Inghilterra e Francia del XVI secolo

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INGHILTERRA E FRANCIA DEL XVI SECOLO I due grandi regni messi a confronto. Rivisitati in un ipertesto di Gabriele Lobina, con un’analisi dell’ambiente politico della seconda metà del XVI secolo e degli sviluppi religiosi che caratterizzarono quel periodo : guerre civili e internazionali motivate da conflitti religiosi e di interesse politico. Da Elisabetta I d’Inghilterra a Enrico IV, un documento che racchiude i più importanti argomenti della seconda metà del XVI secolo europeo che misero in risalto le due potenze. Le due potenze europee che animarono l’ambiente politico del continente nella seconda metà del XVI secolo. Gabriele Lobina 3F Liceo Scientifico G.Brotzu

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un ipertesto di Gabriele Lobina sulla situazione politico-religiosa delle grandi potenze del XVi secolo tormentate da guerre e da nuovi sviluppi economici.

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Le due potenze europee che animarono l’ambiente politico del continente nella seconda metà del XVI secolo.

Gabriele Lobina 3F Liceo Scientifico G.Brotzu

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GABRIELE LOBINA 3F LICEO SCIENTIFICO G.BROTZU

iNGHILTERRA E FRANCIA DEL XVI SECOLO 15 aprile 2011

Inghilterra e Francia del XVI secolo

Indice

Inghilterra1. Il Regno di Maria Tudor………………………………………………………………………Pag.22. Il Regno di Elisabetta I…………………………………………………………………………Pag.23. Il protestantesimo in Scozia e Inghilterra…………………………………………….Pag.34. La potenza economica inglese in crescita ………………………………………….Pag.3-45. La guerra anglo-spagnola Pag.4

Francia

1. Le guerre di religione francesi Pag.52. Enrico IV Pag.6-7

Filmografia Pag.8 Bibliografia Pag.8

Cartina raffigurante le influenze religiose presenti nell'Europa del XVI secolo

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Inghilterra1. Il regno di Maria Tudor

Durante il regno di Edoardo VI, con un Atto di uniformità religiosa promulgato dallo stesso re, il regno d’Inghilterra abbracciò la Riforma protestante.

Dopo la morte di Edoardo VI salì al trono la sorellastra Maria I Tudor. Maria nel 1554 sposò il futuro re di Spagna Filippo II, suscitando una paura generale che l’Inghilterra si piegasse davanti alla Spagna cattolica. La regina voleva restaurare il cattolicesimo, questo potè avvenire soltanto con la violenza, per questo Maria venne definita la “Sanguinaria” (Bloody Mary). Nel 1558 ella morì e si dovette decidere il suo successore: Elisabetta, figlia di Anna Bolena e di Enrico VIII, non veniva riconosciuta come erede legittima dalla Chiesa perché figlia di un divorziato.

Ad ambire al trono inglese si aggiunse anche Maria Stuart, regina di Scozia, era una sovrana cattolica di un regno protestante, e la sua possibile ascesa al trono era mal vista dai protestanti, dai nazionalisti inglesi e dal Parlamento per motivi politici e religiosi. Filippo II appoggiò la candidatura della moglie e nel 1558 Elisabetta, sostenuta dal Parlamento, diventò finalmente regina d’Inghilterra.

2. Il regno di Elisabetta IElisabetta I si trovò divisa tra cattolicesimo e protestantesimo. La regina era sia contro il calvinismo che contro il papismo, così fece approvare dal parlamento l’Atto di supremazia del 1559 che imponeva la sottomissione della Chiesa alla regina investita dall’autorità di “amministratrice” (governor). Nominò nuovi vescovi al posto di quelli ufficiali cattolici eletti dalla Chiesa che non vollero riconoscere la sua autorità. La lingua del culto divenne l’inglese. Nel 1569, contro la politica religiosa, la nobiltà cattolica del Nord tentò una ribellione che fu repressa con grande violenza. Pio V scomunicò Elisabetta e sciolse i sudditi dal legame di fedeltà alla Corona, e questo insospettì molto la regina che pensò quindi a una possibile alleanza tra il Papato e la nobiltà del nord. La regina così scatenò un’ondata persecutoria contro i cattolici, mandò a morte i capi della sollevazione nobiliare e cacciò i gesuiti dal paese, questa politica “anti-cattolica” però non fu approvata dal marito Filippo II che sospettò un’alleanza tra la regina e i calvinisti.

