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Scuola dell’Infanzia Comunale Codess Sociale per il Comune di Cavallino Treporti PROGETTAZIONE EDUCATIVA ANNO SCOLASTICO 2013-2014 IO, TE E …..

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Scuola dell’Infanzia Comunale Codess Sociale per il Comune di Cavallino Treporti

PROGETTAZIONE EDUCATIVA

ANNO SCOLASTICO 2013-2014

IO, TE E …..

Scuola dell’Infanzia Comunale Codess Sociale per il Comune di Cavallino Treporti

“In un piccolo paesino, un antipatico telecomando aveva rubato i sorrisi dei bambini. L’allegria era

sparita dalle loro giornate e ormai passavano i pomeriggi imbambolati davanti alla televisione e ai

videogiochi. Poi un giorno tutto cambia! Altalene volanti, simpatici animali e mongolfiere colorate.

Arriva il circo volante! Il circo più piccolo e più buffo del mondo.”

Antonella Cecora

PREMESSA I bambini giungono alla scuola dell'infanzia con caratteristiche proprie dell'età e con dati personali,

originali ed unici, che vanno individuati, rispettati, valorizzati mediante la creazione di un ambiente

strutturato negli spazi, nei tempi e nelle attività, in modo che sia garantito a tutti un sano processo

evolutivo sul piano affettivo-sociale-cognitivo e un significativo approccio ai sistemi simbolico-

culturali del nostro tempo e dell'ambiente che li circonda.

La programmazione annuale avrà come sfondo l'ambiente del circo che con i suoi colori, i suoi

personaggi e le sue atmosfere fantastiche e misteriose, accompagnerà i bambini alla scoperta di

forme, colori ed abilità. Il circo è un mondo particolare, fantastico e misterioso che dà ai bambini la

possibilità di conoscere e sviluppare la loro creatività e le attitudini alla socializzazione, invitandoli

a riflettere sul fatto che il divertimento non lo si trova soltanto premendo il tasto di un

telecomando. Rappresenta l'opportunità di creare un rapporto tra persone, dando la possibilità di

esprimersi, di venire ascoltati e di far capire le proprie capacità. Il circo è divertimento, stranezza,

fantasia; sfruttando questo aspetto ludico, si toccherà soprattutto il tema della diversità cercando

di trasmettere ai bambini l'idea che ognuno di loro è un artista unico, con le proprie caratteristiche

e potenzialità all'interno di un contesto scolastico che si trasformerà in un “un buffo circo”.

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Tutta l'esperienza formativa di ciascun essere umano è costantemente attraversata e costellata da

continue presenze dell'ALTRO.

Le relazioni interpersonali sono di fatto una "galleria di volti" che irrompono nel nostro spazio

vitale e ai quali rispondiamo in forme differenti e in forma singolare.

Entrare in relazione con l'altro significa entrare in contatto con un'altra identità, cioè con

qualcuno che è "diverso" da me. Aattraverso questo gesto, oltre a sviluppare maggiore coscienza

della mia identità, io posso diventare più ricco, dell'alterità riconosciuta.

A volte, a livello sociale (ed anche educativo) si cerca di annullare la "diversità" che ci rende tutti

così meravigliosamente unici, si tende a lavorare più sul collettivo che sull'individuo, a creare

universi omologati, comunità di simili dove il singolo si deve identificare con il gruppo e la pluralità

dei soggetti non sempre viene rispettata. Così l'"alterità" e la "diversità" vengono attribuite non a

ciascun individuo in quanto essere differente da un altro, ma solo ad alcuni che presentano

"particolari caratteristiche" che li rendono dissimili rispetto all'omologazione del gruppo. Ed è

proprio per questo che la presenza del cosiddetto "diverso" nella società come a scuola genera

conflitti, mette in crisi il normale funzionamento del sistema e condiziona in modo forte la

formazione e la crescita dei singoli, tanto più se si tratta di bambini e/o adolescenti.

La "diversità" è cioè spesso vista in chiave negativa, come "minaccia" della propria identità e per

questo la presenza del "diverso" frequentemente genera sentimenti di paura, ansia, sospetto.

Basti pensare a quanto la presenza di alunni stranieri, diversamente abili o dei cosiddetti alunni

difficili abbia creato in passato (e talvolta crei ancora) notevoli timori negli educatori e difficoltà

relazionali all'interno del gruppo.

Se si riuscisse invece a percepire la "differenza" non come un limite alla comunicazione, ma come

un "valore", una "risorsa", un "diritto", l'incontro con l'altro potrebbe essere in certi casi anche

scontro, ma non sarebbe mai discriminazione. L'educazione diventerebbe scoperta ed

affermazione della propria identità e, contemporaneamente, valorizzazione delle differenze.

