Intervista a Flaviano Patrizi

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Intervista di Gianluca Martone a Flaviano Patrizi su alcune questioni emergenti dalla testimonianza della dott.sa Gloria Polo: aborto, divorzio, genitorialità, reincarnazione, edonismo, novissimi, assenza di Dio.

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Flaviano Patrizi e Gianluca Martone

Intervista a Flaviano Patrizi Su alcune questioni emergenti dalla testimo-

nianza della dott.sa Gloria Polo

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© 2011 by Flaviano Patrizi

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Introduzione

Mi chiamo Flaviano Patrizi, sono il curatore del-la versione letteraria spagnola e italiana della testi-monianza della dottoressa Gloria Po-lo1 (vd. immagine a destra), una den-tista colombiana che nel 1995 a segui-to di una folgorazione visse due espe-rienze di premorte che la portarono

alle porte del cielo e dell’inferno. Vide nel Libro della vita la propria vita terrena ed incontrò Gesù che le diede il comando di raccontare a nostro vantaggio “mille volte mille”2 ciò che vide.

Nel mio studio Illusione o realtà3 (vd. immagine a sinistra), oltre a offrire un primo punto di vista teo-logico cattolico che cerca di rendere ragione dell’eterogeneità religiosa delle esperienze di pre-morte, dimostro che quella della Polo è un autenti-co e verificabile viaggio nell’aldilà. Le verità ogget-

tive della fede cattolica, da lei soggettivamente sperimentate nell’aldilà, rifulgono nella sua testimonianza caricate di un potente afflato profetico. Mi auguro che esso possa trasparire dalle rispo-ste da me date alle importanti domande che il giornalista Gianluca

1 FLAVIANO PATRIZI (a cura di), Sono stata alle porte del cielo e dell’inferno. Nuova testimonianza della dottoresse Gloria Polo, Himmel Associazione, 2011 [ONLINE]. 2 Ivi, p. 59. 3 FLAVIANO PATRIZI, Illusione o realtà, studio critico della testimonianza della dottoressa Gloria Polo e le esperienze di premorte, Himmel Associazione, 2014, [ONLINE].

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Martone mi ha rivolto. Colgo l’occasione per ringraziarlo per avermi offerto l’occasione di essere utile.

A conclusione permettetemi una brevissima nota metodologi-ca: si tenga conto che nelle note a fondo pagina il rimando biblio-grafico alla testimonianza di Gloria Polo segue l’impaginazione dell’edizione cartacea curata dalla Associazione Himmel.

Flaviano Patrizi

Per chi desiderasse leggere la testimonianza della dottoressa

Gloria Polo curato dal dott. Flaviano Patrizi, Sono stata alle porte del cielo e dell’inferno. Nuovo testimonianza della dott.sa Gloria Polo e il libro di Flaviano Patrizi, Illusione o realtà. Studio critico sulla testimonianza di Gloria Polo e le esperienze di premorte, ed essere aggiornato sulle te-stimonianze di Gloria Polo in Italia, rimandiamo alla pagina Fa-cebook a lei dedicata: https://www.facebook.com/Gloria-Polo-268186619894579/ o ai recapiti della “Associazione Himmel”: 3205612481, [email protected].

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Domande e risposte

L’aborto Dott. Patrizi, nella testimonianza di Gloria

che lei ha curato, leggiamo diverse pagine relati-ve all’aborto, Da lei definito come il crimine più orribile. Quanto è attuale questa immane tragedia, tenendo presente che, dal 1978 ad oggi, in virtù della scellerata legge 194, sono stati uccisi sol-tanto in Italia 6 milioni di bambini innocenti?

Per giungere a definire l’aborto «omicidio di un essere umano» non occorre fare appello alla fede e alla morale cristiana, ma è sufficiente riconoscere il «diritto naturale» secondo il quale il feto, fino dalla fecondazione naturale, ossia fino dalla costituzione del-lo zigote o diploide, possiede un diritto oggettivo, primario, ina-lienabile all’esistenza. Quando la Chiesa nei suoi documenti magi-steriali insegna la morale naturale non impone dogmi da credere, ma propone verità razionalmente accessibili a tutti gli uomini4.

Per cui noi cattolici nel difendere la vita nascente dobbiamo innanzitutto promuovere la morale naturale su cui si fonda il di-ritto naturale e successivamente presentare a chi ce lo chiede il meraviglioso progetto di Dio per l’uomo.

Dobbiamo seguire necessariamente questa sequenza operativa, altrimenti non potremmo mai iniziare un dialogo proficuo con i nostri fratelli che hanno una visione della vita nascente differente

4 Cfr. DARIO COMPOSTA s. d. b., Aborto e diritto naturale, in “Cristianità”, n. 13 di marzo-aprile, 1975.

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dalla nostra, rimanendo comunque sempre pronti a fare quello che ci dice san Pietro nella sua prima lettera, e cioè: «rispondere a chiunque domandi ragione della speranza» (1Pt 3,15) che è in noi «con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza» (1Pt 3,16a).

Per assolvere a questo nostro secondo compito nell’essere di-fensori della vita nascente ecco che ci viene in aiuto anche la vi-sione sull’aborto della dottoressa Gloria Polo. Anzi, direi di più: per un cattolico che desideri difendere la vita nascente è molto importante conoscere anche l’esperienza mistica della dottoressa Gloria Polo.

L’importanza della visione sull’aborto della dottoressa Gloria Polo non dipende dal fatto che apporta delle “novità” alla dottri-na cattolica - anzi, non ne apporta alcuna – ma dal fatto che, con-formemente alla missione degli autentici profeti di Dio, la sua vi-sione svolge la seguente duplice funzione5:

1) fa risplendere le verità del deposito della fede Cattolica ne-gate dalla cultura contemporanea,

2) e mette in guardia dalle nefaste conseguenze derivanti della negazione di tali verità. Conseguenze che non solo sono personali ma anche sociali quando la negazione della verità, cioè il peccato, è sociale.

Andiamo allora a conoscere nel dettaglio quello che ha da dire la Polo sull’aborto. Leggeremo alcuni brani tratti dalla testimo-nianza di Gloria. Sono visioni che Gloria ebbe guardando nel Li-bro della vita durante il suo giudizio particolare. È bene sapere che Gloria nel Libro della vita non solo rivide gli eventi della sua vita come lei stessa li visse e li comprese durante la sua vita terre-na, ma vide anche ciò che i suoi occhi non furono in grado di ve-dere: la dimensione spirituale del suo vissuto.

5 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, n. 66-67.

