INFLUENZA A(H1N1)v Anno 2009-2010€™aggiornamento n 1 della Regione Lazio, le indicazioni del...

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2 INFLUENZA A(H1N1)v Anno 2009-2010

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INFLUENZA A(H1N1)v Anno 2009-2010

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INDICE

Premessa

pag. 4

Ministero della Salute Circolare 0003073-P-28/04/2009

pag. 5

Regione Lazio Aggiornamento n°1 del 30/04/2009

pag. 9

Disposizioni Ministeriali e Regionali Attualmente In Vigore

pag. 15

Disposizioni Aziendali

pag. 22

Allegati

pag. 23

4

PREMESSA

Per fronteggiare il pericolo di un’eventuale pandemia influenzale da nuovo virus A H1N1 il

Ministero della Salute ha inviato alle Regioni la Circolare 0003073-P-28/04/2009 per

l’implementazione delle misure di prevenzione e controllo da adottare.

La Regione Lazio recependo le indicazioni Nazionali ha emanato l’Aggiornamento n°1 del

30/04/2009 “Indicazioni operative per Direzioni Sanitarie, Pronto Soccorso, Laboratori di analisi

ospedalieri, Servizi di igiene e sanità pubblica”.

Nel corso dei mesi, con l’evolversi della situazione epidemiologica, il Ministero ha più volte

modificato le modalità di sorveglianza, prevenzione e controllo dell’influenza A H1N1, passando

dalle misure di “contenimento”, focalizzate sulla prevenzione dell’introduzione dell’infezione in

aree indenni, alle misure di “mitigazione” delle conseguenze del diffondersi della pandemia.

Di seguito si riportano: le disposizioni emanate dalla prima circolare Ministeriale del 28/04/2009,

l’aggiornamento n°1 della Regione Lazio, le indicazioni del Ministero della Salute e gli

aggiornamenti della Regione Lazio attualmente in vigore, nonché gli atti e disposizioni aziendali

pertinenti.

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Tratto da : “Ministero della Salute Circolare 0003073-P-28/04/2009”

DEFINIZIONE DI CASO

Criteri Clinici

Sintomi descrivibili come da:

- Influenza like illeness (ILI) = sindrome simil influenzale

- Infezione respiratoria acuta

Quali febbre con almeno uno dei seguenti sintomi : Tosse, cefalea, rinorrea, mal di gola diarrea,

vomito, mialgia.

Criteri di Laboratorio

Almeno dei seguenti saggi:

- RT-PCR specifica per nuovo virus A/H1N1;

- Aumento di quattro volte degli anticorpi specifici per virus dell’influenza di tipo A/ H1N1

(necessità di test comparativi tra campioni biologici prelevati durante la fase acuta della malattia e

durante la convalescenza, almeno a distanza di dieci - ventuno giorni);

- Isolamento del virus in coltura.

Criteri epidemiologici

Almeno uno dei seguenti criteri, per una persona che, nei sette dieci giorni precedenti l’esordio

della sintomatologia:

- ha avuto contatti ravvicinati con un caso umano sintomatico di influenza da nuovo virus

A/H1N1

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- a viaggiato o proveniente da un’ area della quale siano stati confermati casi di influenza da

nuovo vistrus A/H1N1

Le Definizione di caso sono le seguenti:

Caso “sospetto” : una persona che risponda ai criteri clinici ed epidemiologici

Caso “probabile" : una persona che risponda ai criteri clinici ed epidemiologici e positiva per una

infezione da virus dell’influenza A o di altro tipo non tipizzabile, oppure una persona che risponda

ai criteri clinici ed abbia connessione epidemiologica con un caso confermato probabile.

Caso “confermato”: una persona che risponda ai criteri clinici ed epidemiologici e con conferma di

laboratorio per infezione da nuovo virus dell’influenza A/H1N1.

GESTIONE DEI CASI SOPETTI, PROBABILI E CONFERMATI

Tali indicazioni si applicano a soggetti con febbre e sintomi respiratorio, provenienti da aree affette

e che abbiano sviluppato i sintomi entro 7- 10 giorni dal ritorno in Italia o che siano stai a stretto

contatto con casi confermati di influenza umana da nuovo virus A(H1N1).

Notifica immediata (entro 12 ore ) di caso sospetto probabile e confermato con la scheda allegata.