E’ il pregiudizio invece, inteso proprio come giudizio superficiale non avallato da fatti ma da

opinioni, il motore che a volte muove le azioni e i comportamenti di tutti noi, condiziona le nostre

relazioni sociali, ostacolando, a volte, le opportunità di contatto, incontro, esplorazione, scoperta

che sono i fondamenti del rapporto con l'altro da sé.

Il pregiudizio non è però innato, ha piuttosto il suo fondamento nelle influenze familiari,

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ambientali, sociali e si struttura già dalla prima infanzia. Pertanto, se crediamo sia giusto cercare di

limitare il più possibile l'insorgere di pregiudizi, è fondamentale intervenire a livello scolastico,

educativo e familiare per fare della diversità una vera ricchezza, un nuovo paradigma educativo e

per stimolare i bambini ed i ragazzi a pensare criticamente piuttosto che dir loro quello che

devono pensare. In quest'ottica uno dei compiti della scuola dovrebbe essere quello di educare

alla differenza, all'altro, al diverso, per creare i presupposti di una cultura dell'accoglienza e per

impedire l'omogeneizzazione culturale. La nostra ricchezza collettiva, ha scritto Albert Jachard, è

data dalla nostra diversità. L'altro, come individuo o come gruppo, è prezioso nella misura in cui è

dissimile. Oggi, più che mai, la scuola deve educare gli studenti a considerare il diverso non come

un "pericolo" per la propria sicurezza, ma come "risorsa" per la crescita.

Tuttavia una vera pedagogia della differenza si esprime non certo in prediche e indottrinamenti, né

con tecniche di persuasione più o meno sofisticate, ma anzitutto sperimentando quotidianamente

la realtà di una scuola come una "comunità di diversi", che non emargina chi non è "uguale" o chi

non è in grado di seguire il ritmo dei migliori.

E' chiaro che, perché tutto ciò avvenga, è necessario porre come elementi centrali della relazione

educativa l'ascolto, il dialogo, la ricerca comune e l'utilizzo di metodologie attive e di tecniche

d'animazione in grado di sviluppare le capacità critiche di porsi delle domande, di imparare a

mettersi nei panni altrui, di attivare delle reti di discussione, di uscire dagli schemi, di essere

creativi e divergenti.

La storia di questo “buffo circo” ci permette quindi di affrontare un tema così complesso in

maniera molto semplice e divertente: “La particolarità di questo circo non era solo il fatto che fosse

piccolo o che fosse sospeso in aria, ma anche che gli animali che ci lavoravano erano diversi dagli

altri. Erano animali che nessun altro circo avrebbe mai voluto. …

Il presentatore continuò: <<ecco a voi l'elefante>>...uscì un elefante rosa che camminava

goffamente...quante risate si fecero quei bambini nel vedere un elefante tutto rosa!...ma

l'elefantina sorrideva fiera della sua diversità...i bambini risero felici e divertiti e la salutarono come

se fosse una loro amica”.1

Da questo estratto cosa si evince? Che i bambini in un primo momento sono rimasti stupiti dalla

diversità dell'elefantina, ma successivamente gli occhi hanno lasciato spazio al cuore vedendo

altro, ovvero la dolcezza e la bellezza di un animale che non era più “diverso” ma unico, speciale e

1 Cit. “Un buffo circo” di Antonella Cecora.

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divertente, accogliendolo, quindi, come “amica”.

L'intento del nostro progetto è far si che la diversità diventi stimolo di arricchimento e non di

emarginazione o derisione, invitando i bambini alla riflessione attraverso l'ascolto della storia.

Ovvero, quello di evitare che il pregiudizio e lo stereotipo sociale si radichino nei bambini, poiché

nella nostra società, talora, si è abituati a vedere, ad affidare il giudizio sull’altro all’immagine

superficiale di rimando al ciò che appare, e non a guardare, e cioè sospendere un giudizio

affrettato e cercare di andare al di là di ciò che è evidente, manifesto …

Il pregiudizio (dal latino pre-iudicium) è un giudizio precedente all’esperienza, è un giudizio

emesso senza dati sufficienti: è, pertanto, una rappresentazione mentale che ha radici culturali

profonde e che si concretizza in particolari rappresentazioni sociali; e, come tutte le

rappresentazioni sociali, non riflette necessariamente il reale, ma lo crea, “fa vedere qualcosa e

mette in ombra altro”, orientando in tal modo il nostro comportamento nei confronti della realtà

così costruita. Dice il prof. Angelo Lascioli (in Handicap e pregiudizio) “Il pregiudizio è un potere

agito-subito. Chi lo agisce, lo subisce in termini di una riduzione della possibilità di comprensione

della realtà. Chi lo subisce, lo agisce portandone il peso, assumendone i contorni e le deformità. La

sua potenza consiste proprio in questo limitare attivo e passivo. (Il pregiudizio) si configura come

potere dell’uomo sull’uomo”.

