Iniziando il terzo itinerario a partire sempre dall’esile Colonna dell ... · camminiamo sul lato...

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Iniziando il terzo itinerario a partire sempre dall’esile Colonna dell’Abbon- danza, cuore della Firenze antica, ci in- L’attraversamento pedo- nale di via de’ Brunelleschi non è segnalato, e la pavi- mentazione in lastre lapi- dee è piuttosto sconnessa. La rampetta che immette al marciapiede lato Ovest (sinistro) della strada è praticabile in autonomia. In prossimità della ram- petta sono presenti espo- sitori di un’edicola che talvolta ostruiscono par- zialmente il passaggio. Il primo tratto del terzo iti- nerario, che da piazza della Repubblica porta in piazza San Giovanni, ha la forma di due ‘L’ consecutive. Ambe- due hanno l’angolo retto orientato in senso orario, ma alla fine della prima ‘L’, il per- corso prevede un giro di 90° in senso antiorario prima di iniziare a percorrere la se- conda. 1 3.I DA PIAZZA REPUBBLICA A PIAZZA SAN GIOVANNI Caffè all’aperto in piazza della Repubblica. min 00 m 0

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Iniziando il terzo itinerario a partiresempre dall’esile Colonna dell’Abbon-danza, cuore della Firenze antica, ci in-

L’attraversamento pedo-nale di via de’ Brunelleschinon è segnalato, e la pavi-mentazione in lastre lapi-dee è piuttosto sconnessa.La rampetta che immetteal marciapiede lato Ovest(sinistro) della strada èpraticabile in autonomia.In prossimità della ram-petta sono presenti espo-sitori di un’edicola chetalvolta ostruiscono par-zialmente il passaggio.

Il primo tratto del terzo iti-nerario, che da piazza dellaRepubblica porta in piazzaSan Giovanni, ha la forma didue ‘L’ consecutive. Ambe-due hanno l’angolo rettoorientato in senso orario, maalla fine della prima ‘L’, il per-corso prevede un giro di 90°in senso antiorario prima diiniziare a percorrere la se-conda.

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3.I DA PIAZZA REPUBBLICA A PIAZZA SAN GIOVANNI

Caffè all’aperto inpiazza della Repubblica.

min00m0

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camminiamo sul lato destro della piazzalungo la siepe delle fioriere situate sulperimetro esterno di due eleganti caffè,fino a raggiungere, proprio davanti, ilpesante complesso della galleria. Proce-dendo quindi a destra per la cor-ta via de’ Brunelleschi (nome de-rivato dall’antica famiglia guelfache aveva qui palazzi, torre eloggia), nell’ultimo tratto dei por-tici, passeremo sotto il grandeedificio progettato dall’architettoGiuseppe Paciarelli nel 1903.

Si raggiunge il lato Nord dipiazza della Repubblica.Poiché su questo lato - trail marciapiede e la piazza -c’è una zona delimitata dafile di fioriere in cui sonosistemati i tavolini e le se-die di due caffè, si consi-glia di camminare lungo lefioriere anziché sul mar-ciapiede. Giunti all’angoloSud/Ovest dell’edificio, siprende la direzione Nord esi percorre via de’ Brunel-leschi: si attraversa viade’ Tosinghi e si giunge fi-no all’incrocio con via de’

Si procede sotto i porticisu una pavimentazione inmarmi policromi che ren-de la marcia spedita efluida.

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Scorcio del portico di via de’ Brunelleschi.

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Tale imponente fabbricato, ornato consculture e fregi di ceramica colorata, sidifferenzia da tutti gli altri perché pre-senta la singolare decorazione dell’allora

L’attraversamento di viade’ Tosinghi non presentaparticolari difficoltà.

Pecori, che deve esserepercorsa verso Est peruna cinquantina di metri,fino al successivo incrociocon via Roma.

Si consiglia di attraversa-re via Roma e di portarsisull’altro lato della strada.

