Invito alla Casa del Cinema di Roma

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1 NEL PAESE DI GIRALARUOTA Il grande inganno di Calciopoli un film di STEFANO GROSSI IN QUESTO PAESE. DOCUMENTARI ITALIANI ALLA CASA DEL CINEMA CASA DEL CINEMA DI ROMA MERCOLEDI 20 FEBBRAIO H 19.30 Sala Deluxe Ingresso libero sino ad esaurimento posti Il documentario sarà proiettato in replica nei giorni 21 Febbraio in sala Kodak h 18.00 23 Febbraio in sala Volontè h 18.00 24 Febbraio in sala Volontè h 16.30 L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti. RASSEGNA CURATA DA MAURIZIO DI RIENZO FOTO copyright 2012 Rosangela Mammola

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Il 20 Febbraio 2013 proiezione de Nel paese di Giralaruota un film documentario di Stefano Grossi

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NEL PAESE DI GIRALARUOTAIl grande inganno di Calciopoliun film di STEFANO GROSSI

IN QUESTO PAESE. DOCUMENTARI ITALIANI ALLA CASA DEL CINEMA

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MERCOLEDI 20 FEBBRAIO H 19.30Sala DeluxeIngresso libero sino ad esaurimento posti

Il documentario sarà proiettato in replica nei giorni

21 Febbraio in sala Kodak h 18.0023 Febbraio in sala Volontè h 18.00 24 Febbraio in sala Volontè h 16.30

L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.

RASSEGNA CURATA DA MAURIZIO DI RIENZO

FOTO copyright 2012Rosangela Mammola

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NEL PAESE DI GIRALARUOTAIl grande inganno di Calciopoli

A destra L’attrice Tatiana Lepore

Perché Calciopoli può essere considerata una truffa? Perché è difficile credere a Moggi e Giraudo padroni incontrastati del calcio italiano? Perché la Juve ha scelto come difensore l'avvocato Zaccone, per sua stessa ammissione non esperto di diritto sportivo? Perché Luca Cordero di Montezemolo ha fatto pressioni affinché la nuova dirigenza della Juve ritirasse il ricorso al Tar? Perché si frequentavano l’ex arbitro Nucini e Giacinto Facchetti? Perché la Security Telecom controllava il traffico telefonico di Moggi, della Juventus, di

Carraro, dei Della Valle, di Christian Vieri e di altri personaggi legati al mondo del calcio? Perché l’Inter di Massimo Moratti e Marco Tronchetti Provera era al corrente dell’imminente scoppio di Calciopoli? Perché la Gazzetta Dello Sport ha “previsto” le sentenze di Calciopoli un mese prima? Perché, nell’estate del 2006, alla vigilia della sentenza di Primo Grado, Mediaset ha minacciato di sospendere il pagamento dei diritti TV alla Lega Calcio?

E soprattutto: Dov’era Andrea Agnelli nell’estate del 2006?

Questi e tanti altri “perché”, in un film documentario liberamente tratto dai libri La Juve nel paese di Giralaruota (2008) e Calciopoli, il grande inganno (2010) di Renato La Monica.

“La Juve è convinta di essere stata truffata dal calcio. Il calcio è convinto di essere stato truffato dalla Juve. La Juve pretende la colpa degli altri. Gli altri vogliono solo la vergogna della Juve. Il problema è incancellabile come un dilemma religioso”

Mario Sconcerti, Corriere della Sera 27-02-2012

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RegiaStefano Grossi

Italia, 2012, 99’, Digi Beta, colore, B/N SceneggiaturaStefano GrossiRenato La Monica

Fotografia e suonoFelice D’AgostinoArturo LavoratoMattia ColomboRoberto Rinalduzzi

MontaggioLuca Mandrile

MusicaFrancesco De LucaAlessandro Forti

InterpretiTatiana Lepore

PartecipazioniRoberto BeccantiniOliviero BehaTony DamascelliAlvaro Moretti

CameiLuciano MoggiMario Sconcerti ProduttoriStefano GrossiEnrico Carretta

ProduzioneVostok FilmVia Caulonia, 9, 00183, Roma www.vostokfilm.com DistribuzioneTerre SommerseVia del Podere Rosa, 13/a, Roma.Tel. & Fax +39 06 [email protected]

