Inserto della rivista - Secal Srl · 2017. 11. 3. · Inserto della rivista n° 267 • febbraio...

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• News • Epal • Ecologia Chep • PGS • Vinicaissiers • Biomasse energia • Studio Timcon • Esportazioni California • Sicurezza imballaggi • Ecodesign e norme standard Inserto della rivista n° 267 • febbraio 2009 E-Pack è l’organo d’informazione delle attività del Consorzio Servizi Legno-Sughero e di Assoimballaggi. Tratta di economia, tecnologia e innovazione per gli imballaggi in legno, i pallet e i servizi logistici. [email protected] [email protected] Per informazioni: editrice idm srl Piazza Agrippa 1 20141 Milano Telefono +39 02 89546696 Fax +39 02 89515438 [email protected] www.idm.net

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    Inserto della rivista

    n° 267 • febbraio 2009

    E-Pack è l’organo d’informazionedelle attività del ConsorzioServizi Legno-Sugheroe di Assoimballaggi.Tratta di economia, tecnologiae innovazioneper gli imballaggi in legno,i pallet e i servizi logistici.

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    Imballaggi in legno

  • I mutui americani, la borsa che crolla, il clima alterato, ilpetrolio che va su e giù, la Cina vicina, il dumping, il mer-cato parallelo, il buco nell’ozono, le mezze stagioni chenon ci sono più, e giù giù fino al classico “non ci sono piùle persone di una volta”. Insomma, la specie umana è unadelle più noiose e prevedibili che abitano questo stranopianeta: quando arriva al capolinea di un ciclo economi-co di crescita e sviluppo, quando la crisi imperversa,quando ci si sente stretti fra le maglie di un mercatobloccato si allargano mani e pupille, si corruga la fronte,si lanciano strali di pessimismo e si iniziano ad elaborarericette su ricette, consigli tattici e strategici, ci si scopre docenti per gli altri, si indica-no strade da intraprendere. Parte la macchina dei convegni, delle analisi, degli studi: lapiù grande invenzione dall’ultimo dopoguerra ad oggi è proprio quella del convegno,perché permette ad ognuno di noi di prendere le distanze dal cuore del problema: laresponsabilità individuale.Resto sempre sconcertato dalle notizie relative alle crisi, perché non sono notizie:ogni crisi è prevedibile, perché è l’atto finale di una sommatoria di atti e decisioni con-sapevoli di ognuno di noi. Perché quindi stupirsi, lamentarsi, giudicare, rassegnarsi, spa-ventarsi se la congiuntura attuale l’abbiamo tutto sommato costruita giorno per gior-no noi, consapevolmente? Perché lamentarsi per un “raccolto” se i frutti nascono daciò che abbiamo seminato? Insomma, volete sapere come andrà a finire questa crisi?Non chiedetelo a studi previsionali, alle serie storiche dei mercuriali, al confrontoincrociato di analisi e controanalisi, come pure evitate di dare 50 euro a una carto-mante. E’ sufficiente prendere un foglio di carta, elencare gli aspetti della crisi che piùvi attanagliano e domandarvi: “ma quando iniziavano a manifestarsi i segnali, quando ifattori dominanti della recessione si concretizzavano, io remavo contro o seguivo lacorrente? Qual è la mia responsabilità? Cosa ho fatto? Come ho agito?” La rispostapeggiore che può nascervi dentro è un’altra domanda, è il classico “ma da solo cosapotevo fare?”. E’ la peggiore se siete iscritti a un’associazione, perché far parte di ungruppo non è pagare una quota, o ricevere dei servizi: è prendersi la responsabilità diciò che accadrà domani, fra un giorno, un mese, un anno, vent’anni.Michele Ballardini, presidente Assoimballaggi

    Preferite sentire la cartomante?

    50 FEBBRAIO

    news

    E-Pack è l’organo di informazione di Assoimballaggi e di CSLS-Consorzio Servizi Legno-Sughero, enti di servizio alle imprese che operanonel settore degli imballaggi. Il nome E-Pack e il suo logo sono la sintesi visiva e verbale fra gli elementi strutturali comuni alla maggior partedegli imballaggi in legno (tre assi unite da una traversa) e le aree di interesse della pubblicazione (economicità, economia, ecologia, effi-cienza, EDI, Europa, etica, esportazione, enologia). Inoltre, la lettera “e” è il segno linguistico che significa “congiunzione”: fra imprese, obiet-tivi, intenti, criteri di gestione. Creata nel 2005 con il supporto tecnico e distributivo della rivista Il Legno, E-Pack considera gli interessi con-divisi sia dei produttori di imballaggi in legno, sia degli utilizzatori e dei fornitori di servizi relativi alla produzione e all’utilizzo degli imbal-laggi. E’ disponibile all’interno della foliazione della rivista Il Legno, in allegato separato e anche on line presso il sito di Assoimballaggi e diCSLS.www.assoimballaggi.it oppure www.legnosughero.info

    Responsabile di E-Pack è Sebastiano Cerullo.Hanno collaborato a questo numero Andrea Brega, Sebastiano Cerullo, Luca De Nardo, Davide Paradiso, Domenico Corradetti, Claudio Garrone.

    PDV verdeAndate a Bootle, vicino a Liverpool, evedrete il primo punto di vendita “LowCarbon”di ultima generazione aperto loscorso ottobre dalla catena ASDA. Unafacciata interamente in legno è la premes-sa e la promessa mantenuta da questanuova “macchina commerciale” che vantanumerosi punti di forza ecologici.Il negozio presenta un efficienza energeti-ca del 35% superiore a quella media deglialtri punti di vendita della catena grazie anumerosi sistemi di approvvigionamentoe gestione: energia solare tramite pannel-li fotovoltaici, recupero e riutilizzo dell’ac-qua piovana per una parte dei servizi idri-ci generali della struttura.Inoltre, per la costruzione sono state uti-lizzate materie prime secondarie da rici-clo, compresi i mattoni recuperati daimagazzini portuali di Liverpool.Completa l’edificio un tetto d’erba.I 39mila piedi quadrati di questa strutturahanno richiesto un investimento di 27milioni di sterline e produrranno un bene-ficio di 142 tonnellate di CO2 emessa inmeno e di 349mila kwh di risparmio ener-getico l’anno. Infine, la nuova installazionecreerà 350 nuovi posti di lavoro.

  • Riduzioni in vista nel vecchio Continente perla produzione di legname di conifera nelprimo trimestre 2009. Stando ai dati resinoti dalle associazioni delle segherie deiprincipali Paesi produttori (Svezia, Finlandia,Austria e Germania) si delinea un calo pro-duttivo oscillante tra il 20 e il 30 per cento(equivalente a 3,5/4 milioni di mc in meno)rispetto allo stesso periodo dell’anno passa-to. Verso la fine dell’ultimo trimestre del2008 diverse segherie avevano annunciatofermi della produzione a lungo termine. Manon è tutto: occorre aggiungere che vi sonoanche le restrizioni alla produzione causatedalle condizioni meteorologiche.In Germania l’associazione delle segherie siaspetta un calo del 20/25% nella produzio-ne di legname di conifera per i primi tremesi, il che equivale a una diminuzione dellaproduzione di 1/1,2 milioni di metri cubi.L’industria delle segherie austriache sta anti-cipando un ulteriore forte calo percentualedella sua produzione di legname di conifera:le stime parlano di una riduzione del 25/30per cento nel periodo gennaio-marzo 2009pari a un volume di 700.000 metri cubi.Anche in Finlandia il primo trimestre dell’an-no dovrebbe fare registrare un calo del 30per cento. La Finnish Forest IndustriesFederation ipotizza una diminuzione dellaproduzione di quasi un milione di mc di coni-fere. Dal canto suo, la Finnish SawmillsAssociation (che rappresenta le segherie dipiccole dimensioni) si aspetta un -20 percento, mentre in Svezia la Swedish ForestIndustries Federation prevede che la produ-zione vada giù del 15 per cento (6/700.000mc) rispetto al primo trimestre 2008.In tale contesto sia le segherie sia i compra-tori si trovano in difficoltà a programmarepiani produttivi e di acquisto che vadanooltre i primi tre mesi dell’anno, anche se nonè da escludere che la produzione di legnamedi conifera possa aumentare nel secondo tri-mestre. In ogni caso, carte vincenti per lesegherie potranno essere la velocità con cuisaranno in grado di reagire ai primi segnalidi miglioramento del mercato, la flessibilitàdel lavoro e i contratti di fornitura mediantei quali le consegne dei tronchi potranno esse-re effettuate in breve tempo.

    Borsa prezziCala la produzione

    51 FEBBRAIO

    Nudi al naturaleAnche la natura produce packaging, e particolar-mente sostenibili (bucce, gusci, baccelli), ma conrisorse e obiettivi differenti dall’uomo: ha moltopiù tempo di noi per progettare, modificare e“immettere” sul mercato. Inoltre la natura hapochi problemi di logistica, distribuzione e consu-mo. I tempi più lunghi e le risorse più costose allequali attinge, le permettono però di avere risultati decisamente “smaglianti” rispetto aldesign dell’uomo. Il fotografo Carlo Valsecchi ha raccolto questa galleria di “nudi” d’au-tore in cui le cornici sono appena accennate: cassette in legno, plastica e cartone, quae là solo qualche film trasparente o appena una rete. La fotografia esalta la forza dellestrutture materiche plasmate dalla natura, i giochi di luce e cromatici, le disposizionigeometriche della mano dell’uomo all’interno dei contenitori. La presenza discreta delpackaging, nelle sue forme quadrate o rettangolari o al massimo nei veli semitrasparen-ti, definisce e accentua l’irregolarità delle forme dei frutti della terra, da soli e accosta-ti: si crea così il contrasto fra il regolare e l’irregolare che porta l’occhio dello spetta-tore, come in un quadro fiammingo, a osservare dapprima l’insieme per poi focalizza-re la visione all’interno di una singola cassetta e poi dentro a questa analizzare gruppidi frutti arrivando infine al singolo. L’occhio è stimolato a seguire quel percorso istin-tivo e naturale che ognuno di noi compie quando si accinge all’acquisto, dal grandeipermercato fino al piccolo negozio sotto casa: gli occhi viaggiano sulle distese diago-nali dell’esposizione entrando in piccoli mondi variegati e colorati e “palpando” leforme come se fossero le dita di una mano. Cogliere diventa così irresistibile: l’occhiostimola la mano ad allungarsi per appropriarsi dell’immagine. La missione della fotogra-fia sembra proprio questo: riappacificare due sensi così apparentemente differentieppure così simili cogliendo il nesso consequenziale esistente fra vista e tatto.Carlo Valsecchi, Frutta e Verdura, 5 Continents Editions, Milano 2008,Codice 9788874394395www.fivecontinentseditions.com

    Aumenta il contributo, migliora il risultato

    Il Consiglio di Amministrazione di CONAI, su proposta diRilegno, ha deliberato la variazione del Contributo Ambientalesugli imballaggi in legno a far data dallo scorso 1 gennaio 2009:dai precedenti 4 euro a tonnellata si passa ad 8, che restacomunque il valore unitario più basso fra quelli applicati nei paesidell’UE. La decisione si basa su ragioni tecniche e di mercato,strutturali e congiunturali, che rendono necessario questoaumento quale strumento per mantenere gli obiettivi raggiunti eincrementarli. Dal 2005 (anno in cui venne deliberato l’ultimoaumento che modificò un importo rimasto fermo per ben 7 anniconsecutivi) il flusso degli imballaggi post consumo gestiti daRilegno è cresciuto del 49%: in sostanza, in quattro anni sonostate valorizzate 316.000 t in più rispetto ai volumi gestiti in pre-

    cedenza. Con il contributo aumentato allora, dal 2005 al 2008 rilegno ha sostenuto ope-ratori pubblici e privati che si sono impegnati nelle fasi di raccolta e avvio al riciclo,secondo convenzioni ben precise. Gli obiettivi stabiliti per legge sono stati raggiunti esuperati ma con un disavanzo di 795.000 euro che Rilegno a colmato attingendo agliaccantonamenti effettuati negli anni precedenti. Nel prossimo triennio il Consorzio pre-vede un aumento della raccolta diretta soprattutto nelle aree in emergenza rifiuti e inquelle più distanti dagli impianti di valorizzazione: ne consegue un aumento dei costi perla raccolta, la riduzione dei volumi e il trasporto, costi che non fanno prevedere una ridu-zione del disavanzo.A questo fattore si aggiunge la difficoltà del mercato in generale especifica (che colpisce le aziende riciclatrici, i pannellifici). Con il raddoppio delContributo, nei prossimi tre anni Rilegno manterrà il sistema in equilibrio e favorirà l’ul-teriore recupero grazie allo sviluppo delle raccolte nelle aree del paese meno efficienti.

