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IL CALITRANO ANNO XXXI - NUMERO 46 (nuova serie) GENNAIO-APRILE 2011 CENTRO STUDI CALITRANI Via Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV) www .ilcalitrano .it IL CALITRANO periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1 ISSN 1720-5638

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IL CALITRANOANNO XXXI - NUMERO 46 (nuova serie) GENNAIO-APRILE 2011

CENTRO STUDI CALITRANIVia Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV)

www.ilcalitrano.it

IL CALITRANOperiodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1

ISSN 1720-5638

IL CALITRANOANNO XXXI - N. 46 n.s.

Periodico quadrimestraledi ambiente - dialetto - storia e tradizioni

dell’Associazione Culturale “Caletra”

Fondato nel 1981

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Chiuso in stampa il 20 marzo 2011

IN COPERTINA:

Calitri, come appare attualmente via Faenzari,la strada nella quale, secondo un’antica tradi-zione, erano raggruppate le botteghe dei ce-ramisti, venuti da Faenza, la cittadina roma-gnola, tuttora famosa per le sue ceramiche.

(Foto di Michele Cicoira)

IN QUESTO NUMERO

Mezzogiorno d’Italiae Mediterraneodi A. Raffaele Salvante 3

Premio per il maestro orafocalitrano Luciano Caposseladella prof.ssa Brigida Di Leo 4

Artigianato, Arte, Designa Caliridel prof. Giacomo Di Cosmo 5

Bilancio e Prospettivedott. Canio GalganoConsigliere Provinciale UDC 6

La Scuola e le tradizioniprof.sse Panno & Russo 7

L’Unità spezzatadel dott. Marco Bozza 8

Personaggi - AmbasciatoreGian Paolo Tozzolidi A. Raffaele Salvante 9

Il nostro passato neiluoghi della memoriadel prof. Gerardo Melaccio 15

U’ straniesc’della dott.ssa Angela Toglia 16

Campagna di Guerrasul fronte russodi Francesco Cialeo 18

DIALETTO E CULTURA POPOLARE 19

LA NOSTRA BIBLIOTECA 20

SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 21

MOVIMENTO DEMOGRAFICO 22

REQUIESCANT IN PACE 23

BUONA PASQUA

2011O Signore, ti preghiamo, infondi in noi

saggezza, coraggio, giustizia, libertàvera, rispetto reciproco, solidarietà

sincera, predilezione per i più poveri,speranza e pace per tutti.

Le sale del

CENTROSTUDI

CALITRANIsono a Vostra

completa disposizione– gratuitamente –

per la presa visioneo per la consultazionedella ricca biblioteca.

N. 46 n.s.– Gennaio-Aprile 2011 IL CALITRANO

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Dobbiamo prendere coraggiosamenteatto di trovarci – come Mezzogiorno

– in una pericolosa congiuntura di radi-cali ed incalzanti mutamenti, dovuti al-l’ondata di movimenti rivoluzionari cheinteressano tutta la costa mediterraneadel nord Africa e purtroppo, siamo sot-to il giogo di una pesantissima ed epo-cale immigrazione che potrebbe travol-gere ogni cosa e che nel frattempo recacon se nuove, oscure ed inconfessabilipaure.Secondo i dati del 2009, i cittadini stra-nieri regolarmente presenti in Italia am-monterebbero a circa quattro milioni emezzo, senza tener conto di coloro che sitrovano nel nostro paese privi del regola-re permesso di soggiorno; purtroppo nonsarà positivo per noi, se non sapremoreagire adeguatamente e non sapremotrasformare in opportunità di crescita,questi ultimi tragici accadimenti, se vo-gliamo che nessuno, proprio nessuno, nelSud viva senza speranza.Sta cambiando il rapporto con le spondeorientali e meridionali del Mediterraneo,che per la favorevole posizione geografi-ca e per il ruolo di cerniera con il vicinoOriente, per secoli ha permesso all’Italiadi svolgere una parte primaria; la mas-siccia immigrazione dall’Africa in rivol-ta, dall’Est e dall’Asia, rende urgenti eimprocrastinabili nuove forme di solida-rietà, consapevoli della necessità di rac-cogliere con determinata responsabilitàle sfide che l’attuale situazione presenta,per cercare di risolvere quella che non èpiù un’emergenza, ma una pesante cro-nicità.Interrogativi che diventano pressantiquando, come al presente, ci si deve mi-surare con ostacoli che spesso sembra-no insormontabili, anche a causa dell’e-vidente smarrimento che segna la nostrasocietà, già abbastanza traumatizzata darisvolti di solitudine e violenza, di insod-disfazione e perdita di fiducia che nonraramente sfociano nella più nera dispe-razione.

Anzitutto il cosciente richiamo alla cri-tica coraggiosa delle deficienze, alla ne-cessità di far crescere il senso civico ditutta la popolazione, all’urgenza di su-perare le inadeguatezze presenti nelleclassi dirigenti; dobbiamo precedere lastoria cooperando alla sua maturazione,se non vogliamo essere travolti, impre-parati, di fronte all’incombente tragicofuturo.Facciamo appello ad una volontà auto-noma di riscatto, alla necessità di contaresulle forze di tutti come condizione inso-stituibile per valorizzare tutte le espres-sioni di solidarietà; e tutto ciò con la con-sapevolezza di chi ha trovato un soste-gno alla propria libertà, non un limite.E certamente soltanto la politica seria ècapace di dare risposte coerenti, organi-che, semplici, in grado di toccare tutte lecorde di un problema, di recepire lacomplessità senza arrendersi ad essa,quasi fosse un ostacolo insuperabile, matendere ad una prospettiva di rinnovatoimpegno comune da assumere con luci-dità e coraggio, perché la politica nonpuò essere il luogo della separazione ir-reparabile, ma è piuttosto il luogo della

paziente tessitura e della costruzione disoluzioni il più possibile condivise.Parliamo, certamente, di una sfida, diuna responsabilità dove le relazioni sicostruiscono, momento dopo momento,nel rispetto e nel dialogo, con scelte or-dinate al bene comune, che riguardanol’intera società e non solo alcuni; e dovela lungimiranza deve essere necessaria-mente coniugata con la tempestività.Il dialogo, poi, suppone il desiderio dicomunicare, di ascoltare, di condividere,che in politica passa inesorabilmente at-traverso la partecipazione, cioè il favo-rire il pacifico confronto più aperto pos-sibile con tutti, sui progetti e sulle scelte,attraverso relazioni personali che dicanofedeltà, amicizia, disponibilità all’altro,accoglienza.Ecco perché con rinnovata urgenza si po-ne la necessità di ripensare e rilanciare lepolitiche di intervento, visto che accentidi particolare gravità sta assumendo laquestione immigrati, aggravata da unacrisi rivoluzionaria che non si lascia fa-cilmente descrivere e circoscrivere.La società civile fa fatica a scuotersi, maper non perpetuare un approccio assisten-zialistico alle attuali difficoltà del Meri-dione più direttamente interessato al-l’invasione immigratoria, occorre pro-muovere la necessaria solidarietà nazio-nale ed internazionale con il fattivo scam-bio di uomini, idee e risorse perché unMezzogiorno umiliato impoverisce e ren-de piccola tutta l’Italia.Il “bene” vince sempre, anche se a voltepuò apparire sconfitto dalla sopraffazionee dalla furbizia, in realtà continua adoperare nel silenzio e nella discrezione,portando frutti nel lungo periodo; ed èper questo che la società deve avvertirel’urgenza di testimoniare questa attesa dinovità per una speranza che guardi confiducia al futuro, perché i veri attori dellosviluppo non sono solo i mezzi econo-mici, ma essenzialmente le persone.

Raffaele Salvante

LA GRANDE EMERGENZA IMMIGRAZIONE

MEZZOGIORNO D’ITALIAE MEDITERRANEO

Dobbiamo assumere, con lucidità e coraggio, una prospettiva di rinnovato impegno comune.

AIUTATECI ARICORDARE

Il responsabile della sezione calitranadell’Associazione Nazionale Famiglie,Caduti e Dispersi in Guerra – Cosi-mo Bovio – nell’intento di creare,finalmente, un archivio completo deiconcittadini deceduti o dispersi du-rante la II guerra mondiale rivolgeun appello a tutte le famiglie a forni-re notizie e foto dei loro parenti ocongiunti vittime del conflitto belli-co, all’uopo segnaliamo i contatti delresponsabile: [email protected] 333/5044445.

IL CALITRANO N. 46 n.s.– Gennaio-Aprile 2011

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Il 14 novembre 2010, Luciano Caposse-la vince il IV Salone Internazionale del

Gioiello d’Arte a Cassano d’Adda (MI).Tra i 26 artisti-orafi partecipanti, il pub-blico ha votato lui, convinti che rappre-senti un’eccellenza da valorizzare, ametà strada tra arte, artigianato e desi-gn. Un esordio lusinghiero sulle scenedell’Alta Moda milanese per questo gio-vane artista, titolare di un laboratorioorafo artistico sul corso principale di Ca-litri (AV) soltanto da due anni.Grande creativo fin dall’infanzia, ha svi-luppato negli anni una spiccata origina-lità ed inesauribile fantasia orientandosiverso la realizzazione di gioielli d’arte,utilizzando metalli e pietre, per ottenereforme innovative. Merito di dotte capa-cità artistiche e di un occhio costante-mente volto alle nuove tendenze, il Mae-stro sceglie gli elementi affini all’operain creazione e cerca di armonizzarli inuna nuova sintesi. Plasma mondi antichi

e tangibili, patrimonio della storia mon-diale. Il cavallo di battaglia dell’artista ècostituito da un’idea insolita e brillante:quella di unire altorilievi scultorei allaceramica smaltata e policromata, checonferisca all’opera un contesto ricco disfumature. Si pensi al monile La Mia Ai-da, realizzato per la cantante lirica KatiaRicciarelli, che descrive un particolaredell’epilogo della tragedia verdiana. L’at-tenzione maggiore è rivolta ai due prota-gonisti principali, Aida e Radamès, iquali da nemici si trasformano in amanti,ma sullo sfondo vi sono tutti gli altri det-tagli: l’Egitto, il Nilo, il deserto, l’eser-cito, la battaglia.Per rendersi conto del carattere eclettico edella grande maestria con la quale Lucia-no Capossela leviga il metallo, basti ri-cordare il suo ultimo lavoro: un braccialescultoreo intitolato Venere e Marte. Col-locata sullo sfondo celestiale, formato dalinee sinusoidali che rammentano la

schiuma nevosa delle onde marine, Vene-re sta nascendo sull’isola di Cipro. Sim-metricamente opposto, Marte, bellicosodio mitico, così virilmente bello con i lu-centi e guizzanti muscoli pronti allo scat-to. La sua qualità hanno già suscitato l’at-tenzione di importanti testate giornalisti-che e di molte riviste di settore. È statoanche chiamato ad intervenire durante tra-smissioni televisive su reti private per par-lare della propria inventiva. Numerosemodelle hanno indossato i gioielli di Ca-possela Creazioni sulle passerelle campa-ne. L’unicità dei lavori, l’attenta cura deiparticolari, la creatività geniale e l’inin-terrotta ricerca su nuovi materiali stannorivelando a questo giovane artista calitra-no un futuro molto promettente nell’am-bito del design del gioiello a livello na-zionale ed internazionale.

