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www.aracne-rivista.it Rubriche 2015 – Ricerche 1 Iscritta nel Pubblico Registro della Stampa del Tribunale di Rimini: n° 11 del 24-05-2011 ISSN: 2239-0898 Rosita Lappi Antonio Marchetti. Un ricordo Ricerche Antonio Marchetti. Un ricordo di Rosita Lappi E ve l'ho già detto: niente opere, niente lingua, niente parola, niente spirito, niente. Niente, se non un bel Pesa-Nervi. (Antonin Artaud, Al paese dei Tarahumara e altri scritti, Adelphi Milano, 1985) Antonio Marchetti è stato un prezioso amico e collaboratore di ARACNE. Con la generosità che gli era consueta aveva aderito al progetto editoriale della rivista creando un rubrica di osservazioni e riflessioni dal titolo acuto e preveggente: Kriptonite. Una rubrica che aveva voluto intendere, come si diceva un tempo, di varia umanità o, come indicava Alberto Savinio alla voce professione nel suo biglietto da visita: di varietà.

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AntonioMarchetti.Unricordo

Ricerche

AntonioMarchetti.UnricordodiRositaLappi

Evel'hogiàdetto:nienteopere,nientelingua,nienteparola,nientespirito,niente.Niente,senonunbelPesa-Nervi.(AntoninArtaud,AlpaesedeiTarahumaraealtriscritti,AdelphiMilano,1985)

AntonioMarchettièstatounpreziosoamicoecollaboratore

di ARACNE. Con la generosità che gli era consueta aveva

aderitoalprogettoeditorialedellarivistacreandounrubrica

di osservazioni e riflessioni dal titolo acuto e preveggente:

Kriptonite.Unarubricacheavevavoluto intendere,comesi

dicevauntempo,divariaumanitào,comeindicavaAlberto

Savinio alla voce professione nel suo biglietto da visita: di

varietà.

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Aveva scelto come copertina una sua opera, un’immagine

perturbante, una intuizione dolorosa del destino che lo

attendeva di lì a poco, sapendo della malattia, con una

consapevolezza tragica eppure serena, arresa, come una

meditazionesullafine.

Antonio ne portava il peso angoscioso in silenzio,

interrogando il tempo futuro -aveva bisogno di tempo!-

quando, finalmente libero da impegni istituzionali, si

apprestavaamettereapuntoprogettiedobiettividellasua

poliedricaricercaartistica.

“La Kriptonite”, scrive Antonio nella presentazione, “è un

minerale che si presenta in forma cristallina proveniente da

Kripton, il pianeta dove nasce Superman, l'uomo d'acciaio

dotatodisuperpoteri.Sottopostoadunaesposizione

eccessivamente lunga alla

kriptonite il supereroe si

indebolisce, diventa un

comunemortale,provadolore,

può ammalarsi e non è più

invulnerabile. La potenza

svanisce.

Una dose massiccia di

kriptonite,dopol'esplosionedi

Kripton, si è conservata sul

pianeta Terra e per cause

ancora sconosciute sta

riattivando la sua azione

distruttiva menomando

equilibriesicurezzegettandoil

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mondo degli uomini in una crisi globale mai vista prima,

privandolo di supereroi e superuomini. Siamo diventati tutti

più deboli. La radiazione chimica è inquietante, malata,

aggressiva…ComelapestedescrittadaAntoninArtaudperil

suo teatro anche la kriptonite uccide le parti interne, senza

lasciartraspariresegniall'esterno.”

Dichiaravacosì la lenta,oscuraoperadistruttivadel veleno

che lominava. I suoi brevi testi sono insaturi, provocatori,

spessopervasidaamarezza,maancora sulfurei, sanguigni,

eppure disponibili, umani. Pur indebolito e spaventato, era

ancora alla ricerca di dialogo e confronto, come uno

psiconautadellaverità,perluiunapressantenecessità.

Nelsuomododisincantato,eragiuntoincontattoneltempo

con una sua componente morbida, tenera, e sapeva ben

cogliere e comprendere la debolezza dell’altro, per

condividere, senza schermi e infingimenti, la rivelazione

dellavulnerabilitàaldolore.

Pensava spesso alla morte, nel suo ultimo scritto per Il

Grandevetro si chiedeva chi lo avrebbe preservato dalla

vergogna da morto, quando sarebbe stato esposto agli

sguardienonavrebbepotutorispondervi,proteggendosi

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col pudore. Lasciava vedere la sua anima più umana,

scoprendosiespiazzandoillettore.

Cercava interlocutori,noncredone trovassenei suoiultimi

anni;troppodistrattoesuperficialeilprossimoperfermarsi

acogliereisuoirichiami;troppovastalasuaculturapernon

perdersisconsolata,senonnellaaltruiinsipienza,inun

vuotodiimpegnointellettuale,cifratipicadiquestitempi.

Nei suoi scritti si avverte lo sgomento di un pensatore

solitario chedeve tenere le filadiundiscorso interioreper

nonsmarrirsi.

