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Inf o Impresa Inf o Impresa Periodico dell'Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori L’analisi del Presidente Mamone al convegno “Questione Meridionale 3.0” Pensioni e futuro: pensare al benessere dei giovani e degli anziani Corso di aggiornamento ENASC Maggio 2016

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InfoImpresaInfoImpresaPeriodico dell'Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori

L’analisidel Presidente Mamone

al convegno“Questione

Meridionale 3.0”

Pensioni e futuro:pensare al benessere

dei giovanie degli anziani

Corsodi aggiornamento

ENASC

Maggio 2016

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EDITORIALE

MMolte novità in queste settimane: cominciamo da quelle più legate all’attività della nostra Unione, che vedono crescerele attività di promozione e sostegno alle imprese. In primo luogo, attraverso gli enti bilaterali, che sono una delle pietremiliari della nostra cultura di contrattazione sindacale, centrata sulla collaborazione tra azienda e lavoratori. Si è appenacostituito l’Ebint, l’ente bilaterale per il terziario e il commercio, esito necessario del contratto collettivo che abbiamosottoscritto per questa categoria. Pensiamo che gli enti bilaterali siano essenziali per un modello di relazioni industrialimoderno, e oggi anche per provvedere servizi sociali e opportunità di formazione, risolvendo nella collaborazione trale parti sociali molte problematiche che interferiscono sull’armonia in azienda e sul benessere dei lavoratori. In questosenso, segnaliamo la crescita di Fondolavoro, il fondo interprofessionale che sosteniamo, e che ha approvato i suoipiani formativi. Vorremmo che le nostre aziende impiegassero più e meglio le opportunità del fondo interprofessionale:non soltanto per ottemperare alle norme vigenti, per esempio sulla sicurezza, ma inseguendo con creatività e nuoveidee. Oltre agli impegni obbligatori, ci sono le scelte di libertà, che possono essere ispirate all’aggiornamento tecno-logico, ai bisogni dei lavoratori, a un progetto di rinnovamento… Per noi, del resto, l’orizzonte dell’azienda non è mai terminato sulla porta dell’officina o del laboratorio o sul confinedel terreno: abbiamo sempre sostenuto che l’azienda è un elemento di una rete sociale più vasta. Per questo stiamoseguendo, con particolare attenzione, questioni calde come la riforma delle pensioni, che non è un problema di cate-goria, ma riguarda la società nel suo complesso. Siamo preoccupati delle pensioni future, che le “buste arancioni”dell’Inps sovente prevedono modeste, e questo problema riguarderà trasversalmente professionisti, piccoli imprendi-tori, i figli dei ceti medi che sono arrivati a trent’anni senza una storia contributiva non perché bamboccioni, ma perchéhanno seguito un percorso di master postlaurea e stage formativi, che ormai spesso richiede molti anni in più. La pre-carietà giovanile e il futuro di una generazione anziana con basse pensioni son strettamente collegate: entrambi questifattori minacciano la creazione di nuove povertà, e quindi una caduta dei consumi , già franati con l’insicurezza diffusae le paure per il futuro. Siamo quindi a favore delle proposte che mirano a rendere meno rigida l’uscita dei lavoratoriverso la pensione, anche per liberare posti e risorse in azienda in direzione di lavoratori più giovani, ma questo dovràavvenire in maniera bilanciata, senza impoverire i nuovi pensionati, che non devono diventare “nuovi poveri”. Siamotutti responsabili del futuro: in alcune realtà locali, gli agricoltori dell’Unsic non hanno paura a portare i trattori in stradaquando c’è da manifestare. Non è un segnale di tempi sereni, ma quando si deve, è necessario anche alzare la voce,sempre nel rispetto delle libertà di tutti e nella più rigorosa non violenza.Non violenza, quest’espressione non può che ricordarci Marco Pannella, che abbiamo salutato pochi giorni fa. Chiscrive non è mai stato d’accordo su tutto, con il Marco nazionale, anzi, spesso e volentieri il mio punto di vista partivada ben diverse premesse, ma, oggi, è giusto ricordarne la pulizia intellettuale e morale, le molte volte che ha avutoanche ragione; con la sua scomparsa, cresce la nostalgia per quella vecchia generazione di politici, né santi né perfetti,ma fatta senza dubbio da figure di grande spessore, che fino all’ultimo respiro si dedicavano alla cosa pubblica, senzafurbi riciclaggi in altre carriere né silenziosi, e spesso comodi, ritiri (con ottime pensioni, tra l’altro) non appena passatoil momento di maggior fulgore. Pannella ha testimoniato gli ideali in cui credeva fino all’ultimo giorno. In questo, unesempio anche per tutti noi che crediamo che il nostro lavoro possa essere l’impegno di tutta una vita, senza rispar-miarsi mai.

DOMENICO MAMONE - Presidente dell’Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori

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Domenico MamonePresidente Nazionale UNSIC

Pensioni e futuro:pensare al benesseredei giovani e degli anziani

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DOMENICO MAMONE

Presidentedell’UnioneNazionaleSindacaleImprenditorie Coltivatori

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Occupazione ed economiasommersa al centro del convegno“Questione Meridionale 3.0”

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EDITORIALE

VISTO DALL’ UNSIC

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Pensioni e futuro:pensare al benesseredei giovani e degli anziani

L’UNSIC di Modicaalla Vetrina zootecnica italiana:la “Mostra nazionale delle razzecharolaise e limousine”

8 UNSIC INFORMA

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12 PATRONATO ENASC

ENUIP per “Torno Subito 2016”:Manager di reti di Impresaed Esperto in Marketing associativosindacale

14 FONDOLAVORO

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In arrivola Busta Arancione

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17 ENUIP

11 CAF UNSIC

Corsi ENUIPin partenza

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Cos’èun conto formazione aziendale?

