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Studi e Valutazioni Ambientali – a.a. 2008 / 2009 – Parte I / Maria Ioannilli STUDI E VALUTAZIONI AMBIENTALI INTODUZIONE Cronistoria dell'Environmental Assessment Evoluzione normativa della VIA Evoluzione normativa della VAS Lo sviluppo sostenibile VAS e sviluppo sostenibile VIA Metodologia generale di VIA I limiti della VIA rispetto allo sviluppo sostenibile VAS Fasi della VAS Metodi per la conduzione di una VAS La VAS di una POLITICA La VAS di un PIANO La VAS di un PROGRAMMA RAPPORTI TRA LA VIA E LA VAS

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Studi e Valutazioni Ambientali – a.a. 2008 / 2009 – Parte I / Maria Ioannilli

STUDI E VALUTAZIONI AMBIENTALI

INTODUZIONECronistoria dell'Environmental AssessmentEvoluzione normativa della VIAEvoluzione normativa della VASLo sviluppo sostenibileVAS e sviluppo sostenibile

VIAMetodologia generale di VIAI limiti della VIA rispetto allo sviluppo sostenibile

VASFasi della VASMetodi per la conduzione di una VASLa VAS di una POLITICALa VAS di un PIANOLa VAS di un PROGRAMMA

RAPPORTI TRA LA VIA E LA VAS

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

La Valutazione Ambientale nel suo complesso, anche nota come Environmental Assessment“EA”, è un istituto che sostanzialmente non ha mai variato nel tempo la filosofia che ne è alla base, anche se si è manifestato negli anni in forme diverse.

Il principio su cui si fonda è quello di “assicurare che le conseguenze di un certo processo di sviluppo siano previste fin dove possibile e prese in considerazione prima della decisione e ai fini della stessa”. (Convegno Fondazione Eni Enrico Mattei 2002.)

La semplicità dell’affermazione precedente nasconde le difficoltà che si sono inglobate negli anni, dovute al mutare dei bisogni al variare dei tempi, al tramutarsi delle problematiche e dei valori al cambiare della loro considerazione da parte della società civile, e all’evolversi delle modalità di esecuzione conformi a un processo di crescente complessità.

Cronistoria dell'Environmental Assessment

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

La considerazione dell’elemento ambientale all’interno del processo di valutazione a proposito delle conseguenze causate dall’esecuzione di una determinata “manifestazione di sviluppo”, è un atteggiamento di recente relativa acquisizione.

La valutazione ambientale, sia di una singola opera che quella più complessa di uno strumento di pianificazione o addirittura di una politica, ha iniziato ad affermarsi nel momento in cui l’opinione pubblica e il mondo politico si sono trovati costretti a prendere atto del fatto che da un lato l’ambiente era in condizioni obiettivamente gravi e dall’altro che l’esaurimento delle risorse naturali era divenuto più pressante di una vuota minaccia.

Si può a ragion veduta supporre, trovando conferma in letteratura, che la necessità di sollevare il problema dell’ambiente, sia nata tra gli Stati Uniti d’America e l’Europa all’inizio degli anni sessanta, a seguito della circolazione tra i prodromi dei futuri movimenti ecologisti, delle istanze filosofiche e culturali contenute nelle opere di autori come W. Whitman e R. W.Emerson negli Stati Uniti e W. Morris in Europa.

Cronistoria dell'Environmental Assessment

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

In letteratura sono enunciate quattro motivazioni per avallare la nascita della Valutazione Ambientale in questo periodo.

Per prima è elencata quella della diffusione nella società, attraverso i mezzi di comunicazione e la pubblicità, delle notizie concernenti la condizione dell’ambiente in seguito all’incremento dello sviluppo e delle attività tecnologiche.

Per seconda si trova affermata la crescente diffusione di quei “gruppi di pressione” che si dirigevano sia verso l’opinione pubblica che verso le autorità di governo, prima di tutto nel mondo anglosassone, Stati Uniti e Regno Unito in primis.

La terza motivazione riguarda l’uso delle risorse energetiche, dato che in quel periodo venivano alla luce scenari preoccupanti e poco rassicuranti relativamente al ridursi della capacità di riproduzione di determinate risorse, soprattutto quelle energetica, mineraria e forestale.

Un ultima motivazione, riguarda l’effetto cumulativo dei precedenti tre fattori all’interno degli Stati sviluppati occidentali, più suscettibili agli stimoli dell’opinione pubblica, e quindi avviando un dibattito serrato sui temi indicati in precedenza.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Si sono connesse sul tema della difesa ambientale, interpretato in questo contesto, tutte le problematiche

dello sfruttamento delle risorse, dell’inquinamento della natura e delle conseguenze ricadenti sulla salute umana.

