INFRASTRUTTURE FERROVIARIE ANDAMENTO … · Trasmessa al binario lo sollecita trasversalmente...

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Infrastrutture Ferroviarie 1 INFRASTRUTTURE FERROVIARIE ANDAMENTO PLANO-ALTIMETRICO A.A. 2008-09

Transcript of INFRASTRUTTURE FERROVIARIE ANDAMENTO … · Trasmessa al binario lo sollecita trasversalmente...

Infrastrutture Ferroviarie

1

© Prof. Giovanni Leonardi, 2009

INFRASTRUTTURE FERROVIARIE

ANDAMENTO PLANO-ALTIMETRICO

A.A. 2008-09

Infrastrutture Ferroviarie

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© Prof. Giovanni Leonardi, 2009

La forza centrifuga

Agendo sul veicolo ne facilita lo svio per sormonto

della rotaia esterna da parte del bordino.

Trasmessa al binario lo sollecita trasversalmente

cimentando la capacità di ancoraggio della

massicciata con conseguente alterazione della

geometria del binario ed, al limite, provocandone lo

lineamento.

Agendo sulla rotaia esterna è causa del consumo del

fianco del fungo e provoca sollecitazioni a trazione

sulle sue caviglie interne agendo sui passeggeri

limita il comfort di viaggio.

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La forza centrifuga

Le FS impongono un tetto alla forza centrifuga fissando un limite all'accelerazione:

ac = 0,6 m/s2 per i treni pesanti (merci e viaggiatori composti da materiale ordinario)

ac = 0,8 m/s2 per i treni viaggiatori formati da materiale leggero (automotrice,

elettromotrici) o da carrozze marcate per V > 140 km/h, trainate da locomotive E646,

E636, E632/633, E444

ac = 1 m/s2 per i treni viaggiatori composti da materiale con elevata stabilità e bassa

aggressività sul binario (E444, ETR250/300, ALE601, carrozze appositamente

costruite)

ac = 1,8 m/s2 per i treni ad assetto variabile (tipo Pendolino).

Porre un tetto ad ac equivale a limitare la velocità condizionando l'esercizio:

3.6nc

V a R [km/h]

ovvero, ad aumentare il raggio irrigidendo il tracciato.

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La forza centrifuga

Per sfuggire ad una simile situazione occorre conferire al binario un assetto normale

alla risultante della forza centrifuga e del peso introducendo sul binario stesso una

sopraelevazione h della rotaia esterna rispetto a quella interna ricavabile dall'identità:

2P V

h g R

S P

2S Vh

g R

2

11.8V

hR

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La forza centrifuga

Se si accetta che continui ad agire sul veicolo una componente orizzontale anc non

compensata:

2

nc

P V P P ha

g R g g S

da cui:

2

11.8 nc

V Sh a

R g

nc

Sj a

g

2

11.8V

h jR

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La forza centrifuga

Ad anc viene comunemente attribuito il nome di accelerazione centrifuga non

compensata, mentre a j quello di difetto di sopraelevazione.

L'equazione precedente prende in esame un solo valore di velocità, mentre,

normalmente, i regimi di circolazione presentano sempre un certo intervallo di velocità

di esercizio, caratterizzato dalla velocità massima Vmax dei treni veloci e dalla velocità

minima Vmin dei treni lenti.

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La forza centrifuga

Per la circolazione a Vmax la componente parallela al piano del ferro della forza

centrifuga prevale sulla componente del peso equidirezionata, di converso per la

circolazione a Vmin si verifica l'esatto contrario.

In quest'ultimo caso sul veicolo agisce una risultante diretta verso il centro della curva

planimetrica.

2min

c

VP P h Pa

g g S g R

2min11.8

Vh e

R

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La forza centrifuga

2

max min

11.8

RV e j V [km/h]

2 2

max min11.8V V

Re j

[m]

2

max

2 2

max min

Vh e j j

V V [mm]

Fissando, quindi, il modello di esercizio nelle sue caratteristiche di circolazione - Vmax e

Vmin - e in quelle dinamiche - j ed e - il raggio della curva e la sopraelevazione del binario

sono univocamente determinate.

Il momento della scelta del modello di esercizio è di estrema delicatezza.

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SOPRELEVAZIONE

Vmax incide sui costi di costruzione condizionando le caratteristiche geometriche del tracciato, le sezioni della linea e la

qualità delle opere in terra e della sovrastruttura di esercizio condizionando i consumi di energia di manutenzione condizionando le azioni sul binario e le tolleranze.

Vmin incide sui costi di costruzione in quanto una sua diversità da Vmax irrigidisce il tracciato di esercizio condizionando i consumi di energia di manutenzione condizionando le azioni sul binario.

anc e quindi il difetto di sopraelevazione j incide sul comfort della circolazione veloce sui costi di costruzione condizionando il raggio minimo delle curve sui costi di manutenzione a causa delle azioni sulla rotaia esterna delle curve che procurano modifiche

alle caratteristiche geometriche del binario e consumo del bordo interno di quella rotaia.

a'c e quindi l'eccesso di sopraelevazione e incide sui costi di manutenzione a causa delle azioni, sulla rotaia interna delle curve, che procurano modifiche

alle caratteristiche geometriche del binario e consumo del bordo interno.