Per informazioni:www.caposselacreazioni.it

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Premio per il maestro orafo calitranoLuciano Capossela

della prof.ssa Brigida Di Leo

Grazie all’interessamento dell’On. Sal-vatore Scoca, Calitri fin dal 1959, an-

no in cui fu istituita, la Scuola d’arte emestieri ha vissuto un periodo di grandevivacità culturale ed artistica, che è giuntofino ai nostri giorni attraverso fasi a voltetormentate ed in salita.Il più delle volte, tale disagio è stato cau-sato da una serie di inopportune contrap-posizioni e di pregiudizi, a volte diffusi, èil caso di dirlo, ad arte, che hanno com-promesso l’immagine della nostra Scuo-la, divenuta poi Istituto, determinando uncalo di iscrizioni.Se l’Istituto d’Arte è sopravvissuto ed hafavorito la formazione di tanti alle varieforme del bello, è merito soprattutto di chilo ha frequentato con impegno e passione,distinguendosi poi nei diversi ambiti: pro-

fessionale, sociale, amministrativo. Natu-ralmente un tale risultato sarebbe stato im-pensabile se non si fossero perseguiti eraggiunti gli obiettivi formativi la cui at-tuazione è stata possibile grazie all’impe-gno professionale di Direttori, Presidi eDirigenti Scolastici che si sono avvicen-dati, e a Consigli di Amministrazione pri-ma, di Istituto e classe poi, composti nonsolo da docenti che avevano ed hanno unaspecifica formazione tecnica ed intellet-tuale, ma anche dalla rappresentanza diquella che si indica come utenza, ossia ge-nitori e studenti, oggi affiancati anche darappresentanti del territorio, quali Ammi-nistrazioni ed Enti locali, nonché da espo-nenti del mondo del lavoro, che semprepiù interagiscono con il nostro Istituto of-frendo opportunità agli studenti e richie-dendo servizi.Nella logica dell’attenzione ai bisogni delterritorio, un particolare merito del nostroIstituto è stato riservare sempre maggiorispazi di accoglienza, strutturati poi in per-corsi didattici, agli alunni più svantaggiati.Dal 1° settembre 2010, per effetto della“riforma” Gelmini, riguardante la scuolasecondaria superiore, il nostro Istitutod’Arte è stato trasformato in Liceo artisti-co, ad indirizzo Design. Tale rinnovamen-to, confermando il fine tecnico-artisticodel percorso scolastico, lo rifonda conse-gnandogli un nuovo statuto culturale, chearricchirà ulteriormente lo spettro delle op-portunità dell’Istituto di Istruzione Supe-riore “A. M. Maffucci” di Calitri cui il no-stro Liceo è associato, permettendo ai gio-vani di intraprendere studi universitari checonsentano loro di inserirsi più facilmentee a pieno titolo nel mondo del Design.Il nuovo indirizzo scolastico tiene in debi-to conto sia degli effetti delle straordinarietrasformazioni tecnologiche e telematichesia della globalizzazione avvenuta negliultimi anni, ed offre ai suoi iscritti occa-sioni di studio e di specializzazione orien-tate alla produzione industriale.Infatti, dal 1° settembre 2010 il Liceo Ar-tistico ad indirizzo Design di Calitri conti-nua tenacemente a portare avanti le im-portanti sfide culturali e didattiche sul ter-ritorio dell’Alta Irpinia.Tra le novità didattiche del Liceo Artistico,indirizzo Design, vi sono la lingua inglese,che viene insegnata agli alunni sin dal1° anno, e i molteplici insegnamenti a ca-rattere informatico e progettuale, che as-

sieme alle altre discipline si svolgono neimodernissimi spazi scolastici e negli at-trezzati laboratori multimediali. In parti-colare la scuola punta sull’addestramentoall’uso professionale di sofisticati pro-grammi di rappresentazione virtuale dellarealtà per la progettazione in genere: Cad eRendering. Dunque il nuovo Liceo artisticodi Calitri, sotto la Guida del Dirigente Sco-lastico Prof. Gerardo Vespucci, coadiuvatoda tutto il corpo docente, concorrerà util-mente ed attivamente allo sviluppo ed alprogresso del nostro territorio, permettendoagli allievi che lo sceglieranno e lo fre-quenteranno di potersi inserire a pieno ti-tolo nei corsi universitari collegati al nuovoindirizzo di studi e poter entrare nel mondodella produzione industriale e dei serviziprogettuali e tecnologici più avanzati.

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Artigianato, arte, design a Calitridel prof. Giacomo Di Cosmo

LAUREAIl 24 settembre 2010 presso

l’Università degli Studi di Firenzesi è laureato in Design

con la votazione di 110/110Il signor

Michele MAFFUCCI

Al neolaureato e ai genitoriAngelo Maria e Rosa Di Miliavanno i più sinceri auguri dei

parenti, amici e della Redazione.

LAUREAMaracay, Venezuelanel novembre 2010

Il signor

Pierclaudio CAPUTO

Ha conseguito, con ottimi voti,la laurea in Medicina.

Auguri dai genitori Rosa MarisaPizzino e Marcello Claudio Caputo,

dal nonno, dagli zii di Calitrie dalla Redazione.

IL CALITRANO N. 46 n.s.– Gennaio-Aprile 2011

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Inizia un nuovo anno con il proporsi dinuovi traguardi e di nuovi obiettivi.

In qualità di consigliere provinciale refe-rente di questa parte di territorio, AltaIrpinia o Irpinia di Oriente, spesso notaper le tante ingiustizie subite, esprimogrande soddisfazione per i risultati rag-giunti nell’anno appena trascorso com-pletatisi con gli ultimi due consigli pro-vinciali del 23 e 29 dicembre. In essi so-no stati affrontati argomenti di caratteregenerale (patto per lo sviluppo, bilanciodi previsione 2011 ecc). Particolare at-tenzione è stata riservata anche alle varieproblematiche evidenziate nel corso deimiei interventi.In primo luogo, è stata sottolineata la ne-cessità di potenziare il servizio di vigi-lanza e manutenzione della viabilità diquesta parte orientale della nostra pro-vincia, specie nei comuni di Aquilonia,Monteverde, Bisaccia, Andretta, Calitri,Sant’Andrea di C., Cairano ecc. In modoparticolare, è stata ribadita la necessitàdi migliorare la segnaletica orizzontalee verticale, di maggiori controlli sullestrade d’accesso e fasce di rispetto, dimiglior tempismo nello spargimento sa-le. Tutte queste opere si rendono indi-spensabili per assicurare la sicurezza sul-le strade. Per l’anno 201 1 è stato previ-sto un finanziamento di 300.000 € per ilcompletamento della Calitri-Andretta,50.000 euro per un nuovo svincolo sullaCalitri-Ofantina (strada nevralgica apertaal traffico nell’agosto scorso, dopo circatrent’anni,grazie all’impegno congiuntodell’A.P. di Avellino e A.C. di Calitri)per collegare in modo più rapido tale ar-teria al centro del paese.Ho chiesto l’interessamento dell’assesso-re Cusano, affinché si risolvesse, una vol-ta per tutte, la problematica inerente laS.P. 211 che collega Cairano alla ValleOfantina, visto l’isolamento di tale co-mune. Attualmente gli studenti e i citta-dini tutti sono costretti ad affrontare enor-mi disagi per raggiungere i comuni limi-trofi: Conza della Campania, Sant’An-drea di Conza, Calitri,Sant’Angelo deiLombardi, Lioni ecc. sede di istituti sco-lastici,luoghi di lavoro ecc.Certo non poteva mancare l’interesse re-lativo ai trasporti che vivono un momen-to di particolare difficoltà legata ai pos-sibili tagli della Regione Campania solotemporaneamente sospesi grazie all’in-

tervento del vice-presidente De Mita. Ta-li tagli rischierebbero di mortificare ulte-riormente questo territorio spesso asser-vito da linee autorizzate e non finanziate,come invece accade per i comuni asser-viti dall’AIR che gode dello sconto delbiglietto “unico” Campania.Per venire incontro alle esigenze dellefamiglie i cui figli frequentano gli istitu-ti superiori di Calitri, svantaggiati eco-nomicamente da tale meccanismo, hochiesto ed ottenuto di prevedere in bi-lancio una cifra di 10.000 € (che sperodiventino 20.000) per un contributo unatantum per l’anno scolastico 2010-2011.Stiamo lavorando, inoltre, perché si crei-no le condizioni per una rivisitazione ge-nerale del piano trasporto provinciale inmodo da evitare accavallamenti di linee efare,quindi, rientrare tutte le linee di tra-sporti territoriali nel finanziamento re-gionale. Riguardo agli Istituti ScolasticiSuperiori di Calitri, sono state impegnatecifre considerevoli (circa 1 milione dieuro per l’ITC e altrettanto per lo Scien-tifico e Artistico).ITC: 200.000 € per messa in sicurezzaluoghi di lavoro (2009), 538.000 € per

messa in sicurezza elementi non struttu-rali (2010), 300.000 € per completa-mento palestra (2011).Liceo scientifico e artistico: 350.000 eu-ro messa in sicurezza luoghi di lavoro(2009),350.000 € rifacimento impiantodi riscaldamento (2010), 260.000 € rifa-cimento tetto (2011).Grande rilievo è stato dato al Museo Et-nografico di Aquilonia (per il quale è sta-to riconosciuto un contributo di 5.000 €)e ai progetti “ Presepiando” (3.500 €),“Gemellaggio Culturale” (3.500 €) e“Fiera Interregionale” (5.000 €) del co-mune di Calitri.Mi propongo nel futuro di estendere adaltri comuni dell’Alta Irpinia, che ne fac-ciano richiesta, il mio impegno per sal-dare quei rapporti di amicizia e solida-rietà che hanno sempre contraddistintole nostre comunità.Particolare ringraziamento va al presi-dente On. Cosimo Sibilla, all’Esecutivo,al Consiglio Provinciale tutto,ai dirigen-ti ed operatori dei vari settori dell’Am-ministrazione Provinciale per aver tenutonella giusta considerazione le istanze diun territorio troppo spesso emarginato.

BILANCIO E PROSPETTIVEdel dott. Canio Galgano

(Consigliere provinciale UDC)

Calitri V elementare A.S. 1986/87. Prima fila da sinistra: Enza Coppola, Concetta Stanco,Angela Cappiello, Filomena Del Guercio, Toni Russo, Marilù Fastiggi, Francesco Scoca,Sefora Zarrilli, Emanuela Luongo, Tiziana Di Milia, la maestra Maria Scolamiero, Ilenia Di Mi-lia, Franca Avella, Gina Cestone, Antonella Fastiggi, Cinzia Di Cosmo, Donato Russo e Vin-cenzo Tornillo. Seduti: Daniele Strollo, dietro Michele Martiniello, Franco Cestone, PietroContino, Francesco Cestone, Angelo Zarrilli e Antonio Fonso.

N. 46 n.s.– Gennaio-Aprile 2011 IL CALITRANO

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L’Istituto Comprensivo di Calitri, par-tendo dall’interesse per la tradizione

popolare e per il folclore locale e con l’in-tento di avvicinare i giovani alle loro ra-dici, ha programmato un progetto di du-rata triennale articolato in più moduli ri-guardante la cultura e le abitudini del pas-sato. Tale progetto è stato elaborato sullabase di suggerimenti dell’assemblea deigenitori al fine di contribuire alla cono-scenza e alla valorizzazione del patrimo-nio culturale locale nelle sue varie forme erappresentazioni. Le attività sono suppor-tate dal professore Donato Lucev che, for-te del Suo bagaglio culturale e di specifi-

che e raffinate competenze, fornisceun’ottima guida e consulenza nello svi-luppo delle varie fasi del progetto.Partecipano alla realizzazione nella pri-ma annualità i tre ordini di scuola appar-tenenti all’Istituto Comprensivo, in mo-dalità e forme diverse, ma accomunatedalla passione per la cultura locale, troppospesso dimenticata nell’era del mondo di-gitale e globalizzato.Nel corrente anno scolastico la Scuola Se-condaria di I grado ha focalizzato l’atten-zione sul tema “Il matrimonio calitrano”da cui sono partite lezioni, discussioni, ri-cerche e approfondimenti che hanno por-

tato alla scoperta dilontane e anticheconsuetudini, allostudio del costumecalitrano femmini-le e alla realizza-zione pratica dimodelli su bambo-le, con l’aiuto dellaSig.ra Grazia Ar-miento conoscitri-ce e realizzatricedell’abito calitrano.Inoltre sono statirealizzati dipinti sutela e piatti in cera-mica rappresentan-ti scorci suggestividel paese, offrendoagli allievi la pos-

sibilità di sviluppare abilità disegnative,manipolative, pittoriche e decorative, sti-molando la creatività tramite un percorsopratico-formativo. Le tecniche sperimen-tate favoriscono nei singoli alunni il rag-giungimento di un proprio stile espressivoin un clima di serena a proficua collabora-zione.La Scuola Primaria cura un modulo cen-trato sulle tradizioni della ceramica: glialunni hanno realizzato oggetti in cerami-ca ispirati nella forma e nei decori ad anti-chi manufatti popolari. La Scuola dell’In-fanzia si è dedicata allo sviluppo di canti eleggende mediante teatralizzazione e, pro-prio grazie all’azione educativa del teatro,gli allievi sono stati coinvolti in ogni aspet-to della messa in scena delle opere.Una rappresentativa di genitori e nonni,sensibile a tali iniziative, ha risposto coninteresse all’invito rivolto dai docenti asupportare e interagire con gli allievi per larealizzazione dei progetti.Nel mese di maggio, in data da definire, laScuola in collaborazione con le associa-zioni “Circolo Aletrium”, “Pro-loco”, ilgiornale “Il Calitrano” e il gruppo folklo-ristico “I Uagliun’ R’ r’ ù Hafij” sarà luo-go di condivisione del patrimonio cultu-rale calitrano attraverso foto, informazio-ni, esposizioni, cartelloni e prodotti rea-lizzati durante il progetto.

le prof.sse Antonella Gerarda Pannoe Rosamaria Russo

LA SCUOLA E LE TRADIZIONI

Le classi 3ª A e 3ª B della Scuola Secondaria di 1° grado con i geni-tori, alcuni nonni, gli insegnanti, il dirigente scolastico Silvano Gra-nese, il prof. Donato Lucev e il sindaco Giuseppe Di Milia.

