INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER L'AUMENTO DELLA RESILIENZA...
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PRIMA EMISSIONEA Marzo 2020 M. Santoro G. Cerchiaro
GEOLOGIA, GEOTECNICA E INDAGINIRelazione di compatibilità Geomorfologica
PROGETTO ESECUTIVO
RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO: ING. LUCA CERBARA
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PERL'AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI TERRITORI PIÙESPOSTI A RISCHIO IDROGEOLOGICO E DI EROSIONEDEL COMUNE DI CORI(CUP: J68H17000120002 CIG:764805F75).
Gruppo di progettazione:ING.
M. PROIETTIMANDANTE MANDANTE
UNITA' DI PROGETTAZIONEATTIVITA' DI COORDINAMENTOOPERE STRUTTURALIIDRAULICAGEOLOGIA E GEOTECNICAPROGETTAZIONE GEOTECNICARILIEVI ED INDAGINIINTERFERENZE E CANTIERIZZAZIONEPROGETTAZIONE AMBIENTALEMONITORAGGISTIME E CAPITOLATIPROGETTAZIONE STRADALEINDAGINI GEOGNOSTICHE
Ing. F. Molinaro(HY)Ing. D. Chiera (HY)Ing. M. E. Topa (SD)Geol. C. Leonetti (HY)Ing. G. Civitate (HY)Ing. G. Guadagno (TI)Ing. S. Carandente (SD)Ing. V. Bonifati (HY)Geol. G. De Fazio (HY)Ing. F. Trovati (HY)Ing. V. Secreti (HY)Geol. L. Amato (TI) -Geol. L. Sarno (TI)
Comune diCori
Progettista e responsabileintegrazioni e prestazioni specialistiche:Ing. Vincenzo Secreti
Geologo:Geol. Giuseppe Cerchiaro
Coordinatore per la Sicurezzain fase di Progettazione:Ing. Paolo Discetti
ResponsabileProgettazione Strutturale:Ing. Maurizio Proietti
MANDANTEMANDATARIA
DESCRIZIONEDATAREV. REDATTO VERIFICATO APPROVATO
CODICE ELABORATO: SCALA:
IL SINDACO: DOTT. MAURO PRIMIO DE LILLIS
C. Leonetti
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
1
INDICE
1. PREMESSA ........................................................................................................................... 3
SCOPO DEL LAVORO E METODOLOGIA ................................................................................ 4
METODOLOGIA DI LAVORO ................................................................................................. 5
1.2.1 Elaborati progettuali di riferimento ........................................................................... 7
1.2.2 Riferimento normativi ............................................................................................... 8
2. SINTESI DEL MODELLO GEOLOGICO DI RIFERIMENTO ............................................... 11
INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE ........................................................... 11
UNITA’ GEOLOGICHE RILEVATE ................................................................................ 12
ASPETTI IDROGEOLOGICI ................................................................................................. 15
COMPLESSI IDROGEOLOGICI E PERMEABILITÀ ..................................................... 16
ASPETTI METEREOLOGICI E SERIE STORICA DELLE ALLUVIONI ......................... 18
PIEZOMETRIE .............................................................................................................. 22
INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO .................................................................. 23
CRITICITÀ MORFOLOGICHE DI VERSANTE E DISSESTI IN ATTO ........................... 24
MORFOLOGIA STRUTTURALE E DELLE ACQUE SUPERFICIALI ............................. 31
3. PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO PAI .................................................................... 34
PRESCRIZIONI ............................................................................................................. 36
4. MODELLO GEOMORFOLOGICO ....................................................................................... 38
ASPETTI GEOLOGICI E CRITICITÀ MORFOLOGICHE DI VERSANTE RISCONTRATE ................... 39
TIPOLOGIA DI DISSESTI .................................................................................................... 41
4.2.1 Elaborazione 3D in ambiente GIS dei fenomeni di dissesto .................................. 43
EVOLUZIONE TEMPORALE ................................................................................................ 48
ANALISI DELLE CAUSE ED EVOLUZIONE DEI MOVIMENTI FRANOSI ........................................ 50
5. SINTESI DEGLI INTERVENTI PROGETTUALI .................................................................. 52
OPERE DI SOSTEGNO E DI CONSOLIDAMENTO .................................................................. 52
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OS01/OS02 – OPERA DI CONSOLIDAMENTO CON PALIZZATA IN LEGNO ........................................ 52
OS03 – SOVRALZO MURETTO ESISTENTE .................................................................................... 52
OS05 – PARATIA DI MICROPALI ................................................................................................... 53
OS06/OS07 – PARATIA DI MICROPALI TIRANTATA ....................................................................... 54
OS08 – PARATIA DI MICROPALI ................................................................................................... 55
OS09 – INTERVENTO DI CONSOLIDAMENTO DELLE SCARPATE (SOIL NAILING) ............................... 55
OS10 – MURO IN GABBIONI RINVERDITI ....................................................................................... 56
OPERE IDRAULICHE ......................................................................................................... 58
6. VERIFICA DI STABILITÀ GLOBALE ................................................................................... 60
6.1. VERIFICHE DI STABILITÀ SEZ. 2 ................................................................................ 69
6.2. ANTE OPERAM ............................................................................................................ 70
6.3. POST OPERAM ............................................................................................................ 94
7. CONCLUSIONI .................................................................................................................. 101
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1. PREMESSA
Il presente studio di compatibilità geomorfologica viene redatto per il Progetto Esecutivo “interventi
di messa in sicurezza e per l’aumento di resilienza dei territori più esposti a rischio idrogeologico
e di erosione del comune di Cori”, in ottemperanza alle prescrizioni redatte dall’Autorità di Bacino
Distrettuale dell’Appennino Centrale con n. Prot. 0008287 del 29.11.2019 con riferimento al
Progetto Definitivo.
I lavori riguardano specificatamente la mitigazione del rischio idrogeologico insistente sui versanti
a valle dell’abitato di Cori di Sotto, presso il Fosso della Catena, Via delle Rimesse e Via Ninfina.
Per ciò che attiene le opere di stabilizzazione a valle di Cori di Sotto, gli interventi in progetto sono
assimilabili al completamento di precedenti lavori, tenuti fermamente a riferimento per la redazione
del seguente studio, anch’essi volti alla mitigazione del rischio idrogeologico del versante in
esame; in particolare, detti interventi sono costituiti da:
Progetto di stabilizzazione del versante a valle dell’abitato di Cori di Sotto redatto nel 2005
da parte del Progettista Ing. Viglialoro Carlo e del dott. E. Massaro, per la parte delle
indagini geognostiche e della geologia.
Progetto di stabilizzazione del versante di Cori valle – Secondo intervento- redatto nel 2007
da parte del Progettista Ing. Viglialoro Carlo.
Entrambi i progetti ricadevano tra le specifiche azioni di pianificazione territoriale necessarie
all’eliminazione dei rischi derivanti da fenomeni di frana e da rischi specifici individuati in maniera
puntuale tanto da MATTM quanto dal settore competente della Regione Lazio. In tale scenario, il
Fosso della Catena, è stato inserito quale zona a rischio massimo (R4) ed ha ottenuto i
finanziamenti da destinare alla stabilizzazione delle zone in frana.
Per la caratterizzazione delle aree interessati dagli interventi di completamento e messa in
sicurezza del versante di Cori di Sotto, oltre ai dati bibliografici e di repertorio derivanti dai
precedenti lavori, sono seguite le attività di campo, quali i rilievi geologici e geo-strutturali,
geomorfologici e idrogeologici. Inoltre, è stata realizzata una campagna geognostica, al fine di
acquisire dei dati documentati e affidabili, riproducibili e successivamente interpretabili, con lo
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scopo di produrre un quadro conoscitivo esaustivo riguardante il modello geologico, idrogeologico,
geotecnico e sismico ed il conseguente comportamento dei terreni.
Scopo del lavoro e metodologia
Il presente studio è stato svolto seguendo una successione coordinata di diverse fasi
propedeutiche, caratterizzate da maggiori livelli di approfondimento delle criticità morfologiche ed
idrauliche potenziali ed in atto, che ha visto l’acquisizione di tutte le conoscenze significative
sull’area.
In particolare, il lavoro ha previsto un primo livello di analisi e raccolta dati, utile a definire un
modello geologico e geomorfologico, partendo da uno studio approfondito della bibliografia
esistente, si è proceduti, così, ad eseguire un integrazione del modello geologico di riferimento,
tramite sopralluoghi, rilievi geologico-geomorfologici di dettaglio e, soprattutto, tramite indagini
geognostiche, che hanno portato ad una migliore valutazione dell’assetto geomorfologico dell’area
di interesse ed una migliore stima degli interventi utili a incrementare le condizioni di stabilità e
l’assetto generale relativo al deflusso delle acque superficiali.
Attraverso questo studio si è voluto evidenziare come gli interventi progettati siano consoni alle
problematiche di carattere geomorfologico presenti nelle aree investigate, e quindi abbiano
assunto la funzione di riduttori del rischio, senza peraltro precludere la possibilità di eliminare o
ridurre ulteriormente i rischi esistenti nelle aree di intervento.
Lo studio è stato redatto in funzione di quanto evidenziato nello studio geologico, dove sono state
individuate e cartografate le criticità morfologiche esistenti ed, inoltre, dette criticità, sono state
distinte per tipologia e per stato di attività.
Mediante gli interventi affidati, l’Amministrazione di Cori intende intervenire sulle condizioni di
disequilibrio morfologico e di dissesto diffuso che coinvolge il versante meridionale di Cori di Sotto,
attività già attuata con i due precedenti lotti, ponendo definitivamente rimedio alle condizioni di
rischio idrogeologico elevato a cui è sottoposta la porzione più esterna del centro storico, costituita
dalla cinta di abitazioni che con continuità delimitano l’asse Via delle Rimesse - Via Ninfina.
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Le conoscenze finora maturate hanno evidenziato come le problematiche di dissesto siano
essenzialmente connesse alle seguenti condizioni:
Naturale predisposizione al dissesto, dettato dalle condizioni geologiche, morfologiche,
grado di alterazione e fatturazione, storia tettonica (cause predisponenti il dissesto);
Forte incidenza delle condizioni di piovosità ordinaria e straordinaria, quest’ultima sempre
più frequente, che, direttamente (processi erosivi) o indirettamente (livello idrostatico della
falda e sue fluttuazioni) provoca un decadimento delle caratteristiche di resistenza dei
litotipi. Questo fattore insieme ai fattori sismici, rientrano tra le cause innescanti dei pendii
naturalmente predisposti al dissesto.
Mancanza e/o inadeguatezza stato delle opere di regimazione delle acque superficiali e
delle opere di regimazione del Fosso della Catena, queste ultime in realtà, compromesse,
a tratti irrimediabilmente, in occasione degli eventi alluvionali di marzo 2011. In tale
contesto, le acque del fosso operano in maniera costante e incessante un’azione di
scalzamento al piede del versante favorendo, a volte innescando, i fenomeni franosi
osservati; detto processo di scalzamento, congiuntamente all’azione di approfondimento
dell’alveo, rientrano tra le cause innescanti.
Metodologia di lavoro
Nell’elaborazione del presente lavoro è stato necessario avvalersi di carte topografiche, tecniche
e tematiche di proprietà delle amministrazioni comunali e di altri Enti extracomunali (Regione,
Provincia, Autorità di Bacino).
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Figura 1-1:Immagine satellitare con indicazione dell’area di intervento (da Google Earth – anno 2019)
Il lavoro è stato svolto seguendo una successione coordinata di diverse fasi propedeutiche. In
particolare, alla fase preliminare di disamina, che ha visto l’acquisizione di tutte le conoscenze
significative sull’area, basata sulla consultazione del materiale disponibile e sull’apposita raccolta
di materiale bibliografico, è seguita una fase di analisi foto interpretativa e di rilevamento di
superficie.
Nel dettaglio il lavoro ha previsto una prima fase di analisi, basata su:
consultazione di documentazione bibliografica reperita presso Enti di Ricerca e
Amministrazioni;
analisi foto-interpretativa di tipo comparativa, ottenuta attraverso l’utilizzo di immagini
satellitari disponibili in rete associata ad un’analisi di tipo diacronico.
analisi morfologiche dell’area di interesse ottenute attraverso GIS 3D.
Area di
studio
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I risultati di tale analisi sono stati quindi verificati ed integrati con quelli dall’indagine geologica,
costituita dal rilevamento geologico e morfologico di campagna.
Di seguito sono descritte nel dettaglio le attività sopra descritte per quanto concerne l’approccio
metodologico adottato.
Studio indagine storica e bibliografica: il materiale consultato è stato reperito presso enti di ricerca
(ISPRA, CNR, Università), amministrazioni (Regione Lazio, Provincia di Latina) e Autorità di
Bacino Regionale del Lazio, in seno al quale sono stati visionati gli elaborati del “Piano Stralcio
per l’Assetto Idrogeologico”.
Rilievi di campagna ed analisi fotointerpretativa: in base alle informazioni acquisite, sono stati
effettuati rilievi di campagna preliminari, per una fascia significativamente ampia attorno all’area
direttamente interessata dai lavori, preceduti ed integrati dall’analisi fotointerpretativa di tipo
comparativa, nonché da una serie di analisi morfologiche eseguite in ambiente GIS. Le
informazioni ed i dati raccolti hanno così permesso di approfondire la distribuzione spaziale dei
litotipi, il modello geologico e verificare gli elementi geomorfologici caratteristici del territorio; in tal
modo è stato possibile definire con maggiore dettaglio, il modello geologico, geomorfologico da
porre a base del progetto.
Indagini geognostiche:sono state eseguite allo scopo di verificare/integrare il modello geologico e
geotecnico a base della progettazione. L’ubicazione dei punti d’indagine di PE è stata definita a
valle di specifici sopralluoghi, in modo da verificare il quadro informativo disponibile, approfondire
gli studi relativamente a quelle aree e/o aspetti che evidenziavano le maggiori difficoltà o lacune
interpretative.
1.2.1 Elaborati progettuali di riferimento
Nell’elaborazione del presente lavoro è stato necessario avvalersi dei seguenti elaborati tecnici:
Progetto Esecutivo di cui questo elaborato fa parte:
Relazione geologica (Elab.PE_A_113_IV_E19_GG_00_REL_03);
Carta geologico-strutturale (Elab.PE_A_113_IV_E19_GG_00_PLA_02);
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Carta inventario dei fenomeni franosi (Elab.PE_A_113_IV_E19_GG_00_PLA_03);
Carta delle caratteristiche geomorfologiche di
versante(Elab.PE_A_113_IV_E19_GG_00_PLA_06).
1.2.2 Riferimento normativi
La presente relazione e gli studi ad essa associati sono stati redatti in conformità a quanto previsto
dalla normativa specialistica di cui di seguito sono elencati i principali riferimenti:
L.R. n.39/1996: istituzione, con deliberazione della Giunta regionale n. 3734 del 18 maggio 1991,
dell'Autorità dei bacini regionali;
DCR n.17 del 04/04/2012: “Piano di Assetto Idrogeologico (PAI)”;
Direttiva 2007/60/CE – D.Lgs. n.49/2010: “Piano di Gestione del Rischio Alluvioni”.
Norme in materia ambientale:
Legge n. 1497 del 29 giugno 1939 - Protezione delle bellezze naturali;
R.D. n. 1357 del 3 giugno 1940 - Regolamento per l'applicazione della L.29 giugno 1939, n. 1497,
sulla protezione delle bellezze naturali;
D.P.R. n. 616 del 24 luglio 1977 - Attuazione della delega di cui all'art. 1 della L.22 luglio 1975, n.
382, Art. 82 (competenza alle Regioni);
D.P.C.M. n.377 del 1988 - Regolamentazione delle pronunce di compatibilità ambientale;
Legge n.349 del 1986 - Istituzione del Ministero dell'ambiente e norme in materia di danno
ambientale;
Legge n. 146 del 22/02/94 - Atto di indirizzo e coordinamento per le Regioni e Province autonome
in materia di Valutazione di Impatto Ambientale;
L.R. n.3 del 28/02/1995 - Delega ai Comuni e alle Province in materia di rilascio di autorizzazioni
paesistiche;
L.R. n.41 del 02/09/1986 - Procedure per il rilascio dei nulla osta paesaggistici ed ambientali in
applicazione del D.P.R. n. 616/1977 e alle leggi n. 1497/1939 e n. 431/1985;
D.P.R. del 12/04/1996 - Atto di indirizzo e coordinamento per l’attuazione della Legge n.146 del
22/02/1994 in materia di Valutazione di Impatto Ambientale;
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D.L. n. 22 del 05/02/97 - Disposizioni in materia di rifiuti;
Direttiva CEE 97/11/CE del 3 marzo 1997 - Disposizioni concernenti la Valutazione di Impatto
Ambientale.
Costruzioni in zona sismica:
Ord. P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003 - “Primi elementi in materia di criteri generali per la
classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona
sismica”;
Ord. P.C.M. n. 3316 del 02/10/2003 – Modifiche e integrazioni all’Ordinanza del Presidente del
Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20/03/2003;
Ord. P.C.M. n. 3431 del 03/05/2005 – Ulteriori modifiche e integrazioni all’Ordinanza del Presidente
del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20/03/2003;
C.S.LL.PP., allegato al voto n. 36 del 27.07.2007 - Pericolosità sismica e Criteri generali per la
classificazione sismica del territorio nazionale;
D.G.R. del 28/10/2006, n. 1701 – “Linee guida per la mitigazione del rischio sismico per le
infrastrutture pubbliche e per il patrimonio edilizio pubblico e privato”.
