Infermieristica etica

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Infermieristica etica L’ETICA Etica deriva dal greco etos significa costume usanza è la parte della filosofia relativa al problema del bene: morale. Disciplina tesa a definire ciò che regola la condotta o il comportamento. La definizione di un’etica della medicina e dell’assistenza infermieristica, parte da un’approfondimento della dimensione etica come costitutiva dell’esistenza umana. Assolvere con competenza le proprie funzioni è il fondamentale impegno etico dell’infermiere. La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana. L’attività infermieristica esprime al meglio la sua specificità solo quando in essa sono presenti: - Il rispetto della persona - La competenza specifica - L’autonomia giuridica IL RISPETTO DELLA PERSONA UMANA

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Infermieristica etica

L’ETICA

Etica deriva dal greco etos significa costume usanza è la parte della filosofia relativa al problema del bene: morale.

Disciplina tesa a definire ciò che regola la condotta o il comportamento.

La definizione di un’etica della medicina e dell’assistenza infermieristica, parte da un’approfondimento della dimensione etica come costitutiva dell’esistenza umana.

Assolvere con competenza le proprie funzioni è il fondamentale impegno etico dell’infermiere.

La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana.

L’attività infermieristica esprime al meglio la sua specificità solo quando in essa sono presenti:

- Il rispetto della persona

- La competenza specifica

- L’autonomia giuridica

IL RISPETTO DELLA PERSONA UMANA

Il fine della professione infermieristica è quello di assistere l’individuo aiutandolo, a far crescere quel bene vitale che è la salute individuale, per promuovere, in tal modo, il benessere di tutta la comunità.

Eticità professionale, dunque, significa eseguire il proprio lavoro con un atteggiamento di servizio, prestare la propria attività con modalità etiche, cioè umane.

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LA COMPETENZA SPECIFICA

La competenza è lo strumento per assumere le responsabilità inerenti ad un dato lavoro e si acquisisce con il tempo attraverso le conoscenze di carattere generale e scientifico.

Naturalmente,il passaggio dall’apprendimento teorico a quello pratico,non sarebbe possibile senza un tirocinio guidato, che porta a:

- preparare il piano di lavoro

- viverlo sul campo

- riordinare i dati e i loro significati-discuterli

- verificarli

- riconoscere i bisogni, i problemi e le loro priorità

A tali conoscenze si attinge mediante le scuole in cui si compie la formazione generale che trasmette i principi su cui poggiano le fondamenta della conoscenza specifica.

L’AUTONOMIA GIURIDICA

L’autonomia giuridica è la fonte della responsabilità professionale e il riconoscimento della capacità di esercitare tutte le funzioni e i compiti assegnati alla professione.

L’autonomia professionale cresce in base alla crescita professionale degli operatori,i quali devono impegnarsi a rispettare gli ambiti riconosciuti loro dalla legge.

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L’infermiere è dunque:

- pronto a rispondere alla chiamata

- conosce il malato e la sua situazione clinica

- mobilita tutte le risorse e le conoscenze di osservazione e di esperienza per avere il massimo di dati da analizzare

- allerta il reparto

- analizza, deduce, identifica, decide

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Etica: Valori e Diritti

VALORI

Il valore è il bene che l’uomo percepisce e mira a raggiungere.

E' universale quando è riconosciuto da più persone da una collettività.

I valori sono una realtà o un’ideale positivo universale riconosciuto come tale, ciò che dà senso all’esistenza umana. Il valore è tale perché c’è un essere che lo considera tale.

I valori sono classificati in diversi gruppi:

-valori vitali: quali il cibo, il sonno, la casa

-valori estetico-razionali: quali la scienza, le arti e tutte le attività razionali dell’uomo

-valori spirituali: che impregnano di sé e condizionano tutte le azioni dell’uomo

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I valori non sono fissati rigidamente e mutano continuamente.

Appare quindi chiaro che il valore è tutto ciò che:

- permette l’esistenza umana

- aiuta a dare il significato all’esistenza

- permette all’uomo di essere veramente umano e di esprimere la sua umanità.

I valori non sono solo ciò che permette di soddisfare un bisogno un desiderio, bensì tutto ciò che permette all’uomo di realizzare la sua esistenza e di conferirle un significato.

