Investimenti esteri diretti - Fatti e cifre
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investimenti esteri in entrata:
breve prospetto teorico
e analisi comparata
Italia e principali economie europee
INVESTIMENTO DIRETTO ESTERO:
investimento internazionale
effettuato da un soggetto
residente in un dato paese
finalizzato a stabilire un interesse
durevole in un’impresa residente
in un altro paese
l’interesse durevole implica l’esistenza di
una relazione di lungo termine nonché
l’esercizio di un’influenza sulla gestione di
impresa
L’acquisto minimo dell’investitore è del 10%
dei diritti di proprietà
si differenziano dagli
investimenti di portafoglio
che rappresentano acquisti di
attività finanziarie di altre
imprese al fine di realizzare
un rendimento finanziario
le tipologie di IDE | obiettivi e natura dell’investimento
fusione e acquisizione
(parziale o totale) di
un’impresa esistente
IDE greenfield brownfield
creazione “ex novo” di
un’affiliata estera da
parte di uno o più
investitori diretti
resource
seeking
ricerca di risorse
(minerarie o agricole) a un
costo più basso
market
seeking
ricerca approccio a
dimensione e crescita attesa
di un determinato
mercato estero
ricerca di una maggiore efficienza
(minori costi di produzione)
efficiency
seeking
acquisizione di attività che possono
aumentare il vantaggio
(know-how, R&D, conoscenza del mercato locale)
strategic asset
seeking
principali definizioni e backgound teorico
equity joint venture
holding
filiale
dal commercio agli IDE |le strategie di internazionalizzazione
grado di internazionalizzazione dell’impresa
gra
do
di co
ntr
ollo
cooperative joint venture
accordi trasferimento di tecnologie e know how
subfornitura e traffico di perfezionamento
appalto e subappalto
accordi commerciali (agenti/concessionari/distributori)
scelte di
investimento
diretto estero
scelte di partnership
(outsourcing/
offshoring)
import export internazionalizzazione
mercantile
principali definizioni e backgound teorico
partnership
produttiva
outsourcing /
offshoring
commercio, partnership o IDE? | i perché della strategia a
livello di impresa
ca
teg
ori
e d
ei va
nta
gg
i
vantaggi
proprietari
(ownership O)
vantaggi di
internalizzazione(I)
vantaggi di
localizzazione (L)
+
investimento
diretto estero
vantaggi di costo e
monopolistici, derivanti dal
controllo proprietario di risorse
aziendali trasferibili all’estero a
basso costo
economie di scala di impresa
connessi alle caratteristiche
dei paesi ospitanti, economie
di scala a livello di impianto
derivanti dall’integrazione
nell’impresa di attività e
funzioni tra loro diversificate
export
+
principali definizioni e backgound teorico
commercio, partnership o IDE? | il conflitto tra prossimità e
concentrazione
caratteristiche dei settori
costo di
informazione nel
paese estero
costo di impianto
nel paese estero
incertezza economico –
istituzionale
economie di agglomerazione
prodotti più difficili e costosi da
trasportare (peso , volume)
barriere commerciali, tariffarie
e non
costi di trasporto
alte e conomie di scala a
livello di impianto
qualità del sistema
distributivo
distanza, barriere
commerciali
caratteristiche dei paesi
principali definizioni e backgound teorico
nuovi equilibri | il baricentro si è spostato a Oriente
fonte: Prometeia
evoluzione del centro di gravità dell’economia mondiale, 1980-2007
(in nero) e 2010-2040 (in rosso)
principali definizioni e backgound teorico
outsourcing e IDE hanno modificato la geografia della
produzione manifatturiera | è una direzione a senso unico?
investimenti diretti esteri in uscita | peso dei
mercati emergenti sugli investimenti mondiali
principali definizioni e backgound teorico
fonte: Prometeia
back-sourcing | ci sono evidenze di un’inversione di tendenza
le imprese tornano a «nord» a reinternalizzare e integrare verticalmente la produzione
PERCHE’? 1) rinnovata centralità di una produzione integrata e prossima ai mercati
35
38
41
44
47
50
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
prossimità al mercato
integrazione delle catene di
fornitura (risposte just in time)
PIL G7, quota
sul totale
mondiale
la forza di gravità
dei mercati: il
Nord è troppo
grande per essere
lontani
preservare competenze e conoscenza
preservare le economie di agglomerazione
principali definizioni e backgound teorico
fonte: Prometeia
2) incremento dei costi nei paesi emergenti nel corso dell’ultimo decennio
0
5
10
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30
2000 2005 2010 2015
stipendio totale per operaio ($/ora)
U.S.A
.
