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INSTALLAZIONI TENUTA IMPIANTO La norma UNI 7129 per le nuove installazioni di impianti/apparecchi o per la loro messa in servizio, prevede un controllo e verifica dell’assenza di fughe di gas. Solitamente le prove possono essere effettuate secondo quanto previsto dalla norma UNI 11137-1, che riporta le linee guida per la verifica e il ripristino della tenuta degli impianti interni in esercizio per i gas della II e III famiglia. Inoltre la stessa norma prevede che la verifica della tenuta impianto deve essere effettuata nei seguenti casi: - persistente odore di gas - sostituzione di apparecchi - sostituzione del tipo di gas distribuito - riutilizzo impianti a gas inattivi da più di 12 mesi - per un periodo non superiore ai 10 anni di vita dell’impianto. UNI 10738/2012 PRESCRIZIONI INSTALLAZIONE IMPIANTI La norma UNI 10738 indica quali siano le condizioni ottimali per le installazioni e quali assolutamente da evitare, di seguito elenchiamo alcuni esempi fondamentali e che spesso si ritrovano durante le operazioni di manutenzione e per le quali è necessario inserire delle prescrizioni nel rapporto di efficienza energetico di tipo 1. Non è dunque possibile installare un apparecchio a gas all’interno dell’edificio nei seguenti casi: presenza di qualsiasi apparecchio all’interno di locali con potenziale pericolo di incendio presenza e/o deposito di bombole GPL all’interno di locali con pericolo di incendio presenza di apparecchi alimentati a GPL e/o di bombole di GPL in locali con pavimento a quota inferiore rispetto al piano di campagna. In particolare per le caldaie di tipo B per riscaldamento e o produzione acqua sanitaria è vietata l’installazione nei seguenti casi: in monolocali e/o locali adibiti a camera da letto in bagno o locali con doccia in locali privi di un’adeguata VENTILAZIONE. VENTILAZIONE La UNI 7129 stabilisce che la ventilazione è il foro o apertura, attraverso la quale affluisce aria necessaria alla combustione dell’apparecchio. Il foro di ventilazione può essere diretto o indiretto, nel caso di apparecchi di tipo A (fornelli) può essere solo diretta e posizionata in prossimità del pavimento, con filo inferiore ad un’altezza comunque non maggiore di 30 cm dal pavimento e con una sezione netta pari a 100 cm 2 . Per gli apparecchi di tipo B invece (caldaie con recupero aria comburente all’interno del locale), la presa d’aria può essere eseguita sia in modo diretto che indiretto nel caso in cui nello stesso locale non vi siano apparecchi di tipo A.

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INSTALLAZIONI TENUTA IMPIANTO

La norma UNI 7129 per le nuove installazioni di impianti/apparecchi o per la loro messa in servizio, prevede un controllo e verifica dell’assenza di fughe di gas. Solitamente le prove possono essere effettuate secondo quanto previsto dalla norma UNI 11137-1, che riporta le linee guida per la verifica e il ripristino della tenuta degli impianti interni in esercizio per i gas della II e III famiglia. Inoltre la stessa norma prevede che la verifica della tenuta impianto deve essere effettuata nei seguenti casi:

- persistente odore di gas - sostituzione di apparecchi - sostituzione del tipo di gas distribuito - riutilizzo impianti a gas inattivi da più di 12 mesi - per un periodo non superiore ai 10 anni di vita dell’impianto.

UNI 10738/2012 PRESCRIZIONI INSTALLAZIONE IMPIANTI

La norma UNI 10738 indica quali siano le condizioni ottimali per le installazioni e quali assolutamente da evitare, di seguito elenchiamo alcuni esempi fondamentali e che spesso si ritrovano durante le operazioni di manutenzione e per le quali è necessario inserire delle prescrizioni nel rapporto di efficienza energetico di tipo 1.

Non è dunque possibile installare un apparecchio a gas all’interno dell’edificio nei seguenti casi:

presenza di qualsiasi apparecchio all’interno di locali con potenziale pericolo di incendio

presenza e/o deposito di bombole GPL all’interno di locali con pericolo di incendio

presenza di apparecchi alimentati a GPL e/o di bombole di GPL in locali con pavimento a quota inferiore rispetto al piano di campagna.