Gli alunni della 5ª sez. A e sez. B della Scuola Primaria

LA DONNAIERI E OGGI

L’8 Marzo 2011, presso la sala ex – Eca di Calitri siè tenuto un convegno sulla condizione della donnaorganizzato da “I Uagliun’ r’ ù Hafij” con il patroci-nio del comune di Calitri; sono intervenuti:– Moderatore: Pasquale Pacìa – Presidente asso-

ciazione culturale folkloristica “I Uagliun r’ ùHafij”

– Dott.ssa Rosanna Di Cecca – Psicologa– Dott.ssa Giuseppa D’Inverno – Magistrato Tribu-

nale di Sant’Angelo dei Lombardi– Dott. Canio Galgano – Consigliere Provinciale– Dott.ssa Ermelinda Mastrominico – Assessore

provinciale con delega alle pari opportunità– Dott. Giuseppe Di Milia – Sindaco di Calitri

P er uccidere un uomo non serve toglier-li la vita, basta sopprimergli il lavoro.

Sono parole sagge e forti, pronunciate daun valoroso giornalista, il quale nonostan-te abbia dato un forte peso al bagaglioculturale italiano, risultando alla lunga poiscomodo al potere di turno, viene brusca-mente disarcionato e lasciato alla sua tri-ste fine. Prendendo in considerazione que-ste parole, si evince lo stretto legame tral’uomo e la dignità che lo caratterizza.Dignità che trova forma in mille modi incui l’uomo stesso va ad esprimersi, a li-vello individuale e collettivo. Il lavoro èquindi l’elemento interpretativo che in en-trambe le dimensioni sopra menzionate,riesce a dare un senso alla vita.Ne erano convinti i Padri Costituenti, iquali hanno inserito il “diritto al lavoro”all’apice della gerarchia delle fonti del di-ritto. Per capire bene in che modo possatrovare spazi positivi il diritto al lavoro,bisogna un attimo fare mente locale in chetipo di società esso va ad inserirsi. Il di-stinguo è dettato da un duplice modello:società orizzontale e società verticale.Il primo esempio di società, quello ispira-to dalla Costituzione, mette al centro l’uo-mo e le sue idee. L’uomo deve essere sestesso, e attraverso le conoscenze manmano acquisite, deve saper interagire ap-portando il proprio sapere al soddisfaci-mento dei propri bisogni individuali chedell’interesse collettivo. Questo tipo di so-cietà comporta che ognuno deve essere ingrado di usare la propria testa, maturandopensieri diversi da mettere a confronto, inquanto il confronto stesso è la linfa vitaledi un sistema democratico.Una società orizzontale così strutturata,lascia ampia libertà di azione a tutti, conmolteplici possibilità di sbocchi occupa-zionali, le quali però sono strettamente le-gate anche ad altri diritti costituzional-mente riconosciuti, tra cui la libertà diopinione, cosa estremamente fondamen-tale per non perire in insopportabili disu-guaglianze. A questa tendenza orizzontale,se ne contrappone una di stampo verticale,in cui si profila una gerarchia per gradi,caratterizzata da un bieco rapporto tra ilvertice e la base. È configurabile comeuna piramide, in cima alla quale trovi ilsovrano che comanda, ed in basso il sud-dito esegue. Uno schema così strutturato,porta l’uomo stesso a svuotarsi della pro-pria coscienza, ad ammantarsi sotto l’om-

bra del pensiero unico a cui deve giurarefedeltà, e magari sperare che quel tipo difedeltà possa poi trasformarsi in una sortadi contentino in grado di mitigare la sof-ferenza per le libertà perdute.A differenza di una società orizzontale,nessuno è messo in grado di operare auto-nomamente se contrasta con i voleri delcapo, ma soprattutto, domina l’assenza diun confronto costruttivo, cosa terrificantese si hanno a cuore le sorti di una demo-crazia matura. Per mettere in mostra que-sta differenza teorica, prendiamo in con-siderazione un aspetto pratico. Il Friulinel 1976 e l’Irpinia nel 1980, vengono du-ramente colpiti dalla furia degli elementiche genera un disastro sismico dalle pro-porzioni catastrofiche. A distanza di tredecadi dall’evento, volendo fare un para-gone su cosa sia effettivamente cambia-to, ci si accorge subito che il paragonenon regge, in quanto i modelli di società

in cui la ricostruzione è avvenuta sono to-talmente diversi. In Friuli, rimboccandosile maniche, si è trovata la forza di riparti-re seguendo un cammino di tipo orizzon-tale, in cui si è stati abili nel far riemerge-re un interesse collettivo che oggi coagulanella capacità di essere parte integrantealla formazione del Pil nazionale.In Irpinia ha prevalso un disegno vertica-le, in cui la scarsa levatura culturale, lalogica del posto fisso dietro una crudaquanto drammatica sudditanza politica,l’accentramento dell’interesse personalea detrimento di quello collettivo, a distan-za di trent’anni, ci vede come protagonistidi un film in bianco e nero dove non si ècapaci di sapere scindere l’attore maschi-le dall’attrice femminile. Da opportunitàquale avrebbe dovuto essere il periodo po-st-sismico, ci ritroviamo con mille paesiben ricostruiti ma vuoti, con una popola-zione sempre più anziana, un tasso di di-soccupazione sconfinato, ed un’emorra-gia giovanile che abbandona sempre piùuna comunità povera per cercare di an-nettersi ad un sistema più forte.Questo divario abnorme è dettato non soloda una mentalità diversa, ma da un’impo-stazione culturale di base diversa. Da unlato, si considera la ricchezza come ele-mento capace di garantire benessere col-lettivo e prospettive occupazionali, dal-l’altro ci si abbandona al vassallaggio fat-to di carota e bastone, dove i più fedelivengono accontentati con un posticino,anche se poi il manto stradale per andare alavoro è ricoperto di buche, e i servizi es-senziali sono soltanto un miraggio.Lasciamo da parte le difficoltà economi-che del momento che generano problemianche nelle zone più virtuose del Paese,ma a centocinquant’anni dall’Unità d’Ita-lia, bisogna ancora una volta misurarsi conuna nazione divisa in due: progresso con-tro preistoria. Non sono ammesse critichedi fondo, perché le opportunità l’Irpinia leha avute, in termini di uomini e di risorsefinanziare. Ma se la mente, culturalmenteparlando, è vuota, nemmeno l’Onnipoten-te sarà mai in grado di risanare questo tipodi guasto. Resta soltanto da fare triste-mente i conti con un’unità nazionale spez-zata, e che difficilmente andrà a risanarsi.

http://pensieroliberoecostruttivo.blogspot.com/

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L’UNITÀ SPEZZATAdel dott.Marco Bozza

Calitri 1949 famiglia Lampariello. Da sini-stra: Vito Lampariello (12.09.1934) vive aMontevideo, Angelarosa Lampariello(17.07.1932) vive a Toronto, ConcettaLampariello (08.10.1939) vive a Calitri,Rosa Di Maio (13.11.1910 - † Montevideo06.10.1990) con in braccio la piccola Mar-gherita Lampariello (02.12.1947) vive aMontevideo e Vincenzo Lampariel lo(08.10.1939) anche lui vive a Montevideo.

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Giovanni, Paolo, Giuseppe (detto GianPaolo) TOZZOLI nato a Napoli il 5 marzo

1926 dall’avvocato calitrano Domenico, Vin-cenzo, Donato e dalla nobildonna Liborina LoJacono, terzo di cinque figli – Maria Rosaria(detta Elisa), Lorenzo Augusto, Giuseppe Mi-chele e Maria Luisa (detta Marisa) – dopo lanormale formazione giovanile e la frequenzapresso la Normale di Pisa, a soli 21 anni si lau-rea in Lettere all’Università di Bari con una tesisul teatro di Pirandello, prima di conseguire aNapoli una seconda laurea in Giurisprudenza.Laurea che gli ha permesso di conseguire il ti-tolo di studio che lo abilitava a partecipare alconcorso nella Carriera Diplomatica, entrando alMinistero degli Affari Esteri nel 1954, alla Di-rezione generale delle relazioni culturali e suc-cessivamente al Servizio stampa del Ministerodegli Affari esteri, prima della nomina, nel 1958,presso il Consolato generale di Zagabria confunzioni di vice console. Per la varietà e l’origi-nalità dei suoi scritti Gian Paolo Tozzoli detieneun posto di rilievo nel folto gruppo dei diplo-matici letterati. Prima ancora di entrare in car-riera e per l’intero arco degli anni trascorsi alservizio dello Stato, ed accezione del teatro egliha affrontato i generi più diversi: dal giornali-smo alla saggistica, dalla politica all’economia,dalla poesia al racconto ed al romanzo, dandoovunque prova di una vocazione lirica innata edi una instancabile curiosità verso ogni proble-matica sociale, economica o ambientale.*Infatti, la sua prima esperienza di lavoro l’ebbenel giornalismo, facendo il cronista presso unquotidiano partenopeo; aveva iniziato a collabo-rare dal 1959 al 1967 con il mensile “L’osserva-tore politico-letterario” diretto da Giuseppe Lon-go, firmando oltre trecento articoli con lo pseu-donimo di Gian Paolo Napolitano; dal 1960 al1970 è stato corrispondente per “Il Gazzettino diVenezia”; nel 1962 collabora con la rivista gine-vrina “Rencontre Orient-Occident”; dal 1973 al1976 collabora con “L’iniziativa europea” e neglianni ’70 con la rivista trimestrale “Affari Esteri”e con molte altre riviste nazionali ed europee.Dal 1993 al 1998 è stato Presidente dell’Istitutoper gli Studi di Previsione e le Ricerche Interna-zionali (I.S.P.R.I.) e presidente dell’U.C.O.I.(Unione Consoli Onorari Italiani).– La sua prima sede all’estero, dopo alcuni

anni di Ministero (Servizio Stampa) fu laYugoslavia;

– venne quindi trasferito a Basilea quale Con-sole Generale;

– poi a Ginevra presso la Delegazione Italianaalla Conferenza del Disarmo fino al 1965.

– in servizio presso la Rappresentanza Italianaalle Nazioni Unite sino al 1968;

– rientra al Ministero in qualità di V. Capodel Servizio Stampa;

– trasferito successivamente al Gabinetto delMinistero Commercio Estero (1970-72),quindi alla Presidenza del Consiglio (Ri-cerca Scientifica) e presso il Ministero diGrazia e Giustizia sino al 1974; nel frat-tempo nel 1971 convola a nozze con la si-gnorina Maria Assunta Bacchini;

– rientra presso l’Amministrazione della Far-nesina in qualità di V. Capo del nuovo Isti-tuto Diplomatico voluto da Mario Toscanoe suo primo collaboratore al Servizio stori-co e Documentazione;

– nel 1977 Ministro Plenipotenziario di I°classe e incaricato dell’Ufficio per il Coor-dinamento regionale;

– dal 1978 al 1981 Ambasciatore d’Italia aTirana;

– successivamente Ambasciatore in Cecoslo-vacchia;