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Corso di aggiornamentoENASC

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20 UNSICOOP

Lupi di mare:la previdenza dei marittimi

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IUS IURIS

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24 BANDI & PROGETTI

Strumento per la democraziae i diritti umani – EIDHR

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HORIZON 2020 - Candidatureper esperti indipendenti

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22 MONDO AGRICOLO

Agroecologia:una via per un futuro sostenibile

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27 LAVORO E PREVIDENZA

Stabilità 2016e regime sperimentale donna

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INFOIMPRESAPeriodico

dell’Unione NazionaleSindacale Imprenditori e Coltivatori

Direttore responsabileDomenico Mamone

RedazioneSara Di Iacovo - Francesca Gambini - Fortunata Reggio

Luca Cefisi - Antonio Greco - Vittorio Piscopo

Progetto Grafico - ImpaginazioneFortunata Reggio

Sede legale e Redazione

Via Angelo Bargoni, 78 - 00153 RomaTel 06 58333803 - Fax 06 5817414

www.unsic.it - [email protected]

Registr. Tribunale di RomaN° 76/2003 del 5/03/2003

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VISTO DALL’ UNSIC

el Mezzogiorno ben 21 lavo-ratori su 100 lavorano nelsommerso, generando oltre

52,3 miliardi di euro pari al 10,3% delPIL del Sud. E’ il dato significativoemerso nel corso del convegno“Questione Meridionale 3.0” tenutosinei giorni scorsi a Reggio nell’aula“Levato” al Consiglio regionale dellaCalabria. L’iniziativa, moderata dalgiornalista Massimo Calabrò, è stataorganizzata dal Dipartimento PAU del-l’Università Mediterranea, diretto dalprof. Domenico Marino.Si è trattato di un momento di rifles-sione con esperti del settore sulle po-litiche meridionalistiche fatte fino adoggi e sulle possibili policies da spe-rimentare per il futuro soprattutto inrelazione alla creazione di occupa-zione. Tra i presenti anche il Presi-dente Domenico Mamone, fortesostenitore di sviluppo e politiche at-tive come baluardo di evoluzione esviluppo del Paese e del Mezzo-giorno. Dall’intervento del PresidenteMamone, per l’occasione promotoredi Fondolavoro, è venuta fuori la mis-sion, che è quella di sostenere e fi-nanziare piani formativi per leimprese, che favoriscano la competi-tività e l’occupabilità ed azioni di si-stema funzionali alla corretta edefficiente esecuzione delle attività for-mative medesime, perché crediamoche ogni individuo che si immette nelmondo del lavoro è la gemma che daalbero “formato” eviterà frane nelwelfare, tenendo insieme, con le sueradici, occupazione, produttività, le-galità e regolarità del lavoro, dandocosì i suoi frutti a sostentamento dimolti e soprattutto darà ossigeno adun’intera Nazione. Il Presidente Ma-mone ha affermato: “il nostro è un

Fondo Paritetico Interprofessionalenazionale per la formazione continuadelle micro, piccole, medie e grandiimprese, è un ente associativo chenon persegue fini di lucro ed opera infavore ed a supporto delle imprese erelativi lavoratori di tutti i settori eco-nomici e produttivi che optano perl’iscrizione ad esso, si pone l’obiettivodi incrementare il livello di competiti-vità delle imprese italiane e, nel con-tempo, migliorare la capacità dicollocazione professionale dei lavora-tori, in relazione alle specificità strut-turali dell’economia nazionale.Mi sento di affermare con assolutaonestà che è proprio alle Imprese delSud che serve un siffatto strumentodi formazione continua per i lavora-tori. Formare significa trasferire cono-scenze e nuove competenze; averelavoratori formati, significa, a suavolta, avere persone che, consapevolidei propri diritti e doveri, saprannomeglio concorrere alla produttivitàaziendale e quindi alla affermazionedella legalità e regolarità nel lavoro enel ciclo produttivo”. Le condizioninecessarie per una espansione dura-tura dell’occupazione, soprattutto inun’area come quella Meridionale, po-tranno essere determinate innanzi-tutto da politiche di sviluppo persostenere la crescita quantitativa equalitativa del sistema Paese ancheattraverso la promozione di una mag-giore produttività e la riforma dellacontrattazione che valorizzi il secondolivello aziendale e territoriale, po-nendo la formazione continua dei la-voratori come pilastro della stessa.E’ necessario, inoltre, misurarsi nonideologicamente con l’epoca delleflessibilità caratterizzata dalla ten-sione competitiva derivante dalla glo-

balizzazione, da innovazioni tecnolo-giche, da cambiamenti organizzativi edalla variabilità della domanda deiconsumatori. I fondi interprofessio-nali sostengono e finanziano inter-venti di informazione, formazione,addestramento e aggiornamentocontinuo dei lavoratori in tutti i set-tori: industria, commercio, servizi eagricoltura. Possono utilizzarli i dipen-denti delle aziende che hanno aderitoai fondi e che sono in regola con i ver-samenti dei contributi integrativi perla disoccupazione involontaria, fontedi certezza, anche questo, di legalitàe regolarità delle posizioni lavorativein azienda. Lo scopo dei Fondi inter-professionali è quello di promuoveree finanziare la qualificazione e la ri-qualificazione professionale continuadei lavoratori occupati per sostenerel’incremento occupazionale e inco-raggiare la competitività delle im-prese, attraverso il finanziamento dipiani formativi, concordati tra le partisociali. Le finalità sono pertanto sia ditipo economico, per accrescere lacompetitività delle imprese, che so-ciale, per incrementare l’occupabilitàe le competenze dei lavoratori.Nelle intenzioni del legislatore, vi è larilevanza attribuita a tali importantistrumenti che costituiscono, se cor-rettamente interpretati e gestiti, unautentico asset aziendale, in grado dicatalizzare lo sviluppo d’impresa nelmedio/lungo periodo e contestual-mente accrescere e aggiornare lecompetenze dei lavoratori. Tuttavia,non vanno trascurate alcune impor-tanti questioni aperte in relazione allaqualità del capitale umano in Italia,puntualmente rilevate da qualificatefonti nazionali ed internazionali, cheevidenziano, nel tempo, alcune co-