Lo stereotipo etimologicamente vuol dire impronta rigida (dal greco stereos=rigido e

typos=impronta), è come una macchina per riprodurre immagini a stampa. Il nostro cervello si

serve degli stereotipi come schemi semplificatori della realtà, quasi necessità difensive rispetto a

ciò che è estraneo o spaventa: per non mettere in discussione la nostra identità e per vivere nel

mito di un’identità unica, palese, definita; in conclusione per non doverci mettere in gioco.

Lo stereotipo, pertanto, non solo valuta e orienta l’azione, ma fornisce immagini che alimentano il

pregiudizio.

Qual’ è, allora, il passo da compiere per uscire da questo meccanismo?

La risposta ci viene da un concetto espresso nel libro “Quel bambino là … Storia dell’infanzia –

handicap e integrazione” del prof. Andrea Canevaro “Lo stereotipo è un calco, che riproduce

sempre lo stesso disegno. Occorre conoscere questo calco, ma poi occorre poterlo rompere per

conoscere e riconoscere una originalità individuale”.

L’impegno della scuola, quindi, dovrà essere quello di individuare tutti i possibili canali di

comunicazione per permettere quanto si è detto, in modo che, per “tutti”, l’esistere sia

“policromo”, cioè di molti colori.

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METODOLOGIA

Le metodologie che verranno applicate, mireranno a creare, per quanto possibile:

un clima relazionale positivo in cui i bambini siano accettati con le loro diversità e le loro

potenzialità allo scopo di sviluppare il senso di autostima e sicurezza in se stessi;

un ambiente allegro e stimolante che miri ad attivare prima la curiosità, ed in seguito

l'attenzione e l'interesse per gli argomenti trattati;

una scuola del fare: organizzare le occasioni concrete per una varietà di attività pratiche,

utilizzando tutti i mediatori didattici, in modo che i bambini imparino a porsi domande,

osservare, formulare ipotesi, raccogliere dati, discutere in gruppo, collegare problemi e

concetti.

Nello specifico, secondo il tipo di attività, si adotteranno le seguenti strategie:

ascolto attivo;

approccio multisensoriale;

circle time;

problem solving;

role playing.

ORGANIZZAZIONE DEL PROGETTO Il progetto è rivolto a tutti i bambini di 3, 4, 5 anni della scuola dell'infanzia del Comune di

Cavallino Treporti ed è suddiviso in cinque unità di apprendimento.

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Prima unità di apprendimento:

“BENVENUTI AL CIRCO VOLANTE, IL CIRCO PIU' PICCOLO DEL MONDO!!!”. Dal mese di settembre 2013 al mese di ottobre 2013.

Il percorso inizia con “il progetto accoglienza”: i primi giorni sono fondamentali per creare un

impatto positivo nei bambini e nelle loro famiglie, per cui allestiamo la scuola con cura a partire

dall'ambiente che dovrà apparire subito accogliente ed organizzato. Gli spazi predisposti

all'accoglienza saranno: il salone, le aule ed il giardino. I protagonisti saranno tutti i bambini,

compresi quelli più grandi, le famiglie, le insegnanti e gli operatori scolastici. In questo percorso

saremo guidati da Rosina, l'elefantina rosa, che così come accoglie con caloroso benvenuto gli

spettatori del circo più piccolo del mondo, accompagnerà i bambini alla scoperta dell'ambiente

scuola attraverso racconti, giochi, disegni e canzoni. Alla fine dell'accoglienza i bambini si saranno

ambientati nella suola, avranno stretto relazioni fra i coetanei ed i più grandi, ed avranno appreso

regole di convivenza che ogni giorno applicheranno al proprio vissuto scolastico.

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Seconda unità di apprendimento:

“SIMPATICI ANIMALI FESTEGGIANO IL NATALE” .

Dal mese di novembre 2013 al mese di dicembre 2013.

Terza unità di apprendimento:

“IL CIRCO PIÙ BELLO E PIÙ GRANDE DI PRIMA”.

Dal mese di gennaio 2014 al mese di febbraio 2014.

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Quarta unità di apprendimento:

“LA GIORNATA DELL'AMICIZIA”.

Dal mese di marzo 2014 al mese di aprile 2014.

