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LETTERA APERTA A CARLOFELTRINELLT

Caro Carlo,

,.tu dici ch.e io avrei "ingiuriato,' la memoriadi tuo p.adre, perché Èo detro òire, iÉ i:uglio '71 .e il momento della sua morte, lui.amtco mto passato alla clandestinità, micarto npetutamente della terribile'necessità storica" di giustiziare itcommissario Luigi Calabresi.-Tuo padre eraun uomo tenero, e non prendevà di certouna cosa simile alla leglera; ma ritenevadovere anche suo -Éar ' corsò- àtiàconseguenze pratiche di ouesta'necessità". Ora sappiamo - io, te'e tantialtn - quanti disastri e ben piir gravi dellamone ot un commissario di pubblicaiicurezza pro-babile assassinii Ai unanarchico, abbia fatto quest'ideolooia dei'senso della Storia", Uétte "leqqi d-el suàct rve n ire", de I I a f o ndaz i o n e s c i e-niif i ca d ellad ec i s io ne dell"'emergenza rivoluzionàiia;come nuova fonte di legittimità. Ma allora.anche se in modi e còn cultur; è i;ò;Èassai diverse, tutti suonavamo anchè-uÀpo'questa partitura.

Per questo, Carlo, io non ho ,inoiuriato"tuo padre. Al contrario, ho tentato-ancoradi restituirgli un pezzo di quell,identità eventacne era sua, e che qli viene ancora.per ben miserabili ragioni, iegata.

Te.lo dico io, Carlo; che I'ho conosciutoassat megtto di quanto, puflroppo, a te siadato d' conoscerlo: è innanziiutto come

"compagno Osvaldo", combattentecomunista, che tuo padre avrebbe amatoessere ricordato: deiestato da loro, amatoda noi ("vedi, questa è la loroWestminster", diceva Lenin a Trotzkiipasseggiando per Londra... ).

ITACA

.Così, in tutti questi anni, "Osvaldo,, èrimasto se.nza sepoltura. E chi, acomrnciare dal suo'entourage' prossimo,ha voluto negargli il riéorilo e laspiega?ione delle sue, magari discutibili,ragioni, non è che un manipolo (anzi. unalegione) di "sepolcri imbiàncaii,. parlo,lanto per non far nomi, della lobbv dei"miglioristi'. Si sa, gli stalinisti - in lorza o'spre.tatì'- intrattengono un rapportoassat cllsinvolto con la verità. E d'altraparte, questa turba di "miglioristi,,Impegnati soprattutto a "migliorare" ilproprio 'status', non ha forse. per ridorare ilblasone, mandato al macero'oli "oouscolimarxisti' e i "materiali marxiéti", òon ungesto da Santa lnquisizione, da'boorom'.da "notte dei crìstalli', da Ministerosovietico della Verità cfré tootie e méttéquesto e quello nei daqherroti6i di oruooo.da inchiesia maccartist-a? E' ciente"chà' hàelaborato le ideoloqie del riineoamento.del trionfo delle culfure del "oentimento" edella'dissociazione', della òrsa olebea eda parvenus a sacrificare al'volqareoracolo dell'arroganza neo-liberale... -

Forse pensi, Carlo, che ti sto dicendodelle cose gravi, ingiuste ed estreme:cionondimeno ti prego di rifletterci, anchese può risultare un esercizio crudele.Quanto a fne, credimi, ho il più altodisprezzo civile per questo manipolo diusurpatori, che si sono impadronlti dellapetrosa ltaca di tuo padre, che questavolta Ulisse non avrebbe rivisto mai piit.

OSVAL DO

ln un opuscolo in sua memoria.Giampiero Brega riferì a GianqiacomoFeltrinelli una ciiazione di non sdoiù chi:"è il solo e unico homo novusche iò abbiaconosciuto." E'un po'vero. lo loconsideravo, anche, tedtardo, romantico,teoricamente arcaico, sognatore',"vetero-comunista' e u-n oo;semplicisticamente "terzomondistai ecastrista. Litigavamo sulla naturadell'Urss, sul "campo socialista", sulla suaossessione del fa§cismo e del golpe,, suSecchia. Ma ci rispettavamo. -eùando(ancora potente editore che ci aiutava conun pre-acquisto di qualche miqliaio di cooiedi Potere Ope rab) éi proposeti inserire'nelnostro settimanale un suo foolio"Rassegna comunista", ai nostri oòchitardo-resistenziale, ammalato dineo-partigianesimo e di "fochismo". olidovemmodire di no e non insistette deéepoi, quasi da solo, il suo " Vb c ecomunista"). Quando faceva

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ORESTE SCALZONE A CARLO FELTRINELLI:"(...) Tu dici, Carlo, che avrei

"ingiuriato" la memoria di tuo padre. Alcontrario: ratengo di averla, una vol{a dipiu, risp ettata. tn tutti questi anni,'unamassiccia operazione da rimozione e dioccultamento ha voluto cancellare ognilraccia di "Osvalclo", combattentecomu nista: ident tt à con la q ualeGiangiacomo Feltrinelli avrebbe volutoessere ricordato. E' questa identià, chealtri avevano voluto occultare come unvizio segrelo, che noi di "Potere Operaio"difendemmo, quando dedicammo alla suamorte l'esecrato titolo "Un rivoluzionarioè caduto". Volemmo essere per lui un po'come Antigone, che slida l'empietà delpotere per .dare al fratello rnorto lasepoltura che avrebbe voluto avere, e gliè negata.

(...) Dopo I'esplosione del caso-Sotri- quant'altri mai simbolicamentepregnante e carico di significati,'enjeux'e conseguenze - mi sono trovato nellanecessita di tentare una quasi impossible'quadratura de! cerchio': sostenerel'improbabilità in punto di tatto dellaresponsabilità di "Lotta Continua"nell'uccisione de! commissarioCalabresi; e dire al contempo che,culturalmente e politicamente, in tantiavremmo potuto esserci assunti a queltempo la tremenda responsabilità dieseguire il terribile desiderio di migliaiadi uomini è donne in ltalia: "giustiziare"Calabresi. Ciò che è esattamente ilcontrario di quanto aflermalodall'indecente linea di chi ha sinolacondotto la difesa di Sofri, che non diceuna parola neanche contro la legge sui"pentiti" e consiste nel dire: "Quel tipo diaccusato, per la sua storia ed identita,non può averlo fatto". Ennesimalalsiticazione della verita storica, chereca con sé un'ulteriore e def initivecriminalizzazione di quanti, negli anni'70, hanno tratto dai sogni e dalle cose !aconseguenza irrequieta dellacontestazione armata ; e che comportala conseguenle de-legittimazione di ognipossibile battaglia .di liberta, perun'amnistia.

Per dovere di resistenza a tutto questo,ho scelto di dichiararmi "mandantemorale" dell!omicidio Calabresi, e dirivelare che per quasi un anno "Osvaldo"discusse e progettò, con'un suo circoto dicompagni assai esclusivo - e"compar-timentato" rispetto agli stess!Gap -un'azione contro il commissarioCalabresi. Né, certo, lu il solo.

(...) Dici, Carlo, che nella mia praticamilitante io avrei "mandato avanti" altri.Se mi conoscessi, sapresti invece chenon ho mai - dico mai - suggerito oproposto ad alcuno di far qualcosa che iostesso non avessi già fatto, o non lossidisposto a fare.

(...) E' venuto il momedto di assumersiin modo forte una corresponsabititàpolitica e morale, individuale e coltettivaper tutto quanto è avvenuto negli anni'7O da questa parte della barricata :

indipendentemente dalle nostre posizioniattuali, e perlino dalle rispettive,specifiche collocazioni di allora.

Ho deciso di lavorare perché si arrivi,in tempi ragionevoti, a un gestomagnilico e liberatorio: unaautodenuncia in massa per "tentativo diinsurrezione armata contro i poteri dettoStato". Non parlo del semplice gestosimbolico di rivendicare il sogno deltarivoluzione, ma di qualcosa di piùconcreto, radicale e dirompente:presentare "in buona e dovuta forma"tante autodenunce, dichiarandosiresponsabili dei reati conligurati negliarticoli 284 e 286 del Codice penate:"insurrezione" e "guerra civite',. Checostituiscono i reati-'quadro', matrice eline che tutti gli altri comprendono esussumono (e spiegano\.

Per questo gesto di rivotta, ditestimonianza e di sfida, c'è bisogno digente che, come tuo padre, appartengaa lla " razzd" di q ue lli che a man oscommettere contro-corrente. Come luiaveva cominciato a fare a sedici anni,quando abbandono la sua ltaca perandare con i ribelli.

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editare -'"dalla Feltrinelli'", come dicevalui- la rivisla Compagni (alla cui brevevita parteciparono anche Eco, NanniBaleslrini ed altri intellettuali 'di grido') cipropose con schiva timide2za dipubblicargli un'intervista, in cui spiegava leragioni del suo passaggio alla clandéstinitàpiù ampiamente di quanto aveva potutofare in una famosa lettera all'Espresso. Fututto. ln questi tempi dei Berlu'sconi, unararalezione di stile.

Litigavamo (la sua testardaggine eraproverbiale - e la nostra, "teorica"')mamantenemmo sempre tra noi qualcosa dipiù dell'amicizia, della solidarietà edell'affetto: una profonda complicità.

,TRANCHES DE VIE'DELLA CLANDESTINA

Così, quando decise di partire, io equalche altro compagno lo aiutammo;anche se non condivldevamo le sueprevisioni sul 'golpe', e se alla suaattenzione privilegiata alla "lotta control'imperialismo americano e ilsub-imperialismo tedesco" preferivamo lalotta operaia contro quello di casa nostra.Ouando mi chiese di andare all'emerotecadell'lstituto Feltrinelli a ricavare dai giornali

I'elenco dei morti per omicidi bianchi, s diandare a ritirare a Lugano una valigia pienadi opuscoli della "Brigata Gap Canossi"(che faceva sallare le betoniere deicantieridegli omicidi bianchi, quelli dove imuratori si ammazzavano cadendo dalleimpalcature, per super-lavoro e permancanza di misure di sicurezza, che i

padroni consideravano troppo costosoinstallare) lo feci.

IVALDIRicordo come scelse il nome "Osvaldo".

Passeggiavamo per Genova, vedemmoun'insegna luminosa con su scritto"Osvaldo lvaldi", lui stava per partire e civoleva un nome in codice."Ecco- disse - mi chiamerò Osvaldo".

Ripensandoci menlre rientravo a Terni intreno, nella fredda mattina del giorno diCapodanno '70, mi dissi che era uninguaribile romantico: Osvaldo è il nome diPesce, il leggendario capo dei "Gruppid'azione patriottica" della Resistenza dicittà, e "lvaldi" il suo nome di battaglia,come lui racconta stesso in "Senzatregua, la guerra dei Gap". E alla sigla GapOsvaldo ispirò i suoi "Gruppi d'azionepartigiana" (come altri, poi, gli effimeri"Gruppi armati partigiani", e "proletari").

Ricordo che aveva le laorime aoli occhi.una mattina fredda solegliata e"ventosàsul ponte di via Farini a Milano, a due passidalla nostra sede, il giorno dopo chè eraaccaduta la lragedia della "22 Ottobre" diGenova (durante una rapina Mario Rossi- uomo conosciuto oeraltro oer la suamilezza - aveva involontariam'ente uccisoil portavalori Alessandro Floris, era statoripreso in una foto rimasta celebre,inseguito e arrestato). ,

Osvaldo preferiva farsi i 'timers' con lescalole di fagioli, come gli aveva insegnatoFidel, e accettava di rischiare di peréonaper andare a prendere i soldi in unà banca,non certo per non 'sperperare' la suafortuna (è la vita che' poi ha messo ingioco), né solo per fedeltà alle tradizioni ealle. 'leggi". dei movimenti e pa.rtitirivoluzionari e delle oroanizzazioniguerrigliere. Né (come fu in qleltempo perme) perché "il salario operaio, perdefinizione, non basta a coprire i costidell'organizzazione di classe." Masoplattutto per una ragione personale eprofonda, di cui aveva pudore: sapevache, se avesse cedulo alla tentazionedella via più facile, quella di lare ilmecenate perché "il fine giustificai mezzi',avrebbe introdotto un elemento cheavrebbe corrotto la rete militante a cui era

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Et III EPI@A

ENCICLOPEDTANORMALE

* PfrIIIIO E/lBilf;NA *1.8000

legato; e avrebbe finito inesorabilmenteper circondarsi di "mercenari" (così comenella sua vita di editore era stato soessoattorniato, suo malgrado, di cortigiaà\.

Ricordo che, raccontando del suosoggiorno con i "Tupamaros' (dei qualitrovò il modo di far pubblicare due libri), siaccalorava a raccontare che, peresempio, quei compagni consideravanogiustamente tl "kidniapping" contrario alla"morale rivoluzionaria". Aveva raoione. eper di più inteneriva: sono sicùro chepensasse anche a te, il piccolo CarloFitzgerald, che quando ne'parlava - luid'abitudine timido e schivo - oli siilluminava il viso e gli ridevano gli occ-hi.

Quando seppe che era nato a me e Lucianoslro liglio Emiliano, mi portò ungiocattolo di legno. Me ne ricordai ottomesi dopo, quando Emiliano mori per un"rio morbo selvaooio'che aveva aooreditoall'improvviso la é-ua piccola vita. ""

RADIO GAPOsvaldo era tutto meno che terrorista",

voleva spiegare alla gente con le parole,non lasciarli soli davanti al fatto comoiutodelle azioni. Non è un caso che si imo'eonòcome un matto per "Radio Gap" (acùitéceeco a Roma la "Radio clandestinaoperaia", d'impostazione - dicevalui - "sindacalista rivoluzionana", piùvicina alla nostra cultura).

BLACK.OUT Dt MILANOLo vidi per l'ultima volta in un cinema

(come spesso amava fare, il che mi hadato l'alibi per vedere alcuni bei film chealtrimenti avrei rimpianto) pochi giorniprima della sua morte, nel marzo del'72.

A Milano la sinistra extraparlamentaretutta unita preparava una mobilitazione perimpedire un comizio di Almirante apiazzaCastello. Allora non si trattava di "sparare3ull'ambulanza', Almirante era al'7 oercento, al governo c'era il centro-destrd diAndreotti e Malagodi. Certo, noi noncondividemmo mai le grossolanità beceretipo il "fanfascismo" éosì caro a LottaContinua, e avevamo una diffidenza"bordighista" per ogni forma di frontismo,che ci appariva (continuo a pensare,giustamente) come lesivo dell'autonomiapolitica e sociale della classe operaia, e indef initiva subalterno allo Statodemocratico. Però ci interessava colpire

nei fascisti la propaggine estrema di unarete antìoperaia nei luoghi di lavoro e neiquartieri proletari.

GRUPPI DI FUOCOOsvaldo mi aveva cercato oerché si

prevedevano scontri gravi, boll'ormaiusuale morto fatto dalla òolizia. Mi chiesese a mio parere il movimento avrebbepotuto accettare il fano che lui e alcunisuoi compagni venissero allamanifestazione armati, con comoiti dieventuale autodifesa. Fu la orima volta chesentii I'espressione 'qruooi ài fuoco".

Cipendai, gli rispoéi di'no. Solo tre mesiprima noi di Potere Operaio eravamo statiattaccati e isolati dal resto della. sinistraextraparlamentare (fatta salva qualcherara eccezione), perché eravamo decisi ainfrangere il divieto del Questore dimanifestare, nel secondo anniversariodelle bombe di piazza Fontana e dellaTgrte di Pinelli, e nel primo anniversariodell'uccisione (durante gli scontri awenutiil 12 dicembrei 'ZO; del-giovane militantebordighista Saverio - Saltarelli. Equando - dopo che eravamo stati lasciatisoli e additati come 'avventuristi, - lapolizia ci aveva trovato 250 bottiglie'molotov' e aveva arrestalo sèttecornpagni, più o meno tutti si eranode-solidarizzati.

Portare delle armi da fuoco a unamanifestazione eta dunque, allora,politicamente impossibile dà sostenere:questo, in buona sostanza, dissi a tuopadre. Lui rir_nase male, amaro, deluso,turbato. Abbozzò qualche polemica nonnuova sul nostro 'avventurismomovimentista" che si manifestava nel fattoche "tiravamo la corda', e poisottovalutavamo la "contro-rivoluzione" ela 'questione militare". Per I'ennesimavolta, ricorse a un'immaqine che oli eracara: noi extra-parlamenta-ri eravamò comedelle palline da ping-pong che danzavanoin aria sostenute dagli zampilli di unafontana. I getti d'acqua erano le lottesociali: quando -inevitabilmente, poiché lalotta è ciclical - queste si 'fosseroaff ievolite, noi sdrem nio ricaduti.

ll suo problema era quello di vederecome mantenere la permanenzadell'offensiva (o quantomeno svilupparecontrattacco e resistenza). nei tempi'duridel 'cavo dell'onda' che si Dreoaravano.Per questo, c'era il protilema diun'ossatura politico-militare delmovimento. Che lui non vedeva nella forma

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t n Pstito-guerriglia'(come poi, perGn' b ùPate Rosse); ma in quelladis zb e articolato e pluralistico Jronte. A

=ll rr giorno - e qui radicalmenteCrqevamo - sarebbero state coslretteqÉ -eventi ad aderire anche ler7A*lzazbni'storiche' del Movimentot-l ribrmista.

RE}IATOPenso, ora, a quanto ebbe a cuore

*slrubne di un vero dibattito leorico sua.Ée questbni. lntanto ho l'impressione

=c vedesse - o almeno cercasse diredere - "tutti" (voglio dire, anche tuttiqr[ che poi lo hanno rinnegato, comeSzr Pietro). Ricordo che mi dicevasiEsso, con un misto di affetto e di'3e bsia' (o meglio, di spirito di:npetizione) "bisogna vedere Renato,dsEulere della costituzione del fronte... "

É poi aveva una vera passionecedagogica. ln quegli anni aveva fattoaubblica re, pe r v ie t rave rs e,1-hsunezione armata" del Neuberg ('nomedarle'di un gruppo di lavoro della Terzahternazionalé coordinato da Togliatti eFbOhi-Minh). E poila raccolta "Lenin sullag.Ena partigiana", il,manuale "Die Total-Kireg", preparato dal I'esercito svizzero pe r

''evéntuale scenario di una guerrigliaanticomu nista, "Guerriglia e guerrariwluzionaria" (dedicato - a conferma del'atto che Feltrinelli non fu maistalinista-"al Maresciallo MihailTukacewskj, eroe e genig dell'ArmataRossa fucilato durante le 'purghe" di§alin"). E poi molti altri testi che ora nonricordo. D'altra parte, già prima delpassaggio alla clandestinità-e all'azione,aveva editato i Diari del Ché e numerosialtri materiali, {ortemente'orientati'.lnsomma - contrariamente a ciò chesosliene chi volle ampularne, dimidiarne esemolificarne I'identità e la memoria - tuopadle, Carlo, era un uomo complesso emultiforme. Certo che "disdegnò sempredissimulare le sue vere intenzioni, eoredicò la necessità del rovesciamentoviolento del potere della classedominante... "

VERSO SEGRATEQuel pomeriggio, dunque, rimase

amareggialo e deluso, f rustrato. Cilasciammo con questo velo di tristezza. Neho conservato a lungo una specie dinmorso.L'1 1 marzo gli scontri ci furono, duri. Noi,dopo il primo attacco della polizia, cisparpagliammo e 'portammo il luoco'nellametropoli. Attaccammo a colpi dicocktail-molotov la sede del Corriere in viaSolferino, e sfasciammo e incendiammouna serie di filiali Berfault (la Régiefrancese dove, pochi giorni prima, unguardione di Billancourt, Joseph Tramoni,àveva ammazzalo a sangue freddo unoiovane militante della GaucheProlétarienne, Pierre Overney. Qualcheanno dopo Tramoni, uscito dopo unbrevissimo soggiorno in galera, f u"giustiziato" dai Noyaux armés pourlàutonomie prolétarienne, a Parigi).

