Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu...

12
Anno XX - N° 281 30 Aprile 2015 Quindicinale di Informazione Politica, Economica e Sociale Il 31 maggio gli elettori di 169 Comuni sardi andranno alle urne per rinnovare i Consigli comunali in un clima di crescente sfiducia Restituire credibilità alla politica Nel Sulcis Iglesiente (ex provincia di Carbonia Iglesias) si voterà a Giba, Piscinas, Santadi, Sant’Anna Arresi, Tratalias e Villamassargia. Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 • Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis • Distribuzione gratuita Via Roma P.zza Matteotti CARBONIA ALL’INTERNO del Sulcis Iglesiente del Sulcis Iglesiente AUTOFFICINA AUTOFFICINA CARBONIA CARBONIA di Diana Donatello InstallazIone ImpIantI Gpl a paRtIRe Da € 800 loc. sirai - Carbonia - tel. 0781 1986387 Cell. 329 4338541 - mail: [email protected] + chilometri - salati L e numerose inchieste giudiziarie che vedo- no coinvolti politici, amministratori e fun- zionari pubblici ai vari livelli, hanno inferto nuovi durissimi colpi alla credibilità della po- litica, già fortemente provata dall’incapacità ormai quasi cro- nica di dare concrete risposte alle esigenze dei cittadini, ad iniziare da quelle determinate dalla crescita esponenziale dei livelli di disoccupazione e inoccupazione. Il 31 maggio gli elettori di 169 Comuni sardi (6 del Sul- cis Iglesiente, ex provincia di Carbonia Iglesias: Giba, Pisci- nas, Santadi, Sant’Anna Arre- si, Tratalias e Villamassargia) andranno alle urne per rinnova- re i Consigli comunali ed eleg- gere i nuovi sindaci in un cli- ma di crescente sfiducia. Il ti- more che la disaffezione si tra- muti in un ulteriore incremento dell’astensione è forte e obiet- tivamente diventa sempre più difficile convincere chi decide di non esercitare più il proprio diritto al voto che, comunque, si tratta di una scelta sbagliata. Se fino a qualche anno fa ogni scadenza elettorale rappre- sentava un appuntamento mol- to atteso da parte degli aspiran- ti sindaci e consiglieri, nei pic- coli Comuni oggi è sempre più difficile anche convincere le persone a “scendere in cam- po” e ad occuparsi di politica. Il compito più difficile per tutti i candidati alle Ammini- strative, è convincere gli eletto- ri a recarsi alle urne e ad espri- mere la loro preferenza; gli elet- ti, avranno poi un secondo com- pito, forse ancora più arduo: restituire credibilità alla politi- ca e riuscire a dimostrare che è possibile amministrare one- stamente, cercando di trovare soluzioni ai problemi delle proprie comunità. Giampaolo Cirronis Scorie nucleari, no unanime a una nuova servitù Pagina 3 I Galanzieri: i “lavoratori del mare” di Carloforte Pagina 4 Gonnosfanadiga: il 17/02/43 la morte arrivò dal cielo Pagina 6 Federico Palmas: l’arresto, poi le dimissioni Pagina 5 Modesto Melis è ritornato parà dopo 74 anni Pagina 9 S ono stati riaperti alle visite guidate nel re- cente ponte pasquale, i siti minerari di Porto Flavia, Galleria Villamarina, Mu- seo delle Macchine di Masua e Minie- ra di Sos Enattos, a Lula. I visitatori hanno let- teralmente preso d’assalto questi autentici gioiel- li dell’archeologia industriale sarda, con un pic- co straordinario a Porto Flavia, dove nella gior- nata di Pasquetta, sono giunte migliaia di per- sone provenienti da tutta la Sardegna e non so- lo. Le richieste sono state superiori ad ogni pre- visione ed è stato impossibile soddisfarle tutte. Il successo riscosso dai primi giorni di ria- pertura, conferma le enormi potenzialità dei siti minerari in chiave turistica. Il 30 aprile, Igea, Parco Geominerario e comune di Iglesias han- no sottoscritto un accordo di collaborazione, in base al quale i siti di Porto Flavia e Galleria Vil- lamarina, saranno visitabili dal 1° maggio al 31 dicembre 2015. Si tratta indubbiamente di un importante passo avanti verso la piena valoriz- zazione dell’enorme patrimonio ed è auspicabile che a breve possa essere raggiunto lo stesso ri- sultato per tutti gli altri siti. Il Carbonia è salvo, l’Atletico Narcao ai play out Pagina 11 Foto di Giuliano Longu. Tel. 368 3185548 LUNGOMARE - CALASETTA dal 1990 a Calasetta Migliaia di turisti nei siti minerari IL NUMERO 281 1-16:IL NUMERO 181 2/11 07/05/15 10:34 Pagina 2

Transcript of Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu...

Page 1: Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu Carlo La Marca Gianluca Lindiri Maria Raffaela Matta Emanuele Pes ... Alfiero Pittoni

Anno XX - N° 281 30 Aprile 2015Q u i n d i c i n a l e d i I n f o r m a z i o n e P o l i t i c a , E c o n o m i c a e S o c i a l e

Il 31 maggio gli elettori di 169 Comuni sardi andranno alle urne per rinnovare i Consigli comunali in un clima di crescente sfiducia

Restituire credibilità alla politicaNel Sulcis Iglesiente (ex provincia di Carbonia Iglesias) si voterà a Giba, Piscinas, Santadi, Sant’Anna Arresi, Tratalias e Villamassargia.

Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n°  32/95 del 7/11/95 • Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis • Distribuzione gratuita

Via RomaP.zza Matteotti

CARBONIA

ALL’INTERNO

del Sulcis Iglesientedel Sulcis Iglesiente

AUTOFFICINAAUTOFFICINA

CARBONIACARBONIAdi Diana Donatello

InstallazIone ImpIantI Gpl

a paRtIRe Da € 800loc. sirai - Carbonia - tel. 0781 1986387

Cell. 329 4338541 - mail: [email protected]

+ chilometri- salati

Le numerose inchiestegiudiziarie che vedo-no coinvolti politici,amministratori e fun-

zionari pubblici ai vari livelli,hanno inferto nuovi durissimicolpi alla credibilità della po-litica, già fortemente provatadall’incapacità ormai quasi cro-nica di dare concrete rispostealle esigenze dei cittadini, adiniziare da quelle determinatedalla crescita esponenziale deilivelli di disoccupazione einoccupazione.

Il 31 maggio gli elettori di169 Comuni sardi (6 del Sul-cis Iglesiente, ex provincia diCarbonia Iglesias: Giba, Pisci-nas, Santadi, Sant’Anna Arre-si, Tratalias e Villamassargia)andranno alle urne per rinnova-re i Consigli comunali ed eleg-gere i nuovi sindaci in un cli-ma di crescente sfiducia. Il ti-more che la disaffezione si tra-muti in un ulteriore incrementodell’astensione è forte e obiet-tivamente diventa sempre piùdifficile convincere chi decidedi non esercitare più il propriodiritto al voto che, comunque,si tratta di una scelta sbagliata.

Se fino a qualche anno faogni scadenza elettorale rappre-sentava un appuntamento mol-to atteso da parte degli aspiran-ti sindaci e consiglieri, nei pic-coli Comuni oggi è sempre piùdifficile anche convincere lepersone a “scendere in cam-po” e ad occuparsi di politica.

Il compito più difficile pertutti i candidati alle Ammini-strative, è convincere gli eletto-ri a recarsi alle urne e ad espri-mere la loro preferenza; gli elet-ti, avranno poi un secondo com-pito, forse ancora più arduo:restituire credibilità alla politi-ca e riuscire a dimostrare cheè possibile amministrare one-stamente, cercando di trovaresoluzioni ai problemi delleproprie comunità.

Giampaolo Cirronis

Scorie nucleari, no unanime a una nuova servitù

Pagina 3

I Galanzieri: i “lavoratori del mare” di Carloforte

Pagina 4

Gonnosfanadiga: il 17/02/43 la morte arrivò dal cielo

Pagina 6

Federico Palmas: l’arresto, poi le dimissioni

Pagina 5

Modesto Melis è ritornato parà dopo 74 anni

Pagina 9

Sono stati riaperti alle visite guidate nel re-cente ponte pasquale, i siti minerari diPorto Flavia, Galleria Villamarina, Mu-seo delle Macchine di Masua e Minie-

ra di Sos Enattos, a Lula. I visitatori hanno let-teralmente preso d’assalto questi autentici gioiel-li dell’archeologia industriale sarda, con un pic-co straordinario a Porto Flavia, dove nella gior-nata di Pasquetta, sono giunte migliaia di per-sone provenienti da tutta la Sardegna e non so-lo. Le richieste sono state superiori ad ogni pre-visione ed è stato impossibile soddisfarle tutte.

Il successo riscosso dai primi giorni di ria-pertura, conferma le enormi potenzialità dei sitiminerari in chiave turistica. Il 30 aprile, Igea,Parco Geominerario e comune di Iglesias han-no sottoscritto un accordo di collaborazione, inbase al quale i siti di Porto Flavia e Galleria Vil-lamarina, saranno visitabili dal 1° maggio al 31dicembre 2015. Si tratta indubbiamente di unimportante passo avanti verso la piena valoriz-zazione dell’enorme patrimonio ed è auspicabileche a breve possa essere raggiunto lo stesso ri-sultato per tutti gli altri siti.

Il Carbonia è salvo, l’Atletico Narcao ai play out

Pagina 11

Foto di Giuliano Longu.

Tel. 368 3185548

LUNGOMARE - CALASETTA

dal 1990

a Cal

asetta

Migliaia di turistinei siti minerari

IL NUMERO 281 1-16:IL NUMERO 181 2/11 07/05/15 10:34 Pagina 2

Page 2: Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu Carlo La Marca Gianluca Lindiri Maria Raffaela Matta Emanuele Pes ... Alfiero Pittoni

2 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 281 • 30 Aprile 2015

6Comuni, 14 liste con al-trettanti candidati alla ca-rica di sindaco, 164 can-didati alla carica di consi-

gliere comunale. Sono questi inumeri dell’appuntamento eletto-rale amministrativo del 31 mag-gio nell’ex provincia di CarboniaIglesias (in Sardegna i comuniinteressati al voto sono 169).

Sono tre i sindaci uscenti che siripropongono, due per un even-tuale terzo mandato (Learco Foisa Giba e Marco Antonio Piras aTratalias), uno per il secondo (Ma-riano Cogotti a Piscinas).

Avranno sicuramente un nuo-vo sindaco Villamassargia, San-t’Anna Arresi e Santadi, dove incorsa ci sono i vicesindaci dellaconsiliatura appena conclusa:Pierluigi Palmas, Teresa Pintus eMarco Murgia. A VillamassargiaFranco Porcu ha concluso un’e-sperienza decennale, a Sant’An-na Arresi Paolo Luigi Dessì haguidato il paese per tre consilia-ture, a Santadi Cristiano Erriu halasciato dopo la nomina ad as-sessore degli Enti locali e Urba-nistica nella Giunta regionaleguidata da Francesco Pigliaru.

Nel Sulcis Iglesiente, ex provincia di Carbonia Iglesias, sono sei i Comuni chiamati a rinnovare i Consigli comunali

Alla riconquista della fiducia dei cittadiniGli uscenti Learco Fois (Giba) e Marco Piras (Tratalias) inseguono il terzo mandato, Mariano Cogotti (Piscinas) il secondo.

TrataliasProgetto Tratalias

Pisà sindaco

Candidato alla caricadi Sindaco:

Gerardo Pisà

Tratalias di tuttiIside Fonnesu sindaco

Obiettivo ComuneLista Civica per Tratalias

Candidato alla caricadi Sindaco:

Iside Fonnesu

Candidato alla caricadi Sindaco:

Marco Antonio Piras

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Bruno Cani noto Brunello

Gabriele MelisMassimiliano LoddoMichelangelo PirosuMartino Ivanoe SenisIrma Ciani nota Mimma

Marinella GhianiFederico DianaMarco FaddaManuela CadoniMario PesGiorgio Cera

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Cristiano AtzoriMaria Cristina AtzoriNicola CruccasClaudia CuccuVincenzo EspositoPietro Antonio MattaAlessandro PirasFulvio PirasRoberta PirasPriska StegerMauro UsaiFranca Zara

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Alberto CaniPatrizia CaniMauro Antonio CuccuCarlo La MarcaGianluca LindiriMaria Raffaela MattaEmanuele PesMonica PiaStefania PireddaMarco SteriDaniela UcchedduGiulio Renato Zara

GibaContinuità e progresso

Giba e Villarios

Candidato alla caricadi Sindaco:Learco Fois

Amministrare il paeseper costruire il futuro.Giba e Villarios uniti

Candidato alla caricadi Sindaco:

Andrea Pisanu

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Mario CamboniGiorgio CogottiNicola DemontisAndrea DianaNicola DianaGiovanni FalessiMitore GambulaGiacinto GranellaSimone ManaiBrunello Orrù noto NelloMichele OrrùRoberto Zanda

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Nicola AtzoriSimone AtzoriFrancesca DianaGilda DianaSara LepuriFrancesca MurgiaSalvatore OrrùEmanuele PistisAlberto PittoniAlessandro PorcinaMaria Cristina SerrentiFrancesco Uccheddu

Sant’Anna ArresiArresinus

Candidato alla caricadi Sindaco:

Adriana Lobina

Costa ArresiGiorno nuovo - Sant’Anna

Arresi: La nostra casa,la nostra gente

Candidato alla caricadi Sindaco:

Luigi Balloccu

Candidato alla caricadi Sindaco:

Teresa Pintus

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Nicola AngiusMojca CanceddaRoberto CarrieriPonziana LeddaSamuele MeiFernando PistisMaurizio Podda noto TittiGiovanni PutzuLaura SilanusDaniela SoruAndrea VirdisAndrea Letizia Virdis

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Loretta AtzoriRoberto CappaiElena FaddaIlaria GariaMatteo MarongiuEleonora MurgiaElvio MuscasAldo PorcuGino PotettuElisabetta RossuMartino UcchedduVeronica Viola

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Gabriela CaschiliPatrizia Emanuela CostaRoberto DessìFabio DianaMaddalena GarauValerio LeccaAmbrosiano PintusAlfiero PittoniDaniela FarciRoberto VirdisEmanuela PilloniMassimiliano Selis

PiscinasCamminando versoil futuro di Piscinas

Candidato alla caricadi Sindaco:

Fabrizio Pintus

Per Piscinas

Al servizio del cittadino

Candidato alla caricadi Sindaco:

Mariano Cogotti

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Michele Acca

Caterina Bisicchia

Anna Licia Curreli

Giuliano Fois

Silvia Lai

Valter Matta

Isabella Murtas

Gina Piotti

Adriano Taris

Maurizio Trastus

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Eleonora Atzei nota Lilly

Federico Atzori noto Chicco

Mario Bachis

Gesualdo Concas

Giuseppe Fadda

Loredana Frau

Assunta Frezza

Giovanni Mancosu

Gianluca Trastus

Massimo Uccheddu

SantadiImpegno

e azione quotidiana

Candidato alla caricadi Sindaco:

Marco Murgia

Servizio e Rispettoper Santadi

Candidato alla caricadi Sindaco:Elio Sundas

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Monica AriuAnna Claudia ArruErika AtzoriAndrea CaddeoBianca CaniLuana DeiasAlberto ErriuDaniela GariaFederico PeddisLuca PiaFederico PintusEfisio Pioncu

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Giancarlo AccaSimona GarauFrancesca ImperaMassimo ImperaVeronica ImperaMarco LoiGiancarlo MeiPaola MeiFrancesca MelisMarco PuscedduSimone SecciFederico Trogu

VillamassargiaIl paese che vorrei

Candidato alla caricadi Sindaco:

Debora Porrà

Lista civica

Candidato alla caricadi Sindaco:

Pierluigi Palmas

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Francesco MameliNoemi FaddaFabio BernardiniSilvia VaccaMarco MandisArianna Porcu in TolaMarino LaiYlenia SaisSamuele ToccoSilvia DessìMassimiliano PerriaFederico Orrù

Candidati alla caricadi consigliere comunale:

Salvatorangelo CambulaNicola BianchiniAndrea SpadaRoberto SaisPaola SerreliGianluca CaniAndrea CanèSilvia MuraLuca OnnisMaria Rosaria PortasCinzia PilloniAndrea Virdis

www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com - informazione in tempo reale

Il municipio di Villamassargia.

Tratalias.

Il municipio di Giba.

Il municipio di Sant’Anna Arresi.

Il municipio di Santadi.

Il municipio di Piscinas.

IL NUMERO 281 2-11:IL NUMERO 181 2/11 07/05/15 08:42 Pagina 1

Page 3: Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu Carlo La Marca Gianluca Lindiri Maria Raffaela Matta Emanuele Pes ... Alfiero Pittoni

3La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XX • N° 281 • 30 Aprile 2015

La Sardegna ha ribadito il pro-prio fermo e irremovibile NOa qualsiasi ipotesi di indivi-duazione dell’Isola come

deposito nazionale dei rifiuti radioat-tivi, al ministro dell’Ambiente GianLuca Galletti, giunto a Cagliari perpartecipare ad un convegno sulla tu-tela dell’ambiente e sviluppo soste-nibile, organizzato dalla Fondazionedel Banco di Sardegna.

Il ministro dell’Ambiente ha dettoche non è stata ancora presa alcunadecisione ed ha ricostruito l’iter cheporterà alla decisione finale che sca-turirà dal coinvolgimento di tutti i ter-ritori interessati, al termine del qualeci sarà una conferenza nazionale nel-la quale, se alcuni comuni vorrannoospitare il sito - ipotesi che ha defini-to molto probabile, perché oggi è si-curo e porta posti di lavoro e ricerca -,si sceglierà il sito. «Se non ci doves-sero essere popolazioni o comuni inte-ressati - ha spiegato il ministro del-l’Ambiente - sarà un comitato inter-ministeriale a scegliere il sito ma cre-do che non si arriverà alla costituzio-ne del comitato interministeriale».

Per tutta la mattinata, gli attivistidel Comitato che si oppone alla sceltadella Sardegna quale sede del depo-sito nazionale dei rifiuti radioattivi,hanno ricordato al ministro Galletti ilreferendum del 2011 con il quale i sar-di hanno espresso la netta contrarietàal nucleare. Gian Luca Galletti ha spie-gato ai manifestanti che non esisteun territorio candidato naturale e chela Sardegna, rispetto ad altre zone, ha

un problema in più che è quello deltrasporto.

Il ministro Galletti ha fatto visita alpresidente della Regione, FrancescoPigliaru, negli uffici della presidenzadi viale Trento. Numerosi i temi toc-cati nel corso del colloquio, a partiredall’individuazione dei siti per le sco-rie nucleari.

«Il nostro è un no deciso - ha ri-badito il presidente Pigliaru al ministroGalletti -. Confermo il sentimento del-la comunità sarda su questo argomen-to e quanto personalmente ho dichia-rato in Consiglio regionale. Sulla Sar-degna grava già il peso eccessivo delleservitù militari: il deposito delle scoriesarebbe una nuova servitù che nonvogliamo».

Al ministro, Francesco Pigliaru haconsegnato personalmente copia del-la lettera già inviatagli dall’assessoredell’Ambiente Donatella Spano, incui veniva ripresa anche la posizionecontraria dell’ANCI e quindi la vocedelle comunità locali, e ha inoltre de-scritto il senso delle recenti mozionipresentate in Consiglio su questo te-ma. Sulla questione bonifiche, Pre-sidente e Ministro hanno concordatoun aggiornamento operativo da farsientro il mese di aprile a Roma, con untavolo tecnico-politico per l’aggior-namento e l’accelerazione di tutte leprocedure in corso. Sul dissesto idro-geologico entrambi, poi, hanno riba-dito la necessità di velocizzare la pro-gettazione esecutiva, procedendo sultracciato virtuoso che la Regione Sar-degna ha avviato in questi mesi.

Il ministro Galletti, infine, ha vo-luto richiamare quanto già espressonel corso del suo intervento nel con-vegno sul tema Tossilo: «Il termova-lorizzatore è preferibile al conferi-mento in discarica - ha detto -, perrispettare gli orientamenti comunitariche prevedono in prospettiva il supe-ramento della discariche e la Regio-ne Sardegna, nella sua autonomia, fa-

rà la sua parte per il raggiungimentodi questo obiettivo».

Il 28 aprile, nella seduta dedicataa “Sa Die De Sa Sardigna”, il Con-siglio regionale ha approvato un ordi-ne del giorno unitario, firmato da tut-ti i capigruppo, sulla totale indispo-nibilità alla dislocazione nel territo-rio della Sardegna della sede del de-posito nazionale di rifiuti radioattivi

a bassa e media attività.L’ordine del giorno è la sintesi uni-

taria di cinque mozioni: la n. 111 (Ru-biu e più) “Sulla contrarietà al pro-getto sulle aree potenzialmente ido-nee ad ospitare il deposito nazionaledei rifiuti radioattivi”; la n. 121 (Cap-pellacci e più) “Sul rischio che la Sar-degna sia scelta come deposito uni-co delle scorie nucleari italiane”; la

n. 122 (Dedoni e più) “Sul rischio chela Sardegna possa essere individua-ta dal governo nazionale come sito perla realizzazione del Parco tecnologicocontenente il deposito nazionale deirifiuti radioattivi”; la n. 130 (Pizzuto epiù) “Sulla possibile scelta della Sar-degna quale sito per il deposito unicodelle scorie nucleari italiane”; la n.133 (Cocco Pietro e più) “Sulla con-

trarietà ad ospitare nel territorio del-la Sardegna la sede del deposito na-zionale dei rifiuti radioattivi a bassa emedia intensità”.

