Istanbul 2007

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Domenica 19 Agosto 2007 Domenica 19 Agosto 2007 Giampy e Renza 2007 di fascino ma non semplice da raggiungere via terra, e … se guardassi un traghetto? Vado nella pagina della Costa Cro- ciere e trovo che da Venezia il 13 Agosto parte una crociera per la Grecia con rientro il 20 Agosto, lunedì. Sento la Renza per vedere se le va bene il peri- odo ma ne ottengo un rifiuto totale perché il lunedì lei deve categoricamente riprendere il lavoro e così ritorno a capofitto a ricercare una data alternativa e la trovo con partenza da Ve- nezia il 12 Agosto e rientro Domenica 19 Agosto con de- stinazione Istanbul: è lei e deve essere mia. Chiamo il numero verde gratuito segnato sulla pagina web e mi dicono che è Le donne agli uomini piac- ciono prosperose, lisce, am- miccanti, sexy, accondiscen- denti, madri, amanti, sensuali, dominatrici, stuzzicanti, vo- gliose, cuoche, seducenti, bril- lanti, sottomesse, estroverse, simpatiche, eleganti, provocan- ti, semplici mentre gli uomini alle donne piacciono semplice- mente se sono bastardi, ed io lo sono. Ammiratore, discepo- lo e stretto discendente del più noto biblico Iscariota, l’uomo sa che può giocare liberamente con la femmina quanto vuole traendone grande giovamento ed equilibrio mentale, acqui- sendo così nuova linfa che rin- forza la labile psiche viziata da quella continua ed estenuante patologia che è la frenetica ri- cerca, con successivo impadro- nimento del sesso opposto. Con questa brevissima infari- natura posso ora passare alla successiva fase della soddisfa- zione enorme che viene gene- rata nel maschio allorquando vede la femmina in difficoltà davanti a situazioni di spaven- to o stupore improvvisi che lui stesso ha creato per rafforzare in lei il timore del potere an- drogino e per dar conferma di ciò provate a ricordare come vi si avvinghia una femmina quando è terrorizzata, non vi molla più l’avambraccio anche perché vi ha piantato dentro tutte e 10 le unghie acuminate, o provate a ricordare quando l’avete stupita con un brillante da 5 carati, non vi si è gettata al collo piantandovi nuova- mente le suddette 10 unghie nella schiena? E fu così che decisi che per festeggiare le nostre Nozze d’Argento mi occorreva qualcosa di speciale ed il fato mi è venuto incontro travestito da collegamento ad Internet; mentre cercavo un’idea diversa e nello stesso tempo interessante pensando a gioielli, abiti o vacanze, ecco che mi sovviene l’immagine della vicina Grecia, luogo ricco Sommario: Sommario: Preludio 1 Venezia 12 Agosto 2007 8 Bari 13 Agosto 2007 18 Katakolon 14 Agosto 2007 28 Izmir 15 Agosto 2007 39 Istanbul 16 Agosto 2007 59 Navigaz. 17 Agosto 2007 109 Dubrovnik 18 Agosto 2007 114 Venezia 19 Agosto 2007 130 Istanbul Istanbul Istanbul Istanbul

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Crociera verso Instanbul sulla Costa Serena nell'Agosto 2007

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Domenica 19 Agosto 2007

Domenica 19 Agosto 2007

Giampy e Renza 2007

di fascino ma non semplice da

raggiungere via terra, e … se

guardassi un traghetto? Vado

nella pagina della Costa Cro-

ciere e trovo che da Venezia il

13 Agosto parte una crociera

per la Grecia con rientro il 20

Agosto, lunedì. Sento la Renza

per vedere se le va bene il peri-

odo ma ne ottengo un rifiuto

totale perché il lunedì lei deve

categoricamente riprendere il

lavoro e così ritorno a capofitto

a ricercare una data alternativa

e la trovo con partenza da Ve-

nezia il 12 Agosto e rientro

Domenica 19 Agosto con de-

stinazione Istanbul: è lei e deve

essere mia. Chiamo il numero

verde gratuito segnato sulla

pagina web e mi dicono che è

Le donne agli uomini piac-

ciono prosperose, lisce, am-

miccanti, sexy, accondiscen-

denti, madri, amanti, sensuali,

dominatrici, stuzzicanti, vo-

gliose, cuoche, seducenti, bril-

lanti, sottomesse, estroverse,

simpatiche, eleganti, provocan-

ti, semplici mentre gli uomini

alle donne piacciono semplice-

mente se sono bastardi, ed io

lo sono. Ammiratore, discepo-

lo e stretto discendente del più

noto biblico Iscariota, l’uomo

sa che può giocare liberamente

con la femmina quanto vuole

traendone grande giovamento

ed equilibrio mentale, acqui-

sendo così nuova linfa che rin-

forza la labile psiche viziata da

quella continua ed estenuante

patologia che è la frenetica ri-

cerca, con successivo impadro-

nimento del sesso opposto.

Con questa brevissima infari-

natura posso ora passare alla

successiva fase della soddisfa-

zione enorme che viene gene-

rata nel maschio allorquando

vede la femmina in difficoltà

davanti a situazioni di spaven-

to o stupore improvvisi che lui

stesso ha creato per rafforzare

in lei il timore del potere an-

drogino e per dar conferma di

ciò provate a ricordare come vi

si avvinghia una femmina

quando è terrorizzata, non vi

molla più l’avambraccio anche

perché vi ha piantato dentro

tutte e 10 le unghie acuminate,

o provate a ricordare quando

l’avete stupita con un brillante

da 5 carati, non vi si è gettata

al collo piantandovi nuova-

mente le suddette 10 unghie

nella schiena? E fu così che

decisi che per festeggiare le

nostre Nozze d’Argento mi

occorreva qualcosa di speciale

ed il fato mi è venuto incontro

travestito da collegamento ad

Internet; mentre cercavo

un’idea diversa e nello stesso

tempo interessante pensando a

gioielli, abiti o vacanze, ecco

che mi sovviene l’immagine

della vicina Grecia, luogo ricco

Sommario:Sommario:

Preludio 1

Venezia 12 Agosto 2007 8

Bari 13 Agosto 2007 18

Katakolon 14 Agosto 2007 28

Izmir 15 Agosto 2007 39

Istanbul 16 Agosto 2007 59

Navigaz. 17 Agosto 2007 109

Dubrovnik 18 Agosto 2007 114

Venezia 19 Agosto 2007 130

Istanbul IstanbulIstanbul Istanbul

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bloccare la crociera altrimenti

qualcun altro la poteva prenota-

re se non avessimo effettuato il

bonifico, del correre a vedere

un convoglio ferroviario che

potesse portarci per tempo alla

banchina d’approdo per la Tur-

chia, tutto inutile tanto sembra-

va tutto ormai già scritto e cioè

che il Giampy stava inconscia-

mente per lasciare la tanto ama-

ta terraferma per lanciarsi in

un’avventura mediterranea tra

mille insidie e sorprese. Dopo

aver realizzato la pazzia che

avevo intrapreso ma soddisfatto

d’aver scioccato la femmina,

mi propongo di non verificare

mai il meteo settimanale delle

varie zone, fiducioso del fatto

che qualcuno aveva iniziato a

vegliare su di me con acceso

interesse e di ciò ero ferma-

mente convinto perché non ero

per niente preoccupato, forse!

possibile che ci sia ancora po-

sto e Luca, il tizio del Call

Center del’Agenzia di Monte-

carlo, mi dice che deve vedere;

io lo supplico di trovarmi una

camera con balcone e finestra

perché stare al chiuso mi causa

delle pericolose crisi di tremito

alle mani che rendono incon-

trollata la reazione quando

prendo per il collo la moglie.

Così convinto mi dice che è

tutto prenotato tranne alcune

camere con oblò; accetto ma

non prenoto perché voglio sa-

pere cosa ne pensa la consorte

senza però cancellare la sorpre-

sa e così le accenno ad un fati-

scente viaggio in Croazia con

traghetto economico con par-

tenza da Venezia (perché da li

comunque si deve partire). Do-

po un po’ mi richiama Luca

dell’agenzia di Montecarlo e

mi dice che sempre con parten-

za del 12 Agosto ha ancora po-

sti per una crociera sulle spon-

de della Grecia e così mi pone

davanti al tormento causato dal

classico bivio: però tutto si ri-

solve perché proprio in quel

mentre, ecco entrare la Renza

tutta bella contenta perché ha

appena saputo che molto pro-

babilmente andrà a Rimini con

Daniela per un corso di Cardio-

logia e quando io su un foglio

bianco scrivo due nomi, Grecia

o Istanbul e guardandola negli

occhi le dico: “Scegli”, ho ca-

pito che stava per piombare al

suolo tramortita. La tapina ha

appena avuto la forza di porre

il dito indice sulla parola Istan-

bul dandomi il benestare per

prenotare in diretta la crociera

“Panorami d’Oriente”. Inutile

stare a raccontare la pessima

esperienza della cifra cambiata,

del veloce viaggio in banca per

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Pagina 3 Domenica 19 Agosto 2007

ci passi con qualcosa che ha le

ruote (valige, carrelli, passeggi-

ni) immagina il culo dei putei,

rompiballe come sono di solito,

figurati dopo sta ravanata gratis

Spendo due righe su questa

splendida nave della Costa

Crociere perché è davvero in-

credibile, varata nel Maggio

2007 ha una Stazza lorda di

112.000 ton. Per una Lunghez-

za di m. 290 e Larghezza di

36m, 1.430 Cabine, 58 Suite

con balcone, capacità di 3.780

ospiti, 17 Ponti, 1.100 persone

di Equipaggio, ha 5 Ristoranti,

13 Bar, 3 Piscine, 5 Vasche

idromassaggio, 1 Toboga,

Campo polisportivo con rete,

Sauna, Bagno turco, Solarium

UVA, Palestra, Teatro Giove

su 3 piani, Shopping Center,

Internet Point, Megaschermo,

Simulatore di gara di Gran Pre-

mio, Biblioteca, Chiesa, Casi-

nò, Discoteca. Dentro ci sono

ascensori da tutte le parti di cui

3 trasparenti con pareti in cri-

stallo con luci cangianti conti-

nuamente, moquette ovunque

tranne che nelle sale da bouffet

dove in terra hanno posato un

pavimento che simula il Pavè,

una sorta di Sampietrini chiari

leggermente fastidiosi quando

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Pagina 5 Domenica 19 Agosto 2007

La faccio inginocchiare davanti

alla foto di sua madre e mi fac-

cio giurare davanti allo scafan-

dro che mai e poi mai dirà ad

alcuno dove andremo per nes-

suna ragione, pena la minaccia

spaventosa che non gliene darò

mai più e solo dopo sacro giu-

ramento le permetto di mettersi

nuovamente nella posizione

eretta; questo rito pseudo paga-

no, ho scoperto essere di buono

auspicio onde evitare che il sot-

toscritto inizi a vagare per i lo-

cali nosocomi in preda a males-

seri sconosciuti che gli devasta-

no le vacanze in quanto inizia a

stare bene solo quando ritorna a

casa. Messo al sicuro un buon

50% di un’eventuale eziologia

da malapasqua ora sta a me e-

vitare di farmi sfuggire con pa-

renti, amici e colleghi curiosi

l’altra metà del rischio arrivan-

do anche a svelare vergognosa-

mente la mia superstizione ed a

mentire sviando con destinazio-

ni montane, croate o addirittura

visite a parenti lontani, ma co-

me si sa prevenire è difficile e

prenderla nel culo è un lampo e

da una situazione decisamente

Ora ho pagato, partito da un

costo di circa €. 2.600 in offer-

ta che poi è risultata non essere

più valida, sono salito ad €.

3.600 con cabina con Oblò bel-

lo grande chiaramente senza

alcuna bevanda (perché lì sopra

paghi veramente tutto tranne

gli alimenti), dunque sti stronzi

giocano sul fatto che già ho

prenotato tardissimo il 2 Ago-

sto, sapeva che ero in odore di

nozze d’argento e così mi ha

inchiappettato giocando sulla

mia impotenza. Fatto sta che

pago ma non mi arriva nulla,

passano i giorni, 3 niente, 4

niente, 5 niente; chiamo nuova-

mente Luca a Montecarlo e mi

dicono che è in ferie, IN FE-

RIE?!? Io sono qui con la cro-

ciera che mi parte domenica 12

ed una settimana prima non so

ancora niente? Per giunta mi

avevano promesso un Set di 3

valige gratis se prenotavo entro

il 3 Agosto 2007! L’odore di

inculata aumenta a perdifiato e

le gambe mi iniziano a tremare,

quando Renza mi chiama e mi

dice che è arrivato una busta di

cartone Express UPS e dentro

una busta con un blocchetto di

fogli intestato ad entrambi: è

l’agognato biglietto formato da

74 pagine tutte intestate a noi

due con il Numero di Prenota-

zione N. 4517970 e già con la

Cabina N. 1453 in fondo al pli-

co ci sono anche 4 fascette au-

toadesive da mettere alle valige

prima dell’imbarco che inizierà

alle ore 13.30 con partenza del-

la nave alle ore 18.00: ora sia-

mo entrambi più “sereni” e la

Renza inizia, come da copione,

a lasciarsi prendere dal dio del-

la frenesia Minkiakepremuraho

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d’emergenza e siamo andati a

dormire. Come si sa le venti-

quattrore che precedono

l’evento sono ricche di stress

ed io tra reperibilità e sfiga

(chiamato due volte ad ore im-

possibili per un cazzo di allar-

me antincendio nella zona

dell’ingresso dell’ospedale) mi

ritrovo con i nervi leggermente

a pezzi e poi sapere che il mat-

to sa, mi distrugge la serenità.

Furibonda si fa la lotta per de-

cidere quali scarpe portare: “Ti

comperi sempre scarpe che fan-

no schifo, blu elettrico, gialle

canarino, che cazzo di gusti!!”

Beh i miei gusti a me piaccio-

no, che ci posso fare se adoro il

innocua, proprio la sera del 10

Agosto, quando si stava per

rincasare all’una di notte dopo

una cena dall’Aragosta con gli

amici del gruppo De Gregori,

ecco arrivare da lontano Gigillu

in compagnia di Costa (e lì col-

pa mia che non ho saputo leg-

gere nell’oracolo l’imminente

presagio) due storici amici di

Paolo che mi saluta e mi dice

secco: “Allora partite per la

Crociera per Istanbul eh!”. I

coglioni si son fatti acqua, ho

visto Marino alzare entrambe le

antenne, il collo si è stirato e

con lo sguardo di chi mi vuol

fare almeno 70 domande mi

apostrofa con: “Ma braaaavi!”.

Se fosse stato nudo a Gigillu

gli avrei fatto un culo che gli

collegavo direttamente la vesci-

ca con le orecchie ma visto che

era vestito e che sicuramente

non poteva sapere della mia

omertà l’ho perdonato ma ho

comunque fatto in modo che si

sentisse in colpa. Maldestra-

mente scoperti e finiti in pasto

proprio alla lingua più perico-

losa della città inizio a temere

per la mia incolumità ma fortu-

natamente ho preso in tempo in

mano i due pendagli di granito

che sono situati in mezzo

all’inguine insistendo forsenna-

tamente nella palpazione bina-

ria propria delle situazioni

Pagina 6 Istanbul Istanbul

Page 7: Istanbul 2007

Pagina 7 Domenica 19 Agosto 2007

Maurizio ed arrivo a Venezia

Mestre con coincidenza a Mila-

no e la cifra senza prenotazione

perché il treno non la prevede-

va, è di €. 67,80 per due perso-

ne, il problema è che parte alle

ore 5.41 e se non suona la sve-

glia è finita. Riempiamo una

altra borsa e due zaini (il PC

messo nel borsone) e si va a

letto con un po’ di apprensione,

per i vestiti lei ed io perché ho

il terrore della nave, naufraghi,

annegati, tempeste, scialuppe

i colori li vedo un po’ alla mia

maniera? Sono o non sono il

padrone della mia vista?” e così

ho messo in valigia tutte le

scarpe tranne quelle che poi

effettivamente mi dovevano

servire, quelle da “tragitto pe-

sante”. Un sentito ringrazia-

mento lo devo alla famiglia

Tornetta che unendosi in matri-

monio il 5 giugno 2004 hanno

fatto si che per partecipare co-

me testimone della prode Raf-

faella, mi sia dovuto acquistare

un completo con gilè che

l’etichetta prevede durante le

cene di gala a bordo; tutto ciò

unito ad un paio di scarpe beige

tipo paperazza e ad una cravat-

ta color panna da scolaretto ve-

stito bene per la festa. Cerco di

trovare braghe comode, ma-

gliette da sera con le maniche

lunghe e riesco a mettere den-

tro di straforo un paio di espa-

drille nere usate ma comode nel

caso cedessero le infradito ne-

re; dopo tanto penare le deci-

sioni sono prese ed ora occorre

trovare le valige e non non ne

abbiamo neanche una, solo bor-

soni morbidi. A spianarci la

strada interviene provvidenzia-

le, una valigia rigida che la Sil-

va spontaneamente ci impresta

e che si rivelerà risolutrice

nell’ambito degli abiti stirati,

ma come peso riuscirà a trau-

matizzare me e tutti quelli che

se la sono vista passare a due

dita dalla testa sui vari vagoni

ferroviari. Ora non resta che

andare a fare il biglietto del

treno in stazione ad Imperia

Oneglia con partenza da Porto

Camera senza oblò

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nella foto sopra, l’unico essere

umano che spinge la borsa, gli

altri 6 miliardi la tirano, mah!

Entriamo nella Stazione di Ve-

nezia Mestre verso le ore 13.00

e mi precipito fuori a cercare al

più presto un Taxi; chiamo il

numero esposto sul cartello ma

mi avvisano che le vetture non

bisogna prenotarle ma arrive-

ranno appena terminate le corse

e così, temerario in mezzo alla

strada, emulo di tanti gloriosi

film dove il protagonista si get-

ta tra le ruote delle macchine,

allungo l’indice appena ne arri-

va uno che chiaramente mi

snobba e si ferma vicino ad una

famiglia di napoletani e ne

scende un autista napoletano

Levataccia alle

ore 4.30, e ricor-

dando che sono

ancora reperibile

sino alle 7.30, rie-

sco nuovamente a

brandire la pelle

dell’inguine cer-

cando di scongiu-

rare la malasorte,

ed inizio così a ca-

ricare il Pandino di

tutto quanto è

pronto sparpagliato

per casa. Passo dal

Bancomat perché

tutti parlano ma

chi trotta in casa

sono sempre io e

senza liquidi non si

va da nessuna par-

te; il treno è alle

5.41 ma le palpe-

bre sono ancora tra

le lenzuola, le riti-

rerò più tardi, ora devo cercare

di ricordare tutto quello che

non bisogna dimenticarsi e non

è facile, riusciamo comunque

ad arrivare in Stazione a Porto

Maurizio alle 5.30. Ricordo

molto vagamente che ho tim-

brato i biglietti, che il convo-

glio è arrivato sul primo binario

e che abbiamo trovato posto in

uno di quei vagoni infami sen-

za segreti, tutti aperti dove chi

puzza lo ritrovi dal vuoto che

ha attorno, malsani, contagiosi,

senza privacy, a riprendere il

concetto del carro bestiame.

Arriviamo a Genova Porta

Principe in perfetto orario e

mentre guardo sonnacchioso

fuori dal vetro, l’occhio mi ca-

de su una coppia di ragazzini

tenerissimi che si baciano deci-

ne, centinaia di volte in pochi

minuti e poi si dividono perché

lui deve partire e lei lo guarda,

lo guarda innamorata ed inizia-

no a scendere le prime lacrime

e lei per nasconderle si mette

subito una paio di grossi oc-

chiali scuri, ma poi li leva quasi

subito, come per dare a lui la

possibilità di guardarle bene il

viso un’ultima volta. Arriviamo

a Milano centrale alle ore 9.56

in orario per prendere la coinci-

denza per Mestre sul binario

dalla parte opposta e la Renza

inizia a lasciarsi andare nuova-

mente alla premura che l’assilla

da un paio d’anni ed eccola

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Domenica 12 Agosto 2007

Renza a Milano C.le

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Pagina 9 Domenica 19 Agosto 2007

no alla stessa, le ha dato di stra-

foro un numero di scorta, il fa-

tidico n. 18; l’ha dato di strafo-

ro perché pochi secondi prima

un’arrogante signora aveva fat-

to la stessa minchiata ed era

senza numero e così cercava di

non farsi vedere per evitare col-

lisioni verbali e non. Grazie al

18 facciamo poca coda e pos-

siamo così procedere con la

revisione delle due borse che

portiamo in groppa ai raggi X

ed usciamo all’aperto ed ecco

che, anche se incanalati come

le belve del Colosseo, ci si pre-

senta in tutto il suo fascinoso

splendore la Costa Serena. Ora

inizia l’ardua impresa della ri-

che per un pelo non mi manda

pure affanculo e mi dice che ce

ne sono altri. Metto l’indice

dentro e mi metto il cuore in

pace, ormai convinto che sono

nelle mani della dea bendata, e

non so per voi, ma per me è

bendata da sempre della serie

che me non mi vede mai e così

aspetto ancora un po’ quando

un pilota nostrano ci carica e

con un taxi con le porte che si

aprono a scorrimento e pure da

sole ci scarica davanti al Check

In delle valige e ci depreda di

€. 20,00. Io in quel momento

vedo che un tizio mi dice di

aspettare ma, convinto che mi

voglia spennare anche lui, la-

scio i bagagli e dico a Renza di

andare al punto d’imbarco. Una

coda bestiale e qui interviene il

proverbiale “sedere della Ren-

za” che chiede, mentre io mi

sono infilato in una coda inu-

mana, ad una hostess cosa dob-

biamo fare per imbarcare e

questa trasale allorquando chie-

de se abbiamo il numero

d’imbarco che davano giù dalla

valige e noi non l’abbiamo pre-

so! La vita è una scala, un po’

scende e un po’ sale e

quest’oggi la Renza è sdraiata

su un toboga unto di burro in

quanto questa gentile ragazza,

mossa da compassione vedendo

gli occhi della consorte in ma-

Imbarco a Venezia

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giù di decine di metri prima di

trovare un punto d’equilibrio

cerca della cabina n. 1453 e

tutti speranzosi guardiamo la

scala salire ma un cortese o-

rientale, visto il numero, ci in-

vita a scendere al Ponte 1; arri-

vati al ponte di destinazione, un

altro gentile orientale ci invita

ad andare a destra e li ci si

piazza davanti un corridoio

lunghissimo ed iniziamo a se-

guire con entusiasmo la succes-

sione numerica delle cabine,

1231, 1251, 1321, ma quando

azzo arriva sto 1453 e piano

piano si avvicina il fondo del

corridoio, 1351, 1421, ed intan-

to si avvicina la porta

dell’uscita di emergenza, 1423,

1449 ed ecco la 1453, la penul-

tima cabina del corridoio,

MINCHIA! Siamo in fondo

alla nave, della serie che se c’è

un po’ di mare iniziamo ad al-

talenare come due somari su e

Pagina 10 Istanbul Istanbul

i 200 metri di corridoio del nostro ponte

Cabina 1453

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Pagina 11 Domenica 19 Agosto 2007

scorrono sotto di te, tutto bel-

lissimo. Dentro, davanti allo

specchio troviamo una busta

con le indicazioni di tutti i pon-

ti della nave e due badge inte-

stati a me e Renza con i quali

dobbiamo fare tutti gli acquisti

(non serve denaro a bordo, ver-

rà tutto addebitato sulla scheda

magnetica), per aprire la porta

della cabina, per aprire e chiu-

dere la cassaforte, per uscire e

rientrare in nave, etc. Sulla pa-

rete spicca un cartello con scrit-

to che il nostro cameriere per-

sonale è il sig. Francisco, un

indiano con baffetti molto sim-

patico e cordiale come tutti del

resto, ed eccolo entrare, ci salu-

ta e ci spiega tutto il funziona-

mo a bordo e completamente

nelle mani del destino. Arriva-

no le valige tutte belle ordinate

davanti alla porta e mentre le

stiamo ritirando si apre la porta

della cabina di fronte ed esce

una signora con accento veneto

tutta preoccupata perché dentro

c’è molto rumore; dopo pochi

secondi ecco uscire il marito

incazzato nero:” Ho prenotato a

Marzo e mi hanno dato una ca-

bina rumorosa ed in fondo alla

nave”. Io mi trattengo dal terro-

rizzare ulteriormente la donna

apostrofandola con le mie pau-

re e cerco di tranquillizzarla ma

lui incalza:” E’ una vergogna,

andrò a parlare con qualcuno,

voglio una stanza più tranquil-

la! Senta, senta che rumore,

come farò a dormire stanotte!