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Una delle visione più terribili della sua esperienza mistica è proprio quella riguardante l’aborto che compì quando aveva 16 anni. Vi avverto che è una visione cruda, ma questa è la realtà che il Signore nella sua sapienza non ha censurato a Gloria e desidera venga fatta conoscere:

«Certamente l’aborto fu il peggiore peccato che commisi!» 6. «Vidi […] come mio figlio fu fatto a pezzi»7. […] «Vidi inoltre uscire dal mio corpo alcuni pezzettini del mio bambino che era quasi totalmente formato. La mia creatura innocente fu raggiunta, senza compassione alcuna, dalla pinza del medico, che gli strappò prima un brac-cetto, poi una gambina; gli amputò e schiacciò la testa e lasciò cadere il mio bebè fatto a pezzi in un secchio rosso di plastica nel quale l’infermiera contò i fram-menti. Quando i pezzettini del mio bambino caddero nel secchio rosso, fecero schizzare il sangue e alcuni schizzi sporcarono il camice del dottore che con-tinuò il suo lavoro come se niente fosse»8.

È proprio questo l’aborto nella sua materialità, ma c’è molto di più. Gloria continua il suo racconto infatti descrivendo la vera realtà spirituale del suo aborto così come le si presentò nel Libro della vita:

«Quando il medico […] prese (il mio bambino) con la tenaglia e lo mutilò, il bambino gridò nonostante l’assenza degli organi vocali. Avrebbe gridato, anche se avesse avuto solo un secondo di

6 FLAVIANO PATRIZI, Sono stata alle porte del Cielo e dell’Inferno, p. 41. 7 Ivi, p. 40. 8 Ivi, p. 41.

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vita e la sua vita indifesa fosse stata per spegnersi a causa di una pillola abortiva, perché la sua anima era già matura, piena-mente adulta, e fatta a immagine e somiglianza di Dio, sommersa dallo Spirito Santo che esce dal Cuore stesso di Dio»9. «Mio figlio sarebbe stato un chiamato al sacerdozio. Compresi che l’aborto è uno dei motivi della carenza di vocazioni: noi mamme le uccidia-mo nel nostro grembo»10.Vidi il mio bambino gridare cosí forte, tanto che il suo urlo rimbombò nel cielo; tutta la creazione tremò; e il Signore, inchiodato alla croce, gridò e pianse amaramente»11.

Questo grido risulta silenzioso ai più, ma diventa assordante per chi vuole sentirlo. E allora è sconvolgente, ma ciò che adesso leggeremo lo è forse ancora di più:

«[…] Vidi migliaia e migliaia di demonî felici, gioire degli abor-ti. Un branco di demonî inferociti. Avete presente uno stadio di calcio alla finale della coppa del mondo? Peggio! Aveste visto com’erano contenti!

Compresi allora come l’aborto provocato – non quello spon-taneo – sia un sacrificio umano a Satana. Esso è, infatti, il piú abominevole di tutti i peccati, poiché prevede l’uccisione di una creatura innocente e indifesa»12.

Comprendete ora meglio, cosa intendessi dire nell’introdu-zione a questo mia domanda quando affermavo che è molto im-portante per un cattolico conoscere anche la visione sull’aborto della dottoressa Gloria Polo. Tali contenuti non potrete trovarli in nessun trattato di bioetica, perché questa che ci è stata data è una conosceva mistica irraggiungibile attraverso l’utilizzo dalla meto-dologia di indagine scientifica della bioetica. È una visione profe-

9 Ibidem. 10 Testimonianza di Gloria Polo nel duomo di Jesi, 13/04/2015. 11 FLAVIANO PATRIZI, Sono stata alle porte del Cielo e dell’Inferno, p. 41. 12 Ibidem.

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tica della vera gravità dell’aborto. Questa consapevolezza mistica dovrebbe animare il nostro essere difensori della vita nascente.

Bisogna ulteriormente specificare che l’aborto non è il fine dell’azione satanica, ma un mezzo attraverso il quale Satana ac-quista più potere sull’uomo. Sentiamo Gloria:

«Nel Libro della vita vidi ancora un gigantesco palazzo, il pa-lazzo della lussuria, edificato da tutti gli aborti ispirati dal Demo-nio; […] essi soddisfano il suo bisogno di sacrifici umani che gli conferiscono un ulteriore potere sull’uomo»13.

L’immagine che ha avuto Gloria è potentemente eloquente: il palazzo è simbolo del nuovo potere satanico derivante dai sacrifi-ci umani. Il palazzo è detto “della lussuria” perché la lussuria è il vizio che, slegando la sessualità dalla procreazione, apre le porte all’aborto.

Ma sentiamo ancora Gloria come descrive con un’altra imma-gine il nuovo potere satanico derivante dagli aborti:

«Il sangue di questi innocenti […] è come se fosse una chiave che permette al Demonio di aprire le serrature dei portali infernali dai quali poter fare uscire ogni tipo di demonî […] che oggigiorno sta infettando l’umanità». «Questi demonî, messi insieme, sono come un gigantesco essere mostruoso e perverso. Noi tutti su-biamo la loro spaventosa azione decristianizzante»14.

Capite che terribile potere hanno questi nuovi demonî? Le conseguenze del peccato dell’aborto non si fermano sulle persone in esso implicate… L’umanità cade più facilmente preda del pote-re suggestionante di demonî che hanno missioni specifiche:

«La loro missione principale è quella di distruggere il baluardo di Dio nell’umanità: la Chiesa e i sacerdoti, attaccandoli per mez-

13 Ibidem. 14 Ibidem.

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zo dei demonî piú potenti e terribili. I sacerdoti sono odiati a morte perché attraverso la loro funzione santificatrice, d’insegnamento e di governo proteggono l’intera umanità. […] Questi demonî terribili vogliono portare gli esseri umani all’aberrazione totale, schiavizzandoli completamente col manipo-lare una delle potenze piú grandi donate da Dio all’uomo: la ses-sualità. Essi cercano di alterarla indebolendo la virtù della castità, spingendo alla perdita del pudore, alla promiscuità sessuale, all’omosessualità e alla bisessualità»15.

Ecco allora che pare normale che i nostri figli possano cresce-re indottrinati fin dalla primissima scolarizzazione dall’ideologia gender, quella secondo cui il genere maschile o femminile della persona non è determinato dal sesso di nascita, ma è una libera scelta! Pare normale che a questi bambini venga insegnata la ma-sturbazione. Pare normale credere che vi sia un fantomatico “di-ritto al figlio” tale da giustificare il ricorso di una coppia omoses-suale ad un utero in affitto o a un donatore eterologo. Pare nor-male la fecondazione eterologa in vitro e la soppressione degli ovuli fecondati sovranumerali. Pare normale che una persona na-ta uomo ed eterosessuale, pur conservando il sesso maschile, combatta perché le venga riconosciuta l’appartenenza al genere femminile e continui ad essere attratto sessualmente solo dalle donne. Pare normale che una coppia omosessuale voglia che la loro unione venga giuridicamente riconosciuta equivalente al ma-trimonio. Ripeto ancora una volta: il peccato dell’aborto non si ferma sulle persone che lo commettono, ma permette che si dif-fondano peccati ancor più abominevoli di quelli commessi a So-doma e Gomorra.