Queste proposte incominciarono ad essere rappresentate a tutti i livelli politici, generando la necessità di produrre momenti di discussione internazionale per la preparazione di un ordinamento “ad hoc”, che non avesse influito sulle potenzialità di crescita.

L’improcrastinabilità delle questioni in difesa dell’ambiente sono state origine di forte pressione dell’opinione pubblica sulle autorità politiche, tali da condurre quest’ultime a emanare i provvedimenti che prevedessero meccanismi di controllo sull’inquinamento e lo sfruttamento, fino ad allora indiscriminato, delle risorse.

La prima nazione ad inserire all’interno della propria legislazione dei provvedimenti che hanno risposto ai quesiti precedentemente esposti è stata gli Stati Uniti d’America.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Il primo di questi documenti risale alla fine degli anni sessanta negli Stati Uniti: il NationalEnvironmental Policy Act “NEPA”, adottata precisamente il 31 dicembre 1969.Con questo documento si intende comunemente la nascita della “moderna” valutazione ambientale.

All’interno del NEPA è stabilito l’obbligo di includere in ogni proposta di legge, o in ogni altra azione federale che ha effetti rilevanti sulla qualità dell’ambiente umano, una dichiarazione dettagliata, che prende il nome di Environmental Impact Statement ”EIS”,riguardo

all’impatto ambientale dell’azione in esame, agli effetti inevitabili dovuti all’esecuzione della stessa, alle possibili alternative alle risorse

che dovrebbero essere utilizzate per l’attuazione dell’azione proposta.Nel NEPA risiedono, inoltre, anche delle indicazioni che lo rendono comprensivo sia della valutazione ambientale riguardo ai singoli interventi, come è canonicamente intesa la “valutazione d’impatto ambientale”, che di quella relativa ad azioni di pianificazione, quindi riguardo ad iniziative strategiche.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Promulgata la norma, in seguito, fu istituito un organo di consulenza e coordinamento, il Council for Environmental Quality “CEQ”, con il compito di redigere le direttive per l’esecuzione del provvedimento da parte delle agenzie federali.

Cuore delle direttive era proprio la procedura che occorreva seguire nelle diverse situazioni di valutazione dell’ambiente. Queste informazioni furono fondamentali per permettere l’implementazione da parte dei Paesi Europei delle metodologie che stavano sviluppando circa l’Environmental Assessment.

A conclusione dell’azione politica degli Stati Uniti a favore delle problematiche ambientali è da ricordare l’istituzione, sempre nel 1970, dell’Environmental Protection Agency “EPA”, come Agenzia per la Tutela dell’Ambiente che tuttora sovraintende, controlla e valuta negli USA quelle che sono le procedure di Valutazione Ambientale.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

I legami economici e sociali tra gli Stati Sviluppati hanno permesso una rapida diffusione sia della filosofia alla base dell’EA, sia delle metodologie che erano di volta in volta utilizzate.In questa diffusione, però, era in qualche modo evidente la mancanza di un confronto internazionale, necessario se si contestualizza la sola portata geografica delle problematiche all’attenzione.

Accomunati, quindi, dalle medesime motivazioni e spinti dalla necessità di un confronto globale si attiva un meccanismo di discussione a livello mondiale.

L’interesse internazionale, anche a seguito di tali considerazioni, si mostra a partire dai primi anni settanta, come testimoniano i documenti, con la convocazione della Prima Conferenza sull’Ambiente delle Nazioni Unite “UNEP”, che si conclude con la “Dichiarazione di Stoccolma sull’Ambiente umano” del 16 giugno 1972.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

In chiusura dello stesso anno la Comunità Europea convoca due incontri: il primo è il Vertice di Parigi, il secondo è la Conferenza di Bonn, entrambi per discutere della protezione ambientale come priorità politica. A seguito di quest’ultimo è emesso e adottato il primo di una serie di Programmi di Azione Ambientale.

Dapprima senza fondamento giuridico, sono affiancati successivamente dall’Atto Unico Europeo del 1986, che traccia l’azione in materia ambientale da parte della comunità, e dal Trattato di Maastricht del 1992, che caratterizza più specificatamente la politica del pensierocomunitario circa l’ambiente.

Il passaggio inverso, quello di interiorizzazione della discussione avviata a livello internazionale, e in altre parole quello dell’emissione in ambito nazionale delle leggi a protezione dell’ambiente, riguarda inizialmente soprattutto le nazioni che stavano cominciando ad occuparsi di tali questioni nel periodo adiacente ai primi anni settanta.

