Intervista a Caterina Pollio: "Scavando dentro il mio 11 settembre"

4
Scavando dentro il mio 11 Settembre. Intervista a Caterina Pollio, studentessa dell’Università di Padova, che ci racconterà come ha vissuto il suo 11 Settembre. Dolore. Il Dolore di 2794 Americani. Il Dolore delle loro famiglie. Il Dolore di una Nazione. Il Dolore del Mondo intero. Il “Suo” personale Dolore. Per molti di noi “11 Settembre”, non è solo una data tragica da ricordare. Per alcuni di noi quell’11 Settembre è diventato il simbolo di un calvario personale, perché ognuno ha vissuto quell’esperienza in maniera diversa. Essa ci ha scatenato sensazioni ed emozioni anche contrastanti, e Caterina si è gentilmente offerta di raccontarci le proprie. “Ciao Caterina, sei pronta a rivivere insieme a me quei momenti?” -“Più che rivivere, sono pronta a scavare.” -“Scavare?” -“Si, scavare. Perché non mi piace rivivere le cose brutte. Le cose brutte non si rivivono, sono nascoste, sotterrate. Non le vedi, quasi te ne dimentichi, ma sai che ci sono. Basta scavare un po’. Ma dissotterrarle fa male. Molto male.” -“Bene, scaviamo insieme allora. Chiudi gli occhi, e raccontami quella giornata. Soffermati sui dettagli. Torniamo indietro nel tempo di 12 anni, oggi è l’Undici Settembre Duemilauno. Da allora, il mondo non fu più lo stesso.” -“Dunque, è una mattina come le altre, sto facendo i compiti delle vacanze a casa dei nonni. Verso mezzogiorno mangiamo, tranquilli come al solito, con la tv accesa. Finito il pranzo, mio nonno si alza e va in salotto a guardare il Tg mentre mia nonna lava i piatti e io la sto aiutando. Ad un certo punto vado verso il salotto, ero proprio in piedi a qualche metro dal televisore e vedo le immagini in diretta di questi due palazzi che crollano. Mi sono subito chiesta quale fosse la causa, ma essendo piccola ho pensato a cause banali, pensavo ad una fuga di gas o a qualcosa di simile. Poi invece ho visto l'aereo che si schiantava contro la torre e quindi ho capito che QUALCUNO aveva deciso INTENZIONALMENTE di agire così. Non si capiva chi avesse fatto cosa, ne tantomeno il perché, le immagini amatoriali con urla e fumo invadevano la tv, contribuendo a farmi capire ancora di meno. In tutto questo mio nonno urlava chiamando mia nonna, e Io capivo che era successo qualcosa di grave, ma non riuscivo a realizzare bene. Dopo questa scena che ricordo come se fosse ieri, ho un vuoto fino a che non sono tornata a casa con mia Mamma. C'era la Sagra e volevo assolutamente uscire per andare a divertirmi, quello che era successo non mi toccava. Perché avrei dovuto preoccuparmi? Da noi non sarebbe mai successa una cosa simile. Era lontano da noi, in America. Dovevamo uscire, e Mamma era incollata alla Tv dove continuavano a mandare le stesse immagini, con le stesse urla , qualche dettaglio in più, qualche intervista a Bush. Mentre io la tiravo per il braccio e lei mi diceva di aspettare. Si vedeva che era scossa, molto preoccupata. Non capivo, non volevo capire. Io volevo uscire, volevo andare alla Sagra del paese. Alla sagra però, c'erano i miei zii, e noi piccoli li vedevamo discutere animatamente. Pensavano alla gravità della cosa, ma forse anche loro si ripetevano: Tanto qui non accadrà mai una cosa simile. Non ricordo altro di quel giorno. Solo questi tre momenti. Lo stupore dei nonni in salotto. Mamma in cucina che

Transcript of Intervista a Caterina Pollio: "Scavando dentro il mio 11 settembre"

Page 1: Intervista a Caterina Pollio: "Scavando dentro il mio 11 settembre"

Scavando dentro il mio 11 Settembre.

Intervista a Caterina Pollio, studentessa dell’Università di Padova, che ci racconterà come ha vissuto il suo 11 Settembre.

