Introduzione · LABORATORIO (venerdì 14-17 Aula Blu 3 ... L'esame prevede una prova scritta...
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P. Montalbano - Sapienza Università di Roma
S
Politica Economia Internazionale e Sviluppo
AA 2016-17
Prof. PIERLUIGI [email protected]
Introduzione
P. Montalbano - Sapienza Università di Roma
Corso di Politica Economica Internazionale
& Sviluppo AA 2016-2017 CFU 6 (+3 Laboratorio)
Docente: Prof. Pierluigi Montalbano email: [email protected]
Sul web: http://pierluigimontalbano.site.uniroma1.it./
Sito web corso: http://www.coris.uniroma1.it/node/13003
Obiettivi formativi:
Obiettivo del corso è favorire una conoscenza specialistica dei principali temi della
politica economica internazionale e delle politiche per lo sviluppo economico
internazionale.
Al corso è collegato il Laboratorio su "Impresa Cooperativa nella Progettazione
per lo Sviluppo" (3 CFU). Per informazioni sul Laboratorio si rimanda
a http://www.coris.uniroma1.it/corso/14842.
P. Montalbano - Sapienza Università di Roma
Corso di Politica Economica Internazionale
& Sviluppo AA 2016-2017 CFU 6 (+3 Laboratorio)
Testi d'esame:
Montalbano P., Triulzi U. (2012), La Politica
Economica Internazionale: Interdipendenze,
istituzioni e coordinamento della governance
globale, UTET-Università, Novara.
Integrato da dispense, presentazioni .ppt ed
altro materiale didattico discusso durante il
corso e disponibile “on line” alla relativa
pagina web.
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Obiettivi didattici
Conoscenze e competenze che saranno acquisite:
Nozioni sull'Interdipendenza commerciale, monetaria,
finanziaria e dei lavoratori dell'economia globale;
Analisi dei principali modelli di coordinamento internazionale
della politica economica;
Obiettivi e politiche economiche delle istituzioni finanziarie
internazionali, delle agenzie delle Nazioni Unite e
dell'Organizzazione Mondiale del Commercio;
Obiettivi di sviluppo del Millennio ed il coordinamento per lo
sviluppo; Integrazione economia e commerciale e sviluppo.
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Struttura del corso
PARTE CARATTERIZZANTE (lunedì 13-16 Aula IX Giurisprudenza)
Dedicata alla descrizione della crescente interdipendenza economica tra
paesi e del loro coordinamento, all’illustrazione dei principali canali di
interrelazione, dei modelli, delle politiche e delle istituzioni economico-
finanziarie internazionali
LABORATORIO (venerdì 14-17 Aula Blu 3 – Marzo/Aprile)
APPROFONDIMENTI (venerdì 14-17 Aula Blu 3 – Maggio + Seminari TOL )
Parte dedicata alla trattazione di argomenti specifici e dei fenomeni che
caratterizzano lo scenario contemporaneo di politica economica
internazionale.
ESERCITAZIONI/PRESENTAZIONI
Articoli/casi-studio su alcuni temi chiave
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Struttura parte caratterizzante
Le lezioni della parte caratterizzante saranno articolate secondo i seguenti
argomenti:
Introduzione e Globalizzazione
L’Interdipendenza commerciale
L’interdipendenza dei fattori produttivi
L’interdipendenza monetaria
L’UEM
Istituzioni e coordinamento internazionale
Il coordinamento commerciale multilaterale e l’OMC
Il coordinamento per lo sviluppo e gli obiettivi del Millennio
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Struttura del Laboratorio
Il Laboratorio sarà articolato nei seguenti Moduli:
Modulo I : L'impresa cooperativa come strumento per lo sviluppo sostenibile (Identità e
principi delle imprese cooperative, Ruolo delle imprese cooperative nella crescita inclusiva
nei PVS, Il Movimento cooperativo internazionale, Il movimento cooperativo italiano, La
cooperazione internazionale tra imprese cooperative nei progetti delle Organizzazioni
internazionali).