In particolare a partire dai già ricordati Stati Uniti, anche se con caratteristiche non omogenee tra loro, prendono le mosse procedimenti legislativi da parte di diverse nazioni che avviano l’introduzione di una procedura di Valutazione degli Impatti Ambientali, meglio nota come “VIA”.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Riportiamo rapidamente quelli che sono gli stati e gli anni di riferimento della “moderna” valutazione ambientale considerata nel complesso.

Il Canada adotta già nel 1973 una direttiva del governo circa il processo di valutazione ambientale dall’esauriente titolo “Cabinet Directive on the Environmental AssessmentReview Process”.

In Australia è nel 1974 che è emanata una norma a riguardo della tutela ambientale dal titolo “Environmental Protection Impact of Proposal Act”.

In Nuova Zelanda, invece è emesso nel 1979 un documento che contempli a livello nazionale, le tematiche di protezione ambientale affrontate in ambito internazionale, attraverso l’adozione del “National Development Act”.

Per quello che riguarda i paesi della Comunità europea, è in Francia che troviamo testimonianza delle prime norme a riguardo della salvaguardia dell’ambiente, tale questione è affrontata negli “Etudes d’Impact” contenuti all’interno della legge 76-629 del 1976.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

La Repubblica Federale Tedesca, invece, adotta nel 1976 una decisione del Gabinetto Federale che introduce un esame di compatibilità ambientale delle misure pubbliche prese dalle autorità, incluse proposte di legge, regolamenti, atti amministrativi, programmi e progetti.

Solo a distanza di molti anni troviamo traccia di una norma, che ha validità per tutti gli stati membri dell’Unione europea, contenuta nella Direttiva 85\337\CEE del 1985, che cerca di omogeneizzare le caratteristiche della valutazione d’impatto ambientale all'interno della Comunità.

Non sono da dimenticare le esperienze legislative sulla Valutazione d’Impatto Ambientale condotte da Paesi in via di Sviluppo; la prima riguarda la Colombia nel 1974, mentre la seconda il Venezuela nel 1976, infine il Brasile, con una legge del 1980, che la prevede seppure con applicabilità limitata.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Negli studi condotti dalla Commissione delle Comunità europee per la sua definizione era stato inizialmente previsto di rendere obbligatoria la procedura di VIA non solo per i progetti di nuove opere, ma anche per i piani territoriali e urbanistici, per i progetti di legge ed i nuovi prodotti da introdurre sul mercato.

Questa impostazione "estesa" è stata invece rivista, in fase di stesura definitiva della normativa, limitando il campo di applicazione della procedura di VIA ai soli nuovi progetti di intervento.

La Direttiva elencava, nell’Allegato I, i progetti che dovevano essere obbligatoriamente essere sottoposti a valutazione e, nell’Allegato II, quelli su cui gli stati nazionali avrebbero dovuto fornire una propria indicazione diretta in merito alla valutazione.

La direttiva ignorava comunque il rapporto tra procedure di valutazione e processi di formazione degli strumenti di pianificazione, ciò che costituisce elemento centrale del dibattito intorno ai limiti ed alle potenzialità delle procedure di valutazione.

Evoluzione normativa della VIA

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

La formulazione della Direttiva Comunitaria ha fatto sì che a livello internazionale si adottassero diverse procedure, diversificate per obiettivi e metodologie

L'Olanda, nel 1986, è la prima nazione ad applicare la nuova Direttiva europea, approvando una norma ampliata con particolare riferimento alla valutazioni da effettuare sui piani. L'elemento centrale della norma olandese è costituito dal raffronto delle alternative e valutazione dei relativi impatti, al fine di determinare la migliore soluzione, in termini ambientali, da realizzare

L'Italia, il 10 agosto 1988, ha emanato il DPCM n. 377: "Regolamento delle procedure di compatibilità ambientale di cui all'art. 6 della Legge 8 luglio 1986, n. 349, recante istituzione del Ministero dell'ambiente e norme in materia di danno ambientale". Nel DPCM 377/88 vengono sottoposti a VIA solo i progetti di cui all'allegato I della direttiva 337/85/CEE, mentre non si fa cenno alcuno ai progetti di cui all'allegato II.

Le norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formulazione dei giudizi di compatibilità sono specificate nel DPCM 27/12/88, successivamente modificato e integrato (per talune categorie di opere) dal DPR 2 settembre 1999, n. 348

Evoluzione normativa della VIA

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Dopo i richiami da parte comunitaria per l'incompleta applicazione della direttiva, lo Stato italiano ha emanato il DPR 12/4/96, recante: "Atto di indirizzo e coordinamento per l'attuazione dell'art. 40, comma 1, della Legge 22 febbraio 1994, n. 146, concernente disposizioni in materia di valutazione d'impatto ambientale". Con il DPR 12/4/96 viene conferito alle regioni ed alle province autonome il compito di attuare la direttiva 337/85/CEE per tutte quelle categorie di opere, elencate in due allegati, A e B, non comprese nella normativa statale, ma previste dalla direttiva comunitaria.