CINA
3% costo US
4% 9%
Fonti: FMI, BCG
PRODUZIONE INTEGRATA VICINO AL MERCATO
MOLTI MERCATI, MOLTI POLI PRODUTTIVI (NORD/SUD)
LA SFIDA PER IL NORD: MANTENERE L’INTERA CATENA
7%
3) maggiori barriere al commercio (incertezza)
principali definizioni e backgound teorico
fonte: Prometeia
nuovi equilibri |le catene del valore, tra IDE e outsourcing
ICT: riduzione costi di coordinamento di
attività complesse a distanza
tecnologie di trasporto: shipping
containerizzato, standardizzazione,
automazione e intermodalità
riduzione delle barriere agli scambi
le imprese multinazionali sono i principali attori di questo processo
frammentazione della produzione su scala mondiale
outsourcing di parte delle catene del valore a partner
esterni e offshoring di intere fasi della produzione
definizione della globalizzazione «second unbundling»,
verso un aumento della profondità geografica e
funzionale
se una prima fase della globalizzazione ha visto la disarticolazione produttiva
a livello mondiale, di recente incremento salariale negli emergenti e la
diversificazione del rischio ha incentivato il trend verso filiere più corte
ESTERNALIZZAZIONE:
SCELTA STRATEGICA BENI DI
CONSUMO PER L’APPROCCIO AI
MERCATI DI DOMANDA
INTERNALIZZAZIONE
PRODOTTI A ELEVATA TECNOLOGIA E
QUALITA’, CICLI BREVI E NECESSITA’
DI MARKET FEEDBACK
principali definizioni e backgound teorico
“What if there is nothing you can
produce more cheaply or
efficiently than anywhere else,
except by constantly cutting
labour costs?”
Paul Kennedy
IDE e crescita economica |una relazione sempre verificata?
principali definizioni e backgound teorico
IDE e crescita economica | il problema di un’evidenza mista a livello teorico l’investimento diretto estero è atteso portare benefici in termini di spillover
soprattutto nei paesi ospitanti
ma l’analisi empirica riporta un’evidenza mista sui risultati effettivi :
«Le multinazionali nell’economia mondiale, Navaretti- Venables»
mercato dei prodotti
mercato dei fattori
spillovers
differenze di produttività
concorrenza e varietà dei prodotti
occupazione e salari
qualifica della forza lavoro
volatilità
trasmissione di tecnologia
trasmissione di asset intangibili
esternalità pecuniarie
differenze di produttività
livelli di output
occupazione e salari
qualifica della forza lavoro
volatilità
sourcing tecnologico
paese di origine paese ospitante dove?
Gli studi a livello macroeconomico riportano in generale l’evidenza di un effetto positivo degli IDE sulla crescita, ma
vanno interpretati con attenzione, spesso non controllando per il paese di origine o la tipologia e obiettivo. Le
ricerche a livello micro invece non offrono sempre risultati consistenti, nè coerenti a questa visione. Alcune analisi
hanno rilevato effetti positivi degli IDE sulla produttività aziendale (Sjöholm (1997a), Anderson (2001), Kokko
(1994), Ramírez (2000, Kokko et al. (1996), Liu et al. (2001)), altri effetti negativi sulla produttività delle imprese
locali (Aitken -Harrison (1999); Haddad and Harrison (1993) Aitken et al. (1996)).
Fortnarier 2007, UNCTAD
principali definizioni e backgound teorico
IDE e crescita economica | solo alcune tipologie la permettono
L’importanza della caratterizzazione qualitativa dell’investimento diretto:
(*) Alfaro L., Rodriguez-Clare A., (2003) “Multinationals and linkages: an empirical investigation
Quali capitali esteri con “Destinazione Italia”, Marcolin, La Voce
preferibili investimenti in settori ad alto contenuto scientifico e tecnologico
i benefici degli Ide sono effettivi quando le
multinazionali collaborano con la fornitura locale, piuttosto che quando
entrano in concorrenza per la vendita di prodotti finali
simili (*)
investimenti greenfield sono più remunerativi per il
sistema locale: l’evidenza passata ha mostrato, in
particolare per l’Italia, una maggiore esposizione degli ultimi a variazioni del ciclo
economico in Italia gli Ide in settori
science based
costituivano nel 2011
solo il 22.2 % in imprese
partecipate, molto
inferiore agli
investimenti in settori di
beni di consumo (47.5
per cento dell’impiego
totale)
principali definizioni e backgound teorico
IDE e crescita economica | e in Italia?
