INTRODUZIONE PIANO DI MANUTENZIONE - Acireale Piano di...L'Unità Tecnologica è composta dai...

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  • IL PRESENTE PIANO DI MANUTENZIONE È COSTITUITO DAI SEGUENTI ELABORATI:

    • MANUALE D’USO

    • MANUALE DI MANUTENZIONE

    • PROGRAMMA DI MANUTENZIONE

    o SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI

    o SOTTOPROGRAMMA DEI CONTROLLI

    o SOTTOPROGRAMMA DEGLI INTERVENTI

  • PIANO DI MANUTENZIONE

    (Articolo 40 D.P.R. 554/99)

    MANUALE D'USO

    Pagina 1

  • Manuale d'Uso

    Comune di: Acireale

    Provincia di: Catania

    Oggetto: PROGETTO ESECUTIVO PER LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA NELL'AREA PER GLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI VIA VOLANO - FASE 1

    Elenco dei Corpi d'Opera:

    ° 01 Elementi di progetto

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  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologiche:

    ° 01.01 Strade

    ° 01.02 Segnaletica stradale verticale

    ° 01.03 Segnaletica stradale orizzontale

    ° 01.04 Opere di sostegno e contenimento

    ° 01.05 Impianto acquedotto

    ° 01.06 Impianto fognario

    ° 01.07 Rete gas

    ° 01.08 Impianto fotovoltaico

    ° 01.09 Opere di fondazioni superficiali

    ° 01.10 Unioni strutture in acciaio per coperture fotovoltaiche

    ° 01.11 Strutture in elevazione in acciaio per coperture fotovoltaiche

    ° 01.12 Impianto di illuminazione

    ° 01.13 Impianto elettrico

    ° 01.14 Impianto di messa a terra

    ° 01.15 Opere di fondazioni profonde

    Elementi di progetto Corpo d'Opera: 01

    Pagina 3

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.01

    Le strade rappresentano parte delle infrastrutture della viabilità che permettono il movimento o la sosta veicolare e il movimento pedonale. La classificazione e la distinzione delle strade viene fatta in base alla loro natura ed alle loro caratteristiche: - autostrade; - strade extraurbane principali; - strade extraurbane secondarie; - strade urbane di scorrimento; - strade urbane di quartiere; - strade locali. Da un punto di vista delle caratteristiche degli elementi della sezione stradale si possono individuare: la carreggiata, la banchina, il margine centrale, i cigli, le cunette, le scarpate e le piazzole di sosta. Le strade e tutti gli elementi che ne fanno parte vanno manutenuti periodicamente non solo per assicurare la normale circolazione di veicoli e pedoni ma soprattutto nel rispetto delle norme sulla sicurezza e la prevenzione di infortuni a mezzi e persone.

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.01.01 Carreggiata

    ° 01.01.02 Pavimentazione stradale in bitumi

    ° 01.01.03 Marciapiede

    Strade

    Pagina 4

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.01.01

    Carreggiata

    Unità Tecnologica: 01.01

    Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Rinnovare periodicamente gli strati delle pavimentazioni avendo cura delle caratteristiche geometriche e morfologiche delle strade. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.

    È la parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli. Essa può essere composta da una o più corsie di marcia. La superficie stradale è pavimentata ed è limitata da strisce di margine (segnaletica orizzontale).

    Strade

    Elemento Manutenibile: 01.01.02

    Pavimentazione stradale in bitumi

    Unità Tecnologica: 01.01

    Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Rinnovare periodicamente gli strati delle pavimentazioni avendo cura delle caratteristiche geometriche e morfologiche delle strade. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.

    Si tratta di pavimentazioni stradali realizzate con bitumi per applicazioni stradali ottenuti dai processi di raffinazione, lavorazione del petrolio greggio. In generale i bitumi per le applicazioni stradali vengono suddivisi in insiemi di classi caratterizzate dai valori delle penetrazioni nominali e dai valori delle viscosità dinamiche. Tali parametri variano a secondo del paese di utilizzazione.

    Strade

    Elemento Manutenibile: 01.01.03

    Marciapiede

    Unità Tecnologica: 01.01

    Modalità di uso corretto:

    Si tratta di una parte della strada destinata ai pedoni, esterna alla carreggiata, rialzata e/o comunque protetta. Sul marciapiede possono essere collocati alcuni servizi come pali e supporti per l'illuminazione, segnaletica verticale, cartelloni pubblicitari, semafori, colonnine di chiamate di soccorso, idranti, edicole, cabine telefoniche, cassonetti, ecc..

    Strade

    Pagina 5

  • Manuale d'Uso

    La cartellonistica va ubicata nel senso longitudinale alla strada. In caso di occupazione di suolo pubblico da parte di edicole, cabine telefoniche, cassonetti, ecc., la larghezza minima del passaggio pedonale dovrà essere non inferiore a 2 m, salvo diverse disposizioni di regolamenti locali. Controllare periodicamente lo stato generale al fine di verifica l'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie che possono rappresentare pericolo per la sicurezza ed incolumità delle persone. Ripristinare le parti mancanti e/o comunque danneggiati con materiali idonei. Provvedere alla pulizia delle superfici ed alla rimozione di depositi o di eventuali ostacoli.

    Pagina 6

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.02

    I segnali verticali si dividono nelle seguenti categorie: segnali di pericolo; segnali di prescrizione; segnali di indicazione; inoltre il formato e le dimensioni dei segnali vengono disciplinati dalle norme previste dal nuovo codice della strada. Le caratteristiche dei sostegni e dei supporti e materiali usati per la segnaletica dovranno essere preferibilmente di metallo. Inoltre, per le sezioni circolari, devono essere muniti di dispositivo inamovibile antirotazione del segnale rispetto al sostegno e del sostegno rispetto al terreno. I sostegni, i supporti dei segnali stradali devono essere protetti contro la corrosione. La sezione dei sostegni deve inoltre garantire la stabilità del segnale da eventuali sollecitazioni di origine ambientale (vento, urti, ecc.).

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.02.01 Cartelli segnaletici

    ° 01.02.02 Sostegni, supporti e accessori vari

    Segnaletica stradale verticale

    Pagina 7

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.02.01

    Cartelli segnaletici

    Unità Tecnologica: 01.02

    Modalità di uso corretto: Controllare l'assenza di eventuali anomalie. In particolare verificare il corretto posizionamento della segnaletica verticale. In caso di mancanza e/o usura eccessiva degli elementi provvedere alla sostituzione e/o integrazione degli stessi con altri analoghi e comunque conformi alle norme stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495).

    Si tratta di elementi realizzati generalmente in scatolari di lamiera in alluminio e/o acciaio di spessori variabili tra 1,0 - 2,5 mm verniciati a forno mediante speciali polveri di poliestere opportunamente preparati a grezzo attraverso le operazioni di sgrassaggio, lavaggio, fosfatazione, passivazione e asciugatura ed infine mediante operazione di primer per alluminio a mano. Essi sono costituiti da sagome aventi forme geometriche, colori, simbologia grafica e testo con caratteristiche tecniche diverse a secondo del significato del messaggio trasmesso. In genere i segnali sono prodotti mediante l'applicazione di pellicole rifrangenti di classi diverse.

    Segnaletica stradale verticale

    Elemento Manutenibile: 01.02.02

    Sostegni, supporti e accessori vari

    Unità Tecnologica: 01.02

    Modalità di uso corretto: Controllare l'assenza di eventuali anomalie. In particolare verificare la corretta stabilità dei supporti a cartelli e/o pannelli segnaletici. Provvedere periodicamente mediante l'util izzo di adeguata attrezzatura al serraggio degli elementi accessori e/o alla loro integrazione con altri di analoghe caratteristiche. Gli interventi di ripristino vanno considerati anche in occasione di eventi traumatici esterni (urti, atti di vandalismo, ecc.).

    Si tratta di elementi accessori alla segnaletica verticale utilizzati per il sostegno e/o il supporto degli stessi. Si possono riassumere in: staffe (per il fissaggio di elementi), pali (tubolari in ferro zincato di diametro e altezza diversa per il sostegno della segnaletica), collari (semplici, doppi, ecc., per l'applicazione a palo dei cartelli segnaletici), piastre (per l'applicazione di con staffe, a muro, ecc.), bulloni (per il serraggio degli elementi), sostegni mobili e fissi (basi per il sostegno degli elementi) e basi di fondazione. Essi devono essere realizzati con materiali di prima scelta e opportunamente dimensionati.

    Segnaletica stradale verticale

    Pagina 8

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.03

    Si tratta di segnali orizzontali tracciati sulla strada per regolare la circolazione degli autoveicoli e per guidare gli utenti fornendogli prescrizioni ed indicazioni per particolari comportamenti da seguire. Possono essere realizzati in diversi materiali: pitture, materie termoplastiche con applicazione a freddo, materiale termoplastico con applicazione a caldo, materie plastiche a freddo, materiali da postspruzzare, microsfere di vetro da premiscelare, inserti stradali e materiali preformati. Per consentire una maggiore visibilità notturna della segnaletica orizzontale possono essere inserite in essa delle particelle sferiche di vetro trasparente (microsfere di vetro) che sfruttano la retroriflessione dei raggi incidenti provenienti dai proiettori dei veicoli. Inoltre per conferire proprietà antiderapanti alla segnaletica stradale possono essere inseriti dei granuli duri di origine naturale o artificiale (granuli antiderapanti). La segnaletica orizzontale può essere costituita da: strisce longitudinali, strisce trasversali, attraversamenti pedonali o ciclabili, frecce direzionali, iscrizioni e simboli, strisce di delimitazione degli stalli di sosta o per la sosta riservata, isole di traffico o di presegnalamento di ostacoli entro la carreggiata, strisce di delimitazione della fermata dei veicoli in servizio di trasporto pubblico di linea e altri segnali stabiliti dal regolamento. La segnaletica stradale deve essere conformi alle norme vigenti nonché al Nuovo Codice della Strada.