Pensi che siamo una comitiva

di sedici amici e ci hanno tutti

sparpagliati”. E di lì capisco

che è un tipo un pelino agitato

e lo lascio stare nel suo brodo,

oltre tutto si sono scelti una

cabina senza oblò, avranno pu-

re risparmiato ma sono in una

specie di scatolone, elegantissi-

mo, ma pur sempre uno scato-

lone. Sghignazzando rientro

dentro e guardando la Renza le

rivelo tutta la mia soddisfazio-

ne per aver acquistato una cro-

ciera con cabina ed oblò, è tutta

un’altra atmosfera, la luce del

sole, la vista del mare di giorno

e di notte, vedere i flutti che

Prima foto in cabina

Page 12: Istanbul 2007

za e con il numero 000071488

io, che terminata la crociera ti

rilasciano in quanto durano so-

lamente da domenica 12.8.2007

a domenica 19.8.2007 per poi

diventare un souvenir. Finito

questo preambolo tutti in giro a

curiosare per la nave e poi con

mento delle schede, della cas-

saforte, del bagno, dell’aria

condizionata etc. e la Renza mi

fa subito notare che: Francisco

proprio come il nome del suo

papà, i numeri dei due posti a

sedere in treno che erano il 25

ed il 26 (25 anni di matrimonio

ed il 26 il giorno di nascita di

entrambi), 1453 (14 il giorno

che ci siamo sposati ed il 53

che è il mio anno di nascita),

che sia un presagio? Ohi ohi

ohi, speriamo bene! Intanto qua

sotto ecco i due Badge originali

con il numero 000073099 Ren-

Pagina 12 Istanbul Istanbul

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Pagina 13 Domenica 19 Agosto 2007

dai ponti, tutti ci salutano e ci

fanno tantissime foto (lo notia-

mo dai flash delle macchine),

addirittura moltissimi turisti

che affollano la meravigliosa

Piazza San Marco (vista dal

11° ponte è stupenda davvero)

smettono di fotografare il pa-

un altoparlante siamo tutti chia-

mati in riunione al Teatro Gio-

ve perché il Direttore di crocie-

ra Stefano Ferrari ci deve rila-

sciare importanti comunicazio-

ni. Col tempo ho capito che di

importanti comunicazioni ce ne

sono davvero poche, per la

maggior parte sono consigli e

pubblicità (tranne la riunione

finale che serve per destinare

bagagli e passeggeri fuori bor-

do) e dunque questa non è da

meno e qui ci spiegano il fun-

zionamento del Badge per pa-

gare ovunque sulla nave (e se

tu non vedi i soldi ce ne lasci

una marea in acquisti poco ocu-

lati) e soprattutto invitano tutti

ad andare entro le 48 ore, nel

pomeriggio entro le ore 19.00

nella Discoteca dove occorre

registrare la Carta di Credito

oppure effettuare un versamen-

to con contante o assegno per

coprire le spese delle Gite, in

pratica se nella scheda non c’è

credito sufficiente non si potrà

acquistare nulla. Capito benis-

simo il concetto passano ad in-

vitare le persone a prenotare

per tempo le escursioni

(veramente molto care) in

quanto domani a Bari saliranno

circa 1.000 persone con le con-

seguenze del caso. Stefano si

sofferma sul fatto che tutte le

sere, alle ore 20.00 per quelli

che come noi ceneranno alle

ore 21.30 e alle 22.00 per quelli

che cenano alle ore 19.30, ci

sarà uno spettacolo in questo

teatro splendido sviluppato su

tre Ponti diversi (3 - 4 - 5) della

durata di circa un’ora, con la

partecipazione di artisti straor-

dinari. Alle ore 18.00 in punto

la Costa Serena salpa per ono-

rare i “Panorami d’Oriente” e

noi saliamo in coperta per ve-

dere Venezia che piano piano si

allontana e noi ci allontaniamo

da quelle orride acque maleo-

doranti ed iniziamo a scorrere

con lo sguardo l’ingresso del

canale della Giudecca e notia-

mo con stupore che dalle bar-

che, dai traghetti, dai vaporetti,

Prima a Teatro Giove

Page 14: Istanbul 2007

lazzo ducale e scattano le foto a

noi in transito; sorridevamo

tutti soddisfatti. Rientriamo ed

iniziamo a passeggiare per la

nave e tra la moltitudine di co-

se da mangiare prendiamo un

caffè in attesa di andare a Tea-

tro, ben sapendo che ci attende

una cena aristocratica sul tardi.

Una delle cose inspiegabili di

questo soggiorno sul mare, è

che io ho smesso di tremare

vedendo un ascensore, qui sono

talmente belli che li devi pren-

dere per forza, e poi c’è tal-

mente tanto di quel personale

che sicuramente, se ci rimani

dentro ti tirano fuori in un bat-

ter d’occhio, o almeno è quello

che ho pensato io. Spettacolari

Pagina 14 Istanbul Istanbul

Davanti a San Marco

… anche io

Page 15: Istanbul 2007

Pagina 15 Domenica 19 Agosto 2007

della serata, direttamente dallo

ZELIG CIRCUS ecco MIDE-

NA e PACTON in “Siamo co-

stretti” una simpatica parodia

del tizio che praticamente fa

quello che vuole; nella seconda

parte la coppia esegue un’altra

parodia di una classica situa-

zione tra padre e figlio

dove un padre despota

blocca psicologica-

mente il bambino fin

quando questo si libe-

ra, ma per poi ritorna-

re nuovamente succu-

be, un po’ proprio co-

me in casa mia, domi-

natore assoluto! Ter-

minato lo spettacolo

iniziato un po’ in sor-

dina ma finito alla

grande, ecco che tutti

ci accorgiamo dell’ora

avanzata e dei morsi

della fame ed un lungo

serpentone inizia a

dirigersi verso la Sala

Ristorante VESTA al

Ponte 4 e noi abbiamo

sono quelli in cristallo che

vanno dal 2° all’11° Ponte

ma sono ubicati solo nel

centro-nave. Comunque

alle ore 20.00 siamo tutti

nel Teatro Giove, amma-

liati da tante luci colorare,

un locale ricchissimo di

riflessi a semicerchio ver-

so il palcoscenico semo-

vente e con il proscenio

rotante, moquette ovun-

que, piccoli tavolini, co-

modissime poltrone (forse

troppo comode per un tea-

tro) e soprattutto due gal-

lerie che lo portano a con-

tenere, credo, almeno

1.500 persone o forse più.

Un sipario a semisfera

dall’alto ed uno piatto die-

tro blu bellissimo sono i primi

a vista ma hanno la possibilità

di calare uno schermo enorme

ed un sipario semirigido traspa-

rente, tantissimi fari rotanti,

r a g g i l a s e r e d

un’organizzazione perfetta lo

rendono un vero gioiello. E

mentre stiamo ammirando que-

sto splendore ecco che si ab-

bassano le luci e cambia la mu-

sica di sottofondo, una musica

che ripetuta ogni sera ci fa ca-

pire che accompagna l’entrata

di Stefano il direttore di crocie-

ra che presenta lo spettacolo

Page 16: Istanbul 2007

cena per il secondo turno, gran-

de bidonata perché inizi a man-

giare alle 22.00 e termini ogni

volta alle 23.00 - 23.30 e non ti

resta nulla per la serata mentre

cenando alle 19.30 termini per

le 21.30, ora d’inizio dello

spettacolo, ed alle 22.30 hai

una sera libera mentre gli altri

fessi sono ad ingozzarsi ad ore

impossibili, e poi chi cazzo di-

gerisce a quell’ora? Saliamo su,

essendo il ristorante su due pia-

ni ed ormai in piena navigazio-

ne, ceniamo, ed al tavolo chi

ritroviamo? La coppia di veneti

con lui incazzato nero perché

oltre alle camere, tutte e 8 le

coppie le hanno sparpagliate in

tavoli diversi. “Ora faccio casi-

no veramente” apostrofa ed io

mangio tranquillo, con uno fu-

rioso vicino ti senti più rilassa-

to ed inizio con l’Antipasto Co-

sta Serena (prosciutto crudo,

mele a strisce, patè), salto il

primo e mi servono per secon-

do Galletto Amburghese con

riso grezzo e come dessert ge-

Pagina 16 Istanbul Istanbul

Ecco

la nostra

sala da

pranzo

Vesta

e il

tavolo 1

Page 17: Istanbul 2007

Pagina 17 Domenica 19 Agosto 2007

scolo con 13 tagliandi staccabi-

li che molto vergognosamente

devi consegnare ai camerieri

ogni volta che decidi di ordi-

narne una. Il bagno è piccolo

ma super accessoriato e strana-

mente il foro di scarico del wa-

ter è molto piccolo quindi biso-

gna moderarsi nella … spremi-

tura. Domani mattina si arriva a

Bari e quindi non voglio per-

dermi lo spettacolo del primo

attracco della mia vita e si va a

dormire sentendosi un pochino

osservati dai personaggi dei

quadri che adornano le pareti,

si perché qui tutto è mitologico,

Giove, Prometeo, Vesta, Ura-

no, e speriamo che gli dei

dell’Olimpo ci lascino dor-

lato al limone e arancio. Seguo

la Renza che prende il menù

consigliato dalla casa con patè

di Salmone, un secondo specia-

le e poi Babà; assecondando il

vicino veniamo a scoprire che

lavora per Andreola, il cugino

di Renza e non sembrava molto

contento per il fatto che, dice

lui, deve ancora prendere dei

soldi per lavori eseguiti in pre-

cedenza, perché il mio vicino,

lavora nel campo del restauro

di opere in muratura di valore,

di concerto con le Belle Arti.

Ci accomiatiamo ed andiamo a

dormire alle 23.50 sfiniti ma

ricchi di considerazioni da fare:

siamo a bordo in alto mare e

sembra di essere a casa, siamo

diretti verso uno dei posti più

affascinanti del mondo su una

n a v e d a c r o c i e r a

all’avanguardia, varata a fine

Maggio 2007, ricchissima, do-

ve puoi mangiare tutto ciò che

vuoi dalle 7.00 del mattino fino

a tarda ora però l’unica cosa

che puoi bere è acqua liscia con

aggiunta di ghiaccio, oppure

caffè normale o decaffeinato, o

caffè d’orzo o latte caldo o

freddo altrimenti se vuoi acqua

gassata, vino, birra o liquori te

li devi pagare profumatamente

e noi così per €. 23,90 nel po-

meriggio abbiamo acquistato

un abbonamento a 13 bottiglie

d’acqua che non sono neppure

da litro, ricevendone un opu-

Page 18: Istanbul 2007

Naturalmente se vuoi vedere i 3

canali nazionali ed i 3 canali

Mediaset lo puoi fare gratuita-

mente ma se vuoi accedere a

film normali o sexy devi paga-

re. Con il telecomando puoi

inoltre, digitando sull’apposito

menù, vedere il credito che ti

rimane sulla tua scheda perso-

nale, oppure puoi vedere un

filmato che ti pubblicizza le

escursioni future così puoi sce-

gliere quella che più ti interes-

sa, soprattutto economicamen-

te; veramente un comodo servi-

zio interno. Curiosando ulte-

riormente troviamo la Cassa-

Siccome oggi la nave arrive-

rà a Bari verso le 11.00 dedi-

chiamo la mattinata alla sco-

perta della cabina e dei vari

ponti che ieri la premura ci ha

impedito di visitare. Una piace-

vole scoperta è stata la TV a

circuito chiuso dove trasmetto-

no in continuazione le comuni-

cazioni del Direttore di Crocie-

ra, inoltre, e questo credo sia

un accorgimento simpatico per

venire incontro a coloro che

hanno una cabina senza oblò,

c’è un canale dove due teleca-

mere inquadrano il mare a prua

ed a poppa così si possono ve-

dere 24 ore su 24 le condizioni

atmosferiche con un’alternanza

di pochi secondi; poi un altro

canale trasmette, alternando

anche qui di circa 10 secondi,

l’immagine del punto nave in

tempo reale cioè un cerchietto

pulsante ti fa vedere dov’è la

nave su tre cartine geografiche

a diverso ingrandimento com-

presa una riga rossa della rotta

giornaliera; un altro canale tra-

smette la velocità della nave, la

temperatura esterna, la latitudi-

ne e la longitudine, la velocità e

la direzione del vento, tutto ri-

gorosamente in tempo reale.

Pagina 18 Istanbul Istanbul

lunedì 13 Agosto 2007

La cabina 1453

Page 19: Istanbul 2007

Pagina 19 Domenica 19 Agosto 2007

Page 20: Istanbul 2007

lo quotidianamente con un pic-

colo asciugamano che allontana

il getto dalla mia preziosa nuca.

forte incastrata nella parete

dentro ad un armadietto posto

sotto la TV e che si apre sola-

mente con il badge che è stato

usato per chiuderla altrimenti

niente da fare; sotto c’è un pic-

colo frigorifero che abbiamo

trovato chiuso, tanto è meglio

non toccarlo perché è peggio

della porta di casa di Re Mida,

qualunque cosa tocchi è costo-

sissima e non chiediamo di a-

prirla. Piccolo problema, ma

non per questo meno importan-

te, è il bocchettone dell’aria

condizionata proprio sopra alla

mia parte del letto matrimonia-

le che nottetempo (ma anche

giornotempo) emana un piace-

volissimo ma pericolosissimo

fresco condizionato che ti

stronca la carriera se non inter-

vieni con l’astuzia tipica del

sottoscritto, e riesco così a sal-

vaguardarmi la pelle fasciando-

Pagina 20 Istanbul Istanbul

La cabina a Venezia

Page 21: Istanbul 2007

Pagina 21 Domenica 19 Agosto 2007

di chi rientra è totale e sicuro.

Come dicevo, stamane sve-

glia alle ore 9.30 e poi via di

corsa al Prometeo per la cola-

zione alle ore 9.58 pochi secon-

di prima della chiusura; caffè

decaffeinato con latte freddo (il

caffè è servito in termos enormi

a temperature esagerate) e fette

di pane con burro e marmellata,

sono squisite se gustate rimi-

rando Bari che si avvicina pia-

no piano. Noi qui non abbiamo

acquistato il giro della città per-

ché si è pensato di farcelo per

conto nostro lì vicino al porto;

e così scendiamo con il rito di

sicurezza che ogni volta che

scendi dalla nave una hostess ti

chiede il badge, lo inserisce in

una fenditura computerizzata e così il controllo di chi scende e

L’attracco a Bari

Page 22: Istanbul 2007

sato alla setta, ma quando sono

uscito fuori ed ho visto una

Si scende con l’orologio alla

mano perché il tempo di appro-

do è veramente poco, 2 ore e

mezza, e immediatamente ci

dirigiamo a caso verso la spia-

nata assolata; facciamo poche

centinaia di metri ed ecco i pul-

lman fermi con i passeggeri,

tutti della Costa Crociere, che

si stanno dirigendo sotto un

ponte, passato il quale incombe

la visione di una bianca catte-

drale: San Nicola. Qui per an-

darsi a fare un giretto in corrie-

ra e tornare vicino alla nave ci

abbiamo messo venti minuti

gratis, gli altri ci hanno lasciato

oltre €. 27,00 e siamo tutti in-

sieme dentro alla chiesa; entria-

mo a rinfrescarci e subito noto

alcuni uomini vestiti con abiti

da avvocato ed ho giusto pen-

Pagina 22 Istanbul Istanbul

San Nicola - Altare

Bari - sul lungomare

Page 23: Istanbul 2007

Pagina 23 Domenica 19 Agosto 2007

davanti a negozi ma alle 13.30

bisogna essere tutti a bordo e

sono le 12.30; schiviamo il

mercato coperto ed entriamo in

un negozio di scarpe in chiusu-

ra dove una paziente ragazza

splendida Mercedes familiare

funebre ne ho capito immedia-

tamente la funzione. Scendia-

mo nella cripta e pensiamo a

quanto ci diceva Vincenzo da

Bari che ai funerali pagano del-

le donne appositamente per

piangere e disperarsi, risaliamo

subito e ce ne usciamo con at-

tenzione perché abbiamo calco-

lato il tempo che occorre per

tornare alla nave, dunque quan-

do tornano loro torniamo anche

noi. Ci incamminiamo tutti in-

sieme verso il centro città ma

subito ecco nella prima viuzza

due o tre negozi di souvenir

apposta per i turisti gonzi e su-

bito noto un cappello bianco

con banda nera identico a quel-

lo della copertina del CD di De

Gregori, chiedo il prezzo velo-

cemente perché la Renza mi ci

ha già lasciato e me lo mette

solo €. 7,00 un vero affare, lo

acquisto immediatamente e

chiamo l’incazzata per vedere

se caso mai ci fosse qualche

occasione anche per lei, ma

oramai si è allontanata quanto

basta per non sentirla più. Men-

tre borbotto tra me e me incaz-

zato perché sta donna riesce

sempre a farmi imbestialire mi

transita davanti su un motorino,

tranquillo e beato, un tizio sen-

za casco, con sul pianale sdra-

iato un cane beige enorme e

naturalmente mentre sta parlan-

do al cellulare, da noi ti sbatte-

vano dentro senza nemmeno

chiedere che tempo fa! Mi ri-

prendo dalla rabbia di non esse-

re riuscito ad immortalarlo con

le 3 possibilità che avevo

(Macchina fotografica, Teleca-

mera, fotocellulare) e torno a

cercare la Renza, la trovo più

avanti indispettita del mio ritar-

do e non le do un calcio nel

sedere giusto per-

ché ho le infradito

e mi stroscio un

altro dito dei piedi

e così riprendiamo

l’escursione pas-

sando davanti a

quei pochi negozi

quando transitano

due tipi straordina-

ri, uno bianco ed

uno nero; quello di

colore con un’aria

giuliva poco rassi-

curante punta un

barese in piedi, ap-

poggiato allo stipite

della porta, e lo a-

postrofa con un

“ciaaaoooo” e tira

dritto. L’uomo

sull’uscio abbassa

la testa e lo segue con lo sguar-

do da sopra gli occhiali, poi

guarda me: ci siamo capiti im-

mediatamente. Il dramma è che

nei giorni seguenti, i due ce li

siamo ritrovati a bordo!! Rag-

giungo dunque la

belva e proseguia-

mo cercando di

comperare un paio

di scarpe a testa,

avendo saputo che

le future escursioni

necessitano di ro-

buste scarpe como-

de e noi abbiamo

solo infradito, espa-

drille e scarpe di

lusso; non le perdo-

nerò mai di avere

insultato i miei gu-

sti cromatici relati-

vi alle scarpe che

compero e così non

mi ha portato nien-

te. Vedendo che

l’ora incalza pro-

viamo a passare

San Nicola - spina della corona di Gesù

San Nicola

Page 24: Istanbul 2007

e recuperiamo due asciugamani

azzurri, due sdraio e tanta vo-

glia di non fare un cazzo di

niente; mi sdraio ed ecco che

neanche dieci minuti dopo lan-

ciano un primo avvertimento

che alle ore 16.00 esatte verrà

effettuata un’Esercitazione di

Emergenza con tanto salvagen-

te e sette colpi di sirena. Con il

risultato che potete vedere qui

sotto (grandi espressioni di

soddisfazione) ci tocca andare

tutti in cabina, imbracarsi il

inizia a tirare fuori scarpe per

la Renza. Ne riusciamo a trova-

re giusto giusto due niente male

e ci lasciamo €. 98,00 in con-

tanti, si in contanti perché poco

prima al Bancomat sul porto ho

avuto il coraggio di prelevare

dal Bancomat locale, speriamo

bene. Risaliamo a bordo con

una coda micidiale, solito con-

trollo del badge per vedere se

siamo rientrati tutti e ci precipi-

tiamo al Lido Urano e prendia-

mo subito un piatto di Macedo-

nia di frutta Renza ed io inizio

con patatine ed Amburger, ben

sapendo che ben presto ci sarà

coda perché stanno imbarcando

circa 1.000 passeggeri. Ci spo-

stiamo nel Lido Prometeo in un

marasma indescrivibile di gente

comunque nella calca riesco a

brandire un piatto di penne, 3

polpette, Pizza, formaggio gra-

na a scaglie e la Renza agguan-

ta Riso giallo, 3 pizze, formag-

gio e pesce; a dirla così sem-

brerebbe una porzione normale,

ma era tutto enorme, avevamo

tutti paura di morire di fame e

di stenti e così passavano vas-

soi a 3 o 4 piani, bistecche su

pane, su formaggi, pastasciutta

sdraiata nei vassoi senza nep-

pure metterla in un piatto, se ci

fosse stato un maiale si girava

dall’altra parte dalla nausea.

Questo sistema ha molto spreco

ma in pochi minuti mangi di

tutto, innaffiato con acqua e

ghiaccio perché una bottiglia

da 75cc di acqua minerale, che

pare te la tirino fuori dal buco

del sedere tanto è cara, costa €.

2,50 cad. Soddisfatti, completa-

mente satolli e con la nave che

salpa, decidiamo di dedicarci al

più delizioso ozio, quello solare

Pagina 24 Istanbul Istanbul

Lido Urano

Page 25: Istanbul 2007

Pagina 25 Domenica 19 Agosto 2007

nel cesso; come già accennato

il foro del water è ristretto e

salvagente dal collo in giù e

con flemma paradossale pren-

diamo la scaletta che ci porta al

punto di riunione, muniti di

fischietti, pile che non riesco ad

accendere, terrificante etichetta

trasparente dove infilare il

badge in caso di naufragio (ma

a che serve, al riconoscimento

del cadavere?) e tra spaventi di

ritorsioni e timore di essere in-

filati nelle anguste scialuppe ci

scattano delle foto ignobili che

poi riproporranno stampate al

fine di farcele comperare, ma

siamo rimasti talmente bene

che le abbiamo lasciate là a di-

vertire quelli che le vedevano.

Terminata la penosa manifesta-

zione (se affondasse davvero

non ne salviamo nemmeno u-

no) rientriamo in cabina e la

Renza viene colta da uno sti-

molo irrefrenabile e si chiude

L’autoscatto

Cabina 1453

Page 26: Istanbul 2007

(come da fot a lato) e diamo un

colpo di telefono a Paolo che ci

dice che è appena arrivato a

Genova. Arriviamo a cena e

troviamo due nuovi vicini di

tavolo saliti a Bari ma abitano a

Genova Voltri (lei fa l’ostetrica

ad Alessandria, lui ha qualche

impresa) e noi ci stringiamo

allora alla vetrata e ceniamo

con antipasto di Mozzarella di

Bufala e prosciutto crudo, lin-

guine agli scampi, agnello alle

spezie con riso e poi un gelato

alla nocciola ed un sorbetto alla

banana e pistacchio alla sambu-

ca. Alle 23.00 festa sul ponte 9

e poi Gelato flambè con ananas

e caramello nella Sala Gemini

al 5 ponte poi a dormire che

siamo quasi in Grecia e

l’orologio ora va messo 1 ora

così quando è toccato a me lo

scarico, la tazza era completa-

mente intasata; non siamo mai

riusciti a capire come sia suc-

cesso ma l’idraulico in seguito

ci ha spiegato che i gabinetti

hanno lo scarico collegato due

a due e così praticamente da

noi è salito anche il letame del

vicino perché è il suo lo scarico

che si è otturato. Rincuorato

così dal tecnico che le evacua-

zioni della consorte sono per-

fettamente nella norma scen-

diamo nella Discoteca a carica-

re il Badge con un assegno di

€. 600,00 e siccome manca il

collegamento con la terra con

la Banca, veniamo accompa-

gnati in un locale di servizio e

lì l’addetta si accorge che in-

credibilmente ha smarrito

l’assegno. Di 3.500 passeggeri

possibile che l’unico coglione

sono sempre io? Dapprima mi

dicono di cercare per vedere se

l’avessimo ancora con noi ma

per fortuna la Renza si ricorda-

va benissimo che l’aveva preso

la ragazza e dopo ricerche a

ritroso nella Discoteca fortuna-

tamente lo ritrova; si scusano e

sistemiamo la faccenda ed ora

sono a posto. Rientriamo in

Cabina che il gabinetto è per-

fettamente a posto e siamo giu-

sto in tempo per cambiarci e

salire al Teatro Giove dove si

sta per esibire una bravissima

cantante di colore, KEENIAT-

TA. Terminato lo spettacolo

ricco di luci cangianti, fari, mu-

sica usciamo a passeggiare sul

ponte che fuori è ormai notte

Pagina 26 Istanbul Istanbul

Page 27: Istanbul 2007

Pagina 27 Domenica 19 Agosto 2007

La calda notte sul Ponte più alto della nave

Page 28: Istanbul 2007

hanno prenotato la visita ad

Olimpia, la storica città greca

sede delle antiche olimpiadi,

mentre noi non siamo riusciti in

quanto non c’era più posto e

così abbiamo deciso di farci

una comoda e rilassante cola-

zione a bordo e poi con calma

scendiamo in città a vedere ne-

gozi e vetrine con la speranza

di riuscire a raggiungere una

spiaggia per fare un bagno gre-

co. La nave ormai svuotata da

bambini che gridano, che cor-

rono disperati, di genitori che

se ne fottono e li lasciano sbat-

Mi sveglio con la luce del

sole che entra dall’oblò (e pen-

sare che c’è chi dice che pagare

per avere l’oblò in camera sia-

mo soldi spesi male) mentre

sono dolcemente cullato dalla

Costa Serena e tra me penso

che saranno già le 8.30 - 9.00,

accendo il televisore per guar-

dare il canale dove trasmettono

continuamente il punto nave e

sono le 5.50, le 5.50?!?