VITA E DESTINO

La polizia colpì alla cieca, facendo unmorto - I'anziano passante GiuseppeTavecchio, .ucciso' da un candelottosoarato come al solito a tiro disteso adallezza d'uomo, che lo colpì in pieno volto.Chissà se Osvaldo eta alla

manifestazione, o quantomeno in zona.lmmaoino comunoue cosa Dossa averpensaio. Credo di capire ihe dovettedecidere lebbrilmente di dover larequalcosa, e pensò al black-out di Milanoiome rappresaglia, convinto che fossenecessaiia un'azione clamorosa per

"evitare la demoralizzazione delmovimento». Dev'essere stato così, inquesto clima politico e psicologico, sotto laspinta di una lorte componente, comeavrebbe detto Sartre, d'indignazione, chel'operazione black-out {u preparata cosìmalamente, e linì come finì, con quellamorte atroce su ouel traliccio maledetto diSeorate. a causa di un errore che fapeisare'a una tragica ironia della sorte.

L'OROLOGIO DI SEGRATE

Osvaldo pensava che tutti glì strumentimilitari dovèssero essere "artigianali-: nontanto per una componente d'ideologlapauperistica, che sarebbe stata Peraltroòomprensibile in uno come lui, 'transfugadella borghesia'; quanto per unaconsiderazione -strategica" sullanecessità della riproducibilità su largascala dei mezzi d'àzione e delle tecnicheooerative (il che dimostra la suacòncezione''popolare", virtualmente'dimassa", delle Iorme della 'guerra diclasse').

Fedele ai suoi principi e alle sue scelte,Osvaldo preparò da sé i timers, adattandodeqli oroloqi. Forse nella fretta, nellacoicitazionà, sbaglio, e tolse la lancettadelle ore invece che quella dei minuti,lasciando quest'ultima per il contatto.Così. oer ouesto incidente atrocementeUanàtè, l"esplosivo scoppiò dopo,mettiamo, 15 minuti, invece che dopo treore. E' andata così.

L'ESO RC ISMOMa la cattiva coscienza del ceto

intellettuale e oolitico della sinistra nonooté e non volle accettare questa nudaverità. Troppi rischi avrebber6 corso, chenon volevano lontanamente sfiorare; e poi i

migliori, i meno'anime morte'(penso peresempio al povero Giulio Maccacaro)troooe inouietudini e contraddizionilac'eranti avrebbero dovuto vivere, difronte alla mirabile provocazione di quellacoerenza tra il drscors o e la pratica, tra i

so.gni e le scelte, fra gli enunciati e la vita.

Così - oer un connubio lra rimozione,occultàmento, miope cinismopoliticantesco, disinvolto rapporto,stalinista e borghese, intrattenuto con laverità - a tuo padre, Carlo, fu negato ilriconoscimento e la riconsegna allamemoria delle sue ragioni, del sensodi unpezzo della sua vita e della sua stessamorte. A Giangiacomo Feltrinelli fu negatala sua sepoltura. C'era bisogno diun'Antigone capace di portare f ino in fondola logiòa dellt pietas contro quella del

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-sponsabilita, per impedire che laloro difesa cdntinuaése ad essereun'opera di'killeraoqio' detta ve-rita e_ di ulteriore dellegittimazionee criminalizzazione ilei combat-tenti" degli anni '70.

GENTILI E FARTSEI

Vedi, Carlo, Sll "intellettuall disinistra" hanno difeso Sofri nelmodo più scandaloso e indecenteqIe .potessero scegliere, nonolcendo una parola contro la leooedei "pentiti", e tutto il res-tÉ.contr_apponendo a! "tipo d'autorei'un tipo. di non-autoie, dicendosostanzialmente «non può esserestato perché è uno dl noi, unocome noi...»-e duhouesottintendendo che qti attii. àùàtiiche sono diversi, poésono inaicirern galera.Dl f ronte a questa tenaolia_ hocompiuto !a sbelta di diciiaiarmiuno deglt almeno duecentomila"mandanti" morali e politici di

potere, la rivendicazione delle radici dellaleO ilti m ita contro il trionfo deila I eg at ità. Noitentammo, ma la nostra voce fu suffocatada un_coro tracotante e volgare. E tutto fufatto rientrare nell'ipocrisia dèlla Norma.

SENZA LAVARSOViETTr

La cerimonia funebre al CimiteroMonumentale di Milano. quel oiorno triste eassolato, fu la conéumaiione Oi uÀtradimento che avrebbe pesalo. 'a futuramemoria', su vita e destirio dei movimentidegli anni a venire.

Qu.elllcerimonia fu, a dirlo propriamente,mpa. Erano un tradimento ifiori bianchi diOberhof sulla bara, che noi arrossammocon le bandiere di Potere Ooeraioabbrunate che avevamo ootuto lntiodurrònel cimitero, 'quadrillé' di polizia come inuna scena della Madrid di Rossif .nascondendole sotto qiacche e bluse.Arrossammo quel biaÉco con un'ideasemplice e teatrale: quando passavamo.seguendo la fila indiana, 'accanto

a[catafalco, ci strappavamo dalla manica delcappotto i bracciali rossi abbrunati cheportavamo, e li gettavamo, come fosserofiori, addosso a quei rami di fiori bianchi diOberhof ...

Ricordo Franco, Marione. Emilio. Livia.Toni, Paola, Serqio. Lucia. Maiiolino.Alberto, Marisa, Giaiio, Cecéo, Roberto.Chiara, Grazia, Claudia, Adriana, Nanni...Mentre, sulla porta della ca6oella difamiglia, parlavano qli oratori' iitticiati(ricordo Maria Antonietta Macciocchi.Régis Débray, Klaus Wagenbach), io,sollevato sulle spalle da alcuni comoaoni^gridai: "il compàgno Feltrinetti non'è "unà

vttilma, ma un comunista che ha scelto ditradire la classe dei padroni per diventareun combattente dellà guerra'di liberazioneSOCIAI€.»

Si consumava lì, Carlo, altorno alla baradi tuo padre, quella rottuia che ci avrebbesempre di più fatto divergere dai futuri

destini."neo-parlamentari'" del grosso del'gauchisme'. Noi andavamo verjÒ il nostrodestino, /oro cominciarono lì la 'deriva'cheli avrebbe portati a entrare in ounta di oiedinelle anticamere del potere.

LE PAROLE E LE COSETi ho raccontato queste cose in una

lettera aperta, Carlo, per dire a te e a tuttiche anche questo 'era

GianoiacomoFeltrinelli, Os'valdo. E Osvaldo-non erameno vero del brillante "cane da tartufi;editoriale che aveva'scoperto' pasternake Tomasi di Lampedusa.

ITACA, t PROCI

Tu sei risentito con me, ed ècomprensibile; perché una turba di procivoltagabbana e usurpatori si sonoimpadroniti della vostrd ltaca, e i tuoiprecettori ti hanno insegnato che"Osvaldo'era come uno di quéi seoreti difamiglia da tener celati si da, lorò sonopassati dal "Che" Guevara alla Lega delleCooperative.

Credimi, Carlo, io ho fatto ilcontrario che "inqiuriare". Anzi.rivendico alla scelt-a che ho fatto'anche il carattere (che. certo_ nonè stato il suo "fine"; di un aito digiustizia e di pletà s verso tuopadre.Certo, ho avuto altri urqenti motiviche mi hanno spintol Mi sonotro.vato, lo sco-rso

. agosto, strettonella necessita di operare unaquasi impossibile 'quabratura delcerchio': sostenere 11 improbabititàf attuale della respon'sabilita diLotta Contlnua neli'uccisione delqgmryissarlo Calabresi,perdlfendere l'innocenza speciiiòa diBompressi, Pietrostefani' e Sofri; esostenere al contempo la vero'si-miglianza politica 'di que!la re-

qu?l!'omi.cldio, e ho preso ladeclsione di rivelàre un orànello dioecrstone di rivelare un granello diverita . su quegti annil E cioè

nell'immaginario sociale,t che ileseguendo -la sentenza che i

innanzitutto btre] allolà,-' oecinà'-o-igfuppi e gruppetti si pioponevanod I tradurre in praticd ouel'desiderio terribiie' che virieva

movimento a\reya emesso contro ilcommissario Calabresi.Oggi, vedi, io sono un comunistalibertario, e ho orrore di tutti itribunali, a cominciare da ouelli'l-del popolo". Ma dobbiamo iorseIingere di scordarci (o, peggio,scordarci davvero) -che lIttigridavamo "giustizid proletaria',iSe il senàtore Bòato vuolcancell_are questa cosa, facciapqre (io trovo, oltretutto.'stuoidocùe speri di vincere il 'procéssoriuscendo a lar dimenticare oueltitolo "Un atto di giustizia,', invàcedi attacc_arg ta Ierversit'a deilàlegge sui "pentiti' e delle altre!eggi speciali, difendere oliimputati, 'in punto di fatto, e Yinpunto di diritto', sul terrenotecnico.-giudizi?rio, e cogliereI'occasione oflertà Der àorirelinalm-ente una grande,' liberaioria,autentica discussione suoli anni'70, ta radicalita del movimtnt;.-'i;volonta di potenza e il oaradidmadella conciuista det Éoterel itsogno della liberazione e lacamicia stretta della 'politica,. ibisogni e i desideri, 'il cont'ro-potere e la violenza,'la prioioniapolitica e I'amnistia. la briéionia'tout court' e I'aboliiionismo.-

PASSATO E PRESENTE

E invece no: tutto quello che la mediocreastuzia.di corto respiro dei furbi has.uggerttto a tutta questa gente, ènnnegare ancora una volta i carattericulturali profondi dei movimenti sociali diquegli anni, neqando stohamente oerfinol'evidenza della carta stampata. Cdme se

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€ carte processuali fossero scritte contrchiostro simpatico, o smemorabili comeè smemorabile la testa di questa sinistrartellettuale, che si revela la più bigotta econformista e voltagabbana e codarda delrpndo! Spiegare le ragioni di quel titolo, eounque spiegare il contesto, avrebbedulo essere un pèzzo della difesal Soloshe si sarebbe dovuto scegliere di'-5chiare' di difendere anche qualcheturato vivo", magari quelli che,' partiticale rivolle delle carceri e dal mito della'rohrzione alle porte che LC s.pargeva. asene mani, sono passati per lasnmissione carceri di LC, "Liberare tutti",Dannati della terra", i collettivi "Jackson",

&ldad", "ll sangue agli occhi", i Nap, esono così arrivati al capolineaoetr'ergastolo e dei "braccetti"...

Poteva essere una buona occasione, lacattaglia per dif endere Bompressi,Pietrostelani e Sofri, per smettere disc.lppare, e prendere di petto il fatto cherisogna tirar fuori anche le Franca Salerno,gli Abbatangelo, Vianale, Sof ia,Pellecchia, Schiavone, Delli Veneri...

lnvece è stata montata la farsa del'prigioniero apolitico", del'processoapolitico". "Apolitico"?l Ah, perché è da'apolitico" posare in fotografia traJaruzelskij, Martelli e il giovane Restelli,era "apolitico" stare 'né con Fioroni, nécon Toni Negri" (e, per la verità, un po' piùdalla parte del primo), "apolitico" tare ildirettore delle "Reggiane", "apolitico'inculcare nella testa dei Marino l'idea chebisogna farsi i cazzi yopri, riuscire,sfondare; avanzando a colpi di gomito emagari passando sui cadaveri dei caduti, eguai aivinti?

CONTROCO R RENTE

ln una situazione così oscena, noidovremmo, Carlo, cominciare a dire aiquattro venti almeno qualche frammentodicibile, anche a costo di chiamarci acorresponsabrll di cose con cui magari nonc'entràvamo, che magari abbiamocombattuto.

Vedi, Carlo, io ho dichiarato d'i ritenermiuno degli almeno duecentomila "mandantioolitici"è morali dell'omicidio Calabresi. Peria verità - se vooliamo andar a lare i

contabili - noi n-on eravamo stati allatesta della camoaqna su Pinelli eValpreda, che corisideravamo un fatto dirad'icalismo democratico con cui avevamopoco a che spartire (probabilmenteiacevamo un errore di schematismo e dielitarista settaiismo teorico, ma il fatlo èche eravamo su un'altra lunghezza d'onda,e avevamo gli occhi fissi ai cancelli dellaFiat).

Su un'altra lunghezza d'onda erano, dalcanto loro, anche le BR, checommentarono su un volantino "c'è tempooer alzare il iiro", e che allora avevano'alhassimo sequestrato per mezz'ora in un'pulmino' I'ingegner Macchiarini (mentre i

Carabinieri, più bravi, avevanosequestrato e violentato per ore FrancaRame).

Eppure, Carlo, non possiamolasèiar passare quest'occasionedi tare una battaglia che èassleme di verità, e, diconseguenza, di libertà. O meglio,di Iaséiar passare senza rivoltarci

un'oDerazione. lorse d ecisiva eirriàediabile bome una soluzionefinale. da sePPellire Per semPreverità e libeiià, la verità di unastaoione di lotte'e la libertà dl unouono di sePolti vivi.' EY cosl ché ho deciso di usare -nel senso buono, forte, di esseleusati Per unà battaglia checondividdremmo - la verità di tuooadre. E ho detto che, tra I'estateàel '71 e i Plimi mesi del '72,"Osvaldo" mi

- parlò ripetutamentedella necessità' storica" di quelloche Lotta Continua avrebbedefinito, ex post, "un atto dig iustizia".- Nelle interviste al Corriere ea ll'Espresso in cui ho dettoqueste cose, ho precisato che tuodadre non coinvolse mai in questobrooetto i Gao. che erano un po'irn'ippendice di' movimento" di ùnaben più complessa e segmentatarete -di suoi rapporti Politicl eooerativl (hai mal sentito parlaredà tt'uccisÌon e in Ge rman ia d iQulntanilla, ll torturatore a mortedi Che Guevara?).Chi poi, delle decine dl gruPPi egruppetti, più o meno velleitari,che allora agivano dentroquell'inten zione, abbia portato atérmine il proprio progetto, io nonlo so. E, ove mai lo sapessi,evidentemente non lo direi.E' tutto.

UN ATTO DI GIUSTIZIA

L'intenzione di "!giustiziare" Calabresitraduceva - sarebbe ipocrita negarlo - undesiderio lorte e diffuso, come ricordavasal Manifesto di martedì scorso GiulianoSpazzali nel suo bell'intervento -Ricordi diuno smemorato, e come riconosceva in unarticolo sul Corrieré della Sera (centratosulla distinzione fra "ordine" e "direttiva")I'insospettabile Ferdinando Camon. La

resoonsabilità non solo di "Lotta Continua",mà di quasi tutta la sinistraextraparl'amentare (fatto salvo ilMovim'ento Studentesco della "Statale" diMilano, che preferiva spaccar la testa aglianarchici che ai loro assassini), perl'omicidio Calabresi è dunque un fatto.

Dunque, vedi, Carlo, io non "ingiurio'tuopadre, perché per ingiuriare bisognaattribuire un significato, appunto,ingiurioso alle cose che si dicono. lo,invece, ai magistrati che mi hanno inquisitoe giudicato ho sempre risposto "nego gliaddebiti", dai quali però non mi sentodiffarnato'(vedi, Carlo, se ti accusano diaver fatto una rapina, è giusto che tu tidifenda, ma non c'è alcuna ragione almondo di dichiararti rispettoso dellaoroorietà. di affermare che i ladri stannoberie in-oalera. e di accettare di farcoincidere-/eg itti ;n ità e I eg alità... ).

«E CHE COS'E' LARAPINA DI UNABANCA... »

Tu dici, Carlo, che io avrei "mandatoavanti oli altri". Amici comuni avrebberodovuto-consiqliarti di essere più cauto.Dovrei forse ràccontarti che in ahni lontani,con tutte le anqosce derivanti da unadecisione oresf in assoluta solitudine,fuori della' "leoalità" della mia stessaoreanizzazione Éolitica e della "complicità'de--qli amici e compagni piil vicini e megliocoàosciuti, dovetti prendere la decisione difare un. salto dal terreno dell'agitazioneoolitica a ouello dei reati contro Ia'proprietà, pàrticipando alla rapina di unabanca ? E,'questo, non solo e non tantooerché "il satario operaio non copre Ieboese del I'or oanizzazione rivol uzionaria",o' perché gli'intellettuali più generosi. emecenati amavano altri, piÙ gratltlcantl efolklorici S{uppl; quanto,, soprattutto, pertrattenere €let gtovanIproletarl comunlsll -sulf icientemente "smagati- per fidarsi solo

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FLL. ::

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di chi si mettesse personalmente ingioco - dal pensare che l'unica possibilegaranzia contro l'opportunismo e ledegenerazioni burocratiche sempre inagguato (come insegnava la storia delleorganizzazioni del Movimento Operaio)fosse la scelta del modello delPartito-guerriglia. É che I'unica garanziacontro una "divisione del lavoro militante'di tipo gerarchico e in ultima analisiborghese fosse l'omogeneiz-zazioneforzosa di tutti nel comune 'status' diclandestino.

Dovrei dirti queste cose, con tutta lacoda di commenti, da chi "l'avevÒ detto"agli scandalizzati e agli increduli ?Quello che posso dirti, Carlo, èche non ho mai, dico m a i,suggerito o proposto ad alcuno difàr cose che io stesso non avessigia fatto, o fossi disposto a fare.

Dovrei a questo punto spiegarti che sonomolte di più le cose che ho concorso adimpedire, le 'derive' che ho concorso adarrestare, che quelle che ho promosso?Non è il momento di dire questo, ma ilcontrario. Vedi, Carlo, come raccontanoanche i "pentiti" che mi accusano, io sonostato, lungo tutti gli anni '70, contro lascelta della "clandestinità strategica" e ladecisione dell'omicidio politico. Eppuresono disposto a dichiararmi"corresponsabile" anche di tutto questo, enon credo di essere il solo...

A questo - a questa determinazioneesasperata ma non disperata, esoprattutto lucidamente raggiunta - micostringe I'orrore di quel -genocidioculturale" a cui collabora innanzitutto (informe diverse, e anche contrapposte - sipensi al PCI e ai "garantisti") tutta lasinistra, e che costituisce la base per ildiniego di una speranza d'amnistia.

