Intervista al grande matematico

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Intervista al grande matematico Sulle tracce del grande matematico tedesco Carl Friedrich Gauss (Braunschweig 1777 – Gottinga 1855) per ripercorrere insieme a lui la storia di una grande passione ... rondoni Irene - Matematiche elementari dal punto di vista superiore 2009-201

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Intervista al grande matematico. Sulle tracce del grande matematico tedesco Carl Friedrich Gauss ( Braunschweig 1777 – Gottinga 1855) per ripercorrere insieme a lui la storia di una grande passione. Frondoni Irene - Matematiche elementari dal punto di vista superiore 2009-2010. - PowerPoint PPT Presentation

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Intervistaal grande matematico

Sulle tracce del grandematematico tedesco Carl Friedrich Gauss

(Braunschweig 1777 – Gottinga 1855)

per ripercorrere insieme a lui

la storia di una grande passione ...

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Tutto di lei è importante!

Ci racconti della sua famiglia e della

sua infanzia ...

Sono figlio unicodi genitori operai;la mia famiglia era

di bassa estrazione sociale.Eppure sin dai primi

anni tutti rimasero impressionati dalla

spiccata intelligenza che dimostravo.

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So di essere cresciuto in modo davvero precoce; da sempre ho affermato e ritenuto di aver saputo contare prima ancora di aver imparato a parlare!

Posso affermarlo con certezza:

a soli 3 anni infatti ne diedi una stupefacente dimostrazione, mentre

affiancavo mio padre in un momento di lavoro ...

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Mentre infatti stava contando la sua paga da operaio, con le banconote e i vari conti per le mani, mi accorsi che il suo risultato riportava un errore, e fui in grado (a soli 3 anni!) di suggerirgli la cifra corretta!

Nessuno mi aveva mai insegnato a far di conto,

eppure il mio risultato, sotto lo scetticismo di mio

padre, si rivelò del tutto esatto!

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Il suo percorso scolastico sarà allora stato diverso dal normale...I miei genitori in effetti scelsero

di inserirmi in una classe di aritmetica a soli 10 anni; il

maestro era solito dare a tutta la classe problemi da risolvere,

ed un giorno ci chiese il risultato della somma di tutti i

numeri da 1 a 100.I miei compagni impiegarono

diverso tempo per svolgere tutte quelle addizioni, mentre io

consegnai la mia tavoletta con su inciso il risultato dopo pochi

minuti ... Frondoni Irene - Matematiche elementari dal punto di vista superiore 2009-2010

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Il maestro mi guardò con occhio scettico tutta l’ora,

quando infine dovette ammettere l’esattezza del

mio risultato.Come del resto ero convinto

che fosse!

Allora il maestro si risolse, per dar spazio a questa

insolita precocità, a regalarmi un libro di aritmetica, al

quale io mi dedicai.Lo lessi in brevissimo tempo;

sì, la matematica era il mio forte!

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Quest’uomo fu per te maestro e guida?Diciamo che seppe sapientementestimolare le mie potenzialità... Mi

diede infatti la possibilità di studiare con il suo assistente

Johann Martin,ragazzo di 17 anni, quando io ne

avevo ancora solo 10! Con lui studiai a fondo i libri messi a disposizione dal nostro maestro;

facevo del mio meglio per ripercorrere le dimostrazioni

contenute nel libro, arrivando a riscriverne non poche di mio

pugno, perfezionate e migliorate!

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A quando i primi passi in pubblico?

A 14 anni fui presentato al Duca di Brunswick in persona!

Egli rimase talmente impressionato dalle mie capacità da divenire mio

personale protettore.Mi finanziò infatti il soggiorno

nel grande Collegio Carolinum, dove potei ampliare e

approfondire le mie qualità e le mie conoscenze.

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E così, a soli 14 anni, con il mio studio ero arrivato a conoscere

tutti i teoremi studiati dai più grandi matematici del tempo, portandomi così già molto in

alto.

Fu così allora che compiuti i 18 anni entrai alla prestigiosa

Università di Gottinga, dove ebbi modo di fare molte delle mie più importanti scoperte.

