativa che regola l'insegnamento di una Disciplina Non Linguistica in lingua straniera secondo la metodologia CLIL e che definisce i requisiti richiesti ai docenti. Organi e figure di riferimento L'introduzione della metodologia CLIL comporta il coinvolgimento di tutti gli attori del si-stema scolastico, quali il Dirigente Scolastico, il Collegio dei Docenti, i Dipartimenti, i Con-sigli di Classe, il docente di disciplina non linguistica, il docente di lingua straniera, il con-versatore in lingua straniera e, ove presente, l'assistente linguistico. E’ compito del: Dirigente Scolastico individuare i docenti con le più elevate competenze sia linguistiche sia metodologiche CLIL da destinare alle prime esperienze di attivazione della DNL in lingua straniera. Tra le sue iniziative può prevedere anche la costituzione o l’adesione a reti di scuole che abbiano come finalità lo sviluppo di pratiche di insegnamento CLIL. Collegio dei Docenti definire i criteri per l’individuazione delle discipline da destinare all’insegnamento secondo la metodologia CLIL e attivare i Dipartimenti con indicazioni fun-zionali alla progettazione di percorsi CLIL.

dei Dipartimenti individuare modalità operative e contenuti da sviluppare con la metodo-logia CLIL, soprattutto nella fase di definizione dei nuclei disciplinari da veicolare in lingua straniera e relative modalità di realizzazione. dei Consigli di Classe lavorare in sinergia e nell’ottica del confronto e del supporto reci-proco, in tutte le fasi di progettazione ed implementazione dell’insegnamento della DNL in lingua straniera. Per il docente di lingua straniera, il conversatore di lingua straniera, e, ove presente, l’assistente linguistico non è previsto un diretto coinvolgimento attraverso forme di compresenza o codocenza. Va osservato tuttavia che queste figure professionali rivestono un ruolo fondamentale all’interno del Consiglio di Classe, soprattutto per le sinergie che po-trebbero essere create con il docente DNL. La programmazione e progettazione delle attività di insegnamento in modalità CLIL è, quin-di, demandata ai Dipartimenti e ai Consigli di classe; in particolare, il docente della disci-

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plina non linguistica deliberata dal Collegio dei docenti insieme all'insegnante di lingua straniera e/o, ove presente, al docente di conversazione in lingua straniera progetteranno i moduli e programmeranno tempi, metodologie d’insegnamento, modalità e criteri di verifica e valutazione. Saranno adottate forme modulari, programmazioni pluriennali, laboratori, momenti intensivi. Modalità di attuazione dell’insegnamento di una DNL in lingua straniera La programmazione del docente DNL viene concordata con l'insegnante di lingua stranie-ra o il docente di conversazione in lingua straniera all’interno del Consiglio di classe, tenen-do conto dei criteri generali deliberati dal Collegio dei docenti alla luce delle proposte dipar-timentali. Una parte del monte ore della disciplina non linguistica (10 ore, compatibilmente con le ri-sorse del FIS) viene veicolato in lingua straniera, in considerazione anche della necessità di dotare gli studenti della padronanza del linguaggio tecnico-specialistico della disciplina nel-la lingua italiana. Il docente di DNL e il docente di lingua straniera e/o di conversazione prevedono nelle loro programmazioni ore di compresenza per sviluppare alcuni moduli della DNL in lingua straniera, avvalendosi anche del supporto delle nuove tecnologie. CLIL ed Esame di Stato L’Esame di Stato, a partire dall’anno scolastico 2014-2015, come stabilito dalla nota MIUR prot. n. 4969 del 25 luglio 2014, prevede l’accertamento degli apprendimenti in modalità CLIL all’interno della terza prova e nel colloquio orale. Qualora la DNL veicolata in lingua straniera costituisca materia oggetto di seconda prova scritta, stante il carattere nazionale di tale prova, essa non potrà essere svolta in lingua straniera. Invece, la DNL veicolata in lingua straniera costituirà oggetto d'esame nella terza prova scritta e nella prova orale come di seguito precisato: TERZA PROVA SCRITTA: la scelta della tipologia e dei contenuti da parte della Commissio-ne terrà conto della modalità con le quali l'insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera tramite metodologia CLIL è stato attivato, secondo le risultanze del do-cumento del Consiglio di classe di cui all'articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 23 luglio 1998 n. 323. PROVA ORALE: per la disciplina non linguistica, il cui insegnamento sia stato effettuato con la metodologia CLIL, il colloquio potrà accertare anche in lingua straniera le competen-ze disciplinari acquisite, qualora il relativo docente venga a far parte della Commissione di esame in qualità di membro interno. Nel nostro Istituto, alla luce delle normative vigenti, si applica per l’insegnamento di disci-pline non linguistiche in modalità CLIL per adesso un monte ore limitato (10 ore).

20. FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO DOCENTI

La Scuola fa parte di una rete di scuole interregionale “ScuoleInFormazione” che ogni anno organizza convegni residenziali su diverse tematiche. L’Istituto, inoltre, è inserito in una rete di scuole territoriali del Vallo di Diano con le quali attiva corsi di formazione e di aggiornamento per docenti. Per quanto concerne l’area tecnico-professionale, la Scuola si avvale della collaborazione del Gruppo Bosh Italia, che mette in campo tutta la propria esperienza tecnica e organizzativa per formare i docenti nel campo elettrico e meccatronico.

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Infine nell’Istituto viene organizzato un corso di formazione sulla sicurezza.

21. L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA

ORGANIGRAMMA

DIRIGENTE SCOLASTICO: Prof.ssa Maria Luisa Buono DSGA: Dott. Emidio Rubano COLLABORATORE VICARIO e Collaboratore ITIS: Prof. Antonio Mastrangelo Collaboratore LICEO: Prof.ssa Violetta Marrone Collaboratore IPSIA: Prof. Giacomo Bianchino Collaboratore CAT: Prof. Vincenzo Di Mare Collaboratore IPSASR: Prof. ssa Lidia Capobianco Collaboratore CORSO SERALE CAT: Prof. Pasqualino Perrupato

LE FUNZIONI STRUMENTALI

Le FUNZIONI STRUMENTALI al Piano dell’Offerta Formativa sono: LICEO: 1)Area POF: Prof.sse Agnese Valva e Annemilia Ciliberti; 2)Area DISCENTI: Prof.sse Fortunata Santorufo, Annamaria Colucci e Tiziana Iania; ITIS-IPSIA: 1)Area POF: Prof. Giuseppe Paglia 2)Area DISCENTI - ITIS: prof.ssa Michelina Gasaro 3)Area DISCENTI - IPSIA: prof. Domenico Cavallone CAT: 1)Area POF: Prof. Pasquale Pucciarelli 2)Area DISCENTI: Prof. Stefano Pierri IPSASR: 1)Area POF e Area DISCENTI: Prof.ssa Teresa Moscarella

IIS “M. T. CICERONE”:

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1) Attività relative all’area “WEB”: prof. Antonio Anzalone

Referente Gruppo H: prof.ssa Michelina Gasaro

LE ARTICOLAZIONI DEL COLLEGIO DEI DOCENTI IL COORDINATORE DEL CONSIGLIO DI CLASSE

Si occupa della stesura del piano didattico della classe; Si tiene regolarmente informato sul profitto e sul comportamento della classe tramite fre quenti contatti con gli altri docenti del Consiglio; È il punto di riferimento circa tutti i problemi specifici del Consiglio di classe; Ha un collegamento diretto con la Presidenza e informa il Dirigente sugli avvenimenti più significativi della classe facendo presente eventuali problemi emersi; Mantiene, in collaborazione con gli altri docenti della classe, il contatto con la rappresen-tanza dei genitori. In particolare, mantiene la corrispondenza con i genitori di alunni in dif-ficoltà; Controlla regolarmente le assenze degli studenti ponendo particolare attenzione ai casi di irregolare frequenza ed inadeguato rendimento. Presiede le sedute del Consiglio di classe, quando ad esse non intervenga il Dirigente. IL SEGRETARIO DEL CONSIGLIO DI CLASSE Il segretario del Consiglio di classe è una figura istituzionalmente prevista dalla norma (art. 5/5 del D. Lgs. n. 297/1994) ed essenziale ai fini della validità delle sedute del Consi-glio di classe. È designato dal dirigente scolastico di volta in volta in occasione delle singole riunioni, oppure l’incarico può essere attribuito per l’intero anno scolastico. È dunque una figura obbligatoria perché la verbalizzazione della seduta è attività indi-spensabile (documenta e descrive l’iter attraverso il quale si è formata la volontà del consi-glio) e la deve svolgere un docente facente parte del Consiglio di classe, individuato dal diri-gente. Il docente individuato, a meno di motivate eccezioni, non è legittimato ad astenersi dal compito (la verbalizzazione è un momento costitutivo del consiglio stesso). I REFERENTI E I RESPONSABILI DEI PROGETTI - Elaborano i singoli progetti - Curano l’organizzazione e l’attuazione degli stessi - Riferiscono e relazione al Collegio dei Docenti IL COMITATO DI VALUTAZIONE DEL SERVIZIO DEI DOCENTI - Valuta l'anno di formazione del personale docente e di riabilitazione del personale docente su loro richiesta ed esprime parere sulla conferma in ruolo dei docenti in prova. - E' composto da quattro membri effettivi e da due membri supplenti, eletti (fra i docenti) dal Collegio dei Docenti. - E' presieduto dal Dirigente Scolastico ed è convocato dal Dirigente Scolastico alla conclu-sione dell'anno scolastico di riferimento, agli effetti della valutazione del periodo di prova degli insegnanti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Esso è costituito da ……