Molti dicono che sono pazzo, a"rivendicare" una rapina nel momento in cuipropongo di presentarmi alle elezionieuropee. Comunque, innanzitutlo, io credoancora che, malgrado la f rase siadiventata frusta e 'kitsch", sia tuttoragiusto dire: "e che cos'è una rapina inbanca rispetto alla fondazione di unabanca?" La cronaca nera italiana, le storiedei Calvi, dei Sindona, della multinazionaledella droga che ha appena assassinatoMauro Rostagno, Sanatano 'l'uomo cheaveva imparato ad abbracciare i lebbrosl-, offre una conferma iper-realista deldenso 'blitz'teorico della frase brechtiana.

lnoltre rivendico l' irriducibile differenzatra chi ha "espropriato gli espropriatori",riprendendosi un po'di plusvalore per poterf inanziare l'agitaz.ione operaia (e hasempre, come noi, vissuto da poveroperché avremmo ritenuto impensabilestornare una lira per uso personale), e ilceto politico-criminale che domina nelPaese.

Vedi, devi essere orgoglioso di tuopadre, per quello che era, Carlo. Tra il f igliodell' -uomo più ricco del mondo" (come ilIimes definì tuo nonno quando si uccisecol cianuro tornando in treno a Milano dopoun colloquio con Mussolini che loaccusava di intesa con la Russia deiSoviet) che va a fare una rapina per ragionidi principio e di "pedagogia rivoluzionaria",e quell'infame impasto di cinismo eambizione che sono, per esempio, la granparte degli amministratori pobblici in ltalia -dei quali ildetto popolare direbbe che "il piùpulito ha la rogna'- c'è un abisso morale.

UN GESTO MAGNIFICO

Ritengo, Carlo, che sia venuto i!momento di contrapporre allaperversa logica giudiziaria del"carattere collettivo dellaresponsabilita penale", larivendicazione dl unacorresponsabilità generale daparte nostra per tutto quanto èavvenuto nel corso di quellaquasi-guerra che si è combattutadopo il '69 in ltalia. Andandoanche oltre la responsabilita checiascuno di noi ha avuto.Banalmente mi si fa notare che"bisognerebbe però essere intanti". Rispondo con I'altrabanalita che, per diventare tanti,qualcuno, loss'anche uno solo,deve spezzare il cerchio dellapassivita, rompere il surplace, ecominciare!

Vedi, Carlo, si puo sopportare per unanno, si può sopportare per due, diecianni, ma viene il momento in cui si dicebasta! Non si può sopportare di vederequelli che dovrebbero essere gli eredi dellaComune di Parigi - le sinistre di tutte legradazioni - ridotti a questo merdaio, aquesta corte dei miracoli di sordi, di ciechi,di figli di puttana, di anime morte, senzapassioni, senza audacia, senza scattid'orgoglio, senza radicalità, e senzacuore. Spaventati della propria ombra, delsuono dei propr? stessi passi, divenutiincapaci di pensare in grande, incapaci dimettere a rischio la falange del mignolosinistro per provare a "disarcionarel'imperatore"... Lobotomizzati, e comemutilati della grandezza della ribellione,paralizzali dalla paura di sbagliare e diessere disapprovati, sono pronti adaccorrere per portare al Re dei vestiti diricambio, se un pazzo urla che è nudo.Passano il loro tempo col naso al vento perfiutare l'air du temps, e con le orecchietese a cogliere la'vox populi'perallinearvisi, con gli occhi stretti percogliere subito la traccia di un mezzosorriso sulla faccia di qualche marginaledel potere alloggiato nelle chambres debonnes del Palazzo, pazienti come canidomesticati ad aspettare impercettibilisegni di benevolenza, un residuo dellatavola e unacatezza

Ah, Carlo, non so se per te è unadisgrazia o una fortuna esser cresciutodopo, non aver assaggiato il gusto amarodella paura e della lotta... C'è una vecchiamaledizione ebraica che dice 'ti auguro unavita interessante" : è, appunto, unamaledizione-..

PAGARE DI PERSONA

Frima di concludere, qualche ultimochiarimento. Tu pensi (non dico "insinui", ènormale che pensi, perché la macchina dimenzogne rovesciata contro di noi da undecennio, I'odio e il disprezzo di cui cihanno circondati è tale, che è difficile nonavere pregiudizi), che io sia uno che evitadi'pagare di persona".

Ti chiedo in proposito di riflettere anchesolo a quanto segue. Come saprai, dallecolonne del Coniere e del Messaggerohorecentemente dato del "mentitore,, e dell'

«uomo al di sotto di ogni sospetto" alMinistro degli lnterni Gava, che avevatrionfalmente dichiarato che due fuoriuschiitaliani appena arrestati a Parigi (GiovanniAlimonti ed Enrico Villimburgo) €I?oo «icervelli delle Brigate Rosse edell'"euroterrorismo"", é che in particolareAlimonti sarebbe stato uno deqli esecutoridell'omicidio del senatore Ruffilli, awenulonel maggio scorso.. Sono stato in grado di sbugiardarepubblicamente il ministro, per il §emplicefatto che questi due comoaoni si eranorivolti già da molti mesi a'mé (che li homessi in contatto con gli avvoòati con i

quali da sempre la nostra "Associazione diaiuto e solidarietà con i rifugiati italiani inFrancia' lavora) perché volevano usciredalla loro cbndizione di lorzataclandestinità e tantar di ottenere unpermesso di soggiorno per poter vivere eIavorare alla luce del sole in Francia,oppure partire per terre lontane e altrimondi. Ho aggiunto che, comunque, laprovache il ministro mente, e la claùorosariconferma del'surplus' di caratterisommari e persecutorì che caratterizza lagiustizia italiana neqli anni dell'emeroenza.è data dall'infortunÌo in cui i giudici sonoincorsi, incriminando come esecutoredell'omicidio Ruffilli una persona (Alimonti)che quel giorno era con me (e, pei fortuna,con numerose altre persone) a Parioi. Hopotuto ricordarmi ld circosianze pérchéquel giorno I'uomo che molti tedtimoniavevano riconosciuto (!) come uno dei"giustizieri" di Ruffilli, erà venuto con me(per fortunata coincidenza, proprio nelleore di quell'omicidio) a incoàtrare oliavvocati bhe si occuodvano del oroblenì'adella sua regolarizzàzione ammìnistrativain Francia, nella sala di una tavola rotondasul diritto d'asilo in Europa. E soprattuttoperché più tardi era con me (e òon unaventina di altre persone) ad as'sistere allaproiezione della'cassetta' di un'intervistatelevisiva di Curcio, Moretti e Balzarahi,quando Lucia mi telefonò di aver visto altelegiornale che c'era stato un nuovoomicidio politico in ltalia. Lo ricordo beneperché interruppi la "trasmissione" dellecassette e informai i presenti di ouestacosa grave che era accàduta. E peréhé, aigiorna.listi che mi inlerpellavanotelefonicamente per un commènto, dissi(avendo di fronte, sullo schermotelevisivo, le facce drammatiche diRenato, Mario e Barbara): "Quest'azioneha come principale effetto quello diuccidere ancora la qià fraoile soèranza diuna soluzione d'ahnistia, dizittire chicomincia a battersi oer ouest'obiettivo. diseppellire la batta'gtia di ruerta cné Ainiziata per tentare dì concretizzare questasp.eranza. ln altre parole, <juesti"giustizieri" non hanno piÌ, aicunalegittimità sociale, e I'unico sehso obiettivodella loro azione sarà in definitiva ouello diaver sparato alle spalle di Curcio e bei suoicompagni".

«lL RE E' NUDO !»

Mi sono preso la responsabilità dismentire subito le mensogne di Gava suAlimonti e Villimburqo. oeìr vari motivi. //grimg è il dovere, a-l liniite, da ,,citoyen.(quale, poi, in effetti non sono). di rénderpubblicI eventuali elementi 'in orooriopossesso, che scagionino qualcuno' daun'accusa infondata e ingiusta . ll secondo

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ll

' ::casione di portare un piccolo'-'- r-:c alla difesa di questi compagni. :s:'adizione (è chiaro infatti che il.-:'3so falso sulla responsabilità di- -: -: nell'omicidio Ruffilli getta un'ombra. .-. . c sospetto su tutte le altre accuse

- :::e a lui, a Villimburgo, ad altri, e suli-: cr comodo che le autorità di polizia

. :-e ne fanno). Quest'ombra, questo

. : ::::o, renderanno piil diff icile' =s:'adizione, che potrebbe poggiarsi.

. "-rus" di colpevolezza gettato su'. .:-:: cue compagni dall'insinuazione di' : :'esunta loro "pericolosità'attuale).

:e rzo motivo è la sacrosanta' ;-:,3ne di mostrare che "il re è nudo", e-= a 'ìlosofia e le pratiche dell'emergenza-: -:^c, tra le altre mille malversazioni e

: : :'chierie, anche a gettare.':-aiicamente e alla cieca sui latitanti' r occo la responsabilità degli atti: -: uti oggi dalle loro antiche: =^ zzazioni d'appartenenza.

:,arto motivo, è I'occasione di alludere. : - - i:scorso ben più ampio e profondo di'.?, come dire, dello statuto-: ;:emologico stesso del 'sapere': -: ziario'. Mostrare, in altre parole, che la, - s: zia penale non ricerca (come: ;:;rde di fare, traendone una parte della-: egittimità) la "verità". Essa è invece

: ::.:sta alla produzione di verità.

OUALCHE HISCHIOOra, volevo farti notare, Carlo, che

aresta sequenza, in parte casualmente

=incidente, di prese di posizione, micspone, a detta dei miei avvocati, adahrni rischi: a. la possibilità che venga+erla contro di me un'indagine istruttorìa-r quanto riguarda I'omicidio Calabresi; b.a possibilità di un'incriminazione per'conrplicità" con I'omicidio Rutfilli (in baibaI fatto che, prendendo spunto.da esso, lo.scorso maggio avevo pubblicato sul:rensile Frigidaire una Lettera aperta ai'ntovi brigatisti" in cui, dopo una serrata

=onfutazione dei paradigmi chesostengono la pertinenza, la legittimità, ilcarattere emancipatorio di 'un'iniziativa diota armata nell'ltalia e nell' Europa dicggi, Ianciavo un appello alla desistenza,dichiarandomi disponibile a dare il miotodesto aiuto ad affrontarne leconseguenze pratiche);c. la possibilità diessere espulso dalla Francia per averiolalo l'obligation de réserue imposta ai.dugiati (e nel mio caso, la mia solarisposta potrebbe essere il sottolinearecàe, essendo io in situazione aministrativaitregolare, ufficialmente non esisto, edunque nessuno mi ha chiesto alcuna'riserva'; ma, come puoi ben capire,sarebbe come cadere dalla padella nellabrace).

Vedi tu ora, Carlo, se mi si può accusaredi non prendermi le mie personaliresponsabilità, con i rischi connessi!

LE ELEZIONIPrima di finire, un altro paio di

precisazioni. Tu avanzi il sospetto, Carlo,che io voglia "farmi della propagandaelettorale".

Sai quanto ci tengo io a fare ildeputato! Ho deciso dl propormi

per poter acquisire strumenti evoce per tener apertè alcunequestioni, l'amnistia innanzitutto,su cul rischia di distendersi unvelo di oblio. Ho proposto le liste"arcobaleno" e i temi dell'amnistia,del reddito garantito, dellabattaglia per i diritti e le libertadegli immigrati, della lotta controlo Stato centrale condotta dalpunto di vista delle identitaminoritarie e négate, delleautonomie e delle capacitad'autogoverno locale, perchéquesta è stata la mia pratica daalcunl anni in Francia.

Vorrei essere eletto per poter andare inqueste fetide carceri francesi a "far casino'contro la morte bianca dell'isolamento; aNapoli per proporre ai giovani di occuparequello che possono e far blocchi stradaliper rivendicare il reddito garantito, inveceche essere costretti ad arruolarsi nellacamorra per ottenerlo; davanti allelabbriche della morte per proporre aglioperai di lottare conteslualmente per lachiusura e per il salario garantito; aLisbona e a Rebibbia per dìscutere conOtelo e con Renato delle cose da fare perla battaglia per I'amnistia...Ci servirebbero il megafono, il

moltiplicatore, le tribune che unacampagna elettorale ti offre, e i mezzi cheun'eventuale elezione ti mette adisposizione.

Avevo deciso di limitare al massimo i

rischi di diventare davvero (socialmente eculturalmente) un "deputato". Per esempioricorrendo a un correttivo non nuovo comela "rotazione". Avevo pensato dipresentarmi in tiket' con un compagnoche ha una storia emblematica. Si chiamaGiovanni Stefan, ha passatol'adolescenza in Lotta Continua, comestudente, come giovane operaio.Accusato di un breve passaggio in PrimaLinea, è f uggito in tempo. La tenaglia fra leaccuse di un "pentito" e le conferme"pulite" ("parlo per me, non faccio nomid'altri, non confermo e non smentis6s") didue 'dissociati ammittenti", gli hannoregalato l'ergastolo per I'uccisione deldirigente missino Pedenovi. Nel corsodella sua'fuga senza line' ha conosciuto latragedia, è stato I'unico soprawissuto diun incidente mortale, ha dovuto 'digetire' lamorte di donne e uomini fraterni e solidaliche lo stavano accompagnando attraversouna frontiera, è rimasto gravementecompromesso nel {isico, ha traversato ilpurgatorio di una carcerazione"estradizionale'... Potrebbe'ruotare' conme, se fosse d'accordo ad esserecandidato, e risultassi eletto.

L'AUTO D EN UN CIA

Ma soprattutto, Carlo, per me questacosa delle elezioni è già passata inseconda linea, sono molto più preso ora daquesta battaglia finale sulla necessità diun'assunzione di corresponsabilitàstorica, politica e morale collettiva da partedella nostra "generazione", per tuttoquanto è successo da questa parte dellabarricata nel corso degli 'indimenticabilianni '70'.

Su questo terreno, vogliamoandare fino in fondo. Proponiamodi prendere la decisione collettivadi procedere a un atto inevitabil-mente individuale di dlsobbedien-za civlle; di presentare delle aulo-denunce ln piena regola , "inbuona e dovuta forma", per i reatidl cui agli aritcoli 284 è 286 delCodice Penale: "insurrezione" e"guerra civile".

Vediamo se almeno quèsto servirà arompere il muro della rimozione, dellafalsificazione e dell'omertà intellettuale, arompere il dispositivo di questa vera epropria congiura liberticida, che la 'piovra",la maf ia intellettuale delle srnislre grandi epiccole, vecchie e "nuove", ha tessuto.Vediamo se servirà a'mettere un piede tra ibattenti della porta che guarda su unasperanza di libertà, prima che questevenga chiusa per sempre'...

Come vedi, Carlo, di fronte a questoenjeu, ho già quasi dimenticato le elezioni.Se poi sarà possibile fare anche quelle,tanto meglio...

ELOGIO DELLA FOLLIAVero è che, in un certo senso, sono

temibile. Perché ho deciso di esseredisposto a giocare il tutto per tutto, edunque mi posso permettere di non essere'saggio", di essere finalmente"imoolitico'...Mi pare di sentire le voci di

scherno -"megalomania", «retorica»,ndelirio". Non immagini, Carlo, come siapiacevole sovranamente fregarsene ditutto questo: è come un'salto nel libero'...ln questo stesso momento è finita la mia'fuga senza fine'. L'angoscia della poliziache bussa alle sei di mattina, o che ti sirovescia addosso come una muta di cani,comparendo dal nulla, quando sei in stradaa comprare il giornale... Finito tutto questo;se mi arrestano, mi espellono, miestradano, tanto meglio: o finisco agliarresti domiciliari come Sofri e gli altri,oppure trasformo il mio tempo carcerario inuna trappola feroce, in una bomba ascoppio ritardato. Mi basterà esistere ingalera, per dimostrare che 'il Re è nudo",per trascinare tutte le anime belle delgrande rimosso e della grande, liberticidamenzogna, nella vergogna di dover esserecomplici di questa evidente ingiustizia:Solri all'lmpruneta, io in uno "Speciale".Un'ingiustizia che esiste già, peraltro: soloche la gente è talmente manipolata ecorrotta, che non gli viene nemmeno inmente il paragone tra Sofri e uno dei tàntiNicola Abbatangelo. Mentre di me, infondo, non si possono liberare: per unacerla ambigufià, se non altro alimentata dai'media', io sono anche un po', in qualchemodo, "uno di loro", mentre i Nicola sonol'altro. Tra me e i tanti Nicola e le tanteMariapia, c'è insomma la differenza che,agli occhi del razzista, corre tra l'ebreo e il"negro". Come rilevava Marek Halter in untentativo di spiegazione degli aspetticulturali delia "soluzione finale", il razzislabianco è ossessionato dall'ebreo perchénon può distinguersene, non può rigettarlocome evidentemente diverso, e dunque glirisulta più sottilmente insopportabile einquietante: ragion per cui, per liberarsi diquesto diverso troppo uguale non serve,

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non basta richiuderlo in un 'bantustan',bisogna annientarlo.

Se così è, usiamo anche questo!

PIERROT LE FOU?Non so se puoi immaginare, Carlo, lo

stato di grazia, che si raggiunge quando cisi è persuasi nel profondo di non averniente da perdere,'o di essere disposti aperdere tutto...

Da qualche sellimana, come tidicevo, èfinita per me la paura, I'incubo della galera.Se òi ritornòrò, questa votti nonsprofonderò nell' am m al am e nto, perchéogni mio giorno di galera avrà un seriso.

Ai compagni, agli amici, a Lucia che sipreoccupano, dico che se mi mandano ingalera mi fanno un piacere, ed enlrano nelnòvero dei miei "grandi elettori", assiemecon lo sparuto gruppo dei miei attuali 16amici. Ma non è detto che sia. così, lacancrena può essere andata più oltre, lafalsa-coscienza del sistema - e dellasinistra - può esser diventata capace didigerire e ignorare anche questo.

Ma questo non è il punto: alla lunga, lamia bomba a orologeria scoppierà. Se poinon dovesse, vorrebbe dire che la lorzadella "sussunzione reale" ha già prodottouna tale irrimediabile mutazioneantropologica, che siamo già in pienoincubo kafkiano e orwelliano. ln questocaso, se la liberta non val più la pena diessere vissuta, tanto vale slarsene ingalera...

RAPPORTI DI FORZA

S-ia chiaro: io voglio fare una battagliapolitica, non I'attotstremo del monàcobuddista che si brucia. Per ouestoproporremo di organ izzare politica'mentequesta campagna, chiederemo di inviarcidelle lettere di impegno e se e quando neavremo (che so) mille, decideremo diprocedere alla presentazione delledenunce alle Procuie della Reoubblica.

Ma voglio anche avvertire (e'non per larericatti), che se neanche'questofunzionerà, io credo che deciderò'(mi sipassi questo momento di soliosisào. avolte si può solo ripartire dalia prooriasingolaritàl di andare a preseniarò dipersona la mia autodenuncia alProcuratore Generale presso la Corte diCassazione, a Roma.

PROFEZIA CHE SIAUTOADEMPI E

Spero che non ci siano dei poveri dispirito che si permettano di v'edere inquesto un atlo di sottomissione, di resa. diriconoscimento di legittimità alla legalità. llcarattere di sfida - foss'anche oerduta inpartenza - dovrebbe essere chìaro ancheai soggetti più maniacali.