  • In Europa si contano oggi 5.789 specie dipiante aliene, di cui 2.843 totalmenteextraeuropee. Belgio, Regno Unito eRepubblica Ceca sono le nazioni dove sene riscontra il maggior numero, mentreRegno Unito (857), Germania (450),Belgio (447) e Italia (440) sono quellenelle quali si è registrato il maggiornumero di piante acclimatate. Si contanoalmeno 6 nuovi arrivi ogni anno, ma nontutti trovano nelle 48 fra regioni e nazio-ni europee oggetti dello studio unanuova e stabile dimora. E’ quanto emer-ge dal progetto Daisie (2004-2008), con-dotto nell’ambito del 6° ProgrammaQuadro e pubblicato dalla rivista cecaPreslia. www.preslia.cz/P082Lam.pdf

    Alieni verdi?

    Listelli di sfogliato di pioppo fissati congraffe metalliche formano la numerosafamiglia di vasi per orticoltori, vivaisti esettori parchi e arredo urbano degli entilocali. Questi vasi risolvono il problemadi gestire la fine del ciclo di vita dei vasiin materiale plastico e sono particolar-mente adatti per la vendita al pubblico eper lo stoccaggio e il trasporto da partedegli operatori di piantine in fase di svi-luppo e pronte per essere messe adimora. Il vaso si biodegrada dopo l’in-terramento, ma svolge le stesse funzionidei vasi monouso in materiale plastico. E’proposto dalla ditta francese GreenPower Concept, specializzata in soluzio-ni per l’agricoltura sostenibile, il giardi-naggio, il florovivaismo.

    Vasetti in pioppo

    52 FEBBRAIO

    newsVelocee flessibileAppena 15 giorni di tempo per realizzareun’info point per due delle numerosemanifestazioni che hanno animato Torinocapitale mondiale del Design per tutto il2008: la sfida è stata vinta da 35 studentiprovenienti da 9 nazioni e tre differentiuniversità che si sono cimentati con laflessibilità creativa ma soprattutto strut-turale di un unico tipo di materiale: i listel-li in legno 5 cm x 5 messi a disposizionedalla Denaldi Legnami di CasaleMonferrato. L’installazione è stata sotto-posta al giudizio di un panel internaziona-le di esperti.

    Arte e naturasenza tempoLa ricerca costante dell’essenza nell’arteha portato lo scultore-pittore MauroCoccoluto a utilizzare forme semplificatee lineari, al ritorno a un’immagine arcaicae istintiva, primordiale, usando semplicimateriali quali i legni che si trovano sullespiagge o nei boschi. L’abbandono definiti-vo da parte dell’uomo, dopo averli utiliz-zati, ha permesso a questi oggetti di svi-luppare una loro forma “essenziale”, scar-na, privandoli del loro particolare uso percui erano stati creati; resta la forma dicontorno e un debole colore. “Riciclaregli oggetti che l’uomo getta via perchénon più necessari al proprio bisognoafferma Coccoluto - è una fonte inesauri-bile di forme, colori e idee che provengo-no dal loro utilizzo primario. L’uso che nefaccio applicandoli sulle tele, oltre al pia-cere visivo, dovrebbe farci riflettere sullospreco delle risorse del nostro pianeta”.www.macoart.com.

    Complementid’arredo

    Durevoli, resistenti, sicuri, naturali, atossi-ci, riutilizzabili e divertenti: sono gli imbal-laggi in legno visti da un altro punto divista, quello dei tanti mammiferi e uccellipresenti nel Bioparco di Roma.Al recintodei macachi giapponesi, il rocchetto percavi è uno dei passatempi preferiti dei piùpiccoli che si divertono a irrobustire gliarti e a imparare l’equilibrio. Ma tanti altriospiti del Bioparco apprezzano il packa-ging in legno come complemento d’arre-do delle loro aree. Di imballaggi e più ingenerale di legno hanno bisogno le tantefamiglie che abitano la grande strutturaromana; spesso, infatti, vanno rinnovatiperché consumati dai giochi e dalle intem-perie. Saranno particolarmente graditedonazioni, è il caso di dirlo,“in natura”.La Fondazione Bioparco di Roma èun’istituzione no profit che gestisce l’anti-co zoo e che coopera a livello internazio-nale per la conservazione delle specie arischio di estinzione.Tutti gli animali pre-senti nel parco sono nati e cresciuti incattività e provengono dalla collaborazio-ne con altre strutture zoologiche o dasequestri effettuati dalle forze dell’ordinein caso di commercio o detenzione illega-le. La vecchia concezione di zoo come un“museo vivente”, ha lasciato il posto hadue concetti fondamentali: l’educazioneambientale e la conservazione delle spe-cie minacciate di estinzione.La Fondazione Bioparco ha sviluppato ini-ziative e progetti rivolti al sociale affron-tando temi legati alla solidarietà e li hauniti all’alto valore emozionale del parco.Sono stati realizzati in una parte del parcoun Centro di socializzazione per disabilimentali adulti e un Centro Anziani.Inoltre, è disponibile un per corso senso-riali e per non vedenti, che inizia all’in-gresso del Bioparco e si snoda per 500metri.Il percorso è costituito da strutture tatti-li tridimensionali e pannelli in braille ed èfruibile in totale autonomia grazie ad unsistema combinato di corrimano in legnoe mattonelle tattili. Per informazioni edonazioni: www.bioparco.it.

  • Quanti imballaggi in legno si producono,vendono e utilizzano ogni anno in Italia?Quanto pesano importazioni ed esporta-zioni? Come si suddivide l’offerta permacrotipologie di prodotti? Insomma,quanto vale il nostro settore?Fra poche settimane sarà disponibile unrapporto analitico dettagliato sul com-parto: a realizzarlo è stato l’IstitutoItaliano Imballaggio, al quale è stato affi-dato l’incarico dal CSLS, Assoimballaggi,Rilegno, insieme all’ufficio studi diCosmit.Partecipano allo studio anche i principalipool privati (Chep, PRS, etc). Il progetto,finanziato dal CSLS, colmerà una serie dilacune sui dati del settore, finora coper-te da stime abbastanza attendibili ma nonsufficienti a chiarire dinamiche reali delmercato. L’Istituto Italiano Imballaggiocurerà anche gli aggiornamenti e le revi-sioni annuali.

    Il consiglio direttivo del ConsorzioServizi Legno-Sughero ha deliberato loscorso dicembre la riduzione del contri-buto annuale 2009 da 550 a 500 euro;inoltre, l’importo delle 2 ispezioni di base(per le aziende iscritte a un comitato tec-nico del CSLS) scende da 810 a 700 eurocomplessivi, la cui fatturazione non saràpiù effettuata dagli organismi ispettivi(SGS e Bureau Veritas) ma direttamenteda CSLS. Il risparmio totale per il 2009 èquindi di 160 euro. Si ricorda che leaziende non iscritte a nessuno dei comi-tati tecnici e che vogliono usufruire deiservizi generali del Consorzio, devonocorrispondere, oltre alla quota annuale di500 euro, un supplemento di 300 euro.

    Consuntivodel settore

    Scendono i costi

    53 FEBBRAIO

    Una nuova segheriaUn nuovo impianto di segagione del legno è operati-vo dallo scorso 12 ottobre presso Barigazzi F.lli, dal1962 attiva sul territorio parmense e oggi guidata daEdo, Nadio, Cesare e Gianfranco Barigazzi, figli delfondatore Gino. Partner tecnico per il nuovo impian-to è Bongioanni, che ha installato una linea per lavo-rare dai 150 ai 180 metri cubi di legname in un turnolavorativo di 8 ore. I tronchi che possono essere lavo-

    rati dall’impianto hanno lunghezze di 2,5 e 5 metri e un diametro massimo di uno.L’investimento è particolarmente importante per un’azienda che produce annualmen-te un milione di pallet, con 30 dipendenti che operano su una superficie di 40mila mqdi cui 10mila coperti. Presente fin dal 1983 e cuore dell’azienda, l’impianto interno disegheria permette quella flessibilità nei prodotti, nei tempi e nei costi che costituisceil tratto caratteristico di Barigazzi. La nuova linea punta ad accrescere la competitivitàe il livello di servizio dell’azienda parmense, che conferma così la vitalità e il rinnova-mento costante dei produttori di pallet, anche in periodi di crisi.

    Applausiper CAST

    Lo scorso 19 dicembre sono stati presen-tati all'Unione Europea i primi esiti delProgetto CAST (acronimo per ContattoAlimenti, Sicurezza, Tecnologia), frutto diun accordo di collaborazione fra IstitutoSuperiore di Sanità (il referente è la dot-toressa Maria Rosaria Milana che ci haanticipato il felice esito della presentazio-ne) e Istituto Italiano Imballaggio; il pro-getto intende costituire e attivare untavolo di lavoro per un confronto tecni-co-scientifico operativo tra l’IstitutoSuperiore di Sanità e le associazioni econsorzi interessati al tema del food con-tact. Già nei primi giorni del nuovo anno,sono arrivate le congratulazioni da partedei molti partecipanti che si sono dimo-strati interessati al lavoro italiano. La dot-toressa Annette Schaefer, funzionario DGSANCO responsabile per la tematica, hachiesto input all’Istituto italiano sui puntichiave e sui dubbi e la possibilità di rice-vere bozze di documenti per una possibi-le linea guida europea.Già dallo scorso anno Assoimballaggiaveva aderito e sostenuto il progettoCAST, con l’obiettivo finale di realizzarestrumenti per le aziende e formare il per-sonale addetto a gestire problemi di con-tatto alimentare.

    Non ci sorprendeNominato il 2 giugno 2008, ha ricevutol’onorificenza lo scorso 15 ottobre aMilano, alla presenza del sindaco di MilanoLetizia Moratti e dei rappresentanti delleistituzioni: a Maurizio Ciani è stato confe-rito il titolo di Cavaliere al Merito dellaRepubblica Italiana. Come ogni cavaliere,Ciani ha corso ma anche “precorso”, per-ché spesso ha intuito in anticipo i proble-mi e le relative soluzioni. La capacità diindividuare gli elementi complessi di unoscenario e tracciare una linea strategicachiara, semplice e riconoscibile da tutti,non è da tutti. Questo Maurizio Ciani l’hafatto e ha creato quel terreno fertile,quell’ambiente adatto che ha permessoad altri imprenditori e dirigenti presentiin associazione la possibilità di coltivareed esprimere un’analoga capacità e con-tribuire allo sviluppo delle imprese.