L’analisi del Presidente Mamoneal convegno “Questione Meridionale 3.0”

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stanti negative del quadro di riferi-mento nazionale: una percentuale ri-dotta, pari al 41% rispetto alla mediaeuropea, della popolazione in etàcompresa tra 25 e 64 anni ha conse-guito almeno un titolo di scuola se-condaria superiore, a fronte di unamedia europea pari al 48%; solo il15% degli italiani nella fascia di età25/64 anni ha raggiunto un livellod’istruzione universitario rispetto aduna media OCSE (Organizzazione perla Cooperazione e lo Sviluppo Econo-mico) del 32%; un quinto della popo-lazione nella fascia di età 15/19 anniha abbandonato la scuola senza as-solvere all’obbligo d’istruzione e for-mazione; in Italia, più di 1/5 dei

giovani tra 15 e 29 anni è senza la-voro, non studia e non segue una for-mazione professionale; la quotapercentuale di popolazione nella fa-scia di età 25/64 anni che ha parteci-pato a iniziative d’istruzione eformazione è al 6,6% nel 2012, benal di sotto della media europea (9,3%nel 2012). È evidente come, a frontedi questi indicatori, non sia oggettiva-mente possibile conciliare un livelloalto di sviluppo con un livello compa-rativamente basso di istruzione e for-mazione, a maggior ragione in unmondo/mercato del lavoro e dellaproduzione sempre più vasto, globalee interdipendente. La formazionecontinua ovvero l’apprendimento per-

manente, che costituisce l’oggettosociale esclusivo ope legis dei fondiparitetici interprofessionali, nella vi-sione politica nazionale e comunita-ria, detiene la duplice funzione dicontribuire all’occupabilità e alla cre-scita economica, da un lato, e di ri-spondere a più ampie sfide sociali, inparticolare quella della coesione so-ciale, dall’altro. In tale complessoecosistema, le politiche dei fondi pa-ritetici interprofessionali, qualificati direcente come enti strumentali di di-ritto privato che gestiscono risorse fi-nanziarie di natura pubblicistica,devono rispondere, in buona so-stanza, a sfide cruciali non differibilioltre misura: incentivare l’investi-

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mento delle imprese nella formazioneed educazione degli adulti, favorirel’accesso alle opportunità formativeed educative, promuovere l’imple-mentazione di processi formativi fina-lizzati allo sviluppo (competitivitàdelle imprese, inclusione sociale deicittadini/lavoratori) e all’ottemperanza(legalità sostanziale e di contrasto,buone prassi della corporate gover-nance). Nel difficile contesto ambien-tale del nostro mezzogiorno, in cui atutt’oggi si presenta in gran parte irri-solta la questione meridionale di otto-centesca memoria, l’offerta formativaveicolata dai fondi paritetici interpro-fessionali appare, dunque, irrinuncia-bile nella sua duplice accezione distimolatore dello sviluppo e promotoredella legalità, che esplica i suoi effettisu vasti strati del tessuto economico esociale. Dunque, la formazione continua inquanto fattore di crescita economica,inclusione sociale e incoraggiamentoalla legalità, che rappresentano le ar-chitravi semantiche in cui è declinatoil tema della cittadinanza attiva, nelmeridione che è ed in quello che sarà.Va da sé, che, per dare un senso com-piuto alla mission dei fondi pariteticiinterprofessionali, occorre la collabo-razione ed il contributo fattivo deglistakeholder che operano nel nostromezzogiorno, ovvero amministrazionipubbliche, rappresentanze organiz-zate delle imprese e dei cittadini/lavo-ratori, referenti del mondo dellascuola, università e ricerca, ecc.. Ope-rando in modalità complementare, perevitare duplicazioni dispendiose degliinterventi, sarà realistico perseguire iseguenti obiettivi specifici, ad utilità evantaggio della collettività tutta: ele-vare il tasso partecipazione degli adultialle attività di formazione permanente;ridurre la diversità di sviluppo delle retie dei servizi per la formazione perma-nente tra nord e sud del Paese; coin-volgere maggiormente imprese ecittadini/lavoratori in condizioni di svan-taggio; promuovere indirettamente la