Quinta unità di apprendimento

:

“L'ULTIMO SPETTACOLO ED IL SALUTO”.

Dal mese di maggio 2014 al mese di giugno 2014.

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FINALITA'

Il progetto ha lo scopo di creare le condizioni per le quali ogni bambino possa vivere le seguenti

esperienze:

maturazione dell'identità;

conquista dell'autonomia;

sviluppo delle competenze;

educazione alla diversità.

OBIETTIVI DIDATTICI

I seguenti obiettivi di apprendimento saranno perseguiti attraverso attività progettate nelle singole

unità di apprendimento ove si delineeranno le competenze attese in relazione alle diverse fasce di

età.

IL SE' E L'ALTRO

Prendere consapevolezza della propria identità in rapporto agli altri e se stesso;

conquistare una progressiva autonomia rispetto ai propri bisogni personali, all'ambiente, ai

materiali;

riconoscere ed esprimere emozioni e sentimenti;

stabilire relazioni positive con adulti e compagni;

acquisire semplici norme di comportamento;

sviluppare il senso di appartenenza ad un gruppo e ad una comunità;

scoprire e rispettare le varie forme di diversità;

conoscere in maniera più approfondita il proprio ambiente familiare, sociale e culturale.

IL CORPO IN MOVIMENTO

- sviluppare una motricità globale e coordinata;

- sviluppare la motricità delle diverse parti del corpo;

- conoscere lo schema corporeo;

- sviluppare la coordinazione oculo-manuale;

- organizzare lo spazio per le proprie esigenze di movimento;

- scoprire ed usare la propria lateralità;

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- muoversi nello spazio in base a suoni, rumori, musica.

LINGUAGGIO, CREATIVITA' ED ESPRESSIONE

- Leggere le immagini;

- esplorare la realtà sonora;

- muoversi seguendo una semplice coreografia;

- conoscere, sperimentare e giocare con i materiali grafico-pittorici;

- manipolare materiali differenti per creare semplici oggetti;

- cantare in gruppo e da soli;

- usare varie tecniche espressive per produrre elaborati in modo libero e su consegna.

I DISCORSI E LE PAROLE

- Ascoltare e comprendere storie, racconti, narrazioni;

- riferire semplici storie ascoltate;

- esprimere bisogni, sentimenti, pensieri;

- memorizzare e recitare filastrocche, poesie, canti;

- dialogare con adulti e coetanei per esprimere bisogni, vissuti, opinioni e conoscenze;

- arricchire il lessico e la strutturazione delle frasi.

LA CONOSCENZA DEL MONDO

- Orientarsi e dominare lo spazio;

- riconoscere e descrivere le forme degli oggetti;

- operare con le quantità;

- percepire e collegare gli eventi naturali alle stagioni;

- usare semplici linguaggi logici;

- raggruppare, confrontare, misurare;

- esplorare l'ambiente attraverso i diversi canali sensoriali;

- mettere in relazione, ordinare, fare corrispondenze;

- acquisire e conoscere il concetto di tempo ciclico.

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ATTIVITA'

- Lettura, narrazione e conversazione guidata della favola “Un buffo circo” scritta da

Antonella Cecora;

- drammatizzazione;

- attività di manipolazione e pittura;

- rappresentazione grafico-pittorica;

- costruzione dei personaggi principali e degli ambienti della favola;

- nel corso dell'anno scolastico verranno allestite le pareti della scuola con cartelloni che

rappresenteranno gli episodi principali della favola;

- Giochi motori inerenti alle attività circensi;

- Uscite didattiche.

TEMPI Le attività del gruppo eterogeneo si svolgeranno ogni pomeriggio dalle ore 13,30 alle ore 15,00 a

partire dal mese di settembre 2013 e termineranno nel mese di giugno 2014.

SPAZI

Le attività si svolgeranno in sezione, nell'angolo del morbido, in salone ed in giardino.

INSEGNANTI

Equipe educativa costituita da tutte le insegnanti della scuola dell'infanzia del Comune di Cavallino

Treporti.

INDICATORI DI VERIFICA

La verifica sarà effettuata in itinere attraverso l'osservazione sistematica e schede operative. A

conclusione di ogni UDA si valuteranno i livelli di competenza raggiunti attraverso griglie individuali

di rilevazione degli apprendimenti relative alle fasce di età.

Per ogni fase dell'esperienza osserveremo:

il bambino

- la comprensione delle proposte;

- la partecipazione;

- la capacità di cooperare;

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- l'elaborazione;

- le scoperte e le invenzioni personali.