L’ordine del giorno sottolinea, tral’altro, che in occasione del referen-dum consultivo regionale, svoltosi il15 e il 16 maggio 2011, recante ilseguente quesito: «Sei contrario al-l’installazione in Sardegna di cen-trali nucleari e di siti per lo stoccag-gio di scorie radioattive da esse resi-duate o preesistenti», la popolazionesarda, con 848.634 “Sì”, corrispon-denti al 97,13 per cento dei votanti,affermò la ferma volontà di non vo-lere nel proprio territorio installazio-ni di questo tipo; e, inoltre, che la po-sizione di insularità della Sardegnadetermina una penalizzazione per lapopolazione in ordine alle ben notedifficoltà dei trasporti che potrebberodeterminare gravi problemi in poten-ziali situazioni di emergenza e messain sicurezza delle persone, conside-rati anche i reali pericoli del traspor-to dei materiali radioattivi via mareche potrebbero determinare implica-zioni catastrofiche in caso di inciden-te, come denunciato a suo tempo dal-lo stesso ENEA.

Il testo votato dal Consiglio regio-nale rimarca anche la grave penalizza-zione che la Sardegna già subisce acausa degli oneri eccessivi rappre-sentati dalle servitù militari, le qualioccupano oltre 35mila ettari di terre-no, con conseguenti compromissionidi tipo ambientale, che fanno dellaSardegna la Regione maggiormente

gravata da servitù militari; e sottoli-nea che la Sardegna ha intrapreso unascelta diversa, puntando su un’idea disviluppo sostenibile, condivisa al dilà delle appartenenze partitiche, chepunti sul paesaggio, sull’ambiente, sul-la cultura.

L’ordine del giorno, quindi, affer-ma «la totale indisponibilità alla di-slocazione nel territorio della Sarde-gna la sede del deposito nazionale dirifiuti radioattivi a bassa e media at-tività», e impegna il presidente dellaRegione, Francesco Pigliaru:

1) a proseguire nell’azione intra-presa ponendo in essere tutte le azio-ni istituzionali, ed eventualmente an-che amministrative e giudiziarie, cheverranno ritenute opportune e neces-sarie per avviare un confronto con ilGoverno affinché sia rispettata la vo-lontà sovranamente espressa dal po-polo sardo in occasione del referen-dum consultivo del maggio 2011, dinon volere nel proprio territorio in-stallazioni di depositi e stoccaggio discorie nucleari, evitando, pertanto, chela Sardegna venga individuata qualesede idonea ad ospitare il deposito na-zionale di rifiuti radioattivi;

2) a promuovere un’azione con-giunta con i parlamentari sardi per scon-giurare il pericolo della costruzionedel deposito unico delle scorie nuclea-ri in Sardegna;

3) a difendere in ogni sede e am-bito la specificità dell’Isola, così co-me stabilito e riconosciuto nello Sta-tuto speciale della Regione autonomadella Sardegna.

Il presidente Pigliaru ha ribadito il proprio NO a qualsiasi ipotesi di individuazione nell’Isola del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi

«La Sardegna non accetterà una nuova servitù»Il 28 aprile il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno unitario sulla totale indisponibilità alla dislocazione del deposito in Sardegna.

Il Consiglio regionale della Sardegna.

Si è svolto il 24 aprile scorsoun incontro tecnico presso ilministro dell’Ambiente sul-la vicenda Eurallumina di

Portovesme, al quale hanno parte-cipato il direttore generale del mini-stero, Maurizio Pernice, e l’ammini-stratore straordinario della ex pro-vincia di Carbonia Iglesias, GiorgioSanna, assieme ai tecnici delle dueamministrazioni.

La riunione era stata convocataper definire le procedure per l’immi-nente avvio dell’esercizio dell’im-pianto di depurazione “ex-Tecom”per il trattamento delle acque con-taminate, al fine di verificarne lafunzionalità e poter rilasciare la de-finitiva autorizzazione all'esercizio.La provincia di Carbonia Iglesias el’Arpa definiranno in tempi brevis-simi un protocollo operativo per l’av-vio e l’esercizio sperimentale dell’im-pianto. Se questa fase sperimentale,che durerà 60 giorni, darà risultatipositivi, sarà rilasciata l’autorizza-zione definitiva all’esercizio dell’im-pianto. è stato assunto, infine, l’im-pegno di definire l’iter per l’avvio del-l’impianto in fase sperimentale en-tro 10 giorni.

L’avvio dell’attività del depura-tore ex-Tecom rappresenta il presup-posto per la ripresa dell’attività pro-duttiva dello stabilimento Eurallu-mina di Portovesme che consentiràdi riavviare progressivamente al la-voro 200 addetti degli appalti e, conil riavvio della produzione, 357 la-voratori, e di tutta la filiera dell’in-dotto.

Al termine della riunione, l’avv.Maurizio Pernice, direttore genera-le del ministero dell'Ambiente, e

l’ing. Giorgio Sanna, commissariostraordinario dell'ex provincia di

Carbonia Iglesias, hanno incontratouna rappresentanza della Rappre-sentanza Sindacale Unitaria Eural-

lumina, cui hanno comunicato l’e-sito dell’incontro.

Nuovo passo avanti verso il riavvio dello stabilimento Eurallumina

Al via la fase sperimentale di riavviodell’impianto di depurazione “ex Tecom”

Irappresentanti dell’AssoGALSardegna, l’associazione checomprende i Gruppi di AzioneLocale dell’Isola, sono stati sen-

titi il 29 aprile dalla Quinta com-missione del Consiglio regionalepresieduta da Luigi Lotto (PD).

L’AssoGAL ha chiesto maggiorcoordinamento tra i vari soggetti isti-tuzionali nella programmazione deifondi europei, meno burocrazia nellegestione delle pratiche per i finanzia-menti delle iniziative private e deiprogetti pilota per lo sviluppo locale.

Il presidente dell’AssoGAL, Lu-ciano Piras, che è anche presidentedel GAL Sulcis Iglesiente, ha illu-strato al parlamentino delle AttivitàProduttive le criticità che hanno osta-colato l’azione dei GAL nella pro-grammazione 2007-2013 e avanza-to alcune proposte perché venganorimosse e superate nel nuovo Pianodi Sviluppo Rurale 2014-2020.

Dei 159 milioni di euro messi adisposizione per gli assi 3 e 4 del Psr2007-2013 (ridotti poi a 105 milio-ni per far fronte alle alluvioni e altrecalamità naturali) solo 18 sono statirendicontati dai GAL. «La spenditadelle risorse non dipende da noi - haspiegato Luciano Piras - i GAL han-no il compito di programmare e met-tere a bando i fondi disponibili, ilpagamento è però in capo all’Agea».

Luciano Piras ha denunciato ipesanti ritardi accumulati nell’ero-gazione delle risorse ai privati: «Leprocedure sono troppo lunghe - hadetto - agli ostacoli burocratici si ag-giungono le enormi difficoltà delle

imprese a reperire dalle banche il re-stante 50% dei fondi per finanziarele iniziative».

I problemi riguardano anche lagestione dei GAL e dei progetti pi-lota. In questo caso, i Gruppi di azio-ne locale e i Comuni si vedono co-stretti ad anticipare risorse senza nes-suna certezza sui tempi e le moda-lità di restituzione delle somme im-pegnate. «La soluzione passa attra-verso la creazione di un fondo di ro-

tazione - ha affermato Piras - non sipuò aspettare 10 mesi per ottenerel’accreditamento dei finanziamentipubblici».

Il consigliere Pier Mario Manca(Partito dei Sardi), condividendo lepreoccupazioni dei rappresentanti deiGAL sulle modalità di erogazionedelle risorse ha rimarcato la necessitàdi individuare nuove formule perchégli errori non si ripetano nella nuovaprogrammazione del PSR: «Purtrop-

po saremo costretti a restituire a Bru-xelles oltre l’80% delle risorse stan-ziate per la programmazione 2007-2013 - ha detto Manca - è una cifraimponente che la Sardegna non puòpermettersi di perdere. Serve un nuo-vo modello di gestione».

Il consigliere Gianluigi Rubiu (A-rea popolare sarda) ha sottolineatol’importanza del lavoro svolto daiGAL e manifestato l’auspicio che “ilpatrimonio di esperienze non vengadisperso”. Sulle difficoltà dell’entepagatore Agea, Rubiu ha espressopreoccupazione anche per la pre-senza delle imprese sarde all’Expodi Milano. «Le aziende che hannoanticipato i soldi per partecipare al-la kermesse avranno grosse diffi-coltà ad incassare i rimborsi».

Cesare Moriconi (Pd) ha inveceavanzato una proposta operativa chie-dendo una seduta congiunta delleCommissioni Bilancio e Attività Pro-duttive per valutare nel dettaglio leproblematiche relative alla pro-grammazione 2007-2013 ed indivi-duare un nuovo percorso per la spen-dita delle risorse messe a disposi-zione dal PSR 2014-2020.

Al termine dell’audizione, il pre-sidente della Commissione LuigiLotto ha chiesto ai rappresentanti deiGAL la presentazione di un docu-mento dettagliato sul lavoro fatto esulle difficoltà incontrate, per poteravviare un confronto serrato con laGiunta e accelerare la spenditadelle risorse del vecchio PSR e pro-grammare al meglio il Piano2014/2020.

Il 29/4 l’AssoGAL Sardegna ha incontrato la Quinta Commissione

AssoGAL: «Occorre un fondo di rotazioneper accelerare l’erogazione delle risorse»

Una foto scattata al termine dell’incontro contro la rappresentanza sindacale.

Una veduta dall’alto dello stabilimento Eurallumina prima della chiusura.

Si è tenuto nell’aula magna del-l’I.I.S. “Gramsci Amaldi” diCarbonia, un open day di“Istantanee di sicurezza”, la

campagna rivolta agli studenti e ailoro genitori per informare sui com-portamenti responsabili durante la cir-colazione. L’iniziativa è stata volutaper sensibilizzare gli studenti dellequarte e quinte classi sulle regole

della sicurezza stradale e sulla cultu-ra della legalità. L’organizzazione èstata curata dal professor MaurizioSoddu.

I lavori, moderati dal giornalistaGiampaolo Cirronis, direttore de “LaProvincia del Sulcis Iglesiente”, so-no aperti dai saluti della prof.ssa To-nina Puggioni, dirigente scolasticadell’I.I.S. “Gramsci-Amaldi”; Giu-

seppe Casti, sindaco di Carbonia; e delcapitano Giuseppe Licari, comandan-te della Compagnia dei Carabinieridi Carbonia.

Altamente qualificate le relazionidegli esperti che hanno sviscerato tuttele problematiche legate al tema del-la sicurezza stradale, con l’esposizio-ne di dati e filmati particolarmente si-gnificativi: Giulio Marongiu, funzio-

nario della Polizia Stradale di Caglia-ri (V.Q.A.) che ha parlato delle cau-se degli incidenti e dei comportamentisbagliati alla guida dei veicoli; Mas-simo Fornasier, comandante del Nu-cleo Operativo e Radiomobile dellaCompagnia dei Carabinieri di Carbo-nia, che si è intrattenuto sulla guidasotto l’effetto di sostanze stupefacentied alcool; Andrea Usai, comandante

della Polizia Municipale di Carbonia,che ha parlato degli incidenti strada-li in città e della necessità di modifi-care i comportamenti alla guida e del-l’aspetto psicologico dell’utente; Cin-zia Piga, volontaria della Croce RossaItaliana di Cagliari, che ha parlato del-la sua lunga esperienza di volontaria.

Molto significative e toccanti letestimonianze del fratello e della so-

rella di Mirko Masala e Anna Musa,due giovani vittime della strada nelSulcis Iglesiente in tragici incidentiverificatisi rispettivamente nel 1994e nel 2000, a Portoscuso e Villarios.

Il convegno si è concluso con l’in-tervento del professor Kevin Leggeche ha parlato di un’esperienza per-sonale ed ha sottolineato i pericolidella guida in bicicletta.

L’I.I.S. “Gramsci Amaldi” ha ospitato un convegno sul tema della sicurezza stradale

Luciano Piras, presidente AssoGAL.

IL NUMERO 281 3-10:IL NUMERO 181 3/10 07/05/15 07:55 Pagina 2

Page 4: Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu Carlo La Marca Gianluca Lindiri Maria Raffaela Matta Emanuele Pes ... Alfiero Pittoni

4 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 281 • 30 Aprile 2015

di Salvatorico Serra

Nella sua forma plurale, il lem-ma “galanziere”, che è, in verità,quello che a noi preme per capirea quale figura sociale in campo mi-nerario questo sostantivo è attribui-to, ci viene incontro un documen-to del 28 luglio del 1639, conser-vato nel R. Archivio di Cagliari, vol.BC 61, fol. 2, n° 3, su di una: De-nunzia di una fossa di galena inMonteponi. Il documento, scrittoin catalano-aragonese-castigliano,riporta che Juliano Antioco Pisanodenuncia il ritrovamento di unafossa (= miniera) di galanca, in unluogo detto Monti de Pony (=Mon-teponi), che affronta la fossa di Ju-liano Paulino, galancer.

Con lo stesso termine viene in-dicato in un documento del 28 gen-naio del 1648, conservato, anch’es-so, nel Regio Archivio di Cagliari,vol. BC 67, nel quale, Esteve (Ste-fano) Farci, stipula una convenzio-ne con Anton Maria Alciato, intor-no ad una ripartizione delle spese dicoltivazione e dei benefici che sene sarebbero tratti, di una “fossa” diMonteponi: «Denant nos ha com-paregut Esteve Farchi, galancerd’exta dita Ciutad [….]».

Non vi è dubbio alcuno, quindi,che il termine Galancer (= galan-ziere), era attribuito al concessio-nario della miniera che, in alcunicasi, coincideva non solamente coltitolare dell’impresa ma perfino,ed in qualche caso, con quella delminatore del tempo e a coloro cheportavano alla luce il minerale dipiombo e lo lavoravano in quantoqueste due figure professionali po-tevano convergere nella stessa per-sona.

In forma più estesa e concettual-mente più moderna, possiamo an-che convenire, oggi, che il terminegalanziere, inteso anche come mi-natore, possa essere attribuito a tuttigli addetti al settore minerario, sia-no essi impegnati in sottosuolo siain superficie, compresi i lavoratoridelle ditte d’appalto che concorro-no al processo produttivo; gli ad-detti ai trasporti, o movimento ter-re, quelli addetti alle officine, allefonderie, ai laboratori, ai servizi ge-nerali, alla guardiania, etc., compre-si gli impiegati ed i dirigenti. Unaforma onnicomprensiva che ben sipresta allo spirito che ha sempre ani-mato i lavoratori delle miniere mache, purtroppo, si scontrava perfinocon gli stessi operai addetti a man-sioni differenti in ruoli differenti.

Un tempo il minatore era solo co-lui che era addetto all’estrazione delminerale e che si configurava comel’operaio che sul fronte di coltiva-

zione e di abbattimento del mine-rale, espletava le mansioni di arma-tore, perforatore, carichino. Nei pri-mi decenni del ‘900, al minatorevenivano richieste tutte queste man-sioni. Solo successivamente, ed inseguito alle lotte sindacali, questemansioni faranno parte di specia-lizzazioni differenti e distinte.

L’incremento della produzionemineraria aveva stimolato la pro-duzione di battelli da trasporto daparte della marineria carolina, a cuiera affidato il carico e scarico delminerale dalla costa sarda all’iso-letta di San Pietro, per essere quitrasferita su vapori di grossa stazza.

L’impetuoso sviluppo industria-le minerario della seconda metà del-l’800, agevolato, peraltro, dalla sco-perta dei giacimenti calaminari (si-licati di zinco), nelle miniere sardedovuta all’ingegnere belga Eyquemnel 1875 su una partita di galenanel porto di Anversa, produsse unaquantità inimmaginabile di attivitàindustriali con conseguente espan-

sione della produzione. Questo im-pulso moltiplicò la creazione di bi-lancelle per il trasporto del mine-rale.

Ma come era organizzata la ma-rineria carlofortina per assicurare iltrasporto di quel minerale?

A Carloforte operava una flotti-glia di circa duecentosettanta bar-che, delle quali, duecento, erano bi-lancelle di portata compresa tra ledieci e le venti tonnellate; venti era-no barche di stazza superiore ed unacinquantina erano barche da pesca.

Questi battelli, per la maggiorparte, erano di proprietà della bor-ghesia di Carloforte e di impiegatidelle miniere e, solo eccezionalmen-te, dei marittimi.

«La bilancella risultava appar-tenere a uno o più proprietari asecondo del numero di azioni pos-sedute. Tali azioni, scrive Renzo Pa-sci in un inedito del 2008 titolato:“Le formiche del mare: i Galan-zieri”, erano denominate “carati”;ciascuna bilancella valeva 12 ca-rati. Le Società minerarie posse-devano diverse bilancelle per il tra-sporto in proprio del minerale; maanche diversi tabarchini divenneroarmatori, cioè proprietari in tutto oin parte, dei carati di ciascuna bi-

lancella. Talvolta il capo barca, acosto di sacrifici, rinunce e tanta fati-ca, riusciva ad acquistare in tutto, oin parte, i carati della bilancella;in tal modo, da padrone, riuscivaa partecipare in misura maggioreagli utili».

L’equipaggio era composto dicinque o sei uomini e del cosiddet-to padrone del battello, che altri nonera che il capitano.

Una bilancella da 20 tonnellate,aveva le seguenti caratteristiche:

- lunghezza: 14 metri in coperta- larghezza: 4,25 metri- altezza alle incinte: 1,50- chiglia nel centro, di larghez-

za pari a centimetri 35 e di gros-sezza, 2 centimetri.

- materiale: legno di quercia epino imperniato con ferro sempli-ce, imbracciolato con legname.

Il tutto comprensivo di: 1 vela; 1fiocco ed un controfiocco; 1 bom-presso; 1 albero d’abete; 1 stuzza;3 ancore a 4 marce di peso di 40,60, 80 chilogrammi; cavi per guar-

nire l’albero, per ancorare la barca,per le manovre, per tirare a secco labarca; catene varie; ferramenta di ti-mone, lande, gorfali, teste di moro,ecc.. Il costo complessivo era di4.500 lire.

Così la bilancella “Luigia”, dibandiera italiana, acquistata dallaSocietà di Monteponi il 14 novem-bre del 1899 dall’armatore De Si-mone Catello e costruita a Castel-lamare di Stabia. Fu varata l’8 no-vembre del 1899. Capitano: Scianodi Cola Domenico.

La bilancella era atta al trasportodi ogni sorta di merci, così comeclassificata dal Registro Italiano, aln° 620, ed era adibita a navigazionecostiera per quattro anni.

«Il trasporto avveniva a più ri-prese, scrive lo storico FrancescoManconi in: “Giuseppe Cavalleraed i lavoratori del mare di Carlo-forte”. [….]: Dai magazzini ubi-cati sulle spiagge in prossimità del-le miniere, esso era caricato sui bat-telli e portato a Carloforte, dove erascaricato e depositato nei capacimagazzini costruiti dalle societàminerarie [….]».

Prima di quest’operazione, inogni modo, i battellieri, questo è laloro mansione effettiva, e così erano

chiamati quei lavoratori, come saràdimostrato più avanti, scaricavanoil carbone fossile destinato alle so-cietà minerarie per una prima tra-sformazione di parte del mineralegrezzo nei forni di calcinazione, percaricare, subito dopo, quello desti-nato al trasporto.

Il percorso delle bilancelle da eper Carloforte variava dalla 10 alle17 miglia marine ed i battellieri, perpoter far fronte alle incombenze con-trattuali ed alle difficoltà legate al-le condizioni metrologiche, parti-vano dal porto di Carloforte intor-no alle 23.00 della sera, per arrivareai punti di scalo di primo mattino.Da quel momento, il lavoro si fa-ceva più frenetico ed i ritmi di lavorosi facevano più elevati, dando ini-zio ai lavori di scarico del carboneper poi iniziare quello di carico delminerale allo scopo di prendere illargo nel più breve tempo possibileper non incorrere nelle inclemenzedel tempo e nei pericoli di improv-vise mareggiate. Lavoro massacrante

a cui si sommava altro lavoro ancorpiù duro, quando, in assenza di ven-to, quei marinai dovevano muoverela barca a forza di remi, pesantissi-mi e lunghi dai sei ai sette metri,per cinque o sei ore consecutive.Ma non solo. I minerali trasportatidalla banchina sui battelli con coffedi circa 50 chilogrammi, e a spalla,perdevano del pulviscolo (in parti-colare quelli calaminari sottopostia calcinazione), provocando sullapelle dei battellieri gravi ulcerazio-ni e bruciature e penetrando perfinonei polmoni, nel naso e negli occhi,con gravi compromissioni del lorostato di salute, a cui erano legati, co-sì, gravi infortuni su lavoro e tecno-patie, in percentuale maggiore chenelle miniere.

Ma di chi erano dipendenti queivalorosi marinai-operai-minatori,nostri fratelli maggiori, potremmodire? Quale rapporto di lavoro li le-gava alle miniere? Dal punto di vi-sta contrattuale, nessuno.

Le aziende minerarie affidavanoil servizio del trasporto del loro mi-nerale a degli agenti marittimi (ve-ri e propri intermediari), i quali, inaccordo con i padroni dei battelli,assicuravano il carico e scarico deiminerali da e per Carloforte.

Alle dipendenze dei padroni deibattelli erano il capitano del battel-lo (chiamato impropriamente, pa-drone) ed i battellieri - veri e pro-pri marinai “tutto fare” - che nonerano pagati ad ore o a viaggio dal-l’agente marittimo, ma a tonnellatadi minerale caricato.

