INTRUSIONEDIVAPORIDASUOLOCONTAMINATO ... AMBIENTI... ·...
Transcript of INTRUSIONEDIVAPORIDASUOLOCONTAMINATO ... AMBIENTI... ·...
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com26 gennaio 2010 N. 2 IL SOLE 24 ORE71
INTRUSIONE DI VAPORI DA SUOLO CONTAMINATO:UN APPROCCIO ALTERNATIVO PER LA VDR
l di Simona Berardi, Elisabetta Bemporad, Monica Gherardi, Mario MarianiIstituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro - ISPESL
L’intrusione di vapori (vapor intrusion) è la migrazione di sostanze volatili dalsottosuolo all’interno di ambienti confinati. Le specie chimiche volatili presentinei rifiuti interrati o nel suolo saturo (falda) o insaturo contaminato possono migrareattraverso il suolo insaturo stesso e raggiungere gli edifici sovrastanti alterandola qualità dell’aria indoor. In casi estremi, i vapori possono accumularsi raggiungendolivelli di concentrazione tali da comportare gravi rischi per la sicurezza dell’uomo(per esempio, esplosioni), rischi acuti per la salute (per esempio, intossicazione)o problemi estetici (per esempio, cattivi odori). Più comunemente, però, i livellidi concentrazione sono bassi, per cui a questi può corrispondere un rischioper la salute umana di tipo cronico, dovuto a un’esposizione a lungo termine.Saranno proposti alcuni valori di concentrazioni soglia di rischio (CSR) per ilcomparto ambientale aria indoor in relazione agli ambienti confinati di vita (usoresidenziale) e di lavoro (uso commerciale/industriale) e una procedura utile per lavalutazione del rischio da vapor intrusion; le CSR saranno calcolate per le speciechimiche contaminanti di cui all’Allegato 1 alla Parte IV, Titolo V, D.Lgs. n. 152/2006,che possono essere presenti complessivamente nell’ambiente, ovvero nei vaporie/o nelle polveri, mentre la procedura per la valutazione del rischio è riferitaesclusivamente alle specie chimiche contaminanti presenti nei vapori (non considera,quindi, la frazione di contaminanti adsorbita sulle polveri sollevate dal suolo).Sarà presentata, inoltre, una trattazione sui valori limite di esposizione professionalee i livelli corrispondenti alla soglia di azione di cui al D.Lgs. n. 81/2008per la valutazione del rischio chimico di esposizione; la trattazione sarà integratada un confronto critico tra i limiti di esposizione professionale e le CSR (aria indoor)calcolate a mezzo della analisi assoluta di rischio (AdR) e da una proposta mirata adeterminare quantitativamente i livelli corrispondenti alla soglia di azione.
In Italia, il problema della vaporintrusion ricade nell’abito dellaben più ampia problematica ri-guardante la gestione dei siti con-
taminati, normata a mezzo delD.Lgs. n. 152/2006 (cosiddetto Te-sto unico ambiente).Nel caso in cui la contaminazione di
un suolo insaturo e/o saturo com-porti un rischio potenziale per la sa-lute umana a seguito di intrusione divapori in ambienti confinati, in ot-
Osservatorioa cura dell’UfficioRelazioni con il Pubblico
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com 26 gennaio 2010 N. 2IL SOLE 24 ORE 72
temperanza a quanto previsto dalD.Lgs. n. 152/2006, è necessariocalcolare le Concentrazioni sogliadi rischio (CSR) per questi compartiambientali, attraverso l’applicazio-ne della procedura di analisi assolu-ta di rischio (AdR), e porre le CSRcalcolate a confronto con le con-centrazioni analiticamente deter-minate. Se queste ultime risultanoinferiori alle CSR allora il suolo e/ola falda non sono contaminati, quin-di, non è necessario attivare alcunintervento; in caso contrario, è ob-bligatorio procedere con la bonificao la messa in sicurezza del sito. Ildocumento di riferimento naziona-le per l’applicazione dell’AdR è ilmanuale «Criteri metodologici perl’applicazione dell’analisi assolutadi rischio ai siti contaminati», ela-borato dal gruppo di lavoro APAT-ARPA-ISS-ISPESL[1].Nel caso specifico di intrusione divapori in ambienti confinati, a valledellaesperienzamaturatanel setto-re, sia a livello nazionale che inter-nazionale, è emerso che la procedu-ra di AdR fornisce alcuni outputestremamente conservativi[2].Quanto detto è essenzialmente le-gato all’utilizzo del modello analiti-co[3] di “fate & transport” per la sti-ma della concentrazione di conta-minante nell’ambiente confinato(indoor), nota la concentrazione nelsuolo e/o nella falda. Infatti, questo
modello, rappresentativo della at-tuale capacità di descrizione mate-matica del fenomeno, risulta esserein molti casi estremamente conser-vativo. Per questa ragione, nel ma-nuale[4] è stato specificato che, nelcaso di non accettabilità del rischioper la salute umana derivante da va-por intrusion, è possibile prevederecampagne di indagini dirette (peresempio, misure di soil-gas, cam-pionamenti dell’aria indoor) alloscopo di verificare i risultati ottenu-ti mediante l’applicazione del mo-dello di AdR. Per verificare l’accet-tabilità dei valori di concentrazionemisurati è necessario porre gli stessia confronto con concentrazioni so-glia di riferimento per il compartoambientale “aria indoor”[5].
L’ANALISI DI RISCHIO IN CASODI INTRUSIONE DI VAPORIL’analisi di rischio (AdR) sanitario-ambientale è una procedura in uso,da alcune decine di anni a livelloeuropeo ed extraeuropeo, nell’am-bito della gestione dei siti contami-nati. Questa procedura permette dieffettuare una stima quantitativadel rischio per la salute umana e/ol’ambiente connesso al grado dicontaminazione e alle condizionispecifiche di un determinato sito.La Parte IV, Titolo V al D.Lgs. n. 152/2006, «Norme in materia ambienta-le», ha previsto la sua applicazione
per la definizione delle concentra-zioni soglia di rischio dei compartiambientali suolo saturo e insaturo,che costituiscono i limiti oltre i qualiè necessario attivare alcune azionidi intervento.Per l’applicazione della proceduradi AdR connessa alla contaminazio-ne di un sito, il primo fondamenta-le e indispensabile passo da com-piere è l’individuazione del Model-lo concettuale del sito (MCS). Lacui definizione comprende essen-zialmente la ricostruzione dei ca-ratteri delle tre componenti prin-cipali che costituiscono l’AdR[6]:l sorgente;l trasporto;l bersaglio.Devono essere definiti, quindi:l la geometria e le proprietà fisi-
che della sorgente di contami-nazione interessata, se suolo su-perficiale (0-1 m da p.c.), suoloprofondo (> 1 m da p.c.) e/ofalda. Nel caso specifico dellavapor intrusion, la contamina-zione è legata alla presenza dispecie chimiche volatili. Questepossono includere i composti or-ganici volatili (Volatile OrganicCompounds – VOC), alcuni com-posti organici semivolatili e al-cuni analiti inorganici come ilmercurio elementare e l’idroge-no solforato[7].