Distribuzione iVODOwnAirwww.ownair.it

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ROBERTO BECCANTINI

OLIVIERO BEHA

TONY DAMASCELLI

MARCO GIACINTI PointBlank

Estate 2006: il calcio italiano è percosso da quell’uragano d’abominio che fu lo scandalo – il cui nome di craxiana memoria si deve alla fine penna di Oliviero Beha – nato sotto colpi di intercettazioni telefoniche e arbitraggi manipolati nella stanza dei bottoni; c’è lo stesso giornalista fiorentino tra le voci – tante e diversificate quelle interpellate – che tentano una disamina che abbia i crismi di una più delineata saggezza, rispetto alle isteriche e faziose posizioni delle lunghe estati dei processi. Luciano Moggi, Guido Rossi, Francesco Saverio Borrelli, Innocenzo M a z z i n i , A n t o n i o G i r a u d o , t u t t e minuscole parti di un enigma del quale probabilmente non si conoscerà mai la r i s p o s t a , a l m e n o n o n n e l l a s u a completezza. E ancora: Tony Damascelli, Adriano Galliani, John Elkann, Diego Della Valle. Un puzzle irrisolvibile, una farsa dai mille personaggi ognuno pronto a recitare la parte del capro espiatorio, dell’innocente raggirato, del ladro preso con la refurtiva in mano pronto a negare le sue colpe fino all’inverosimile, al grottesco. Questo e molto altro (e molto peggio) fu l’estate del 2006. Quella dei Mondiali di Germania anche, dei rigori contro la Francia e dei sigari di Lippi; eventi straordinari che contribuirono ad affinare quella nobilissima arte – in cui da sempre siamo sovrani – dell’occultare sporcizia sotto il tappeto dell’omertà, del tarallucci e vino. Qualcuno radiato – non senza motivo – e qualcun altro ancora oggi libero di imperversare tra stadi e salotti televisivi in cerca di un microfono nel quale riversare la propria arroganza; squadre penalizzate o retrocesse (una sola, la più nota) ed altre pronte a portarsi sul tetto d’Europa di lì a meno di un anno. Storie d’ordinaria follia vorremmo urlare,

ma ci sarà chi al nostro fianco ci inviterà alla calma, che lo scandalo legato al calcio-scommesse è ancora in evoluzione, che – forse – di donchisciottesche battaglie questo nostro calcio ne avrebbe molto bisogno, ma in fondo non le merita.Ha quell’odore piacevole dell’erba smossa dal mulino questo documentario, di un’erba smossa ma che – comunque sia – tornerà al suo posto, perché fermare il vento che spira dalle parti della Federcalcio proprio non se ne parla. Ma quell’odore non cesserà di essere piacevole, ed allora ascoltare chi parla di famiglia Agnelli, di Saras (raffineria più importante in Italia, nonché azienda di casa Moratti), di movimenti occulti per bypassare quelle ingombranti figure che rispondono ai nomi di Moggi Luciano e Giraudo Antonio, non può che deliziare sensi abituati a vedere e sentire tesserati ed addetti ai lavori affermare con disinvoltura: “l’importante è fare bene”, “”“basta parlare male del calcio italiano, all’estero non stanno meglio di noi”

La qualità migliore di questo lavoro è subito sotto gli occhi: portare lontano dalle deformazioni del pianeta calcio una vicenda che poco ha a che vedere con un pallone che rotola e molto più si avvicina a m a n o v r e p o l i t i c h e d i r e c i p r o c o clientelismo.  La faziosità, se c’è – e chi scrive non l’ha percepita – è sepolta da un oceano di parole che arrivano dai punti più lontani della barricata: trincee opposte rispondono colpo su colpo mentre chi racconta tenta di guardare più in là della raffica di colpi. Il rischio è quello di farsi un’idea più precisa e provare disagio.

Ma ben venga il ribrezzo di saper qualcosa di più, ben venga la nausea, ma che questa arrivi prima di esser costretti a sentire: “qualcuno comprava le partite a mia insaputa”.

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ALVARO MORETTI

MARIO SCONCERTI

LUCIANO MOGGI

MAURIZIO MARTUCCIIl Fatto Quotidiano

Quando a Milano l’odor di Cina non è solo ristoranti d’oriente, quando a Torino l’aumento di capitale diluisce quote libiche come carburante allungato post-mortem (Gheddafi), ‘quelli che il calcio’ diventa Massimo Moratti contro presunte ricomposizioni del sistema in sonno: “Ho già vissuto queste situazioni e dopo tanti anni non vorrei ritrovarmi come allora”. Sibillino il sito Juventus.com: “No comment”, refurtiva già saldata.

Gira la ruota, la giostra riparte. Si risale a bordo, in perfetto orario: gli intrecci e la spy story di Juve-Inter sono misteri all’italiana, leggasi Fiat, Saras e Telecom, cioè automobili, benzina e telecomunicazioni, dove Mediaset fa da spettatrice interessata, elargendo prebende nei diritti tv.