I valori non sono mai solo personali perchè l’uomo ha la capacità di capire che hanno importanza anche per gli altri.

È in dubbio che i valori si inseriscono anche nella cultura, ma non solo in essa, perché l’aspetto intersoggettivo dei valori è più profondo, è quello che fa scattare in noi l’attenzione.

L’impegno per ognuno è riconoscere l’altro come un valore: questo riconoscimento sta alla base della realizzazione umana, dà significato alla vita ed è espressione della solidarietà.

Quali valori?

I valori morali hanno carattere personale, cioè hanno senso per l’uomo e non esistono senza l’uomo. Ogni valore ha la proprietà di incoraggiare le azioni, di suscitare atteggiamenti nei suoi confronti o di provocare e regolare delle interazioni tra esseri umani.

Si ribadisce che il valore esiste perché riconosciuto dall’uomo: ne consegue che ognuno attribuisce ad un valore più importanza che ad altri, costruendosi una propria scala gerarchica dei valori.

Ognuno può variare questa gerarchia in base alle condizioni sociali, culturali, emozionali, storiche.

L’esercizio di tale facoltà introspettiva si può chiamare coscienza.

Alla coscienza spetta il compito di identificare:

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- il valore in gioco

- le azioni necessarie a conseguirlo, promuoverlo, rispettarlo

- la situazione contingente

- l’azione da effettuare in quella particolare evenienza

In questo ambito particolare il suo compito più delicato è quello di identificare quella dovere sia prevalente tra i molti in genere implicati in azione.

La coscienza può scegliere di dare la priorità ad un valore che in quella situazione è più importante del rispetto di una norma che non consentirebbe la salvaguardia del valore stesso.

I DIRITTI

Il diritto è ciò che qualcuno possiede e può rivendicare.

"la vera filosofia dei diritti si fonda sulla legge naturale” (Maritan)

La legge naturale è scritta nel cuore dell’uomo è la conoscenza che aumenta con l’aumentare della coscienza umana.

Diritti universali dell’uomo:

(dichiarazione ONU del 10 dicembre 1948)

Diritto alla vita, alla libertà, condurre la propria vita come padroni di sé stessi.

Diritti del malato:

(carta del malato)

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-Diritto di accedere ai servizi ospedalieri

-Diritto di essere curato nel rispetto della dignità umana

-Diritto del malato di accettare o rifiutare le prestazioni mediche

-Diritto di essere informato

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Principi dell'etica infermieristica

I PRINCIPI DELL’ETICA

I principi sono tutti importanti allo stesso modo, ci consentono e costringono a capire qual è la nostra scala di valori, ci forniscono uno schema interpretativo della realtà.

I principi sono elencati non in gerarchia di importanza ma sono tutti allo stesso livello come guida all’applicazione della scala dei valori nelle situazioni concrete.

Il principio di beneficità o del bene maggiore; può sembrare ovvio, ma la ricerca dell’azione che procuri il bene maggiore, per quante più persone possibili è il criterio ispiratore di tutta l’etica. Il problema è capire qual è il bene maggiore, è qui che entrano in gioco i valori.

Il principio di non maleficità o di male minore; purtroppo succede che qualsiasi atto si decida di fare, si hanno delle conseguenze negative. A questo punto è ovvio che l’agire etico sarà di ricercare la soluzione che arrechi minor male possibile.

Il principio di autonomia del soggetto; Il paziente è il responsabile della propria vita,e le sue decisioni devono essere rispettate.

Il principio di equità o giustizia; è alla base dell’obbligo di trattare tutti gli utenti in modo giusto e uguale.

Veridicità: dire la verità decidere

Fedeltà: fedele ai propri incarichi

LA MATURITA’ MORALE

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Condotta guida secondo cui si agisce, è un’insieme di valori e convenzioni.

La caratteristica fondamentale dello sviluppo morale dipende in gran parte dal tipo di interazioni sociali in cui la persona è implicata personalmente.

Se l’ambiente non è stimolante,se la persona non è stimolata, lo sviluppo non avviene e la capacità di giudizio e la conseguente condotta morale rimangono al punto più basso.

Le leggi morali sono insite nell’uomo sono impalpabili,intuibili anche se assumono concretezza e visibilità quando vengono vissute.