– infine Ambasciatore a Malta (1989-91).Le sue frequenti pubblicazioni seguono, grossomodo, gli itinerari di carriera e così abbiamo:Gli Svizzeri visti da uno straniero (ed. Nemi),Anatomia degli Stati Uniti d’America (Arman-do 1969), l’Italia in Europa e Le eresie delprossimo evo (Lerici 1977), La Tentazione pro-fetica (Cappelli 1978), Il caso Albania:l’ultimafrontiera dello stalinismo (Franco Angeli 1989),Malastrana (All’Insegna del pesce d’oro 1981),All’improvviso il mondo (Marotta 1992), Apo-teosi di un Babbeo (Shakespeare and Company1992), La saliera del Cellini (Shakespeare andCompany 1993), Cronache italiane e Gente ve-suviana (L’autore libri 1996 e 1999), Il principeDemetrio (Fazi 2001), e al termine della carrie-ra si affida ad Internet con due opere riassuntivedella sua carriera: Quattro anonimi alla conqui-

sta di uno scettro e Delirio dell’Angelo (Libuk2006 e 2008).Dopo aver parlato in sintesi del Diplomatico,del Poeta-scrittore, non ci resta che parlare delTozzoli come “uomo” e dei suoi rapporti con lagente, con gli altri, con i giovani, sempre im-prontati ad una naturale, affabile cortesia che lorendeva sempre simpatico ed ossequioso. Co-noscendo, per esperienza, che i giovani scelgonosempre il concreto e non l’astratto, ciò che è piùaderente alla situazione storica, fin dai primi an-ni ’60 – quando a Calitri era sindaco il prof. Pa-squale Salvatore Di Napoli – il dottor Tozzoli,Console a Basilea ha sentito la necessità di veni-re in mezzo a noi – unitamente al fratello Loren-zo anche lui ambasciatore – e nei locali del cine-ma Rossini alla presenza delle autorità costituitee di un folto pubblico ha voluto essere partico-larmente vicino a tutti coloro che avevano in ani-mo di emigrare, specialmente nella Svizzera.Invitando soprattutto i giovani a qualificarsiprima di emigrare perché solo così non sarannoguardati con disprezzo, ma ricercati, giacchél’artigianato e la mano d’opera qualificata ita-liana è tra le migliori all’estero; di usare le ri-messe finanziarie degli emigrati per creare coo-perative e consorzi di mobilieri, calzolai, sar-ti, ceramisti ecc. capaci di sostituire l’artigia-nato troppo personale ed isolato, e mettendola sua persona a completa disposizione di chicomunque avesse avuto bisogno di aiuto, o diconsiglio.Per i rapporti con i nostri emigrati, noi – cheabbiamo avuto l’onore e il piacere di conoscerel’ambasciatore in prima persona – ci fidiamodella testimonianza di molti concittadini, fra iquali in particolare di Giuseppe Girardi(sand’f’les’) e di Francesco Antonio Di Cairano(pind’) che hanno potuto sperimentare diretta-mente le particolari attenzioni del Console Toz-zoli in quel di Basilea, nei confronti dei calitra-ni, ma di tutti coloro che ne avevano bisogno.Potremmo benissimo dire “una vita spesa pergli altri” con generosità, altruismo e senza vol-gari tornaconti: una carriera diplomatica, lette-raria e spirituale che rappresenta un ricco, sin-cero ed altruistico lascito di tutto rispetto.

A. Raffaele Salvante

NOTA

* Da un articolo di Pasquale Baldocci sulla “Rivista di StudiPolitici Internazionali” Aprile-Giugno 2010 pag. 269.

P.S.: Ci permettiamo di suggerire all’Ammi-nistrazione Comunale – per quanto è possi-bile – di onorare questi suoi degnissimi figlicon l’intestazione di una strada del nostropaese.

PERSONAGGI

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Manfredonia (FG), matrimonio di Gabriella La Forgia e di Fabio, da sinistra: Vitale Zabatta,Enza Di Carlo, Antonietta Del Cogliano, – gli sposi – Luciana Di Carlo e Rosario Raho.

Angela Galgano (10.10.1922 - † 21.11.1945)nata da Vincenzo e da Filomena Codella.

Calitri, 08.09.2009. Girolamo Caruso (21.04.1947) e Salvatore Ramundo (06.07.1928).

Desio, settembre 2010 - La signora Lucia Galgano festeggia il suo 95°compleanno unitamente a Vincenzo Zabatta che compie 62 anni. Auguri daamici, parenti e dalle nipoti della Germania Maria Rosaria e Teresa Galgano.

Milano 19.09.2009 - Il dott. Ramundo Giuseppe (Verona 13.12.1970) conla moglie Fragomeni Valentina (Roma 10.05.1973) felici per la nascita del-la loro primogenita Mia nata il 16.09.2009. Auguri dalla Redazione.

Calitri Stagione Sportiva 1993/94. Categoria Giovanissimi della Polisportiva, da sinistra in piedi:il presidente Raffaele Tuozzolo, Mario Tornillo, Mario Di Maio, Antonio Zarrilli, Giuseppe Di Co-smo, Raffaele Cerreta, Giovanni Rubinetti, Michele Stanco, De Nicola e il dirigente Michele Cer-reta. A terra da sinistra: Paolo Cianci, Pietro Caputo, Tommaso Vitelli, Claudio D’Emilia, JosèScoca, Luca Di Cairano, Giuseppe Di Guglielmo e Vincenzo Galgano.

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Calitri, 26.12.2010. Marco Del Cogliano investe di figurante al Presepe Vivente orga-nizzato dal Circolo Aletrium.

Calitri, 01.02.2011. Nozze d’oro di VincenzoGautieri (baccalà) e M. Francesca Fastiggi(tobb’t’). Auguri dalla Redazione.

17 marzo 2011

150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIAOrgogliosi di essere italiani

21 gennaio 2011. 1° compleanno di SaraCaruso nata da Michele e Francesca Nigro.Auguri dai padrini Tania Di Luzio e DonatoMaffucci. Auguri dalla Redazione.

CALITRI, 28 agosto 2010 - MATRIMONIO di Giulia Lomuscio e Alfon-so Cerreta in Piazza della Repubblica N’gimma cort’ ore 5.30 del giornodopo. Da sinistra: Cinzia Senerchia; Giovanni Rubino (da Ruvo delMonte); Maria Dalla Chiesa (moglie di Giovanni Rubino); Pasquale Dal-la Chiesa (fratello di Maria); Giovanni Russo; Michele Amato (si vede so-lo la testa); Giuseppina Lettieri; Antonella Tuozzolo; Giuseppina Zarrilli;Alessio Berrilli; Vanda Raho; Mariangela Miele; Giuseppe Rubino; Primafila: Giuseppe Di Milia; Maria Senerchia, gli sposi, Antonio Lucadamo;Giuseppe Coppola; Giuseppe Zarrilli. Auguri dalla Redazione.

Calitri 31.08.1983 processione di Santa Lucia alla Cascina. Da sinistra:Angela Cianci (18.10.1965) figlia di Michele e Lucia De Nicola, Anto-nietta Russo (09.05.1965) nata da Michelarcangelo (p’ ceffa) e da MariaCesta, Maria Di Milia (27.02.1968) figlia di Antonio e Giovannina Avella,Anna Maria Cicoira (29.05.1965) nata da Vito (vittorio u mmec’) e daPasqualina Andreottola.

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Napoli 09.02.1970. Laurea di Donato di Maio in Economia e Com-mercio presso l’“Università degli Studi di Napoli”. Da sinistra:Antonietta Di Maio (07.03.1937), Donato di Maio il festeggiato natoa Calitri il 06.08.1943 da Grazio Felice e Angela Galgano, Maria DiMaio (02.7.1932), Vincenzo Di Cairano (03.08.1935 - † 10.05.2002)marito di Antonietta, Giovanna Di Maio (22.12.1940).

Fiuggi 1989 da sinistra: Angela (moglie di Salvatore Nivone), Anto-nietta Del Cogliano, Giovanna Parisi e Rosa Cialeo.

Calitri, luglio 1988. Da sinistra: Canio Vincenzo Margotta (passauaj),Antonio Stanco (sanap’rcegghia), Franchino Margotta, Gaetana Fierravanti(a crapara), Tania Di Luzio, Antonietta Margotta, Antonietta Di Furia(emigrata negli USA) e Antonio Di Luzio.

Calitri, 26.12.2010 nella grotta di Valenzio, durante il Presepe Vivente,Vincenzo Mastrodomenico, Lucia Zabatta e Agnese Di Cosmo (pag-ghion’), mentre mostrano al pubblico come si fanno i salami.

Vincenzo Galgano (mbaccator’ / 11.06.1894 - † 21.04.1974) e la moglieFilomena Codella (carpat’ / 02.09.1901 - † 21.05.1976).

Calitri, 19.01.2011, 50° anniversario di matrimonio di Michelina Metallo(15.10.1937) e Francesco Antonio Di Cairano (01.07.1932). Auguridalla Redazione.

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Calitri, aprile 2007 la Pallavolo Calitri vincitrice del Campionato Pro-vinciale di I Divisione. Da sinistra in piedi: l’allenatore Emilio Creddo,Antonio Del Cogliano, Pietro Caputo, Roberto Tetto, Canio Fonso, il di-rigente Leo Coppola. A terra: Antonio Lucadamo, Giuseppe Zarrilli,Amato Ziccardi, Giuseppe Coppola e Davide Cerreta.

Calitri, 1975 le quattro figlie di Giuseppe Zarrilli (sciampagniegghj):Pierina di 3 anni, Felicetta di 4, Michelina di 1 e Lucia di 7.

Pasquetta all’Ofanto 1969. Da sinistra in piedi: Pietro Borea(04.12.1951), Canio Di Napoli (pauletta / 13.06.1953), Michele Lungaro(u’stella / 30.11.1952), Donato Maffucci (patr’nett o cavallo pazzo /16.01.1952), Giuseppe Maffucci (lord ‘pepp’ / 22.10.1952). A terra:Emilio Margotta (c’c’niello o m’liucc / 21.10.1951), Gerardino Zabatta(16.10.1952) e Alfredo Cestone (curat’licchj / 13.07.1952).

Calitri, 1961 cena da Pasciuto. Da sinistra:Vitale Abate, Franco Rabasca, in piedi Giu-seppe Galgano, Franco Beltrami con gli oc-chiali, con la cravatta Cesare Giovanni Buldo,Vitantonio Rabasca e Raffaele Toglia.

Calitri, Giuseppe Mastrullo nato il 22.06.1952 da Antonio e Antonia Galgano mentresvolge il servizio militare.

Calitri, 05.09.1953. Benedetta Galgano eElvira Di Napoli.

Codella Canio nato il 11.12.1979 da Giu-seppe e da Di Domenico Alfonsina.All’amico Canio non possiamo che ricordareche il lupo perde il pelo ma non il vizio…!!!

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Calitri, 02.02.2011. 80° compleanno della signora Antonietta Di Maio. Da sinistra: il figlioVito Caruso, Antonietta Zarrilli, Alfonso De Nicola con la moglie Lucia Di Maio (sorella del-la festeggiata), Vito Fasulo (genero), il marito Luigi Caruso, la festeggiata, le nipoti Ramona eSandra Caruso, la figlia Lidia e la nipote Giuseppina De Nicola. Auguri dalla Redazione.

Calitri, 02.02.2011. 80° compleanno dellasignora Antonietta Di Maio (c’cch’llin’) in-sieme al marito Luigi Caruso. Auguri dallaRedazione, da amici e parenti.

È in uscita il volume

CALITRITERZO ITINERARIO

DELLA MEMORIA

Calitri 05.05.2011. Ospiti di Girolamo Caruso. Da sinistra seduti: ClaudioDi Muro, Valente D’Ascoli, Michele Del Cogliano, in piedi Michele Maffucci,Angelomaria Maffucci, Canio Maffucci, Luciano Di Cecca, Donato Maffucci,Michele Di Carlo, Vincenzo Russo, Nicola Acocella, Francesco Margotta die-tro, Giuseppe Di Maio, Michele Caruso, Antonio Di Milia, Daniele Caposselasi vede appena, Giuseppe Cerreta si vede solo la testa, Girolamo Caruso, Mi-chele Salvante, seduti Canio Metallo, Giovanni Fiordellisi e Raffaele Salvante.

Calitri 1970/71 circa. Da sinistra: Angela Toglia, Anna Di Carlo, Elena EmmaCioffari (10.04.1928 - † 24.04.2009), Pasqualino Di Carlo, Michele Cicoira(c’c’ron’ / 03.11.1913 - † 30.12.1997) con gli occhiali, Francesca Polestra(22.06.1922 - † 21.12.2004), don Vincenzo Cubelli (28.08.1921 - † 30.01.1999)nato da Canio e da Savanella Maria Angela, Canio Di Carlo (08.09.1914 - † 28.09.1997). Davanti: il piccolo Franco di Carlo, Giovanni Rinaldi (ceca ceca), MicheleRusso (puglies’ / 18.02.1906 - † 29.04.1986) fratello del padre di Giovanni Rinaldi.

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«La Scuola deve puntare all’armonia,all’equilibrio e all’assonanza

tra la mente e le mani,tra il cuore e l’azione».