Regolamento 13 luglio 2016, n. 14: "Regolamento regionale per lo snellimento e la semplificazione
delle procedure per l'esercizio delle funzioni regionali in materia di prevenzione del rischio sismico
e di repressione delle violazioni della normativa sismica. Abrogazione del Regolamento regionale
7 febbraio 2012, n. 2 (Snellimento delle procedure per l'esercizio delle funzioni regionali in materia
di prevenzione del rischio sismico) e successive modifiche".
Progettazione geotecnica
D.M. del 11/03/88 - Istruzioni per l’applicazione delle “Norme tecniche riguardanti le indagini sui
terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni
per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di
fondazione”;
Circolare ministeriale LL.PP. del 24/09/88 n. 30483 - “Norme tecniche riguardanti le indagini sui
terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni
per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di
fondazione”;
EN 1997-1:2004 Eurocode 7: Geotechnical design - Part 1: General rules
EN 1997-2:2007 Eurocode 7 - Geotechnical design - Part 2: Ground Eurocode 7 - Geotechnical
design - Part 2: Ground investigation and testing
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EN 1998-1:2004 Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance - Part 1: General
rules, seismic actions and rules for buildings
D.M. del 14/01/2008 - “Nuove Norme tecniche per le costruzioni”;
Circolare Ministero dei LL.PP. del 02/02/09 n. 617 - Istruzione per l’applicazione delle “Nuove
Norme tecniche per le costruzioni”.
DM 17/01/2018: Aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni;
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2. SINTESI DEL MODELLO GEOLOGICO DI RIFERIMENTO
Nel presente capitolo si riporta una sintesi delle caratteristiche geologiche desunte dagli elaborati
del Progetto Esecutivo di cui questo elaborato fa parte, relativo ai “INTERVENTI DI MESSA IN
SICUREZZA E PER L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO IDROGEOLOGICO
E DI EROSIONE DEL COMUNE DI CORI”. Al fine di rendere un quadro geologico e geomorfologico di
partenza il più possibile approfondito vengono riportati le considerazioni emerse dalle indagini
geognostiche realizzate in questa fase progettuale. In particolar modo, sono stati considerati i
risultati delle indagini geognostiche di seguito elencate:
• N.5 Prove penetrometriche dinamiche medie (DPM);
• N.3 prospezione geofisica di tipo MASW;
• N.3 stese sismiche a rifrazione;
• N. 3 HVSR.
Per maggiori dettagli si rimanda all’elaborato: PEA 113 IV E19 GG REL 01 A-Relazione geologica.
INQUADRAMENTO GEOLOGICO
GENERALE
Il Comune di Cori è situato all’estremità
settentrionale della provincia di Latina, nella
parte di territorio a sud di Roma compreso tra
l’area delle Colline Romane ed il sistema dei
Monti Lepini, al limite delle prime alture collinari
che dalla Pianura Pontina che salgono
gradualmente verso la dorsale appenninica del
centro Italia.
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L’assetto geologico del territorio è caratterizzato dalla presenza di due unità geologiche di
importanza regionale: il complesso vulcanico dei Colli Albani e la struttura carbonatica meso-
cenozoica dei Monti Lepini.
UNITA’ GEOLOGICHE RILEVATE
Il territorio del Comune di Cori rappresenta la terminazione anche morfologica, oltre che geologica,
del Vulcano Laziale verso sud, presentando gli ultimi affioramenti vulcanici significativi prima che
la morfologia si chiuda, appoggiandosi sulle pendici dei Monti Lepini (dove affiorano i terreni
calcarei che conferiscono alla morfologia un assetto molto più aspro che tanto si distacca da quello
delle aree vulcaniche) e sulle piatte “bassure” dei depositi alluvionali della Pianura Pontina.
La contemporanea presenza di due unità geologiche (i terreni vulcanici e quelli sedimentari
carbonatici) caratterizzano fortemente anche l’assetto geomorfologico: la porzione occidentale,
infatti si presenta come un’area basso-collinare caratterizzata da costoni con superficie sommitale
subpianeggiante con quote massime di poco superiori ai 200 metri s.l.m., separate da profonde
incisioni fluviali; gli assi morfo -strutturali di tale settore sono allungati in direzione grosso modo
nord – sud.
Figura 2-1 - Schema geologico-strutturale dell’Italia Centrale con localizzazione dell’area di studio (in rosso). Legenda 1- depositi marini
continentali del PlioPleistocene e coperture alluvionali recenti; 2- vulcaniti (Pleistocene); 3- depositi terrigeni sintettonici (Formazione del
Cellino, Pliocene inferiore); 4- depositi terrigeni sintettonici (Formazione di Argilloso-arenacea, Tortoniano superiore p.p.-Messiniano
superiore); 5- depositi terrigeni sintettonici (Formazione di Frosinone, Tortoniano superiore p.p); 6- depositi terrigeni sintettonici
(Formazione Marnoso-arenacea, Burdigaliano p.p-Langhiano); 7- successione stratigrafica in facies di transizione (Triassico superiore-
Miocene inferiore); 8- successione stratigrafica in facies di piattaforma carbonatica (Triassico superiore-Miocene medio); 9- faglia diretta;
10- faglia transtensiva; 11- faglia con cinematica complessa; 12- faglia trascorrente; 13- sovrascorrimento; 14- retroscorrimento.
(CIPOLLARI et al., 1993).
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Figura 2-2 - Estratto dalla carta geologica a corredo del presente studio
I terreni affioranti nell'ambito del territorio comunale comprendono:
SUCCESSIONI CARBONATICHE MARINE PRE-OROGENETICHE MESO-CENOZOICHE
Calcari a rudiste e orbitoline: Calcari granulo-sostenuti cristallini finemente detritici biancastri
massivi o in spesse bancate con orbitoline, talora radiolariti. Spesso a grana finissima, grigio-
cenere, oolitici con picchiettature nere e arancioni. Al piede dei rilievi può essere presente una
fascia di depositi detritici a granulometria limoso-sabbiosa e sabbiosa-limosa, con pezzame
calcareo poco elaborato che costituisce mediamente il 20-30% circa del deposito. Da sciolti a
moderatamente addensati. Questi depositi si riscontrano principalmente nei settori pedemontani e
possono mascherare l’appoggio discordante dei depositi vulcanici sui sedimenti carbonatici.
Numerose faglie a direzione appenninica, interrotte da altre ad esse trasversali, tutte
corrispondenti a fasi tettoniche tardive, di carattere distensivo, sono segnalate all'interno delle
formazioni precedentemente descritte. Il fenomeno carsico si presenta in questo settore ben
sviluppato: data la scarsezza di zone pianeggianti non si osservano doline, mentre sono più
abbondanti manifestazioni epidermiche (Lapiez, campi solcati, relitti carsici, etc.).
DISTRETTO VULCANICO DEI COLLI ALBANI – LITOSOMA VULCANO LAZIALE
Formazione di Villa Senni: Depositi piroclastici, Pozzolanelle, a matrice scoriacea-cineritica, di
colore variabile dal marrone e arancio, al nerastro, con granulometria limoso-sabbiosa, da sciolti
a moderatamente addensati. Generalmente la compattezza aumenta in maniera graduale con la
profondità. Talvolta la parte alta è rappresentata dalla Litofacies Occhio di Pesce. La parte bassa
è generalmente caratterizzata da un deposito piroclastico massivo che appare come un tufo da
litoide a semilitoide (Tufo di Villa Senni) con fenomeni di fessurazione, di colore marrone-arancio,
con cristalli di leucite centimetrici, litici lavici e olocristallini (Pleistocene medio).
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Aspetti idrogeologici
Dal punto di vista idrogeologico l’area di studio
ricade in un contesto particolarmente
complesso, essa infatti è situata al confine tra i
Monti Lepini ed il settore pedemontano della
Pianura Pontina; questo settore costituisce uno
degli acquiferi carsici più importanti del Lazio e
funge da fonte di approvvigionamento idrico per
alcuni comuni della Provincia di Latina, Roma e
Frosinone.
Studi recenti mostrano la presenza di
importanti flussi idrici sotterranei che
interessano la dorsale ed il settore
pedemontano della Pianura Pontina,
per tale motivo il suddetto complesso
viene definito “Lepini-Piana”.
Sintetizzando il contesto geologico
dell’area di studio, trattato
dettagliatamente nei paragrafi
precedenti, esso è caratterizzato a
grande scala dalla presenza di due
unità geologiche di importanza
regionale: il complesso vulcanico dei Colli Albani e la struttura carbonatica mezo-cenozoica dei
monti Lepini; tale configurazione favorisce condizioni di confinamento delle acque sotterranee.
A conferma di quanto appena detto, campagne di monitoraggio delle acque sotterranee della
Pianura Pontina condotte nel 2008-2009 (Capelli et., 2010; Teoli, 2012) hanno mostrato fenomeni
Figura 2-3 - Ubicazione dei gruppi sorgivi e Ipotesi delle are di
ricarica delle sorgenti basali dei Monti Lepini con indicazione
dell’area di studio in azzurro.
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di artesianesimo in un settore indicato come quellocon “falda risaliente” (Mouton, 1977). Sono stati
riconosciuti quattro principali gruppi sorgivi dei Monti Lepini dislocati lungo la fascia pedemontana,
localizzati tutti a sud del territorio comunale di Cori.
Le aree di ricarica dei gruppi sorgivi sopra indicati sono state delimitate in base ad un’ipotesi di
compartimentazione della dorsale lepina, formulata dagli autori di uno studio multidisciplinare
redatto nel 2010 (Alimonti et al); tale studio, sulla base di un accurato rilevamento geologico
strutturale di dettaglio, unitamente all’analisi statica dei principali sistemi di faglie e dello sviluppo
delle cavità ipogee, ha consentito di ipotizzare delle aree di ricarica dei quattro gruppi sorgivi
presenti all’interno della fascia pedemontana pontina. Nel caso specifico il territorio di Cori ricade
all’interno del Bacino di Ninfa, situato a Nord delle aree di ricarica idrica.
COMPLESSI IDROGEOLOGICI E PERMEABILITÀ
Per una caratterizzazione idrogeologica dei terreni dell’areale di progetto, le formazioni presenti
sono state raggruppate in complessi idrogeologici aventi grado di permeabilità omogeneo.
I fattori che condizionano la circolazione idrica sotterranea sono molteplici, ma tutti riconducibili
alle caratteristiche idrologiche dei terreni; queste ultime sono stimate in fase di rilevamento in
maniera qualitativa ed integrate sulla base dei riscontri delle prove in sito effettuate nel corso delle
indagini geognostiche mediante prove di permeabilità in foro di sondaggio. Com’è noto le proprietà
idrogeologiche dei terreni valutabili qualitativamente durante le fasi di rilevamento di campagna
sono: il tipo di permeabilità, identificabile nella natura genetica dei meati (primaria o per porosità,
e secondaria o per fessurazione, ed il grado di permeabilità relativa definibile in prima analisi
attraverso le categorie elevato, medio, scarso e impermeabile a cui sono associabili ampi intervalli
di variazione del valore della conducibilità idraulica, (Civita, 1973; Bureau of Reclamation, 1985;
Celico, 1988).
Nel territorio in esame la circolazione idrica sotterranea è influenzata dalla successione di terreni
caratterizzati da valori di permeabilità molto variabili. Infatti, così come si evince dal rilevamento
geologico, l’areale di progetto è caratterizzato da un substrato roccioso carbonatico ascrivibile
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all’Unità Tettonica dei Monti Lepini, il quale costituisce i ripidi rilievi che delimitano la valle
sottostante, ricoperti da depositi quaternari, consistenti in diffuse coltri piroclastiche e cineritiche.
In corrispondenza del settore di fondovalle è presente un acquifero freatico a porosità primaria,
mentre lungo i rilievi, la circolazione idrica avviene negli ammassi rocciosi caratterizzati da porosità
secondaria per fatturazione. Chiaramente, nell’area in esame il regime idrico superficiale è
condizionato principalmente dal Fosso della Catena e solo secondariamente dai fossi e torrenti
affluenti, il cui apporto idrico è significativo in occasione di importanti precipitazioni.
L’evoluzione geologico-geomorfologica dell’area in esame ha portato alla formazione dei
complessi idrogeologici di seguito descritti, per la cui distribuzione spaziale si faccia riferimento
alla cartografia idrogeologica.
Complesso depositi piroclastici: tale complesso comprende le coltri che ricoprono in maniera
discontinua i versanti e le paleosuperfici dei rilievi calcareo-dolomitici. Si tratta in particolare di coltri
di natura piroclastica caratterizzate da un grado di permeabilità variabile, legato alla quantità ed
alla granulometria della matrice fine e complessivamente medio (medio-basso in corrispondenza
delle porzioni piroclastiche); dato il ridotto spessore di queste coltri, effimeri e localizzati accumuli
idrici sospesi e temporanei possono formarsi in occasione degli eventi meteorici più abbondanti e
intensi, dando luogo a fenomeni franosi. Laddove il deposito piroclastico divine massivo e appare
come un tufo da litoide a semilitoide, il grado di permeabilità è medio.
Complesso roccioso: tale complesso comprende i litotipi carbonatici, caratterizzati da permeabilità
per fessurazione di origine tettonica e carsica ed in generale da un grado di permeabilità da medio-
elevato ad elevato. Il complesso è sede di accumuli idrici, presenti a profondità dell’ordine di decine
di metri e, pertanto, non interferenti con gli interventi in progetto.
Di seguito, per ognuno dei complessi idrogeologici sopra descritti, viene riportato il grado di
permeabilità relativo, indicando il range di valori del coefficiente di conducibilità idraulica “K”.
SINTESI DEI DATI IDROGEOLOGICI
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Complesso idrogeologico Grado di
permeabilità Permeabilità k – m/s
Complesso piroclastico medio 10-4 > K> 10-6
Complesso
roccioso
Calcari alto 10-2 > K> 10-4
Brecce medio-alto 10-3 > K> 10-5
Figura 2-4 - Caratteristiche di permeabilità dei litotipi ricadenti nell’area di studio.
ASPETTI METEREOLOGICI E SERIE STORICA DELLE ALLUVIONI
L’area oggetto di intervento è ubicata in sponda destra del Fosso della Catena. Il corso d’acqua
principale ha origine dai Monti Lepini e con andamento N-O attraversa il territorio comunale di Cori
(in questo tratto definito Fosso della Catena), raccogliendo i contributi del reticolo minore.
Figura 2-5 - Reticolo idrografico in prossimità del centro abitato di Cori
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Da un punto di vista pluviometrico, Cori gode di un clima mediterraneo con elementi continentali,
a causa della sua posizione relativamente elevata.
Nei periodi invernali la pioggia è
frequente, con alternanza di giornate
soleggiate e periodi caratterizzati da
anticicloni abbastanza duraturi.
Le stagioni intermedie, ovvero la
primavera e l’autunno, vedono tanto
sole alternarsi con forti piogge. I mesi
estivi sono invece caratterizzati da
lunghi periodi soleggiati con un caldo
intenso, durante i quali si
manifestano eventi meteorici di breve
durati e forte intensità.
Si riportano di seguito i dati registrati dal Termo-Pluviometro di Cori, negli anni 2017 e 2018.
Figura 2-6 -Distribuzione delle precipitazioni e delle temperature
nell'anno
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Per come riportato negli elaborati a base di gara, confermato da quanto appreso direttamente dalla
popolazione durante i sopralluoghi, nel marzo 2011, nell’area si sono verificati eventi piovosi di
elevata entità con conseguente aumento della portata idrica del Fosso della Catena.
A causa dello scalzamento al piede del versante, numerose aree in destra e sinistra del fosso,
sono state colpite da dissesti e sui pendii si sono sviluppati molteplici movimenti franosi.
Inoltre, molte opere di regimentazione delle acque del fosso ed alcune opere che permettevano
l’accesso al letto dell’alveo non sono più visibili, danneggiate, anche in maniera irreparabile, dalla
corrente.
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Figura 2-7 –Foto (da google earth) del 2009. Street View dalla Porta Ninfina. Evidenti opere di regimentazione
delle acque e interventi sul versante in sinistra idraulica del Fosso della Catena.
OPERE IN SINISTRA IDRAULICA
BRIGLIE
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Figura 2-8 – Foto sopralluogo 2019. Anche se la vegetazione è infestante ed in parte maschera i luoghi, da
attenti sopralluoghi di campagna non è stata riscontrata la presenza di opere quali quelle presenti nel 2009
PIEZOMETRIE
Nell’attuale fase di progettazione definitiva sono stati installati N°2 piezometri TA, all’interno dei
fori di sondaggio, SGpz02 e SGpz05. Le misure di falda eseguite, nel mese di luglio 2019, a più di
48 ora dall’installazione, non hanno rilevato presenza di falda acquifera.
La falda acquifera carbonatica di base non dovrebbe essere intercettata durate i lavori in oggetto,
tuttavia, considerato il periodo di misura coincidente con il periodo di minima piovosità, è possibile
che nei periodi invernali possano essere rilevate falda coincidenti con sacche sospese.