NOTIFICA

I casi rispondenti alla definizione di caso “sospetto” sopra indicata, vanno immediatamente

segnalati , possibilmente per telefono/mail, e notificati, seguendo le modalità previste per le

“malattie di classe I del Decreto Ministeriale (DM) 15 dicembre 1990”:

- Il medico che effettua la diagnosi segnala il caso sospetto alla Azienda Sanitaria Locale

competente per territorio con mezzi rapidi (Fax, posta elettronica) utilizzando la scheda

allegata al presente documento, compilata in tutte le sue parti;

- L’ Azienda Sanitaria Locale trasmette le segnalazione contestualmente all’ Assessorato

Regionale alla Sanità, al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ed

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all’Istituto Superiore di Sanità ed effettua l’indagine epidemiologica per individuare

possibili contatti del caso.

MISURE PER LIMITARE LA DIFFUSIONE

A) isolamento di caso sospetto, probabile e confermato:

- Isolamento domiciliare, se lo stato clinico lo consente, per almeno 7-10 giorni

dall’insorgenza dei sintomi con sorveglianza sanitaria attiva (che prevede misurazione della

temperatura almeno due volte al giorno ) effettuata dagli organi territoriali competenti ;

- isolamento ospedaliero in casso di malattia grave.

B) procedure durante il triage clinico:

- evitare la permanenza in sale d’attesa comuni;

- usare stanze dedicate per la valutazione clinica;

- per il trasporto dei casi sospetti, probabili e confermati anche dai punti di ingresso (esempio

dall’aeroporto al centro di trattamento ) utilizzare ambulanze dedicate.

C) adozione delle principali norme igieniche sanitarie e respiratorie da implementare anche al

domicilio (frequente lavaggio delle mani , nell’assistenza dei casi uso delle maschere

chirurgiche, come da indicazioni di seguito riportate ).

MISURE DI IGIENE E PROTEZIONE INDIVIDUALE

La trasmissione interumana del virus dell’influenza si può verificare per via aerea attraverso le

gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche per via indiretta attraverso il contatto con

mani contaminate dalle secrezioni respiratorie.

Per questo, una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie è essenziale nel limitare la

diffusione dell’influenza.

Recentemente l’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ha valutato le

evidenze sulle misure di protezione personali (non farmacologiche) utili per ridurre la trasmissione

del virus dell’influenza, ed ha raccomandato le seguenti azioni:

1. lavaggio delle mani (in assenza di acqua, uso di gel alcolici): fortemente raccomandato;

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2. buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i

fazzoletti e lavarsi le mani): raccomandato;

3. isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase

iniziale: raccomandato;

4. uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologie influenzali, quando si trovano

in ambienti sanitari (ospedali): raccomandato.

Adottare misure quali: l’igiene respiratoria (contenimento degli starnuti e dei colpi di tosse con la

protezione della mano o di un fazzoletto, evitando contatti ravvicinati se ci si sente influenzati);

ovvero compiere un gesto semplice ed economico, come il lavarsi spesso le mani, in particolare

dopo essersi soffiati il maso o aver tossito o starnutito, costituisce un rimedio utile per ridurre la

diffusione dei virus influenzali, così come di altri agenti infettivi.

Sebbene tale gesto sia sottovalutato, esso rappresenta sicuramente l’intervento preventivo di prima

scelta ed è pratica riconosciuta, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS ), tra le più

efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni anche negli ospedali.

MISURE PER GLI OPERATORI SANITARI

A) Gli operatori sanitari a stretto contatto con casi sospetti dovrebbero:

● Indossare misure di protezione individuali (es. maschere chirurgiche, guanti, camici

monouso) durante le procedure standard;

● in caso di procedure che possono generare aerosol indossare correttamente una maschera

filtrante (FP2), camice monouso, guanti e occhiali protettivi;

● in caso di non osservanza delle precedenti indicazioni deve essere valutata l’indicazione

all’utilizzo di profilassi antivirale per il personale esposto.

B) I dispositivi di protezione individuale (DPI) usati devono essere smaltiti come rifiuti sanitari.

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MISURE NEI CONFRONTI DEI CONTATTI STRETTI DEI “CASI PROBABILI”

La sorveglianza sanitaria attiva (che prevede misurazione della temperatura almeno due volte al

giorno per 7-10 giorni) è a carico degli organi competenti, per i contatti stretti del caso probabile.