La direttiva 337/85 viene modificata con la direttiva 97/11/CE che, pur non imponendo nuovi obblighi, amplia gli elenchi dei progetti da sottoporre a VIA: le opere comprese nell'allegato I passano da 9 a 20; relativamente alle opere previste dall'allegato II la nuova direttiva lascia libertà agli Stati membri di optare o per un criterio automatico basato su soglie dimensionali oltre le quali scatta la procedura, o un esame caso per caso dei progetti.

Il 27 dicembre 1999 è entrato in vigore il DPCM 3 settembre 1999 in tema di VIA Regionale che introduce nuove opere (e ne modifica altre) da sottoporre alla procedura valutativa locale. Il provvedimento modifica gli allegati A e B del DPR 12 aprile 1996 introducendo 12 nuove categorie di opere.

Evoluzione normativa della VIA

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Per quanto attiene a questa parte dell'istituto della valutazione ambientale, la sua primordiale definizione in ambito normativo è da far risalire come per la VIA alla promulgazione del NEPA statunitense.

In questo documento infatti, è previsto che vengano valutati gli impatti ambientali delle azioni di pianificazione contenenti i susseguenti interventi progettuali a cui sarebbe stata applicata successivamente la procedura di VIA.

Successivamente a questo iniziale momento, è riscontrabile nella normativa internazionale una disparità di tempi, metodi e natura nella definizione dell'istituto procedurale relativo alla VAS.

Per consentire una comprensione omogenea dello sviluppo del quadro normativo di riferimento, affronteremo questa analisi principalmente in campo comunitario, in quanto un'analisi delle differenze legislative sviluppatesi all'interno dei singoli stati membri renderebbe complesso tracciare il quadro evolutivo della VAS.

Quadro evolutivo normativo della VAS

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

In ambito europeo la questione rimasta indiscussa nella direttiva relativa alla VIA del 1985, riguardo alla opportuna valutazione ambientale delle azioni di pianificazione, non è trascurata nel periodo successivo alla sua pubblicazione.

Il primo documento comunitario che presenta uno sforzo di uniformare la variegata normativa nazionale nel campo della valutazione ambientale, è riconducibile alla direttiva 92/43/CEE del Consiglio delle Comunità europee, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali, seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.

In questa direttiva è previsto nell'art. 6 al terzo paragrafo che "qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito ma che possa avere incidenze significative su tale sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, forma oggetto di una opportuna valutazione dell'incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del medesimo" (Direttiva Habitat, 1992).

Quadro evolutivo normativo della VAS

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Il contenuto di tale affermazione fa presagire la necessità immantinente di una normativa specifica a cui sottoporre azioni di pianificazione, attraverso l'istituzione di una procedura adeguata di valutazione.

I lavori per la redazione di una direttiva normalizzatrice in campo europeo dei problemi relativi alla valutazione di azioni di indirizzo strategico delle attività di sviluppo, si possono ripercorrere attraverso il resoconto degli incontri ufficiali in cui sono state emendate le proposte di direttiva per la valutazione degli effetti di certi piani e programmi sull'ambiente.

Questo appena citato è proprio il titolo di una serie di proposte di direttiva senza valore legale, le COM(96)511 e COM(99)73, che vengono prodotte in attesa della stesura finale di quella che è la direttiva comunitaria sulla VAS.

Quadro evolutivo normativo della VAS

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

La prima di queste proposte risale al 1996, mentre la seconda è del 1999. In questi documenti è analizzato il significato dell'istituto della VAS, con le relative correzioni e miglioramenti che sono poi servite a confezionare una posizione comune da parte dei paesi membri della comunità, relativamente agli obiettivi, alla natura e al ruolo che doveva competere a una struttura valutativa come la VAS.

Questo percorso si conclude il 27 giugno 2001, quando il Parlamento Europeo e il Consiglio approvano la Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente.

Secondo il testo della direttiva, la valutazione ambientale di determinati piani e programmi è funzionale all’obiettivo di “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile” (Direttiva 42/2001/CE, 2001).

Quadro evolutivo normativo della VAS

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Appare evidente all'interno della direttiva come, nell’impostazione dell’Unione Europea, la valutazione del piano non si limita ai soli impatti determinati dalla sommatoria dei progetti e degli interventi riconducibili al piano stesso, ma prende in considerazione la coerenza fra obiettivi del piano ed obiettivi “strategici” di tutela ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario e nazionale.