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.03.01 Strisce longitudinali

    Segnaletica stradale orizzontale

    Pagina 9

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.03.01

    Strisce longitudinali

    Unità Tecnologica: 01.03

    Modalità di uso corretto: I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada.

    Le strisce longitudinali hanno la funzione di separare i sensi di marcia e/o le corsie di marcia e per la delimitazione delle carreggiate attraverso la canalizzazione dei veicoli verso determinate direzioni. La larghezza minima della strisce longitudinali, escluse quelle di margine, è di 15 cm per le autostrade e per le strade extraurbane principali, di 12 cm per le strade extraurbane secondarie, urbane di scorrimento ed urbane di quartiere e 10 cm per le strade locali. Le strisce longitudinali si suddividono in: strisce di separazione dei sensi di marcia, strisce di corsia, strisce di margine della carreggiata, strisce di raccordo e strisce di guida sulle intersezioni. Le strisce longitudinali possono essere continue o discontinue. Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici pittura con o senza l'aggiunta di microsfere di vetro.

    Segnaletica stradale orizzontale

    Pagina 10

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.04

    Sono così definite le unità tecnologiche e/o l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di sostenere i carichi derivanti dal terreno e/o da eventuali movimenti franosi. Tali strutture vengono generalmente classificate in base al materiale con il quale vengono realizzate, al principio statico di funzionamento o alla loro geometria. In particolare il coefficiente di spinta attiva assume valori che dipendono dalla geometria del paramento del muro e dei terreni retrostanti, nonché dalle caratteristiche meccaniche dei terreni e del contatto terramuro. Nel caso di muri i cui spostamenti orizzontali siano impediti, la spinta può raggiungere valori maggiori di quelli relativi alla condizione di spinta attiva. Per la distribuzione delle pressioni interstiziali occorre fare riferimento alle differenti condizioni che possono verificarsi nel tempo in dipendenza, ad esempio, dell’intensità e durata delle precipitazioni, della capacità drenante del terreno, delle caratteristiche e della efficienza del sistema di drenaggio. Le azioni sull’opera devono essere valutate con riferimento all’intero paramento di monte, compreso il basamento di fondazione. Gli stati limite ultimi delle opere di sostegno si riferiscono allo sviluppo di meccanismi di collasso determinati dalla mobilitazione della resistenza del terreno interagente con le opere (GEO) e al raggiungimento della resistenza degli elementi che compongono le opere stesse (STR).

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.04.01 Gabbioni

    Opere di sostegno e contenimento

    Pagina 11

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.04.01

    Gabbioni

    Unità Tecnologica: 01.04

    Modalità di uso corretto: Controllare la stabilità delle strutture e l'assenza di eventuali anomalie. In particolare la comparsa di segni di dissesti evidenti (fratturazioni, lesioni, principio di ribaltamento, ecc.). In fase di progettazione definire con precisione la spinta "S" derivante dalla massa di terra e le relative componenti. Verificare le condizioni di stabilità relative: - al ribaltamento; - allo scorrimento; - allo schiacciamento; - allo slittamento del complesso terra-muro. In particolare per i rivestimenti inerbati provvedere al taglio della vegetazione in eccesso.

    Si tratta di strutture la cui funzione non si riduce soltanto a sostenere la spinta del terreno. I gabbioni di pietrame sono realizzati con rete a filo metallico con doppia torsione. Sono indicati per funzioni strutturali e per le loro caratteristiche di flessibilità e di drenaggio dell'acqua dove presente. In genere vengono realizzati in opera a gradoni.

    Opere di sostegno e contenimento

    Pagina 12

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.05

    Gli acquedotti consentono la captazione, il trasporto, l'accumulo e la distribuzione dell'acqua destinata a soddisfare i bisogni vari quali pubblici, privati, industriali, ecc.. La captazione dell'acqua varia a seconda della sorgente dell'acqua (sotterranea di sorgente o di falda, acque superficiali) ed il trasporto avviene, generalmente, con condotte in pressione alle quali sono allacciate le varie utenze. A seconda del tipo di utenza gli acquedotti si distinguono in civili, industriali, rurali e possono essere dotati di componenti che consentono la potabilizzazione dell'acqua o di altri dispositivi (impianti di potabilizzazione, dissalatori, impianti di sollevamento).

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.05.01 Tubi in polietilene alta densità (PEAD)

    ° 01.05.02 Pozzetti

    ° 01.05.03 Valvole a saracinesca (saracinesche)

    Impianto acquedotto

    Pagina 13

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.05.01

    Tubi in polietilene alta densità (PEAD)

    Unità Tecnologica: 01.05

    Modalità di uso corretto: I materiali utilizzati per la realizzazione dei tubi destinati al trasporto dell'acqua potabile devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle prescrizioni igienico sanitarie del Ministero della Sanità. Evitare di introdurre all'interno delle tubazioni oggetti che possano comprometterne il buon funzionamento. Non immettere fluidi con pressione superiore a quella consentita per il tipo di tubazione utilizzata.

    I tubi in polietilene ad alta densità (comunemente identificati con la sigla PEAD) sono ottenuti mescolando polimeri di etilene. I materiali ottenuti da tale processo sono classificati in due categorie a seconda della resistenza alla pressione interna in PE A e PE B.

    Impianto acquedotto

    Elemento Manutenibile: 01.05.02

    Pozzetti

    Unità Tecnologica: 01.05

    Modalità di uso corretto: L'utente dovrà unicamente accertarsi della comparsa di eventuali anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di fessurazioni, disgregazione del materiale, riduzione del copriferro. Verificare l'integrità dei chiusini e la loro movimentazione.

    Tutti gli elementi dell'acquedotto (sfiati, valvole riduttrici o regolatrici dei carichi, saracinesche, valvole a farfalla, ecc. ) previsti lungo la rete di adduzione esterna, quando non sono collocati all'interno di determinati locali devono essere installati all'interno di appositi manufatti realizzati in calcestruzzo o in muratura, quasi sempre totalmente interrati, chiamati "pozzetti". I pozzetti sono dotati di chiusini metallici per l'accesso dall'esterno che devono essere forniti di opportuni sistemi di chiusura. Le dimensioni interne del pozzetto variano a seconda delle apparecchiature installate e devono essere tali da consentire tutte le manovre degli apparecchi necessarie durante l'esercizio e di eseguire le operazioni di manutenzione ordinaria, di riparazione, di smontaggio e di sostituzione delle apparecchiature.

    Impianto acquedotto

    Elemento Manutenibile: 01.05.03

    Valvole a saracinesca (saracinesche)

    Unità Tecnologica: 01.05

    Per consentire l'interruzione sia parziale sia completa del flusso e per regolare la pressione di esercizio vengono installate, lungo le tubazioni dell'acquedotto, delle valvole dette appunto di intercettazione e di regolazione. Fanno parte di questa categoria le valvole a saracinesca che sono più comunemente chiamate saracinesche. Sono realizzate in ghisa o in acciaio e sono dotate di un apparato

    Impianto acquedotto

    Pagina 14

  • Manuale d'Uso

    Modalità di uso corretto: Le valvole a saracinesca dovrebbero essere adoperate come organi di intercettazione ma possono essere ugualmente utilizzate come organi di regolazione della pressione. Evitare di forzare il volantino quando bloccato; in questi casi è necessario provvedere alla rimozione dei depositi che causano il bloccaggio. In caso di precipitazioni meteoriche al di sopra della norma verificare che l'alloggiamento delle valvole sia libero da ostacoli (acqua di ristagno, terreno, radici) che possano creare danneggiamenti all'impianto.

    otturatore movimentato da un albero a vite. Possono essere del tipo a corpo piatto, ovale e cilindrico.

    Pagina 15

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.06

    L'impianto fognario è l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di allontanare e convogliare le acque reflue (acque bianche, nere, meteoriche) verso l'impianto di depurazione.

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.06.01 Tombini

    ° 01.06.02 Tubazioni in polietilene

    ° 01.06.03 Pozzetti di scarico

    ° 01.06.04 Vasche Imhoff

    ° 01.06.05 Vasche di pioggia

    Impianto fognario

    Pagina 16

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.06.01

    Tombini

    Unità Tecnologica: 01.06

    Modalità di uso corretto: È necessario verificare e valutare la prestazione dei tombini durante la realizzazione dei lavori, al termine dei lavori e anche durante la vita del sistema. Le verifiche e le valutazioni comprendono la capacità di apertura e chiusura, la resistenza alla corrosione, la capacità di tenuta ad infiltrazioni di materiale di risulta.

    I tombini sono dei dispositivi che consentono l'ispezione e la verifica dei condotti fognari. Vengono posizionati ad intervalli regolari lungo la tubazione fognaria e possono essere realizzati in vari materiali quali ghisa, acciaio, calcestruzzo armato a seconda del carico previsto (stradale, pedonale, ecc.).

    Impianto fognario

    Elemento Manutenibile: 01.06.02

    Tubazioni in polietilene

    Unità Tecnologica: 01.06

    Modalità di uso corretto: I materiali utilizzati per la realizzazione dei tubi destinati al trasporto delle acque reflue devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle prescrizioni igienico sanitarie del Ministero della Sanità. Evitare di introdurre all'interno delle tubazioni oggetti che possano comprometterne il buon funzionamento. Non immettere fluidi con pressione superiore a quella consentita per il tipo di tubazione utilizzata.

    Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche di accumulo, se presenti. Possono essere realizzate in polietilene. Il polietilene si forma dalla polimerizzazione dell'etilene e per gli acquedotti e le fognature se ne usa il tipo ad alta densità. Grazie alla sua perfetta impermeabilità si adopera nelle condutture subacquee e per la sua flessibilità si utilizza nei sifoni. Di solito l'aggiunta di nerofumo e di stabilizzatori preserva i materiali in PE dall'invecchiamento e dalle alterazioni provocate dalla luce e dal calore. Per i tubi a pressione le giunzioni sono fatte o con raccordi mobili a vite in PE, ottone, alluminio, ghisa malleabile, o attraverso saldatura a 200 °C con termoelementi e successiva pressione a 1,5-2 kg/cm2 della superficie da saldare, o con manicotti pressati con filettatura interna a denti di sega.

