Internet Archive...PERSONAGGI AMARANTAastutaVillanella,cheaffet*...

56

Transcript of Internet Archive...PERSONAGGI AMARANTAastutaVillanella,cheaffet*...

  • ir

  • JL S T ir T AIN AMORE

    S S I A

    / SCOPERTI

    feM^^COSO PEil MUSICAV DA^ RAPPRESENTARSI

    UH, NVOVOb^BvVISIONAL TEATRO

    m E1E|IA^DI.BERGAMOr ANìSIp /

    ^ilì^rò\a ' PRorEzioNE

    REPUBBLICA ^CISALPINA

  • PERSONAGGI

    AMARANTA astuta Villanella , che affet*ta semplicità , creduta pupilla di Messer

    BobolOj e destinata Sposa a

    Cinquemnni Cornetta.

    POLIDORO Giovane bizzarro allevato ìvkLondra amante di

    Pietro Guarsglia^

    GELIDEA Gentildonna Fiorentina^ che vUve soggetta al Signor

    ^ranchetti Teresa.

    ìMASSIMO Maestro di ballo giovane astu^to^ e vantaggioso. ^

    Scaccia Francesco ^MESSER BOBOLG Villano astuto, che si

    è messo in nobiltà , uomo furbo , e goffo^che aspira alle nozze d'Amaranta sua fin*:ta pupilla ,

    Passini Gaetano .D. ZENOBBIO Saltinbanco Napolitano •

    Tajola Giuseppe.

    ORSOLINA Lociìndiera*Ciuquemani Angiolina^

    La Scena si finge in Firenze

    #

    La Musica è del Sig. Valentino FioraVMtt

  • MUTAZIONI DI SCENE

    ATTO PRIMO

    Piazza con varie abitazioni , in prospettoveduta di una parte della Città* In unlato caffè , e dall'altro casa della posta , e

    porta che introduce ad un Orto .Camera .Giardino con alcuni Villani , che zappano.

    ATTO SECONDO

    Camera con due Bussole, ed un Pianoforte,

    Notte • Loggia della Locanda con porte pra-

    ticabili nei laterali. In prospetto veduta

    di amene Colline , con var; Casinetti in

    lontananza .

  • ATTO PRIMOS C E N A P R I M A .

    Piazza con varie abitazioni , in prospetto

    veduta di una parte della Città . In un

    Iato Caffè , e dall'altro casa della posta ^ e

    porta che introduce ad un Orto .

    Si sentono suoni di Trombette da pasta ,Escono Or solina , camerieri della Locanda ,

    e servienti di stalla j poi Massimo , e Ce lideain abito da vÌA^gio^indiPolUdoro^e per ultimo

    D. Zenobio parimenti da viaggio

    Ors. T Tetturini ? Camerieri ?V Presto air ordine qui fuori,

    LI scalessan passaggieri

    Facci ognuno ciò che ha da far.Mas, Oh che viaggio meledettoj

    Che insollente postiglione]Questa sorte di personeSempre s' ha da bastonar

    .

    Cel. Una sedia , che mi voglioUn tantino riposar,

    Ors. Sù servite la Signora . . • .si sentono altre trombette

    ,

    Altra posta 1 . . • e un' altra ancora ?Ajutate a scalessar.

  • 6 A t T OCe!, Lode al Cielo che arivato

    In Firenze io sono già.

    Zen. Son venuto per la postaCon cerotti

    ,unguenti , e paste^

    Denti sani ed unghie guasteVoglio ai popoli cavar.

    Ors, Son qui a fere i miei doveri \»Comandate 5. o miei Signori,

    Zen. Una camera, un buon letto.Mas. Un quartino ammobigliato •Zen. Una zuppa di Castratto.Ors. La Locanda in ti?rto aabonda

    Basta voi sol comandar .Tutti. Tutti a tavola rotonda

    Ci vogliamo solazzar •Ors. Son qua comandate

    Come volete esser serviti cMas. Che no leggi in fronte

    Il nostro aspetto v

    Preparaci una CameraE d'un boa Letto.

    CeU In tanto che facciamo.Mas. Entriamo nel Caffé

    Prendiamo un Ciocc©laro

    O pur del te . ( entramZen.yioXio tarda Polidoro

    Non so il motivo;Ma ; zitto ecco che vien^

    ^ Intanto mi ritiro.

    Tutti vanno nel Caffes e dopo ÌOr Cavatina

    sortano e ZenoHo si porta da Potidoro

    .

  • P R I M O. 7Gavattina .

    Quanto ho CieJSon sventurato

    Empia sorte inicjua stellaOliando mai vedrò

    '

    Cangiato il tuo barbaro rigor

    Peno , e smanio e non ho paceMentre avvei-sa y '

    E me la sorteUna sposa e sol capaceDi far lieto questo cor .

    PòL { Sì è dessa , e non inganno;La mascheretta è quellaPer la qual con un colpo ài pistola

    , In Venezia ammazzai per gelosiaQuel giovin eh* era seco in compagnia. )

    Cel. { Egli è sicuramente

    L'omicida, che toisemi F amantePer il qual sono stata

    Da Venezia io meschina esiliata «Ors. Signor ? per regolarmi

    Siete marito^ e moglie?

    Mas. No, per mia sorte •Cel. E no per mia fortuna*Mas. Consegnata bambina

    Mi fu dal padre quella buona roba^Acciò eh' io ché $on Mastro di balloInsegnata T avessiLa profession ; molti annilo r ho dato di wtto, e lezione ,Ma come eh' è di nerbi addormentata

  • S ATTOCosa che non si crede ,La bocca muove ben , ma non il piede.Or io vado cercandoPersona che mi paghi quel che ho speso,E dargliela per moglie ; o se per oggiNon trovo chi la vuole , in fede miaDoman la vado a vendere in turchia..

    CeL ( Che tiranno! )Ors. ( Che ebreo] )Zen. ( Che galoppino ! )PoJ. Si amabil giovinetta

    Non merita da voi tanta fierezza..Nella Locanda entriamo

    Ne parlerem più adagio

    ,

    Io farò tutto per comun vantaggio.Mas^ Rimborsatemi il mio ,

    Ed il negozio è fatto ,E da or si può stendere £1 contratto.

    Ors^ Oh che piacereChe dolce cosaIn mia locandaSarete Sposa

    .

    Anch' io lo stessaFar bramerei

    ,

    Ma gli anHi mieiSon pochi ancor

    .

    paru cm CeL e Maf.

  • PRIMOS C E N A I I.

    Polidoro y e D. Zenobio ^

    Poh A h caro amico ^ io sono un disperato ,Z^,*7. Jljl C-he t'oGGorie? Chi è stato?