Uno scenario di valutazione quindi, nel quale la valutazione strategica assolve al compito di verificare la coerenza delle proposte programmatiche e pianificatorie con gli obiettivi di sostenibilità dello sviluppo, definendo priorità di intervento e criteri di insediamento in grado di minimizzare le conseguenze e gli impatti a livello strategico ma anche a livello locale.

In questo contesto è previsto espressamente che continui ad essere effettuata la VIA applicata ai singoli progetti, in quanto dovuta anche a valle della valutazione strategica del piano o programma nel quale i progetti sono inseriti, soprattutto in funzione del fatto che si trova ad operare a un livello prevalentemente locale.

Un livello, tuttavia, importantissimo, in quanto adeguato a evidenziare criteri e soluzioni progettuali in grado di garantire un inserimento effettivamente compatibile del progetto nell’ambiente coinvolto.

Quadro evolutivo normativo della VAS

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

In sostanza, la valutazione strategica come nelle intenzioni della direttiva, rappresenta il livello entro cui riportare il confronto sulle grandi opzioni strategiche.

Ciò valutando attraverso una formulazione tecnica ad esempio di “se” e “quanto” potenziare una determinata relazione infrastrutturale, e con quali conseguenze sugli assetti macroterritoriali, e sui più generali obiettivi di sostenibilità del settore.

Questa impostazione procedurale consegna alla successiva valutazione di progetto la definizione di soluzioni "ottimizzate" sotto il profilo dell’impatto territoriale e ambientale, e quindi di rispondere alle successive questioni di “dove” e “come” realizzare l'intervento.

Quadro evolutivo normativo della VAS

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Il concetto di sviluppo sostenibile ha iniziato il suo percorso di elaborazione e definizione internazionale,già nel corso della Conferenza di Stoccolma del 1972 a chiusura della “Prima Conferenza sull’Ambiente delle Nazioni Unite

Si è poi affermato in forma chiara a livello mondiale con il Rapporto Brundtland del 1987, e in finis all’interno della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo svoltasi a Rio de Janeiro nel 1992.

la Conferenza di Stoccolma è considerata una delle tappe fondamentali del pensiero su sviluppo ed ambiente globale, ed ha determinato la presa di coscienza dei problemi ambientali a livello internazionale.In risposta alla crescente preoccupazione dell’opinione pubblica sul deteriorarsi delle condizioni ambientali e di vita furono elaborati un Piano di Azione contenente 109 diverse raccomandazioni, e una dichiarazione recante 26 principi su diritti e responsabilità dell’uomo sull’ambiente globale.

Lo Sviluppo Sostenibile - Definizione di Sviluppo Sostenibile

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

In questi ultimi è affermata la necessità di integrazione nelle attività umane e nelle politiche dei seguenti principi guida:

libertà, uguaglianza e diritto ad adeguate condizioni di vita;appropriata pianificazione, gestione e protezione delle risorse naturali della terra per il beneficio delle generazioni presenti e future;mantenimento e ripristino della capacità della terra di produrre risorse rinnovabili vitali;sostegno alla conservazione della natura durante il processo di pianificazione dello sviluppo economico.

Durante tale conferenza fu fondato l’UNEP (United Nations Environment Programme”), come organismo dell’ONU avente il compito di programmazione ambientale, per:

fungere da catalizzatore per le politiche ambientali;indirizzare la coscienza mondiale;coordinare le politiche ambientali delle varie agenzie delle Nazioni Unite e dei vari governi;coordinare le azioni delle comunità scientifiche ed economiche e delle associazioni ambientaliste.

Lo Sviluppo Sostenibile - Definizione di Sviluppo Sostenibile

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Nel 1983 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dato vita ad una commissione indipendente con il compito di formulare delle raccomandazioni, per un’agenda globale per il cambiamento.

In questo contesto dovevano essere esaminate ed analizzate le cause della crisi che accomunavano l’ambiente e lo sviluppo e dovevano essere proposte linee guida per azioni di intervento concrete e realistiche.

Il proponimento che si intendeva affermare con i lavori di tale commissione, era di proporre alle amministrazioni governative internazionali una strategia che consentisse di raggiungere uno sviluppo sostenibile entro l’inizio del terzo millennio.