Deficiente, mi sono scordato

che siamo un’ora avanti e non

ho portato avanti le lancette, e

così sono le ore 6.50 e pratica-

mente stiamo arrivando in por-

to e stanno iniziando le mano-

vre di attracco. Lo spettacolo

dall’oblò è tutto particolare

perché Katakolon è un porto

nato probabilmente solamente a

scopi turistici, infatti è nuovis-

simo e le poche case che si af-

facciano sul mare altro non so-

no che caratteristici negozi va-

riopinti con predominanza di

biancazzurro. Sulla banchina,

una moltitudine di pullman

schierati in perfetto ordine car-

dinale sono in attesa dello sbar-

co di migliaia di passeggeri che

Pagina 28 Istanbul Istanbul

martedì 14 Agosto 2007

La sabbia di Katakolon

Page 29: Istanbul 2007

Pagina 29 Domenica 19 Agosto 2007

china e ci incamminiamo in

paese, tra dehor improvvisati,

donne che innaffiano per atte-

nuare la calura, negozianti che

aprono ed un buffo indigeno

che vestito in perfetta tenuta

tradizionale greca, si posiziona

in un angolo di un caseggiato

per farsi fotografare con turisti.

Con Renza cerchiamo una

spiaggia per il desiderato bagno

greco ma la sabbia che trovia-

mo è agghiacciante tanto che è

sporca, piena di rumenta, di

meduse morte e di piccole stel-

le marine e così dopo un breve

tentativo di rinfresco agli arti

inferiori torniamo sui nostri

passi e decidiamo di comperare

un souvenir della città; il solito

tere per la gioia di che li ritrova

nelle palle. Scendiamo tran-

quillamente senza calca, cam-

miniamo felicemente sulla ban-

Negozi di Katakolon

Katakolon - Porto

Page 30: Istanbul 2007

mica artigianale ed acquistiamo

due bellissimi piatti da €. 39,00

dipinto del luogo non ci soddi-

sfa perché sono davvero brutti

e così ci facciamo inchiappetta-

re da un ricco negozio di cera-

Pagina 30 Istanbul Istanbul

Page 31: Istanbul 2007

Pagina 31 Domenica 19 Agosto 2007

di alluminio. Calcolando che il

mio orologio segna ancora

l’ora italiana dunque significa

che siamo un’ora avanti ed è

bene risalire a bordo perché da

un momento all’altro dovrebbe

arrivare un’orda bestiale di ani-

mali affamati insaziabili, con al

seguito una infernale guarni-

gione di piccoli voraci dogber-

man sguinzagliati e dunque

liberi di devastare tutto e tutti.

Passiamo il controllo interno

della nave e nel monitor del

tunnel a raggi x vedo il mio

cellulare, la mia macchina foto-

grafica, etc. tutto a colori ma

il piccolo ed €. 52,00 quello

grande ma ci mettono il tutto €.

80,00. Faccio un prelievo di

denaro contante dal locale Ban-

comat per-

ché si pen-

sava di

comperare

c h i s s à

quanta roba

e poi ci re-

chiamo co-

me dicevasi

in prece-

denza a

comperare i

piatti, e poi

nel Helle-

nic Duty

Free Shops

(che sono-

rità poco

greca vero?

che ci pren-

dano per il

culo) in un

negozio sul

porto ricco

di souveni-

re pesanti e

b o t t i g l i e

che se com-

peri poi ti

confiscano entrando a bordo;

temendo prelievi coercitivi pro-

vo a fare mie due piccole botti-

glie (come da scontrino supe-

riore) di un

liquore ca-

ratteristico

g r e c o

a l l ’an ice ,

c a v a n d o -

mela con €.

4,20. Risa-

liamo a

bordo e non

mi dicono

nulla e così

mi pento di

non aver

preso quel-

le belle in

confezione

SCONTRINO FISCALE

ACQUISTO N. 2 BOTTIGLIE DI

ANICE

SCONTRINO

BANCOMAT

KATAKOLON

Page 32: Istanbul 2007

Pagina 32 Istanbul Istanbul

PIANTINA

DELLA CITTA’

DI KATAKOLON

E DI

OLYMPIA

Page 33: Istanbul 2007

Pagina 33 Domenica 19 Agosto 2007

25° Anniversario di Matrimo-

nio, insieme dal 14 agosto 1982

due bottigliette. Risaliamo a

bordo con Silva che molto cari-

namente ci chiama per farci gli

auguri, perché oggi è il nostro

La splendida Renza

Page 34: Istanbul 2007

giace il carabiniere romano an-

che lui indispettito dal frastuo-

no; il problema è che il fischio

si ripete nuovamente e, sicco-

me vediamo che la nave vicina

sta partendo in retromarcia, tut-

ti abbiamo, per uno straordina-

rio effetto ottico, l’impressione

che stia entrando in collisione

con noi!! Partono altri sibili

penetranti e tutti ora pensano al

Titanic; la nave vicina sfila via

tranquilla così tutti ci rilassia-

mo quando 3 fischi ravvicinati

ci fanno nuovamente sussulta-

re, allora si capisce che la fac-

cenda si sta facendo seria ma

nessuno ha ancora capito la ve-

ra causa e tutti temono un im-

minente incidente quando giun-

ed ecco che riusciamo a trovare

un paio di sdraio verdi e ci pro-

curiamo due asciugamani az-

zurri ed abbandoniamo le

membra su questo godimento;

due secondi ed ecco che scoc-

cano le ore 12.00 ed a me viene

subito fame, così lasciando

Renza a crogiolarsi al sole gre-

co scendo dall’11° Ponte al

ponte 9 e faccio il pieno di 6

wurstel di cui 2 ripieni di pan-

cetta e sottiletta, patatine e 2

hamburger, macedonia di frutta

con la gelatina rossa che aveva

tanto incuriosito la mia consor-

te con tanta acqua e ghiaccio.

Ho pure preso un gelato misto

limone-fragola che mentre di-

voravo tutto il resto, si è delica-

tamente liquefatto per formare

una crema fredda sublime; a

stomaco pieno e senza rompi-

coglioni intorno è un godimen-

to unico, ma quanto può stare

uno senza rompicoglioni?poco,

veramente poco perché il rom-

picoglioni si annida ovunque, è

camaleontico, si mimetizza in

brava persona, in ragazza attra-

ente, in vecchietta indifesa, ba-

sta romperti le balle fa qualun-

que cosa e stavolta si è travesti-

to da carabiniere in vacanza.

Succede che poco prima delle

ore 13.00 dalla sirena della na-

ve parta un fischio che mi tra-

pana le orecchie e mi finisce

nella vescica! Ci guardiamo

intorno ed alla nostra destra

Pagina 34 Istanbul Istanbul

Piazza di Katakolon

Page 35: Istanbul 2007

Pagina 35 Domenica 19 Agosto 2007

affaccio dalla ringhiera e devo

constatare che ha perfettamente

ragione, ci siamo fermati e fac-

cio notare all’indomito carabi-

niere che una lancia si è stacca-

ta dal molo e sta portando a

bordo i due deficienti che ci

hanno fatto partire in ritardo;

sperando che l’intero equipag-

gio si occupi della loro sodo-

mizzazione torno ad ascoltare

le imprese del milite ed alla

fine scopro che pure lui ha il

cellulare di servizio, lo usa ed è

pure più economico del mio.

Improvvisamente la sua femmi-

na decide di spostarsi e così, a

malincuore, la deve seguire con

grande giovamento del mio ap-

parato riproduttivo come pure

delle mie beneamate orecchie

ge la notizia che qualche imbe-

cille, dimentico che in Grecia

l’orario è diverso, probabil-

mente sta comodamente pas-

seggiando per la città mentre la

nave deve partire rigorosamen-

te alle ore 13.00. Sto cazzo di

f a m i g l i a P a p e r i s c h e

l’altoparlante inizia a scandire

la vediamo correre sul molo,

dall’alto della nave li scorgia-

mo correre trafelati per rag-

giungerci, uno addirittura corre

spingendo una carrozzina con

un bambino dentro che si sta

divertendo da morire! Caricati i

Paperis tra gli applausi, insulti,

dito medio alzato, eccetera, ci

sdraiamo nuovamente a goderci

il sole con il carabiniere che

inizia a raccontarmi la storia

della sua vita, mi salva

un’ennesima strombazzata del-

la nave e da lì capisco che il

posto che ho scelto per riposare

è il 9 girone dell’inferno; un

altro idiota manca all’appello

accompagnato dalla moglie.

Inutile dire che seguono altre

innumerevoli strombazzate che

si alternano alle memorie del

carabiniere romano e tutti scru-

tiamo il molo per vedere gli

altri due imbecilli correre, ma

stavolta non c’è nessuno, questi

sono proprio andati a farsi fot-

tere! Alle ore 13.30 precise la

nave si stacca dal molo e pren-

de il largo, noi torniamo a

sdraiarci sui caldi asciugamani

quando la Renza mi dice che

secondo lei la nave è ferma; mi

Page 36: Istanbul 2007

ze caraibiche per fare impazzi-

re i bagnanti. Riprendiamo per

l’ennesima volta ascensori di

tutti i tipi, sbagliamo posto ed

invece di essere in fondo alla

nave siamo in cima e ci percor-

riamo tutto il corridoio di 200

metri e più per arrivare davanti

alla nostra cabina dove vedo

Francisco e, memore della bic-

chierata che avevano fatto a

bordo appena partiti da Vene-

zia e avendo notato dei bellissi-

mi bicchieri variopinti con il

marchio della Costa Crociere,

gli chiedo se riesce a procurar-

mene un paio. Entriamo e ci

dobbiamo scegliere bene

l’abito perché stasera c’è il Co-

cktail di Gala con il Coman-

dante a Teatro Giove e succes-

sivamente la Cena di Gala al

Vesta; la Renza tira fuori

l’abito con lustrini e pajette ed

io il completo che avevo messo

iniziano finalmente a riposarsi

ed a godersi la crociera in santa

pace. Verso le 15.00 ci alziamo

perchè siamo ormai circondati

da tutti i più buzzurri della pe-

nisola, ed andiamo un po’ in

giro per la nave su è giù con gli

ascensori di cristallo; che bello

scendere dalle nuvole dell’11°

Piano e passare dietro al piani-

sta e per finire al Ponte 2, cu-

riosare tra le foto e guardare le

facce terribili che nessuno avrà

mai il coraggio di acquistare,

fare un giro nella palestra puz-

zolente di sudore dove i più

stacanovisti si cimentano su

pedane guardando il mare attra-

verso l’ampia vetrata della Pru-

a. Arrivano le ore 17.00 e ci

andiamo a gustare due soliti

caffè decaffeinati dal termos

per poi passare alle favolose

p r u g n e g u a r d a n d o

l’azzurrissimo mar Egeo dalla

Sala Prometeo, sfiorando isole

dalle rocce a picco sul mare

godendoci appieno queste stu-

pende indimenticabili giornate.

Questa nave ha veramente

l’impossibile, oltre che negozi,

2 ristoranti enormi, piscine e

idromassaggi, ha pure un tobo-

ga che non prendo perché mi

vergogno e perché temo di non

riuscire a fermarmi nel breve

rettilineo finale; fuori davanti

al maxischermo, dove peraltro

è impossibile riuscire a prende-

re il sole in sdraio, in ore pre-

stabilite c’è animazione e coin-

volgono i più tanardi in giochi

demenziali ma che in crociera

vanno sempre bene, fatti in ca-

sa sarebbero davvero da ricove-

ro, pure il gatto si metterebbe

due dita in gola, qui invece tut-

to va bene pur di divertirsi

sempre; a volte si esibiscono

gruppi musicali in sfrenate dan-

Pagina 36 Istanbul Istanbul

Katakolon

Page 37: Istanbul 2007

Pagina 37 Domenica 19 Agosto 2007

palco e qui, indovinate chi si è

inciampata sull’ultimo scalino

della rampa? Ma certo, la prode

Renza da Costarainera che se

Raffaella e Davide, con cravat-

ta e scarpe beige. Entriamo a

Teatro fotografati (qui ti foto-

grafano qualunque cosa fai)

con il calice in mano e poi brin-

disi con il Comandante e tutto

il suo stato maggiore e poi se-

gue un coraggioso ballo sul

Cocktail di Gala

Page 38: Istanbul 2007

all’Astice, ci tuffiamo su

una splendida Tagliata di

Manzo io e nel Salmone

crudo Renza noncuranti

della mancanza di vino

bianco e mentre io mi gu-

sto un sublime dessert

all’Amaretto e Zabaione

trovo la Renza stravaccata

nel sorbetto al limone de-

licatamente fuori tempera-

tura. Terminata la sfilata

delle dame che cercano di

essere l’una più bella

dell’altra andiamo final-

mente a Teatro e sono già

le 23.30 a vedere il Big

Band Show; tra un ruttino

ed una velenosissima fuci-

lata silente da stomaco

carico, illuminati da luci

sfolgoranti, suoni e spe-

ranza di essere scelti a fare

i coglioni sul palco, deci-

diamo di andare a dormire

ma ad un tratto ecco il Ve-

neto tutto agitato che sta

girando la nave in cerca

della moglie; sto coglio-

nazzo è andato a dire alla con-

sorte che è andato a farsi un

giretto in Brasile con amici ed

ora ha paura che la moglie gli

renda il favore facendosi

strombazzare da qualcuno e

probabilmente la cosa lo sta

rendendo molto nervoso e così

si è messo a fare il guardiano.

E’ ormai l’1.36 ora greca

(00.36 ora italica ma comunque

siamo nel ferragosto astronomi-

co) e decidiamo di guadagnare

la 1453 per il meritato riposo

ma non prima di aver compila-

to il cartellino della colazione

in camera; riposerò tranquillo

io stanotte, ma il Veneto no, ha

la coscienza troppo sporca e

teme che la moglie gliela lavi a

sua insaputa e si metta a suona-

non la prendo in tempo mi

entra sdraiata in scena e col

mento mi raschia tutto il

linoleum. Ci infiliamo al

centro per evitare di essere

riconosciuti avendo fatto

ridere tutto il teatro per die-

ci minuti, io con i capelli

bianchi e Renza con i ca-

pelli Biondi ma nonostante

ciò con la telecamera sono

riusciti a riprenderci; fortu-

natamente i valzer sono

durati poco ma la cerimo-

nia del brindisi, più il ballo

e la minchiata della cena di

gala ha fatto si che siamo

andati a cenare dopo le ore

21.30 tutti tirati; il mio vi-

cino di Bari è arrivato con

un completo incredibile

vistosissimo con particolari

che facevano pendant con

la moglie, i due siciliani

(lui una canna vestita, lei

carina ma con un corpo da

foca monaca) elegantissimi

pure loro ed io con sto caz-

zo di cravatta beige fosfo-

rescente che mi faceva sentire

un paracarro in latteria. Devo

riconoscere che mangio più

volentieri con un paio di braghe

corte che non agghindato a sta

maniera, la Renza invece tutto

in punta di coltello e forchetta;

il barese prosciugava bottiglie

di vino e noi, insieme ai siculi,

acqua gasata a gogò con sta

cazzata del cartoncino

dell’acqua che mi faceva ver-

gognare come una merda. Il

bello è che quando ci siamo

imbarcati a Venezia, tantissime

belle fanciulle ti venivano in-

torno continuamente spaccian-

do acqua, acqua e poi ancora

acqua, manco fossimo partiti

per il deserto e poi alla fine non

è che risparmiassi un gran che

visto che per la cifra di €. 22,56

(più €. 3,38 di surcharge che

devo sapere ancora adesso cosa

sia) per un totale di €. 25,94

abbiamo comperato 13 bottiglie

di acqua minerale gassata natu-

rale Sangemini da l. 0,75 nean-

che un litro che tradotto in lire

fa £. 5.150 al litro che la danno

ai bambini, perché quelli non

hanno la dialettica per lamen-

tarsi e mandarli affanculo. Tor-

nando alla cena di gala, vestiti

come pagliacci, si perché il ca-

mionista puoi vestirlo di lamine

d’oro ma sempre camionista

resta, iniziamo con un antipasto

di Gamberi, poi io aggredisco

una ottima zuppa d’Aragosta

per poi coricarci entrambi su

due piatti di Linguine

Pagina 38 Istanbul Istanbul

Scontrino di €. 25,94

per acquisto bottiglie d’acqua

Page 39: Istanbul 2007

Pagina 39 Domenica 19 Agosto 2007

mercoledì 15 Agosto 2007

Izmir - Efeso

Page 40: Istanbul 2007

volta sul mare ma che i detriti

trasportati dal vicino fiume

hanno retrocesso in terraferma

(è però sparito anche il fiume)

che dista circa 30 minuti di pul-

lman da Izmir o Smirne che dir

si voglia. La gita pagata antici-

patamente €. 56,00 a testa è

compresa di entrata ai ruderi,

trasporto in torpedone con gui-

da in lingua italiana e caldo a

tonnellate. Ma non precipitia-

mo le cose, sempre nudo ba-

sculante per la camera, sazio e

con il vassoio mezzo pieno, mi

affaccio all’oblò e mi godo le

coste della Turchia in questa

incantevole alba sul Mar Egeo,

alla faccia di quelli che dicono

che avere acquistato la crociera

con questo geometrico accesso-

rio sia superfluo; guardiamo

Sento bussare alla porta,

guardo l’ora e sono le 5.39

MINKIA! ma poi mi sovviene

che sono le 6.39, ma anche alle

ore 6.39 che cazzo faccio sve-

glio io che avevo chiesto la co-

lazione dalle 7.00 alle 7.30?

Ribussano ed allora correndo di

qua e di là alla ricerca di un

paio di pantaloni o indumento

intimo (in cabina l’uomo per

legge deve stare nudo) vado ad

aprire ed una signorina entra e

mette il vassoio sul tavolino ed

esce velocemente; che bella la

colazione in cabina, palle e tet-

te all’aria, mangi e bevi, ma

l’unica fregatura te la ritrovi di

fronte, immobile, che ti guarda

e tu rimani paralizzato! Un de-

ficiente mezzo nudo con una

brioches in mano, la bocca a-

perta e due occhi da cefalo bol-

lito posizionato davanti allo

specchio che impassibile ti ri-

manda la facciaccia da tonno

che ti ritrovi alle 6.40 di matti-

na, proprio un sesso da paura.

Passata la triste sensazione di

essere un essere essenzialmente

inutile, ritorno con lo sguardo

sul vassoio ricco di tutto quello

che hai paura che avresti sba-

gliato non prendendolo, e conto

2 cappuccini, 2 caffè decaffei-

nati, 2 bicchieri di latte caldo, 1

brioches (perché un’altra l’ho

in mano), 3 croissant, 1 fagotti-

no al cioccolato, burro e mar-

mellata da spalmare su qualco-

sa, proprio da strafocarsi. Que-

sta volta abbiamo acquistato la

visita guidata a Efeso (o Efes o

Ephesus) antichissima città una

Pagina 40 Istanbul Istanbul

Page 41: Istanbul 2007

Pagina 41 Domenica 19 Agosto 2007

casa, materassi, panche, casset-

ti, ora è toccato a me! Con la

coda in mezzo al sedere mi

metto ad aprire tutti i tiretti,

svuoto valigia e borsoni, ma

niente ed intanto il tempo passa

e se non trovo in tempo sto caz-

zo di documento rischiamo di

rimanere a terra dopo aver pa-

gato profumatamente ed in an-

ticipo €. 56,00 a testa. Con i

capelli tirati tutti indietro dagli

urli vendicativi della tiger-

Renza, con le orecchie tese

all’indietro dall’umiliazione

continuo a pensare e cercare,

cercare e pensare quando alla

tigna va l’occhio sulla tasca

sinistra laterale dei miei calzoni

bermuda alla marinara e nota

un santo rigonfiamento: ecco

incantati i palazzi aggrappati

alla collina, i primi minareti di

questa modernissima città con

oltre 3.500.000 abitanti (la ter-

za in grandezza della Turchia)

e una cosa che mi colpisce è

l’orgoglio turco, definizione

indicativa per motivare la mol-

titudine di bandiere turche che

si vedono garrire al vento di

mare del mitico mar di Marma-

ra; per gli amanti della statisti-

ca la Turchia è l’unica nazione

al mondo ad avere un Mare tut-

to suo, il mar di Marmara ap-

punto. Un’enorme vessillo con

mezzaluna e stella su sfondo

rosso sventola all’imbocco del

porto dell’antica Smirne e tra

questa strana edilizia urbana di

palazzi di almeno dieci piani

abbarbicati ai pendii e la curio-

sità dei minareti attracchiamo

alle 7.30 ora locale mentre sul-

la carta avremmo dovuto arri-

vare alle 8.30; avendo lasciato

a casa la Carta d’Identità è di

rigore avere almeno il Passa-

porto che dovrebbe essere nella

cassaforte, ma non c’è, oppure

nel cassetto, ma non c’è, ma

forse è nel marsupio che avevo

ieri, ma nemmeno lì c’è, ma

allora dove cazzo è ? HO PER-

SO IL PASSAPORTO!! Io, che

non perdo mai niente, che ogni

volta che perdo qualcosa è col-

pa di Renza, io che ho smarrito

il passaporto in un locale gran-

de poco più di 15 mq, non è

possibile; di solito è lo scafan-

dro che ci obbliga a rivoltare

Alba ad Izmir

Page 42: Istanbul 2007

ni, acque, documenti, marsu-

pio, telecamera, fotocamera e

sudore devo ora recarmi sul

palco a ritirare un numero che

mi devo appiccicare sulla ma-

glia (la Renza pure) che coinci-

de con il numero del Bus che ci

accompagnerà ad Efeso per

l’escursione e mi danno due n.