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INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO
Nel complesso, il territorio del Comune di Cori si colloca al contatto tra le tre principali unità
geomorfologiche e geografiche del Lazio centro-meridionale: la Pianura Pontina, i Monti Lepini e
le Colline Romane con il vulcano laziale. Il territorio comunale è esteso su una superficie totale di
8.601 ha e raggiunge la quota massima di 398 m. sul livello del mare. Il territorio del Comune di
Cori si sviluppa da una quota altimetrica di 150 m s.l.m. fino ai 1478 m del monte Lupone. Nella
Carta Tecnica Regionale 1:10.000 il Comune è compreso nelle sezioni 388070 – 388110 – 388120
– 388150 – 388160 – 400030. Nel Piano Territoriale Paesistico il Comune di Cori rientra
nell’Ambito n. 10 “Latina”
Per la sua posizione Cori rappresenta la testata di innesto dell’area pedemontana dei Lepini con il
sistema sud-orientale dell’Agro Romano, in corrispondenza del distretto territoriale delle Colline
Romane. Si tratta di un’area caratterizzata da una orografia tipicamente collinare sino ad
inerpicarsi per le strutture carbonatiche dei Monti Lepini, di cui la montagna di Roccamassima è
l’esempio principale, a dominare la vasta distesa della pianura pontina fino al mare
Il territorio del Comune di Cori rappresenta la terminazione anche morfologica, oltre che geologica,
del Vulcano Laziale verso sud, presentando gli ultimi affioramenti vulcanici significativi prima che
la morfologia si chiuda, appoggiandosi sulle pendici dei Monti Lepini (dove affiorano i terreni
calcarei che conferiscono alla morfologia un assetto molto più aspro che tanto si distacca da quello
delle aree vulcaniche) e sulle piatte “bassure” dei depositi alluvionali della Pianura Pontina.
Questo assetto geomorfologico così peculiare della porzione occidentale del territorio comunale,
è stato determinato dal modellamento dei terreni vulcanici operato dall’azione delle acque correnti
superficiali, che hanno inciso i dolci rilievi e le ampie superfici debolmente degradanti con valli
strette e profonde. Data la natura prevalentemente litoide o pseudolitoide delle formazioni
affioranti, a tratti fortemente resistenti all’erosione, le pareti di queste valli sono spesso fortemente
acclivi, a tratti persino subverticali; in altre zone del territorio, invece, assumono un andamento «a
gradino», per l’alternanza di colate piroclastiche resistenti all’erosione (tufi) con piroclastiti di
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ricaduta (pozzolane) meno coerenti. I fondi di queste vallecole, laddove raggiungono dimensioni
significative, sono a volte pianeggianti, in contrasto con le pareti che li delimitano, ciò a causa dei
processi di sovralluvionamento delle valli collegati - probabilmente - con il sollevamento eustatico
del livello marino ed il ritiro dei ghiacci würmiani.
CRITICITÀ MORFOLOGICHE DI VERSANTE E DISSESTI IN ATTO
Il contesto geomorfologico nel quale ricade l’area in esame risulta estremamente complesso;
fenomeni di dissesto, infatti, si verificano su entrambi i versanti posti in destra e sinistra idraulica
del Fosso della Catena, rivestendo particolare pericolosità in corrispondenza del pendio sul quale
poggia il centro abitato di Cori. A valle di Via delle Rimesse e di Via Ninfina, si sono sviluppati
diversi scivolamenti franosi. Questa franosità diffusa ha prodotto danni alle abitazioni poste sul
ciglio meridionale di Via delle Rimesse. La pericolosità geomorfologica dell’area in oggetto è
ribadita sia dal Livello 1 di Microzonazione Sismica che dal Piano di Emergenza Comunale. Nella
Carta delle Microzone Omogenee In Prospettiva Sismica la quasi totalità dell’area di interesse, fa
parte di una ZSI1 - ZONA SUSCETTIBILE DI INSTABILITÀ PER FRANA.
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CARTA DELLE MICROZONE OMOGENEE IN PROSPETTIVA
SISMICA
LEGENDA
Figura 2-9 – Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS) del Servizio Geologico e
Sismico Regionale disponibile on-line.
In base alle conoscenze maturate finora, le problematiche di dissesto che riguardano la porzione
meridionale del centro storico di Cori sono essenzialmente connesse con:
Naturale predisposizione al dissesto, dettato dalle condizioni geologiche, morfologiche,
grado di alterazione e fatturazione, storia tettonica (cause predisponenti il dissesto);
Forte incidenza delle condizioni di piovosità ordinaria e straordinaria, quest’ultima sempre
più frequente, che, direttamente (processi erosivi) o indirettamente (accumuli idrici
superficiali) provoca un decadimento delle caratteristiche di resistenza dei litotipi.
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Mancanza e/o inadeguatezza stato delle opere di regimazione delle acque superficiali e
delle opere di regimazione del Fosso della Catena;
I movimenti franosi sono numerosi e diffusi praticamente ovunque sui versanti in destra e sinistra
idraulica del Fosso della Catena. Essi sono riconducibili essenzialmente a processi di erosione
lineare e areale che evolvono in veri e propri scorrimenti, e sono dettati dall’acclività dei versanti
derivante da incessanti fenomeni di scalzamento al piede ad opera dalle correnti del fosso che
produco una continua azione erosiva che aumenta la sua incisività in occasione di eventi
pluviometrici importanti come quelli del marzo 2011.
Infatti, durante gli eventi piovosi di elevata entità verificatisi nel periodo compreso tra il 16/03/2011
ed il 18/03/2011, numerose aree sono state colpite da dissesti, ed in particolar modo le sponde del
Fosso della Catena sono state oggetto dello sviluppo di molteplici movimenti franosi.
Durante gli eventi alluvionali appena descritti, l’intensa azione erosiva del torrente insieme
all’azione delle forti piogge, hanno riattivato antiche frane superficiali quiescenti, provocando
anche una serie di dissesti lungo le abitazioni storiche che si affacciano sul versante sinistro del
Fosso della Catena. Tali criticità sono censite all’interno degli elaborati grafici del PAI regione Lazio
(Piano di Assetto Idrogeologico) i quali mostrano evidenti perimetrazioni del corso d’acqua
principale (fosso della Catena) ed aree strettamente limitrofe, i suddetti studi verranno approfonditi
nel paragrafo dedicato.
I movimenti di tipo scivolamento, con nicchie di distacco ben visibili e spianate a tergo delle rotture,
spesso quiescenti, hanno subito parziali riattivazioni, prodotte dall'erosione al piede esercitata dal
torrente. Le aree di riattivazione sono così diffuse da esser state cartografate talvolta, negli
elaborati grafici dedicati, come estese aree franose superficiali attive.
In sinistra idrografica, immediatamente a valle del centro storico, si hanno testimonianze, come
sopra riportato, di crolli a vecchie abitazione e evidenze di piccoli scivolamenti che hanno invaso
l’attuale stradina Via sotto le Mura. In alcuni casi, misti a materiale detritico, sono stati osservati
anche resti di pregresse opere quali reti e chiodi.
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Figura 2-10 – Lesioni e rotture osservabili in corrispondenza degli abitati su Via delle Rimesse e Via Ninfina, a monte
del versante del Fosso della Catena, immediatamente a valle del centro storico di Cori.
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Figura 2-11 – Fenomeni di disseto superficiali osservabili su Via Sotto le Mura. Alcune opere precedentemente
realizzate, quali reti, andrebbero manutenute e/o rispristinate; nello zoom a) si notano infatti le reti piene di
materiale detritico che andrebbe rimoso.
a
b
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Figura 2-12 – Fenomeno di scorrimento che ha invaso la Via Sotto le Mura (in blu), rendendola impraticabile. Anche
in questo caso, sono evidenti segni di vecchie opere di stabilizzazione, quali reti e chiodi.
Per completezza di informazione sono stati consultati tutti database disponibili e il database
ReNDiS ( Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo) dell’ISPRA, quadro unitario,
sistematicamente aggiornato, delle opere e delle risorse impegnate nel campo di difesa del suolo,
condiviso tra tutte le Amministrazioni che operano nella pianificazione ed attuazione degli
interventi.
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Figura 2-13 – Piattaforma ReNDiS. Visibili i due interventi (sfere blu) del 2005 e 2006 citati in premessa
e l’area a pericolosità da frana PAI, P4 molto elevata
Durante i sopralluoghi ed i rilievi di campagna eseguiti nell’area in esame è risaltata l’assenza di
opere di regimazione delle acque superficiali, atte a garantire un rapido allontanamento delle
acque sui terreni e/o versanti riducendo al minimo la possibilità di innesco dei processi erosivi e/o
di instabilità. Inoltre, gli eventi del 2011, hanno compromesso ogni opera in alveo, briglie etc,
rendendo ancora più incisiva l’opera di scalzamento al piede del versante e instabile i pendii a
monte.
MORFOLOGIA STRUTTURALE E DELLE ACQUE SUPERFICIALI
Il rilevamento geomorfologico, insieme alle altre indagini condotte per la stesura del seguente
studio, oltre a confermare l’esistenza degli elementi strutturali regionali, hanno permesso di
individuarne altri, di minore importanza, sempre interferenti con il settore in esame. Le fasce
tettoniche hanno molta importanza dal punto di vista applicativo, difatti, laddove l’influenza della
tettonica è maggiormente sentita, come in corrispondenza delle linee di impluvio e dei maggiori
elementi strutturali, la roccia tende ad assumere un assetto completamente disfatto, dando vita a
potenti e prevalenti fasce pseudo-detritiche assimilabili a veri e propri gouge.
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Nell’area in esame, inoltre, la geometria dei reticoli idrografici è stata influenzata dalla struttura
tettonica, in condizioni di erosione selettiva. La presenza di elementi tettonici lineari, quali fratture
o faglie ha determinato l’esistenza di zone a minor resistenza, sulle quali i corsi d’acqua si sono
sviluppati progressivamente con facilità. Si sono create così direzioni preferenziali di scorrimento
che coincidono, ovviamente, con le direzioni degli elementi tettonici presenti. Come conseguenza
del controllo esercitato da sistemi di faglie o fratture, linseme dei corsi d’acqua si dispone secondo
particolari geometrie, dando origine, nei casi più evidenti, a reticoli paralleli e reticoli rettangolari.
Figura 2-14 – Indizi di morfologia strutturale legati alla presenza dei lineamenti tettonici (in rosso).
Considerato che i corsi d’acqua tendono a ricalcare nel loro decorso le direzioni degli elementi
tettonici, nell’area in esame è possibile, poiché molte informazioni geologiche/tettoniche (esistenza
di faccette triangolari e/o trapezoidali – scrapate di faglia etc.) sono completamente mascherate
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dalla vegetazione, individuare l’esistenza di eventuali fratture o faglie proprio analizzando le
direzioni preferenziali di scorrimento dei canali fluviali.
Inoltre, lungo i versanti dell’area, come a nord est del centro storico, rotture e allineamenti di crinale
sono osservabili e testimoniamo la presenza di grandi lineamenti regionali.
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3. PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO PAI
Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (in seguito denominato PAI) ha valore di piano
territoriale di settore e rappresenta lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico operativo
mediante il quale l’Autorità dei Bacini Regionali del Lazio, ad oggi rientrante all’interno dell’Autorità
di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, per effetto della pubblicazione del Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 aprile 2018 (G.U. Numero 135 del 13/06/2018)
nell’ambito del territorio di propria competenza, pianifica e programma le azioni e le norme d’uso
finalizzate alla tutela e alla difesa delle popolazioni, degli insediamenti, delle infrastrutture, del
suolo e del sottosuolo.
Il PAI opera essenzialmente nel campo della difesa del suolo, con particolare riferimento alla difesa
delle popolazioni e degli insediamenti residenziali e produttivi a rischio. Indubbiamente, esso è
fortemente interrelato con tutti gli altri aspetti della pianificazione e della tutela delle acque, nonché
della programmazione degli interventi prioritari.
Dall’analisi dei vincoli territoriali si rileva che il territorio comunale di Cori è innanzitutto interessato
dalla presenza di vincoli di tipo idrogeologico – R.D.L 3267/1923 – R.D 1126/1926 che ricoprono
la maggior parte della superficie comunale.
Dalla consultazione degli elaborati ufficiali del PAI, disponibili on- line, è stato possibile definire le
interferenze dell’area oggetto degli interventi con le perimetrazioni associate alle aree:
sottoposte a tutela per pericolo d’inondazione
sottoposte a tutela per pericolo di frana
con livelli di rischio in funzione della pericolosità e del valore esposto
Nello specifico l’elaborato consultato è la tavola 2.02 SUD, scala 1:25.000 – Aree sottoposte a
tutela per dissesto idrogeologico. In particolare il sito di intervento risulta interferente con:
Aree sottoposte a tutela per pericolo di frana
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aree a pericolo A: aree a pericolo di frana molto elevato. Si riferiscono alle porzioni di territorio che
risultano essere interessate da frane caratterizzate da elevati volumi e/o movimento da
estremamente rapido a rapido; (art. 6 delle Norme di Attuazione).
Aree sottoposte a tutela per pericolo d’inondazione
fasce a pericolosità A: aree ad alta probabilità di inondazione, ovvero che possono essere inondate
con frequenza media trentennale.
sub-fasce a pericolosità A2: aree, ubicate nelle zone costiere pianeggianti, ovvero ad una congrua
distanza dagli argini, tale da poter ritenere che vengano investite dagli eventi alluvionali con
dinamiche graduali e con bassi livelli idrici; (art. 7 delle Norme di Attuazione).
Livelli di rischio in funzione della pericolosità e del valore esposto
rischio molto elevato (R4): quando esistono condizioni che determinano la possibilità di: a) perdita
di vite umane o lesioni gravi alle persone; b) danni gravi e collasso di edifici o infrastrutture; c)
danni gravi ad attività socio-economiche (art. 8 delle Norme di Attuazione).
La pericolosità geomorfologica dell’area in oggetto è ribadita sia dal Livello 1 di Microzonazione
Sismica che dal Piano di Emergenza Comunale.
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PRESCRIZIONI
L’area in studio, come detto nel precedente paragrafo, ricade in zone definite a Rischio R4 sia per
pericolo di frana che per pericolo di inondazione. Queste aree sono disciplinate dall’art. 16 del PAI
in base al quale:
1. Nelle aree a pericolo di frana molto elevato non sono consentiti:
a) gli invasi d’acqua, gli scavi, i riporti e i movimenti di terra e tutte le attività chepossono aumentare
il livello di pericolo;
b) ogni forma di nuova edificazione;
c) la realizzazione di collettori fognari, condotte d'acquedotto, gasdotti o oleodotti;
d) le operazioni di decespugliamento ed estirpazione su gruppi di vegetazione maturato in corso
di ricostituzione, se costituita da specie di interesse forestale; in ogni caso devono essere sempre
salvaguardate dal taglio le piante isolate facenti parte di specie forestali.
2. Nelle aree a pericolosità molto elevata sono consentiti:
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a) gli interventi per la mitigazione del rischio di frana e, in genere, tutte le opere dibonifica e
sistemazione dei movimenti franosi;
b) il taglio e/o l’eliminazione delle essenze arboree ed arbustive e l’utilizzazione dei soprassuoli
forestali, qualora specifici studi, asseverati da tecnici abilitati,dimostrino che esse concorrano a
determinare stato di pericolo per la pubblica incolumità o siano di intralcio all’esecuzione di opere
strutturali finalizzate alla messa in sicurezza dell’area. Tali attività dovranno essere effettuate in
coerenza con la normativa vigente in campo forestale;
c) gli interventi di demolizione senza ricostruzione;
d) gli interventi strettamente necessari a ridurre la vulnerabilità dei valori esposti e a migliorare la
tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e volume senza cambiamenti di
destinazione d'uso che comportino aumento del carico urbanistico;
e) gli interventi come definiti alle lettere a), b) e c) dell'art.3 del D.P.R. n.380/2001, di manutenzione
ordinaria e straordinaria, senza aumento di volume, e di restauro e risanamento conservativo sugli
edifici;
f) gli interventi sulle infrastrutture sia a rete che puntuali e sulle attrezzature esistenti,sia private
che pubbliche o di pubblica utilità;
g) gli interventi volti alla tutela, alla salvaguardia e alla manutenzione dei manufatti e delle aree
vincolate ai sensi del D. Lgs 42/04 e ss. mm. ed ii., Parte II e Parte III,nonché quelli classificati di
valore storico-culturale negli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale vigenti;
h) gli interventi di adeguamento del patrimonio edilizio esistente per il rispetto delle normative
vigenti nonché interventi di riparazione e di miglioramento antisismico degli edifici danneggiati da
eventi sismici qualora gli eventi stessi non abbiano innescato sensibili ed asseverate riattivazioni
del fenomeno di dissesto;
3. gli interventi di cui al comma 2 dovranno essere corredati da un adeguato studio di
compatibilità geomorfologica, redatto da un professionista abilitato, che dovrà fornire adeguate
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valutazioni della stabilità globale dell’area interessata e delle opere nelle condizioni “ante”, “post”
e in corso d’opera.;
4. Lo studio di cui al precedente comma 3, dovrà ottenere l'approvazione dell’Autorità e deve inoltre
dimostrare che l’intervento proposto è stato progettato rispettando il criterio di non aumentare
il livello di rischio ivi registrato e di non precludere la possibilità di eliminare o ridurre le condizioni
di rischio;
5. Sugli edifici già compromessi nella stabilità strutturale per effetto dei fenomeni di dissesto in
atto, sono consentiti esclusivamente gli interventi di demolizione e quelli volti alla tutela della
pubblica incolumità.