I contatti stretti sono definiti quali:

● conviventi del caso;

● compagni di banco e di classe del caso (con sintomi che causano emissione di goccioline di

saliva come starnuti o tosse);

● degenti nella stessa stanza ospedaliera del caso o persone che condividono la camerata con il

caso;

● persone che hanno contatti con veicoli contaminati da secrezioni respiratorie del caso;

● soggetti seduti nella stessa fila o entro le due file avanti o dietro su un volo di lunga percorrenza

(almeno 4 ore) di un caso (con sintomi che causano emissione di goccioline di saliva come

starnuti o tosse).

Tratto da: REGIONE LAZIO Aggiornamento n°1 del 30/04/2009

“Indicazioni operative per Direzioni sanitarie, Pronto soccorso, Laboratori di analisi

ospedalieri, Servizi di igiene e sanità pubblica “

IL SOSPETTO DIAGNOSTICO E LA DEFINIZIONE DI CASO

Nel momento in cui un soggetto con sintomi influenzali e criteri di pregressa esposizione a virus

dell’influenza A/H1N1 si presenta o viene trasportato presso il Pronto Soccorso di una struttura

Ospedaliera, il personale sanitario che lo accoglie applica la definizione di caso.

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GESTIONE DEI CASI SOSPETTI/PROBABILI/CONFERMATI

In base alla definizione di caso sospetto, viene avviato l’iter diagnostico che prevede, in aggiunta

alle normali procedure di Pronto soccorso,

1. Il prelievo di campioni biologici dal tratto respiratorio superiore (tampone nasofaringeo o

tampone orofaringeo) o inferiore (espettorato o liquido di lavaggio bronco alveolare) per

l’effettuazione dei successivi test diagnostici (test rapido, esami molecolari, esami

sierologici).

2. La tipologia dei campioni biologici, le modalità di prelievo, conservazione, trasporto e

consegna dei campioni diagnostici ai Laboratori di riferimento Regionali sono riportate

nell’allegato tecnico disponibile all’indirizzo internet www.asplazio.it .

3. La raccolta del materiale biologico deve avvenire adottando le precauzioni standard e i

dispositivi di protezione individuale previsti per la protezione delle mucose e delle vie

respiratorie. Il laboratorio di analisi deve essere preavvertito telefonicamente dell’arrivo del

materiale.

4. Il test rapido per l’identificazione dell’infezione da virus dell’influenza A dovrà essere

eseguito preferenzialmente in loco utilizzando il kit specifico che verrà messo a disposizione

gratuitamente dall’ASP dopo il 4 maggio p.v., e l’esito del test dovrà essere comunicato

all’ASP con le modalità descritte sotto la voce sistema informativo nel sito www.asplazio.it

5. Nel caso di risposta positiva per virus A o anche in caso di risposta negativa del test

rapido, una parte del materiale biologico campionato verrà inviato, per l’indagine

molecolare, dalla Direzione Sanitaria di Presidio Ospedaliero a uno dei due Laboratori di

Riferimento Regionali, ciascuno per la propria area di competenza territoriale. I Laboratori

di Riferimento individuati sono: il Laboratorio di analisi II (Microbiologia e Virologia)

dell’Università Cattolica del S. Cuore, Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli”

per le ASL: RMA, RME, RMF, RMG, Rieti, Viterbo; e il Laboratorio di Virologia

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dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “L. Spallanzani” di Roma per le ASL: RMB,

RMC, RMD, RMH, Frosinone, Latina.

In caso di positività per virus B il materiale non dovrà essere inviato ai laboratori di

riferimento

6. In caso di risposta positiva per virus A del test il malato andrà inviato con trasporto protetto

in ambulanza della ASL o AO del Presidio sede di Pronto Soccorso (in caso di

indisponibilità dell’ambulanza si attiva la più vicina postazione del 118) verso strutture di

ricovero definite nel Piano Pandemico Regionale. In particolare tali strutture sono state

identificate dalla Regione Lazio nelle seguenti:

● Istituto Nazionale per le Malattie Infettive L. Spallanzani, cui viene assegnato

il compito di identificare e gestire i primi casi di malattia, in particolare,

mancando di PS, quelli che provengono da altri ospedali;

● i reparti di Malattie Infettive degli ospedali del Lazio, destinati alla gestione

dei casi nell’eventualità in cui il numero di essi eccedesse la capienza dello

Spallanzani verranno successivamente definiti.

7. In generale, le persone con febbre o malattie respiratorie acute andrebbero valutate in una

zona separata del Pronto Soccorso o identificando aree in altre strutture dell’ospedale.

Tutte le persone convogliate in queste aree dovrebbero essere adeguatamente assistite,

informate e rifornite di mascherina chirurgica per ridurre la dispersione di goccioline

respiratorie nell’ambiente.