    PoK lo venni da Inghilterra destinato

    Sposo in Firenze ad una mia cugina;ID^ioso di vedere

    Venezia lì mi porto

    ,

    Veggo una donna in mascherarla segiio^Prego mi scopri il viso ^ ella ricusa,Ardisco smaschera^rla : un che avea se^a

    M' assale . Io con un coJpoDi pistola lo lascio quasi morto.Or chi credi che sia la maschcrettaCile ailor mi piacque, e che il mio cor de-

    Z^n. Lo dica Ussignoria . ' ( sìa ?Pck E qi^elia^ the in Firenze con noi venne

    E eh* io brama sposarmi .Zen. E la cugina?Poi. Tu sotto ii nOfiie mio sposarti del*

    E ir ha una ricca doteBel negozio fiìrsi^

    Zen. Andram , andiamo ^Se sarò bastonato me ne rido

    .

    PoL Tutte le mie speranze in te confidaSCENA UhAmaranta

    ,poi Mefser Botolo d/il cancellò

    del giardino .

    Am. "\^T^^'' i^iarito o5 nò wh nh1\| Seiopxe con femiae trattar io vò

  • ao A T T OLontan dagl' uomini voglio restar e.

    Bob. Ma delle femine per far la razza.Mia semplicina vaglia r^^gàzzaViciiio aglVuomini bisogna star...

    Am. Ma del marito che avrò da far

    ^

    Beh, Con un giochetto V hai da spassarStar sotto ad esso sempre obbediente

    jfm. Star sotto a lui certamenftìBob. Ma col marito cara ragazza

    Mia semplicina tù e"" ai da star.j^m. Ah pel giochetto son fatt^ a posta

    Con questo patto lo prenderò,Boù. Non dubitare sta pur disposta"

    Ch' io a questo patto ti manterTÒ*Am. Messer Bobol ^ non solo

    La boria nella zucca v' è salitaabbandonar la zappa

    ,

    E vestirvi Signor 5 ma ancorà le voglieVi venero se farmi vostra moglie:.

    Bob. T' amai pria del tuo nascere

    Ed or che la parruccaMi calza bene in testaIl mio genio sariaDi farti Sposa ali* Eccellenza mìa •

    Am. Ma destinata Sposa , già sapete ,eh* io sono a Polidoro mio cuginaChe a mortienti da Londra qui s' aspetta.

    jBc^^. Ab mia dispettosettaBasteria che mi amassi

    Per giugnere al mio intento;

    Imbroglicrei le mzzQ^ § il testament©-*

  • p R r M Il/Sm. Chi il dice che non v' amo ?

    Vi amo come Tutore, e cdme prossimou.

    Bo'k E nulla più? Mi deyiAmar come marito ^ C come nobile *Ah^ mia bella Amaranta

    io t' amo come un Diavolo *•Per te caddi arEmalato ,Ho, tant* cdei'e , e malve

    In torno alla mia vita

    ,

    Che rassembra una Caccia ri

  • H ATTOAm. Non so se a far son buona. • .Mas. ( Colei m'incanta ? a noi

    Tentiam Tacqua . ) Signori ?B(ìb. C1ie brama il padron mio ?Mas, Un maestto di ballo son^ io -

    Se mai v'accomodasse

    La lezione mia , c®n poche speseSaltellar vi farei per il paese.

    Bob. Oh sì , trovato aveteDue discepoli a im tempo -Ma ved^r ne vorrei qualche cosetta?.

    Mas. Subito^ voi piantatevi così,E voi in questa guisa, e me imitate^

    Bob. Oh sì si , va benissimo .Am. ( Che bravo maestrino. )Mas. Attenti ormai

    .

    ( Beltà simil a lei non vì'^i mai.)Prima una riverenzla a Bob.

    Farete alla Damina ,E allor che lui s'inchina ad Am^Voi fate come io fa .

    Am. Eccomi qua son lesta.'Bob. La riverenza è questa.Mas. Ma che non mi guardate? ad Am.

    Ma che non avete occhio ? a B^KBob. L'error lo fè il ginocchio .

    Am. Il piè mi sdrucciotò.Mas. Vada con due passetti

    Or Tuno all'altra accantoiLeb. Così ?

    Am. Così?

  • PRIMO IjMas. Non tanto.

    Indietro , avanti , . . presto . .

    .

    Che guazzabuglio è questa?Or Si mi sdegnerò

    .

    Am, Ma via non v'adirate ^Che meglio lo farò .

    Mas-. Per voi pupilte amate

    Lo sdegno caltiierò ,Bo&. M'amazzo, e mi strapazzo

    ,

    Ma che ho da far noa so « partdm^

    SCENA V.

    Ovs. Q^lgnora, allegramente!

    i3 Firenze è una Citta che a tuttipiace .

    Cel. Come allegra può stare un donzellaChe perduta ha Tamante?

    Ors. Anche d'innamoratiQuesta Cittade abbonda

    ;

    Ne prenderete un altro in" supplirne nto,CeL Era quello il mio bene , il mio con-

    tento3

    Ei promesso mi aveaLevarmi dalk man del mio tiranno^Ed or sto per cadereNelle mani di quel che gli diè morte ^Ve se peggio si dà della mia soxttì

    Ors^ Già detto me l^iv^te;

  • A T T OMa comprendo che questi vi iima^ncor^

    CV/» Sì , è. ver , meco scusossi ^Ne mostrò pentimento ;Ma non d'affetto ^ sol ài morte è degiio^Ed accresce il suo atnor più m la

    -sdegno V.

    Solo un visetto belloPuò lusing^ì-rirri il coreE sol mi desta amoreQualche gentil beltà.*

    Uà me imparate o donneA non curar gii aifanniChe sempre negli ing^

    . Ognun si troverà .iNicci Cari Gerbinotti

    Non curo il vostro affett®Ma pu& scaldarmi il petto.Sol chi piacer mi dào.

    '/JC^^ Camera.Massimo , Boàalo ed Amaranta^

    Mas.'Y\x7iVZ^ e brava agli eccessi^

    j3 Sotto la scuola mia farà progr-ess^LMoL In quattro di , ben mio .

    Dama diventerai come soo io*Mm. ( JSempj'e accaato vorrei (qtie'l l)d Mafi-*

    stro^ %'3oL Pei -feti vostri andate ^ ^

  • V:^ R: I M ' O TfE3' oggi ritcrniite alia/ pviink)??. .

    Mas 4 A servirci sarò, Padron, Si^^^^nora..finge di pariim^ e si ferma alle

    spalle ' di. BùtP.

    Soi^. Seiixt b^lla AmarEnta, or cl?e slam soli;

    Cosa far te ne vuoi

    Di Polidoro Grulli.^ egli , è un decotto^Un scapestro giovine, e bisognoTu hai d'un uom da senno che ti guidLOr per esempio corae fossi io. . .Massimo fa riuerenxe nd Amaranta^

    ed eUa corrisponde *

    So, so ... che la fai ben la riverenza.Basta Basta o io per te àhtn^ì stol«

    to . . . .