27 (uno appunto anche per la

Renza) e poi ci fanno sedere ed

attendere la chiamata. Uno

speaker brunito, con la voce

scoglionata di chi per mestiere

deve radunare quotidianamente

migliaia di caproni, chiama i

numeri ed ecco colonne di u-

mani che si alzano e vanno

all’uscita quando finalmente

tocca a noi (belin il 27 è più al

fondo che all’inizio), ci alzia-

mo ed andiamo alla porta di

sbarco e qui, oltre a farci tim-

brare il solito badge, ci conse-

gnano una Carta di Permesso

che è un modulo di immigra-

zione provvisorio da consegna-

re appena tornati a bordo. Sbar-

chiamo per la prima volta in

suolo turco e, per me, è una

grande emozione, scendere su

una terra lontana migliaia di

chilometri dalla mia Imperia,

dove si è andato a infilare sto

stronzo di pezzo di carta. Non

sto nemmeno a palesare quan-

to veleno la

femmina ha

i n o c u l a t o

nelle mie

s f o r t u n a t e

o r e c c h i e ,

c o l p e v o l i

solamente di

essere attac-

cate ai lati

della mia

povera canu-

ta testa, e

l’ho dovuta

lasciare fare,

dopo anni di

torti e di an-

gherie per una volta ha triste-

mente avuto ragione ed io, da

vero sant’uomo l’ho lasciata

sfogare. Riprese in mano con

energia le redini della famiglia,

ho fatto cessare le lamentele

che iniziavano ad esagerare e

ad esasperare il mio carattere

allegro e gioviale, ed allora con

un deciso: “Tanto qui comando

io e tu sei succube!” ho ottenu-

to lo stesso effetto che ha una

carica di tritolo all’imboccatura

di un pozzo di petrolio che ha

preso fuoco; tornata la calma e

sedate le minacce di faida,

brandendo lo sciagurato passa-

porto siamo usciti dalla cabina

per recarci velocemente al Pon-

te 3 nel Teatro Giove. Transi-

tando davanti all’entrata del

teatro, subdolamente i gestori

dell’acqua hanno piazzato una

venditrice orientale di bottiglie

da 1/2 litro di acqua gassata

Ferrarelle (quel brodino di pri-

ma) e le piazzano ad €. 1,50

cad. e la Renza ossessionata

dalla paura di morire rattrappita

dall’arsura, me ne fa comperare

3; carico come un mulo di zai-

Pagina 42 Istanbul Istanbul

Page 43: Istanbul 2007

Pagina 43 Domenica 19 Agosto 2007

chi, etc); per entrambi è stata

davvero una forte emozione.

nella patria dei bizantini, dei

venditori di kebab, dei grandi

fumatori, delle moschee, dei

proverbi famosi (mamma li tur-

Nebil il nostro cicerone

Page 44: Istanbul 2007

Bisanzio a Roma, passando per

gli elleni, etc. Mi guardo attor-

no e c’è chi dorme, chi sonnec-

chia perché, benché siano le

ore 9.00, ha fatto una colazione

ciclopica e digerisce di conti-

nuo come un trogolo, mentre a

me piace guardare fuori dal fi-

nestrino per vedere come sono i

turchi e le loro città; già una

cosa che mi colpisce parecchio

è che tutti i semafori hanno ab-

bandonato le vecchie lampadi-

ne, ed i tre colori fondamentali

sono a LED, inoltre i semafori

posizionati nel centro città, di-

spongono di un display con un

conteggio alla rovescia indican-

te la durata di ciascun colore.

Inizia a fare caldo e per fortuna

Passiamo dentro ad una stanza

enorme completamente deserta

e spoglia, sotto gli occhi di un

paio di pigri gendarmi turchi,

per uscire in un grande piazzale

dove ci attendono tanti pullman

schierati in perfetto ordine nu-

merico; e qui facciamo la cono-

scenza di Nebil, un pacato e

canuto istruttore turco con co-

dino, che parla molto bene

l’italiano, dotato di un fascino

particolare, quando parla o ha

gli occhi chiusi o guarda da

un’altra parte, se ti fissa sembra

che ti penetra dentro. Se fossi-

mo più veloci riusciremmo an-

che a prendere i posti davanti,

ma essendo molli come la lin-

gua di una lumaca è già un mi-

racolo che non finiamo in fon-

do al veicolo, ci sistemiamo

così nel “centro-sinistra” la-

sciando il privilegio del fine-

strino al cameraman ufficiale di

famiglia, la Renza; Nebil ha la

sventurata idea di iniziare la

lunga elucubrazione sul signifi-

cato del suo nome in italiano

per terminare con “… pratica-

mente in italiano significa No-

bile!” al che, e non si può dire

che in giro per il mondo non

esistano gli zoticoni, un passeg-

gero scoppia a ridere chiara-

mente alludendo alla battuta.

Con flemma Nebil continua

come se niente fosse accaduto e

parla della storia della Turchia

partendo molto da lontano, da

Pagina 44 Istanbul Istanbul

Izmir

Page 45: Istanbul 2007

Pagina 45 Domenica 19 Agosto 2007

ogni posto è fornito di aria con-

dizionata altrimenti sarebbe

impossibile stare in questa sor-

ta di scatolone sotto il sole co-

cente. Mi piace guardare e fo-

tografare gli incroci per vedere

le insegne turche e scoprire che

i cartelli indicanti l’autostrada

sono bianchi e verdi, identici ai

nostri, come pure le righe a pa-

vimento, sembra di essere in

Italia. Vedere potenti simboli

occidentali come la Shell o co-

me l’IKEA non è un caso, la

Turchia è un paese molto vici-

no all’occidente e lo stesso A-

taturk temeva in egual modo il

Comunismo e l’integralismo

islamico, ed ha così creato una

sorta di stato cuscinetto tra o-

riente ed

Periferia di Izmir

Page 46: Istanbul 2007

Pagina 46 Istanbul Istanbul

Cartina Costa

di Izmir

Page 47: Istanbul 2007

Pagina 47 Domenica 19 Agosto 2007

e da Efeso si poteva vedere il

mare, ora è una grande vallata

riente ed occidente. Il suolo che

stiamo sfiorando un tempo era

un fiume che si è collassato con

i detriti che trasportava a valle

Page 48: Istanbul 2007

riparte per Istanbul e non ab-

biamo visto altro che strada e

attraversata dall’autostrada. Per

noi croceristi Smirne equivale a

Efeso in quanto siamo sbarcati

alle ore 9.00 ed alle 15.00 già si

Pagina 48 Istanbul Istanbul

Biblioteca di Efeso

Page 49: Istanbul 2007

Pagina 49 Domenica 19 Agosto 2007

di Nebil ripercorriamo la storia questo splendido sito archeolo- gico da €. 112,00. Con la voce

Bib

liote

ca d

i C

els

o

Page 50: Istanbul 2007

tutti i particolari anche i più

nascosti e ce li fa notare ponen-

doceli sotto forma di quesiti:

“Cosa notate di particolare in

questo basamento di marmo?”

Io la guardo bene e, privilegia-

to dalla posizione molto latera-

le, mi accorgo che la scrittura è

incisa su un marmo leggermen-

te concavo, glielo dico e lui mi

punta, viene verso di me e mi

stringe la mano: “Complimenti,

lei è il primo che si è accorto di

questo particolare”. Tutto inor-

goglito dall’alone di genialità

che Nebil mi ha creato attorno,

continuo la perlustrazione guar-

dando la Renza dall’alto in bas-

so, cosa che a lei dà molto fa-

stidio e a me fa molto piacere;

entriamo dentro alla libreria e

romana tra simboli della cri-

stianità, marmi e scritte latine

di quella che è considerata una

delle Sette Meraviglie del mon-

do antico ed Efeso è stata la

seconda più grande città

dell’Impero Romano. Nebil, sul

pullman si sbizzarriva a fare

domande curiose tra le quali

quante mogli può avere un tur-

co, e tutti 4, 5, 6, chi addirittura

7 ed io dissi una, lui mi guardò

e prese in considerazione la

mia risposta e quella di chi ave-

va detto 4, la risposta esatta era

che il turco può avere una sola

moglie, i musulmani ne posso-

no avere 4 e loro sono diversi

dagli integralisti islamici e ci

tengono a farlo sapere. Scen-

diamo tra una moltitudine di

persone che preme all’ingresso

degli scavi, ci viene consegnato

un biglietto a testa ed entriamo

da una sbarra girevole e seguia-

mo Nebil che astutamente pre-

cede i suoi colleghi sisteman-

dosi sempre all’ombra perché

al sole saranno oltre 40°; i ru-

deri dapprima sono un poco

noiosi da capire perché c’è ri-

masto poco degli antichi edifi-

ci, ma man mano che si va ver-

so il basso l’interesse aumenta

sino ad attraversare la via del

Marmo che ci porta alla impo-

nente Biblioteca di Celso rico-

struita da un gruppo di archeo-

logi austriaci di Vienna; Nebil

ci racconta come da ragazzo

venisse qui a giocare con gli

amici e conosce molto bene

Pagina 50 Istanbul Istanbul

Page 51: Istanbul 2007

Pagina 51 Domenica 19 Agosto 2007

Renza inizia nuovamente ad

avere premura e mi ci lascia

qui ci sediamo all’ombra ed io

mi accorgo che non ho bevuto

nulla e non ho nemmeno sete;

ad un tratto siamo alle solite, la

Page 52: Istanbul 2007

visita al sito e mi vado a vedere

il teatro da 24.000 posti

letteralmente, dopo la foto

dall’arco se ne va con la truppa

numero 27. Io credo che stia

scherzando e continuo la mia

Pagina 52 Istanbul Istanbul

Page 53: Istanbul 2007

Pagina 53 Domenica 19 Agosto 2007

di chi sa quale commedia od

opera, senza microfoni e senza

Mi infilo nel teatro, salgo per

gli enormi scaloni e mi godo lo

spettacolo immaginando anti-

che rappresentazioni popolari

Via

Arc

adic

a co

n T

eat

ro

Page 54: Istanbul 2007

te, ecco transitare un convoglio

di turisti; immaginando segua-

no un percorso logico, inizio a

luci e riflettori, quindi o si esi-

bivano di giorno oppure alla

luce di antiche torce o di chissà

quale altro marchingegno lumi-

noso. Esco dal teatro dal tunnel

che veniva utilizzato dagli anti-

chi attori per entrare in scena e

dentro nell’oscurità mi si pre-

senta davanti un tipo piccoletto

che sottovoce mi dice se voglio

acquistare antiche monete, con

un fare leggermente napoleta-

neggiante ; subodorando

l’ennesima inculata rifiuto im-

mediatamente allontanandomi

ma non prima di aver scattato

le foto che vedete in questa pa-

gina. Riuscire a scattare foto-

grafie senza nessun turista in-

quadrato è impossibile, c’è

sempre un coglione che ti si

piazza davanti nelle posizioni

più demenziali possibili. Ormai

abbandonato dalla truppa 27 e

dalla moglie pruriginosa mi

incammino per l’assolata

Via Arcadica non sapendo

assolutamente dove trovasi

l’uscita, chiedo a due vec-

chiette titubanti ma si guar-

dano a vicenda e ce le lascio

perché di sorda ne conosco

già una e mi basta, proseguo

finchè incrocio una radura

di pini ed inizio lentamente

ad arrancare sperando che la

via maestra sia questa nono-

stante il vialone prosegua

all’infinito. Mi fermo nuo-

vamente a meditare ed a

respirare quest’aria miste-

riosa che ha baciato tante

civiltà diverse e mentre im-

magino cospirazioni e prostitu-

Pagina 54 Istanbul Istanbul

Teatro - ingresso attori

Page 55: Istanbul 2007

Pagina 55 Domenica 19 Agosto 2007

Renza che appena mi scorge mi

si precipita incontro nera come

seguirli e dopo pochi metri ec-

co i cessi pubblici a pagamen-

to, sbarre e negozi e lì, girova-

gante per le tendopoli, ecco la

La

moltitudin

e d

i tu

rist

i

Page 56: Istanbul 2007

in pugno €. 5,00 di carta da da-

re brevimano a Nebil quando

noto un cestino con cartello

“Offerta per l’autista” :

“ O F F E R T A P E R

L’AUTISTA?” al limite per il

nostro cordiale cicerone e così

siamo scesi ma di Nebil nem-

meno l’ombra era sparito e così

sono risalito a bordo con anco-

ra stretti in mano i miei €. 5,00

tutti accartocciati. Saliamo in

cabina e ci diamo una doverosa

rinfrescata e poi di corsa al

buffet per pranzare ed è la soli-

la pece. Mentre ritrovo la

belva ecco salire Nebil che

ci esorta a fare in fretta ma

in questa moltitudine di

venditori di monete anti-

che, libri, foto, abiti,

gioielli, bibite a prezzi

stracciati (6 bottiglie

d’acqua fresca €. 0,60, da

entrare in nave sparando

raffiche di mitra a casac-

cio) volete che la Renza

nella frenesia di procurarsi

un ricordino non riesca a

farsi inchiappettare? Ed

eccoci allora davanti ad

una vetrina di gioielli con

forte predominanza di Tur-

chese e prende un anello

con pietra da €. 50 e lo

paghiamo €. 40,00 contrat-

tando alla meglio vista la

premura che ci ritroviamo;

ci infila tutto in una scato-

letta e partiamo alla ricer-

ca del pullman; cazzarola

è proprio in fondo alla

piazza. Risaliamo rigoden-

doci la fresca aria dei boc-

chettoni condizionati e si

riparate per percorrere

nuovamente i Km. 75

dell’andata. Più riflessivo

che all’andata osservo che

il territorio è povero di al-

beri e la vegetazione è piuttosto

bassa, trovare alberi di oltre

due metri è raro, scarseggia

l’erba e si vede molta terra e

sassi; capre, cavalli e tante ban-

diere turche, alcune case colo-

niche come cinta hanno mura

alte 3 metri. Dall’autostrada

facciamo ritorno a Smirne e

Nebil, stanco di parlare al nulla

e visto che sono le 13.00, si

avvicina a me e parliamo un

poco del più e del meno e, a-

vendolo sentito di sfuggita par-

lare del suo hobby di scrivere

poesie, gli chiedo se ne ha mai

pubblicate, mi dice che le ha lì

ma non ha mai avuto il corag-

gio di farlo; allora ho cercato di

spronarlo a ricordandogli quan-

to ancora può tenere per se

queste cose, rischiando magari

un giorno pentirsi di non averlo

fatto: ci siamo lasciati con la

promessa che avrebbe cercato

un editore e l’ho visto deciso e

risoluto, convinto di riuscire:

chissà, se ho creato un altro

mostro. L’autista ci riporta

all’imbarco ed io avevo stretti

Pagina 56 Istanbul Istanbul

Interno della Biblioteca

Page 57: Istanbul 2007

Pagina 57 Domenica 19 Agosto 2007

nie, Frulli Frulli per gli amici,

che è da sola nell’orto perché

lo scafandro è migrato per altri

lidi, come al solito mai a casa.

Alle ore 20.00 si parte per la

solita serata a Teatro Giove e

questa volta lo spettacolo è

davvero esilarante, il grande

“Renè Luden Show” è una car-

rellata di gag tra Luden ed il

suo pupazzo che, sotto la mae-

stria del grande ventriloquo,

prende vita ed è tutta una serie

di prese in giro; il clou della

serata il comico lo ottiene

quando fa salire sul palco alcu-

ni turisti e per ognuno simula

frasi e timbro adatti al perso-

naggio, ed il pubblico rivela di

apprezzare moltissimo con so-

nore risate. Poi a cena al Vesta

con cubetti di Pesce spada, pas-

sata di pomodori con riso, pasta

con pistacchi, scaloppa e sor-

betto all’ananas e arancio, poi a

passeggio al Prometeo con Caf-

fè e a nanna, che domani la le-

dolciastre e dure, riso con i

frutti di mare, pasta al forno

sublime, patatine, crauti, mace-

donia di melone anguria e ana-

nas, ci sediamo al tavolo di pa-

gina 3 e questa volta io ordino

una birra a pagamento del costo

di ben €. 4,85 con il triste rito

del badge e dello scontrino da

firmare alla cameriera e credo

che questa volta ho fatto tra-

boccare il vaso, comperare una

birra a quella cifra è inaudito e

così la Renza è partita con

l’incazzatura numero 2,

l’anello da €. 40,00 si ma la

Birra da €. 4,85 è troppo; l’ho

mandata affanculo e mi sono

goduto un bicchiere in santa

pace. Terminata l’ingozzata ce

ne andiamo nel letto ed io mi

stravacco con il computer sulla

panza e scrivo quello che la

memoria mi aiuta a ricordare

della mattinata, e siccome la

memoria mi aiuta ma la panza

no, piano piano lemme lemme

mi addormento con il caldo

della batteria del Compaq che

mi concilia il sonno; e sogno,

sogno di poter rivedere la storia

dal vero e si può fare benissi-

mo, è sufficiente arrivare nel

più vicino pianeta (distante al-

meno 3000 anni luce) e impres-

sionare su di una lastra la luce

riflessa dalla terra, e poi in-

grandirla all’eccesso. Mi sve-

glio alle ore 18.00 riposato e la

Costa Serena è già in alto mare;

particolari? Mah, è bello essere

in Turchia, è bello aver rischia-

to qualunque cosa per accon-

tentare la moglie, è bello essere

servili all’eccesso, ma quando

una è una stronza puoi fare ben

poco, ci sarà sempre qualcosa

che hai commesso che non le

andrà bene, e sarà quello che

coprirà tutto quello che hai fat-

to di buono. Chiamo Paolo al

telefono e mi dice che è a casa

a mangiare e che poi, forse, va

a Costarainera a trovare Min-

Page 58: Istanbul 2007

Pagina 58 Istanbul Istanbul

Page 59: Istanbul 2007

Pagina 59 Domenica 19 Agosto 2007

che quello che hai costruito con

la fantasia e tutto vero, reale ed

è piazzato lì davanti a te, arri-

vato da chissà dove ed in quale

Come si può presentare un

sogno, sotto le spoglie di una

splendida donna? O sotto for-

ma di musica celestiale? Oppu-

re ad occhi chiusi librarsi nel

cielo terso cullati da lievi aliti

di vento? No, un sogno è tale

finchè non ti svegli e ti accorgi

giovedì 16 Agosto 2007

Page 60: Istanbul 2007

nopoli che voglia dirsi e la bel-

lezza del sole nascente che tin-

ge di rosso il cielo turco mi la-

scia con il naso attaccato al ve-

misteriosa occasione non riesci

neppure bene a capirlo, ma ora

è lì. Continuo a guardare il ma-

re dall’oblò scrutando i contor-

ni della collina di fronte alla

ricerca di sagome di minareti

conosciute, della leggendaria

Istanbul, Bisanzio o Costanti-

Pagina 60 Istanbul Istanbul

Page 61: Istanbul 2007

Pagina 61 Domenica 19 Agosto 2007

Alb

a su

l B

osf

oro

Page 62: Istanbul 2007

stra cabina, praticamente c’è

qualcuno che sta bussando; va-

do ad aprire e trovo il giocondo

Francisco che è riuscito a pro-

curarmi i due famosi bicchieri

(gialli) della Costa Crociere

uguali a quelli usati nel drink

che ci sfuggì perché

noi eravamo a spasso

per Bari, ma che ave-

vo adocchiato tanto

erano di colori viva-

ci, gli metto in mano

un deca sperando che

gli faccia piacere e

siccome non mi ha

ne colpito, ne mi ha

sputato addosso, ne

tantomeno li ha but-

tati a mare, capisco

che li ha graditi. Ter-

minata la colazione

alle ore 7.15 ci preci-

pitiamo al Teatro

Giove per il rito, or-

mai conosciuto, della

schedatura e questa

volta ci tocca il n. 10

sul petto e sul pul-

tro della nave per godere di

questa spettacolare alba sul Bo-

sforo. Improvvisamente un ri-

morchiatore si avvicina alla

nave, sempre di più, sempre più

vicino al nostro oblò, tanto vi-

cino che ci possiamo scrutare a

vicenda, solo che loro sono ve-

stiti ed io sono nudo ed il mon-

tante della mia apertura è più

basso del cavallo inguinale,

praticamente ho le palle di fuo-

ri; nello stesso istante della ver-

gognosa scoperta sento bussare

alla porta: “La colazione!!” Mi-

schia! Ora mi tocca mostrare il

sedere all’equipaggio del ri-

morchiatore e lo splendido vo-

latile al o alla cameriera di tur-

no; opto velocemente per un

indumento e, ancora con la de-

stra reggente i pantaloni sbotto-

nati, con la sinistra apro la por-

ta e trovo una gentile camerie-

ra dai contorni finemente asia-

tici che entra nella stanza e de-

posita il cabaret con la solita

mega-ordinazione. Sorseggiare

un cappuccino con i minareti di

Santa Sofia davanti è davvero

suggestivo e la romantica at-

mosfera viene nuovamente in-

terrotta dal suono prodotto del-

le falangi di una mano che urta-

no il legno della porta della no-

Pagina 62 Istanbul Istanbul

Page 63: Istanbul 2007

Pagina 63 Domenica 19 Agosto 2007

Pianta di Istanbul

della Costa

Page 64: Istanbul 2007

cicerone femmina turca ma che

parla bene l’italiano, al medesi-

mo livello di Nebil. Non ricor-

do come si chiamava questa

ragazza, purtroppo l’avevo

scritto sul cellulare ma poi per

errore l’ho cancellato, ricordo

solamente che aveva una pre-

mura infernale di fare presto,

mi sembrava di essere a casa.

Prendiamo posto sull’autobus

leggermente in ritardo e siamo

ancora più indietro rispetto a

ieri, però anche qui l’aria è

lman e prendiamo la solita sca-

la lasciando lo speaker rinco-

glionito con i suoi “ciao ciao

ciao” detti a volume zero che li

sentiva solo lui mentre tutti noi

come pecoroni, ci incammina-

vamo al Ponte Zero dove un

addetto ci distribuiva, come ieri

per lo sbarco a Smirne, due

permessi di soggiorno che que-

sta volta sbadatamente ci siamo

tenuti (vedi sopra), al contrario

di ieri che li abbiamo conse-

gnati al rientro. Muniti di zaini,

marsupi, passaporti, badge Co-

sta, scontrino Super Istanbul da

€. 155,00 cad., scarpe da tragit-

to faticoso (comperate a Bari)

facciamo il nostro ingresso a

Istanbul dentro un’enorme ca-

seggiato desolato e nudo, per

poi immetterci in un vasto piaz-

zale dove tornano ad esserci

decine e decine di corriere nu-

merate, per cercare il numero

dieci che tranquillamente tro-

viamo tra il pullman 9 e l’11,

affiancato da un autista e da un

Pagina 64 Istanbul Istanbul

Page 65: Istanbul 2007

Pagina 65 Domenica 19 Agosto 2007

da venditori ambulanti di foto-

grafie, guide della città, cappel-

li turchi, veli, thè, collanine,

monete antiche, sembra di esse-

re in Italia l’unica differenza è

che l’unica cosa che sanno dire

è “Euro” preceduto dalla quan-

tità che pretendono di tale divi-

sa detta o in Inglese o in italia-

no, una sorta di turco-

napoletano alla Totò. Ora ci

troviamo nella storica Costanti-

nopoli, terra di guerre, domina-

zioni, tiranni, di immensi tesori

e del famoso arcivescovo, è

molto presto

ma c’è in giro

una tale molti-

tudine di turisti

che sembra di

essere all’una

di pomeriggio

in piena ora di

punta e sono

solamente le

ore 8.30 di

mattina. Aspet-

tiamo che la

nostra “capa”

ci raduni con la

magica paletta

bianca n. 10 e

ci infiliamo nel

condizionata regolabile, dun-

que gli spostamenti su veicolo

non saranno devastanti;

l’hostess inizia subito con le

presentazioni e partiamo quasi

immediatamente perché i chilo-

metri che dobbiamo fare non

sono molti perché praticamente

rimarremo a girare nella zona

storica della città, ma ci sposte-

remo spesso per vedere più co-

se possibili. Lasciando col pen-

siero l’amico veneto a girare

sulla nave alla ricerca della mo-

glie vendicativa, mi guardo at-

torno e noto che sul mezzo ha

preso nuovamente posto una

coppia di femmine ottuse pas-

sata all’onore della cronaca con

il nomignolo di “cognate” sulla

escursione precedente di Izmir,

in quanto terribilmente tarde a

capire gli elementari concetti e

soprattutto perché mentre lo

speaker parlava, loro si faceva-

no completamente i cazzi loro.