8. Per la prevenzione della trasmissione di tutte le malattie respiratorie in ambito sanitario

devono essere applicate specifiche misure di controllo in occasione del primo contatto con

qualsiasi persona potenzialmente affetta.

9. Organizzazione del triage: è necessario prevedere modalità di triage specifiche che,

favorendo l’individuazione rapida dei casi e la rapida attuazione delle procedure di

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isolamento, oltre ad assicurare la rapidità delle cure ai pazienti più urgenti, devono ridurre

quanto più possibile il rischio di trasmissione nosocomiale della patologia agli altri soggetti

suscettibili presenti nel DEA (Piano pandemico regionale - allegato 5 – pag 64-65).

10. Indicazioni terapeutiche: I casi sospetti con prima conferma diagnostica al test rapido da

parte del Laboratorio del Presidio Ospedaliero sede di Pronto Soccorso iniziano il

trattamento farmacologico presso il Pronto Soccorso con i farmaci antivirali oseltamivir e

zanamivir, che saranno forniti gratuitamente con modalità che verranno successivamente

definite.

Le caratteristiche delle strutture di ricovero per l’assistenza dei malati, in base alla fase pandemica,

sono definite in dettaglio nell’ambito del Piano Pandemico Regionale – all. 4, pag. 61-62.

Le misure generali da adottare per la prevenzione delle infezioni ospedaliere sono riportate

nell’ambito del Piano Pandemico Regionale – all. 4, pag. 63.

Notifica del caso sospetto/probabile/accertato (Rif. Piano Pandemico regionale, allegato 6, pag

66)

I casi sospetti, probabili e confermati devono essere notificati, con i tempi e le modalità previste dal

Piano Pandemico Regionale (DGR n. 302 del 24 aprile 2008 – Allegato 6) consultabile

all’indirizzo internet www.asplazio.it . Il medico di Pronto Soccorso che effettua la diagnosi di caso

sospetto/probabile/confermato deve segnalare, immediatamente o comunque entro il termine

massimo di 12 ore, il caso al Servizio di Igiene Pubblica della ASL competente per territorio con

mezzi rapidi (fax, posta elettronica) utilizzando la scheda di notifica di malattia infettiva

(modello I) riportata nel sopra citato Piano Pandemico Regionale, (allegato 6 pag. 76).

Laboratorio di analisi

SISP (Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ASL)

Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica che riceve la notifica di un caso sospetto/probabile/accertato

di infezione da virus dell’influenza A/H1N1 si attiva per l’indagine epidemiologica finalizzata alla

identificazione dei contatti e per l’adozione delle misure di profilassi a tutela della salute pubblica.

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DEFINIZIONE DI CASO

La definizione di caso è contenuta nella nota prot 00073-P-28/4/2009 del Ministero del Lavoro della

Salute e delle Politiche Sociali consultabile sul sito www.ministerosalute.it .

Procedure e schede per la notifica di casi e dei cluster (Rif. Piano Pandemico regionale, all. 6,

pag 66)

Per la notifica dei casi singoli e dei cluster sono state predisposte, nell’ambito del Piano Pandemico

Regionale (allegato 6, pag 76-78), tre distinte schede in cui le informazioni da raccogliere sono state

selezionate tenendo presente da un lato le finalità epidemiologiche, dall’altro l’esigenza di tutela

della salute pubblica:

scheda per la notifica del caso (sospetto, probabile o accertato) dal medico che fa la diagnosi alla

ASL (Modello I);

scheda per la notifica del caso dalla ASL alla Regione (Modello II);

scheda per la notifica di evento epidemico dalla ASL alla Regione (Modello III).

Il Modello I contiene un set minimo di informazioni che permettono di identificare il caso, il luogo

in cui si trova, l’inizio dei sintomi, le misure adottate in termini di terapia e i fattori di rischio. Il

modello I dovrà essere utilizzato per la segnalazione del caso alla ASL.

Il Modello II prevede un maggior numero di informazioni che verranno acquisite dai medici del

Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) della ASL territorialmente competente tramite colloquio

(diretto o telefonico) con il personale sanitario che ha in cura il soggetto, con il soggetto stesso e/o

con i suoi familiari.

Il Modello III, deve essere utilizzato per la segnalazione dei focolai epidemici e inviato al livello

Regionale insieme con le schede di notifica dei casi singoli (Modello I) per ogni caso facente parte

del focolaio epidemico.