Ora che abbiamo presentato sinteticamente la terribile visione di Gloria Polo sull’aborto e le gravissime conseguenze sociali di questo tremendo peccato, dobbiamo domandarci: Come aiutare

15 Ivi 42.

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noi stessi e i nostri fratelli? Come evitare che il nostro misericor-diosissimo e buonissimo Dio, papà amorevole e provvidente di tutti noi uomini, non perda figli e figlie, sì carnefici ma creati per il cielo. La risposta è: prima di tutto lasciandosi salvare da Gesù.

1) Lasciarci salvare da Gesù significa accogliere, in questo tempo di misericordia che è la vita terrena, il suo amore incom-mensurabile per ognuno di noi. Amore che elargisce sia alla vitti-ma che al carnefice. Questo amore ha il potere di trasformare la nostra vita e di contrastare l’azione demoniaca in noi e nei nostri fratelli.

2) Lasciarci salvare da Gesù significa anche abbandonarci completamente a Dio, cioè: avere una filiale obbedienza alla sua volontà, la quale esige anche la riparazione al peccato dell’aborto. E allora, come riparare all’aborto?

«Riparare significa, nel caso di un furto, restituire il maltolto. Nel caso dell’aborto il maltolto è la vita del bambino. Allora vi domando: è possibile restituire la vita al bambino ucciso? No. Ciò che dobbiamo comprendere, allora, è che la riparazione dell’aborto è umanamente impossibile. Ma non perdetevi di co-raggio. Ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio. Infatti, è Dio stesso che aggiunge alla nostra buona volontà ciò che a essa manca perché possa essere realmente efficace»16. Cosa può fare allora chi si è macchiato di questo orrendo crimine? «Innanzitutto è necessario confessarsi sacramentalmente […]. Poi dobbiamo […] non peccare piú (Gv 8, 11)»17. E come può riparare anche chi non ha contribuito ad un aborto? «( Ingegnandosi) con amore a salvare bambini dall’aborto»18.

16 Ivi, p. 43. 17 Ibidem. 18 Ibidem.

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Divorzio Dott. Patrizi, Gloria nella sua testimonian-za parla anche con grande attenzione del

dramma del divorzio, problematica di cui si è di-scusso anche nel recente Sinodo dei vescovi. Alla luce del Vangelo e dell’esperienza della dottoressa Gloria Polo, quanto è importante difendere la sa-cralità del matrimonio e la famiglia, in un perio-do storico come quello attuale, in cui vi è un forte attacco al nucleo basilare della nostra so-cietà?

Il termine divorzio, dal latino divórtium (derivato da divórsus, volto in diversa parte), significa separazione. Il termine indica propriamente lo scioglimento di un matrimonio validamente con-tratto quando sono ancora in vita i coniugi. Si distingue dalla se-parazione, che non implica la possibilità di nuove nozze, e dalla dichiarazione di nullità, la quale riconosce che il vincolo coniugale non è mai esistito per la mancanza di alcune condizioni essenziali al suo costituirsi. Il divorzio è una vera piaga della società per questo nel Nuovo Testamento Gesù non concede alcuna possibi-lità di rompere il vincolo agli sposi19. Nell’esperienza di premorte

di Gloria la questione del divorzio ha un posto molto rilevante.

te persone dice Gloria mi no detto: “Ma sú, Dio perdona to. Se perdona persino un no che, pentito, si confessa, perché non dovrebbe perdonare chi feli-

cemente si è rifatto una famiglia?”. Fratelli miei, una nuova unio-ne stabile extraconiugale è un adulterio continuo»20. Troppo spes-

19 Si veda Mc 10,11;Lc 19,18; Mt 5,32; Mt 19,9, 1Cor. 20 FLAVIANO PATRIZI, Sono stata alle porte del Cielo e dell’Inferno, p. 48.

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so l’adulterio è creduto un nulla. In realtà con il peccato di adulte-rio vengono infranti tutti i dieci comandamenti21 e Gloria nella sua testimonianza li passa in rassegna uno ad uno per far com-prendere quanto sia vera quest’affermazione. Ciò che lei dice ser-ve a risvegliare quel qualche cosa che è dentro di noi. Non utilizza grandi parole o cose difficili da capire, ma tutto il contenuto fa parte di cose sensate che anche la nostra coscienza potrebbe dirsi. Ricordiamo però, che chi le dice ha vissuto una esperienza di viaggio nel purgatorio sulla cui verificabile autenticità ho dedicato un libro22, per cui leggiamole con atteggiamento raccolto, pensan-do a chi le dice. Quando Gloria sofferma la sua attenzione alla re-lazione tra l’adulterio, peccato a cui espone il divorzio, e il quinto comandamento, “non uccidere”, dice che: «l’adulterio uccide in svariati modi. L’adulterio uccide l’anima di chi lo commette e di chi lo subisce. Con l’adulterio uccidiamo nostra moglie e i nostri figlî perché uccidiamo in loro l’amore. I figlî si riempiono di tristezza, di rabbia e di ama-rezza […]. Quando poi la mamma, tradita e incapace di perdonare, cova risentimen-to e infonde nei figlî una al-tra dose di odio verso il pa-pà, non li sta forse ucciden-do nuovamente? Sí, è un nuovo omicidio, conseguen-za del primo! Perché odiare, fare odiare e farsi odiare è uccidere l’anima che vive di amore. Queste morti straziano il Cuore di no-stro Signore»23.

21 Cfr. Ivi, p. 46-48. 22 FLAVIANO PATRIZI, Illusione o realtà. Studio critico sulla testimonianza della dott.sa Gloria Polo e le esperienze di premorte, Himmel Associazione, 2014. 23 FLAVIANO PATRIZI, Sono stata alle porte del Cielo e dell’Inferno, p. 47.

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«Per questo Gesú, non potendo rimanere inerme di fronte alla morte dei suoi figlî, si pone come roccia di difesa dei matrimonî. Allora vi domando: che succede a chi si scontra con una roccia? Si fracassa. E che succede quando a qualcuno cade addosso una roccia? È schiacciato. Ecco, questo è ciò che succede a chi vuole mettersi impunemente contro il matrimonio sacramentale»24.

Il piano originale di Dio sul matrimonio è meravigliosa. Gloria lo poté constatare quando nel Libro della vita vide il matrimonio

dei suo genitori: «Vidi che quando una coppia di fidanzati entra in chiesa per sposarsi, scambiandosi vicendevolmen-te il consenso matrimoniale con la promessa di fedeltà nella gioia e nel do-lore, nella salute e nella malattia, e di amore e onore per tutti i giorni della loro vita, sta facendo una promessa a Dio. Ve ne renderete conto benissimo anche voi quando lo leggerete nel Libro

della vostra vita. Dio è affascinato dai matrimonî. Il nostro Signo-re si rallegra quando vede una coppia di suoi figlî pronti ad unirsi in matrimonio. Dio Padre scrisse con caratteri d’oro, di un brillío indescrivibile, le parole delle promesse matrimoniali che si scam-biarono i miei genitori.