4. MODELLO GEOMORFOLOGICO
L’instaurarsi di fenomeni franosi di varia natura hanno messo a nudo in diversi punti i litotipi
affioranti, rendendo possibile osservazioni e permettendo così verificare ed integrare le
conoscenze sull’assetto geologico e geomorfologico puntuale.
A tal riguardo lo studio è stato implementato attraverso la redazione di una carta geomorfologica,
relativa all’area strettamente di interesse della fase di indagine attuale.
In tal modo, l’approccio quali-quantitativo applicato, ha consentito una valutazione oggettiva di
confronto con i dati disponibili, in base al quale esprimere in maniera più compiuta
l’engineeringjudgement, che rappresenta la base per la valutazione della pericolosità relativa.
Questo modo di operare è, tra l’altro, previsto dalle vigenti normative in materia di geologia e
geotecnica; infatti, le norme stesse di riferimento tengono conto del fatto che l’indagine in fase di
progetto, non è sufficiente per definire nei dettagli la reale situazione geologico-tecnica. È
necessario pertanto che, in base a quanto disposto dalle norme medesime, sia da eseguirsi, in
relazione alle esigenze della fase costruttiva, il controllo delle ipotesi di progetto attraverso i dati
ottenuti con indagini nel corso dei lavori.
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Aspetti geologici e criticità morfologiche di versante riscontrate
Il contesto geomorfologico nel quale ricade l’area in esame risulta estremamente complesso;
fenomeni di dissesto, infatti, si verificano su entrambi i versanti in destra e sinistra idraulica del
Fosso della Catena, rivestendo particolare pericolosità in corrispondenza del pendio sul quale
poggia il centro abitato di Cori. A valle di Via delle Rimesse e di Via Ninfina, si sono sviluppati
diversi scivolamenti franosi. Questa franosità diffusa ha prodotto danni alle abitazioni poste sul
ciglio meridionale di Via delle Rimesse
I movimenti franosi sono numerosi e diffusi praticamente ovunque sui versanti in destra e sinistra
idraulica del Fosso della Catena. Essi sono riconducibili essenzialmente a processi di erosione
lineare e areale che evolvono in veri e propri scorrimenti, e sono dettati dall’acclività dei versanti
derivante da incessanti fenomeni di scalzamento al piede ad opera dalle correnti del fosso che
produco una continua azione erosiva che aumenta la sua incisività in occasione di eventi
pluviometrici importanti come quelli del marzo 2011.
Durante gli eventi alluvionali appena descritti, l’intensa azione erosiva del torrente insieme
all’azione delle forti piogge, hanno riattivato antiche frane superficiali quiescenti, provocando
anche una serie di dissesti lungo le abitazioni storiche che si affacciano sul versante sinistro del
Fosso della Catena. I movimenti di tipo scivolamento, con nicchie di distacco ben visibili e spianate
a tergo delle rotture, spesso quiescenti, hanno subito parziali riattivazioni, prodotte dall'erosione al
piede esercitata dal torrente. Le aree di riattivazione sono così diffuse da esser state cartografate
talvolta, negli elaborati grafici dedicati, come estese aree franose superficiali attive.
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Figura 4-1:Ortofoto (da google-earth), nella quale sono indicate le aree di dissesto.
Da un punto di vista geologico, come accennato precedentemente I terreni affioranti nell'ambito
del territorio comunale comprendono:
Calcari a rudiste e orbitoline: Calcari granulo-sostenuti cristallini finemente detritici biancastri
massivi o in spesse bancate con orbitoline, talora radiolariti. Spesso a grana finissima, grigio-
cenere, oolitici con picchiettature nere e arancioni. Al piede dei rilievi può essere presente una
fascia di depositi detritici a granulometria limoso-sabbiosa e sabbiosa-limosa, con pezzame
calcareo poco elaborato che costituisce mediamente il 20-30% circa del deposito. Da sciolti a
moderatamente addensati. Questi depositi si riscontrano principalmente nei settori pedemontani e
possono mascherare l’appoggio discordante dei depositi vulcanici sui sedimenti carbonatici.
Numerose faglie a direzione appenninica, interrotte da altre ad esse trasversali, tutte
corrispondenti a fasi tettoniche tardive, di carattere distensivo, sono segnalate all'interno delle
formazioni precedentemente descritte. Il fenomeno carsico si presenta in questo settore ben
sviluppato: data la scarsezza di zone pianeggianti non si osservano doline, mentre sono più
abbondanti manifestazioni epidermiche (Lapiez, campi solcati, relitti carsici, etc.).
Formazione di Villa Senni: Depositi piroclastici, Pozzolanelle, a matrice scoriacea-cineritica, di
colore variabile dal marrone e arancio, al nerastro, con granulometria limoso-sabbiosa, da sciolti
a moderatamente addensati. Generalmente la compattezza aumenta in maniera graduale con la
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profondità. Talvolta la parte alta è rappresentata dalla Litofacies Occhio di Pesce. La parte bassa
è generalmente caratterizzata da un deposito piroclastico massivo che appare come un tufo da
litoide a semilitoide (Tufo di Villa Senni) con fenomeni di fessurazione, di colore marrone-arancio,
con cristalli di leucite centimetrici, litici lavici e olocristallini (Pleistocene medio).
La contemporanea presenza di due unità geologiche (i terreni vulcanici e quelli sedimentari
carbonatici) caratterizzano fortemente anche l’assetto geomorfologico: la porzione occidentale,
infatti si presenta come un’area basso-collinare caratterizzata da costoni con superficie sommitale
sub-pianeggiante con quote massime di poco superiori ai 200 metri s.l.m., separate da profonde
incisioni fluviali; gli assi morfostrutturali di tale settore sono allungati in direzione grosso modo nord
– sud.
Soffermandoci ai risultati del rilievo di dettaglio, si può affermare come il comparto in esame ricada
in un contesto territoriale caratterizzato dalla presenza di movimenti gravitativi, consistenti in
fenomeni franosi attivi e quiescenti.
Dalle descrizioni appena esposte, si può affermare come l’attuale assetto morfologico del
comparto di interesse, fosse già predisposto all’innesco di possibili movimenti gravitativi di
versante, in considerazione delle caratteristiche intrinseche delle litologie presenti, delle pendenze
e dei processi morfologici associati al dilavamento delle acque superficiali.
Di seguito vengono esposte le caratteristiche principali della tipologia dei dissesti.
Tipologia di dissesti
L’area in dissesto è stata identificata grazie a evidenze di campo e a valutazioni cartografiche; è
stata riscontrata una estesa zona franosa superficiale attiva, soggetta a frane superficiali diffuse e
uno scalzamento al piede del versante ad opera del corso d’acqua Fosso della Catena. Sono
inoltre stati riscontrate le seguenti FRANE DA SCORRIMENTO:
FRANA DA SCORRIMENTO QUIESCENTE associata al movimento di materiale lungo una
superficie di taglio osservabile o deducibile da indizi morfologici. Il movimento può essere di tipo
rotazionale in corrispondenza di un asse quasi parallelo alla direzione del versante ed in
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coincidenza di una superficie curva di scorrimento concava verso l’alto, oppure di tipo traslativo
con scivolamento in corrispondenza di un superficie planare che coincide con una discontinuità
strutturale o stratigrafica;
FRANA DA SCORRIMENTO ATTIVA associata al movimento del materiale lungo una superficie
di taglio osservabile o deducibile da indizi morfologici. Il movimento può essere di tipo rotazionale
in corrispondenza di un asse quasi parallelo alla direzione del versante ed in coincidenza di una
superficie curva di scorrimento concava verso l’alto, oppure di tipo traslativo con scivolamento in
corrispondenza di una superficie planare che coincide con una discontinuità strutturale o
stratigrafica;
Figura 4-2:estratto dall’elaborato “carta inventario dei fenomeni franosi”nella quale sono indicate le situazioni di
dissesto, allegata al presente lavoro.
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4.2.1 Elaborazione 3D in ambiente GIS dei fenomeni di dissesto
In questa fase sono state realizzate analisi geomorfologiche, a partire dalla disponibilità di un DTM
(Digital Terrain Model) e riprodotte attraverso gli applicativi disponibili in ambiente GIS, tramite i
quali è stato possibile analizzare a scala di sottobacino ed in corrispondenza della porzione di
territorio interessato dai fenomeni di dissesto riscontrati e descritti nel paragrafo precedente. Di
seguito se ne riportano i risultati. Gli stessi vengono divisi in sinistra e destra idrografica.
Figura 4-3:K-map dei fenomeni cartografati
Fenomeni gravitativi in sinistra idrografica
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A: zona franosa superficiale attiva (in rosso) e frana da scorrimento quiescente (in nero)
B: zona franosa superficiale attiva (in rosso) e frana da scorrimento quiescente (in nero)
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C: zona franosa superficiale attiva (in rosso)
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D: zona franosa superficiale attiva (in rosso) e frana da scorrimento quiescente (in nero)
Fenomeni gravitativi in destra idrografica
A’: frane da scorrimento attive
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B’: frana da scorrimento attiva (in rosso) e frana da scorrimento quiescente (in nero)
C’: frana da scorrimento attiva (in rosso) e frana da scorrimento quiescente (in nero)
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D’: frane da scorrimento attive
Evoluzione Temporale
Da un’analisi multitemporale, eseguita attraverso la rappresentazione di ortofoto dell’applicazione
web del Geoportale della Regione Lazio, è stato possibile asserire come l’attuale assetto
morfologico del comparto di interesse, fosse già predisposto all’innesco di possibili movimenti
gravitativi di versante, in considerazione delle caratteristiche intrinseche delle litologie presenti,
delle pendenze e dei processi morfologici associati al dilavamento delle acque superficiali.
Nell’area di interesse è stata riscontrata una estesa zona franosa superficiale attiva, soggetta a
frane superficiali diffuse e uno scalzamento al piede del versante ad opera del corso d’acqua Fosso
della Catena.
Tali evidenze emergono dalle ortofoto delle figure successive, datate, rispettivamente, 2008 e
2014.I dissesti cartografati sono già riscontrabili nell’ortofoto del 2008 segno della predisposizione
al dissesto del versante. Nell’ortofoto del 2014, successiva all’importante evento pluviometrico del
marzo 2011, descritto nei paragrafi precedenti, evidenzia ancora, il riattivarsi dei fenomeni
riscontrati e la loro evoluzione in chiave peggiorativa, in quanto gli stessi fenomeni si sono
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accentuati e hanno coinvolto l’intero settore di nostro interesse, sia in destra che in sinistra
idraulica.
Figura 4-4: Ortofoto (dal Geoportale Regione Lazio) del 2008, nella quale sono indicate le aree di dissesto.
Aree soggette a
dissesto
idrogeologico
Aree soggette a
dissesto
idrogeologico
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Figura 4-5: Ortofoto (dal Geoportale Regione Lazio) del 2014 nella quale sono indicate le aree di dissesto.
Analisi delle cause ed evoluzione dei movimenti franosi
La diffusa instabilità dei versanti in genere non scaturisce da una singola causa, ma dall’azione
congiunta di molti fattori, alcuni dei quali riducono nel tempo la solidità dei versanti (fattori
predisponenti) ed altri determinano il passaggio della soglia limite tra lo stato stabile e quello
instabile di un versante (fattori innescanti). In particolare, la stabilità di un versante è regolata dalla
seguente equazione, che si basa sul principio Mohr-Coulomb:
in cui: Τffè la tensione di taglio a rottura; c' è la coesione; σ sono le tensioni normali; 'ϕ è
l’angolo di resistenza a taglio; u sono le pressioni neutre; Δu sono le sovrapressioni neutre.
Per tale motivo, è indispensabile conoscere con precisione i parametri di resistenza e la tipologia
dei terreni coinvolti e contemporaneamente, stabilire gli andamenti piezometrici, per stabilire
l’entità delle sovrapressioni neutre.
Fattori predisponenti: appartengono a questo gruppo sia le caratteristiche composizionali,
tessiturali, strutturali, stratigrafiche, pedologiche e l’alterazione dei materiali, sia la “storia tettonica”
a cui è stato sottoposto il territorio ed il suo assetto morfologico.
Litologia: le aree in frana coinvolgono le coltri superficiali di complessi presenti.
Tettonica: Numerose faglie a direzione appenninica, interrotte da altre ad esse trasversali, tutte
corrispondenti a fasi tettoniche tardive, di carattere distensivo, sono segnalate all'interno delle
formazioni precedentemente descritte.
Morfologia: i parametri morfologici considerati nel seguente studio sono rappresentati dalla
pendenza dei versanti, dalla presenza di erosione lineare e dall’assenza parziale assenza di
interventi antropici stabilizzanti (regimazione delle acque superficiali). La pendenza, che è il
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parametro che conferisce l’energia ai versanti, nel senso che ha significato come indicatore del
potenziale di frana, gioca sicuramente il ruolo più importante, poiché si ha a che fare con pendenze
molto elevate, lungo versanti che non hanno ancora raggiunto uno stato di equilibrio.
Idrogeologia: come spiegato nel paragrafo precedente, i caratteri idrogeologici dei terreni affioranti
rappresentano un grave fattore predisponente, essendo i dissesti legati alla saturazione dei terreni
presenti.
Fattori innescanti: la causa che determina l’innesco dei fenomeni franosi nell’area in esame è da
ricondurre alle caratteristiche intrinseche delle litologie presenti, alle pendenze e ai processi
morfologici associati al dilavamento delle acque superficiali.
Fattori meteorici: i terreni in esame, in occasione di eventi piovosi intensi e prolungati, possono
far registrare condizioni di imbibizione anomale che, alleggerendo le pressioni geostatiche totali,
comportato una riduzione dei parametri di resistenza, con conseguente innesco di dissesti.
Questo funzionamento, nello specifico, a seconda delle caratteristiche litologiche primarie, può
agire secondo i seguenti meccanismi:
- Aumentando il contenuto d’acqua: questo meccanismo riguarda le coltri superficiali le quali
tendono rapidamente a saturarsi per via della progressiva diminuzione della permeabilità
procedendo in profondità, man mano che si passa a litotipi più compatti; considerato il fuso
granulometrico dei materiali coinvolti, si possono creare condizioni per l’innesco di colate rapide.
- Anomale condizioni di deflusso idrico superficiale lungo i versanti: consiste nel
ruscellamento diffuso di acque piovane non recepite dai terreni fortemente intrisi d’acqua; questa
situazione può creare diffuse o puntuali situazioni erosive che, nei casi più critici, evolvono in
fenomeni gravitativi superficiali.
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5. SINTESI DEGLI INTERVENTI PROGETTUALI
Di seguito vengono descritti i principali interventi previsti, per ogni dettaglio si rimanda comunque
agli elaborati specifici.
Opere Di Sostegno e di Consolidamento
OS01/OS02 – Opera di consolidamento con palizzata in legno
É progettata l’installazione di palizzate disposte lungo il versante. Lo scopo prefissato è quello di
diminuire l’acclività e consentire un minore effetto di dilavamento del terreno superficiale prodotto
dall’acqua che ruscella lungo il versante stesso, migliorando la stabilità del terreno coinvolto. Per
la costruzione della palizzata si prevede l’utilizzo di tondame scortecciato, idoneo e durabile,
disposto perpendicolare alla linea di massima pendenza, appoggiato a valle a picchetti in legno di
idonei diametro (16 cm) e lunghezza (2 m). I tondami sono resi solidali con i picchetti tramite
legature con filo di ferro zincato di adeguata resistenza o tramite preforatura dello stesso tondame.
A monte della palizzata, possono essere messe a dimora piantine radicate.
OS03 – Sovralzo muretto esistente
Si prevede il rialzo di un muro in c.a. esistente posto lungo il bordo di monte della strada attuale. Il
rialzo avverrà mediante inghisaggio di una nuova struttura in cemento armato, per circa 50 cm. Il
rialzo ha lo scopo di pulizia della strada da eventuali cadute di materiale del versante sul quale
tuttavia verrà comunque eseguita un’opera di rinforzo corticale mediante reti e chiodature.
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OS05 – Paratia di micropali
l’intervento è concentrato nella zona a
maggior pericolosità geomorfologica in
corrispondenza della sponda destra del
Fosso della Catena correlato con il
rischio che ne deriva per le abitazioni e
infrastrutture collocate immediatamente
a ridosso dell’orlo della scarpata/sponda
del fosso medesimo.
Si prevede la costruzione di una paratia in micropali costituite da elementi (diametro 0,30 m;
interasse 0,5 m su due file a quinconce) in calcestruzzo armato con tubolari in acciaio S355, dal
diametro nominale di 193,7 mm e spessore di 12,5 mm, sormontati lungo tutto il perimetro da un
cordolo di collegamento anch’esso in c.a. di dimensioni 120 cm x 100 cm.