Flusso informativo (Rif. Piano Pandemico regionale, allegato 6, pag 68)

Il flusso informativo previsto in caso di pandemia influenzale è descritto in dettaglio nell’ambito del

Piano Pandemico Regionale a cui si rimanda per eventuali approfondimenti. In sintesi:

• Il medico che effettua la diagnosi di caso sospetto/probabile/confermato deve segnalare,

immediatamente o comunque entro il termine massimo di 12 ore, il caso al Servizio di

Igiene Pubblica della ASL competente per territorio con mezzi rapidi (fax, posta elettronica)

utilizzando la scheda di notifica di malattia infettiva (modello I).

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• Nel caso che il paziente venga inviato direttamente allo Spallanzani il medico del reparto

tramite la Direzione Sanitaria effettua la notifica (invio Modello I tramite fax o invio

telefonico delle informazioni) al Servizio di Igiene Pubblica della ASL di competenza

territoriale al massimo entro 12 ore dall’osservazione.

• Nel caso che il paziente venga inizialmente accolto da un qualsiasi ospedale e poi trasferito

allo Spallanzani il medico segnalatore tramite la Direzione Sanitaria Ospedaliera effettua la

notifica al Servizio di Igiene Pubblica della ASL di competenza territoriale

• Il SISP trasmette immediatamente la segnalazione alla ASL di residenza del paziente (se

diversa) per permettere l’identificazione, l’informazione e l’eventuale profilassi dei contatti,

e a Laziosanità-ASP per il monitoraggio dell’epidemia.

• Laziosanità-ASP trasmette periodicamente l’elenco dei casi al Ministero della Salute e

all’Istituto Superiore di Sanità.

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DISPOSIZIONI MINISTERIALI E REGIONALI ATTUALMENTE IN VIGORE

DEFINIZIONE DI CASO (Regione Lazio Aggiornamento n. 5 del 07.08.2009 Rif. C.M.S.

27/7/09)

La diagnosi di influenza da virus A(H1N1)v è basata sul solo criterio clinico e viene definita come

un’affezione respiratoria acuta ad esordio brusco e improvviso con febbre ≥ 38 °C, accompagnata

da almeno un sintomo tra i seguenti:

• Cefalea

• Malessere generalizzato

• Sensazione di febbre (sudorazione, brividi)

• Astenia

E da almeno uno dei seguenti sintomi respiratori:

• Tosse

• Faringodinia

• Congestione nasale

Per la diagnosi clinica di influenza nel bambino è importante considerare quanto indicato per gli

adulti tenendo conto che:

1. i bambini più piccoli non sono in grado di descrivere la sintomatologia sistemica, che invece si

può manifestare con:

- irritabilità

- pianto

- inappetenza

2. nel lattante l’influenza è spesso accompagnata da vomito e diarrea e solo eccezionalmente

da febbre;

3. occhi arrossati e congiuntivite sono caratteristici di influenza nei bambini in età prescolare, in

caso di febbre elevata;

4. nel bambino di 1-5 anni la sindrome influenzale si associa frequentemente a laringotracheite e

bronchite e a febbre elevata.

Attenzione:

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• La diagnosi di influenza da nuovo virus A(H1N1) deve essere presa in considerazione anche

in assenza di viaggi all’estero nei sette giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia

influenzale.

• Non è necessaria la conferma virologica per tutti i casi che rientrano nella definizione sopra

riportata

SEGNALAZIONE/NOTIFICA DEI CASI ( Regione Lazio Aggiornamento n. 5 del 07.08.2009

rif. C.M.S. 27/7/09 )

I casi rispondenti alla definizione clinica di caso devono essere notificati con i tempi e le modalità

previste per le malattie infettive di classe I dal DM del Ministero della Sanità del 15/12/1990,

recepito nella Regione Lazio con la DGR 8216 del 27/10/93.

• Il medico che effettua la diagnosi deve segnalare, immediatamente o comunque entro il termine

massimo di 12 ore, il caso al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) della ASL competente per

territorio con mezzi rapidi (fax, posta elettronica) utilizzando il modello mi/base.

.

GESTIONE DEI CASI (Regione Lazio Aggiornamento n. 5 del 07.08.2009 rif. C.M.S. 27/7/09)

Per limitare la diffusione del virus si raccomanda di dare la massima importanza alle misure di

isolamento domiciliare per i casi che rispondono alla definizione clinica sopra riportata, non

accompagnate da sorveglianza sanitaria attiva, e di evitare che questi vengano in contatto con

persone appartenenti a categorie a rischio quali malati cronici, immunodepressi, anziani fragili, etc..