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GLI ORGANI DI GOVERNO DELLA SCUOLA

IL DIRIGENTE SCOLASTICO - Prof.ssa Maria Luisa BUONO Il D. S. G.A., dott. Emidio RUBANO, gestisce anche il personale in relazione alle attività del P.O.F. e agli Organi Collegiali. IL COLLEGIO DEI DOCENTI E I CONSIGLI DI CLASSE Organi tecnico-didattici e di programmazione, hanno competenze specifiche nella progetta-zione e organizzazione delle attività didattiche ed educative. IL CONSIGLIO D’ISTITUTO E LA GIUNTA ESECUTIVA Hanno compiti di indirizzo e di gestione delle risorse finanziarie. Il Consiglio di Istituto ha inoltre il compito di favorire, con le forme e i mezzi consentiti, l’attuazione concreta del dirit-to costituzionale allo studio, inteso come rimozione di tutti gli ostacoli di carattere economi-co, sociale, culturale e ambientale. I COMPONENTI DEL CONSIGLIO D’ISTITUTO DIRIGENTE SCOLASTICO: prof.ssa Maria Luisa Buono GENITORI: 1. Cappelli Maria 2. Milite Pasqualina 3. Moliterno Giovanni 4. Russo Stefania ALUNNI: 1. Chiurillo Alessandro 2. Crosta Francesco 3. Di Palma MariaFrancesca 4. Luisi Giuseppe DOCENTI: 1. Antonio Anzalone 2. Bellanza Salvatore 3. Bianchino Giacomo 4. Capobianco Lidia 5. D’Angelo Paola 6. Falcone Maria Rosaria 7. Isoldi Gerardo 8. Rao Vincenzo PERSONALE A.T.A.: 1. Basilio Antonio Barbarella 2. Rubano Emidio

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22. GESTIONE E ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI E DEL PERSONA-LE ATA

Il personale amministrativo, tecnico e ausiliario assolve alle funzioni amministrative, conta-bili, gestionali, strumentali, operative e di sorveglianza connesse all’attività delle istituzioni scolastiche. L’organizzazione dei servizi amministrativi, tecnici e generali viene effettuata tenendo conto dei principi fondamentali su cui si fonda la riforma delle Istituzioni scolasti-che, ovvero decentramento, autonomia e flessibilità organizzativa. L’organizzazione dei servizi è stata effettuata nel rispetto delle procedure condivise da tutto il Personale ATA, attraverso l’individuazione dei vari servizi/settori, collegati tra loro in mo-do da rendere l’attività dell’uno connessa a quella di altri e con l’assegnazione dei compiti o carichi di lavoro il più possibile chiari e definiti. I servizi amministrativi e contabili dell’ufficio di segreteria sono suddivisi nei seguenti setto-ri: DIRETTORE DEI SERVIZI AMMINISTRATIVI : Dott. Emidio Rubano Ufficio relazioni con il pubblico e protocollo Gestione del rapporto di lavoro del personale docente e ATA del Liceo (Antonia De Lisa) Gestione finanziaria, dei servizi contabili, del patrimonio, supporto e sostituzione DSGA (Vincenza Cantisani e Caterina Maria Ferrari) Gestione degli alunni (Mariafranca Pucciarelli - Liceo, Carlo Croce - ITIS, Carmine Vitale - CAT) Gestione della ricostruzione di carriera del personale docente e ATA (Antonia De Lisa) Gestione del personale docente ITIS, IPSIA, CAT e IPSASR (Antonia Lombardi) I servizi generali o ausiliari sono articolati per aree: area del front-office e dell’accoglienza vigilanza e rapporto con gli studenti sorveglianza ed igiene dei locali supporto amministrativo e didattico Collaboratori scolastici: Antoniello Teresa Maria Coccaro Barbato La Maida Franca Mazzillo Maria Trotta Rosa Orario di apertura al pubblico degli uffici di segreteria L’ufficio di segreteria è aperto al pubblico dal lunedì al sabato dalle ore 10.00 alle ore 12.30. Orario di ricevimento del Dirigente Scolastico Il Dirigente Scolastico riceve tutti i giorni dalle ore 11.00 alle ore 13.30.