Dolore. Il Dolore di 2794 Americani. Il Dolore delle loro famiglie. Il Dolore di una Nazione. Il Dolore del Mondo intero. Il “Suo” personale Dolore. Per molti di noi “11 Settembre”, non è solo una data tragica da ricordare. Per alcuni di noi quell’11 Settembre è diventato il simbolo di un calvario personale, perché ognuno ha vissuto quell’esperienza in maniera diversa. Essa ci ha scatenato sensazioni ed emozioni anche contrastanti, e Caterina si è gentilmente offerta di raccontarci le proprie. “Ciao Caterina, sei pronta a rivivere insieme a me quei momenti?” -“Più che rivivere, sono pronta a scavare.” -“Scavare?” -“Si, scavare. Perché non mi piace rivivere le cose brutte. Le cose brutte non si rivivono, sono nascoste, sotterrate. Non le vedi, quasi te ne dimentichi, ma sai che ci sono. Basta scavare un po’. Ma dissotterrarle fa male. Molto male.” -“Bene, scaviamo insieme allora. Chiudi gli occhi, e raccontami quella giornata. Soffermati sui dettagli. Torniamo indietro nel tempo di 12 anni, oggi è l’Undici Settembre Duemilauno. Da allora, il mondo non fu più lo stesso.” -“Dunque, è una mattina come le altre, sto facendo i compiti delle vacanze a casa dei nonni. Verso mezzogiorno mangiamo, tranquilli come al solito, con la tv accesa. Finito il pranzo, mio nonno si alza e va in salotto a guardare il Tg mentre mia nonna lava i piatti e io la sto aiutando. Ad un certo punto vado verso il salotto, ero proprio in piedi a qualche metro dal televisore e vedo le immagini in diretta di questi due palazzi che crollano. Mi sono subito chiesta quale fosse la causa, ma essendo piccola ho pensato a cause banali, pensavo ad una fuga di gas o a qualcosa di simile. Poi invece ho visto l'aereo che si schiantava contro la torre e quindi ho capito che QUALCUNO aveva deciso INTENZIONALMENTE di agire così. Non si capiva chi avesse fatto cosa, ne tantomeno il perché, le immagini amatoriali con urla e fumo invadevano la tv, contribuendo a farmi capire ancora di meno. In tutto questo mio nonno urlava chiamando mia nonna, e Io capivo che era successo qualcosa di grave, ma non riuscivo a realizzare bene. Dopo questa scena che ricordo come se fosse ieri, ho un vuoto fino a che non sono tornata a casa con mia Mamma. C'era la Sagra e volevo assolutamente uscire per andare a divertirmi, quello che era successo non mi toccava. Perché avrei dovuto preoccuparmi? Da noi non sarebbe mai successa una cosa simile. Era lontano da noi, in America. Dovevamo uscire, e Mamma era incollata alla Tv dove continuavano a mandare le stesse immagini, con le stesse urla , qualche dettaglio in più, qualche intervista a Bush. Mentre io la tiravo per il braccio e lei mi diceva di aspettare. Si vedeva che era scossa, molto preoccupata. Non capivo, non volevo capire. Io volevo uscire, volevo andare alla Sagra del paese. Alla sagra però, c'erano i miei zii, e noi piccoli li vedevamo discutere animatamente. Pensavano alla gravità della cosa, ma forse anche loro si ripetevano: Tanto qui non accadrà mai una cosa simile. Non ricordo altro di quel giorno. Solo questi tre momenti. Lo stupore dei nonni in salotto. Mamma in cucina che

Page 2: Intervista a Caterina Pollio: "Scavando dentro il mio 11 settembre"

ascoltava avida di sapere. La sagra. Questo è tutto ciò che ricordo di un evento che avrebbe poi cambiato il mondo.” -“Hai detto di non aver subito realizzato la gravità della cosa. Quando è avvenuto, e come?” -“Beh, crescendo sicuramente, maturando pian piano. Ma soprattutto dopo essere andata in America , ho pianto tanto in quel viaggio. Sono tornata diversa. Cambiata.” -“Ti va di parlarmi di quel viaggio? Che sentimenti ti ha suscitato?” -“Devi sapere che ogni estate, con mia Mamma, facciamo un viaggio in una capitale del mondo. Era il 9 Settembre 2011. Mi trovavo a Ground Zero, nel cuore di Manhattan, dove una volta le Twin Towers toccavano alte e fiere il cielo di New York. E adesso? Adesso che la città è bella e fatta, piena di case e di palazzi, proprio dove c’erano due tra le torri più alte al mondo, è strano vedere dei freddi cantieri, pieni di macchine, cumuli di cemento , e tante, tantissime recinsioni con operai che ci lavorano costantemente, fin troppo strano, a dire la verità. Il punto è che in mezzo ai palazzi che toccano il cielo: BUM, di colpo vedi questo buco che ha POCO a che fare con quello che c'è intorno a te. E quindi ti rimanda al passato. Sembra incredibile, ma è così maledettamente vero. Ho le immagini fisse in testa, ho osservato tutto, ricordo tutto alla perfezione. Sarò stata li per pochi minuti, minuti che sembravano ore. Ore che non passavano mai.” -“A cosa pensavi in quei momenti?” -“Precedentemente ero stata a Buttery Park, dove c'è il monumento che si trovava tra le due torri, segnato e

in parte distrutto dal crollo dei palazzi. Davanti ad esso c'è una fiamma votiva, in ricordo di tutte le vittime di quel giorno. Mi è caduta più di qualche lacrima. Quando si dice: "bisogna che accada una catastrofe perché si faccia qualcosa" purtroppo è stato così, doveva accadere questo disastro perché tutti capissero che la politica di Bush non era la più adatta.” - “Hai detto che questo viaggio ti ha cambiata. In che modo e in che misura?” -“Tanto, troppo. Non c’è più quella ragazzina che voleva andare alla Sagra del paese. Adesso c’è una ragazza che ha