Francesco Ferrer,La Scuola è il cuore della società

Conclusa la Scuola Elementare, talvoltainterrotta anticipatamente senza aver

conseguito la Licenza ma solo per superatilimiti di età, per noi ragazzi alle soglie del-l’adolescenza il futuro è già abbastanzachiaro. Dipende tutto dalle condizioni so-cioeconomiche delle famiglie e dalla men-talità dei nostri genitori. Col superamentodell’esame di ammissione possiamo fre-quentare la Scuola Media Inferiore che aCalitri è stata istituita il 1947. Veniamo af-fidati ad un artigiano di fiducia affinché ciinsegni il suo mestiere. Ripieghiamo sullavoro dei campi sotto lo sguardo di fami-liari agricoltori. Conduciamo le pecore delproprietario terriero al pascolo se le nostrefamiglie versano nello squallore della po-vertà. Facciamo il manuale alle dipendenzedel muratore per impararne il mestiere. Sele condizioni familiari lo permettono, i piùfortunati vengono messi in seminario o inconvento per seguire la vocazione religiosa.In questo modo, all’età di 11 anni o di po-co più, il mondo infantile, che ci ha vistocrescere tutti alla stessa maniera, comin-cia a cambiare identità nella forma e nellasostanza. Indipendentemente dalla nostravolontà, ci troviamo immessi su percorsidi formazione che il giorno prima non im-maginiamo nemmeno. Per tanti di noi co-minciano i momenti della separazione da-gli amici con i quali siamo cresciuti.Per quelli che proseguono l’attività scola-stica il campo di azione si allarga in pochesettimane. Gli orizzonti diventano più am-pi. Esperienze, conoscenze e contenuti dinuove materie di studio si intensificano.I compagni di classe cambiano sia in ter-mini di età e di sesso, sia nella consistenzanumerica. Di ragioni ce ne sono più di una:la mancanza di una sede scolastica vera epropria e l’adattamento di alcuni locali delMunicipio di Calitri ad aule di emergenzaper le lezioni; la costituzione di classi di ra-gazzi e ragazze di età diversa; l’aumentodel numero delle materie di studio e dei

professori che le insegnano in ore prestabi-lite. La realtà della Scuola Elementare la-sciata tre mesi prima cambia completa-mente volto per quanto riguarda l’impo-stazione didattica e le sue finalità. Gli ap-prendimenti impongono traguardi che spin-gono lontano. A impartire la lezione gior-naliera non è più il maestro o la maestra.Dalla cattedra ci spiegano e ci ascoltanodocenti che hanno studiato all’Universitàe che conoscono anche il latino e la linguastraniera. Sono professori e professoressedi Calitri e di altri Paesi. Quest’ultimi sistabiliscono qui fino alla chiusura dell’an-no scolastico.A scuola con noi vengono anche ragazzidei paesi limitrofi che ancora non ce l’han-no. Facciamo facilmente conoscenza e pre-sto diventiamo amici. Stiamo sempre in-sieme e questo ci permette di sapere moltecose sui loro paesi, sulle famiglie e sui co-stumi. Contemporaneamente la nostra sfe-ra ambientale e la natura dei rapporti digran parte di noi vanno assumendo confi-gurazioni inaspettate. Alcune regole di vita,i disegni per l’avvenire cominciano a pren-dere decisamente un’inclinazione primainimmaginabile. Intanto i vecchi rapportiche pensavamo dovessero durare per sem-pre, a poco a poco si vanno indebolendo fi-no a sciogliersi del tutto. La natura dei le-gami va mutando abito e le motivazioniche ci animano vengono proiettate in di-rezione di altri obiettivi. Sono gli anni incui gli interessi da una parte e i sogni dal-l’altra assediano il nostro tempo libero espesso ci distolgono anche dallo studio. Inpresenza di emozioni mai provate primapersino il cuore inizia a battere forte. Il ros-sore sulle guance, le trepidazioni, la timi-dezza e la frenesia; le contrarietà e l’attac-camento verso le persone che ci stanno vi-cino finiscono col costituire altrettanti mo-di di esprimere stati d’animo e umori. En-trati a far parte di una realtà che di giornoin giorno va perdendo il volto di quella do-ve siamo nati e cresciuti fino ad oggi; inse-riti in un ambiente e tra persone a cui nonsiamo abituati, la nostra vita non è piùquella di prima già dall’inizio dell’annoscolastico. Nonostante l’iscrizione e la fre-quenza di questa scuola non siano ancoraobbligatorie, i nostri genitori pretendonoche ci andiamo lo stesso anche contro lanostra volontà. E in più: da questo mo-

mento comincia un interminabile periododi esami per molti di noi. Dopo quello del-la Licenza Elementare dobbiamo sostenerel’esame di ammissione alla Scuola Media.Per coloro che l’avversione allo studio èaddirittura una predisposizione di natura,sopraggiungono con una certa, frequenzagli esami di riparazione a settembre. Bastaessere rimandati nelle discipline che ci so-no antipatiche e di difficile assimilazione,magari impegnative e ladre di tempo liberoper gli ozi della strada, per le partite di pal-lone che sono la nostra irrinunciabile pas-sione.All’inizio del nostro nuovo ciclo scolasticoci vengono imposte delle regole molto ri-gorose. Dobbiamo osservarle scrupolosa-mente senza tener conto della loro realeefficacia e delle conseguenze che ne deri-vano sotto il profilo del comportamento edel profitto nello studio. Per lo più coetaneie alcuni amici da sempre, tra noi adole-scenti nascono legami forti e gesti di soli-darietà in ogni occasione. Escluso qualcu-no caratterialmente o umoralmente diverso,per noi alunni di Scuola Media l’amicizia èirrinunciabile. La solidarietà è la base ditutto in ogni circostanza: nei momenti diallegria; ancor più nelle difficoltà o nellefasi di crescita che ci procurano imbarazzoe avversità. Tutti alle prese con i problemidi scuola, l’individualismo e l’egoismo chepure affiorano alla nostra età, magari ancheun po’ di cattiveria, non compromettonomai i legami veri. Ci conosciamo così beneche le sorprese antipatiche vengono digeri-te con facilità e immediatezza. Anche difronte alla palese simpatia o antipatia degliinsegnanti sappiamo comportarci semprecon spirito di solidarietà. Impariamo a sta-re insieme nella collaborazione e nella con-cordia da quando cominciamo a conoscer-ci; senza invidia e senza rancori. Comin-ciamo a mettere giudizio e a venire su sen-za complessi. Diventiamo consapevoli e di-sponibili ogni giorno che passa, tra errori,malintesi e ripensamenti continui. A Scuo-la ci comportiamo con generosità e lealtà;senza tornaconto e senza presunzione. An-diamo maturando in senso di responsabilitàe rafforzando il nostro carattere grazie agliinsegnamenti dei nostri professori, alla di-mestichezza coi libri, alle discussioni sco-lastiche, alle prove che affrontiamo duran-te le lezioni delle materie di studio. Tutto

Il nostro passatonei luoghi della memoria

di Gerardo Melaccio

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questo tra consensi compiaciuti e disap-provazioni indignate dei docenti più esi-genti; tra cadute e rialzate, cedimenti e ri-prese di volontà e di amor proprio.Il nostro esistere scorre tra una molteplicitàdi appuntamenti quotidiani: a casa, nellaScuola, in mezzo alla strada; da soli e in-sieme. Le lezioni della vita non concedononé prevedono vacanze per noi. Quelle sco-lastiche diventano tali solo quando conse-guiamo la promozione a giugno. Esse pre-tendono molto e concedono poco. Ma cista bene lo stesso. Le cose vanno così pertutti quanti. Per noi che andiamo a Scuola,sicuramente. Ce lo confermano persino iragazzi che frequentano l’altro Corso. Con-temporaneamente ci viene offerta l’oppor-tunità di capire che agire da soli per l’utileproprio non porta bene e serve a poco. Tan-to vale stare insieme, non trascurare chi cista a fianco, pensare spesso e tendere lamano quando sopraggiungono le difficoltà.

Certi argomenti complicati di alcune mate-rie di studio non sono alla portata di tuttiper un’infinità di ragioni, e non esclusiva-mente per questioni di capacità e volontà.A volte si intromettono problemi familiari,stati d’animo e condizioni precarie di salu-te. Ma questo sfugge all’attenzione degliinsegnanti poco attenti e poco sensibili. Es-si non considerano che molti di noi siamofigli degli anni che hanno preceduto e vis-suto la seconda guerra mondiale.Per quanto riguarda le difficoltà di appren-dimento di alcune materie di studio, di tan-te in tanto ci si mette anche l’approssima-zione del metodo didattico del professore.Se siamo fortunati e capitiamo nella stessaclasse un gruppo di amici, gli adempimen-ti della scuola diventano meno problemati-ci perché ci aiutiamo a vicenda.Se ben ricordo, nel 1960 a Calitri vieneistituita anche la Scuola di AvviamentoProfessionale. Essa persegue lo scopo di

assicurare l’istruzione necessaria ai ragazziorientati verso attività di lavoro a carattereartigianale. Infatti, il curriculum scolasticodel suo indirizzo prevede diverse ore di la-boratorio. A iscriversi e a frequentarlo finoal conseguimento della Licenza sono mag-giormente i figli del popolo dedito a lavoripratici che richiedono meno conoscenzeculturali e maggiore competenza profes-sionale. A frequentarla sono in molti per-ché ascoltano anche i consigli dei loromaestri elementari che li conoscono me-glio. Il ciclo di studi dura tre anni comequello della Scuola Media Inferiore, e pre-vede il conseguimento di un titolo finitoper accedere al mondo del lavoro.A parte gli alunni che si iscrivono allaScuola Media Superiore, dopo il consegui-mento della Licenza Elementare, a Calitritutti, o quasi tutti i ragazzi in età scolarepossono prolungare i loro studi per almenoaltri tre anni.

Tra le più colorate e curiose usanze degne diammirazione, concernenti il matrimonio,

mi sono imbattuta in particolare in una, chealtrimenti non poteva che essere calitrana.D’accordo che l’unione di una coppia, neltempo, ha assunto consuetudini e riti sempredifferenti, ma rivangando nel nostro passato,tra le tradizioni popolari, questa merita di es-sere riportata alla luce. In occasione dellenozze, come prima cosa, le famiglie deglisposi si accingevano nei soliti preparativi: ipann’r’ la zita in casa dello sposo, la sorelladella sposa regalava la camicia bianca – pre-sentata su un vassoio sfavillante abbellito dafiori e confetti – che lo sposo avrebbe indos-sato il giorno del matrimonio. Il fatidico gior-no, il corteo già pronto in casa dello sposo,andava a prelevare la sposa evitando di fare lostesso percorso sia all’andata che al ritornoonde evitare spiacevoli incontri di mal augu-ranti. Poi la giornata proseguiva, come diconsuetudine, tra brindisi e festeggiamenti,ma ogni tanto balenava nella mente deglisposi l’ombra dello straniesc’. Questa usanzaconsisteva nello spargere a terra della pa-gliuzza di grano, che tracciava un percorso einiziava dall’abitazione della sposa sino a ter-minare davanti a quella del “presunto aman-te”. Ciò era molto temuto e scongiurato, poi-ché metteva in dubbio la serietà della donna,ed era anche considerato un affronto perso-nale, oltraggioso e talvolta una grave offesache molte volte si concludeva anche in risse,per chi voleva insinuare qualcosa. Tuttavia,

gli amici fidati armati di paroccula si im-provvisavano vigilanti accurati, onde scon-giurare che ciò avvenisse: tutta la notte si tra-scorreva nella strada, perlustrando in lungo ein largo vicoli, bivi, piazzette, strade laterali equant’altro; inoltre avevano a disposizioneuna stanza dove potevano trovare ristoro coni celeberrimi sc’liend’ – spaghetti conditi conaglio, olio e peperoncino – alternandosi neiturni che avevano stabiliti sino all’alba.Ma c’erano anche delle variazioni dello stra-niesc’a seconda se a sposarsi fosse stata unadonna disincantata o non più giovane. Nelprimo caso le offese erano veramente oltrag-giose poiché dinanzi l’abitazione si era soli-to collocare delle ossa di animali morti dapoco; nel secondo, invece, i più audaci in-troducevano in casa dei novelli sposi anziani,un recipiente colmo di fuoco con l’aggiuntadel peperoncino che emanava delle esalazio-ni causanti tosse e affanno ai deboli coniugi,costretti ad alzarsi e liberare la casa dalle fa-stidiose profusioni;il tutto avveniva sotto gliocchi nascosti degli artefici soddisfatti dellariuscita di tale beffa.Oltre a queste usanze, è da nominare anchela s’mmana r’ la zita, ossia gli sposi restava-no in casa per una settimana successivamen-te al giorno delle nozze e la prima domenica,in casa dello sposo, si indiceva nuovamenteun pranzo con amici e parenti, e il giornodopo però -questa volta- in casa dei genitoridella sposa, si ripeteva il tutto ma con la par-ticolarità dell’uccisione del gallo, da qui il

nome dell’ottavo giorno “u’hagghij”. Questaera, nelle tradizioni calitrane del XX secolo,la più radicata nonché prevista tra la popo-lazione, tant’è che lasciava il dubbio sullalegittimità della donna e quindi del matri-monio e ne scaturiva, poi, risse sugli artefici.Fortunatamente, oggi, alcune di queste pe-santi ed offensive usanze sono andate perdu-te, ma non abbiamo dimenticato gli stimati etanto attesi spahett’ agl’ e uogl’, che ovvia-mente dopo un lauto pranzo-cena in confor-tevoli ristoranti non può, anzi, non deve as-solutamente mancare, a qualsiasi ora!