3. Il protestantesimo in Scozia e Inghilterra La Scozia fu percorsa da gravi tensioni; era un regno indipendente riconosciuto dall’Inghilterra. Regnava la dinastia degli Stuart. Nel periodo in cui Enrico VIII guidò lo scisma da Roma, la Scozia svolgeva il ruolo di

Ritratto di Maria Tudor

Ritratto di Elisabetta I d'Inghilterra

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presidio del cattolicesimo sotto la reggenza di Maria di Guisa (madre di Maria Stuart e moglie del re di Francia Francesco II). Il paese era diviso tra cattolici e protestanti, anche tra filoinglesi e filofrancesi. Il protestantesimo calvinista e il patriottismo antifrancese si saldarono e così il paese piombò nella guerra civile. Trionfò sia la Riforma dei calvinisti (detti puritani) che la politica antifrancese, che era stata appoggiata dagli inglesi. Dopo la morte del marito Francesco II, Maria Stuart tornò in Scozia. La sua unica base di forza era la stessa nobiltà protestante vedeva in lei un elemento di unità nazionale contro i pericoli di soggezione all’Inghilterra. La condizione della regina peggiorò in conseguenza di una condotta personale, culminata in matrimoni burrascosi e scandalosi. La Scozia entrò in uno Stato di guerra civile, che si risolse con la sconfitta della truppe di Maria dopo aver abdicato a favore del figlio Giacomo VI, fuggì presso Elisabetta I divenendone prigioniera. Maria Stuarda venne giudicata con l’accusa di aver preso parte a un complotto

organizzato probabilmente dal Papato per uccidere Elisabetta I.

4. La potenza economica inglese in crescitaL’Inghilterra nel XVI secolo stava attraversando un enorme sviluppo economico che la stava portando politicamente ai vertici d’Europa: parte della grande crescita economica fu dovuta all’incremento e al forte sviluppo del settore agricolo. Questo fu associato al forte cambiamento che attraversava questo settore, infatti i campi agricoli inglesi erano quasi tutti ormai nelle mani di :

a. Yeomen, cioè i piccoli proprietari terrieri arricchiti che possedevano piccoli appezzzamenti di terra sparsi (in questo modo bloccavano l’innovazione agricola inglese);

b. Gentry, la classe di medi proprietari terreri di origini nobili e di mentalità capitalistica (che in futuro sfruttarono le leggi sulle recinzioni inglesi, che allargavano i possedimenti individuali).

Anche il settore industriale tessile vide un grande sviluppo, non si potè dire lo stesso in campo navale-bellico : l’Inghilterra ebbe a disposizione un vero esercito sul mare solo dall’epoca di Enrico VIII. Inoltre il Regno inglese vide una grande rivoluzione anche in campo di scoperte geografiche: un esemio fu quando 3 navi partite nel 1553 passando per capo Nord e per il Mar Bianco riuscirono a raggiungere la Russia. Nel periodo elisabettiano l’Inghilterra realizzò strutture commerciali internazionali che costituirono il centro della sua potenza economica: un esempio si ebbe nel 1555, quando venne fondata la Compagnia per il commercio con Mosca, la Persia e i Paesi del Nord; nel 1600 fu invece fondata la Compagnia delle Indie orientali, la quale stabilì il monopolio commerciale con l’India; e inoltre fu creato il primo nucleo della Borsa di Londra. La crescita della potenza inglese si notò anche sotto il punto di vista politico: infatti con Elisabetta I l’Inghilterra diventò un grande Regno, e il suo sistema di governo rimase improntato agli schemi dell’assolutismo. Nell’Europa continentale le antiche forma rappresentative (gli Stati generali, le Cortes) cedevano di fronte al potere assoluto del sovrano, in Inghilterra il Parlamento, cioè la Camera dei comuni, convocato per volontà della regina, restava una struttura politica vigorosa che politicamente era accreditata e aveva grande potere (durante il regno elisabettiano venne convocato 13 volte). Il primo organo di Elisabetta I era il Consiglio privato, i rappresentanti di questa struttura politica erano detti “consiglieri” ed avevano il ruolo di ministri; la Camera dei comuni invece agiva come portavoce delle

esigenze del paese. Infine un’altra figura politica era rappresentata dalla classe sociale detta “Gentry”

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(da cui deriva il nome “gentleman”), essa era infatti costituita dalla piccola e media nobiltà di campagna che nella politica cittadina avevano la funzione di giudici di pace non pagati e indipendenti, che amministravano vari settori: da quello giudiziario a quello della manutenzione delle strade, dalla sorveglianza delle corporazioni al controllo dei prezzi etc... Quando l’Inghilterra vide un grande incremento demografico la Corona e le classi dirigenti decisero di dare vita a una serie di istituzioni dedite alle classi sociali meno abbienti; e allo stesso tempo misero in atto una legislazione repressiva tendente a impedire l’afflusso migratorio dalle campagne alle città.