Ma della solitudine coglieva il suo essere ‘singolare’,

eccentrica e libera, trovando motivi di ironico gioco,

divertendosi con i Single, un mondo di personaggi, buffe

macchine ‘quasi’ celibi che si aggirano in un mondo

grottesco.

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La sua potenza creativa si manifestava ovunque egli

portasse ilpensieroed ilgesto.Nedannoconto inumerosi

bellissimi progetti realizzati insieme ai suoi studenti,

l’impegno intellettuale chehapercorso tutta la sua vita, la

suascritturanarrativaesaggistica,lasuaoperaartistica.

Il suomondovisionarioèuna

esplosione di vitalità in bilico,

tra temi e immagini che

sembrano percorrere una

traiettoria sempre esposta a

misurarsi con il limite,

soggetta a dare conto delle

fratture, delle polarità, delle

movimentazioni umorali

estreme.

Unmondoesplosoedinuovo

riassemblato nei suoi mille

frammenti, che faceva pensare al profondo lavoro di

riassetto che produce la mente mentre sogna, e mentre

fantastica, producendo nuovi e bizzarri arrangiamenti e

narrazioni.

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Antonio era tellurico ed esplodeva talvolta in passionali

esternazioni,edovevasaperebenequantolavoroserveper

ricomporreunassettomentalesconvolto,equantaironiasia

necessaria per trasporre questo stato caotico in un nuovo

gioco creativo. Che è anche un’ipotesi per spiegare la

necessitàdell’arte.

Molte sue opere hanno un delizioso carattere infantile,

ricordanolescatoledilattaincuiriponevamodabambinile

figurine, lebigliedi vetroe i piccoli oggetti che ci avevano

incantato,tenendoliinunluogosegretoperpoternegodere

laloromagia.

Amavalatensionechetieneiltuttoinequilibrioinstabile,la

realizzava nelle sue opere in cicli affascinanti, oggetti

composti in forme sempremobili e arieggianti di bricolage

aereo, come gli Angelus Novus, i tanti collage e giochi ad

incastro,lescatolediorama,letechedaentomologocon

reperti letterari, gli arazzi e le installazioni con cui

componeva e ricomponeva i suoi abbecedari di parole edi

colori,suonieritmi,attraversatidaelettricatensione.

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Così i Pesa Nervi sembrano grovigli di pensiero ribelle e di

folle saggezza, aggeggi ineffabili che in grandi installazioni

componevano ilSistemanervoso, il cui diretto rimandoalla

prosasoffertadiAntoninArtaudnerivelal’enigmaticonon-

sense,ilfastidioperilvaniloquio,lachiacchera,lapompa.

Resta, a chi ha condiviso con lui il suo percorso umano e

artistico, il compito di ricordarne l’opera e tramandarne la

memoria.

ATeramoèinmostraunaantologiadellesueopereacuradi

UmbertoPalestini.

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Antonio Marchetti era nato a Pescara nel 1952. Condusse studi

artistici, eccellendoin tutti i campi della produzione creativa.

Iniziòlasuacarrieradiartistaconsuccessievastiriconoscimenti,

contribuendoallacrescitadellavitaculturaledellasuacittànatale,

lavorando alacremente all’interno di un gruppo di intellettuali,

artisti e architetti, insieme ai quali contribuì a mutare sistemi e

voltidiunaPescaradallaprofondacrisiidentitaria.Sitrasferì,poi,

a Fermo, in seguito a Ravenna, quindi a Rimini. Fondatore di

rivisted’arte,tracuisiricordaStiloneglianniravennati;pregiato

ed elegante album d’arte, in cui raccolse inediti ed interviste a

grandi protagonisti del mondo dell’arte e della cultura, tra cui

Jünger, Scalia, Boatto, Risset. Sempre a Ravenna diede vita al

Circolo Gramsci, per il quale si spese in un’attività intensa e di

notevolissimo pregio. Dall’intelligenza acutissima e dalla vasta

cultura, fu artista completo. Egli ancorava saldamente alla sua

primaformazionediarchitettomoltepliciesperienzeartistiche. Il

progetto dell’opera, insieme alla necessità di testimoniare la

storiadelnostrotempo,furonoifondamentidellasuaricerca.Fu

semprespaventatodalvaniloquio,dalbrusiodellalinguadelle

estetichecontemporanee.Lasuaproduzioneèricchissima.Forte

il senso dell’intenzionalità dell’opera, sempre composta con

sapienza e fermezza.Il racconto è chiaro, il pensiero accessibile.

Fu artista di una generazione per la quale la militanza e la

resistenza civile furono principi inderogabili, ragioni non

patteggiabili.PartecipòdirecenteallaBiennaled’artedel2011ed

alla scorsa Biennale di Architettura all’interno del progettoGran

Touristas in un gruppo di artisti e architetti internazionali.

Dispensò nel lungo apprendistato di insegnante le sue grandi

esperienzeedisuoisaperi.Muoreancoragiovane,pienodivitae

diprogettiil1agosto2013.

www.variosondamestesso.com

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Pubblicatonelmesedinovembre2015