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SOPRELEVAZIONE

Per facilitare una simile scelta si sono costruite delle tabelle per:

- accelerazione centrifuga non compensata anc - compresa fra 0,4 e 0,8 m/s2

- accelerazione centripeta per ipercompensazione a'c - compresa fra 0,4 e 0,6 m/s2

- sopraelevazione h non superiore a 160 mm

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SOPRELEVAZIONE

Nella rete tradizionale FS, alla sopraelevazione si attribuisce il valore massimo di 160

mm ponendosi con un congruo margine di sicurezza rispetto al valore di 180 mm

considerato limite massimo per il riavvio del treno fermatosi accidentalmente in curva.

A tale valore corrisponde un modello di esercizio caratterizzato dai seguenti parametri:

Vmax = 160 km/h anc = 0.60 m/s2

Vmin = 80 km/h a’c = 0.65 m/s2

certamente inadeguati alle esigenze di una circolazione moderna anche attribuendo ad

anc i valori di 0,8 m/s2 o di 1 m/s2.

Sulla DD Roma – Firenze il modello di esercizio è individuato mediante i parametri

cinematici e dinamici di seguito riportati:

Vmax = 250 km/h anc = 0.80 m/s2 Rmin = 3.000 m

Vmin = 80 km/h a’c = 0.65 m/s2 hmax = 125 mm

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SOPRELEVAZIONE

Sulla rete A.V. italiana:

Vmax = 300 km/h anc = 0.60 m/s2 Rmin = 5.361 m

Vmin = 80 km/h a’c = 0.65 m/s2 hmax = 106 mm

In un tratto di linea, percorso per esigenze di esercizio a velocità costante, coesistono,

però, curve di raggio diverso.

Esiste una curva più stretta il cui raggio - Rmin - permette di rispettare i parametri

prescelti del modello di esercizio alla quale si attribuirà il corrispondente valore

massimo della sopraelevazione - hmax - e curve di raggio maggiore dotate di

sopraelevazioni inferiori.

Volendo calcolare la sopraelevazione corrispondente a curve di raggio diverso dal

minimo è possibile seguire due strade.

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SOPRELEVAZIONE

1. Utilizzare la:

2

11.8 nc

V Sh a

R g

mantenendo costante l'accelerazione non compensata.

2. Rendere l'accelerazione non compensata proporzionale alla sopraelevazione,

ottenendo, nel campo delle velocità normali, un'equazione del tipo:

216011.8

160 92

Vh

R [mm]

2

7.5V

hR

[mm]

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Diagramma delle sopraelevazioni

∆h=87.8

V2/R

h

160h=11,798 V

2 /R

h=7,62 V2 /R

h=11,798 V2 /R

– s/g• a c

1

2

La retta 1 rappresenta le sopraelevazioni che compensano totalmente le accelerazioni

centrifughe.

La retta 2 rappresenta le sopraelevazioni che compensano in maniera proporzionale

alla sopraelevazione l’accelerazione centrifuga.

La retta parallela alla 1 rappresenta la variazione di sopraelevazione che compensa in

maniera costante l’accelerazione centrifuga.

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Valori di sopraelevazioni in funzione di raggio delle curve e velocità di tracciato

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.00

0Raggi delle Curve [m]V

elo

cità

per

tren

i

Ord

ina

ri[K

m/o

ra]

Sopraelevazioni [cm] - per treni pesanti con accelerazione non compensata di 0.6 m/sec2

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.00

0

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112- - - - - - - - - - - - - - -- - -150

1761 51 51 41 41 41 31 31 21 21 21 11- - -- - -120

1761 51 51 41 41 31 31 21 21 21 11 11 11 01-- - -115

1651 51 41 31 31 31 21 21 11 11 11 01 01 01 01- - -110

169 9 9 941 31 31 21 21 11 11 11 01 01 01- - -105

158 8 8 9 9 9 931 21 21 11 11 01 01 01- - -100

057 7 8 8 8 8 8 9 9 911 11 01 01 01- - -95

046 7 7 7 7 7 8 8 8 8 9 9 901 01- - -90

011 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 26 7 840

011 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 25 5 635

001 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 13 4 530

000 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 12 3 325

023 3 3 3 3 3 3 3 4 4 4 4 4 4 551 41-60

022 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 4 451 31 1155

012 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3931 1150

012 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 38 91045

035 5 5 5 6 6 6 6 6 7 7 7 7 8 8- - -80

034 5 5 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 7 7- - -75

034 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 5 6 6 6- - -70

023 3 4 4 4 4 4 4 4 4 5 5 5 5 516- -65

1961 61 51 51 41- - - - - - - - - -- - -135

1961 61 51 51 41 41 41 31- - - - - - -- - -130

1861 61 51 51 41 41 31 31 31 21- - - - -- - -125

046 6 6 6 6 7 7 7 7 7 8 8 8 9 9- - -85

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

16

-

-

-

-

-

-

1

1

11

10

-

15

-

16140

145

Infrastrutture Ferroviarie

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Sopraelevazioni calcolate per un’accelerazione non compensata di 0,8 m/sec2

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PENDOLINO

a = accelerazione centrifuga g = accelerazione gravitazionale a1 = accelerazione laterale non compensata a livello binario a2 = accelerazione laterale residua sui passeggeri

Con un treno a inclinazione variabile si può viaggiare in sicurezza e ad alte velocità con una accelerazione laterale non compensata, a livello del binario, pari a 2 [ m/sec2].