5. La guerra anglo-spagnolaLa tensione che si stava creando tra la Spagna e l’Inghilterra

prevalentemente per motivi religiosi iniziò a crescere quando Filippo II realizzò come l’Inghilterra stesse crescendo militarmente (soprattutto sotto il punto di vista marittimo), e culminò nella primavera del 1588. La causa scatenante si potrebbe attribuire al processo fatto a Maria Stuart da parte di un tribunale inglese: la condanna della regina cattolica non fu ben vista dal re spagnolo, che nel 1586 allestì un incredibile flotta da utilizzare contro l’Inghilterra e la chiamò “Invincibile Armata”. La spedizione venne preparata con cura. La Spagna si trovò di fronte a un paese determinato e pronto alla lotta. Una grande figura chiave di questa

epica guerra fu il comandante in seconda Francis Drake (famoso pirata che circumnavigò il globo) che incendiò molte navi e distrusse scorte di viveri e munizioni nella baia di Cadice e obbligando l’Armada spagnola a ritirarsi. La flotta spagnola, salpò da Lisbona nel 1588; gli inglesi avevano a loro disposizione delle navi più agili di quelle spagnole e armate di un’ottima artiglieria. Gli spagnoli ripiegarono tentando di aggirare l’Inghilterra da Nord. Molte altre navi caddero sotto i colpi dei cannoni inglesi e olandesi e gli equipaggi che cercarono scampo sulle coste scozzesi e irlandesi furono massacrati. In Spagna tornò sola la metà della flotta e degli uomini, così il sogno espansionistico di Filippo II crollò. Le ostilità tra Spagna e Inghilterra durarono fino a dopo la morte dello stesso re spagnolo (1598). Questa vittoria da parte dell’Inghilterra portò diversi benefici alla stessa vincitrice:

1) Segnò l’ingresso dell’Inghilterra tra le potenze europee che regnavano in quel tempo;2) Fu un duro colpo per la Spagna che ne uscì sconfitta e indebolita;3) Fu vista dai Paesi Bassi come un possibile alleato per la guerra economico-politica contro la

Spagna.

Ritratto di Filippo II

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Francia

1. Le guerre di religione francesiIl calvinismo si era diffuso nel Sud-Ovest della Francia. Sostenuto e seguito da una popolazione di ceto medio-basso : dai lavoratori urbani, agli artigiani, fino ai ceti piccolo-borghesi (infatti la borghesia francese professava in gran parte la religione calvinista), questa dottrina aveva trovato potenti alleati in figure di rilievo come i principi di Borbone, titolari della corona di Navarra e imparentati con gli Chatillon-Coligny. Nel 1559 morì Enrico II, che aveva già iniziato una politica persecutoria contro i calvinisti, gli succedettero i figli Francesco II e poi Carlo IX di 10 anni. Data la minore età del sovrano un ruolo importante ebbe la madre, Caterina de’ Medici, in qualità di reggente (di tutrice del figlio), che tentò di far accettare ai cattolici una politica di tolleranza verso i protestanti (i calvinisti, in Francia chiamati “ugonotti”). Nel 1562 Caterina proclamò un edito che favoriva la professione del proprio culto da parte degli ugonotti cercando di introdurre nella società francese una politica di tolleranza reciproca. La situazione precipitò però quando i seguaci di Guisa (nota famiglia cattolica potentissima a capo dei cavalieri) nel marzo del 1562 massacrarono un gruppo di ugonotti a Vassy , in Normandia. Caterina de’ Medici continuò a ricercare un possibile equilibrio tra le parti in lotta, e nel 1570, con l’Editto di Saint-German parve realizzarsi un compromesso: gli ugonotti furono autorizzati a occupare 4 piazzeforti. La parte protestante fu rafforzata per un verso dall’ammiraglio Gaspard de Coligny, un ugonotto diventato consigliere di Carlo IX, che appoggiava i calvinisti in rivolta nei Paesi Bassi contro la Spagna, e dall’altro verso dal matrimonio del 1572 tra Enrico di Borbone, un grande calvinista, e la sorella del re: Margherita di Valois. Il partito dei Guisa decise di ricorrere alla forza: quando i capi protestanti parteciparono a Parigi per le nozze, nella notte di San Bartolomeo (tra il 23 e il 24 agosto) del 1572 migliaia di ugonotti furono uccisi da bande di cattolici con il consenso di Caterina de’ Medici. L’ammiraglio di Coligny fu tra i deceduti di quella notte, mentre invece Enrico di Borbone riuscì a salvarsi. Ebbe così inizio una lotta sanguinosa. Gli ugonotti si riorganizzarono sotto il comando di Enrico di Borbone, mentre i cattolici formarono la Lega cattolica con a capo il duca Enrico di Guisa. Quando morì Carlo IX salì al trono il fratello Enrico III, il quale dopo un compromesso con gli ugonotti passò a sostenere la Lega.