Angela Toglia

LE NOSTRE TRADIZIONI

U’ STRANIESC’

N. 46 n.s.– Gennaio-Aprile 2011 IL CALITRANO

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LETTERA AL DIRETTORENon ho mai scritto al giornale, ma questa volta mi sentomoralmente impegnato e vorrei dare qualche opportunosuggerimento su due cose importanti:

1) La Fiera Interregionale di Calitri quest’anno devefesteggiare il suo trentesimo anno di vita e bisogna per-ciò fare le cose in grande stile; e vorrei suggerire, attra-verso il nostro giornale, alcune “elementarissime” nor-me quasi mai osservate:

– occorre stare molto attenti a che la Fiera non si trasformiin “Fera”…;

– le scritte per l’”Uscita” devono essere evidenti e chiare;– mancano i cartelli per i gabinetti degli uomini e delle

donne;– urge una pulizia attenta e continua per i gabinetti con

tanto di carta igienica, sapone e carta per asciugare lemani;

– “suggerire” un percorso consigliato, che termini propriodavanti al cartello “Uscita”? è gia stato fatto qualchevolta;

– i manifesti non sono stati affissi a sufficienza nei paesipiù vicini;

– Programmi “precisi” con volantini;– visto che all’entrata del paese c’e scritto “Paese della ce-

ramica” molti visitatori vanno inutilmente alla ricercadello stand relativo che non esiste. Crediamo sia dove-roso ed opportuno ovviare a questa grave mancanza,anche con le brutte…

– gli operatori addetti non possono prendersi certe sguaia-te libertà, ma devono essere attenti, gentili e cortesicon tutti se si vuole dare un segnale positivo per la buo-na riuscita e per la continuità nel tempo della manife-stazione.

2) Il cimitero del nostro paese nel giorno dedicato ai de-funti – 2 novembre – ha dato uno spettacolo poco deco-roso per la scarsissima pulizia, per i muri scalcinati e an-neriti dall’umidità.

Siamo sicuri che si può fare qualcosa di meglio.

Lettera firmata

PERSONAGGI IGNOTI

Qualche lettore conosce i personaggi di queste due bellissime foto?

IL CALITRANO N. 46 n.s.– Gennaio-Aprile 2011

1818

Man mano che scorrono momenti di ten-sione estrema, di incertezza e di spa-

vento, all’oscuro di quanto sta accadendo inprossimità della cittadina dove sperano ditrovare un ricovero per concedersi un po’ diriposo e alleviare le sofferenze, continuanoad arrivare gruppi di sbandati. Sono di variaprovenienza e appartengono ad altri reparti.Si esprimono in lingue differenti e pochine capiscono il significato. Sorpresi e con-trariati per la cattura inaspettata, si agita-no, imprecano e-rimangono in attesa delladecisione del proprio destino. La tempesti-vità e le maniere forti degli assalitori nonconcedono tentativi di reazione. Con i fuci-li spianati e con minacce di morte sparanoin aria intimando di consegnarsi disarmati econ le mani alzate. La stanchezza e l’impo-tenza da una parte, la sorpresa e lo spaventodall’altra,ci consigliano di non opporre re-sistenza se vogliamo evitare il peggio. Perle condizioni disastrose in cui ci troviamo,la soluzione umiliante della resa è la menospregevole e la più ragionevole in tale fran-gente. Per qualcuno in malissimo arnese,addirittura una decisione liberatoria beneaccettai. Nel bailamme generale, col timoreche ci potrebbe capitare qualcosa di irrepa-rabile, il freddo che penetra e irrigidiscemuscoli e ossa prende il sopravvento su tut-to; provoca indolenzimenti, gonfiori e livi-dure sui corpi sfatti. Molti di noi non siamopiù in grado di reggerci in piedi perché stre-mati: nelle forze e avviliti nello spirito. Re-stiamo appoggiati alle pareti del capannonementre i più sofferenti si lasciano cadere dischianto sul pavimento e cominciano a to-gliersi di dosso gli indumenti induriti dalgelo. C’è un po’ di fuoco che arde e spera-no di farli asciugare prima di riutilizzarli.Certe parti dei corpi messe a nudo eviden-ziano i danni dell’assideramento. Su alcuniarti inferiori si notano addirittura dei pro-cessi di congelamento in atto. Qua e là lapelle va assumendo coloriture che lascianointravedere danni devastanti. Anch’io mitolgo le fasce alle mani e ai piedi mi slacciole scarpe, me le tolgo in fretta e scopro chele calze che indosso si sono appiccicate allapelle. Spinto da una sorta di cattivo presen-timento, le strappo via con forza e metto anudo le piante dei piedi. Fisso gli occhi coninsistenza e mi accorgo che le dita dell’artodestro hanno un colore violaceo insolito. Aprima vista non do peso. Poi me le tocco

senza avvertirne il contatto. Provo a strofi-narle sperando di recuperarne la sensibilitàe il calore, ma non succede niente. Allorami lasciò prendere dalla paura e dall’ansia.Cerco di impormi l’autocontrollo rifugian-domi nell’illusione di un falso allarme. Pro-vo a distrarmi per non pensare e per allon-tanare il sospetto, ma il dubbio non mi dapace. In giro già circolano voci allarmanti esegnali di casi che concedono poca speran-za. Man mano che passa il tempo, la situa-zione va assumendo contorni drammatici eprocura disperazione e sconforto in parec-chi di noi. Contemporaneamente incalza ilprecipitare degli eventi, che distoglie daicattivi pensieri. Siamo prigionieri di guerrain territorio sovietico e la sorte che ci atten-de nessuno la conosce e tutti la possonoimmaginare. Siamo nelle mani di un nemi-co legittimamente indignato, molto lontanidall’Italia, e come saranno i giorni a venireè facile fare previsioni. Malgrado i cattivipensieri che si ostinano a tormentarmi, tro-vo la forza di recuperare un po’ di lucidità eun residuo di fiducia nel mio abituale otti-mismo. Tanti soldati come me sono caduti;altri in questo momento versano in situa-zioni peggiori. Quindi mi risolvo ad affron-tare la piega degli eventi con determinazio-ne e dignità. Sono italiano del Meridione,sul quale si dicono un sacco di cose infa-manti. Nel mio piccolo voglio dimostrareche esiste pure qualcosa di dignitoso. Nonposso immaginare come andrà a finire, manon mi perderò d’animo. Chi fa il militarenon deve mai dimenticare che egli è primadi tutto un uomo che rappresenta il popolodi cui è parte. Appena possibile, richiamoed ottengo l’attenzione del Comando mili-tare russo sulla condizione del mio piede.Così viene predisposta una visita medica,dal referto della quale risulta che le ditadella mia gamba destra sono congelate. Pertale motivo il medico ordina immediata-mente il ricovero nell’ospedale di Millero-vo. Da questo momento, 16 dicembre 1942,ore 16:00, comincia la mia penosa odisseadi prigioniero di guerra destinato all’invali-dità permanente. Durerà fino al 25 novem-bre del 1945. Il giorno dopo, il primo delmio lungo periodo di prigionia, verso l’albavengo fatto salire su una slitta insieme adaltri sei soldati che versano nelle mie stessecondizioni. Veniamo sistemati al megliouno addossato all’altro e veniamo trasferiti

in un ospedale di campo approntato in al-cuni capannoni ferroviari. Nella circostanzasono costretto a dividermi dal mai più di-menticato amico Zecchin Dino. Ci abbrac-ciamo col cuore in gola e le lacrime agliocchi ci scambiamo l’augurio di tornare acasa quanto prima e di rivederci in circo-stanze meno brutte. Non l’avrei più rivisto,ma neanche dimenticato. Se n’è andato ol-tre mezzo secolo da quel giorno, e speroche sia ancora di questo mondo che, comeio di lui, anch’egli si ricordi di me. È pro-prio vero, adesso lo so: l’amicizia che nascee prende vigore nei momenti delle diffi-coltà, della disperazione e della paura, sca-va in profondità, vi prende dimora e metteradici che durano fino alla morte. Trascorroi primi due giorni di ricovero in ospedale eil 18 dicembre mi viene tolta la benda alpiede malato. Provo a muovere le dita, mal’articolazione e la sensibilità non rispon-dono. Mi danno l’impressione di essere di-ventate una parte morta della gamba. La ra-gione che non vuole accettare si rifiuta inuno stato dì attesa e di incredulità. Dopo laprima visita medica ufficiale mi viene dia-gnosticata l’infermità per congelamentodell’estremità dell’arto destro inferiore. Su-bito dopo la terribile notizia una sorta distato confusionale e di rifiuto istintivo mitolgono la lucida facoltà di pensare. Tra-scorrono dei minuti senza che dica una pa-rola a me stesso. Faccio fatica a prenderecoscienza della realtà che mi è stata appenarivelata. Non riesco né voglio crederci. Miilludo e spero con ostinazione che quelloche sto vivendo sia solo l’incubo di un brut-to sogno.. Eppure le cose stanno diversa-mente. La prova oggettiva che non è possi-bile negare è sotto gli occhi e in una picco-la parte del corpo. Mi tormento per un po’di tempo ancora. Poi mi risolvo a prenderein mano la situazione e ad affrontarla comesi conviene. La Commissione medica cheha diagnosticato il mio stato di salute parti-colare composta da medici di nazionalitàdifferenti, compresa anche quella italiana.Dopo aver accertato e definito il mio statodi malattia, essa lo dichiara ufficialmente epredispone un periodo di osservazione me-diante visite di controllo e consulti medici.Trascorrono delle settimane senza segnali dimiglioramento e di ripresa. Al contrario,lentamente i tessuti morti cominciano astaccarsi da quelli vivi. Con i miei stessi

Campagna di guerra sul fronte russodagli anni 1942-45 - IV PUNTATA

di Francesco Cialeo

N. 46 n.s.– Gennaio-Aprile 2011 IL CALITRANO

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DIALETTO E CULTURA POPOLARE

Quiss’ eja cum’ nu c’rnicchj r’ fav’lat’riferito alle persone che parlano troppoe non sanno mantenere alcun segreto.

Ndov’ atting’ e n’ r’funn’ quann’ s’ ver’ lu’ funn’prelevare senza rimpiazzare si tocca il fondo.

Quann’ la rota eja bona leva pur’ li r’fiett’se la dote della sposa è abbondante,cancella anche qualche difetto.

Si la hatta n’gappa li surg’,lu’ m’scigghj’ pur li surg’ adda n’gappàfrase pregiudizievole dove i figliereditano la nomea dei genitori.

L’hann’ p’l’zzat’ gghiogn’riferito in particolare alle finanze del malcapitato.

Quiss’ n’ coc’ cu’ n’acquariferito a persone che non si lasciano convincere facilmente.

Si cum’ lu’ can’ r’la chianga,lu’ muss’ m’bcat’ r’ sang’ e fac’ halizz’persona che pur stando in situazioni favorevoli,non ne trae alcun vantaggio.

Li partit’ s’ so spartut’ la cammisa r’ Crist’la politica è una spartizione di favori.

P’scatur’ e ngappauciegghj’ fann’ i figl’ p’v’riegghj’pescatori e cacciatori non sfamano la famiglia.

Vaj acchiann’ v’rtonach’Va cercando scuse, ma usato, spesso,per intendere proposte indecenti.

Scopa la casa ca n’saj chi tras’,fa u liett’ cà n’ saj chi aspiett’tenere in ordine la casa,per qualsiasi evenienza.

PARTICOLARI MODI DI DIRE CALITRANI

A cura di Giovanni Sicuranza

occhi seguo il disfacimento delle dita quasicon rassegnazione. A malincuore, provo adabituarmi all’idea dell’invalidità che da que-sto momento potrebbe condizionare la miavita futura. Non nego che persino lo spettrodella rassegnazione alla nuova realtà va ad-domesticando la mia innata ostinazione.L’aiuto di conforto e il coraggio di accetta-re la situazione mi vengano forniti dal mon-do che mi circonda, ossia, dalla consapevo-lezza di condizioni molto più gravi e piùcomplicate della mia. Compagni d’armi e diospedale hanno subito l’amputazione di unagamba, di un braccio, la perdita di un oc-chio dopo essere stati colpiti in combatti-mento; sono ancora bendati con fasciaturesporche di sangue; si lamentano sotto il tor-mento del dolore provocato dalle ferite.Molti casi mi forniscono la prova di quantosia crudele la guerra e di quanto, pur nelladisgrazia, io sia stato fortunato. Eppure il ri-svolto peggiore del mio stato di salute è ap-pena dietro l’angolo. Dopo l’ennesima visi-ta medica, infatti, il 1° marzo del 1943, unaCommissione sanitaria composta da espo-nenti sovietici e da rappresentanti Italianiravvisa la necessità di amputare le dita con-gelate.