Figura 5.1 Sviluppata della paratia di micropali
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OS06/OS07 – Paratia di micropali tirantata
Si tratta di paratie in micropali costituite da
elementi (diametro 0,30 m; interasse 0,5 m) in
calcestruzzo armato con tubolari in acciaio
S355, dal diametro nominale di 193,7 mm e
spessore di 12,5 mm, sormontati lungo tutto il
perimetro da un cordolo di collegamento
anch’esso in c.a. di dimensioni 80 cm x 80 cm.
L’ancoraggio prescelto è del tipo passivo, ed è
costituito da una barra DYWIDAG alloggiata
all’interno di un foro iniettato di opportune
dimensioni. Il posizionamento dell’ancoraggio
permanente ha la funzione di migliorare la
stabilità dell’opera geotecnica nel suo
complesso, ridistribuendo parte dei carichi ai
terreni posti più in profondità, di migliori qualità
meccaniche. La lunghezza complessiva
dell’insieme cordolo-palo è di 12 m in verticale.
Figura 5.2 sezione trasversale tipo
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OS08 – Paratia di micropali
Si prevede la costruzione di una paratia in micropali
costituite da elementi (diametro 0,30 m; interasse 0,5
m su due file a quinconce) in calcestruzzo armato con
tubolari in acciaio S355, dal diametro nominale di
193,7 mm e spessore di 12,5 mm, sormontati lungo
tutto il perimetro da un cordolo di collegamento
anch’esso in c.a. di dimensioni 120 cm x 100 cm.
OS09 – Intervento di consolidamento delle scarpate (Soil Nailing)
L’intervento di Soil - Nailing, ha il duplice scopo di impedire il distacco ed il crollo di volumi rocciosi
e di migliorare le condizioni di stabilità della parte corticale della parete a rischio.
La rete metallica sarà bloccata in sommità ed al piede della scarpata mediante una fune d'acciaio
zincato e sarà ancorata alla roccia ogni 3,00, mediante ancoraggi in barre d'acciaio annegati in
malta cementizia antiritiro.
La chiodatura sarà realizzata con disposizione a quinconce, e successivamente sarà posto in
opera un reticolo di funi di contenimento, in acciaio zincato, costituito da un'orditura romboidale
mt. 3,00 x 6,00.
L’intervento di consolidamento si estende su una superficie di 1050,00mq, in fase di realizzazione
Figura 5.3 Sezione trasversale tipo
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dei lavori, in base alle somme a disposizione, si potrà valutare l’estensione di tale intervento su
una superficie più ampia.
OS10 – Muro in gabbioni rinverditi
Si prevede la realizzazione di un muro in gabbioni, di lunghezza complessiva pari a circa 28 ml. I
gabbioni saranno formati da rete in acciaio a maglia esagonale avente dimensioni pari a 8x10 cm,
tessuta con filo di ferro zincato a doppia torsione di diametro pari a 2,7 mm/3,7 mm.
Sinteticamente, vengono riportate le linee guida necessarie per la corretta realizzazione dell’opera
prevista nell’intervento.
Verifica dimensioni degli elementi;
Riempimento accurato delle reti, disponendo in piano le pietre ben affiancate e
sovrapponendole in modo da bloccarle le une alle altre;
Impiego di reti di resistenza idonea, con legature accurate e frequenti;
La posa in opera deve prevedere lo sfalsamento dei vari elementi tra file sovrapposte e,
all'interno di ciascuna fila, la presenza di elementi disposti in senso ortogonale tra loro, in
modo da evitare allineamenti dei giunti, sia in senso trasversale che in senso longitudinale.
Figura 5.4 : sezione trasversale gabbione – 0S10
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Opere idrauliche
In relazione alle problematiche idrauliche analizzate nella sezione dedicata, è stato previsto un
sistema di opere identificate in planimetria con il codice OI che mirano alla risoluzione delle
specifiche problematiche riscontrate per il fosso Catena e per il Fosso Alto.
Più nel dettaglio, per entrambi i fossi, è stato necessario prevedere l’inserimento di briglie in grado
di abbattere le elevate velocità verificate nelle differenti sezioni dell’alveo.
In particolare, per il fosso Catena, sono state previste n. 7 briglie, di cui una, la OI05, in sostituzione
della briglia attualmente presente e danneggiata a seguito dell’alluvione del 2011, mentre per il
fosso Alto è prevista una briglia in corrispondenza della sezione 4 del tratto.
Per migliorare la funzionalità idraulica dell’alveo e ridurre le concause di degrado presenti, si è
previsto un insieme coordinato di briglie dalle diverse dimensioni e dalle caratteristiche materiche
compatibili con la naturalità del sito. Nel tratto compreso tra le sezioni 4 e 6 del Fosso Catena, si
è, inoltre, reso necessario, oltre la realizzazione delle briglie di progetto, un intervento di
sistemazione delle sponde che risultano in frana.
L’intervento, dunque, prevede la riprofilatura delle sponde con inserimento di graticciate in pali di
castagno seguendo il principio delle tecniche di ingegneria naturalistica.
In relazione alle problematiche idrauliche analizzate nella sezione dedicata, per il fosso della
Catena ed in particolare tra le sezioni 7 e 9 del tratto è risultato necessario prevedere un sistema
di riprofilatura del fondo mediante gabbionate.
Infine, si è inteso, inoltre, realizzare interventi di pulizia e ripristino dei tributari individuati come
opere OI09 e OI10. In particolare, gli interventi per il tratto indicato come OI09 prevedono la pulizia
dell’incisione e l’asportazione di parte della vegetazione infestante.
L’intervento, dunque, ha l’obiettivo di captare e allontanare le acque superficiali, non solo quelle
provenienti dalle precipitazioni o dalle emergenze idriche ma anche quelle stagnanti entro
eventuali depressioni.
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In particolare si prevedono le seguenti opere:
OI05/OI06 – Sostituzione briglia danneggiata e stabilizzazione sponda
OI07-OI09.1-OI09.2-OI13-OI14-OI15 – Nuove briglie
OI08 – Sistemazione e messa in sicurezza
OI09/OI10 – Sistemazione idraulica tributari
OI16 – Sistemazione fosso con briglia
Opere di regimentazione delle acque superficiali
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6. VERIFICA DI STABILITÀ GLOBALE
Nella fattispecie, le analisi di stabilità vengono condotte in corrispondenza della sezione ritenuta
significativa e maggiormente gravosa:
Figura 6-1 – Sez 2
Nel dettaglio, la sezione 2 è in corrispondenza del tratto interessato dal fenomeno franoso e
prevede, come opera di mitigazione, la realizzazione di una paratia di micropali con tiranti (OS07).
NORMATIVA E DOCUMENTAZIONE TECNICA DI RIFERIMENTO
Norme Tecniche per le Costruzioni 2018 (D.M. 17 Gennaio 2018)
Circolare C.S.L.P. 21/01/2019 n.7 – “Istruzioni per l’applicazione delle Norme Tecniche
per le Costruzioni di cui al D.M. 17 gennaio 2018 “.
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DEFINIZIONI
Per pendio s’intende una porzione di versante naturale il cui profilo originario è stato
modificato da interventi artificiali rilevanti rispetto alla stabilità. Per frana s’intende una
situazione di instabilità che interessa versanti naturali e coinvolgono volumi considerevoli di
terreno.
INTRODUZIONE ALL'ANALISI DI STABILITÀ
La risoluzione di un problema di stabilità richiede la presa in conto delle equazioni di campo
e dei legami costitutivi. Le prime sono di equilibrio, le seconde descrivono il comportamento
del terreno. Tali equazioni risultano particolarmente complesse in quanto i terreni sono dei
sistemi multifase, che possono essere ricondotti a sistemi monofase solo in condizioni di
terreno secco, o di analisi in condizioni drenate.
Nella maggior parte dei casi ci si trova a dover trattare un materiale che se saturo è per lo
meno bifase, ciò rende la trattazione delle equazioni di equilibrio notevolmente complicata.
Inoltre è praticamente impossibile definire una legge costitutiva di validità generale, in quanto
i terreni presentano un comportamento non-lineare già a piccole deformazioni, sono
anisotropi ed inoltre il loro comportamento dipende non solo dallo sforzo deviatorico ma
anche da quello normale. A causa delle suddette difficoltà vengono introdotte delle ipotesi
semplificative:
- Si usano leggi costitutive semplificate: modello rigido perfettamente plastico. Si
assume che la resistenza del materiale sia espressa unicamente dai parametri
coesione ( c ) e angolo di resistenza al taglio (), costanti per il terreno e
caratteristici dello stato plastico; quindi si suppone valido il criterio di rottura di
Mohr-Coulomb.
- In alcuni casi vengono soddisfatte solo in parte le equazioni di equilibrio.
Nella fattispecie, si è utilizzato il tradizionale metodo dell’equilibrio limite, di seguito
descritto, implementato nel software SLOPE.
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METODO EQUILIBRIO LIMITE (LEM)
Il metodo dell'equilibrio limite consiste nello studiare l'equilibrio di un corpo rigido, costituito
dal pendio e da una superficie di scorrimento di forma qualsiasi (linea retta, arco di cerchio,
spirale logaritmica); da tale equilibrio vengono calcolate le tensioni da taglio () e confrontate
con la resistenza disponibile (f), valutata secondo il criterio di rottura di Coulomb, da tale
confronto ne scaturisce la prima indicazione sulla stabilità attraverso il coefficiente di
sicurezza:
Tra i metodi dell'equilibrio limite alcuni considerano l'equilibrio globale del corpo rigido
(Culman), altri a causa della non omogeneità dividono il corpo in conci considerando
l'equilibrio di ciascuno (Fellenius, Bishop, Janbu ecc.).
Di seguito vengono discussi i metodi dell'equilibrio limite dei conci.
METODO DEI CONCI
La massa interessata dallo scivolamento viene suddivisa in un numero conveniente di conci.
Se il numero dei conci è pari a n, il problema presenta le seguenti incognite:
fF
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n valori delle forze normali Ni agenti sulla base di ciascun concio;
n valori delle forze di taglio alla base del concio Ti;
(n-1) forze normali Ei agenti sull'interfaccia dei conci;
(n-1) forze tangenziali Xi agenti sull'interfaccia dei conci;
n valori della coordinata a che individua il punto di applicazione delle Ei;
(n-1) valori della coordinata che individua il punto di applicazione delle Xi;
una incognita costituita dal fattore di sicurezza F.
Complessivamente le incognite sono (6n-2).
Mentre le equazioni a disposizione sono:
equazioni di equilibrio dei momenti n;
equazioni di equilibrio alla traslazione verticale n;
equazioni di equilibrio alla traslazione orizzontale n;
equazioni relative al criterio di rottura n.
Totale numero di equazioni 4n.
Il problema è staticamente indeterminato ed il grado di indeterminazione è pari a :
Il grado di indeterminazione si riduce ulteriormente a (n-2) in quanto si fa l'assunzione che
Ni sia applicato nel punto medio della striscia. Ciò equivale ad ipotizzare che le tensioni
normali totali siano uniformemente distribuite.
I diversi metodi che si basano sulla teoria dell'equilibrio limite si differenziano per il modo in
cui vengono eliminate le (n-2) indeterminazioni.
METODO DI JANBU (1967)
Janbu estese il metodo di Bishop a superfici di scorrimento di forma qualsiasi.
2n2n42n6i
sfsm FF
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Quando vengono trattate superfici di scorrimento di forma qualsiasi il braccio delle forze cambia
(nel caso delle superfici circolari resta costante e pari al raggio). A tal motivo risulta più
conveniente valutare l’equazione del momento rispetto allo spigolo di ogni blocco.
ii
ii
i2
iiiiii
αtanΣW
F/tantan1
sectan)X+bu- (W +bc
=F
1.3 - Azioni sul concio i-esimo secondo le ipotesi di Janbu e rappresentazione d'insieme dell'ammasso
Assumendo ∆Xi = 0 si ottiene il metodo ordinario. Janbu propose inoltre un metodo per la
correzione del fattore di sicurezza ottenuto con il metodo ordinario secondo la seguente:
FfF 0corretto
dove f0 è riportato in grafici funzione di geometria e parametri geotecnici. Tale correzione è molto
attendibile per pendii poco inclinati.
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sfsm FF
VALUTAZIONE DELL’AZIONE SISMICA
La stabilità dei pendii nei confronti dell’azione sismica viene verificata con il metodo pseudo-
statico. Per i terreni che sotto l’azione di un carico ciclico possono sviluppare pressioni
interstiziali elevate viene considerato un aumento in percento delle pressioni neutre che tiene
conto di questo fattore di perdita di resistenza.
Ai fini della valutazione dell’azione sismica vengono considerate le seguenti forze:
Essendo:
FH e FV rispettivamente la componente orizzontale e verticale della forza
d’inerzia applicata al baricentro del concio;
W peso concio;
Kx coefficiente sismico orizzontale;
Ky coefficiente sismico verticale.
WKF
WKF
yV
xH
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RICERCA DELLA SUPERFICIE DI SCORRIMENTO CRITICA
In presenza di mezzi omogenei non si hanno a disposizione metodi per individuare la superficie di
scorrimento critica ed occorre esaminarne un numero elevato di potenziali superfici.
Nel caso vengano ipotizzate superfici di forma circolare, la ricerca diventa più semplice, in quanto
dopo aver posizionato una maglia dei centri costituita da m righe e n colonne saranno esaminate
tutte le superfici aventi per centro il generico nodo della maglia mxn e raggio variabile in un
determinato range di valori tale da esaminare superfici cinematicamente ammissibili.
STABILIZZAZIONE DI PENDII CON L’UTILIZZO DI PALI
La realizzazione di una cortina di pali, su pendio, serve a fare aumentare la resistenza al
taglio su determinate superfici di scorrimento. L’intervento può essere conseguente ad una
stabilità già accertata, per la quale si conosce la superficie di scorrimento oppure, agendo
preventivamente, viene progettato in relazione alle ipotetiche superfici di rottura che
responsabilmente possono essere assunte come quelle più probabili. In ogni caso si opera
considerando una massa di terreno in movimento su un ammasso stabile sul quale attestare,
per una certa lunghezza, l’allineamento di pali.
Il terreno, nelle due zone, ha una influenza diversa sull’elemento monoassiale (palo): di tipo
sollecitativi nella parte superiore (palo passivo – terreno attivo) e di tipo resistivo nella zona
sottostante (palo attivo – terreno passivo). Da questa interferenza, fra “sbarramento” e
massa in movimento, scaturiscono le azioni stabilizzanti che devono perseguire le seguenti
finalità:
- conferire al pendio un coefficiente di sicurezza maggiore di quello posseduto;
- essere assorbite dal manufatto garantendone l’integrità (le tensioni interne,
derivanti dalle sollecitazioni massime trasmesse sulle varie sezioni del singolo palo,
devono risultare inferiori a quelle ammissibili del materiale) e risultare inferiori al
carico limite sopportabile dal terreno, calcolato, lateralmente considerando
l’interazione (palo–terreno).
Metodo della tensione tangenziale
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Nel caso in cui il palo sia caricato ortogonalmente all’asse, configurazione di carico presente se
un palo inibisce il movimento di una massa in frana, la resistenza può essere affidata ad una
azione di taglio.
Tale azione è funzione della sezione del palo e della resistenza ammissibile del calcestruzzo con
la quale il palo si opporrà per contrastare il movimento franoso.
In particolare, per un calcestruzzo C 25/30, la tensione tangenziale ammissibile varia tra 533 kN/m2
(resistenza a taglio senza armatura) e 1686 kN/m2 (resistenza a taglio con armature).
ANCORAGGI
Gli ancoraggi, tiranti o chiodi, sono degli elementi strutturali in grado di sostenere forze di trazione
in virtù di un’adeguata connessione al terreno.
Gli elementi caratterizzanti un tirante sono:
- testata: indica l’insieme degli elementi che hanno la funzione di trasmettere alla struttura
ancorata la forza di trazione del tirante;
- fondazione: indica la parte del tirante che realizza la connessione con il terreno,
trasmettendo al terreno stesso la forza di trazione del tirante.
Il tratto compreso tra la testata e la fondazione prende il nome di parte libera, mentre la fondazione
(o bulbo) viene realizzata iniettando nel terreno, per un tratto terminale, tramite valvole a perdere,
la malta, in genere cementizia. L’anima dell’ancoraggio è costituita da un’armatura, realizzata con
barre, fili o trefoli.
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Il tirante interviene nella stabilità in misura maggiore o minore efficacia a seconda se sarà
totalmente o parzialmente (caso in cui è intercettato dalla superficie di scorrimento) ancorato alla
parte stabile del terreno.
1.4 - Bulbo completamente ancorato
1.5 - Bulbo parzialmente ancorato
Le relazioni che esprimono la misura di sicurezza lungo una ipotetica superficie di scorrimento si
modificheranno in presenza di ancoraggi (tirante attivo, passivo e chiodi) nel modo seguente:
per i tiranti di tipo attivo, la loro resistenza si detrae dalle azioni (denominatore);
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per tiranti di tipo passivo e per i chiodi, il loro contributo si somma alle resistenze
(numeratore)
Con Rj si indica la resistenza dell’ancoraggio e viene calcolata dalla seguente espressione:
dove:
Td tiro esercizio;
i inclinazione del tirante rispetto all’orizzontale;
i interasse;
Le lunghezza efficace;
La lunghezza d’ancoraggio.