1) Si veda, Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi assoluta di rischio ai siti contaminati (revisione 2), APAT (2008).2) Guidance for the evaluation and mitigation of subsurface vapour intrusion to indoor air, Department of Toxic Substances Control,
California Environmental Protection Agency, USA. CalEPA (2005).3) Il modello proposto da Johnson & Ettinger; si veda, di Johnson, Ettinger, Heuristic model for predicting the intrusion rate of contaminant
vapors into building, Environmental Science & technology, 25 (8), 1991.4) Si veda la nota 1.5) Si veda, di S. Berardi, E. Bemporad, M. Gherardi, Analisi di rischio sanitarioambientale: l’intrusione di vapori in ambienti di vita e di
lavoro, Atti del Convegno ECOMONDO 2009, 2831 ottobre 2009, Rimini (Italia).6) Si veda la nota 1.7) L’art. 268, Titolo I, Parte V, D.Lgs. n. 152/2006, ha definito il «Composto organico volatile (COV): qualsiasi composto organico che
abbia a 293,15 K una pressione di vapore di 0,01 kPa (= 0,075 mm Hg) o superiore, oppure che abbia una volatilità corrispondente incondizioni particolari di uso». Il documento USEPA del 2002 ha identificato come sostanze volatili quelle alle quali corrisponde unaCostante di Henry ≥ 105 atm m3/mol. Il documento NJDEP del 2005 ha identificato come sostanze volatili quelle alle quali corrispondeuna Costante di Henry ≥ 105 atm m3/mol e una pressione di vapore ≥ 1 mm Hg. Si veda, Vapor intrusion pathway: a pratical guideline,Interstate Technology & Regulatory Council Vapor Intrusion Team, (ITRC, 2007).
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com26 gennaio 2010 N. 2 IL SOLE 24 ORE73
Il documento[8] riporta un elen-co di sostanze che, per le lorocaratteristiche di volatilità e ditossicità, possono comportarerischio per questa via di esposi-zione;
l le vie di migrazione, quali lavolatilizzazione dal suolo o dallafalda contaminati (esposizioneon-site), oppure la percolazioneda suolo in falda, la diluizione eil trasporto in falda e la volati-lizzazione da falda (esposizioneoff-site);
l i bersagli della contaminazio-ne; naturalmente il problemasi presenta nel caso in cui sianopresenti edifici utilizzati a sco-
po residenziale, commerciale oindustriale, oppure in cui siaprevista la loro realizzazione,in corrispondenza della sorgen-te di contaminazione oppure,nel caso di contaminazionedella falda idrica, a valle idro-geologica della sorgente stes-sa. Il documento[9] ha suggeritodi porre particolare attenzioneagli edifici situati, lateralmen-te e/o verticalmente, nel rag-gio di 30 m (100 piedi) dal suoloo dalla falda contaminati.
Lo schema 1 riporta il diagrammadi flusso del modello concettualedel sito, con le sorgenti di contami-nazione, le vie di migrazione e lemodalità di esposizione che devo-
no essere prese in considerazionenel caso di vapor intrusion.
CONCENTRAZIONI SOGLIADI RISCHIO IN AMBIENTICONFINATIÈ possibile calcolare le concentra-zioni soglia di rischio per il compar-to ambientale “aria indoor” [CSR(aria indoor) mg/m3], nel caso diuso residenziale e commerciale/industriale, applicando la proce-dura di analisi di rischio in modalitàinversa, ossia partendo da un livel-lo di rischio accettabile per la salu-te umana, e selezionando il valorepiù conservativo tra quelli indivi-duati per effetti cancerogeni e tos-sici[10] con le formule:
Schema 1
Diagramma di flusso del modello concettuale per l’intrusione di vapori
Sorgente
Suolosuperficiale
Suoloprofondo
Falda
Trasportoe dispersione
in falda
Inalazionein ambienti
confinati
Percolazionee diluizione
in falda
Volatilizzazione e accumuloin ambienti
confinati
Bersagli
Adulti/Bambini
residenziale
Lavoratori adulti
industriale/ commerciale
Modalitàdi esposizioneMeccanismi di trasporto
8) Si veda, OSWER Draft Guidance for Evaluating the Vapor Intrusion to Indoor Air Pathway from Groundwater and Soils (SubsurfaceVapor Intrusion Guidance), EPA530D02004, USEPA (2002).
9) Si veda la nota 8.10)Si veda la nota 5.
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com 26 gennaio 2010 N. 2IL SOLE 24 ORE 74
Accettabilità del rischio e dell’indice di pericolo (D.Lgs. n. 152/2008)
Contaminante Individuale Cumulativo*
Cancerogeno TR = 106 TRcum = 105
Tossico THQ = 1 THQcum = 1
* Rischio dovuto alla cumulazione degli effetti di più sostanze, tenendo conto degli effetti additivi e non sinergici.
LIMITIDIACCETTABILITÀDEL RISCHIOSANITARIO
Tabella 1
33c 10
SFEMTR
mg
) indoor_aria(CSR ×=µ (per effetti cancerogeni)
33n 10
EM RfDTHQ
mg
)indoor_aria(CSR ×
=µ (per effetti tossici)
11)Si veda la nota 1.12)Si veda la nota 1.
dove:l SF (slope factor [mg/kg d]-1) in-
dica la probabilità di casi incre-mentali di tumore nella vita perunità di dose ed è un parametrotossicologico caratteristico dellasingola specie chimica;
l RfD (referencedose [mg/kgd])è lastima dell’esposizione media gior-naliera che non produce effetti av-versi apprezzabili sull’organismoumano durante il corso della vita.Anche la RfD è un valore caratteri-sticodella singola speciechimica;
l TR (target risk [adimensionale])rappresenta il valore soglia di ri-schio al di sotto del quale si ritie-ne tollerabile la probabilità in-crementale di effetti canceroge-ni sull’uomo. In generale, porreil rischio per la salute umana paria 10-6 significa che il rischio in-crementale di contrarre il tumo-re è per 1 individuo su 1.000.000.Se il rischio per la salute umana èuguale o inferiore alla soglia di10-6 lo stesso è considerato “tol-lerabile”[11]. Nella tabella 1 si ri-
portano i valori di accettabilitàdel rischio per la salute umanastabiliti nel D.Lgs. n. 152/2006.Questo valore soglia di rischio èapplicabile al fine di proteggerela salute umana nel caso di desti-nazione d’uso sia residenziale siacommerciale/industriale;
l THQ (target hazard quotient[adimensionale]) è il valore so-glia di riferimento al disotto delquale si ritiene accettabile il ri-schio per la salute umana asso-ciato a effetti tossici, quindi,non cancerogeni. Poiché l’indicedi pericolo, o hazard quotient(HQ), è definito come rapportotra la quantità giornaliera di con-taminante effettivamente as-sunta dal recettore e la dosequotidiana tollerabile per la sa-lute umana (RfD), il valore sogliadel THQ deve essere pari all’uni-tà, come riportato nella tabella1. Anche in questo caso tale valo-re soglia è applicabile al fine diproteggere la salute umana siaper residenti sia per lavoratori;
l EM rappresenta la portata effet-tiva di esposizione, ossia la quan-tità giornaliera di matrice conta-minata alla quale il recettore ri-sulta esposto; nel caso diinalazione di vapori e di polveriin ambienti confinati, questaquantità può essere stimata permezzo di espressioni che tengo-no conto dell’esposizione dei re-cettori nel caso in cui essi sianolavoratori oppure residenti[12]:
Nella tabella 2 sono riportate le for-mule per il calcolo della effettivaesposizione, riportando anche il si-gnificato dei termini contenuti e ivalori utilizzati per il calcolo delleCSR (aria indoor) per gli ambienti divita (uso residenziale) e di lavoro(uso commerciale/industriale). Sisottolinea che, nell’ambito resi-denziale, per le sostanze cancero-gene, il calcolo di EM è stato con-dotto considerando la somma di 6anni di esposizione per il bambinoe di 24 anni di esposizione perl’adulto. Per le sostanze non can-cerogene è stato assunto il valore
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com26 gennaio 2010 N. 2 IL SOLE 24 ORE75
più conservativo tra l’esposizionedell’adulto e l’esposizione delbambino.Per i valori di slope factor e di refe-rence dose è stato fatto riferimen-to a quanto contenuto nella bancadati ISS-ISPESL aggiornata al mesedi maggio 2009[13].Nella tabella 3 sono riportate, per lespecie chimiche elencate nell’Alle-gato 1 alla Parte IV, Titolo V, D.Lgs.