Noi (ma se non riusciremo ad aooreoarequesti "noi" sono disposto a dìé "-io";dobbiamo esercitare un nostro sacrosantòed qstremo diritto di resistenza.

Come ci hanno inseqnato i Padri Gesuiti.il diritto di resistenzi leqittima oerfino iitirannicidio. Ma poiché neTnostro'caso. ouie ora, alla no§tra latitudine, "nella ialedelle dominazione reale", il tiranno èdiventato anonimo, astràtto, dai milleocchi, fatto di parti intercambiabili. si ouòsolo far appellci a una diversa formà di [ottacollettiva, cominciando col mettersi ingioco, se serve, a partire da dieci, due, tre,,{no...

Ho scelto come emblemi il tarocco delmallo, il f rontespizio dell'ldiota diDostojewskij, il cavaliere di Ronzinante: gliscettici sac'centi di turno sono dunoùeesentati dallo sprecar fiato, disprezz<i escherno per sfondare porte aoerté.

E chi vivrà, vedrà. Come dice Nickolsonnel -Nido del cùculo", potrò semore dire:«andate affanculo,' almeno' ci hoprovalol".

Ho finito. So che anche la oiù oaile deimiei amici saranno, all'inizio, ècoricertati eperplessi.

Ma, come tuo padre, appartengo allarazza di quelli ihe amanò scorietterecontrocorrente. Come Giangiacomocominciò a fare a sedici anni. ouandoabbandonò una prima votta ta iuà È;';;an€,are con i ribelli. Dicendo ai comoa'oniadulti - come nella canzone - ;5à"",resta anc.ora mondo, sono pronto, dovéandiamo?,

Ciao, CarloParigi, 20 settembre 1988 Oreste Scalzone

llramr Eontro llrawlettera aperta a Toni NegriCaro Toni, (mi rendo conto della quota diipocrisia appiccicata alla formula di rito -come, in alcuni casi, al saluto; ma mi parenon si possa evitarla, non foss'altro'chep-er mancanza di alternative...).Caro Toni, dunque.

Molte volte, in tutti questi anni, hocominciato a scriverti

' delle lettere."Aperte", da quando una mia letterachiusa, chiusissima, anzi inserita nellacopertina di un libro fattoti avere quandoeri ancora a Rebibbia, fu da te buttàta sultavolo verde della oiùconvenzionale,anche sej'micro', politica.La lettera cominciava «caro 'cattivomaestro molto amato...,, ed era datatafebbraio '82, poco dopo il mio arrivo inFrancia. Solo'pochi àesi orima. avevopubblicato sul'numero I ài Métropotiun'articolo in forma di diario intitrilato"Sommesse riflessioni da lontano". ln unp..re-scriptum di questo articolo, tidifendevo'a spada tratt'a da alcune siniétrevolgarità, probabilmente scritte o ispirateda Alberto Franceschini - che poi. '(così

va il mondol) vi ha amòiamàntescavalcato, anzi, direi, doppiàto, sullachina della "dissociazione"-'e diffuse inun documento di un qualche "Comitato di

lotta" delle carceri, intitolato "ll cetopolitico è nudo e pazzo".

Quella 'bolla' prendeva le mosse dalfatto - peraltro brutto e grave, quali chetossero le tue motivazioni -che'tu aveviscritto una lettera al Procuratore Sica loooiproconsole dell'ex-Regno delle due Sbiìié,Alto Commissario della Reoubblica conpieni poteri, aspirante a rinveidire le qesladel "prefetto di ferro' Moril. ln quéllalettera, ti 'chiamavi fuori' drasticàmentedalla rivolta di Trani, accusavi ibriqatisti diavervi voluto coinvolgere neÌia loro"iqrprqg.q criminale", e lantiaviper la primavolta l'idea delle "aree omo§enee'delladissociaz io n e po litica".

Per parte loro - passando a mio awisodalla ragione al'torto -i direttori dicoscienza che avevano emanato la ,bolla,

contro di te definivano "semi-detenzione"la tua prigionìa, e giungevano ad affermareche "la contraddizione con le oosizionistatal-negriane è di ordine idèotoqico.politico e m.ilitare"..Su Metropoli scris'si (emi pare che fui I'unico - òome spesdoaccade - a rispondere oubblicamente)che, se non fo-sse stata'sinistra, quelld

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bolla'mi sarebbe sembrata una buffonatada avanspeltacolo, malgrado tutte làbuone ragioni accampabili dai suoi aulori.

. Unl coga simile era già successa un paiod'anni prinia allo "Speciale" di Rebibbia,quando - contro il parere di guasi tuttivoi-presi la penna per scrivere.su LottaContinua una lettera al mio antico @mpagno eamico Renato Curcio per difendere gii àilora'dssidenù' Faranda e Morucci e le loro ragioni,dagti allora ingiusti anatemi della lamosa làtteraCell'Asinara' su «zanzare» e "professorini.; erer dire ai 2l firmatari di quella lettera che miauguravo di continuare a pensare che quel testo'osse indegno di loro, e che speravo di nonSver mai dire: "è degno di voi-.

Ma torniamo, Toni, alla mia "letterachiusa" del lebbraio '82. Ti dicevo, in quellerQhe fitte a spazio zero, che ero turbaio darna lacerante contraddizione: da un lato,i'aff etto, l'antica stima, la f raternitàritrovata nella solferenza. la oratitudineper la vostra sollecitudine (per àsempio diEmilio, di Marione, di Paoià, tua) qtiandoeravamo assieme in cella e stàvd malecome un cane, e per il vostro lraternoviatico quando angoscia e sensi di colpami trattenevano dal fuggire dall'ltal'ia;dall'altro lato, un gràve, radicale,crescente dissenso, innanzitutto d'ordineetico, rispetto alle vostre scelte.

NON COLPEVOLEZZA EI NNOC ENZATi dicevo, nella lettera, che la

rivendicazione di un'identitàdiversa da quella di chi avevalatto la sce lta d e lleorganizzazioni clandestine,(rivendicazione legittima, di lronteallo schiacciamento eall'omologazione latta daltarepressione) avrebbe dovutocompetere a un piano di dibattitoteorico e storico, non giudiziario epenltenziario. Che larivendicazione d'innocenza nonavrebbe dovuto, a suo tempo,arrivare precipitosamente a togiieispazio. e respiro a una battagliagarantista per la presunzioned'in noce nza.

Sottolineavo una dillerenza lra ildichiararsi "non colpevoli" (chevuol dire da un lato negard la"fattispecie accusatorià", lecircostanze e gli addebiti, madall'altro, plù ampiamente, ancherifiutare di assumere il concetto di"colpevolezza" e il suo contenutonormativo e ideologico generale especifico) e il definirsi "innocenti"(cioè assumere positivamente ilcontenuto di valore di un concettocha va a comporre la cattivadialettica dell'innocenza e dellacolpa).

Aggiungevo che sostenere, ncngia un' innocenza singolare epuntuale, personale e in punto difatto ; ma un'innocen<a politicacollettiva dall'accusa, péresempio, di sogno e desiderio' dilnsurrezione armata -, costituivanon solo un talso storico, unaspecie dl confisca della memoria,di 'genocidig culturale', di

usurpazione del passato; ma, quelch'era peggio, significàvaopporre, alle perverse teoriegiudiziarie del "iipo d'autore" edella "responsabilita penalecollettiva", una 'cattivateorlzzazione della'de-solidarizzazione' e del "tioo dinon-dutore", che obiettivainentecrlminalizzava e additava allare.pressione altre componenti delpluri-verso carcerario-

PRINCIPIIS OBSTATi dicevo, Toni, che l'errore era

cominciato da quando avevi accettato dinspondere esaurientemente aoliinterrogatori (per ansioso timore ch-e,altrimenti, il tuo comportamentoprocessuale avrebbe poluto essereassimilato a quello'di quanti sidichiaravano "combattenti comunisti" e"prigionieri di guerra-). Era proseguitoquando - di lronte ad accuse di teoremafondate sul "trpo d'autore"- ti eri infilatonel vicolo cieco e pozzo senza fondo deltentativo di dimostrare la lua "innocenzapolitica". Ciò che, o è impossibile lare(tant'è vero che i giudici, quando li rinviastiall'Archivio Negri presso la FondazioneFeltrinelli, dissero che eri diventato,suggerendogli per sfida di tuffarsi in quellecarte, "il miglior accusatore di Negri");oppure può avvenire in un solo modo:schierandosi nei ranghi dei teorizzatoridella necessità dell'"emergenzaantiterrorista', assumendosi il ruolo di chi,con la sua aulorità di testimone', concorrea de-legittimare i "terroristi" isolandoli dalcontesto - come suol dirsi -socio-culturale, storico, da cui emergono ein cui agiscono.

Negando retrospettivamenteogni "contiguita" - p-erfino quella,polemica, con dei "cornpaEni cheSbagtianò" - vol avete 'co-ntribui-to. Toni. a conseqnare I orioionieri"térroriéti" al l6ro deétiÈ'o, sliavete chiuso la porta. di unà purlabile (e da loro itessi incomprèsae rif iutata con bigotto dispiezzo)speranza d'amnisiia.

Per questo era stato grave e indecente, Toni,arretrare da quel .Contro lo Stato, in mododiverso dalle BR., che avevate scritto su rgossoall'epoca del sequestro Moro (avendoprobabilmente più ragione di me che -ansiosodi allacciare un tilo di dibattito con le BrigateFosse che potesse impedire di far precipitaie lasituazione, ansioso di convincerli a fare quelloche avrebbero fatto poi col sequestro d,ùrso:rimettere la decisione agli organismi di massadel movimento - avevo scritto "Contro loStato, purto. Eventualmente anche con Ie BR,malgrado la nostra diversità...". E ancora pirìrindecente era stato perfino arretrare da quel .Nécon lo Stato, né con le BB", che pure era stiato'slogan' non nostro, madi Lotta Continua (che gliautonomi avevano attaccato per il suo"neutralismo"); e sostanzialmente chiedere diessere ammessi come nuovi venuti nel fronteantiterrorista, dopo essersi piegati alleintimazioni degli Amendola a schieraisi con loStafo.

NELLE CANTINE DEL,,PALAZZO"

E' ben vero, Toni, che per disperazionetisgolavi a gridare agli Scalfari e ai NeppiModona "state facendo un errore; perchénoi siamo come voi, facciamo partè dellavoslra gente. Siamo, al massimo, deifigliuol prodighi...i". Questa disperazione lidoveva esser nata dentro con lastanchezza e l'angoscia, quando ti avevacolpito in pieno petto la delusione per lamancata mobilitazione -del movimento" alnostro lianco. Una defezione che deveaverti rivelato crudelmente (a differenzache a me, che nel primo numero di Pre-printavevo scritto un testo assai pessimista sui"malanni della soggettività") I'isolamento ela debolezza dell' "area dell'AutonomiaOperaia". O almeno, di quella con le inizialimajuscole, e I'attributo rOrganizzata': cioèdi quella esistente, non di quella possibile.

Fu allora che cominciasti apensare - come poi dicevispesso in cella a Rebibbia,quando comlnciava a serpeggiare,tra noi, il dissenso - «siamonelle cantine del Palazzo edobbiamo tirarcene fuori da soli,trovandoci dei punti d'appoggionel Palazzo". Cosl, pensasti cheI'unica cosa che si poteva olfriresul piatto della trattativa politica(o meglio, di un'anticlpazioneunilaterale di trattativa politica)losse la collaborazione ideologicaalla criminalizzazione del"terrorismo" e alla sconfessionedell'estremismo.

Magari, sul piano dellarealpolitik immediata e dellestrategie dl sopravvivenza, aveviragione. Ma fu lì, Toni, chetu - che non avevi ancoraconosciuto il disincanto -saltastidirettamente dal tuo passatomagnif ico visionarismo, spinto avolte fino a una sublimemitomania, alle paludi del cinismoe dell'alienazione politica.

ll resto sono chiacchiere, Toni. lo lo so,e tu sai che lo so. Esageravate peresempio quando - lacendo peraltro levasull'esistenza di atteggiamenti sinistri emiserabili dei Torquemada della coerenzarivoluzionaria (gente ossessionata dalleidee di tradimento e di peccato almenoquanto lo sono un preie peccatore equalcuno che si sospetta capace ditradire) dicevate che i brigatisti vi volevanoammazzate.Tu forse non lo hai detto, ma lo lasciavi dire aJaro Novak, questo piccolo Dzjerdzjskijmancato "forte coi deboli, debole coi forti'....

ll problema vero, invece, Toni, non erache quelli - salvo quanche tuffo nellespire di una demente follia - potesserouccidervi. ll problema è che - in quelledesolate Macondo che spgsso erano i

cortili delle prigioni speciali - spessoveniva esercitate una pressione moraleintollerabile. Per esempio, perchè sirinunciasse a qualsiasi difesa lecnicacominciando col revocare gli avvocati.Questa era l'intimidazione ; cosi come laminaccia che incombeva sul"deviazionista" era la morte civile. Tutlocio', certo, non è poco ; ma perché

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estrapolare da alcune tragedie dr lollraideologico-carceraria per raccontare lecose come se ci fossero dei boia ad ogniangolo ? C'é chi - penso a MassimoMaraschi - ha sopportato per anni unaingiusta morte civile, dovuta allamaturazione di un dissenso e di undistacco, e non ha mai smesso di essere'impeccabile'...

ll problema vero, Toni, è che (determinaticom'erano en quel tempo da un pesantesuper-io tardo-bolscevico) cercavano d.iegemonizzarvi e dunque di"compromettervi", per esempio nellerivolte. Caricaturando un po', lo schemeera quello dell'abbraccio mortale'. lulliomologati nella condizione di "rovinati",tutti senza più niente da sperare, e dunquedisponibili alla rivolta senza sbocchi eall'evasione anche senza speranza, e/oall'arruolamento sotto le bandiere delPartito...

ll problema era questo, Toni e tu lo sai.Un problema che cominciò a porsi giàquando ero dentro anch'io. E io, a Palmi, cistavo male, perché mi rendevo conto cheeravamo qn po' anche "nelle loro mani",oltreché 'sotto il dominio pieno eincontrollato' dello Stato. ln elfetti, seavessero voluto - come poi vollero edecisero a Trani - non avremmo avutoscampo, glà a Palmi. A meno di dartiragione e seguirti nel ragionamento della"dissociazione". Ma questo io non lovolevo, pur non avendo, al momento,alternative. Non sopportavo quel tipo disalvezza, e non ne avevo altri da proporre.Fu così che mi rif ugiai nella voglia di moriree scivolai nell'ammalamento (che poi, permerito di alcune donne e uoministraordinariamente solidali - ricordod'emblée Lucia, Tiziana, Rossana, Franca;e poi Tommaso, Faustino, Mario, Giorgio,Pino, Famiano... - diventò una sorta dipersonale strategia di liberazione).

DESOLID ARIZZAZIONE ECRUMIRAGGIOTi dicevo, dunque, Toni, in

quella "carta segreta" dell'82, chesecondo me la "dfssoclazlone" eraperverse per tutti I motlvl che hoappena ricordato. E che inoltreessa aveva una logica erumira,perché offrendo - come nellelotte operaie avviene con gliaccordi separati - una soluzioneal ribasso, avrebbe permesso alloStato di "escamotare" edesorcizzare il problema(altrimenti, presto o tardi,'incontournable') di un'amnistia.Tra I'altro, diciamo una buona

volta una cosa : la"dissociazione" non ha scalfito inalcun modo l"'irriducibilismocontinuista". Anzi, semmai lo ha'attizzato', eonsentando d iliquidare, come sospette di'interesse privato', tutte le presedi posizione critiche, tutte lerimesse in discussione, tutte leaperture di percorsi diriconsiderazione autocritica, e gliembrioni di cambiamento.Ollrendo ai dogmatici dei faciliargomenti liquidatori, la loEicapremiale ha congelato molte

posizioni, rallentato una ser je dicambiamenti, di processievolutivi... ll sosDetto sui"secondi fini" ha daio torza aiTorquemada dell"'invariantismoteor-ico-", ha dato il destro per lostabilirsi dl una sca'dentedialettica lra "apocalittici" e" inte.grandi", permettendo discreditare delle 'vere e proprierotture epistemologiche e dipresentare delle mei,a morf os iautentiche come operazioni ditrastormismo. Quahti comoaonihanno tenuto per sè i dubbi'e-lescoperte tardato a manif estareimportanti.cambiamenti d'idea, pertimore de la cosa veÉiésefraintera, o che avesse buongioco chi voleva fraintendere ?Se -dei meriti cherivendicate - uno ha qualchefondamento, è che lorse airete unpo' frenato la 'r u é e' verso il"pentitismo". Quello che invece ècerto, è che avete lavorato asottrare basi culturali e - comedire- storiograliche allalegittimazione e alla fondazione diun iipotesi di amnistia.Ti facevo I'esempio del terrenopenitenziario.'Normale che

chiedeste il raggruppamento in"aree omogenee"; ma (quicascava I'asino, qui il He risuliivanudo) perché non a parità ditrattamento?

Ti dicevo che le "aree omooeneedella dissociazione politica",- ollread essere funzionàli alla 'realiz-zazione di una cartooratia tioolo-gica dei prigionieri ulile at 'sàpere'criminologico, poliziesco, giudi-zrarto e carcerario per elaborareun complesso modello di tratta-menti differenziatl, andavano a co-stituire delle'enclaves' orivile-giate e corporative che aviebberoinevitabilmente esercitato un ruo-1o crumiro a tutti i livelli: oeniten-ziario, giudiziario, sociale 'in ge-n ere.

Concludevo quella lettera. Toni-riproponendo a'te e agli altii comjpagni che erano li gon-te il terrenodi una battaglia per l'amnistia.

Ti scrivevo anche (molto tempo prima chePannella ti proponesse la candidatura , o almenoche q,uesto si sapesse): "Perché nonproponiamo ai radicali di presentare te, e forseanche qualche altro compagno detenuto, nelleliste per le prossime elezioni?" E cbncludevo:"Contate su di me per la campagna. Lo sai, no?,che l' "evasione elettorale" è un mio vecchio'pallino', da quando proponevo di candidareNotarnicola, Cavallero e altri assieme conValpreda nel '721 Eppoi lo sai che sono un'virtuoso' dei mediah,.

Dopo qualche mese di silenzio, mimandaste a dire di non aver nulla dadiscutere con me, e di pensare ai fatti miei.

Ci perdemmo un po'. Venne il "processo7 aprile". Soffrii di molte cose, a Éio mododi vedere, brutte, come quella protesta nongià contro le gabbie, ma'contrb il fatto checi tenessero dentro anche voi, trattandovi"alla stregua(come dice oggi, a sua volta,Boato, protestando per le manette a Sofri)

dei brigatisti.. O come quando sostenesteche i "brigatisti" di Palmi ci avevanocondannato a morte, e aveste oerfinoI'arroganza di mettere anche me trà questipresunti "condannati".

Avrei voluto chiedere a Virno, che confermò inaula questà stciria, perché mai, allora, uscito digalera dopo la sua prima carcerazione, avessescritto (su Metropoli n"3, col titolo 'Dal chcuito decamosci\ un diario di Palmi in cui raccontava lavita quotidiana e anche il dibattito inquell'acquario, senza far minimamente cenno acose del geàere; e, anzi, presentando i rapportipersonali tra tutti e tutti come quasi idilliaci.