Vidi che quando bevvero entrambi al calice del sangue dell’Agnello, nel rito eucaristico successivo al rito matrimoniale, espressero il loro atto di unione, il patto che stavano concludendo con Dio. Furono completamente avvolti dal fuoco dello Spirito Santo. La Trinità al completo, quindi, è presente a cogliere le promesse matrimoniali. Essa è l’unico autentico testimone. Quando i miei genitori ricevettero la comunione eucaristica, il Corpo e il Sangue del Signore, da “unità duplice” divennero “uni-

24 Ivi, p. 48.

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tà trina”, perché il Signore Gesú incorporò le loro due anime, già unite in matrimonio, al suo proprio cuore. Da quel momento di-vennero “uno” in Dio! Chi può, allora, separare questo miracolo? Nessuno, fratelli miei.

Quando mio padre pose l’anello alla mia mamma e vennero dichiarati marito e moglie, Gesú stesso consegnò a mio padre un pastorale celestiale, un bastone ricurvo di luce. Era una grazia, un dono di Dio, era l’autorità di Dio Padre infusa in mio padre affin-ché la esercitasse nella sua famiglia e guidasse il suo gregge lungo il cammino di questo mondo, nel quale ci sono tanti lupi deside-rosi di cancellare il matrimonio. Anche mio marito ricevette la stessa grazia. A mia madre, invece, Dio pose nel cuore un fuoco grandissimo. Era l’amore di Dio»25.

«Quanto dolore soffre il Signore nel vedere cosí tante coppie separate i cui figlî vengono privati dell’amore unito dei loro geni-tori biologici!»26. «Adesso, proprio in questo contesto, desidero fare un appello alle suoce-re: non intromettetevi tra marito e moglie. Molte donne si sono condannate per essersi intromesse nel matrimonio dei loro figlî. È un peccato gravissimo! Pregate e supplicate Dio per la coppia, ma non intromettetevi mai. L’intromissione compromette sempre la stabilità della coppia. In-tervenite solo a favore della coppia nel tentativo di difendere l’unione sacramentale»27.

25 Ivi, pp. 17-18. 26 Ivi, p. 48. 27 Ibidem.

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Genitorialità’ Dott. Patrizi, nell’accorata testimonianza

della dottoressa Gloria Polo, che lei ha curato, troviamo scritto: «Ero stata… una mamma molto as-sente: uscivo di casa alle cinque e rincasavo alle ventidue, quando già i miei figlî dormivano. Riu-scivano a vedermi solo la domenica»28. Qual è il messaggio che attraverso Gloria Polo giunge alle donne e agli uomini d’oggi che, per inseguire suc-cessi personali e carriera lavorativa, trascurano la famiglia e gli affetti familiari?

Lungo il racconto dell’esperienza di premorte della dottoressa Gloria Polo sono diffusi diversi esempi di inadeguata genitorialità. Genitori inadeguati furono il padre e i fratelli di Gloria e Gloria stessa. «Una madre pettegola, odiosa, o un papà infedele e ubria-cone hanno un’enorme influenza negativa sui proprî figlî. Il catti-vo esempio dei genitori, che genera questo processo di asservi-mento progressivo dei figlî al Demonio, è agli occhi di Dio una cattiva amministrazione del talento, da Lui stesso donato a loro per essere strumenti di salvezza per i proprî figlî»29, è quindi vera giustizia che i genitori siano presenti al giudizio particolare dei lo-ro figlî per rispondere a Dio della loro genitorialità, come si evin-ce dalla testimonianza di Gloria. Molti genitori si sentiranno dire

le stesse parole che udì il padre di Gloria du-rante l’esame della vita della figlia: «Ti sei preoccupato di dare a tua figlia la possibi-lità di studiare, nonostante la tua povertà. Hai fatto molto bene. Ti sei preoccupato di farla crescere e di infonderle la respon-sabilità del lavoro. Hai fatto molto bene.

28 Ivi, p. 8. 29 Ivi, p. 21.

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Guàrdala, però, qui nell’eternità. Guàrdala. Quanti vizî!»30. Gloria stessa, guardando nel Libro della vita, non solo si rese con-to di avere ucciso la sua anima nei vizi, ma anche di «avere ucciso i suoi figlî»31 perché – come lei stessa ammette – non dava loro «né amore, né una presenza costante»32 e soprattutto né lei, né suo marito insegnarono a pregare ai figli. Convinta che la felicità consistesse nel conseguire la ricchezza per pagarsi quelle cose di cui non godette nella sua fanciullezza 33 , passava quasi tutto il tempo lavorando34, e riempiva i figlî di cose materiali: televisione, computer, videogiochi. Nel suo giudizio particolare Gesù le disse: «Hai cresciuto i tuoi figlî nella bambagia… I tuoi figlî han-no avuto genitori elettronici»35. Aveva dato tutto ai figli, ma gli aveva fatto mancare ciò di cui, invece, avevano maggiormente bi-sogno: la presenza di una mamma cristiana attenta che sa amare, educare, correggere, confortare e consigliare. In sua assenza la te-levisione funse da madre surrogata36.

L’esempio fulgente di adegua-ta genitorialità che emerge dalla testimonianza di Gloria è quello della sua mamma. Gloria la in-contrò nella parte alta del purga-torio, quasi pronta per il paradi-so, luminosa e splendente perché rivestita dell’Agnello, cioè di tut-te le Eucarestie santamente ricevute nella sua vita. «Mia madre