  • Dopo quattro anni di lavoro si è conclu-so il progetto Sustainpack (www.sustain-pack.com) che con una dote di 30 milio-ni di euro e 40 partner (centri di ricerca,università e aziende) ha sondato le pos-sibilità tecnologiche di rendere gli imbal-laggi cellulosici competitivi al pari dellematerie plastiche. Fra i protagonisti futu-ri di queste applicazioni saranno le nano-tecnologie, i materiali compositi, le pla-stiche da fonti vegetali. Sustainpack apredunque la prospettiva concreta di unruolo da protagonisti a materiali checondividono con il mondo degli imbal-laggi in legno la cellulosa, una risorsafacilmente recuperabile e l’unica in gradodi sequestrare la CO2 grazie alle sue ori-gini: gli alberi.

    Insieme a cartae cartone

    È noto quanto l’umidità residua del legnocondizioni la sua resistenza alla rottura,ma conoscere esattamente le prestazio-ni meccaniche in relazione al contenutoidrico della fibra legnosa permette di sta-bilire la qualità del prodotto. Una ricerca“intramontabile” perché sempre valida edi estrema attualità è quella condotta 7anni fa dai ricercatori CNR Paganini ePinna dell’Istituto per la Tecnologia delLegno (www.ivalsa.cnr.it); lo studio evi-denzia quanto sia l’incidenza di questofattore sulle prestazioni dei pallet EPAL:per esempio, la sua resistenza alla flessio-ne statica scende del 20% se l’umiditàresidua passa dal 21,5% al 34%.

    Questioni di umidità

    54 FEBBRAIO

    newsPlastica di riciclo a contatto con gli ali-menti: sull’onda del RegolamentoComunitario 282/2008, che consente diimpiegare materie secondarie a contattocon gli alimenti, una parte del mondo deitrasformatori sollecita l’autorizzazione aprodurre materie plastiche di recuperodestinate al contatto alimentare. Prestopotrebbe quindi nascere, accanto al mar-chio di qualità “Plastica seconda vita”, diproprietà di IPPR (Istituto per laPromozione delle Plastiche da Riciclo), ilsecondo marchio “Plastica seconda vitafood contact”, sempre nell’ambito deicriteri del primo marchio che, a terminidi regolamento comunitario, già garanti-sce rintracciabilità e marcatura.

    Tornerà in tavola?

    Una crescita annua costante dal 1990 adoggi del 10%; e negli ultimi 10 anni, dal1998, questa crescita si è addiritturaquintuplicata. Investireste in un compartodel genere? Ovviamente sì. E’ questo ilmacrotrend del trasporto via container,approfondito dall’articolo “Le mercivanno in giro per il mondo” apparso apagina 4 del numero 2-2008 di TÜV SUDJournal, l’house organ di TÜV Italia, enteindipendente di certificazione ed ispezio-ne presente in Italia dal 1987 ed apparte-nente al gruppo TÜV SÜD fondato nel1866. Ben 114 sono stati i milioni di con-tainer veicolati lo scorso anno, con unacrescita del 50% dal 2004 della flottanavale dedicata. Uno sviluppo così verti-ginoso non può non richiamare l’atten-zione dei produttori di imballaggi indu-striali, standard e su misura, e soprattut-to dei produttori di bancali: interscambio,trattamento ISPM 15, misure e profili chefacilitino le operazioni di carico e scarico,che ottimizzino lo spazio utile del vanosono tutte tematiche che saranno affron-tate nel prossimo numero di E-Pack. Perchi volesse approfondire l’argomento:www.tuv.it/downloads/tuv_journal/TUV_Journal_08_2.pdf

    Quali soluzioniper i container?

    La scomparsa di Mauro Saviola, avvenuta loscorso 16 gennaio, richiede, secondo la con-suetudine, il ricordo dell’impresa che ha creatoe dell’importanza che ha avuto per tutta la filie-ra del legno.Vogliamo qui ringraziare l’uomo, lasua avventura umana, le sue passioni: lo faccia-mo con una delle poesie che ha riprodottonella parte più emotiva del sito www.gruppo-saviola.com , quella dedicata a La vocedell’Albero e che vi invitiamo a visitare. La poe-sia, di Pablo Neruda, s’intitola Il Ramo Rubato.

    Nella notte entreremoa rubare un ramo fiorito.Passeremo il muro,nelle tenebre del giardino altrui,due ombre nell’ombra.Ancora non se n’è andato l’inverno,e il melo appare trasformato d’improvviso in cascata di stelle odorose.Nella notte entreremo Fino al suo tremulo firmamento,e le tue piccole mani e le mie ruberanno le stelle.E cautamente,nella nostra casa,nella notte e nell’ombra,entrerà con i tuoi passi il silenzioso passo del profumo e con i piedi stellati il corpo chiaro della Primavera.

    Fra pochi giorni è primavera: è il tempo cherinnova la vita, che permette all’energia conte-nuta in ogni essere vivente di ricreare. Per unavolta non siamo noi a ricordare Mauro Saviola,ma è la sua esistenza che ci ricorda e ci invitaa proseguire il ciclo. Il suo invito è quello di farentrare nella nostra vita quel “silenzioso passodel profumo e con i piedi stellati il corpo chia-ro della Primavera”. Significa non aver paura diaffrontare le tenebre, le difficoltà della vita, gliostacoli quotidiani oppure improvvisi, malasciarsi sospingere dal desiderio, dalla passio-ne, dal richiamo ineludibile della bellezza e dellagenesi continua della vita: che poi questocoraggio prenda la forma di un’impresa piccolao grande che sia, che quest’impresa si chiamiazienda o famiglia non importa. Importante èuscire dalla notte, e nella notte, per cercare lavita, fidandosi che il nostro piccolo grandesogno, coltivato come un piccolo germogliodentro ognuno di noi, possa diventare realtà.AMauro Saviola, che anche oggi ha superato lapaura della notte per entrare nella luce.

    Un ramo fiorito

  • “Oltre la crisi: modernizzare il Paese” è iltitolo del convegno annuale, organizzatoda Indicod-Ecr lo scorso 28 gennaio aMilano. Di particolare interesse, alcuniesiti della ricerca dell’istituto SPO perconto di Indicod-Ecr che aveva comeobiettivo l’analisi delle percezioni deiconsumatori rispetto al livello di moder-nità del paese e dei suoi principali attori(banche e assicurazioni, sistema sanitario,grandi imprese, grande distribuzioneorganizzata). Ne è emerso un Paese indi-vidualisticamente moderno, dove dal sin-golo cittadino all’impresa si vive una sen-sazione come quella “di un artigiano cheha molte idee, anche innovative, ma chenon riesce a realizzare”: se da un lato,dunque, l’italiano ha grande fiducia nellamodernità individuale, scarsa o nulla èquella nella modernità del sistema-paese.Modernità che viene legata certamente aconcetti come l’innovazione e la tecnolo-gia, ma ancora di più alla sua sostenibilità(sociale ed ambientale) ed eticità.Jacques Attali, economista, ha sostenutoche per andare oltre la crisi, tre sono ipercorsi necessari: la crescita demografi-ca (“senza figli e senza nipoti, non vi èalcun interesse per la modernità e l’inno-vazione”), lo sviluppo tecnologico soste-nibile e la stabilità politica e finanziaria.Come sono tre anche le riforme cheAttali ritiene indispensabili per “sopravvi-vere” ed uscire dalla crisi: massimizzazio-ne dell’economia della conoscenza (istru-zione di base, formazione continua ericerca); mobilità e trasparenza nelle atti-vità produttive, economiche e finanziarie,indipendentemente dal contesto o dalceto sociale di provenienza degli indivi-dui; governance basata su efficienza, tra-sparenza e riduzione della burocrazianell’ottica di elaborazione di una visioneed una strategia a lungo termine, chiara ecredibile, tanto a livello di istituzioniquanto di imprese e singoli cittadini.www.indicod-ecr.it/modernizzare

    Ricette anti crisiChiusure “light”

    E’ il migliore, non solo per la qualità del vino, per il prestigio delle marche dei produt-tori, per il fascino e la ritualità legata al gesto di aprire una bottiglia: è migliore ancheper l’impatto ambientale. Corticeira Amorim ha commissionato a PricewaterhouseCoopers una LCA del tappo in sughero rispetto asoluzioni in plastica e alluminio. I risultati (comple-ti all’indirizzo www.corkfacts.com) non hannobisogno di commenti, come si evince da una delleprincipali tabelle sintetiche di raffronto. E ora ilgruppo Amorim e il mondo dei tappi in sugheroaspettano la risposta dai materiali concorrenti.

    Controlli okA partire dall'anno appena trascorso il Consorzio Servizi Legno-Sughero intendemonitorare l’attività svolta dagli enti di ispezione incaricati attraverso il grado di sod-disfazione dei propri consorziati. E' stato richiesto a tutti i consorziati di compilarevolontariamente una scheda di valutazione appositamente predisposta, nella quale sichiedevano giudizi in merito alla professionalità, alla cortesia e disponibilità del per-sonale incaricato, alla chiarezza delle informazioni ricevute e infine un giudizio com-plessivo sugli enti incaricati per le visite ispettive FITOK. Lusinghieri i risultati ottenu-ti da entrambe le società ispettive, SGS Italia e Bureau Veritas Italia: su 236 schede divalutazione pervenute, l'85% dei consorziati si dichiara complessivamente soddisfattodell'operato delle società incaricate sia in termini di professionalità sia di valoreaggiunto ottenuto. Anche per il 2009 il Consorzio Servizi Legno Sughero affiderà levisite ispettive FITOK alle stesse società incaricate negli anni precedenti.

    FLA in ArgentinaDal 24 al 29 novembre scorso si è svolta una missione esplorativa Federlegno-Arredoin Argentina, a seguito della visita istituzionale dell’ex presidente Snaidero a BuenosAires del febbraio 2008. La missione si è svolta in collaborazione con ICE – IstitutoNazionale per il Commercio Estero – e con FAIMA – Federazione Argentina omologadi Federlegno-Arredo – e con le proprie Camere Regionali. Sono state visitate oltre20 tra imprese organizzate e “pronte per l’esportazione” e associazioni e la delegazio-ne di Federlegno-Arredo guidata dal Cosimo Messina – membro della Giunta dellaFederazione - è stata anche invitata a prendere parte ai lavori del Congresso annualedella FAIMA. Obiettivo era verificare: 1) disponibilità di materia prima/semilavorati dibuona qualità e possibilità di approvvigionamento; 2) strutture produttive e loro volon-tà di cooperare con imprese italiane per sviluppare eventuali joint-venture produttivee distributive; 3) esistenza di associazioni tipo Federlegno-Arredo per sviluppare col-laborazioni. La disponibilità di materia prima è notevole: 1,2 milioni di ettari di boschicoltivati a pino (54%), eucaliptus (32%), salice (11%) e altre specie. Si è potuto toccarecon mano la realtà produttiva locale nell’area del delta del Paranà (con una discretadisponibilità di pioppo e produzione di imballaggi ortofrutticoli) e dell’alto Paranà (conabbondante disponibilità di pino taeda e produzione di segati, elementi per pallet, cor-nici, rivestimenti in legno, pannelli tipo finger joint). Molto limitate invece le possibilitàdi approvvigionamento di specie native pregiate. Gli ostacoli principali all’avvio di rela-zioni commerciali stabili sono di tipo logistico e di gamma limitata di prodotti disponi-bili. Nel corso dei contatti avviati con le locali associazioni imprenditoriali si è discus-sa la possibilità di organizzare incontri tra imprese italiane ed argentine nell’ambito dimanifestazioni fieristiche specializzate.