I battellieri registrati, che eranopoi ingaggiati dagli agenti marittimi,dovevano essere a completa dispo-sizione del datore di lavoro. Il con-tratto tra aziende minerarie e agentimarittimi era, quindi, un vero e pro-prio contratto d’appalto stipulato tradue soggetti imprenditoriali.

«La retribuzione, assimilabileal cottimo a squadre, variava dal-le 3,50 alle 4,0 lire per tonnellatae considerato che ciascun battellopoteva trasportare da 12 a 20 ton-nellate di minerale, ciascun viag-gio fruttava dalle 42 alle 80 lire.

I guadagni così ricavati, eranosuddivisi in nove parti e mezzo, del-le quali, tre andavano alla “bar-ca” (ovvero, ai proprietari), una e

mezza, al padrone (il capitano) eduna, a ciascuno dei cinque mem-bri dell’equipaggio: i battellieri.

Tenuto conto che il salario s’ag-girava sulle 4,50-8,50 lire per cia-scuno, e per viaggio, e che ognibarca compieva non più di quattroo cinque viaggi al mese, il redditodei battellieri non superava una li-ra al giorno mentre quella dei co-siddetti giornalieri variava dal-l’1,50, alle 3 lire per giornata la-vorativa».

Per poter sopravvivere ad unsalario così miserrimo, i battellierierano costretti, in specie durante iperiodi di inattività, ad esercitare lapesca ed a lavorare nei campi co-me braccianti agricoli, coltivandol’orto o il campicello: marinai-ope-rai-contadini-braccianti, dunque.Tanto per sfuggire alla miseria e al-la fame, con particolare rilevanzadurante le ricorrenti crisi del setto-re. Una crisi che riversava sui lavo-ratori dell’azienda madre e, di con-seguenza, nell’indotto, la politica dibilancio aziendale, con massicci li-cenziamenti di mano d’opera ope-raia.

Nella sola miniera di Buggerru,nel 1900, contro uno sciopero diprotesta per i licenziamenti e per

la decisione della Società francesedi far fondere il minerale nel conti-nente, intervenne la polizia che ar-restò cinque persone.

Nello stesso periodo, nella La-veria di Buggerru, rimasero senzalavoro 70 lavoratori d’ambo i sessi.Dai primi di novembre dello stessoanno, la stessa Società mineraria di-spose tra le nove “compagnie” dioperai addetti all’estrazione del mi-nerale, il lavoro “a turno” organiz-zato “a due a due”, per un giornoogni cinque. Nel dicembre dellostesso anno, la Malfidano licenziòtutti gli operai della miniera diBaueddu mantenendo in serviziosoltanto una squadra addetta allamanutenzione mentre vennero li-cenziati in massa i lavoratori di Mon-te Scorra e Buggerru: 350 personetra Baueddu, Monte Scorra e Pla-nu Dentis e 300 operai licenziati aBuggerru.

è da constatare che in nessundocumento consultato compare iltermine di galanziere attribuito ailavoratori del mare di Carloforte.In tutta la documentazione sia sin-dacale sia giudiziaria, relativa allastoria di quei lavoratori, comparesolamente il termine di battellieree stivatore. Così, quando fu costi-tuita la “Lega di resistenza fra ibattellieri e stivatori di Carlofor-te” (ottobre 1896), formata da ol-tre 650 soci, che portò allo scioperodi circa un mese (novembre-di-cembre 1897) di tutti quei lavora-tori dopo avvenimenti di grandis-sima tensione sociale provocato dal-la Malfidano che non volle accet-tare una rivendicazione relativa alripristino delle tariffe in atto primadel 1881 (accettato, solamente, dal-la “The United Mines Co. Limi-ted”, “Tacconi-Sarrabus”, “Vieil-le Montagne” e “Gennamari-In-gurtosu”) assumendo crumiri a Ca-lasetta e Cagliari.

è sempre Giuseppe Cavallera,leader indiscusso dei lavoratori ca-rolini e dei minatori sardi, uno deipiù grandi organizzatori del nascen-te movimento operaio sardo, a sot-tolineare la storia sindacale e poli-tica di quei lavoratori del mare diCarloforte, chiamandoli battellierie mai galanzieri e così Angelo Cor-si in: L’azione Socialista tra i Mi-natori della Sardegna del 1959.Sempre e solo battellieri e stivato-ri; mai galanzieri.

L’unico saggio conosciuto dal-l’autore di questo approfondimen-to, che fa coincidere il lemma ga-lanziere con quello di marinaio ad-detto al trasporto di minerali dalleminiere della costa sud-occidenta-le dell’isola di Sardegna, è quellodel dottor Renzo Pasci (membrodell’Associazione “Pozzo Sella”di Iglesias), in un suo saggio, ine-dito, del febbraio del 2008 che haper titolo: “Le formiche del mare”,ed un’intervista, riferita dal dott.Federico Locci di Sant’Antioco,effettuata ad alcuni battellieri diCarloforte, di cui non se ne cono-sce il testo e di cui non è riportatala data.

(3) Fine

L’impetuoso sviluppo dell’industria mineraria sarda dell’800, dovuto ad un editto del 30/06/1840, creò una nuova attività imprenditoriale

I Galanzieri, “i lavoratori del mare” di CarloforteQuesti professionisti venivano imbarcati su bilancelle della marineria carlofortina, flotta di piccole imbarcazioni a remi o a vela latina.

Le bilancelle impegnate nel trasporto del minerale. Galanzieri al lavoro.

Salvatorico Serra.

Il Museo del Carbone e la GrandeMiniera di Serbariu hanno rag-giunto un altro importante rico-noscimento. Dall’analisi effettua-

ta dal portale “Sardegna in blog”sui dati forniti da Trip Advisor, unodei più importanti siti web che si oc-cupano di turismo, e dal numero del-le recensioni dei suoi visitatori, ilMuseo del Carbone è stato segnala-to come il più apprezzato tra i mu-sei della Sardegna.

Tra gli oltre 100 musei, alcuni conuna storia ben più lunga di quello diCarbonia, citati nelle pagine di TripAdvisor, il Museo del Carbone è quel-lo che ha ottenuto il maggior nume-ro di giudizi positivi. In meno di 10

anni dalla sua apertura il Museo, cheraccoglie in sé le origini e lo sviluppodella storia della città di Carbonia, èriuscito a farsi apprezzare dalle oltre100.000 persone che lo hanno sceltocome meta dei loro viaggi.

Il riconoscimento premia le sceltedell’Amministrazione comunale diCarbonia che continua ad investireper il miglioramento della qualitàdell’offerta della Grande Miniera diSerbariu. Anche gli ultimi interven-ti in programma, del valore di oltre400.000 euro, sono finalizzati a raf-forzare il ruolo di primaria impor-tanza che l’area mineraria ha nel pa-norama dell’offerta turistica del Sul-cis Iglesiente.

Importante riconoscimento per il Museo e la Grande Miniera

“Trip Advisor” premia il Museo del carbone

Brillanti risultati degli atletidella Pol. Girasole ai cam-pionati italiani di bocce or-ganizzati dalla Fisdir (Fe-

derazione Italiana Sport DisabilitàIntellettiva Relazionale) dal 16 al 19aprile, a Roseto degli Abruzzi, con lapartecipazione di venti società pro-venienti da tutta Italia.

La Pol. Girasole ha partecipatocon 11 atleti: Antonio Amasio, Re-nato Amasio, Federico Demontis,Alessio Melis, Marcello Matta, Fa-brizio Pisano, Nicola Dessì, Anto-nello Serra, Andrea De Nardis, Re-nato Spano e Claudio Garau comeatleta accompagnatore.

La coppia formata da De Nardis

e Spano ha vinto il titolo nel settoreagonistico e lo stesso Renato Spanosi è ripetuto vincendo il titolo indi-viduale. Marcello Matta ha conqui-stato la medaglia d’argento nella stes-sa categoria.

La coppia formata da Demontise Serra si è classificata al terzo po-sto nel settore promozionale.

L’intera delegazione presente inAbruzzo è stata di grande supportoagli atleti, guidati dai tecnici Lucia-na Manca ed Efisio Saiu.

Questi risultati rappresentano unanuova grande soddisfazione per laPol. Girasole che esattamente un an-no fa organizzò a Carbonia i campio-nati italiani di calcio a cinque.

Brillanti risultati per la Pol. Girasole a Roseto degli Abruzzi

Carbonia protagonista agli Assoluti Fisdir

Un angolo del Museo del Carbone. Il gruppo della Pol. Girasole.

IL NUMERO 281 4-9:IL NUMERO 181 3/10 07/05/15 02:19 Pagina 1

Page 5: Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu Carlo La Marca Gianluca Lindiri Maria Raffaela Matta Emanuele Pes ... Alfiero Pittoni

5La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XX • N° 281 • 30 Aprile 2015

Dopo l’esplosione dell’in-chiesta giudiziaria che haportato al suo arresto, il 29aprile Federico Palmas si è

dimesso da sindaco di San GiovanniSuergiu. La decisione del 41enne in-gegnere, eletto sindaco il 15 maggio2011 alla testa di una lista civica de-nominata “Meglio Giovani”, con1.235 voti (30,30%), rappresenta iltriste epilogo di una tormentata espe-rienza amministrativa.

L’elezione di Federico Palmas ma-turò a sorpresa, in una fase politicamolto difficile per il comune del Sul-cis, al termine dell’esperienza del dot-tor Enrico Piras. La coalizione chesosteneva Piras si spaccò negli ultimimesi della consiliatura, non riuscen-do a trovare un’intesa politica e uncandidato condiviso per le nuove ele-zioni, favorendo così la nascita di nuo-ve aggregazioni e, in particolare, diuna di giovani di diversa estrazionepolitica che spaziava da destra a sini-stra, in alcuni casi alla prima esperien-za elettorale e politica che sarebbe poidiventata anche amministrativa.

L’esperienza di Federico Palmase della sua Giunta è andata avanti, tratante difficoltà e polemiche politiche(con il passare del tempo è emersasempre più evidente la contrapposi-zione tra alcuni assessori di area PDe la componente ufficiale del PD che,dopo aver contrastato in campagnaelettorale la lista “Meglio Giovani”e sostenuto la candidata a sindacoValentina Cuccu, eleggendo in Con-siglio la stessa Valentina Cuccu e l’exassessore Antonio Giustiniano Sini),per due anni e mezzo quando, comeda accordi pre-elettorali, ci sarebbedovuta essere la staffetta tra gli as-sessori in Giunta e gli altri consiglie-ri di maggioranza. Federico Palmasha ufficializzato la staffetta solo intre assessorati ma, in un clima moltoteso, la situazione si è ulteriormenteingarbugliata all’inizio del 2014, allavigilia delle elezioni regionali.

Federico Palmas ha deciso, in pie-na autonomia, di candidarsi alle ele-zioni regionali del 16 febbraio 2014,nella lista dei Riformatori sardi, nellacoalizione di centrodestra che soste-neva la candidatura del governatoreuscente Ugo Cappellacci. Elvira Usai,eletta nella lista “Meglio Giovani” con142 preferenze (è stata la più votata)vicesindaco ed assessore dei Servizi

sociali, si è candidata alle stesse ele-zioni regionali nella lista Comunida-des che sosteneva la candidatura agovernatore della scrittrice MichelaMurgia.

Archiviato il discreto risultato elet-torale individuale (Federico Palmasha ottenuto 898 preferenze, Elvira Usai566), pochi giorni dopo, il 25 febbraio,ha firmato il decreto n° 06/2014 di re-voca delle deleghe di vicesindaco edassessore comunale di Elvira Usai,motivando la sua decisione col fattoche «sono venuti a mancare i presup-posti fondamentali del rapporto difiducia che aveva ispirato e sottesoalla nomina di vicesindaco e asses-sore con delega ai Servizi sociali» e«ritenuto pertanto necessario ed op-portuno provvedere alla revoca del-l’incarico di vicesindaco e assessore,

unitamente alle deleghe conferite-gli», precisato «che stante la naturadi atto prettamente politico, risultanoinapplicabili, nel caso di specie, lenormali regole procedurali che assi-stono all’emanazione dei provvedi-menti amministrativi, talché non sus-siste l’obbligo di comunicare l’avviodel procedimento di revoca», «in vir-tù delle attribuzioni di amministra-zione derivante dal vigente statuto edalle norme», decreta che «è revoca-ta ad ogni effetto, dalla data odier-na, la nomina della dott.ssa UsaiElvira a vicesindaco e assessore co-munale e conseguentemente sonorevocate le deleghe conferite nellematerie e sui servizi riguardanti iServizi sociali».

Il “licenziamento” di Elvira Usai,si è rivelato subito un grave errorepolitico, soprattutto per i tempi in cuiè stato attuato, di Federico Palmas che,nel frattempo, ha deciso di non pro-seguire la propria esperienza politicacon i Riformatori sardi. Inevitabil-mente, ha provocato un vero e pro-prio terremoto in Consiglio comuna-le, dove la maggioranza ha perso al-cuni pezzi ed è rimasta in piedi conun solo voto, essendo composta dalsindaco e da 8 consiglieri, i 4 rimastinel gruppo “Meglio giovani” (Elia-no Locci, Andrea Peddis, FrancescoPiredda e Mauro Trullu) e i 4 conflui-ti nel nuovo gruppo “Impegno civico”(Sandro Madeddu, Valentina Solinas,Roberto Pucci ed Enrico Pulisci). So-no diventati 8 anche i consiglieri diopposizione: Elvira Usai; Alessio

Caddeo e Laura Deidda del gruppo“Sinistra Ecologia Libertà”; Valen-tina Cuccu e Antonio Sini del gruppo“Uniti per il futuro”; Marco Zusa di“Costruiamo insieme il nostro futu-ro”; Gianni Carboni di “Insieme pervoltare pagina”; e, infine, Erminio Me-loni di “Per cambiare”.

La nuova Giunta è risultata cosìcomposta. Sindaco: Federico Palmas.Vice sindaco e assessore dei Servizisociali: Mauro Trullu. Assessore deiLavori pubblici e viabilità: RobertoPucci. Assessore dei Servizi tecnologi-ci, Attività produttive, Bilancio e Pro-grammazione: Enrico Pulisci. Asses-sore della Pubblica istruzione e Cul-tura: Valentina Solinas. Assessore del-l’Ambiente, Turismo, Sport, Spettacolo

e Tempo libero: Sandro Madeddu. As-sessore dell’Agricoltura e dei rapporticon le frazioni: Francesco Piredda.

L’ultimo anno di vita consiliare eamministrativa del comune di San Gio-vanni Suergiu è stato a dir poco tor-mentata. Il Consiglio comunale è sta-to coinvolto sempre meno, inevitabilile dure rimostranze delle minoranzee, a più riprese, l’ultima volta all’iniziodi marzo, il Circolo del PD di San Gio-vanni Suergiu ha chiesto le dimissio-ni del sindaco Federico Palmas.

«La maggioranza è assente, daquattro mesi non viene convocato ilConsiglio comunale - ha attaccatoAntonio Fanni, segretario del CircoloPD di San Giovanni Suergiu -. è dalmese di novembre che l’Amministra-zione comunale, insensibile alle pro-blematiche del Paese ed irrispettosa

delle numerose interrogazioni fattedalla minoranza, non convoca il Con-siglio comunale, quattro mesi quindi,relegando a qualche riunione di Giuntale molteplici problematiche del Pae-se. Il Circolo ritiene questo compor-tamento, segno tangibile di incapa-cità amministrativa e timore al con-fronto con l’opposizione, che puntual-mente, tramite le interrogazioni po-ne all’attenzione i vari problemi cheattanagliano il nostro territorio.»

«La Giunta ci costa circa 80.000euro all’anno, inoperosa e immobi-le, sta lasciando al completo abban-dono le frazioni, gli impianti sporti-vi, il manto stradale, l’illuminazionepubblica e tanti altri problemi di cuinon si ha il coraggio neanche di di-

scutere - ha concluso Fanni -. Lamaggioranza “vivacchia” grazie a unvoto in più. Ancora un anno di soffe-renza per i nostri cittadini prima del-le elezioni, sempre che non si renda-no conto della loro incapacità e dia-no l’opportunità al paese di andarealle urne il prima possibile.»

Il 28 aprile 2015, l’esplosione del-l’inchiesta giudiziaria della Procuradi Oristano che ha portato all’arrestodi 21 persone, tra le quali 5 sindaci,2 vicesindaci e dirigenti di uffici tec-nici comunali e progettisti accusatidi associazione per delinquere fina-lizzata alla spartizione di incarichiprofessionali, turbativa d’asta e corru-zione. Tra loro Federico Palmas, sinda-co di San Giovanni Suergiu, e Benia-mino Pilia, responsabile dei settoriLavori pubblici, Servizi tecnologici,

Urbanistica ed Edilizia privata del co-mune di San Giovanni Suergiu. Il 29aprile le dimissioni di Federico Pal-mas, con le quali, di fatto, in Consi-glio comunale non c’è più una mag-gioranza in grado di amministrare ilpaese. E subito dopo si è dimessa an-che l’intera Giunta.

«Tengo a precisare - ha sottoli-neato in un comunicato Enrico Pu-lisci, consigliere ed assessore del Bi-lancio, Servizi tecnologici ed Attivitàproduttive - che oltre alle dimissionidalla carica di consigliere comunalee di conseguenza dalla carica di as-sessore della totalità dei componen-ti la Giunta comunale, Vice Sindacocompreso, è pervenuta anche la let-tera di dimissioni da parte del collega

consigliere comunale di maggioran-za Andrea Peddis. Tale decisione èmaturata a seguito delle vicende bennote, per senso di responsabilità neiconfronti della cittadinanza, dei di-pendenti comunali tutti, per senso dirispetto nei confronti degli organismiinquirenti che conducono le indagi-ni, auspicando che nel più breve tem-po possibile il dimissionario sindacoingegnere Federico Palmas e il re-sponsabile dell’Ufficio Tecnico archi-tetto Beniamino Pilia, possano chia-rire quanto prima la loro posizione inmerito alla vicenda.»

«Le lettere di dimissioni della Giun-ta e del signor Andrea Peddis - haconcluso Enrico Pulisci - sono stateconsegnate e protocollate con attounico nel pomeriggio del 30 aprile.»

La lettera di dimissioni è stata in-viata alla segretaria comunale, CarlaMaria Secci e, per conoscenza, a tuttii dipendenti comunali e a tutti i con-siglieri comunali.

Ecco il testo integrale.«I sottoscritti consiglieri comunali,

a seguito della vicenda che vede coin-volti il Sindaco e il Responsabile del-l’Ufficio tecnico del Ns. Ente, rasse-gnano irrevocabilmente e con decor-renza immediata le proprie dimissio-ni dal ruolo di consigliere comunale.

Il compito conferitoci nel 2011 cispinge, proprio per correttezza nei con-fronti degli elettori, a rinunciare almandato di consigliere per permetteredi svolgere appieno l’attività istitu-zionale da parte di chi subentrerà.

Tutto ciò avendo svolto in questiquattro anni il mandato all’insegnadella coerenza, lealtà e trasparenza.

Prendiamo atto altresì della avve-nuta formalizzazione delle dimissio-ni irrevocabili da parte del Sindaco.

Cogliamo l’occasione per ringra-ziare vivamente i dipendenti comu-nali con i quali in questi anni abbia-mo instaurato un rapporto di recipro-co rispetto e piena collaborazione.

Ringraziamo inoltre i cittadini chehanno riposto in noi la loro fiducia ei colleghi consiglieri di maggioranzae minoranza.

Confidiamo nell’operato della Ma-gistratura e al tempo stesso che lepersone coinvolte nella vicenda pos-sano chiarire quanto prima la pro-pria posizione rispetto ai fatti che aloro vengono contestati.»

Giampaolo Cirronis

Terremoto politico in Sardegna dopo l’arresto di 21 persone, tra le quali 5 sindaci, 2 vicesindaci, dirigenti di uffici tecnici comunali e progettisti

Federico Palmas: l’arresto, poi le dimissioniLa vicenda giudiziaria ha posto fine ad una consiliatura tormentata, iniziata il 15 maggio 2011 con la vittoria della lista “Meglio Giovani”.

Federico Palmas. La Giunta comunale di San Giovanni Suergiu.

Teulada è sempre più paesedi centenari: Bardilia Mar-ras il 2 aprile ha compiuto103 anni, Giuannica Putzu

il giorno successivo ha festeggiato isuoi 107 anni, Antonio Angioni tresettimane dopo ha raggiunto i 100anni, primo uomo del paese a riu-scirsi dal 1996. Nel 2014 sono scom-parse tre donne di 102 anni e una di101, ma nei prossimi mesi altre duedonne, taglieranno il traguardo dei100 anni.

Il fenomeno della longevità nelpaese del Basso Sulcis viene studia-to da anni con il progetto A.Te.Ne.Ageing in Teulada’s neurocognition,portato avanti dal gruppo di ricercadella Comunità mondiale della Lon-gevità presieduta da Roberto Pili. Il

gruppo scientifico, guidato da Do-natella Petretto e coordinato da Lu-ca Gaviano dell’Università di Ca-

gliari, ha operato in collaborazionecon Salvatore Loi, studioso della

storia e della realtà del Sulcis e rap-presentante del sindacato dei pen-sionati locale ed il supporto del co-

mune di Teulada.G.P.C.