In particolare gli operatori del SISP di residenza contattano il caso e forniscono tale

raccomandazione unitamente alle misure di igiene e protezione individuale che devono essere

adottate per limitare la diffusione del contagio agli eventuali contatti. Non sono previste misure di

sorveglianza sanitaria attiva e isolamento per i contatti dei casi.

Per quanto attiene l’ospedalizzazione dei casi che rispondono alla definizione clinica sopra riportata

è molto importante definire i criteri di ospedalizzazione, per i quali si rimanda alle Linee Guida per

la gestione della sindrome influenzale aggiornate nel 2008 (Allegato 1 ).

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TRATTAMENTO DEI CASI (Regione Lazio Aggiornamento n. 5 del 07.08.2009 Rif. C.M.S.

22/7/09)

Per il trattamento dell’infezione da virus A(H1N1)v sono attualmente indicati i farmaci antivirali

inibitori della neuraminidasi, oseltamivir e zanamivir. Il trattamento farmacologico nei casi

sospetti, probabili o confermati di influenza A(H1N1)v dovrebbe essere considerato

specialmente nei soggetti con un elevato rischio di sviluppare complicanze gravi in corso di

infezione o con un quadro clinico grave. In particolare il trattamento con antivirali è:

1. fortemente raccomandato in caso di pazienti che presentano i seguenti indicatori di gravità:

• ipossia (anche con radiografia del torace negativa);

• shock ipotensivo;

• alterazione del sensorio;

2. raccomandato per:

• gravidanza o donne in allattamento;

• asma in trattamento;

• obesi con Indice di Massa Corporea (BMI- body mass index) superiore a 30;

3. deve essere considerato per:

• adulti di età > 65 anni;

• persone affette da malattie croniche polmonari, cardiovascolari (esclusa l’ipertensione), renali,

epatiche, ematologiche, neurologiche, neuromuscolari, diabete e altri disordini metabolici, infezione

da HIV ed immunodepressi per cause naturali o iatrogene);

• bambini di età < 2 anni (in questo caso il trattamento andrà instaurato e monitorato con estrema

cautela).

Attenzione:

I pazienti con influenza non complicata, specialmente adolescenti e giovani adulti, possono

essere trattati in modo sintomatico e non necessitano di interventi specifici.

Nei casi in cui sia indicato il trattamento deve essere iniziato il più presto possibile dopo la

comparsa dei sintomi e portato a termine a meno della comparsa di eventi avversi.

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La durata del trattamento terapeutico è di 5 giorni. I dosaggi consigliati sono riportati nelle

tabelle in allegato ( allegato n.2)

Profilassi Dei Contatti

Per la profilassi dei contatti possono essere utilizzati i farmaci antivirali inibitori della

neuraminidasi, oseltamivir e zanamivir. La profilassi è:

1. raccomandata per i contatti stretti (di casi probabili o confermati di infezione da virus AH1N1v)

che rientrano nelle categorie a rischio per lo sviluppo di complicanze in corso di influenza, così

come definite ai punti 2 e 3 del paragrafo precedente;

2. deve essere considerata:

• per i bambini, contatti stretti di un caso, che frequentano collettività e siano ad alto rischio di

sviluppare complicanze in corso di infezione da virus influenzale

• per gli operatori sanitari che abbiano riportato un’esposizione a materiale infetto o a casi e che non

abbiano osservato le precauzioni standard e di igiene respiratoria, né utilizzato i dispositivi di

protezione individuali.

La durata del trattamento profilattico è di 10 giorni. I dosaggi consigliati sono riportati nelle

tabelle in allegato (allegato n.2).

SORVEGLIANZA VIROLOGICA (Regione Lazio aggiornamento n°6 del 26/08/09 Rif. CMS

27/7/09 ed Nota Esp. 7/8/09)

L’indagine virologica dovrà essere effettuata nei casi che presentano un quadro clinico impegnativo

tale da richiedere il ricovero.

L’indagine virologica dovrà, inoltre, essere effettuata su un campione casuale dei casi notificati

settimanalmente e definiti sulla base del criterio clinico.