diffusione della legalità e lo sviluppoeconomico e sociale. Nella fattispecie,a titolo esemplificativo e non esaustivo,i fondi paritetici interprofessionali pos-sono efficacemente finanziare attivitàdi apprendimento permanente che af-feriscono ai campi della formazione perottemperanza ovvero finalizzata, difatto, alla legalità e regolarità (sicurezzanei luoghi di lavoro, igiene e sicurezzaalimentare, apprendistato, ecc.) comeanche ai campi della formazione persviluppo ovvero finalizzata alla compe-titività (ottimizzazione delle risorseaziendali, commercializzazione delleproduzioni aziendali, implementazionedell’innovazione tecnologica di pro-dotto/processo, internazionalizzazione,aggregazione, concentrazione e inte-grazione economica orizzontale/verti-cale, ecc.).L’adesione ai Fondi Paritetici Interpro-fessionali è del tutto volontaria, comestabilisce una specifica circolare del-l’INPS. Essendo, il pagamento dello0,30% già vigente ed obbligatorio perogni Azienda che ha in carico lavora-tori, attraverso l’UNIEMENS, desti-nandolo ad un Fondo, l’azienda avràla garanzia che quello 0,30% versatole “ritornerà” in azioni formative voltea qualificare, in sintonia con le propriestrategie aziendali, i lavoratori occu-pati, migliorandone le competenze eil suo stesso ciclo produttivo. Ogniimpresa può aderire solamente a unFondo, anche di settore diverso daquello di appartenenza. La novità prin-cipale disposta dalla norma riguardala mobilità tra Fondi, ossia la possibi-lità per l’azienda di trasferire al nuovoFondo il 70% del totale delle sommeconfluite nel triennio antecedente aquello in precedenza scelto.Il Fondo è anche un importante stru-mento di contrasto al lavoro nero che,nel Sud, è un’emergenza collettivadrammatica: la lotta ed un concretocontrasto all’economia sommersa, ir-regolare o illegale deve essere untema prioritario per tutti gli attori dellosviluppo locale, sia per il contrasto alle

dinamiche di sfruttamento dei lavora-tori, sia per quanto riguarda le impresesane che vengono messe fuori mer-cato dalle imprese illegali, che per legravi conseguenze che si riscontrano,a causa di questo fenomeno, sulla fi-scalità generale: per ogni persona oc-cupata in nero ogni lavoratore pagamolte tasse in più, perché vengonosottratte risorse alla fiscalità gene-rale, alla previdenza ed alle stesse re-gioni e comuni, per effetto delmancato introito di addizionali Irpef.“Il lavoro nero” ha concluso Mamone“come già ribadito da Benedetto Di Ia-covo, Presidente della specifica Com-missione Regionale di contrasto, cosìcome il Presidente del Comitato per ilMezzogiorno ed Isole, Giovan BattistaPerciaccante, per le ripercussioni sulsettore delle Costruzioni, è certa-mente la forma più grave di precarietàpoiché assomma la precarietà del la-voro ad un aggravamento comples-sivo del livello di precarietà socialeoltre a creare gravi distorsioni nella re-golare competizione fra le imprese,generando quindi illegalità diffusa”.Soprattutto nella Aree meridionali,sono certamente importanti l’investi-mento in risorse e persone nei serviziispettivi a cui vanno affiancate, conun adeguato supporto finanziario, po-litiche realmente efficaci di agevola-zione dei processi di emersione e disupporto ed estensione di quelleesperienze bilaterali che, come nelsettore dell’edilizia, attraverso l’istitu-zione del DURC (Documento Unico diRegolarità Contributiva), hanno pro-dotto un importante processo di re-sponsabilizzazione delle parti socialifino a ottenere risultati rilevanti in unodei settori considerati più a rischio.Il quadro va completato definendoanche gli indici di congruità. Tuttequeste politiche devono interagirecon il sistema delle imprese, met-tendo al centro l’acquisizione dellecompetenze, quindi la formazionecontinua ed i processi di internaziona-lizzazione dell’impresa.

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erto il nostro Bel Paese è trale mete più ambite almondo, veramente invidia-

bile, da sogno, come dire: “vedi l’Ita-lia e poi muori”. Questo lo possonosostenere anche le nostre azienderappresentate per il 90% da piccole emedie, che non possono non aver no-tato che giornalmente il nostro Go-verno “le protegge” (o meglio finge difarlo), anche se in maniera assai sin-golare e a modo suo, dalla burocrazia,dal fisco e soprattutto dal sistemabancario. Con l’attuale decreto salvabanche, si prevede che appena solo5.000 risparmiatori che hanno inve-stito in obbligazioni bancarie, sui10.000 coinvolti nei famosi crack fi-nanziari, potranno essere rimborsatie per di più soltanto dell’80% delleloro perdite subite, ed in tempi an-cora non certi. Ma contestualmente ilDecreto Legge approvato dal Consi-glio dei Ministri il 29/04 scorso, alcontrario di quanto sopra riportatoper i correntisti, autorizza le stessebanche, per recuperare i loro creditirappresentati da sofferenze (moltospesso dalle stesse causate) ademettere decreti ingiuntivi immedia-tamente esecutivi. Praticamente conuna semplice ingiunzione potrannoprocedere all’esecuzione forzata neiconfronti dei malcapitati, anche sequesti ultimi abbiano a contestare ilcredito a loro richiesto. E’ bene evi-denziare e sapere che quasi sempretali crediti, soprattutto se maturati inperiodi di tempo abbastanza lunghi,non sono veritieri in quanto includonoimporti non dovuti quali usura, anato-cismo, interessi ultra legali ecc. Taleillegittimo (a mio parere incostituzio-nale procedimento), autorizza le ban-che a vendere, o meglio espropriare

gli immobili dei debitori o presuntitali. Quindi due pesi-due misure chia-ramente contrapposte che riguar-dano i diritti del correntista da unaparte e delle banche dall’altra. Manon sono tutte aziende private? Nondovrebbero essere tutti uguali davantialla legge? Da considerare inoltre chele banche, si sono procurate ad artele sofferenze iscritte in bilancio, forseperché certe dei benefici che sicura-mente prima o poi avrebbero otte-nuto dai nostri politici (come peraltrosempre accaduto). Le banche infatticome è chiaramente dimostrato, dal2010 ad oggi hanno ridotto di ben 90miliardi il credito alle imprese e fami-glie, incrementando dello stessoidentico importo le sofferenze che intal periodo sono passate da 60 a 140miliardi di euro (fonte Banca d’Italia).Ciò evidenzia- che trasferendo tali im-porti dai crediti alle sofferenze hannosoltanto tolto ossigeno indispensa-bile per le aziende. Diversamentemolte delle stesse sarebbero stateancora oggi in vita anziché fallite. Inol-tre sempre con il recente scandalosoprovvedimento, le banche vengonoora autorizzate a garantirsi per i finan-ziamenti con un “pegno possesso-rio”, ossia di una garanzia reale asostituzione della tradizionale ipotecae fideiussione di terzi. Praticamentel’azienda concede in pegno un benestrumentale di proprietà ed in caso disopravvenuta impossibilità di farfronte, anche temporaneamente eparzialmente alla restituzione diquanto dovuto, la banca può disporredi tale bene ed espropriarlo a propriopiacimento, trasformando le aziendein chiaro ostaggio delle banche. Setali circostanze e tale settore non civede soddisfatti, non possiamo con-