a livello aggregato Il
differenziale di
performance delle
partecipate dall’estero è
molto sostenuto e
insindacabile per un certo
set di variabili
imprese a controllo estero per macrosettore | 2011,valori in migliaia di euro,
salvo diversa indicazione
Istat, 2013
Secondo l’analisi econometrica di Ferragina, Pittiglio, Reganati*la presenza estera ha un duplice effetto
sulle imprese in Italia: da un lato, aumenta il rischio di mortalità delle imprese partecipate sia
nell’industria che nei servizi (rispettivamente del 30 e del 70%), dall’altro, nel settore dei servizi,
aumenta la sopravvivenza delle altre imprese sul territorio, suggerendo la presenza di spillover
*«Proprietà straniera, multinazionalità e uscita: un’analisi di sopravvivenza delle imprese italiane», L’Italia
nell’economia internazionale 2009--2010
ma considerati in termini di effetti, non sono necessariamente positivi…
principali definizioni e backgound teorico
«IDE : tendenze a livello mondiale e
focus Italia»
cosa emerge dai dati
IDE in ingresso | i trend a livello mondiale (1/3)
a livello globale gli IDE sono incrementati esponenzialmente nel corso degli ultimi vent’anni, con
uno stock che nel corso del 2012 ha raggiunto i 23 trilioni di dollari (quasi 18 trilioni di euro)
la ricomposizione geografica verso gli emergenti, ha portato gli stock da esse detenuti da essere
solo il 2% nel 1990, a un’incidenza del 34% nel 2012
fonte: Unctad, World Investment Report 2013
destinazione degli IDE per area
geografica | % sul totale
destinazione degli IDE, 1990 e 2011 a confronto
| livelli in miliardi di euro e % sul totale
I trendi a livello mondiale ed europeo
fonte: Unctad, World Investment Report 2013
IDE in ingresso | i trend a livello mondiale (2/3)
i flussi di investimento diretto estero hanno sperimentato nel
corso del 2012 una flessione del 18%, raggiungendo 1.35
trilioni di dollari, un andamento in contrasto con la dinamica
positiva di Pil, commercio internazionale e occupazione a livello
globale
a fragilità del contesto e il permanere di condizioni di incertezza
hanno aumentato la tendenza cautelativa degli investitori
i rendimenti medi degli IDE sono del 7% a livello globale, molto più elevati nelle
economie emergenti (circa prossimi all’8%) e in quelle in transizione (13%)
rispetto alle economie sviluppate (5%)
molte imprese trasnazionali hanno riprofilato il proprio piano di investimento estero,
privilegiando operazioni di ristrutturazione e rilocalizzazione (anche in relazione alla recente
tendenza al backsourcing descritta nelle slide di introduzione)
I trendi a livello mondiale ed europeo
andamento degli IDE in ingresso | totale
mondo, per tipologia
fonte: Unctad, World Investment Report 2013
in generale, si evidenzia una diminuzione della rilevanza degli investimenti greenfield nel
2012 rispetto ai valori di picco raggiunti nel biennio 2006-’07
questa evidenza è riconducibile all’aumento, particolarmente rilevante a partire dal 2009, del
numero di imprese sul mercato delle acquisizioni nelle economie avanzate, in ragione del
peggioramento delle condizioni di mercato, che ha aumentato la propensione da parte degli
investitori a una crescita mediante riacquisto e riqualificazione degli asset esistenti, piuttosto
che attivazione di progetti ex nihilo
IDE in ingresso | i trend a livello mondiale (3/3)
I trendi a livello mondiale ed europeo
IDE in ingresso | focus su alcune economie europee: i flussi
un’analisi dei flussi in ingresso |
totale mondo, medie per anni selezionati
fonte: Eurostat 2013
I trendi a livello mondiale ed europeo
il forte declino dei flussi in ingresso nel corso del biennio 2011-’12 ha contrastato il
recupero che aveva caratterizzato il biennio precedente; il crollo dell’Unione Europea è
stato particolarmente marcato, con una diminuzione complessiva dei flussi a 215 miliardi
di euro, un livello molto inferiore ai 290 del 2009
a causa dell’incertezza dello scenario, molte trasnazionali hanno deciso di adottare una
strategia di consolidamento dei propri asset, incrementando il focus sui business e sulle
aree geografiche core; estensivi disinvestimenti hanno interessato soprattutto il sistema
finanziario, già in profonda ristrutturazione.