Vengono di seguito definiti i criteri per la estrazione e quantificazione del campione casuale di casi

definiti sulla base del criterio clinico, su cui effettuare l’indagine virologica. In aggiunta ai casi

ospedalizzati, il tampone faringeo, per la conferma di laboratorio dovrà essere effettuato:

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ai casi appartenenti a cluster autoctoni a trasmissione locale (i primi casi con

sintomatologia clinica di ciascun cluster, da un minimo di 2 ad un massimo di 5 casi a seconda della

dimensione del cluster). Il Servizio di Igiene Pubblica della ASL in cui si verifica il cluster

seleziona i casi da sottoporre ad esame e li avvia al pronto soccorso del più vicino ospedale.

Contestualmente comunica allo stesso pronto soccorso i nominativi dei soggetti e il motivo

dell’accertamento diagnostico (appartenenza a un cluster autoctono).

casi secondari (insorti da contatto con un caso importato) e ai casi autoctoni sporadici

(senza ricostruzione della catena di trasmissione), assicurando che un campione ogni 10 casi

venga prelevato. La selezione dei casi su cui effettuare il tampone faringeo verrà effettuata

direttamente presso i pronto soccorso delle strutture ospedaliere.

I campioni biologici dovranno essere raccolti presso i pronto soccorso e/o i reparti di ricovero

dei pazienti e inviati ai due Laboratori di riferimento regionali secondo le modalità già

definite.

I Laboratori provvederanno al successivo inoltro dei campioni per gli accertamenti finali al Centro

Nazionale Influenza, Dipartimento Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate dell’Istituto

Superiore di Sanità (NIC-DMIPI-ISS).

Per tutte le altre situazioni non verrà più effettuato il tampone faringeo per la

ricerca del virus.

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ORDINANZA SULLA PROFILASSI VACCINALE

Con Ordinanza del Ministero della salute dell’11 settembre 2009 le seguenti indicazioni

preliminari sulla campagna di vaccinazione da attuare in autunno per contrastare la diffusione del

nuovo virus AH1N1 in Italia.

Il provvedimento individua le categorie di persone a cui è diretta l’offerta della vaccinazione

antinfluenzale con vaccino pandemico A/H1N1 a partire dal momento della effettiva disponibilità

del vaccino (la consegna alle Regioni e Province Autonome è prevista nel periodo 15 ottobre-15

novembre 2009) fino a copertura di almeno il 40% della popolazione residente in Italia.

In ordine di priorità l’offerta vaccinale sarà rivolta a:

persone ritenute essenziali per il mantenimento della continuità assistenziale e lavorativa:

personale sanitario e socio-sanitario; personale delle forze di pubblica sicurezza e della

protezione civile; personale delle Amministrazioni, Enti e Società che assicurino i servizi

pubblici essenziali; i donatori di sangue periodici;

donne al secondo o al terzo trimestre di gravidanza;

persone a rischio, di età compresa tra 6 mesi e 65 anni;

persone di età compresa tra 6 mesi e 17 anni, non incluse nei precedenti punti, sulla base

degli aggiornamenti della scheda tecnica autorizzata dall’EMEA o delle indicazioni che

verranno fornite dal Consiglio Superiore di Sanità;

persone tra i 18 e 27 anni, non incluse nei precedenti punti.

In particolare sono considerate persone a rischio quelle affette da: malattie croniche a carico

dell’apparato respiratorio, inclusa asma, displasia broncopolmonare, fibrosi cistica e BPCO;

malattie dell’apparato cardiocircolatorio, comprese le cardiopatie congenite ed acquisite; diabete

mellito e altre malattie metaboliche; malattie renali con insufficienza renale; malattie degli organi

emopoietici ed emoglobinopatie; neoplasie; gravi epatopatie e cirrosi epatica; malattie congenite ed

acquisite che comportino carente produzione di anticorpi; immunosoppressione indotta da farmaci o

da HIV; malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale; patologie

associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie, ad esempio malattie

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neuromuscolari; obesità con Indice di massa corporea (BMI) > 30 e gravi patologie concomitanti;

condizione di familiare o di contatto stretto di soggetti ad alto rischio che, per controindicazioni

temporanee o permanenti, non possono essere vaccinati.

In base alla disponibilità di vaccino pandemico nel corso della campagna vaccinale potranno

essere inserite nel programma anche altre categorie di soggetti.

Il vaccino sarà distribuito alle Regioni e alle Province Autonome sulla base della popolazione

residente e ad altre Amministrazioni dello Stato sulla base di specifici Accordi.

Le attività relative alla campagna di prevenzione dell’influenza stagionale, di cui alla circolare

del 23 luglio 2009, avranno inizio non oltre il 1 ottobre 2009.