solarci certo nell’ambito fiscale. Quiinfatti siamo tra i primi al mondo perburocrazia, obblighi di legge, sca-denze, entità di tassazione ecc. Negliultimi 20 anni mai è diminuita la pres-sione fiscale e contestualmente il de-bito pubblico è sempre aumentato(dai 1.350 miliardi di euro del 2001 ai2.300 miliardi di euro attuali). Dellastessa entità è anche aumentata laspesa pubblica “alla faccia della spen-ding review”! Questo è il risultato di20 anni di scelte irresponsabili e sui-cide dei nostri parlamentari che nonhanno mai controllato i bilanci delloStato né delle sue partecipate, népreventivamente, ne durante il pe-riodo di riferimento. Pertanto questibilanci sono risultati quasi tutti falsicioè hanno contenuto poste attivegonfiate e passive sottostimate.Come mai gli organi di controllo nonhanno mai fatto un adeguato e indi-spensabile controllo, nonostante ilauti compensi di loro spettanza pertale onere? Perché non hanno maivisto e fatto riferimento al metodo uti-lizzato dall’Agenzia delle Entrate e ilsuo odiato partner Equitalia, che in-vece utilizza continuamente controlliprepotenti e spesso estorsivi nei con-fronti soprattutto delle PMI? Anchequi è inutile negarlo: due pesi e duemisure!!! chiaramente come anchesopra evidenziato la parte penaliz-zante è quella che rimane a caricodella parte più debole. E’ proprio perl’ennesima eclatante ingiustizia è ilcaso di dire cari cittadini italiani,sogno o son desto?

*Responsabile dello Studio Commer-ciale “Tosoni & Partners”

Italia paese da sogno.Ci scrive Giuseppe Tosoni*

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UNSIC INFORMA

i sono accesi nuovamente i ri-flettori sulla banconota più di-scussa dell’Eurozona, quella

da 500€. In quanti hanno avuto la for-tuna di vederla? Probabilmente nonmolti, tanto da fargli guadagnare il so-prannome di banconota “Bin Laden”:tutti ne parlano ma pochi l’hannovista. Infatti con circa 620 milioni dipezzi, la banconota da 500€ rappre-senta solo il 3% degli euro in circola-zione, ma con un controvalore di circa300 miliardi ne costituisce il 30% delvalore complessivo di quelli circo-lanti; di questo grande ammontareviene stimato che soltanto il 20% siarimasto nel territorio dell’Eurozona eche la maggior parte, l’80%, si trovi aldi fuori dell’Europa. Già nel mese difebbraio il consiglio direttivo BCE havotato a favore di una dichiarazione diintenti per eliminare la banconota“viola”, il presidente Mario Draghiaveva affermato che “la Banca Cen-trale stava riflettendo sulla questioneper trovare la migliore soluzione”.Ma l’idea in questione è anche piùvecchia, basti ricordare il primo stu-dio dell’Unità di Informazione Finan-ziaria (Uif) di Bankitalia risalente al2009, dove veniva evidenziato comela banconota da 500€ spariva appenaemessa, non lasciando traccia nel-l’uso legale. Anche lo studio inglesedella Serious Organised CrimeAgency (ora NCA) del 2010, aveva sti-mato che il 90% delle banconoteviola in circolazione in terra britannicafossero nelle mani delle organizza-zioni criminali, tanto da ispirare ilprovvedimento dello stesso anno chevietava a banche ed uffici di cambiodi accettare ed emettere banconoteda 500€ (ad esclusione dei turisti), estiamo parlando di un paese dove

vige un’altra moneta, la Sterlina. Più omeno per le stesse ragioni, ovverol’utilizzo nel riciclaggio dei proventidel narcotraffico, gli Stati uniti hannosmesso di stampare banconotesopra i 100 dollari già nel lontano1969, stessa cosa hanno fatto ancheCanada nel 2001 e Singapore nel2014. “Simili tagli sono il meccanismodi pagamento preferito di chi svolgeattività illegali, date l’anonimità e lamancanza di tracciabilità della transa-zione che garantiscono”, questo èquello che emerge da una recente ri-cerca della prestigiosa università diHarvard, tanto che nel mercato nero labanconota da 500€ viene scambiata aun prezzo maggiore del suo valore no-minale.La situazione della banconota violanel nostro paese è piuttosto curiosa:dal 2010 le banche hanno messo incircolazione circa 12 milioni di pezzi,eppure i loro cliente ne hanno versatisui propri conti otto volte di più; tral’altro nelle regioni meridionali, quellepiù esposte alla criminalità organiz-zata, le scorte di queste banconotesono molto alte: in Calabria si calco-lano depositi in pezzi da 500€ per uncontrovalore di 150 milioni di eurol’anno, in Campania 500 milioni, e inPuglia e Sicilia circa 150 milioni atesta. Inoltre come sottolineato dalrapporto della Fondazione Icsa del2012, 4 banconote viola su 5 eranodepositate in tre aree a ridosso di(ormai ex) paradisi fiscali: il confineitalo-svizzero, la provincia di Forlì (vediSan Marino) e il Triveneto. Anche laGuardia di Finanza ha pochi dubbi suipericoli che si celano dietro la banco-nota Bin Laden, e ne ha più volte sot-tolineato l’utilizzo nei pagamentiilleciti di tangenti, riciclaggio di de-

