Intervento Impianti - Marco Delle Curti, ingegnere, libero professionista, esperto di sistemi...
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NACHHALTIG LEBEN UND WOHNEN
CLIMABITA STIFTUNGSGRÜNDUNG 14.06.2012 SISTEMI IMPIANTO CLIMATIZZAZIONE-DOMOTICA-CONTROLLO
Dott. Ing. Marco Delle Curti BOLOGNA 22-23-24 OTTOBRE 2014
CLIMABITA FOUNDATION DOTT. ING. MARCO DELLE CURTI
Suddivisione dei consumi di energia in edifici residenziali
FONTE: piano energetico regionale Emilia Romagna
Il grafico mette in risalto ancora una volta la necessità di procedere sugli edifici ed evidenzia l’importanza delle scelte fatte dall’Europa con il piano 20/20/20 e con la direttiva 2010/31/UE.
Il dato di partenza
Perchè l‘edilizia Sappiamo ormai molto bene che l’edilizia incide per circa il 40% dei consumi energetici nazionali ed europei
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L’involucro è sicuramente l’aspetto più importante
Il dato di partenza
Perchè l‘edilizia
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Ma in un involucro molto isolato come quello che ormai ci viene richiesto dalle normative ecco che anche gli aspetti impiantistici concorrono in modo determinante per il raggiungimento dell’obiettivo:
Il dato di partenza
Perchè l‘edilizia
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Il dato di partenza
Perchè l‘edilizia IERI
Fabbisogno 300 OGGI
Fabbisogno 50 DOMANI MATTINA
Fabbisogno 15
Perdite 5 Perdite 5 Perdite 5
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LA PROGETTAZIONE DELL’EDIFICIO
Il dato di partenza
Perchè l‘edilizia
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Impianti di climatizzazione
LE FINALITA‘
Servono a soddisfare le richieste di comfort correggendo gli errori del progettista architettonico
Bisogna però tenere sotto controllo
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Benessere termico LE FINALITA‘ Lo stato di benessere è soggettivo ed influenzato da alcune condizioni esterne: • Attività fisica • Abbigliamento • Temperatura • Umidità • Velocità aria
Qualità dell’aria interna La qualità dell’aria interna è sicuramente influenzata da una serie di contaminanti: • Funghi e batteri • Fumi, polveri e particelle sospese • Composti organici volatili (VOC) • Particelle gassose (CO, Radon, Formaldeide)
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Benessere termico
LE FINALITA‘
Se parto dal concetto che l’impianto serve alla correzione degli errori del progettista architettonico Il miglior impianto di climatizzazione che posso realizzare qual è?
Su questo aspetto il progetto architettonico incide pesantemente
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Irrinunciabile la qualità dell’aria interna
LE FINALITA‘
Per migliorare la qualità interna dell’aria (IAQ) devo operare sia con sistemi passivi ed attivi:
Passivi: scelta di materiali che non liberino componenti inquinanti indoor durante la loro vita a
Attivi: impianti di ricambio dell’aria, impianti di ventilazione meccanica controllata (VMC)
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Impianto di climatizzazione
L‘IMPIANTO TERMICO
Sistemi energetici
L’impianto di climatizzazione di un edificio si compone di quattro fondamentali sistemi energetici: 1. Sistema di produzione
2. Sistema di distribuzione
3. Sistema di emissione
4. Sistema di regolazione
Il fluido che viene utilizzato per la veicolazione dell’energia è detto termovettore. I più comuni sono aria ed acqua
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Impianto di climatizzazione
L‘IMPIANTO TERMICO
Sistemi energetici
Dal rendimento del singolo sistema energetico dipende il rendimento globale dell’impianto: 1. Rendimento di produzione ηp
2. Rendimento di distribuzione ηd
3. Rendimento di emissione ηe
4. Rendimento di regolazione ηr
ηηg = ηp x ηd x ηe x ηr
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Impianto di climatizzazione
L‘IMPIANTO TERMICO
Sistemi energetici
Ipotizzato allora pari a 100 il fabbisogno energetico dell’involucro di un edificio dovrò fornire allo stesso, per mantenere le condizioni di comfort volute, energia primaria corrispondente a:
Ma ricordiamoci sempre che l’involucro ha la massima influenza: posso intervenire di un edificio esistente e portare in fabbisogno a…….. stente e
Rendimento di produzione ηp = 0.95
105
Rendimento di produzione ηp = 1.70 59
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Generatori di calore a gas
L‘IMPIANTO TERMICO
Sistemi di generazione
È doverosa, vista la diffusione, una spiegazione sulle caldaie a gas
111%
DI ENERGIA TEORICA DATA DAL COMBUSTIBILE
(RAPPORTATA AL P.C.I.)