    T' amo , t' adoro * . e €u mi ridi involto ?

    Am, Tornate presto presto.Bob. Oibò non vado via ..Mas. ( L'ho tirata al mio amare . j;Am. .Non voglio che partite,.Bob. Io non mi parto .

    ( Elia per me va pazza . ). »Mas. ( Oh m'ama assai. )Ami Se ve n'andate io piango .^ob. Ti ho detto no. Cospetto

    f

    s'*a^mge mi vaèam di Ma^Voi ancor gai ?

    ÌMas. Vorrei l'ora precisa ,^

  • t3 A T T OMas. Presto m\ivrete

    A voi vicin. Da sì garbata , e vagaDiscepoletta, io mai non ir/aIiontana«

    ^m. Giuratelo,Mas. Qiuii dubbio! ecco la miìtio,.

    Io lo giuro' a quei bei rai

    Che due stelle son d'amore ^Che voi siete del mio coreLa maggior soavità.Son parole ch€ ci vanno

    a Bo,h. che si contorce-.A che darvi tanto affanno ?Quest'è poca civiltà

    .

    Sempre tenero , e grazioso ad Am,Bacierò quella manina ....Ma son cose che ci vanno, a Bo/\Troppo amabile, e carina ari Am^A' miei sguardi amor mi fa ,Ma voi siete ua importuno . a Bòé^,La Ginastica ciò chiedeDalla man si scende al piede.Per poterlo addotrinar.

    ^ li Villano è ben geloso,.

    La discepola è furbetta ,A me cresce in petto il foca»Se va avanti questo giocoChe bel ridere sarà . ) parte con Am^

    Boh Orsù pupilla ^ ascoltai .

    .

    Ma dov'è ? se n'andata \Al partir dei Maestro} oh maleJetta!.Fosse stata la mia qualche torcctta^f->

  • P RIMO trPok Cara la mia amaranta ^

    Eccovi soli alfine *

    Am. Oh caro ! quanto desiderato ,Da me fu tal morìiento.

    Poi. Eppure eppure • • .

    Am. Cos'hai] temi forseD'esser da me tradito ?

    Poi. Oh Dio ? chi sà . . .Forse . il tutore • . ^

    Am. Spiegati .Poi. Spiegato già mi sono abbastanza

    >

    Am^ Crudele , e credi forseChe il mio cor s'accendiaPer un oggetto , per me sì odioso-?

    Pòi Ah sì voi altre donne . . ^ '

    Am. Cosa vorresti dire . • • .Poi. Dirti vorrei che pentito io sono .

    Am. Va spergiuro ti lascio in abbandono #Duetti no.

    Poh Con quel occhietto' languidoCara non mi guardar hoIn seno un'alma tenera

    Capace sol: d^amar .Am^ Con quel sorriso amabile

    Caro non mi lasciarHo in seno un'alma teneraCapace sol d'amar.

    Poi. Sensibile ed amabile 1

    Che Copia si pui farAm. Sempre Sefeer tu bramiPoi. So che mio ben tu m'ami

  • 8^ A T T OA due Oliando verrà qqel di

    Quando verrà quei di a

    SCENA VII.

    Foìldoro ]y e detto y indi di nuovo Jjmaranta^

    Poh ^ignoT vi, riyeriscó .O E' giunto da InghilterraDon Polidoro GrulliMio strefto . amk ó:; ip lio stimato betteIl darvene ravvila

    Verrem fra pofo farte .Boi. Oh colpo che m'ha ircciso i

    Che farò,

    chfe risolvo . \

    Amaranta ? Amaranta?L'amo quantunque i:sgrata •Oh nostra Signoria morta, e poi nataT

    Aifì. Che volete?Bo^. E^ arrivato

    Il tuo sposo;

    preparati

    Alla paKenza •Am. E Famor che diceste

    Di portarmi

    .

    Boà. Che caro iSe caro io fossi stato . • .

    ,

    Tu fatto, non avresti, . .Basta; .... ( oimè non resisto . )

    Am. E che vi la fattoUna meschina 5 e .semplice figliuola

    ,

    Che sta fdiangeudo al suo Tutore ac-canto ?

  • P R I M OBob, Oimè non posso trattener^ il piaMO,)

    SCENA Vili..

    €elidea , e detti

    Cel. A pietade Signor del pianto mioBoi;. Jy\, Più pianti ?Am. Chi Yoi sie teiCTf'/. Son una sventurata

    Soggetta ad un malvagio \ ^

    Che vendermi pretende ad xrn birbanteChe sugli occhi m* uccise il propriò^

    amante VMob. Ma qui . • .Cel. Qui son fuggita

    Ad implorar lai vostra protezione^BoK Ora guarda il pensier mio titolato

    Cosa mi suggerisce }Vorresti sotto il nome d'AmarantaFingerti mia pupTlla,. '

    E sposarti un ingléseCon ben comoda dote?

    Cel. lì Ciel volesse J

    Deluderei così quei due birboni.Am. Oh. sì sì; io mi fingo vostra serTa.^^.

    E del tutto bel belloDentso v'informerò ,

    €el. Nulla ricuso

    .

    Bm. M^ fattQ questo poi, cara Amaranta,

    ^

    Avrai pietà deifeccellenza . mia ?

  • io A T T O^m. E di me dubrare ?

    Lo so io se amor per voi m'aflfanna.

    f Matro : se crede a me troppo s' in-ganna. - )

    ^

    Chi vr lasci un sol moment©Adorato mio tutoreSentirei mancarmi il coreNel volerlo immaginar ^

    Son smarita pecorellaDelle Selve infra Torrore

    Dov^ mai più bel pastx)reCome^ voi potrei trovar r

    Cara mia non ci è nienteNò nò nò nò non ci è niente.

    E nostr'uso già il sapete:A burlar la vecchia etàForsennata ed agitata

    Io d'amor mi sento giàIl babeo se l'ha imboccata

    Quel che adoro il cor lo sà

    .

    Eol^. Or son sicur che m'ama.Se ad imbrogliar quest'^imeneo m'addatto.

    Posso dir veramente il terno è fatto «

    SCENA IX.

    Polidoro y e D. Zenobbìo vestito nobilmente

    y

    e detto .

    Voi qua Don Polidoro .Bob. iLà Oh ben vemito.

  • PRIMO 21Sedie : vi dò Toncre

    Di sedere vicino ad un Signore, siedono^Zen. ( Qiiesto che dice ? )Fol. ( Tutto

    Soffrir bisogna per aver rintento )Zen. Ma dov'è la mia Sposa ?Bob. Sta lì con la sua serva^

    Zen. E ben gli vado a far sorpresa .Bob. Oìhh 5 oibò lo prenderebbe a male ^

    Son runa, c Taltra due inn©centincsanno che sian uomini

    .