    55 FEBBRAIO

  • La scultura realizzata dall’artistaFerdinando Codognotto e dedicata aMaurizio Magni accoglie i visitatori dellanuova biblioteca dedicata al collegarecentemente scomparso e che racco-glie una piccola parte del lavoro della suavita: quello di selezione e valorizzazionedi un’ampia bibliografia dedicata almondo del legno. Nella targa di dedica,queste parole: L’albero di Olivo, simbolodi natura e pace (e anche nutrizionelegata al buongustaio Maurizio). La cor-nucopia, che si sprigiona dalle radici del-l’albero, segno di abbondanza, di fantasiadi Magni. Simbologie che escono dallacornucopia: compasso per disegnare laquotidianità; bottiglia, buongustaio divini; la squadra; la lampadina delle idee;parole, la sua dialettica negli incontri;ingranaggi, che rappresentano il nostromomento tecnologico e rapporto con ilmondo telematico; il gufo rappresenta lasua saggezza (con affetto, F. Codognotto,scultore).

    Una sculturaper Magni

    A seguito della Decisione dellaComunità Europea del 18 settembrescorso relativa all'utilizzo del bromuro dimetile come prodotto destinato allaprotezione delle piante, a partire dalladata della decisione si hanno 18 mesi ditempo per il suo impiego e ne consegueche alla data del 18 marzo 2010 non nesarà più consentito l'utilizzo per gli scopiprevisti. Sul prossimo numero di E-Packsarà pubblicato un approfondimento sultema.

    Stop al BM

    56 FEBBRAIO

    newsPer i nuoviEPAL...Si ricorda che sono modificate, come dadecisione del board EPAL dell’estate2008, le condizioni (procedure) per l’au-torizzazione alla produzione dei nuovi tipipallet piani EPAL (EUR1, EUR 2, EUR3, eEUR 6) secondo le modalità di seguitoindicate: un’azienda che sia già in posses-so di regolare autorizzazione per la pro-duzione dei pallet piani 800x1.200 mm, haimmediatamente il diritto di produrre, alivello 1, i nuovi tipi di pallet EUR 2(1.200x1.000 mm), EUR 3 (1.000x1.200mm) ed EUR 6 (800x600 mm). Nel casoin cui il primo controllo del lotto da partedella società di controllo abbia esito posi-tivo, il produttore è autorizzato a produr-re quel determinato tipo di pallet secon-do il livello per il quale è già autorizzato aprodurre i pallet EPAL 800x1.200. Siricorda anche che a partire dal 1 ottobre2008 il prezzo per le graffe di controlloEPAL è stato aumentato, sempre per deci-sione del board, da 8,00 euro a 9.00 euroogni 1.000 pezzi acquistati.

    Al via i corsiPALOK ’09Sì è tenuto lo scorso 26 gennaio a Viadanail primo corso 2009 per l’implementazio-ne del progetto PALOK; i prossimi appun-tamenti sono per il 27 aprile, alle 14.30, elunedì 28 settembre, alla stessa ora. Lapartecipazione al corso di formazione èparte integrante della procedura perottenere l’accreditamento al nuovo mar-chio voluto da Assoimballaggi e CSLS, egestito da quest’ultimo attraverso apposi-to comitato tecnico, per colmare il vuotonormativo riferito alla portata (cariconominale) sui pallet riutilizzabili e monou-so non rientranti in marchi di qualità tec-nica. Si ricorda che il marchio è volonta-rio; per ottenerlo, occorrono requisitiassociativi, tecnici e prove di laboratoriocondotte presso CRIL. L’accettazionedella domanda di accreditamento è gesti-ta direttamente da CSLS. Il nuovo mar-chio ha debuttato a Ecomondo pressol’area ricerca e sviluppo allestita da Conai,accanto al suo stand istituzionale, lo scor-so mese di novembre a Rimini.

    RFID al bancodi provaProseguirà nel corso del 2009 la speri-mentazione di RFID Logistics Pilot, il pro-getto lanciato nel 2007 dal LaboratorioRFID dell’Università degli Studi di Parma,che ha presentato a ottobre scorso iprimi risultati di test sull’applicazione diquesta tecnologia e del sistema ElectronicProduct Code (EPC) lungo una catena difornitura reale e sulla verifica dei beneficiderivanti. Nel corso di quest’anno si cer-cherà di studiare differenti risultati e van-taggi estendendo a una catena di fornitu-ra più complessa il prototipo sperimenta-to nei 5 mesi del 2008; in quel periodoerano stati considerati un solo tipo diprodotto, produttore, distributore e duepunti di vendita. Nella prima fase del pro-getto erano stati coinvolti 12mila cartonisu 800 pallet; incoraggianti sono stati iprimi risultati (86% di pallet riconosciutiin automatico, riduzione del 68% deitempi di controllo presso il produttore,riduzione dell’80% dei tempi di ricevimen-to e presa in carico presso il centro distri-butivo). Il progetto RFID Logistics Pilot sidistingue dai numerosi in corso per ilcoinvolgimento interprofessionale e lacondivisione non solo sui costi ma anchesu scelte progettuali, esperienza portatain dote e sviluppata, elaborazione dellametodologia di lavoro.

    Tre nuovicomitatiNel corso del 2009 il Consorzio ServiziLegno-Sughero avvierà la costituzione ditre nuovi comitati tecnici dedicati a trearee scoperte e sensibili dell’imballaggioin legno: il primo progetto, avviato in col-laborazione con Fedecomlegno, porterà acreare un marchio di qualità tecnica rela-tivo al legname di origine legale.Alla pre-venzione nel produrre rifiuti da imballag-gio e alla preparazione al riutilizzo nel-l’ambito del sistema EPAL saranno dedica-te le attività di un secondo comitato,mentre il terzo implementerà un nascen-te progetto di qualificazione dell’imballag-gio industriale.

  • schede

    La Secal è conosciuta e apprezzata in tutto ilmondo per la produzione di essiccatoi per legnodi massima qualità e si pone al top tra i costrut-tori europei. La produzione avviene all’interno delproprio stabilimento a Resana (Treviso) da cuiescono impianti con un progetto originale, collau-dati e con un’elettronica installata ormai in oltre2.000 impianti in tutto il mondo. La Secal, sempreattenta ai problemi di risparmio energetico e aitempi di essiccazione, diventati in questi tempi dicrisi economica ancora più importanti per garan-tire risultati eccellenti, propone diverse ed origi-nali soluzioni, tra le quali:1) Il concetto costruttivo della cella Secal e delsuo isolamento permette di ridurre al minimo ledispersioni di calore e di garantire una lunga vitaalla struttura nel suo insieme.2) I ventilatori in lega d’alluminio, 100% reversibi-li, hanno massimi e uguali rendimenti in entrambii sensi di rotazione e ad ogni regime di giri.3) Il sistema di umidificazione a doppia linea dispruzzaggio, che collegato al flusso di ventilazione,permette di ottenere il più idoneo regime igro-metrico in entrambe le direzioni di rotazione deiventilatori.4) L’utilizzo di inverter per comandare i ventilato-ri, permette di ridurre il consumo di energia elet-trica e, collegato a una stazione climatica SECAL(composta da 2 anemometri), assicura risparmienergetici medi del 30% e in alcuni casi particola-ri, anche del 50%.5) Le funzioni Advanced Drying permettono distimare il tempo residuo di essiccazione, la data difine processo e di condurre un’essiccazione assi-stita e di gestire i costi energetici.

    6) Il sistema di conduzione e controllo Secal Plus3000, di propria elaborazione, è il più avanzatopresente oggi sul mercato ed è in grado di soddi-sfare qualunque esigenza dell’operatore per qua-lunque tipo di essiccazione.Il sistema Plus 3000, collegato al P.C. industrialetouch screen e gestito dal software EplSupervisor, rende l’impianto estremamente versa-tile e permette il controllo remoto di tutte le suefunzioni, la modifica dei parametri e la ricezione diaggiornamenti software.Via GSM il computer puòessere collegato a un telefono cellulare per l’inviodi messaggi di tipo SMS per segnalare allarmi oaltre informazioni relative ad ogni singola cella.La Secal propone anche le celle per il trattamen-to termico secondo lo standard ISPM-15, un’im-portante normativa FAO (Food and AgricoltureOrganisation) per la regolamentazione dellemisure fitosanitarie da applicare agli imballi inlegno e ai pallet, nel commercio internazionale.La Secal ha sviluppato proprie esclusive tecnolo-gie e ha messo a punto un proprio software dedi-cato, attenendosi scrupolosamente alle direttiveFAO. In particolare le soluzioni adottate per l’au-tomatismo di controllo e gestione, per la verificadella taratura delle sonde, per il banco prova, perle sonde stesse, e per la registrazione e archivia-zione dei dati e per la manualistica a corredosono, senza dubbio, oggi le più tecnologicamenteavanzate reperibili sul mercato. Gli impianti pos-sono svolgere la funzione di solo trattamentofitosanitario dei pallet e degli imballaggi in legno,oppure quella combinata essiccazione/trattamen-to con sistemi a bruciatore diretto o tradizionalicon caldaia.

    Secal: sistemi all’avanguardiaper l’essiccazionee il trattamento fitosanitariodi imballaggi in legno e pallet

    57 FEBBRAIO

  • EPAL è un marchio internazionale di qualità pre-sente nell’Unione Europea (25 + 2 paesi extraUE), USA, Cina, India e Australia, gestitodall’European Pallet Association.Complessivamente annovera 1.300 aziendeomologate, che riforniscono i mercati di oltre 65milioni di bancali nuovi ogni anno e ne riparanooltre 15 milioni. L’European Pallet Associationcoopera con le amministrazioni centrali e localidegli stati membri affinché sia riconosciuto erispettato il valore del marchio EPAL, in forza delbeneficio ambientale ed economico a favore, inmodo diretto, delle imprese e, in modo indiretto,delle comunità locali e dei consumatori finali.

    , il marchio internazionale di qualità deibancali in legno più diffuso in Europa, invita tuttigli operatori economici (produttori, imprese dilogistica, distribuzione all’ingrosso e al dettaglio)ad avvalersi, per acquisti ed eventuali riparazionidi bancali, unicamente di aziende omologate edautorizzate da EPAL stesso. A tal fine, in Italiaopera il Comitato Tecnico EPAL Italia (tramite ilCSLS Consorzio Servizi Legno-Sughero diFederlegno-Arredo) cui la European PalletAssociation conferisce la titolarità nel rilasciodelle licenze e nel controllo del mercato: la retedi produttori e riparatori possessori di licenzaepal copre tutte le provincie italiane (i nominati-vi di tali aziende sono disponibili all’indirizzo webwww.legnosughero.info).

    “Per gli acquirenti – spiegano dal ComitatoTecnico EPAL Italia - il minor costo per compra-vendite e riparazioni effettuate presso operatorinon omologati EPAL, è legato a bancali prove-nienti da attività del tutto illecite (come furti,ricettazione e, per la riparazione, il ricorso acomponenti di qualità inferiore, e perciò menocostosi). Per le aziende che ritengono meno one-roso rivolgersi ad operatori non omologati, inrealtà, il vantaggio è fittizio ed espone a rischicivili e penali da non sottovalutare”.

    Oltre a considerare l’eventualità di incorrere neireati di incauto acquisto (Art. 712 c.p.) o ricetta-zione (Art. 648 c.p.), l’approvvigionarsi pressoaziende non autorizzate EPAL non garantisce chei bancali, acquistati attraverso questi circuiti ille-citi, rispondano a quei requisiti tecnici di portatafondamentali per la sicurezza di merci e personedurante l’uso del bancale stesso.