'

Poi tutta questa storia è finita nel mercatcdelle verità, nel Rashomoon trale versioni deivari Bonavita e Fenzi, di Francèschini...

''VOTA NEGRI

CONTEO NEGRI''Andaste molto lontano nella vostra

'deriva' (così almeno io la consideravo, e laconstdero).

Venne il momento della tua candidaturaalle elezioni politiche. Rispettoall'orien{amento di voto, per quel poio checontavamo, io e i miei ccimpàgni del"Gruppo d'iniziativa contro il càrcére, perl'amnistia" dicemmo (nel orimo numbrodella nostra piccold rivista-samizdat:Synopsis), "Vota Negri contro Negri,,. Éraun po'come il montanelliano "turiamoci ilnaso...», e capisco che - anche sequesto ti avrà portato un certo numero divoti, che altiimenti sarebbero andatiall'astensione (proposta come al solito,malgrado la tua candidatura o fors'ancheun po' pour cause, daqli autonomiresiduali) -, ti sarai offeso.-Ma le nostrestrade erano ormai così divaricate...

Poi ci fu I'elezione, le profferte dilealismo, la fuga...

Prima della tua fuga; ti avevo latto sapere diessere a tua disposizione - nei limiti dellanostra .'evidente povertà di mezzi. - perqualsiasi problema pratico avrei potuto aiutarvi arisolvere. Non ne avesti bisogno, o forse avrestideclinato ugualmente l'offerta della nostradisponibilità.

DIRITTO DI FUGAQuando "esplose" la notizia che eri

partito, fui I'unico a dire in pubblico(intervistato dal TG2) che fuooire era statoun tuo diritto. Che' così fàéendo aveviscelto "il verde della vita contro il orioiodella politica istituzionale". Che, riipe"ttoalla contraddizione - che mi veniva'fattanotare dall'intervistatore - fra il luo dire eil tuo fare, io ero solidale col "fare"; mentreera col tuo "dire", con le tue professioni dilealismo verso la Giustizia'italiana, chenon ero mai stato d'accordo... Achi - come i comDaoni delManifesto- per. riequ.ilibràre-un po' lecose non perse I'occasione per rivangarela mia fuga di quasi tre anni prima, rinuhziaia far notare che io mi ero limitato alasciarmi morire (a ognuno interpretarequesto come segno di debolezza emelancolia, o come diabolica evasione"alla Kamo'), e che non avevo mai - dicomai - dichiarato di ritenere legittimo ciòche è legale, e in particolare che nonavevo mai allermato di sentirmi impegnato

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n alcun vincolo di lealismo verso la

"reistralura del mio Paese, o d'altri.

DOUCE FRANCESei poi arrivato in Francia (facendoti

crecedere - oer ouanto mi riouarda - da;n'intervista'a Libération nella quale miatlribuivi I'atteggiamento di uno che sirrtiene "il capo in esilio di una mitica'esistenza interna"). Qui in Francia non cisiamo visti per mesi, forse per anni. Nelcaso più benevolo, i tuoi amici facevanosarcasmi sulla "chimera' dell'amnistia,delinita "linea del liberare tutti per non'iberare nessuno"; ironizzavado sullanostra linea di intransigente garantismonella dif esa dell'asilo (sindacalismodell'erga omnes, rigida difeisa di tuttie diciascuno, attività di entraide rispettoall'inserimento sociale, al tentativo diregolarizzazione amministrativa,all'eventuale difesa giudiziaria, aprescindere da qualsiasi considerazione diaff inità, divergenza o f oss'ancheinimicizia).

E' così che la nostra imoostazione'deontologica" è stata sistemàticamentedeformata, che siamo stati investiti delleaccuse incrociate di "dissociati" e di'continuisti'.

E il peggio non era tanto, al limite, il comundenominatore tra voi e questi ultimi,rappresentato dàl metodo della calunnia: ilpeggio è che - gli uni e gli altri - mostravate dinon riuscire neanche a concepire che non cilosse "qualcosa dietro" ; che ci comportassimocosì non per calcolo, o per patti inconfessabilicon gli uni o con gli altri, ma per coerenza condei principi che avevamo imparato, e con uncodice che ci eravamo dati (se vuoi,l'illuministico «non sono d'accordo con te, ma mi

batterò perché tu possa...").E certo, dato il nostro passato isolamento,

che - tra quanti si sono giovati in questi annidella nostra 'pratica sociale" - quelli che eranonostri compagni o d'accordo con noi si contanosulle dita di una mano ; nè molti di più sonoquelli che lo sono diventati. Più spessci abbiamoconosciuto un rapporto ingiusto - usati eabbandonati 'come limoni spremuti', come sidice qui. Per non parlare della'brutte sorprese'.Ma non facciamo le vittime o i samaritani: losapevamo, lo avevamo messo nel conto,abbiamo sempre agito cosi perché convinti delfatto che fosse politlcamente -oltre cheeticamente -giusto. Si può decidere di volerrestare "ingenui' non per coglioneria, ma perscelta?

Ricordo in particolare i sonisi di compatimentoe di scherno quando facevamo lo sciopero dellafame in solidarietà con le lotte nelle carcericontro I'articolo 90 - quello della sospensione'eccezionale', a tempo indeterminato perchérinnovabile, di ogni garanzia della persona deldetenuto. . .

SPECCHIO, RIVELATOREll mio, il nostro 'cahr'er de doléances' è,

Toni, {ittissimo. Specie al capitolocalunnia.

Avete detto che battersi per Jaregolarizzazione amministrativa di tuttisignificava non ottenere nulla di solido pernessuno; che mettevamo a repentaglio lasicurezza del 'gregge' occupandoci della"pecorella smarrita'. E' stato uncrescendo... Avete detto che difendevo

indiscriminatamente tutti per crearmi turbgdi seguaci e 'clientes' «corno unpoliticante meridionale"; che difendevamoi fuoriusciti "brigatisti" perché avevamodelle opzioni sul "progetto euro-terrorista";addirittura, che difendevamo anche quelliche si lenevano al 'margine' perchémagari -con le loro da voi supposteattività illegali- si potevano permettere di"pagarci la parcella"....

Non serve un orecchio di Dioniso pervenire a sapere tutte queste cose - nonfoss'altro che perché i comuni amicifrancesi ci 'giravano'queste insinuazioni, i

più prossimi sollevando dubbi e chiedendochiarimenti, i più 'estranei" manifestandodiffidenze e pregiudizi.

Come difendersi? Abbiamo riliutato ilmetodo della reciprocità, della ritorsione.Ho solo cercato di spiegare alla genteintelligente e trasparente che la calunnia(come a volte il sospetto e la diffidenza), èf ondamentalmente proiettiva. Essacostiiuisce un ottimo rivelatore di ciò che ilcalunniatore è, è capace di pensare, e dif are.

E' una vecchia storia ben conosciuta, damanuale:chi è ossessionato dalla purezza (peresempio, dalla purezza della razza), si senteimpuro lui; chi è ossessionato dalla virilità rivelal'insicurezza dell'impotenza; chi cercadappertutto di scoprire la viltà, l'intrigo, iltomaconto privato, il 'retoscena', il segreto, iltradimento, la deviazione, l'inconfessabile,sisospetta lui capace di tutto cio''. chi esibisce lasua'pubblica moralità" e @ntinuamente sp/a glialtri con occhio implacabile per scoprirne esvelarne le bassezze, il più delle volteinesistibilmenterrivela la sua prop ria bassezza..

CHI HA RINNEGATO UNAVO LTA...

ln ltalia, intanto, la 'deriva' della"dissociazione' scivolava sempre piir inbasso. Attorno al 1984, se non ricordomale, si è affacciata sulla scena una'variante' nuova della "dissociazione, perlo piùr espressa dal "gruppo storico" diPrima Linea. Qui, n ie n t erimozione - epperò altrettantamanipolazione della memoria, confisca delpassato, deformazione delle identità edella verità. Non I'appannamento, ladissolvenza della 'ricostruzione' ispirata auna linea di retrospettivo "innocentismopolitico"; ma, al contrario, una sorta diieroce iperrealismo, alteralo e stravolto, larivisitazione di se stessi e della propriastoria in chiave di illeginimitàe criminalità(recentemente, Maurice Bignami è arrivatoal capolinea di quest'altro "scivolo",dichiarando a Panorama "Eravamo dei'fascisti rossi'").

Qui, non siamo in presenzadell'eventuale "doppiezza" di marcagesuitico-togliattiana, ma dello spettacolodell'introiezione .supina dei valoridominanti, secondo una vera e propria"colonizzazlone mentale" (e noninteressa stabilire se in "buona fede', nelqual caso sarebbe forse ancora piitinquietante... ).

Qui c'è rinnegamento, abiura -nonquella sottile, lucida e ambigua di Galileo,ma qualcosa di stravolto e di violento, dieccesstvo,..

Colpisce comunque anche qui, ancorauna volta, il rovesciamento apparente dei

oiudizi e dei valori, e la sostanzialeéontinuità di atteggiamenti: settarismo,a'roganza, dogmàtismo, aggressivaintolleranza per il diverso, logicadell'inimicizia. È in particolare, ilsolito Yorticoi deboli/deboli mi forti"...

S'i è costruito così un 'humus'culiuraleche fa arrivare qualcuno a correre daldirettore del carcere q dire "non mandi inlicenza quello, stia attento che nonritorna!",'e altri a riciclarsi, una voltausciti, nelle maglie del sistema, delcontrollo sociale.

Elemento caratteristico di questa'variante' è comunque l'ammittenza:non quella semplice'e in qualche modocomoiensibile di chi "schianta" durante uninteirooatorio di polizia, sentendosioerduto-in ouelle stanze e in quelle mani;ina la deci'sione dell' "animittenza"come comportamento giudiziario.

L'ammitténza è I'accettazione di unalooica da orocessi dell'lnquisizione o diM6sca, l'àccesso alla Confessionecome condizione oer potersi ricomporre colcoroo mistico'- «iui dello ' Stato,akròquando e altrovè della Chiesa o delPartitb - oer ooter sperare nella salvezza(in ouei òasi'"salvezza" era la salvezzaàell'ànima o il miraggio di una riabilitazionefutura: qui - in una dimensione menotraoica è oiù qrottesca - I'obiettivo èouàlo oiù orosaico di vedersi concedereLieneficì di Vario tipo, già da tempo elargitia livello oenitenziario e qiudiziario, e da unanno in !ua previsti, for-malizzati e regolatida una legge).

L'ammissione, inoltre, ha un effettoqiudiziario specif ico: confermando - puriimitatament'e alla propria persona - lericostruzioni del 'pentito", l' 'ammittente"chiude il cerchio' sugli altri accusati econsente di legittimarné la condanna con ilsuggello del "riscontro".

L"'ammittenza è strettamentecomplementare al "Pentitismo"=comiè scritto in innumerevolisentenze, la "confessione" -circostanziata e ipocritamente"Dulita" - del "dissociato-ammit-tènte" conferisce torza di provaalla ricostruzione del "pentito", ene rappresenta dunque la san-zione oiudiziaria.

La lTnea dell' "ammittenza",I'accettazione dell'obbligo dellaCon f eps io ne h a, la st but notleas{,'sterilizzato' la vostra"dissociazione". La rivendicazioned'innocenza è diventata manife-stazione di "irriducibilità"; da nonpremiare, anzi da criminalizzare eàdeguatamente penalizzare. D'uncolpo, le vostre parole, le vostreprofessioni di lede sono statesvalutate come le "am-lire", sondiventate, per il potere, cartastra ccia.

APPRENDISTI STREGONI

Come sai, Toni, c'è dell'altro. Poiché "alpeqqio non c'è mai fondo", siamo arrivatiall'àncora peggio, come nello spaziostregato di un giardino dei mostri, o di unmuseo degli orrori.

Si è costruito (si pensi al caso-Morucci,

bJ

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che peraltro non'è Il solo) tutto un sistema"maiioso" di cooptazioni, ricatti, corruzioni,elargizione di '"rendite di poslzione",mercato delle indulgenze...

Sul piano, poi, del mercato delle idee, lesucce'ssive ondate dei 'nuovi corsi' della"dissociazione' sono andate assailontano: travolto ogni steccato, si èpassati dalla Sinistra indipendente aComunione e Liberazione, dal Manifestoall' Awenire d'ltalia e al Sabato...

Non ho difficoltà a credere, Toni, chetu - come altri - abbia assistito a tuttoquesto con rabbia e schif o. Ma,permettimi, voi che avete concepitol'atteggiamento della "dissociazione",lanciato la corrente dissociativa, inventatola rivendicazione I trattativa di unasoluzione differenziata e premiale, non visiete sentiti degli'apprendisti stregoni?

E OGGI?

E' per questo che, qualche mese fa,sono rimasto profondamente deluso da unbreve incontro fra alcuni di voi e alcuni dinoi. Arrivare all'incontro era stato assaidiff icile. Vo i avevate accettatoI'ultimatum del 7 a?rile '87, Pre-sentato tramite Consolato la vo-stra dichiarazione di dissocia-zione, chiesta l'applicazione deibenef ici previsti in cambio dallalegge appena- approvata. IVoi - inun - numero forse pifJ ristretto -avevamo dichiarato di rif iutarequell'offerta, respinto I'ultimatum,icritto .([1-- una lettera pubbllcatada Anni ''70) che non avremmo maiacceltato di collaborare a unaqualsiasi lorma di dispositivo pre-miale- Tanto Der metter le cose inchiaro: quarid'anche domani loStato proponesse di aPPlicareforme di clemenza o di perdonoanche senza pretendere bompor-tamenti "dissoòiativi", ma sempli-cemente sanzionando il nostrostatus di "distaccati", di genteche ha "desistito", non accetle-remmo.

Perchè questo siEnilicherebbe cheanche la nostra autonoma sceltadiventerebbe una delle variente inseritteuna.cartografia tipologica rispetto allaquale rnettere in atto un ventaglio dit'rattamenti giudiziari e penitànziariditferenziati.

Al contrario, il carattere fondarnentaleche definisce un'amnistia è la sua natura diprowedimenlo generale e egualitario. Nona caso, in altre situazioni storico-politiche(prendiamo il caso dei mòvimentiindependentisti e nazionalisti) Io_ Stato e leorg'antzzaztoni armate "trattano"I'applicazione di un'amnistia come unadelle condizioni della decisione di deporrele armi.. La rottura era dunque profonda, toccava territoriesistenziali, passionali... Per molti di noi la scelta erastata sofferta, alcuni ritenevano che la linea didemarcazione fra'meritevoli di premio" e non, che voicontribuivate formalmenle e sostanzialmente atracciare,potesse permettere un eventuale "passaggioal crivello fine', una separazione del grano dal loglioanche da parte delle autorilà francesi, rispeno alladisponibilita a tenerci.

Capisci bene che, se i compagni sono dispostiall'indulgenza e alla pietas verso i soldati Schweik,verso chi si accodalo (per solitudine, per conformismo,

per fragilità, per tragedia, scrivendo la sua lettera dalfondo di una cella), diverso è I'atteggiamenteo verso chiha accettato di divenir partecipe attivo di unmeccanismo così grave trovandosi in ben altrecondizioni "oggettive" e "soggettive"...

Vincendo dunque molte resistenze, siarrivò all'incontro. Voi vi diceste d'accordocon le posizioni esposte nei documenti diCurcio, Morettie degli altricompagni delloschieramento oer la "battaolia di libertà".D'altra parte' facevate §l 'storicisti",continuavate, con notevole arroqanza, arivendicare la legittimità e la ragiòne dellevostre scelte passate, sulla base delmistificatorio realismo di un discorso sulla"gradualità" e la "politica del carciofo".Parlavate come se aveste previsto tuttosin dall'inizio. Come perfetti allievi delcrocianesimo di Togliatti: "ieri andavabene colà perché. era ieri, oggi va benecosl per Cfiè è oQ§t...»

Vi obiettammo che secondo noila "dissociazione" non efa stataun passo verso la liberazione ditutti, ma un gioco al ribassoanli-amnistia, e al tempo stesso lalondazione di una teoiia e di unapratica di penatizzazioiàsimmetrica e complementarecome un contrappasso - alleelargizioni premiali.

Era un dialogo tra sordi: voi esibivatesicumera, ostentavate incomprensione ; i

miei compagni esprimevancj diffidenza.Non vi avevamo chiesto come"pre-condizione" un'autocritica sul passato(non eravamo, né siamo, in cerca dirévanches); ma vi chiedemfio almeno unpo'di chiarezza sul presente e sul futuro.

E invece, ci riproponeste una bozza ditesto in cui - dopo aver parlato per due,tre pagine, pure se con un dialetto diverso,sostanzialmente la lingua nostra e deicompagni della "battaglia dilibertà'-saltava fuori alla fine, nella"piattalorma" di rivendicazioni cheproponevate, quella di vedervi applicare(anche a voi che ne eravate stati-esclusiperché non avevate deciso né di costituirviné di "confessare") i benefici connessi aldispositivo'premiale' previsto dalla leggesulla "dissoiiazione".'

Sarebbe come dire - oueste cose me leavevi insegnate tu, Toni,'fratello maggioredelle brumé di Marghera e della Portà"zerodella Fiat - sarebbe come dire "vogliamoaumenti uguali per tutli, epperò, intanto, anoi piir bravi e/o stakanovisti pagateci laprofessionalità e il cottimo"!

Ricorderai che - uscendo dal disagio diun formalismo imbarazzato eimpacciato -ti dissi «ma perché, Toni?Che vi importa, lo hai detto tu che non ve laapplicheranno mai, questa legge...". I mieicompagni erano abbastanza chiusi,diffidenti, è vero (ed è normale, visto tuttoquello che è accaduto in quest'ultimodecennio). Ma tu avresti anche potutoavere uno 'scatto', un 'colpo di reni', tirareun rigo su quella frase meschina, dicontenuto miserabile -"richiediamo chevengano applicati, a tutti quelli che li hannochiesti, ibenelici di legge sulla'dissociazione""! lnvece non trovaste dimeglio che argomentare.un provocatorio:«ma noi mica vogliamo imporrequest'obiettivo a tutti, parliamo solo dellaconcessione dei benefici a chi li ha chiesti;

chi non li vuole è oadronissimo. oonuno èlibero!" Già: come rivendicarb, ?uranteuno sciopero, la "liberlà di lavoro" (leggi:diritto dì crumiraggio), avendo in biùjapretesa di essere riconosciuti alla testa delconsiglio difabbrical

L'atteggiamento era talmenteparadossale che mi chiedo ancora perché,sull3 base di quale 'ratio', abbiate fattocosl.

E d'altronde, la sensazione che ormai lenostre strade si sono irrimedialmentedivise, ha ricevuto altre, recenti conferme.

ll motivo contingente occasionale diquesta lettera, Toni, è stata la sbalorditivaintervista che tu e un tuo "famiolio" avetedato al Corriere detla Seia del 24settembre. Una concione un po'briàca dagente che ha perso le staffe, in cui dite dipoler smentire, escludere, la verità delcontenuto di decine de miei collooui conGiangiacomo Feltrinelli - "Osvàldo" -awenuti à Milano nel'71:72.