visto. C’è una ragazza che ha anche solo minimamente provato ad immaginare. C’è un'altra persona. Non direi più sensibile, ma sicuramente molto più consapevole.” -“E’ questo quello che hai raccontato ad amici e parenti del tuo viaggio in America?” -“No. Di ritorno molti mi hanno chiesto tutti eccitati: “Allora, hai visto anche Ground Zero?!” All'inizio lo ero anche Io, perché è avvenuto un capovolgimento dell'ordine, e quindi pensavo che essere lì fosse davvero emozionante. Ma poi quando ci sei davanti, non lo è affatto. Cosa vuoi rispondere a queste persone? Finché non lo vedi non puoi capire. E non oso immaginare, provarlo. Quindi rispondevo “si” col un sorriso finto, ma in cuor mio rievocavo quelle terribili immagini che mi straziavano, anche perché sapevo che tra pochi giorni sarebbe trascorso il primo decennio da quel maledetto 11 Settembre.” -“E che sensazioni hai provato nel 2011, a 10 anni di distanza, dopo essere stata davanti a quei grandi cantieri, pieni di gente in continuo movimento, seppur così immobili?” -“Due giorni dopo il viaggio in America, ero a casa di mio Papà. Ricorreva il decennio della strage. Ho rivisto per l'ennesima volta quelle immagini in televisione e ho pianto un bel po'. Quanto dolore che prima non riuscivo neanche ad immaginare. Vedere il posto mi ha fatto pensare a quel giorno in cui ero a casa tranquilla, quando volevo andare alla Sagra, mentre la gente moriva.”

Page 3: Intervista a Caterina Pollio: "Scavando dentro il mio 11 settembre"

-“Hai detto una cosa che mi ha particolarmente colpito nella sua sincerità: “Tanto qui non accadrà mai una cosa simile”, lo pensi anche adesso?” -“No, non più. La verità mi si è sbattuta in faccia il 2 Aprile dell’anno scorso, tornavo a casa da scuola, e ho sentito un boato assurdo, e poco dopo un altro boato, se possibile più forte del primo. Un uomo, un

immigrato Croato di 63 anni, Igor Milic, si chiamava, ha fatto esplodere una palazzina a 200 metri da casa mia. Aveva del gas che commerciava abusivamente e a causa di liti con i vicini (non avrei voluto saperlo) ha fatto esplodere la palazzina suicidandosi. Lui è morto carbonizzato, c’è stato qualche ferito. Non si poteva uscire per via del gas nocivo. Le porte delle case al momento dell'esplosione sono tremate. Una cosa assurda. Macerie ritrovate ad oltre 50 metri dalla palazzina. È scoppiato il tetto. Dopo ciò, una parte dell’edificio è crollata, c'erano calcinacci ovunque. Poi la calca , la gente attorno. Polizia e Vigili che intimavano alla gente di spostarsi. Sono venuti gli elicotteri dei vigili del fuoco. Le televisioni. Non sembrava vero: “Tanto qui non accadrà mai una cosa simile”. Mi ritornavano in mente quelle parole. C’era un sacco di gente e le strade erano bloccate. Ho visto fumo nero nell'aria. Lo stesso identico fumo che avevo visto 11 anni prima. Ho visto una donna straniera disperata, in lacrime. Le stesse lacrime che vedevo versare 11 anni fa. La Signora abitava nella palazzina, e per fortuna non era in casa al momento dell’esplosione. Le autorità hanno recintato la zona, e fatto evacuare il posto, per evitare che il fumo potesse essere nocivo, essendo gas esploso. Quella recinsione. Non ci volevo credere, è stato tutto così maledettamente simile. Sono rimasta molto turbata da quest’evento, che rispetto al disastro dell’ 11 Settembre non è nulla. Non voglio minimamente pensare cos’abbiano potuto provare i familiari delle vittime, che si sono visti strappare i loro cari dalle proprie vite.” -“Un ultima domanda, perché hai detto che non avresti voluto sapere il motivo per cui Igor Milic si è suicidato facendo esplodere il palazzo?” “Perché non ha senso, quando c’è un dolore così. Non servivano spiegazioni. Il male non va spiegato, né tantomeno giustificato. Non va fatto e basta. Che sia una guerra santa, o una lite tra condomini, che siano le Twins Towers, o una semplice palazzina di Vigonovo in provincia di Padova.”

Page 4: Intervista a Caterina Pollio: "Scavando dentro il mio 11 settembre"

-“Grazie del tuo tempo, Caterina.” -Figurati, è stato un piacere.

Vincenzo Calabrò

Link utili: http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2012/04/02/news/vigonovo-due-esplosioni-in-un-condominio-si-temono-vittime-e-feriti-1.3764577 http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2012/04/03/news/strage-sfiorata-a-vigonovo-1.3768486