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23. CALENDARIO SCOLASTICO: PIANO DELLE ATTIVITA’

ORARIO DELLE LEZIONI

Il CALENDARIO SCOLASTICO della Regione Campania per l’anno 2015 – 2016 prevede: Inizio delle lezioni – 14 settembre 2015 Termine delle lezioni – 8 giugno 2016 Le FESTIVITÀ fissate dall’Ufficio Scolastico Regionale sono:

tutte le domeniche;

il 29 settembre 2015, Festa del Santo Patrono;

il 1° novembre 2015, Festa di tutti i Santi;

l’ 8 dicembre 2015 , Immacolata Concezione;

il 25 dicembre 2015, Natale;

il 26 dicembre 2015;

il 1° gennaio 2016, Capodanno;

il 6 gennaio 2016, Epifania;

il lunedì dopo Pasqua (Pasquetta);

il 25 aprile 2016, Anniversario della Liberazione;

il 1° maggio 2016, Festa del Lavoro;

il 2 giugno 2016, Festa nazionale della Repubblica

Vacanze natalizie: dal 23 al 31 dicembre 2015

dal 2 al 5 gennaio 2016

Vacanze pasquali: dal 23 al 29 marzo 2016

SOSPENSIONE DELLE ATTIVITÀ DIDATTICHE:

2 novembre 2015 Commemorazione dei defunti

7 dicembre 2915 Ponte dell’Immacolata

8 e 9 febbraio 2016 Carnevale

Il Collegio Docenti, nella seduta dell’11 settembre 2015, ha deliberato di ripartire l’anno scolastico in un trimestre e un pentamestre, con le seguenti cadenze temporali:

TRIMESTRE 14 settembre 2015

12 dicembre 2015

PENTAMESTRE 13 dicembre 2015

8 giugno 2016

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A metà del Pentamestre, verso il 15 marzo 2016 circa, i Consigli di Classe redigeranno una scheda informativa, il “pagellino”, per informare le famiglie sull’andamento didattico e di-sciplinare di ciascuno studente.

CONSIGLI DI CLASSE

9–12 novembre 2015 Consigli di classe al completo: docenti, genitori e alunni

14-18 dicembre 2015 Scrutini primo trimestre 1°-5 febbraio 2016 Consigli di classe al completo 14-18 marzo 2016 Valutazione intermedia (pagellino) 2-6 maggio 2016 Consigli di classe completi 9-14 giugno 2016 Scrutini finali

INCONTRO SCUOLA-FAMIGLIA 16-20 dicembre 2015 21-23 marzo 2016 ESAMI INTEGRATIVI 23-31 maggio 2016: esami preliminari esami di Stato ESAMI DI QUALIFICA IPSIA- IPSASR 3-8 giugno 2016: esami di qualifica PROVE INVALSI 12 maggio 2016 In seguito alle delibere del Collegio dei docenti e del Consiglio d’Istituto, L’ ORARIO DELLE LEZIONI sarà il seguente:

