Ipotesi sulla realtà Fabrizio Coppola

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Introduzione Sarò così breve, che ho già finito. Salvador Dalì, pittore. Quante parole di 4 lettere si possono scrivere utilizzando i caratteri a, m, o, r? Una branca della matematica, chiamata analisi combinatoria, ci risponde che sono possibili 24 parole. Di queste, alcune hanno un significato in italiano, come ramo, orma o Roma, mentre altre non hanno alcun significato, come oram o rmoa. Se ora ampliamo il gioco ed accettiamo anche parole più corte o più lunghe di 4 caratteri, in cui una stessa lettera possa comparire più di una volta (come ad esempio in oro o in ramarro), il numero di combinazioni diventa molto più grande. Infine, se utilizziamo tutte le lettere del nostro alfabeto e non solo le lettere a, m, o, r, il numero di combinazioni diventa enorme. Nel racconto fantastico La Biblioteca di Babele lo scrittore Borges sviluppa un’idea del genere (originariamente proposta dal filosofo Lasswitz) e descrive un’immensa biblioteca contenente un numero enorme di libri, miliardi di miliardi di miliardi, ovvero tutti quelli che si possono ottenere dalle combinazioni delle lettere dell’alfabeto e della punteggiatura essenziale. La maggior parte dei libri contiene sequenze di caratteri senza senso, come ad esempio “asdfgh zxcvbnm qwe”, ma qua e là possono capitare anche parole dotate di significato, o frasi di senso compiuto, come ad esempio “domani piove”. Infatti la biblioteca contiene tutte le combinazioni possibili dei vari caratteri (tali combinazioni non sono infinite poiché Borges pone dei limiti alla lunghezza dei libri, che qui non è il caso di specificare). Poiché la biblioteca contiene tutte le combinazioni possibili, potremo trovare dei libri che contengono intere pagine di senso compiuto, e addirittura le copie esatte di libri a noi noti, come la Divina Commedia o la Bibbia, ed anche libri che contengono verità a noi ancora sconosciute. In un certo scaffale, dice il protagonista del racconto , “deve esistere un libro che sia la chiave e il compendio perfetto di tutti gli altri”, ovvero “un libro totale” che contenga tutta la conoscenza possibile. Questo pensiero lo conforta e lo rende felice: la Verità esiste, anche se noi non la conosciamo ancora, e si trova scritta su uno dei libri della Biblioteca di Babele.

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Introduzione

Sarò così breve, che ho già finito.Salvador Dalì, pittore.

Quante parole di 4 lettere si possono scrivere utilizzando i caratteri a, m, o, r? Una branca della matematica, chiamata analisi combinatoria, ci risponde che sono possibili 24 parole. Di queste, alcune hanno un significato in italiano, come ramo, orma o Roma, mentre altre non hanno alcun significato, come oram o rmoa.

Se ora ampliamo il gioco ed accettiamo anche parole più corte o più lunghe di 4 caratteri, in cui una stessa lettera possa comparire più di una volta (come ad esempio in oro o in ramarro), il numero di combinazioni diventa molto più grande. Infine, se utilizziamo tutte le lettere del nostro alfabeto e non solo le lettere a, m, o, r, il numero di combinazioni diventa enorme.

Nel racconto fantastico La Biblioteca di Babele lo scrittore Borges sviluppa un’idea del genere (originariamente proposta dal filosofo Lasswitz) e descrive un’immensa biblioteca contenente un numero enorme di libri, miliardi di miliardi di miliardi, ovvero tutti quelli che si possono ottenere dalle combinazioni delle lettere dell’alfabeto e della punteggiatura essenziale.

La maggior parte dei libri contiene sequenze di caratteri senza senso, come ad esempio “asdfgh zxcvbnm qwe”, ma qua e là possono capitare anche parole dotate di significato, o frasi di senso compiuto, come ad esempio “domani piove”. Infatti la biblioteca contiene tutte le combinazioni possibili dei vari caratteri (tali combinazioni non sono infinite poiché Borges pone dei limiti alla lunghezza dei libri, che qui non è il caso di specificare).

Poiché la biblioteca contiene tutte le combinazioni possibili, potremo trovare dei libri che contengono intere pagine di senso compiuto, e addirittura le copie esatte di libri a noi noti, come la Divina Commedia o la Bibbia, ed anche libri che contengono verità a noi ancora sconosciute.

In un certo scaffale, dice il protagonista del racconto, “deve esistere un libro che sia la chiave e il compendio perfetto di tutti gli altri”, ovvero “un libro totale” che contenga tutta la conoscenza possibile. Questo pensiero lo conforta e lo rende felice: la Verità esiste, anche se noi non la conosciamo ancora, e si trova scritta su uno dei libri della Biblioteca di Babele.

Ebbene, per evitare al lettore la fatica di cercare tale Biblioteca e di andare a pescare il libro giusto tra i miliardi e miliardi di libri in essa contenuti, è stato pubblicato Il segreto dell’universo: così adesso il “libro chiave” auspicato da Borges è disponibile a tutti.