    Il minor costo praticato dagli operatori nonomologati, rispetto a quello delle imprese omo-logate è, in realtà, solo apparente e genera unaserie di costi aggiuntivi (di seguito riportati) chevengono poi “scaricati” sulla collettività lungotutta la catena di fornitura.1) EPAL è un sistema di interscambio che si basasull’acquisto di bancali da parte del primo utiliz-zatore, che ne resta il proprietario e che li utiliz-za nell’ambito delle sue transazioni commerciali:

    Sistema Epal: responsabilitàe costi da condividere

    58 FEBBRAIO

    marchi & marketing

  • questi si garantisce, poi, la disponibilità di unquantitativo di bancali equivalente, grazie allerestituzioni da parte dei propri clienti e fornitoriche condividono il sistema e accettano di resti-tuire i bancali in numero e qualità del tutto para-gonabili a quelli ricevuti. L’acquisto e la riparazio-ne di bancali a marchio Epal effettuato pressooperatori non autorizzati, genera di fatto un dop-pio costo al primo utilizzatore che, costretto areintegrare le differenze, riversa il costo aggiunti-vo in quello delle merci, condividendolo con logi-stiche, distributori e consumatori finali.2) Il sistema di interscambio EPAL si basa su prin-cipi di sostenibilità ambientale: la struttura delbancale, infatti, è progettata per il suo riutilizzo (ipallet a marchio EPAL non sono monouso, ossia“a perdere”) e la possibilità di ripararlo; inoltre èprodotto con materia prima rinnovabile (legno).Acquisti e riparazioni effettuate presso operato-ri non omologati comportano, dunque, un dop-pio prelievo di risorse, eludono il contributoambientale CONAI e, infine, riducono l’impegnodella collettività a favore di sistemi riutilizzabili abasso impatto ambientale.3) Il ricorso a bancali a marchio Epal provenientida aziende non autorizzate espone fortementeal rischio di incidenti a merci e persone; in casodi acquisto incauto, evidentemente, non è possi-bile garantire le prestazioni tecniche previste dairelativi documenti tecnici e garantite dagli opera-tori omologati. La conseguenza più immediata èla perdita della possibilità di controllo della sicu-rezza per gli operatori (magazzinieri, carrellisti,autotrasportatori, addetti ai rifornimenti, etc). Idanni a merci e persone producono, inoltre, uncosto diretto per le imprese e indiretto per lacollettività.“Invitiamo pertanto tutti i responsabili acquistidelle aziende italiane – precisano dal ComitatoTecnico EPAL Italia – a verificare sempre l’omo-logazione dei propri fornitori e, in ogni caso, aconsiderare attentamente non solo i rischi, masoprattutto i costi in termini relativi, e non asso-luti, legati all’acquisto presso aziende non auto-rizzate”.

    IL MERCATO ITALIANODEI BANCALI IN LEGNO

    VOLUME (116,8 milioni di unità totali)

    Nuovi, sia rendere sia a perdere70 milioni di unità non EPAL9 milioni di unità EPAL

    Usati e/o riparati35 milioni di unità non EPAL2,8 milioni di unità EPAL

    VALORE(918 milioni di euro totali)

    578 milioni di euro (pallet EPAL nuovi e usati+ riparati non EPAL)340 milioni di euro (pallet EPAL nuovi+ riparazioni EPAL)

    Operatori EPAL: 52 produttori e 129 riparatoriParco bancali EPAL circolante in Italia:50 milioni di unità

    Aggiornamento: novembre 2008

    59 FEBBRAIO

  • Milano, 11 Dicembre 2008Prot. n.1603 .08.RM\SC\rp

    Egregio On.le Maurizio SacconiMinistero del Lavoro della Salute e delle PoliticheSocialie p.c:Egregio On.le Claudio Scajola - Ministro delloSviluppo EconomicoMinistero dello Sviluppo EconomicoEgregio On.le Luca Zaia – Ministro delle PoliticheAgricole e ForestaliMinistero delle Politiche Agricole e Forestali

    Oggetto: SICUREZZA SUL LAVORO

    Ill.mo Signor Ministro,

    la Federazione che rappresento, aderente aConfindustria, raggruppa tutte le imprese della filieraindustriale che va dalla lavorazione della materiaprima del legno, sino alla realizzazione dei prodottiin legno per l’arredamento, l’edilizia e l’imballaggio.

    All’interno di Federlegno-Arredo sono poi numerose lestrutture che si occupano specificamente del settoredegli imballaggi in legno – tra cui l’associazioneAssoimballaggi ed il Consorzio Servizi Legno Sughero– ed in particolare dei pallet in legno, oggetto dellapresente comunicazione.

    Come è noto, il pallet in legno è uno strumento logi-stico fondamentale, universalmente utilizzato e capil-larmente diffuso, ma anche e soprattutto uno stru-mento di lavoro, in quanto presente in moltissimi luo-ghi di lavoro (magazzini, depositi, centri di raccolta,ecc.) riferibili ai settori della grande distribuzione,della produzione, della logistica, del trasporto e cosìvia.

    Strumento - come detto - fondamentale,ma che purerappresenta un potenziale ed elevato rischio per ilavoratori che ne fanno utilizzo, ove non possieda lenecessarie caratteristiche tecniche minime che negarantiscano la sicurezza.

    In particolare, questo problema riguarda il cd. pallet“bianco a perdere” (definito anche spesso pallet“one-way” ovvero, teoricamente, monouso), che non èsoggetto a specifico capitolato costruttivo e non recaalcuna marchiatura di qualità.

    Spinte dalla esasperata (e spesso illecita) concorren-za – ma soprattutto dalla crisi imperante e dalloscarso potere contrattuale nei confronti degli acqui-renti, perlopiù grandi gruppi, industrie ed imprese ditrasporti – le imprese produttrici di pallet tendono arealizzare prodotti di nuova fabbricazione che nongarantiscono la portata e la durata, pur esistendonumerose norme tecniche uniformi (UNI, EN, ISOeccetera) che definiscono le caratteristiche minime diun pallet prodotto e riparato a regola d’arte.

    Messina al ministro Sacconi:la sicurezza è prioritaria

    60 FEBBRAIO

    sicurezza

  • Accade, quindi, che in tutti i luoghi di lavoro circolanoper la maggior parte pallet bianchi nuovi privi delleseppur minime garanzie di sicurezza, con la conse-guenza del verificarsi di numerosissimi incidenti sullavoro dovuti all’errata utilizzazione e/o alla rotturaimprovvisa dei pallet su cui spesso circolano mercipesanti e/o pericolose.

    Il Consorzio Servizi Legno-Sughero sopra citato hadato avvio ad un progetto per la concessione a titologratuito, alle imprese interessate, di licenze del mar-chio ‘PALOK’, che prevede di sottoporre i pallet aprove di laboratorio sulla portata. Il nome del produt-tore, la tipologia del pallet, la data di produzione e laportata verrebbero marchiati sui pallet stessi garan-tendone così la sicurezza quando utilizzati nei luoghidi lavoro.

    Ma vi è di più.

    Il problema si aggrava, infatti, considerando che nelcomplesso delle movimentazioni effettuate - e quinditutte le volte che sui luoghi di lavoro viene fatto uti-lizzo di un pallet - la stragrande maggioranza deicasi non riguarda pallet di nuova fabbricazione, mapallet già usati in precedenza, siano essi o meno statiriparati.

    Trattandosi di prodotti usati, riparati e/o selezionatida operatori non qualificati o che operano in “merca-ti paralleli” (allego lettera già inviata su questo temaai suoi illustrissimi colleghi e una rassegna stampa sultema), le garanzie di sicurezza sono ancora inferiori.

    I pallet bianchi a perdere - pur esistendo, ripeto, unanorma tecnica di riferimento (UNI EN ISO 18613“Riparazione dei pallet piatti di legno”) che ne disci-plina le corrette modalità di riparazione - vengono difatto riparati in modo non corretto e assai pericolo-so.

    La circolazione di pallet realizzati, riparati e movi-mentati a regola d’arte conseguirebbe l’obiettivo diassicurare a tutti i lavoratori condizioni e strumentioperativi sicuri, evitando il verificarsi di incidenti, trop-po spesso con esiti gravi.

    Porto alla Sua rispettosa attenzione, solo a titolo diesempio, i ritagli di stampa allegati, riguardanti uncaso di morte “bianca” e un ferito grave solo nelleultime settimane.

    Questa, purtroppo, la tragica situazione.

    Per questi motivi chiedo a Lei, Onorevole Ministro, divalutare quantomeno l’opportunità, attraverso i com-petenti organi tecnici, che venga istituito l’obbligo dicertificazione di portata per i pallet e, inoltre, unsistema di identificazione - anche tramite la marchia-

    tura obbligatoria - finalizzati ad una corretta traccia-bilità.

    D’altra parte, richiamo la Sua cortese attenzione sulfatto che in Europa è obbligatoria analoga certifica-zione per i carrelli elevatori nuovi, oltre che l’effettua-zione di una perizia tecnica annuale per la verificadella portata e delle condizioni generali.

    Ebbene, come noto i pallet non rappresentano altroche una naturale “estensione meccanica” dei carrellielevatori nella movimentazione di merci, per cuisarebbe uno sforzo vano ottenere sicurezza da car-relli elevatori sicuri che utilizzano pallet altamenterischiosi.

    È, infine, nostra cura metterLa a conoscenza del fattoche il problema della sicurezza è ulteriormenteaggravato dall’esistenza di traffici e mercati illeciti nelsettore in questione ed incontra la preoccupazione dialtre importanti associazioni di settore (allego letteragià inviata da Fedit).

    Credo, quindi, che un provvedimento normativo inquesta direzione possa concretamente contribuire alimitare il numero di infortuni sul lavoro, pur senzagravare in alcun modo sul Bilancio dello Stato o delleAmministrazioni.

    L’attività di Federlegno-Arredo è da anni tesa agarantire alle proprie imprese un corretto e sicurosvolgimento delle attività imprenditoriali nell’interessecomune a tutti di una maggiore sicurezza sul lavoro.

    Ove ritenga opportuno, Onorevole Ministro, appro-fondire le argomentazioni esposte la scriventeFederazione è a Sua completa disposizione, per laformazione di un tavolo di lavoro e l’individuazione diappropriate soluzioni.

    Grato dell’attenzione che sarà riservata alla presen-te,Vi porgo frattanto i miei più cordiali saluti.