    Zen. Tu che diavolo dici ? oh questa è bella!Or nasce maritata ogni z^itcUa*Ma veniam alFantequam ,L'eredità, e la dota

    Bisogna che mettiate in mano tt.ia ,Bob. Che eredità ? che dote ?

    In virtù di Cambiali quhl pagate

    Per vostr^ ordine : voi

    Restate debitore

    Di somma esorbitante .Poi. ( Oh che Tutor birbante ! )Zen. ( Quest'imbroglio m'avesse

    A far andar per debito prigione ? )Fol. ( Sposate

    Che dopo si vedrà • )Bob. Ecco che viene

    ( Adesso il colpo sta, ) Acanti , a-

    vanti s^al:^no tutti

    Che lo Sposo ti aspetta.

  • A T T G

    SCENA

    Celidea j Amaranta^ e detti ,

    Cel. /^v'è il mitì Sposo?Poi. xJ ( Oimè cM veggo] )CéL ( Gh Giel qui ^ queirindegno J .)Jlm^ Ah padroncina mia

    Ora VI perder?)

    .

    Zen. ( CoHit P quèfféi^ , • . )Beò. Presto a Don Polidoro

    Date la Vostra mano -

    Ceh { Ma perchè disse d'esser Ciarlatane ? )B^ù. E alla vostrr. armonia

    TI Signor Imenèo propizio sfa •Zen. Ehi Sign(^r Imeneo? qui cosa faccio?Pei ( Io niL^on sbalordito • )CeL Che non vi piace la sembianza mia ?Zen. Ma ...Am. Ma convien sbrigtirvi . O tardi, o presto

    Ci avete

  • P R IMO 2^3Am. ( Qtial dubbio, qii al sospetto j

    Perchè 5Ì sta a tardar ? )

    £eL { Quelfira, .quel dispettoChe vuol significar ? )

    'Zen. ( MI sento a tutta furiaIl sangue circolar . )

    Voi. ( Veggo Torror per tutto yTutto mi fa trcm^ . )

    Am. Cel. { Oh come com'è bruttaBoi.Zeriè ^ Mi fa raccapricciar • ).Am. Prendete questo fiore

    Gli spirti richiamate •

    Prendetelo, adorate

    La Sposa a Voi lo dà .Zeff. N^n fa per me Todòre •

    Andate via di quà .CeL Quest'odorino almeno . ^ • *Boi. Piuttosto il mio tabacco . • «Zen^ Andate via per bacco

    Mi sento oimè crepar ìBoi. ( loi stesso eterni Dei

    ^Tradito mi son già . )

    Am^

  • A T T O

    SCENA XIL

    Massimo,pai Celidca .

    Mas. T)^^ ^^^^^ birba è qui salita :JL Ma pur la traverò

    Cek ( Eccolo m tempo. ) Signor Massimo,Mas. O brava

    Signora Celidea, seiiz'ordin mioS'esce dalla Locanda .

    Cel. Tacete ^ ed ascoltatemi

    .

    Amaranta , che v'ama ,Vuol , ch*ÌG sòt^to li suo nomeSposi unó a chi ella è destinata^Così potrà di poi

    Ella darvi la man .Mas. Ciò -non mi spiaee :

    Ma . .,

    Cel. Ma fingere doveteChe foste un mio compagno dà viaggio,E fingente per burla^pi avermi a voi soggetta : fate questaCh'egli di poi v'infoitnerà del resto »i

    parfe ^

    Mas. ( Or non dubitò più ch'ella tfi'adora.)

    SCENA XIILPrtido^Oj Don Zenobbio ^ e detto.

    Zen. yjTa lei . . ,^ol. i.Vx E ardisci reciplkarmi ancora.

  • P R 1 M U 25Io mi trovo ingannato.

    Non devi affatto dar la mano a quella.Zen. E se il Tutore mi obbliga?PoL Rifiutala

    .

    Zen. Kccih poi quel mi getti

    Anima 5 e corpo giù per un balcone»Bravo ! gran bel consiglio !

    FqL Oh galantuom qui sei ?Mas. Qui son . Non mi vedete ?Fol. Dov'è quella che abbiamo pattuito?

    Mas. Ah ah i Siete u.i bel pezzo d' in-granito.

    Le donne che si vjendon ! io burlai

    ,

    Era quella Amaranta la pupilla

    Di questo Messer Bobolo, compagnaMia di viaggio .

    Fol. E perchè dirmi ch^eraUna tal Celidea a te soggetta •

    Mas. Per rider colle vostre 'pantomineDi amante mal gradito

    ,

    Di cui formarne un balio ho stabilita'Poi. Ah birboni ma tremate;

    Se a modo tiiì\ nón fateA^mbi v'ammazz^srò ; se avvien ^ eh' io

    vegga

    La mia speme schernita,Io perderà la Sposa , e voi là vita *

    Pel. Per l'adorato oggetto che m'arde

    In s^n pel caro Idolo mioLa vita il sangue mio contentoIo perderò ma con viF atto

    b

  • i6 A T T O^

    turbi il mio piacereE la mia pace e tanto nonSperar perdi audaci •

    Dov'è il mio bene ;Perchè s'asconde ?

    Ciel di mie pene- Senti pietà

    Dth voi cercatela..Deh a me rendetelaM'à voi si stupidi

    Che f^te la?Ah che la smaniaMi straccia il petto..Il Cr^ro oggetto

    Se non vi tiovo

    Pace quest'anima

    Sperar rìon sa •

    SCENA XIV.

    Massimo^ Amaranta^ poi D. ZenohhÌQ ^

    Mas, T)ar^c}]e felicemente

    X Vanno i negozj miei .Am. Maestro ^ . .Mas. Oh cara.Am. Non tante care , che il Tutor di voi

    S'è ingelosito , e guai se vi sente •

    Mas. Oddio 1 non scorapgirmi .Anu Venite a ritrovarmi nel giardino

    Da pastor travestito

  • P R I M O zjKcQih i miei contadini

    Credendovi com'essi un zappatore

    Senza sospetto potrem far Tamore ,Mas. Tu pensi come un cesare . • .

    Do Zenob^ in disparte^Am. Zitto siamo a«?coItati-Mas. Ferma ferma ti bramo

    Sulla punta del piè , Passa girando

    Per sotto il braccio . Allegra

    Larai larai larà . Brava, bravissima!

    Poi nel giardin vedrassi

    ,

    Se ti ricorderai di -questi p^ssi. parte ^Zeu. ( Per bacco questa Serva è un gran

    portento .

    E come balla bene ! Se tenessiTal mostra sul mio bancoOh che concorso avrei di denti guasti!Vediamo come suonano li tasti . )

    Am. Ah questa stanza sempre caccia polve*va rassettando la stan':(a ,

    Zen. Ehi figlia bella.Am. Che mi comandate }Zen. Come ti chiami .Am. R osa .Zen. Che bel nome odoroso,Am. Non v'accostate tantoZen, E perchè ?An. La Padrona

    Donna Amaranta è assai di voi gelosa

    ^

    IVIi batterebbe.