Dipinto della sanguinosa notte di San Bartolomeo

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Enrico IVDal 1574 subentrò al potere in Francia il successore di Carlo IX: suo fratello Enrico, questi anni in cui regnò furono caratterizzati dalla grande frequenza con cui venivano combattute guerre civili religiose in Francia. Nel 1584, alla morte del re Francesco, “la situazione ereditaria” collassò, questo perché la dinastia francese non aveva più a disposizione eredi diretti, così in base alla legge salica (scritta molti secoli prima, che imponeva che tutti i sovrani francesi successivi alla legge sarebbero stati solo di sesso maschile) divenne candidato al trono Enrico di

Borbone (capo del partito ugonotto/calvinista). Enrico di Guisa stabilì un accordo diretto con Filippo II; gli ugonotti invece ottennero aiuto dai protestanti

tedeschi. Enrico III fece assassinare nel dicembre del 1588 Enrico di Guisa perché lo considerava un ostacolo nel raggiungimento del trono. Ma Enrico III fu a sua volta assassinato da un monaco domenicano, nel mentre che Parigi si stava ribellando. Dopo questa questa morte si risolse quindi la “guerra dei tre Enrichi” (Enrico III, Enrico IV e Enrico di Guisa) e salì al trono Enrico di Borbone con il

nome di Enrico IV. Egli era un ugonotto e si trovò contro una forte

Mappa concettuale sulle Guerre di religione francesi della seconda metà del XVI secolo.

Ritratto di Enrico di Guisa

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opposizione rappresentata dal partito cattolico filospagnolo di Filippo II. Ma grazie alle sue vittorie militari contro gli spagnoli e alla sua successiva decisione di convertirsi al cristianesimo, egli poté conquistare il potere effettivo a compiere un’entrata trionfale a Parigi (che prima non lo accolse). Enrico IV si propose di pacificare (religiosamente) il paese all’interno e di cacciare le truppe spagnole. Spagna e Francia strinsero il trattato di Vernins nel 1598, dopo 4 anni di guerra. Il Regno francesi subì parecchio le conseguenze della guerra : l’autorità della Corona era stata minata, la guerra aveva provocato devastazioni nelle città e nelle campagne danneggiando la produzione agricola, industriale e commerciale; furono colpiti i contadini, i lavoratori urbani e il basso clero. Successivamente però in Francia la ripresa fu rapida sul piano economico-sociale. Nell’aprile del 1598 Enrico IV emanò l’Editto di Nantes che restò in vigore fino al 1685, questo concedeva agli ugonotti la libertà di culto (anche se con qualche limitazione in certe parti del Regno) e di organizzazione religiosa; stabiliva l’eguaglianza dei diritti civili per i riformati e concedeva agli ugonotti per volontà del re il possesso di un centinaio di fortezze armate, inoltre il re assicurò ai

calvinisti che sarebbe stata soppressa ogni forma di discriminazione nei loro confronti. Il re si sforzò di ristabilire l’autorità della Corona nel paese servendosi del Consiglio di Stato e dei commissari regi. I Parlamenti furono privati della loro autonomia, e gli Stati generali non vennero più convocati. Lo sforzo di centralizzazione perseguito da Enrico IV incontrò diversi ostacoli:

a. l’esistenza di uno Stato protestante all’interno del paese che sanzionava l’Editto di Nantes,

b. la presenza persistente di una potenza della grande nobiltà,c. la forza del Parlamento di Parigi, che tendeva a istituire una

forma di controllo sulla legislazione regia,d. il meccanismo della venalità delle cariche (vendita) il quale

rappresentava per lo Stato una fonte di entrate.

Questi ostacoli si risolsero presto, la legge della Paulette affermò che le cariche potessero essere tramandate ereditariamente. Inoltre la politica economica e l’agricoltura si ripresero presto sviluppandosi.

Enrico IV si preparò a iniziare una guerra contro la Spagna con il sostegno dei protestanti calvinisti tedeschi, degli olandesi e di Venezia. L’opposizione cattolica si accese di nuovo in tutto il paese e fu infine assassinato da un fanatico frate, Francois Ravaillac nel 1610.

Ritratto di Enrico IV di Francia

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Filmografia

Filmografia Elisabetta I d’Inghilterra Filmografia Caterina de’ MediciFilmografia Enrico IV di Francia Filmografia Enrico III di Francia Filmografia Maria Stuart

Bibliografia

Bibliografia Maria TudorBibliografia Elisabetta I d’InghilterraBibliografia Filippo IIBibliografia Enrico di GuisaBibliografia Enrico III di FranciaBibliografia Enrico IV di FranciaBibliografia Francis DrakeBibliografia Caterina de’ MediciBibliografia Guerre di religione francesiBibliografia Maria Stuart