Modulo II : Acceso ai fondi dell'UE per lo sviluppo del settore privato nei Paesi Terzi
(Principali strumenti finanziari dell'Azione Esterna dell'Unione Europea, Caratteristiche dei
programmi e Modalità di presentazione delle proposte progettuali)
Modulo III: Esercitazione nell'elaborazione da parte degli studenti di una proposta
progettuali di cooperazione internazionale che promuove la creazione o il sostegno di
imprese cooperative (Per l'elaborazione progettuale si utilizzeranno gli strumenti chiave del
Project Cycle Management, il Logical Framework, il Budget format, l'Application
Form,etc).
Gli studenti si eserciteranno su un bando reale e la proposta elaborata sarà effettivamente
sottoposta alla valutazione della Commissione Europea. I progetti elaborati dagli studenti del
Corso di Cooperazione e sviluppo nell'Unione Europea (negli AA 2014/15 e 15/16), hanno
ottenuto il finanziamento e sono attualmente in implementazione : Turchia (Bando Civil
Society Dialogue IV) e Iran (Bando CSO).
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Struttura Approfondimenti
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Modalità di valutazione della frequenza:
Gli studenti frequentanti potranno partecipare a delle
presentazioni in classe di articoli scientifici sui temi
di approfondimento che daranno diritto ad essere
esonerati da tale parte del programma per l'esame
finale.
Modalità di valutazione dell'apprendimento:
L'esame prevede una prova scritta propedeutica
integrata da un eventuale colloquio orale. Il mancato
superamento della prova scritta determina il mancato
superamento dell'esame.
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Cos’è la Politica Economica Internazionale?
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Qualche definizione:
L’Economia studia le modalità attraverso le quali individui, organizzazioni e società impiegano risorse scarse per produrre vari tipi di beni e servizi e imodi in cui li distribuiscono tra soggetti per soddisfare i bisogni attuali o futuri
La Politica economica studia il ruolo che lo stato svolge nei processi di produzione e distribuzione.
La Politica economica internazionale (PEI) analizza i flussi di produzione e distribuzione fra paesi, prendendo in considerazione il ruolo che giocanonon solo i governi nazionali, ma anche quelli internazionali, nonchè le istituzioni sovranazionali.
La PEI studia i modelli di interdipendenza (cooperativi e non cooperativi) e gli attuali meccanismi di governance mondiale
Cos’è la Politica Economica Internazionale?
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Lo sviluppo tecnologico, la liberalizzazione dei mercati, l’espansione della finanza internazionale e degli Investimenti diretti esteri, l’intensificarsi del fenomeno delle migrazioni; la circolazione globale delle informazioni hanno rivoluzionato il quadro concettuale entro il quale il decisore pubblico, a livello nazionale e locale, si trova ad operare
La politica economica si confronta oggi con un insieme di problemi e temi, la cui dimensione ed i cui risvolti economici e politico-sociali travalicano le competenze e le responsabilità dei singoli governi nazionali;
L’attuale interdipendenza economica solleva problemi a cui non è possibile dare una risposta sulla base dei soli interessi nazionali o ricorrendo a strumenti di politica economica nazionale;
PEI: Analisi e metodologie di intervento in grado di conseguire obiettivi internazionali (commerciali, monetari e finanziari ) di politica economica
Il contesto di riferimento della PEI
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La PE (in economia aperta) studia le interdipendenze economiche ed i vincoli dei
meccanismi di “cooperazione” dei sistemi economici in “interazione reciproca”
La PEI studia i modelli di interdipendenza (cooperativi e non cooperativi) e gli
attuali meccanismi di governance mondiale
L’IPE (International Political Economy) e/o GPE (Global Political Economy)
studia le relazioni internazionali fra Stati e mercati, nonché l’impatto di tali
relazioni sulla condotta degli Stati e sulla performance dei mercati
L’IPE/GPE sono discipline di analisi più recenti (affermatisi nell’ultimo
ventennio) generalmente ricomprese nell’ambito dei corsi di relazioni
internazionali
Ad esse viene riconosciuto il merito di aver elaborato un approccio integrato
all’analisi dell’economia politica delle relazioni fra Stati, da non confondere con
l’analisi dell’economia pura (o economia politica) e l’analisi della politica
economica (eventualmente estesa in ambito internazionale)
PE, PEI, IPE o GPE?