    Rosario MessinaPresidente Federlegno-Arredo

    61 FEBBRAIO

  • Trattare o non trattare, questo è il problema. Sesia meglio affrontare una revisione normativadell’ISPM 15, un aumento dei tempi di produzio-ne e dei processi di lavorazione degli imballaggi inlegno, un aumento dei costi, un sovraccaricogestionale di tipo documentale, oppure interveni-re in modo mirato sul problema, grazie a uncoordinamento degli sforzi fra organismi, istitu-zioni pubbliche e associazioni di categoria.Il recente caso del “nematode del pino” che dalPortogallo ha minacciato le foreste di molti paesieuropei accende gli animi e i forni, nonché gliappetiti di chi produce pallet in plastica. Di fron-te a due emergenze (la Commissione Europea eil Comitato Tecnico Europeo per la Protezionedelle Piante potrebbero legiferare in materia intempi relativamente brevi e imporre decisioninon condivise; il nematode del pino ma anchealtri parassiti potrebbero creare nuovi “casusbelli”) le associazioni e gli organismi europeilavorano su due fronti: ricerca di tecnologie ditrattamento sostenibili (per l’ambiente e i costi)e maggiore coordinamento. L’obiettivo condivisi-bile è infatti puntare alla semplificazione salva-guardando l’aspetto economico e la libera circo-lazione delle merci.Tuttavia, si intravvede all’oriz-zonte (un orizzonte temporale per fortunalungo) la progressiva tendenza a sottoporre atrattamenti a prescindere dall’esportazione con-tinentale (vedi le consultazioni fra CFIA canade-se e APHIS americana). Ecco gli antefatti, chespiegano e illuminano circa le possibili evoluzionia breve.Lo scorso 19 agosto 2008 una decisione dellaCommissione dell’UE ha modificato una prece-dente decisione (tecnicamente la 2006/133/CE)in relazione alle misure supplementari da adotta-re contro la propagazione del parassitaBursaphelencus xylophilus, meglio conosciutocome ‘nematode del pino’; infatti, in alcune regio-ni del Portogallo era accaduto che si fosse diffu-sa l’infestazione, ma che le misure adottate inconformità ai regolamenti vigenti si fossero rive-late insufficienti a contenere o eliminare il pro-blema. Il rischio era quello che in assenza di misu-re straordinarie, l’infestazione raggiungesse indi-rettamente, tramite l’esportazione di manufatti inlegno, altre regioni europee. A questo scopo ladecisione dello scorso agosto introduceva l’ob-bligo di passaporto delle piante (direttiva92/105/CEE) previe ispezioni regolamentari o ilmarchio ISPM15 attestante i trattamenti termici

    fitosanitari previsti dalla normativa FAO perun’ampia serie di piante, semilavorati e prodottifiniti provenienti dalle zone delimitate.Il Portogallo si faceva garante dell’applicazione diquesta decisione, che restava in vigore fino a suc-cessiva revisione del piano di sorveglianza. Erano,e sono tuttora, coinvolti da questa modificapaglioli, distanziatori, supporti, casse, scatole, cas-sette, fusti e bobine, pallet, pallet a casse e piatta-forme in genere.Addirittura, si verificò il caso diun imballaggio industriale marchiato ISPM15 masul quale furono trovati ben 22 esemplari di taleinsetto, segno che alcuni componenti non eranostati sottoposti a trattamento.

    A neanche un mese dai fatti, in occasione della VIconferenza del Gruppo di Ricerca Internazionalesulla Quarantena Fitosanitaria (IFQRG), tenutosia Roma dal 15 al 19 settembre 2008, è stata pre-sentata la proposta di inserire nellISPM 15 il trat-tamento con fluoruro di solforile e a microondecome tecnologie riconosciute: la decisione defini-tiva su questa proposta, che potrebbe aprirenuove opportunità in termini di sicurezza e costisu eventuali trattamenti per merci scambiatedentro l’Unione Europea, arriverà non prima diaprile prossimo, quando saranno ratificate ledecisioni dell’IFQRG.

    Proprio in quel periodo, mentre Cuba annuncia-va di voler implementare il regolamento FAOdall’1 ottobre 2008 e Taiwan dall’1 gennaio 2009,la CFIA canadese e la APHIS americana iniziava-no le consultazioni per decidere se eliminarel’esenzione di trattamento per piante e manufat-ti in legno importati ed esportati fra Canada eStati Uniti.

    Nel frattempo lo scorso autunno, su proposta diBrepal, il Comitato Tecnico nazionale britannico eirlandese, il board di EPAL ha convenuto diaffrontare il problema nel comitato esecutivoEPAL tenutosi lo scorso 13-14 gennaio: in quellasede sono state prese due decisioni: a partire dal1° gennaio 2010, se la commissione europeadovesse rendere obbligatorio il trattamentoISPM 15 ed anche l’essiccazione, il comitato tec-nico interno adotterà immediatamente il dettatomodificando il Regolamento Tecnico EPAL in talsenso. Nel frattempo, però, la possibilità che sirenda obbligatoria anche l’essiccazione (la possi-bilità!) preoccupa diversi paesi europei. Di que-

    L’ISPM 15 entrerà in vigoreanche negli scambi intra UE?

    62 FEBBRAIO

    sicurezza

    http://nematode.unl.edu

    www.forestry-quarantine.org

    www.unipd.it/esterni/wwwfitfo/bursaphelenchus.htm

  • sto e di altri aspetti legati alla questione fitosani-taria in EPAL potrebbe occuparsene un appositocomitato tecnico, la cui costituzione è tuttaviaancora al vaglio del board stesso.Anche se l’ulti-ma decisione di UIC, elaborata il 10 dicembrescorso, sembrerebbe sorpassare qualsiasi deci-sione in merito ai soli pallet EPAL. L’Unione si èespressa, a maggioranza, a favore di una direttivaobbligatoria sullo standard ISPM-15 riguardantetutti i pallet EUR prodotti, a partire dal 1° genna-io 2010. Con questa decisione l’UIC ha precedu-to la probabile decisione dei Comitatidell’Unione Europea, di introdurre lo standardanche a livello europeo. Contemporaneamente siè voluto prevenire l’eventuale insorgenza di undanno a carico dei pallet, a causa di un compor-tamento troppo esitante del Gruppo di lavoroUIC responsabile. Si invita, dunque, EPAL a verifi-care se i propri licenziatari, nella fase di produzio-ne, siano pienamente conformi allo standardISPM-15 e che sia sicuro che il materiale acqui-stato per la produzione dei pallet sia conformeal suddetto standard. Qualora le verifiche succi-tate non diano esito positivo, si renderà necessa-rio il ritiro immediato della licenza di produzioneper i pallet EUR.

    Sempre ad autunno inoltrato FEPEB , in occasio-ne di un board tenutosi a Parigi lo scorso 17novembre, ha concordato con i rappresentanti

    una posizione comune sul problema: disponibilitàa recepire un dettato normativo comunitario masoltanto se saranno attentamente considerati: a)i valori legati all’estensione reale del fenomenonato in Portogallo e le soluzioni effettivamentecongruenti a debellarlo b) il rafforzamento dellacollaborazione fra l’industria del settore e leautorità forestali per armonizzare e ottimizzare illavoro degli organismi e i sistemi di controllo c)il dato scientifico deve guidare l’intervento, perevitare conseguenze economiche non irrilevantilungo tutto la filiera nel caso in cui si intendesseestendere i trattamenti ISPM 15 negli scambiintracomunitari d) estendere eventuali obblighi ariparazioni e rilavorazioni ha un impatto conside-revoli sui costi e l’organizzazione della produzio-ne nelle aziende del settore e) il settore non èattrezzato per ottemperare a eventuali obblighidi trattamento termico estesi a prodotti destina-ti a scambi intracomunitari.

    Fonte immagini:http://www.invasive.org/browse/detail.cfm?imgnum=3948025

    63 FEBBRAIO

    www.fefpeb.eu

  • Quando si è adottato lo standard ISPM15 perl’industria degli imballaggi in legno nel 2002, si eraaddotta la seguente spiegazione: “Quando illegname utilizzato nell’assemblaggio di tutto ilmateriale da imballaggio è trattato termicamentea 56°C per 30 minuti nella sua parte interna,secondo la norma ISPM 15, i pezzi di legno o ilmateriale da imballaggio in legno non potrannoessere soggetti a nuove infestazioni”.La dichiarazione implicava che gli organismi noci-vi da quarantena non avrebbero potuto più infe-stare nuovamente gli imballaggi in legno dopo iltrattamento termico.Con l’introduzione della norma ISPM 15, i gruppidi pressione della plastica hanno chiesto alComitato dell’Ue incaricato dell’ISPM di pro-muovere l’uso di tale materiale come unico pro-dotto da utilizzarsi per la movimentazione mon-diale non essendo la plastica veicolo di alcunorganismo infestante.Immediatamente l’esecutivo della FEFPEB, laFederazione Europea dei Produttori di Pallet edimballaggi in legno, si è appellato allo stessoComitato Ue per l’ISPM dimostrando che ilmateriale in legno scortecciato e trattato termi-camente non favorisce il trasferimento di organi-smi nocivi da quarantena nel commercio mondia-le. Era nata la questione dello scortecciamento.Una dichiarazione sullo scortecciamento conte-nuta nella norma IPPC-ISPM 15 – Linee Guidaper la Regolamentazione del Materiale daImballaggio in Legno nel Commercio

    Internazionale cita: “Sulla base di giustificazionitecniche, i paesi possono esigere che il materialeda imballaggio in legno importato, soggetto aduna misura approvata, sia composto da legnoscortecciato e riporti un marchio come illustra-to nell’Allegato II”.Nell’autunno 2005 l’IFQRG – InternationalForestry Quarantine Research Group, organo diconsulenza dell’IPPC in merito a questioni scien-tifiche correlate alla quarantena nella silvicolturae alla diffusione di organismi infestanti del legno,si è riunito a Roma per discutere come dimo-strare o confutare come un pezzo di cortecciaanche piccolissimo (1 pollice quadrato, ovvero2,4 cm2) su materiale da imballaggio in legnosolido, trattato secondo le misure previstedall’ISPM, possa infestarsi nuovamente, accoglieree nascondere organismi nocivi da quarantena.Presidente dell’IFQRG è il canadese Eric Allen, ilquale sta lavorando alla raccolta di dati sui pallettrattati termicamente in conformità all’ISPM con-tenenti una certa percentuale di corteccia. I pal-let saranno rintracciati e consegnati al laborato-rio del dr.Allen a Victoria (BC) per essere esami-nati al fine di comprovare o invalidare l’ipotesisecondo cui sulle tavole trattate termicamentecontenenti una percentuale di corteccia è possi-bile la ricomparsa di organismi nocivi da quaran-tena.L’implementazione di un nuovo requisito per larimozione della corteccia (scortecciamento) datutto il materiale da imballaggio in legno immes-

    Lo scortecciamento nell’ambitodella normativa internazionaleISPM-15

    64 FEBBRAIO

    sicurezza

  • so nell’Ue (quindi da un imballaggio in legno cheentra in Europa) è stata prorogata dal 1° marzodel 2006 al 1° gennaio 2009 (anche per le fortipressioni dei produttori americani che nonaccettano il requisito dello scortecciamento). Ledisposizioni Ue relative ai materiali da imballag-gio in legno si basano sulle Misure previste dalloStandard Fitosanitario della FAO (ISPM 15) esono finalizzate ad impedire che organismipotenzialmente nocivi per le piante penetrino nelterritorio dell’Ue tramite il materiale da imbal-laggio in legno. Secondo quanto previstodall’ISPM 15, i paesi hanno la possibilità di richie-dere, a tutela della salute delle piante, che ilmateriale da imballaggio in legno sia privo di cor-teccia laddove vi siano sufficienti giustificazionitecniche. Secondo la nuova legislazione dell’Ue,entrata in vigore nel marzo 2005, lo scorteccia-mento del materiale da imballaggio in legno, dopoun periodo di transizione, è divenuto obbligato-rio. A giustificazione di tale provvedimento, loscorso anno la Commissione ha fornito unaquantità consistente di dati tecnici e scientifici.Tuttavia, nella sua decisione di prorogare la sca-denza per l’applicazione del provvedimento rela-tivo allo scortecciamento, la Commissione inten-de concedere alla comunità internazionale unperiodo di tempo sufficiente per riesaminare ilrischio che può comportare la presenza di cor-teccia sul materiale da imballaggio in legno.Pertanto, la Commissione seguirà attentamentela revisione dell’ISPM 15 che dovrebbe porre unasoluzione alla preoccupazione dell’Ue in meritoal suddetto problema. Trattandosi di un temamolto interessante che potrebbe influenzaremolto la filiera dell’imballaggio in legno si riportala traduzione di alcune risposte alle domande piùfrequenti date dall’IFQRG.Qual è la prova della presenza di infestazione nellegno trattato ma dotato di corteccia quando lo siconfronta con il legno privo di corteccia?