Il prodotto del bambino

il grado di evoluzione delle realizzazioni (pittoriche, manipolative....);

la coordinazione fino-motoria;

l'uso dei materiali;

la conoscenza delle tecniche.

DOCUMENTAZIONE

Al termine delle attività documenteremo quanto è stato realizzato e prodotto dai bambini

attraverso:

i lavori dei bambini;

le osservazioni raccolte;

le griglie di osservazione;

le fotografie.

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PROGETTAZIONE EDUCATIVO DIDATTICA GRUPPI OMOGENEI

ANNO SCOLASTICO 2013-2014

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GRUPPO PICCOLI

“ Pronti... si parte!

Il vivere insieme”

Obiettivi

Promuovere lo sviluppo dell'identità, dell'autonomia e delle competenze.

PROGETTO:

“UNA TRIBU' DI AMICI...CHE VA A TUTTO CORPO”

Premessa

Abbiamo pensato di costituire una tribù di piccoli amici indiani perchè l'ingresso nella scuola

dell'infanzia, gioiosa e un po' misteriosa per il piccolo bambino, consente di scoprire la vita

collettiva in tutta la sua complessità. Il vivere insieme è una fondamentale esperienza che gli

permette di scoprire se stesso e di trovare la sua collocazione in mezzo agli altri. Questo avviene

attraverso l'esperienza delle regole da rispettare, delle esigenze dei compagni che vanno

riconosciute e considerate, del lavoro e del gioco con gli altri, che lo porta a sperimentare le prime

forme di cooperazione. L'insieme delle molteplici esperienze sociali rappresenta una grande risorsa

per la costruzione della personalità. I bambini quando arrivano a scuola incontrano un mondo

nuovo che ha il fascino, ma anche l'incognita e il timore, di quello che non si conosce, in questo

ambiente attraverso le relazioni con le insegnanti e i collaboratori scolastici, ma soprattutto con i

pari, ogni bambino ha l'occasione di apprendere le nuove regole del vivere insieme.

Destinatari

Il progetto sarà destinato al gruppo dei piccoli.

Finalità

. Imparare a star bene e sentirsi sicuri nell'affrontare nuove esperienze in un ambiente sociale

allargato.

. Imparare a conoscersi e a sentirsi riconosciuti come persona unica e irripetibile.

. Acquisire delle capacità di interpretare e governare il proprio corpo; partecipare alle attività nei

diversi contesti; aver fiducia in sé e fidarsi degli altri.

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Obiettivi generali

. Giocare nel gruppo.

. Comprendere le regole del gioco e della vita in comune.

. Eseguire le consegne affidatagli.

. Eseguire correttamente gli schemi motori di base.

. Riconoscere le varie parti del corpo su di sé e sugli altri.

. Iniziare a ritagliare figure semplici.

. Iniziare ad eseguire giochi ad incastro.

. Iniziare a svolgere autonomamente attività di vita pratica.

. Collaborare a riordinare il materiale scolastico.

. Avviare una breve conversazione con l'adulto ed i compagni.

. Partecipare spontaneamente alle conversazioni di gruppo.

. Leggere semplici immagini.

. Ascoltare con attenzione una favola.

Attività generali

. Giochi per conoscersi meglio, proponendo esperienze soggettive, corporee e concrete.

. Uso di elementi fantastici finalizzati a sollecitare la curiosità e la conoscenza.

. Giochi all'interno della struttura scolastica e nel giardino.

. Attività di lettura (fiabe, racconti...).

. Giochi motori........

. Conversazione libera e guidata, attività di routine, giochi individuali e di gruppo.

Metodologia

Dalla conversazione per raccogliere le conoscenze dei bambini, alle attività grafico- pittoriche per

poi estrarre e dare forma alle esperienze vissute e fissare i concetti.

Creeremo situazioni di attività che inducono i bambini a raccontare narrazioni delle proprie

esperienze, resoconti di situazioni di vita, nonché giocare ecc...

Spazi

L'accoglienza giornaliera del gruppo dei piccoli avverrà in una delle sezioni della scuola, a seconda

delle attività che verranno proposte, si potranno utilizzare spazi e laboratori: pittura, biblioteca,

l'angolo morbido, l'angolo del simbolico “ cucina e travestimenti”, giardino ed uscite.

Tempi

Da ottobre 2013 a maggio 2014

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Metodi ed indicatori di verifica

il progetto sarà diviso in 4 unità di apprendimento dove verranno schematizzati progressivamente:

- campi di esperienza

- obiettivi

- attività.

Indicatori di verifica relativi a ciascun obiettivo ed attività proposta.