    Zen. Oibò • Dimmi una cosa :

  • i8 ATTOQuanti amanti ti trovi ?

    Am. N' ho due finora ; un vecchio , e uii

    giovinetto

    ,

    Zen. Te ne abbisognerebbe'Ur.o di mezza età. Vè per esempio

    Come .Am, Non Wste

    Negozio . Io quelli due

    Li tens^o in fresco sol per bizzarra.

    Zen. E metti in fresco il terzo anima mia«

    Am. Mi volete burlare .

    Zen. Oibo non burlo;

    Tti sei cosa balsamica ,

    Ed io mi sbrigo presto della Sposa,

    La pianto , e a te m'accosto

    Così bel bel pian piano.

    Tu mi piacci. Via porgimi la mano.

    Am. La mano ?

    Zen. Sì : così .

    Am. Oimè lasciate. , v . ^Zen. Che vuoi lasciar, or s c

    infuocato

    il ferro.

    Am. Viene il padrone.

    Zen. Che ti venga il malanno .

    /Sì SCENA XV.

    ^ Boholo , e detti .

    Bob. lì tu. (Ah ribalda! )

    E lei Sicr Polidoro

  • PRIMO 2pPerchè dar confidenza ad una faate ?

    Zen. Eh niente : io son portatoPer le belle servette •

    Am. Serva di lor Signori .Zen. Lasciala stare

    Che abbiamo da parlar

    .

    Bob. Ma di che cosa?Zen. Io con quello mio amico che ho con-

    dotto

    Ci amiamo a segno taleChe sembriamo due anime, e due corpi.Questo s'è d'Amaranta innamorato ^E vuol che a lui la ceda .Io non posso negarglielaGliela dono, che alfineOnor alcun non toglieA un amico donar la propria moglie.

    Am. Ha fatto male i coati ussignoriai parte.Zen. E perchè ?Bob. Perchè perchè il diavolo J

    Oliai carota piantomini

    E' tè qual cavolo .Zen. Ah ah , io me ne rido

    Perchè poco m'importaLa riverisco 1 ma restoQi,iì alla purta .

    Bob. Ah i donne donne ingrateNate solo per farci disperareE' quando vi crediamo inna-aorateQiiel è il momentoChe ci corbellate

    .

  • 50 ATTOPer voi donne mi son rovinato

    E" divenni alia fine un frabuto

    Ma il servirvi che poi mlia giovataSe mi trovo a partito si bruttoMeschinello di me che saràDonn€ care un taatiii di pietà.

    Ah par troppo ai miei casi presentiSon bocconi un tantino indigQStìChe diranno gl'amici 5 e i parentiI cognati la mamma , e il papà^

    Per voi donne mi son rovinatoE divenni alla fine un frabutoII servirvi che mai m'ha giovatoSe mi trovo a partito si brutto^Meschinello di me che saràDonne care un rantin di pietà .

    parte con Am\Zen. Caspita.' vè che vecchio malandrino]

    ^ Ma non la voglio perdere per certo ,Gliela farò di manojS'egli è imbroglione ^ ed io son Ciar«

    latafAO . fatte \.

    ^Cf^^^^ SCEMA XVLGiardino con alcuni villani, che z.ippano».

    Massimo da villano , -pei Ammanta

    Mos. Tn mezzo all'erbe , e i fioriX Son 'villan^llo amante «

    Aspetto un bel sembiante

    Che sospirar mi fa.

  • PRIMO 31Mentre pietoso dico a queste froiide^Verrà la mia vezzosa villanella?

    L'eco con flebil voce mi risponde

    ,

    F mi dice verrà ^ verrà la beila

    .

    Am^ Tra il fiore , e l'arboscello) Io chiamo il ben che adoro ,E ancor non veggo quello

    ,

    Che sempre al cor mi sta.Ah tu pietoso amoreRendimi il caro bene,ri cor fra caute pene

    Resistere non sa.Mas. Il tuo villanello

    Vicino ti sta.Am. Quel volto tuo bello

    Morire mi fa .Mas. Il dolce martello

    D'amore bel belloGran colpi mi dà .

    Am. Il bel zurFolettoD'amore nel pettoSuonando m sta *

    Massimo , ed Anaranta sì accormgono^ che venqono B'-bolo y eZenùbhio r r una siede accantoad un vaso di Hovi ^ e ne fov^ma varj ma^^tti , e rrdtYO sìpnne a cogliere i frutti da ui^arboscello .

    Bob. wSignore il matrimonioLei deve eifettu^r .

  • 32. A T 1 OZen. Cospetto del demonio

    Costui mi vuol seccar ^Che fai lì villanella ?

    Bob._ Lasciate star lì quella^

    Leggiamo ai fresco un poco ^7:en. M'infiammo a poc© a poco ^y^m.. Mi lasci in caritàBob^ Sentite il pastor fido.

    Bel iibro di morale

    Che insegna il ben, e il mate-AlÌ\iomo. di ragion

    .

    5, Ite voi che chiudeste l^gg^

    55 L'orribil Fiera

    Zen. AscoltoDammi la mano o b^lla . ad Aììk

    Mas.Am. Vè che insolenza è quella.Bob. L'orribil fiera ho detto .Zen. Leggi 5 che non son sordo..

    a 4 Or sì di buon d'accordoLo mando a far squartar.

    Bob. ,5 A dar l'usato segnoDelia futura cacxia.

    Zen, Voltami in qua la faccia.

    Bob- Della futura caccia •

    Zen.. Costui mi vuol seccar ^Bob^ 55 Ite 5 svegliano rocchio

    55 Col Corno . . oZen, Oh che libraccio?

    Riponi alla malora

    Quel libro con i! Ccrno^E pigliatene a scorno

    legge:

    ad Am.

    ìe^ge^

  • PRIMO 5^Che sente quella là . *

    Bo^. Non so che dice lei .Zen^ Non so che dite voi. ^

    4 ( Io tengo , tengo , cl poiFo la bestialità . )

    SCENA XVILCelidea y e detti ^ poi Polidoro,

    €eL A h Signor, sono inseguitajLJt. Da un birboii che m' odia a

    morte

    Voi Tutor, voi mio consorteMi dovete vendicar .

    Bob^^ Che CTudel baldanza è questaDove siede un Cavaliero?Si consegni la sua testa

    Alla nostra nobiltà.

    FoF^ Non ricuso alcun periglioIo con tutti mi cimento o.Duellarmi non paventoFerirò 5 e fuoco ho meco ognor^

    Am. Questo poi spetta al marito *Mas. A punirti sarà ardito.Boi. Sii coraggio, o mio Signor. 4 Zefi^Zen. Padron mio, colle ricette f

    Ne ho ammazzati più d'Orlando^

    Ma con spade, e con il brandoVacillante è il mio valor .