n. 152/2006, leCSR (aria indoor) pergli ambienti sia di vita sia di lavoro,derivati applicando la proceduradescritta. Nei casi in cui il valore diCSR (aria indoor) risulta inferiore allimite di rilevabilità strumentale, èpossibile porre la CSR (aria indoor)pari a quest’ultimo[14].Si ritiene opportuno sottolineareche le CSR (aria indoor) rappresen-tano le soglie di accettabilità per
gli ambienti confinati in relazionealla inalazione sia di vapori che dipolveri. Quindi, per una determi-nata specie chimica, il valore limi-te di soglia non dovrebbe esseresuperato dalla somma delle con-centrazioni nei vapori e, ove appli-cabile, nella frazione inalabile delparticolato aerodisperso, misuratenelle campagne di indagine diretta.È evidente che nel calcolo delle
Fattore di esposizione per lavoratori
Fattore di esposizione per residenti
Fattore di esposizione (EF) SimboloUnità
di misura
Residenziale Industriale
Adulto Bambino Adulto
Peso corporeo BW kg 70 15 70
Tempo medio di esposizione allesostanze cancerogene
ATc anni 70 70 70
Tempo medio di sposizione allesostanze non cancerogene
ATn anni ED ED ED
Durata dell’esposizione ED anni 24 6 25
Frequenza dell’esposizione EF giorni/anno 350 350 250
Frequenza giornaliera dell’esposizione indoor
EFgi ore/giorno 24 24 8
Tasso di inalazione indoor* Bi m3/ora 0,9 0,7 0,9
* Come tasso di inalazione per i lavoratori è stato assunto il valore proposto per l’attività sedentaria, mentre nei casi di attività durao moderata si assumono rispettivamente i valori 2,5 e 1,5 m3/ora.
FATTORIDI ESPOSIZIONE UTILIZZATINEL CALCOLODEIVSA (ARIA INDOOR)
Tabella 2
3 Bi× EFg×EF×EDBW× AT×365 giorni
anno
mEM
Kg giorno=
×
3mEMKg giorno
= + ×
BiAd × EFg × EF × EDAd BiBam × EFg × EF × EDBam
giorniannoBWAd × AT × 365 BWBam × AT × 365 giorni
anno
13)Si veda Banca dati ISSISPESL: proprietà chemicofisiche e tossicologiche delle specie chimiche di cui al D.Lgs. 152/2008 e s.m.i.(revisione maggio 2009), ISSISPESL (2009).
14)Vapor Intrusion Guidance. Site Remediation and Waste Management Program, NJDEP (2005).
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com 26 gennaio 2010 N. 2IL SOLE 24 ORE 76
Tabella 3
SPECIE CHIMICA Numero CAS
Industriale/Commerciale Residenziale
CSR (aria indoor)[μg/m3]
CSR (aria indoor)[μg/m3]
Composti Inorganici
Alluminio 7429905 2,00E+01 1,30E+00
Antimonio 7440360 5,70E+00 3,70E01
Argento 7440224 7,10E+01 4,70E+00
Arsenico* 7440382 2,60E03 3,40E04
Berillio 7440417 4,70E03 6,20E04
Boro 7440428 8,10E+01 5,30E+00
Cadmio* 7440439 6,30E03 8,20E04
Cianuri (liberi) 57125 2,80E+02 1,90E+01
Cobalto 7440484 4,10E03 5,30E04
Cromo totale 024017008 2,10E+04 1,40E+03
Cromo VI* 18540299 9,50E04 1,20E04
Manganese* 7439965 2,00E01 1,30E02
Mercurio* 7439976 1,20E+00 8,00E02
Nichel* 7440020 4,70E02 6,20E03
Piombo* 7439921 5,00E+02 3,30E+01
Piombo Tetraetile 78002 3,00E01 2,00E02
Rame 7440508 5,70E+02 3,70E+01
Selenio 7782492 7,10E+01 4,70E+00
Stagno 7440315 8,50E+03 5,60E+02
Tallio 7440280 1,10E+00 7,40E02
Vanadio* 7440622 9,90E+01 6,50E+00
Zinco 7440666 4,30E+03 2,80E+02
Nitriti 14797650 1,40E+03 9,30E+01
Aromatici
Benzene* 71432 1,50E+00 1,90E01
Etilbenzene 100414 4,00E+03 2,70E+02
CSR (ARIA INDOOR) PER AMBIENTIDIVITAE DI LAVORO
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com26 gennaio 2010 N. 2 IL SOLE 24 ORE77
Stirene* 100425 4,00E+03 2,70E+02
Toluene* 108883 2,00E+04 1,30E+03
mXilene 108323 2,80E+03 1,90E+02
oXilene 95476 2,80E+03 1,90E+02
pXilene 106423 2,80E+03 1,90E+02
Xileni 1330207 2,80E+03 1,90E+02
Aromatici policiclici
Benzo(a)antracene 56553 6,60E02 8,60E03
Benzo(a)pirene* 50328 5,40E03 7,10E04
Benzo(b)fluorantene 205992 6,60E02 8,60E03
Benzo(g,h,i)perilene 191242 4,30E+02 2,80E+01
Benzo(k)fluorantene 207089 1,30E+00 1,70E01
Crisene 218019 6,50E+00 8,50E01
Dibenzo(a,h)antracene 53703 5,40E03 7,10E04
Indenopirene 193395 1,30E01 1,70E02
Pirene 129000 4,30E+02 2,80E+01
Alifatici clorurati cancerogeni
1,1,2,2Tetracloroetano 79345 2,00E01 2,60E02
1,1,2Tricloroetano 79005 7,10E01 9,20E02
1,1Dicloroetilene 75354 2,30E01 3,00E02
1,2,3Tricloropropano 96184 5,70E03 7,40E04
1,2Dicloroetano* 107062 4,40E01 5,70E02
1,2Dicloropropano 78875 5,80E01 7,60E02
Clorometano 74873 6,30E+00 8,20E01
Cloruro di vinile 75014 1,30E+00 1,70E01
Diclorometano* 75092 2,30E+01 3,00E+00
Tetracloroetilene (PCE)* 127184 2,00E+00 2,60E01
Tricloroetilene* 79016 6,60E+00 8,60E01
Triclorometano(Cloroformio)
67663 4,90E01 6,40E02
Esaclorobutadiene 87683 5,10E01 6,60E02
Alifatici clorurati non cancerogeni
1,1,1Tricloroetano 71556 4,00E+03 2,70E+02
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com 26 gennaio 2010 N. 2IL SOLE 24 ORE 78
1,1Dicloroetano 75343 2,00E+03 1,30E+02
cis1,2Dicloroetilene 156592 1,40E+02 9,30E+00
trans1,2Dicloroetilene 156605 2,80E+02 1,90E+01
1,2dicloroetilene 1,40E+02 9,30E+00
Alifatici alogenati cancerogeni
1,2Dibromoetano 106934 5,20E02 6,70E03
Bromodiclorometano 75274 6,40E01 8,30E02
Dibromoclorometano 124481 4,70E01 6,20E02
Tribromometano (Bromofo) 75252 1,00E+01 1,30E+00
Nitrobenzeni
1,2Dinitrobenzene 528290 5,70E+00 3,70E01
1,3Dinitrobenzene 99650 1,40E+01 9,30E01
Cloronitrobenzeni 100005 1,60E+00 2,10E01
Nitrobenzene 98953 8,10E+00 5,30E01
Clorobenzeni
1,2,4,5Tetraclorobenzene 95943 4,30E+00 2,80E01
1,2,4Triclorobenzene 120821 8,10E+02 5,30E+01
1,2Diclorobenzene 95501 8,10E+02 5,30E+01
1,4Diclorobenzene 106467 1,80E+00 2,30E01
Esaclorobenzene 118741 2,50E02 3,20E03
Monoclorobenzene 108907 8,50E+01 5,60E+00
Pentaclorobenzene 608935 1,10E+01 7,40E01
Fenoli non clorurati
Fenolo 108952 8,50E+03 5,60E+02