Il principio su cui è basato un sistema ad assetto variabile, che permette alla cassa di inclinarsi verso l’interno durante le curve, è lo stesso che suggerisce la costruzione delle sopraelevazioni nelle curve delle linee ferroviarie. L’obiettivo è quello di compensare, almeno in modo parziale, l’accelerazione centrifuga allo scopo di ridurre l’accelerazione laterale sul passeggero e incrementare la velocità.

Combinata con la sopraelevazione del binario, la variazione di angolo della cassa, che in automatico raggiunge un’inclinazione fino a 8° su tutte le carrozze, rende possibile la riduzione dell’accelerazione laterale sui passeggeri, a soli 0,7 – 0,8 [m/sec2], di gran lunga entro i limiti richiesti per un comfort adeguato (1 - 1,2 [m/sec2]).

Tutto ciò rende possibile il raggiungimento di un aumento del 30% della velocità in curva, facendo il confronto con i treni convenzionali, in completa sicurezza e con un comfort eccellente, senza apportare modifiche alla già esistente geometria dell’infrastruttura.

Questo è il risultato di un attento lavoro di design rifinito negli anni attraverso prove e collaudi. Questa tecnologia permette

al Pendolino di raggiungere una velocità massima di 250 [Km/h], in comfort e sicurezza.

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VELOCITÀ

In ambito ferroviario si distinguono le seguenti diverse velocità:

- velocità limite;

- velocità di tracciato;

- velocità di rango;

- velocità di fiancata;

- velocità d'orario.

1. Velocità limite

La velocità alla quale viene percorsa una curva di raggio R, dotata della massima

sopraelevazione, determinando un'accelerazione non compensata di 0,6 m/s2.

1500160 0.6 4.62

11.8 11.8 9.81nc

R S RV h a R

g

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VELOCITÀ

2. velocità di tracciato

Nell'ambito di un tratto di linea coesistono, oltre a rettilinei, curve di raggio diverso.

Viene definita velocità di tracciato la velocità limite della curva di raggio più piccolo:

min4.62tV R

Tale curva sarà dotata di sopraelevazione massima di 160 mm e su di essa si

manifesterà l'accelerazione non compensata massima di 0,6 m/s2; alle altre saranno

attribuite sopraelevazioni inferiori e su di esse si manifesteranno accelerazioni non

compensate inferiori in proporzione al rapporto h/160:

0.6160

nc

ha [m/s2]

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VELOCITÀ

3. velocità di rango

Riferendoci ai quattro valori di accelerazione centrifuga non compensata, si definisce

velocità di rango A, B, C o P la velocità con la quale viene percorsa la curva di raggio

minimo, nell'ambito di un tratto di linea, determinando un'accelerazione non

compensata, rispettivamente di 0,6 m/s2, 0,8 m/s2, 1 m/s2 ed 1,8 m/s2 attribuendo alla

sopraelevazione il suo valore massimo:

Le velocità di rango sono legate alla velocità di tracciato dai seguenti rapporti:

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VELOCITÀ

4. velocità di rango

Si definisce velocità di fiancata, la velocità massima con la quale un veicolo può

percorrere un certo tratto di linea.

Essa risulterà sempre minore, o al limite uguale, alla velocità di rango relativa a quel

determinato tipo di veicolo.

Tale velocità dipende dalle caratteristiche costruttive e dallo stato di manutenzione

della tratta in esame e, in particolare:

- dal tipo e dalle condizioni di armamento;

- dallo stato del corpo stradale;

- dall'idoneità delle opere d'arte sotto binario a sopportare i carichi dinamici;

- dalle caratteristiche degli impianti di trazione elettrica e dal tipo di segnalamento;

- dalla presenza di ostacoli che possano interferire con il profilo minimo degli ostacoli;

- dalle caratteristiche della circolazione.

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VELOCITÀ

5. Velocità d'orario

La velocità di percorrenza dei treni viene impostata ad un valore inferiore alla velocità

di fiancata, per conferire alla circolazione la flessibilità necessaria al recupero di

eventuali ritardi.

Si definisce, pertanto, velocità d'orario la velocità alla quale è impostata la marcia dei

convogli.

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ANDAMENTO PlANO-ALTIMETRICO

Grado di tortuosità

II grado di tortuosita e definito come il rapporto percentuale fra I'estensione lc delle

curve circolari di raggio inferiore a un determinato valore e la lunghezza totale della

linea lr

100c

r

l

l

Tale indice permette di valutare I'attitudine di una linea esistente a essere esercita ad

una velocità superiore a quella di progetto senza interventi sul tracciato.