In particolare per le caldaie di tipo B per riscaldamento e o produzione acqua sanitaria è vietata l’installazione nei seguenti casi:

in monolocali e/o locali adibiti a camera da letto

in bagno o locali con doccia

in locali privi di un’adeguata VENTILAZIONE.

VENTILAZIONE

La UNI 7129 stabilisce che la ventilazione è il foro o apertura, attraverso la quale affluisce aria necessaria alla combustione dell’apparecchio.

Il foro di ventilazione può essere diretto o indiretto, nel caso di apparecchi di tipo A (fornelli) può essere solo diretta e posizionata in prossimità del pavimento, con filo inferiore ad un’altezza comunque non maggiore di 30 cm dal pavimento e con una sezione netta pari a 100 cm2.

Per gli apparecchi di tipo B invece (caldaie con recupero aria comburente all’interno del locale), la presa d’aria può essere eseguita sia in modo diretto che indiretto nel caso in cui nello stesso locale non vi siano apparecchi di tipo A.

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Gli apparecchi di tipo C (caldaie stagne o a condensazione) invece non necessitano del foro di ventilazione, poiché hanno la ripresa dell’aria comburente direttamente all’esterno tramite tubazioni dedicate.

Il calcolo della sezione del foro di ventilazione è semplice da calcolare e si ottiene moltiplicando un coefficiente di ventilazione pari a 6 cm2/kw per la portata termica nominale complessiva dell’apparecchio installato, considerando che dovrà comunque essere superiore ai 100 cm2.

Pertanto per fare un semplice esempio, se avete una caldaia di tipo B con portata termica di 25 Kw, effettueremo il seguente calcolo:

SV = 6* cm2 x 25 = 150 cm2

(Nel caso si tratti di apparecchio di cottura senza sorveglianza di fiamma, il coefficiente passa da 6 a 12 cm2, inoltre è prevista una deroga al foro di ventilazione nei casi in cui:

- non sono presenti apparecchi di tipo A o B nello stesso locale; - il locale sia areato da porte o finestre verso l’esterno; - il volume del locale è superiore ai 20 m3 - la portata termica non supera gli 11,7 Kw - l’evacuazione dei fumi della combustione è correttamente effettuata con un foro di areazione diretto o indiretto,

naturale o forzato.

È anche consentito dividere la sezione in più fori, purché ciascuna apertura non sia inferiore ai 100 cm2. Se i fori sono praticati nella parte alta delle pareti o su infissi le sezioni calcolate devono essere maggiorate del 50%. Qualora i fori siano eseguiti in locali attigui, questi non devono essere camere da letto, non devono avere all’interno altri apparecchi a gas, non sia locale con pericolo di incendio.

Nel caso in cui si riscontri quindi l’assenza di adeguate predisposizioni per la ventilazione permanente, ovvero una sezione insufficiente e il locale non risulta aerabile, l’impianto non può essere messo in funzione.

AERAZIONE

Il foro di aerazione è necessario per il ricambio dell’aria all’interno dei locali in cui sono installati apparecchi alimentati a gas, in relazione al tipo, al numero e alla portata termica degli apparecchi stessi e del combustibile di alimentazione, i locali devono essere aerati in modo permanente tramite aperture rivolte all’esterno con una sezione minima di 100 cm2 o condotti diretti all’esterno aventi una superficie minima di 150 cm2, in alternativa devono essere aerabili secono la UNI 7128.

Un locale aerabile è dotato di dispositivi che consento l’areazione su necessità, ovvero questi possono essere costituiti da generiche aperture apribili e comunicanti direttamente con l’esterno, quali porte, finestre, portafinestre, lucernari ecc. Sono considerati aerabili anche i locali in cui vi siano aperture non direttamente comunicanti con l’esterno ma con altri locali con aerazione dirette all’esterno.