    Tutti • che colpi che mi dannoMille furie intorno al' cor!

  • A T T O

    . SCENA ULTIiMA .Or solina con foglio in mano ^ e detti ^

    Ors, C^*f^,norì questa lettera

    ^ Un vetturin m'ha dataRinaldo da Venezia

    E' quel che l'ha mandataVuol che sia data subitola mano al suo Tutor.

    Bnb^ Passò dunque a Venezia ?Cel. ( E* vivo anche il mio Ben ? )Am. ( Rinaldo mio fratello

    Che cosa scriverà • )piano a Bob..

    Bob. Attenta ch^ or bel bello

    Da me si leggerà

    .

    35Quantunque attorniato ^^Sè^

    35 Dall'ombre della morte

    35 Rinaldo sventurato

    35 Pur scrive al suo TutorCeì.BQj^.Am. Oh fiero colpo strano.

    Che m'empie di rerror,Mas.PoL ( Non so perchè pian piana

    Gelar mi sento il cor . )Bob. 35 Don Polidoro Grulli i^gg^

    35 Con colpo di pistolia

    33 Fu quello che mi A'ih morte ^Am.Bob. ( O DioJ che questa sorte

    ascottarNon posso

    j^g^^^più

    .

  • P R I M O 35B'ol^.. Traditore , scellerato a Zen^Aiti, Presto ognun qui venghi armato .Bob. Che si serri anche il portone.Zen. Pian m'ascolti il mio padronePol^ Non pailar, che t'ardo vivo.Ce!, Che sia questo non comprendo i^Tutti . Un eccidio il più tremendo

    Qui senz'altro si farà..Zen^ Piano im po* ch'ora vi conto^^

    Or vi fo la mia protesta.Bob^. Padron mio qui non ci è conto

    Tutta è van la sua protesta .'

    Di già il boja Tabbiam pronto^Vi è la forca bella, e lesta,

    5^

    E se manca il tirapiediSua Eccellenza lo iarà .

    Zen.. Senta almen la mia ragione :Qui per sbaglio son pigliato*

    WoL Non ascolto oib^ ragione ,Nè per sbaglio sei pigliatoPolidor sei tu birbone .

    Don Rinaldo hai tu ammazzato,^E un delitto co ? fieroLa tua testa pa|_herà

    Zen. Senta almena ussignoriaCel. Zitto là che in fede mia .

    Se mi safta in testa il flatoIo ti pongo il ferro in gola •E:i appresso alla parola

    Ti fo l'alma vomitar .tZen

  • ^6 K r r o» Lei mi senta , e senta h&nt .

    C?/, Non intendo il fatto ancora «Son nel colmo dèlie pene

    .

    Ho perduto il caro amante^,E del barbaro arroganteLa vendetta non si fa.

    Zen. Senta qua : resti capace ..dfkZ^j. Zitto là ribaldo audace

    ,

    Lo so bene chi tu sei

    .

    Con chi unguenti vende in piazzaNon ci basta sol la mazza

    ^

    Ma la corda coi sapone-Al suo merito si dà .

    Ze^/ì..- Maledetto chi m'ha messo

    Di quest'asin fra lo stuolo .Se Rinaldo è fritto, o alesso^.

    Sé Rinaldo è mariolo,

    Non ci ho colpa io poverello

    ,

    Ma n'ha colpa quello là.additando Polidoro « .

    Tutti\

    Combattuto dà nera tempesta

    Barca son senza i^nù, nè vele J

    Cerco porto : ma un vento crudelein un scoglio mi manda ad' m'tar eAh la dolce , la pkcida calma ,Il ripeso 5 la pace deiraima

    Bramem . . . ma Tonda funesta.Più m'incalza , e mi fa naufragar ..

    Fine dsir^PPa Frimt »

  • ATTO SECONDOS C E N A P R I M A,

    Camera con ^ue Bussole, ed un Pianoforte^

    -^Bobolo^ Gelidea ^ ed Orsolina

    .

    Bob. A^osa voi mi narrate ?Col. V-^ La verità Signore o

    li Polidoro Grulli

    Gbe m' uccise T amanteE' quel giovin , che fìngesi cGmpagn

  • 3» ATTOSCENA I I.Bohìo y e Celìdea

    ]Soif. Tri obolo giunto sei a catti v' acque.

    Se una lite ti è mossa

    Tu netto resterai come una zucca ,E addio mia nobiltà buondì paruccao

    Ceh vSignore . Io pensereiDi sfidarlo a duello.

    Bol^. Ed io no .Cel. Perchè no ?Bob^ Perchè Madama

    A dirvela un pV schiettaIo sento una paura maledetta

    €eì. Cos' è questa paura ?

    Bob. VJ per la vita un buon medicamento «Cel. Da ciò dunque argomento ,

    Che Cavalier non sieteDi coraggio magnanimo , e supremo .

    Bot. Son Cavalier , ma Cavalier che tremOo.

    S C E N A II I.

    Amaranta j Bobolo ^ poi Massimo

    \i^m. Q^ignor Tutor ?

    Bob. vJ Perchè sì mesto il viso? (so?Am. Che ho da ballarse i l mio german fu ucci-Bob, Sentimi qua : ti svelerò un arcano

  • S E C O N D O. 39Non è quel che fu ucciso il tuo germaaò?

    Jfm. Come no? e perchè mai? che dice lei ?B.ob. Perchè neppure tu A.narantà sei.

    Ain. E chi sono ? ;Bob. Una mia larga parente ,

    La vera: erede ad un srranter donai ,E te sotto il: suo nome io m' allevai

    jjm. F pensaste sposarmi ?Bob. Si d' allor che ti vidi

    Crescere rubiconda, e polposetta ^Prima che in bocca andassi a strane genti

    Boccon ti ' destinai per i miei denti

    .

    pavte poi ritorna ^ {^Duetto

    Am, Che intesi J afflitta me i che bricconate ìMa già che non mi è nullaQiiello che fu ammazzato

    ,

    Addio pene, addio pianto.Qiiì a lavorar m' assido eAh venisse a me presto il mio Cupido «>.siede' a lavorar- la cal'^tta , e canta o

    Ah mi fa male il coreNon so che cosa sia

    ;

    Dubito che sia amore

    ,

    Ma amor non so cos' è

    .

    Dicono che sia un fuòco .OibvO che questo è pocoDicono che sia un bene.Ma oddio] mi da gran pene.,SJe v' è un bel giovinettoChe se lo sente in pettoLa. dica, un p(ì> per me..

  • 40 A T T OM^s. Un bel soave ardore

    Oddio ? nel sen mi sento,Un pò mi dà tormento ,Un po' gioir mi fa .Se guardo un beL visetto

    Bruciar mi sento il petto .Se me gli accosto un pocoPiù cresce in petto il foco»

    Donzelle innamorate,

    L' arcan deh mi spiegateChe sospirar mi fa .