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Indice di allungamento

L'indice di allungamento è definito dal seguente rapporto percentuale:

0

0

100rl l

l

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Andamento planimetrico

Planimetricamente il tracciato ferroviario è costituito da una successione di rettifili,

curve di transizione e curve circolari.

L'elemento planimetrico che condiziona la velocità massima ammissibile su una linea

ferroviaria è il raggio delle curve circolari.

Tuttavia I'adozione di raggi minimi di valore elevato può rendere insostenibile il costo di

costruzione della linea e problematico il suo inserimento nel territorio.

Alcune Amministrazioni ferroviarie hanno fissato due valori di raggio minimo:

- il primo, riservato alle linee di grande comunicazione, generalmente compreso tra i

650 e i 1000m,

- il secondo, legato a criteri di inscrivibilità del veicolo in curva, variabile dai 100 ai

350m.

L'Amministrazione Ferroviaria Nazionale adotta un solo valore di raggio minimo pari a 150m.

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Andamento planimetrico

Osservazioni sperimentali hanno valutato pari a 1.5 secondi il tempo durante il quale la

cassa del veicolo riacquista il suo originario assetto verticale dopo I'uscita da una curva,

per cui sarebbe consigliabile in termini di comfort I'interposizione, fra due curve

consecutive discordi, di un tratto di rettifilo di lunghezza pari a:

1.5

3.6r

Vl

con V espresso in km/h.

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Andamento altimetrico

Nel piano verticale, il tracciato Ferroviario è costituito da livellette, definite

univocamente tramite la loro lunghezza e pendenza e da raccordi circolari.

In ambito europeo vengono impiegate pendenze (fino al 35‰ per linee specializzate

per soli treni viaggiatori a composizione bloccata e fino al 12,5‰ per linee promiscue

di treni viaggiatori e treni merci).

Tuttavia il sistema promiscuo di alta velocità italiano accetta pendenze fino al 21‰.

I raggi degli archi circolari che raccordano due livellette consecutive vengono

dimensionati in maniera da contenere l'accelerazione centrifuga del veicolo nel piano

verticale.

Nella rete Ferroviaria Nazionale esistente il raggio verticale normalmente realizzato è

pari a 3000m, equivalente, per una velocità V di 200km/h, ad un’accelerazione

centrifuga di 1.03m/s2.

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Andamento altimetrico

Tale valore è oggi incompatibile con un accettabile livello di comfort anche per velocità

inferiori ai 200km/h, per cui si impiega un raggio pari a:

2

[m]2

v

VR

che, per velocità di 200 km/h, produce un’accelerazione centrifuga di 0.15m/s2.

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LE CURVE Dl TRANSIZlONE E l RACCORDl ALTIMETRICl

Per ottenere un elevato comfort di marcia, è necessario prevedere, nella progettazione

ferroviaria, l'inserimento di:

- curve di transizione ovvero curve a raggio variabile nel passaggio rettifilo-curva

circolare o nei raccordi di continuità (curve policentriche);

- raccordi di sopraelevazione per il collegamento del tratto di rotaia privo di

sopraelevazione con quello sopraelevato.

Raccordi di sopraelevazione

Le grandezze caratteristiche, assunte per il dimensionamento dei raccordi di

sopraelevazione, sono il contraccolpo c e la velocità di rollio r.

Nell'ipotesi che il raccordo sia percorso a velocità costante l

tv

:

nca v

cl

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SGHEMBO

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CONTRACCOLPO

Esprimendo la velocità in km/h, si ottiene:

3[ / sec ]3,6

nca Vc m

l

Dall'analisi di dati sperimentali registrati su diverse reti ferroviarie, risulta noto in

Letteratura Tecnica che il comfort di marcia, può essere messo in relazione con il

contraccolpo c secondo le seguenti disuguaglianze:

c ≤ 0.3 m/sec3 comfort eccellente,·

0.3 < c ≤ 0.45 m/sec3 comfort buono,·

0.5 < c ≤ 0.7 m/sec3 comfort sufficiente,·

0.7 < c ≤ 0.85 m/sec3 comfort eccezionalmente accettabile.

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Velocità di rollio

La velocità angolare con cui un veicolo ferroviario, considerato rigido e di lunghezza

trascurabile, ruota intorno al punto di fermo sulla rotaia bassa nel piano perpendicolare

alla direzione del moto, ossia:

h

S t [rad/sec]

in cui:

- h sopraelevazione in mm·,

- S pari a 1500mm;

- t tempo di percorrenza del raccordo in sec.