In via de’ Brunelleschi, al-l’angolo con via de’ Tosin-ghi, c’è un importante ne-gozio di musica.

Dal lato Est di via Romasi fanno pochi passi verso

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A sinistra: il palazzoprogettato dal Paciarelli;in alto, particolare.

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nascente stile Liberty già fiorente in altriPaesi europei. Terminato il loggiato chedoveva servire al “piacevole passeggiodella gente”, si giunge adesso in via de’Pecori e quindi, girando a destra, nellapiazza dedicata al patrono della città,San Giovanni Battista. La piazza è deli-mitata a sinistra, da via de’ Pecori a viade’ Cerretani, dal grande Palazzo Arcive-scovile la cui facciata fu arretrata nel1895 perché troppo vicina alla scarselladel Battistero. L’opera di “arretramento”fu eseguita, su progetto dell’architettoPietro Berti, da muratori e scalpellini digrande professionalità i quali, recupe-

Nord e ci troviamo cosìnell’isola pedonale dipiazza di San Giovanni.

Piazza San Giovanni è unospazio rettangolare deli-mitato dal Palazzo Vesco-vile ad Ovest e dal Batti-stero ad Est. Confluiscononella piazza due impor-tanti strade del cent r ostorico di Firenze: BorgoSan Lorenzo sul lato Norde via Roma sul lato Sud.Lungo il lato Nord, scorreuna carreggiata stra d a l e

La pavimentazione delmarciapiede di via de’ Pe-cori è asfaltata e presen-ta delle modeste ondula-zioni.

Attraversata agevolmen-te via de’ Pecori all’ango-lo con via Roma, si giun-ge in piazza San Giovan-ni, in zona pedonale.

Opportunità di sosta perveicoli muniti di contrasse-gno in via de’ Pecori e inpiazza San Giovanni.

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La pavimentazione lapi-dea della piazza è moltosconnessa, presenta rile-vanti pendenze laterali efrequenti mancanze dielementi costituenti. Piazza San Giovanni è didifficile fruibilità anche seaccompagnati.

con traffico intenso sepa-rata dallo spazio pedonaleda paletti in ferro, alti po-co più di un metro, colle-gati da catene blande.Inoltre, piazza S Giovannicomprende anche gli spa-zi che si trovano a Nord ea Sud del Battistero.C o m p l e s s i vamente lapiazza ha una superficiedi circa 3000 metri qua-drati.

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Scorcio di piazza San Giovanni.Sullo sfondo il complesso di Santa Maria del Fiore.

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rando originali materiali d’arredo ed in-tegrandoli con altri moderni, riuscirono amantenere gli antichi caratteri dell’edifi-cio delimitato agli angoli della monu-mentale facciata da due grandi ed arti-stici stemmi: quello dell’arcivescovoAgostino Bausa su via de’ Pecori, e l’al-tro di Alessandro di Ottaviano de’ Medi-ci, papa Leone XI (sul soglio pontificioper solo ventisei giorni), sulla cantonataopposta.

Piazza San Giovanni è at-tigua alla piazza del Duo-mo che è situata al di làdel Battistero.

Sul marciapiede del PalazzoVescovile - lungo una ses-santina di metri - si affac-ciano, oltre al portone d’in-gresso del Palazzo, negozi,una farmacia, una agenziadi viaggi e una rinomatapasticceria.

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Palazzo Arcivescovile,dettaglio della facciata.