Studiai ad esempio un teorema al quale nessuno dei matematici

contemporanei aveva saputo dare soluzione, dando così la

prima dimostrazione della cosiddetta legge di reciprocità

quadratica.Frondoni Irene - Matematiche elementari dal punto di vista superiore 2009-2010

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Quale delle sue scoperte la soddisfa di più?

Senz’altro il lavoro che condussi sulla costruzione dei

poligoni.Se infatti sin dal mondo greco i

matematici di sempre si convinsero che vi fosse un dato

limite per costruire poligoni con gli strumenti canonici, riga e compasso, io seppi superare

quel limite,escogitando un metodo per costruire proprio

con riga e compasso un poligono regolare a 17 lati

inscritto in una circonferenza!Frondoni Irene - Matematiche elementari dal punto di vista superiore 2009-2010

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Indicai e classificai i vari tipi di poligoni ed i relativi metodi

di costruzione.

Chiesi peraltro, quando fui più avanti nell’età, che questo poligono di mia scoperta, chiamato eptadecagono, fosse inciso sulla mia tomba ad opera di uno scalpellino.Ma questo mio desiderionon fu rispettato, perl’incapacità dell’artigianoa replicare con la dovutaprecisione questa figurageometrica.

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E quando capì d’essere nato per diventare matematico?

Se non da subito, date le notevoli capacità, senza

dubbio fu per me determinante lo studio che

condussi sui numeri primi di Fermat, con la dimostrazione del teorema dei numeri primi

e la formulazione di quello sui numeri triangolari.

Da lì capii e decisi di intraprendere la carriera di

matematico.Frondoni Irene - Matematiche elementari dal punto di vista superiore 2009-2010

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Chi era il primo a conoscere i suoi successi?

Non ero solito diffondere i miei risultati.

Ero un amante del rigore e della perfezione, nessuna delle mie

dimostrazioni veniva resa pubblica se non scritta in modo

assolutamente rigoroso. Annotavo le mie scoperte sul mio diario

scrivendole in maniera criptica.Quel che ho sempre desiderato in

fondo era la tranquillità,volevo essere lasciato in pace nel mio

elaborare concetti e giungere a scoperte matematiche.

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Così come le sue capacità, anche la sua personalità sembra avere dell’eccezionale...

La mia testa era affollata da pensieri matematici, ne

era costantemente occupata.

Ho vissuto in modo modesto, non cercavo

affatto la popolarità. Ero piuttosto un amante del rigore, della precisione,

forse quasi vittima del perfezionismo.

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Questo era ben evidente nelle mie dimostrazioni e

nei miei elaborati: perfezionate in tutto.Ma in fondo, così ero

solito dire,“quando un bell’edificio è terminato non bisogna

più vedere i ponteggi sulla facciata!”

Non tutti però apprezzavano questo mio modo d’essere...

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Era ben visto dai suoi colleghi? Qual’era la sua fama?Mi si attribuiva una personalità

complessa, enigmatica e contraddittoria.

Riguardo al mio perfezionismo non poche sono state le

espressioni di scarso apprezzamento...

Molti trovavano i miei procedimenti, puliti e rigorosi,

come un insieme di rigidi passaggi, freddi, uno strato di ghiaccio da rompere prima di

poter capire.Frondoni Irene - Matematiche elementari dal punto di vista superiore 2009-2010

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Un matematico mi definì, molto più

raffinatamente,“una volpe che cancella le sue impronte lasciate

sulla sabbia”...

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I suoi meriti sono comunque notevoli e indubbi.

Sì, non lo si nega. Sono stati a me dedicati un asteroide,

1001Gaussia, ed un cratere lunare, Gauss.

Mi si riconosce inoltre come l’ultimo dei matematici

classici, per il tipo di problemi ai quali mi sono dedicato, ma allo stesso tempo il primo dei

matematici moderni, per la scelta e l’uso di metodi di

risoluzione decisamente moderni.

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Gauss è infatti ricordato tra i più

importanti matematici della storia, avendo

contribuito in modo decisivo

all’evoluzione delle scienza

matematiche, fisiche e naturali.

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Tratto da:“I matematici“

autori vari -Edizioni Ghisetti e Corvi

(per il profilo di Gauss:Ian Stewart)

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