Iniziativa

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Da quanto mi raccontano tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscere Cor- rado Maragò, l’idea che mi sono potuta fare di Lui è che fosse uno di quegli uomini che sembrano poter vivere la vita di tante persone concentrata in una sola. La sua passione per i viaggi, per la scoperta dell’umanità in ogni sua manifesta- zione ed espressione, per il cibo, per le culture senza nessuna preclusione, per lo sport, per le esplorazioni senza confine; la sua capacità di osservare e sorpren- dersi, il suo senso critico, la sua ironia nonché la sua irascibilità, erano doti che rendevano Corrado una di quelle meravigliose persone che fanno sentire fortunati chi le incontra. Conoscere Corrado era, evidentemente, un arricchimento. Per questo quando nel gennaio del 2009, durante uno dei suoi viaggi è venuto a mancare, allora il vuoto che si sarebbe potuto creare dalla sua assenza sarebbe potuto diventare una di quelle voragini incolmabili che sottraggono senso alla vita, che svuotano di ogni significato le azioni, i pensieri quotidiani. I suoi amici, i suoi familiari sono riusciti a compiere un piccolo miracolo; fare in modo che lo spirito con cui Corrado viveva ogni giorno riuscisse a rimanere presente in ognuno di loro, riuscisse a rendere realizzabili progetti che Corrado avrebbe apprezzato e sostenuto come quelli rivolti all’istruzione e alla formazione universitaria in particolare. Il consorso fotografico intitolato a suo nome è uno di questi progetti, per meglio dire è il mezzo, il meccanismo attraverso il quale gli amici di Corrado sono riusciti a proseguire la raccolta dei fondi da destinare alla costruzione di un college uni- versitario a Bangalore per i giovani tibetani in esilio in India. Gli amici di Corrado sono riusciti a fare in modo che la sua passione per la foto- grafia diventasse la fonte stessa del bene che Corrado amava fare per le persone che incontrava nei suoi viaggi. Queste fotografie, questa raccolta, i fondi che ne deriveranno, sono un modo con cui gli amici di Corrado sono riusciti, almeno in parte, a colmare il vuoto che ha lasciato, la maniera che hanno trovato, certamente la migliore, per riuscire a dare un senso alla sua scomparsa. In ognuna di queste fotografie chi conosceva Corrado riuscirà a riconoscerlo, na- scosto in un dettaglio, mimetizzato nello sfondo. Chi invece come me non ha avuto la fortuna di conoscerlo in vita, potrà iniziare a conoscerlo per come era, per quello che era e che faceva. L’iniziativa

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Da quanto mi raccontano tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscere Cor-radoMaragò,l’ideachemisonopotutafarediLuièchefosseunodiquegliuominiche sembrano poter vivere la vita di tante persone concentrata in una sola.

La sua passione per i viaggi, per la scoperta dell’umanità in ogni sua manifesta-zione ed espressione, per il cibo, per le culture senza nessuna preclusione, per lo sport, per le esplorazioni senza confine; la sua capacità di osservare e sorpren-dersi, il suo senso critico, la sua ironia nonché la sua irascibilità, erano doti che rendevano Corrado una di quelle meravigliose persone che fanno sentire fortunati chi le incontra.

ConoscereCorradoera,evidentemente,unarricchimento.Perquestoquandonelgennaio del 2009, durante uno dei suoi viaggi è venuto a mancare, allora il vuoto che si sarebbe potuto creare dalla sua assenza sarebbe potuto diventare una di quelle voragini incolmabili che sottraggono senso alla vita, che svuotano di ogni significato le azioni, i pensieri quotidiani.

I suoi amici, i suoi familiari sono riusciti a compiere un piccolo miracolo; fare in modo che lo spirito con cui Corrado viveva ogni giorno riuscisse a rimanere presente in ognuno di loro, riuscisse a rendere realizzabili progetti che Corrado avrebbe apprezzato e sostenuto come quelli rivolti all’istruzione e alla formazione universitaria in particolare.

Il consorso fotografico intitolato a suo nome è uno di questi progetti, per meglio dire è il mezzo, il meccanismo attraverso il quale gli amici di Corrado sono riusciti a proseguire la raccolta dei fondi da destinare alla costruzione di un college uni-versitario a Bangalore per i giovani tibetani in esilio in India.

Gli amici di Corrado sono riusciti a fare in modo che la sua passione per la foto-grafia diventasse la fonte stessa del bene che Corrado amava fare per le persone che incontrava nei suoi viaggi.

Queste fotografie, questa raccolta, i fondi che ne deriveranno, sono un modo con cui gli amici di Corrado sono riusciti, almeno in parte, a colmare il vuoto che ha lasciato, la maniera che hanno trovato, certamente la migliore, per riuscire a dare un senso alla sua scomparsa.

In ognuna di queste fotografie chi conosceva Corrado riuscirà a riconoscerlo, na-scosto in un dettaglio, mimetizzato nello sfondo. Chi invece come me non ha avuto la fortuna di conoscerlo in vita, potrà iniziare a conoscerlo per come era, per quello che era e che faceva.

L’iniziativa