INNOVAZIONI NELLA SCELTA DI AUSILI, ORTESI E PROTESI · PROTESI MODULARE PER AMPUTAZIONE...

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ROME REHABILITATION 2013 INNOVAZIONI NELLA SCELTA DI AUSILI, ORTESI E PROTESI Dott. G. Di Rosa - T.O. Francesco Mattogno Roma 22 Giugno 2013

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ROME REHABILITATION 2013

INNOVAZIONI NELLA SCELTA DI

AUSILI, ORTESI E PROTESI

Dott. G. Di Rosa - T.O. Francesco Mattogno

Roma 22 Giugno 2013

ORTESI DINAMICA PER IL

TRATTAMENTO DEL TOE WALKING

IDIOPATICO IDIOPATICO

(A.Dyn.O.)

T.O. Francesco Mattogno

SOLUZIONI ORTESICHE TRADIZIONALI

Doccia AFO notturna statica

Doccia AFO notturna a correzione

dinamica progressiva

Tutore AFO a valva posteriore

LIMITAZIONE

DELLA MOBILITA’

T-T

AZIONE SUL

TENDINE

D’ACHILLE

A.Dyn.O.

(Anti-equinus Dynamic Orthosis)

Ortesi plantare con stimoli propriocettivi

Lamina in fibra di carbonio

Calzatura opportuna accollata e con

specifiche allacciature

CARATTERISTICHE DELL’ORTESI PLANTARE

appoggio mediale

appoggio laterale

stimolo

stimolo

metatarsale

stimolo

sottodigitale

CARATTERISTICHE DELL’ORTESI PLANTARE

appoggio

sottodigitale

appoggio

metatarsale

1. Gli stimoli neurosensoriali non

devono mai agire sui muscoli ma

sui tendini che collegano il

muscolo all’osso.

2. In questo modo il SNC riceve

l’informazione dell’entità della

tensione che si vuole sul muscolo

del tendine su cui andiamo ad

6

appoggio

mediale

metatarsale

appoggio

laterale

del tendine su cui andiamo ad

agire

3. Lo scopo è quello di raggiungere i

sensori motori per avere

influenza sul SNC tramite

opportune informazioni

4. Variando l’entità della spinta, si

modula il livello di propriocezione

e quindi si modifica

l’informazione che viene data al

SNC

CALIBRAZIONE DELL’ELASTICITA’ DELLA

LAMINA IN CARBONIO

Variazione dello spessore della lamina e della

tipologia di carbonio

Variazione della larghezza della “balestra”

Creazione di intagli nella porzione avampodalica della

lamina

CALIBRAZIONE DELL’ELASTICITA’ DELLA

LAMINA IN CARBONIO

CARATTERISTICHE DELLA CALZATURA

Presa calcaneare

Direzione di trazione

dell’allacciatura

prossimale

Altezza del tomaio

prossimale

Maggiorazione

volumetrica della baseRinforzo avampodalico

GRAZIEGRAZIE

UN’INNOVAZIONE NELLE

PROTESIZZAZIONI

TRANS-FEMORALI:TRANS-FEMORALI:

L’OSSEOINTEGRAZIONE

T.O. Francesco Mattogno

PROTESI MODULARE PER AMPUTAZIONE TRANS-

FEMORALE

INVASATURA

ATTACCO DI COLLEGAMENTOATTACCO DI COLLEGAMENTO

GINOCCHIO PROTESICO

STRUTTURA TUBOLARE

PIEDE PROTESICO

PROBLEMATICHE CONNESSE ALLA PRESENZA DI

UN’INVASATURA1. IPERSUDORAZIONE E PROBLEMI

DERMATOLOGICI ASSOCIATI

2. DISCONFORT IN ZONA INGUINALE

3. AUMENTO BASE DELLA DEAMBULAZIONE

4. RIDUZIONE DELLE POSIZIONI ASSUMIBILI DA 4. RIDUZIONE DELLE POSIZIONI ASSUMIBILI DA

SEDUTO

UNA TECNICA CHIRURGICA INNOVATIVA:

L’OSSEOINTEGRAZIONE

Tecnica messa a punto dal Professore svedese

Per-Ingvar Branemark negli anni ‘60 che sfrutta le

proprietà di biocompatibilità ed integrazione del

titanio con il tessuto osseo

Applicata inizialmente in ambito odontotecnico,

negli ultimi 20 anni è stata utilizzata anche nel

campo della protesizzazione dei soggetti amputati

di arto inferiore e superiore

UNA TECNICA CHIRURGICA INNOVATIVA:

L’OSSEOINTEGRAZIONE

E’ applicabile a tutti i soggetti amputati per cause

traumatiche che non sono affetti da patologie concomitanti

di tipo vascolare o oncologico che possono influire sulla

capacità di proliferazione e integrazione delle cellule ossee

con lo stelo in titanio

E’ particolarmente indicato per:

- Soggetti con moncone corto

- Amputati bilaterali

UNA TECNICA CHIRURGICA INNOVATIVA:

L’OSSEOINTEGRAZIONE

I INTERVENTO: inserimento di una vite in titanio

all’interno del femore residuo. La

vite deve cicatrizzare per 6 mesi

senza essere sottoposta a carichi.

Il trattamento consiste in un doppio intervento chirurgico:

senza essere sottoposta a carichi.

(5-7 giorni di degenza)

II INTERVENTO: applicazione di una

prolunga alla parte inferiore

della vite che sporge

dall’arto e costituisce la

parte a cui si andrà ad

avvitare la protesi (10 giorni

di degenza).

UNA TECNICA CHIRURGICA INNOVATIVA:

L’OSSEOINTEGRAZIONE

Nel momento in cui la cute intorno al perno è guarita, si

procede ad eseguire il carico graduale con una protesi corta

speciale non adatta alla deambulazione che favorisce

l’accrescimento ed il rimodellamento osseo attorno

all’impianto

UNA TECNICA CHIRURGICA INNOVATIVA:

L’OSSEOINTEGRAZIONE

Dopo 8 settimane di training si può cominciare ad utilizzare in

maniera graduale e con le stampelle la protesi vera e propria,

che presenta una particolare componentistica all’interfaccia

con il perno che fuoriesce dal femore

La durata complessiva del trattamento compresi i due

interventi, la riabilitazione e l’adattamento è di circa 12 MESI

OSSEOINTEGRAZIONE: UN CASO CLINICO

OSSEOINTEGRAZIONE: I CENTRI

- Alfred Hospital - Australia

- Hospital de Trabajador - Cile

- Monash Hospital - Australia

SVEZIA

- Monash Hospital - Australia

- Northwestern University - USA

- The Kingston Hospital - UK

- Chalmers University - Svezia

VANTAGGI DELL’OSSEOINTEGRAZIONE

1. RISOLUZIONE DEI PROBLEMI DI IPERSUDORAZIONE E

DISORDINI DERMATOLOGICI ASSOCIATI

2. RISOLUZIONE DEI PROBLEMI DI IPERPRESSIONE LOCALIZZATA

E DISCONFORT

3. POSSIBILITA’ DI ASSUMERE QUALSIASI POSIZIONE ANCHE DA

SEDUTO

4. RIDUZIONE DELLA BASE DELLA DEAMBULAZIONE

5. INCREMENTO DEL TEMPO DI APPLICAZIONE DELLA PROTESI

SVANTAGGI DELL’OSSEOINTEGRAZIONE

1. ELEVATI COSTI DELL’INTERVENTO

2. LUNGHI TEMPI POST-OPERATORI

3. MONCONE PIU’ CORTO RISPETTO A QUELLO NECESSARIO PER

UNA PROTESI CON INVASATURA.UNA PROTESI CON INVASATURA.

4. RISCHIO DI RIGETTO DELL’IMPIANTO

5. AUMENTO DELL’ADDUZIONE DEL MONCONE

6. AUMENTO DEL RISCHIO DI INFEZIONE

GRAZIEGRAZIE