Con riguardo alle vaccinazioni delle donne in gravidanza, ai soggetti dai 6 mesi ai

17 anni e alle covaccinazioni, verrà emanata una successiva Ordinanza dettagliata

a seguito del Parere del Consiglio Superiore di Sanità.

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DISPOSIZIONI AZIENDALI

Il 29/04/2009 la Direzione Sanitaria richiama alla massima attenzione a quanto segue:

- adeguamento a quanto previsto nel Piano di Difesa Ospedaliero per Epidemia Influenzale 2008

- rispetto delle PRD/LG/IO relative alle misure di prevenzione infezioni (allegato 3)

- utilizzo appropriato dei DPI

- richiesta di congruo approvvigionamento di scorte di materiale di protezione.

E’ stata istituito il Gruppo Aziendale per la Pandemia Influenzale ( GAPI)

Il 22/07/2009 la Direzione Sanitaria in base alla disposizione della Regione Lazio con nota

prot.n.82736 44/01 del 14/07/2009 avente ad oggetto: Influenza da nuovo virus A(H1N1)v-

Individuazione del “Coordinatore Unico Aziendale per la Pandemia Influenzale” Azioni

preliminari ai fini di una campagna di vaccinazione sui lavoratori dei servizi sanitari essenziali-, ne

individua il coordinatore e richiede a tutti i Direttori dei Dipartimenti di individuare i nominativi

del personale dei propri servizi considerati essenziali. al fine di inoltrare alla Regione Lazio la stima

del fabbisogno delle dosi di vaccino necessarie all’immunizzazione degli operatori individuati.

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ALLEGATI

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Allegato 1 Tratto da: La gestione della sindrome influenzale, Sistema nazionale per le linee

guida (SNLG), Documento 16, maggio 2008

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27

Allegato n. 2 tabelle terapia tratte da Regione Lazio Aggiornamento n°5

Tabella 1. Trattamento e chemioprofilassi dell’infezione da virus dell’influenza A(H1N1)v: dosi raccomandate

Farmaco/Indicazioni per gruppo

Trattamento Chemioprofilassi

Oseltamivir (Tamiflu)

Adulti 75-mg x 2/dì per 5 dì 75-mg al dì

Bambini ≥ 12 mesi ≤ 15 Kg 60mg/dì divisi in 2 dosi 30 mg/dì

16-23 Kg 90mg/dì divisi in 2 dosi 45 mg/dì

24-40 Kg 120mg/dì divisi in 2 dosi 60 mg/dì

>40 kg 150mg/dì divisi in 2 dosi 75 mg/dì

Zanamivir (Relenza)

Adulti 2 inalazioni da 5 mg (10 mg in

totale) 2 volte al dì

2 inalazioni da 5 mg (10 mg

in totale)/dì

Bambini 2 inalazioni da 5 mg (10 mg in

totale) 2 volte al dì (età ≥ 7 anni)

2 inalazioni da 5 mg (10 mg

in totale)/dì (età ≥ 5 anni)

Tabella 2. Trattamento e chemioprofilassi dell’infezione da virus dell’influenza A(H1N1)v: dosi raccomandate

per soggetti di età inferiore ad un anno.

Età Trattamento

(durata 5 giorni)

Chemioprofilassi

(durata 10 giorni)

Oseltamivir (Tamiflu)

> 3 mesi 12 mg x 2 /die Non raccomandata a meno che

la situazione non sia giudicata

critica, a causa di dati limitati

in questo gruppo di età

3- 5 mesi 20 mg x 2 /die 20 mg /die

6 – 11 mesi 25 mg x 2 /die 25 mg /die

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Allegato n°3 PRD/LG/IO Aziendali relative alle misure di prevenzione infezioni

Per la specificità dei contenuti si evidenziano le seguenti PRD/LG/IO Aziendali:

Procedure lavaggio mani – PRD/120906.06

PRD/120906.06.01

PRD/120906.06.02

PRD/120906.06.03

Procedura precauzioni standard- PRD/120906.08

Linee Guida Misura di Isolamento in Ospedale – LG/120906.04

Istruzione Operativa per la corretta Pulizia e Disinfezione dell’ambulanza - IO/120906.01

Istruzione Operativa per assegnazione codici di precauzione per il trasporto dei pazienti in

isolamento - IO/120906.02

Si rimanda al sito aziendale nella rete intranet (Controllo Strategico/Qualità/linee-guida) per la

consultazione di tutte le PRD/LG/IO Aziendali relative alle misure di prevenzione infezioni.