Esse richiedono di essere svelate con l’uso dell’intelligenza, dell’intuizione, della razionalità, della riflessione e del buon senso, ed in tal modo esse diventano evidenti.

Kolbert dimostra la fondatezza della tesi secondo la quale la moralità non è una struttura imposta dalla società, e l’uomo è un essere che cerca dei valori e spontaneamente esprime giudizi.

Lui ha sviluppato che il giudizio morale si sviluppa attraverso una serie di riorganizzazioni che lui chiama stadi:

- livello pre-convenzionale

È il livello delle regole culturali delle etichette del bene e del male,è diviso in due stadi:

stadio uno:

orientamento alla punizione ed all’obbedienza

Ciò che determina la bontà o la malizia di un atto,in questo stadio prende in considerazione solo l’atto in sé ma non il significato umano

stadio due:

orientamento relativista strumentale

L’azione giusta è quella che soddisfa i bisogni miei e occasionalmente quelle degli altri.Le relazioni sono viste in modo commerciale.

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- livello convenzionale

A questo livello la persona può mantenere le aspettative della scuola,l’atteggiamento è quello di conformità ad aspettative personali.

Si divide in due stadi:

stadio tre:

orientamento interpersonale del bravo ragazzo

È buono quel comportamento che piace agli altri

stadio quattro:

orientamento alla legge ed all’ordine costitutivo

C’è un’orientamento verso l’autorità. il comportamento giusto consiste nel fare il proprio dovere,mostrare rispetto per l’autorità,mantenere l’ordine sociale.

- livello post-convenzionale, autonomo o di principio

A questo livello c’è un chiaro sforzo per definire i valori morali e i principi che hanno validità ed applicazione a prescindere dall’autorità dei gruppi e delle persone.

stadio cinque:

orientamento democratico verso il contratto sociale

L’azione giusta tende ad essere definita in termini di diritti generali dell’individuo e in termini di standard che sono stati criticamente esaminati e sui quali conviene tutta la società. il giusto è materia di valori e di opinioni personali.

stadio sei:

orientamento al principio etico universale

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Il giusto è definito dalla decisione di coscienza in accordo con i principi etici scelti autonomamente e che si appellano a comprensione logica,universalità e coerenza.

Si deve progredire attraverso gli stadi per ordine e non si può arrivare ad uno stadio più alto senza passare attraverso gli stadi che lo precedono.

Negli stadi più bassi non si capisce il comportamento degli stadi più alti.

Ci sono state delle critiche agli stadi dei principi morali di kolbert:

-esistono differenze di sesso nel ragionamento morale

-non è vero che si progredisce linearmente da uno stadio all’altro

-chi sa ragionare meglio è superiore moralmente?

La Gilligan, allieva di Kolbert sosteneva:

Lo sviluppo morale delle donne è diverso da quello degli uomini

I conflitti fra diritti sono visti come il risultato del contesto di relazioni e non come problemi etici.

- livello uno:

assistere se stessi ed assicurarsi la sopravvivenza

Riflette che l’attenzione solo su se stessi è un’egoismo inaccettabile

- livello due:

senso di responsabilità e capacità di assistere altre persone

Mette in discussione l’illogicità dell’uguaglianza fra i propri bisogni e

E quelli degli altri.

- livello tre:

relazione dinamica tra se e gli altri.

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Assistenza e storia

STORIA DELL'ASSISTENZA E DELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA

Nella storia dell'uomo la medicina si confonde con la magia e la religione.

La guarigione della malattia era affidata alle divinità.

Vi erano sacerdoti per azioni di culto e sacerdotesse per l’assistenza.

Si ricordano nomi illustri della storia più antica:

Ippocrate (V sec. a.C.)

la malattia appare come uno squilibrio tra ambiente esterno e ambiente interno (corpo umano).

Galeno (II sec. d.C.)

seguace della medicina ippocratica, la sua opera dominò nel campo medico fino al Rinascimento.

Fù Roma, nell’epoca precristiana, a veder sorgere i primi ospedali (valetudinaria - ricoveri gestiti da ecclesiastici) che accoglievano i soldati feriti e gli schiavi malati.

I medici erano degli schiavi greci che prestavano la loro cura.