ORA INIZIO FINE

1 8,20 9,20

2 9.20 10,20

3 10,20 11,20

4 11,20 12,20

5 12,20 13,20

Nei giorni e per le classi in cui verrà effettuata la sesta ora, considerando la necessità di adattare le esigenze della popolazione scolastica, per la maggioranza pendolare, con gli attuali orari dei mezzi pubblici di trasporto; rilevando la non praticabilità di concedere permessi di uscita anticipata, proprio per l’elevato numero di allievi pendolari; e infine valutando l’opportunità di evitare o ridurre la dispersione scolastica, il Collegio dei docenti e il Consiglio d’Istituto, vista la CM243/ 79 che regolamenta la riduzione dell’ora di lezione per motivi di necessità (orario trasporti),

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hanno deliberato di ridurre la prima, la quinta e la sesta ora nei giorni di lunedì, mer-coledì e venerdì, secondo il seguente prospetto orario:

ORA INIZIO FINE

1 8,10 9,00

2 9,00 10,00

3 10,00 11,00

4 11,00 12,00

5 12,00 12,50

6 12,50 13,40

24. VISITE GUIDATE, VIAGGI D'ISTRUZIONE, SCAMBI CULTURALI

Tra le attività didattiche ed integrative della scuola dell’autonomia, i viaggi di istruzione, le visite guidate e gli scambi culturali, nel linguaggio scolastico definite attività "fuori aula", per le motivazioni culturali, didattiche e professionali che ne costituiscono il fondamento e lo scopo preminente, occupano un ruolo importante nel nella formazione complessiva degli allievi e nell’ambito delle discipline curriculari e del curricolo in generale. Tali attività per la loro importanza e per la loro complessità richiedono una precisa, adeguata pianificazione predisposta dalla scuola fin dall'inizio dell'anno scolastico, per cui si impone un discorso di programmazione, monitoraggio e valutazione che chiama in causa tanto l'elemento progettuale didattico quanto quello organizzativo e amministrativo-contabile. Nella definizione di tali attività sono comprese le seguenti tipologie: a) VIAGGI DI INTEGRAZIONE CULTURALE, della durata massima di sette giorni. Hanno finalità cognitive di carattere culturale paesaggistico e folcloristico oppure implicano la partecipazione a concorsi o manifestazioni. b) VISITE GUIDATE, della durata di un giorno. Si effettuano presso località di interesse storico-artistico c) USCITE DIDATTICHE, della durata di un giorno. Ci si reca a mostre, musei, gallerie, parchi o riserve naturali, si assiste a visione di spettacoli teatrali in lingua italiana e straniera. d) VIAGGI DI INTEGRAZIONE DELLA PREPARAZIONE DI INDIRIZZO, della durata di uno o piú giorni. Sono finalizzati all'acquisizione di esperienze tecnico - scientifiche di interesse per il settore di istituzione coinvolto. Vi rientrano le visite in aziende, unità di produzione, la partecipazione a mostre, le esercitazioni didattiche in mare, i tirocini turistici, e altro. e) SCAMBI CULTURALI, della durata di quindici giorni. Consistono nello scambio di ospitalità con studenti di scuole estere nell'ambito di progetti di educazione interculturale.

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f) USCITE CONNESSE AD ATTIVITÀ SPORTIVE, della durata di uno o piú giorni. Consistono in partecipazione a gare, viaggi finalizzati, anche, alla pratica di attività sportive in ambiente naturale (quali settimana bianca/velica). L'intera gestione dei viaggi d'istruzione, delle visite guidate e degli scambi culturali, in Italia o all'estero, rientra nell'autonomia decisionale e nella diretta responsabilità degli organi del-le istituzioni scolastiche, che non devono richiedere alcuna autorizzazione preventiva, tran-ne che per i viaggi in continenti extra-europei.

L'entrata in vigore a decorrere dal 1 settembre 2000 del DPR n. 275/1999 (regolamento sull'autonomia scolastica, che all'art. 14, comma 6, abolisce tutte le autorizzazioni e appro-vazioni concernenti le funzioni attribuite alle scuole) ed ancor più il nuovo assetto dell'am-ministrazione scolastica di cui al DPR 347/2000, contribuiscono a dare definitiva e totale autonomia alle scuola in materia di organizzazione e responsabilità per viaggi e viste guida-te di istruzione.