100%
P.C.I. 11%
CALORE LATENTE NON RECUPERATO
10%
CALORE DISPERSO ATTRAVERSO FUMI E MANTELLO
RENDIMENTO = 90% BILANCIO ENERGETICO CALDAIA TRADIZIONALE
111%
DI ENERGIA TEORICA DATA DAL COMBUSTIBILE
(RAPPORTATA AL P.C.I.)
100%
P.C.I. 4%
CALORE LATENTE NON RECUPERATO
1%
CALORE DISPERSO ATTRAVERSO FUMI E MANTELLO
RENDIMENTO = 106% BILANCIO ENERGETICO CALDAIA A CONDENSAZIONE
7%
CALORE LATENTE RECUPERATO
η= 90/111=0.81 η= 106/111=0.95
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Pompe di calore
L‘IMPIANTO TERMICO
Sistemi di generazione
Il COP (dall’inglese coefficient of performance) è il rapporto tra l’energia utilizzata e quella fornita; la definizione, espressa in questi termini, mette in risalto la possibilità di realizzare macchine reversibili in cui l’energia utilizzata può essere QA (fornita all’ambiente in ciclo invernale) o QB (sottratta dall’ambiente in ciclo estivo).
Le pompe di calore funzionano meglio con sistemi di emissione a bassa temperatura, diminuendo la temperatura di mandata TA ed il termine TA-TB posto al denominatore, si ha un conseguente innalzamento del COP)
POMPA DI
CALORE IDEALE
SISTEMA A TEMPERATURA
ALTA (TA)
SISTEMA A TEMPERATURA
BASSA (TB)
LAVORO L
COP = QA/L ≈ TA/(TA-TB)
QA
QB
Pompa di calore: cliclo teorico di Carnot
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L‘IMPIANTO TERMICO
Sistemi di distribuzione
TEMPERATURA MINIMA MEDIA MENSILE DELLA LOCALITA'
MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR
18.20 22.90 25.40 24.90 21.20 14.90 8.70 4.00 2.10 4.60 9.40 14.20
Esempio BOLOGNA Superficie utile netta Sutile 100.0 m² Numero di persone: 4 persone
Numero di unità abitative: 1 Fabbisogno termico annuo per
riscaldamento qH1500 kWh/a
Durata periodo risc.: 183.00 d Carico termico di progetto
dell'impianto2.5 [kW]
Salto termico progetto 5.0 °C Carico termico medio Pmedio: 0.3 kW
LUNGHEZZA Diametro interno
Diametro esterno
spessore coibentazione
conducibilità termica riflettente
grado di utilizzo delle dispersioni della linea
coeff riduzionetemperatura
QHL [annuale]
[m] [mm] [mm] [mm] [W/mK] [kWh] 10.0 25 27 19 0.035 no 0% 1.0 189.5 10.0 30 32 19 0.035 no 0% 1.0 211.5
CLIMABITA FOUNDATION DODODODODOODDOOOOOTTTTTTTTTTTTTTTTTT INING.GGGGGG MMMMMMMMARARRRRRRRRRRCOCOCOCOOO D DDDDDDDELLLLLLLLLLLLLLELELELELELELE CCCCCCCCCCCCCCCURURURURURRURRRRRRRRRTITI RRCOCOCOCOOO D D D D LLLLLLLLL CCCCCOOOTTT MMMM RRRRTTTITITI TTTTTTT. . INININNGGGGGG
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L‘IMPIANTO TERMICO
Regolazione e controllo Esempio BRESCIA Test Tmand
curva climatica -7.00 35.0temperatura progetto -7
10.00 27.0
zona climatica E
periodoriscalda
mento dal 15/10 al 15/04
TEMPERATURA MINIMA MEDIA MENSILE DELLA LOCALITA' MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR 17.7 22 24.40 23.7 19.9 14.00 7.8 3.5 1.50 4.2 9.3 13.50
1 POMPA DI CALORE PINCO PALLO
6 kW bassa T CARATTERISTICHE POMPA DI CALORE, VALORI INTEGRATI CON CICLI DI SBRIMNAMENTO