Al termine di ogni unità di apprendimento si indicherà il risultato soggettivo delle competenze

acquisite da ciascun bambino e si evidenzieranno i vari punti da rivedere e consolidare.

Insegnanti

Elisabetta Canal e Cristina Contessotto.

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GRUPPO MEDI

“GIOCANDO SI IMPERA...”

Premessa

Giocando si impara, imparare vuol dire sapere e saper fare, saper fare ci rende indipendenti e

l'indipendenza ci rende maturi e consapevoli del nostro pensiero che diventa azione,

comunicazione ed interazione con tutto ciò che ci circonda, suoni, odori, colori, cose, animali e

persone.

Con “Impero” non si intende in questo caso, un insieme di conquiste di territori ma è l'impero del

nostro sapere, più imparo e più conosco, ogni nuova conoscenza acquisita è una conquista. Ecco

che attraverso il gioco possiamo gettare le basi del sapere per il nostro futuro.

Nel nostro progetto andremo alla scoperta dei colori del mondo in quanto siamo circondati da

moltissime sfumature di colore al di là dei meri colori primari, quindi con i bambini proveremo a

riprodurre la maggior parte dei colori conosciuti. Il mondo oltre ad offrirci la meraviglia dei colori ci

offre anche una vasta gamma di forme dalle quali prendere spunto per accostare i bambini alle

figure geometriche di base.

Allo stesso modo andremo ad avvicinare i bambini, attraverso libri e racconti, al mondo della letto

– scrittura e osservando la realtà che ci circonda inizieremo a parlare e successivamente a giocare

con i numeri e le quantità.

Metodologia

Le insegnanti privilegeranno le conversazioni libere e guidate in piccolo gruppo, laboratori, giochi

psicomotori, manipolazione, creazioni di cartelloni, sperimentazione.

Campi D'esperienza - Obiettivi

Il sé e l'altro

- consolidare la disponibilità a collaborare

- sollecitare la partecipazione a nuove esperienze

- stimolare la curiosità e la fantasia

Il corpo in movimento

- progressiva acquisizione di una più sicura coordinazione dei movimenti

- favorire il consolidarsi della motricità fine

- favorire situazioni di espressione corporea

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Discorsi e parole

- familiarizzare con la lingua scritta mediante l'ascolto di letture

- disponibilità ad ascoltare i discorsi degli altri, comprenderli a risolvere i conflitti con la discussione

e le parole

- fiducia nelle proprie capacità di comunicazione ed espressione

Conoscenza del mondo

- acquisire i concetti di insieme, di classe, quantità e numero

- formulare previsioni, ipotesi, individuare piste per la risoluzione di problemi

- localizzazione e spazializzazione di oggetti, comprensione e utilizzazione dei più importanti

rapporti topologici.

Immagini, suoni, colori

- esplorare i diversi mezzi espressivi e sperimentare più tecniche

- promuovere la curiosità verso i colori

- usare con pertinenza gli strumenti e le tecniche grafiche- pittoriche e manipolative.

Tempi

Da ottobre 2013 a maggio 2014

Spazi

La sezione, il salone, il giardino, l'angolo del morbido e l'atelier.

Insegnanti

Costantini Valentina e Gambaro Clara.

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GRUPPO GRANDI

“GIOCARE CON LE LETTERE E I NUMERI”

Premessa

Tutto quel che abbiamo intorno ha un nome, può essere contato, classificato, organizzato,

combinato, smontato, montato e rimontato. “Ruotano” intorno a noi e dentro di noi lettere e

numeri che percepiamo in modo vario grazie ai sensi, al ragionamento ed all’intuizione. Nel ritmo

incontriamo i numeri, l’assenza e la presenza. Quando respiriamo, quando effettuiamo un

movimento, non compiamo “coscientemente” uno studio, una programmazione, un’analisi del

nostro agire, del nostro vivere ed essere nello spazio, nel tempo, in relazione alle cose oltre che agli

altri esseri viventi.

Il primo passo che il bambino compie verso l'accostamento alla lingua scritta, ovvero ciò che

innanzitutto percepisce, è la discriminazione tra disegno e scrittura: mentre il disegno riproduce e

assomiglia all'oggetto, la scrittura lo rappresenta attraverso dei segni che, inizialmente, possono

essere semplici linee ondulate o continue oppure cerchi e linee verticali o discontinue.

Anche al percorso logico - matematico verranno applicati gli stessi presupposti, si cercherà infatti di

far acquisire ai bambini abilità matematiche sia attraverso esperienze strutturate che attraverso

esperienze reali. Il contesto in cui tutto questo avviene è fondamentale in quanto contiene, o

meno, stimoli che favoriscono la scoperta del bambino.