    Impianto fognario

    Elemento Manutenibile: 01.06.03

    Pozzetti di scarico

    Unità Tecnologica: 01.06 Impianto fognario

    Pagina 17

  • Manuale d'Uso

    Modalità di uso corretto: È necessario verificare e valutare la prestazione dei pozzetti durante la realizzazione dei lavori, al termine dei lavori e anche durante la vita del sistema. Le verifiche e le valutazioni comprendono per esempio: - prova di tenuta all'acqua; - prova di tenuta all'aria; - prova di infiltrazione; - esame a vista; - valutazione della portata in condizioni di tempo asciutto; - tenuta agli odori.

    Sono generalmente di forma circolare e vengono prodotti in due tipi adatti alle diverse caratteristiche del materiale trattenuto. Quasi sempre il materiale trattenuto è grossolano ed è quindi sufficiente un apposito cestello forato, fissato sotto la caditoia, che lascia scorrere soltanto l'acqua; se è necessario trattenere sabbia e fango, che passerebbero facilmente attraverso i buchi del cestello, occorre far ricorso ad una decantazione in una vaschetta collocata sul fondo del pozzetto. Il pozzetto con cestello-filtro è formato da vari pezzi prefabbricati in calcestruzzo: un pezzo base ha l'apertura per lo scarico di fondo con luce di diametro 150 mm e modellato a bicchiere, il tubo di allacciamento deve avere la punta liscia verso il pozzetto. Al di sopra del pezzo base si colloca il fusto cilindrico e sopra a questo un pezzo ad anello che fa da appoggio alla caditoia. Il cestello è formato da un tronco di cono in lamiera zincata con il fondo pieno e la parete traforata uniti per mezzo di chiodatura, saldatura, piegatura degli orli o flangiatura. Il pozzetto che consente l'accumulo del fango sul fondo ha un pezzo base a forma di catino, un pezzo cilindrico intermedio, un pezzo centrale con scarico a bicchiere del diametro di 150 mm, un pezzo cilindrico superiore senza sporgenze e l'anello d'appoggio per la copertura.

    Elemento Manutenibile: 01.06.04

    Vasche Imhoff

    Unità Tecnologica: 01.06

    Modalità di uso corretto: Prima dell'avvio dell'impianto è necessario provvedere alla pulizia dei comparti da tutti i residui che si sono accumulati; è necessario controllare il corretto funzionamento delle valvole e dei raschiatori se presenti. Far funzionare questi ultimi per qualche ora controllando che non si verifichino surriscaldamenti, che non ci siano eccessivi rumori e vibrazioni del motore e della struttura di raccolta fanghi. Controllare le caratteristiche dell'acqua quali la portata, il Ph, il BOD 5 ecc. che devono essere annotate sui fogli di marcia dell'impianto.

    La vasca Imhoff è costituita da due comparti uno superiore ed uno inferiore. Nel comparto superiore, dove avviene la sedimentazione dei fanghi, viene immesso il liquame da depurare; i fanghi sedimentati vengono versati in una camera chiusa, che è sottoposta al comparto superiore, nella quale avviene la digestione dei fanghi. Attraverso una tubazione i fanghi digeriti vengono estratti dalla vasca ed i gas prodotti vengono fatti passare in apposite zone di sfiato. Negli impianti di grandi dimensioni l'estrazione meccanica dei fanghi viene effettuata mediante bracci raschiafanghi mentre negli impianti più piccoli avviene manualmente attraverso delle aperture poste sul fondo della camera inferiore.

    Impianto fognario

    Elemento Manutenibile: 01.06.05

    Vasche di pioggia

    Unità Tecnologica: 01.06 Impianto fognario

    Pagina 18

  • Manuale d'Uso

    Modalità di uso corretto: Per un corretto funzionamento deve essere rilevata, nella corrente in entrata ed in quella in uscita, le principali caratteristiche del fluido. Tale rilevazione deve essere condotta ad intervalli regolari in caso di impianti di piccola entità o quotidianamente nel caso di grandi impianti. Le caratteristiche da controllare sono la portata, il Ph, il BOD 5 ecc; verificare prima dell'avviamento dell'impianto la potenza assorbita dal compressore d'aria e dalle turbine che devono essere annotati sui fogli di marcia dell'impianto.

    Le vasche di pioggia possono essere considerate un tipo particolare di vasche di equalizzazione e omogeneizzazione. Infatti nella prassi comune le reti fognarie sono di tipo misto ovvero agli impianti di depurazione arrivano insieme alle acque nere anche acque di origine meteoriche. Queste ultime, soprattutto quelle di prima pioggia, possono contenere una notevole quantità di sostanze inquinanti prelevate da strade e piazzali che vengono così immesse nelle reti fognarie. Per ridurre tale inconveniente vengono utilizzate apposite vasche di accumulo e di equalizzazione dette vasche di pioggia nelle quali far stazionare le acque che poi vengono inviate al trattamento successivo.

    Pagina 19

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.07

    La rete di distribuzione del gas è l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di addurre, distribuire ed erogare combustibili gassosi per alimentare apparecchi utilizzatori (cucine, scaldacqua, bruciatori di caldaie, ecc.). La rete di distribuzione del gas può essere realizzata utilizzando tubazioni in: acciaio e in polietilene. Per quanto riguarda i raccordi questi possono essere realizzati anche utilizzando materiali diversi quali metallo-polietilene. in ogni caso il materiale con cui sono costituiti i raccordi deve rispondere ai requisiti specificati nelle norme.

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.07.01 Tubazioni in polietilene

    Rete gas

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  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.07.01

    Tubazioni in polietilene

    Unità Tecnologica: 01.07

    Modalità di uso corretto: I tubi in polietilene devono avere caratteristiche qualitative e quantitative non inferiori a quelle previste dalla norma e devono essere utilizzate solo per tubazioni interrate e devono avere un diametro minimo di 3 mm. La marcatura dei tubi deve comportare almeno i seguenti dati: - l'indicazione del materiale e della classe (PE A o B); - il tipo di tubo (315); - il valore del diametro esterno (D); - l'indicazione della serie di spessore (S = 12,5 - S = 8 - S = 5); - il marchio di fabbrica; - l'indicazione del periodo di produzione (anno e mese); - la parola GAS. Gli addetti alla manutenzione devono verificare periodicamente la perfetta tenuta delle tubazioni utilizzando allo scopo un rilevatore o prodotti schiumogeni.

    L'adduzione e l'erogazione del gas destinato ad alimentare gli apparecchi utilizzatori possono essere affidate a tubazioni realizzate in polietilene.

    Rete gas

    Pagina 21

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.08

    L’impianto fotovoltaico è l’insieme dei componenti meccanici, elettrici ed elettronici che captano l’energia solare per trasformarla in energia elettrica che poi viene resa disponibile all’utilizzazione da parte dell’utenza. Gli impianti fotovoltaici possono essere: - alimentazione diretta: l’apparecchio da alimentare viene collegato direttamente al FV (acronimo di modulo fotovoltaico); lo svantaggio di questo tipo di impianti è che l’apparecchio collegato al modulo fotovoltaico non funziona in assenza di sole (di notte); applicazioni: piccole utenze come radio, piccole pompe, calcolatrici tascabili, ecc.; - funzionamento ad isola: il modulo FV alimenta uno o più apparecchi elettrici; l’energia fornita dal modulo, ma momentaneamente non utilizzata, viene usata per caricare degli accumulatori; quando il fabbisogno aumenta, o quando il modulo FV non funziona (p.e.di notte), viene utilizzata l’energia immagazzinata negli accumulatori; applicazioni: zone non raggiunte dalla rete di distribuzione elettrica e dove l’installazione di essa non sarebbe conveniente; - funzionamento per immissione in rete: come nell’impianto ad isola il modulo solare alimenta le apparecchiature elettriche collegate, l’energia momentaneamente non utilizzata viene immessa nella rete pubblica; il gestore di un impianto di questo tipo fornisce dunque l’energia eccedente a tutti gli altri utenti collegati alla rete elettrica, come una normale centrale elettrica; nelle ore serali e di notte la corrente elettrica può essere nuovamente prelevata dalla rete pubblica. Un semplice impianto fotovoltaico ad isola è composto dai seguenti elementi: - cella solare: per la trasformazione di energia solare in energia elettrica; per ricavare più potenza vengono collegate tra loro diverse celle; - regolatore di carica: è un apparecchio elettronico che regola la ricarica e la scarica degli accumulatori; uno dei suoi compiti è di interrompere la ricarica ad accumulatore pieno; - accumulatori: sono i magazzini di energia di un impianto fotovoltaico; essi forniscono l’energia elettrica quando i moduli non sono in grado di produrne, per mancanza di irradiamento solare; - inverter: trasforma la corrente continua proveniente dai moduli e/o dagli accumulatori in corrente alternata convenzionale a 230 V; se l’apparecchio da alimentare necessita di corrente continua si può fare a meno di questa componente; - utenze: apparecchi alimentati dall’impianto fotovoltaico.

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.08.01 Cassetta di terminazione

    ° 01.08.02 Cella solare

    ° 01.08.03 Inverter

    ° 01.08.04 Quadro elettrico

    ° 01.08.05 Strutture di sostegno

    Impianto fotovoltaico

    Pagina 22

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.08.01

    Cassetta di terminazione

    Unità Tecnologica: 01.08

    Modalità di uso corretto: Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate da personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nelle vicinanze della cassetta deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Inoltre devono essere presenti oltre alla documentazione dell'impianto anche i dispositivi di protezione individuale e i dispositivi di estinzione incendi.