naro, traffici di armi e droga o nellarealizzazione di frodi. Tra i paesi UEche più hanno spinto per mandare inpensione la banconota viola vi è pro-prio la Francia, finita sotto attacco neirecenti attentati di Parigi, il ministrodelle Finanze francese ha dichiarato ilmese scorso: “il biglietto da 500€ èutilizzato più per nascondere le coseche per comprarle.Viene utilizzato più per facilitare tran-sazioni disoneste che per consentiredi acquistare cose da mangiare”.Si sono invece opposti a quest’ideaGermania e Austria, ma anche la Sviz-zera ha storto la bocca seppure nonfaccia parte dell’Eurozona. I primi duepaesi temono che le banche centralipossano ridurre ancora di più i tassidi remunerazione dei depositi bancaricome scritto dal giornale tedesco DieWelt, che sottolinea inoltre come eli-minare questo taglio di euro ostaco-lerebbe il risparmio e di conseguenzal’incentivo agli investimenti. Inoltresia la Germania che l’Austria sonopaesi da sempre molto legati all’usodel contante e tra i principali sosteni-tori a suo tempo dell’introduzionedella tanto discussa banconota al-l’alba della nascita della monetaunica. La Svizzera ha invece paurache la criminalità possa adottare alposto della banconota da 500€ quellada mille franchi svizzeri (valore dipoco più di 900€). Il presidente dellaBundesbank, la banca centrale di Ber-lino, contraria a questa idea, ha affer-mato nel mese di febbraio “nonpossiamo, in alcun modo, danneg-giare la fiducia dei cittadini europeinella valuta comune e questa solu-zione ha il potenziale per farlo.Non bisogna sottovalutare i problemioperativi collegati a una tale even-

Dal 2018addio alla banconota da 500€

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tuale decisione”. Anche il consiglieredella stessa Bundesbank, Carl-Lud-wig Thiele ha criticato tale idea ag-giungendo il pericoloso rischio che“pezzo dopo pezzo muoia la libertà”.Altre voci critiche sostengono inveceche questa manovra poco serva acombattere il terrorismo e il riciclag-gio in quanto i criminali non sareb-bero “stupidi” e già utilizzano altrimetodi per il riciclaggio del denarosporco, come l’uso di società “para-vento”. Il direttivo BCE si è riunito perun vertice non di politica monetaria il

4 maggio proprio per discutere diquesta questione. La discussione ver-teva sul come eventualmente proce-dere, due erano l’ipotesi in ballo: oscegliere una data in cui dichiararefuori corso la banconota da 500€; osemplicemente smettere di stam-parla e procedere quindi in modomeno traumatico.Il direttivo ha seguito la secondastrada, seppur non in maniera nettis-sima, decidendo per lo stop alla pro-duzione della banconota viola, la cuiemissione verrà interrotta verso la

fine del 2018. Dunque chi vorrà potràcontinuare ancora ad utilizzarla comemezzo di pagamento senza limiti tem-porali ma visto che non sarà più stam-pata è inevitabile un suo gradualeesaurimento. Si è giunti dunque a unasorta di compromesso tra le posizionidella banche centrali contrarie gui-date dalla potente Bundesbank chenon ne voleva la scomparsa, e quellefavorevoli, capeggiate dalla bancacentrale francese, che si auspicavaquanto prima un pensionamentodella tanto discussa banconota viola.

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l comune di Modica ha stanziatotrentamila euro per promuovere ladivulgazione e la conoscenza di

razze bovine autoctone. Per la primavolta a Modica si è tenuta una mostranazionale zootecnica delle razze dacarne charolaise e limousine, un ap-puntamento a cui l’UNSIC non potevamancare con uno stand, per promuo-vere l’attività sindacale. L’ UNSIC diModica è stata fra i promotori del-l’evento, e ha fatto parte della cabinadi regia dell’organizzazione nella per-sona del responsabile Tino Antoci. Inesposizione alla manifestazione razzeda carne (150 capi) razze da latte, ani-mali di bassa corte, asini cavalli, conspettacoli equestri tutto il giorno: 120stand fra meccanizzazione, prodottiper l’agricoltura, e agroalimentare. Ilnostro responsabile dell’UNSIC di Mo-dica Tino Antoci ha così commentatol’iniziativa: “Modica non è una sceltacasuale, lo meritava già da tempo,

anche perché la provincia di Ragusa èfra le prime in Italia per presenza dicapi razze charolaise e limousine; lamanifestazione è stata voluta forte-mente dall’ amministrazione comu-nale e dalle associazioni di categoria;ed è stata fatta anche grazie alla mas-siccia adesione di allevatori prove-nienti da tutta Italia. Ci auguriamo chequesto evento possa essere il puntodi partenza di un rilancio del settorezootecnico da carne in Italia, e che iconsumatori imparino ad apprezzare iprodotti Made in Italy e capiscanoquanti sacrifici bisogna fare per realiz-zare prodotti di altissima qualità.”Gli oltre 10mila spettatori hanno assi-stito ad un commovente momento:quello del parto di un vitellino Modi-cano domenica pomeriggio, sicura-mente un buon augurio per lesuccessive edizioni. L’evento è servitoanche ad accendere i riflettori della po-litica sulle problematiche del com-