sulla terra racconta Gloria fu sì una donna priva di studî ed

30 Ivi, p. 17. 31 Ivi, p. 56. 32 Ivi, p. 43. 33 Cfr. Ivi, p. 52. 34 Cfr. Ivi, pp. 43-44. 35 Ibidem. 36 Ibidem.

16 | Intervista a Flaviano Patrizi

umile, ma era principalmente una donna eucaristica; adoratrice del Santissimo Sacramento e follemente innamorata del Signore, a tal punto da amare per lui anche i suoi nemici. Il primo di questi era suo marito, ubriacone, donnaiolo e maschilista. La mia mam-ma visse senza ribellione, ma con gioia, la fatica di allevare sette figlî che preferirono seguire le orme del padre divenendo alcoliz-zati, fumatori, festaioli e donnaioli. Io ero solita dirle: “Mamma sei un’oca giuliva (usted no es mansa sino mensa). Come puoi sentirti felice con la vita che ti ritrovi?”. Non comprendevo che mia ma-dre possedesse il tesoro piú prezioso che si possa scoprire qui in terra: l’amore di Cristo nel cuore. Senza mai venire meno ai suoi doveri di moglie e di madre riusciva a partecipare quotidianamen-te alla Messa e aveva l’anima colma di pace e di amore»37. Guar-dando nel Libro della vita Gloria poté comprendere cosa volesse dire essere una mamma vedendo la sua mamma e così continua il suo racconto: «Vidi poi la mia mamma intenta ad insegnarmi a pregare e ad amare, assolvendo cosí ad uno dei suoi compiti pri-marî che condivideva con mio papà: vigilare sulla mia anima, strutturando cristianamente la mia coscienza. Una mamma sem-pre presente, orante e pronta alla cura dei suoi figlî è un soldato di Cristo! Grazie a lei la mia anima si riempí (nella fanciullezza) dell’amore del Signore e potei vivere dando al mio prossimo l’amore che traboccava dal mio cuore. E allora, pur essendo po-vera inconsapevolmente – non me ne accorgevo perché ero felice e non sentivo la mancanza di nulla –, mi preoccupavo dei bisogno altrui e mi dolevo per i poveri. Questo è essere pieni di Dio»38. «Vuoi rimanere – mi diceva – nel cuore di Dio tutti i giorni? Vuoi avere notti placide, prive d’incubi, senza angustie e turbamenti? Chiedi, allora, a Dio la grazia di vivere i dieci comandamenti». Mi diceva inoltre: «Figlia mia, tutta la ricchezza della terra non è suf-ficiente per acquistare la felicità. È un’altra la moneta di cui si ha

37 Ivi, p. 12. 38 Ivi, p. 20.

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bisogno per tale acquisto: amare Dio e i fratelli. Io li amo, per questo sono felice. Non ho quindi bisogno della ricchezza eco-nomica per acquistarmi la felicità che già possiedo. Chi incontra Dio è capace di amare fino a immolare la propria vita per i fratel-li»39

Nella vita terrena Gloria si allontanò dai giusti insegnamenti della sua mamma, non comprendendo il valore di essi e della sua persona. Solo per mezzo della sua esperienza di premorte com-prese che sua mamma era un autentico esempio di genitorialità divinamente adeguata e ora aiuta noi a comprendere quale delica-to compito abbiano i genitori: preparare i loro figli ad essere non solo cittadini del mondo consapevoli delle leggi del mondo, ma prima di tutto cittadini del cielo consapevoli delle leggi di amore del cielo. Madre e padre si è quando ci si cura soprattutto di ciò che non muore più, ossia dello spirito, non soltanto di quello che muore, ossia della materia. Chi amerà lo spirito, amerà anche il corpo, perché possederà un amore giusto e perciò sarà giusto. A chi desidera assolvere con adeguatezza a questo compito essen-ziale, inseguendo il vero successo di un genitore, Dio non farà mai mancare le grazie necessarie. Sono «inimmaginabili le grazie che si riversano sui figlî per merito di una mamma (e di un papà, ndc) che sa mettersi alla presenza di Dio, in adorazione del San-tissimo Sacramento»40.

Reincarnazione Dott. Patrizi, sempre Gloria disse con com-

mozione: «La luce, che mi avvolse appena uscita dal corpo, mi attirava a sé. Mentre salivo sempre piú in questa luce di amore e gioia vidi mio pa-

39 Ivi, p. 16. 40 Ivi, p. 39.

18 | Intervista a Flaviano Patrizi

dre, mia madre, i miei nonni, i miei bisnonni e tutti i miei parenti defunti. Mi resi conto che persi un sacco di soldi per pagarmi le regressioni, nella erronea convinzione di riuscire a sapere se la mia bisnonna si fosse reincarnata. Siccome que-ste regressioni erano molto care, decisi di non verificare dove si fosse reincarnata la mia bi-snonna. Che falsità! Che inganno! La mia bisnonna era lì, davanti a me, fratelli»41. Con queste signi-

ficative parole, di grande attualità, cosa ha vo-luto comunicare Gloria sia ai cattolici che ai credenti di altre religioni?

Gloria esprime, senza mezzi termini, che la dottrina della rein-carnazione è frutto di un oscuramento spirituale. L’originaria dot-trina orientale della reincarnazione, che considera il ciclo delle ri-nascite un male, una dura necessità da cui liberarsi è stata rece-pita contrariamente

in occidente a par-tire dalle scuole filo-sofiche e dai movi-menti religiosi greci fino ad arrivare i no-

stri giorni anche tra i cristiani come un bene e cioè: come pos-sibilità di progresso spirituale indefinito, nel quale mettere a frutto le esperienze fatte in precedenti esistenze. Possiamo sì ammettere che la dottrina della reincarnazione nasce dall’acuto desiderio di immortalità presente nell’uomo ed esprime la consapevolezza del-la necessità di una purificazione piena per giungere alla comunio-ne con Dio, ma dobbiamo altresì rilevare che tale dottrina è falsa. E lo è anche quando, nella recezione che ne fanno alcuni cristiani contemporanei, essa non giunge a negare il valore redentivo della

41 Ivi, p. 8.

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passione di Cristo. Non si rendono infatti conto che essa è co-munque errore e offesa verso Dio e verso l’uomo: verso Dio, poiché ammette che egli non abbia potuto creare che un numero limitato di anime che trasmigrano di corpo in corpo 42 ; verso l’uomo, giudicandolo così corrotto che difficilmente meriti pre-mio. È vero che oltre la vita terrena novantanove volte su cento l’uomo dovrà subire una purificazione prima di ricevere il premio, ma la purificazione nell’aldilà è già salvezza. E, dopo l’ultimo giorno, con il corpo che gli fecero i suoi procreatori e con l’anima che il Creatore gli ha creata per vivificare la carne, godrà il pre-mio.

Dunque rincarnarsi non è concesso, ma ricrearsi e rinascere per mezzo della proprio libera volontà sì, è concesso e Dio bene-dice queste volontà, le aiuta e le premia.

Edonismo Dott. Patrizi, nella testimonianza di Gloria

che lei ha curato, dopo il racconto degli effetti della folgorazione sul corpo di Gloria troviamo scritto: «Piú forte di questo tremendo dolore fi-sico fu quello della mia vanità, privata di quel mio bel corpo al quale sacrificai tanto tempo e denaro»43.Queste parole cosa vogliono comunicare al-

le donne e agli uomini di oggi molto spesso vitti-me di una cultura edonista che privilegiata l’estetica alla spiritualità?

Nel meraviglioso progetto divino l’essere umano è stato dotato di due valori: il corpo e lo spirito capaci entrambi di meritare il

42 L’uomo è dotato di una identità unica e singolare (cfr. GIOVANNI PAOLO II, Discorso all’udienza generale del mercoledì, 4 novembre 1998). 43 FLAVIANO PATRIZI, Sono stata alle porte del cielo e dell’inferno, p. 9-10.