I costi delle attività indicate sono di norma integralmente a carico delle singole famiglie, e-scluse le indennità di missione agli accompagnatori, che vengono pagate dalla scuola. Per le spese connesse alla realizzazione degli scambi culturali per ospitalità delle classi straniere in Italia, viene chiesto alle famiglie un compenso forfetario parziale.

Le proposte, per tutte le tipologie previste, devono provenire dai Consigli di Classe. Ciascun Consiglio di Classe provvede alla stesura della proposta del progetto, con l'individuazione del Referente (nonché accompagnatore). 1.All'inizio dell'anno scolastico i Consigli di Classe provvedono: all'individuazione degli itinerari e del programma di viaggio compatibili con il percorso formativo. all'individuazione dei docenti accompagnatori disponibili. I docenti che abbiano intenzio-ne di essere accompagnatori di un viaggio d’ istruzione presentano la proposta alla Presi-denza, entro il termine preventivamente stabilito dalla commissione viaggi e comunicato tramite apposito modulo o circolare. alla scelta del periodo di effettuazione del viaggio. 2. La proposta del viaggio, redatta dal Consiglio di Classe su un modello standard per tutto l'istituto, sarà inoltrata al Collegio Docenti, il quale delibera il piano dei viaggi d'istruzione sotto l'aspetto didattico raccordandolo con il Piano dell'Offerta Formativa. 3. Entro la fine del mese di Novembre il Dirigente Scolastico verifica la fattibilità del piano sotto l'aspetto didattico, organizzativo ed economico (qualora siano previsti finanziamenti a carico della scuola). 4. Avrà poi inizio l'attività negoziale tra il Dirigente Scolastico e la G . E . con le agenzie e con le ditte di trasporti. Il Consiglio d’Istituto su proposta della commissione viaggi(sentito il parere del Collegio dei Docenti), stabilirà anno per anno il periodo preferenziale per l’effettuazione dei viaggi, te-nendo presente il calendario scolastico e l’articolazione didattica dell’anno in corso, stabilita dal Collegio dei Docenti. I viaggi di integrazione culturale, le visite guidate, le uscite didatti-che e i viaggi di integrazione della preparazione di indirizzo possono svolgersi durante tutto l’anno scolastico ad eccezione dell’ultimo mese, salvo eccezionali casi (autorizzati dal D. S.).

Considerata la decisione che non vengano sottratti tempi eccessivi alle normali lezioni in classe, per garantire il completo svolgimento dei programmi di insegnamento, si sono stabi-

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liti per i viaggi d’istruzione un massimo di 4 giorni per le classi del biennio, 5 per le classi 3e, 6 per le classi 4e, 7 per le classi 5e, e 15 per gli scambi culturali, da utilizzare in un uni-co periodo per tutte le classi, organizzando preferibilmente gruppi di almeno due classi di pari età (classi parallele), salvo inderogabili necessità derivanti non dall'organizzazione della scuola. E' fatto divieto di effettuare viaggi negli ultimi trenta giorni di lezione, tranne che per uscite non programmate (ad es. relative a classificazioni di un alunno o di tutta la classe in con-corsi). Ed è inoltre opportuno che la realizzazione degli stessi non cada in coincidenza di al-tre particolari attività istituzionali della scuola (operazione degli scrutini, elezioni scolasti-che). Nello stesso periodo la scuola effettuerà didattica alternativa per coloro che non parte-cipano. Solo le classi dell’ultimo anno possono recarsi all’estero.

25. REGOLAMENTO DELLA SICUREZZA (Dlgs.n°81/2008 e s. m. i.)

In base alle vigenti disposizioni in materia di sicurezza, l’Istituto: - ha predisposto il documento della valutazione rischi, con aggiornamento annuale del medesimo qualora detto aggiornamento si renda necessario, per mutamenti di ambienti di lavoro o introduzione di nuove tipologie di lavorazioni e nuove macchine; - ha redatto il fascicolo di cui all’Art.17 del Dlgs. n.81/08; - ha nominato il Responsabile della Sicurezza, - il medico competente, il rappresentante dei lavoratori; - ha redatto il relativo piano di emergenza e formato gli addetti alla gestione delle emergenze incendi; - ha redatto il fascicolo dei controlli periodici ed ha nominato ditta esterna per la manutenzione dei dispositivi antincendio; - effettua prove di evacuazione.