Lecce, 15 marzo 1969. Caserma Trizio Scuola Truppe Meccanizzate e Corazzate, Giuramentodel XXII Corso A.C.S. VI Compagnia Bersaglieri, il terzo da sinistra è il nostro concittadinoMichele Galgano (secchia).

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VALERIA CAPOSSELA, De Amicis viag-giatore – Paesaggi reali, immaginari eculturali, Edizioni Delta 3 – Grottami-narda 2011, pagg. 94, € 10.00

Edmondo De Amicis (1846-1908), autoredi novelle, bozzetti, ricordi di viaggi e li-bri per l’infanzia, fu in un certo senso loscrittore più impegnato nel compito dichiarire agli Italiani usciti dal Risorgi-mento i problemi che la nuova vita unita-ria poneva loro.Motore e perno di indagine della paroladeamicisiana è, nel presente volumetto,lo sguardo dello scrittore ligure nel corsodei suoi viaggi in Italia, in Europa e inAmerica. La curiosità e la descrizione deipaesaggi osservati lo hanno reso un de-gno rappresentante della letteratura diviaggio, che, nella sua minuziosità e fre-schezza di immagini, si tinge di continuee brillanti ecfrasi.Inoltre le rielaborazioni del dato paesag-gistico, dai tratti ameni, spesso misteriosie orientaleggianti, sono accomunate tutteda similitudini proprie del mondo dell’in-fanzia, sì caro a De Amicis, con lo scopodi rendere più chiara e semplice la letturadella sua scrittura di viaggio, seppur nel-la ripetutamente confessata incapacità diesprimere con la penna e con la voce isublimi spettacoli naturali che il suosguardo ha via via percorso in sinergia aritmi e sensazioni del lettore, in un viag-gio di immagini e parole fuori e dentro lapoliedrica personalità di Edmondo De

Amicis. Nei suoi variegati reportages diviaggio, in giro per la Spagna, l’Olanda,la Francia, l’Inghilterra e le Americhe,nonché sul Cervino e in Sicilia, EdmondoDe Amicis sembra poco attento agli usi ecostumi degli abitanti perché molto presoe affascinato dalla sublime bellezza delpaesaggio a lui circostante.Al centro del volumetto, infatti, è piutto-sto l’analisi del De Amicis viaggiatore,che dello scrittore socialista, che impre-gna la sua peregrinazione di un incondi-zionato amore nei confronti della sedu-cente natura, la quale pare persino “deri-dere” qualsiasi creazione umana: di fron-te alla naturalezza del creato e alle suemeraviglie ogni umana opera perde di fa-scino, incarnando soltanto vizi e limitidell’essere umano. “Così Parigi non puònulla di fronte alla Senna, come Londranon può nulla di fronte al Cervino, Riode Janeiro di fronte al fascino della ve-getazione brasiliana, Granada in con-fronto allo Stretto di Gibilterra”, comeacutamente afferma il Prof. Paolo Sag-gese, curatore della presentazione del vo-lume.E pertanto Edmondo De Amicis con tuttoil suo cuore poteva confessare: “Fu quel-la bellezza che mi fece scrivere”.

SALVATORE CODELLA, Tra i miei ricordi,ai miei figli, nipoti e amici, GraficheGhiani - Cagliari 2009.

Chi, almeno una volta nella vita ha citatoquesta frase: « Sulla mia vita si potrebbescrivere un libro!», ebbene c’è chi l’hafatto… Il nostro concittadino SalvatoreCodella, due anni fa, ha ben pensato dimettere in atto tale pensiero.

Tra i miei ricordi è l’autobiografia since-ra, disincantata e reale di un uomo chemette nero su bianco – cronologicamen-te – le sue reminiscenze dalla lontana edura infanzia fatta di ricordi del periodobellico e della presenza dei fascisti nelnostro paese, includendo nel suo raccontola rivolta di un gruppo di rivoluzionarinel settembre ’43 a discapito del podestàZampaglione, spaziando dagli episodi fe-lici e non della raccolta della legna al bo-sco di Monticchio, al primo benvolutomulo Peppiniello, ai ricordi della fiera delRosario e l’inizio della ripresa economicae sociale della vita calitrana del secondodopoguerra. Snocciola ricordi e stagionidella sua vita come grani di un rosario,sfumando dalla visione annebbiata e fan-ciullesca a quella consapevole dell’etàadulta fatta di vita militare contornata dalacrime di nostalgia, delle prime vicendeamorose e di un matrimonio stroncato sulnascere (come si suol dire sfagghiat’) pervia di un fatale incontro con VincenzaCantarella, sua futura moglie. Ma benpresto lo scenario calitrano viene ad es-sere sostituito con quello svizzero di La-vena Pontetresa, scelta imposta dalle dif-ficoltà della vita, per realizzare e far cre-scere una famiglia con dignità a causadella grave crisi in cui versava Calitri (di-rei: condizione alquanto immutata da al-lora), la piaga dell’emigrazione, dellaconcezione dei settentrionali verso chi dalsud partiva con le valigie di cartone lega-te con la corda per tentare di farsi spazionella società, di occupare un posto perpoter provvedere ai bisogni primari dellafamiglia. L’autore, nel suo libro, fa conti-nui richiami alla figura della moglie comeperno della sua vita, donna lavoratrice ingrado di superare le condizioni più dure,perché certo non dev’essere stato sempli-ce. Negli anni successivi la famiglia cre-sce con la nascita dei figli Canio e Teresae molti parenti ed amici giungono da lo-ro, che come loro intendono migliorarsi,offrendo disponibilità e cordialità. Fortu-natamente la vita sembra prendere unastrada migliore, perché il lavoro inizia adare i propri frutti, fino ad acquistare unacasa, dopo tanti lavori saltuari e affitti va-ri. E mentre i figli si separano dall’alberofamiliare per poter far nascere un nuovoramo, la vita va avanti con sorprese, con-quiste, dolori e scenari inaspettati.È un libro che può essere letto anche inchiave attuale, ma suggerisco (se mi èpermesso) di leggerlo davanti al caminomentre il tepore del fuoco trasporta i ri-cordi e la mente a quell’epoca, e magarialla fine ci lascia anche una speranza peril nostro futuro, che chi come lui e altri,ha saputo rischiare per costruire qualcosadi concreto per la propria famiglia… par-tendo da zero!

Angela Toglia

LLAA NNOSOSTRATRA

BIBLIOBIBLIOTECTECAA

N. 46 n.s.– Gennaio-Aprile 2011 IL CALITRANO

212121

SSOOLLIIDDAARRIIEETTÀÀ CCOOLL GGIIOORRNNAALLEE

DA CALITRI

Euro 5: Maffucci Vincenzo,Di Milia Rosa Maria.Euro 8: Di Luzio Silvia Maria Rosaria.Euro 10: Aristico Lorenzo, Fastiggi Armando, Vincenzo Di Carlo,Gal-gano Michele via Circonvallazione 34, Del Moro Vincenzo, StrolloSalvatore, Cirminiello Angelomaria, Tancredi Filomena, Carameli Lu-cio, Maffucci Angelo, De Nicola Michele, Fierrvanti Vito, Luongo Do-nata,Maffucci Emilio Antonio, Cerreta Mariannina, Martiniello Canio,Lucrezia Angelomaria, Codella Giuseppe, Siasparra Salvatore, MariaRosa Zabatta, Cialeo Francesco, Vincenzo Zabatta, Gautieri Vincenzoe Fastiggi Francesca.Euro 15: Circolo 78, Fasulo Sergio, Del Cogliano Antonietta, Rosel-li Francesco, Russo Luigi, Girardi Graziella, Quaranta Vincenzo, BavosaAntonio.Euro 20: Galgano Angelina, Bavosa Antonio, Maffucci Vincenzo viaP. Nenni 46, Zabatta Vittorio, Scilimpaglia Pasqualino,Suore di GesùRedentore, Maffucci Michele, Di Napoli Canio, Di Maio Canio, Gau-tieri Pasquale, Vittorio e Michelina Zarrilli, De Rosa Corrado, Botte-ga del Pane di De Nicola Agnese, Iannolillo Giovanni,Cialeo Vincenzo,Nivone Michele, Maffucci Lorenzo, Fiordellisi Giovanni, Lettieri Enzo.Euro 25: Simone Luigi.Euro 30: Savanella Concettina, Senerchia D’Orsi Elena, Bovio Cosi-mo.Euro 50: Piumelli Giuseppe, Lettieri Angelo.Euro 100: Caruso Girolamo.

DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE

Euro 5: Scilimpaglia Sepulcri Gaetana (Roma), Di Maio Antonio(S. Bernardo Novergaro).Euro 8: Cerreta Giuseppe (Cambiano), Zarrilli Pasqualina (Giussano),Di Domenico Maria Antonia (Poggibonsi), Cerreta Michele (Carrara).Euro 10: Fierravanti Pina (Lavena Ponte Tresa), Lamanna Pasquale(S. Andrea di Conza), Zarrilli Maria Antonietta (Conza della Campa-nia), Cestone Vincenzo (Bergamo), Metallo Vincenzo (S. Giovanni Val-darno), Di Fronzo don Pasquale (Mirabella Eclano), Di Napoli Antonio(Carugo), Ricciardi Giacinta (Torino), Rabasca Canio (Monza), Fa-stiggi Canio (Ponsacco), Mazziotti Francesca (Roma), Gallicchio An-gelo (Bisaccia), Lucadamo Pasquale (Olgiate Comasco), Gabellini Lo-renzo (Firenze), Margotta Giovanni (Poggibonsi), Maffucci Annamaria(Lentate Sul Seveso), Acocella Vitantonbio (Lentate sul Seveso), DiCairano Antonio (Guidonia), Briuolo Luigi (Alessandria), Cicoira An-selmo (Nova Milanese), Currà Antonio (Novate Milanese), CerretaGiuseppe (Cambiano), Libreria Nardecchia (Roma),Cianci Giacinta(Treggiaia), Scoca Vincenzo (Castelfiorentino), Racioppi Caruso Maria(Castelfiorentino), Metallo Maria Antonietta (Roma), Scoca Vincenzo(Perticato Mariano C.se), Rubino Michele (Coreana-Prato), Zola Ma-rio (Mariano C.se), Immerso Antonietta (Velletri), Michelina Zabatta(Reggio Emilia), Mauro Scoca (Arese).Euro 15: Acocella Ada (Castelfranco), Cerreta Rosa (Nova Milanese),Di Cosmo Vincenzo (Poggibonsi), Scoca Francesca (Lavena PonteTresa), Rainone Immacolata (Capoliveri), Frasca Rosetta (Roma), Ian-nella Rosaria (S. Maria La Carità), Armiento Michelangelo (Roma), Bul-do Cesare Giovanni (Varese), Di Napoli Domenico (Foggia), Di Co-smo Vincenzo (Poggibonsi), Di Cosmo Michele (Poggibonsi), Di MiliaAntonietta (Milano), Nicolais Canio Vincenzo (Roma), Di Cosmo Ca-nio (Ancona),Cestone Giuseppe (Poggibonsi), Toglia Canio (Poggi-bonsi), Scoca Michele (Mariano C.se), Di Cairano Michele (NovateM.se), Di Cecca Roberto (Milano), Zabatta Salvatore (Supersano),Galgano Luciana (Roma).Euro 17: Di Cosmo Michele (Poggibonsi).