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paradiso. Essendo anche il corpo un valore donato da Dio, la sua cura è un dovere morale. Quando però essa prevale sulla cura del nostro spirito e addirittura ci porta a peccare, facciamo del nostro corpo un nostro nemico che ci impedisce di raggiungere il cielo. Amiamo giustamente il nostro corpo quando lo sottomettiamo allo spirito. Purtroppo nella cultura contemporanea assistiamo ad una inversione della gerarchia di questi valori e quando al corpo e al piacere si da il primo posto possiamo parlare di vera e proprio idolatria. Proprio da questo pericolo ci mette in guardia la dotto-ressa Gloria Polo esponendo nella sua testimonianza i suoi errori al fine di offrirsi come specchio nel quale tanti possano rivedersi e correggersi. Per esempio narra come fin da adolescente aveva imparato a utilizzare il suo corpo come strumento di seduzione44 convinta che «una donna deve saper mettere in mostra le sue par-

44 Ivi, p. 37: «Ormai morte spiritualmente, a noi compagne della comitiva, ovviamente, non piaceva partecipare alla messa quando a celebrare era un anziano sacerdote. In questi momenti eravamo, infatti, sempre distratte e giocavamo, ma quando l’anziano sacerdote fu sostituito da un giovane pre-te... allora sí che vi prendevamo parte volentieri! «Quant’è bello!... Che “fi-go”!» dicevamo. Eravamo tutte innamorate di lui e decise a conquistarlo. Io e le mie amiche, mentre programmavamo il piano di azione, ci diceva-mo: «Vediamo chi di noi lo conquista». Sapete cosa escogitammo e attuammo? Ci mettevamo in fila nella proces-sione di comunione, naturalmente senza esserci confessate, súbito dopo le suore del collegio, e ci inginocchiavamo pure nel momento della comunio-ne. Non lo facevamo certamente per devozione, bensí per una ben precisa strategia seduttiva. Ci sbottonavamo la camicetta perché volevamo vedere con chi di noi al giovane prete avrebbe tremato di piú la mano e, chi riusci-va nell’intento, sarebbe stata quella che aveva il seno migliore. Pensate che cosa ci aveva condotto a essere il nostro cammino di scoperta della vi-ta: irrispettose, beffarde, menefreghiste e illuse che tutto questo fosse solo un gioco innocente e non un essere completamente utilizzate da Satana». Ivi, p. 46: «Ero adultera con queste scollature vertiginose e feci peccare molti uomini per ciò che gli mostrai».

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ti migliori»45. La Voce meravigliosa le mostrò che il Demonio uti-lizzava la sua attitudine alla provocazione estetica inducendo mol-ti uomini a desiderarla, lei che era sposata e quindi donna “d’altri”. Quanti uomini strappò alla preghiera?! Per mantenere il suo corpo seducente lo costringeva ad una vera e propria ascesi, ma la Voce meravigliosa che la guidava nella visione del Libro della vita le disse: «A che cosa ti serve ora il culto che desti al tuo corpo, i soldi che spendesti e le angustie che sopportasti per esso? A che ti serve ora l’esserti ammalata di bulimia e anoressia, l’aver maltrattato, detestato e sottoposto a tante torture il tuo corpo? […]Quali tesori spirituali hai porta-to?»46. Non ne aveva portate alcuno.

L’esperienza di premorte ha profondamente cambiano Gloria e il suo atteggiamento nei confronti del suo corpo, lasciando mol-ti stupiti di questo cambiamento. Tra questi il medico che curava il suo rendimento sportivo. Conoscendola come una donna mol-to vanitosa, disposta a soffrire la fame e a prendere ormoni e dro-ghe per dimagrire, era esterrefatto nel vedere che dava gloria a Dio per essere ancora viva e di avere un corpo, sebbene nelle condizioni in cui versava. Per un anno e mezzo visse con le sue ovaie bruciate, senza seno e con le ferite del costato sinistro san-guinanti. Il dolore era impressionante, ma lei lo viveva nella dol-cezza di Cristo. Mai sentì tanto la sua presenza come quando sof-

frii così intensamente nella sua carne47. «Sono claudicante dice

ora Gloria , è cambiata la modalità della mia camminata, ma per la gloria di Dio sono ancora attaccate al mio corpo per mostrare la grandezza e il potere del nostro Dio vivente»48 e ogni passo che faccio do gloria a Dio.

45 Ivi, p. 62. 46

Ivi, p. 24. 47 Cfr. Ivi, p. 62. 48 Ibidem.

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Questa esperienza di conversione profonda ci da lo spunto per una riflessione. Quando la natura umana sa tanto ricordarsi la sua origine da saper vivere nel soprannaturale, diviene più alta di quella angelica ed è agli angeli ragione di ammirazione. Quando avviene questo? Quando una creatura vive inabissata nella volon-tà di Dio, interamente abbandonata a lui, non vivendo, non amando, non agendo che per lui e con lui. Allora eleva la sua car-ne ad un grado non concesso agli angeli, i quali non conoscono le ansie della carne e non hanno il merito di domarle. Quando poi la creatura crocifigge se stessa per amore del Maestro crocifisso, al-lora diviene ragione di ammirazione alle schiere angeliche, le quali non possono soffrire per amor di Dio e crocifiggere se stesse come Gesù, Redentore del mondo e Figlio dell’Eterno. Ora, non vi pare giusto che, come durante questo giorno, carne e anima fu-rono unite nella lotta per possedere il cielo, nel Giorno eterno carne e anima siano unite per godere il premio? La resurrezione della carne è infatti dogma di fede ed esprime una vera giustizia di Dio. Con la carne risorta godremo dell’eterna gioia.

Novissimi Dott. Patrizi, Gloria pronunciò anche questa

significativa affermazione: «Finalmente vidi che i demonî esistevano veramente e che stavano venendo a cercare proprio me! Venivano a “presentarmi il conto”, per cosí dire, poiché avevo accettato le loro offerte di peccato! Queste offerte avevano un costo, naturalmente, e bisognava pagarle! La mone-ta del pagamento era la mia anima. La principale menzogna del Demonio fu proprio quella di farmi credere nella sua inesistenza: questa è infatti la sua migliore strategia per poter lavorare a suo

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piacimento con noi e contro di noi»49. Quali sono

le riflessioni che si possono fare in merito a ciò, soprattutto nel considerare la scomparsa dei novissimi dalle catechesi e omelie domenicali, in merito soprattutto alla gravità del peccato, re-dento dal sangue di Cristo?