Nell'ipotesi che il raccordo di lunghezza l (in m) sia percorso a velocità costante V (in

km/h) si ottiene:

3.6

h V

S l [rad/sec]

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Velocità di sollevamento

In alternativa alla velocità di rollio, si può far ricorso alla velocità di sollevamento Vs

pari alla componente verticale della velocità con lo quale si muove la ruota esterna,

percorrendo il raccordo di sopraelevazione, ossia:

3.6s

h VV

l [mm/sec]

600,040,40*1,0C

570,0380,350,8B

540,0360,250,6A

Vs

[mm/sec]

r[rad/sec]

c[m/sec3]

anc

[m/sec2]

RANGO

Velocità

* eccezionalmente e temporaneamente può raggiungere il valore di 0,6 m/sec2

Sulla Direttissima Roma-Firenze e sulle linee AV/AC sono stati adottati i seguenti valori:

23,40,15**AV/AC

37,50,24Direttissima

Roma-Firenze

Vs

[mm/sec]

c[m/sec3]

LINEE

** eccezionalmente

può arrivare fino al

valore di 0,25

m/sec3.

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Contraccolpo limite

Nel sistema ad alta velocità italiano, il contraccolpo limite è fissato in 0.15m/sec3, per

cui la lunghezza del raccordo di sopraelevazione è univocamente definita secondo le

relazioni:

3.6

nca Vl

c [m]

3.6

h Vl

S r [m]

3.6 s

h Vl

V [m]

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Raccordi

Il raccordo si realizza variando linearmente la quota della rotaia esterna (a pendenza i =

cost.) e introducendo un arrotondamento all'inizio e alla fine dello stesso.

ll

i = h/lh

addolcimento

addolcimento

Andamento lineare

Nonostante la semplicità costruttiva e manutentiva del raccordo lineare che ne ha

garantito l'impiego anche nell'alta velocità, è auspicabile l'utilizzo di raccordi di

sopraelevazione con andamento biquadratico.

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Raccordi

Il raccordo sinusoidale, se pur a fronte di un aumento della pendenza massima a parità

di lunghezza del raccordo, evita bruschi cambiamenti di c e r all'inizio e alla fine del

raccordo stesso.

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RACCORDI PLANIMETRICI

La definizione della forma e della lunghezza del raccordo di sopraelevazione rende

obbligata quella del raccordo planimetrico che, allo scopo di bilanciare istante per

istante la componente della forza centrifuga sul piano del ferro con la componente del

peso sullo stesso piano in modo tale che la loro differenza non presenti discontinuità o

inversioni di segno, deve:

- iniziare nello stesso punto del raccordo di sopraelevazione;

- avere la stessa lunghezza;

- produrre un andamento lineare dell'accelerazione centrifuga.

Per tale ultimo motivo nelle reti ferroviarie è stata adottata la

parabola cubica espressa dall'equazione intrinseca:

1 x

r L R

essendo R il raggio della curva e L la lunghezza del raccordo, approssimata alla

proiezione della curva stessa sull'asse delle ascisse, nel piano curvatura-spazio.

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Clotoide

Prendiamo in esame un elemento infinitesimo ds immediatamente a sinistra P e

chiamiamo d l’angolo che esso sottende. Risulta:

2

ds sdsd

r A

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Clotoide

Integrando e tenendo presente che la costante d’integrazione è nulla perché per s = 0

= 0, si ha:

2 2

2 22 2 2

s s A

A r r

2

22

A A sr

s

22

sA rs r

2

2 2A

s r Ar

Risulta:

cos

sen

dx ds

dy ds

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Clotoide

Attraverso un calcolo approssimato mediante sviluppo in serie, è possibile calcolare gli

elementi caratteristici della clotoide:

sen 22

cos

M

M

lx x r A r

y y r r r

l’espressione dello scostamento r fra l’asse x e la tangente al cerchio di centro M

parallela all’asse x si ricava attraverso la seguente espressione approssimata:

4 2 4 2

3 31

24 28 24 24

A A lr

r r r

dalla si ricava il valore di A:

3 324 1

14

rA r r

r

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EQUAZIONE DELLA PARABOLA CUBICA

All'origine del raccordo, essendo x = 0, si ha 1/r = 0, mentre alla fine del raccordo, nel

punto di contatto con lo curva circolare, essendo x = L, si ha 1/r = 1/R.

Per determinare l'equazione cartesiana della parabola cubica, si esamina l'espressione

della curvatura:

32

1

1

y

ry

in cui y’ è trascurabile rispetto all’unità, per cui:

1y

r

Sostituendo il valore della curvatura, si ottiene:

xy

L R

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Equazione cartesiana della parabola cubica

Integrando si ottiene il valore della tangente trigonometrica alla curva in esame:

integrando una seconda volta, si perviene all'espressione:

che rappresenta l'equazione cartesiana della parabola cubica:

3

6

xy

R L

- dove L è la lunghezza del raccordo di sopraelevazione;

- R è il raggio della curva circolare sulla quale il raccordo si attesta.