    Le ricerche confermano che il legno trattato manon scortecciato può essere infestato (IFQRG2005-07, 09, 10, 11, 12, 13, 14). I risultati di alcunistudi indicano che dopo il trattamento termico ocon bromuro di metile il legno può attirare mag-giormente lo xileboro (IFQRG 2005-12). I datidei controlli australiani (IFQRG 2005-32) indica-no, ma non sono in grado di confermare, che indeterminate circostanze il legno trattato nonscortecciato può essere infestato durante lamovimentazione delle merci.L’esattezza di queste informazioni dipende dallavalidità della marcatura e dalla natura rappresen-tativa del campione.Non è disponibile alcuna informazione in meritoalla distribuzione relativa nel campione dei varitipi di WPM, ad esempio tronchi, materiale diriempimento e pallet che notoriamente possonopresentare diversi rischi. Inoltre, i suddetti con-trolli non sono in grado di confermare che ilmateriale da imballaggio in legno marcato secon-do i requisiti ISPM 15 sia stato di fatto sottopo-sto a trattamenti conformi allo standard. Glistudi indicano altresì che il legno scortecciato èmolto meno esposto al rischio di infestazionerispetto al legno non scortecciato (IFQRG 2005-06, 07, 11, 14).I dati dei controlli australiani (IFQRG 2005-32)indicano che il materiale da imballaggio in legnomarcato secondo i requisiti ISPM 15 ma nonscortecciato ha una probabilità tre volte superio-re di essere infestato rispetto a quello scortec-ciato (secondo la definizione proposta dal grup-po di lavoro dell’IPPC:ISPM 15 2005-05).Tuttavia,sia i dati australiani sia quelli dell’Ue (IFQRG2005-25) non consentono di trarre conclusioniin merito all’importanza che riveste la cortecciarispetto alla presenza di organismi infestanti sumateriale trattato, in quanto non è stato possibi-le confermare se il materiale marcato fosse statoeffettivamente sottoposto a trattamento.

    65 FEBBRAIO

  • Dopo aver sottoposto il legno a trattamento cheimportanza riveste la dimensione della cortecciarispetto alla percentuale di infestazioni e di riprodu-zione degli organismi infestanti?

    Gli studi presentati (IFQRG 2005-07, 08, 09, 10,11, 12, 13, 14) non hanno fissato un limite mini-mo per le dimensioni della corteccia oltre ilquale la stessa diventa terreno per l’attacco e laproliferazione di scolitidi.La quantità minima di corteccia testata corri-spondeva al 12%, sebbene nello studio canadesei residui di corteccia fossero di dimensioni pari a6,45 cm2. Lo studio canadese (IFQRG 2005-11),tuttavia, non è ancora terminato, pertanto non èpossibile interpretare le informazioni in relazionealle aree di corteccia colonizzate.Haack ha segnalato che al livello più basso dicopertura di corteccia da lui considerato (25cm2), molti insetti non riuscivano a completare illoro ciclo vitale. Si riferiva al fatto che le dimen-sioni degli insetti potevano incidere sulla dimen-sione dell’area di corteccia necessaria per l’inse-diamento e la riproduzione degli stessi.In questo studio è stata osservata un’infestazio-ne maggiore sui pezzi di corteccia più piccoli,indicando ancora una volta che non si era rag-giunta la dimensione minima in grado di promuo-vere l’infestazione degli insetti.I risultati indicano altresì che la capacità degliorganismi di completare il proprio ciclo vitalediminuisce proporzionalmente alla dimensionedella corteccia, sebbene non sia stato stabilitoalcun valore di soglia.

    Nel commercio internazionale, quali sono i livelli diorganismi infestanti che si ritrovano negli imballaggiin legno provvisti di corteccia?

    I dati di controllo australiani (IFQRG 2005-32)indicano che il livello di infestazione del materia-le da imballaggio in legno marcato secondo irequisiti ISPM 15 e contenente corteccia ineccesso rispetto agli standard attuali (dimensio-ne di una carta di credito) è del 2%. Tali livellisono simili ai livelli di infestazione dello 0,5% delmateriale da imballaggio in legno marcato secon-do i requisiti ISPM 15 e privo di corteccia. I datiaustraliani forniti allo IFQRG non erano in gradodi identificare il WPM in base all’origine. L’IFQRGteme che conducendo ulteriori indagini si scopri-rebbe che i programmi non adeguatamentestrutturati di alcuni paesi di origine siano respon-sabili di gran parte di queste intercettazioni.Fortunatamente, via via che i programmi divente-ranno più accurati, i controlli garantiranno unamaggiore coerenza dell’efficacia dei trattamenti.Secondo l’IFQRG, per ottenere una comprensio-ne più chiara delle percentuali di infestazionedegli imballaggi in legno, sono necessari ulterioridati di controllo che dovranno essere raccoltiutilizzando protocolli unificanti al fine di potereeseguire analisi comparative adeguate.Tuttavia èstato notato che, sulla base dei dati raccolti finoad oggi, non è possibile stabilire se il materiale daimballaggio in legno “marcato” o “non marcato”è stato di fatto sottoposto con successo al trat-tamento.

    Quanta corteccia (di che dimensione) viene movi-mentata con gli imballaggi in legno (dati di control-lo)?

    I dati di controllo provenienti dall’Ue (IFQRG2005-25) e dall’Australia (IFQRG 2005-32), seb-bene non siano direttamente raffrontabili traloro, indicano quanto segue:

    66 FEBBRAIO

    sicurezza

  • L’Ue ha riferito la percentuale di presenza di cor-teccia su 9.978 spedizioni:

  • Con un’indagine sul campo condotta attraversoil C-Log (Centro di Ricerca sulla Logistica)dell’Università Carlo Cattaneo LIUC e ilPolitecnico di Milano, i docenti Fabrizio Dallari eGino Marchet hanno esaminato i meccanismi difunzionamento dell’outsourcing logistico, soprat-tutto nel settore dei beni di largo consumo.Nasce così il volume L’outsourcing logistico nelsettore del largo consumo.Nella ricerca sono state analizzate e successiva-mente confrontate 10 primarie società di servizidi logistica integrata operanti nel settore FMCG(Fast Moving Consumer Goods): Cab-Log, DHLExel, Europrogea, Fercam, Fiege Logistics, KuehneNagel, Norbert Dentressangle, Number 1,Riboni, STI Società Trasporti Industriali.Le aziende sono state selezionate dal comitatotecnico scientifico dell’Osservatorio, in collabo-razione con Assologistica Cultura e Formazioneche ha patrocinato lo studio, in base a tre criteridi differenziazione: rilevanza in termini di fattura-to rispetto al comparto italiano della logisticaconto terzi, copertura geografica e numerositàdei clienti gestiti nel “magazzino campione” sele-zionato per questa indagine.Proprio per questa categoria di attori (i cosid-detti 3PL: Third Party Logistics provider) lagestione dei pallet sta diventando di primariaimportanza, anche per la posizione occupatanella filiera distributiva: interagendo con tutti glialtri attori della supply chain, infatti, le 3PL subi-scono sia le modalità e le politiche di gestione delpallet scelte dai produttori (i loro committenti),sia le condizioni imposte da alcuni clienti dei lorocommittenti (la GDO in primis) che non li rico-noscono come loro fornitori.Dalla ricerca sono emerse forti differenze nellemodalità di gestione dei pallet in termini di aspet-

    ti contrattuali e di risorse dedicate nella gestionefisica e amministrativa che si traducono in sco-stamenti sensibili dei costi unitari di gestione deipallet per i 3PL analizzati.Da un’attenta lettura dei processi di gestioneadottati dalle 10 aziende del campione esamina-to è possibile affermare che i 3PL più rilevanti intermini di fatturato riescono solo in parte asfruttare le economie di scala, poiché spessosono penalizzati dalle difficoltà riscontratedurante le fasi di recupero e dalla complessità deiflussi. Minori complessità sono invece stateriscontrate nelle aziende che gestiscono ilmagazzino per conto di un solo mandatario, inquanto i buoni pallet sono riconducibili ad ununico committente che, nel caso di divergenze, siattiva direttamente per il recupero dei palletpresso i punti di consegna. I 3PL del campioneoperanti nelle regioni del Centro-Sud Italia sitrovano invece a dover incentivare i trasportato-ri per quanto riguarda le operazioni di recuperopallet presso i punti di consegna, siano essi recu-perati con interscambio differito o con inter-scambio immediato, nonostante il servizio sia inlinea teorica incluso nelle tariffe concordate conil trasportatore. Durante l’indagine, infatti, èemerso con chiarezza come la “questione pallet”riguardi, oltre gli attori principali della supplychain dei beni di largo consumo (committente,3PL e Grande Distribuzione) un’ulteriore figuracritica: il trasportatore, la cui attività viene spes-so condizionata delle inefficienze relative allagestione del pallet, quali ad esempio i tempi diattesa presso i punti di consegna o la parzialeperdita di capacità di carico dovuta allo stivaggiodei pallet vuoti.Questo aspetto è tipico della realtà italiana, fattada tante piccole imprese di vezione (oltre

    Anche le terze parti logistichefra le vittimedel mercato parallelo

    68 FEBBRAIO

    economia e logistica

    http://clog.liuc.it e www.polimi.it/ricerca

  • 120.000 iscritti all’albo nazionale degli autotra-sportatori) che costituiscono un’offerta di servi-zi altamente flessibile e che lavora a costi dettatidal mercato. Ne è una riprova il fatto che i gran-di operatori logistici stranieri che sono entratinel mercato italiano mediante acquisizioni diimprese di logistica italiane hanno preferito dele-gare la mera vezione ai nostri padroncini piutto-sto che replicare in Italia il modello di businessd’oltralpe.In definitiva siamo di fronte ad uno scenario ovegli operatori logistici occupano una posizioneche li rende particolarmente esposti alle attualiinefficienze del sistema di interscambio, peraltroriscontrate anche nella precedente indaginepresso le aziende della GDO; per le 3PL non siintravedono miglioramenti immediati. Il costo digestione pallet sembra infatti destinato adaumentare, anche a causa dei maggiori costi diacquisto dei pallet, siano essi nuovi oppure usati,e dell’influenza negativa del mercato parallelo dipallet EPAL. Risulta inoltre evidente l’assenza diuna collaborazione con i committenti, assenzache ostacola i 3PL nell’applicare proceduregestionali standard che consentirebbero di capi-talizzare la gestione di una pluralità di contratti.Questo comporta l’esistenza di aree di inefficien-za nella filiera dei beni di largo consumo (produt-tore - 3PL - GDO) che si traduce implicitamen-te in una riduzione dei margini per tutti gli atto-ri coinvolti.