Scherzi a parte, Il segreto dell’universo è il tanto atteso “riassunto” del libro Ipotesi sulla realtà, arricchito con nuovi argomenti (soprattutto quelli esposti nei capitoli 3, 4, 5 e 7). Ipotesi sulla realtà è stato pubblicato per la prima volta nel 1991 dall’Editore Lalli, e nel corso degli anni è stato molto apprezzato da migliaia di lettori.

Lusinghiere recensioni lo hanno definito convincente, semplice, comprensibile, avvincente, completo, all’altezza dei migliori pubblicati negli Stati Uniti o addirittura il miglior testo in materia. Purtroppo però la sua eccessiva lunghezza ne ha ostacolato la diffusione: pur avendo meno di 500 pagine, Ipotesi sulla Realtà contiene molte parti scritte in caratteri piccoli, e praticamente equivale ad un tipico volume di 700 o 800 pagine.

D’altra parte un riassunto troppo breve del libro non riuscirebbe a rendere comprensibili e convincenti i temi trattati. Infatti i brevi articoli riassuntivi comparsi negli anni ’90 su diverse riviste sono stati apprezzati molto meno del libro. Anche i numerosi articoli disponibili dal 1996 sul sito www.ipotesi.net sono stati apprezzati poco. Eppure quelle stesse persone che, dopo aver sottovalutato gli articoli del sito, hanno letto l’intero libro, hanno ammesso che i temi trattati erano molto più interessanti e credibili di quanto potesse sembrare.

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Il segreto dell’universo è un compromesso tra i due estremi: intende essere relativamente breve ma anche abbastanza completo, quel tanto necessario da trasmettere perfettamente il vero contenuto di Ipotesi sulla Realtà.

Poiché l’esperienza ha dimostrato che Il segreto dell’universo non si può rivelare in poche righe o in poche pagine, dobbiamo rassegnarci a seguire una specie di corso, come quando si impara a guidare l’automobile. Le istruzioni sembrano molto facili: premi la frizione, metti la marcia, premi l’acceleratore, eccetera. È tutto molto semplice da capire, ma per imparare davvero a guidare ed acquisire la padronanza dell’autovettura occorre il tempo opportuno. Nel caso de Il segreto dell’universo bastano pochi giorni o forse poche ore, ma certamente non si può pretendere di capire tutto in pochi minuti.

Il sito www.ipotesi.net è stato visitato da migliaia di persone che dopo due minuti dicevano “ho capito tutto...”, mentre in realtà non avevano capito nulla, e andavano in giro per Internet ed Usenet a comunicare le loro impressioni superficiali, i loro fraintendimenti ed i loro pregiudizi. Questo libro intende ovviare a tali inconvenienti ed eliminare tutti i possibili equivoci.

Per questi motivi pregherei chi inizia a leggere il libro di proseguire fino alla fine, evitando di giudicarlo dopo poche pagine. Inoltre è necessario seguire l’ordine naturale dei capitoli, resistendo alla tentazione di saltare subito alle parti che sembrano più interessanti, che il lettore non sarebbe ancora in grado di capire, e che probabilmente fraintenderebbe, aggiungendosi alla lista di coloro che affermano di aver capito tutto senza aver capito nulla.

Il libro è strutturato in modo da essere facilmente comprensibile ad una persona media, che ha delle conoscenze scientifiche non particolarmente approfondite, ma ha fiducia nella scienza: anche la sequenza dei capitoli è stata opportunamente studiata affinché la lettura sia agevole e logica. Alcune parti sono stampate in caratteri più piccoli: esse sono poco importanti e possono essere ignorate ad una prima lettura.

Per quanto riguarda i riferimenti a diversi testi, articoli, fonti, si è scelto di ridurli al minimo, visto che oggi siamo nell’epoca di Internet e chiunque può ritrovare facilmente ogni tipo di informazione, tramite i migliori motori di ricerca: quando per esempio entreremo dei dettagli di certi fenomeni fisici e diremo che il ponte di Tacoma nello stato di Washington crollò nel 1940 per un insolito “fenomeno di risonanza”, o quando diremo che Weiss ha evidenziato che le onde cerebrali nelle analisi elettroencefalografiche rivelano un modello “quantizzato” del cervello, chiunque può trovare i relativi articoli specialistici attraverso una ricerca avanzata su www.altavista.it o su www.google.it o su un altro motore di ricerca serio.

Un’ultima cosa: molte persone mi hanno sconsigliato di adottare questo titolo, Il Segreto dell’Universo, poiché troppo presuntuoso ed altisonante. Pare che tale titolo sia già stato utilizzato con scarso successo da Asimov, il celebre divulgatore scientifico e scrittore di fantascienza. Ho meditato a lungo sulla questione, ma alla fine ho deciso che questo era veramente il titolo più indicato. So che ciò comporterà diverse critiche e derisioni, ma questo non ha alcuna importanza.

E a questo punto... possiamo partire nella nostra avventura alla scoperta del Segreto dell’universo.

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