I primi secoli dell’era cristiana furono caratterizzati da:

- spirito di forte solidarietà

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- comunità che si prendevano cura di chi soffriva

- diaconi e diaconesse che svolgevano assistenza su base territoriale (a domicilio)

- fraternità e beneficenza verso i poveri

- costruzione di ospedali finanziati dai ricchi

In questo periodo vissero San Basilio a Cesarea (370 d.C.) e Fabiola a Roma (390 d.C.)

NELL’ALTO MEDIOEVO l'assistenza è erogata dagli ordini monastici femminili e maschili e si fonda finalmente su norme igieniche e dietetiche

NEI SECOLI XI - XIII nei comuni nascono le arti e le corporazioni che disporranno di ospedali e con le crociate l’assistenza da stabile, diventa itinerante, per seguire e proteggere il malato in terre lontane. Si ha l'istituzione dei primi ordini religioso-cavallereschi per la difesa dei pellegrini.

NEI SECOLI XIV - XVII:

- Tra il XIV e il XV secolo si ha il fenomeno del PAUPERISMO (i poveri venivano rinchiusi in ricoveri)

- Viene impiego personale laico

- Accelera il progresso scientifico, l'evoluzione della medicina, l'osservazione e studio delle malattie e la medicina scientifica adotta un modello biomedico ma le scoperte della medicina non incidono sullo stato di salute della popolazione che vive ancora in abitazioni prive dei requisiti igienici essenziali.

Questi furono i secoli di Eustachio, Falloppio, Harvey, Malpighi.

Ma anche di Cartesio (“l’uomo è mente e corpo”) e Galileo che fonda la scienza moderna basata sull’esperienza empirica (sulla pratica).

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Successivamente fù il tempo dei grandi riformatori dell'assistenza come Giovanni di Dio (ordine “Fatebenefratelli”) e Camillo de Lollis (ordine dei “Ministri degli infermi”) ma l'assistenza è ancora carità.

Nel SETTECENTO con lo sviluppo della società e illuminismo, si assiste allo sviluppo delle scienze umane. La ragione e la scienza iniziano ad avere un ruolo determinante nella vita dell’uomo e nella conoscenza.

E' del riconoscimento del principio di uguaglianza giuridica fra gli uomini, il secolo della rivoluzione francese (1789).

Si assiste alla evoluzione della tecnica ospedaliera (ospedali a padiglioni con più aria e più luce), insegnamento della medicina negli ospedali e alle prime regole per il servizio infermieristico.

L'OTTOCENTO è segnato dalla rivoluzione industriale che con l'aumento delle capacità produttive conduce ha un miglioramento delle condizioni di vita e a nuovi progressi della medicina come “scienza”.

Si assiste allo sviluppo della microbiologia grazie menti illustri come Pasteur e Koch. Dopo le loro scoperte, la malattia cominciò ad essere concepita come alterazione strutturale e funzionale degli organi e viene data enorme importanza alla pulizia e alla sterilizzazione

E' il secolo della epidemiologia, della diagnostica radiologica (Roengten) e infermieristica diventa sapere disciplinare.

E' il tempo di FLORENCE NIGHTINGALE (1820 – 1910) che ha segnato la storia dell’assistenza.

La Nightingale nasce a Firenze da ricchi genitori ma una profonda fede religiosa e il desiderio di essere utile al prossimo, la orientano al lavoro in ospedale, nonstante il malcontento della sua famiglia.

Fà esperienze in Germania e a Parigi e a Londra introduce innovazioni organizzative in una struttura assistenziale.

Nel 1854 con la guerra di Crimea coordina un importante opera di risanamento igienico diventando icona storica della nuova immagine dell’infermiere.

Successivamente fonda la prima scuola per infermieri “St. Thomas” a Londra (ammesse solo le donne, di buona famiglia e indiscussa moralità) e pubblicazione libri di assistenza (Notes on nursing).

La scuola Nightingale diventerà un centro di formazione

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Il NOVECENTO è caratterizzato da una popolazione estremamente povera e priva di istruzione e da una scadente assistenza può poco o nulla contro il dilagarsi delle malattie infettive che affliggono la prima metà del secolo fatta di guerra e povertà.