Bisogna partire da ciò che il bambino effettivamente sa e proporre stimoli che lo spingano a

riflettere, in tal modo non sarà solo una decifrazione di segni e la scrittura non si risolverà solo

nella copia di un modello.

Obiettivi:

- "Il sé e l'altro"

- sollecitare la partecipazione a nuove esperienze;

- conquistare gradualmente un'autonomia sempre più ampia.

- "Immagini, suoni, colori"

- valorizzare le esigenze espressive di ciascun bambino;

- sperimentare diverse possibilità espressive.

- "il corpo in movimento"

- favorire il consolidarsi della motricità fine;

- Acquisire fiducia nelle proprie capacità motorie.

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- "i discorsi e le parole"

- formulare frasi di senso compiuto e coerenti con il contesto;

- familiarizzare con la lingua scritta attraverso l'ascolto di letture.

- "la conoscenza del mondo"

- stimolare la formulazione di domande rispetto alla propria curiosità circa le esperienze e i fatti

vissuti;

- formulare previsioni, ipotesi, individuare strade per la risoluzione di problemi.

Metodologia:

Le insegnanti prediligeranno attività ludiche. Il lavoro sarà svolto in piccolo gruppo, saranno

proposte esercizi di conversazione libera e guidata, lettura di storie, stimolazione di ipotesi

spontanee.

Spazi:

Le attività verranno svolte in sezione, in salone e in giardino.

Tempi:

Da ottobre 2013 a maggio 2014

Insegnanti:

Lisa Ballarin e Oriana Dall'Acqua.

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ENGLISH FOR KIDS : L’ INGLESE NELLA SCUOLA DELL’ INFANZIA

Il progetto è rivolto ai bambini che frequentano l’ultimo anno della scuola dell’infanzia Comunale

di Cavallino Treporti.

La prospettiva educativo-didattica di questa programmazione non è tesa al raggiungimento di una

competenza linguistica, ma sarà incentrata sulle abilità di ascolto, comprensione ed appropriazione

dei significati.

Lo sviluppo del percorso, in forma prettamente ludica, si articolerà con proposte di situazioni

linguistiche legate all’esperienza più vicina al bambino con implicazioni operative e di imitazione.

Saranno altresì proposti giochi di gruppo, attività manipolative, costruzione di cartelloni, conte,

canzoni, filastrocche, schede, piccole drammatizzazioni.

Le attività verranno proposte sotto forma di gioco perchè esso rappresenta uno strumento

didattico indispensabile, in quanto favorisce la motivazione dell’apprendimento e agevola tutte le

forme di linguaggio.

OBIETTIVI GENERALI

Avvicinare il bambino, attraverso uno strumento linguistico diverso dalla lingua italiana, alla

conoscenza di altre culture e di altri popoli.

Permettere al bambino di familiarizzare con la lingua straniera, curando soprattutto la

funzione comunicativa.

Aiutare il bambino a comunicare con gli altri mediante una lingua diversa dalla propria.

Sviluppare le attività di ascolto.

Promuovere la cooperazione e il rispetto per se stessi e gli altri.

OBIETTIVI SPECIFICI

Ascoltare e ripetere vocaboli, canzoni e filastrocche con pronuncia e intonazione corretta

(obiettivo fonetico).

Memorizzare vocaboli, brevi dialoghi, canzoni, conte e filastrocche (obiettivo lessicale).

Rispondere e chiedere, eseguire e dare semplici comandi (obiettivo comunicativo).

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METODOLOGIA

Le attività proposte saranno sempre in forma ludica, attraverso giochi di gruppo, a coppie,

privilegiando soprattutto la fase orale; ci si potrà avvalere dell’ausilio di puppet (marionette

animate) che faranno da tramite tra l’insegnante ed il gruppo dei bambini per stimolare e tenere

vivo il loro interesse e la partecipazione attiva, favorendo quindi l’apprendimento.

CONTENUTI DELLE TEMATICHE SPECIFICHE

Saluti

Presentazione di se stessi

Colori

Numeri

Parti del corpo

Animali

Famiglia/casa

Cibi

Abbigliamento

ATTIVITA’ PREVISTE

Attività di gruppo ed individuali.

Schede operative.

TEMPI DI SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’

Il progetto prevede un totale di 20 ore ed avrà inizio nel mese di ottobre 2013. Le attività avranno

cadenza settimanale di un'ora che verrà in seguito definita.

MODALITA’ DI SVOLGIMENTO

Giochi di gruppo, coppie, giochi di imitazione, attività grafiche, canzoni, filastrocche, uso di giochi

strutturati , flashcards, video, libri.