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Attualità del tema
P. Montalbano - Sapienza Università di Roma
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Globalizzazione e neo-protezionismo USA
Un’interpretazione diffusa del successo elettorale di Donald Trump ne attribuisce lacausa ai c.d. “perdenti della globalizzazione (i.e., operai e impiegati della classemedia il cui reddito è rimasto stagnante dalla fine degli anni Ottanta);
Stime dell’università di Stanford dimostrano, ad esempio, che la probabilità diguadagnare da adulti più dei propri genitori è scesa dal 90 al 50% per gli americaninati negli anni Sessanta.
Autor et al., (AER, 2013) mostrano che le aree USA più esposte alla competizionedelle importazioni cinesi, scontano disoccupazione più elevata, minorepartecipazione alla forza lavoro e salari ridotti (Colantone e Stanig, 2016, BocconiUniv, trovano risultati simili per Brexit).
Per chi vive in aree con specializzazioni produttive maggiormente esposte allacompetizione internazionale, la promessa di “protezione” risulta una rispostapolitica attraente.
Piano Trump: incremento barriere tariffarie sulle importazioni dal Messico e dalla
Cina; rinegoziazione dell’accordo di libero scambio nord americano (Nafta);
annullamento negoziato UE su Transatlantic Trade and Investment
Partnership (Ttip); ritiro degli Stati Uniti dall’OMC, incentivi solo a produzioni
100% USA
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Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪
Feenstra/Taylor
Il commercio è ragionevole?
Dio non ha donato tutti i prodotti in ogni luogo della terra, ma ha distribuito i Suoi doni in regioni diverse, in modo che gli uomini potessero coltivare una relazione sociale, poiché ognuno avrebbe avuto bisogno dell’aiuto dell’altro. E così Egli fece nascere il commercio così che tutti gli uomini potessero avere un godimento comune dei frutti della terra, indipendentemente da dove fossero prodotti
(Libanio, Antiochia 314-393 d.C., Orazioni III)
Poiché le risorse sono distribuite in modo diseguale nel mondo, i paesi devono commerciare per utilizzare tali risorse in modo efficiente;
Le differenze nei costi comparati dipendono anche da differenze nella dotazione fattoriale fra paesi.
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Quali sono i vantaggi dello scambio? Sono vantaggi comparati
(non assoluti) [David Ricardo (1817) The Principles of Political Economy
and Taxation]
Perché i paesi scambiano?
Gli USA sono più efficienti in entrambi le produzioni. Hanno convenienza a scambiare con UK?
Ricardo dimostra che anche gli USA mantengono una convenienza allo scambio. Qual è la dimostrazione del problema?
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LEGGE DEI VANTAGGI COMPARATI: SOLUZIONE
Costi opportunità:
• USA: produzione oraria: 6G o 4T;
• UK: produzione oraria: 1G o 2T;
Vantaggi scambio:
• USA guadagnano se: scambiando produzione oraria grano (6G) ottengono qT > 4;
• UK guadagnano se: per ottenere 6G cedono qT< 12 Perché?
Intervallo degli scambi: 4T<……<12T
Guadagno: 12T-4T= 8T
NB: Produttività relativa del lavoro USA
è circa 6 volte quella di UK nella
produzione di Grano, ma solo il doppio
nella produzione del tessuto (esistono
vantaggi comparati!)