Come ogni autentico profeta di Dio, Gloria ha il compito di far risplendere le verità del deposito della fede Cattolica sottaciute o dimenticate dalla cultura contemporanea, e mettere in guardia dalle nefaste conseguenze da ciò derivanti. Nello specifico il prin-cipale compito di Gloria è quello di ricordare l’aldilà col suo pre-mio e il suo castigo per svegliarci dal torpore morale e colmare una lacuna pastorale.

Diversi tra i sacerdoti e i laici purtroppo travisano il messaggio della testimonianza di Gloria Polo. Alcuni vedono nella durezza del giudizio particolare a cui lei è stata sottoposta la manifestazio-ne di un Dio giudice eccessivamente severo, quasi spietato, e si scoraggiano. Altri, invece, si sentono spronati dalla durezza del giudizio a fare del terrorismo spirituale, fi-nendo col scoraggiare i deboli e i fragili. In realtà la testimonianza di Gloria è il reso-conto della sapiente pedagogia misericor-diosa di Dio nella vita stessa di Gloria. Dal racconto della sua esperienza emerge in-fatti che Dio prima le fa sperimentare un assaggio dell’indescrivibile premio eterno dei giusti50, da lei sottovalutato fino a quel momento, poi le appare sul letto di ospe-dale per aiutarla a disporre il suo cuore all’accoglienza del dono del perdono – di

49 Ivi, p. 11. 50 Cfr. Ivi, pp. 8-9.

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cui aveva estremo bisogno, avendo agito contrariamente alla Leg-ge di amore –, chiedendole di riconoscersi peccatrice 51 . Ciò l’avrebbe resa incipientemente degna di tale premio, e infine, quando Gloria riconosce la sua incapacità a sentirsi peccatrice52, il Signore l’aiuta ulteriormente, inducendola al pentimento, col farle sperimentare la sua seconda esperienza di premorte dolorosa, nel-la quale poté vedere nel Libro della vita53 il vero valore delle sue azioni e delle sue omissioni, per mezzo delle quali aveva venduto la sua anima al diavolo54 e apparteneva a lui e al suo regno55. Glo-

51 Cfr. Ivi, p. 10: «Sapete, però, che cosa mi successe proprio mentre spe-rimentavo l’abbandono piú totale? Vidi nostro Signor Gesú accovacciato accanto a me. Con infinita tenerezza mise il suo braccio sotto la mia testa e mi consolò. Credetti di essere vittima di allucinazioni. Chiusi allora gli occhî, provando a bloccare l’allucinazione, ma quando li riaprii era ancora lí. Ripe-tei l’operazione diverse volte, ma ogni volta che riaprivo gli occhî ritornavo a vederlo lí accanto a me! Quando Gesú vide in me un’attenzione sufficien-te, mi disse guardandomi pieno di amore: “Ascoltami, piccola mia. Stai per morire. Sèntiti bisognosa della mia misericordia”». 52 Cfr. Ibidem: «Chiusi gli occhî e dissi: “Misericordia, misericordia”, ma non ero convinta della mia invocazione, perché mi credevo innocente e, pur meditando sulle parole dèttemi da Gesú, non riuscii a trovare in me alcuna colpa. Avevo, cioè, perduto la coscienza del peccato». 53 Ivi, pp. 17-57. 54

Ivi, pp. 57: «“Mammina, che vergogna! Mi sono condannata”. Non dissi: “Dio mi ha condannata” ma: “Mi sono condannata”. Ero stata io, infatti, nel mio libero arbitrio, a scegliere chi dovesse essere il mio vero padre. Dio, rispettando la mia libertà, non mi obbligò a vivere con lui. “Là dove andrò – aggiunsi –, non potrò mai piú rivederti”. 55 Ivi, pp. 15-16: «A una di queste creature orribili fu accordata, però, una grazia speciale per resistere a questa Voce, ed ebbe il permesso di rimane-re poiché io morii in peccato mortale, divenendo cosí sua proprietà. Que-sto demonio sbandierava il suo possesso accusandomi di peccato e urlando in modo orribile: “È mia, è mia”. Durante tutta la mia vita terrena si era prodigato per la perdizione della mia anima e, alla stregua di uno stratega, aveva manipolato le mie debolezze portandomi ad acconsentire a tutti quei peccati che con orrore stavo vedendo vivi in me in quella voragine vi-

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ria purtroppo dall’età di tredici anni si era allontana dal sacramen-to della confessione e aveva perduto il senso del peccato. Grazie allora all’amore pedagogico di Dio, Gloria si riconobbe bisognosa

di salvezza56 e Cristo poté applicare il suo sangue a riscatto della sua anima, dandole la seconda opportunità57 che da tutta l’eternità voleva darle. A tutti noi viene data questa seconda opportuni-tà ogni volta che ci riavviciniamo pentiti al sa-cramento della confessione. Viene quindi espressa dal resoconto di Gloria una storia di salvezza. Attraverso Gloria Polo, dunque, il Si-gnore vuole rincuorarci a seguire la sua Legge

col dirigere il nostro occhio spirituale non all’abisso nero, ma all’Abisso luminoso. Perché, se la paura di un castigo può tratte-nere dal fare il male tre volte su dieci, la certezza di un premio slancia a fare il bene sette volte su dieci. Perciò più che la paura del castigo fa la fiducia nel premio. E Gesù vuole che noi l’abbiamo piena, sicura, per potere fare non sette parti di bene su dieci, ma dieci parti su dieci e conquistare questo premio santis-simo del Cielo.

va del Purgatorio. Le mie parole, purtroppo, non rendono l’orrore di quell’urlo demoniaco che ripeteva: “È mia, è mia”; ma di tutto cuore vi au-guro di non avere la disgrazia di doverlo udire. 56 Ivi, p. 57: «Con grande dolore, ancora a testa in giù, gridai a nostro Si-gnore piangendo ma con una nuova speranza e un nuovo pentimento: “Gesú Cristo, abbi compassione di me. Signore, perdonami. Dammi una se-conda opportunità”». 57 Ivi, p. 58: «La Voce meravigliosa prese corpo. Era Gesú. Scese verso di me avvolto di luce... e mi tolse da quel buco. Che momento meraviglioso! Mi portò sulla zona pianeggiante e mi disse con infinito amore e dolcezza: “Tornerai, avrai la tua seconda opportunità. Non per le preghiere della tua famiglia, perché è normale che piangano e supplichino per te, ma per le preghiere di tutte le persone estranee alla tua carne e al tuo sangue che hanno pregato e supplicato per te”».

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Per concludere, vorrei dire che non una delle nostre azioni buone rimarrà senza frutto, e molti uomini e donne splenderanno vivamente in Cielo senza aver predicato, amministrato, compiuto viaggi apostolici, abbracciato stati di vita speciali, ma soltanto per avere pregato e sofferto per dare pace ai purganti, per portare alla conversione i mortali. Anche questi, sacerdoti ignoti al mondo, apostoli sconosciuti, vittime che solo Dio vede, avranno il premio degli operai del Signore, avendo fatto della loro vita un perpetuo sacrificio d’amore per i fratelli e per la gloria di Dio. Alla vita eterna si giunge per molte vie, e una è questa, ed è bene ricordar-lo.