Cosa potete "escludere", Toni ? E - digrazia - come fareste ? Ti permetti di"escludere", forse perché pensi che nonavrei potuto non tenerti al corrente di queicolloqui ? Ma non ti ricordi, Toni, bhedall'autunno del'71, da quando tu e altricompagni padovani,'accogjliendo un nostropressante ed entusiastico invito, veniste aMilano, il tuo/vostro stile di lavoro seminosubito zizzania tra i comoaoni ? Nonricordi che nella "foresteria" òhà avevamopreso per voi (starei per dire, "con amore")cominciaste a duplicare - con perfettospirito di "frazionismo preventivo" - tuttele riunioni ? Non ti ricordi che facevate"lavoro sull'uomo" cercando - senza alcunmotivo "di linea", ma come per un puro,selvaggio rillesso di competitività econtrapposizione quasi "antropologica" -di sconfessare e delegittimare il lavoro dinoi "milanesi" ('to-utes tendancesconfondues' - da me a Managhi, a Giairo,Cecco, Roberto, Alberto Fòrni et cosicontinuando) cosi come avevate fattotempo prima con Sergio Bologna e i

compagnia lui più vicini ?Dunque, non puoi desumere dal fatto che

non ti avessi parlato della cosa il principiodella sua indsistenza, dato lo s'tato beinostri'rapporti già allora. O {orse vuoi farcapire che "escludi" perché Feltrinelli non tiha mai parlalo dei suoi orooetti? A oarte ilfatto clìe non mi pare'prdprio ché tu loabbia incontrato a quel tempo, come nonricordare la reciproca disistima politica fravoi? Tu lo consideravi teoricamentegrossolano, "vetero", "tardo-, etc. (ed èvero che, rispetto alla nostra culturao.peraista, Osvaldo era un po' un "oggettoda museo - solo che, se non ci si fermavaagli enunciati, gli si scoprivano altre qualitàumane, a volte toccanti') ; e lui ti stimavacome autore (non ricordo se eri oià dellasua 'scuderià";, ma ti consideiava unteorico puro, un 'marxista della cattedra'un filosofo da tavolino. Dunque é normaleche non ci fosse tra di voi alcunacomplicità |

Tu mi dai del "paranoico" e del"fantaisiste", Toni, e questo ^ mi fasorridere. Ma, di un po', chi te lha fattofare ? Devo per una vblta ragionare comevoi e pensare che vuoi essere riamessonelle grazie della Regina Madre e allatavola di quella'lobby' "migliorista- che haliquidato la memoria di Feltrinelli/Osvaldo,conliscato il senso della sua morte eassassinato la sua identità e le sue

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ragioni', ingannato suo tiglio e - last, but1ot least /- inviato al macero (con ungesto tro ppo eloq u ente pe r no ncommentarsi da sé) tutti ituoi libri.

L'IMPOSSIBI LEGTASNOST

Come sai, Toni, i nostri fraterni e solidaliamici lrancesi hanno sempre assairralvissuto le conseguenze del nostro,crmai antico, divorzio. Ho sentito, a volte,attorno a me, un'incomprensione venata dicstilità; altre volte una sorta dicaternalistico compatimento, che micesava addosso. E a voler spiegare, avoleroli souadernare di fronte il 'cahier descjoléa"nced', ti sentivi opporre una sorta dioelida riirosìa. ouando non un apertoIastidio (o, nel'caào migliore, un inviio unoo' insistente -benintenzionato ma, allafine, "oggettivamente" prevaricatorio e'invadente' - all' "embrassez-vous !').

Voi vi siete giovati, Toni, di un certogusto del quietò vivere che alberga nellatesta anche dei migliori, della persistenzadei pregiudizi, della resistenza a rompere illuooo comune. della oertinace tendenza acoriservare le'idee riòevute in una speciedi 'imorintino' orimale. Qui la tromoerieinizial'e O s[atb il sistema di lole'sugli'autonomi buoni e non violenti", una spec-iedi verdi-alternativi 'ante litteram', presinella tenaglia BR/Stato. Una'ricostruzione" (e tu lo sail indecente, cheoltre tutto coricorre a criminalizzare i

'terroristi", violentemente eartificiosamente introduéiando unaseparazione stagne e una "distanzastéllere" tra essi e il movimiento. Facendocircolare questa versione , per interesseprivato, vi siete presi gioco dei compagnif rancesi. E loro - sottoposti a un pesantericatto affettivo - sono staticonsenzienti, e hanno finito per "veicolare"queste verità di comodo.

E ora, molti di loro non sanno - o {orsenon vogliono - riconoscere questa frodeinziale, a suo tempo imposta dai tuoi piùdiretti "rappresentanti" in Francia(leooi - semore oer non far nomi - YannÀrtotlier...1. É soprattutto gli riesce difficileammettere di esserne stati - in buona ocattiva lede, e comunque senz'altro conottime intenzioni, e sotto I'efletto dellapesante prevaricazione di un malsanoricatto morale - resi complici.

E' così che la difesa e il sostegno agliimputati del '7 aprile" rischiava ditrasformarsi in de-legittimazione di undiscorso dell'amnistia per tutti e di unaoratica dell'asilo Der tutti.' Se questo non'è avvenuto, è perché io eoualcun altro ci siamo fatti carico diiifiutare il patto corporativo fra aspirantiprivilegiati; e perché i nostri amici francesi(pur non avendo mai saputo o volutomettere in discussione le premesse) perintelligenza e per cuore non hanno volutotrarre le conseouenze del "teorematr,toutier;, e sono siati fraterni e solidali conle nostre pratiche.

UN ROMPICAPO

Così, dopo alcuni sforzi dovuti, se nonaltro, a un riflesso di autodifesa, mi sono

dovuto rassegnare - per non cadere nelcontroproducente- a rispettare il tabù, alasciare che la 'cosa' venisse circondatadi un velo di silenzio, come si fa "nellemigliori lamiglie' per i vizi segreti einconlessabili o i disastri genetici.

Non girare il mltello nella piaga, lasciaretemoo al temDo- questa era la divisa: unattéggiamento, 'alla fine, assaiconvenzionale e borg hese...Ho avuto semore la lrustrante sensazione,che da ooni tèntativo serio di chiarimentosarei usòito inevitabilmente frainteso ediminuito ai loro occhi. ln effetti, ero presoin un rompicapo e una trappola: o subire glielfetti loooranti e de-leqittimanti dellevostre delormazioni e caluinie, da quellepiù 'politiche' a quelle più miserabili edeclinate al quotidiano, a-se avessicercato di far

'chiarezza - rischiare di lar

pegqio, cioè di confermare in certo qualino-a-o

'i nostri amici francesi nel li2ro

preqiudizio, di entrare a vele spiegate nellobteieotipo del settario, del litigioso, checoltiva rìsentimenti e malanimo, ed è in piitun guastaf esle, un 'guastalore', unocapace di tutto, una sPecie diavventuriero...(ricordi, Toni, i pregiudiziche a volte anche noi avevamo su quellache ci sembrava la corte dei miracoli e ilnido di vipere dei rifugiati latino-americani,soprattutio interessati a regolar conti, eim'pegnati a farsi "torti e ingiustiziereiiproche", a lamentarsene rivangandosenipre il passato, a de-legittimarsi avicenda?).

Una bella trappola, non c'è che dire! Mirichiama alla' 'mente - se le piccoletraoedie si oossono comparare alleora-ndi - il cadolavoro di anòientamentoéne il sistèma oolitico dell' "unitànazionale' mise in'piedi contro Moro neiqiorni del suo sequeilro. Piir Moro parlava,

[iù si agitava, piii cercava di argomentare,

di orooorre raqionamenti e soluzioni e disaivarsi. e piÙ 'non era lui". Come unmalcaoitato à cui d'improwiso, in strada,mettano una camicia di forza e lo portino almanicomio. Quello urla, strepita, protesta,ma ouanlo oiù tenta concitatamente disoieo'are le due raqioni, tanto piir esprimeahoòscia. mostra-"squilibrio', confermaaoll océhi sospetiosi del SaPerem-anicomiale l'asdioma della sua follia,aiuta a far discendere da quel postulato unteorema... Se poi, addirittura, quando glitolocino la 'camisola' spacca tutto e saltaallà oola del medico, il ierchio è chiuso, e ilPote-re ha prodotto la follia...

Così mi sono un po'arreso a questo murodi oomma: ma - iosti (mi costi) quel checo§ti - credo che sia Ùenuto il momentodi un oacato e molto 'didattico" tentativo disoieoàzione. Non foss'altro che per darsilà s-erenità di aver tentalo; di poterpensare, almeno, 'dixi, et salvavi animammeam'.

Sono oronto con te a qualsiasicontradditorio, in Privato o i!pubblico. Non' è Piii il temPo dibrdalle. ma lorse ci sono ancoradue s6lOl dl speranza di Poterraddrizzare qualche troPPobruciante ingiustizia.

Anche se so che gioca ancora a tuofavore. Toni. il rifldsso - conformista,'normativo' e' piccoloborghese, ma chealberqa ourtroppo in qualche reconditoanqoio della 'iesta di gente di ciòiniosoettabile - dell' "ipse dixit" delrispettb dovuto alle gerarchie intellettuali esociali.

Voolio fare un esemPio estremo-ci s-ono dei doqmaticl trinariciutiòÉe non teggono i "Cantos" PerchéPound e-ra collaborazionista,

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"Voyage au bout de Ia nuit" perchéCéline era razzista, "Essere etempo" perché si è saputo cheHeidegger pagava le quote alPartito nazista, le odi per ElsaTriolet perché Aragon eraintèllettualmente complice del'gulag'... E ci song altri, dicbntrò, che si ingegnano a fareincredlbili contorsioni per negareI'evidenza del carattereumanamente, 'civilmente' eooliticamenle miserabile della vitab Oella condotta di uomini che parailleurs abbiano'frequentato il'sublime'. E invece io penso cheoueste mostruoseAisproporzioni - che pur lascianosenza liato - esistano, perché lavita non è "chiara e distinta", masoesso maledetta ein'comprensibile, a votte terribilefino a far vacillare la ragione,popolata da "mostrl e démoni",stregata da menzogne s sortilegi.Cosl- A. E al 'male di vivere' che Éederiva si può solo opporre ilcoraggio sorridente di Sisif o...Bisogna abituarsi a convivere conil e ontraddittorio e l'ambig uo,lrequentare il disincanto per nonperdersi nello spaesamento oscivolare nel cinismo. lnsomma: cisono uomini che pensano ingrande e agiscono in piccolo, chesono giganti del pensiero e nanidella pratica e della vita, angelinelle intenzioni e démoni meschininella loro pratica traduzione.Uomini, donne che in un campopossono volare alto come aquile,è in altri campi volare basso comeoalline. Tutto ciò è anche dolorosoé inquietante, ma bisogna prenderatto del fatto che è possibile.

Né io vogllo esigere, reclamare da altri lacoerenza.

Con tutta la coscienza dei miei limiti, conla scimmia sulla schiena del mio "so di nonsapere" e i rimorsi (rimorsi, preciso, noncomplessi) per gli innumerevoli e forseormai irrecuperabili peccati di omissione inquesto senso; con l'understatement di chisa che "conosce uno, capisce tre,progetta cento, agisce quattro", io micontento di aver capito che 'l'importante èessere impeccabili'...

LUCI, OMBREMalgrado il disincantamento, sare.i

imcrità se non riconoscessi che ancora mit'urba in te (e nel rapporto anche negativo,anche a distanza) con te: questadispropoaione esistente fra diversi aspettie piani della tua personalita e del tuo agirenel mondo (non faccio della psicologiad'accatto su genio e sregolatezza, milimito a parlare"di aspetti soéiali, manifestie pubblici).

Turbano e disorientano, malgrado tutto,queste cadute vertiginose e questealtrettanto vertiqinose "cabrate'-alpunto che a volte !i ha I'impressione chenon possa trattarsi della stessa persona.Mi chiedo, per esempio, come possaessere la stessa oersona ad aver - nonsolo pensato, ma anche scritto epubblicato - "Crisi dello Stato-piano" e

"Cronaca di un'evasione", "Marx dopoMarx" e I'awilente lettera di richiesta delbenelicio della "dissociazione'.

Non sto parlando della laceranlecontraddizione fra il pensiero libero e gliatti di abiura (che è un 'topos'della storiadel pensiero basti pensare alle"Confessioni" dei vecchi bolscevichi nelleudienze dei processi di Mosca, o allelettere del "Criminale pentito" MihailBakunin a «sua Allezza graziosissima,sua Maestà misericordiosa lo Czar di tuttele Russie""...). Lì, si potrebbe pensare aun gioco liminare dell'ambiguità; a unmessaggio codificato e sigillatoconsegnato all'evidente carattereiperbolico delle formule, a un estremosegnale di denuncia scritto con I'inchiostrosimpatico delle gocce del propriosangue - come diceva Bukharin - tra lerighe di quei messaggi e nelle pieghe diquelle pagine; alla proposta di una lettura'au deuxième degré" animata da unradicale sarcasmo.

No, non parlo di questo; penso piuttostoa cose noa coatte ma bensì gratuite - edunque più incomprensibili. Né mi stupiscodella fondamentale ambiguità dell'animoumano, del fatto ghe. non solo piccolemiserie e mediocri commerci, maaddirittura abissi di abiezione possanoconvivere e intrecciarsi col subliàe, senzache questo cessi pertanto di essere tale.

Vedi, Toni, io credo che il ponte indiscesa lrala grandezza e la miseria,lrailgenio e la stupidità, siala furbizia. Ora, tusaresti - di vocazione e, sto per dire, 'dinatura" - un magnifico.'ingeàuo. Peichémai, invece, in uno degli innumerevolicassetti di ouel vero e oroorio 'secrétaire'di Folon chè è il tuo cérvdllo, persegui lasciocca idea di fare il furbo?

I tuoi padri e fratelli nel pensiero, Toni,quelli che interroghi e incalzi febbrilmente eaggredisci quando - rivestiti panni aulicie curiali - frequenti la critica, il futuro, larivoluzione, la libertà, sono Marx, Spinoza,Leopardi... Hai avuto compagni di viaggio avolte straordinari. Penso a ouello chedev'essere stata la fervida stagjione dellascoperta e della rivoluzione copernicana,quando Raniero arrivava a una iiunione colmanoscritto di Plusvalore e pianificazione.o Mario leggeva a voce bassa Lenin iilnghilterra, Romano raccontava con farecontadino le sue sottili esplorazioni e lescoperte... E poi Alberto, Gaspare, Enzo,Sergio, Romolo, Claudio, Lapo, Guido,Pierluigi, Rita, Aris... E I'emozione,immagino, di veder sbocciare jtutt'altroche nel chiuso di una serra - Massimo equalche altro... E poi, nelle nuove stagioniaprès le déluge, Franco, Ferruccio,Karl-Heinz, Luciano, Giairo, 'Bif o',Mariarosa e Selma... E lo straordinariorapporto, felicemente adultero rispetto alpresente, con alcuni "quadri" operai(ricordo ltalo, Augusto, Albefto, forse piùtardi Raffaello, e molti altri ancora), ealcuni agitatori operai (Emilio, Marione,Gianni, Beppe Bezza e le sue strane storiedi 'intérimaires' a Parigi, Toniverità,Piro...). Penso agli 'allievi" che haiconcorso a formare - Christian, Yann,Gisela, Erik, Paolo del sogno americano...Penso, per questi ultimi anni, allostimolante colloquio con Félix e Deleuze.Anche fra noi due ricordo con nostaloiaqualche momento di lelice creativacomplicità - penso per esempio alle

discussioni sugli editoriali de La Classe odi Potere Operaio...

Ora, com'è possibile, Toni, che tuttoquesto mondo di creativa felice complicitàintellettuale oossa scadere nel démonedella dialettiia servo/padrone, del plagio,della manioolazione - che è la relazioneche tu d'abitudine finisci per stabilire con i

"seguaci"? Nella dialettica servo/padrone,come sai, il servo, poi, interagisce; c'èsempre un co ntro -tran sf e rt...

Ho sempre pensato, Toni, che lavolgarità dei "seguaci'ti insegue come unacondanna, come un vizio di cuore. Vedi,Toni, da quel lontano maggio '68 di Parigiquando lessi. in rilardo Lenin in lnahilteriae!, mi pare, C)perai senzaal/eafi, io-mi sonosempre sentito teoricamente trontiano enegriano. Negriano, ma mai "negrista", e,comunque, mai so/o e tufto'negriano"l.

UN TENTATIVO DIS PI EG AZION E

Credo, Toni, di essere arrivato aun'interpretazione che costituiscesenz'altro una verità, almeno parziale.

Avanzo un'ipotesi, che vuole essere"alta", possibilmente staccata dalle miseriedella vis polemica.

Tu pensi, Toni - come dire, natu-raliter - ln modo critico, radicale,rivoluzionario. Per conseguenza,il tuo pensiero è elettivamente evirtualmente oltre la politica, aI dituori e anche contro di essa (nelsenso - gia marxiano, e oggi pro-babilmente allargato e arricchito,o almeno allargabile) della criticadella politica- Critica della politicacome luogo e forma della rappre-sentanza / rappresentazione,come mediazione delle "parti so-ciali" dentro lo Stato, come sapereseparato, specializzato, cometecnica di esercizio del Dotere ecome attivita professionatè di am-ministrazione della vita dellegente: in una parola, criticadell'alienazlone politica. Di certoricorderai la battuta del Moro alsarto Weitling: "Vede, signor Wei-tling, la differenza fra Leì e me èche Lei è un politico, mentre iosono un rivoluzionario".

Dunque, il tuo pensiero sarebbe,naturaliter, radicalmenle impoliti-co. "lmpolitico" perché radicale.

Ora, ognl volta che hai voluto"mediarlo" po!iticamente, seicaduto in risultati meno chemediocri.

Quando questo tuo tentativo didislocazione suI politico èavvenuto in modo drastico eselvagglo, nella forma di unradicale revirement, come dopo il7 aprile, i guasti sono stati forti,per te e per gli altri. E gli epigoni,poi, gli epigonl hanno latto deiravages...

ll fatto è che - in qualche altrocassetto del 'secrétaire' diFolon - devi aver conservatoun'idea della Politicacompletamente e totalitariamenteintrolettata dai tuoi corsi didottrina dello Stato : un'idea della

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Politlca senza alcuna sPeranza dlriscatto. la Politlca como lerocesapere e eaiolr falre botghese;come gape re del Potere.

Così, dgnl qualÙolta hal ritenuton eces-sarlo d ls lo cart i su q u e I

olano (con lncurslonll'mlcro-DolltÌche" nel corSo deld ecen n'lo lo39o r e co n ladeclsione del Paseagglo allamedlazlone con le lstltuzlonl nelmomento della "dlEsoclazlone")sel orecloltato nel basslfondl dluna 'rlpr«iduzione mlmotlca dellapolltlca coel come Ò, come laconoeclamo, come sl A data - peresemolo - ln queato eecolo nelladuptlbe verelòne etaltnteta eborahese.