Iniziamo a girare per le traffi-

cate strade cittadine, con pub-

blicità occidentali come Mc

Donald, Coca Cola, e ci dirigia-

mo verso il primo ponte che a

metà è semovente e si alza al

passaggio dei grandi bastimenti

e così dal porto entriamo nella

zona antica intravedendo in

Mercato Egiziano detto Merca-

to delle Spezie, sfioriamo la

Stazione ferroviaria dove parte

l’Orient Express e prendiamo

l’erta che ci porta a visitare la

Moschea Blu Sultan Amhet;

veniamo sbarcati in una piazza

a forma di Stadio dove fanno

bella mostra alcuni obelischi e

noi parcheggiamo proprio ac-

canto a quello egiziano. Imme-

diatamente veniamo circondati

Page 66: Istanbul 2007

Pagina 66 Istanbul Istanbul

Page 67: Istanbul 2007

Pagina 67 Domenica 19 Agosto 2007

Gia

mpy

a San

ta S

ofia

Page 68: Istanbul 2007

impresa. Ora lasciata la piazza

dell’Hippodrome, entriamo nel-

cortile della Moschea Blu

(come da foto sotto) e fare una

foto con la moltitudine di gente

che c’era è stata veramente una

Pagina 68 Istanbul Istanbul

Renza e la hostess

Page 69: Istanbul 2007

Pagina 69 Domenica 19 Agosto 2007

grande e dentro all’edificio le

esalazioni pedali (ovvero dei

piedi) talvolta erano pestilen-

ziali; non oso immaginare la

preghiera serale, genuflesso

con le nari sui talloni di un mi-

natore turco scalzo. Ritornando

al momento della vestizione

delle scarpe, si passa da un log-

giato esterno attraverso una

porticina e successivamente

ecco la Moschea Blu in tutto il

suo splendore, e la prima cosa

che mi ha colpito è stata la go-

mitata di un energumeno spa-

gnolo tutto agitato che temeva

la sacralità della Moschea Blu,

tutti molto più silenziosi e ci

incanaliamo sulla destra

dell’edificio e quando mi affac-

cio al cortile laterale mi si è

accapponata la pelle, davanti a

noi ci saranno state almeno

mille persone che due a due si

levavano le scarpe e le donne

se avevano le spalle scoperte

dovevano indossare un velo

che gentilmente veniva prestato

dagli addetti alla moschea; mai

viste tante donne ubbidienti

assieme. Non sapendo cosa fare

conto gli uccelli, faccio alcune

riprese ai minareti che ci sovra-

stano e sembrano lunghi missi-

li, guardo l’impianto elettrico

esterno delle mura, mi appog-

gio, mi riappoggio e piano pia-

no si avanza di pochi metri sino

a quando finalmente si giunge

alla base della scalinata che

porta alla galleria della … puri-

ficazione; qui puoi prendere un

sacchettino di cellophane tra-

sparente con maniglie, o rici-

clato o nuovo (è lo stesso iden-

tico che trovi nei supermercati

dal reparto frutticolo) e dentro

a questo punto devi mettere le

scarpe. La popolazione è stata

molto fortunata, o era tutto pre-

ventivato, per il fatto che la vi-

sita alla moschea sia avvenuta

nella mattinata, perché se mi

avessero levato le scarpe dopo

la visita al sito archeologico di

Efeso, mi avrebbero incrimina-

to per ten-

tata asfissia

co l l e t t i va

da esalazio-

ni mefiti-

che, ciono-

n o s t a n t e

nel muc-

chio il por-

co ci sguaz-

za da dio e

si mimetiz-

za alla

Cortile Moschea Blu

Interno

Page 70: Istanbul 2007

caratterizzata dalla presenza di

sei minareti, particolare unico a

Istanbul (la nostra guida diceva

che era l’unica al mondo con 6

minareti) ed è coperta da una

cupola emisferica affiancata da

quattro semicupole. L'edificio

religioso è preceduto da un cor-

tile rettangolare porticato, nel

quale si apre un bel portale.”

Dentro è maestoso all’eccesso,

enormi cupole, tanti tappeti,

nessuna sedia, centinaia di fili

d’acciaio che scendono

dall’alto per sorreggere gli im-

mensi lampadari posti a poco

di perdere il gruppo di apparte-

nenza. Prendo e cito pari pari

da Internet, queste serie im-

pressioni di una turista provate

nel luogo: “La sensazione che

ho provato alla vista dell'inter-

no della bellissima Moschea

Blu è indescrivibile. Era la pri-

ma volta che visitavo una mo-

schea e devo dire che ne sono

rimasta affascinata. Prima di

tutto dai riti religiosi e dai

comportamenti da adottare

all'interno della moschea (di

tutte le moschee ovviamente).

Non si può entrare con le scar-

pe ed infatti all'esterno esisto-

no appositi spazi per lasciare

le proprie scarpe prima di var-

care l'ingresso della moschea, i

musulmani addirittura eseguo-

no in appositi spazi fuori

dall'edificio il rito di lavaggio

dei piedi, inoltre è necessario

essere sufficientemente coperti,

intendiamoci io indossavo un

vestito che, per la mia mentali-

tà occidentale, era sufficiente a

garantirmi il lasciapassare per

la moschea avendo solo i brac-

ci scoperti, ma questo non è

sufficiente per entrare in una

moschea. All'ingresso della

moschea mi hanno fornito una

sorta di scialle per coprire le

mie braccia e così, a piedi scal-

zi sono entrata in moschea. Ri-

peto, una sensazione bellissi-

ma, un elevato senso di spiri-

tualità si avverte visitando la

moschea, forse accentuato dai

soffitti a cupola altissimi, o dai

grandi lucernari di forma cir-

colare che calano bassi sui fe-

deli, o ancora dall'effetto della

luce naturale che penetra dalle

numerose finestre (260) inve-

stendo le piastrelle in ceramica

di Iznik di colore rosso, bianco

e nero ma soprattutto verde,

turchese e blu, che conferisco-

no all'ambiente interno un par-

ticolare effetto cromatico che

ha reso celebre l'edificio. Non

ultimo il modo di pregare di

inginocchiarsi o di piegarsi

durante la preghiera posti sul

pavimento a gambe incrocia-

te.” Continuando: “La Moschea

Blu del Sultan Ahmet Camii fu

realizzata tra il 1609 e il 1616

dall'architetto Mehmet Aga,

fino al secolo scorso costituiva

il luogo di raduno per le caro-

vane di pellegrini in partenza

per la Mecca. La moschea è

Pagina 70 Istanbul Istanbul

Interno con Renza

Page 71: Istanbul 2007

Pagina 71 Domenica 19 Agosto 2007

to, e questo è il posto dove le

donne possono assistere e pre-

gare nel rispetto delle leggi mu-

sulmane, rigorosamente dietro

ai maschi, que-

sto anche per-

ché se una don-

na si inginoc-

chia in preghie-

ra, rischierebbe

di mettere in

bella mostra le

proprie grazie al

fedele posto sul

retro e questo è

rigorosamente

proibito. Fosse

da noi, dove le

donne lo fanno

apposta a fare

vedere le pro-

prie grazie a

metri dal suolo, quattro immen-

se colonne atte a sorreggere la

struttura colossale, tantissime

finestre, una moltitudine di

lampadine. Una

balaustra impe-

disce ai curiosi

di invadere la

s a c r a l i t à

dell’edificio ed

ogni tanto qual-

che fedele loca-

le, la scavalca e

si inginocchia

davanti ad una

finestra molto

grande ed ese-

gue il quotidia-

n o r i t o

dell’invocazione divina. Su di

una parete fa bella mostra di sé

un quadro con i versetti del Co-

rano e sul fondo ecco un recin-

Interno Moschea Blu

Page 72: Istanbul 2007

ci sei abituato, vivi in un incu-

bo sessuale, devi comperare un

complimenti; mah, mi sa che

hanno ragione loro, questa ci-

viltà filogina ci ha resi succubi

di tette, culi, cosce che se non

Pagina 72 Istanbul Istanbul

Mosc

hea

Blu

Page 73: Istanbul 2007

Pagina 73 Domenica 19 Agosto 2007

deve ancora entrare e ci dirigia-

mo verso l’uscita dove ci rimet-

tiamo le scarpe, per la gioia di

tutte le narici, e gettiamo il sac-

chettino dentro ad un conteni-

tore (tranne me che me lo porto

come souvenir) e poche centi-

naia di metri davanti a noi, si

staglia, meravigliosa, la sago-

ma del Museo di Santa Sofia;

non la chiamano moschea, ci

tengono a far notare che è un

museo, forse per via delle mol-

te icone di Cristo presenti

nell’edificio. Stranamente inve-

pennello da barba? Eccoti un

bel culo nudo affiancato al pelo

di cinghiale originale, ma che

cosa c’entra? Beh, ditelo o al

cinghiale o al pubblicitario, ma

visto che di sicuro tutti guarde-

ranno il culo, se poi cade

l’occhio anche sul pennello ec-

co che la pubblicità ha funzio-

nato. Benedetto burka! Certo

che se una donna deve piacere

solo all’uomo che ha per la vita

e sa che non deve interessare

più a nessun altro, dopo un po’

perderebbe interesse per la sua

persona e si lascerebbe andare,

come fanno gli uomini appaga-

ti, a mangiate orgiastiche, si

metterebbe a bere senza rite-

gno, a fumare sigaracci toscani,

non si laverebbe più, si cambie-

rebbe solo alla domenica, e ma-

gari neanche tutte le festività,

mentre invece le nostre donne,

ti dicono sicuramente che si

fanno belle e si truccano per

piacersi, ma sono sicuro che

mentono sapendo di mentire; a

loro piace sentirsi desiderate

dagli altri maschi. CI VUOLE

LA FORCA, altro che

“Nessuno tocchi Caino”, biso-

gna creare “Qualcuno inculi

Eva”. Nella foto qui a fianco

potete vedere quanto sia più

spartano il posto del fedele mu-

sulmano, noi abbiamo sedili in

legno, inginocchiatoi imbottiti,

portamessali, riscaldamento,

qui invece in semplice settore

disegnato su di un immenso

tappeto che isola dal freddo

pavimento. Sul davanti a fianco

dell’altare una lunga e stretta

scala senza passamano, perico-

losissima, dove prende posto il

sacerdote che invita i fedeli alla

preghiera; la nostra hostess mi

ha spiegato che per la loro reli-

gione non servono grandi ge-

rarchie sacerdotali, tra gli uo-

mini e Dio non c’è nessun in-

termediario (e gli ayatollah al-

lora? Tutto il mondo è paese).

Questo mondo a me sconosciu-

to fino ad ora, provoca forti

contrasti interni, ma mi rafforza

sempre più l’idea che è l’uomo

da considerare, tutti sono porta-

ti alla divinazione di tante deità

diverse, ma tutti maltrattano e

snobbano l’unica cosa di reale,

tangibile e ragionevole che co-

nosciamo, l’essere umano. Fac-

ciamo posto a tanta gente che

Page 74: Istanbul 2007

poco per Costantino-

poli sino ad arrivare

all’ingresso di una

bassa casupola e si

sparge la voce che si

tratti di una cisterna.

Azzo! Il pelo della

schiena mi si fa di

ghiaccio e mi si rizza

sino alle sopracciglia

“Io in una cisterna

non c’entro neanche

se mi ci trascinano di

peso!” Faccio per

fare marcia indietro

ma un po’ la vergo-

gna ed un po’ la mu-

raglia umana che ho

dietro mi convincono

ad entrare in quella

che temo essere una

stretta e ripida spe-

lonca medioevale

tipo la discesa agli

inferi di Dante tra

mura strettissime e

scoscese scalinate

buie. Prendiamo i

biglietti, e ci conse-

gnano anche un paio

di depliant che se

a v e s s i a v u t o

l’accortezza di apri-

re, mi sarei liberato dal terrore,

e ci incanaliamo nella penom-

bra per una scalinata un po’ più

larga di quella immaginata pri-

ma, per discendere in un enor-

me vano umidissimo, illumina-

to dal retro di innumerevoli co-

lonne scolpite nella pietra, rigo-

rosamente a mano. Riassestato

il morale ed il fisico dalle pre-

occupazioni di poc’anzi, inizia-

mo l’esplorazione in un clima

fantascientifico, una musica

leggerissima ci accompagna

unita alla luce fioca giallogno-

la, porta a ricordare le origini

romane del luogo. Ora allego

visitare Santa Sofia, la hostess

ci porta fuori nel cortile dove

fotografiamo il Museo, consi-

gliandoci di acquistare da una

donna degli scialle molto belli

(dice che costano meno qui che

al Gran Bazar); Renza li scruta,

li apre, sono davvero molto

belli, ma come al solito guarda,

si complimenta, ma non com-

pera mai nulla e così continuia-

mo con foto e filmati, non com-

periamo il thè turco che viene

distribuito da grandi contenitori

metallici aggrappati alla schie-

na dei venditori, in compenso

acquistiamo velocemente un

cappello rotondo turco ad €.

1,00 senza misurarlo, ne vedere

se funziona, tanto per 1 euro, e

poi compero una guida di Istan-

bul in italiano ad €. 5,00 un ve-

ro affare, alla fermata dei pul-

lman per una identica ne vole-

vano €. 8,00. Ritemprati dal

notevole risparmio e schivando

ripetutamente altri venditori

d’acqua in blocchi di sei botti-

gliette da mezzo litro cadauna a

prezzi stracciati, seguiamo la

nostra guida che molto strana-

mente non ci porta a visitare il

Museo di Santa Sofia, ma attra-

versiamo la strada e giriamo un

Pagina 74 Istanbul Istanbul

Page 75: Istanbul 2007

Pagina 75 Domenica 19 Agosto 2007

Page 76: Istanbul 2007

Pagina 76 Istanbul Istanbul

Foto

della

Cisterna

di Istanbul

Yerebatan Sarnici

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Pagina 77 Domenica 19 Agosto 2007

dalla guida e mi ha det-

to che non vuol dire

nulla mentre, è impor-

tante, riuscire a fare la

stessa cosa, in una co-

lonna del Museo di

Santa Sofia e dà la pos-

sibilità al desiderio pre-

scelto di avverarsi nel

qual caso si riuscisse

nell’intento di compiere

un giro completo. Pro-

cediamo sulla passerel-

la in legno che segna il

percorso da fare nella

Cisterna e giungiamo in

fondo dove tutti stanno

fotografando a più non

posso il basamento di

un paio di colonne, in una spe-

cie di oscura nicchia; chiara-

mente vado a vedere anche io e

trovo che la base del pilastro è

una testa di Medusa capovolta

in modo che possa essere vista

da chi si specchia nell’acqua,

citazione trovata su

Internet: “Yerebatan

Sarnici - La Yerebatan

Saray ovvero La sugge-

stiva Sala, è la più vasta

cisterna bizantina di I-

stanbul, costruita da Co-

stantino e ampliata da

Giustiniano; con le sue

acque, provenienti dagli

acquedotti di Adriano e

di Valente, alimentava le

riserve del palazzo im-

periale. La grande sala,

suddivisa in dodici file

di 28 colonne alte 8 me-

tri, a sostegno di piccole

volte di mattoni a spina

di pesce, è molto sugge-

stiva grazie alle immagini delle

colonne riflesse nelle ferme

acque sottostanti, amplificate

dalla sapiente illuminazione e

da una piacevole musica di sot-

tofondo”. Qui sotto si sta belli

freschi e ci incuriosisce il fatto

che molti turisti, specialmente

femmine, si divertano ad infila-

re il pollice nel foro presente in

una particolare colonna, per poi

far roteare intorno al buco il

palmo della mano senza mai

toglierla; mi sono informato

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asiatico ma sopporta-

bilissimo ed ora riat-

traversiamo strade e

quartieri e ci dirigiamo

su per una salita fian-

cheggiata da vecchie

abitazioni in legno ora

completamente ristrut-

turate, che sono co-

struite attaccate al mu-

ro del Palazzo più im-

portante di Istanbul, il

Topkapi; in una di questi edifi-

ci a uno o due piani ha soggior-

nato, durante una visita ufficia-

le, la Regina di Spagna e il fat-

to è ricordato da una targa inca-

stonata nell’edificio. Continuia-

mo la salita, sfiorando nuova-

mente Santa Sofia, venendoci

pietrificando così chi

ha osato sfidare il mi-

tologico sguardo. Giro-

vagando per il vecchio

acquedotto di Bisanzio

c o n s t a t i a m o

l’immensità del locale

e, purtroppo per chi ha

avuto la brillante idea,

nessuno di noi ha ne

sete, ne tantomeno vo-

glia di un caffè e quin-

di passiamo davanti al Bar sot-

terraneo senza nessun desiderio

particolare; è curiosa l’idea di

aver inscenato un palcoscenico

suburbano dove potersi esibire

senza dar fastidio alcuno ai vi-

cini, praticamente puoi fare un

Concerto Rock a mezzogiorno

e sei al buio e acusticamente

isolato, tutto sta però a vedere

se le colonne riuscirebbero a

reggere l’impatto musicale, e

poi chissà com’è l’acustica la

sotto, sicuramente più adatta a

musica unplugged. Risaliamo

in superficie e torna il caldo

Pagina 78 Istanbul Istanbul

Stazione di Istanbul

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Pagina 79 Domenica 19 Agosto 2007

ni destinate alla residenza reale

dei sultani; il palazzo è il risul-

tato di ampliamenti e modifi-

che apportate nel tempo alla

costruzione origi-

naria. Il palazzo

comprende sia va-

sti corpi di fabbri-

ca sia padiglioni

i s o l a t i ” .

All’esterno delle

mura i soliti vendi-

tori di gadget, foto-

grafie, guide della

città, cappelli, etc.

e riceviamo anche

lo scontrino pass

per entrare nel Pa-

lazzo Topkapi Sa-

rai e varchiamo la

così a trovare di fronte

all’ingresso del Palazzo. “Il

Palazzo del Topkapi si trova in

una posizione privilegiata da

cui sono visibili il

mare di Marmara,

il Bosforo, il Cor-

no d'Oro; qui un

tempo sorgeva

l'acropoli dell'an-

tica Bisanzio ma

dopo la Conqui-

sta, il sultano Ma-

ometto II° decise

di farsi erigere un

palazzo. Il Topka-

pi fu la prima re-

sidenza imperiale

del regno del sul-

tano Maometto II°

fino a quello di Mahme quindi

fino al 1840 ca. Con il nome di

Topkapi vengono quindi desi-

gnate l'insieme delle costruzio-

Ingresso al Topkapi

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mente sguaino la macchina fo-

tografica (sto cazzo di macchi-

na è lenta ad accendersi, a venir

fuori l’obbiettivo ed a caricarsi)

e scatto la tragica foto che ve-

dete li a lato, subito mi viene

incontro un gendarme con in-

tenzioni per niente pacifiche e

mi dice che non ne posso fare

nella sua lingua madre, io spie-

go che senza flash fa cagare e

gli faccio vedere anche la schi-

fezza che è venuta fuori, ma

sarà che nell’invejendo non se

ne sarà accorto, fatto sta che

ho tenuto questo orrendo cime-

lio. Proseguiamo per le stanze

ricche di mobili dorati, maioli-

che, troni d’oro, e nel frattempo

inizia a farsi impellente il biso-

gno di scaricare da qualche par-

te e in giro non si vede nulla

è custodito uno dei diamanti

più famosi al mondo, il Topka-

pi appunto (nella foto sopra il

gioiello come lo si può vedere

dal vivo e sotto la schifezza di

foto che sono riuscito a fare

rischiando la galera turca). Sot-

to una fotografia della Moschea

Bl u v i s t a d a l l ’ in t e rno

dell’ingresso al Palazzo; subito

tutti si sono precipitati nelle

sale del Tesoro ed io come tutti

gli altri li ho seguiti a ruota con

code enormi, e grazie ai condi-

zionatori installati in ogni stan-

za, siamo riusciti a respirare

aria respirabile. Girando per le

preziosissime teche incastonate

alle pareti, tra pugnali coperti

di gemme, cofanetti zeppi di

pietre preziosissime, mi vengo

a trovare quasi senza accorger-

mene davanti al gioiello favo-

loso da 86 carati e istintiva-

Pagina 80 Istanbul Istanbul

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Pagina 81 Domenica 19 Agosto 2007

rialzo del pavimento che funge

da canaletto di scolo di una

fontana sotto al portico, per

defluire in una fontanella qua-

drata scavata in basso che dà

sullo splendido piazzale dal

quale, sotto un tetto d’oro, si

può spaziare per il Corno

d’oro. Mi congratulo per non

essere riuscito a fare una figura

da demente cadendo rovinosa-

mente a terra e tiro diritto verso

una stupenda parete piastrellata

che faccia al caso nostro. Trovo

una mappa del Palazzo e ve la

mostro con la mia traduzione

dall’inglese all’italiano.

01 Porta della Salvezza

02 Secondo cortile

03 Entrata dell’Harem

04 Porta della Felicità

05 Harem

06 Cucine

07 Sala delle udienze

08 Libreria di Ahmet III

09 Tesoro

10 Terzo cortile

11 Stanza of the Relics

12 Quarto cortile

13 Baghdad Pavillion

Continuando a girare per il pa-

lazzo finisco per inciampare

orribilmente in un piccolissimo

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e la guida mi dice che è un im-disegni floreali azzurri, protetta da una possente lastra di vetro

Pagina 82 Istanbul Istanbul

Renza alla Porta della Felicità

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Pagina 83 Domenica 19 Agosto 2007

dentro di loro le pensano in

faccia che è stata una perfetta

cretina, accorrono anche due

portantissimo simbolo religioso

che viene riprodotto su molti

libri e che vi sta mostrando la

Renza tutta orgogliosa; mentre

sto scattando la foto alle mie

spalle, proprio nel luogo dove

si trova la mia consorte nella

foto qui a destra, sento un casi-

no, mi volto e tra un gruppo di

persone ne intravedo una sdra-

iata come un vitello da monta,

mi avvicino e vedo che invece

è un’anziana signora con in na-

so insanguinato che, cammi-

nando alla garibaldina, ha in-

forcato in pieno quel tratto di

marmo che aveva poco prima

graziato me, ma che è stato in-

clemente con lei, morale: cosce

all’aria la vecchia e grande culo

io. Tutti intorno cerchiamo di

tirarla su, è anche sorridente,

buon segno ma è il riso del de-

ficiente che si è accorto che

anche se le chiedono come sta

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in piedi, ma visto che non era guardie di palazzo assai agitate, comunque tra tutti la rimettono

Pagina 84 Istanbul Istanbul

Renza e la stanza della Castrazione

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Pagina 85 Domenica 19 Agosto 2007

di stare fermo li come un ebete

ad aspettarla, me ne sono anda-

to a fare un giretto davanti ad

uno stupendo edificio che altro

non è che l’entrata dell’Harem

e lei, non trovando più ne me,

ne la carovana n. 10, si è sentita

perduta ed abbandonata in una

città di 14 milioni di abitanti

turchi; appena mi ha visto inve-

ce di inginocchiarsi e baciarmi

le ginocchia ed i gomiti, ha ini-

ziato ad insultarmi. Viva il bur-

ka! Siccome io sapevo che la

carovana era in ritardo di 5 mi-

nuti, l’attendo e riprendiamo il

cammino tutti assieme verso

l’uscita riattraversando la Sala

delle Udienze, la Porta della

Felicità e la Porta della Salvez-

za sapendo che tra poco si va a

della nostra truppa la lasciamo

la, che se la riparino quelli del-

la sua comitiva. Facciamo po-

chi metri ed ecco un altro im-

becille che si presenta sotto

mentite spoglie di benefattore e

mi chiede se gli posso fare una

fotografia, naturalmente chiedo

se ne fa una anche a noi due e

nonostante ce l’abbia messa

tutta schiarendo al massimo, di

noi si riconosce solamente la

sagoma possente, il marsupio

(quello nero, spiritosi), le scar-

pe di Bari e la Renza che non

riesce nemmeno a cingermi la

vita, a leggerla invece si. Il luo-

go dove il caprone sta scattan-

do ignobilmente la foto, è al

Punto 13 della Mappa di pag.

81 al secolo Baghdad Pavillion

e da sotto il tetto d’oro (leggasi

dorato altrimenti non ci sareb-

bero nemmeno più i 4 bastoni),

come dicevo in precedenza, si

gode una stupenda vista del

Corno d’oro. Recupero la mac-

china sperando di aver fatto

una schifezza di foto pure io a

lui e riprendiamo il cammino

alla ricerca del cesso, e riuscia-

mo a trovarlo, incuneato per

un’erta scalinata ed è pratica-

mente libero quello maschile,

mentre quello femminile, fre-

quentatissimo, è disposto in

cima ad una coda interminabile

per poi finire in un luogo da

incubo, sporco e puzzolente.