Lo Sviluppo Sostenibile - Definizione di Sviluppo Sostenibile

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Un passaggio importante per l’evoluzione della valutazione ambientale è da ritenere inserito nei primi anni Ottanta. In quel momento è chiaro che il percorso avviato nel decennio precedente non si era esaurito, anzi aveva attivato la richiesta di maggiori sforzi e impegni concreti, e ancora più esplicitamente era cresciuto il confronto tra gli Stati industrializzati e quelli in via di sviluppo sul piano della definizione di un nuovo modello di crescita, che avrebbe cercato un equilibrio tra la tutela dell’ambiente e il diritto allo sviluppo.

Una proposta di soluzione fu espressa da un Comitato di Ricerca patrocinato dalla Commissione delle Nazioni Unite per l’Ambiente e lo Sviluppo “UNECED”, che pubblicò le conclusioni dei lavori sotto forma di rapporto nel 1987.

Nello stesso anno la World Bank dichiara l'assunzione formale della considerazione dei fattori ambientali all'interno del proprio meccanismo decisionale, a supporto delle discussioni in corso circa la predisposizione di un innovativo modello di sviluppo.

In particolare questo principio è espresso attraverso la considerazione che ‘‘environmental issues must be addressed as part of overall economic policy rather than project-by-project’’ (Brundtland, 1987).

Lo Sviluppo Sostenibile - Definizione di Sviluppo Sostenibile

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Studi e Valutazioni Ambientali – a.a. 2008 / 2009 – Parte I / Maria Ioannilli

DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Il rapporto della commissione prese il nome di “Our Common Future” o “Rapporto Brundtland”, in cui furono enunciati 22 nuovi principi per il raggiungimento dello sviluppo sostenibile e la raccomandazione dell’integrazione di questi all’interno di leggi nazionali o in documenti che specificassero i diritti e i doveri dei cittadini.

All’interno si evidenzia il concetto di prevenzione, in contrapposizione al deterioramento progressivo dell’ambiente dovuto principalmente allo sviluppo economico incontrollato, e la consapevolezza che azioni tipo le valutazioni d’impatto erano da supportare con alternative di sviluppo ragionato.

Il risultato a cui ci si riferiva, quindi, era di concertare la crescita economica con la salvaguardia dell’ambiente, sia su scala locale che globale, e sia nel breve e nel lungo periodo.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

All’interno è affermato che lo Sviluppo Sostenibile è quello “sviluppo che risponde alle necessità del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le proprie esigenze”, (Rapporto Brundtland, 1987).

In questa visione di sostenibilità del progresso, assume maggiore importanza la fase di valutazione dello stesso. Infatti, utilizzando questo momento di verifica, si è in grado di rafforzare il principio di prevenzione \ previsione e quello altrettanto importante di responsabilizzazione degli attori chiamati a proporre \ approvare un progetto o uno strumento di programmazione, e in fondo di evidenziare l’importanza dell’informazione dei privati anche su scelte di livello più alto come programmi o politiche.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

La Conferenza tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, è la più complessa ed estesa organizzata dalle Nazioni Unite.

Nella dichiarazione a conclusione dei lavori, composta di un preambolo e 27 principi, sono date indicazioni volte a promuovere un più sano ed efficiente rapporto tra uomo e ambiente. Ogni tipo di attività dell’uomo, infatti, sia essa economica, sociale o culturale, dipende dalla qualità delle interrelazioni tra la società e la natura, in quanto la crescita economica di per se non basta e lo sviluppo è reale solo se migliora la qualità della vita.

È conseguente la necessità che le attività umane si attengano ad un modello di sviluppo che sostenga il loro progresso in armonia con l’intero pianeta, anche nei confronti di un futuro molto lontano.In questa ottica è raffinata la definizione di Sviluppo Sostenibile, ed è affermato che per sviluppo sostenibile s’intende un miglioramento di qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi alla base.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Una tale forma di sviluppo presuppone la conservazione dell’equilibrio globale e del valore del patrimonio naturale, innescando un meccanismo di ridefinizione dei criteri e degli strumenti atti all’analisi costi/benefici nel breve, medio e lungo periodo. Tutto ciò affinché fossero rispecchiate le conseguenze, il valore socio-economico reale dei consumi, la conservazione del patrimonio naturale e una distribuzione e uso più equo delle risorse.

Durante la conferenza di Rio sono stati redatti 5 documenti formali:convenzione sui cambiamenti climatici (regolamentazione emissione gas-serra)convenzione sulla biodiversitàdichiarazione di principio sulle foresteRio Declaration Environment and DevelopmentAgenda XXI

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

In particolare da questo ultimo documento emerge la consapevolezza del fatto che programma così ambizioso e complesso non può realizzarsi se non coinvolgendo anche il livello decisionale più basso, vale a dire con l’impegno delle comunità locali: Regioni, Province e Comuni.