Euro 20: Corcione Rabasca Barbara (Caserta), Rubino Canio (Brio-sco), Pacciani / Di Milia (Poggibonsi), Tartaglia Giorgio (Rubano), Gal-gano Anna (Milano), Rabasca Michelina (Milano), Fierravanti Nicola(L. Ponte Tresa), Di Giuseppe Egidio (Foggia), Eredi di Polestra Vito(Castiglione delle Stiviere), Lops Antonio (Besano), Cubelli Vito (Fog-gia), Ragazzo Angelo Canio (Pesaro), Gautieri Giuseppe (Moncalieri),Fierravanti Pina (Lavena Ponte Tresa), Fastiggi Michele (Salerno), DiCecca Michele (Paola), Cicoira Antonio (Rimini), Simone Anna (Cari-fe), Valentino Simone (Maddaloni),Di Carlo Maria (Cambiano),Tornil-lo Gaetano (Roma), Cianci Salvatore (Candela), Spatola Saverio (Bre-scia), De Vito Antonietta (Roma), Nicolais Antonio (Lavena PonteTresa), Armiento Michelangelo (Roma), Rainone Vincenzo (LentateS.S.), Di Napoli Giuseppe (Brescia), Cestone Vitantonio (Lavena P. Tre-sa), Di Maio Vito (Montauro), Longhitano Giuseppe (Salerno), DelGuercio Filomena e Galgano Mario (Bollate), Cestone Giovanni (Pi-nerolo), Cerreta Margherita (Milano), Zabatta Vito (Capergnanica),Gautieri Angelo (Trezzo sull’Adda), De Nicola Michele (Poggibonsi),Maffucci Angelo (Lissone), Galgano Anna (Milano), Cerreta Mario(Avellino), Lovecchio Paolo (Brindisi).Euro 25: Nannariello Emanuele Leonardo (Milano), Codella Michele(Roma), Leone Erberto (Briosco), Mastrodomenico Caterina (Napo-li), Sagliocco Francesco (Nichelino), Cuppone Fernando (Sannicola),Lampariello Franchino (Garbagnate M.se), Di Cairano Teresa (Torino),De Matteo Ersilia (Roma), Di Maio Vito Gaetano (Trento), CerretaGiovanna (Prato), Galgano Antonio (Novara), Di Napoli Vincenzo(Bollate), Paradiso Gaetano (Lioni), Ciccone Gaetano (Caronno Per-tusella).Euro 30: Quaglieri Beatrice (Roma), Della Badia Angelo (Napoli), Al-fieri Liliana ved. Frucci (Napoli), Cubelli Tonino (Bologna), NorelliFrancesco (Roma), Di Milia Giuseppe (Lavena Ponte Tresa), Fenu Vi-gorito Vincenza (Uta), Bruniello Canio (Fiumicino), Di Milia Giuseppe(Lavena Ponte Tresa), Rossi Vincenzo (Cerro al Volturno), GriecoPaola (Roma), Zarrilli Gautieri Angela (Senaco), Codella Vito (Cre-mona), Strollo Orazio (Torino), De Rosa Carlo (Belluno), MargottaMario (S. Donato Mil.).Euro 35: Puccio Frucci Francesco (Ostia Lido).Euro 40: Caputo Canio (Carosino).Euro 45: Iannella Giuseppe (Livorno), Grassi Celestino (Roma).Euro 50: Di Milia Iolanda (Pontedera),De Maio Luigi (Solofra), Di Co-smo Michelino (Oliveto Citra), Montagnani Roberto (Figline), ArtiacoVincenzo e Cerreta Maria Francesca (Napoli), Balestrieri Gabriella(Roma), Tornillo Mario (Poggio Mirteto),Fierravanti Lucia (OlgiateComasco), Di Cairano Vincenzo (Francavilla a Mare), Famiglia Mar-gotta (Roseto degli Abruzzi), Sena don Lorenzo (Fabriano), PolestraVincenzo (Bolzano), Di Lascio Pietro (Sabaudia).Euro 55: Codella Michele (Pavona di Albano).Euro 100: Zazzarino Canio (Parma), Ferrara Michelina (Torino), DiMaio Giuseppe (Caserta).

DALL’ESTERO

BELGIO: euro 20 Catano Vincenzo, euro30 Gervasi Antonietta.FRANCIA: euro 20: Fierravanti Pietro, Di Cairano Vincenzo.GERMANIA: euro 30: Zazzarino Maria.SVIZZERA: euro 360 contributo annuale per il 2010 dell’Associa-zione Calitrani in Svizzera, euro 30 Cestone Giuseppe.USA: euro 30 Fastiggi Angelo.VENEZUELA: euro 50 Arcangioli Carlo Alberto.

CHIEDIAMO SCUSA E COMPRENSIONE PER QUALSIASI INVO-LONTARIA OMISSIONE.

IL CALITRANO N. 46 n.s.– Gennaio-Aprile 2011

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MOVIMENTO DEMOGRAFICORubrica a cura di Anna Rosania

I dati, relativi al periodo dal 28 ottobre 2010 al 28 febbraio 2011sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri.

NATI

Lucadamo Gaia di Carmine e di Fierravanti Francesca 01.09.2010Cestone Maria Cristina di Luigi e di Zarrilli Luciana 12.09.2010Maffucci Gerardo di Berardino e di Gonnella Francesca 25.10.2010Di Cairano Sofia di Vitale e di Mauro Maria Antonietta 08.11.2010Tornillo Mattia di Donato e di Coppola Enza Rosita 12.11.2010Beltrami Vincenzo di Romolo e di Grieco Lucia 23.11.2010Maffucci Valerio di Giuseppe e di Di Maio Maria Teresa 08.12.2010Cestone Francesco di Vincenzo e di Zarrilli Elisabetta 22.01.2011Codella Ernesto di Antonio e di Pompa Angela 10.02.2011

MATRIMONI

Fiordellisi Giuseppe e Di Maio Marialba 06.09.2010Di Cecca Vincenzo e Grieco Elisa 02.10.2010Migliore Girolamo e Cialeo Angela 18.12.2010Solazzi Davide e Di Roma Gaetanina 03.01.2011

MORTI

Metallo Francesco 09.04.1954 - † 17.08.2010Lettieri Canio 26.07.1933 - † 08.11.2010Maffucci Lucietta 30.10.1928 - † 09.11.2010Leone Gaetano 04.10.1929 - † 17.11.2010Nicolais Maria 25.09.1921 - † 05.12.2010Riccio Luigi 09.11.1926 - † 12.12.2010Tuozzolo Maria Maura 27.08.1931 - † 05.01.2011De Nicola Lucia 06.12.1933 - † 05.01.2011Di Maio Maria Concetta 26.11.1919 - † 19.01.2011Maffucci Giovanni 01.09.1934 - † 21.01.2011Briuolo Maria Giuseppa 15.02.1924 - † 26.01.2011Fastiggi Maria Antonia 15.04.1920 - † 30.01.2011Maffucci Rosa 08.04.1921 - † 09.02.2011Gallo Gaetano 25.10.1935 - † 24.02.2011Rabasca Vito Antonio 18.12.1939 - † 28.02.2011

Mamma amatissimamamma dolcissima

mamma che mi hai saputo amaremamma che mi hai saputo

perdonaremamma adoratamamma diletta

mamma rifugio dei tuoi figlimamma insostituibile

La mia anima non ha pace perquanto ti ho amata e ora ti piango.Cosa non farei per poterti parlare

e riabbracciare un’ultima voltaMamma, ti ho visto attraversarele strade stellate che ti hanno

portato in Paradiso.Queste parole d’amore, Mamma,me le ha suggerite il mio cuore.

Ora più non piango e tremo,perché so’ di certo che un giorno

ci rincontreremo.Ciao Mamma, tua figlia Maria.

Carissimo papà,sei sempre nei nostri cuori.

Antonia Zarrilli17.10.1940 - † 10.12.2009

Giovanni Zabatta27.01.1935 - † 03.06.1995

coniugati nell’aprile 1962

Rosa Maffucci08.04.1921 - † 09.02.2011

Dopo lunga e sofferta malattia, il 09.02.2011, all’età di 90 anni si è spenta la si-gnora Rosa Maffucci, moglie del defunto Canio Armiento, da tutti chiamata ziaRosa r’ caram’zzett’. Era conosciuta da tutto il paese non solo per la sua squisitagentilezza e disponibilità verso tutti, ma anche per il fatto che era capace di “ag-giustare” le contusioni, le slogature e tutti quei piccoli problemi causati da ca-dute che nel loro insieme e nel gergo paesano vengono generalmente designaticome “uastat’”. Tutte le domeniche, anche se di salute cagionevole, non man-cava mai alla S. Messa nella chiesa dell’Immacolata Concezione unitamente ad

una visita al cimitero per onorare con la preghiera tutti i defunti. Durante la settimana faceva il giro nellevarie case dove c’era un ammalato, per portare una parola di religioso conforto, condividendo con chi sof-fre le angoscie e le speranze, cercando di trasformare un’attesa in uno sfogo, per offrire alla solitudine unaccompagnamento, per aprire una via d’uscita in un vicolo cieco. Per lei la Chiesa è stata una seconda ca-sa, infatti anche durante il tempo della mietitura trovava sempre uno spiraglio di tempo per andare, con lealtre donne, a fare le pulizie presso la chiesa parrocchiale di San Canio. Conosciutissima da tutti i parro-ci che si sono alternati a Calitri; a tempo libero si dedicava a cucire vestiti di antichi costumi calitrani; mol-tissime volte anche il nostro direttore Raffaele Salvante si è rivolto a zia Rosa e al marito zi’ Canij per at-tingere informazioni sugli usi e sui costumi antichi di Calitri. Era la personificazione della presenza amicada cui ti senti incoraggiata, quando il pensiero naufraga davanti all’incerto futuro e al sospetto di non far-cela ad affrontare gli immancabili ostacoli della vita. La nostra comunità calitrana ha certamente perdutoun autentico parafulmine, eppure la certezza di essere con il Signore apre sempre una vera, nuova co-munione che è gia consolazione.

Angelo Cestone

N. 46 n.s.– Gennaio-Aprile 2011 IL CALITRANO

R E Q U I E S C A N T I N P A C E

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Angelo Maria Maffucci30.08.1938 - † 26.08.2001

Il tuo ricordoè sempre vivonei nostri cuori.

Pietro Zabatta22.08.1909 - † 03.01.2008

L’onestà fa il suo ideale.Il lavoro la sua vita.La famiglia il suo affetto.

I suoi cari ne serbanoNel cuore la memoria.

Scoca Rosa Lucia09.10.1922 - † 13.01.2008

Nel terzo anniversariodalla sua scomparsa,la famiglia la ricorda empre con affetto.

Marra Sigismondo05.09.1920 - † 24.05.2010

La moglie e i nipoti neserbano l’amato ricordo.

Marra Luigi25.09.1950 - † 28.03.2009

La mamma e i suoi carilo ricordanocon immenso affetto.

Marra Silvana23.08.1954 - † 22.08.2009

La mamma e i tuoi cariconservano vivo il tuoricordo.

Maria Di Maio27.02.1922 - † 02.01.2011

Chi trova me,dice il Signore,trova la vita.

(Proverbi VIII-35)

Maria Concetta Di MaioVedova Galgano26.11.1919 - † 19.01.2011

Hai dedicato tutta la vita allatua famiglia.Sei stata una mamma, unanonna ed una donnasplendida.Resterai viva nei nostri cuori,non ti dimenticheremo mai.Con amore i tuoi cari.

Angelarosa Togliavedova Cesta01.01.1928 - † 04.01.2011

le anime dei giusti sononella mani di Dio e nessuntormento le toccherà.

(Sapienza III-1)

Basile Maria Michela30.06.1924 - † 19.07.2010

La tua sofferenzaè stata per noi

motivo di edificazione.Il Signore ti accolga nel

suo regno.

Con affetto il marito e ifigli Mario e Anna.

Mario Lampariello12.08.1944 - † 20.10.2010

Mio scudo è il Signore,l’Altissimo,

che salva la gente dalcuore sincero.

(SalmoVII-11)

Orazio Di Guglielmo16.03.1933 - † 10.11.2008

Il tuo ricordo resteràsempre nei nostri cuori.

La moglie, la figlia,il genero e i nipoti

Alfio e Maria Catena.

Vincenza Zarrilli03.10.1913†20.03.2005

Non piangetela mia assenza,

sono beata in Dioe prego per voi.

Io vi amerò dal Cielocome vi ho amati

sulla terra.

Francesca Zabattain Di Milia

20.10.1940 - † 22.12.2005Consolatevi con me

voi tuttiche mi eravate tanto cari.

Io lascio un mondodi dolori

per un Regno di pace.

Di Muro Concetta07.11.1921 - † 0 2.10.2009

Sei nel cuore di tutti noi,tua sorella Maria

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Calitri, 28.08.2008 - FESTA DEI 75enni. Da sinistra: Gerardo Zarrilli (scatozza), Angelomaria Cirminiello (vaccar),Vito Zarrilli (tacch’), Giovanni Maffucci (vev’), Berardino Di Napoli (schiav’), Vito Stan-co (fiorin’/r’ss’liegghj), Alfredo Di Milia (v’nuccia), Angela Codella (carpat’), Pasquale Margotta (p’ppun’), si vede appena Maria Di Cecca (scatozza), Vincenza Fatone (carezza), Teresa Staltari, dietro Canio Cer-reta, Alfonso De Nicola (paon’), Antonio Caputo (cacapatan’). A terra: Lorenzina Capasso, Donato Gautieri (sacchett’) e Vincenzo Metallo (carezza/lalla).