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Elementi caratteristici della parabola cubica

In un determinato punto di ascissa x0, rappresenta la tangente trigonometrica

dell'angolo che la tangente geometrica alla curva forma con l'asse delle ascisse, ovvero:

2

2

xy tg

R L

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Elementi caratteristici della parabola cubica

Nel punto terminale del raccordo (P) valgono le seguenti relazioni:

2

6P

Ly

R

2P

Ltg

R

la tangente lunga risulta pari a:

3

2

2

6 3

PL P

y L R L LT x L L

tg R L L

ossia:

2

3LT L

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Elementi caratteristici della parabola cubica

La tangente corta è pari a:

Trascurando L2 rispetto a 4R2, si ottiene il valore approssimato:

3K

LT

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Inserimento della parabola cubica nei tracciati ferroviari

Al fine di ottenere una soddisfacente qualità per la circolazione occorre che il raccordo

parabolico sia posizionato fra rettifilo e curva circolare in maniera tale che, sia all'inizio

che alla fine del raccordo stesso,

- ci sia contatto fra rettifilo e raccordo, da una parte, e fra raccordo e curva circolare,

dall'altra;

- nei punti di inizio e fine raccordo le due curve a contatto abbiano la stessa

tangente;

- nei punti di inizio e fine raccordo non ci siano discontinuità di curvatura.

Le tre condizioni vengono rispettate posizionando il raccordo parabolico

simmetricamente a cavallo del punto di tangenza con la conseguenza di ridurre il

raggio della curva circolare dello spostamento:

2 4

324 24

L AR m

R R

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Inserimento della parabola cubica nei tracciati ferroviari

È evidente che se si sovrappone alla curva circolare di raggio R un raccordo parabolico

partendo dallo stesso punto e con la stessa tangente, dopo un’uguale lunghezza

d'ascissa L il punto P sul raccordo parabolico presenta un'ordinata (yP) minore di quella

(yd) del punto corrispondente sul cerchio di raggio R.

Anche le tangenti alle due curve nel punto di ascissa x = L avranno un coefficiente

angolare diverso e precisamente la tangente alla parabola assume un valore minore

della tangente alla curva circolare, essendo P<< C.

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Inserimento della parabola cubica nei tracciati ferroviari

Per ottenere la condizione yc = yP basta spostare indietro, lungo il verso negativo

dell'asse delle ascisse, a partire da T, l'origine del raccordo parabolico, di quanto

necessario affinché l'ordinata del punto finale del raccordo P coincida con quella del

corrispondente punto A sul cerchio.

Così operando, però, resta insoddisfatta la condizione di uguale tangente, a causa della

presenza nel punto A di una discontinuità.

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Inserimento della parabola cubica nei tracciati ferroviari

Per ottenere la stessa tangente nel punto di contatto tra le due curve è necessario

ricorrere anche allo spostamento del cerchio verso il centro, oltre che allo scorrimento

di T verso T'.

La soluzione di tale problema è stata fornita da Nordling, da cui deriva il nome del

raccordo parabolico adottato nel trasporto su ferro.

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Raccordo Nordling

Il raccordo Nordling può essere implementato in due modi:

- a raggio conservato, spostando l'intera curva circolare parallelamente a se stessa,

secondo lo bisettrice dell'angolo al vertice;

- a centro conservato, distribuendo lo lunghezza del raccordo metà per parte

rispetto al punto di tangenza T della curva primitiva, bloccando nella sua posizione

originaria il centro della curva circolare e operando lo spostamento della curva

tramite lo riduzione del raggio R di una quantità m, pari allo scostamento.

La prima soluzione, che presenta il vantaggio di mantenere l'invariabilità del raggio R,

comporta alcune complicazioni per effetto dello spostamento del centro della curva,

che addirittura, per angoli al vertice piccoli, rende non applicabile tale metodologia

perché si hanno spostamenti del centro eccessivi.

La soluzione comunemente adottata è quella di inserimento a centro conservato.

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Calcolo dello scostamento m

L'ordinata del raccordo parabolico per x = L vale:

2

6p

Ly

R

L'ordinata del cerchio originario, per x = L/2, è ottenibile dalla seguente espressione:

2

8c

Ly

R

Alla fine del raccordo, le due curve devono essere a contatto, quindi, la circonferenza

deve spostarsi di:

2 2 2

6 8 24p c

l l lm y y

R R R

riducendo della stessa quantità il raggio della circonferenza.

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Raccordo Parabolico

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Calcolo dello scostamento m

L'introduzione del raccordo parabolico modifica il raggio della curva primitiva, della

quantità m:

RP = Rd + m

spostando il tracciato su di una curva derivata.

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Le policentriche

Si definiscono policentriche curve composte da più archi di cerchio di raggio differente

aventi, nel punto di contatto, la medesima tangente.

I due archi di cerchio componenti la policentrica saranno caratterizzati da due valori

diversi dell'accelerazione centrifuga non compensata per cui occorre introdurre, a

cavallo del punto di contatto, un raccordo che contenga il contraccolpo e la velocità di

rollio, raccordo, per altro, necessario anche geometricamente, possedendo essi due

sopraelevazioni differenti.

II dimensionamento del raccordo di sopraelevazione intermedio si ottiene applicando

gli stessi concetti espressi precedentemente adattandoli alla situazione di contatto fra

due curve, cioè:

3.6

ncV a

cl

3.6

h V

s l

dove anc e h sono le differenze fra i valori delle accelerazioni non compensate e delle

sopraelevazioni relativi alle due curve componenti la policentrica.