L’Agenda 21 Locale (A21L), come è definita nei documenti, è un modo di costruire la programmazione orientata alla sostenibilità attraverso metodi e strumenti interdisciplinari, partecipativi, informativi e responsabilizzanti.Il fondamento metodologico dell’Agenda 21 locale risulta definito come integrazione del fattore ambientale all’interno dell’economia di tutti i settori.

I passi di ordine generale con cui si articola il processo sottinteso dal documento, sono:coordinamento di tutte le azioni di “audit” ambientale;

creazione di Forum per la partecipazione responsabile di tutti i “portatori di interesse”;definizione delle strategie a medio e lungo termine;adozione dei Piani di Azione Ambientale comprendenti i programmi operativi e le eventuali azioni concrete;verifica e controllo dell’attuazione e dell’efficacia del Piano.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

La dimensione temporale del programma espresso attraverso Agenda 21 rappresenta un piano di azione per lo sviluppo sostenibile da adottare durante il XXI secolo. Al suo interno vengono quindi prima enunciate le strategie e in seguito le azioni da compiere per limitare il degrado dell’ambiente e per promuovere uno sviluppo compatibile con esso.

Questo documento è stato firmato da 150 paesi del globo, i quali si sono impegnati secondo i suddetti principi e obiettivi ad analizzare le problematiche ambientali in rapporto all’economia, alla società ed alla cultura, secondo tematiche specifiche, generali ed intersettoriali.

Dato il livello amministrativo, di dettaglio comunale, a cui ci si richiama quando si pensa all’esecuzione dei principi enunciati nell’Agenda 21, si è resa necessaria la convocazione, per ogni Stato, di un coordinamento tra tutte le realtà locali alle quali sta a cuore la sostenibilità delle proprie azioni.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

In Italia la nascita del Coordinamento delle Agende 21 Locali è datato 1999, con la pubblicazione della “Carta di Ferrara”, documento ufficiale di adesione delle autorità locali firmatarie all’altro documento, stavolta di valenza europea, che è la “Carta di Aalborg”, punto di partenza per l’attivazione di una agenda 21 locale europea.

Nella Carta di Ferrara è descritta l’organizzazione delle Conferenze Regionali e gli obiettivi di queste. In particolare è dichiarato che in ogni conferenza è previsto che sia fornita una visione chiara delle esigenze di ciascuna regione in termini di sostenibilità urbana attraverso l’analisi dei progressi fatti e degli ostacoli incontrati dalle autorità locali nell’implementazione delle proprie politiche e dei piani di azione verso uno sviluppo sostenibile.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Non ritenendo sufficiente l’interscambio di informazioni e delle esperienze all’interno del panorama delle autorità locali italiane, viene fondato un Coordinamento Nazionale delle Amministrazioni Locali che si impegna principalmente a:

Promuovere i processi di Agenda 21 Locale in Italia;Monitorare, diffondere e valorizzare le esperienze positive in corso, al fine di identificare “modelli” di riferimento a livello comunale, provinciale e regionale;Favorire e potenziare lo scambio di informazioni sui temi relativi all’Agenda 21 Locale tra gli Enti pubblici e gli operatori coinvolti;Attivare momenti di formazione per gli Organismi pubblici e centri di ricerca esteri e italiani;Facilitare e promuovere occasioni di per la costituzione di “partenariati” su progetti di Agenda 21 Locale e candidature a progetti europei;Sviluppare aree di ricerca, confronto e approfondimento tematico su temi di rilevante interesse nell’attivazione del processo A21L;Sollecitare il coinvolgimento e la partecipazione delle amministrazioni pubbliche all’interno delle reti europee e internazionali;Concorrere alla costruzione di un “contributo” italiano al movimento internazionale A21L;Operare una ricognizione periodica e una conseguente diffusione di informazioni riguardo attività e studi condotti.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Alle riunioni di questo Coordinamento sono accettate, in qualità di osservatori, anche le partecipazioni di Enti e Organismi della società civile impegnati nella promozione e nel sostegno di attività di A21L.

Il lavoro svolto dalle varie realtà locali all’interno del contesto più generale della A21L, ha portato a definizioni sempre più stringenti riguardo i principi fondamentali della sostenibilità.