    La cassetta di terminazione è un contenitore a tenuta stagna (realizzato generalmente in materiale plastico) nel quale viene alloggiata la morsettiera per il collegamento elettrico e i diodi di by pass delle celle.

    Impianto fotovoltaico

    Elemento Manutenibile: 01.08.02

    Cella solare

    Unità Tecnologica: 01.08

    Modalità di uso corretto: Al fine di aumentare l'efficienza di conversione dell'energia solare in energia elettrica la cella fotovoltaica viene trattata superficialmente con un rivestimento antiriflettente costituito da un sottile strato di ossido di titanio (TiO2) che ha la funzione di ridurre la componente solare riflessa. Provvedere periodicamente alla pulizia della superficie per eliminare depositi superficiali che possono causare un cattivo funzionamento dell'intero apparato.

    E' un dispositivo che consente la conversione dell'energia prodotta dalla radiazione solare in energia elettrica. E' generalmente costituita da un sottile strato (valore compreso tra 0,2 e 0,35 mm) di materiale semiconduttore in silicio opportunamente trattato (tale procedimento viene indicato come processo di drogaggio). Attualmente la produzione industriale di celle fotovoltaiche sono: - celle al silicio cristallino ricavate dal taglio di lingotti fusi di silicio di un singolo cristallo (monocristallino) o di più cristalli (policristallino); - celle a film sottile ottenute dalla deposizione di uno strato di silicio amorfo su un supporto plastico o su una lastra di vetro. Le celle al silicio monocristallino sono di colore blu scuro alquanto uniforme ed hanno una purezza superiore a quelle realizzate al silicio policristallino; le celle al film sono economicamente vantaggiose dato il ridotto apporto di materiale semiconduttore (1-2 micron) necessario alla realizzazione di una cella ma hanno un decadimento delle prestazioni del 30% nel primo mese di vita.

    Impianto fotovoltaico

    Elemento Manutenibile: 01.08.03

    Inverter

    Unità Tecnologica: 01.08

    Pagina 23

  • Manuale d'Uso

    Modalità di uso corretto: E' opportuno che il convertitore sia dotato di: - protezioni contro le sovratensioni di manovra e/o di origine atmosferica; - protezioni per la sconnessione dalla rete in caso di valori fuori soglia della tensione e della frequenza; - un dispositivo di reset automatico delle protezioni per predisposizione ad avviamento automatico. Inoltre l'inverter deve limitare le emissioni in radio frequenza (RF) e quelle elettromagnetiche. Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate da personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nelle vicinanze dell'inverter deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Inoltre devono essere presenti oltre alla documentazione dell'impianto anche i dispositivi di protezione individuale e i dispositivi di estinzione incendi.

    L'inverter o convertitore statico è un dispositivo elettronico che trasforma l'energia continua (prodotta dal generatore fotovoltaico) in energia alternata (monofase o trifase) che può essere utilizzata da un'utenza oppure essere immessa in rete. In quest'ultimo caso si adoperano convertitori del tipo a commutazione forzata con tecnica PWM senza clock e/o riferimenti di tensione o di corrente e dotati del sistema MPPT (inseguimento del punto di massima potenza) che permette di ottenere il massimo rendimento adattando i parametri in uscita dal generatore fotovoltaico alle esigenze del carico. Gli inverter possono essere di due tipi: - a commutazione forzata in cui la tensione di uscita viene generata da un circuito elettronico oscillatore che consente all'inverter di funzionare come un generatore in una rete isolata; - a commutazione naturale in cui la frequenza della tensione di uscita viene impostata dalla rete a cui è collegato.

    Impianto fotovoltaico

    Elemento Manutenibile: 01.08.04

    Quadro elettrico

    Unità Tecnologica: 01.08

    Modalità di uso corretto: Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate da personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nelle vicinanze del quadro deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Inoltre devono essere presenti oltre alla documentazione dell'impianto anche i dispositivi di protezione individuale e i dispositivi di estinzione incendi.

    Nel quadro elettrico degli impianti fotovoltaici (connessi ad una rete elettrica) avviene la distribuzione dell'energia. In caso di consumi elevati o in assenza di alimentazione da parte dei moduli fotovoltaici la corrente viene prelevata dalla rete pubblica. In caso contrario l’energia fotovoltaica eccedente viene di nuovo immessa in rete. Inoltre esso misura la quantità di energia fornita dall'impianto fotovoltaico alla rete. I quadri elettrici dedicati agli impianti fotovoltaici possono essere a quadro di campo e quadro di interfaccia rete. Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico autoestinguente, con indice di protezione IP40, fori asolati e guida per l'assemblaggio degli interruttori e delle morsette e devono essere del tipo stagno in materiale termoplastico con grado di protezione non inferiore a IP65.

    Impianto fotovoltaico

    Elemento Manutenibile: 01.08.05

    Strutture di sostegno

    Unità Tecnologica: 01.08 Pagina 24

  • Manuale d'Uso

    Modalità di uso corretto: La struttura di sostegno deve essere in grado di resistere ad eventuali carichi e a particolari condizioni climatiche quali neve, vento, fenomeni sismici senza provocare danni a persone o cose e deve garantire la salvaguardia dell'intero apparato.

    Le strutture di sostegno sono i supporti meccanici che consentono l'ancoraggio dei pannelli fotovoltaici alle strutture su cui sono montati e/o al terreno. Generalmente sono realizzate assemblando profili metallici in acciaio zincato o in alluminio anodizzato in grado di limitare gli effetti causati dalla corrosione. Le strutture di sostegno possono essere: - ad inclinazione fissa (strutture a palo o a cavalletto); - per l'integrazione architettonica (integrazione retrofit, strutturale, per arredo urbano); - ad inseguimento.

    Impianto fotovoltaico

    Pagina 25

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.09

    Insieme degli elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio avente funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio dal terreno sottostante e trasmetterne ad esso il peso della struttura e delle altre forze esterne. In particolare si definiscono fondazioni superficiali o fondazioni dirette quella classe di fondazioni realizzate a profondità ridotte rispetto al piano campagna ossia l'approfondimento del piano di posa non è elevato. Prima di realizzare opere di fondazioni superficiali provvedere ad un accurato studio geologico esteso ad una zona significativamente estesa dei luoghi d'intervento, in relazione al tipo di opera e al contesto geologico in cui questa si andrà a collocare. Nel progetto di fondazioni superficiali si deve tenere conto della presenza di sottoservizi e dell’influenza di questi sul comportamento del manufatto. Nel caso di reti idriche e fognarie occorre particolare attenzione ai possibili inconvenienti derivanti da immissioni o perdite di liquidi nel sottosuolo. È opportuno che il piano di posa in una fondazione sia tutto allo stesso livello. Ove ciò non sia possibile, le fondazioni adiacenti, appartenenti o non ad un unico manufatto, saranno verificate tenendo conto della reciproca influenza e della configurazione dei piani di posa. Le fondazioni situate nell’alveo o nelle golene di corsi d’acqua possono essere soggette allo scalzamento e perciò vanno adeguatamente difese e approfondite. Analoga precauzione deve essere presa nel caso delle opere marittime.

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.09.01 Plinti

    ° 01.09.02 Cordoli in c.a.

    Opere di fondazioni superficiali

    Pagina 26

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.09.01

    Plinti

    Unità Tecnologica: 01.09

    Modalità di uso corretto: In zone sismiche i plinti potrebbero essere soggetti a spostamenti orizzontali relativi in caso di sisma. E' importante in fase di progettazione seguire attentamente le normative vigenti e le relative disposizioni in merito. L'utente dovrà soltanto accertarsi della comparsa di eventuali anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali.

    Sono fondazioni indicate per strutture in elevazione con telaio a scheletro indipendente, in particolare nel caso in cui il terreno resistente sia affiorante o comunque poco profondo e abbia una resistenza elevata che consente di ripartire su una superficie limitata il carico concentrato trasmesso dai pilastri. In zone sismica, per evitare spostameti orizzontali relativi, i plinti devono essere collegati tra loro da un reticolo di travi. Inoltre ogni collegamento deve esser proporzionato in modo che sia in grado di sopportare una forza assiale di trazione o di compressione pari a ad un decimo del maggiore dei carichi verticali agenti sui plinti posti all'estremità della trave.

    Opere di fondazioni superficiali

    Elemento Manutenibile: 01.09.02

    Cordoli in c.a.

    Unità Tecnologica: 01.09

    Modalità di uso corretto: L'utente dovrà soltanto accertarsi della comparsa di eventuali anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali.

    Sono fondazioni realizzate generalmente per edifici in muratura e/o per consolidare fondazioni esistenti che devono assolvere alla finalità di distribuire adeguatamente i carichi verticali su una superficie di terreno più ampia rispetto alla base del muro, conferendo un adeguato livello di sicurezza. Infatti aumentando la superficie di appoggio, le tensioni di compressione che agiscono sul terreno tendono a ridursi in modo tale da essere inferiori ai valori limite di portanza del terreno.

    Opere di fondazioni superficiali

    Pagina 27

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.10

    Le unioni sono costituite da elementi che per materiale e tecniche diverse consentono la realizzazione di collegamenti tra elementi delle strutture nel rispetto delle normative vigenti. Le unioni rappresentano una caratteristica fondamentale nelle costruzioni in legno, acciaio, miste, ecc.. Esse hanno lo scopo di unire le parti, definite in sede progettuale, per realizzare strutture complete che devono rispondere a requisiti precisi.

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.10.01 Collegamenti con piastre di fondazione

    ° 01.10.02 Saldature per acciaio

    ° 01.10.03 Collegamenti a squadretta (travi: principale/secondaria)

    Unioni strutture in acciaio per coperture fotovoltaiche

    Pagina 28

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.10.01

    Collegamenti con piastre di fondazione

    Unità Tecnologica: 01.10

    Modalità di uso corretto: E' opportuno che nella realizzazione dei giunti le estremità da collegare siano adeguamente preparate in officina. Nella fase progettuale bisognerà tener conto delle eventuali forze di instabilità che potrebbero sorgere e a problematiche connesse e quindi garantire la resistenza nei confronti esse.