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Non dovremmo rafforzare la produzione nazionale per mantenere l’occupazione?
«Il principio dei vantaggi comparati è innegabilmente vero ma
assolutamente non ovvio» (P.Samuelson: Premio Nobel
1970)»
Il commercio porta svantaggi redistributivi:
• determina guadagni reali per il fattore usato intensivamente nel bene esportato (il
cui prezzo relativo aumenta con l’apertura del commercio internazionale), e
perdite reali per i fattori utilizzati più intensivamente nei beni sostitutivi delle
importazioni
• alimenta conflitto di interessi fra gruppi sociali (e.g lavoratori nei PI e industrie
nascenti nei Pvs)
Perché i paesi non dovrebbero scambiare?
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Ha ragione Trump?
Commercio e salari nel breve periodo:
• I fattori specifici (che non possono spostarsi) dei settori di esportazione
ottengono profitti (il prezzo relativo del bene esportato aumenta)
mentre i fattori specifici dei settori di importazione subiscono una
perdita reale (modello a lavori specifici);
• Le variazioni dei guadagni seguono direzioni opposte e quindi
gli interessi di T e di K sono opposti (politiche redistributive);
• Se il lavoro è un fattore mobile, l’effetto è ambiguo: i salari reali
aumentano in termini di un settore, ma si riducono in termini
dell’altro (dipende dalle preferenze di consumo);
NB: I guadagni dei fattori specifici variano in percentuale più del
prezzo relativo (ci guadagnano o ci perdono di più), mentre le
variazioni dei salari pagati ai lavoratori sono meno estreme.
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Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪
Feenstra/Taylor
Commercio e salari nel lungo periodo (quando tutti i fattori
sono mobili)
• un aumento del prezzo relativo di un bene fa aumentare il
reddito reale del fattore usato intensivamente nella
produzione di quel bene e diminuire il reddito reale
dell’altro fattore (teorema di Stolper-Samuelson)
• Il fattore abbondante guadagna con il commercio mentre il
fattore scarso subisce perdite (modello di Heckscher-Ohlin)
• Negli USA il fattore abbondante è il lavoro qualificato
(paradosso di Leontief)
Ha ragione Trump?
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Ha ragione Trump?
Commercio e immigrazione
• (nel breve periodo: modello a lavori specifici) l’immigrazione
riduce i salari (a causa della maggior disponibilità di
manodopera);
• Porta però beneficio ai fattori specifici (proprietari del capitale e
della terra): quando i salari si riducono i profitti del capitale e
della terra aumentano;
• Nel lungo periodo: Teorema di Rybczynski tutti i fattori possono
muoversi fra i settori e l’immigrazione non ha effetto sui salari;
• I settori che usano intensivamente il lavoro possono espandersi,
mentre gli altri settori si contraggono, così che gli immigrati
sono impiegati senza nessuna riduzione dei salari.
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I rischi del protezionismo USA
Smoot-Hawley Tariff Act (Presidenza Hoover 1930), tipica politica beggar-thy-
neighbor, incrementò il dazio medio sulle importazioni USA di circa il 60%; 60
paesi misero in atto provvedimenti ritorsivi determinando il collasso del commercio
mondiale ed una riduzione delle esportazioni USA maggiore della riduzione delle
importazioni (!)
Gli economisti sono concordi che anche il «Piano Trump» potrebbe scatenare una
guerra commerciale con effetti depressivi sull’economia mondiale;
Secondo il Peterson Institute for International Economics «Il piano Trump» mette a
rischio circa 4m di posti di lavoro principalmente nei settori di vantaggio comparato
USA (IC&T; aerospazio; ingegneria, ecc.);
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Figure 1.4 Average Worldwide Tariffs, 1860–2000
Feenstra and Taylor: International Economics, Second EditionCopyright © 2011 by Worth Publishers
Barriere tariffarie al commercio di beni,
1860–2000
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