30 35 40 45 50 test P Ter resa P el ass COP P Ter resa P el ass COP P Ter resa P el ass COP P Ter resa P el ass COP P Ter resa P el ass COP [°C] [kW] [kW] [kW] [kW] [kW] [kW] [kW] [kW] [kW] [kW] -15 3.5 1.4 2.50 3.27 1.51 2.17 3.09 1.62 1.91 2.97 1.75 1.70 2.89 1.89 1.53 -10 4.14 1.45 2.86 3.85 1.56 2.47 3.62 1.7 2.13 3.46 1.84 1.88 3.36 2 1.68 -7 4.52 1.45 3.12 4.2 1.58 2.66 3.95 1.72 2.30 3.77 1.87 2.02 3.65 2.03 1.80 -2 5.27 1.46 3.61 4.89 1.6 3.06 4.59 1.75 2.62 4.38 1.92 2.28 4.24 2.1 2.02 2 5.92 1.45 4.08 5.49 1.6 3.43 5.16 1.76 2.93 4.92 1.94 2.54 4.76 2.13 2.23 7 8.03 1.57 5.11 7.45 1.75 4.26 7 1.94 3.61 6.68 2.15 3.11 6.47 2.37 2.73
cop medio stagionale riscaldamento
4.69
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L‘IMPIANTO TERMICO
Regolazione e controllo Esempio BRESCIA Test Tmand
curva climatica -7.00 35.0temperatura progetto -7
10.00 35.0
zona climatica E
periodoriscalda
mento dal 15/10 al 15/04
TEMPERATURA MINIMA MEDIA MENSILE DELLA LOCALITA' MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR 17.7 22 24.40 23.7 19.9 14.00 7.8 3.5 1.50 4.2 9.3 13.50
1 POMPA DI CALORE PINCO PALLO
6 kW bassa T CARATTERISTICHE POMPA DI CALORE, VALORI INTEGRATI CON CICLI DI SBRIMNAMENTO
30 35 40 45 50 test P Ter resa P el ass COP P Ter resa P el ass COP P Ter resa P el ass COP P Ter resa P el ass COP P Ter resa P el ass COP [°C] [kW] [kW] [kW] [kW] [kW] [kW] [kW] [kW] [kW] [kW] -15 3.5 1.4 2.50 3.27 1.51 2.17 3.09 1.62 1.91 2.97 1.75 1.70 2.89 1.89 1.53 -10 4.14 1.45 2.86 3.85 1.56 2.47 3.62 1.7 2.13 3.46 1.84 1.88 3.36 2 1.68 -7 4.52 1.45 3.12 4.2 1.58 2.66 3.95 1.72 2.30 3.77 1.87 2.02 3.65 2.03 1.80 -2 5.27 1.46 3.61 4.89 1.6 3.06 4.59 1.75 2.62 4.38 1.92 2.28 4.24 2.1 2.02 2 5.92 1.45 4.08 5.49 1.6 3.43 5.16 1.76 2.93 4.92 1.94 2.54 4.76 2.13 2.23 7 8.03 1.57 5.11 7.45 1.75 4.26 7 1.94 3.61 6.68 2.15 3.11 6.47 2.37 2.73
cop medio stagionale riscaldamento
3.94
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Lo scopo
Operato sugli edifici in modo da rendere l’involucro altamente efficiente non possiamo permetterci di vanificare l’impegno profuso e le attenzioni dedicate per realizzare un edificio altamente confortevole. Da un lato abbiamo ricercato il comfort termico eliminando alla fonte tutte le cause di discomfort (ponti termici, disuniformità di temperatura, spifferi)
L‘IMPIANTO DI VMC
Ventilazione meccanica controllata
Dobbiamo allora operare sul ricambio dell’aria per mantenere le condizioni raggiunte migliorando leggermente anche le prestazioni energetiche dell’immobile andando ad operare sul parametro che resta ormai la fonte più elevata di perdite di energia.
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Il funzionamento Nell’impianto di ventilazione meccanica controllata, una portata di aria viziata a temperatura uguale a quella interna (18÷22°C) viene aspirata con continuità dai locali nei quali è massima la produzione di inquinanti (cucina, bagno, WC). Contemporaneamente, una uguale portata di aria fresca esterna a bassa temperatura (-10÷5°C) viene filtrata e fatta entrare in un recuperatore di calore nel quale riceve il calore “recuperato” dall’aria in uscita. In questo modo, l’aria esterna viene introdotta nei locali più nobili (salotto, sala da pranzo, camere, studio) ad una temperatura tanto più alta quanto più è elevato il grado di efficienza termica del recuperatore di calore inserito.