In Italia nel:

1910

Istituzione degli ordini provinciali

1915-1918

Grande guerra (600.000 morti, malaria, tubercolosi)

1925

In piena epoca fascista, la prima legge istitutiva italiana per la formazione infermieristica, prevede scuole convitto con corsi di durata biennale, la cui direzione didattica � affidata al Direttore Sanitario

1934

Sanitario/sanitario ausiliare/arti ausiliarie delle professioni sanitarie

1943

Nasce l’ente mutualità che diverrà INAM (Istituto Nazionale Assicurazioni contro le Malattie)

1948

Art.32 la Repubblica tutela la salute come interesse dell’individuo e della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario salvo disposizioni di legge. La legge in nessun caso può violare il diritto del rispetto alla persona umana

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1954

Istituzione collegio prof./Infermiere generico I.G. e la nascita del Collegio I.P.A.S.V.I. (Infermiere Professionale Assistenza Sanitario Vigilanza Infanzia) : istituzione obbligatoria. Ente di diritto pubblico che tutela l’esercizio professionale.

1956

Obbligo della licenza di scuola media inferiore per accesso alle scuole di vitto

1958

Viene istituito un ministero per la sanità

1965

Dirigente assistenza infermieristica D.A.G.

1968

Riforma degli ospedali

1971

Accesso consentito alle scuole anche al sesso maschile

1974

D.P.R. 225 “Mansionario” questo decreto � formato da due articoli che identificano l’infermiere e le sue mansioni

1978

L.833 istituisce il Servizio Sanitario Nazionale. La Repubblica tutela la salute come interesse dell’individuo e della collettività attraverso il Servizio Sanitario Nazionale

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1990

Si parla di Infermiere Professionale I.P.

1992/93

EVOLUZIONE DEL RUOLO DELL'INFERMIERE NELLA TUTELA DELLA SALUTE.

D.L. 502/92 e D.L. 517/93 inizio dei diplomi universitari e le USSL divengono ASL (aziende sanitarie)

1994

Decreto M. 739/94 art. 1:

1. l’infermiere � l’operatore sanitario che in possesso del diploma universitario abilitante e dell’iscrizione all’Albo professionale (elenco di professionisti abilitati a esercitare la professione) � responsabile dell’assistenza generale infermieristica.

2. L’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa � di natura tecnica, relazionale, educativa.

preventiva prima che si verifichi un evento e si divide su tre livelli:

- mettere in atto tutti quei interventi che bloccano i fattori di rischio (es.: fumo)

- diagnosi precoce (screening = selezione)

- persona malata (malattia cronica) prevenire ulteriori complicanze

palliativa capacità di gestire delle persone con patologie (malattie in stato terminale)

riabilitativa riportare una persona ad un’autonomia

natura tecnica “fare” insieme di interventi

relazionale entrare in relazione con il paziente

educativa ridare alla persona la capacità di autoassistersi

3. L’infermiere:

a) partecipa alla identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività

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b) identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula i relativi obbiettivi

c) pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico

d) garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche

e) agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali

f) per l’espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell’opera del personale di supporto

g) svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche o private, nel territorio e nell’assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o libero professionale.

4. L’infermiere contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca

5. La formazione infermieristica post-base per la pratica specialistica � intesa a fornire agli infermieri di assistenza generale delle conoscenze cliniche avanzate e delle capacità che permettono loro di fornire specifiche prestazioni infermieristiche nelle seguenti aree:

a) sanità pubblica: infermiere di sanità pubblica

b) pediatria: infermiere pediatrico

c) salute mentale-psichiatria: infermiere psichiatrico

d) geriatria: infermiere geriatrico

e) area critica: infermiere di area critica

1996

D.M. 96 vengono stabilite modalità, discipline e organizzazione didattica del diploma universitario

1999

D.L. 229/99 terza riforma sanitaria (o riforma Bindi), il cui preciso obbiettivo è la tutela della salute come diritto fondamentale

D.M. 509/99 ristrutturazione 3+2 (lauree)

Legge 42/1999 Viene sancita l’equipollenza tra i diplomi di infermiere regionale e i diplomi universitari e viene abrogato il mansionario

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2000

Legge 251/2000 Viene individuata la figura di infermiere dirigente e ribadita la piena responsabilità dell’infermiere nella gestione dell’assistenza