Rinfrancato, allegro, leggero,

rinvigorito, leggiadro io ed in-

cazzatissima lei perché, invece

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Pagina 86 Istanbul Istanbul

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Pagina 87 Domenica 19 Agosto 2007

sto e signorile giardino

dove trovano posto tan-

ti autobus, tutti pieni di

gente affamata e terro-

rizzata di arrivare ulti-

ma e mangiare di me-

no, vecchiette che spin-

gono in maniera tale

che se non ti avvedi ti

infilano il bastone su

per il di dietro in un

batter d’occhio, colon-

ne umane salgono da

una scalinata, altri che

sperando di fottere tutti

gli altri, inforcano vie

secondarie cieche e tor-

nano indietro disperati.

Guardo l’ora sul cellu-

lare e sono solo le ore

12.00, io che credevo

fosse già l’una, ma è

veramente l’una perché

non ho regolato l’ora italiana

con il meridiano attuale e così

la fame è sempre quella delle

ore 13.00. Arranco anche io per

pranzo e ci avevano promesso

un luogo speciale con banchet-

to favoloso. Ci ricaricano sui

pullman che sembriamo del

vero e proprio be-

stiame da portare al

macello, invece ci

stanno portando alla

greppia; per questo

pranzo, sulla carta,

da favola, abbiamo

sborsato quasi 50,00

Euro a testa e la no-

stra guida inizia a

decantare il Palazzo

come meta di famosi

capi di stato, attori,

cantanti famosi ed in

effetti sul Depliant

scorgo i nomi di veri

VIP mondiali come

Luciano Pavarotti,

Bill Clinton, Mike

Tyson, Drew Bar-

rymore, Liza Minel-

li, Cindy Crawford,

Kurt Russel, Ralf e

Michael Schumacher e poi altri

sportivi e cantanti più o meno

noti in Turchia. Dopo qualche

chilometro entriamo in un va-

Il Bosforo dal Palazzo

Ciragan Palace Kempinski

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la grande scala e mi trovo

davanti un lampadario im-

menso di non so quanti

quintali e con centinaia di

lampade, sospeso nel vuoto

della scala, ammirato e foto-

grafato da tutti (e volevate

che non lo fotografassi io?);

giriamo al piano superiore

sudati, con zaino sulla schie-

na, braghe corte e scarpe da

camminata pesante in tem-

peratura da sforzo. Faccia-

mo ingresso in sale masto-

dontiche di questo palazzo

inaugurato il 14 novembre

1909 e distrutto dalle fiam-

me il 19 gennaio 1919 e ri-

masto abbandonato per oltre

settant’anni sino a quando

un giapponese Kumagai Gu-

mi insieme ad una impresa

di

Pagina 88 Istanbul Istanbul

di costruzioni turca Yuksel

Construction, non lo ria-

prono nel 1992; tutti han-

no lo stesso dilemma, pri-

ma la panza o prima la ve-

scica? Noi optiamo per lo

scarico dei liquidi, poi en-

triamo in una stanza im-

mensa, tanti tavoli rotondi

da 12 persone ciascuno ed

ho contato oltre 50 tavola-

te tutte imbandite per un

ammontare di oltre 600

turisti denutriti ed impol-

verati. Quello che avevo

sognato di un romantico

tavolo per due persone con

finestra sul mare davanti ai

minareti che si stagliano

all’orizzonte di un azzurro

cielo ottomano, tramonta

nel frastuono di questo

Ingresso Ciragan

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Pagina 89 Domenica 19 Agosto 2007

tettiva, spaventata dall’idea che

i figli non mangino abbastanza,

s e r r a g l i o i n f e r o c i t o

dall’atmosfera terribilmente

matrimoniale. A me tocca se-

dermi vicino ad una donna pro-

Page 90: Istanbul 2007

turca, pericoloso campanello

d’allarme che davanti alla pan-

correre il rischio del digiuno a

me. Mentre ci avvinghiamo ai

vassoi, quasi inosservata si esi-

bisce una danzatrice del ventre

Pagina 90 Istanbul Istanbul

Dan

zatr

ice t

ra i t

avo

li

Page 91: Istanbul 2007

Pagina 91 Domenica 19 Agosto 2007

co stava spargendo la voce che

il dolce stava esaurendosi, ho

za trema anche la ciornia; ed

anche lì, vassoio unico dove

dentro ci mettiamo di tutto, ed

io, visto che la megera lì a fian-

Le nostre portate

Page 92: Istanbul 2007

c’erano 4 tavoli strapieni di

dolci e lì ho fatto manbassa con

dovuto correre ai ripari ed ag-

giungere dei dolci alla catasta

di primi e secondi; meno male

che sta porca non sapeva che

Pagina 92 Istanbul Istanbul

Tavoli di dolci turchi

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Pagina 93 Domenica 19 Agosto 2007

un tetto al disoccupato; conti-

nuiamo pacatamente ad atten-

un piatto pieno di soli dolci

straordinari. Nella foto sotto si

vede il frutto della grande ab-

buffata e così anch’io ha dato

Page 94: Istanbul 2007

chi. I pullman iniziano ad usare

il clacson ed andiamo a prende-

dere l’ora della ripartenza, gi-

rando per il giardino e la Renza

posa il delicato retro davanti ad

uno dei più famosi edifici tur-

Pagina 94 Istanbul Istanbul

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Pagina 95 Domenica 19 Agosto 2007

tarci; tutti noi la tranquillizzia-

mo facendole presente che è

impossibile perdersi, basta fare

un po’ di attenzione, ma lei con

l’indice della mano sinistra in-

dica una grande volta, proprio

davanti a noi e dice: “Vedete,

quello è il Gran Bazar di Istan-

bul, oltre 4.000 negozi che si

sviluppano in un intreccio infi-

nito di stradine, incroci e vicoli

ciechi, è il più grande mercato

coperto del mondo; non è per

niente difficile smarrirsi e ritro-

vare la strada in così poco tem-

po è quasi impossibile e noi,

sapete benissimo, che non pos-

siamo aspettare per molto.” Gi-

ro lo sguardo e la Renza non la

trovo già più, e non siamo nem-

meno entrati nel Bazar, la bec-

co svasata per la strada a seguir

vetrine e per un pelo non le rifi-

lo un calcio nel sedere; la pren-

do per un’ascella, imbocchia-

mo la via ed entriamo nel mer-

cato; io me l’ero immaginato

angusto, sterrato, con tante ten-

de una attaccata all’altra invece

è un modernissimo brulicare di

vetrine illuminate, oreficerie,

re posto velocemente cercando

di non essere gli ultimi ma sia-

mo come al solito, in mezzo;

dopo un’ora e trenta trascorsa a

rifocillarci, sballottati per cur-

ve , dossi, discese e risalite, ci

infiliamo in una stretta strada e

l’annunciatrice ci avverte che

qui dobbiamo scendere, e pure

velocemente, perché il bus ci

lascia e ci viene a riprendere tra

circa 3 ore. Tra rutti e colpi di

sonno riusciamo ad alzare il

sedere dal sedile, e veramente a

malincuore abbandoniamo il

certo per l’incerto ritrovandoci

tutti assieme (noi del numero

10) davanti ad un negozio di

tappeti: ci saranno 40° e noi

andiamo a visitare un negozio

di tappeti? Ma non è che sta

crociera si sta trasformando in

una gita, modello venditori di

pentole? Come delle pecore

dementi entriamo nel negozio e

ci inoltriamo per una scala che

porta al piano superiore, dove

sono esposti gioielli e oggetti

preziosi, da lì un’alta scala più

stretta porta in una sala chiusa

tutta contornata da panchine:

“Ecco, siamo a posto, ora

c’inculano tutti come checche

isteriche.” Infatti, entra un e-

nergumeno accompagnato da

un servo con una brocca in ma-

no contenente menta fresca, la

distribuiscono a tutti i presenti

ed iniziano a sfoggiare tappeti,

li tirano giù da cataste di rotoli

di tutte le dimensioni e li sten-

dono davanti a noi, bellissimi

senza dubbio, ma come si fa ad

andare in giro per Istanbul con

un tappeto sotto l’ascella? Loro

hanno pensato anche a questo,

infatti davano la possibilità di

acquistarlo spedendotelo como-

damente a casa, e chi si è fida-

to? Nessuno. Davanti a noi ora

c’è una vera montagna di tap-

peti e si presenta il problema

più logico: ”Come cazzo riu-

sciamo ad uscire da lì dentro

senza comperare niente” Io ca-

pisco al volo e cerco di andar-

mene per primo scendendo ve-

locemente le due rampe di sca-

le e sono subito fuori per la

strada, mi giro ma della Renza

nemmeno l’ombra; aspetto

mentre gli altri escono assonna-

ti e sudati, ma di Renza niente.

Iniziando a perdere la pazienza

provo a scrutare nel negozio

ma niente, entro e guardo dai

gioielli ma nessuna moglie in

vista; dopo decine di minuti

eccola che arriva tutta rossa,

spaventata e mi racconta che

hanno cercato di venderle a tut-

ti i costi dei tappeti, addirittura

a €. 5,00 e non li ha presi. Ci

raduniamo finalmente tutti e la

nostra guida ci annuncia che

abbiamo esattamente due ore e

mezza di totale libertà ma, sca-

duto il tempo, dobbiamo ritro-

varci nuovamente davanti a

questo negozio di tappeti, per-

ché ci sarà il pullman ad aspet-

Page 96: Istanbul 2007

lì e non comperare questo calu-

met della pace, non sembra

neppure serio e così iniziamo la

ricerca; io adocchio anche alcu-

ne stampe di poco valore, vo-

glio formare in casa delle zone

con quadretti di luoghi dove

abbiamo trascorso le ferie. Il

problema però che si pone a-

desso è dove trovare delle Lire

Turche per pagare, non sapen-

do se qui accettano anche gli

Euro; mi risolve il problema

uno sportello di bancomat della

Banca Turkiye Is Bankasi -

Bankamatik. Non riesco a can-

cellare l’idea che mi ero fatto

di questo Bazar di un luogo

malfamato ed invece c’è addi-

rittura una Banca nazionale;

prelevo dunque Lire 150 alle

ore 15.24 e mi metto in tasca il ed in alto una continua volta ad

arco e tante strade

tutte uguali, che con-

vogliano in altrettan-

te strade uguali alle

precedenti, piccole

traverse che convo-

gliano in grandi vie,

negozi, ancora nego-

zi, orologi, pratica-

mente di tutto, qui

trovi di tutto e la

Renza conosce pure

qualcuno con cui

parlare. Iniziamo la

perlustrazione non

immaginando che

inconsciamente ab-

biamo entrambi in

mente lo stesso ac-

quisto, il Narghilé,

cose ne faremo mai

non lo so, ma venire

Pagina 96 Istanbul Istanbul

Page 97: Istanbul 2007

Pagina 97 Domenica 19 Agosto 2007

gozio che ci è più simpatico e

proviamo a contrattare con i

denaro furtivamente, quasi te-

mendo un’aggressione da parte

di malviventi, ma non succede

nulla e girando troviamo il ne-

Page 98: Istanbul 2007

be-

commercianti, ma è inutile, so-

no molto più furbi di noi. Ed io

qui sono decisamente più foto-

genico della Renza; troviamo il

Narghilé in Bronzo e ce lo fac-

ciamo incartare con accessori,

tubi, bocchini e tabacco ma ci

dobbiamo lasciare €. 50,00

niente di meno. Partiamo ora

alla ricerca dei quadretti, sem-

pre facendo la massima atten-

zione a dove siamo, prendendo

come riferimento la strada

grande in alto; mentre cerchia-

mo anche un ricordino per Sil-

va, mi imbatto in un buontem-

pone che mi ha vestito come un

arabo e la Renza mi ha fotogra-

fato (vedi pag, 97). Qui però

comperiamo due veli da viso da

donna araba con ciondoli molto

belli, ma la premura inizia a

serpeggiare e la

Renza ne subisce

l’effetto, così in-

comincia a rompe-

re e mi fa fare tut-

to di corsa, pren-

diamo 3 quadretti

pagando 20 lire

(ricordo ai più di-

stratti che €. 1,00

vale Lire 1,76) e

poi altre tre colla-

nine, due per lei

ed una per Paolo.

Quello della colla-

na di Paolo non le

fa nessuno sconto

e se non la faccio

tornare indietro

non la voleva più

prendere; si era

fatta spiegare per

Pagina 98 Istanbul Istanbul

Page 99: Istanbul 2007

Pagina 99 Domenica 19 Agosto 2007

porti fortuna. Mentre stiamo

per andare via ci viene incontro

bene il trucco del sottofondo,

l’abbiamo pagata e messa in-

sieme ai due Occhi di Allah

che si è presa per lei, dicono

Page 100: Istanbul 2007

una coppia

che è del

nostro pul-

lman e vi-

stosamente

felici di

averci visti,

mi chiedo-

no dov’è

l ’ u s c i t a ;

glielo spie-

go con po-

chi e decisi

cenni ma ci

a spe t t ano

perché han-

no paura.

Come un

buon padre

li porto sul-

la traversa

principale e

Pagina 100 Istanbul Istanbul

Cosa guarda sto turco?

Page 101: Istanbul 2007

Pagina 101 Domenica 19 Agosto 2007

tici. I prezzi richiesti inizial-

mente ai turisti, un po' per tutte

le merci, sono molto alti, ma

tutti trattabili e la contrattazio-

ne è un vero rito, richiede pa-

zienza e abilità, quella che io e

Renza non abbiamo avuto”.

Nella foto sotto uno degli in-

gressi al Bazar trovata su

Internet, che secondo i punti di

vista è anche un’uscita e ci por-

ta ad unirci alla comitiva e si

da lì si vede proprio la porta

d’ingresso e così spariscono

nella folla. Ogni tanto però

manca improvvisamente

l’energia elettrica, tutto il mer-

cato piomba nella penombra, se

fossimo di notte sarebbe il pa-

nico mentre di giorno un po’ di

luce penetra dagli abbaini che

si possono vedere in questa fo-

to presa da Internet, comunque

non è piacevole trovarsi al buio

in mezzo ai turchi. Nella pre-

mura di guadagnare l’uscita, mi

soffermo velocemente a guar-

dare un inglese che si sta ci-

mentando con uno strano stru-

mento che sembra un incrocio

tra un flauto dolce ed un clari-

netto ma il venditore riesce a

farlo suonare davvero bene e

ricorda moltissimo il suono del

corno nella storica “Creuza de

ma” di Fabrizio De Andrè.

L’inglese sta contrattando e

rivolto a me, dice che non scen-

de sotto i €. 45,00 cifra che pu-

re a me, per un pezzo di legno,

sembra astronomica; provo io

ma non sente ragioni e così,

preso dall’orgoglio, ce lo la-

sciamo e andiamo via: questa

cosa mi procurerà un rimorso

per tutto il resto della crociera.

“ Ecco, questo era il Gran Ba-

zar, il mercato coperto più

grande del mondo, con i suoi

numerosi accessi collegati tra

loro da una fitta rete di strade

che si tagliano ad angolo retto,

coperte da volte affrescate.

All'interno gli esercizi commer-

ciali mantengono la suddivisio-

ne originaria in corporazioni e,

malgrado una certa commistio-

ne con banche, ristoranti, ecc.,

su alcuni assi principali sono

riunite ad esempio tutte le

gioiellerie, su altri i tappeti, su

altri ancora gli abiti o i souve-

nir. Dopo un po' è difficile o-

rientarsi e comunque il bazar ci

è piaciuto, malgrado si respiri

un po' di artefazione dovuta

all'effetto "turismo"; in partico-

lare le gioiellerie hanno vera-

mente begli oggetti (ma anche

gli appassionati di tappeti tro-

veranno di che divertirsi), at-

tenzione invece agli oggetti

antichi, è abbastanza improba-

bile che si tratti di pezzi auten-

Page 102: Istanbul 2007

me la "più sontuosa dall'epoca

della Creazione", raccogliendo

bellissimi marmi e materiali

preziosi e recuperando colonne

e ornamenti dai templi di Diana

a Efeso, di Atene, di Delfi, di

Delo e di Osiride in

Egitto. I lavori furono

diretti da due architetti

greci Antemio di Tral-

le e Isidoro di Mileto e

durarono circa sei anni

e la nuova chiesa fu

inaugurata nel 537. Le

pareti furono realizzate

in mattoni e i pilastri

in grandi conci di cal-

care collegati da grap-

pe di ferro. La cupola

fu costruita con matto-

ni cavi fabbricati a Ro-

riparte verso l’ultimo appunta-

mento della giornata, il Museo

di Santa Sofia. “ La basilica di

Santa Sofia è il massimo monu-

mento cittadino e simbolo

dell'architettura bizantina. Co-

struita tra il 532 e il

537 per volontà di

Giustiniano, l'attuale

basilica è la terza

chiesa eretta su

quest'area con molte

altre addizioni nelle

epoche successive. In

questo sito Costantino

nel 325 decise di eri-

gere la prima basilica

consacrata alla Divina

Saggezza (Aya So-

fya), inaugurata nel

360. Distrutta da un

incendio, fu ricostruita nel 415

da Teodosio II e nuovamente

bruciata da una rivolta durante

il regno di Giustiniano. Sedata

la rivolta Giustiniano si impe-

gnò a ricostruire la Basilica co-

Pagina 102 Istanbul Istanbul

Page 103: Istanbul 2007

Pagina 103 Domenica 19 Agosto 2007

L’entrata è imponente, domina-

ta dal fascino dei tanti anni,

dell’avvicendamento delle oc-

cupazioni e ti prepara

all’ingresso nella grande sala

sacra dove al centro staziona

di con un'argilla particolarmen-

te leggera, crollò in seguito a

un terremoto e fu ricostruita da

Isidore di Mileto il Giovane

che ne diminuì il diametro e

aumentò l'altezza addossandole

all'esterno massicci contraffor-

ti. Fu nuovamente Giustiniano,

ormai alla fine del suo regno a

inaugurare la basilica. Le vicis-

situdini dell'edificio non finiro-

no in quanto, dopo la conquista

di Costantinopoli e lo scisma

tra la chiesa cattolica e quella

ortodossa, la basilica fu depre-

data dei suoi ornamenti prezio-

si e passò, fino alla metà del

1200, sotto il dominio del pa-

pato. Nuovamente rimaneggia-

ta dopo un ulteriore terremoto,

fu trasformata in moschea nel

1453 da Maometto II il Con-

quistatore quando i turchi si

impadronirono di Costantino-

poli. La navata centrale si pre-

senta come un vasto ambiente

coperto da una cupola centrale

di 31 metri di diametro e 55.”

Page 104: Istanbul 2007

Pagina 104 Istanbul Istanbul

Page 105: Istanbul 2007

Pagina 105 Domenica 19 Agosto 2007

del Bosforo in battello, non si

siano divertiti più di noi

(l’invidia è sempre in agguato,

soprattutto quando si è pagato

€. 310,00 noi e cir-

ca €. 100,00 loro).

Questa volta non ci

vengono chiesti

soldi per scendere

e spariscono sia la

guida che l’autista

e ci ritroviamo nel

porto con il solito

rito dell’imbarco

sperando che alme-

no il Narghilé me

lo facciano salire;

si dimenticano di

richiedere il lascia-

passare quotidiano

così lo conservo

per il mio diario

come da pag. 64.

Ricordo poco del

rientro in cabina,

soltanto che ho

aperto la porta, ho

lasciato cadere a

terra zainetto e in-

separabile marsu-

pio, e sono precipi-

tato sul letto a fac-

cia in giù mentre

echeggiava una

voce di sottofondo,

la solita voce caga-

cazzi di sempre, che incitava

alla pulizia personale. Non ri-

cordo quanto sono stato in que-

sta situazione di semicoscienza,

ma è stata corroborante, mi ha

dato la forza di aprire la porta

del gabinetto e raggiungere la

doccia sotto le alitate possenti

di Renza che mi incitava alla

pulizia; con le palpebre abbas-

sate al punto giusto, l’ho guar-

data fisso nelle nari per pochi

secondi e sono entrato nel re-

cinto. L’acqua scrosciante si è

un’incredibile impalcatura da

pavimento a soffitto, una vera

vergognosa opera d’arte mo-

derna. Giriamo per il piano ter-

ra osservando gli

enormi Meda-

glioni dove è

scritto il nome di

Allah e di Mao-

metto, posti ai 4

angoli e poi

l’occhio mi si

dirige spontanea-

mente verso una

colonna uscendo

sulla destra, che

ha un particolare

cerchio bianco

con un disordina-

to foro centrale e

scopro così il

“foro della fortu-

na” che non è

quello che imma-

ginate voi, ma

una specie di be-

neaugurate rito

propiziatorio di

fortuna nel caso

che, infilando nel

pertugio il pollice

della mano De-

stra, con il resto

delle dita si riesca

a compiere un

giro completo di

360°. Provano alcuni turisti poi

tocca a Renza e riesce, e volete

che Renza riesca in una cosa

che non posso fare io? Piuttosto

mi slogo polso avambraccio e

gomito del tennista, mi concen-

tro, prendo la rincorsa ed ecco,

il giro è completo; siamo stati

gli unici a riuscire nell’impresa.

Iniziamo a sentire la stanchezza

di una giornata pienissima, ac-

corgendoci che ci siamo quasi

completamente dimenticati di

essere in crociera e il canto del

Muezzin ci porta a consultare

l’orologio per scoprire che so-

no le ore 18.00; parlo un poco

con la nostra guida, che spossa-

ta, si è appoggiata ad un muret-

to di lato al Museo Ayasofya

domandandole se sono molte le

persone che accorrono al ri-

chiamo di preghiera e mi ri-

sponde con uno sconfortante:

“Proprio come da voi, ormai

sono in pochi i fedeli pratican-

ti”. Risaliamo sul tonante nu-

mero 10 che ci riporta alla Se-

rena parcheggiata poco distante

soddisfatti della giornata, spe-

rando che i nostri vicini di ta-

volo, che hanno preso il tour

Page 106: Istanbul 2007

dretti da circo, due maschi ed

una donna che non fa ridere

nessuno neanche se ti solletica-

no sotto i piedi, poi uno spari-

sce e gli altri cambiano un po’

registro ma la serata non decol-

la; all’improvviso un signore

dietro di me ha tirato un urlo,

ma un urlo ingigantito dal fatto

che è balzato in avanti colpen-

do la riga di poltrone dove ero

seduto io facendo scuotere me

e quello a fianco; mi giro e con

il pelo ritto mi ritrovo dietro un

tizio vestito da diavolo sui

trampoli. L’imbecille dietro sta

bevendo acqua ancora adesso,

mi ha fatto cagare addosso dal-

lo spavento e di conseguenza

immaginate il colorito della

Renza che mi ha piantato le

unghie nella carne del braccio

sinistro. Con il numero dei

portata via la polvere di Istan-

bul che io gelosamente volevo

conservare per far vedere ai

parenti al ritorno, ma Renza

non ha voluto, a lei le mie idee

innovative non piacciono e così

dall’infame foro è uscita tutta

la testimonianza della affasci-

nante Costantinopoli o Bisan-

zio che si voglia nomare. La

foto che vedete qui sopra non è

della serata di oggi, ma l’ho

voluta mettere adesso perché

parlo sempre di loro ma non si

sono ancora visti per bene; que-

sta foto è una delle due che gli

stressanti fotografi hanno scat-

tato poco prima dell’inizio del-

la cena di Gala due ed ho scelto

questa, anche se io faccio caga-

re veramente (nell’altra ero ri-

masto decisamente meglio)

perché l’ha deciso Renza sem-

pre attenta alle pose migliori. A

sinistra si possono vedere i due

sposini siciliani saliti a Venezia

ed a destra i due coniugi pu-

gliesi saliti a Bari, dalla foto si

può notare come le tre femmine

abbiano assunto una espressio-

ne decisamente accattivante, in

netto contrasto con le facce da

fessi dei tre coglioni superiori.

Comunque la cena è ancora

lontana perché sono soltanto le

19.45 e bisogna rispettare il rito

dello spettacolo delle 20.00 a

Teatro Giove che inizia a darmi

un pelo fastidio, è bello andare

a teatro quando vuoi tu, no

quando vogliono loro e sempre

alle otto. Comunque stasera si

esibisce il Myth Trio e l’inizio

è decisamente catastrofico, in-

fantile, con i protagonisti vestiti

di pannolenci con i soliti qua-

Pagina 106 Istanbul Istanbul

Page 107: Istanbul 2007

Pagina 107 Domenica 19 Agosto 2007

donne iniziano a descrivere le

rispettive esperienze; i pugliesi

hanno deciso di andarsene in

giro per la città per i fatti loro

con Taxi ed autobus, ma i due

siciliani hanno optato per il gi-

ro in battello e viste le facce,

ho capito che il mare non dove-

va essere stato molto acco-

gliente e rilassante con loro.