Il disinvestimento di asset stranieri da parte di trasnazionali americane durante il 2012 è
stato pari a 43 miliardi di euro, quello giapponese di oltre 20, esercitando effetti negativi
soprattutto sulle operazioni M&A in Europa (diminuite di 59 miliardi rispetto al 2011)
In particolare, i flussi di investimenti diretti indirizzati all’Italia nel 2011-’12 hanno
riportato un incremento del 50% rispetto al biennio precedente, raggiungendo un livello
nella media di periodo molto vicino ai massimi degli anni centrali del decennio (seppur
sempre molto inferiori in valore assoluto a quelli delle principali economie europee).
I trendi a livello mondiale ed europeo
classifica delle economie selezionate per stock di IDE in ingresso | totale mondo, 2011
livelli | miliardi di euro % del Pil
nel 2012, tra le economie selezionate,
il Regno Unito deteneva lo stock più
elevato di IDE in entrata, un livello
superiore al trilione di euro
fonte: Eurostat, OECD 2013
IDE in ingresso | focus su alcune economie europee: gli stock
I trendi a livello mondiale ed europeo
Italia si o Italia no?
l’Italia è alle spalle di tutte le principali economie dell’eurozona in livello dello stock
complessivo, condizione che si riverbera nel posizionamento a margine della classifica
in % del Pil: una forbice che ha iniziato a prodursi già da inizio anni duemila
Italia | una performance degli IDE in entrata deludente
• in termini di livelli, il valore dei greenfield in Italia nel
2012 è stato pari a meno di un decimo del Regno Unito
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
IDE greenfield in entrata| progetti
cumulati 2005-’09 classifica economie europee
selezionate| valore greenfield 2012
Italia | indicatori di sistema paese non proprio brillanti..
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
Italia | ..soprattutto per quanto concerne l’ambiente
economico-istituzionale
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
Italia | debolezze che riducono il valore del brand paese
fonte: Sole 24 ore e Reputation Institute
a fronte di una consolidata
qualità del prodotto la
reputazione italiana è
inficiata da un problema di
affidabilità del sistema
paese e del management
nei principali mercati emergenti
l'Italia è vista peggio della
Germania; rispetto alla Francia,
la battaglia è più combattuta,
ma comunque la sfida è persa
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
Italia | cambiare lenti a volte aiuta a vedere meglio
«look within for value, and
beyond for perspective».
Denis Whitley
«il«diavolo» è nei dettagli?»
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
principali distretti italiani
eccellenze | dai territori, tante piccole «grandi» imprese
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
fonte: Prometeia
eccellenze | il profilo delle PMI eccellenti
Global Strategy 2012
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
nella percezione
mondiale, l’Italia
evidenzia posizioni di
rilievo per quanto
concerne il cultural
heritage e turismo, pur
mostrandosi molto
carente sotto l’aspetto
del sistema dei valori e
della qualità del
business e dello stile di
vita
il branding culturale (territoriale o museale, come sperimentato
in Francia), potrebbe rappresentare una soluzione per valorizzare
il patrimonio artistico
“here is nothing to sell, but
everything to value”
economia della bellezza: le colline del Chianti, valgono quattro miliardi l’anno, la Costiera
Amalfitana tre e mezzo, quella Romagnola più di due
eccellenze | poche risorse o risorse inestimabili!?
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
fonte: Prometeia
in lieve miglioramento rispetto al 2010, l’Italia è in decima posizione nella
classifica per paese dei maggiori brand mondiali
eccellenze | la forza dei marchi italiani
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
fonte: Cluster Observatory 2011
principali cluster per le industrie
creative | occupati 2009
principali cluster industria
artistico- letteraria cluster dell’industria creativa, quozienti
per industria e regione
occupati nelle industrie creative, var% 2009-2005
eccellenze | il valore «tangibile» della creatività (1/2)
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
fonte: Prometeia
eccellenze | il valore «tangibile» della creatività (2/2)
incidenza registrazione marchi di design sul
totale europa e mondo 2003-’11
registrazioni di nuovi marchi di design
2012- gennaio 2013
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
fonte: Prometeia
posizione di investimento netta cinese | 2005 e 2011 a confronto stock di IDE in entrata dalla Cina | milioni di euro
- Germania, Francia e Italia a confronto
la crescita degli investimenti cinesi in Italia è
incrementata in misura rilevante a partire dal 2009; nel
2011 lo stock italiano di investimenti in entrata cinesi
ha superato quello francese
fonte: Eurostat 2013
Cina | salire sulle spalle di un gigante che guarda al paese
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
investimenti diretti e «indiretti» esteri |
quanto l’estero finanzia l’economia
capitali dall’estero | in titoli del debito pubblico e IDE, milioni di euro, 2010
utilizzando una definizione di capitali in ingresso rivista, emerge come l’Italia si presenti in
posizione più alta della classifica, alle spalle della Germania, con oltre un trilione di euro di
investimento diretto e indiretto
Il contributo maggiore dall’estero è in termini di investimento nel debito pubblico, con un valore,
pur a fronte di livelli di rischio molto differenziati, secondo solo alla potenza tedesca
fonte: Eurostat, Bruegel e BIS 2013
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
+(*)
(*) il totale al lordo delle passività bancarie è indicativo, essendo impossibile
dai dati BIS depurare le passività detenute all’estero in titoli del debito.