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Ci troviamo ora di fronteil Battistero, prima impor-tante opera architettonicadella nostra passeggiata.Dante, che qui fu battez-zato, lo definì affettuosa-mente il “mio bel San Gio-vanni”. La singolare, ar-moniosa costruzione apianta ottagonale che risa-le ai secoli VI - VII, sortaforse su precedente tem-pio romano, fu la cattedrale della cittàdal 1059 fino al 1128. Rivestita di lumi-nosi marmi bianchi della Lunigiana e

All’entrata del Battisterodi San Giovanni è presen-te un gradino emergentealto circa 15 cm. Una

Il Battistero di San Gio-vanni è una costruzionedi pianta ottagonale.La costruzione, comple-tamente circondata dauna balaustra di ferro al-ta poco più di un metro,presenta tre porte: l’en-trata è sul lato Nord, l’u-scita sul lato Sud, mentrela celebre Porta del Para-diso guarda a Est verso lafacciata del Duomo.

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Battistero di San Giovanni,particolare.

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verdi e neri di Prato, ha la copertura atenda castrense sormontata da lanter-na; tre stupende porte di bronzo doratone consentono l’accesso: quella di fron-te al Duomo, definita da Michelangelo“del Paradiso”, suddivisa in dieci pannel-li a rilievo che riproducono storie dell’An-tico Testamento, è il capolavoro di Lo-renzo Ghiberti che la condusse a compi-mento in 27 anni (1425 - 52). Fiancheg-giando il Battistero voltiamo a sinistratransitando di fronte alla facciata dellaCattedrale di Santa Maria del Fiore.

In questo spazio, nella mattinata di Pa-squa, ha luogo la tradizionale cerimonia

Quest’ultima porta, pro-tetta da una inferriata,non è raggiungibile con lemani, mentre è possibiletoccare le altre, anch’es-se rivestite da splendidipannelli a rilievo.

Per terminare il primotratto dell’itinerario il per-corso prosegue verso Est,lungo le catene che de-limitano la carreggiatastradale.

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Lorenzo Ghiberti,Porta del Paradiso.

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dello Scoppio del Carro che affonda le sueradici nei lontani tempi della prima Cro-ciata, indetta per liberare il Santo Sepol-cro. La mistica propaganda per indire lacrociata fu divulgata attraverso tantissimipredicatori in tutta Europa. A Firenze, ilvescovo Ranieri, a coronamento di esal-tanti prediche, entusiasmò talmente iconcittadini che 2500 di essi, al comandodi Pazzino de’ Pazzi, andarono ad infoltirele schiere dell’esercito cristiano. Nella tor-rida estate del 1099, i crociati posero l’as-sedio alla città di Gerusalemme che espu-gnarono il 15 luglio. Secondo la tradizio-ne fu proprio Pazzino a salire per primo

rampetta in legno raccor-da il dislivello fra il gradi-no emergente e il pianodi calpestio interno. Peruscire si deve utilizzare laporta d’entrata.Il Battistero è accessibilecon assistenza.

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Cattedrale di SantaMaria del Fiore, facciata.A destra, vigili urbanifiorentini.

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sulle mura della città santa dove pose l’in-segna bianca e vermiglia. Per questo attodi valore, Goffredo di Buglione donò alprode fiorentino tre schegge del SantoSepolcro. Rientrato a Firenze il 16 luglio1101, il valoroso capitano fu festeggiatis-simo ed accolto con solenni onori. Daglistorici sappiamo che dopo la liberazione diGerusalemme, nel giorno del Sabato San-to, i crociati si radunavano nella chiesadella Resurrezione e, in devota preghiera,consegnavano ai presenti il fuoco bene-detto simbolo di purificazione. A questacerimonia risale l’usanza pasquale di di-stribuire il fuoco santo al popolo fiorenti-

Quasi di fronte all’ingres-so del Battistero, accantoalla delimitazione, è collo-cata la Colonna di San Za-nobi, circondata da unab a l a u s t ra in ferro: perprocedere occorre supe-rarla mantenendo la dire-zione Est. Dopo alcunedecine di metri si trovaun’apertura lungo le cate-ne: è il passaggio che per-mette di attraversare ver-so Nord la carreggiatastradale sulle strisce pe-donali.

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La colonna di San Zanobi.