L‘IMPIANTO DI VMC
Ventilazione meccanica controllata
CLIMABITA FOUNDATION DOTT. ING. MARCO DELLE CURTI
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Il funzionamento Nell’immagine è possibile vedere l’immissione nei locali nobili (blu), l’estrazione da bagni e cucine (rosso), il ventilatore a doppio flusso con recuperatore ad alta efficienza posto nell’interrato (blu) e le tubazioni interrate di aspirazione con preriscaldamento geotermico (verdi)
L‘IMPIANTO DI VMC
Ventilazione meccanica controllata
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L‘IMPIANTO DI VMC
Ventilazione meccanica controllata
BOLOGNA DATI RECUPERATORE
media T= 7.31 °C T22[°C]= 16.83 T immissione in ambiente
T ambiente = 20 °C T21[°C]= 7.31 T flusso aria rinnovo
Cs= 0.34 Wh/m3 °C T11[°C]= 20 T flusso in estrazione
conversione elettrico/termico = 2.5 ηηT= T22-T21 = 9.52 = 75.0%
resa sistema elettrico europeo = 0.4 T11-T21 12.69
ENERGIA TERMICA SPECIFICA RECUPERATA RECUPERO ANNUO Erec=Csx(T22-T21)= 3.24 W/[m3/h] o [Wh/m3 °C] 14.21 kWh/m3
QUALCHE NUMERO
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L‘IMPIANTO DI VMC
Ventilazione meccanica controllata
ENERGIA SPECIFICA CONSUMATA ηtot=Erec/Eprimaria
Eelettrica Eprimaria ηtot
premium 0.45 W/[m3/h] 1.13 W/[m3/h] 2.88
superior 0.6 W/[m3/h] 1.50 W/[m3/h] 2.16
pareggio 1.30 W/[m3/h] 3.24 W/[m3/h] 1.00
ESEMPIO UNITA' ABITATIVA LIMITI ELETTRICI MACCHINA
S h V Q Ppremium Psuperior Ppareggio
[m2] [m] [m3] [m3/h] [W] [W] [W]
100 2.7 270 135 60.8 81.0 174.9 60.8 81.0 174.9
η =E /E
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L‘IMPIANTO DI VMC
Ventilazione meccanica controllata Distribuzione
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L‘IMPIANTO DI VMC
Ventilazione meccanica controllata Distribuzione
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L‘IMPIANTO DI VMC
Ventilazione meccanica controllata Distribuzione
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L‘IMPIANTO DI VMC
Ventilazione meccanica controllata Distribuzione
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Il funzionamento Le portate in gioco non sono però quelle di un impianto di climatizzazione ad aria in quanto la finalità è quella di garantire il comfort degli ambienti interni risparmiando energia.
L‘IMPIANTO DI VMC
Ventilazione meccanica controllata
Tipicamente in ambiente residenziale le portate di ricambio assegnate sono quelle indicate dalle normative nazionali e regionali per cui gli impianti vengono dimensionati con valori pari a 0.4÷0.5 Volumi ambiente all’ora. Nel dimensionamento si consiglia comunque di rispettare valori minimi di cui alla DIN 1946
Destinazione d’uso Portata [m3/h]
Soggiorno 40-50 Letto/bimbi/lavoro (1 persona) 20 Letto/bimbi/lavoro (2 persona) 35 Ospiti 20 Atrio 20 Cucina/ 40 bagno/doccia 40 WC 20 Ripostiglio 20 DIN 1946: tabella portate minime
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Il funzionamento In applicazioni diverse dovranno invece essere impiegati i valori dettati dalle relative normative, per esempio:
L‘IMPIANTO DI VMC
Ventilazione meccanica controllata
UNI 10339: tabella portate minime procapite
Categoria di edificio Destinazione d’uso
ricambi persona [m3/h]
E.1 (1); E.1 (2) Edifici residenziali 39,6 E.1 (3) Edifici adibiti ad albergo, pensioni ed attività similari 39,6 E.2 Edifici adibiti ad uffici ed assimilabili 39,6
E.3 Edifici adibiti ad ospedali, cliniche o case di cura ed assimilabili 39,6
E.4 Edifici adibiti ad attività ricreative, associative e di culto 28,8 E.5 Edifici adibiti ad attività commerciali ed assimilabili 36 E.6 Edifici adibiti ad attività sportive 36
E.7 Edifici adibiti ad attività scolastiche di tutti i livelli e assimilabili 21,6
E.8 Edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali ed assimilabili 36
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Esempi
Anche per il funzionamento dell’impianto è importante la tenuta all’aria dell’edificio
L‘IMPIANTO DI VMC
Ventilazione meccanica controllata
BOCCHETTA BLOOWED DOOR TEST
SILENZIATORE DISTRIBUTORE