Hanno raccontato che il mare

era mosso, la barca li sballotta-

va da tutte le parti ed il bello è

arrivato quando sono andati a

pranzare nel “tipico” ristorante

turco! Serviti da straccioni,

mangiato roba pronta, fredda,

sporcizia dappertutto. Col sog-

ghigno di chi l’ha indovinata

trampolieri la cosa migliora un

pochino finchè non si mettono

tutti a volteggiare felici dimo-

strandosi abili acrobati. Final-

mente vengono le ore 21.00 e

partiamo per la Sala Vesta dove

la ressa è già pronta. Per far

passare la mezz’ora d’attesa ed

evitare questa coda da pezzenti

in una crociera pagata una for-

tuna, brandisco la Renza ed

andiamo a vedere la crescente

esposizione fotografica di pare-

ti intere ricoperte da maschere

di cera di persone fotografate

all’improvviso da paparazzi

che sbucavano da tutte le parti;

ovviamente non mi fa compe-

rare quella dove io sono stato

immortalato in mezzo a due

strafighe mezze nude all’uscita

del ristorante, anzi sono stato

accusato di molestie solo per-

ché, non sapendo dove mettere

le mani, le ho messe ai fianchi

delle due fanciulle, finita sicu-

ramente al macero.Ecco ripas-

sare il Veneto tutto agitato alla

ricerca di chi? Ma della moglie

certo che poco prima era passa-

ta con le solite due amiche: per

me questa se le capita

l’occasione lo incula. Giunte le

agognate 21.30 la carovana di

pezzenti si mette in moto e rag-

giungiamo il Tavolo n. 1 ritro-

vando gli altri quattro distrutti

dalla fatica e logicamente, le

Serata italiana

Page 108: Istanbul 2007

mare. Rientriamo passando dal-

la pista da ballo del ponte 5 Ge-

mini ed incontriamo la moglie

del veneto con le solite amiche

e questa volta c’è anche lui,

tutto soddisfatto e ci salutiamo,

vedo che vorrebbe parlare vo-

lentieri, ma è troppo occupato a

star dietro alla consorte sgu-

sciante. Usciamo di fuori sul

Ponte 3 tutto illuminato con la

attinica fastidiosa luce azzurra

per un breve filmato e per farci

accarezzare i capelli dal vento

caldo dell’Asia minore, ma il

caldo non è uguale per tutti, c’è

chi lo sente anche freddo e così

rientriamo in Cabina, sono le

ore 24.00 in punto e domani ci

attende una lunga giornata.

mi accosto al menù della sera e

questa è la “Serata italiana”

cioè tutte le portate sono italia-

ne ed io inizio con Pasta e fa-

gioli , per poi passare

all’Ossobuco, Ravioli di carne

piemontesi e poi per finire Ge-

lato al limone e melone; pa-

steggiamo con un bicchiere di

vino che ci hanno offerto i vici-

ni di Bari ed improvvisamente

si abbassano le luci ed i came-

rieri vengono da noi e ci pren-

dono le donne ed iniziano a

farle ballare al suono di canzo-

ni folcloristiche italiane, poi

l’attenzione si sposta al centro

del ristorante dove si esibisco-

no i camerieri in balli con mo-

vimenti caratteristici di arti

marziali orientali ed è tutto un

festeggiare, ballare e diverti-

mento. Terminata la cena, co-

me al solito ci dividiamo ed io

vado a ricaricare la carta di €.

150,00 al ponte 5 dalla recep-

tion, proprio da quella ragazza

che mi aveva perso l’assegno e

poi su al Ponte 9 dove impazza

la Serata dedicata alla Musica

anni ‘70; ben pensiamo di rien-

trare ritrovandoci ancora nel

solito salone tutto fiaccole ros-

so fuoco e con relax scarico

nelle tazze il mio buon caffè

decaffeinato rovente aggiunto a

latte freddo ghiacciato e sor-

seggiamo guardando la spuma

delle onde illuminate dalla luci

della nave che si riflettono in

Pagina 108 Istanbul Istanbul

Serata italiana con dance marziali

Page 109: Istanbul 2007

Pagina 109 Domenica 19 Agosto 2007

viamo Domenica?” E così tutti

incazzati ci alziamo e andiamo

a sentire altri discorsi: sta storia

delle riunioni, delle esercitazio-

ni, degli avvisi inizia a rompere

un po’ troppo. Terminato il

breve intermezzo informativo

torniamo a prendere subito altri

due posti a sinistra proprio so-

pra al Lido Orione (quello con

il grande schermo) di fronte al

mare e sbraghiamo finalmente;

ma l’ora? E’ mezzogiorno e lo

stomaco s’incazza, così scen-

Sveglia alle ore 9.30 di una

lunga giornata di navigazione,

se non altro oggi non si spende,

scendiamo al ponte Prometeo

per la solita colazione con la

meravigliosa vista del mare

dall’alto della Sala; siamo or-

mai in navigazione dalle ore

18.00 di ieri e ci attende

un’intera giornata a bordo sen-

za mettere piede a terra, sono

proprio contento di non dover

affrontare lo stress della disce-

sa potendoci così godere una

vera giornata in crociera, sole,

bibite, gelati e dormire, aahhh!

Alle 10.30 in punto siamo

sdraiati sul ponte con il mono-

tono asciugamano azzurro, co-

me tutti, e godiamo del caldo

alito di Helios. Sto sonnec-

chiando quando alle 11.00 ve-

niamo chiamati perché c’è

un’altra riunione e stavolta ci

spiegano le modalità di sbarco

nel porto di Venezia:

“Venezia?!? Ma perché ce lo

dicono oggi se a Venezia arri-

veNERdì 17 Agosto 2007

Page 110: Istanbul 2007

brava, poi iniziano ad impetto-

rirsi come i piccioni e proprio

quando pare che tutto funzioni

bene e che la preda sia incastra-

ta si sentono tirare per lo slip:

“Papà papà, posso andare a

giocare con Mauro?” - “Ma

certo figliolo, vai, vai, EVVA-

HI!” E la preda, scoperto che

l’affamato ha prole, lo pianta

come un traliccio sul posto e si

allontana stizzita; ho visto, per

questo, un padre rincorrere un

figlio per scaraventarlo in mare

a calci nel culo e la madre sog-

ghignare da sotto la maschera

di crema per bellezza. Alle

13.30 ci alziamo affamati e

scendiamo al Lido e si va al

diamo un momentino al ponte

inferiore e prendiamo della ma-

cedonia, poco zuccherata, di

melone bianco e giallo con ana-

nas, poi non sazi ne riprendia-

mo ancora e l’andiamo a finire

sdraiati sul ponte al sole. Che

paradiso, sdraiati ad abbronzar-

si in alto mare, con il calore

temperato dalla brezza marina,

sentire il fruscio delle onde che

lambiscono lo scafo, peccato

che esistono i bambini! I bam-

bini in vacanza, figli di madri

in vacanza con padri in vacan-

za, sono convinti di avere la

licenza di uccidere, gridano,

corrono, toccano, si impicciano

dei cazzi tuoi, ti fregano il po-

sto in colonna al Self Service, ti

spintonano e soprattutto viag-

giano, mangiano e si divertono

completamente gratis, infatti

sotto ai 18 anni non pagano una

lira. I genitori sono convinti

che in crociera i figli siano in-

vulnerabili ed invincibili e li

lasciano nomadi per la nave,

tanto sanno che prima o poi

qualcuno li riporta a Canossa; i

padri sono ancora peggio, san-

no che i figli sono eterni, che le

mogli dormono e così pensano

alla figa. Li vedi tutti a caccia

della femmina accaldata che

adocchiano la preda con

l’occhio destro e con il sinistro

controllano che la moglie stia

Pagina 110 Istanbul Istanbul

Page 111: Istanbul 2007

Pagina 111 Domenica 19 Agosto 2007

con l’abbondante epa a crogio-

larsi al calore del potente astro.

Passano pochi minuti che ecco

arrivare il Veneto, perenne-

mente alla ricerca della moglie

che cazzeggia tranquilla in giro

con le amiche, capisco che so-

no fottuto e che cerca dispera-

tamente qualcuno da crocifig-

gere a parole ed eccomi immo-

lato sull’altare del gossip. Ini-

zia a dire che fa il restauratore

di opere d’arte ed attualmente

sta lavorando a Venezia, Pisa e

Firenze, curando la parte mura-

ria degli edifici storici, che il

mestiere l’ha imparato da ra-

gazzo ad Assisi da vecchi arti-

giani, e poi si accomiata così io

Buffet degli alimenti e lì com-

batto nuovamente con dei pic-

coli roditori che mi vogliono

fregare le ultime patatine, bat-

tendoli con l’astuzia ed appro-

fittando della mole che intimo-

risce il cuoco; poi mi ricordo di

essere italiano e riempio il vas-

soio con Wurstel farciti con

sottilette e Pancetta, Wursteloni

alla griglia, Crauti, Insalata di

fagioli corroboranti per parlare

dietro, morbide scaglie di Gra-

na, Patatine fritte conquistate

con la forza, Prosciutto crudo,

Pasta al forno, fette di Formag-

gio con vistosi anelli di Cipol-

la, per contro la Renza avanza

con nel vassoioi due piatti di

Cozze enormi, Salmone, Patati-

ne e due Wursteloni farciti con

formaggio e Pancetta. Come al

solito lo spreco è immenso ed

io non riesco a mangiare tutto

quello che pensavo fosse possi-

bile ingurgitare ma la Renza,

non lascia niente; satolla come

un vitello, la prendo e la porto

nuovamente sul ponte a pren-

dere il sole mentre io mi ritiro

nella 1453 a meditare, con i

gomiti appoggiati su di un ta-

volino a scrivere al PC e con il

sedere sul Water. Cesso di ag-

giornare il viaggio e torno dalla

Renza recandole una calda taz-

za di caffè e mi adatto subito

anch’io alla forma della sdraio

Page 112: Istanbul 2007

scensori di cristallo che domi-

nano la hall centrale come non

mai, ed alle 23.30 è il nostro

turno di varcare la soglia del

Teatro Giove per lo SHOWTI-

ME che consiste nello spettaco-

lo “Mythology” con i cantanti

Sury Boltman e Nicole Mago-

lie ed i ballerini Afro Arimba

Dance Company. Lo spettacolo

è molto bello, effetti laser, sce-

nografie, costumi da sogno e

tutti davvero preparati e felici

di fare questo lavoro, l’unica

pecca è che non ci sia un filo

logico, si tratta di tanti brani

messi a caso uno dietro l’altro

senza una trama o un discorso

ne approfitto per andare al ba-

gno visto che mangio come un

cammello; inizio a salire da un

ponte all’altro quando incontro

nuovamente il potenziale cor-

nuto Veneto che mi chiede cosa

sto facendo ed io, anche per

non insospettirlo visto quanto è

teso (le corna pesano, soprattut-

to quelle invisibili), gli spiego

che sono diretto ad una toilette

appena la trovo; non l’avessi

mai detto, si presta ad accom-

pagnarmi e così ora siamo in

due a girare per i ponti. Sembra

strano ma anche così la ricerca

è vana e lui mi lascia al mio

destino di ricercatore allonta-

nandosi nella folla salutando-

mi; io riparto quando mi sento

chiamare da lontano, era sto

disgraziato che da 90 metri mi

diceva che aveva trovato il ces-

so per me; non sapevo se rin-

graziarlo o se abbatterlo con

una schioppettata caricata a

merda, come la figura che mi

aveva fatto fare. Ritorno dalla

Renza e ora vicino a noi si è

piazzata una signora avanti con

gli anni, napoletana, con una

figlia ed un’amica del cuore

che scatarrava come un pastore

tedesco causa eccessiva esposi-

zione all’Aria condizionata che

per fortuna odia anche lei i

bambini al ristorante, adora gli

spaghetti, è incantata dal benes-

sere, e parla, parla, parla …!

Davanti a noi, ad una vera cop-

pia di coglioni, è caduto il cel-

lulare in terra e lo stanno cer-

cando, alzando spostando se-

die, materassi, chiedendo ai

vicini: da non credere, non

l’hanno più trovato, qualcuno

meno imbecille di loro due,

l’ha visto e se l’è subito inta-

scato ad indicare che, anche se

in crociera, di onesti in giro ce

ne sono davve-

ro pochi. Salu-

tiamo per edu-

cazione i vicini,

e scendiamo di

sotto a fare

che? Pizza e

fagioli io e Piz-

za e Anguria

Renza, poi caf-

fè e via in Ca-

mera a stravac-

carsi in libertà.

Alle ore 19.00

la Raineri viene

a scoprire che

c’è un’altra ce-

na di gala e co-

sì la moglie mi

va in panico:

“E cosa mi

metto, e dove

lo metto, e co-

me lo metto!”

due palle così,

ste cene mi ini-

ziano a stare sul

cazzo davvero.

Io riparto con il

completo senza

gilet e senza

cravatta ma con

i capelli STIRATI a ferro dalla

Renza, sembravo un cretino;

due ore di preparativi, da non

credere, e finalmente sono le

21.30 e ripartiamo per andare a

mangiare al solito Ristorante

Vesta, praticamente con lo sto-

maco ancora pieno dai manica-

retti precedenti; ceniamo con

antipasto di Capesante ottime, a

seguire un leggero Consomè

per poi gustare un sublime A-

gnello. Sorpresa finale tante

torte con spumante in compa-

gnia del Comandante Giacomo

Longo. Usciamo e giriamo un

poco per la nave, io addirittura

esagero approfittando degli a-

Pagina 112 Istanbul Istanbul

Page 113: Istanbul 2007

Pagina 113 Domenica 19 Agosto 2007

nostri amici e risaliamo le ram-

pe che portano al lunghissimo

corridoio da percorrere felpata-

mente (passiamo infatti davanti

a tutte le cabine della nave) per

giungere davanti alla porta del-

la Camera 1453. Inserisco il

Badge e la porta si apre, Renza

si butta sul letto ed io spengo la

luce e mi guardo dall’oblò il

mare, con le onde nervose ap-

pena illuminate dai bagliori

stessi della nave, siamo in mare

aperto con gli abissi sotto di

noi, però si sta da dio, rimango

ancora un po’ perché purtrop-

po, me lo posso permettere an-

cora per poco, ma ora a nanna!

da portare avanti. Mentre sto

filmando una donna si addor-

menta e mi piomba addosso, se

non si fosse trattato di un vec-

chio cesso, la Renza mi avreb-

be addossato di sicuro la colpa

del mancamento. Terminato lo

spettacolo ci viene impedito di

recarci a dormire ed eccoci tutti

in fila, alle 00.30’ di notte, per

andare a visitare le cucine della

nave, e percorriamo gli stretti

anfratti addossati gli uni agli

altri per questi cunicoli di ac-

ciaio inossidabile con i cuochi

a salutarci: ho avuto la stessa

impressione che ha un leone

quando vede transitare i visita-

tori allo zoo, di sicuro pensa

che siamo tutti scemi, ed i cuo-

chi lo stesso! Finalmente que-

sto insensato percorso ha termi-

ne e sfociamo in un locale dove

presentano Bignè, Meloni e

dolci vari con i due sposini di

Bari, Domina e marito, che

gentilmente ci hanno tenuto il

posto in questi enormi tavoli

rotondi dominati da sculture

nel burro, nel formaggio e nel

ghiaccio. Tutto buonissimo ma

sono le ore 01.30 e bisognereb-

be anche riuscire ad andare a

dormire perché altrimenti alla

mattina siamo sempre più rin-

coglioniti. Ci accomiatiamo dai

Page 114: Istanbul 2007

un’altra mezz’ora e mi accorgo

che qualcuno mi ha segnato 2

bottigliette d’acqua ritirate dal

frigorifero, chiamo Francisco e

mi dice che è stato lui perché

ha trovato due bottigliette

d ’ a c q u a n e l c e s t i n o

dell’immondizia; la pressione

mi sale alle stelle e per un pelo

non gli espianto il buco del cu-

lo dalla bocca. Capisco che

chiaramente questo vuole fare

il furbo con me, di colore o no,

questo è stronzo e stronzo ri-

Alle ore 7.00 ci siamo sve-

gliati ed alle 8.00 ecco arrivare

la Colazione prenotata ieri sera

ed appesa fuori della porta, non

c’era nulla di quanto avevamo

ordinato noi, sicuramente la

nostra portata era finita a scon-

tentare un’altra coppia, ed iro-

nia della sorte, il tutto quando

abbiamo appena finito di com-

pilare e spedire il questionario

su “La soddisfazione del clien-

te”; ci sfamiamo malvolentieri

con quella roba pensando a chi

era quello stronzo che poteva

fare una colazione degenere

come quella. Molto probabil-

mente la stessa cosa l’hanno

pensata anche gli altri insoddi-

sfatti solamente che si sono an-

dati a lamentare, così dopo

mezz’ora, ecco ribussare alla

porta ed entra una seconda por-

tata stavolta esatta, ma adesso

chi riesce ad ingoiare qualcosa?

Renza, però poco perché sazia

di quella precedente ma io non

riesco a ingoiare niente. Passa

Pagina 114 Istanbul Istanbul

sabato 18 Agosto 2007

Arrivo a Dubrovnik

Page 115: Istanbul 2007

Pagina 115 Domenica 19 Agosto 2007

si mette a leggere ad alta voce

tutte e 40 le domande del que-

stionario (in sto cazzo di cro-

ciera si è sempre lì a compilare

questionari), lentamente alla

vicina, io mi chiedo se uno il

proprio tempo libero lo deve

bruciare in cose così demenzia-

li, si è mai vista una lucertola

fare i quiz al sole? O un ghe-

pardo darsi la crema per la pel-

le? O una vipera fare domande

cretine a un tacchino? No,

prendono il sole e non rompono

i coglioni! Il problema è non

sono sufficientemente maledu-

cato da dirglielo, ma gliel’ho

pensato forte in faccia e così mi

alzo, allontanandomi dal dro-

medario bivalve e, vista la

mane, marrone giallo o rosso

che sia; il fatto è che il prezzo

di una bevanda ritirata dal fri-

gorifero di bordo costa

l’equivalente di un collier di

Cartier acquistato in via Mon-

tenapoleone a Milano e questo

stronzo marrone se lo voleva

far regalare da me! Schivata

questa deplorevole minaccia,

inizio a capire perché in Italia

Bossi sta acquistando sempre

più il potere e borbottando tra

me e me per almeno altri 10

minuti, prendo la Renza ed an-

diamo a prenderci il sole al

Ponte 11 dove ieri ma dalla

parte opposta perché il sole al

mattino è dall’altra parte, ba-

bordo o tribordo che sia; dun-

que alle 9.00 siamo già sdraiati

al sole sazi, incazzati e agitati

perché stiamo per arrivare in

porto e la Renza già dorme:

suvviaaa! Filmo l’entrata nel

golfo, peraltro splendido da

quest’altezza, e poi mi corico

adiacente alla Raineri in Cam-

biaso fu Angelo ed inizio a go-

dermi il tenero tepore ed il si-

lenzio di quell’ora; chiaramente

la pace eterna non è di questo

mondo e dunque ecco arrivare i

primi coglioni (praticamente i

leoni di ieri sera a detta del po-

polare proverbio) che si sparpa-

gliano a macchia di leopardo, a

noi invece tocca una vecchia

megera con la voce alla Sandro

Ciotti, che si siede lì accanto e

Page 116: Istanbul 2007

dal vivo tutto è più striminzito,

ridotto, lillipuziano e questa

vasca ne è la conferma; mi

guardo intorno e mi accorgo

grande disponibilità di posti,

provo a calarmi nella vasca

dell’idromassaggio, un piccolo

pertugio da circa 12 posti a se-

dere e 300 in piedi. Quando

consulti i depliant ti fanno ve-

dere piscine olimpiche, campi

da tennis da Foro Italico, poi

Pagina 116 Istanbul Istanbul

Page 117: Istanbul 2007

Pagina 117 Domenica 19 Agosto 2007

in questa posizione adescante

per qualche minuto, ma nessu-

n a f e m m i n a r i s p o n d e

all’evidente e sostanzioso ri-

chiamo, ed allora, mentre sto

per ritornare nella posizione di

riposo, sento che ai due lati del

mio sedile calano due energu-

meni pelosi; accavallo imme-

diatamente le mani ponendole a

protezione della mia zona ri-

produttiva e resto in questa po-

sizione per poche decine di se-

condi trascorsi i quali decido di

tornare da Sandro Ciotti, rac-

colgo il questionario che nel

frattempo è stato consegnato e

compilato dalla Renza e lo va-

do a imbucare nell’apposita

feritoia sita al Ponte 3. Dopo 3

urinate bestiali della Renza,

credo dovute ai bicchieri di

pompelmo servitici per colazio-

ne e tracannati dall’ingorda,

eccoci entrare nel golfo dinnan-

zi a Dubrovnik ed ivi la Costa

Serena getta l’ancora, proprio

di fronte al porto; è ora di pran-

zo e via subito al Prometeo e il

mio vassoio si riempie di Penne

ai funghi, 5 Gamberoni, Arro-

sto, Patatine, Insalata Capric-

ciosa, Crauti, Fagioli, Formag-

gio normale e Grana, Frutta

fresca in macedonia e Gelato-

ne, mentre la Renza depreda

Salmone, 4 Gamberoni, Lasa-

gne verdi, Formaggio Grana e

l’immancabile Gelatone finale.

Io mangio e capisco cosa prova

un leone quando ha una Gaz-

zella in bocca e 30 colleghi che

lo guardano sperando di fotter-

gli più carne possibile o che

quanto meno si strangoli da

solo; mangio, ma come al soli-

to non riesco ad infilarmi in

gola tutto, ci fosse mia suocera

si sarebbe riempita tasche e

mutande, ma non avrebbe la-

che sono l’unica bestia trion-

fante in mezzo a tante donne,

faccio finta di niente e legger-

mente scivolo giù col sedere e

mi sdraio facendo galleggiare

le gambe in modo che dal pelo

dell’acqua affiori un poderoso

obelisco caricato a salve; resto

Dubrovnik

Page 118: Istanbul 2007

è quello davanti (il vetro di dx

della coppia di finestre davanti

in basso) ma dietro di me è

l’inferno; la Renza che ha sem-

pre la testa per i cazzi suoi, un

po’ c’è e un po’ no, stavolta

l’indovina e mi segue ma si va

a mettere vicino al bastardo che

fa le ariette, e credo che se le

risparmi appositamente per

queste occasioni uniche. Io cer-

co di non pensare, perché se mi

venisse voglia di uscire, mi toc-

cherebbe fare un buco nella

sciato niente, la conosco bene

io. Rincoglionito dal cibo (vedi

la foto sotto nel cerchio) sola-

mente io visto che la Renza

non patisce niente, veniamo

radunati nel solito Teatro Gio-

ve dove ci consegnano il nume-

ro 12 e iniziano i soliti raggua-

gli per lo sbarco, ci trattano co-

me animali in un carro bestia-

me, probabilmente il direttore

di sbarco è un vecchio traghet-

tatore di ebrei dei tempi del

Furer, poi come capre

(per fortuna non perdiamo le

olivette per strada, però qualcu-

no bastardo le ariette le fa e

sghignazza) ci incolonniamo e

sfociamo in un pianerottolo

praticamente 50 cm sopra al

pelo dell’acqua e carichi di zai-

ni, macchine fotografiche e

cazzate varie, veniamo invitati

a salire su una lancia (vedi foto

a lato presa in prestito da

internet) ammassati come be-

stie; io riesco a capire che il

posto da occupare velocemente

Pagina 118 Istanbul Istanbul

Page 119: Istanbul 2007

Pagina 119 Domenica 19 Agosto 2007

ma che purtroppo an-

che lei ha conosciuto

la follia della recente

guerra jugoslava. Se

però devo dire ciò che

realmente penso, per

me tutto questo è finto,

una scenografia vera

alla quale si è adattata

una finta sceneggiatura

con coreografie create

ad hoc per il turista;

ovunque nascono negozi, bar

ristorantini, nei portoni delle

case, negli androni dei palazzi,

ci prendono veramente per dei

coglioni sprovveduti per rifilar-

ci ogni cosa di un’inutilità e-

strema facendola passare per

artigianato locale, hanno impa-

chiglia col sedere di

questo untore bastardo,

così guardo sempre di-

r i t t o l ’ i n g r e s s o

dell’imbarcazione nel

porto di Dubrovnik. Io

non so bene in quanti

siamo, ma da come stia-

mo viaggiando a pelo

d’acqua, dà p iù

l’impressione di essere

su di un sommergibile e

di certo siamo oltre la portata

di sicurezza di oltre 120 umani,

impalati e duri come spaghetti

n. 5 in una confezione da 5 chi-

li; Più che scendere, saliamo a

terra ed eccoci liberi, molti si

sono procurati delle escursioni

a pagamento ma questa volta

noi risparmiamo il centone e

giriamo liberamente per la città

vecchia, bianca ed assolata ,

giriamo per i vicoli dove il pa-

vimento è fatto della stessa pie-

tra con la quale sono costruiti

gli edifici di questa cittadella,

tutta circondata da alte mura,

Page 120: Istanbul 2007

Ragusium nella prima metà del

VII secolo ad opera degli abi-

tanti della vicina città di Epi-

daurum (l'attuale Ragusavec-

chia o Cavtat) in fuga dalle in-

vasioni degli Slavi e degli Ava-

ri. Successivamente, la città

entrò sotto la protezione

dell'Impero Bizantino ed iniziò

a sviluppare un fiorente com-

mercio nell'Adriatico e nel Mar

Mediterraneo orientale. Nel XI

secolo Ragusa era ormai una

florida città mercantile e grazie

ad alleanze con altre città poté

svilupparsi ulteriormente come

repubblica marinara, la quinta

dopo Venezia, Amalfi, Pisa e

Genova. Caduta Costantinopoli

durante la IV Crociata (1204),

rato da noi! “ Ragusa (in croato

Dubrovnik, in italiano anche

Ragusa di Dalmazia, in dalma-

tico Raugia), è una città della

Croazia meridionale situata

lungo la costa della Dalmazia.