mMetilfenolo 108394 7,10E+02 4,70E+01
oMetilfenolo 95487 7,10E+02 4,70E+01
pMetilfenolo 106445 7,10E+01 4,70E+00
Metilfenoli 7,10E+01 4,70E+00
Fenoli clorurati
2,4,6Triclorofenolo 88062 4,00E+00 5,20E01
2,4Diclorofenolo 120832 4,30E+01 2,80E+00
2Clorofenolo 95578 7,10E+01 4,70E+00
Pentaclorofenolo 87865 3,30E01 4,30E02
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com26 gennaio 2010 N. 2 IL SOLE 24 ORE79
Ammine aromatiche
Anilina 62533 4,30E+00 2,80E01
Difenilamina 122394 3,50E+02 2,30E+01
m,pAnisidina 536903 9,90E+01 6,50E+00
oAnisidina 90040 2,80E01 3,70E02
pToluidina 106490 2,10E01 2,70E02
Fitofarmaci
Araclor 15972608 5,00E01 6,50E02
Aldrin 309002 2,30E03 3,00E04
Atrazina 1912249 1,80E01 2,30E02
Clordano 57749 1,10E01 1,50E02
DDD 72548 1,70E01 2,20E02
DDE 72559 1,20E01 1,50E02
DDT 50293 1,20E01 1,50E02
Dieldrin 60571 2,50E03 3,20E04
Endrin 72208 4,30E+00 2,80E01
α esacloroesano 319846 6,30E03 8,20E04
β esacloroesano 319857 2,10E02 2,80E03
γ esaclorocicloesano (Lind) 58899 3,10E02 4,00E03
Diossine e Furani
2,3,7,8TCDD* 1746016 3,40E07 4,50E08
PCBs
PCB* 1336363 2,00E02 2,60E03
Idrocarburi
Alifatici C5C8 8,10E+02 5,30E+01
Aromatici C9C10 2,00E+02 1,30E+01
Alifatici C9C18 8,10E+02 5,30E+01
Altre sostanze
Acrilammide 79061 8,80E03 1,10E03
Acido paraftalico 100210 1,40E+04 9,30E+02
MTBE 1634044 1,20E+04 8,00E+02
ETBE 637923 1,20E+04 8,00E+02
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com 26 gennaio 2010 N. 2IL SOLE 24 ORE 80
Tabella 4
Specie chimica Numero CAS
Valore obiettivo o limiteo guida di qualità dell’aria per la protezionedella salute umana(1)
[μg/m3]
Riferimento
Composti inorganici
Arsenico 7440382 6,00E03 D.Lgs. n. 152/2007 (direttiva 2004/107/CE) I valori sono riferiti al tenore totale dellafrazione PM10 calcolata in media su unanno
Cadmio 7440439 5,00E03
Mercurio 7439976 da monitorare
Nichel 7440020 2,00E03
Piombo 7439921 5,00E01 D.M. n. 69/2002 (direttiva 1999/30/CE)(2)
Cromo VI 18540299 2,50E05 WHO, 2000
Manganese 7439965 1,50E01
Vanadio(3) 7440622 1,00E+00
Aromatici
Benzene 71432 5,00E+00 D.M. n. 60/2002 (direttiva 1999/30/CE)
Stirene(4) 100425 7,00E+01 WHO, 2000
Toluene(5) 108883 2,60E+02
Aromatici policiclici
Benzo(a)antracene 56553 da monitorare(6) D.Lgs. n. 152/2007 (direttiva 2004/107/CE) Ivalori sono riferiti al tenore totale dellafrazione PM10 calcolata in media su un annoBenzo(a)pirene 50328 1,00E03
Benzo(b)fluorantene 205992 da monitorare(6)
Benzo(k)fluorantene 207089
Dibenzo(a,h)antracene 53703
Indenopirene 193395
Alifatici clorurati cancerogeni
1,2Dicloroetano(7,8) 107062 7,00E+02 WHO, 2000
Diclorometano(8,9) 75092 4,50E+02
Tetracloroetilene(8) 127184 2,50E+02
Tricoloetilene 79016 2,30E+00
Diossine e furani
PCDD TEQ 1746016* 3,00E06 WHO, 2000(10)
VALORILIMITE OD OBIETTIVODIQUALITÀDELL’ARIAPER LAPROTEZIONE DELLASALUTE UMANA
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com26 gennaio 2010 N. 2 IL SOLE 24 ORE81
CSR (aria indoor) non si è tenutoconto dell’effetto cumulativo con-seguente all’inalazione di più so-stanze contaminanti eventualmen-te presenti nell’ambiente confina-to, approccio analogo a quellostatunitense. Nel caso di compre-senza di più inquinanti, è comun-que possibile rimodulare le CSR(aria indoor) in modo che siano ri-spettati i limiti di accettabilità delrischio e dell’indice di pericolo cu-mulativi (si veda la tabella 1).Infine, i valori delle CSR (aria indo-or) possono subire modifiche, ri-spetto a quelli riportati nella ta-bella 3, conseguentemente all’esi-genza di apportare variazioni,legate alla specificità del caso, re-lativamente ai fattori di esposizio-ne della tabella 2. Per esempio, nelcaso di un ambiente industriale nelquale, quindi, l’attività fisica risul-ti dura o moderata, potrebbe esse-
re opportuno aumentare il tasso diinalazione indoor.Per effettuare il confronto tra laCSR (aria indoor) e i valori misuratinella campagna di indagine direttaè necessario individuare un valoredi concentrazione rappresentati-vo, sia nel caso di aria indoor che disoil gas. A tal proposito, è possibilefare riferimento alla proceduraproposta nel documento[15], la qua-le consiste nel considerare comerappresentativo il valore massimonel caso in cui il numero di misure adisposizione sia inferiore a 10 e diconsiderare, invece, l’upper confi-dential limit al 95% (UCL 95%) se ilnumero di misure è superiore a 10.Risulta opportuno segnalare che, peralcune delle specie chimiche consi-derate, vigono valori limite od obiet-tivo di qualità dell’aria stabiliti danormative specifiche ai fini della tu-tela della salute umana (D.M. n. 60/
2002 e D.Lgs. n. 152/2007) con cui leCSR (aria indoor) dovrebbero essereconfrontate. Questi valori sono basa-ti sulle lineeguidadell’Organizzazio-ne Mondiale della Sanità (OMS oWHO). In particolare, nella secondaedizionedelle lineeguida sulla quali-tà dell’aria per l’Europa[16] sono for-niti alcuni valori guida relativi a unnumero di sostanze decisamente su-periore rispetto a quelle effettiva-mente normate dalla CE. Le speciechimiche per cui sono stabiliti questivalori obiettivo o guida, sono eviden-ziate in corsivo nella tabella 3 e se-gnalateconunasteriscoche rimandaalla tabella 4, nella quale sono se-gnalati questi valori.Le CSR (aria indoor) sono state valu-tate con riferimento alla problemati-ca della vapor intrusion, ma si trattadi valori soglia di rischio che prescin-dono dalla tipologia di sorgente dicontaminazione e stimati sulla base
PCBs
PCB 1336363 3,00E03 WHO, 2000(11)
1) Dove il riferimento è normativo il valore è riferito alla media annuale.