    I giunti di base dei pilastri hanno funzione di trasmettere le sollecitazioni delle membrature verticali agli elementi di fondazione. I componenti principali dei giunti di base sono realizzati da: - piastre di base in acciaio, per la distribuzione delle forze di compressione dalla colonna; - malta di livellamento in c.a., con strato impostato al di sopra della fondazione; - tirafondi, inglobati nella fondazione in c.a.

    Unioni strutture in acciaio per coperture fotovoltaiche

    Elemento Manutenibile: 01.10.02

    Saldature per acciaio

    Unità Tecnologica: 01.10

    Le saldature sono collegamenti di parti solide che realizzano una continuità del materiale fra le parti che vengono unite. Le saldature, in genere, presuppongono la fusione delle parti che vengono unite. Attraverso le saldature viene garantita anche la continuità delle caratteristiche dei materiali delle parti unite. Esse si basano sul riscaldamento degli elementi da unire (definiti pezzi base) fino al raggiungimento del rammollimento e/o la fusione per ottenere il collegamento delle parti con o senza materiale d'apporto che fondendo forma un cordone di saldatura. Tra le principali unioni saldate: - a piena penetrazione; - a parziale penetrazione; - unioni realizzate con cordoni d’angolo. Tra le principali tecniche di saldature si elencano: - saldatura a filo continuo (mig-mag); - saldatura per fusione (tig); - saldatura con elettrodo rivestito; - saldatura a fiamma ossiacetilenica; - saldatura in arco sommerso; - saldatura narrow-gap; - saldatura a resistenza; - saldatura a punti; - saldatura a rilievi; - saldatura a rulli; - saldatura per scintillio; - saldatura a plasma; - saldatura laser; - saldatura per attrito.

    Unioni strutture in acciaio per coperture fotovoltaiche

    Pagina 29

  • Manuale d'Uso

    Modalità di uso corretto: Verificare il grado di saldabilità tra metalli diversi in base alle caratteristiche intrinseche degli stessi. Effettuare controlli visivi per verificare lo stato delle saldature e la presenza di eventuali anomalie. Nell’ambito del processo produttivo deve essere posta particolare attenzione ai processi di piegatura e di saldatura. In particolare il Direttore Tecnico del centro di trasformazione deve verificare, tramite opportune prove, che le piegature e le saldature, anche nel caso di quelle non resistenti, non alterino le caratteristiche meccaniche originarie del prodotto. Per i processi sia di saldatura che di piegatura, si potrà fare utile riferimento alla normativa europea applicabile.

    Elemento Manutenibile: 01.10.03

    Collegamenti a squadretta (travi: principale/secondaria)

    Unità Tecnologica: 01.10

    Modalità di uso corretto: E' opportuno che nella realizzazione dei giunti le estremità da collegare siano adeguamente preparate in officina. Nella fase progettuale bisognerà tener conto delle eventuali forze di instabilità che potrebbero sorgere e a problematiche connesse e quindi garantire la resistenza nei confronti esse.

    I collegamenti a squadretta trave principale/secondaria sono realizzati mediante profili angolari bullonati all'anima della trave secondaria e poi bullonati all'anima della trave principale.

    Unioni strutture in acciaio per coperture fotovoltaiche

    Pagina 30

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.11

    Si definiscono strutture in elevazione gli insiemi degli elementi tecnici del sistema edilizio aventi la funzione di resistere alle azioni di varia natura agenti sulla parte di costruzione fuori terra, trasmettendole alle strutture di fondazione e quindi al terreno. In particolare le strutture verticali sono costituite da aste rettilinee snelle collegate fra loro in punti detti nodi secondo una disposizione geometrica realizzata in modo da formare un sistema rigidamente indeformabile. Le strutture in acciaio si possono distinguere in: strutture in carpenteria metallica e sistemi industrializzati. Le prime, sono caratterizzate dall'impiego di profilati e laminati da produzione siderurgica e successivamente collegati medianti unioni (bullonature, saldature, ecc.); le seconde sono caratterizzate da un numero ridotto di componenti base assemblati successivamente a seconde dei criteri di compatibilità.

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.11.01 Pilastri

    ° 01.11.02 Travi

    Strutture in elevazione in acciaio per coperture fotovoltaiche

    Pagina 31

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.11.01

    Pilastri

    Unità Tecnologica: 01.11

    Modalità di uso corretto: In caso di verifiche strutturali dei pilastri controllare la resistenza alla compressione e la verifica ad instabilità a carico di punta. In zona sismica verificare altresì gli spostamenti. Non compromettere l'integrità delle strutture. Controllo periodico del grado di usura delle parti in vista. Riscontro di eventuali anomalie.

    I pilastri in acciaio sono elementi strutturali verticali portanti, in genere profilati e/o profilati cavi , che trasferiscono i carichi della sovrastruttura alle strutture di ricezione delle parti sottostanti indicate a riceverli, posizionate e collegate con piatti di fondazione e tirafondi. Sono generalmente trasportati in cantiere e montati mediante unioni (bullonature, chiodature, saldature, ecc.). Rappresentano una valida alternativa ai pilastri in c.a. realizzati in opera.

    Strutture in elevazione in acciaio per coperture fotovoltaiche

    Elemento Manutenibile: 01.11.02

    Travi

    Unità Tecnologica: 01.11

    Modalità di uso corretto: Non compromettere l'integrità delle strutture. Controllo periodico del grado di usura delle parti in vista. Riscontro di eventuali anomalie.

    Le travi sono elementi strutturali, che si pongono in opera in posizione orizzontale o inclinata per sostenere il peso delle strutture sovrastanti, con una dimensione predominante che trasferiscono, le sollecitazioni di tipo trasversale al proprio asse geometrico, lungo tale asse, dalle sezioni investite dal carico fino ai vincoli, garantendo l'equilibrio esterno delle travi in modo da assicurare il contesto circostante. Le travi in acciaio sono realizzate mediante profilati (IPE, HE, C, L, ecc.) . Il loro impiego diffuso è dovuto dalla loro maggiore efficienza a carichi flessionali, infatti la concentrazione del materiale sulle ali, le parti più distanti dal punto baricentrico della sezione, ne aumentano la loro rigidezza flessionale. Vengono generalmente utilizzate nella realizzazione di telai in acciaio, per edifici, ponti, ecc..

    Strutture in elevazione in acciaio per coperture fotovoltaiche

    Pagina 32

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.12

    L'impianto di illuminazione consente di creare condizioni di visibilità negli ambienti. L'impianto di illuminazione deve consentire, nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformità di illuminamento, limitazione dell'abbagliamento, direzionalità della luce, colore e resa della luce. L'impianto di illuminazione è' costituito generalmente da: lampade ad incandescenza, lampade fluorescenti, lampade alogene, lampade compatte, lampade a scariche, lampade a ioduri metallici, lampade a vapore di mercurio, lampade a vapore di sodio e pali per il sostegno dei corpi illuminanti.

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.12.01 Lampade a vapore di mercurio

    ° 01.12.02 Pali in acciaio

    ° 01.12.03 Sbracci in acciaio

    ° 01.12.04 Rifrattori

    ° 01.12.05 Riflettori

    Impianto di illuminazione

    Pagina 33

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.12.01

    Lampade a vapore di mercurio

    Unità Tecnologica: 01.12

    Modalità di uso corretto: Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo contenete i gas esauriti.

    Possono essere a bulbo (per una migliore distribuzione della temperatura) o a cilindro di vetro termico (per resistere allo sbalzo termico e allo stillicidio). Si adoperano per edifici industriali, possono essere montate fino a 20 metri e hanno bisogno di dispositivi per l’innesco della scarica.

    Impianto di illuminazione

    Elemento Manutenibile: 01.12.02

    Pali in acciaio

    Unità Tecnologica: 01.12

    Modalità di uso corretto: Nel caso di eventi eccezionali (temporali, terremoti, ecc.) verificare la stabilità dei pali per evitare danni a cose o persone. I materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle prescrizioni delle norme UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei loro imballaggi originali, accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da eventuali danni.

    I pali sostengono uno o più apparecchi di illuminazione e sono formati generalmente da più parti quali un fusto, un prolungamento e all'occorrenza un braccio. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile, resistente all'invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L'acciaio deve essere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o migliore.

    Impianto di illuminazione

    Elemento Manutenibile: 01.12.03

    Sbracci in acciaio

    Unità Tecnologica: 01.12

    Gli sbracci sono sostenuti generalmente da pali che a loro volta sostengono uno o più apparecchi di illuminazione. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile, resistente all'invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L'acciaio deve essere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o migliore.

    Impianto di illuminazione

    Pagina 34

  • Manuale d'Uso

    Modalità di uso corretto: Nel caso di eventi eccezionali (temporali, terremoti, ecc.) verificare la stabilità dei pali per evitare danni a cose o persone e la tenuta degli sbracci. I materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle prescrizioni delle norme UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei loro imballaggi originali, accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da eventuali danni.

    Elemento Manutenibile: 01.12.04

    Rifrattori

    Unità Tecnologica: 01.12

    Modalità di uso corretto: Provvedere ad effettuare cicli di pulizia e rimozione di residui e/o macchie che possono compromettere la funzionalità degli schermi mediante l'uso di prodotti detergenti appropriati. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a personale tecnico specializzato.

    I rifrattori sono dei dispositivi che servono a schermare la visione diretta della lampada ma che, a differenza dei diffusori, consentono anche il controllo direzionale della luce. Sono generalmente costituiti da un involucro di vetro o plastica e vengono utilizzati nei grandi ambienti lavorativi.