Antonio Angioni con Bardilia Marras e Giuannica Putzu tra i centenari

Teulada si conferma “paese di lunga vita”

Consiglio comunale dimez-zato, a Gonnesa, dove setteconsiglieri, tre di maggio-ranza e quattro di opposi-

zione, si sono dimessi in aperta con-testazione dell’operato del sindacoPietro Cocco, consigliere regionalee capogruppo del Partito Democra-tico nell’assemblea di Via Roma.Ad abbandonare i banchi del Con-siglio a poco più di un anno dalle nuo-ve elezioni sono stati i consiglieri dimaggioranza Luca Virdis, Pier Do-menico Usai e Pietro Sisinnio Col-lu (i primi due, assessori all'iniziodella consiliatura, il terzo subentra-to a Vinicio Maccioni), e i consiglie-ri di minoranza Enrico Pistis (vice-sindaco e assessore nella preceden-te consiliatura, sempre con PietroCocco sindaco), Giancarlo Pala, An-tonio Casu e Roberto Olla.

C’è da notare che due consiglie-ri dimissionari, Luca Virdis e Ro-berto Olla, sono iscritti al Partito De-mocratico, lo stesso partito del sin-daco Pietro Cocco; Pier DomenicoUsai è rappresentante di SEL, Pie-tro Sisinnio Collu del PSd’Az, gli al-tri tre consiglieri dimissionari En-rico Pistis, Antonio Casu e Giancar-lo Pala sono stati eletti nella lista ci-vica Rinascimento per Gonnesa.

All’origine della decisione deisette consiglieri dimissionari ci sono«la grave situazione politico-am-ministrativa in cui versa il paese, l’i-nesistente gestione delle proprie ri-sorse da parte di una fittizia maggio-ranza, la totale assenza di program-mazione degli uffici, in particolarel’ufficio tecnico comunale, l’assenza

in Giunta delle “quote rosa”, il cro-nico ritardo nell’approvazione delPUC e lo stato generale di abban-dono di tutto il territorio».

Pietro Cocco, nonostante le di-missioni dei sette consiglieri, conti-nua ad avere la maggioranza in Con-siglio, anche se con numeri risicati.Un consigliere di minoranza, PaoloSanna, rappresentante di Forza Ita-lia, non ha seguito gli altri quattro

consiglieri di minoranza che si sonodimessi. A breve il Consiglio comu-nale procederà con la surroga deisette consiglieri dimissionari con iprimi dei non eletti.

I tre consiglieri dimissionari dimaggioranza dovrebbero essere so-stituiti da Alessandro Serra, MariaAntonietta Casu e Arianna Mattut-zu e, nel caso di rinuncia di uno dei

tre, l’ultimo che potrebbe subentrare,in quanto 16° candidato della lista cheha vinto le elezioni 2011, L’Unioneper Gonnesa, è Vittorio Guidotti; iquattro consiglieri di minoranza di-missionari dovrebbero essere sosti-tuiti con Alessandra Fois, AntonioCongiu, Angelo Gaviano e CristinaZarri. Nel caso ci fossero delle rinun-ce, gli altri candidati non eletti dellalista Rinascimento per Gonnesa so-no nell’ordine Roberto Figus, Mar-co Casu, Roberto Pani, Raffaella Mur-gioni, Ivan Curreli e Giuseppe Lorettu.

I consiglieri attualmente in cari-ca, oltre all’unico di minoranza, Pao-lo Sanna, sono: Pier Giorgio Lenzu,Hansal Cristian Cabiddu, CristianoGabriele Meloni, Adriano Tronci,Giovanni Cadoni, Sergio Ciccu, Ro-berto Ballocco e Marcella Vinci.

La Giunta è così composta.Pietro Cocco: sindaco e assessore

dei Lavori pubblici, Urbanistica, Sa-nità e Personale.

Pier Giorgio Lenzu: vice sindacoe assessore dei Servizi sociali.

Hansal Cristian Cabiddu: asses-sore della Cultura, Ambiente e Bi-lancio.

Giovanni Cadoni: assessore deiServizi tecnologici, Sport e Viabilità.

Cristiano Gabriele Meloni: as-sessore delle Attività produttive, Agri-coltura, Industria, Artigianato eCommercio, Problematiche ineren-ti la frazione di Nuraxi Figus.

Roberto Ballocco, assessore del-la Pubblica Istruzione.

Sergio Ciccu, assessore del Tu-rismo, Spettacolo, Lavoro e Forma-zione Professionale.

Con una clamorosa decisione sette consiglieri si sono dimessi

Gonnesa, Consiglio comunale “dimezzato”

In occasione della festa di SanValentino, è nata l’idea di or-ganizzare una pesca di bene-ficienza a favore del reparto

di Cardiologia del Sirai di Carbo-nia, per donare ai pazienti un tele-visore che dal salottino potesse re-galare un po’ di compagnia ed aiu-tare a distrarre i malati durante laloro degenza.

L’iniziativa è stata promossa dal-le classi prima B, prima C e quar-ta B della scuola primaria dell’I-stituto Comprensivo Satta di Car-bonia. Tutti si son dati un gran da

fare, affinché venisse venduto ilmaggior numero di biglietti possi-bile.

L’idea di far qualcosa per chisoffre e poter in qualche modo ren-dere le giornate dei pazienti rico-verati meno lunghe e noiose, ha fattonascere, tra i bambini, discussio-ni e riflessioni talmente importan-ti da “toccare il cuore...” lo stes-so cuore che curano nel repartodove è stata consegnata, proprioprima di Pasqua, la “tv dei bam-bini”.

Va sottolineato che il tutto è sta-

to possibile grazie alla partecipa-zione di alcuni sponsor: Sa Car-rubedda di Marco e Alessio, WineBar di Graziano e Sonia e B&BSa domu de Pasqualinu, che han-no messo in palio un premio per leprime tre coppie vincitrici del “SanValentino”, a cui poi si è aggiun-ta, per una quarta coppia, una se-rata al cinema...

In conclusione, è stata un’ini-ziativa che ha portato una venta-ta di buonumore all’insegna dellasolidarietà... bravi bambini!

Nadia Pische

Una pesca di beneficenza in occasione della festa di San Valentino

Un televisore alla Cardiologia del Sirai

Il sindaco di Gonnesa Pietro Cocco.

Bardilia Marra, Giuannica Putzu e Antonio Angioni.

IL NUMERO 281 5-8:IL NUMERO 181 3/10 07/05/15 02:13 Pagina 2

Page 6: Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu Carlo La Marca Gianluca Lindiri Maria Raffaela Matta Emanuele Pes ... Alfiero Pittoni

6 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 281 • 30 Aprile 2015

Bollettinodi guerran° 999,del Co-

mando Supremodelle Forze Arma-te Italiane, diffusoper radio il 18 feb-braio 1943: Bom-bardieri ameri-

cani hanno lanciato bombe dirom-penti su Cagliari, Quartu Sant’Ele-na, Gonnosfanadiga, causando gra-vi danni ad abitazioni civili e vitti-me tra la popolazione.

Era il primo pomeriggio di martedì17 di febbraio quando, squarciandola coltre di nubi, sfilacciata e strac-ciata da numerosi varchi, attraverso iquali filtravano pallidi raggi di un tie-pido sole invernale, sbucarono, comerapaci affamati, corruschi i velivoli conuna grande stella bianca dipinta sullafu-soliera.

Venivano avanti rombando e quan-do, le loro ombre furono sopra le ca-se, si aprirono i portelloni e dai capa-ci ventri metallici, caddero, sibilandonell’aria, le venefiche uova, seminan-do la morte e la distruzione nella tran-quilla comunità.

Con lo scoppio della guerra nelgiugno del ‘40, la Sardegna era di-ventata la principale base da cui silevavano in volo i velivoli italiani, dacaccia e da bombardamento, per col-pire i nemici, in terra e sul mare, di-venendo a tutti gli effetti una portae-rei stabile protesa sul Mediterraneo.

Per la vitale posizione geografica, edi conseguenza strategica, dell’Isola,qualche mese prima dell’entrata inguerra dell’Italia, erano stati appron-tati in Sardegna diversi campi d’avia-zione, e tra questi quello di Trunconi,in territorio di Villacidro, era il piùgrande ed importante, per il numerodi bombardieri e caccia che potevaospitare e movimentare.

Trunconi era il nome della pianu-ra individuata per la costruzione delcampo d’aviazione, il n° 9, che si esten-deva da Funtana Stasi a Pimpidu, sinoalla fattoria del Re, e di qui, sino as’Acqua Cotta. Le piste erano in ter-ra battuta ma lunghissime ed orienta-te in modo da permettere decolli edatterraggi con venti provenienti da di-versi quadranti.

La prima missione, il 15 giugno1940, venne portata a termine dai ve-livoli dell’ottavo stormo con 6 SavoiaMarchetti S 79 “Sparvieri”, i temi-bili trimotori chiamati dai britannici,con il nomignolo “gobbo maledetto”,con obiettivo Ajaccio in Corsica.

Da allora l’aeroporto continuò adessere operativo, inanellando missionidi bombardamento volte a colpire obiet-tivi militari tali da costituire un serioostacolo alle operazioni delle forze ne-miche.

è quindi perfettamente compren-sibile che, non appena le armate de-gli Angloamericani stabilirono basioperative nei territori del Nordafrica,avessero come obiettivi primari da col-pire, gli aeroporti della Sardegna e traquesti, anche quello di Trunconi.

Non appena raggiunto il pieno ecompleto controllo della costa gli ame-ricani concentrarono un’imponentequantità di velivoli da bombardamen-to, stabilendo una lista e un calenda-rio degli obiettivi da colpire.

17 febbraio 1943 - Gonnosfana-diga ore 5.30 del mattino.

Era ancora buio pesto quando donSeverino, neo parroco del paese, siscosse dal sonno uscendo da sotto lecoltri calde ed accoglienti, infilando-si rapidamente una vestaglia e saltel-lando in punta di piedi sul pavimen-to gelido per correre a cacciare i pie-di nelle pantofole di feltro, abbando-nate la sera prima al centro della stanza.

Appena oltre la porta, nello stanzinoche fungeva da studiolo, lo attendeva,poggiata sul piccolo scrittoio la tazzafumante del caffè e un pezzo di panetostato sulle braci del caminetto, chesua madre, che sentiva sfaccendare incucina, levatasi prima di lui, gli avevaamorevolmente preparato.

Severino era giovane ed era il par-roco del paese da poco tempo e cer-cava di fare del suo meglio con questisuoi paesani, un poco scorbutici nelcarattere ma, tutto sommato, buoni cri-

stiani, generosi e grandi lavoratori. Posò il ginocchio destro a terra e si

segnò recitando una preghiera, primadi addentare il pane con appetito gio-vanile.

Terminata la colazione, fece concalma le abluzioni mattutine conti-nuando a recitar le preghiere a fior dilabbra, poi indossò la tonaca sacer-dotale, strinse il collarino ecclesiasti-co intorno alla gola e lasciò la cano-nica per andare a celebrare la primamessa della giornata mentre già co-minciavano i rintocchi dalle campa-ne azionate dal sacrestano, che an-nunciavano la prima messa.

Ore 7.00 del mattino. Come ogni altro giorno lavorativo,

anche quella mattina Antonio si eraalzato di buon’ora, albeggiava appe-na, per aiutare suo padre, maistru Si-biriu nel lavoro di muratore.

Consumata la frugale colazione, siera avviato dietro il genitore per rag-giungere il posto di lavoro. Aveva 13anni di età.

Ore 7.30 del mattino.Le prime lame di luce si insinua-

vano dalle fessure degli scuri, quan-do Luigi Sogus, nove anni e qualchemese, noto con il nomignolo di fami-glia “boidu”, che distingueva la suacasata dalle altre sedici, con lo stessocognome, che vivevano nel paese, fusvegliato dalla mano di sua madre chegli scuoteva delicatamente, ma con fer-mezza insieme, la spalla che spuntavadalla coperta.

Mugolò ancora mezzo addormen-tato, poi il pensiero che non dovevaandare a scuola si fece subito stradanella sua mente, scacciando immedia-

tamente gli ultimi residui di sonno.Ormai diversi mesi che l’edificio

scolastico era inagibile perché era sta-to requisito dall’autorità militare inquanto era necessario ristrutturarloperché destinato ad ospitare un ospe-daletto militare per i soldati tedeschi, no-stri alleati, legati al Regio Esercito dal-l’inscindibile patto d’acciaio.

Da quando le scuole avevano chiu-so i battenti, il paese era pieno da mat-tina all’imbrunire delle voci acute deibambini i quali, liberi dagli obblighiscolastici, scorrazzavano liberamenteper le strade e i cortili del paese che ri-suonava dei loro schiamazzi.

Si alzò dunque Luigi con il cuoreallegro per la prolungata vacanza e conil pensiero volto agli amici che certa-mente già lo aspettavano nella via, fecerapidamente colazione con una bellatazzona di latte, scurito da un cucchiai-no di surrogato di caffè, prodotto conchissà quali varietà di cicoria tostatae, forbendosi le labbra con la manicadel maglione, scese nel cortile della ca-sa paterna in cui sostava, con il timone

levato verso il cielo, l’onnipresente car-ro, indispensabile strumento di lavo-ro per il contadino sardo e, per secoli,mezzo di locomozione per l’intera fa-miglia, capace di trasformarsi, alla bi-sogna, nella tracca, il carro delle festeche, opportunamente addobbato conghirlande di fiori e coperte di dama-sco, diveniva il cocchio con cui si rag-giungevano le chiese campestri o lepiazze delle sagre patronali dei paesivicini.

Ore 8.00 Gonnosfanadiga.Anche Antonio Garau, coetaneo di

Luigi e suo amico fin dalla più tene-ra età, si era levato di buon umore alpensiero di non dover andare a scuolae, benché a nove anni fosse di già unbambino assennato e studioso, quel-la prolungata vacanza non gli era sgra-devole, dato che gli permetteva di gio-care per buona parte del giorno con i

suoi coetanei. Aveva appena consumata la frugale

colazione quando lo raggiunse il fi-schio di richiamo dei piccoli amici chelo attendevano in strada pronti ad ini-ziare una lunghissima partita tirandocalci alla palla ricavata da stracci stret-tamente legati tra di loro a formare unaapprossimativa sfera, succedanea pae-sana del pallone di cuoio.

Algeria.Già prima che fosse consolidata

la conquista dell’africa del Nord, gliAngloamericani avevano messo a pun-to un piano di bombardamenti studia-to per fiaccare la resistenza e la capa-cità bellica delle forze dell’Asse.

All’interno di questa strategia ladodicesima armata aerea americanaaveva programmato per il giorno 17

febbraio una complessa ed articolataoperazione di bombardamento dellebasi aeree della Sardegna, con l’impie-go di un numero rilevante di velivoli:

- due gruppi di bombardieri pesantiquadrimotori B 17, noti come FlyingFortress (Fortezze Volanti)

- Un gruppo di bombardieri medibimotori B 26 Marauders

- Un gruppo di bombardieri medibimotori B 25 Mitchell

- caccia pesanti P38 per la scortaai bombardieri.

Per un totale di 135 aerei.I B 17, bombardieri quadrimotori a

lungo raggio, erano chiamati “fortezzevolanti” per l’armamento difensivo dicui erano dotati oltre, ovviamente, ilcarico imponente di bombe che eranoin grado di trasportare e scaricare sul-l’obiettivo: 13 Browning M2 calibro 50BMG (12,7 mm), in grado di far fuo-co in tutte le direzioni, verso l’alto esotto il velivolo, più 3.600 kg di bombedi diversa potenzialità.

I B 26 erano bombardieri a medioraggio dotati di due motori, armati con

6 mitragliatrici da 12,7 mm, in gradodi trasportare bombe fino a 1.360 kg.

I B 25 erano dei bimotori da bom-bardamento dotati di ben 12 mitra-gliatrici da 12,7 mm, in grado di tra-sportare 1.360 kg di bombe per oltre2.700 chilometri.

Di scorta erano i celebri caccia pe-santi P 38, in grado di coprire distanzefino a 3.700 km, armati con due mi-tragliatrici da 12,7 mm e un cannonci-no da 20 mm.

Algeria 17 febbraio 1943 - Ore12.20.

Venti minuti dopo mezzogiorno ilprimo quadrimotore, spingendo al mas-simo i motori, dopo una lunga corsasulla pista di terra battuta di Biskra, sisollevò levando una grande nube dipolvere, seguito subito dopo da altri 23che, unitisi ai 25, decollati alle 12.24da Ain M’ilila, scortati da 26 caccia,si diressero verso il Sud della Sarde-gna con obiettivo la città di Cagliarie l’aeroporto di Elmas.

Ore 13.10 - Aeroporto di Ber-teaux.

Dodici B 25 Mitchell appartenential 310° bomb group decollarono rom-bando alla volta della Sardegna.

Ore 13.10 - Pista di decollo diTelergma.

Una seconda formazione di di-ciassette B 26 Marauders, apparte-nenti al 17° bomb group, si alzò in vo-lo ma, dopo pochi minuti di volo, duebombardieri, rientrarono alla base perproblemi tecnici, proseguirono quin-di il volo, 27 bombardieri in rotta versol’obiettivo comune costituito dall’ae-roporto Trunconi in prossimità di Vil-lacidro, con la scorta dei P 38 decol-lati dal campo di Telepthe.

Capo formazione dei B 26 era ilCapitano Joseph R. Klein, secondopilota il generale Doolittle, che, in qua-lità di comandante in capo del 12° AirForce, faceva un volo di ispezione pervisionare personalmente il territorionemico e verificare il comportamentodei mezzi e degli equipaggi, dato che sitrattava della prima missione di bom-bardamento sulla Sardegna effettua-ta dalle forze al suo comando.

Ore 14.00. I grossi quadrimotori arrivarono

sul cielo della Sardegna, provenendoda Sud/Ovest e si disposero in for-mazione da bombardamento, ma suCagliari le condizioni di visibilità nonerano favorevoli per individuare gliobiettivi da colpire. Le nubi sono fit-te in alcune zone, si aprono in estem-poranee schiarite in altre.

Ore 14.06.In città le sirene diffondono il lo-

ro fischio lacerante di allarme. Gli abitanti, i pochi rimasti, corro-

no verso i rifugi; a 7.000 metri di quota,24 B 17 sganciano il loro carico dibombe a frammentazione poi, si al-lontanano senza poter controllare l’e-sito del bombardamento.

Ore 14.20.Ancora permaneva nell’aria il rom-

bo dei motori degli aerei in allonta-namento, quando arrivarono, sulla cit-tà già devastata, le venti fortezze vo-lanti del 97° bomb group. I B 17 ave-vano vagato, senza individuare i lorobersagli. Si ignora se Elmas fosse l’o-biettivo del 97° o del precedente grup-po. Si sa solo che non sganciarono illoro carico mortale, impediti dalla nu-volaglia bassa che nascondeva la vi-sta del suolo.

Nonostante l’imprecisione dei pun-tatori americani, si contarono 96 mortia Cagliari e 8 a Quartu Sant’Elena.

Erano da pochi minuti trascorse leore 14.00 quando la formazione di bi-motori da bombardamento, B 26, ar-rivando dall’Algeria, giungeva in vistadelle coste sarde, sorvolando l’isola diCarloforte e il capo Spartivento. Giuntilungo la costa per orientarsi e indivi-duare il proprio obiettivo, sorvolaronol’aeroporto di Elmas dove, secondo ilrapporto redatto dal comandante dellamissione, furono avvistati un centinaiodi idrovolanti.

Volando sulla terraferma i pilotiamericani dovettero constatare un au-mento della nuvolosità, in particola-re sul campo di Villacidro, ove con-tarono circa sessanta aeroplani da tra-sporto ma per l’addensarsi delle nubipreferirono spostarsi verso il bersagliosecondario di Decimomannu sul quale

scaricarono il loro carico di bombecausando la distruzione di un nume-ro imprecisato di velivoli. Nel corsodella missione due bombardieri furo-no danneggiati dalla contraerea edentrarono in collisione tra di loro pre-cipitando al suolo tra i paesi di Samas-si e Nuraminis.

Dagli aerei in volo, gli americani,contarono cinque paracadute e riten-nero fosse quello il numero dei so-pravvissuti; in realtà tutti i membri deidue equipaggi si salvarono e venne-ro fatti prigionieri. I piani di volo deidue velivoli abbattuti, recuperati dal-le autorità italiane, confermarono chel’obiettivo principale era l’aeroportodi Trunconi.

Dodici B 25 Mitchell, con i 15 P 38di scorta vagarono per diversi minu-ti sulla coltre di nubi alla ricerca va-na dell’aeroporto di Villacidro poi,

improvvisamente, attraverso uno squar-cio nella coltre di nubi, il capo forma-zione intravide una lunga, diritta stri-scia bianca fiancheggiata da costru-zioni, che, a lui, parve una pista per ae-romobili e subito dopo puntò il suo ap-parecchio verso il bersaglio individua-to, seguito dagli altri B 25 e dai cacciache picchiarono dietro i bombardierifacendo fuoco con le mitragliere.

Gonnosfanadiga ore 14.45.Luigi aveva pranzato in tutta fret-

ta, nonostante il gagliardo appetito, dicui allora godeva, per la fretta di rag-giunge i suoi compagni di gioco chegià lo attendevano nel cortile.

Addentata, dunque, una bella me-la, rossa e grossa, corse fuori dove al-cuni bambini giocavano con grandeimpegno, facendo tintinnare sulle pie-

tre dell’acciottolato le monetine, cherisparmiate, una ad una, ora cercava-no di moltiplicare gioghendi a dinai,giocando a soldi.