2) La direttiva 2008/50/CE, che abrogherà la 1999/30/CE dall’11 giugno 2010 (termine di recepimento), prevede che questo valore limite per
il piombo, nelle immediate vicinanze delle fonti industriali localizzate in siti contaminati da decenni di attività industriali, sia da soddisfare
soltanto entro il 1° gennaio 2010 e, fino ad allora, il limite sia pari a 1,0 µg/m3 in un’area che si estenda non più di 1.000 m da tali fonti
specifiche.
3) Il valore guida per il vanadio è riferito alla media giornaliera.
4) È stato selezionato il valore guida dello stirene basato sulla soglia odorigena (media semioraria).
5) Il valore guida per il toluene è riferito alla media settimanale.
6) Il D.Lgs. n. 257/2007, ha previsto che sia verificata la costanza, nel tempo e nello spazio, dei rapporti quantitativi tra il benzo(a)pirene e gli
altri IPA di rilevanza cancerogena.
7) Il valore guida per l’1,2Dicloroetano è riferito alla media giornaliera.
8) Si tratta di un valore basato sugli effetti non cancerogeni.
9) È stato scelto il valore guida del diclorometano riferito alla media settimanale.
10) La WHO non propone un valore guida in quanto l’esposizione per inalazione diretta costituisce soltanto una piccola frazione
dell’esposizione totale, generalmente meno del 5% dell’assunzione giornaliera con il cibo, il valore riportato è indicato come soglia indice di
fonti locali da identificare e controllare.
11) La WHO non propone un valore guida in quanto l’esposizione per inalazione diretta costituisce soltanto una piccola frazione
dell’esposizione totale, dell’ordine dell’12% dell’assunzione giornaliera con il cibo, il valore riportato è indicato come concentrazione media in
ambiente urbano.
* CAS della 2,3,7,8TCDD (TEF = 1).
15)Si veda la nota 1.16)Regional Office for Europe Air Quality Guidelines for Europe, 2nd Edition, WHO Regional Pubblications, European series n. 91, 2000.
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com 26 gennaio 2010 N. 2IL SOLE 24 ORE 82
Tabella 5
Fattoridi attenuazione (AF)
[USEPA, 2002] 0,1 0,01
[USEPA, 2004] * 0,050,01 0,01
[USEPA, 2007] (3) 0,02 0,01
[Atlantic Canada RBCA, 2006] 0,02 0,01
[NJDEP, 2005] 0,02 0,02
[ITRC, 2007] 0,010,01 0,010,001
Valori proposti 0,02 0,01
1) Campioni raccolti a profondità < 1 m al di sotto delle fondazioni.2) Campioni raccolti a profondità > 1 m al di sotto delle fondazioni.3) Proposta di revisione del documento [USEPA, 2004].* User’s Guide for Evaluating Subsurface Vapor Intrusion into Buildings, Office of Emergency and Remedial Response, Washington, DC.
FATTORIDIATTENUAZIONE PER STIMADELLACSR (SOIL-GAS)
supAF =sup)__(
)_(gassoilCSRindoorariaCSR (1)
profAF =)__(
)_(profgassoilCSR
indoorariaCSR (2)
FTindoorariaCSR
EMFTSFTR
faldasuoloCSR cc
)_(/( (per effetti cancerogeni)
FT)indoor_aria(CSR
EMFTRfDTHQ
kgmg
)falda/suolo(CSR nn =
⋅⋅=
(per effetti tossici)
==kgmg
)
⋅⋅
di ipotesi estremamente conservati-ve. Quindi è opportuno che, qualorarisultassero inferiori ai valori limiteod obiettivo o guida di qualità del-l’aria stabiliti dalle specifiche normedi settore o dall’OMS, sarebbe razio-nale considerare questi ultimi comesoglie di accettabilità (ad eccezionedei 3 idrocarburi alifatici cloruraticancerogeni 1,2-dicloroetano, diclo-rometano e tetracloroetilene per cui
il valoreguidapropostodall’OMS, co-me riportato nella nota 8 della tabel-la 4, è basato sugli effetti non cance-rogeni, mentre a oggi questi compo-sti risultanoclassificati cometali).
PROCEDURA PER LAVALUTAZIONE DEL RISCHIODA INTRUSIONE DI VAPORIIn un sito contaminato, nel caso in cuiesista un rischio potenziale per la sa-
luteumanaderivanteda inalazionedivaporiall’internodiunambientecon-finato, una volta costruito il modelloconcettuale del sito, è necessario sti-mare per i comparti ambientali suoloinsaturo e/o saturo (falda) i valori diconcentrazione soglia di rischio CSR(suolo/falda) di cui al D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., selezionando il valorepiù conservativo tra quelli forniti dal-le formule:
17)Si veda la nota 1, con riferimento al modello proposto da Johnson&Ettinger (1991).
dove:FT = VFsesp [kg/m3], fattore di tra-sporto nel caso in cui la sorgente dicontaminazione è nella falda;
FT = VFwesp [L/m3], fattore di tra-sporto nel caso in cui la sorgente dicontaminazioneènel suolo insaturo.I fattori di trasporto, VFsesp e VFwesp,
possono essere calcolati utilizzan-do le equazioni analitiche riporta-te nel documento[17]. Queste equa-zioni analitiche rappresentano la
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com26 gennaio 2010 N. 2 IL SOLE 24 ORE83
capacità attuale di descrizionematematica del fenomeno dellavapor intrusion e spesso fornisconodei risultati estremamente conser-vativi.Quindi, nei casi in cui l’applicazio-ne di queste equazioni individuialcune CSR (suolo/falda) inferiorialle concentrazioni analiticamen-
te determinate in fase di caratte-rizzazione, è possibile, in alterna-tiva all’attivazione di interventi dibonifica o di messa in sicurezza,effettuare campagne di indaginediretta a ottenere:l misure di concentrazione su
campioni ambientali di aria in-door, che devono essere con-
frontate con le CSR (aria indo-or), di cui alla tabella 3 (edeventualmente tabella 4); op-pure,
l misure di concentrazione sucampioni di soil-gas. In tal caso,porre queste a confronto con leCSR (aria indoor) potrebbe rap-presentare un approccio eccessi-vamente cautelativo. Infatti, inquesto modo sarebbe trascuratala riduzione di concentrazioneche il contaminate subisce mi-grando dal suolo all’interno del-l’ambiente confinato. Quindi, inaccordo con quanto proposto dagran parte delle agenzie regiona-li statunitensi e anche dall’USE-PA, è possibile calcolare una con-centrazione soglia di rischio nelsoil-gas CSR (soil-gas) a partiredalla CSR (aria indoor) attraver-so un fattore di attenuazione AF.Questo fattore di attenuazionepuò essere stimato, in modo piùo meno cautelativo, sulla base didue criteri:
– criterio 1 (speditivo e cautelati-vo) - il fattore di attenuazione èstimato utilizzando alcuni valoridi riferimento validi per qualsiasiforma di contaminazione e cal-colati sulla base di ipotesi estre-mamente cautelative. Nella ta-bella 5 sono riportati i fattori diattenuazione proposti in docu-menti statunitensi e i valori che,sulla base dei precedenti, sonoproposti per l’utilizzo a livellonazionale;
– criterio 2 - il fattore di attenua-zione è stimato attraverso ilmodello di Johnson & Ettingerutilizzando parametri sito-spe-cifici. Il vantaggio di questo ap-proccio, rispetto al confrontotra le concentrazioni analitica-mente determinate nel suoloinsaturo o nella falda con le cor-rispondenti CSR (suolo/falda), è
Schema 2
Esiste un rischio potenziale per la salute umana da intrusione di vapori?
SI
SI
SI NO SI
NO
NO
NO
Intervento di risanamento ambientale
Stima della CSR (suolo insaturo e/o falda)a mezzo della procedura di analisi assoluta di rischio
(D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.)