I due indici (i, j) riportati in sommatoria rappresentano rispettivamente l’i-esimo concio e il j-esimo
ancoraggio intercettato dalla superficie di scorrimento dell’i-esimo concio.
6.1. VERIFICHE DI STABILITÀ SEZ. 2
Come preannunciato, le verifiche di stabilità verranno condotte prima e dopo la realizzazione
dell’opera ricercando la potenziale superficie di scorrimento alla quale corrisponde il fattore di
sicurezza più basso.
j,i icos
1
j,iR
dE
dR
Fs
dE
j,i icos
1
j,iR
dR
Fs
aL
eL
i
1
icos
dT
jR
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6.2. ANTE OPERAM
Figura 2-2 – Potenziale superficie critica nella situazione Ante Operam
Analisi di stabilità dei pendii con: JANBU (1967) ======================================================================== Numero di strati 6,0 Numero dei conci 30,0 Grado di sicurezza ritenuto accettabile 1,3 Coefficiente parziale resistenza 1,0 Parametri geotecnici da usare. Angolo di attrito: Picco Analisi Condizione drenata Superficie di forma generica ======================================================================== Vertici profilo
Nr X (m)
y (m)
1 1401,11 967,34
2 1401,25 967,06
3 1401,35 966,86
4 1401,39 966,78
5 1401,64 966,49
6 1401,73 966,41
7 1401,97 966,18
8 1402,09 966,1
9 1402,2 966,12
10 1402,3 966,11
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11 1402,36 966,11
12 1402,68 966,15
13 1402,74 966,15
14 1402,96 966,2
15 1403,18 966,27
16 1403,41 966,37
17 1403,56 966,37
18 1403,94 966,51
19 1404,04 966,54
20 1404,1 966,56
21 1404,27 966,6
22 1404,31 966,64
23 1404,57 966,59
24 1404,71 966,62
25 1404,74 966,63
26 1404,78 966,64
27 1404,94 966,69
28 1404,99 966,69
29 1405,31 966,74
30 1405,48 966,78
31 1405,52 966,78
32 1405,53 966,78
33 1405,71 966,78
34 1405,73 966,78
35 1405,75 966,78
36 1405,96 966,72
37 1406,2 966,68
38 1406,44 966,68
39 1406,46 966,69
40 1406,67 966,67
41 1407,01 966,76
42 1407,17 966,76
43 1407,38 966,75
44 1407,54 966,75
45 1407,68 966,74
46 1407,84 966,75
47 1408,33 966,77
48 1408,42 966,77
49 1408,43 966,77
50 1408,49 966,78
51 1408,52 966,78
52 1408,53 966,78
53 1408,54 966,78
54 1408,57 966,78
55 1408,58 966,78
56 1408,59 966,78
57 1408,64 966,79
58 1409,26 966,83
59 1409,69 966,8
60 1409,94 966,78
61 1410,72 965,89
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62 1410,75 965,88
63 1410,78 965,87
64 1410,83 965,78
65 1411,03 965,2
66 1411,2 964,78
67 1411,22 964,76
68 1411,36 964,37
69 1411,45 964,18
70 1411,52 964,13
71 1411,59 964,05
72 1411,69 963,99
73 1411,76 963,96
74 1411,86 963,96
75 1411,93 964,01
76 1411,98 964,01
77 1412,01 964,07
78 1412,1 964,29
79 1412,23 964,78
80 1412,4 965,6
81 1412,44 965,78
82 1412,48 965,9
83 1412,59 966,18
84 1412,83 966,78
85 1413,0 967,27
86 1413,16 967,78
87 1413,28 968,07
88 1413,39 968,28
89 1413,65 968,78
90 1414,33 969,49
91 1414,6 969,78
92 1414,65 969,79
93 1414,66 969,79
94 1414,73 969,8
95 1414,93 969,84
96 1415,03 969,84
97 1415,13 969,84
98 1415,44 970,08
99 1415,48 970,09
100 1415,52 970,1
101 1415,8 970,23
102 1416,36 970,44
103 1416,9 970,73
104 1417,05 970,74
105 1417,26 970,78
106 1417,3 970,78
107 1417,38 970,79
108 1417,39 970,79
109 1417,46 970,79
110 1418,14 971,07
111 1418,4 971,17
112 1418,49 971,18
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
73
113 1420,76 971,75
114 1421,02 971,75
115 1421,32 971,76
116 1421,44 971,76
117 1421,56 971,76
118 1421,58 971,77
119 1421,6 971,76
120 1421,73 971,77
121 1421,75 971,77
122 1421,99 971,76
123 1422,03 971,76
124 1422,16 971,76
125 1422,2 971,76
126 1422,24 971,76
127 1422,37 971,76
128 1422,43 971,76
129 1422,48 971,76
130 1422,9 971,75
131 1423,38 971,76
132 1423,76 971,77
133 1423,81 971,77
134 1423,94 971,77
135 1423,96 971,77
136 1423,99 971,77
137 1424,21 971,77
138 1424,22 971,77
139 1424,44 971,78
140 1424,59 971,78
141 1424,59 971,78
142 1424,61 971,78
143 1424,63 971,78
144 1424,72 971,96
145 1425,04 972,78
146 1425,15 973,15
147 1425,36 973,78
148 1425,42 974,01
149 1425,6 974,78
150 1425,64 974,95
151 1425,72 975,31
152 1425,81 975,71
153 1425,83 975,78
154 1425,88 975,8
155 1425,92 975,8
156 1425,96 975,82
157 1425,98 975,82
158 1426,03 975,85
159 1426,04 975,85
160 1426,06 975,85
161 1426,11 975,86
162 1426,21 975,88
163 1426,68 976,52
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
74
164 1426,85 976,75
165 1426,86 976,78
166 1426,89 976,85
167 1426,95 976,99
168 1427,22 977,64
169 1427,26 977,78
170 1427,35 978,04
171 1427,64 978,77
172 1427,65 978,78
173 1427,65 978,78
174 1427,65 978,78
175 1427,65 978,78
176 1427,75 978,79
177 1427,77 978,8
178 1427,92 978,78
179 1427,94 978,77
180 1427,95 978,77
181 1428,12 978,76
182 1428,14 978,78
183 1428,31 978,96
184 1428,34 978,95
185 1428,56 979,19
186 1428,63 979,18
187 1428,77 979,09
188 1428,82 979,09
189 1428,88 979,11
190 1429,02 979,26
191 1429,08 979,3
192 1429,27 979,43
193 1429,5 979,6
194 1429,72 979,76
195 1429,75 979,78
196 1429,76 979,78
197 1429,86 979,78
198 1430,0 979,78
199 1430,07 979,78
200 1430,08 979,78
201 1430,08 979,78
202 1430,23 979,78
203 1430,24 979,79
204 1430,32 979,82
205 1430,6 979,91
206 1430,64 979,93
207 1430,9 980,02
208 1431,77 980,25
209 1431,94 980,26
210 1432,11 980,26
211 1432,25 980,31
212 1432,44 980,39
213 1432,52 980,39
214 1432,65 980,46
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
75
215 1432,77 980,51
216 1432,87 980,57
217 1432,91 980,58
218 1433,02 980,63
219 1433,05 980,65
220 1433,07 980,66
221 1433,66 980,78
222 1433,83 980,82
223 1433,87 980,86
224 1434,0 980,94
225 1434,1 981,02
226 1434,16 981,07
227 1434,25 981,15
228 1434,35 981,24
229 1434,43 981,31
230 1435,02 981,78
231 1435,54 982,19
232 1435,62 982,28
233 1435,76 982,42
234 1435,96 982,66
235 1436,02 982,72
236 1436,07 982,78
237 1436,19 982,89
238 1436,55 983,16
239 1436,75 983,3
240 1437,25 983,68
241 1437,38 983,78
242 1437,41 983,78
243 1437,68 984,01
244 1437,92 984,18
245 1438,39 984,37
246 1438,45 984,4
247 1438,57 984,49
248 1439,22 984,59
249 1439,43 984,71
250 1439,52 984,71
251 1439,52 984,71
252 1439,68 984,76
253 1439,77 984,76
254 1439,82 984,76
255 1439,94 984,77
256 1440,01 984,78
257 1440,04 984,78
258 1440,11 984,83
259 1440,12 984,83
260 1440,33 984,99
261 1440,53 985,08
262 1441,24 985,52
263 1441,34 985,59
264 1441,6 985,78
265 1441,78 985,92
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
76
266 1442,55 986,22
267 1443,83 986,78
268 1443,84 986,78
269 1443,85 986,78
270 1443,86 986,78
271 1444,57 987,64
272 1444,61 987,69
273 1444,69 987,78
274 1445,2 988,44
Vertici strato .......1
N X (m)
y (m)
1 1401,11 967,34
2 1401,25 967,06
3 1401,35 966,86
4 1401,39 966,78
5 1401,64 966,49
6 1401,73 966,41
7 1401,97 966,18
8 1402,09 966,1
9 1402,2 966,12
10 1402,3 966,11
11 1402,36 966,11
12 1402,68 966,15
13 1402,74 966,15
14 1402,96 966,2
15 1403,18 966,27
16 1403,41 966,37
17 1403,56 966,37
18 1403,94 966,51
19 1404,04 966,54
20 1404,1 966,56
21 1404,27 966,6
22 1404,31 966,64
23 1404,57 966,59
24 1404,71 966,62
25 1404,74 966,63
26 1404,78 966,64
27 1404,94 966,69
28 1404,99 966,69
29 1405,31 966,74
30 1405,48 966,78
31 1405,52 966,78
32 1405,53 966,78
33 1405,71 966,78
34 1405,73 966,78
35 1405,75 966,78
36 1405,96 966,72
37 1406,2 966,68
38 1406,44 966,68
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
77
39 1406,46 966,69
40 1406,67 966,67
41 1407,01 966,76
42 1407,17 966,76
43 1407,38 966,75
44 1407,54 966,75
45 1407,68 966,74
46 1407,84 966,75
47 1408,33 966,77
48 1408,42 966,77
49 1408,43 966,77
50 1408,49 966,78
51 1408,52 966,78
52 1408,53 966,78
53 1408,54 966,78
54 1408,57 966,78
55 1408,58 966,78
56 1408,59 966,78
57 1408,64 966,79
58 1409,26 966,83
59 1409,69 966,8
60 1409,94 966,78
61 1410,72 965,89
62 1410,75 965,88
63 1410,78 965,87
64 1410,83 965,78
65 1411,03 965,2
66 1411,2 964,78
67 1411,22 964,76
68 1411,36 964,37
69 1411,45 964,18
70 1411,52 964,13
71 1411,59 964,05
72 1411,69 963,99
73 1411,76 963,96
74 1411,86 963,96
75 1411,93 964,01
76 1411,98 964,01
77 1411,99 964,03
78 1412,47 965,13
79 1412,91 966,5
80 1413,7 968,13
81 1414,08 968,47
82 1414,42 968,75
83 1414,73 968,97
84 1415,01 969,14
85 1415,27 969,28
86 1415,51 969,39
87 1415,72 969,48
88 1415,91 969,56
89 1416,09 969,63
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
78
90 1416,28 969,72
91 1416,5 969,84
92 1416,78 970,0
93 1417,14 970,22
94 1417,61 970,52
95 1418,22 970,91
96 1418,71 971,24
97 1420,38 971,66
98 1420,76 971,75
99 1420,97 971,75
100 1422,09 971,76
101 1422,9 971,75
102 1423,65 971,77
103 1424,63 971,77
104 1425,36 973,78
105 1425,82 975,8
106 1426,21 975,88
107 1426,89 976,72
108 1427,64 978,77
109 1427,65 978,78
110 1427,65 978,78
111 1427,65 978,78
112 1427,65 978,78
113 1427,75 978,79
114 1427,77 978,8
115 1427,92 978,78
116 1427,94 978,77
117 1427,95 978,77
118 1428,12 978,76
119 1428,14 978,78
120 1428,31 978,96
121 1428,34 978,95
122 1428,56 979,19
123 1428,63 979,18
124 1428,77 979,09
125 1428,82 979,09
126 1428,88 979,11
127 1429,02 979,26
128 1429,08 979,3
129 1429,27 979,43
130 1429,5 979,6
131 1429,72 979,76
132 1429,75 979,78
133 1429,76 979,78
134 1429,86 979,78
135 1430,0 979,78
136 1430,07 979,78
137 1430,08 979,78
138 1430,08 979,78
139 1430,23 979,78
140 1430,24 979,79
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
79
141 1430,32 979,82
142 1430,6 979,91
143 1430,64 979,93
144 1430,9 980,02
145 1431,77 980,25
146 1431,94 980,26
147 1432,11 980,26
148 1432,25 980,31
149 1432,44 980,39
150 1432,52 980,39
151 1432,65 980,46
152 1432,77 980,51
153 1432,87 980,57
154 1432,91 980,58
155 1433,02 980,63
156 1433,05 980,65
157 1433,07 980,66
158 1433,66 980,78
159 1433,83 980,82
160 1433,87 980,86
161 1434,0 980,94
162 1434,1 981,02
163 1434,16 981,07
164 1434,25 981,15
165 1434,35 981,24
166 1434,43 981,31
167 1435,02 981,78
168 1435,54 982,19
169 1435,62 982,28
170 1435,76 982,42
171 1435,96 982,66
172 1436,02 982,72
173 1436,07 982,78
174 1436,19 982,89
175 1436,55 983,16
176 1436,75 983,3
177 1437,25 983,68
178 1437,38 983,78
179 1437,41 983,78
180 1437,68 984,01
181 1437,92 984,18
182 1438,39 984,37
183 1438,45 984,4
184 1438,57 984,49
185 1439,22 984,59
186 1439,43 984,71
187 1439,52 984,71
188 1439,52 984,71
189 1439,68 984,76
190 1439,77 984,76
191 1439,82 984,76
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
80
192 1439,94 984,77
193 1440,01 984,78
194 1440,04 984,78
195 1440,11 984,83
196 1440,12 984,83
197 1440,33 984,99
198 1440,53 985,08
199 1441,24 985,52
200 1441,34 985,59
201 1441,6 985,78
202 1441,78 985,92
203 1442,55 986,22
204 1443,83 986,78
205 1443,84 986,78
206 1443,85 986,78
207 1443,86 986,78
208 1444,57 987,64
209 1444,61 987,69
210 1444,69 987,78
211 1445,2 988,44
Vertici strato .......2
N X (m)
y (m)
1 1401,11 967,34
2 1401,25 967,06
3 1401,35 966,86
4 1401,39 966,78
5 1401,64 966,49
6 1401,73 966,41
7 1401,97 966,18
8 1402,09 966,1
9 1402,2 966,12
10 1402,3 966,11
11 1402,36 966,11
12 1402,68 966,15
13 1402,74 966,15
14 1402,96 966,2
15 1403,18 966,27
16 1403,41 966,37
17 1403,56 966,37
18 1403,94 966,51
19 1404,04 966,54
20 1404,1 966,56
21 1404,27 966,6
22 1404,31 966,64
23 1404,57 966,59
24 1404,71 966,62
25 1404,74 966,63
26 1404,78 966,64
27 1404,94 966,69
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
81
28 1404,99 966,69
29 1405,31 966,74
30 1405,48 966,78
31 1405,52 966,78
32 1405,53 966,78
33 1405,71 966,78
34 1405,73 966,78
35 1405,75 966,78
36 1405,96 966,72
37 1406,2 966,68
38 1406,44 966,68
39 1406,46 966,69
40 1406,67 966,67
41 1407,01 966,76
42 1407,17 966,76
43 1407,38 966,75
44 1407,54 966,75
45 1407,68 966,74
46 1407,84 966,75
47 1408,33 966,77
48 1408,42 966,77
49 1408,43 966,77
50 1408,49 966,78
51 1408,52 966,78
52 1408,53 966,78
53 1408,54 966,78
54 1408,57 966,78
55 1408,58 966,78
56 1408,59 966,78
57 1408,64 966,79
58 1409,26 966,83
59 1409,69 966,8
60 1409,94 966,78
61 1410,72 965,89
62 1410,75 965,88
63 1410,78 965,87
64 1410,83 965,78
65 1411,03 965,2
66 1411,2 964,78
67 1411,22 964,76
68 1411,36 964,37
69 1411,45 964,18
70 1411,52 964,13
71 1411,59 964,05
72 1411,69 963,99
73 1411,76 963,96
74 1411,86 963,96
75 1411,93 964,01
76 1411,98 964,01
77 1413,05 964,76
78 1414,25 965,75
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
82
79 1414,84 966,28
80 1416,0 966,85
81 1416,91 967,51
82 1417,65 968,63
83 1418,43 969,78
84 1420,38 971,66
85 1420,76 971,75
86 1423,28 971,76
87 1424,6 971,78
88 1425,26 973,47
89 1425,82 975,8
90 1426,16 975,87
91 1426,89 976,72
92 1427,35 978,04
93 1427,65 978,78
94 1427,65 978,78
95 1427,65 978,78
96 1427,75 978,79
97 1427,77 978,8
98 1427,92 978,78
99 1427,94 978,77
100 1427,95 978,77
101 1428,12 978,76
102 1428,14 978,78
103 1428,31 978,96
104 1428,34 978,95
105 1428,56 979,19
106 1428,63 979,18
107 1428,77 979,09
108 1428,82 979,09
109 1428,88 979,11
110 1429,02 979,26
111 1429,08 979,3
112 1429,27 979,43
113 1429,5 979,6
114 1429,72 979,76
115 1429,75 979,78
116 1429,76 979,78
117 1429,86 979,78
118 1430,0 979,78
119 1430,07 979,78
120 1430,08 979,78
121 1430,08 979,78
122 1430,23 979,78
123 1430,24 979,79
124 1430,32 979,82
125 1430,6 979,91
126 1430,64 979,93
127 1430,9 980,02
128 1431,77 980,25
129 1431,94 980,26
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
83
130 1432,11 980,26
131 1432,25 980,31
132 1432,44 980,39
133 1432,52 980,39
134 1432,65 980,46
135 1432,77 980,51
136 1432,87 980,57
137 1432,91 980,58
138 1433,02 980,63
139 1433,05 980,65
140 1433,07 980,66
141 1433,66 980,78
142 1433,83 980,82
143 1433,87 980,86
144 1434,0 980,94
145 1434,1 981,02
146 1434,16 981,07
147 1434,25 981,15
148 1434,35 981,24
149 1434,43 981,31
150 1435,02 981,78
151 1435,54 982,19
152 1435,62 982,28
153 1435,76 982,42
154 1435,96 982,66
155 1436,02 982,72
156 1436,07 982,78
157 1436,19 982,89