Luigi si immerse subito nel gio-co, scommettendo su quale faccia lamoneta sarebbe ricaduta, una voltalanciata in aria, una sorta di testa ocroce che nel Campidano era sostitui-to da Cruxi o Krastus, ovvero Croceo Castro, dove castro sta per castello,che erano poi le figure incise sulle duefacce di antiche monete, chiamateSerdenas.

Le monetine vinte si accumulava-no nella piccola mano sinistra, chiusaa pugno, di Luigi sempre più infer-vorato nel gioco, poi, ad un tratto unlontano ronzio che si tramutò presto inun rombo sempre più forte, mentre ibambini, dimentichi delle monetine aterra, sollevavano i visi all’insù, versoil cielo da cui proveniva il rombo.

Per osservare meglio gli aeroplaniche sorvolavano il paese, il gruppodi ragazzini corse fuori dal cortile,varcando il grande cancello; ed ec-

coli spuntare dalle nubi in direzionedel monte Linas, bassi sulle colline treaeroplani e poi altri tre e altri tre ecosì di seguito.

Erano i dodici bombardieri B 25Mitchell insieme ai grossi caccia discorta con le code biforcute, lucenti eminacciosi laceravano l’aria con unrombo sempre più forte; Luigi arrivòa contarne fino a 17, poi ci fu un fra-gore fortissimo ed improvviso, accom-pagnato da un lampo di luce.

Improvvisamente sordo per il fra-gore, ancora a testa in su, con la boc-ca aperta, vide gli apparecchi compie-re una stretta virata verso levante e poici fu ancora il rumore fortissimo piùlontano, ma questa volta seguito daaltri scoppi, uno dopo l’altro, mentreuna nube di fumo nero si levava sulpaese tra gli schianti dei crolli e le urladei sopravvissuti.

Terrorizzati dall’esplosione improv-visa, accompagnata dal crepitio delleschegge che si frantumavano contro imuri delle case, il gruppo di bimbi sidisperse, correndo a cercare un riparo,una persona che potesse rassicurarli.

Luigi, con i capelli imbiancati dal-la polvere, si infilò nella bottega po-co distante del barbiere.

Il fratello più piccolo era scappatovia per primo, velocissimo e in lacrime,verso casa.

Appena dentro, al barbiere, con lacasacca bianca della sia professione,bastò una rapida occhiata per notareil sangue che gli bagnava il maglione:

Sei ferito? - chiese preoccupato -sei sporco di sangue nella schiena enel fianco.

Fu allora che Luigi sentì, come una

lieve pressione appena sotto il costato,sulla parte sinistra, vi passò la manoe sentì un tintinnio, come di una mo-neta che cadesse sul pavimento. Sivoltò a guardare mentre il barbiere sichinava sulle mattonelle e subito sirialzava tenendo fra due dita un pez-zo di ferro, acuminato da un lato e ar-rotondato dall’altro, sporco di sangue:una scheggia metallica, aveva laceratoi vestiti e si era piantata, dalla partesmussata nel fianco di Luigi, senza cheil bambino avvertisse alcun dolore.Il barbiere che era anche un po’ cava-denti e un po’ chirurgo, gli tolse il ma-glione e la camiciola, lavò e disinfet-tò la ferita incurante degli alti strilli cheemetteva. Fasciò quindi strettamente laparte ferita e affidò Luigi alle cure del-la sorella, di poco più grande, che nelfrattempo era sopraggiunta, e che ac-compagnò subito il fratellino verso ilposto di medicazione, in via di allesti-mento da parte dei militari, in unacasermetta in periferia del paese.

72 anni fa i bombardieri americani lanciarono bombe dirompenti sull’Isola, causando gravi danni e vittime tra la popolazione

Gonnosfanadiga, il 17/02/1943 la morte arrivò dal cieloCon lo scoppio della guerra, nel giugno del ‘40, la Sardegna era diventata la principale base da cui si levavano in volo i velivoli italiani.

Gli aerei P38 di scorta alle formazioni. Una panoramica odierna di Gonnosfanadiga.

I bombardieri B26 Marauders. Antonio Garau e Luigi Sogus.

Giuseppe Mura.

1 - continua

IL NUMERO 281 6-7:IL NUMERO 181 3/10 07/05/15 02:35 Pagina 1

Page 7: Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu Carlo La Marca Gianluca Lindiri Maria Raffaela Matta Emanuele Pes ... Alfiero Pittoni

7La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XX • N° 281 • 30 Aprile 2015

Ci sono occasioni nelle quali è possibile rendersiconto del fatto che esistono ancora persone sen-sibili alle necessità dei più bisognosi e dei piùdeboli. Grazie alla collaborazione e alla sensibi-

lità di alcune persone concrete, infatti, si è potuto prov-vedere alla spedizione di un’ambulanza per il servizio diPronto soccorso da regalare al nuovo ospedale di Leseru,costruito a diversi chilometri da Eldoret (Kenya). L’am-bulanza porterà certamente soccorso e una luce di spe-ranza nella cittadina africana. L’arrivo di questo veicoloè stato di vitale importanza in quanto sarà possibile aiu-tare concretamente uomini, donne e bambini di questapopolazione.

Un esclusivo ringraziamento va fatto a tutte le personeche hanno collaborato affinché si potesse concretizzare ladonazione. Grazie all’interessamento del sig. Giacomo Pia-cenza, il mezzo precedentemente donatogli dall’AVAS diSant’Antioco, è stato “rimesso a nuovo” gratuitamente dal-l’officina meccanica “Novocar“ del sig. Marco Satta diNuxis e successivamente spedito.

Affinché il mezzo potesse essere imbarcato, è altresìdoveroso ringraziare anche il sig. Maurizio Armandi, pre-sidente dell’associazione di volontariato Solidaria di Ge-nova e intermediario nei confronti dell’armatore sig. Igna-zio Messina di Genova (proprietario della nave).

L’ambulanza è stata quindi trasferita dalla città di Car-bonia (il meccanico Massimo Piacenza ha messo a di-sposizione la targa prova e ha svolto altri servizi a favo-re della spedizione) al porto commerciale di Genova, dacui è stata imbarcata verso il canale di Suez, fino al portodi Mombasa e, dopo lo sdoganamento, condotta al vil-laggio di Leseru, in Kenia. Si sottolinea che la ditta delsig. Ignazio Messina ha compiuto il trasporto marittimogratuitamente.

è opportuno ringraziare, infine. coloro che si sono ado-perati in prima persona affinché insieme all’ambulanza fos-sero inviati anche beni mobili, attrezzature biomedicali,elettromedicali, apparecchiature mediche, dispositivi me-dici, medicinali, computer, stampante e vestiario di diversogenere.

Nella ferma convinzione che la bontà e la generositàmanifestata salverà molte vite umane, ringraziamo tutti co-loro che, pur non volendo essere citati, hanno collaboratoaffinché l’iniziativa di solidarietà raggiungesse il suo sco-po, ossia aiutare e venire incontro a chi lotta per soprav-vivere, perché, come amava ripetere San Luigi Orione,“solo la carità salverà il mondo”.

Un ultimissimo doveroso ringraziamento, ma non perquesto meno importante, va fatto anche al nostro parro-co don Gianni Cannas che ha abbracciato interamentel’iniziativa.

Questa notizia ha una sola finalità e cioè dimostrare

che, nonostante la crisi economica, devastante nel nostroterritorio, è possibile, concretamente, aiutare le personemeno fortunate di noi, dimostrando quindi che la generosi-tà e la solidarietà di alcune persone concrete può varcaretranquillamente i confini locali e nazionali (e non è la primavolta) aiutando in modo fattivo una popolazione meno for-tunata della nostra.

L’ambulanza rimessa a nuovo, senza dubbio non piùattuale e un po’ “vissuta”, potrà comunque avere altre pos-sibilità di essere utile presso il nuovo ospedale africano diLeseru, percorrendo ancora chissà quanta strada su tragitticosì diversi e così lontani dai nostri.

Gina Satta

Il grande gesto di solidarietà giunto dal Sulcis aiuterà concretamente uomini, donne e bambini di una comunità del Kenia

Un’ambulanza da Carbonia all’ospedale di LeseruRicevuto in dono dall’associazione AVAS di Sant’Antioco, il mezzo è stato “rimesso a nuovo” grazie all’opera di tanti volontari.

èon line il nuovo bando del-l’unico concorso italianodi world music, il “PremioAndrea Parodi”, organiz-

zato per l’8° anno dall’omonima Fon-dazione e la cui fase finale è previstaa Cagliari dall’8 al 10 ottobre, con ladirezione artistica di Elena Ledda.

Il concorso del “Premio AndreaParodi” intende valorizzare le nuo-ve tendenze nell’ambito della mu-sica dei popoli o “World Music”,ovvero proposte che attingono alletradizioni culturali ma le rinnovanoe contaminano. Le domande di iscri-zione al concorso dovranno essereinviate entro e non oltre il 31 maggio2015, tramite il format presente suwww.fondazioneandreaparodi.it(per informazioni: [email protected]).

Dovranno contenere:2 brani (2 files mp3, provini o

registrazioni live o realizzazioni de-

finitive);testi ed eventuali traduzioni in ita-

liano dei due brani;

curriculum artistico del concor-rente (singolo o gruppo);

Per iscriversi occorre essere mag-

giorenni e autori o coautori del bra-no in gara. Il concorso è gratuito edaperto ad artisti di tutto il mondo.

La Commissione artistica istituitadalla Fondazione selezionerà, in ma-niera anonima, da otto a dodici fina-listi e, per ciascuno di essi, sceglie-rà il brano in gara tra i due proposti;i finalisti si esibiranno al festival“Premio Andrea Parodi” 2015, da-vanti a una Giuria Tecnica (addetti ailavori, autori, musicisti, poeti, scritto-ri e cantautori) e a una Giuria Critica(giornalisti). Entrambe le giurie, co-me negli scorsi anni, saranno compo-ste da autorevoli esponenti del settore.

Le precedenti edizioni sono statevinte nel 2014 da Flo (Campania),nel 2013 da Unavantaluna (Sicilia),nel 2012 da Elsa Martin (Friuli), nel2011 da Elva Lutza (Sardegna), nel2010 dalla Compagnia Triskele (Si-cilia), nel 2009 da Francesco Sos-sio (Puglia).

On line il bando dell’ottava edizione del concorso di world music

Verso l’VIII “Premio Andrea Parodi”

Il 28 febbraio 2015 diverse asso-ciazioni culturali con le loro am-ministrazioni municipali di Al-bona (in croato: Labin), di Arsia

(in croato: Raša) e di Trieste hannoorganizzato numerose manifestazio-ni e cerimonie commemorative per il75° Anniversario della Tragedia Mi-neraria di Arsia avvenuta il 28 feb-braio 1940. Per questo evento già vi fuun importante contributo con la pre-cedente pubblicazione del libretto“Arsia 28 febbraio 1940”, edito, siain lingua italiana sia in croato, per itipi del Circolo di cultura istro-vene-ta “Istria” nel 2007. Ancora più in-teressante è la recente edizione inti-tolata Arsia 28 febbraio 1940 - la piùgrande tragedia mineraria italiana (pro-mossa dall’Associazione culturale “AdUndecimum”), nella quale vi sonopure elenchi completi dei 185 mina-tori morti identificati, più altri 2 de-ceduti non identificati, tutti di citta-dinanza italiana (superiore ai 137 ita-liani periti nel disastro di Marcinel-le, in Belgio), di cui una cinquantinasarebbero stati sardi secondo alcunistorici, in realtà però la maggior par-te di essi non furono nostri corregio-nali ma semmai erano “continenta-li”, considerati sardi perché prove-nienti dal bacino carbonifero di Car-bonia e del Sulcis.

Pochi sanno che la maggiore tra-gedia mineraria mai avvenuta in Ita-lia si è verificata ad Arsia (in croato:Raša; in ciacavo: Aršija), nell’Istriasud-orientale, allora territorio italiano,dopo la seconda guerra mondiale di-ventato jugoslavo e poi croato. Il di-sastro minerario di Arsia avvenne il28 febbraio 1940 intorno alle ore 4.30del mattino, e alle ore 4.45, mezz’oraprima dalla fine del turno di lavoro,accadde la deflagrazione con una se-rie di boati molto forti nel quindice-simo livello della cosiddetta “Ca-mera 1” (a circa 240 metri sotto l’im-bocco del giacimento) del Pozzo Car-lotta (in croato: Karlota) nella Mi-niera di Càrpano (in croato: Krapan),località tra Arsia e Albona; ci fu unoscoppio che causò un’ondata esplo-siva che si estese in sotterraneo ai li-velli 15, 16, 17 e 18. Un incendio dipolvere di carbone provocò esplo-sioni, in sequenza di tempo ravvici-nata, suscitate da una fuoriuscita digas e di grisù, le cui conseguenze siestesero tanto dal basso verso l’alto,in tutti i sotto-livelli, quanto in sensoorizzontale, attraverso le gallerie dicollegamento in prossimità dei for-nelli. Si verificarono così nelle gal-lerie e nei cantieri crolli degli am-bienti, materiali proiettati, una nubead alto contenuto tossico provocandola morte di 187 minatori, deceduti sot-to le macerie, e il ferimento di 146 ope-rai (tutti sudditi del Regno d’Italia madi nazionalità italiana, croata e slo-vena), ricoverati all’ospedale di Pola.La fiammata provocata dall’esplo-sione si irradiò nelle gallerie e neicantieri, investendo la massa dei la-voratori che defluirono e procurandocrolli, franamenti, proiezione di ma-teriali e l’invasione nei cantieri con-tigui da parte di una nube ad alto con-tenuto di ossido di carbonio. Intos-sicazione, ustioni, lesioni procuratedagli effetti dinamici dell’esplosio-ne furono le cause di morte dei mi-natori. Vi furono, inoltre, dei crolli,anche a causa delle armature co-sti-tuite da quadri di legno, che alimen-tarono gli incendi della polvere dicarbone. Le centine di legno cedet-tero e non riuscirono ad impedirequesti crolli, che hanno investito moltiminatori, rendendo le operazioni disoccorso lente e difficoltose. Il puntopreciso della prima esplosione non fumai individuato. Se le conseguenzenon furono più drammatiche lo si do-vette al fatto che molti operai si eranogià avviati alle zone di uscita. Moltidegli scampati soffrirono dei sinto-mi di avvelenamento, per le ferite ele contusioni.

Il lugubre suono delle sirene pre-cedette i primi soccorsi che furonoprestati dal personale in entrata o daquello uscente che era stato in gradodi raggiungere l’imbocco della mi-

niera. Le squadre di salvataggio ini-ziarono ad entrare all’interno dellazona incidentata solo dopo le 6,00.Le squadre di soccorso entrarono nel-la galleria di imbocco a Càrpano conmaschere antigas e con attrezzaturenecessarie agli sgomberi, uscirono isopravvissuti, molti dei quali feriti esoprattutto ustionati. Le operazionidi recupero delle salme, lo sgombe-ro e il risanamento delle gallerie edei pozzi, le sistemazioni di sicurez-za continuarono nei giorni successi-vi. Gli effetti morali dell’incidente eil risentimento per le inadempienzedella direzione mineraria in materiadi sicurezza furono notevoli fra glioperai. La ripresa del lavoro da partedelle maestranze avvenne lentamen-te (a tre settimane dal disastro, gli ope-rai si astennero ancora dall’entrare inminiera). Tutto ciò, nel clima impostodal regime di allora e in un contestodi accelerazione della produzione aifini di una guerra imminente, com-

portò non poche preoccupazioni nel-le forze di sicurezza e all’interno delpartito fascista, che dispiegarono tut-te le misure praticabili per l’ordinepubblico e per l’assistenza. Le opera-zioni di recupero delle vittime, quin-di, a causa delle difficoltà nel reperi-mento dei corpi richiesero proprio piùgiorni e si protrassero fino al 12 mar-zo. Nel frattempo si erano celebrati ifunerali che, per l’alto numero dellevittime, si erano svolti in più riprese,prolungando lo strazio e il lutto dellacollettività coinvolta, concentrata perlo più nell’Albonese, ma estesa anchead altre località dell’Istria e perfino dialtre zone d’Italia. Le proteste mag-giori riguardarono soprattutto l’at-trezzatura impiegata per l’attivitàestrattiva non sempre tecnicamenteadeguata, spesso causa di possibiliincendi e crolli; così le armature dilegno, riutilizzate spesso più volte finoalla putrefazione, e sistemate nelle gal-lerie sotterranee, non furono mai so-stituite con armature in metallo, so-stituzione sempre rifiutata dalla di-rezione mineraria la quale generò per-manentemente rapporti conflittualicon i lavoratori. Così la protesta deiminatori si concretizzò, invece, nel-l’astensione dal lavoro per tre setti-mane del 40% di essi; molti lavora-tori preferirono licenziarsi, interrom-pendo la produzione di carbone percirca un mese, causando gravi pro-blemi all’economia dell’Italia di allo-ra. Già anni prima i lavoratori di Al-bona avevano conosciuto nel marzo1921 l’episodio storico, noto in Ita-lia come “biennio rosso”, qui defini-to come “Repubblica di Albona”, distampo sovietico organizzata conl’occupazione delle miniere e la loroautogestione da parte dei minatoricon lotte sindacali e politiche di tiposovietista, organizzate anche conschieramenti di minatori armati de-nominati “guardie rosse”. Tutto ciòa causa di una condizione umana edesistenza particolarmente dura, per-ché derivante da una sopravvivenzaincerta e da una continuità del lavoropiuttosto precaria.

Per evitare rappresaglie e vendettealcuni tecnici minerari, invece, ac-cusati di essere i veri responsabili deldisastro, così come i soccorritori del-le squadre di salvataggio, ritenuti col-pevoli per inadeguatezza e poca tem-pestività, ripararono quasi subito inSardegna, dove lavorarono nelle mi-niere carbonifere del bacino di Car-

bonia e del Sulcis. Giorni dopo latragedia, anche il padre di Giulio Cuz-zi (uno degli autori delle pubblica-zioni sopraccitate) fu trasferito nellaminiera di carbone di Serbariu a Car-bonia, con le stesse mansioni di soc-corritore nelle squadre di salvataggioe di sicurezza. Tanti altri, invece, con-siderati colpevoli della tragedia mi-neraria, successivamente subirono levendette con gli infoibamenti inizia-ti verso la fine del 1943. Basti pensareche solo nella Foiba di Vines (in croa-to: Vinež) o Foiba dei Colombi (giàin territorio di Arsia ora di Albona) nelsettembre 1943 furono gettati nellavoragine carsica su settantadue italianiun ventina di dipendenti della SocietàAnonima Carbonifera Arsa del Grup-po A.Ca.I. (Azienda Carboni italiani),alcuni provenienti da Carbonia!

Ernesto Giorgi, infatti, il minatoredi Seravezza (Provincia di Lucca),che abitò prima a Bacu Abis e poinel Rione Lottobì di Carbonia, che

poco prima della sua morte (avve-nuta nel 2003) mi raccontò di esserestato testimone del sequestro di im-piegati e tecnici minerari operato dapartigiani titini nella Miniera di Poz-zo Littòrio d’Arsia, oggi Piedalbona(in croato: Podlabin), come l’ingegne-re minerario Picchiani o Picchioni Al-berto; mi riferì anche del minatoreTardelli Germano, entrambi toscani,dipendenti della Società carboniferaArsa, e infoibati a Vines, quest’ultimoproveniente da Carbonia come Gior-gi. Secondo la testimonianza del sig.Dario Sigon (nato a Fasana d’Istriama residente a Carbonia fino alla suamorte), i fratelli Macrì, Giuseppe eMichelangelo furono infoibati a Vi-nes; mentre Francesco fu assassina-to da partigiani titini a Santa Marinad’Albona (in croato: Sveta Marina),oggi Comune di Arsia, con altri 18italiani negli affogamenti collettivi,consistenti in grossi massi legati conuna corda al collo dei poveri sventu-rati che in questo modo venivano get-tati nelle profonde acque del Quar-nero. Tutti furono dipendenti dellaSocietà Arsa e i Macrì ebbero ancheparenti a Cortoghiana. Nella tragediadelle foibe, quindi, non vi furono so-lo gli italiani autoctoni di quei terri-tori del confine orientale d’Italia, maanche tantissime persone di altre re-gioni italiane (i cossiddetti “regni-coli”), sui quali si esercitò la maggio-re persecuzione e violenza perchépercepiti da numerosi slavi come oc-cupatori delle loro terre, i quali a voltecasualmente si trovarono in quellezone (in genere militari o pubblici di-pendenti trasferiti nella Venezia Giu-lia, in Istria o nella Dalmazia); ma nelcaso della Sardegna soprattutto mi-natori sardi e “continentali” prove-nienti da Carbonia e dal suo bacinominerario, per il particolare legameche vi fu tra il nostro bacino carbo-nifero e quello dell’Arsa con la ValPédena (Istria sud-orientale), già dalluglio 1935 con la costituzione del-l’A.Ca.I. (Azienda Carboni Italiani).In conclusione, credo che anche quia Carbonia, con una cerimonia pub-blica e con la collocazione di unalapide nella Miniera di Serbariu, sidebba ricordare questa immane tra-gedia di Arsia del 28 febbraio 1940,che coinvolse anche i minatori car-boniferi provenienti dal bacino mi-nerario del Sulcis e trasferiti in quel-lo dell’Arsa, nell’Istria sud-orientale.

Mauro Pistis

Il 75° anniversario della tragedia di Arsia del 28/02/40e il massacro dei dipendenti minerari di Istria

Flo, vincitrice del Premio nel 2014.