I LOCALI DOVE SONO INSTALLATI APPARECCHI DI TIPO B E C (CALDAIE TRADIZIONALI) DEVONO ESSERE AERABILI, IN PRESENZA DI INSTALLAZIONE IN LOCALE NON AERABILE E PRIVO DI ADEGUATA VENTILA-ZIONE, L’IMPIANTO NON PUÒ FUNZIONARE.

L’aerazione del locale di installazione può essere assicurata mediante una o più aperture di aerazione, purché siano tutte realizzate nel locale di installazione, rispettando le disposizioni relative al posizionamento, abbiano tutte una superficie utile netta non inferiore ai 100 cm2.

Il foro di aerazione solitamente viene posizionato in alto per favorire il ricambio di aria ed eventuali prodotti della combustione rilasciati in ambiente. Nel caso in cui si tratti di aerazione indiretta e quindi eseguita tramite un condotto rivolto verso l’esterno, la sezione minima prevista deve essere di 150 cm2.

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Il calcolo per le aperture destinate all’aerazione devono avere una sezione calcolata, tenendo in considerazione la portata termica di tutti gli apparecchi presenti nel locale, ovvero :

S = (12 x Qa) + (6xQb) + (12 x Qc) + (6 x K x Qcs)

Dove Qa è la portata termica nominale massima in Kw riferita agli apparecchi di tipo A (fornelli tradizionali);

Qb è la portata termica nominale massima in kW di apparecchi di tipo B; Qc è la portata termica massima nel caso di appare

EVACUAZIONE DELLA COMBUSTIONE

Apparecchi di tipo B (CALDAIE a TIRAGGIO NATURALE)

Le caldaie a tiraggio naturale devono scaricare i prodotti della combustione in appositi camini o canne fumarie collettive ramificate oppure direttamente a parete all’esterno, è consentito lo scarico di un solo apparecchio per piano per un massimo di otto piani.

Il canale da fumo, camino e terminale, devono avere dei particolari requisiti secondo la UNI 10738, ovvero :

- non deve essere deteriorato dal calore o da condense; - deve avere un tiraggio sufficiente, aspirando verso l’alto i fumi della combustione - deve essere ben fissato, onde evitare il distacco dell’apparecchio dal condotto fumario o di parti dello stesso - deve ricevere i prodotti della combustione di un solo apparecchio - il percorso del canale da fumi deve essere libero da chiusure o altri ostacoli - per tutta la lunghezza del tubo deve avere un diametro non inferiore a quello dell’attacco di uscita dalla caldaia

Apparecchi di tipo B a tiraggio forzato e di tipo C (caldaie con ventilatore di espulsione fumi e stagne)

Le caldaie di questo tipo devono avere un canale da fumo a tenuta e non deve essere composto con tubi corrugati, valgono sempre i prerequisiti secondo la norma UNI 10738, secondo la quale il canale da fumo:

- non deve essere deteriorato dal calore o da condense; - deve avere un tiraggio sufficiente, aspirando verso l’alto i fumi della combustione - deve essere ben fissato, onde evitare il distacco dell’apparecchio dal condotto fumario o di parti dello stesso - deve ricevere i prodotti della combustione di un solo apparecchio - il percorso del canale da fumi deve essere libero da chiusure o altri ostacoli - per tutta la lunghezza del tubo deve avere un diametro non inferiore a quello dell’attacco di uscita dalla caldaia

Lo scarico diretto a parete, consentito per gli apparecchi di tipo B a tiraggio naturale e di tipo C, non deve fuoriuscire in zone dell’edificio, vicine ad eventuali aperture quali finestre, portefinestre o fori di ventilazione per evitare infiltrazioni di residui della combustione all’interno dell’abitazione.

È possibile utilizzare lo stesso canale da fumi per due apparecchi dello stesso tipo, qualora la sezione interna sia non inferiore alla somma delle singole sezioni dei due apparecchi.

Al controllo della combustione, ovviamente deve essere anche verificato il tiraggio del camino per essere accettabile, deve risultare superiore ad un Pascal, in caso contrario l’impianto non può funzionare e deve essere chiuso per verificare le cause della mancanza di tiraggio e ripristinare un valore normale.