158 1436,55 983,16
159 1436,75 983,3
160 1437,25 983,68
161 1437,38 983,78
162 1437,41 983,78
163 1437,68 984,01
164 1437,92 984,18
165 1438,39 984,37
166 1438,45 984,4
167 1438,57 984,49
168 1439,22 984,59
169 1439,43 984,71
170 1439,52 984,71
171 1439,52 984,71
172 1439,68 984,76
173 1439,77 984,76
174 1439,82 984,76
175 1439,94 984,77
176 1440,01 984,78
177 1440,04 984,78
178 1440,11 984,83
179 1440,12 984,83
180 1440,33 984,99
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
84
181 1440,53 985,08
182 1441,24 985,52
183 1441,34 985,59
184 1441,6 985,78
185 1441,78 985,92
186 1442,55 986,22
187 1443,83 986,78
188 1443,84 986,78
189 1443,85 986,78
190 1443,86 986,78
191 1444,57 987,64
192 1444,61 987,69
193 1444,69 987,78
194 1445,2 988,44
Vertici strato .......3
N X (m)
y (m)
1 1401,11 959,41
2 1401,84 959,61
3 1404,16 960,25
4 1407,46 960,84
5 1410,05 960,89
6 1412,43 961,41
7 1414,35 961,89
8 1415,58 962,02
9 1416,64 962,7
10 1418,3 965,11
11 1419,7 966,71
12 1420,76 971,75
13 1421,07 971,75
14 1422,4 971,76
15 1422,9 971,75
16 1423,48 971,75
17 1424,63 971,77
18 1425,04 972,78
19 1425,36 973,78
20 1425,83 975,78
21 1425,99 975,83
22 1426,21 975,88
23 1426,89 976,72
24 1427,64 978,77
25 1427,65 978,78
26 1427,65 978,78
27 1427,65 978,78
28 1427,75 978,79
29 1427,77 978,8
30 1427,92 978,78
31 1427,94 978,77
32 1427,95 978,77
33 1428,12 978,76
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
85
34 1428,14 978,78
35 1428,31 978,96
36 1428,34 978,95
37 1428,56 979,19
38 1428,63 979,18
39 1428,77 979,09
40 1428,82 979,09
41 1428,88 979,11
42 1429,02 979,26
43 1429,08 979,3
44 1429,27 979,43
45 1429,5 979,6
46 1429,72 979,76
47 1429,75 979,78
48 1429,76 979,78
49 1429,86 979,78
50 1430,0 979,78
51 1430,07 979,78
52 1430,08 979,78
53 1430,08 979,78
54 1430,23 979,78
55 1430,24 979,79
56 1430,32 979,82
57 1430,6 979,91
58 1430,64 979,93
59 1430,9 980,02
60 1431,77 980,25
61 1431,94 980,26
62 1432,11 980,26
63 1432,25 980,31
64 1432,44 980,39
65 1432,52 980,39
66 1432,65 980,46
67 1432,77 980,51
68 1432,87 980,57
69 1432,91 980,58
70 1433,02 980,63
71 1433,05 980,65
72 1433,07 980,66
73 1433,66 980,78
74 1433,83 980,82
75 1433,87 980,86
76 1434,0 980,94
77 1434,1 981,02
78 1434,16 981,07
79 1434,25 981,15
80 1434,35 981,24
81 1434,43 981,31
82 1435,02 981,78
83 1435,54 982,19
84 1435,62 982,28
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
86
85 1435,76 982,42
86 1435,96 982,66
87 1436,02 982,72
88 1436,07 982,78
89 1436,19 982,89
90 1436,55 983,16
91 1436,75 983,3
92 1437,25 983,68
93 1437,38 983,78
94 1437,41 983,78
95 1437,68 984,01
96 1437,92 984,18
97 1438,39 984,37
98 1438,45 984,4
99 1438,57 984,49
100 1439,22 984,59
101 1439,43 984,71
102 1439,52 984,71
103 1439,52 984,71
104 1439,68 984,76
105 1439,77 984,76
106 1439,82 984,76
107 1439,94 984,77
108 1440,01 984,78
109 1440,04 984,78
110 1440,11 984,83
111 1440,12 984,83
112 1440,33 984,99
113 1440,53 985,08
114 1441,24 985,52
115 1441,34 985,59
116 1441,6 985,78
117 1441,78 985,92
118 1442,55 986,22
119 1443,83 986,78
120 1443,84 986,78
121 1443,85 986,78
122 1443,86 986,78
123 1444,57 987,64
124 1444,61 987,69
125 1444,69 987,78
126 1445,2 988,44
Vertici strato .......4
N X (m)
y (m)
1 1401,11 948,31
2 1402,46 948,18
3 1403,02 948,14
4 1403,46 948,11
5 1403,81 948,1
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
87
6 1404,1 948,07
7 1404,36 948,03
8 1404,6 947,96
9 1404,82 947,89
10 1405,03 947,81
11 1405,23 947,74
12 1405,42 947,67
13 1405,61 947,61
14 1405,8 947,57
15 1405,99 947,56
16 1406,19 947,57
17 1406,41 947,6
18 1406,63 947,65
19 1406,86 947,71
20 1407,11 947,78
21 1407,38 947,87
22 1407,66 947,97
23 1407,96 948,07
24 1408,27 948,18
25 1408,6 948,3
26 1408,92 948,42
27 1409,23 948,54
28 1409,53 948,67
29 1409,82 948,81
30 1410,08 948,94
31 1410,31 949,09
32 1410,51 949,23
33 1410,71 949,37
34 1410,89 949,5
35 1411,08 949,63
36 1411,28 949,74
37 1411,5 949,84
38 1411,74 949,92
39 1412,02 949,98
40 1412,33 950,02
41 1412,66 950,05
42 1413,01 950,07
43 1413,37 950,09
44 1413,73 950,1
45 1414,09 950,11
46 1414,44 950,13
47 1414,77 950,15
48 1415,08 950,19
49 1415,38 950,24
50 1415,65 950,29
51 1415,89 950,35
52 1416,12 950,42
53 1416,31 950,5
54 1416,48 950,59
55 1416,62 950,69
56 1416,73 950,79
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
88
57 1416,82 950,91
58 1416,89 951,03
59 1416,96 951,17
60 1417,02 951,32
61 1417,08 951,48
62 1417,14 951,66
63 1417,21 951,84
64 1417,29 952,05
65 1417,37 952,26
66 1417,46 952,49
67 1417,54 952,73
68 1417,63 952,98
69 1417,71 953,24
70 1417,78 953,51
71 1417,85 953,79
72 1417,91 954,08
73 1417,96 954,37
74 1418,01 954,67
75 1418,06 954,96
76 1418,11 955,25
77 1418,16 955,53
78 1418,21 955,8
79 1418,26 956,05
80 1418,32 956,3
81 1418,38 956,55
82 1418,44 956,81
83 1418,5 957,07
84 1418,57 957,36
85 1418,64 957,67
86 1418,71 958,01
87 1418,78 958,4
88 1418,85 958,82
89 1418,92 959,28
90 1418,99 959,79
91 1419,06 960,33
92 1419,13 960,93
93 1419,2 961,56
94 1419,26 962,25
95 1419,33 962,98
96 1419,4 963,79
97 1419,48 964,7
98 1419,58 965,74
99 1420,76 971,75
100 1424,72 971,75
101 1425,82 975,8
102 1426,21 975,88
103 1426,89 976,72
104 1427,65 978,78
105 1427,75 978,79
106 1427,77 978,8
107 1427,92 978,78
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
89
108 1427,94 978,77
109 1427,95 978,77
110 1428,12 978,76
111 1428,14 978,78
112 1428,31 978,96
113 1428,34 978,95
114 1428,56 979,19
115 1428,63 979,18
116 1428,77 979,09
117 1428,82 979,09
118 1428,88 979,11
119 1429,02 979,26
120 1429,08 979,3
121 1429,27 979,43
122 1429,5 979,6
123 1429,72 979,76
124 1429,75 979,78
125 1429,76 979,78
126 1429,86 979,78
127 1430,0 979,78
128 1430,07 979,78
129 1430,08 979,78
130 1430,08 979,78
131 1430,23 979,78
132 1430,24 979,79
133 1430,32 979,82
134 1430,6 979,91
135 1430,64 979,93
136 1430,9 980,02
137 1431,77 980,25
138 1431,94 980,26
139 1432,11 980,26
140 1432,25 980,31
141 1432,44 980,39
142 1432,52 980,39
143 1432,65 980,46
144 1432,77 980,51
145 1432,87 980,57
146 1432,91 980,58
147 1433,02 980,63
148 1433,05 980,65
149 1433,07 980,66
150 1433,66 980,78
151 1433,83 980,82
152 1433,87 980,86
153 1434,0 980,94
154 1434,1 981,02
155 1434,16 981,07
156 1434,25 981,15
157 1434,35 981,24
158 1434,43 981,31
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
90
159 1435,02 981,78
160 1435,54 982,19
161 1435,62 982,28
162 1435,76 982,42
163 1435,96 982,66
164 1436,02 982,72
165 1436,07 982,78
166 1436,19 982,89
167 1436,55 983,16
168 1436,75 983,3
169 1437,25 983,68
170 1437,38 983,78
171 1437,41 983,78
172 1437,68 984,01
173 1437,92 984,18
174 1438,39 984,37
175 1438,45 984,4
176 1438,57 984,49
177 1439,22 984,59
178 1439,43 984,71
179 1439,52 984,71
180 1439,52 984,71
181 1439,68 984,76
182 1439,77 984,76
183 1439,82 984,76
184 1439,94 984,77
185 1440,01 984,78
186 1440,04 984,78
187 1440,11 984,83
188 1440,12 984,83
189 1440,33 984,99
190 1440,53 985,08
191 1441,24 985,52
192 1441,34 985,59
193 1441,6 985,78
194 1441,78 985,92
195 1442,55 986,22
196 1443,83 986,78
197 1443,84 986,78
198 1443,85 986,78
199 1443,86 986,78
200 1444,57 987,64
201 1444,61 987,69
202 1444,69 987,78
203 1445,2 988,44
Vertici strato .......5
N X (m)
y (m)
1 1401,11 935,91
2 1410,13 940,94
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
91
3 1411,5 941,67
4 1412,84 942,36
5 1414,12 943,01
6 1415,33 943,61
7 1416,42 944,15
8 1417,37 944,64
9 1418,17 945,06
10 1418,84 945,44
11 1419,39 945,77
12 1419,87 946,07
13 1420,28 946,34
14 1420,67 946,61
15 1421,06 946,87
16 1421,47 947,14
17 1421,93 947,42
18 1422,44 947,72
19 1422,97 948,03
20 1423,52 948,35
21 1424,07 948,67
22 1424,63 949,0
23 1425,16 949,32
24 1425,67 949,64
25 1426,13 949,95
26 1426,58 950,26
27 1427,01 950,56
28 1427,46 950,87
29 1427,92 951,19
30 1428,42 951,51
31 1428,98 951,86
32 1429,61 952,22
33 1430,31 952,6
34 1431,09 953,01
35 1431,9 953,43
36 1432,75 953,87
37 1433,6 954,32
38 1434,43 954,79
39 1435,24 955,26
40 1435,98 955,74
41 1436,66 956,23
42 1437,29 956,72
43 1437,89 957,23
44 1438,48 957,75
45 1439,08 958,3
46 1439,72 958,86
47 1440,41 959,46
48 1441,18 960,09
49 1442,04 960,76
50 1442,98 961,5
51 1444,0 962,35
52 1445,06 963,35
53 1445,2 963,5
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
92
Vertici superficie Nr...1
N X m
y m
1 1411,67 964,08
2 1413,75 965,6
3 1416,56 967,49
4 1419,94 971,59
Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terreno ======================================================================== Tangente angolo di resistenza al taglio 1,25 Coesione efficace 1,25 Coesione non drenata 1,4 Riduzione parametri geotecnici terreno No ======================================================================= = Stratigrafia
Strato Coesione (kN/m²)
Coesione non drenata
(kN/m²)
Angolo resistenza al
taglio (°)
Peso unità di volume (kN/m³)
Peso saturo (kN/m³)
Litologia
A1a 0 26 15,50 17,5
A3a 4,5 25 15,5 17,5
A3b 10 27 16,5 18,5
A3c 15 30 17,5 19,5
A2a 25 30 21 23
A2b 75 35 22 24
B: Larghezza del concio; Alfa: Angolo di inclinazione della base del concio; Li: Lunghezza della base del concio; Wi: Peso del concio; Ui: Forze derivanti dalle pressioni neutre; Ni: forze agenti normalmente alla direzione di scivolamento; Ti: forze agenti parallelamente alla superficie di scivolamento; Fi: Angolo di attrito; c: coesione.
Superficie Nr...1 Fattore di sicurezza=0,86 -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Nr. B Alfa Li Wi Kh•Wi Kv•Wi c Fi Ui N'i Ti m (°) m (kN) (kN) (kN) (kN/m²) (°) (kN) (kN) (kN) -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 1 0,26 35,8 0,32 1,68 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 0,6 2,5 2 0,26 36,4 0,32 5,21 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 3,7 4,6 3 0,26 36,4 0,32 7,06 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 5,4 5,7 4 0,26 36,4 0,32 9,19 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 7,3 7,0 5 0,26 36,4 0,32 11,33 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 9,2 8,3 6 0,26 36,4 0,32 12,57 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 10,3 9,0 7 0,26 34,3 0,31 13,27 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 10,9 9,1 8 0,26 32,8 0,31 13,65 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 11,3 9,2
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
93
9 0,26 34,6 0,31 14,04 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 11,6 9,6 10 0,26 34,7 0,31 14,46 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 12,0 9,9 11 0,26 32,8 0,31 13,97 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 11,6 9,4 12 0,26 34,6 0,31 13,34 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 11,0 9,2 13 0,26 32,8 0,31 13,37 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 11,0 9,0 14 0,26 34,6 0,31 13,2 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 10,8 9,1 15 0,26 34,7 0,31 12,92 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 10,6 9,0 16 0,26 32,8 0,31 12,62 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 10,4 8,6 17 0,26 34,7 0,31 12,34 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 10,1 8,6 18 0,26 48,6 0,39 11,95 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 9,8 11,1 19 0,26 50,1 0,4 11,26 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 9,1 11,0 20 0,26 51,2 0,41 10,14 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 8,1 10,4 21 0,26 50,1 0,4 8,97 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 7,0 9,2 22 0,26 50,1 0,4 8,11 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 6,1 8,5 23 0,26 51,2 0,41 7,26 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 5,3 8,0 24 0,26 50,2 0,4 6,41 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 4,5 7,1 25 0,26 50,1 0,4 5,51 0,0 0,0 10,0 27,0 0,0 1,7 8,9 26 0,26 51,2 0,41 4,49 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 2,7 5,8 27 0,26 50,1 0,4 3,48 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 1,8 4,8 28 0,26 50,1 0,4 2,5 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 0,8 4,0 29 0,26 51,2 0,41 1,5 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 -0,2 3,3 30 0,26 50,2 0,4 0,49 0,0 0,0 4,5 25,0 0,0 -1,1 2,4
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
94
6.3. POST OPERAM
Figura 2-3 – Potenziale superficie critica nella
situazione Post Operam A2+M2+R2
Figura 2-4 – Potenziale superficie critica nella situazione Post Operam Sisma +
Figura 5 Potenziale superficie critica nella situazione Post Operam Sisma -
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
95
Analisi di stabilità dei pendii con: JANBU (1967) ======================================================================== Normativa NTC 2018 – Condizioni statiche (A2+M2+R2) Numero di strati 6,0 Numero dei conci 30,0 Coefficiente parziale resistenza 1,0 Parametri geotecnici da usare. Angolo di attrito: Picco Analisi Condizione drenata Superficie di forma circolare ======================================================================== Maglia dei Centri ======================================================================== Ascissa vertice sinistro inferiore xi 1405,06 m Ordinata vertice sinistro inferiore yi 999,47 m Ascissa vertice destro superiore xs 1431,88 m Ordinata vertice destro superiore ys 1013,98 m Passo di ricerca 10,0 Numero di celle lungo x 10,0 Numero di celle lungo y 10,0 ========================================================================
Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terreno ======================================================================== Tangente angolo di resistenza al taglio 1,25 Coesione efficace 1,25 Coesione non drenata 1,4 Riduzione parametri geotecnici terreno Si ======================================================================= = Pali...