    Impianto di illuminazione

    Elemento Manutenibile: 01.12.05

    Riflettori

    Unità Tecnologica: 01.12

    Modalità di uso corretto: Data la forte quantità di luce e la temperatura di colore più elevata rispetto alle normali lampade questo tipo di lampade è indicato per l'illuminazione diffusa di grandi ambienti. Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo contenente i gas esauriti.

    I riflettori si utilizzano principalmente per ottenere fenomeni di luce diffusa su grandi superfici; i riflettori proiettano il flusso luminoso in una direzione precisa. Costruttivamente sono costituiti da un involucro di materiale opaco con la faccia interna rivestita con materiale ad alto grado di riflessione (tale materiale è generalmente metallico).

    Impianto di illuminazione

    Pagina 35

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.13

    L'impianto elettrico, nel caso di edifici per civili abitazioni, ha la funzione di addurre, distribuire ed erogare energia elettrica. Perpotenze non superiori a 50 kW l'ente erogatore fornisce l'energia in bassa tensione mediante un gruppo di misura; da quest'ultimo parte una linea primaria che alimenta i vari quadri delle singole utenze. Dal quadro di zona parte la linea secondaria che deve essere sezionata (nel caso di edifici per civili abitazioni) in modo da avere una linea per le utenze di illuminazione e l'altra per le utenze a maggiore assorbimento ed evitare così che salti tutto l'impianto in caso di corti circuiti. La distribuzione principale dell'energia avviene con cavi posizionati in apposite canalette; la distribuzione secondaria avviene con conduttori inseriti in apposite guaine di protezione (di diverso colore: il giallo-verde per la messa a terra, il blu per il neutro, il marrone-grigio per la fase). L'impianto deve essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione.

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.13.01 Canalizzazioni in PVC

    ° 01.13.02 Fusibili

    ° 01.13.03 Quadri di bassa tensione

    Impianto elettrico

    Pagina 36

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.13.01

    Canalizzazioni in PVC

    Unità Tecnologica: 01.13

    Modalità di uso corretto: Le canalizzazioni in PVC possono essere facilmente distinguibili a seconda del colore dei tubi protettivi che possono essere in: - serie pesante (colore nero): impiegati in pavimenti e in tutte quelle applicazioni nelle quali è richiesta una particolare resistenza meccanica; - serie leggera (colore cenere): impiegati in tutte le applicazioni nelle quali non è richiesta una particolare resistenza meccanica.

    Le "canalette" sono tra gli elementi più semplici per il passaggio dei cavi elettrici; sono generalmente realizzate in PVC e devono essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle norme CEI (dovranno essere dotate di marchio di qualità o certificate secondo le disposizioni di legge).

    Impianto elettrico

    Elemento Manutenibile: 01.13.02

    Fusibili

    Unità Tecnologica: 01.13

    Modalità di uso corretto: L'utente deve verificare che i fusibili installati siano idonei rispetto all'impianto. Verificare che i fusibili siano installati correttamente in modo da evitare guasti all'impianto.

    I fusibili realizzano una protezione fase per fase con un grande potere di interruzione a basso volume e possono essere installati o su appositi supporti (porta-fusibili) o in sezionatori porta-fusibili al posto di manicotti o barrette. Si classificano in due categorie: - fusibili "distribuzione" tipo gG: proteggono sia contro i corto-circuiti sia contro i sovraccarichi i circuiti che non hanno picchi di corrente elevati, come i circuiti resistivi; devono avere un carico immediatamente superiore alla corrente di pieno carico del circuito protetto; - fusibili "motore" tipo aM: proteggono contro i corto-circuiti i circuiti sottoposti ad elevati picchi di corrente, sono fatti in maniera tale che permettono ai fusibili aM di far passare queste sovracorrenti rendendoli non adatti alla protezione contro i sovraccarichi; una protezione come questa deve essere fornita di un altro dispositivo quale il relè termico; devono avere un carico immediatamente superiore alla corrente di pieno carico del circuito protetto.

    Impianto elettrico

    Elemento Manutenibile: 01.13.03

    Quadri di bassa tensione

    Unità Tecnologica: 01.13 Impianto elettrico

    Pagina 37

  • Manuale d'Uso

    Modalità di uso corretto: Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate da personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato il quadro deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Inoltre devono essere presenti oltre alla documentazione dell'impianto anche i dispositivi di protezione individuale e i dispositivi di estinzione incendi.

    Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico autoestinguente, con indice di protezione IP40, fori asolati e guida per l'assemblaggio degli interruttori e delle morsette. Questi centralini si installano all'interno delle abitazioni e possono essere anche a parete. Esistono, inoltre, centralini stagni in materiale termoplastico con grado di protezione IP55 adatti per officine e industrie.

    Pagina 38

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.14

    L'impianto di messa a terra ha la funzione di collegare determinati punti, elettricamente definiti, con un conduttore a potenziale nullo. E’ il sistema migliore per evitare gli infortuni dovuti a contatti indiretti, ossia contatti con parti metalliche in tensione a causa di mancanza di isolamento o altro. L’impianto di terra deve essere unico e deve collegare le masse di protezione e quelle di funzionamento, inclusi i centri stella dei trasformatori per i sistemi TN, gli eventuali scaricatori e le discese contro le scariche atmosferiche ed elettrostatiche. Lo scopo è quello di ridurre allo stesso potenziale, attraverso i dispersori e i conduttori di collegamento, le parti metalliche dell’impianto e il terreno circostante. Per il collegamento alla rete di terra è possibile utilizzare, oltre ai dispersori ed ai loro accessori, i ferri dei plinti di fondazione. L’impianto di terra è generalmente composto da collettore di terra, i conduttori equipotenziali, il conduttore di protezione principale e quelli che raccordano i singoli impianti. I collegamenti devono essere sconnettibili e il morsetto principale deve avere il contrassegno di terra.

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.14.01 Conduttori di protezione

    ° 01.14.02 Sistema di dispersione

    ° 01.14.03 Sistema di equipotenzializzazione

    Impianto di messa a terra

    Pagina 39

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.14.01

    Conduttori di protezione

    Unità Tecnologica: 01.14

    Modalità di uso corretto: Generalmente questi conduttori vengono realizzati con un cavo di colore giallo-verde. L'utente deve controllare il serraggio dei bulloni e che gli elementi siano privi di fenomeni di corrosione.

    I conduttori di protezione principale o montanti sono quelli che raccolgono i conduttori di terra dai piani dell’edificio.

    Impianto di messa a terra

    Elemento Manutenibile: 01.14.02

    Sistema di dispersione

    Unità Tecnologica: 01.14

    Rappresentazione grafica e descrizione

    Dispersore

    Il sistema di dispersione ha il compito di trasferire le cariche captate dalle calate in un collettore interrato che così realizza un anello di dispersione.

    Impianto di messa a terra

    Pagina 40

  • Manuale d'Uso

    Modalità di uso corretto: Per gli organi di captazione si adoperano in linea di massima tondini e piattine in rame, o in acciaio zincato di sezione 50-70 mm quadrati: per la bandella piattine di sezione 30 x 40 mm, per motivi di rigidità metallica. Per le coperture metalliche gli spessori non devono essere inferiori a 10-20 mm per scongiurare perforazioni catalitiche. Una sezione doppia di quella degli organi di captazione si utilizza per le grondaie e le ringhiere; per le tubazioni e i contenitori in metallo si devono adoperare spessori di 2,5 mm che arrivano a 4,5 mm per recipienti di combustibili. Gli ancoraggi tra la struttura e gli organi di captazione devono essere fatti con brasatura forte, saldatura, bullonatura o con morsetti; in ogni caso occorre garantire superfici minime di contatto di 200 mm quadrati.

    Elemento Manutenibile: 01.14.03

    Sistema di equipotenzializzazione

    Unità Tecnologica: 01.14

    Modalità di uso corretto: Generalmente questi conduttori vengono realizzati con un cavo di colore giallo-verde. L'utente deve controllare il serraggio dei bulloni e che gli elementi siano privi di fenomeni di corrosione.

    I conduttori equipotenziali principali e supplementari sono quelli che collegano al morsetto principale di terra i tubi metallici.

    Impianto di messa a terra

    Pagina 41

  • Manuale d'Uso

    Unità Tecnologica: 01.15

    Insieme degli elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio avente funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio dal terreno sottostante e trasmetterne ad esso il peso della struttura e delle altre forze esterne. In particolare si definiscono fondazioni profonde o fondazioni indirette quella classe di fondazioni realizzate con il raggiungimento di profondità considerevoli rispetto al piano campagna. Prima di realizzare opere di fondazioni profonde provvedere ad un accurato studio geologico esteso ad una zona significativamente estesa dei luoghi d'intervento, in relazione al tipo di opera e al contesto geologico in cui questa si andrà a collocare.

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.15.01 Pali trivellati

    ° 01.15.02 Plinti su pali trivellati

    ° 01.15.03 Travi di collegamento in c.a.

    Opere di fondazioni profonde

    Pagina 42

  • Manuale d'Uso

    Elemento Manutenibile: 01.15.01

    Pali trivellati

    Unità Tecnologica: 01.15

    Modalità di uso corretto: L'utente dovrà soltanto accertarsi della comparsa di eventuali anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali.

    I pali di fondazione sono una tipologia di fondazioni profonde o fondazioni indirette che hanno lo scopo di trasmettere il carico della sovrastruttura ad uno strato profondo e resistente del sottosuolo, attraverso terreni soffici e inadatti, ovvero di diffondere il peso della costruzione a larghi strati di terreno capaci di fornire una sufficiente resistenza al carico. In particolare i pali trivellati vengono realizzati per perforazione del terreno ed estrazione di un volume di terreno circa uguale a quello del palo. I pali trivellati eseguiti direttamente nel terreno o fuori opera con varie tecniche.

    Opere di fondazioni profonde

    Elemento Manutenibile: 01.15.02

    Plinti su pali trivellati

    Unità Tecnologica: 01.15

    Modalità di uso corretto: L'utente dovrà soltanto accertarsi della comparsa di eventuali anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali.