parto. Da qui le presenze del sottose-gretario Castiglione, dell’Assessore re-gionale Cracolici e dell’onorevoleMinardo. “E’ stato un successo che èandato al di là di ogni più rosea aspet-tativa – commenta il sindaco di Modica– grazie al coinvolgimento di tutti i set-tori produttivi dell’agroalimentare edella zootecnia. Ringrazio in particolaregli allevatori, colonna portante della no-stra economia, nonostante tutte le dif-ficoltà che sono costretti ad affrontareogni giorno.” Il sindaco ha poi ringra-ziato le forze sociali e agricole modi-cane, e ha sostenuto la centralitàdell’allevamento e la tradizione dellazootecnia modicana nel futuro del-l’economia e dell’identità del territorio,aggiungendo che “magari in futuro sipotrebbe pensare ad una formula cheintegri la Mac con la Fiera che si svolgeogni anno a Ragusa. Insieme po-tremmo organizzare la più grande ma-nifestazione del settore in Italia”.

L’UNSIC di Modica alla Vetrina zootecnica italiana:la “Mostra nazionale delle razze charolaise e limousine”

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Nell’immagine, tra gli altri, il responsabile Unsic Modica Tino Antoci, il sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe Castiglione,il sindaco di Modica Ignazio Abbate, il deputato Nino Minardo

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ra rinvii, polemiche e dubbi,il percorso della famosaBusta Arancione ha vissuto

momenti travagliati, ma si appresta fi-nalmente alla conclusione. Nei pros-simi giorni, infatti, il primo lotto dibuste dell’Inps arriverà a casa di150.000 italiani; all’interno una letteradi tre pagine che ripercorre la storiacontributiva dei lavoratori con la pre-visione della data di pensionamento,dell’importo dell’assegno e del rap-porto tra busta paga e assegno previ-denziale. Cos’è, dunque, la BustaArancione? Si tratta di un documentoche permetterà a milioni di lavoratoridi stimare la propria pensione pub-blica futura, un prospetto atteso damolti anni (se ne parla dal 2005) e chetrae ispirazione dall’omonima missivainviata ogni anno ai lavoratori svedesi.Grazie alla Busta Arancione ogni lavo-ratore potrà consultare una simula-zione sull’assegno previdenziale chelo aspetta durante la vecchiaia, rap-portato al costo della vita oggi. Se-condo quanto spiega Il Messaggero,“La prima pagina si apre con la defi-nizione dell’oggetto: «calcolo previ-sionale della sua pensione» e sichiarisce subito come la stima sia ot-tenuta in maniera automatica, senzaalcun valore certificativo.C’è subito anche l’invito a prendereSpid e visualizzare il servizio onlinecosì da poter fare tutte le simulazioniche si vogliono, cambiando i parame-tri, che nella versione cartacea sonofissi (crescita di Pil e stipendiodell’1,5%, nessuna interruzione lavo-rativa). Dopo di che si apre un pro-spetto, che è il cuore della lettera, inpoche righe c’è la data del pensiona-mento, la previsione della pensionemensile lorda, la stima dell’ultima re-

tribuzione prima dell’uscita, i tassi disostituzione (sia al lordo che al netto).In fondo alla tabella una glossario pernon perdersi nei tecnicismi e unanota per chiarire come le cifre ab-biano un valore indicativo. Si volta pa-gina e c’è la scheda dell’estrattoconto contributivo, in questo casonulla di virtuale ma tutti i versamentifinora fatti e la richiesta di segnalareeventuali errori. La lettera terminacon la simulazione di tutti gli anni fu-turi, tra contributi e reddito fino alladata della pensione”. Con questa let-tera, l’Inps persegue l’obiettivo di ren-dere i contribuenti più consapevoli evigili, discorso valido soprattutto peri giovani, generalmente poco infor-mati sull’importo dei contributi versatie sull’ammontare previsto della pen-sione futura. Grazie alla Busta Aran-cione, i lavoratori potranno conoscerefacilmente l’ammontare del propriogap previdenziale, ossia la differenzatra l’ultima retribuzione ricevuta primadel pensionamento e l’assegno pen-sionistico maturato a fine carriera. In

questo modo, gli italiani potranno pre-vedere se rischieranno un consi-stente abbassamento del propriotenore di vita e se sarà opportuno ri-correre ad altri fondi pensionistici percostituire una scorta di emergenza.Riguardo al funzionamento della si-mulazione, è opportuno sapere che icalcoli contenuti nella missiva si ba-sano su ipotesi di fondo relative allacarriera del lavoratore, alla crescitadei suoi redditi, all’andamento del Pile dell’inflazione, fattori che possonoinfluire pesantemente sull’ammon-tare della pensione futura. Inoltre, perdeterminare l’assegno previdenziale,viene ipotizzato che il lavoratore si ri-tiri con l’età della pensione di vec-chiaia (destinata, però, a salire infuturo con l’aumento delle aspetta-tive di vita).La Busta Arancione verrà inviata atutti i lavoratori ancora in attività, pur-ché dipendenti del settore privato, gliautonomi come gli artigiani, i com-mercianti e le partite Iva, e, presto,anche ai dipendenti statali.