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Le policentriche

L'introduzione di un raccordo di sopraelevazione intermedio impone la creazione di un

raccordo parabolico che eviti brusche variazioni all’accelerazione centrifuga non

compensata.

Imponendo al raccordo parabolico nel suo punto

d’inizio la curvatura della prima curva

componente la policentrica e nel punto di fine

quella della seconda curva, il raccordo parabolico

stesso si sviluppa a cavallo del punto di tangenza

T, e la curva di raggio minore avrà una riduzione

di raggio pari a: 2

1 2

1 1

24

lm

R R

Mentre il raccordo intermedio intercetta l’asse

delle y a una distanza dall'origine pari ad m/2.

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Le policentriche

L'introduzione fra i due tratti di curva circolare componenti una policentrica di un

raccordo parabolico della stessa lunghezza del raccordo di sopraelevazione permette

una variazione lineare dell'accelerazione centrifuga non compensata, ma richiede lo

spostamento m.

Nel caso in cui quest'ultimo sia incompatibile con punti fissi esistenti di una linea in

esercizio, la lunghezza del raccordo parabolico dovrà essere determinata in funzione

del valore massimo accettabile di m e il raccordo di sopraelevazione entrerà nei due

tratti di curva circolare avendo attribuito al punto di mezzo del raccordo parabolico la

sopraelevazione:

1 2

2m

h hh

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Le policentriche

L'andamento dell'accelerazione centrifuga non compensata sarà sempre lineare,

essendo tale sia la variazione della sopraelevazione che quella della curvatura nel

raccordo parabolico intermedio, ma presenterà due discontinuità e altrettanti

cambiamenti di segno delle pendenze in corrispondenza di punti inizio e fine del

raccordo parabolico stesso.

Le verifiche dei valori di c e dovranno essere effettuate sia nei tratti in cui il raccordo

parabolico coesiste con il raccordo di sopraelevazione che nei tratti in cui esso entra

nelle curve circolari.

Presentandosi tale necessità nel tratto intermedio, essa si ripresenterà anche

all'ingresso e all'uscita della policentrica dove sarà ancora necessario far entrare il

raccordo di sopraelevazione nel tratto di curva circolare, essendo da evitare il suo

attestamento nel punto di fine raccordo parabolico per l'inversione di segno che

subirebbe l'accelerazione in corrispondenza del punto di inizio del raccordo parabolico.

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Le policentriche

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Le policentriche

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RACCORDI VERTICALI

Individuata la pendenza delle livellette Ie si raccorda con un raccordo cilindrico

determinandone il raggio (maggiore di 3.000m) fissando un'accelerazione verticale

accettabile.

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Intervia e Interasse

Nelle linee a doppio binario:

- intervia la distanza fra i bordi interni delle due rotaie interne,

- interasse la distanza fra gli assi di due binari adiacenti.

II valore attribuito alle due grandezze, che differiscono fra di loro per uno scartamento,

e stato, inizialmente, dettato dall' esigenza di realizzare franchi di sicurezza fra Ie

sagome dei due treni incrocianti, considerando anche, in stazione, la possibilità di

incrocio di due treni con gli sportelli lasciati aperti.

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Intervia e Interasse Sagoma limite FS

PIANO DEL FERRO

32

5038

00430

0

130

25

0

1100

2750

2900

2550

3200

Sagoma limite FS

Successivamente, per i binari di stazione, si è presa in considerazione anche la sicurezza

degli addetti alle manovre e di chi deve operare negli scali.

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Intervia e Interasse

Recentemente, con l'aumento delle velocità della circolazione si è tenuto conto dei

fenomeni aerodinamici che si manifestano soprattutto in galleria fra i due convogli.

Esperimenti condotti su modelli in scala 1/20 hanno dimostrato che:

- superato il valore dell'interasse di 4,50 m si ha una riduzione sensibile dell'onda di

pressione che un treno produce percorrendo una galleria;

- il beneficio della carenatura diminuisce con l'aumentare dell'interasse:

dimezza la sovrappressione per interassi di 3,80 m, mentre diminuisce solo del 30 -

40% per interassi di 4,20 m;

- interassi di 3,50 m consigliano limitazioni alla velocità di incrocio in galleria.

La rete FS è impostata su di intervia di 2,12 m (interasse: 3,555 m) chiaramente fissata

per ridurre al minimo gli ingombri e, quindi, Ie sezioni delle opere d'arte e delle gallerie.

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Intervia e Interasse

Tale valore, che permette l'incrocio di sue sagome FS al lordo dei loro franchi a una

distanza di soli 6 cm, impone che lungo Ie curve venga introdotto un allargamento

dell'intervia per consentire I'incrocio di carri lunghi senza interferenza.