E -forae hal raglone, torse lapolltlca ò quella e eolo quella, ehon può ossere n lent'altro.Probabilmente hal raglone, una"polltlca alternatlva" non eslste,dlre D6r esemolo "oolltlcacomunfsta" ò ehunclaie una'contredlctlo in adlecto', perchécomunlsmo (non ne[ senso dl quelluooo oeometrlco dell'eterooenes/del'linl che a Il "comu-nlsmo8torlco", ma nel senso no gtro,marxlano, dl "movlmento reale chedletruooe e suDsre..."l comunlsmoe péittlca èono 'intlmamentecontradd lttorl, e reclprocament6lrrlduclblll.

Ma allora blsogna rlf lutarla lapolltlca, al llmlte lugglrne, comèpensano alcunl, per andarealtrove, gepararsene,abban-donarla ? Oppure-comeDluttosto orocedarebbe dal nostrollto dl dlecorso - dlventare delmllltanti della crllica pratlca dellaoolltlca.'Se dunque la polltlca Asolamente e totalmente quella,quella di cul parlano per esemploSchmltt, Freund o Migllo, so la"vecchla polltlca" è la politlca'tout court', che late? Tu, Tonl,che lal? Tl mettl a mimarla sulserio? Forse che oensl di olfrlre.alla lunga, una dìmostrazlone t itnegativo, 'aa! deuxlème degré',che "svell dl che lacrime grondl edl che sangue" ll blnomlo guerra /oolitlca?' lo credo che sl possa recuporaredella polltlca un uso pra témpora ead hoc, parzlale e alternativo: Inquesto càso el deve però tentaredl camblare almeno qualcosa, dlintrodurre qualche eeppur limitatocorrettlvo, a costo di fare delbricolage altérnativo...

Se sl vuole tèntare, a mio parérèc'4, intanto, una via da segulre:introdurre nel pensiero e nellapratica politica una dimensloneetlca e una (come direbbero Félixe Blfo) anche' estetlca.

Sl deve smettere di Pensare che"a la guèrre comme a la guerre",che sè scend iamo su I telrenodella oolitica dobblamo esselecapaci' dl essere "Peggiorl diloio"... Vecchle idee che corronodentro gli lnvolucrl nuovi dl tat-tiche e strategie appdrentementenuovè.

Non so sé tu teorizzi eoscientementequeste cose, ma mi sembra ch6 tu le metlain pratica. E' com6 se - quando ti metti afar politica e organizzazione, svestiti ipanhi aulici e curiàli, tu ripescas'si tra le tueradici identÌtarie un mélanae lra la culturadell'intrigo e del potere de[Veneto bianco,e quella para-stalinista di quella parle delsocialismo morandiano che sarebbe poidiventata "carrista', Peccato, Toni : tuttoquesto non à degno dell'altra pafte dite.

Permettimi di esercitare unaprevaricazione, operando quèsto tentativodi "spiegazione téorioa' del caso-Negri.Questa astrazione -oaradiomatica' mi oareI'unico oossibile teàtativdestremo di'darraoiond di straooi e rotture radicalire§tando possibilfibnte dt diquadi insulti,anatemi e rancori.

VERSO DOVE

Ci sono molte altre cose, Toni, cheavevo oensato di dirti, e di dire ai "terzi"che asòoltano, ma non è più il tèmpo, TirodunquE una

'riga trasversale sul foglio

inoombro di oeroolifici e aoounti che mise-rve da 'scàetta-*, e dico'sblo un'ultima00§4.

Date le clrcostanzo, data la

posta ln gloco, lo titengo che vadaèaricata del masslmo di Pregnanzaoosslblle la proposta del'i'autodenuncla bonie esemPlill'cazlone dl una assunzione- diresponsabllltà Politica e moralecollettlva.

La vicenda Sofri (a meno di andare sugliimorobabili binari di una dilesa realmenteteònico-giudiziaria in senso stretto),poteva ràettere in moto due esiti, aprirel/uc sbocchi opposti. Per un verso,l'aoertura di una serrata, intensa,libbratoria rivisitazione di quegli anni, laline dell'interdetto e della'rimozione, lariappropriazione critica.di quel passato,.edi conseouenza un declslvo passo lnavanti sul[a via della costruzione di alcunefondamentali ore-condizioni culturali esociali per un'ipiotesi di amnistia'

Ooo'ure, doteva andare nel sensoconiràrio, duétto ai una richiusura, di unaconferma dblcumulo di miserabili rimozionie menzogno che sono state affastellateormai da troppo lemPo - e Percon§60uenza. della chiusura, forsedelinitiva, di' qualsiasi spiraglio gf epotesse aprirsi su una speranza dl lloena.'

La cosa è in gran parte giocata, A andatacom'à andata: la potenza totalitaria délluogo com une, 'del meceanismo di

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omologazione rcalizzalo per via mediaticaè stalo superiore a quanio, almeno io, miattendessi. Ma se , in qualche modo,l'enjeu è ancora aperto, bisogna buttarvisisubito a corpo morto. Senza calcoli suirapporti di forze, senza alcuna looica dirisparmio. La cosa è lalmente impo-r1ante,qhe bisogna spiegarne il caratteredrammatico e decisivo di possibile 'ultimoatto".

Così messe le cose, tutte lediscriminantl per nol 'tornano

atracciarsi dl qui. Dalla verif ica dluna disponibiliia a lare ll contrariodella "dissoclazione", associando.si; e del "continulsriro". assoòiàn-dosl su qualcosa dl nudvo.

Gll "lrriduciblll" rlvendicavano. I"dIssocIatI" varIanie"innocentista" rimuovevano. i'dissoclatl ammittenti" rinneg'ava-no. Nol vogliamo, pacatamenie econ letmezza assumere, larci

carico. E su questa base, anche,rlv-lsltare, critlcare, càpire éo llrepassa re.

Guarda Toni, non c'è nienle di"eroico" e dl "sacriliclale" in tuttoquesto. Almeno per alcunl - pergente come me, te, Franco. Solrl.e moltl altri - sl tratterebbdoltretutto dl un atto dovuto.

Questa è la sola cosa 'cheposslamo lare nol. e nonrlvendicare o mendlcare da altrl. Eal lempo stesso, questa è la solàcosa che solo tlol possiamo fare.Secondo ffier è I'dntco polsiuilépqsso., _. I'unlco pésslbllegrimaldetlo nelle nostre' mani. oeraprlre davvero una totta'berI'amnistla. Amnlstla che non è"perdono" octrové. mariconoscimento dal fattri che, tncircostanze storiche eccezionall.nella coscienza dl lnterl pezzl di

socleta, oltreché nel latti. lategtttlmltà e ta tegailtà si éonòradicalmentg e - durevotmented lvarlcate.

Chl accettera dl assumersi laresponsabillta che derlva dàq.qesto nesso lra battaolia dtll.bertà e battaglla dl ver-ità sarad'ora ln avanti nostro comDaono distrada. Lo diciamo a tuttt.'

. A voi diciamo, senza arrières-pensées,lacendo come se lo ritenessimo bossibile."denunciate il. patto della "dissobliztinà:,romp.ete quel contratto, associatevi àguantt sapranno mettersi insieme oerquesta battaglia di verità come oortastretta e pre-condizione di un percolso diliberaziorie".

E' in circostanze eslreme come ouesle_che nsssuno dovrebbe chiedÉ-rà- Znessuno da dove viene, ma dove va.

Parigi, settembre 1988 Oreste Scalzone

Eara Piooola PralrilaQuesta lettera è stata rlpetutamente lnvlatavaudevllle "telefatlco" (dovuto anche, per laal work ln progress) ha - a tutt'oggl - declsopubbllcare.

alla dlrezlone del Manlresto che, dopo un lungoverita, alla mla esasperante - ml dlconb - tenden-zadl non pubbllcare. O, quantomeno, non declso dl

CARA PICCOLA PRAVDA

Cari compagni del Manifesto,sicuramente per coincidenza, un giorno

dopo I'uscita delle mie interviste del 12settembre all'Espresso e al Corrieredella sera in cui annunciavo, tra I'altro,la proposla di dar vita alla lormazione dilisle "Arcobaleno" oer le orossimeelezioni europee, il Mdnifesto òi inlormache "si mette in molo lboerazione oolilicache potrebbe portare Yèrdi, radicali e Opad affrontare insieme gli appuntarirenti delgiugno '89 presentando delle liste*Arcobaleno",.

Ci la piacere I'uscita del documento dei22 di DP favorevoli a ouesta dinamica (aparte lo sbalorditivo' allargamento àiradicali, di cui diro appress6l. Qualcheriserya I'abbiamo (negli ultimi anni siamostati coslrelti a diventare maliziosi anchenoi) sul carattere sinora verticisticò ediscreto del dibattito e delle trattativeavviate, che invece dovrebbero costituireil tema di una discussione tra tutti icompagni.

E' comungue interessante leggere che"bisogna évitare che la tiiduzioneelettorale del processo aggregativo diventi .

il cortocircuitb illusoriariénté sostilutivodei percorsi di coslituzione di un. bloccosociale che si contraooonoa al sistemacapitalistico, così cbine -si è venutoristrulturando negli ultimi vent'anni."

QUALCHECONSIDERAZIONE SULCASO SOFRI

Noto di passala, cari comoaoni. cfre rlManilesto dà questa nòtiiia senzadedicare una riga all'esistenza della nostrap.roposla...D'eltra parte, un po' ci siamoabituati: all'inizio di'agosio, per esempio, viavevo tnvtato una lettera sul caso-Sofri.che avete rilenuto di non pubblicare. lriquesta lettera dicevo in soldòni che :

1. La difesa politica di Sofri e dei suoicompagni non andrà lontano, se nonsceglierà, quantomeno, di attaccare lalegge Cossiga sui 'pentiti'.

Questa difesa sarà non solo scandalosa eimmorale, ma anche miope e inefficace. senon si misurerà col fatto'che in ouesti ànnimigliaia di persone sono state còndannatesulla base di molto meno che una chiamatadi correo. Sono bastati i sentito dire di"pentiti' cle dichiaravano che, a loroawiso, il Tale o il Talaltro "non òotevanonon sapere". E' bastato, per condannare.che dei'dissociati-ahmittenti" nohsmentissero quelle accuse, Iunzionando inmodo nmplementare ai 'pentiti'.

2. Questa difesa non andrà lonlano, selo schieramento degli intellettuali disinistra, oggi così sotte-cito nei OlténOérJidiritti di Sòfri, non farà un'autocritica. oeresempio, sul suo silenzio (all'epoca icitto

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solo da Bossanda e da Bocca) sul casoNegri, quando il Prof essor'e venivasbattuto in prima pagina come il lelefonistadel,caso Moro.O - tanto per fare un esemoio - sulsilenzio tenuto quando Pertirii, alloraPresidente del Consiolio Suoerioie dellaMagistratura, dette ò'ubblicàmente dell,"assassino" a un iniputato in attesa digiudizio, per di più rhai incriminato peromtctolo, come me.O su infinili altri casi ancora.

3. Questa difesa continuerà ad ssseresconcia e inquietante, se continuerà adessere allidala a un personaggio che a meappare divenuto lristo e infame comel'avvocato Gentili. il resista dei"penlimenti'di Fioroni e Barbon-e. Al oualeandrebbe chiesto se continua a sostehereche i "pentiti' Donat Cattin. Sandalo-Mazzolà, Barbieri, Viscardi'-che oeiprimi hanno lanciato le accuse conlro LottaContinua a proposito dell'omicidioCalabresi - diceésero il vero ieri suSenza Tregua, Rosso, o primaLlnea.. [Certo, gli incontri fra opposti ayvocali

devono essere un bel 'match': il oatrono diparte civile Ascari fascista; il'senatoreMaris messo'in sonno" dal PCI oer le sueliaisons dangereuses con Calvi e Sindona:e - di contro - questo Gentili - ouesto.non il vecchio difénsore di Lona Cdntinua'e avvocato di Licia Pinelll.

4. Sostenere, a proposlto

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dell'omicldlo Calabresi, che "uncompagno non può averlo fatto".slgnifica prosegùlre ne! tentativodl presentare i "terrorisil" deolianni '70 come dei démoni venùtidal nulla, col risultato di. lareun'operazione d!'kllleraggio' dellaverita e della memoria, Clie ancorauna volta crlminallzza I militantiche - all'epoca e dopo hannolatto la scèlta di votei tradurre inprat.lca gli 'slogans' delmovtmento.

.. Dife.ndere oggl Sofri - come ieriNegn - dacendo, ln sostanza-"non può averlo latto perché è unéot not, uno come nol,, slonlficacontrapporre, alla teorla dej ,'tlood'autore", quella del ,,tlpo di nbn?u!_org.". E cioè buttaie a maretuttl. gli.altri prtgionieri, buitai-il;le chiavi delle loro celle. Cosa chefa, ancora.una volta, il senatore Èoàio,cne non st _vergogna di dichiarare cheq Lotta Oontinua non può essere trattataalla s.tregua (l) di un'organizzazioneeversiva'". Sottintend-endo così"ogget-tivamente' che, per gli altri, pei isovverstvt, vanno bene non solò lema.nette, ma.. I'isolamento carcerale, lavrorazrone c,ella presunzione d,innocenza,ra condanna per sospetto e _ perchéno.- la tortura (come ha di r'ecentestabilito la lCorte «ii Cassazione, ritenendò'non punibili" deifiguri come il deviiiatoiòonorevole Genova)-

Tutto questo ha, oltretutto. le oambecorle. La furbizia si rivela spessé. allalu.nga, stupida. Sofri per esemriio, io éràjosta stato davvero un ,cattivo'maeslro,

diMarino: e non nei primi anni ,lO, na iàglgstg decennio di merda in cui Reoorter ellin Qe siècte" erano nefla òòireÀiJ.jéirà"bestia rrionfanre, aet òiiis'n'ò, déii6'y.uppismo'di,quelli che sono passàti daiiàgracca alla Mao al Rotary Òlub", comediceva-un rioralistalrancèée ;qui Jient'Oàmourir'.

Altrettanto indecente è scoorire che SanVittore è un inferno, solo quahdo rischia àiandarci Sofri; e pilare di huovo silenzio.

5. Così facendo, le diverse sinistre(vetero- e neo- parlamentari) oroseouononetl'errore madornale e édloevdle diaver - per paura di essere imolicate nellagenealogia del 'terrorismo" - rimosso eoccultato la vera natu ra dellacontestazione armata rossa. Col risultato.lra I'altro, di inlerdirsi quell'analisipeninente del fenomeno, che'sola, forse,avrebbe potuto (ed eventualinentepotrebbe)- rende'r possibile unaconfutazione dis'suasiva delléargomentazioni e .dei paradigmi posti allabase di quelle scelte. [E invece no: ancoraoggi p.erfino Selglo Bologna si attarda -cosa. indegna dell7 sua intelligenza _ ancrctare vaneqgiamenti su pretese"ambiguita" Oi tr,tòÉntl.

CONTRO I MULINIA VENTOStantl così le cose. dono

l'esploslone del caso-Sofrl ' jnquesto agosto mi sono trovato dilronte alla necessita di tentar dioperare la seEuente quadraturadel cerchio : difendere'sul terrenogiudizlario Bompressi.Pietrostefanl e Sofri; e' difendere.al contempo, lo 'spazlo vitate. dIuna - battaglia per l'amnlstia,nell'unico modòposslblle-opponendosl a unenneslmo rullo compressore dicancella-zlone della' verttà diquegll annl.

Questo slgnlf icava, ln altrEparole, sostenere lauer-os-im.l-gllanza politica, ma tafalsltà fattiale. deilaresponsabllltà dl Lotta' Continua.Spiegando. .che, per esemplo, LCnon sarebbe stata caDace - Der"imperlzla delle meÉrbra" j ditener segreto per sedlcl anniquell'omlcidio. O che le modalttàraccontate da Marlno (l'essergtato "mandato" come la- mafia"manda" un 'picclotto') non sonocred lb lll.

Posso dirlo per esperienza; io non ho mai"mandato" qualcuno a far qualcosa, emeno che mai qualcosa che io stesso nonavessi fatto, o non lossi pronto a lare. E ai

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oiudici ho semore risoosto: "Neoo olràAOeUiti, ma non me ne àento diffamàto,"-

Per poter rompere ll muro dlsllenzlo e dl omerta costruito.anche a slnistra, su questl temi,pèr tentare dl aprire Il dibattitosulle responsabllltà collettive(non solo mlé, o dl Curclo, Moretti,Galllnarl e mlgliala d'altrlcompagn l, ma anche - cheso -dl Umberto Eco, Fortlni equalche altro llrmatario, negll annl'70, dl documentl come quàllo suldlrltto all'lnsurrezlone oubbllcatoln agosto dall'Europeo)'non c'erache da scegllere dl fare il'kamlkaze', a costo dl flnlre sottoll rullo compressoÌe.

Cosl, ho lnnanzltutto dichlaratodi rltenerml uno deoll almenoduecentomlla "mandantl" polltìcl emorall dell'omlcldlo Calabresl(anche se, per la verlta, nol alloraeravamo su tutt'altra lunohezzad'onda, e avevamo gll occh-l llsslal cancelll della Flatr anche se suun'altra lunghezza dronda erano leBH, che commentarono su unvolantlno "c'A tempo per alzare iltlro", e che allora avevano almassimo sequèstrato permezz'ora in un 'oulmlno' I'lnoeo-nerMacchlarlnl '- mentre- - |

Carablnieri, plù bravi, avevanosequestrato e violentato per oreFranca Rame: anche sé oooi.come llbertarioi sono contro tut-ti'ftribuna-ll, compresl q ue lll "de I

popolo").E pol ml sono risolto a prendEr la

non faclle declsione dl rivelare ung.ranello di verità. E cioè che, trail . '70 e .ll '72, non solo '''giu-stizlare" Calabrésl era nel sof ni.nel desldert dl miollala e miollaiddl persone, ma cht quett'attl tumesso concrétamente ln cantléreda declne dl gruppi e gruppetti. lnpartlcolare, il mio amico Gianoia-como Feltrinelll, néll'anno òtreprecedette !a sua mortE, lavorò adun'azione contro il commissario_che riteneva - nelta sua toolciantlgolpista - non solo I'asÉas-slno di un compagno, ma anche unpericolo per la democrazla in ltal-ia. Ho lnoltre precisato che nongia I Gap (l'orgànlzzazione dl tottaarmata londata da Feltrlnelll. cheera -solo qn'appendice quaii "dimovimento" della sua cbmolessae articolata rete dl relazionl ooll-tiche e operative), ma bensì ldl eOun piÈr ristretto ed esclusivo cer-chio di persone, lavorarono aquesto progetto.

SUSSURI E GBINACredo sia legittimo da pafte mia attender-

mi ora l'apertura di u.n dibattito sulle ques-tioni che sollevo. E che a reagire non sianosolo tipi come il signor Savério Vertone,che sul Corriere parla dei "tribunali specialidi Scalzone'. Ora, il signor Vertone è statoper quarant'anni stalinista, membro di unpartito il cui segretario Togliatti ha avutoresponsabilità diretta nell'assassinio deicompagni Andres Nin, Tresso, Ravazzolì,Acquaviva, ed ha taciuto - come docu-

mentano per esempio Dante Corneli e AnteCiliga - sull'invio àt 'gulag' di centinaia dicomunisti italiani fuoriusòiti antifascisti. llsignor Vertone è stato per ouaràntanniIT.e.mPro di un partito, il cui dirigente VittorioVidali ha dirèttamente Éartecioatoall'assassinio di Trotzkii. §ucceséiva-mente, il signor Vertone s[è illustrato oeraver tentato di convincere oli ooerai di Tori-no a riempire il delatorio tue'stionario sulterrorismo", E poi, dopo la'sconfitta ooer-aia dell'80 alla Fiat, questo sionore è sàlta-to fuori dalla sentina'delta bàrca ed è di-ventato un pubblicista di destra. Soero.sinceraménte, di avere altri contraddiiòri.