    In generale si tratta di fondazioni su pali sospesi, impiegate in presenza di terreni molto cedevoli, dove le teste dei pali vengono collegate ai plinti isolati. I pali di fondazione sono una tipologia di fondazioni profonde o fondazioni indirette che hanno lo scopo di trasmettere il carico della sovrastruttura ad uno strato profondo e resistente del sottosuolo, attraverso terreni soffici e inadatti, ovvero di diffondere il peso della costruzione a larghi strati di terreno capaci di fornire una sufficiente resistenza al carico. In particolare i pali trivellati vengono realizzati per perforazione del terreno ed estrazione di un volume di terreno circa uguale a quello del palo. I pali trivellati eseguiti direttamente nel terreno o fuori opera con varie tecniche.

    Opere di fondazioni profonde

    Elemento Manutenibile: 01.15.03

    Travi di collegamento in c.a.

    Unità Tecnologica: 01.15

    Modalità di uso corretto:

    Sono travi di fondazione che devono assolvere alla finalità di collegare i plinti.

    Opere di fondazioni profonde

    Pagina 43

  • Manuale d'Uso

    L'utente dovrà soltanto accertarsi della comparsa di eventuali anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali.

    Pagina 44

  • Elementi di progetto_

    Strade_ Carreggiata_ Pavimentazione stradale in bitumi_ Marciapiede_ Segnaletica stradale verticale_ Cartelli segnaletici_ Sostegni, supporti e accessori vari _ Segnaletica stradale orizzontale_ Strisce longitudinali_ Opere di sostegno e contenimento_ Gabbioni_ Impianto acquedotto_ Tubi in polietilene alta densità (PEAD)_ Pozzetti_ Valvole a saracinesca (saracinesche)_ Impianto fognario_ Tombini_ Tubazioni in polietilene_ Pozzetti di scarico_ Vasche Imhoff_ Vasche di pioggia_ Rete gas_ Tubazioni in polietilene_ Impianto fotovoltaico_ Cassetta di terminazione _ Cella solare _ Inverter _ Quadro elettrico _ Strutture di sostegno_ Opere di fondazioni superficiali_ Plinti_ Cordoli in c.a._ Unioni strutture in acciaio per coperture fotovoltaiche_ Collegamenti con piastre di fondazione_ Saldature per acciaio_ Collegamenti a squadretta (travi: principale/secondaria)_ Strutture in elevazione in acciaio per coperture fotovoltaiche_ Pilastri_ Travi _ Impianto di illuminazione _ Lampade a vapore di mercurio_ Pali in acciaio_ Sbracci in acciaio _ Rifrattori _ Riflettori _ Impianto elettrico_ Canalizzazioni in PVC_ Fusibili_ Quadri di bassa tensione_ Impianto di messa a terra_

    Manuale d'Uso

    INDICE 01 pag. 3

    01.01 4

    01.01.01 5

    01.01.02 5

    01.01.03 5

    01.02 7

    01.02.01 8

    01.02.02 8

    01.03 9

    01.03.01 10

    01.04 11

    01.04.01 12

    01.05 13

    01.05.01 14

    01.05.02 14

    01.05.03 14

    01.06 16

    01.06.01 17

    01.06.02 17

    01.06.03 17

    01.06.04 18

    01.06.05 18

    01.07 20

    01.07.01 21

    01.08 22

    01.08.01 23

    01.08.02 23

    01.08.03 23

    01.08.04 24

    01.08.05 24

    01.09 26

    01.09.01 27

    01.09.02 27

    01.10 28

    01.10.01 29

    01.10.02 29

    01.10.03 30

    01.11 31

    01.11.01 32

    01.11.02 32

    01.12 33

    01.12.01 34

    01.12.02 34

    01.12.03 34

    01.12.04 35

    01.12.05 35

    01.13 36

    01.13.01 37

    01.13.02 37

    01.13.03 37

    01.14 39

    Pagina 45

  • Conduttori di protezione_ Sistema di dispersione_ Sistema di equipotenzializzazione_ Opere di fondazioni profonde_ Pali trivellati_ Plinti su pali trivellati_ Travi di collegamento in c.a._

    Manuale d'Uso

    01.14.01 40

    01.14.02 40

    01.14.03 41

    01.15 42

    01.15.01 43

    01.15.02 43

    01.15.03 43

    Pagina 46

  • PIANO DI MANUTENZIONE

    (Articolo 40 D.P.R. 554/99)

    MANUALE DI MANUTENZIONE

    Pagina 1

  • Manuale di Manutenzione

    Comune di:

    Provincia di:

    Acireale

    Catania

    Oggetto: PROGETTO ESECUTIVO PER LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA NELL'AREA PER GLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI VIA VOLANO - FASE 1

    Elenco dei Corpi d'Opera:

    ° 01 Elementi di progetto

    Pagina 2

  • Manuale di Manutenzione

    Elementi di progetto Unità Tecnologiche:

    ° 01.01 Strade

    ° 01.02 Segnaletica stradale verticale

    ° 01.03 Segnaletica stradale orizzontale

    ° 01.04 Opere di sostegno e contenimento

    ° 01.05 Impianto acquedotto

    ° 01.06 Impianto fognario

    ° 01.07 Rete gas

    ° 01.08 Impianto fotovoltaico

    ° 01.09 Opere di fondazioni superficiali

    ° 01.10 Unioni strutture in acciaio per coperture fotovoltaiche

    ° 01.11 Strutture in elevazione in acciaio per coperture fotovoltaiche

    ° 01.12 Impianto di illuminazione

    ° 01.13 Impianto elettrico

    ° 01.14 Impianto di messa a terra

    ° 01.15 Opere di fondazioni profonde

    Corpo d'Opera: 01

    Pagina 3

  • Manuale di Manutenzione

    Unità Tecnologica: 01.01

    Le strade rappresentano parte delle infrastrutture della viabilità che permettono il movimento o la sosta veicolare e il movimentopedonale. La classificazione e la distinzione delle strade viene fatta in base alla loro natura ed alle loro caratteristiche: - autostrade; - strade extraurbane principali; - strade extraurbane secondarie; - strade urbane di scorrimento; - strade urbane di quartiere; - strade locali. Da un punto di vista delle caratteristiche degli elementi della sezione stradale si possono individuare: la carreggiata, la banchina, il margine centrale, i cigli, le cunette, le scarpate e le piazzole di sosta. Le strade e tutti gli elementi che ne fanno parte vanno manutenuti periodicamente non solo per assicurare la normale circolazione di veicoli e pedoni ma soprattutto nel rispetto delle norme sulla sicurezza e la prevenzione di infortuni a mezzi e persone.

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.01.01 Carreggiata

    ° 01.01.02 Pavimentazione stradale in bitumi

    ° 01.01.03 Marciapiede

    Strade

    Pagina 4

  • Manuale di Manutenzione

    Elemento Manutenibile: 01.01.01

    Carreggiata

    Unità Tecnologica: 01.01

    REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

    01.01.01.R01 Accessibilità

    Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso

    La carreggiata deve essere accessibile ai veicoli ed alle persone se consentito.

    Livello minimo della prestazione: Dimensioni minime: - la carreggiata dovrà avere una larghezza minima pari a 3,50 m; - deve essere dotata di sovrastruttura estesa per una larghezza di 0,30 m da entrambi i lati della carreggiata.

    Classe di Esigenza: Sicurezza

    ANOMALIE RISCONTRABILI

    01.01.01.A01 Buche

    01.01.01.A02 Cedimenti

    01.01.01.A03 Sollevamento

    01.01.01.A04 Usura manto stradale

    MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

    01.01.01.I01 Ripristino carreggiata

    Riparazioni di eventuali buche e/o fessurazioni mediante ripristino degli strati di fondo, pulizia e rifacimento degli strati superficiali con l'impiego di bitumi stradali a caldo. Rifacimento di giunti degradati.

    Cadenza: quando occorre

    È la parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli. Essa può essere composta da una o più corsie di marcia. La superficie stradale è pavimentata ed è limitata da strisce di margine (segnaletica orizzontale).

    Strade

    Elemento Manutenibile: 01.01.02

    Pagina 5

  • Manuale di Manutenzione

    Pavimentazione stradale in bitumi

    Unità Tecnologica: 01.01

    REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

    01.01.02.R01 Accettabilità della classe

    Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica

    I bitumi stradali dovranno possedere caratteristiche tecnologiche in base alle proprie classi di appartenenza.

    Livello minimo della prestazione: I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno resistere all'azione di urti sulla faccia esterna ed interna, prodotti secondo le modalità riportate di seguito che corrispondono a quelle previste dalla norma UNI 9269 P: I livelli prestazionali delle classi di bitume maggiormente impiegato in Italia dovranno avere le seguenti caratteristiche: - Valore della penetrazione [x 0,1 mm] Metodo di Prova: UNI EN 1426 Classe 35/50: 35-50; Classe 50/70: 50-70; Classe 70/100: 70-100; Classe 160/220: 160-220. - Punto di rammollimento [°C] Metodo di Prova: UNI EN 1427 Classe 35/50: 50-58; Classe 50/70: 46-54; Classe 70/100: 43-51; Classe 160/220: 35-43. - Punto di rottura fraass - valore massimo [°C] Metodo di Prova: UNI EN 12593 Classe 35/50: -5; Classe 50/70: -8; Classe 70/100: -10; Classe 160/220: -15. - Punto di infiammabilita' - valore minimo [°C] Metodo di Prova: UNI EN ISO 2592 Classe 35/50: 240; Classe 50/70: 230; Classe 70/100: 230; Classe 160/220: 220. - Solubilita' - valore minimo [%] Metodo di Prova: UNI EN 12592 Classe 35/50: 99; Classe 50/70: 99; Classe 70/100: 99; Classe 160/220: 99. - Resistenza all'indurimento Metodo di Prova: UNI EN 12607-1 Classe 35/50: 0,5; Classe 50/70: 0,5; Classe 70/100: 0,8; Classe 160/220: 1. - Penetrazione dopo l'indurimento - valore minimo [%] Metodo di Prova: UNI EN 1426 Classe 35/50: 53; Classe 50/70: 50; Classe 70/100: 46; Classe 160/220: 37. - Rammollimento dopo indurimento - valore minimo Metodo di Prova: UNI EN 1427 Classe 35/50: 52; Classe 50/70: 48; Classe 70/100: 45; Classe 160/220: 37. - Variazione del rammollimento - valore massimo Metodo di Prova: UNI EN 1427 Classe 35/50: 11; Classe 50/70: 11; Classe 70/100: 11; Classe 160/220: 12.