Il risiko delle lobby risvegliate da Moratti è Nel paese di Giaralaruota(Vostok Film), film documentario di Stefano Grossi e Renato La Monica. Per alcuni dietrologia e complottismo juventino. Per altri (che poi è la stessa cosa) assoluzionismo da ‘così fa tutti’ e revisionismo d’accatto. Secondo me, invece, un’interessante chiave di lettura, un concentrato di analisi, legami e teoremi (bianco) neri (utili i commenti di Beha, Beccantini, Moretti e Sconcerti) per rileggere in 120 minuti smantellamento e rinascita del club più amato/odiato d’Italia. Sei anni dopo Calciopoli, non è mai tardi, vista l’aria che tira.

Neo-realismo e cronaca in fila indiana, la trama è verosimile (anche se, detto del doping, manca il richiamo al filone Gea Word): 171.000 intercettazioni degli inquirenti (uguale, un universo-mondo non trascritto!!), processi sportivi (conosciuti) e penali (snobbati, vedi

security Tavaroli), tra condanne e assoluzioni, scambio di scudetti, funerali eccellenti (Agnelli, Gianni 2003 e Umberto 2004) e bare con giallo enigmatico (Adamo Bove, 2006), alta finanza e intrighi internazionali, bloccato l’espansionismo della Libyan Arab Foreign Investment Company e il flirt con la triade Giraudo-Moggi-Bettega, prima del bombardamento Nato su Tripoli e la salita al trono di Andrea Agnelli (Presidente, ramo umbertino), regia di JohnElkan (Ifil-Exor, proprietà, ramo ‘avvocato’).

Almeno a chiacchere, la querelle infinita (non proprio in questi termini) riaffiora. Torna d’attualità. Ma la faida interna, riferiscono i ben informati, adesso è sul progetto di riqualificazione della Continassa, mentre Pinetina e Milanello guardano il sol dell’avvenire come un involtino primavera. Di là Marchionne, Usa, piccone e ruspa. Di qua yuan, China  falce e martello globalizzata.  Per molti (quasi tutti) era solo il Sistema Moggi, già su traversine e  binari della stazione di Civitavecchia. Non proprio un film già visto, nello scontro tra titani …

IL DVDE’ possibile acquistare il DVD del film con bonifico o bollettino postale.

Per informazioni scrivere a:

[email protected]

La versione DVD del film ha una durata di 120’ (21’ in più della versione sala)

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JUVENTINOVERO.com

Un’altra di quelle testimonianze che contribuiscono, nel loro insieme, a far sì che la Grande Farsa non venga mai misconosciuta: si tratta del docu-film “Il grande inganno di Calciopoli”, un lungometraggio pubblicato dalla VOSTOK FILM e realizzato da Stefano Grossi (regista e sceneggiatore) e Renato La Monica (sceneggiatore, scrittore di diversi libri a tema). Va precisato, per evitare confusione in coloro che vorranno vederlo, che non si tratta di un lungometraggio che ripercorre tutte le telefonate, le singole partite, o i tantissimi tecnicismi dei processi sportivi del 2006. Si tratta piuttosto di un viaggio di due ore piene che si srotola come un manoscritto su un binario molto diverso. In sostanza è u n l u n g o v i a g g i o n e l t e m p o (metaforicamente nel film viene usato l’ottimo strumento visivo del treno) che ripercorre le tante tappe e sviscera i tanti intrecci politico-economici-industriali-finanziari-calcistici, che hanno portato al più grande scandalo della storia del calcio e che ha visto veramente soccombente solo un club e la sua dirigenza: la Juventus, Luciano Moggi e Antonio Giraudo. Vi sono fatti, interviste con grandi firme del g i o r n a l i s m o , c o n s i d e r a z i o n i , ricostruzioni, immagini, chicche, ricordi, e tanto altro.Va detto che generalmente il nostro o c c h i o g u a r d a q u e s t o t i p o d i pubblicazioni anche con un approccio di tipo documentale (ma anche molto riflessivo) a tutti i temi direttamente o indirettamente legati allo scandalo, a cui poi ognuno di noi lega anche molte