CSR < Concentrazione analiticamente determinatanel suolo insaturo e/o nella falda?
Misure su campioni di “soil gas” e confronto
con le CSR (soil gas)
Misure su campioni di aria indoor e confronto con le CSR (aria indoor)
Non è necessarionessun intervento di risanamento
CSR (soil gas) <Concentrazioneanaliticamente
determinatanel “soil gas”?
CSR (aria indoor) <Concentrazioneanaliticamente
determinatanell’aria indoor?
Procedura per la valutazionedel rischio da intrusione di vapori
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com 26 gennaio 2010 N. 2IL SOLE 24 ORE 84
dato dal fatto che in questo mo-do è possibile tenere conto del-la effettiva partizione del con-taminante nel terreno tra fasesolida e fase vapore.
Entrambi i criteri sono applicabilinel caso in cui la sorgente di conta-minazione, nel suolo insaturo onella falda, è posta a una profondi-tà maggiore di 1 m rispetto allabase delle fondazioni.Infatti, nel caso di contaminazionemolto superficiale, l’applicazionedel modello di Johnson&Ettingerrisulta essere poco affidabile[18].In tal caso, quindi, è opportuno ef-fettuare campionamenti e analisidi aria indoor nell’ambiente confi-nato.Nello schema 2 è riportato il dia-gramma di flusso della proceduraesposta.Nel caso in cui siano disponibili mi-sure di concentrazione su campionisia di aria indoor che di soil-gas,allora può essere applicato un ap-proccio meno cautelativo, rispettoa quello dello schema 2, sulla basedella matrice di intervento propo-
sta nel documento[19] e riportatanella tabella 6.Nell’applicazionedellaprocedurade-scrittanello schema2ènecessariote-ner conto della possibile presenzanell’ambienteconfinatodispeciechi-miche, ricercate nel caso specifico enon, provenienti da sorgenti diversedal suolo insaturoe/odalla falda.Queste possono essere rappresenta-te, per esempio, dai materiali da co-struzione, dalle fonti energeticheper il riscaldamento/raffreddamen-to, dalla qualità dell’aria esterna e,nel caso di impianti industriali, dallematerieprimeedaiprodottiutilizza-ti nelle lavorazioni. I livelli di conta-minazione dovuti a queste sorgentisono generalmente rilevabili e po-trebberopersino superare leconcen-trazioni soglia di rischio. Risulta op-portuno distinguere, quindi, i contri-buti relativi al fondo rispetto a quelliprovenienti dal suolo, saturo o insa-turo, contaminato.
RISCHIO CHIMICO E LIMITE DIESPOSIZIONE PROFESSIONALEIl rischio per la salute e la sicurezza
dell’uomo all’interno di un ambien-te confinato, che sia di tipo residen-ziale o industriale/commerciale,può derivare dagli effetti di una spe-cie chimica presente a qualsiasi ti-tolo e per qualsiasi ragione all’inter-no dell’edificio stesso. Questa tipo-logia di rischio è comunementedenominata “rischio chimico”.La prevenzione del rischio chimico diesposizione all’interno degli am-bienti di lavoro attualmente è nor-mata dal recente D.Lgs. n. 81/2008,come modificato dal D.Lgs. n. 106/2009, la cui attuazione, peraltro ob-bligatoria, può essere condotta se-guendo criteri diversificati in funzio-ne della complessità del rischio stes-so. In particolare, il Titolo IX,«Sostanze pericolose», D.Lgs. n. 81/2008, ha dettato i requisiti minimiper la protezione dei lavoratori con-tro i rischi per la salute e la sicurezzache possono derivare dagli effettidegli agenti chimici pericolosi (CapoI) e cancerogeni e mutageni (CapoII), presenti sul luogo di lavoro o chesiano il risultato di ogni attività lavo-rativa che comporti la loro presenza.
Tabella 6
Concentrazione misurata nell’aria indoor
< CSR (aria indoor) > CSR (aria indoor)
Concentrazionemisurata nel soilgas
< CSR (soilgas) Nessun intervento Nessun intervento *
> da CSR (soilgas)a 10 x CSR (soilgas)
Monitoraggio Monitoraggio o intervento
> 10 x CSR (soilgas) Monitoraggio o intervento Intervento
* In tal caso è necessario appurare che non ci siano altre sorgenti di contaminazione nel suolo saturo e/o insaturo o che non sianocreati dei percorsi di migrazione preferenziali.
MATRICE DI INTERVENTO(applicabile nel caso in cui siano stateeffettuatemisure siadi soil-gas sia di aria indoor)
18)Si veda Guidance for soil vapour and indoor air monitoring assessment for petroleum imparte sites in Atlantic Canada. Appendice 9,Atlantic Canada RBCA (2006).
19)Si veda la nota 14.
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com26 gennaio 2010 N. 2 IL SOLE 24 ORE85
La valutazione del rischio di esposi-zione ad agenti chimici pericolosi èarticolata in diverse fasi, prope-deutiche e sequenziali; di questefasi, risulta rilevante la fase dellavalutazione dose-risposta secondoil modello universale della curvadose-risposta, riportata nel grafico1. Su questa curva possono esserestabiliti due diversi livelli di so-glia[20]:l il valore limite di esposizione
professionale - nella procedu-ra di valutazione approfonditadel rischio chimico i limiti diesposizione professionale rap-presentano il livello di esposi-zione di riferimento con il qua-le confrontare i valori di con-centrazione di esposizionepersonale misurati all’internodegli ambienti di lavoro. Que-sti valori limite indicano i livel-li di esposizione superati i qualioccorre adottare alcune misu-re correttive, ai fini della sal-vaguardia della salute e dellasicurezza dei lavoratori. Il va-lore limite di esposizione èquantitativamente determi-nato;
l il livello di azione - nella proce-dura di valutazione preliminaredel rischio rappresenta il livelloin corrispondenza del qualescatta l’obbligo di adottare mi-sure specifiche di prevenzione(sorveglianza sanitaria, forma-zione, DPI, sistemi di prevenzio-ne collettiva ecc.). Il lavoratorepuò essere esposto a concentra-zioni superiori al livello di azio-ne a condizione che siano adot-tate alcune misure preventivespecifiche. Ai fini della gestionedel rischio chimico di esposizio-ne, il livello di azione rappre-
senta un riferimento fondamen-tale per la decisione sul giudiziodi rischio, ai sensi del D.Lgs. n.81/2008. L’art. 224, comma 2,infatti, ha definito un livello«basso per la sicurezza ed irrile-vante per la salute dei lavorato-ri» allorché non sia superata lasoglia del livello di azione. Il li-vello di azione non è quantita-tivamente determinato.
Generalmente, al di sopra del valo-re limite, la maggior parte dei la-voratori corre il rischio di amma-larsi, mentre tra il livello di azionee il valore limite verosimilmente sipossono ammalare solo i soggettiipersuscettibili. Al di sotto del li-vello di azione, infine, l’esposizio-ne è talmente bassa che nessun la-voratore (nemmeno un ipersuscet-
tibile) può ragionevolmenteammalarsi. È importante sottoli-neare che il livello di azione, supe-rato il quale scatta l’obbligo del-l’applicazione delle misure speci-fiche di tutela, può essereconsiderato soltanto nel caso diesposizione ad agenti chimici peri-colosi non cancerogeni né mutage-ni, di categorie 1 o 2 secondo ledefinizioni dello stesso D.Lgs. n.81/2008 (art. 234). Vige il criterio,infatti, che per gli agenti cancero-geni o mutageni le misure specifi-che di tutela debbano obbligato-riamente essere applicate a pre-scindere dalla concentrazione diesposizione, ovvero l’obbligo dellemisure specifiche, compresa lasorveglianza sanitaria, scatta perla sola presenza di agenti cancero-geni e mutageni (le sostanze muta-
Curva dose-risposta nella valutazione del rischio chimico [INFN, 2008]
dose
ValoreLimite
Livellod’Azione
MISURE GENERALIDI PREVENZIONE
MISURE SPECIFICHEDI PREVENZIONE
MISURE CORRETTIVE
risposta
Grafico 1
20)Si veda Documento di valutazione del rischio chimico, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Sezione di Genova, Servizio Prevenzione eProtezione, nota del 4 dicembre 2008 (2008).