N° x (m)
y (m)
Diametro (m)
Lunghezza (m)
Inclinazione (°)
Interasse (m)
Resistenza al taglio
(kN/m²)
Metodo stabilizzazione
1 1416,948 970,7332 0,3 12 90 0,5 533 Tensione tangenziale
Tiranti N° x
(m) y
(m) Lunghezza
libera (m)
Lunghezza ancorata
(m)
Inclinazione (°)
Tiro (kN)
1 1417,127 970,6666 10 9 10 100
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
96
Risultati analisi pendio [A2+M2+R2] ======================================================================== Fs minimo individuato 1,58 Ascissa centro superficie 1411,76 m Ordinata centro superficie 1000,19 m Raggio superficie 31,83 m ======================================================================== B: Larghezza del concio; Alfa: Angolo di inclinazione della base del concio; Li: Lunghezza della base del concio; Wi: Peso del concio; Ui: Forze derivanti dalle pressioni neutre; Ni: forze agenti normalmente alla direzione di scivolamento; Ti: forze agenti parallelamente alla superficie di scivolamento; Fi: Angolo di attrito; c: coesione.
xc = 1411,764 yc = 1000,193 Rc = 31,83 Fs=1,583 -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Nr. B Alfa Li Wi Kh•Wi Kv•Wi c Fi Ui N'i Ti m (°) m (kN) (kN) (kN) (kN/m²) (°) (kN) (kN) (kN) -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 1 0,2 9,5 0,2 0,53 0,0 0,0 0,0 21,3 0,0 0,5 0,1 2 0,69 4,1 0,69 7,37 0,0 0,0 0,0 21,3 0,0 7,3 1,8 3 0,26 4,7 0,26 4,74 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 4,6 1,7 4 0,05 4,5 0,05 1,01 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 1,0 0,3 5 0,01 20,4 0,01 0,21 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 0,2 0,1 6 0,07 6,3 0,07 1,44 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 1,4 0,5 7 0,2 5,5 0,21 4,14 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 4,0 1,4 8 0,09 4,9 0,09 1,89 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 1,8 0,6 9 0,1 6,7 0,1 2,04 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 2,0 0,7 10 0,31 5,7 0,32 6,83 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 6,6 2,3 11 0,04 6,3 0,04 0,83 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 0,8 0,3 12 0,04 8,0 0,04 0,98 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 0,9 0,3 13 0,28 7,2 0,28 6,81 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 6,6 2,2 14 0,56 7,7 0,56 14,53 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 14,0 4,6 15 0,54 8,9 0,55 15,57 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 15,0 4,8 16 0,15 9,7 0,15 4,56 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 4,4 1,4 17 0,21 9,2 0,21 6,28 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 6,1 1,9 18 0,04 9,5 0,04 1,07 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 1,0 0,3 19 0,08 11,8 0,08 2,3 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 2,2 0,7 20 0,02 0,0 0,02 0,52 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 0,5 0,2 21 0,07 11,1 0,07 2,1 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 2,0 0,7 22 0,68 11,0 0,69 20,91 0,0 0,0 3,6 20,5 0,0 20,1 6,4 23 0,26 12,0 0,26 8,37 0,0 0,0 8,0 22,2 0,0 7,8 3,4 24 0,09 10,2 0,09 2,97 0,0 0,0 8,0 22,2 0,0 2,8 1,2 25 2,27 14,4 2,35 78,15 0,0 0,0 8,0 22,2 0,0 72,8 31,6 26 0,26 16,7 0,27 11,22 0,0 0,0 40,0 29,3 0,0 8,7 10,4 27 0,3 16,9 0,31 12,32 0,0 0,0 40,0 29,3 0,0 9,5 11,7 28 0,12 19,2 0,13 4,74 0,0 0,0 40,0 29,3 0,0 3,5 4,7 29 0,12 18,1 0,13 4,73 0,0 0,0 40,0 29,3 0,0 3,5 20,9 30 18,03 39,4 23,33 2039,23 0,0 0,0 40,0 29,3 0,0 1669,7 1527,0
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
Ing.
Maurizio
Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
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Analisi di stabilità dei pendii con: JANBU (1967) ======================================================================== Normativa NTC 2018 – Condizione sismica (Sisma +) Numero di strati 6,0 Numero dei conci 30,0 Coefficiente parziale resistenza 1,0 Parametri geotecnici da usare. Angolo di attrito: Picco Analisi Condizione drenata Superficie di forma circolare ======================================================================== Maglia dei Centri ======================================================================== Ascissa vertice sinistro inferiore xi 1405,06 m Ordinata vertice sinistro inferiore yi 999,47 m Ascissa vertice destro superiore xs 1431,88 m Ordinata vertice destro superiore ys 1013,98 m Passo di ricerca 10,0 Numero di celle lungo x 10,0 Numero di celle lungo y 10,0 ======================================================================== Coefficiente azione sismica orizzontale 0,047 Coefficiente azione sismica verticale 0,0235
Risultati analisi pendio ======================================================================== Fs minimo individuato 1,77 Ascissa centro superficie 1411,76 m Ordinata centro superficie 1000,19 m Raggio superficie 31,83 m ======================================================================== xc = 1411,764 yc = 1000,193 Rc = 31,83 Fs=1,767 -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Nr. B Alfa Li Wi Kh•Wi Kv•Wi c Fi Ui N'i Ti m (°) m (kN) (kN) (kN) (kN/m²) (°) (kN) (kN) (kN) -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 1 0,2 9,5 0,2 0,53 0,03 0,01 0,0 26,0 0,0 0,5 0,1 2 0,69 4,1 0,69 7,37 0,35 0,17 0,0 26,0 0,0 7,2 2,0 3 0,26 4,7 0,26 4,74 0,22 0,11 4,5 25,0 0,0 4,6 1,9 4 0,05 4,5 0,05 1,01 0,05 0,02 4,5 25,0 0,0 1,0 0,4 5 0,01 20,4 0,01 0,21 0,01 0,0 4,5 25,0 0,0 0,2 0,1 6 0,07 6,3 0,07 1,44 0,07 0,03 4,5 25,0 0,0 1,4 0,6
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
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Proietti
ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
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7 0,2 5,5 0,21 4,14 0,19 0,1 4,5 25,0 0,0 4,0 1,6 8 0,09 4,9 0,09 1,89 0,09 0,04 4,5 25,0 0,0 1,8 0,7 9 0,1 6,7 0,1 2,04 0,1 0,05 4,5 25,0 0,0 2,0 0,8 10 0,31 5,7 0,32 6,83 0,32 0,16 4,5 25,0 0,0 6,6 2,6 11 0,04 6,3 0,04 0,83 0,04 0,02 4,5 25,0 0,0 0,8 0,3 12 0,04 8,0 0,04 0,98 0,05 0,02 4,5 25,0 0,0 0,9 0,4 13 0,28 7,2 0,28 6,81 0,32 0,16 4,5 25,0 0,0 6,6 2,5 14 0,56 7,7 0,56 14,53 0,68 0,34 4,5 25,0 0,0 14,0 5,2 15 0,54 8,9 0,55 15,57 0,73 0,37 4,5 25,0 0,0 14,9 5,4 16 0,15 9,7 0,15 4,56 0,21 0,11 4,5 25,0 0,0 4,4 1,6 17 0,21 9,2 0,21 6,28 0,3 0,15 4,5 25,0 0,0 6,0 2,2 18 0,04 9,5 0,04 1,07 0,05 0,03 4,5 25,0 0,0 1,0 0,4 19 0,08 11,8 0,08 2,3 0,11 0,05 4,5 25,0 0,0 2,2 0,8 20 0,02 0,0 0,02 0,52 0,02 0,01 4,5 25,0 0,0 0,5 0,2 21 0,07 11,1 0,07 2,1 0,1 0,05 4,5 25,0 0,0 2,0 0,7 22 0,68 11,0 0,69 20,91 0,98 0,49 4,5 25,0 0,0 19,9 7,2 23 0,26 12,0 0,26 8,37 0,39 0,2 10,0 27,0 0,0 7,8 3,8 24 0,09 10,2 0,09 2,97 0,14 0,07 10,0 27,0 0,0 2,8 1,3 25 2,27 14,4 2,35 78,15 3,67 1,84 10,0 27,0 0,0 72,0 35,1 26 0,26 16,7 0,27 11,22 0,53 0,26 50,0 35,0 0,0 8,4 11,5 27 0,3 16,9 0,31 12,32 0,58 0,29 50,0 35,0 0,0 9,1 13,0 28 0,12 19,2 0,13 4,74 0,22 0,11 50,0 35,0 0,0 3,3 5,1 29 0,12 18,1 0,13 4,73 0,22 0,11 50,0 35,0 0,0 3,4 19,5 30 18,03 39,4 23,33 2039,23 95,84 47,92 50,0 35,0 0,0 1582,5 1664,4
Analisi di stabilità dei pendii con: JANBU (1967) ======================================================================== Normativa NTC 2018 – Condizione sismica (Sisma -) Numero di strati 6,0 Numero dei conci 30,0 Grado di sicurezza ritenuto accettabile 1,3 Coefficiente parziale resistenza 1,0 Parametri geotecnici da usare. Angolo di attrito: Picco Analisi Condizione drenata Superficie di forma circolare ======================================================================== Maglia dei Centri ======================================================================== Ascissa vertice sinistro inferiore xi 1405,06 m Ordinata vertice sinistro inferiore yi 999,47 m Ascissa vertice destro superiore xs 1431,88 m Ordinata vertice destro superiore ys 1013,98 m Passo di ricerca 10,0 Numero di celle lungo x 10,0 Numero di celle lungo y 10,0
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
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Proietti
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99
======================================================================== Coefficiente azione sismica orizzontale 0,047 Coefficiente azione sismica verticale -0,0235
Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terreno ======================================================================== Tangente angolo di resistenza al taglio 1,25 Coesione efficace 1,25 Coesione non drenata 1,4 Riduzione parametri geotecnici terreno No ======================================================================= =
Risultati analisi pendio ======================================================================== Fs minimo individuato 1,88 Ascissa centro superficie 1411,76 m Ordinata centro superficie 1000,19 m Raggio superficie 31,83 m ======================================================================== xc = 1411,764 yc = 1000,193 Rc = 31,83 Fs=1,878 -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Nr. B Alfa Li Wi Kh•Wi Kv•Wi c Fi Ui N'i Ti m (°) m (kN) (kN) (kN) (kN/m²) (°) (kN) (kN) (kN) -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 1 0,2 9,5 0,2 0,53 0,03 -0,01 0,0 26,0 0,0 0,5 0,1 2 0,69 4,1 0,69 7,37 0,35 -0,18 0,0 26,0 0,0 7,3 1,9 3 0,26 4,7 0,26 4,74 0,22 -0,11 4,5 25,0 0,0 4,6 1,8 4 0,05 4,5 0,05 1,01 0,05 -0,02 4,5 25,0 0,0 1,0 0,4 5 0,01 20,4 0,01 0,21 0,01 -0,01 4,5 25,0 0,0 0,2 0,1 6 0,07 6,3 0,07 1,44 0,07 -0,03 4,5 25,0 0,0 1,4 0,5 7 0,2 5,5 0,21 4,14 0,19 -0,1 4,5 25,0 0,0 4,0 1,5 8 0,09 4,9 0,09 1,89 0,09 -0,05 4,5 25,0 0,0 1,8 0,7 9 0,1 6,7 0,1 2,04 0,1 -0,05 4,5 25,0 0,0 2,0 0,7 10 0,31 5,7 0,32 6,83 0,32 -0,16 4,5 25,0 0,0 6,6 2,4 11 0,04 6,3 0,04 0,83 0,04 -0,02 4,5 25,0 0,0 0,8 0,3 12 0,04 8,0 0,04 0,98 0,05 -0,02 4,5 25,0 0,0 0,9 0,3 13 0,28 7,2 0,28 6,81 0,32 -0,16 4,5 25,0 0,0 6,6 2,3 14 0,56 7,7 0,56 14,53 0,68 -0,35 4,5 25,0 0,0 14,0 4,9 15 0,54 8,9 0,55 15,57 0,73 -0,37 4,5 25,0 0,0 15,0 5,1 16 0,15 9,7 0,15 4,56 0,21 -0,11 4,5 25,0 0,0 4,4 1,5 17 0,21 9,2 0,21 6,28 0,3 -0,15 4,5 25,0 0,0 6,0 2,0 18 0,04 9,5 0,04 1,07 0,05 -0,03 4,5 25,0 0,0 1,0 0,3 19 0,08 11,8 0,08 2,3 0,11 -0,06 4,5 25,0 0,0 2,2 0,7
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
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ANALISI DI STABILITÀ ANTE E POST OPERAM
100
20 0,02 0,0 0,02 0,52 0,02 -0,01 4,5 25,0 0,0 0,5 0,2 21 0,07 11,1 0,07 2,1 0,1 -0,05 4,5 25,0 0,0 2,0 0,7 22 0,68 11,0 0,69 20,91 0,98 -0,5 4,5 25,0 0,0 20,0 6,8 23 0,26 12,0 0,26 8,37 0,39 -0,2 10,0 27,0 0,0 7,8 3,6 24 0,09 10,2 0,09 2,97 0,14 -0,07 10,0 27,0 0,0 2,8 1,3 25 2,27 14,4 2,35 78,15 3,67 -1,88 10,0 27,0 0,0 72,4 33,2 26 0,26 16,7 0,27 11,22 0,53 -0,27 50,0 35,0 0,0 8,6 10,9 27 0,3 16,9 0,31 12,32 0,58 -0,3 50,0 35,0 0,0 9,3 12,3 28 0,12 19,2 0,13 4,74 0,22 -0,11 50,0 35,0 0,0 3,4 4,9 29 0,12 18,1 0,13 4,73 0,22 -0,11 50,0 35,0 0,0 3,5 18,5 30 18,03 39,4 23,33 2039,23 95,84 -48,94 50,0 35,0 0,0 1629,9 1589
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
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Proietti
RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOMORFOLOGICA
IL PROGETTISTA:
Pagina 101 di 102 Cod. A113_IV_E19_GG_00_REL06_A
7. CONCLUSIONI
Il presente studio di compatibilità geomorfologica viene redatto per il Progetto Esecutivo
“interventi di messa in sicurezza e per l’aumento di resilienza dei territori più esposti a rischio
idrogeologico e di erosione del comune di Cori”, in ottemperanza alle prescrizioni redatte
dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale con n. Prot. 0008287 del 29.11.2019
con riferimento al Progetto Definitivo
Le conoscenze finora maturate hanno evidenziato come le problematiche di dissesto siano
essenzialmente connesse alle seguenti condizioni:
Naturale predisposizione al dissesto, dettato dalle condizioni geologiche, morfologiche,
grado di alterazione e fatturazione, storia tettonica (cause predisponenti il dissesto);
Forte incidenza delle condizioni di piovosità ordinaria e straordinaria, quest’ultima sempre
più frequente, che, direttamente (processi erosivi) o indirettamente (accumuli idrici nei
livelli superficiali con saturazione degli stessi) provoca un decadimento delle
caratteristiche di resistenza dei litotipi. Questo fattore insieme ai fattori sismici, rientrano
tra le cause innescanti dei pendii naturalmente predisposti al dissesto.
Mancanza e/o inadeguatezza stato delle opere di regimazione delle acque superficiali e
delle opere di regimazione del Fosso della Catena, queste ultime in realtà, compromesse,
a tratti irrimediabilmente, in occasione degli eventi alluvionali di marzo 2011. In tale
contesto, le acque del fosso operano in maniera costante e incessante un’azione di
scalzamento al piede del versante favorendo, a volte innescando, i fenomeni franosi
osservati; detto processo di scalzamento, congiuntamente all’azione di approfondimento
dell’alveo, rientrano tra le cause innescanti.
I lavori riguarderanno specificatamente la mitigazione del rischio idrogeologico insistente sui
versanti a valle dell’abitato di Cori di Sotto, presso il Fosso della Catena, Via delle Rimesse e Via
Ninfina e sono volti alla mitigazione del rischio idrogeologico del versante in esame.
Gli stessi, sono tali da migliorare le condizioni di sicurezza del territorio, in ottemperanza all’art.
16 delle Norme di Attuazione e Misure di Salvaguardia del P.A.I.
In definitiva, gli interventi in progetto, si presentano compatibili con le criticità gemorfologiche
RTP:
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PER
L’AUMENTO DELLA RESILIENZA DEI
TERRITORI PIÙ ESPOSTI A RISCHIO
IDROGEOLOGICO E DI EROSIONE DEL
COMUNE DI CORI
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RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOMORFOLOGICA
IL PROGETTISTA:
Pagina 102 di 102 Cod. A113_IV_E19_GG_00_REL06_A
presenti nelle aree di intervento, poiché assolvono la funzione di riduttori del rischio intrinseco a
tali situazioni, senza peraltro, precludere la possibilità di eliminare o ridurre ulteriormente i rischi
esistenti.