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IRIS, AHCOBALENOMa, compagni redattori (e soprattutto

lettori) del Manifesto, non è solo di questoche volevo parlare. Vorrel tornate altaqueetlone delle llste arcobaleno.E domandare come larannoCapanna e I radlcall a sedere lnuno stasso gruppo parlamentare,ll prlmo con al collo la 'Khefla', e Isecondl schleratl con ouantl - daLe Pen alla destra stataiista delleorganlzzazlonllsraelltlche-hanno protestato perla vlsita dl Arafat a StrasUurgo'. Iradlcall hanno attaccato la- ourtlmida proposta det mandàtoamminlstrativo sul terrltorloccupatl ai Paesl deila CEE;rendendosl cosl complicl dellàpolitica del governo isiaetiano, dlrepresBlohe assassina della"rivoluzlone delle pletre". e riliutodl rlconoscere ll ' dirittoall'autodetermlnazione del oooolopalestinese. Ma sl sal oer"t6rroriBmo" oggi sl tÉteriaecleslgnare solo la violenza non-dÌStato: non sl da del "terrorista"(anzl, gli si mandano armi!)'nemmeno a Saddam Hussein. chésta reallzzando ll genocidtd deiKurdl...

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Per parte mia, io sono stato educato auna ,ortissima sensibilità sul temadell'Olocausto. All'elà di 16 anni, horicavuto la scomunica per averorganizzalo la rappresenlazione a Ternidel 'Vicario' di Hockhut (fu inquell'occasione che - comunisla gia dalluglio '60 - cominciai ad interessàrmi aivaldesi. Aggiungo - poiché pare che sidebbano ormai inettere le vìscere sullatavola - che la mia famiglia ha un'origineebrea "manana' (nell'entioterra campàno,gli 'scalzoni' erano i senza scarpe, i

sanculotti, garzoni nelle botteghe artigianee non contadini); ma questo non mi ha maifatlo pensare e dire che lsraele "right orwrong, 's my country', né mi ha maiimpedito di essere dalla pafte della lotta deipalestinesi contro lo Stato colonialistad'lsraele, Come dissi, senza avsrnerisposta, a Claude Lanzmann in undibattito, "cosa c'entrano i palestinesi conla Shoah?!"

Vorrei chiedere qui a tanti compagnicosa pensano di simili proposte ciicoalizibni 'sonza principi' - come sisarebbe detto una volta...

CONTRO IL LAVOHOUn'ultima cosa, cari redattori del

Manifesto: per favore, non chiamate'operaisti' i Sabbrichisti" alla Luigi Cipriani.L''ooeraismo è stata la cultura dellatibeirazione dal lavoro, non il proposito dicostruire una società di uomini in tuta blu'

Per concludere, anticipo che - comeverra documentato nel piimo numero dilris (appunto, iride, arcòbaleno) - i mieicomòao'ni in Francia e in Europa ed iostiarirolavorando ad un 'réseau' federalaeuropeo altarnativo, che promlova la

. presentazion6, ovunque clo sarabossibile. di liste arcobaleno. Di questa[roposta'si farà promolore, tra I'altro, il

'club' "/B/S, Réseau Trans'nazionala perta Liberazione Sociale "

Adesso mi aspetto che aitri intervenga-no, che non fingano di ignorare tutteoueste cose. Chibsà che non si apranodercorsi e orocessi nuovi. Mi raccontanobhe Pietro lhorao ha recentemente detto inTV che si riniprovera di «non essere stato,nella vita. abÉastanza fiatto". Chissà cheun po'di 'sacrosanta

'Tollla" non possa larsistràda contro questo guano grigiastro dello"vuooismo" e della reliqione del Mercato edeli'imoresa. dell'indivialismo e del cinis-mo, che da un decennio ci soffoca e ci av-velena,..

ln questo caso, come dice il proverbioYiddièh. "ad un uomo non chiederemo dadove viéne, ma verso dove sta andando'.

Grazie dello spazio, del temPo edell'attenzione. Saluti comunisti, libertari eiridescentiParigi, settembre 1988, Oreste Scalzone

POSCBITTO - La dirczione del manifestoha dunque deciso di non pubblicare, Pren-dlamo atto, Né quosto b€ll'esempio di attac-cam6nto alla libeda d'espressione da parledel vostro giornals, ci lndurra a metterci alare nei contronti del menileslo gli slessi"numeri" vittimistlci che Marco Pannella hacominciato a tare sln da bambino nei con-trontl d6lla TV. Probabilm€nto I'intaldetto -voglio sp€rarlo, e poi spiego p€rché - è sul'I'autore, a don $ul contenuto dell'intsrventoin qugslione. Almono speto: sarebb€ -ancorché odioso - mano gravo.

Mono grave perché sarebbe 8olo unamanito8tazione di "bottogoscurismo" ordi-nario: "§ca/zona se n'à andato dall'ltalla (ln'veca dl rsslare alla morcé dl una magistra-iura di cui psraltro vol dite guello chs dite,nd.t.l, Scalzone dev'essere cancellato".Né lmporta che io non ave§si mal pronun-clato alcuna frase d'impegno e di 'lealismo'nel contronti d€lla Magistratura, cho nonavessi mai affglmato di riporre in sssa unaqualche "liducia" (como lnvece attrl avs'vano ampiament€ fatto). E ch6 dunqu€,mett€ndo in pratica l'aureo precetto salve'miniano di sottarsl (intanto sottnrsi,comunque, Wi sl vedol non avossi contrad-detlo € sconl€ssato alcuna mia altra atfermazione,..

Poi c'è stata l'incomprensione e la pole'mica d€gll annl ln cui sostenevo I'odlosa"chimera" dell'amnlstia, e il manil$to aftl'organo pblitico-culturale della corrontEdelià cosiddetla "digsociazione"'.' lo resta-vo, 'a tortiori', cancel/afO al punlo cho non vivoleva pubblicars nemmsno nolla lorma di"insezione a pagamento" un documentomio e delgruppo di rifugiati a Parigi chg ave'vano fatlo uno sclopero della tame di quasiun mese per solidarieta coi det€nuti ltalianiln lotta contro l'adlcolo 90 (dovette lnt€rve'nlre Gianmaria Volonté, minacolando dimottorsi a passeggiale con carielli dl prote'sta - dopo aver chiamato la stamPa -'davanti alla redazione del manifesto,qetinduNi a pubblicars un documento che inpiù, oltre alla mla tirma, contenava la parola

- tabù: AMNISTIA).Forse quegta durezza arrivata oltre i con"

fini del grongsco era dovuta al fano che solopochi mesi grima il manilesto si sra schie-rato corpo ad anima a dlfendors, nel meritoe anch€ nel mgtodo, il. primo "penlimonlomkato" di Morucci, che - per imperscrutabilis allora a m6 incomprensiblli ragioni - eraandato in aula ad accusare me (e, per con-sgguenza, alcuni mioi compagni coimputatlin processo connesso) di avor introdonodelle armi nol terrilorio italiano. Soslengndoper sovrammsrcato - per altr€ttanto imp€r-scrulablli ragioni - che io ml sarei incontratocon lul per otlrlryli una'partita' di queslsarml; quando Ia verità è che - avendo sen-iito padarg dal cical€ccio pettegolo (spasso,comg minimo impreciso e animato di.millan-iatori e nintomani) € dal ,am-t€r,r.del 'movò-m6nt', dell'eventuals esistenza di quoste,amose armi - lui mi aveva latto raggiun-gere e lissare un inconto get chiedermona,.

Rompendo con una linea di comporta-monto o un 'codice' etlco - oltreché con una'citra' estetica - tonuti tin dall'insorgere d6l

cancro dei "pentiti", il voslro glornaleapprovÒ iIcomportamento di Morucci. Anzi,si pormise di sost€nere in punto di morilo -non so proprio su quale bas€ - la veridlcitàdella sua versione. E ancora, la puntualizza-ziono che io leci - a dilesa, oltroché dollaverità, mia o dei miei coimputati detonuti -vanne stigmatizzata con l'inetlabile titolo"Scalzone accusa Morucci" (che fBceseguito a quell'altro incredibile indicativo:"Scalzone dette atmi alle BR", in cui mi sinegava perfino il bonsficio dal tradizionale"avrebbe dalo").

Poi Morucci, purlroppo, A finito com'A tini-lo, a il manilesto non solo non ha lattoalcuna autocritica, ma ha mantenuto l'inler-dotto sul Bottoscritlo. Come si imparava a{are nolla scuola dl "storicismo" di via delleBotleghe Oscure.

Come dlc6vo, però, ss delle conEe-guenzo di questo "intordotlo" sl trattasse, iliifluto dl pubbllcazions sarsbbe relativa.m€nte mgno grave. Grave, gravissima èinvece la censurs, se sivuolo lmpedlrg a mao a chiunqus altro di sollevaro una Eoris diproblomi non nuovl, ma recentemente rilan-clatl "ln granda" dalle conseguenze dallalinea - diòlamo - "Boato" nslla dilesa Sofri.Qu€sta linea non scàglle, com€ §arebbedovBroso e anche 6fllcac6, di attaccare lalsgge sui "pentlti" € it fatlo che lo dichlara-ziòni dl uno o più "pentiti" possano costituirsolemento di prova (anzi, in proposito, fingedi non gapore cna - per molto mono dl unachiamate di @neo - c€ntinaia, so nonmigliaia di p€rEone, sono slale condannetea pon€ ancha gravissims; e continua pieto'samente a diro, ctìs in ltelia una chiamata diconeo non può costituiro olemsnto di ,ndlzlosutliciente a giustificaro una carcarazioneprev6ntiva).

Oussta linaa non scsglie nemmano la Ùadi una dilosa non-poliÙca, ma bonsi tecnbo-giurldica - che sarebb€ una cosa dignitosa.No, questa linea vuol€ scandalosam€rìleoabellare oor "aDolitica" una @ndotta - cieinvece A polltica, polil,blssima - la cui cliavedi volta à una macroscopica talsiÈ slorica.Psr ditendere Solri si dice intatti $e lui' p,Ù

tutta la sini§tra vecchia e nuova, piÙ tutta lacrema degli intollsttuali che ne {anno patlo'non hannò mai avuto un'unghia da spartirocon qual8ivoglis pratlca di violenza. Cosìsparisce tutto, dal[e corresponsabilita moralidol gruppo dkigento guidato da Togliatti conunalunga stria dl sangue, lino a quello sco-modo ànicolo "Un atto dl giustizla" ch8commEntava 8u Lotta Conilnua I'omicidioCalabresl, il giorno dopo,

E cosa viene lattd passare, qual'è la 'vo-rità' ptodotta dal potere di mlstilicazioneespresso quesla volta dall'establishom€ntinlsllottualo d6lla siniEtra? ll madornalefalso storico, socondo il qualo la cullura del-l"'omerganza rivoluzionaria" - cla$lcamatrice dslle ipotesi della scalta dolla vio-lanza € dolla lotta armala - Bra egtranea almovimonto post-'68. E secondo cui ostra-nee gli orano l€ pratlch€ dl "contropotere" odiv. conseguBnti-

Qu€sto fal§o sforico sarebbe gia insop-portabllB in quanto talo, in quanto capac€ dilarg una vera € propria operazione di 'killo-

ragglo' della verita, dt contlsca della msmo'ria, dl anni6ntamonto e stravolgimento dell'i-dontita di un'intera 'controsocieta'. Ma -quel ch'ò p€ggio - quosto "falso" comryd.auna conseguenza pratica diefiai se la 'spi'na'della "viol€nza prolotaria" 6ra e§tranaaal movimento post-'68, qu€lli che hannofatto la lotla armata erano dgi 'démonlvenuti dal nulla', del criminali senza alcunelemsnto di 'leglttim[a storica',

La linea di dlfesa prescolta da s p6l Sofrinon solo calpEsta dunque la vsrlta, ma crÉmlnallzzal ptiglonlari politici esistonti oggi inllalla. Porta così un nuovo, o probabilmanlgdecieivo colpo - proporzionale alla potenzachÉ la mafia dolla 'cultura dl slsnistra' ha nolprodune questa menzogna - a una qusl'slasi speranza dl amnislla.

Si riproducs, con una pot€nza c€nlo voltamagglore (proporzlonalo all'ostansione d€|.I'attualo compllcita corporativa con la linea-Sotri) qu€llo cho, ln piccolo, si era prodottoattomo a N€gri, all"'innocentismo polllico",alla "di88oclazlone". E pol ml Bi visn€ a par'lare di amnlstia? Comg se l'amnlstla fo88euna rogalìa de attendersi comg co8aoctroyéà dalla tavola dal potentl, e non laconsoguBnza di una battaglla culturals epolitica: la battaglla perché v€nga assunto -in tsrmlni dl deòislona polltico-gluridlca - ll

tatto che ad un beflo punto 8l è oporata unaradicale dlvaricazione, uno 'strappo'fra lalegalllà vlganla e alFo 'legittlnltà' - alldprlnclpl dl legltllmlta - cho 3i erano vEnutocostltuendo nel corpo socialel,

E chi - com6 noi - ha chiara questa cosa,dovrebbe star zittrc, camminara in punta dipiedi, per non 'disturbare il manowalor6',c{ìe dov6 concsntra6i a in!Érpr8tare ognls€gnale di b€nevolenza che pa38i sul viso -non si dice n6mrl8no doi "potenti', ma diqualcfì€ dorn€stico, clionlo s larnlglio deipotant,, alb€rgato nello 'chambres dE bon-n€a'd€l Palà,o?

Stsro zitto!? Star€ qui6tol? So pensatequesto, compagni del manlfaslo - I lu, Bos.sana, in particolars - cominclate pure am€ttervi le mani nai cap€lll, perch6 nevedretE dsll€ bollsl

I miei compagni ed io abblamo raggiuntola convinziono che la sltuazione è cosìastrama, ch€ dite banagila dl libeià, balla-glia.p€r l'amnlstla, A dlre un puro 'bla-bla',s€ non si pa$a pr€llminarments psr laporla siretta di una battaglla di veiltà. E poi-ché la'piovre" dslls sinlstre non ci lascla unoantimetro di spazio p€r questa banaglie(sostsn€ndo che "criminalizziamo il '68" -come dir6 che uno scogllo può arrestare il'mars.,,), bisogna ricorrer€ a rimedi estroml.Al punto ln cui slamo arrivatl, che faro?Dovrommo mett€rcl a spatarg per farcl sen-tire, accampando una teoria del diitto dildrcsistenza contro quel "tiranno collettivo"che ò oggl ll slstema delle comunicazlonl, E

rivendicando il dkltto al llrannlcidio?Poiché non ne abbiamo l'intenzlono - non

toss'altro che per la buona ragione teoricache, eontro questo anonimo e complessototalltarismo, non sorvir€bbe a nlente - dob.blamo ponsare ad altre rorme dl 6abotaggioe dl resistenza aniva. Ci pars che le unichgtorme €fficaci cs le otfra l'arsenale dolla "di'

sobbedienza civile".E allora acco la proposta: una campagna

per raccoglioro contlnaia di lott€ro d'impo-ono a presontaro, al momento opportuno,una dlchiaraziono di auto-dgnuncla per averviolato gll aàicoll 284,286 del codice pena-le, quolli che dorinlscono la ganzlono per i

'rsati-flne' di "tontalivo d'insurrszlonearmata contro i pot€ri dello slato", e di"ouerra civlle".-Sono corto di una co§a: assolvendo noidel processo 7 aprilo dall'accusa dl "insuno'ziorie", I'astuzia sapienle del potore havoluto toolierci un ineauivocabil€ elementodl leslttinilà storico-sociale e polltica.Hannò voluto, in altre parole, criminalizzar'c,. dolooittimarci socialmento, e come tallcondanòarcì (rinunciando a darci qualcheanno, lustro o dec€nnio di galora' in più)'

Torno a pensare, che tossg un ororesmenllre che nell'ltalia dEgll annl '70 citoese stato qualcosa di simile a un'insurre'zlone striEciànta, Ci si doveva - benintggo -dilondore, ma non negando la radicalita del"soclal€"; semplicomente sottolineando llfatto che sra ridicolo atlibbiare a una dscinadi o€Eon6 la "rappresenlanza" penale diintàri oezzi di societa. Si sarebb€ dovutodlrs - ma ancho allora "luttl" mi digdero del/r,atto quando at acciai quEsta ipot€sl -, cheun tentàtlvo continuo e 'stt6clanld'di lngut-rezione c'à stato, ma non è concettualmentené tecnicamente possiblle sottopodo allasanzione D€nale.

Oggi A àuesto che bisogna dire, §e sl vuoldecentemente riaprire uno Epiraglio di §pe-ranza por l'8mni§tia. Dovrommo t€ntare dilarlo in tantl, dobbiamo lavorarg a costruireouesta possibilita. SE no, è m€glio comun'due che almeno qualcuno lo faccia. Comedico in qualcuna di quests letters aperto, iosono disposto a prendermi questa rospon-sabil[4. Pgrché, delle due I'una: o il mottarsiln oloco di Dorsona, esistenzialmente e 'cor'ooialmentà', e il eacrlficio, po§§ono divEn'iare una potenle arma politica, o - se non lodiventano, 8a non rioscono a smuoverealcuna passione - vuol dire che alamo gia inuna soclota da "1984". ln qu8§lo caso, lalibertà non vale poi gran coga, tanto valeslare in galera: ò meglio intatti avqre lesbarre allà finestra, che dantro la testa!

Qul, ora (o, probabilmente, mai plùl bieo'gna saltare, e aprire una battaglia all'ultimoSangue per la verità, e ancor prima per lasua dlcibilità.

So dunqus avele ln te8ta di pro§oguirs sulla viadoll'omsda storlca, compagnl, non mntaio su dlnol, su dl me. Sono entrato nella follce situazlon€'di chi è disposto a pagarc qualglasl prozzo. A@minclarg da quollo che 8to 9/à pagando, dl p€tr

d€re forse mls mogll€ Lucla (non vorrei sonfl'nare nel Datgtlco, ma ls simbioEi con loi dura daDiù dl vent'anni, o sono - com'e rscita il vergo di'Backgt - "atterrlto dl amarc, e non lai di esser.a

amato, e non da lel...').Dunquo, quals/asi prezo. Auelo chs posso

dlM - iaralrasando an@ra una volta la frasd diMarx a Wellllng - è che "la dlfferenza lra me evol, compagnl, è chg lo sono un ribel/a, mentlovoi siete'dl 9,histra...". Se posso pormottsrmi dlogsoro lo - per una volta - palernalistico noivostri contronti, ritlstlatici, compagnl.,.

Arrlvedorcl, sp€ro, a Fìllppl. E scusate deldisturbo. non 8l rlDelara plÙ. o.r.

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