I criteri che occorrono alla definizione di sostenibilità non sono solamente ambientali, ma anche economici, sociali e istituzionali; essa è sentita come qualcosa di incompatibile non solo con il degrado delle risorse naturali, ma con la povertà, il declino economico, la violazione della libertà e la dignità umana.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

È possibile, quindi, elencare per ognuno dei diversi settori il corrispettivo concetto di sostenibilità:Sostenibilità ambientale intesa come

capacità mantenere nel tempo qualità e riproducibilità delle risorse materiali;mantenimento dell’integrità dell’ecosistema per evitare che l’insieme degli elementi da cui dipende la vita sia alterato;preservazione della diversità biologica;

Sostenibilità economica intesa comeCapacità di generare, in modo duraturo, reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione;Eco-efficienza dell’economia intesa, in particolare come uso razionale ed efficiente delle risorse;Riduzione dell’impiego delle risorse non rinnovabili;

Sostenibilità sociale intesa comeCapacità di garantire condizioni di benessere umano e accesso alle opportunità (sicurezza, salute, istruzione…);Distribuzione della suddetta in modo equo tra gli strati sociali, generazionali e tra le comunità attuali e quelle future

Sostenibilità istituzionale intesa comeCapacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, informazione, formazione e giustizia.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

È possibile, quindi, elencare per ognuno dei diversi settori il corrispettivo concetto di sostenibilità:Sostenibilità ambientale intesa come

capacità mantenere nel tempo qualità e riproducibilità delle risorse materiali;mantenimento dell’integrità dell’ecosistema per evitare che l’insieme degli elementi da cui dipende la vita sia alterato;preservazione della diversità biologica;

Sostenibilità economica intesa comeCapacità di generare, in modo duraturo, reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione;Eco-efficienza dell’economia intesa, in particolare come uso razionale ed efficiente delle risorse;Riduzione dell’impiego delle risorse non rinnovabili;

Sostenibilità sociale intesa comeCapacità di garantire condizioni di benessere umano e accesso alle opportunità (sicurezza, salute, istruzione…);Distribuzione della suddetta in modo equo tra gli strati sociali, generazionali e tra le comunità attuali e quelle future

Sostenibilità istituzionale intesa comeCapacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, informazione, formazione e giustizia.

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

In letteratura è riconosciuta l’importanza dell’integrazione delle considerazioni ambientali nel processo di redazione delle decisioni strategiche, come una chiave decisiva per l’implementazione del concetto di sostenibilità nel suo complesso. In quest’ottica ricopre un ruolo essenziale uno strumento come la valutazione ambientale dei processi strategici di modificazione dell’esistente.L’approccio comunemente considerato fondamentale, è rivolto verso l’obiettivo di assicurare una “full integration of relevant iusses in the total environment including biophysical, economic, social and political consideration” (Partidario, 1996)

In particolare la VAS è rappresentata come un dispositivo di inestimabile potenzialità circa l’inserimento delle questioni ambientali nel processo decisionale e nei confronti delle azioni di perseguimento degli obiettivi di sostenibilità.

C’è stata in letteratura, e ancora persiste, un’attenzione sostanziale sul contributo che la VASsarebbe in grado di dare ai più svariati obiettivi dello sviluppo sostenibile.

VAS e Sviluppo Sostenibile

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Com’è stato affermato nelle pubblicazioni scientifiche, tuttavia, è importante sottolineare che la sostenibilità non è inequivocabile. L’evoluzione di questo concetto indica che i problemi ambientali non sono fenomeni nuovi, e che il dato di notevole attualità è la loro mutevolezza.

I tipi di problemi ambientali, il modo di come sono stati percepiti e le iniziative che sono state attivate per indirizzarle sono cambiate con il tempo e stanno continuando a farlo costantemente.

In questa situazione di variabilità, è possibile definire per l’ambiente naturale delle caratteristiche sostenibili in maniera teorica, come le capacità di carico che possono essere prese a riferimento, ma non è sempre possibile realizzare una singola interpretazione di che cosa possa costituire lo sviluppo sostenibile, essendo manifestazione di differenti preferenze e interessi diversi, e questa indeterminatezza potrebbe inficiare una scelta razionale adeguata.

VAS e Sviluppo Sostenibile

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DALLA COMPATIBILITÀ ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Questa genericità si è verificata anche perché le finalità non sono costanti, stabili o esogene.

Gli individui e le organizzazioni implicate nei processi che si occupano delle valutazioni ambientali, hanno spontaneamente preferenze contraddittorie e i loro interessi possono contrastare con altri obiettivi, possono cambiare col tempo e possono essere sconosciuti rispetto al futuro.

Allo stesso tempo, l'esperienza di determinate questioni e delle loro manifestazioni possono influenzare i traguardi, in modo che si sviluppino e siano considerati efficacemente nel processo decisionale.

Le conseguenze dei predetti fattori assumono una rilevanza fondamentale per la valutazione ambientale strategica, influenzando i meccanismi di definizione delle caratteristiche da analizzare, in particolare quando ci si riferisce alla pianificazione del territorio.

VAS e Sviluppo Sostenibile