26. GLOSSARIO

Abilità Indicano le capacità di applicare conoscenze per portare a termine compiti e risolvere pro-blemi; le abilità sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti). Cfr. il “Quadro Europeo delle Qualifiche e dei Titoli”. Apprendimento/ cooperativo (cooperative learning) L’apprendimento/insegnamento cooperativo si realizza all’interno di gruppi e mira non solo a facilitare l’esperienza cognitiva, ma anche a perseguire effetti prosociali, ossia comporta-menti di collaborazione, aiuto e condivisione. Il lavoro di gruppo abitua l’alunno a mettere in discussione il proprio punto di vista, a condividere con altri scopi significativi, a scoprire che l’appartenenza ad uno stesso gruppo non significa “pensarla tutti allo stesso modo”, che la verità non ha un autore definito, (non è data, ma va costruita con scambi progressivi di soluzioni al problema), che le risorse di un gruppo sono sempre maggiori di quelle indivi-duali (N. Maloni). Attività extracurricolari Sotto questa denominazione vanno tutte quelle attività opzionali ed elettive che, pur non es-sendo obbligatorie, potenziano ed ampliano l’offerta formativa, facilitando il raggiungimento degli obiettivi formativi e di quelli specifici d’apprendimento previsti dalla programmazione.

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Pertanto, sono attività extracurriculari i viaggi d’istruzione, le visite guidate, le iniziative culturali, come la partecipazione a spettacoli teatrali, concerti, cineforum, convegni e dibat-titi, di incontri con le istituzioni e con le Università; sono, inoltre, attività extracurricolari tutte le iniziative opzionali (in quanto presuppongono la scelta da parte degli studenti): par-tecipazione a gruppi sportivi, al laboratorio teatrale, ai progetti proposti dalla scuola compa-tibili e coerenti con i percorsi curricolari. Competenze La competenza è data dall’insegnamento integrato di abilità, conoscenze e atteggiamenti, che un soggetto, in determinati e adeguati contesti reali (definiti dalla natura dell’ambiente e della situazione, dai partecipanti e dalle dinamiche relazionali, dalla strumentazione ne-cessaria),utilizzando materiali e strumenti, è in grado di attivare, realizzando una presta-zione consapevole, finalizzata a l raggiungimento di uno scopo (definire e risolvere problemi conoscitivi e operativi, compiere azioni, raggiungere risultati, applicare strategie semplici o complesse)” (M. Ambel) Conoscenze Indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le cono-scenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative ad un settore di studio o di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche (cfr. il “Quadro Europeo del-le Qualifiche e dei Titoli”). Curricolo Il curricolo è l’organizzazione integrata, sequenziale e programmata di tutti gli aspetti didat-tici (contenuti disciplinari, obiettivi, percorsi, metodologie…) e strutturali (durata, articola-zione in periodi, ammissione alla classe successiva, debiti formativi, recupero, crediti, valu-tazione, esame e certificazione finali…..) di un corso di studi; come tale esso è insieme pro-getto e processo dinamico, poiché rappresenta un percorso formativo scolastico, a livello di classe e di Istituto, che va costruito e realizzato nel rispetto dell’autonomia di ogni scuola. Imparare ad imparare Organizzare il proprio apprendimento individuando, scegliendo ed utilizzando varie fonti e varie modalità di informazione e di formazione (formale, non formale ed informale), anche in funzione dei tempi disponibili, delle proprie strategie e del proprio metodo di studio e di la-voro. Impararefacendo (Learning by doing ) L’imparare/insegnare attraverso il fare rappresenta un’inversione metodologica e concettua-le del modello formativo classico, basato sulla lezione frontale, eminentemente teorica, rivol-ta alla classe/auditorium. Si tratta di una sorta di rivoluzione copernicana, nel senso che il protagonista dell’attività di insegnamento/apprendimento non è più il docente che spiega, ma l’alunno che apprende. La didattica dell’insegnare facendo, infatti, è centrata sullo stu-dente che, guidato dal docente nell’esecuzione di operazioni e nella riflessione su di esse, assimila concetti e teorie. Il learning by doing si realizza, per esempio, attraverso la cosid-detta didattica laboratoriale. Interdisciplinarità Costituisce un livello più alto ed impegnativo della pluridisciplinarità e più circoscritto e de-finito. Due o più scienze interagiscono tra di loro per la soluzione di un problema integran-do le strumentazioni e le metodologie di ogni singola disciplina sulle stesse ipotesi. Ad e-sempio, se si cercano le cause di una malattia, interverranno più specialisti che dovranno confrontarsi su ipotesi, mezzi, procedure, eventualmente dando luogo anche a quadri con-cettuali nuovi. (M. Tiriticco).