    Am^ Voi tu saper T arcan? è il dolce affettoChe per me, mio carinoti brucia il petto.

    M/^j", Dunque siegua furtivo il nostro amore,E canti pur la bestia del Tutore .

    Bob, Chi a nome mi ha chiamatoCon modi stravaganti ?Par che bestia sentii, Tutore, e canti

    .

    Am. ( In tempo è giunto. ) Si dicea SignoreChe siete dotto in tutto,Ma che di canto non vi dilettate . (vi.

    Mas. Qiiesto è quel ch'io pensavo ad insegnar-B^^. Capisco. Io pesto spesso il Pianoforte,

    Ma non me n' entra in testaMai Jioa maledetta .

    Mas. Io ve f imparo. Alon presto alla scuola.Che voce avete ?

    Bob. -Quando vendea broccoli

    A una pasra di voceJo scappare facea tutti i ragazzi

    .

    Or temo mi si sia un pò abbassata

  • S E C N' O O . 'M^r. Coir esercizio ben si fermerà .

    JJm. ( Oh quanto or voglio ridere l ),

    Coniinriate cfte io starò a decidere

    Mas.. Do re mi fa sol' la .Boi^.. Do re mi fa sol la*.

    S- G È A

    PoIfdorOj Zemtpio^ e dent\ poi Celidèa^^.

    Zen.(/'^h die bestia feroce! }

    Poi. ( Canta il ribaldo. )M/^j. Appresso- alla mia voce

    Do re mi fa sol la

  • ^ K T T OChe un poco me n intendo o

    /Jm. Sì si suonate . ( Attente

    Poniam T orecchie a quelli . )Bo^. Che mi coman la?Po/. Cose son da nulla^,

    Voghamo fare mi accomodàmento .Bol^o ( Se non moro di subito è un portento .FaL Poli loro sono io

    .

    Amaranta a me si deve

    >

    E qui lesto,pronto , e breve

    Mi dia pur T eredità .G qui morto, padron mio ^.Lei per bacco resterà .

    Bj^. Ubbidirla ben desìo

    Soddisfatto lei sarà*

    jlm. Cel. Da re mi fa sol la si d?)Mas^ La iriia donna se a lui date^

    La pup^ilJa a me darete,G voi questo m' accordate^,O qui tutto scoprirò .Un abisso di stoccate ^

    Se negata vi darò.

    Bob. Mio Signor non xlubitateChe anche voi contenterò,

    Am. CeL Do re mi fa sol la si dò

    ,

    ZetK La pupilla tu già sai,Che m*ha il core innamoratoE se a quello tu la daiSier Tutor son guai per te ^Io ti passo col stiletta

    Cor ael petto, e quanta c

  • s ^ o N D o . 4^,,Bc'l>.- L' avrai .-.i te lo prometto

    Lei non dubiti ii me ,Cel, Am. R e mi re la fa sol fa ^

    oia,ino ali uiuinc •

    bob. Ubbidisco i-Si riGordi

    .

    vjricl Capisco»

    Zen.. Io qui aspetto ,

    Lo prometto •

    ( Oh che imbroglio maledettoChe ingarbugiio , oh Dti ! per me . ^

    Poi Mas. Zen. Favorite qui Signore .Gel. Am* Non son tempj non son ore

    Solfeggiando stiamo qua *Mi re do la so! mi fa

    Bob. Zen. Io già altero alla peggio

    a 4. Maledetto quel solfeggio.

    FoU Mas. Quel mi re sol fa mi h . part^m^

    SCENA V.

    O^solina^ pot Boboh ^ indi Amarantain disparte ,

    &Ts. éT^^^ nemmen v' è nessuno]Più casa, scompigliata

    No di questa non v' è : dove vi sonoDonne, sempre vi son liti , e rurnoiiPrincipiando da me 5 che più d'ogni altraHo r onor d* esser cattivacela ^ c scaltra

    .

    hnh^ ossola, ilj di bisogno

  • 44 ATT ODi comandarti : e adesso sto in procintoDi finire i miei giorni in ira Castello c

    0rs. DavveroBoé^. Non ti corbello .

    Pria di parlar sappiate

    Che un forestiero da Venezia è giimtaLì vi vuoi 5. che vi deve

    Dire cose segrete, e interessanti .

    Bo^. Oìbh 5 non so chi sia , e non mi fido^Nemmen di me: or senti , e sii fedele

    'r Se guadagnar ti vuoi tutti in contanti

    Cento zecchin Gigliati , e traboccanti *.Am. (Che discorso sta a fare il Signor Bobolo

    Con quella locandiera ? )"Ors. Dite pure .

    Bob. Assediato son da r^i nemici .Mi si chiedono i contiDi questa eredità , e sopratuttoMi vogliono levar la villanella «Ordine ho dato a quellaChe se ne passi nella tua locanda ^Ove a un' ora di notteDa ufficiai GrigioneIo verrò travestito

    Acciò

  • S E C O N D 45Am. Oh buona veramente

    L' ha pensata eccellente

    Il Signor trappoliero

    ,

    Ma l'ho fatto io ben anche il mio pensiero*

    S C E N A V L

    Massimo , e detta , poi Zenobio ^

    Mas^ IV /T^^ 5 ^^'^^ ^^^^ stelle^

    iVX Che qui sola ti trovo..Am. Non è tempo>

    Di ciarle , e barzellette ,Se quanto ti dich' io or non faraiDi tua bestialità ti pentirai .

    Mas. Di pur che far degg'io per la mia Dea.Zen. Che dice Don Chisciotte a Dulcinea^^

    in disparte,

    . Ahi. Ha serrate il Tutor tutte le porte

    ,

    E per la via delK AstiicoVuol che men passa adesso alla locanda..S* è qui accordato con la iocaadiera

    Di andar lì questa seraDa. ufficiai Grigione travestito.

    Quella udendo il linguaggio

    In sue man mi darà , ai tempo istessoMi conduce in Germania in mi Caiesso^

    Mas: Cospetton cospettissimo JArìh Senta il sior cosrpettissimo..

    Lui a un' ora di notte

    Disse di lì portarsi . Tu dovresti'

  • A T T OA un* ora meno mi quartoPresentarti

    ^all' oscuro

    Neli' iste^s^l maniera travestito^

    Dare alJa locan/lieraCento zeechin, che questo è f appuntato;Affettare il linguaggio ,

    '

    E fargliela di mano al buon viaggio..I\/^as. E questo fatto andrà pulito il gioco

    .