banche totale 2
1 308 502 2 893 425
2 360 277 3 578 090
4 675 178 5 800 563
730 583 1 763 628
654 257 1 375 940
992 413 1 630 962
782 932 1 068 937
296 624 421 524
DEBITO IDE TOTALE in % pil
Germania 917 175 667 748 1 584 923 63.5
Francia 481 262 736 551 1 217 813 62.9
Regno Unito 282 449 842 936 1 125 385 65.0
Italia 787 530 245 515 1 033 045 66.6
Spagna 252 032 469 652 721 684 69.0
Olanda 205 789 432 760 638 549 108.8
Irlanda 72 283 213 722 286 005 180.9
Finlandia 60 646 64 254 124 900 69.9
imprese a partecipazione estera | in Italia sono ancora poche..
l’impatto delle partecipate sull’economia italiana, seppur inferiore rispetto agli altri paesi analizzati a
fronte di un livello di IDE molto più contenuto, non è del tutto esiguo
nel 2010 quasi 13000(*) imprese partecipate dall’estero impiegavano oltre un milione di dipendenti
in Italia, rappresentando il 7.2% della forza lavoro nell’ economia e quasi il 14% del valore aggiunto;
fonte: Eurostat 2013
(*) Da rilevarsi come il dato Istat per il 2010 sia differente rispetto alle rilevazioni riportate in questa sezione dell’analisi. La divergenza è
correlata al mancato computo nell’aggregato Eurostat delle imprese di finanza e assicurazioni, ma anche per l'assenza in quei dati delle
sezioni PQRS (per la sezione S sono presenti soltanto i dati della divisione S95). L’utilizzo della fonte Eurostat è ad ogni modo giustificato
dalla necessità di coerenza per il confronto dei dati tra diversi paesi.
L’Italia e gli investimenti diretti esteri
in % sul
totale
economi
a
in % sul
totale
economia
var media
annua %
(2008-'10)
var media
annua %
(2005-'07)
in % sul
totale
economia
var media
annua %
(2008-'10)
var media
annua %
(2005-'07)
Germania 263 683 20.3 26 934 1.3 12.3 - 2 472 616 9.9 -5.9 -
Spagna 83 597 17.5 9 279 0.4 11.3 8.6 1 270 499 10.6 1.7 -
Francia 137 221 15.7 17 843 0.7 1.7 -0.1 1 722 537 11.3 -6.7 -
Italia 92 022 13.7 12 718 0.3 -2.6 1.2 1 101 672 7.2 -3.7 1.5
Olanda 76 459 25.7 7 575 1.0 14.2 -9.0 804 404 20.8 1.4 1.8
Polonia 47 100 28.3 6 157 0.4 1.5 - 1 297 848 15.5 3.2 -
Finlandia 16 590 19.6 2 722 1.2 0.0 1.8 215 253 15.2 -3.5 7.1
Svezia 53 054 28.7 11 757 1.9 2.5 5.8 620 757 21.5 -3.4 3.7
Regno Unito 268 746 29.1 21 210 1.3 -2.7 - 3 263 412 18.4 -1.2 -
totale economia* (2010) - imprese a partecipazione dall'estero
valore
aggiunto
numero di
imprese
numero
dipendenti
imprese a partecipazione estera | ma non meno
performative rispetto ad altre economie europee
la produttività delle partecipate è in Italia superiore alla media delle economie analizzate e si posiziona
quarta nella classifica, segnalando come, quando avviene, la scelta di investimento estero in Italia non
necessariamente dia risultati meno competitivi rispetto ad altre economie dell’Eurozona
fonte: Eurostat 2013
valore aggiunto per addetto | 2008 e 2010 e totale
economia a confronto
L’Italia e gli investimenti diretti esteri