L’ingresso della miniera di Arsia. Una pubblicazione sulla tragedia.Dopo il successo dell’edi-zione 2014, arriva con al-tri 12 artisti la seconda edi-zione di 12x12, presenta-

ta da un gruppo di artisti cittadini epatrocinata dall’assessorato dellaCultura. Lo ha annunciato l’Ammi-nistrazione comunale di Carboniain una conferenza stampa. Le espo-sizioni si terranno anche quest’an-no presso la Saletta del Portico, adia-cente il Teatro Centrale di Carbonia.

L’assessore Loriana Pitzalis espri-me grande apprezzamento nei con-fronti di questa iniziativa, a dimo-strazione che c’è sempre un grandedesiderio di comunicare e promuo-vere l’arte nelle sue molteplici rap-presentazioni.

«La città - dichiara l’assessore -avrà l’opportunità di ammirare leopere di dodici artisti, opere moltointeressanti che esprimono, con for-za, la continuità di un ideale esteticocapace di rappresentare il territorioed il suo valore artistico e culturale.L’arte, attraverso le sue innumerevo-li espressioni, è innanzitutto impe-gno, è qualcosa di concreto, è il se-gno, la visione, il sogno di ogni ar-tista che si materializza in un qua-

dro, in una foto, in una scultura, inun’installazione».

L’11 aprile ha rotto il ghiaccio lamostra del giovane artista Luigi Bo-ve, che ha allietato il pubblico sino al17 aprile, dalle 18.00 alle 20.00.

“Zabaione... uova sbattute”,

questo il titolo della sua personaleche ha occupato lo spazio della sa-letta con svariati ed allegri colori,distribuiti su tele, fogli e tessuti, do-ve volti di curiosi personaggi hannodato vita alla singolare mostra.

Il prossimo artista sarà Vinicio

Porta, che esporrà dal 9 al 15 mag-gio, e poi a seguire Mariano Chelo(23-29 maggio), Nicola Obino (6-12 giugno), Larisa Serigina (20-26giugno), Shikanù (4-10 luglio), Rug-gero Soru (18-24 luglio), Carlo Gian-cola (1-7 agosto), Debora Diana (17-23 agosto), Luigi Angius (5-11 set-tembre), Barbara Cappella (19-25settembre). Per problemi tecnici lapersonale dell’artista Jenni Mocci èstata invece rimandata.

Un gran ventaglio di offerte arti-stiche, quello che anche quest’annola rassegna 12x12 offre ad un pub-blico sempre più attento, curioso diammirare le opere degli artisti, chetanto fanno per valorizzare l’arte e lacultura, in un momento socio-econo-mico tanto difficile che colpisce unnumero sempre crescente di persone,a cui sicuramente farà piacere di-strarsi con la bellezza e le emozioniche da sempre un capolavoro regala.

L’appuntamento, lo ricordo, è al-la Saletta del Portico, a Carbonia,presso il Teatro Centrale, dove si spe-ra... una pennellata di colore possaalmeno schiarire il tanto grigiore diquesti giorni di crisi...

Nadia Pische

è iniziata la seconda edizione della rassegna artistica del “Portico”

12x12, altri 12 artisti sulcitani in vetrina

Un’opera di Luigi Bove.

L’ambulanza donata alla comunità di Leseru (Kenia).

IL NUMERO 281 6-7:IL NUMERO 181 3/10 07/05/15 02:35 Pagina 2

Page 8: Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu Carlo La Marca Gianluca Lindiri Maria Raffaela Matta Emanuele Pes ... Alfiero Pittoni

8 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 281 • 30 Aprile 2015

Il 9 aprile si è svolto, presso ilCentro Culturale Comunale diVia Cattaneo, a Iglesias, un in-contro con Lorenzo Braina, pe-

dagogista, fondatore e direttorescientifico del CREA, Centro per laCreatività Educativa di Oristano. Laconferenza, organizzata e fortementevoluta dal gruppo di lavoro S.O.S.Famiglia e patrocinata dall’Ammini-strazione comunale e dalla Diocesidi Iglesias, si è rivelata subito ungrande successo per numero di par-tecipanti... insegnanti, educatori e ge-nitori.

All’apertura dei lavori ha preso laparola, un membro del gruppo, il do-cente Arnaldo Scarpa, che ha presen-tato il dottor Lorenzo Braina, per laprima volta ad Iglesias.

Sono bastate poche frasi e il pe-dagogista, ormai noto a livello regio-nale e notevolmente richiesto, tanto datenere almeno una o due conferenzeal giorno, ha catturato l’attenzione deipresenti.

Terzo di tre figli, due dei quali tantocercati, Lorenzo narra di sé come diun bambino e poi di un ragazzo nonmolto concentrato nello studio e nel-le attività scolastiche... e forse pro-prio dalla sua storia nasce la voglia didimostrare a chiunque abbia una qual-che responsabilità educativa che «cisi può salvare dal perdersi» e provareper riuscire a trovare «chi e che cosain mezzo all’inferno, inferno non è»!

Suscitare commozione e risate èper lui estremamente facile... un in-contro di storie che la sanno lunga suldimostrare l’obiettivo finale di ognieducatore: diventare inutile, propriodopo esser stato tanto utile.

Un dato triste, purtroppo, ci rac-conta che 4 ragazzi su 10 abbando-nano la scuola prima del diploma ese questo accade è necessario opera-re e lavorare alla ricerca della causa.Braina è convinto del fatto che «l’e-ducazione sia il giusto equilibrio tral’etica e l’estetica... se educhi solo colbello non basta, ma non basta nean-

che se educhi solo col giusto... solopiacere o solo dovere non bastano. Ibambini questo lo avvertono, così co-me sentono se hai veramente deside-rio di cura per loro».

Commuove Lorenzo, a questo pro-posito, quando racconta di quel pa-dre pastore, all’apparenza freddo mache nel silenzio delle parole dimostracon piccoli gesti di essere un grandepadre... come quando faceva pianola mattina presto per non svegliare ifigli, accendeva il fuoco per farglitrovare la cucina calda al loro risve-glio e nella notte, mentre dormivano,

accarezzava i loro capelli... un gran-de padre che amava in silenzio.

Un racconto che tocca il cuore, peressere subito seguito da aneddoti di-vertenti che ci fanno rientrare in quel-le situazioni che narra, una volta co-me genitori e un’altra come insegnan-ti. Di sicuro, il dottor Braina sa comeindirizzarci a riflettere, a rimettere sem-pre in gioco il nostro equilibrio, a farcisentire sempre in discussione, adultiche vogliono confrontarsi.

Le sue esperienze sono state messe

nero su bianco su diversi testi scrittinel corso degli anni e dei suoi incon-tri nei quali ha intervistato ed osser-vato educatori ed insegnanti, ma an-che alunni delle scuole superiori.

Al termine della sua relazione,tutti i partecipanti sono stati invitati amettere per iscritto su un post-it, unaparola o una frase che, metaforica-mente parlando, “si porteranno via”,memore di un’esperienza di riflessionee crescita di una sera condivisa traeducatori che hanno trovato il tempo,perché lo hanno fortemente voluto, diincontrarsi in un momento in cui tutti

vanno troppo veloci e dove, invece,sarebbe bene soffermarsi di più per fartesoro di tutto quel che succede quan-do storie di vita si intrecciano e forsenon sono poi tanto diverse tra loro.

Lorenzo Braina conclude la serataleggendo uno stralcio da un suo te-sto... ed io mi porto via una sola fraseda regalare a voi... «Vorrei ci fosse unmare calmo per ogni bambino»... spe-rando che vi emozioni almeno quantoha emozionato me.

Nadia Pische

Il pedagogista Lorenzo Braina per la prima volta a Iglesias, per un incontro organizzato nel Centro Culturale di Via Cattaneo

«Vorrei un mare calmo per ogni bambino»«Un incontro di storie che la sanno lunga sull’obiettivo finale di ogni educatore: diventare inutile, proprio dopo esser stato tanto utile.»

Lorenzo Braina.

Pantheon su-merico - Reli-gione politeistadei Sumeri, po-polo non semi-tico presente inMesopotamiaprima del 3.500a.C. - Nelle lorocittà stato rivali

tra cui Ur, Eridu e Uruk le maggioridivinità personificavano le forze dellanatura: la triade cosmica era rappre-sentata da An (supremo dio del cie-lo), Enlil (signore della tempesta),Enki (signore della terra e delle ac-que dolci). Inanna era la dea dellepassioni (amante del pastore Dumu-zi), Tammuz (Adone) il dio che muo-re e risorge. Il re era considerato am-ministratore del dio, vero sovrano, ecelebrava il culto, ma il sommo sa-cerdozio era talvolta separato dal po-tere politico e tenuto da una donna.La lingua fu la prima ad essere scrit-ta in caratteri cuneiformi sillabici. Itesti letterari quasi tutti trovati a Nip-pur, comprendono poemi mitologicio epici (ciclo di Gilgamesh), composi-zioni sapienzali, inni alle divinità. Ipiù antichi inni alle divinità sumeri-che sono della sacerdotessa Enheduan-na vissuta tra il 2285 ed il 2250 a.C.I Sumeri conosceva sistemi d’irriga-zione molto efficaci ed erano sapientinella lettura del cielo stellato.

Giainismo - Religione nata nellaValle dell’Indo 3000-1500 a.C. mol-to complessa, in pratica una filoso-fia di vita. Prende il nome dall’ulti-mo dei 24 profeti: Jina, il vittoriosoè l’epiteto dell’asceta Vardhamanao Mahavira (540-468 a.C) che pre-dicò la non violenza e la retta con-dotta comprendente la cura per glianimali. Oltre la retta condotta, altriquattro voti: non mentire, non ruba-re, castità, rinuncia al possesso.

Politeismo greco - Concetto cul-turale iniziato a metà del secondomillennio con la fioritura dell’età mi-cenea (Atene, Sparta, Argo, Micene,Tirinto, Pilo) che giunta a Creta scon-volse la civiltà minoica. Il Pantheongreco ci è stato tramandato da Ome-ro. Per tradizione gli dei vivevano sulMonte Olimpo, a volta apparivanoagli umani, Zeus ne era il padre odivinità suprema, dio del cielo e deifenomeni atmosferici. Gli dei prin-cipali erano: Poseidon, Ares, Athena,Ermes, Ebe, etc.

Ebraismo - Religione monotei-sta degli Ebrei fondata sull’alleanzatra Dio e Abramo con tutto il suo po-polo - Testo sacro la Bibbia (1700a.C.) - Abramo XVIII sec. a.C. - Mo-sè XIII sec. a.C. . Ebrei: popolazionesemitica emigrata con la famiglia diAbramo dalla Mesopotamia, arriva-ta in Palestina nel sec. XVIII doveha condotto varie guerre di confine.Parte degli Ebrei emigrò in Egitto al-l’epoca in cui governavano gli Hyk-sos e furono resi schiavi. Mosé, nel-la metà del sec. XIII li organizzò inpopolo. Le 12 tribù, dopo l’esodo dal-l’Egitto si stanziarono in Palestinaall’epoca dei Giudici (Saul, Davide,Salomone). In seguito subirono scon-fitte e deportazioni ad opera degliAssiri e dei Babilonesi. Sotto il re-gno persiano e nell’età dei profeti, gliEbrei tornarono in Palestina (edittodi Ciro 538 a.C) e ricostruirono il tem-pio. Furono assoggettati da Alessan-dro ed in seguito dai regni ellenisti-ci dei Tolomei e dei Selucidi. La ri-volta dei Maccabei nel 168 a.C. ria-

pre il ciclo dell’indipendenza soffo-cata dai Romani (Tito nel 66-73 eAdriano nel 132-135). I 18 secoli suc-cessivi sono storia della diaspora ebrai-ca. Attualmente gli Ebrei sono 17 mi-lioni divisi in Ashkenaziti di linguajiddish (Germania, Polonia, Russia,etc.) e Sefarditi di origine iberica (Olan-da, Turchia, Nord Africa, Italia, Pe-nisola Balcanica). Le casistiche eticorituali,o raccolta di leggi orali ebrai-che, sono raccolte nel Talmud o Mi-shnah (secc. II. III, V).

Mazdeismo o Zoroastrismo -Si fonde sul dualismo tra il bene e ilmale. Testo sacro Avesta pervenutonel III sec d.C. ma scritto in linguapahlavi (Iran) nel 1000 a.C. Zoroa-stro era originario dell’attuale Azer-baigian. Tra i concetti principali delloZoroastrismo: la perfetta parità tra don-na e uomo, condanna dell’oppressio-ne tra esseri umani compresa la cru-deltà verso gli animali e sacrificio dianimali. L’uguaglianza di tutti gli es-seri senza distinzione di razza o cre-do religioso, rispetto totale verso ognicosa e grande rispetto per la natura. Fula religione del regno persiano, so-praffatta dall’espansionismo dell’I-slam. I Parsi sono gli attuali fedeli diquesta religione, confinati in India.

Politeismo romano - Deriva daquello greco. è iniziato nel VI sec.a.C con l’assorbimento della civiltàetrusca e si è evoluto gradatamentesostituendo nome greci degli dei (Gio-ve anziché Zeus. Athena divenne Mi-nerva, Ares in Marte, Ermes in Mer-curio, etc.), aggiungendo propri dei(vedi dea Febbre) ed adottando al-cune divinità dei popoli sottomessi.

Induismo - III sec. a.C - Succes-siva alla religione vedica ed al brah-manesimo - Testi sacri I Veda. Re-ligione ritualistica e ieratica invocantecome dio supremo l’una o l’altra del-le divinità assurte all’immortalità dauna condizione umana. Le divinitàpreminenti sono Brahma, Vishnu eShiva che confluiscono nella Trimur-ti. L’induismo esclude la credenzadi uno spirito assoluto. Il culto com-prende preghiere, riti domestici e pub-blici (offerta sull’altare di prodottidella terra), adorazione delle imma-gini divine, pellegrinaggi ai luoghisacri (Benares). I sacrifici cruenti (ca-pre, pollame) sono riservati al cultodella dea Kali e altre divinità fem-minili venerate nei villaggi. La nonviolenza è il credo principale del-l’induismo (vedi Gandhi). I profes-santi dell’induismo si avvicinano almiliardo.

Scintoismo - Iniziato in Giappo-ne nel 500 a.C - Mondo magico del-la bellezza naturale e dell’armoniaspirituale tramite meditazione. Re-ligione nazionale giapponese. Poli-teismo naturalistico ed etnico. Ado-razione della natura, degli antenati,degli eroi. Testi sacri Kojiki e Nihon-gi del VIII sec. d.C.

Confucianesimo - Iniziato daConfucio (551-479 a.C) - Dottrinafilosofica, politica ed etnica: l’uomodeve adeguarsi all’armonia del creatopraticando la rettitudine e la benevo-lenza. Base della società è la famiglia.Lo Stato è una famiglia. Rispetto del-le gerarchie, studio dei classici.

Buddhismo - Iniziato da Buddha(565-486 a.C.) - Comprensione esi-stenziale della verità del dolore, del-la sua origine e della sua estinzione edella via che ad essa conduce. Rettaopinione, retta risoluzione, retto parla-re, retto agire, retto modo di sosten-

tarsi, retto sforzo, retta concentrazione,retta meditazione.

Politeismo teutonico - Si è dira-mato nel Nord Europa tra Germaniae Scandinavia nel II sec. a.C. - Odinoo Wotang era il re degli dei.

Cristianesimo - Religione ori-ginata dalla persona e dalla predica-zione di Gesù di Nazareth (0-33) ilmessia o cristo. L’adesione al cristia-nesimo è la fede in Gesù, morto e ri-sorto per attestare la volontà del Pa-dre di completare le promesse del-l’Antico Testamento. Avversato ini-zialmente dagli imperatori romanidivenne religione ufficiale dell’im-pero romano con Costantino e Teo-dosio. I primi concili furono incen-trati sulla persona di Gesù e sulla suarelazione con il Padre e lo SpiritoSanto (Trinità). Il Credo, preghieraprofessata dalle chiese cristiane at-testa la sovranità di Dio quale crea-tore e padre dei viventi, la redenzio-ne dell’umanità mediante l’incarna-zione, morte e resurrezione di Gesùsuo figlio, la dimensione salvifica del-la chiesa. Con lo scisma d’oriente(1054) il cristianesimo orientale (chie-sa ortodossa) si separò e la riformaprotestante respinse l’autorità dellachiesa cattolica. La riforma protestan-te che respinse l’autorità della tradi-zione cattolica di Lutero (1517) e diCalvino (Repubblica teocratica),generò altre chiese protestanti qualiMormoni, Avventisti ed altre settereligiose appartenenti al mondo re-ligioso cristiano protestante.

Islam - Religione fondata da Mao-metto (570-632) nel VII sec d.C. - èun rigoroso monoteismo che inten-de perfezionare e sostituire le rive-lazioni dei profeti antecedenti a Mao-metto: Mosè, Gesù. Maometto è ilsigillo dei profeti. L’Islam professala sua fede in Dio creatore di tuttal’umanità, legislatore, giudice ma an-che compassionevole verso chi sipente. L’Islam crede nel giudizio uni-versale, nel paradiso, nell’inferno, nel-la resurrezione, esistenza eterna delCorano e la sua rivelazione. Primadi Maometto, i popoli arabi eranotribù nomadi a Nord e tribù agrico-le a Sud. L’Islam che diede unitàreligiosa e politica fu la molla del-l’espansionismo arabo (secc. VII eIX) in Siria, Persia (oggi Iran), Pa-lestina, Africa, Spagna, Sicilia. Lelotte per il califfato (Omayyadi e Ab-bassidi) indebolirono la potenza arabache cadde sotto i Mongoli ed i Tur-chi - Solamente in Spagna il domi-nio arabo resistette fino al 1492 (ca-duta di Granada) - Attualmente l’I-slam è diviso tra gli Sciti ed i Sun-niti (musulmani ortodossi che oltreal Corano riconoscono nella Sunnala fonte di teologia e del diritto). GliSciti furono un antico popolo noma-de di stirpe iranica stanziatosi nellaRussia meridionale. Tra il secondoe primo millennio a.C. cercarono diespandersi in Asia Minore. Abbrac-ciata la religione islamica gli Sciticontestarono ai Sunniti un diversoconcetto della discendenza di Mao-metto. Tra i Sunniti gli Arabi dell’A-rabia Saudita. Allah è il nome arabodi Dio. Si presume che nel 2070 imusulmani supereranno i cristiani.

N.B. Le fonti qui riportate sonostate attinte da Google, Wikipedia,Enciclopedia Garzanti, QuotidianoLa Stampa, Grande Dizionario Ga-brielli.

Caterno Cesare [email protected]

Viaggio nelle religioni del mondo

Il 10 aprile, nella palestra comu-nale di Sarule (NU), si sonosvolte le finali regionali deiGiochi Giovanili Studenteschi

di dama, a cui hanno partecipato ottosquadre, composte ognuna da trealunni per le categorie MinicadettiDama Italiana, della scuola prima-ria e Cadetti Dama Italiana dellascuola secondaria.

Per la scuola primaria, la squa-dra vincitrice è stata la quinta di IsGannaus, dell’Istituto ComprensivoSatta, composta dagli studenti Danie-le Usai, Antonio Sulas e Luca Dessì.Per la scuola secondaria ha vinto lasquadra formata dagli studenti Fede-rico Aru, Enrico Zandara e DanieleDesogus, sempre dell’Istituto Satta.

I risultati ottenuti permetteranno

di partecipare alla finale nazionalein programma dal 15 al 17 maggio2015, a Castiglione della Pescaia,esclusiva meta turistica della Marem-ma, in Toscana. Per la squadra dei ca-detti, quella di quest’anno sarà la quar-ta partecipazione alle finali nazionali.

Buona fortuna ai partecipanti...e che vinca il migliore!

Nadia Pische

Giovani campioncini di dama crescono

Cesare Bettini.

Si è conclusa sabato 19 apri-le l’esperienza di una dele-gazione di sette studenti stra-nieri che dall’11 al 18 apri-

le è stata ospite presso le famiglie ele scuole superiori del territorio delSulcis Iglesiente per uno scambioculturale su usi e costumi dal mon-do, organizzato dai volontari del Cen-tro locale di Intercultura di CarboniaIglesias.

Sette tra gli 800 studenti prove-nienti da tutto il mondo, accolti perun anno o sei mesi gratuitamente dauna famiglia italiana, che stanno stu-diando a scuola, imparando non so-lo la nostra lingua, ma soprattutto lanostra cultura, i nostri usi ed i nostricostumi. Si trattava di: Aundamune Tanyatorn dalla Thailandia, Jiayu,Ziming e Haodong dalla Cina, Ju-dith dalla Germania, Nora dall’Un-gheria. Ad accompagnarli c’eranodegli chaperon molto speciali, tre stu-denti stranieri che da settembre stan-no vivendo a studiando a Carboniae Iglesias: Chalisa dalla Thailandia,Clara Maria dall’Argentina, Floren-cia dal Cile.

Martedì 14, giovedì 16 e vener-dì 17 aprile, gli studenti stranieri diIntercultura hanno incontrato i lorocoetanei italiani all’Istituto Tecnico“Amaldi” di Carbonia per confron-tarsi sui temi relativi all’educazioneal cosmopolitismo ma anche su tra-dizione e natura legati a Carbonia ealla sua storia; i ragazzi stranieri han-no anche avuto modo di visitare i nu-merosi laboratori presenti nell’Istitu-to, e hanno partecipato a un dibattitointerculturale fra ragazzi e insegnanti,al quale era presente anche il dirigen-te scolastico.

Il programma ha previsto, natu-ralmente, anche visite approfonditedi Carbonia, Iglesias e dintorni, l’I-sola di Carloforte, con interessante vi-sita al Faro di Capo Sandalo guidata

dal comandante della Zona Fari di “LaMaddalena”; e, soprattutto, mare,spiagge e miniere, tappe imprescin-dibili per ogni straniero che si avven-turi su questo territorio.