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Multidisciplinarità Si ha quando una disciplina nella sua attività di esplorazione, di studio, di soluzione dei problemi, si avvale necessariamente di un’altra: uno storico non può fare a meno di calcolo e di geografia; un fisico non può fare a meno del calcolo e della geometria. (M. Tiriticco). Pluridisciplinarità Si verifica quando per studiare un “oggetto” (un fatto, un fenomeno od altro) o per risolvere un problema, lo affrontiamo da più punti di vista e ci avvaliamo dunque di più discipline, ciascuna con le sue metodologie e le sue procedure. (M. Tiriticco). Problemsolving Il problemsolving è un approccio didattico teso a sviluppare sul piano psicologico, compor-tamentale ed operativo l’abilità di soluzione di problemi. Generalmente viene associato allo sviluppo delle abilità logico-matematiche, ma non è questa l’unica area didattica che può giovarsi di tale abilità; in un’ottica interdisciplinare problemsolving vuol dire uso corretto dell’abilità di classificazione di situazioni problematiche e capacità, quindi, di risolvere pro-blemi-tipo analoghi. Inoltre, il metodo dei problemi, ponendo come nucleo operativo la sco-perta ed il dominio di situazioni problematiche in generale, consente di sviluppare le poten-zialità euristiche dell'allievo e le sue abilità di valutazione e di giudizio obiettivo. Il metodo del problemsolving si articola nelle seguenti fasi: 1. Problemfinding (rendersi conto del disa-gio); 2.problemsetting (definire il problema); 3. Problemanalysis (scomporre il problema principale in problemi secondari); 4. Problemsolving (eliminare le cause); decisionmaking (decidere come agire); decisiontaking (passare all’azione). Anche PISA 2003 per problemsol-ving intende la capacità di un individuo di mettere in atto processi cognitivi per affrontare e risolvere situazioni reali ed interdisciplinari. Valutazione diagnostica (ex ante) Si effettua somministrando verifiche volte a rilevare le conoscenze pregresse dell’alunno, ma anche le più significative variabili personali coinvolte nei processi di apprendimento e cre-scita (abilità e competenze acquisite, estrazione socio-culturale, storia personale, dimensio-ne socio-affettiva, motivazione e consapevolezza dei processi di sviluppo apprenditivo e per-sonale, immagine che l’alunno ha di sé e grado di fiducia nelle sue capacità di riuscita). A partire dalla valutazione diagnostica viene elaborata la programmazione. Valutazione formativa (in itinere) Si colloca all’interno dell’attività didattica ed è finalizzata non solo a misurare attraverso le verifiche il grado di raggiungimento degli obiettivi programmati, ma anche a raccogliere in-formazioni sull’andamento dei processi di apprendimento /insegnamento per ottenere due obiettivi: 1. riconsiderare e modificare le strategie di insegnamento alla luce dei risultati conseguiti; 2. promuovere e rafforzare le competenze attraverso cicli fondati su prestazio-ne→feedback (diagnosi utile all’alunno per riconsiderare la prestazione e migliorarla) →revisione→nuova prestazione. Valutazione sommativa (ex post) Si esprime alla fine dei percorsi bi-tri-quadrimestrali in cui l’anno scolastico può essere suddiviso. Essa mira ad apprezzare le competenze degli alunni, ovvero la loro capacità di u-tilizzar in modo organico ed aggregato le conoscenze e le abilità che hanno acquisito duran-te una parte significativa del loro percorso formativo. Mentre un risultato scadente rilevato dalla valutazione formativa in una singola prestazione può essere considerato come un ele-mento di informazione che serve al docente per ripensare e ristrutturare il piano dell’insegnamento/apprendimento, le carenze accertate dalla valutazione sommativa atte-stano un insuccesso educativo manifestatosi attraverso l’insieme delle prestazioni (verifiche scritte e orali, impegno e interesse sistematicamente rilevati attraverso osservazioni quoti-diane, etc.). (Vertecchi)