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com 26 gennaio 2010 N. 2IL SOLE 24 ORE 86
gene di categoria 2 sono quasi tut-te anche cancerogene di categoria1 o 2) negli ambienti di lavoro.Nel caso del rischio chimico, nel-l’Allegato XXXVIII (riferito generi-camente agli agenti chimici) enell’Allegato XLIII (riferito speci-ficatamente agli agenti cancero-geni e mutageni) al D.Lgs. n. 81/2008 sono riportati i valori limitedi esposizione professionale ri-spettivamente per 97 e 3 agentichimici. È possibile osservareche, delle 97 sostanze elencatenel D.Lgs. n. 152/2006, solo 22sono normate dal D.Lgs. n. 81/2008. A livello europeo esistononumerose liste di valori limite,predisposte dai diversi Stati mem-bri (Francia, Germania, Gran Bre-tagna, Olanda, Danimarca e Sve-zia), comunque, generalmente,in Italia per gli agenti non com-presi negli Allegati al D.Lgs. n.81/2008 è possibile fare riferi-mento ai TLVs dell’ACGIH (Ameri-can Conference of Governamen-tal Industrial Hygienists). Sonopreviste tre categorie di TLVs:l TLV-TWA (Time-Weighted Ave-
rage) - concentrazione mediaponderata nel tempo su unagiornata lavorativa convenzio-nale di otto ore e su 40 ore lavo-rative settimanali, alla quale siritiene che quasi tutti i lavorato-ri possono essere ripetutamenteesposti, giorno dopo giorno, peruna vita lavorativa, senza effet-ti negativi;
l TLV-STEL (Short Term Exposu-re Limit) - concentrazione TWAdi 15 minuti che non deve esse-re superata in qualsiasi mo-mento durante la giornata la-vorativa, anche se il TWA sulleotto ore non supera il valoreTVL-TWA;
l TLV-C (Ceiling) - concentrazio-
ne che non deve essere superatadurante qualsiasi momento del-l’esposizione lavorativa.
Per la maggior parte delle sostanzeassume rilevanza solo il TWA, con ilrelativo STEL (se esistente). Per al-cune sostanze (per esempio, i gasirritanti) è applicabile soltanto ilTLV-Ceiling. Se uno qualsiasi diquesti TLV è superato, è possibilepresumere che esista un rischio po-tenziale.Per tener conto della contempo-ranea presenza di più inquinanti,l’ACGIH ha proposto che, in as-senza di una dimostrazione con-traria, gli effetti dei singoli inqui-nanti devono essere consideratiadditivi. In particolare, nel casoin cui due o più sostanze nocive,presenti contemporaneamente,provocano gli stessi effetti sullasalute o agiscono sullo stesso or-gano o sistema dell’organismo,allora bisogna prendere in consi-derazione gli effetti combinati,piuttosto che quelli dei singolicomponenti. A seguito di tali con-siderazioni, l’ACGIH ha propostol’applicazione della formula perle miscele:
dove:Cn rappresenta la concentrazionedell’n-esima sostanza rilevata nel-l’aria;Tn rappresenta il valore limite cor-rispondente al Cn.Se la somma delle frazioni superal’unità, allora il limite per la mi-scela deve essere considerato su-perato.Nel caso di rischio da agenti chimi-ci pericolosi e non cancerogeni némutageni ai sensi del D.Lgs. n. 81/2008, il livello di azione corrispon-de per definizione alla soglia al di
sotto della quale non sono necessa-rie le misure di prevenzione speci-fiche. Naturalmente, non è ammis-sibile classificare una lavorazioneal di sotto del livello di azione pereffetto dell’abbattimento del-l’esposizione ottenuto adottandole misure specifiche. Secondoquanto contenuto nell’art. 224,comma 2, D.Lgs. n. 81/2008, il li-vello di azione corrisponde a un li-vello genericamente definito «bas-so per la sicurezza ed irrilevanteper la salute dei lavoratori».Tra le misure specifiche di preven-zione e di protezione che devonoessere adottate al di sopra del li-vello di azione (art. 225, D.Lgs. n.81/2008) è possibile riscontrare lamisurazione degli agenti che pos-sono presentare un rischio per lasalute, con metodiche standardiz-zate di cui è riportato un elencomeramente indicativo nell’Allega-to XLI o, in loro assenza, con meto-diche appropriate.L’Allegato XLI ha riportato, tra lealtre, la norma UNI EN 689: 1997,«Atmosfera nell’ambiente di lavo-ro. Guida alla valutazione del-l’esposizione per inalazione acomposti chimici ai fini del con-fronto con i valori limite e strate-gia di misurazione», in cui, alle Ap-pendici C e D, sono forniti alcunicriteri di “irrilevanza per la salute”applicabili, però, soltanto nei casinei quali risultino rispettate diver-se condizioni specifiche.Per quanto riguarda il criterio dicui all’Appendice C, le condizionidi applicabilità sono:l la concentrazione media del
turno fornisce una descrizionerappresentativa della situazio-ne di esposizione professionale,definita come concentrazionedi esposizione professionaleponderata nelle otto ore (OEC).I picchi di esposizione che pos-
1+ ... ++22
11 ≤
nn
TC
TC
TC
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com26 gennaio 2010 N. 2 IL SOLE 24 ORE87
Tabella 7
Specie chimica Numero CAS Valori limite di esposizione professionale[μg/m3][1]
Composti inorganici
Mercurio (come Hg) 7439976 0,025 TLVTWA
Aromatici
Benzene (Benzolo) 71432 3,25 D.Lgs. n. 81/2008
Etilbenzene 100414 442 D.Lgs. n. 81/2008
Toluene (Toluolo) 108883 192 D.Lgs. n. 81/2008
Xileni 1330207 221 D.Lgs. n. 81/2008
Aromatici policiclici
Benzo(b)fluorantene 205992 0,2 TLVTWA (2)
Crisene 218019 0,2 TLVTWA (2)
Alifatici clorurati
Cloruro di vinile(Cloroetilene)
75014 7,77 D.Lgs. n. 81/2008
1,1Dicloroetano(Cloruro di etilidene)
75343 412 D.Lgs. n. 81/2008
Alifatici alogenati cancerogeni
Tribromometano(bromoformio)
75252 5,2 TLVTWA
Nitrobenzeni
Nitrobenzene 98953 1 D.Lgs. n. 81/2008
Clorobenzeni
1,4Diclorobenzene(pDiclorobenzene)
106467 122 D.Lgs. n. 81/2008
Monoclorobenzene 108907 23 D.Lgs. n. 81/2008
Fitofarmaci
Dieldrin 60571 0,25 TLVTWA
Idrocarburi
nesano 110543 72 D.Lgs. n. 81/2008
1) Misurato e calcolato rispetto a un periodo di riferimento di 8 ore, come media ponderata.2) Idrocarburi policiclici aromatici adsorbiti su particellato (PPAH) Catrame e pece di carbone prodotti volatili (aerosol solubile inbenzene).
SPECIE CHIMICHE SELEZIONATE PER IL CONFRONTO
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com 26 gennaio 2010 N. 2IL SOLE 24 ORE 88
sono verificarsi sistematica-mente nel corso del turno ri-spondono alle eventuali condi-zioni di esposizione limite abreve termine (STEL). Ogni sin-gola OEC deve essere minore delvalore limite;
l le condizioni operative nel po-sto di lavoro si ripetono regolar-mente;
l nel lungo periodo le condizionidi esposizione non cambianosensibilmente;
l condizioni di esercizio chiara-mente differenti sono valutateseparatamente.