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no. Difatti, dopo il ritorno di Pazzino, ogniSabato Santo, i giovani di tutte le famiglieusavano recarsi nella Cattedrale dove alfuoco benedetto che ardeva, accendeva-no rispettivamente una ‘facellina’ (picco-la torcia) e, tutti assieme, in processione,andavano per la città cantando laudi perportare la fiamma purificatrice in ogni fo-colare domestico.

Il fuoco santo veniva acceso con le scin-tille sprigionate dallo sfregamento delletre schegge di pietra del Santo Sepolcro.Con l’andar del tempo la festa assunsesempre più attrazione per cui venne in-trodotto l’uso di trasportare il fuoco santo

Compiuto l’attrave r s a m e n-t o, basta spostarci di po-chi passi verso Ove s t ,per trovare l’angolo dacui ha inizio via dei Mar-telli.

In corrispondenza di que-st’angolo, sul ciglio delmarciapiede, si trova untelefono pubblico a sche-da con schermatura a‘cuffia’.

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L’antico Carro del Fuoco.

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con un carro dove, su di un tripode, arde-vano carboni infuocati e successivamenteanche i “fuochi lavorati”. Alla famiglia Paz-zi era affidata tutta l’organizzazione delcarro e l’onere delle relative spese. Il car-ro era inizialmente molto più semplice diquello attuale, ed a causa delle deflagra-zioni e delle vampate che sopportava ognianno, a cerimonia avvenuta, doveva es-sere quasi del tutto ricostruito. Parvequindi giusto ai Pazzi allestirne uno moltopiù solido ed imponente che dovesse du-rare per sempre. Fu pertanto costruito ilgrande carro del tipo “trionfale” a tre ri-piani, che da secoli, se pur più volte re-

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I fanti dell’Ordinanzadi scorta al Carro.

Processione per la Messadi Resurrezione.

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staurato (anche dopo la tragica alluvionedel 1966), gode di ottima salute.

I fuochi di questo carro vengono in-cendiati da una colomba o, come si dicea Firenze, dalla colombina, la quale altronon è che un razzo dalle sembianze di unbianco piccione. L’antica festa ha sem-pre richiamato una gran folla di turisti ecittadini, oltre a numerosi contadini del-la campagna fiorentina che traevano gliauspici per il raccolto dal felice esito del-la corsa della colombina che dovevasvolgersi senza alcun intoppo.

Attualmente nella mattina di Pasqua,scortato da 150 fra armati, musici e sban-

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Sopra: tutto è pronto in attesa del “volo dellacolombina”. A destra: candidi bovi trainano il carro.

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dieratori del Calcio Storico Fiorentino, ilcarro del fuoco pasquale, detto affettuo-samente dai fiorentini “Brindellone”, simuove dal piazzale del Prato trainato dadue paia di candidi bovi infiorati ed arrivain piazza del Duomo, fra il Battistero e laCattedrale dove, alle ore undici, al cantodel Gloria in Excelsis Deo, viene dato fuocoalla miccia della colombina che, sibilando,va ad incendiare i mortaretti ed i fuochid’artificio disposti su di esso. Inizia confragore lo scoppio assordante e, sia purein maniera simbolica, la distribuzione atutta la città del fuoco benedetto. L’impo-nente mole dell’antico carro si avvolge di

Lo stemma della famigliaPazzi fra mortaretti e fuochid’artificio.14

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nubi e scoppi come se l’aria stessa emet-tesse scintille sempre più luminose. Ilprofilo del “Brindellone” scompare del tut-to in questo caleidoscopico gioco di coloriche, pian piano, unitamente al fumo edagli assordanti scoppi, si dissipa renden-do nuovamente visibili i marmi del Batti-stero, di Santa Maria del Fiore e del cam-panile di Giotto. Questa è la rievocazionedello Scoppio del Carro, una manifesta-zione tuttora genuina e molto sentita nel-l’animo popolare dei fiorentini.

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350Lo scoppio: esaltazionesimbolica della pace.

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