La città, che ha lungamente

mantenuto la sua indipendenza,

vanta un centro storico di parti-

colare bellezza che figura

nell'elenco dei Patrimoni

dell'Umanità dell'UNESCO e

che le è valso il soprannome di

"perla dell'Adriatico". Ragusa è

il capoluogo della regione ra-

guseo-narentana, nonché la

maggiore città della Dalmazia

meridionale. La città di Ragusa

è stata fondata originariamente

su un'isola rocciosa e poi colle-

gata alla terraferma mediante

interramento di un sottile brac-

cio di mare (che corrisponde

oggi alla parte pianeggiante

della città). Le fortificazioni

attuali risalgono al XVII seco-

lo, quando in seguito ad un de-

vastante terremoto la città ven-

ne ricostruita quasi interamen-

te. Dal punto di vista urbanisti-

co, il centro storico (che è tas-

sativamente pedonale) è diviso

a metà da un lungo stradone

lastricato (detto appunto Stra-

dún) che termina in prossimità

del porto e lungo il quale si af-

facciano i palazzi più significa-

tivi della città. Difronte alla

città vi è l'isola di Lacroma. La

città venne fondata col nome di

Pagina 120 Istanbul Istanbul

Page 121: Istanbul 2007

stato europeo ad abolire la

schiavitù e l'uso degli schiavi.

La prima fase del declino della

città è dovuto alla scoperta

dell'America nell'anno 1492

che escluse il Mediterraneo

dalle principali rotte commer-

ciali. Ma solo con il dominio

Ottomano del XVI secolo ini-

ziò per la città un lento quanto

inarrestabile declino, accelerato

soprattutto dal terribile terre-

moto del 6 aprile 1667, che ra-

se al suolo gran parte della città

facendo 5.000 vittime. Sembra

che, a seguito di tale evento

catastrofico e del successivo

ripopolamento, Ragusa inizias-

se a perdere quelle connotazio-

ni culturali latine che l'avevano

la città passò sotto il dominio

della Repubblica di Venezia e

tale rimase, seppur con brevi

interruzioni, fino al 1358. In

questo periodo Ragusa mutuò

dalla Serenissima il proprio

assetto istituzionale. Approfit-

tando della sconfitta dei Vene-

ziani (1358) per opera dell'Un-

gheria, Ragusa si sottomise for-

malmente a quest'ultima in

cambio di un tributo annuale,

che si pagava sia in termini di

denaro che di imbarcazioni,

garantendosi tuttavia un'indi-

pendenza di fatto. Ottenuta in

questo modo la libertà i cittadi-

ni poterono di nuovo scegliere

un proprio assetto istituzionale

eleggendo un consiglio cittadi-

no e un proprio senato. Ragusa

iniziò a prosperare grazie ad

una spiccata attitudine mercan-

tile ed all'abilità dei suoi gover-

nanti. Nel giro di pochi decenni

la città divenne un primario

centro commerciale e culturale

e giunse a rivaleggiare con la

Serenissima Repubblica di Ve-

nezia. Neppure il declino della

potenza ungherese (battaglia di

Mohács, 1526) riuscì a scalfire

la prosperità di Ragusa: la città

si diede, così come aveva fatto

con gli ungheresi, all'Impero

ottomano e preservò ancora

una volta, tramite il pagamento

di un tributo, la sua sostanziale

indipendenza. Nel 1416 la re-

pubblica di Ragusa fu il primo

Pagina 121 Domenica 19 Agosto 2007

Page 122: Istanbul 2007

gusa si possono vedere in fili-

grana alcune delle motivazioni

che cent'anni dopo avrebbero

portato i governanti serbo/

montenegrini ad accampare

diritti sulla città. Nel 1919 Ra-

gusa divenne parte del neonato

Regno di Jugoslavia e nell'apri-

le 1941 fu occupata

militarmente dal

Regno d'Italia per

un paio di anni. Nel

settembre 1941

Mussolini ne pro-

pose l'annessione al

Governatorato della

Dalmazia (cioè al

Regno d'Italia) con

la creazione della

Provincia di Ragu-

sa di Dalmazia, che

pero non fu fatta

per l'opposizione

del croato Ante Pa-

velic. Successiva-

mente, dopo la se-

conda guerra mon-

diale, Ragusa fece

parte della Repub-

blica Socialista Fe-

derale di Jugosla-

via. In seguito alla

dissoluzione di

quest'ultima ed alla

successiva guerra

in Jugoslavia, la

città si trovò quasi

sulla linea del fron-

te ed il 6 dicembre

1991 venne bombardata dalle

forze armate jugoslave (in par-

ticolare montenegrine) dalle

montagne alle spalle della città.

Le bombe causarono molte vit-

time e non risparmiarono nep-

pure il centro storico, che ven-

ne notevolmente danneggiato.

Con la fine delle ostilità la città

si è velocemente ripresa ed ha

ripreso infine la sua vocazione

sempre contraddistinta. Ragusa

risorse velocemente dalle ma-

cerie dotandosi di un impianto

urbanistico moderno grazie

all'attività di molti scalpellini,

ma la ripresa fu parziale e di

breve durata. La città venne

sempre più a dipendere dal gio-

co delle potenze stra-

niere e poté conserva-

re la sua indipenden-

za solo grazie alla sua

modesta importanza.

Nell'anno 1806 la cit-

tà venne occupata

militarmente dalle

truppe napoleoniche,

e nel 1808 un procla-

ma del Maresciallo

Marmont pose fine

alla secolare repub-

blica di Ragusa.

L'amministrazione

francese la riconobbe

parte del Regno d'Ita-

lia nel 1808 e succes-

sivamente venne an-

nessa alle Province

Illiriche nel 1809.

Assegnata definitiva-

mente all'Austria con

il Congresso di Vien-

na (1815), Ragusa fu

unita alla Provincia

della Dalmazia e ri-

mase fino al 1918

(termine della prima

guerra mondiale) sot-

to il dominio diretto

degli Asburgo. Fu in questo

periodo che la città divenne

teatro di uno scontro dovuto

alla formazione delle varie co-

scienze nazionali, che tendeva-

no ad attribuire a sé non solo il

territorio comunale, ma anche

l'antica e gloriosa storia della

millenaria repubblica marinara.

Questo scontro vide tre compo-

nenti in campo: quella croata -

maggioritaria - quella serbo/

montenegrina e infine la com-

ponente italiana: ognuna si or-

ganizzò in un partito e per un

certo periodo di tempo serbi e

italiani si coalizzarono in fun-

zione anticroata, riuscendo an-

che a far eleggere come pode-

stà di Ragusa l'autonomista ita-

liano Marino Bonda fino al

1899; sempre il Bonda fu l'ulti-

mo esponente Italiano di Dal-

mazia eletto al Parlamento im-

periale di Vienna. Successore

di Francesco Ghetaldi-Gondola

autonomista come Podestà di

Ragusa. Nello scontro serbo/

croato sulla paternità etnico/

storica della Repubblica di Ra-

Pagina 122 Istanbul Istanbul

Page 123: Istanbul 2007

Pagina 123 Domenica 19 Agosto 2007

Page 124: Istanbul 2007

no loro stessi, chiedo allora do-

ve le hanno fatte e mi racconta-

no di un ragazzotto che si era

proposto: mi sovviene il luogo

del pargolo fotografo, lo rag-

giungiamo e ci facciamo scatta-

re la foto di pag. 118. Devo ri-

conoscere che io sono fotogeni-

co come un mulo sulla sedia

elettrica, non so perché ma mi

riesce così bene sta faccia da

fesso: purtroppo non riesco a

fare mai di meglio. Con

l’orologio sempre in vista per

evitare di rimanere a terra, alle

ore 16.10 torniamo al porticcio-

lo dove ad attenderci per ripor-

tarci a bordo, ora c’è un grosso

battello messo a disposizione

della Costa, sicuramente più

rilassante delle Lance della na-

ve usate nell’andata. Assetati

risaliamo sino al Ponte Prome-

teo e ci sguazziamo una tazzo-

culturale e turistica. Il santo

patrono di Ragusa è San Biagio

(a Dubrovnik: sveti Vlaho; o in

croato: sv. Blaž). Nella chiesa a

lui dedicata è conservato il cra-

nio in un ricco reliquiario a for-

ma di corona bizantina, che

viene portato solennemente in

processione nella ricorrenza del

santo, che secondo la leggenda

e la tradizione popolare, difese

e protesse la città da un'aggres-

sione della repubblica di Vene-

zia.” Wikipediando vengo af-

frontato da un ragazzino educa-

to e gentile armato di macchina

fotografica che chiede se desi-

deriamo farci fotografare ap-

poggiati al muro, ma noi te-

mendo una rapina economica,

con cortesia rifiutiamo l’offerta

e tiriamo avanti. Il sole è dav-

vero arrabbiato in questo po-

meriggio d’agosto e la pietra

bianca fa il resto, troviamo un

po’ di ristoro entrando nelle

chiese, dove ci ritempriamo

sedendoci sulle panche al fre-

sco a pregare, panche che poi

risulteranno essere l’unico luo-

go dove adagiare il sedere sen-

za versare il becco d’un quattri-

no, oppure a guardare mostre

fotografiche patriottiche sul

conflitto del 1991 in freschi

anfratti. Le sedie sono solo nei

Bar, peraltro ormai affollati da

sbarcati come noi, di questa

cittadina che pone termine alla

nostra crociera “Panorami

d’Oriente”, venticinque anni

dopo esserci detti “Si” davanti

ad un prete cacciatore con un

nome davvero poco tranquillo

come Don Vento. Mentre pen-

so, vedo passare dei passeggeri

che guardano delle cartoline

simpatiche dove il soggetto so-

Pagina 124 Istanbul Istanbul

Page 125: Istanbul 2007

Pagina 125 Domenica 19 Agosto 2007

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Pagina 126 Istanbul Istanbul

Page 127: Istanbul 2007

Pagina 127 Domenica 19 Agosto 2007

na di Macedonia di Melo-

ni bianchi e gialli con A-

nanas e poi tutti sul ponte

a vedere la nave che lascia

la rada di Dubrovnik alle

ore 17.45 anticipando la

partenza di 15 minuti sul

calendario previsto. Ora

occorre iniziare a prepara-

re le valige perché la pros-

sima discesa sarà l’addio

o forse un arrivederci a

questo gigante buono, e

rammento per chi si fosse

messo solo ora alla lettura

di questo diario, che il Di-

rettore di Crociera Stefano

Ferrari aveva raccoman-

dato di fare le valige e di

metterle nel corridoio per-

ché nottetempo passano

gli addetti, prendono i ba-

gagli e pensano loro a farli

sbarcare, però ci aveva

ricordato di prestare molta

attenzione alla porta della

cabina che ha una molla

MAB molto potente e ri-

schieremmo di rimanere

chiusi fuori, magari in ab-

bigliamento non del tutto

consono al luogo. Sghi-

gnazzammo tutti insieme,

immaginando un coglione

in mutande chiuso fuori

della porta, in giro per i

corridoi a cercare uno

scassinatore che gli possa

permettere di poter rien-

trare dentro e levarsi da

fare schifo. Dunque pre-

pariamo le valige lascian-

do fuori quello che ci ser-

ve, e cioè i due marsupi,

la sacca rossa di Renza ed

il mio fedele Computer,

poi usciamo per un ultimo

giro e comperiamo le ulti-

me foto scattate dove

Renza è rimasta da diva

Page 128: Istanbul 2007

zuppa di zucca, delle Penne

alla piemontese, dello squisito

arrosto e per concludere

dell’ottimo gelato di limone e

melone; i nostri compagni di

tavola si sono attardati ed arri-

vano a cena inoltrata perché

hanno trovato sul letto un fo-

glio con elencate le operazioni

di sbarco relative a quelli che

come noi scendono a Venezia,

e le fasce colorate che hanno

distribuite ieri, non hanno i co-

lori a caso, ma indicano

l’ordine di sbarco quindi, i pri-

mi l’hanno Rosa, poi a seguire i

Bianchi e via via sino agli ulti-

mi che ce l’hanno Nera, e noi

che colore abbiamo? NERA

Cazzo! I Siculi e i genovesi si

fanno delle sane risate alla fac-

cia della mia innata superstizio-

ne che naturalmente porta a

diva ed io sono rimasto malissi-

mo, ma tanto che importa a lei

se io nelle foto faccio cagare.

Ormai abbiamo assorbito il ri-

torno dell’ora italiana con il

guadagno dell’ora che avevamo

perso all’andata ed alle 20.00

eccoci al Ponte 3 Aries nel Te-

atro Giove per lo spettacolo di

commiato “Grand Variety

Show” con gli artisti acrobati

Price & Mc Coy, cantanti e bal-

lerini e il Laser Show; inizia e i

ginnasti australiani non stupi-

scono come invece fa la incre-

dibile scenografia di un teatro

con il palcoscenico girevole

dove dal nulla il pavimento si

alza e compare una maestosa

scalinata, gli effetti laser sono

un po’ datati e scontati, con

fumo nuvole e colori per

mezz’ora circa. Alle 21.00 ter-

mina lo Show che ci lascia un

po’ delusi, abituati come erava-

mo per i precedenti spettacoli,

e purtroppo dobbiamo attende-

re mezz’ora prima di poter ac-

cedere al Ponte 4 nel nostro

ristorante Vesta e per ingannare

l’attesa visitiamo le migliaia di

foto esposte nelle vetrine, pren-

dendo per il sedere le facce be-

stiali di incredibili passeggeri

stralunati. Alle 21.30 ci acco-

diamo alla colonna di elegan-

tissimi pezzenti affamati e

quando si apre il cordone sfol-

lagente ci andiamo a sedere

praticamente trascinati di peso

dalla folla osannante alle ciba-

rie, noi con lo stomaco ancora

pieno della montagna di frutta

mangiata alle 18.00, così rin-

graziamo gli chef per il leggero

antipasto di frutti di mare, della

Pagina 128 Istanbul Istanbul

Page 129: Istanbul 2007

al di là delle transenne tor-

nando al celibato? Polizia, av-

vocati, galera, televisione, gior-

nali, tribunali, no forse è me-

glio per il momento evitare,

però sicuramente qualcuno so-

lidale lo potrei anche trovare,

mah. Non riesco a dormire, fis-

so per un po’ il soffitto e la de-

bole luce che centinaia di lam-

pioni riflettono sulle onde di

questo italico mare Adriatico e

che si irradia fiocamente tra le

tendine dell’Oblò dando alla

stanza l’ultimo tocco fiabesco,

a fianco della Renza che da

tempo dorme e come un imma-

ginario naufrago immagino di

spalancare la finestra e lanciar-

mi fuori, ed allargando le brac-

cia volare, volare liberatomi dal

mio enorme fardello di 100 Kg

inutili, sfiorare la chiglia, ba-

ciare l’alba ed abbracciare tutti

gli uccelli … a proposito di uc-

celli, vado in bagno e poi a dor-

mire, e stavolta dormo. Notte.

parlare di lugubri esperienze.

Ci alziamo con le mani letteral-

mente nei coglioni che ormai

sono le ore 23.40 disquisendo

su capi di abbigliamento molto

costosi, su carissimi orologi

Daytona visti al polso di un

giovane ragazzo seduto ad un

tavolo vicino che andava in gi-

ro con un sederino davvero po-

co raccomandabile, al fianco di

un orgoglioso settantenne con

la faccia da porco. Salutiamo i

nostri amici per l’ultima volta

scambiandoci le e-mail, poi

lasciamo la sala sapendo che

non ci saremmo mai più rivisti;

a mezzanotte decidiamo quali

indumenti indossare domani

per lo sbarco e per il viaggio in

treno, soprattutto non so dove

mettere sto cazzo di cappello di

carta alla De Gregori che mi

porto dietro da Bari ed è più

delicato di uno Swarovsky e

così me lo ficco in testa. Metto

fuori la valigia che ci ha impre-

stato Silva e mi viene in mente

che ieri ci ha detto che ieri lei

mi aveva inviato un messaggio

dicendomi che loro tre partiva-

no per Barcellona, e la valigia?

Con questi pensieri metto fuori

la valigia, la borsa Rossa e …

CAZZO, resto chiuso fuori per-

ché la molla della porta è im-

placabile e mi ritrovo nudo nel

corridoio come un idiota; appe-

na si accorge che è sola la Ren-

za mi viene ad aprire quando

ormai ho le mani che sanguina-

no dai pugni che ho tirato per

far capire che ero nel corridoio

e non più nella cabina. Prova-

tissimo guadagno la stanza ed

alle ore 1.30 mi corico nel letto

in preda ad un dilemma che mi

tormenta da anni: la tengo o

approfittando della nera pro-

fondità degli abissi la invito a

vedere la luna e la scaravento

Domenica 19 Agosto 2007

Page 130: Istanbul 2007

nave Armonia della MSC ed

alla Crystal Serenity ancorate

anche loro al molo veneziano;

ci prepariamo tre panini con

Formaggio e prosciutto ed un

toast al Salmone per la Renza e

ci rechiamo come prestabilito

al Teatro Giove alle 11.55 che

è ormai semideserto, come tut-

to il resto della nave, perché

prima di far posto ai nuovi,

dobbiamo sparire prima noi;

qui ci dicono che finalmente

noi Neri possiamo abbandonare

la nave. Ora che siamo ritornati

Sono sveglio alle ore 6.46 e

guardo la TV che trasmette co-

stantemente il Punto-nave e

siamo molto vicini ai Sabbioni

di Venezia, l’ultimo giorno di

crociera praticamente è esclusi-

vamente lo sbarco, così come il

primo giorno era dedicato

all’imbarco pomeridiano; fac-

ciamo l’ultima doccia e salia-

mo per l’ultima volta al Ponte

Prometeo per la colazione con

Brioches rotonde, due dolci con

marmellata di albicocche, caf-

fèlatte, marmellata di fragole

ed un dolce triangolare che

sembrava una fetta di alveare

ed ecco che chiamano CAM-

BIASO GIAN PAOLO al Pon-

te 3, Miiiiinchiaa, avevo appe-

na detto alla Renza cosa avrem-

mo dovuto fare se ci avessero

chiamato. Scendo giù al Ponte

dei signori in bianco e mi trovo

davanti la signora che mi aveva

perso l’assegno e mi dà i soldi

che avevo come credito nel

badge e torno al Prometeo e per

far passare il tempo curiosiamo

dal vetro proprio davanti alla

Pagina 130 Istanbul Istanbul

domenica 19 Agosto 2007

Page 131: Istanbul 2007

Pagina 131 Domenica 19 Agosto 2007

cambiare a Milano e salire sulla

Carrozza 9 nei posti 25 e 26.

La stazione per istituzione è un

luogo dove ci si ritrova

e dove ci si lascia, un

eterno confronto tra gio-

ia e malinconia, tra chi

ama di più e chi di me-

no, e qui mi tocca assi-

stere alla più classica

fotografia di un menage

a senso unico dove lei lo

bacia ad occhi chiusi e

lui che sbaciucchia fred-

do, con lei che sale feli-

ce e lui che appena lei

scompare dietro alla

porta si allontana senza

nemmeno voltarsi, che

tristezza. Partiamo in

perfetto orario e tra cru-

civerba e sonnecchiate

si giunge a Milano alle

16.10 dove tra ansia e

spaventi indotti guada-

gniamo la nuova carroz-

sulla terraferma occor-

re tornare nella sala

d’imbarco a recuperare

i bagagli ed infine riu-

sciamo a recuperare i

tre bagagli disseminati

in un vero e proprio

cumulo di pacchi am-

massati. Ormai la va-

canza è solo un ricor-

do, ora si deve trottare

come al solito e cerca-

re subito un taxi bat-

tendo la concorrenza

di centinaia di turisti

con lo stesso proble-

m a . R i u s c i a m o

nell’intento molto

sgradevole di vincere

le varie precedenze ed

alle 12.40 ci imbar-

chiamo su un bel fur-

gone bianco con tanto

di porte scorrevoli alla

volta della Stazione Ferroviaria

di Venezia Mestre dove arrivia-

mo e ci mettiamo in attesa di

salire sulla Carrozza 8 nei posti

21 e 22 del convoglio che deve

partire alle ore 13.56 per poi

Venezia Mestre

Milano

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ciamo vedere cosa abbiamo

comperato, Ciondoli, Narghilè

etc. fino a quando non arriva

Minaglia con la ragazza e par-

tono tutti per Genova. La Ren-

za disfa i bagagli, carica la la-

vatrice, rompe un piatto e si va

a dormire; purtroppo il mio u-

dito invece di riposare è sul chi

vive e così capta il bip bip bip

della Lavatrice che avverte che

ha terminato il suo lavoro e co-

sì, all’1.00 suonata, mi tocca

uscire mezzo nudo a stendere

sul terrazzo, sintomo che noi

maschi si deve solo ubbidire e

preludio alla normale vita che è

purtroppo ricominciata. Notte.

za per ripartire in perfetto ora-

rio alle 17.00 . In viaggio sia-

mo sacrificati in questi male-

detti vagoni moderni, non esi-

stono più i comodi scomparti-

menti dove potevi chiudere la

porta e le tendine e stravaccarti

sui sedili, ora hai tutto numera-

to, comunque come i buoni

vecchi meridionali, apriamo i

pacchetti preparati a bordo e

come ultima soddisfazione

mangiamo nei fazzoletti della

Costa Serena usati per incartare

gli alimenti. Purtroppo la Pia-

nura ci ha abbandonato ed ecco

il Mar Ligure tanto amato ma

che ora ci conferma che la va-

canza volge al termine ed alle

20.40, quando ormai la luce del

giorno si è fatta bluastra, eccoci

arrivati alla Stazione di Imperia

-Porto Maurizio dove fotografo

una stanca Renza. Ritiriamo la

Panda lasciata lì in stazione nel

lontano 12 Agosto e facciamo

la trionfale entreè in casa Cam-

biaso dove ad attenderci alle

ore 21.00 precise, ci sono Paolo

e Alice. Preparo una cena coi

fiocchi a base di Eliche Agnesi

con sugo di Pomodoro e Tonno

diventata ormai la mia ricetta

preferita ed innaffiamo il tutto

con abbondante Bonarda, al

termine apriamo le valige e fac-

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Pagina 133 Domenica 19 Agosto 2007