    Classe di Esigenza: Controllabilità

    ANOMALIE RISCONTRABILI

    01.01.02.A01 Buche

    Si tratta di pavimentazioni stradali realizzate con bitumi per applicazioni stradali ottenuti dai processi di raffinazione, lavorazione del petrolio greggio. In generale i bitumi per le applicazioni stradali vengono suddivisi in insiemi di classi caratterizzate dai valori delle penetrazioni nominali e dai valori delle viscosità dinamiche. Tali parametri variano a secondo del paese di utilizzazione.

    Strade

    Pagina 6

  • Manuale di Manutenzione

    01.01.02.A02 Difetti di pendenza

    01.01.02.A03 Distacco

    01.01.02.A04 Fessurazioni

    01.01.02.A05 Sollevamento

    01.01.02.A06 Usura manto stradale

    MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

    01.01.02.I01 Ripristino manto stradale

    Rinnovo del manto stradale con rifacimento parziale o totale della zona degradata e/o usurata. Demolizione ed asportazione del vecchio manto, pulizia e ripristino degli strati di fondo, pulizia e posa del nuovo manto con l'impiego di bitumi stradali a caldo.

    Cadenza: quando occorre

    Elemento Manutenibile: 01.01.03

    Marciapiede

    Unità Tecnologica: 01.01

    ANOMALIE RISCONTRABILI

    01.01.03.A01 Buche

    01.01.03.A02 Deposito

    01.01.03.A03 Distacco

    01.01.03.A04 Mancanza

    01.01.03.A05 Presenza di vegetazione

    Si tratta di una parte della strada destinata ai pedoni, esterna alla carreggiata, rialzata e/o comunque protetta. Sul marciapiede possono essere collocati alcuni servizi come pali e supporti per l'illuminazione, segnaletica verticale, cartelloni pubblicitari, semafori, colonnine di chiamate di soccorso, idranti, edicole, cabine telefoniche, cassonetti, ecc..

    Strade

    Pagina 7

  • Manuale di Manutenzione

    MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

    01.01.03.I01 Pulizia

    Pulizia periodica delle superfici costituenti i percorsi pedonali e rimozione di depositi e detriti. Lavaggio con prodotti detergenti idonei al tipo di materiale della pavimentazione in uso.

    Cadenza: ogni mese

    01.01.03.I02 Riparazione pavimentazione

    Riparazione delle pavimentazioni e/o rivestimenti dei percorsi pedonali con sostituzione localizzata di elementi rotti o fuori sede oppure sostituzione totale degli elementi della zona degradata e/o usurata. Demolizione ed asportazione dei vecchi elementi, pulizia e ripristino degli strati di fondo, pulizia e posa dei nuovi elementi con l'impiego di malte, colle, sabbia, bitumi liquidi a caldo. Le tecniche di posa e di rifiniture variano in funzione dei materiali, delle geometrie e del tipo di percorso pedonale.

    Cadenza: quando occorre

    Pagina 8

  • Manuale di Manutenzione

    Unità Tecnologica: 01.02

    I segnali verticali si dividono nelle seguenti categorie: segnali di pericolo; segnali di prescrizione; segnali di indicazione; inoltre il formato e le dimensioni dei segnali vengono disciplinati dalle norme previste dal nuovo codice della strada. Le caratteristiche dei sostegni e dei supporti e materiali usati per la segnaletica dovranno essere preferibilmente di metallo. Inoltre, per le sezioni circolari, devono essere muniti di dispositivo inamovibile antirotazione del segnale rispetto al sostegno e del sostegno rispetto al terreno. I sostegni, i supporti dei segnali stradali devono essere protetti contro la corrosione. La sezione dei sostegni deve inoltre garantire la stabilità del segnale da eventuali sollecitazioni di origine ambientale (vento, urti, ecc.).

    REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)

    01.02.R01 Percettibilità

    Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica

    I segnali dovranno essere dimensionati e posizionati in modo da essere visibili dagli utenti della strada.

    Posizionamento dei segnali di indicazione in funzione delle velocità: - Velocità (km/h): 50 - Spazio di avvistamento (m): 100; - Velocità (km/h): 70 - Spazio di avvistamento (m): 140; - Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 170; - Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 200; - Velocità (km/h): 130 - Spazio di avvistamento (m): 150. Posizionamento dei segnali di indicazione in funzione delle velocità (Intersezioni con corsia di decelerazione) - Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 30; - Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 40; - Velocità (km/h): 130 - Spazio di avvistamento (m): 50. Posizionamento dei segnali di indicazione in funzione delle velocità (Intersezioni senza corsia di decelerazione) - Velocità (km/h): 50 - Spazio di avvistamento (m): 60; - Velocità (km/h): 70 - Spazio di avvistamento (m): 80; - Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 100; - Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 130. I segnali da ubicare lateralmente alla sede stradale devono essere posizionati a distanza < 30 cm e non > 100 cm dal ciglio del marciapiede e/o della banchina. I paletti di sostegno dei segnali devono essere posizionati a distanza non inferiore a 50 cm dal ciglio del marciapiede e/o della banchina. I segnali da ubicare lateralmente alla sede stradale devono avere un'altezza minima di 60 cm e massima di 220 cm. I segnali da ubicare lungo le strade non devono essere posizionati ad altezze >450 cm. I segnali da ubicare lungo i marciapiedi devono essere posizionati ad altezza minima di 220 cm. I segnali posizionati al di sopra della carreggiata devono avere un'altezza minima di 510 cm.

    Livello minimo della prestazione:

    Classe di Esigenza: Funzionalità

    01.02.R02 Rinfrangenza

    Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica

    I segnali dovranno avere caratteristiche di rifrangenza.

    I segnali potranno essere realizzati mediante applicazione di pellicole retroriflettenti con le seguenti classi di riferimento: -classe 1 (con normale risposta luminosa di durata minima di 7 anni); -classe 2 (ad alta risposta luminosa di durata minima di 10 anni).

    Livello minimo della prestazione:

    Classe di Esigenza: Funzionalità

    L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

    Segnaletica stradale verticale

    Pagina 9

  • Manuale di Manutenzione

    ° 01.02.01 Cartelli segnaletici

    ° 01.02.02 Sostegni, supporti e accessori vari

    Pagina 10

  • Manuale di Manutenzione

    Elemento Manutenibile: 01.02.01

    Cartelli segnaletici

    Unità Tecnologica: 01.02

    ANOMALIE RISCONTRABILI

    01.02.01.A01 Alterazione Cromatica

    01.02.01.A02 Corrosione

    01.02.01.A03 Usura

    MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

    01.02.01.I01 Ripristino elementi

    Ripristino e/o sostituzione degli elementi usurati della segnaletica con elementi analoghi così come previsto dal nuovo codice della strada. Rimozione del cartello segnaletico e riposizionamento del nuovo segnale e verifica dell'integrazione nel sistema della segnaletica stradale di zona.

    Cadenza: quando occorre

    Si tratta di elementi realizzati generalmente in scatolari di lamiera in alluminio e/o acciaio di spessori variabili tra 1,0 - 2,5 mm verniciati a forno mediante speciali polveri di poliestere opportunamente preparati a grezzo attraverso le operazioni di sgrassaggio, lavaggio, fosfatazione, passivazione e asciugatura ed infine mediante operazione di primer per alluminio a mano. Essi sono costituiti da sagome aventi forme geometriche, colori, simbologia grafica e testo con caratteristiche tecniche diverse a secondo del significato del messaggio trasmesso. In genere i segnali sono prodotti mediante l'applicazione di pellicole rifrangenti di classi diverse.

    Segnaletica stradale verticale

    Elemento Manutenibile: 01.02.02

    Sostegni, supporti e accessori vari

    Unità Tecnologica: 01.02

    Si tratta di elementi accessori alla segnaletica verticale utilizzati per il sostegno e/o il supporto degli stessi. Si possono riassumere in: staffe (per il fissaggio di elementi), pali (tubolari in ferro zincato di diametro e altezza diversa per il sostegno della segnaletica), collari (semplici, doppi, ecc., per l'applicazione a palo dei cartelli segnaletici), piastre (per l'applicazione di con staffe, a muro, ecc.), bulloni (per il serraggio degli elementi), sostegni mobili e fissi (basi per il sostegno degli elementi) e basi di fondazione. Essi devono essere realizzati con materiali di prima scelta e opportunamente dimensionati.

    Segnaletica stradale verticale

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  • Manuale di Manutenzione

    ANOMALIE RISCONTRABILI

    01.02.02.A01 Instabilità dei supporti

    01.02.02.A02 Mancanza

    MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

    01.02.02.I01 Ripristino stabilità

    Ripristino delle condizioni di stabilità, mediante l'utilizzo di adeguata attrezzatura, provvedendo al serraggio degli elementi accessori e/o alla loro integrazione con altri di analoghe caratteristiche. Gli interventi vanno considerati anche in occasione di eventi traumatici esterni (urti, atti di vandalismo, ecc.).

    Cadenza: quando occorre

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  • Manuale di Manutenzione

    Unità Tecnologica: 01.03

    Si tratta di segnali orizzontali tracciati sulla strada per regolare la circolazione degli autoveicoli e per guidare gli utenti fornendogli prescrizioni ed indicazioni per particolari compo