Assenza di Dio Dott. Patrizi, Gloria affermò anche con

grande coraggio, riferendosi alla parte più bassa del purgatorio, anticamera dell’inferno, che il tormento lì sperimentato era «l’assenza di Dio». Quanto è attuale e nello stesso tempo preoccupante questa frase, tenendo presenti i gravi eventi che stanno accadendo nel mondo, in cui si riscontra l’assenza di Dio dai cuori degli uomini?

L’esperienza della dottoressa Gloria Polo fu limitata al purga-torio. Mi ha confidato che le bastò vedere il fondo di esso per ri-manerne positivamente terrorizzata, cioè spronata a vivere se-condo la legge di Dio per meritare di non doverci ritornare. Nell’oscura voragine viva in cui cadde a testa in giù, risucchiata come in un vortice, vide aprirsi un’ulteriore voragine viva, verso la quale continuava a precipitare. Quella sì che era la porta dell’Inferno. Gloria comprese che se vi fosse entrata non sarebbe

mai più ritornata: «Lo stato di morte della mia anima all’amore

dice Gloria , nel quale mi trovavo dall’età di tredici anni, cioè da quando omisi di accostarmi alla confessione sacramentale nono-

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stante commettessi dei peccati mortali, sarebbe divenuto definiti-vo e avrei dovuto lasciare ogni speranza» 58 . Pur rimanendo all’esterno di quella seconda voragine e quindi stando ancora nel fondo del purgatorio, Gloria sperimentò acutamente l’assenza dell’amore di Dio: «In questa tenebra fittissima non riuscii piú a percepire l’amore di Dio. Tale percezione non è assolutamente paragonabile, però, a quella che sperimentai verso la fine della mia vita terrena, quando divenni intima-mente atea […] perché in terra l’amore di Dio si effonde su di noi continuamente, anche quando lo neghiamo! Per questo il dolore che si sperimenta (in terra) quando si vive nella convinzione che non ci sia alcun Dio amorevole risulta tollerabile». Dio circola come un sangue vitale nelle vene di tutto il corpo dell’Universo, per cui Gloria non rie-sce a comunicare totalmente la sua esperienza e noi non siamo in grado di comprenderla. Qui in terra nessuno potrà mai sperimen-tare una tale condizione. Nemmeno gli islamisti dell’ISIS che se-minano terrore con le loro stragi possono qui in terra sperimenta-re l’assenza di Dio. Sono sì senza Dio perché privi di amore e pieni di odio, ma l’amore di Dio per i suoi figli scende anche su

questi poveri figli ingannati e infelici.

Se il mondo fosse misericordioso, il mondo possederebbe Dio, e ciò che ci tortura in questo tempo di terrore causato dagli islamisti, cadrebbe come foglia mor-ta. Ma il mondo, e nel mondo specie i cri-stiani, hanno sostituito l’amore con l’odio, la verità con la ipocrisia, la luce con le te-nebre, Dio con Satana. E Satana, là dove Gesù seminò misericordia e la crebbe col suo sangue, sparge i suoi triboli e li fa pro-

58 Ivi, pp. 13-15.

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sperare col suo soffio d’inferno. Verrà la sua ora di sconfitta. Ma per ora viene lui perché noi lo aiutiamo. Beati però coloro che sanno rimanere nella verità e lavorare per la verità. La loro miseri-cordia avrà il premio in Cielo. Il portare a Dio le anime lontane, che lo sentono per istinto, ma non lo conoscono e non lo servo-no nella verità, è la più grande delle misericordie. Gesù ha detto: «Portate il Vangelo a tutte le creature» (cfr. Mc 16,15; Mt 28,19). Ma quel comando, credete voi che Gesù l’abbia dato a quei dodici soli e ai loro diretti discendenti nel sacerdozio? No. Gesù vuole che ogni anima veramente cristiana sia anima apostolica.

È misericordia anche annunciare a tutti lo struggente seguito del racconto di Gloria. Quando, dunque, si trovava in questo bu-co privo dell’amore di Dio si ricordò delle anime del Purgatorio e allora gridò: «Anime del Purgatorio, per favore, portàtemi via da qui». Quello che poi accadde continua ad essere motivo di pianto per Gloria, nonostante siano passati vent’anni da quell’esperienza: «udii il battito di denti, i pianti e i gemiti di un numero sterminato di anime impantanate in quella tenebra di odio. Vidi che erano dei giovani, ma proprio tanto giovani, che protendevano le braccia piangendo e gridando di dolore. Mi resi conto che erano anime suicidàtesi in un momento di disperazione e che, in questa tene-bra atemporale carica di odio, “attendevano che passasse il tem-po” che avevano rifiutato di vivere per poi essere sottoposte al giudizio particolare completo. […] Il loro tormento maggiore era vedere come i genitori o le persone care li stavano piangendo, avvinti dai sensi di colpa per le azioni o le omissioni che avrebbero indotto il loro suicidio. […] Il refrigerio della benedizione […] può giungere a loro esclusiva-mente attraverso l’Eucaristia, nella quale confluiscono tutte le nostre

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opere buone e tutte le nostre preghiere. L’Eucaristia non è opera di uomini, ma di Dio, e per essa sono applicati i meriti di Cristo alla salvezza di un’anima purgante che ha perso la possibilità di meritare di uscire da lí. Bisogna allora far celebrare messe per i proprî defunti, bisogna lasciare che Dio continui quest’ opera di salvezza»59.

A conclusione di questa intervista, ricordiamo che per chi de-siderasse leggere la testimonianza della dottoressa Gloria Polo cu-rato dal dott. Flaviano Patrizi, Sono stata alle porte del cielo e dell’inferno. Nuovo testimonianza della dott.sa Gloria Polo e il libro di Flaviano Patrizi, Illusione o realtà. Studio critico sulla testimonianza di Gloria Polo e le esperienze di premorte, ed essere aggiornato sulle te-stimonianze di Gloria Polo in Italia, rimandiamo alla pagina Fa-cebook a lei dedicata: https://www.facebook.com/Gloria-Polo-268186619894579/ o ai recapiti della “Associazione Himmel”: cell.: 3205612481, email: [email protected].

59 Ivi, p. 14.

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Indice

Introduzione ........................................................ 1

Domande e risposte ...........................................3

L’aborto ....................................................................... 3

Divorzio ..................................................................... 10

Genitorialità’ ............................................................ 14

Reincarnazione ........................................................ 17

Edonismo.................................................................... 19

Novissimi ................................................................. 22

Assenza di Dio ........................................................26