letture utili ad approfondire specifici argomenti/segmenti. Come molti sanno infatti, in particolare chi frequenta alcuni luoghi bianconeri del web, noi cerchiamo di dipanare e ricostruire quanto avvenuto prima e dopo il 2006, soprattutto guardando la situazione generale in cui lo scandalo è esploso, ossia il tappeto su cui si è appoggiato (famiglia Agnelli e affini, Moratti e affini, bilanci, alta finanza, intercettazioni, Telecom, ecc). Per queste ragioni guardiamo a questo film con grande interesse. Il nostro personale parere sul risultato finale ottenuto dagli autori è decisamente positivo e potremmo trovare diverse definizioni che rendano la descrizione fin qui espressa ancora più chiara, un po’ come quelle che si trovano sul retro delle cover dei dvd, o sulle “alette” o “bandelle” dei libri (risvolti di copertina), dove viene stampata solitamente una biografia essenziale dell’autore accompagnata da una breve introduzione al testo. Qualcosa del genere insomma…Ottimo riepilogo di tutto ciò che i tifosi juventini hanno capito su Calciopoli, ossia che è stata una vera e propria trappola creata appositamente per abbattere la Juventus e i suoi dirigenti, e nessun altro. Una mappa dei poteri e dei fatti così esaustiva da poter rappresentare un ottimo prologo, o un’introduzione, o un prequel; ossia il punto ideale di inizio per un’intera serie di film che possa approfondire e sviluppare ogni singolo capitolo del docu-film. Serie di film che ovviamente non vedremo mai, perché i costi di realizzazione sarebbero esorbitanti. Un’opera da far vedere anche a tutti coloro che non hanno le conoscenze tecniche per usare internet e che abbiano ancora le idee confuse su molti aspetti di quanto è accaduto dagli anni Novanta al 2012. Un film amaro nelle considerazioni finali degli autori, in particolare sugli attuali assetti del club dal punto di vista degli scudetti revocati e della giustizia futura. Ci auguriamo che questa definizione/introduzione sia abbastanza efficace, anche perché ora è arrivato il momento di parlare di qualche difetto.Un paio di difettucci in effetti ci sono. Piccoli piccoli però.

Diciamo pure che sugli aspetti politici d e l l e t a n t e v i c e n d e t r a t t a t e l ’ i m p o s t a z i o n e è l e g g e r m e n t e focalizzata su quello che è stato il Berlusconismo dilagante nel paese, e il titolo del lungometraggio forse un po’ già si espone in quella direzione, dimenticandosi un po’ della grande quantità di militanti (politici e non) dell’altro schieramento che si sono adoperati per buttare la Juventus in B. Sia chiaro, in realtà è solo un profumo che si sente leggermente qua e là, e che non è mai fastidioso, perché comunque il ‘vestito’ è sempre molto corretto e il film non affronta mai questioni direttamente politiche. A ciò va aggiunto che in effetti Silvio Berlusconi è stato per molto tempo Presidente del Consiglio negli ultimi vent’anni, quindi s i t r a t t a d i u n d i f e t t o m o l t o t r a s c u r a b i l e . F o r s e è p i ù un’impressione che altro.Altra piccola pecca forse è la mancanza di un segmento sufficientemente esaustivo sulla Procura di Napoli e sulle indagini surreali svolte da alcuni membri delle forze dell’ordine dal passato “complicato”.Va detto che un lavoro di questo genere era sulla carta difficilissimo da realizzare, perché troppi sono i personaggi, i fatti, le storie incastonate dentro altre storie, e il rischio di realizzare un pasticcio era molto alto. Invece il risultato è, a nostro avviso s’intende, molto buono sia per la chiarezza e la semplicità espositiva, sia p e r l a s c o r r e v o l e z z a , s i a p e r l’esaustività e la correttezza dei c o n t e n u t i , s i a p e r g l i a s p e t t i prettamente estetici. Godibile.Complimenti dunque agli autori e alla lunga lista dei loro collaboratori.

La Juventus ha tutto il diritto di sentirsi vittima di una sentenza sbagliata e cucirsi sulla maglia la terza stella. Poi però la Fgc dovrebbe chiudere, perché il suo operato e quello della giustizia sportiva sono giudicati carta straccia da una delle società più autorevoli del calcio italiano. Non ci sono terze vie, persino in un paese di pateracchi e ipocrisie.

Michele Serra, La Repubblica, 9-05-2012

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Stefano GrossiBiografia

STEFANO GROSSI

Fotografia scattata durante i sopralluoghi per il film Dall’altra parte

Regista e sceneggiatore, nato a Milano nel 1963, vive a Roma dal 1987. Ha diretto cortometraggi, lungometraggi e documentari, presentati in vari festival nazionali e internazionali (Venezia, Locarno, San Francisco, Denver, Med Film Festival, Las Palmas Film Festival, Europa Cinema, San Paolo, Angers, Annecy). Ha tradotto e curato vari libri d’argomento cinematografico per Gremese editore. Dal 1997 al 2000 ha tenuto vari seminari accademici all’Università di Genova, presso la Facoltà di Scienze della Formazione, come professore a contratto di Filmologia e Storia del Cinema. Nel 2005 ha fondato la società di produzione cinematografica Vostok Film.

[email protected]://facebook.com/19ottobrehttp://nepaesedigiralaruota.wordpress.com

COMUNICAZIONE E MEDIA Hanay Raja

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