Se queste condizioni risultano tutterispettate, il criterio, basato sul rap-porto (I) tra l’OEC e il valore limite(in genere TLV-TWA), è il seguente:l se per il primo turno è I ≤ 0,1,
l'esposizione è minore del valo-re limite;
l se risulta I ≤ 0,25 per almeno trediversi turni, l'esposizione è mi-nore del valore limite;
l se per almeno tre turni differen-ti sono tutti I ≤ 1, e la mediageometrica di tutte le misura-zioni è ≤ 0,5, l'esposizione è mi-nore del valore limite;
l se risulta per almeno un OEC, I >1, l'esposizione è maggiore delvalore limite;
l in tutti i casi che non rientranonelle possibilità di cui ai puntiprecedenti la procedura nonporta ad alcuna decisione;
l se valgono le condizioni di cui aiprimi tre punti, si può conclude-re la valutazione dell'esposizio-ne professionale.
Nella pratica, questa norma nonrisulta frequentemente applica-ta, a causa dell’onerosità deri-vante dal numero di misurazioni
richieste e del non rispetto dellecondizioni specifiche, soprattut-to nel caso di piccole e di medieimprese.In conseguenza a quanto detto,esaminando i criteri utilizzati peril calcolo delle CSR (aria indoor)descritti, si può con ragionevolez-za assumere che i valori delle CSR(aria indoor) stesse possono esse-re assunti quale riferimento perquantificare la soglia relativa allivello di azione che devono esse-re applicati all’interno degli am-bienti di lavoro.
CONFRONTO TRA CSR(ARIA INDOOR) E TLV-TWASebbene i valori TLV dell’ACGIHnon derivino da stime quantitati-ve del rischio a differenti livelli diesposizione, è opportuno porre a
Diagramma 1
Confronto tra valori limite di esposizione professionale e CSR (aria indoor)
1,E-06
1,E-05
1,E-04
1,E-03
1,E-02
1,E-01
1,E+00
1,E+01
1,E+02
1,E+03
Mer
curio
Benze
ne
Etilb
enze
ne
Tolu
ene
Xileni
Benzo
(b)fl
uora
ntene
Crisen
e
Cloru
ro d
i vin
ile
1,1-D
iclor
oetan
o
Brom
ofor
mio
Nitrob
enze
ne
1,4-D
iclor
obenze
ne
Mono
cloro
benze
ne
Dieldr
in
n-esan
o
VL per esposizione professionale [mg/m3]
CSR (indoor air) [mg/m3]
Confronto tra VL per esposizione professionale e CSR (aria indoor) (Uso Ind./Com.)
AMBIENTE E RISORSEArticolo
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com26 gennaio 2010 N. 2 IL SOLE 24 ORE89
confronto gli stessi con i valoridelle CSR (aria indoor), ricavatidalla applicazione della procedu-ra di analisi assoluta di rischio.A tal fine sono state prese in con-siderazione le sostanze elencatenell’Allegato 5 alla Parte IV, TitoloV, D.Lgs. n. 152/2006, per le qualisono risultati disponibili i valorilimite di esposizione professiona-le tabellati nel D.Lgs. n. 81/2008,oppure i TLV-TWA[21], e compresenell’elenco dei contaminati consufficiente tossicità e volatilitàdella tabella 1 del documento[22].Tra queste, per ogni classe di con-taminanti, dove possibile, è stataselezionata una sostanza cance-rogena e una non cancerogena.Nella tabella 7 sono riportate lespecie chimiche selezionate per ilconfronto.Nel diagramma 1 si riporta l’isto-gramma di confronto tra i valorilimite di esposizione professionalee le concentrazioni soglia di rischioper l’aria indoor per le sostanzeselezionate. I TLV risultano mag-giormente conservativi rispetto al-le CSR (aria indoor), le quali risul-tano inferiori ai limiti di esposizio-ne professionale (differenzacompresa tra un minimo di un ordi-ne di grandezza e un massimo dicinque ordini di grandezza).Le differenze maggiori sono rife-ribili alle sostanze cancerogene(per esempio, benzene, ben-zo(b)fluorantene, cloruro di vini-le), anche di categoria 3 (1,4-di-clorobenzene, diedrin), non con-siderate nel Capo II, Titolo IX,D.Lgs. n. 81/2008. Allo stato at-tuale non appare emergere co-munque alcuna proporzionalità
tra le due tipologie di valori sotto-posti a confronto.
CONCLUSIONINell’ambito della gestione dei siticontaminati e, in particolare, dellaapplicazione della procedura dianalisi assoluta di rischio per la sa-lute umana (D.Lgs. n. 152/2006), èemersa una criticità riguardo lamodalità di esposizione inalatoriadi vapori, in ambienti confinati,provenienti da suolo saturo (falda)o insaturo contaminato. Questacriticità riguarda essenzialmenteun’estrema conservatività deglioutput della procedura in corri-spondenza a tale modalità di espo-sizione.Questa sintesi deriva direttamen-te dal calcolo dei valori di CSR(aria indoor) per specie chimichecontaminanti presenti nei vaporie/o nelle polveri degli ambienticonfinati di vita (uso residenzia-le) e di lavoro (uso commerciale/industriale), ai fini di un loro uti-lizzo quale riferimento per il con-fronto con le misure di aria indo-or effettuate nell’ambito di cam-pagne di indagine diretta. È statafornita, inoltre, una procedurautile per la valutazione del ri-schio associato all’intrusione divapori.È stata effettuata anche una trat-tazione sui valori limite di esposi-zione professionale dalla quale de-riva, a sua volta, una considerazio-ne circa l’inadeguatezza diutilizzare gli stessi negli ambienticonfinati di lavoro come valori so-glia di accettabilità delle concen-trazioni di inquinanti provenientida suolo contaminato.La conferma a quanto trattato sca-
turisce dal confronto tra i valorilimite di esposizione e le corri-spondenti CSR (aria indoor).La conservatività degli outputdella procedura di analisi di ri-schio alla quale si fa riferimento,tuttavia, appare coerente con icriteri di prevenzione e di prote-zione dei lavoratori che sono allabase della procedura di valutazio-ne del rischio chimico di esposi-zione ai sensi del D.Lgs. n. 81/2008, rimandando per questo alconcetto di rischio «irrilevanteper la salute».Per questa ragione, analizzandola procedura di analisi di rischio ei criteri di valutazione del rischiochimico di esposizione professio-nale attualmente in uso, è statoproposto un approccio alternativooffrendo un criterio quantitativodi definizione della soglia di inter-vento che accorda le due proce-dure esaminate.Questo approccio, che fa coinci-dere le CSR (aria indoor), ricavatedalla procedura di analisi assolutadi rischio, con i livelli d’azioneche entrano in gioco nella la valu-tazione del rischio chimico diesposizione ad agenti chimici pe-ricolosi non cancerogeni né muta-geni ai sensi del D.Lgs. n. 81/2008, rappresenta un primo passoverso l’armonizzazione delle duenormative (D.Lgs. n. 152/2006 eD.Lgs. n. 81/2008) che, attraver-so la “vapor intrusion” e il “ri-schio chimico”, mirano alla indi-viduazione del rischio derivanteda esposizione a sostanze chimi-che e alla protezione della saluteumana in diversi ambiti di appli-cazione. l
21)Si veda Giornale degli Igienisti Industriali Valori limite soglia Indici biologici di esposizione, ACGIH e Valori limite soglia UE, AIDII,ottobre 2009.
22)Si veda la nota 8.