INSEGNANTE

Stefania Catavère.

Scuola dell’Infanzia Comunale Codess Sociale per il Comune di Cavallino Treporti

LABORATORIO DI EDUCAZIONE PSICOMOTORIA

Scuola dell’Infanzia Comunale Codess Sociale per il Comune di Cavallino Treporti

Tra le molteplici esperienze che la scuola dell'infanzia offre al bambino, l'attività motoria riveste un

ruolo di fondamentale importanza. Essa coinvolge l'individuo nella sua globalità divenendo la base

portante di tutte le requisizioni. Fino a 7-8 anni il bambino ha un canale espressivo privilegiato,

quello del linguaggio corporeo e dell'azione, che gli permette di comunicare, di esprimersi, di

concettualizzare. Termini astratti relativi allo spazio, tempo e corpo si concretizzano attraverso il

costante riferimento all'ambiente, agli oggetti, agli altri.

La programmazione dell'attività motoria e corporea deve essere un'ipotesi generale per l'intero

ciclo della scuola dell'infanzia che non deve però predeterminare l'attività secondo obiettivi e

scansioni temporali determinati con rigidità. Essa sarà flessibile, sicura degli obiettivi di fondo ma

consapevole che gli stessi potranno essere raggiunti attraverso molte strade, alcune delle quali

saranno indicate dai bambini stessi.

Il bambino tramite l'attività motoria e corporea deve acquisire le seguenti competenze:

1) competenza comunicativa

a) saper comunicare con persone: linguaggio mimico gestuale

b) saper comunicare con 'oggetti': padronanza della qualità percettiva degli oggetti

2) competenza cognitiva

a) conoscenza della propria corporeità: percezione globale e segmentata del proprio corpo,

coordinazione oculo-manuale, percezione dinamica, equilibrio.

b) padronanza delle strutture spazio temporali: esplorazione spaziale, percezione del fluire

del tempo

3) competenza socio motoria

a) padronanza del proprio comportamento nell'interazione motoria con l'altro

Traguardi di sviluppo - Obiettivi dell'attività psicomotoria 3 ANNI: Sviluppo delle capacità

percettive-discriminazione percettiva (discriminazione visiva, uditiva, tattile, olfattiva)

* percepire globalmente il colore

* discriminare i colori

* intuire l'associazione movimento-colore

* esercitare la rapidità di risposta ad uno stimolo visivo

* percepire e denominare i colori primari

* memoria visiva

* memoria uditiva

Scuola dell’Infanzia Comunale Codess Sociale per il Comune di Cavallino Treporti

* acuità uditiva

* orientamento uditivo: individuare la provenienza di un suono

* distinguere suoni e rumori

* distinguere sensazioni tattili differenti (liscio, ruvido,... grande, piccolo, lungo,...)

4 ANNI:

Presa di coscienza del proprio corpo

* prendere consapevolezza dell'asse corporeo

* conoscere l'impronta del proprio corpo

* conoscere e collocare adeguatamente gli elementi corporei, riconoscerli su se stessi e su altri

* favorire l'acquisizione di una positiva identità (positiva immagine di sé)

* scoprire che il proprio corpo può essere rappresentato da diversi punti di vista

* sviluppo della lateralità: dominanza, scoprire il proprio cuore come indicatore della lateralità.

5 ANNI:

Controllo schemi motori di base (afferrare, lanciare, rotolare, strisciare, camminare correre,

saltare, arrampicarsi, dondolare,....) e posturali di base.

* acquistare una motricità globale e segmentaria adeguata alle soluzioni proposte

* eseguire movimenti con finalità espressiva e comunicativa

* favorire la coordinazione dinamica generale

* esercitare la coordinazione manuale

* eseguire con padronanza giochi che richiedono la destrezza

* favorire la strutturazione del movimento in rapporto alla posizione degli oggetti e dei compagni

* sviluppare la capacità di equilibrio

* controllo della respirazione

CONTENUTI DELL'ATTIVITA' PISICOMOTORIA

La forma privilegiata di attività psicomotoria è il gioco: giochi funzionali, liberi, guidati, simbolici,

imitativi, popolari di equilibrio, gioco-dramma, giochi senso-percettivi, giochi individuali e

collettivi...

STRUMENTI: piccoli attrezzi, cerchi, bastoni, clavette, funi, birilli, coni, materiale morbido...

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VERIFICA

* osservazione diretta del bambino e confronto tra insegnanti

*verifica dell'interiorizzazione dei contenuti proposti attraverso conversazioni, schede, disegno...

VALUTAZIONE:

* osservazione sistematica da parte dell'insegnante

* test percorsi motori di vario genere