    Fabrizio Dallari e Gino Marchet, L’outsourcinglogistico nel settore del largo consumo, EdizioniIl Sole 24 Ore, Codice ISBN: 978-88-6345-006-4

    69 FEBBRAIO

  • Milano,19 novembre 2008Prot. n.1548.08.RM\SC\rp

    Egregio On.le Giulio Tremonti - Ministrodell’Economia e delle FinanzeMinistero dell’Economia e delle Finanze

    Egregio On.le Roberto Maroni- Ministro dell’Interno Ministero dell’Interno

    Egregio On.le Claudio Scajola - Ministro delloSviluppo EconomicoMinistero dello Sviluppo Economico

    Egregio Sen. Altero Matteoli - Ministro delleInfrastrutture e TrasportiMinistero delle Infrastrutture e Trasporti

    Gentile On.le Stefania Prestigiacomo – Ministrodell’Ambiente Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio edel Mare

    Egregio On.le Luca Zaia – Ministro delle PoliticheAgricole e ForestaliMinistero delle Politiche Agricole e Forestali

    Oggetto: MERCATO DEI PALLET USATIGRAVI PROBLEMATICHEE CRITICITÀ DEL SISTEMA

    Illustri Ministri,

    la scrivente Federazione di categoria intende portarealla Vostra attenzione alcuni rilevanti aspetti ritenutidi notevole criticità conseguenti al fenomeno diffusis-simo della compravendita dei pallet usati.

    Significativamente pare opportuno evidenziare comenegli ultimi anni si sia assistito capillarmente ad unsempre più diffuso fenomeno di attività di compra-vendita di bancali usati ad opera di commerciantiche operano in spregio alle disposizioni normativeposte a presidio della sicurezza, della normativafiscale, della tutela ambientale e della tutela della pri-vativa industriale.

    Tale fenomeno è stato riscontrato in prevalenza inprossimità delle aree industriali, laddove vi è implici-tamente una maggiore incidenza in termini di richie-

    sta di bancali da parte delle aziende utilizzatrici,della grande distribuzione e non.In queste aree siassiste appunto al fiorire di attività di acquisto erivendita di bancali, solitamente reclamizzate trami-te rudimentali insegne pubblicitarie sulle quali vieneriportata la dicitura “compro-vendo bancali”, tenden-zialmente accompagnate da una mera indicazione diun numero di telefono cellulare, senza ulteriori riferi-menti circa eventuali denominazioni o ragioni socialida cui si possa evincere in maniera chiara l’esistenzadi veri e propri esercizi commerciali.

    Sulla base dei dati raccolti dalla scriventeFederazione e di quanto è stato di fatto constatato afronte di innumerevoli segnalazioni che la stessacostantemente riceve da parte di operatori del setto-re, il fenomeno in questione pare essere causalmen-te riconducibile all’attività di sottrazione di bancaliusati dalle aziende della grande distribuzione. Talesottrazione avviene verosimilmente con la complicitàdi dipendenti ed operatori delle stesse aziende inquestione, o, nell’ambito dei servizi di trasporto, avvie-ne a opera degli autisti delle stesse. E’ da sottolinea-re che la rivendita degli stessi bancali, appunto, èfatta ai commercianti che effettuano l’attività di com-pra-vendita del prodotto usato.

    Tali rilevati fenomeni hanno contribuito al fiorire delleattività commerciali di cui si è detto, in relazione allequali è stata constatata l’elusione delle disposizioninormative che interessano i seguenti settori:

    1) NORMATIVA FISCALE: il problema si pone anchein termini di evasione IVA da parte delle attività com-merciali in questione, atteso che le transazioni di cuisi è detto avvengono senza l’emissione di alcun docu-mento fiscale, e senza il correlativo versamento alloStato dei relativi oneri tributari, con ciò rendendoanche gravosa la competizione per quelle aziendedel settore che operano invece nel rispetto della lega-lità.

    2) TUTELA AMBIENTALE: al riguardo il richiamo èalle ‘Norme in materia di ambiente’, per come disci-plinate dal D. Lgs. 152/06, che sono indirizzate, tragli altri, anche ai commercianti di imballaggi. La tas-sativa disciplina che è imposta dalla predetta norma-tiva, con particolare rilevanza all’aspetto legato allaindividuazione ed alla gestione dei ‘rifiuti’, porta arilevare la gravità del fenomeno, atteso che risultanoessere soventemente reimmessi in circolazione ban-

    Lettera di Messina ai ministri:illegalità nelle compravendite

    70 FEBBRAIO

    economia e logistica

  • cali che di fatto dovrebbero essere ad ogni effettotrattati come veri e propri rifiuti.

    3) TUTELA della SICUREZZA: al proposito va segna-lata l’applicazione della normativa UNI EN ISO18613:2003, finalizzata a determinare i criteri diriparazione di pallet e ad individuare le condizionigenerali per cui un pallet non è più utilizzabile. Vaaltresì precisato come tra i bancali che, di fatto, sonooggetto di questo fenomeno vi siano anche bancalicontraddistinti dai marchi ‘EUR’ ed ‘EPAL’, la cui noto-rietà e diffusione sono indiscusse a livello internazio-nale.Va evidenziato come i marchi che contraddistin-guono tali bancali siano marchi collettivi che, in quan-to tali, tutelano anche la qualità del prodotto, impo-sta in base a specifici standard qualitativi, cui i licen-ziatari operatori del settore sono tenuti ad unifor-marsi. Èchiaro come laddove venga meno l’applica-zione in concreto delle relative specifiche disposizio-ni, i rischi in tema di garanzia di sicurezza del pro-dotto possano diventare notevoli, con conseguenzeche fortemente potrebbero pregiudicare la sicurezzasui luoghi di lavoro, oltre che costituire in ogni casograve rischio e potenziale nocumento in ragione dellacircolazione di un prodotto non conforme.

    4) TUTELA della PRIVATIVA INDUSTRIALE: si sottoli-nea inoltre come la maggior parte dei pallet checostituiscono oggetto di tale fenomeno siano copertida diritti di privativa a tutela dei relativi marchi, oltreche degli standard qualitativi che riguardano la loroproduzione e riparazione. Risulta che le attività com-merciali oggetto della presente segnalazione operinosprovviste delle licenze per l’utilizzo dei marchi, conciò rendendosi astrattamente responsabili per illecitocontraffattivo.

    Notevoli sono pertanto le implicazioni negative chela scrivente Federazione ha avuto modo di constata-re a fronte del fenomeno in parola e di cui si è detto;notevoli sono i rischi e le conseguenze pregiudizievo-li e lesive per lo Stato e per gli interessi delle azien-de di categoria, che operano nel rispetto della legali-tà, oltre che per gli utilizzatori finali dei bancali.

    La scrivente Federazione di categoria, previo eventua-le opportuno approfondimento delle tematiche sovraesposte, è a richiedere l’intervento di codesti IllustriMinisteri affinché possa essere aperto un tavolo dilavoro sulle questioni in oggetto, aperto a tutti gli ope-ratori coinvolti nella catena distributiva.

    Si auspica un tale intervento al fine di potere addive-nire all’individuazione di soluzioni appropriate per ilcontenimento del fenomeno in parola, che possanoessere poi recepite in opportuni provvedimenti nor-mativi relativi al settore degli imballaggi al fine dipotere definire le procedure per la corretta movimen-tazione ed utilizzazione di tale tipologia di prodotto

    (sicurezza, logistica, prestazioni di portata e durata,sostenibilità ambientale, trattamenti fitosanitari,legno a contatto con gli alimenti).

    Restando in attesa di un Vostro cenno di riscontro,porgo nel contempo i miei più cordiali saluti.

    Rosario MessinaPresidente Federlegno-Arredo

    Incontro 20 novembre 2008On. Claudio Scajola - Ministro dello SviluppoEconomico

    Con riferimento alla situazione del mercato italianodel pallet EPAL EUR, chiarita dalla documentazioneivi allegata, si evidenziano l’enorme difficoltà di con-trastare il fenomeno della contraffazione dei marchiEPAL EUR in modo efficace sia a causa dell’enormenumero di interventi eseguiti dai singoli reparti dellaGuardia di Finanza, sia a causa della mancanza dicoordinazione tra i vari reparti, dovuta unicamentealla difficoltà di trasmettere informazioni fondamen-tali circa il tipo di intervento effettuato.Sarebbe quindi auspicabile poter eseguire interventicoordinati a livello provinciale e, se possibile, regiona-le. Tale strategia consentirebbe di dare un segnaleforte ai contraffattori, di rafforzare il mercato legale,nonché di concentrarsi, territorio per territorio, sufenomeni di recidiva che rendono vano l’intervento (ogli interventi precedenti).La lotta al fenomeno indicato potrebbe conseguirerisultati migliori se gli interventi della Guardia diFinanza fossero coordinati a livello nazionale da unapiccola ‘task-force’, in grado di elaborare i dati prove-nienti dai sequestri quali tipologia ed entità delsequestro, tipologia del contraffattore (sostanzial-mente se ditta individuale o società di persone ocapitali, abusivo etc.), violazione di altre norme pena-li o amministrative (sicurezza sul lavoro, normativaantincendio, normativa sullo smaltimento dei rifiuti,fenomenici DI criminalità organizzata ancorché nondi stampo mafioso) e conseguentemente fornire unaadeguata risposta operativa.Poiché nonostante la soppressione dell’AltoCommissario per la Lotta alla Contraffazione, gli uffi-ciali ed i sottufficiali della Guardia di Finanza iviimpiegati sono rimasti operativi e distaccati presso ilMinistero per lo Sviluppo Economico, una delle solu-zioni possibili consisterebbe nel creare la ‘task force’di cui si è detto in tale ambito, utilizzando anche solouna parte di tale risorse per le funzioni di coordina-mento predette.Il Consorzio Servizi Legno-Sughero è ovviamente adisposizione per elaborare un progetto più dettaglia-to qualora la soluzione prospettata fosse ritenutapraticabile.

    71 FEBBRAIO

  • P

  • Chimar, gruppo industriale modenese leadernella produzione di imballaggi in legno, compen-sato, cartone, alluminio, plastica e servizi logisticiintegrati, è entrata come “fornitore accreditato”a far parte del CRIT Research. Sono 24 le grandiaziende emiliano-romagnole socie del CRIT, bro-ker tecnologico specializzato nei processi diinnovazione con la missione di aiutare le impre-se a crescere attraverso la scienza e la tecnolo-gia.Tre sono le innovazioni che fanno di Chimarun'azienda all'avanguardia nel settore del packa-ging e del servizio in termini di innovazione e dicompetitività:1) sistema organizzativo della Lean Productionche consente alla produzione massima flessibilità,riduzione di materiali in movimento e recuperospazi, con un significativo abbattimento dei costi2) Informatizzazione della produzione con l'in-troduzione del sistema informatico WMS(Warehouse Management System). Questo siste-ma di monitoraggio informatico permette la rin-tracciabilità dell'imballaggio in tutta la fase pro-duttiva, con la possibilità di conoscere lo stato diavanzamento della produzione degli imballaggiper dare ai clienti risposte immediate sui tempidi consegna. Inoltre questo sistema offre ai clien-ti la possibilità di eliminare completamente ilmagazzino imballaggi nel proprio stabilimento edi ricevere quanto necessario con il preavviso diqualche ora.Tramite un collegamento informati-co vi è la possibilità di entrare nel magazzinogestito da Chimar e vedere la disponibilità dei

    propri imballaggi in tempo reale. Questo consen-te risparmi ed efficienze sia in termini economicisia di spazi3) Chimar è in grado di gestire anche presso ilcliente un'area che verrà adibita a magazzinoimballaggi, gestita con un sistema di lettore otti-co. Al cliente viene emessa fattura solo per lequantità prelevate ed automaticamente unasegnalazione di ripristino scorta; fino al prelievo,il materiale rimane di proprietà Chimar.Inoltre vi è la possibilità di identificare tutti gliimballaggi prodotti con un codice a barre chepermette di risalire al codice prodotto, all'ordinedi produzione, al codice operatore e infineall'identificazione del cliente.Non ultimo è l’impegno della società modenesesul fronte ambientale: recentemente, infatti,Chimar ha ottenuto la certificazione PEFC (PanEuropean Forest Certification) e