Occupazione di sagoma in curva

Il mantenimento in curva delle stesse condizioni di circolazione che si hanno in rettifilo

si ottengono introducendo un allargamento di intervia:

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Intervia e Interasse

p è la distanza fra i perni dei carrelli;

lc è la lunghezza del veicolo;

R è il raggio della curva.

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La progettazione di una nuova linea

Consideriamo come dati d’ingresso la velocità della circolazione lenta e quella della

circolazione veloce (che nella normativa italiana è la velocità di rango A) nonché

I'accelerazione centrifuga non compensata e quella centripeta.

Rimangono cosi determinati il raggio minimo delle curve, Rmin e la sopraelevazione

massima hmax.

Occorre determinare l’equazione con la quale calcolare la sopraelevazione sulle curve

di raggio superiore a Rmin: 2

max max

max

11.8h V

hh j R

[mm]

che diventa: 2

max

2 2 2

max min max

2

max

2 2

max min

11.8

Ve j j

V V Vh

V Re j

V V

2

max

2 2

max min

2

max

2 2

max min

11.8h

Ve j j

V Vk

Ve j

V V

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La progettazione di una nuova linea

2

maxh

Vh k

R [mm]

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La progettazione di una nuova linea

Se si dimensiona il raccordo di sopraelevazione in funzione del valore massimo

accettabile della sopraelevazione, e adottando per la velocità di rollio il valore massimo

accettabile per il rango A, si ha:

maxmax max

1600.82

3.6 3.6 1500 0.036

h Vl V V

s r [m]

600,040,40*1,0C

570,0380,350,8B

540,0360,250,6A

Vs

[mm/sec]

r[rad/sec]

c[m/sec3]

anc

[m/sec2]

RANGO

Velocità

* eccezionalmente e temporaneamente può raggiungere il valore di 0,6 m/sec2

- Lunghezza del raccordo di sopraelevazione e del raccordo parabolico di circa 148 m

- Velocità massima di 180 km/h

- Sghembo 1,08‰ in corrispondenza della curva con sopraelevazione di 160 mm.

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La progettazione di una nuova linea

Adottando la parabola cubica per il raccordo planimetrico lo spostamento della

medesima curva circolare rispetto alla posizione originaria vale:

2 22

max0.82

0.02824 24

maxV Vlm

R R R [m]

Nel campo dell'alta velocità è il contraccolpo c (fissato nel limite massimo di 0,15 m/s3)

che determina la lunghezza del raccordo parabolico:

max max

0.61.11

3.6 3.6 0.15

nca Vl V V

c [m]

23,40,15**AV/AC

37,50,24Direttissima

Roma-Firenze

Vs

[mm/sec]

c[m/sec3]

LINEE

** eccezionalmente

può arrivare fino al

valore di 0,25

m/sec3.

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Studio di linee in esercizio

L'analisi delle caratteristiche geometriche di una linea ferroviaria in esercizio può essere

finalizzata a:

migliorare il comfort di marcia, verificando i parametri cinematici;

migliorare Ie prestazioni della linea.

Il contenimento del contraccolpo c e della velocità di rollio r entro i limiti richiesti,

risulta generalmente garantito sulle linee dotate di raccordi parabolici, la cui lunghezza

è calcolata in base alla lunghezza delle rampe di sopraelevazione ovvero in base alla

pendenza ammissibile delle rampe:

- 1,0‰ per velocità superiori a 100 km/h;

- 1,5‰ per velocità comprese tra 75 e 100 km/h;

- 2,0‰ per velocità inferiori a 75 km/h.

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PLANIMETRIE

Si definisce tracciato di una linea ferroviaria la proiezione orizzontale dell'asse del

binario.

II tracciato rappresentato su una carta topografica è costituito da segmenti e archi di

circonferenze che rappresentano rettilinei e curve.

Nella rappresentazione grafica il tracciato è rappresentato da una sola linea (I'asse del

binario) e a questa linea vengono riferiti tutti gli elementi:

- Progressiva chilometrica.

- Quota altimetrica.

- Raggi e sviluppi delle curve.

- Lunghezza dei rettilinei.

- Progressive dei punti di tangenza tra curve e rettilinei.

- Collegamenti tra pili binari.

Lo studio definitivo di un tracciato viene realizzato in scala 1:1000, mentre nella scala

1:500 vengono indicate Ie curve di raccordo tra rettilinei e curve.

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PROFILO DI UNA LINEA

II profilo della linea rappresenta I'andamento altimetrico del binario ed è costituito da

una serie di segmenti a pendenza costante detti livellette.

II profilo è corredato dalle indicazioni - In alto:

1. Caratteristiche delle livellette (Iunghezze, dislivelli, pendenze);

2. Distanza tra Ie stazioni.

In basso:

1. Quote sul livello del mare e punti di cambio livellette;

2. Progressiva espressa in chilometri ed ettometri;

3. Lunghezza dei tratti in curva (raggi e senso della curva) e dei rettilinei.

Infine, sul profilo vengono indicate Ie opere d'arte, i segnali fissi, i passaggi a livello,

case cantoniere nonché Ie progressive delle punte degli scambi estremi delle stazioni.

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PROFILO