Questo progetto rientra nell’am-bito della settimana di scambio pro-mossa dal gruppo di volontari di Car-bonia Iglesias dell’Associazione In-tercultura, Onlus che dal 1955 è atti-vamente impegnata nell’educazionealla mondialità inviando all’estero ognianno centinaia di studenti italiani eaccogliendone altrettanti in Italia,provenienti da tutti e 5 i continenti.Altre importanti protagoniste di que-

sti “incontri che cambiano il mondo”sono state le famiglie di Carbonia,Iglesias, Narcao e Teulada che han-no dato la disponibilità a condivi-dere con questi giovani ambasciatoridel mondo un po’ della loro quotidia-nità. Sono state loro, grazie alla cu-riosità di vivere un’esperienza nuo-va e stimolante, l’elemento principa-le di arricchimento di questi giorniall’insegna dell’interculturalità, senzail filtro degli stereotipi.

Questa settimana di didattica in-terculturale ha dato il via alla nuovacampagna di accoglienza nel terri-

torio del Sulcis Iglesiente. I volon-tari locali, infatti, sono anche questoanno alla ricerca di famiglie che ac-cettino la sfida di accogliere il mondoin casa e imparare dalle diversità cul-turali anche senza spostarsi da casa.

L’Associazione Intercultura On-lus (www.intercultura.it), è presen-te in 150 città italiane ed in 65 Paesidi tutti i continenti, attraverso la suaaffiliazione all’AFS InterculturalPrograms e all’EFIL. Promuove eorganizza scambi ed esperienze in-terculturali, inviando ogni anno oltre1.800 ragazzi delle scuole seconda-rie a vivere e studiare all’estero ed

accogliendo nel nostro paese altrettan-ti giovani di ogni nazione che scel-gono di arricchirsi culturalmente tra-scorrendo un periodo di vita nellenostre famiglie e nelle nostre scuo-le. Inoltre Intercultura organizza se-minari, conferenze, corsi di forma-zione e di aggiornamento per presi-di, insegnanti, volontari della propriae di altre associazioni, sugli scambiculturali. Tutto questo, per favorirel’incontro e il dialogo tra persone ditradizioni culturali diverse ed aiutarlea comprendersi e a collaborare inmodo costruttivo.

Si è conclusa il 19 aprile l’esperienza di sette studenti stranieri

Carbonia e Iglesias città interculturali

Foto di gruppo al Faro di Capo Sandalo, nell’Isola di San Pietro.

IL NUMERO 281 5-8:IL NUMERO 181 3/10 07/05/15 02:13 Pagina 1

Page 9: Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu Carlo La Marca Gianluca Lindiri Maria Raffaela Matta Emanuele Pes ... Alfiero Pittoni

9La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XX • N° 281 • 30 Aprile 2015

Modesto Melis ha festeg-giato il suo 95° complean-no in un modo assoluta-mente originale e singo-

lare per una persona “normale”, an-cora di più per un nonnetto della sua“non più verde” età e, soprattutto, con

una storia come la sua alle spalle. Lamattina dell’11 aprile, sotto diversecentinaia di occhi quasi increduli pertanto coraggio, s’è lanciato con il pa-racadute dall’altezza di 4.500 metriin tandem con l’istruttore del centro diparacadutismo Skydive di Serdiana,

Valentino Deriu. Il sogno che cullavada alcuni mesi, dopo aver realizzato,nel mese di settembre dello scorsoanno, quello di ritornare nei luoghidella deportazione, lo ha realizzatoin una bella giornata accompagnatada un tiepido sole primaverile.

Giunto al centro di paracadutismopoco prima delle 10.00, accompagna-to dalla moglie Lucia, da figli e nipo-ti, oltre che dai soci della sezione An-mig di Carbonia, di cui è presidente,con la vicepresidente Agnese Delo-gu, e quelli dell’associazione A.N.P.-

d’I., sezione provincia di CarboniaIglesias, presieduta da Nino Cossu,di cui è socio, oltre che dal sindaco diCarbonia, Giuseppe Casti, e dal co-mandante della compagnia dei cara-binieri di Carbonia, capitano Pino Li-cari, ha socializzato con tutti i pre-

senti (troupes televisive, giornalisti efotografi dei principali media dellaSardegna) che hanno scattato centi-naia di fotografie e realizzato nume-rosi filmati per documentare l’evento,si è rapidamente ambientato e poi èstato preparato dai tecnici per il lancio.

Una volta ricevute le istruzioni daValentino Deriu e dai suoi più stretticollaboratori, immerso in una sma-gliante tuta gialla, è stato accompagna-to nella zona d’imbarco sull’aereo chelo ha portato in quota per il lancio. Aquel punto, è iniziata l’attesa per tutti

i presenti. Uno dopo l’altro, sono ar-rivati a terra con i rispettivi paracadu-te, tutti i compagni di viaggio del cen-tro di Serdiana e, infine, è stato an-nunciato il lancio di Modesto e Valen-tino, con un paracadute bianco. Unpaio di minuti, il tempo della caduta

libera a 220 km/h, ed è comparsa lasagoma del paracadute che, accom-pagnato dal vento, è arrivato in zonad’atterraggio tra l’entusiasmo dei pre-senti e l’emozione dei parenti e degliamici più stretti. L’impatto con il suoloè stato dolce, come è dolce e resterà

tale per sempre questa giornata dell’11aprile 2015 che ha regalato ad uno de-gli ultimi sopravvissuti dei campi diconcentramento nazisti la gioia di ri-vivere le emozioni di quando si lancia-va, 74 anni fa, giovane paracadutistadella Folgore, e ancora non sapeva

quale terribile destino lo avrebbe por-tato, di lì a poco, nella realtà dei cam-pi di concentramento di Mauthausen eGusen.

Il dopo volo di Modesto Melis è sta-to incredibile. Solo leggermente affa-ticato, ha posato per altre centinaia di

fotografie con parenti e amici, poi hapartecipato al rinfresco organizzato perfesteggiare il suo compleanno, anchese la parte più bella della festa l’ave-va ormai già vissuta con il lancio daquota 4.500 metri con il suo compa-gno di viaggio Valentino.

Negli ultimi dodici mesi, ModestoMelis ha vissuto grandissime emozioni.

Il 10 aprile 2014 il presidente dellaRepubblica, Giorgio Napolitano, gli haconferito l’onorificenza di Cavalieredella Repubblica, alla vigilia del suo94° compleanno.

Cinque mesi più tardi è tornato aMauthausen e Gusen, i luoghi delladeportazione, 69 anni dopo la libera-zione e l’ormai insperato ritorno allalibertà.

Sabato 11 aprile 2015, ha festeggia-to il suo 95° compleanno lanciandosi

con il paracadute.Per una persona normale, proba-

bilmente, ce ne sarebbe già abbastan-za per poter definire esauditi tutti idesideri, dopo una vita tanto sofferta,ma Modesto Melis, a questo punto,può davvero essere definito una per-

sona speciale che difficilmente fer-merà la sua voglia di avventura edandrà alla ricerca di nuove esperienze.Oggi è difficile, forse impossibile, pre-vedere quali possano essere, ma lastraordinarietà della sua vita, è solo inparte raccolta nel libro “L’animo degli

offesi”, scritto da Giuseppe Mura epubblicato da Giampaolo CirronisEditore, ed integrata dagli avvenimen-ti che sono seguiti a quel gennaio2013 che vide la sua prima presenta-zione.

Modesto Melis non ha ancora fi-

nito di stupire e sta catturando le at-tenzioni di media nazionali ed inter-nazionali.

Giampaolo Cirroniswww.laprovinciadelsulcisiglesiente.com

@[email protected]

Dopo la nomina a cavaliere e il ritorno nei campi della deportazione, ha festeggiato il suo 95° compleanno con un lancio da 4.500 metri

Modesto Melis è ritornato parà dopo 74 anniTeatro dell’"impresa”, realizzata in tandem con l’istruttore Valentino Deriu, è stato il centro di paracadutismo Skydive di Serdiana.

Asettant’anni dalla Libe-razione d’Italia, il circo-lo Zorba il Gatto ha or-ganizzato un evento per

parlare delle resistenze di ieri e dioggi. In quest’occasione si è par-lato della resistenza a Kobane, cittàdella Siria abitata da curdi, e del-l’esperienza di democrazia parte-cipata che ha portato alla stipuladel contratto sociale tra le popola-

zioni della regione del Rojava. Un’esperienza di democrazia,

diritti e partecipazione in un con-testo difficilissimo. Ha partecipa-to Franco Uda, segretario regio-nale di Arci Sardegna, coordina-tore della Commissione naziona-le ARCI Pace, Solidarietà e Coo-perazione internazionale e Porta-voce regionale della Tavola sardadella Pace.

Per l’occasione è stato proietta-to il documentario della BBC “In-

side Kobane” regia di Zanyar Om-rani. Un fedele racconto dell’uma-nità della resistenza della cittadinakurda all’avanzata dello Stato Isla-mico (IS) e di come questa sia do-cumentata dai giornalisti locali,unica fonte di notizie per la stam-pa internazionale.

C.C.

Zorba il Gatto in sostegno di Kobane e del popolo Kurdo

25 aprile, Resistenze di ieri e di oggi

Sono oltre 400 i cani rimastisenza casa in seguito allabrutta tempesta di vento cheper giorni e giorni ha imper-

versato su Carbonia, provocandoingenti danni al rifugio della LegaNazionale per la Difesa del Cane,centro importante per la cura e latutela dei cani abbandonati o senzapadrone. Una situazione gravissima,a cui gli utenti della Rete non sonorimasti indifferenti facendosi sentirecon 1.500 firme raccolte in poche oredalle petizione “Ridiamo una casa ai400 cani di Carbonia” su Firmiamo.it

Il rifugio ha subito danni gravis-simi: la copertura della casetta conle soffianti, l’impianto elettrico e ildepuratore, è stata sradicata comple-tamente dalla muratura ancora an-corata nei ferri che la sostenevano.Nella caduta, ha rotto un pezzo del-l’ingranaggio del depuratore causando

altri grossi problemi. Questi sono al-cuni degli ingenti danni riportati chefortunatamente non hanno riguar-dato la salute dei cani, la quale peròrimane fortemente a rischio se non

sarà trovata in tempi brevi una so-luzione per la loro sistemazione.

«Stiamo vivendo una situazionedrammatica, aggravata anche dalfatto di trovarci in una delle zone in

assoluto più povere d’Italia dove lagente, anche volendo, non ha risorseper aiutarci - ha dichiarato PatriziaSitzia, presidente della sezione di Car-bonia della Lega Nazionale per la Di-

fesa del Cane -. Ci appelliamo al buoncuore di tutti per ricevere una mano epoter continuare a garantire ai caniche accudiamo il benessere e le curedi cui hanno bisogno.»

Una bufera di vento ha danneggiato il rifugio di Carbonia

Una petizione per dare una casa a 400 cani

La profonda crisi dell’appa-rato produttivo, determina-ta in larga parte dal consi-stente ridimensionamento

del polo industriale di Portovesme,alla quale non è stata fin qui con-trapposta un’adeguata alternativa (al-cune iniziative, inserite nel PianoSulcis, stentano a decollare), ha in-ferto un colpo durissimo all’interotessuto socio-economico del SulcisIglesiente. Anche il commercio, chenel frattempo ha subito una vera epropria rivoluzione, con l’afferma-zione della grande distribuzione cheha quasi completamente soppianta-to i mercati civici e i piccoli negozi, siaal centro che nelle periferie di città epaesi, dove non si contano più le ser-rande chiuse con cartelli che trasmet-tono un profondo senso di tristezza:“Vendesi attività”, “Vendesi locali”,“Affittasi locali”, è in grave crisi.

In questo quadro, c’è ancora chicerca di resistere alla crisi, qualifi-cando l’offerta merceologica e pun-tando sul grande sacrificio, per anda-re incontro quanto più possibile alleesigenze della clientela, soprattutto diquella che negli acquisti ricerca an-cora la qualità, anteponendola, entrocerti limiti, al prezzo.

Fabrizio Lenzu, 40 anni, macel-laio da oltre 25 (ha iniziato a lavorarepoco più che bambino) ha un puntovendita in Via Bellini, alla periferiadi Carbonia, nel quale opera 7 giornisu 7 (la domenica solo al mattino)con due dipendenti.

«Lavorare è sempre più difficile- conferma Fabrizio Lenzu - so-prattutto per la concorrenza della

grande distribuzione, con la quale ciconfrontiamo tutti i giorni. Nel set-tore delle carni, nel corso dell’anno èancora possibile restare competiti-vi, fidelizzando la clientela e propo-nendo prodotti di qualità a prezziequi, ma la situazione diventa quasiinsostenibile quando si avvicinano lefeste e le grandi strutture praticanoil sottocosto su agnelli, capretti emaialetti. Sulle carni rosse e su pol-

lame e carni suine, riusciamo ad es-sere competitivi, ma quando vengonovenduti gli agnelli sottocosto di unpaio di euro al kg, diventiamo im-potenti. Capisco che il commercio sialibero ma le vendite sottocosto do-vrebbero essere regolamentate conmaggiore attenzione (sono normatedal Regolamento Consiglio dei Mi-nistri sulle vendite sottocosto del23/02/2001, n.d.r.) perché diversa-mente si finisce col distruggere de-

finitivamente gli ultimi esercizicommerciali sopravvissuti al dilaga-re della grande distribuzione, conl’inevitabile ingrossamento delle li-ste dei disoccupati.»

Fabrizio Lenzu conosce bene ilsettore della grande distribuzione,avendovi lavorato per molti anni,fino a quando ha deciso di rendersiindipendente, aprendo un punto ven-dita in via Cimitero, trasferito poco

più di un anno fa in Via Bellini, sem-pre alla periferia sud della città.

«Sono convinto che piccola egrande distribuzione possano con-vivere - conclude Fabrizio Lenzu -noi piccoli operatori dobbiamo pun-tare sulla qualità e sul servizio machiediamo maggiore attenzione efiducia anche da parte degli istituti dicredito che spesso non fanno nienteper sostenere ed incentivare i nostrisforzi.»

Nel Sulcis molti esercizi commerciali vivono una crisi profonda

«Ormai è una lotta per la sopravvivenza»

Uno dei cani che attendono una casa.

Il punto vendita di Fabrizio Lenzu, in via Bellini, a Carbonia.

L’ultima fase del volo che ha preceduto l’apertura del paracadute.

Modesto Melis all’arrivo al centro di paracadutismo Skydive di Serdiana.

Il sorriso di Modesto Melis certifica che il sogno di Modesto Melis si è avverato.

Uno dei momenti più emozionanti del lancio, l’uscita dall’aereo nel vuoto.

Il bacio del 95enne “parà” Modesto Melis alla moglie Lucia al “ritorno a terra”.

La caduta libera di Valentino e Modesto alla velocità di 220 km/h.

IL NUMERO 281 4-9:IL NUMERO 181 3/10 07/05/15 02:19 Pagina 2

Page 10: Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu Carlo La Marca Gianluca Lindiri Maria Raffaela Matta Emanuele Pes ... Alfiero Pittoni

10 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 281 • 30 Aprile 2015

«Isegnidell’A-poca-l i s s e

li vedo costante-mente, a partiredai nostri presi-denti del consigliodegli ultimi ven-t’anni...»

Così l’attore Ugo Dighero ironiz-za intorno allo spettacolo “Apocalis-se”, che lo ha visto tornare sotto le in-segne del Teatro dell’Archivolto e la-vorare - nuovamente e con ottimi ri-sultati - con il regista Giorgio Gallione.

Se a questi tre ingredienti aggiun-giamo i testi, tratti dalla penna di Nic-colò Ammaniti, è quasi inevitabile ot-tenere uno spettacolo unico e degnodi nota. Ugo Dighero si conferma at-tore di razza: chi ha avuto modo di se-guire la sua ricca carriera teatrale, ci-nematografica e radiotelevisiva (a tea-tro ha lavorato con Giorgio Albertaz-zi, Eros Pagni, Gian Maria Volontè,ha fondato a Genova la Compagniateatrale “Oltre L’Immagine”, è poi ap-prodato all’Archivolto con Gallione,passando per programmi radiofonicie fiction del calibro di “Un medico infamiglia” e “Ris - Delitti imperfetti”,senza dimenticare la satira televisivapresso “Avanzi”, “Tunnel”, “Mai di-re gol” ed i successi cinematografici)credo abbia goduto a pieno di questainterpretazione, matura, complessa ecucitagli addosso, con vera maestria,da Gallione.

Emergono, senza dubbio, i risul-tati di una collaborazione ventennalee lo spettacolo - scelto dal circuito Ce-Dac Sardegna per chiudere il calen-dario di prosa, presso il Teatro Electradi Iglesias - pur essendo caratterizza-to da testi riottosi (in altri casi sareb-be stato quasi scontato farne il pernocentrale dello spettacolo) non ha esclu-so, all’interno del monologo affidatoa Dighero, una impeccabile interpre-tazione bio meccanica e costanti vir-tuosismi fisici, che hanno garantito lacompletezza della performance.

I racconti di Ammaniti sono - giàdi loro - commedie bizzarre, spessoinverosimili, ed utilizzano un lessicoprivo di ipocrisie, robusto e sfrontato.Narrano vicende paradossali dove co-micità tagliente, quotidianità ed im-maginario, si fondono bene.

Per “Apocalisse”, Gallione ha at-tinto da due racconti, scritti in momentidifferenti: “Lo zoologo” (tratto da

“Fango”) e “Sei il mio tesoro” (pub-blicato in “Crimini”), facendoli suc-cedere in due atti contigui, sul palco-scenico. Queste due storie si congiun-gono nella vicenda di un uomo afflit-to da un male misterioso, contratto conl’avvicinarsi di una temibile Apoca-lisse mondiale, giunta ancor prima diessere annunciata dalle trombe del giu-dizio. L’uomo soffre mentre cammi-na, mentre sorride, mentre fa sesso eperfino mentre gli cresce la barba.Spinto da questo disagio biologico sichiude in un’abitazione bunker, do-ve, impiega le ultime energie per scri-vere di questa graduale rovina del-l’umanità.

La trama è ben spiegata nelle notedi regia: «Il primo brano ci presentauno studente che deve sostenere un

esame di zoologia e, la sera prima, èucciso da alcuni teppisti neofascistiche ha interrotto mentre stavano pic-chiando un barbone di colore. Cau-sa un morbo che sta contagiando ilmondo, si trasforma in zombie e di-venta un luminare nella materia fi-nendo per vivere dentro le vasche checontengono, in formalina, le spogliedi animali e molluschi. Il secondobrano ha al centro un chirurgo pla-stico, drogato e alcolizzato, che pri-ma di essere arrestato per tutt’altraragione, trasforma un sacchetto conun chilo di cocaina nella protesi cheinserisce nel seno di una diva televi-siva che sta operando. Uscito di pri-gione un paio d’anni dopo cerca direcuperare quel tesoro finendo colcausare la morte della star che, perironia della sorte, sarà cremata prima

che lui riesca ad impossessarsi dellasalma. Senza più alcuna speranza direcuperare la droga, finirà ucciso daun cecchino della polizia che superain quel modo la frustrazione di spa-rare sempre a sagome e bersagli dicarta.»

Dighero, solo in scena, diviene nar-ratore per poi alternarsi in dialoghivividi, con tutti questi personaggi. Inuna scenografia essenziale e curata,emerge un buon disegno luci e l’otti-mo tappeto di suoni e melodie, ad im-preziosire il tutto. Ne deriva uno spet-tacolo attualissimo, con “stoccate”feroci alla nostra quotidianità ed allapolitica che, spesso, sputa sul nostrosenso civico e morale: «Un horror cheè già parte del nostro vivere» e chepuò essere esorcizzato solo da risate

consapevoli. Che poi ci si possa sal-vare, questo non ci viene detto o, al-meno, non ci vengono date garanziea riguardo; veniamo invitati a privi-legiare l’ironia e convivere col grot-tesco, a detta di Dighero, questi pas-sano dalla pancia e dal cuore, evitan-do così i pregiudizi e dando vita aduna comunicazione vera.

CeDAC XXXV Circuito Teatra-le Regionale Sardo Stagione di Pro-sa 2014/2015 GIù LA MASCHE-RA! “Apocalisse”: dai racconti diNiccolò - Ammaniti/ con Ugo Di-ghero/ (impreziosito da scene e co-stumi di Lorenza Gioberti e dal dise-gno luci di Aldo Mantovani; con ilcontributo di Antonio Manzini, regiaGiorgio Gallione/produzione Teatrodell’Archivolto.

Cinzia Crobu

Il 21 aprile, nel teatro di Iglesias, il folto pubblico ha goduto dei testi di Ammaniti portati sulla scena in forma di monologo

Ugo Dighero ha garantito un ottimo finale di stagione all’ElectraLa stagione di prosa iglesiente, circuito regionale CeDac, si è chiusa con “Apocalisse”, per la regia di Giorgio Gallione.

Ugo Dighero.

Cinzia Crobu.

Tutto esaurito e entusiasmoalle stelle, il 23 e 24 aprile,per Luciano Ligabue, pro-tagonista dei due concerti

organizzati all’Arena Sant’Elia daRiservarossa e F&P Group, in col-laborazione con l’assessorato dellaCultura del comune di Cagliari. Li-gabue è tornato in Sardegna dopocinque anni di assenza (il 7 agosto2010 “incendiò” l’aeroporto di Fe-nosu, dove arrivarono migliaia difan da tutta la Sardegna) e per l’oc-casione ha preparato un palco spe-ciale, considerato che, contrariamentea quanto è accaduto in tutte le altretappe del Mondovisione Tour 2015,si è esibito all’aperto (il Palazzettodi Via Rockfeller sarebbe stato ina-deguato per la limitata capienza).