    Am. Soa nell' astuzie un cervellin di focopartono ^

    Zen. Caspita f e cosa ìio Inteso]

    Vedi che pensar fino;

    Ma io mi porterr) più di mattina^A mezz' or^ mi presento travestitoCon cento bei Gett ni,Che son zecchini falsi , che li tengo

    ,

    Ed alla locandìera li baratto,

    Mi prendo la polpetta , e il colpo è fatta

    SCENA V I LOr-^ 5 poi Celìdea y indi Polidorcu ^

    Ors, giovine venuto da Venezia

    jt Dopo un lungo discorsa( ^'if nor Polidoro

    Si han fatti complimenti

    ,

    Con smc^ri , e continui abbracc; imenti*Cel. Or^o;a-, cara ìni^ca,

    i x'u' "fi. -'/lì nne

    U^ir da questa casa , ove in [

  • S E C O N D O 47Era di dar la manoAI mio maggior nemico •

    0rs. Che volete che dica :Eppur queJ galantuom che disprezzateHa maniere gentili , e delicate.

    Ceh E' un ardito, un furfante .Easta. sol dir, che m'ammazzò l'amante o

    Ors. Ma che? parlate voi di Don Rinaldo,CeL Di quello; e non so come

    Non muoja , ahi lassa J in sol sentirneil nome ,

    Ors. Eh non mmtc , perchè vivo y e salvoL* ho nella mia locanda «

    CeL Oh Ciel che dici ?Poi. Ah mia cara Amaranti!

    ,

    Ecco lo Sposo tuo; non potea a menaIl Ciel che a te mi avea già destinatoFar che non fosti mia . Di già i^passati^E funesti accidentiRidondano per^ noi tutti in contenti »

    €eh Che dite? io non capisco^Amaranta non sonoSebbcn quella mi finsi .Nè ardite darvi il nome di ConsorteDi chi l'amante gli feriste a morte

    P: /. No , mia diletta , quelloDon Rinaldo tuo amante è tuo fratello^

    CeLCh^lQrs. Un racconto mi pare.

    Meglio inforaiari.ii v j' di quest*^ aiTare.

  • 48 A T T OPoL Egli è nelLri loc.rada y

    E carré aure nne areDa Vtmiii onvih dì un' certo Greco.Al qual ba nji:ia ìì tao Tutor ti diede.Qi-ielio per vii monetaTi vendè al Signor Massimo col nomeDi Ceiidea , a quelloil tutto al t-uo Germano ha confidato ,Che m'ha come cugina

    ^

    Te concessa in isposa, ed abbracciato»€eL Io resto fuor de' sensi

    .

    Pok O Cara immagine-Dei mio tesoro

    ,

    Te sola Adoro ,Vivo per te .Tu di quest'animaDolce catena ,Ristoro 5 e pena

    Tu sei per me •

    A É SCENA ULTIMAJ7f€Aió Notte.Loggia della Locanda con porte praticabi-

    ii nei laterali, in prosperto veduta di a-

    mene Colline ^ con varj Casinerti in

    lontananza •

    Amaranta sola^poi tutti come siegmno ^

    Am, come a poco a poco\^ Abujando si va i tra le spess'ombre

  • SECONDO 45?Della notte the avanza

    per tugiiermi d'affanno

    PiOce^gi amore del mio ben Tinganno.Se a tante mie pene

    V'è un'alma pietosa

    L'amato mio beneMi dica dov'è .Deh vieni, mia vita

    ^

    Consola il mio core .Che langue , che moreLontano da te. si ritira^

    Zen. Oh che aria fosca, e nera.Oh che ombra oscura, e ria]Sta tremando l'alma mia

    Tra la tet^a oscurità.Mas. Fra l'orror , che mi circonda ,

    Dove aggiro incerto il passo.Di già ogn'aura, ed ogni frondaMe meschin tremar mi fa .

    BoB. Io non veggo ove cammino,Oh che bujo denso, e fosco ^Peregrino io sembro al bosco

    Che notturno errando va

    .

    Zen. Par che senta un barbaggiani .Mas. P.ir che senta un cornacchione *Bol^. Due civette in unione

    Par susurrano di là.

    ^ 3 ( Ho timor , che non la sbaglia

    ,

    ( E alla cieca una battaglia( Non s'avesse da far qua •

    Ors. Ho sentito un calpestìo

  • ATT Oli Sior Bobolo sarà

    .

    jfm. Par che ho inteso un mormorì^L'idol mio certo qui sta ,

    Boè. Locandiera ?

    Ors. i hi mi chiama ?yfm. jViaestririo ?

    Jlias. Chi mi brama?Bc^. Dat mi fraik mie tesore.^Ors. Sborse , sborse pria queirore *^//w, Parfiam zitti a passo lento .il ^7^. Partiam cara in quest'istante •Zen. Un bisbiglio sento avanti.

    Ed un'altro appresso sta.Grs, Sarà questa in tempo è uscita .

    prende fer la mano Zenobhioe la consegna a Bobolo .

    Su prendetela sta qua .Bib.Zen. Oh che mano saporita

    Fatto ho il co^po in verità ,Am.Oys.(Uho portata ben pulita )li^ as, ( 11 negozio ,è fatto già^ )P I. Bravi , bravissimi iCel. Voi fate marcherà .Am. Ors. ^ . Sorpresa barbaraI\' as/Zen. più non si da .Fd. A chi bambina Signor Tutore

    JVJa vera erede le consegnò?

    Dite 5 o chie subito v'airmazzer?)

    .

    Bob. A un tal Niceforo preco di Scio .^s. Dal qual Niceforo Tho com.prat'io,

    Ch,e è appunto questa, nè mento cib

  • SECONDO 5$CeL Qiiel che credeste di vita privo

    E' mio germano , £ sano, e vivo;Sta qui in locanda , e conto brama

    Deiia paterna sua eredità .

    3ob. Oh rovinata mia nobiltà !PoL Presto, o che T anima qui v^uscirà^Jlm. CeLVrs.Mas. Signor non fate per caritàBob.Zen.

    JJm^ Vi cercherà perdono ,Perdon vi chiedo anch'io,

    E collo Sposo mioCe n'anderem di quà \ x ^ •No : cara mia t'aDferàccia/*

    ^\ Da qui non partirete ,E a parte ancor MreteDi niia^ Ceifc^ ^ #

    MJ5V Io formeròNfn balletto

    '/J Farò una sarabanda ,Servirvi ben prometto

    Con tutta fedeltà*Ors.ì Io vi falò un banchetto

    Invito il vicinato,

    E colla Sposa a latoLei lieto esser dovrà , a Fok

    Bob. Io lasr»'^'

  • 5^ ATTO SECONDO'E a Napoli men tornoMascelle a sconquassar «

    Cel.PoLSì sì vi perdoniamo,

    Amici tutti siamo

    ,

    Si vadano i festini

    ,

    Le cene a preparar

    .

    Tutti

    A suon di violini

    ,

    Di corni-, e clarinettiCon giubili perfettiAndiamo a festesciar »

  • f

    « V »