La corsa per l’accaparramento deiprimi posti sotto il palco era inizia-to già mercoledì sera, quando cen-tinaia di giovani hanno trascorso lanotte all’esterno dell’Arena, e il 23aprile, all’apertura dei cancelli,erano già tantissimi davanti all’in-gresso. L’attesa è durata cinque oreesatte, perché alle 21.00 in punto,precisione insolita per i grandi con-certi, Ligabue e la sua band forma-ta da Federico Poggipollini e MaxCottafavi alla chitarra, Luciano Lui-si al piano e tastiere, Michael Ur-bano alla batteria e Davide Pezzinal basso, sono entrati in scena e sisono letteralmente scatenati per ol-tre due ore.

Già alla prima canzone, “Il Saledella terra”, l’Arena Sant’Elia si èletteralmente “accesa” di entusia-smo e, canzone dopo canzone, unmix tra grandi successi, vecchi enuovi, complessivamente 24, ilclima è rimasto sempre caldissimo.Difficile dire quali brani siano statipiù graditi, da “Balliamo sul mon-

do” a “Quella che non sei”, dalla co-nosciutissima “Certe notti” a “Il mu-ro del suono”, da “Il mio pensiero”,scelta dai fan cagliaritani in un son-daggio organizzato in internet, al nuo-vo singolo, “C’è sempre una can-zone”.

Tre i bis concessi alla folla del-l’Arena, con la splendida “Piccola

Stella senza cielo” e, in chiusura,“Con la scusa del rock’n’oll”.

Suggestiva la coreografia creatacon le immagini del concerto e deiprimi piani dei fan proiettate su treschermi ad altissima risoluzione, unocentrale, sopra il palco, e due late-rali.

Anche il 24 aprile l’Arena San-

t’Elia ha registrato il pieno di pub-blico e di entusiasmo (12.000 pre-senze il primo giorno, altrettante ilsecondo), per il grande artista emi-liano di Correggio che, a 55 anni,conserva la stessa carica degli inizi,risalenti al 1986, arricchita da unastraordinaria esperienza, ormai quasitrentennale.

Straordinario successo per i due concerti all’Arena Sant’Elia

24.000 fan in delirio per il grande Ligabue

Con una serata che ripescaa piene mani dal vasto pa-trimonio musicale e lette-rario armeno, ha preso via

il 16 aprile a Cagliari, presso “LeSalon de Musique”, la rassegna or-ganizzata dall’associazione cultura-le Suoni&Pause, dedicata quest’an-no alla commemorazione del cente-nario del genocidio armeno, che co-stò la vita a un milione e mezzo dipersone. Il 24 aprile del 1915, nel cor-so di una perquisizione, il governoottomano guidato dal movimentonazionalista dei Giovani Turchi ese-guì oltre duemila arresti nei confron-ti di politici, intellettuali e professio-nisti armeni a Costantinopoli, l’o-dierna Istanbul.

Tra il 1915 e il 1923 la popolazio-ne armena fu sottoposta a espulsio-ni forzate, espropri, rapimenti, tor-ture e massacri. Moltissimi armenifurono costretti a compiere lunghemarce nel deserto verso la Siria e l’I-raq, durante le quali morivano di fa-me e di stenti. Nonostante le innu-merevoli vittime, a cent’anni dallastrage, la Turchia non ha ancora uf-ficialmente riconosciuto i criminicommessi contro la popolazione ar-mena come “genocidio”, e ridimen-siona il numero delle vittime provo-cate da quella strage.

Presso la Sala dei ritratti di Pa-lazzo Siotto si è esibito il soprano diorigne armena Rosy Anoush Svaz-lian (nel 2010 su invito di PlacidoDomingo si è esibita al suo fianconell’ambito dello Yerevan Perspec-tives International Music) e il talen-tuoso pianista Andrea Manzoni, pro-tagonisti di una serata intitolata Me-lodie armene. Il duo ha proposto al-cune tra le più belle pagine della let-teratura e della musica armena: dalgeniale Komitas, considerato il pa-dre della moderna musica di questopopolo, sino a Cathy Berberian, pas-sando per Parsegh Ganatchian, for-midabile compositore e direttore d’or-chestra, sino alle struggenti lirichedel poeta Sayat Nova.

La rassegna quest’anno ha avu-to il sottotitolo “La marche dans ledèsert”, omonimo titolo di un album

di Irma Toudjian, pianista di originearmena e direttore artistico della ma-nifestazione, che è proseguita vener-dì 17 aprile con un videoconcerto cheha omaggiato uno dei più amati ci-neasti armeni: Artavazd Peliscian, dicui sono state proposte le pellicole LeStagioni e Gli animali, accompagna-te dalle musiche originali di Arnal-do Pontis e da Matteo Casula allachitarra. Qualche breve nota per con-testualizzare, ulteriormente, l’avve-nimento storico commemorato daquesta manifestazione culturale (co-me da comunicato stampa):

L'Armenia è una regione mon-tuosa di origine vulcanica, a sud del

Caucaso. Gli Armeni abitavano unvasto territorio che si estendeva oltrei confini dell’attuale Repubblica Ar-mena e che comprendeva il lembonord-occidentale dell’Iran, tutta laparte orientale della Turchia, le re-gioni occidentali dell’Azerbaijan euna parte nel sud della Georgia.

Alla fine del III secolo l’Arme-nia divenne il primo stato cristianonel mondo e si trovò circondata daipaesi confinanti arabi di fede musul-mana.

Nel corso della storia il popoloarmeno ha subito ripetute invasionisia da parte dei Turchi che dei Per-siani e dei Russi.

Nel 1908 il movimento rivolu-zionario dei Giovani Turchi si im-padronì del potere e la situazione per

gli Armeni precipitò: i Giovani Tur-chi volevano affermare la supremaziaturca sugli altri popoli imponendol’uso della stessa lingua e religione.Secondo questo progetto il popoloarmeno, di religione cristiana, era vi-sto come un pericolo interno da com-battere ed annientare. La motivazioneprincipale del genocidio fu quindi ditipo politico-religioso.

Tra il dicembre del 1914 ed ilfebbraio del 1915, con l’aiuto di con-siglieri tedeschi, alleati della Turchianella prima guerra mondiale, tale ge-nocidio fu pianificato il genocidio.

L’eliminazione sistematica pre-se avvio nel 1915, prima con la sop-

pressione dell’esercito armeno e poicon lo sterminio della comunità diCostantinopoli ed in particolare del-la ricca ed operosa borghesia. Nellecittà venne diffuso un bando che in-timava alla popolazione armena diprepararsi per essere deportata; lamaggior parte di essi durante il lun-go cammino morirà di stenti, a cau-sa della mancanza di cibo ed acqua,altri verranno abbandonati nel de-serto mesopotamico, altri ancora bru-ciati vivi rinchiusi in caverne. Il ge-nocidio armeno è il primo genoci-dio del ventesimo secolo e, nel 1915,ha interessato tale popolo cristiano.Il termine genocidio è nato negli an-ni ‘40 ad indicare lo sterminio tota-le di una razza.

C.C.

è iniziata il 16 aprile la rassegna dell’associazione Suoni&Pause

Cagliari commemora il genocidio armeno

Luciano Ligabue.

Grande performance daitoni molto eleganti, quel-la che il 10 aprile il pub-blico del Teatro Electra

di Iglesias, ha potuto ascoltare dal-la voce del cantautore Guido Ma-ria Grillo e dalle note suadentidella sua chitarra, con cui riesce amiscelare tradizione e innovazio-ne. Un’atmosfera da luci soffuse,magicamente creata dall’artista sindalla prima esecuzione. Testi sof-ferti e complessi, che hanno coin-volto il pubblico che ha testimo-niato il proprio gradimento attra-verso numerosi applausi.

Guido Maria Grillo è nato a Sa-lerno, laureato in filosofia, ha pre-sentato, perché profondamente am-mirato, la tesi su Fabrizio De An-drè. Vincitore di numerosi premi,prezioso ospite di autorevoli pro-grammi radiofonici, ha aperto tan-ti concerti di artisti di grosso cali-bro quali Battiato, Gazzè, Renga,Articolo 31, Le vibrazioni, Capa-rezza, Meg e Onorato.

Nel 2009 ha pubblicato il suoprimo disco e nel 2011 il secondo,mentre a breve vedrà la luce il suoterzo album. Guido Maria Grillo,semifinalista per il terzo anno con-secutivo a Sanremo, nella categoriagiovani, nel 2015 si è presentato conun brano dal titolo “Così sia”.

Si sente un musicista che vive dimusica ogni giorno della sua vita.Per lui «la musica non è solo gioco,

distrazione, sottofondo, ma sublima-zione e coinvolgimento emotivo».

Profondo estimatore dell’indi-menticabile Luigi Tenco, parteci-pa ad una serata dedicata al notoartista genovese, come ospite. Neisuoi concerti di lui canta numero-si brani. Alla carriera di musicistaunisce anche un percorso come

operatore culturale, organizzandofestival, rassegne e concerti. Hainoltre dato vita e diretto MATE-RIAoff, piccolo teatro e salotto cul-turale di Parma. Il suo concerto alTeatro Electra, organizzato dall’As-sociazione Ank, ArtEtica di Musei,in collaborazione con l’Ente Con-certi Città di Iglesias e il patrocinio

del comune di Iglesias, ha rappre-sentato una tappa importante. «èbello calcare queste scene, esserequi con voi a teatro, aspettavo que-sto momento e sono felice di aver-lo vissuto, voglio concludere la se-rata cantando un brano di LuigiTenco... Più mi innamoro di te emeno tu mi ami, accompagnato al

pianoforte dal musicista Marco Ar-giolas».

Un’esecuzione dai toni raffinati,che contraddistinguono un artistacapace di emozionare e coinvolge-re con un magico intreccio tra mu-sica e poesia.

Nadia [email protected]

Teatro Electra pieno il 10 aprile per il concerto dell’artista campano

Guido Maria Grillo, un talento da scoprire

Guido Maria Grillo sul palco del Teatro Electra di Iglesias.

Il genocidio degli Armeni.

IL NUMERO 281 3-10:IL NUMERO 181 3/10 07/05/15 07:55 Pagina 1

Page 11: Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu Carlo La Marca Gianluca Lindiri Maria Raffaela Matta Emanuele Pes ... Alfiero Pittoni

11La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XX • N° 281 • 30 Aprile 2015

Il campionato di Promozione regionale ha concluso la prima fase senza sorprese, sia in testa sia in coda alla classifica

Il Carbonia è salvo, l’Atletico Narcao ai play outNel girone B di Prima categoria, Villacidrese e Senorbì vanno allo spareggio promozione, l’Iglesias si giocherà la salvezza a Seui.

CANALE 40IN ONDA IL FUTURO

Tel. 0781 672155

[email protected]

Una doppietta realizzata daSimone Marini nel secon-do tempo dell’ultima partitadel girone A del campiona-

to di Promozione regionale ha rega-lato al Carbonia la vittoria sul campodel Girasole e la salvezza diretta, men-tre l’Atletico Narcao, pur vittorioso per2 a 1 nell’incontro casalingo con ilSant’Elena e protagonista di un ec-cezionale girone di ritorno, è costret-to al play out. Le ultime partite han-no regalato mille emozioni, soprat-tutto sul campo di Girasole, dove ledue squadre si sono confrontate a vi-so aperto, segnando goal a grappoli.Basti pensare che dopo i goal inizia-li di Demontis e Foddi che hanno por-tato il Carbonia sul 2 a 0, il Girasoleha rimontato ed effettuato il sorpassosul 3 a 2, è stato raggiunto sul 3 a 3su un’autorete e poi ha chiuso il pri-mo tempo in vantaggio sul 4 a 3.

In avvio di ripresa il Carbonia èstato capace di riportarsi in parità conil secondo goal di Marco Foddi, sucalcio di rigore, ma ha poi subito an-cora un goal del Girasole, tornato avan-ti sul 5 a 4 al 13’. A quel punto è en-trato in scena l’uomo più rappresen-tativo del Carbonia, Simone Marini,che ha pareggiato subito sul 5 a 5 e al25′ ha siglato il goal che vale la vitto-ria per 6 a 5 e un’intera stagione con lasalvezza diretta, grazie alla miglior

differenza reti, -11, rispetto all’Atleti-co Narcao che ha chiuso a -22 (i con-fronti diretti sono terminati entrambiin parità, 3 a 3 a Narcao e 0 a 0 aCarbonia).

L’Atletico Narcao affronterà nelplay out il Serramanna che nell’ulti-ma giornata ha fermato la Montepo-ni sul 2 a 2 (la squadra rossoblù, pro-

tagonista di un campionato in chia-ro-scuro, eccezionale in avvio, ano-nino nel girone di ritorno, con l’al-ternanza di ben quattro allenatori, hachiuso al 5° posto, prima tra le squa-dre sulcitane), in partita unica che gio-cherà sul proprio campo, grazie allamigliore posizione di classifica.

La Ferrini ha pareggiato 1 a 1 ilmatch casalingo con il Siliqua, gua-dagnando così la promozione direttacon un solo punto di vantaggio sullaKosmoto Monastir che ha travolto ilgià retrocesso San Vito con il punteg-gio di 7 a 1. La stessa Kosmoto Mo-nastir e il Siliqua si sono qualificate perla Coppa Promozione.

Gli ultimi 90’ hanno registrato ben40 reti (39 nel girone B).

Il girone B del campionato di Pri-ma categoria avrà una coda non soloper play off e play out ma anche perassegnare la promozione diretta, traVillacidrese e Senorbì, che hanno con-cluso appaiate al primo posto a 67 pun-ti. La squadra che perderà lo spareggioaccederà alla Coppa Prima categoria.

Il Carloforte ha concluso una bril-lante stagione al terzo posto, mentrela Fermassenti ha chiuso a metà clas-sifica, vincendo l’ultimo derby sulcampo del Sant’Antioco che, da partesua, s’è salvato senza mai soffrire, in-sieme al Tratalias (7 a 1 nell’ultimo der-by con il Gonnesa, retrocesso).

L’Iglesias cercherà la salvezza nelmatch di play out con il Seui che do-vrà giocare in trasferta a causa dell’i-nattesa sconfitta subita nel confrontocasalingo con l’Andromeda.

Ben 43 i goal segnati nell’ultimagiornata (47 nel girone A, 43 nel gi-rone C, 32 nel girone D).

Simone Marini.

Il 9 aprile, all’età di 79 anni, do-po alcuni anni di sofferenza,Giancarlo Boi ci ha lasciato.Con grande commozione i suoi

tantissimi “ragazzi”, diventati or-mai uomini, si sono stretti ideal-mente intorno alla sua famiglia, perrendere l’ultimo omaggio ad unodegli allenatori più rappresentativiche hanno fatto la storia del calcionel Sulcis Iglesiente.

La mia amicizia con Giancarloera profonda, consolidata da moltianni, nata come due persone qual-siasi che, incontrandosi per caso,avevano iniziato a conoscersi man-

giando pane e salame.Il nostro pane e salame non era

altro che la passione per il calcio cheGiancarlo iniziò a giocare da ragaz-zo nella squadra giovanile della ProFrassati. Passato al Bacu Abis in 2ªDivisione nei primi anni ‘60, inco-minciò, oltre che a giocare, ad alle-nare le squadre giovanili della Sguot-ti, con la quale rimase per molte sta-gioni, vincendo campionati locali etitoli regionali.

Per molti sportivi di quella gene-razione, tra i quali Porcella, Dessì,Farigu, Mereu, Taccori, Scopa, Piras,Gambula, Pisanu, Piras, Zucca, Cac-ciapaglia, Giganti, Fele, Sau, Piano

e molti altri ancora, Giancarlo Boiera un grande punto di riferimento,un vero maestro.

Lasciata la Sguotti, nella stagio-ne 1965/66 allenò il Sant’Antioco inPromozione regionale, ma in queglianni la sua passione era il settoregiovanile che ritrovò nella stagione1967/68 con il Carbonia, conqui-stando campionati locali e titoli re-gionali.

Dalle giovanili biancoblù fu bre-ve il passo per arrivare, nella sta-gione 1969/70, ad allenare la primasquadra.

Conclusa l’esperienza con il Car-

bonia, continuò ad allenare per tan-tissimi anni squadre dilettanti, comeCortoghiana, San Nicolò Narcao,Rio Murtas, Santadi, Gonnesa, As-semini, Domusnovas e Villamassar-gia, ottenendo soddisfazioni perso-nali e vincendo alcuni campionati.

Dopo tante stagioni passate a rin-correre un pallone, “staccò la spina”per raggiunti limiti d’età, distaccan-dosi dal calcio per dedicarsi a tempopieno alla sua famiglia.

Uomo schivo, Giancarlo ha sem-pre preferito essere che apparire, no-nostante la sua popolarità gli impo-nesse di farlo. Ha fatto calcio conserietà e passione e, dopo la sua

famiglia, il calcio è stato la cosa piùimportante della sua esistenza.

Il suo è stato un calcio proposi-tivo in tutti i sensi, nonostante dagiovane avesse vissuto un calcio ro-mantico fatto più di prosa che di poe-sia. In questi momenti tristi, riaffio-rano i suoi aneddoti, i ricordi, ri-portandomi indietro nel tempo tra-scorso insieme nel sindacato regio-nale degli allenatori. È stato appun-to in quegli anni che ho conosciutoprima di tutto Giancarlo uomo, alpunto di considerarlo come un fra-tello maggiore.

Personalmente ho sempre vissuto

gli ultimi suoi anni con disagio emalinconia, con la speranza che il suopeggior nemico non lo aggredissecosì in fretta.

Dopo aver vinto tante partite suun campo di calcio, purtroppo, Gian-carlo non è riuscito a vincere l’ultima,la più importante della sua vita.

Avevo visto Giancarlo la vigiliadi Pasqua, è stata l’ultima volta...

Credendo di interpretare ancheil pensiero dei suoi “ragazzi”, espri-mo le più sentite condoglianze allamoglie Maria Teresa e alle figlie Al-bertina, Maria Cristina e Simonetta.

Ciao GiancarloFranco Reina

Si è spento il 9 aprile, all’età di 79 anni, il tecnico di Carbonia

Il calcio sulcitano piange Giancarlo Boi

La vicecapolista Bruno RentMondovì ha espugnato ilPalasport, 3 a 1, spegnendocosì il sogno play off della

VBA/Olimpia Sant’Antioco.Quello visto sabato 2 maggio è

stato volley spettacolo. La squadraospite si è aggiudicata i primi dueset, con i punteggi di 25 a 21 e 26 a24 ma ha dovuto subire le reazionedella squadra antiochense che, dopoessere stata sotto sul 13 a 16, hasaputo rimontare e fare suo il terzoset sul 25 a 23. Partenza lanciata per iragazzi di Adrian Pablo Pasquali inavvio di quarto set, 16 a 10, ma pianpiano i piemontesi hanno recupera-to lo svantaggio e alla fine si sonoimposti con il parziale di 25 a 22 eil 3 a 1 finale.

La festa, comunque, al Pala Gia-como Cabras, nel tempio antiochen-se del volley, tra giocatori e tifosi èstata grande. È stato un cammino

entusiasmante quello intrapreso inquesto campionato. I ragazzi hannomostrato attaccamento alla magliae tanto spirito di sacrificio. E, nono-

stante abbiano solo sfiorato i play off,sogno svanito alla penultima gior-nata, il lungo applauso della gente ac-corsa al palazzetto per l’ultima gara

casalinga dell’anno, non è mancato.Ed è stato più caloroso che mai. Ariprova del fatto che, stagioni comequesta, al di là del conseguimento

degli obiettivi o meno, lasciano co-munque un segno nel cuore dei tifo-si e di una cittadina intera.

Riccardo Sanna

La squadra di Adrian Pablo Pasquali ha sorpreso tutti

Per la VBA/Olimpia sfumano i play-offma la sua stagione resta straordinaria

LATINIAVino dolce da vendemmia tardiva di uve Nasco

dei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” -

del Basso Sulcis della Sardegna.

Vino mediterraneo, caldo, solare che,

servito a 10°-12° C, esalta il dessert

e partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa.

Ha ricevuto il “Premio speciale”

“miglior vino dolce dell’anno” 2002

e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso”

Cantina SantadiVia Su Pranu, 12 - Santadi - Tel. 0781 950127-953007 - Tel. e Fax 0781 950012

Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux.

Adrian Pablo Pasquali. Vincenzo Sarpong.

La Sguotti che ha vinto la 1ª edizione della Coppa Santa Barbara (1963/64).Giancarlo Boi.

IL NUMERO 281 2-11:IL NUMERO 181 2/11 07/05/15 08:42 Pagina 2

Page 12: Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 ... · Patrizia Cani Mauro Antonio Cuccu Carlo La Marca Gianluca Lindiri Maria Raffaela Matta Emanuele Pes ... Alfiero Pittoni

12 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 281 • 30 Aprile 2015

MACELLERIARosticceria - Polleria

da Fabrizio

Esclusivamente carni sarde

Carni rosse e bianche - Prodotti pronto cuoci

Piatti pronti (arrosti) su prenotazione

Consegne a domicilio in tutto il SulcisAperto 7 giorni su 7 (la domenica solo al mattino)

Via Bellini, 14 - Carbonia - Tel. 0781 1884515

IL NUMERO 281 1-16:IL NUMERO 181 2/11 07/05/15 10:33 Pagina 1