In arrivola Busta Arancione

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CAF UNSIC

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el 2011, la legge Fornero hastabilito che ai soggetti che ac-cedono alla pensione antici-

pata prima di aver compiuto 62 anni dietà si applica una riduzione percentualedella quota retributiva della pensione,pari all’ 1% / 2%, per ciascun anno di an-ticipo rispetto ai 62 anni.Dapprima, con la Legge di stabilità 2015è stato previsto che la penalità non ve-nisse applicata alle pensioni anticipatecon decorrenza dal 1° gennaio 2015 e li-

mitatamente ai lavoratori che avrebberomaturato il requisito di anzianità contri-butiva entro il 31 dicembre 2017.Con questo parziale intervento resta-vano purtroppo fuori tutte le pensionicon decorrenza fino al 2014, che avreb-bero continuato a subire una penalizza-zione nel tempo. Solo con la Legge distabilità 2016, intervenuta per sanarequesta situazione, è stata prevista lacancellazione della penalizzazione, a par-tire dal 1° gennaio 2016, per i lavoratori

che erano andati in pensione prima del2015. L’Inps intervenuto di recente sul-l’argomento, con la circolare n. 45/2016,ha reso noto che restano esclusi dallepenalizzazioni “i trattamenti pensionisticianticipati aventi decorrenza negli anni2012, 2013 e 2014, esclusivamente conriferimento ai ratei di pensione corri-spondenti a decorrere dal 1° gennaio2016.” A oggi l’Inps non ha ancora prov-veduto a ricostituire le pensioni interes-sate dalle “depenalizzazioni”.

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Inps, con la circolare n.40/2016, fornisce indicazionirelative alla valorizzazione in

denuncia dei congedi parentali a orecon contribuzione figurativa ai fini pen-sionistici, a carico dell’Istituto per leaziende e le Amministrazioni pubblicheiscritte alla Gestione Dipendenti Pub-blici. Il decreto legislativo n. 80/2015, invigore dal 25 giugno 2015, ha previsto,infatti, un criterio generale secondo ilquale, in assenza di contrattazione col-lettiva che disciplini questo tipo di con-gedo, i genitori lavoratori dipendentipossono fruire del congedo in modalitàoraria in misura pari alla metà dell’ora-rio medio giornaliero del periodo dipaga quadri settimanale o mensile im-mediatamente precedente a quello nelcorso del quale ha inizio il congedo pa-rentale. In sostanza il congedo orario èfruibile in misura pari alla metà dell’ora-rio medio giornaliero. La nuova disci-plina, precisa l’Inps, si applica anche ailavoratori dipendenti pubblici o privatiiscritti ai fondi esclusivi dell’AGO della

Gestione dipendenti pubblici, ferme re-stando le disposizioni specifiche previ-ste dai rispettivi quadri normativi diriferimento. Sono esclusi per espressaprevisione legislativa il personale delcomparto sicurezza e difesa e quellodei vigili del fuoco e soccorso pubblico,per i quali provvede la contrattazionecollettiva. La norma prevede l’incumu-labilità del congedo parentale ad orecon altri permessi o riposi disciplinatidal T.U. n. 151/2001. Infine, tenutoconto dell’elevazione dei limiti tempo-rali del congedo, da 8 a 12 anni delbambino, a decorrere dalla data di en-trata in vigore (25 giugno 2015) delD.Lgs. n. 80/2015, le Amministrazionipubbliche sono tenute a corrispondereal dipendente, salvo disposizioni dimaggior favore, il 30% della retribu-zione persa per un periodo di congedoparentale massimo, complessivo tra igenitori, di sei mesi, fruito fino al sestoanno di vita del bambino o di ingressodel minore in affidamento o adozione.Per gli anni successivi al sesto fino al-

l’ottavo anno e per i periodi ancora nonfruiti, il 30% di retribuzione verrà corri-sposto a condizione che il reddito indi-viduale del genitore richiedente siainferiore a 2,5 volte l’importo del tratta-mento minimo di pensione a caricodell’assicurazione generale obbligato-ria. Per il 2016 il valore provvisorio ditale importo risulta pari a euro16.311,43 (euro 6.524,57 per 2,5). I pe-riodi di congedo fruiti tra gli otto e i do-dici anni non danno diritto ad alcunaretribuzione. Nella circolare si con-ferma che la fruizione del congedo pa-rentale fra il 25 giugno 2015 e il 31dicembre 2015 è coperta da contribu-zione figurativa fino al 12° anno di vitadel bambino ovvero fino al 12° anno diingresso del minore in famiglia, fattosalvo in questo ultimo caso, il limite delraggiungimento della maggiore età daparte del minore. Si precisa che il suc-cessivo D.Lgs. n. 148/2015 mette a re-gime e rende strutturali le misurepreviste dal D.Lgs. n. 80 (tra le qualil’estensione del congedo parentale).

Indicazioni Inps per dipendenti pubblicie congedo parentale a ore

Legge di stabilitàe penalizzazione delle pensioni anticipate

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PATRONATO ENASC

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a Presidenza e la Direzione delpatronato Enasc hanno orga-nizzato un corso rivolto ai Diret-

tori Provinciali. L’evento si è svolto ilgiorno 7 Aprile 2016 presso la sede Na-zionale Enasc in Via Angelo Bargoni, 78a Roma. È stata una giornata intensadedicata alla formazione e organizza-zione sul territorio, analizzando le novitàorganizzative e tecniche che in questimesi hanno organizzato la nostra atti-

vità. Un momento di riflessione con lestrutture territoriali che ha portato aprendere decisioni per quanto riguardale strategie future, in modo particolareper le statistiche 2015 e la formazionesul territorio. L’entrata in vigore del de-creto sulla qualità e le ultime novità mi-nisteriali hanno imposto questoconfronto diretto con i rappresentantidel patronato sul territorio. Inoltre, gra-zie alla partecipazione dell’Avvocato Fa-

ramo, si è discusso della privacy, im-prontando il discorso sulla sicurezza ela tenuta degli archivi, sia cartacei chemultimediali, con alcuni consigli e de-lucidazioni al riguardo. Il corso si èsvolto dalle ore 10:30 alle ore 17:00 edha riscontrato la piena soddisfazione,sia dei Direttori Provinciali che dell’in-tera Direzione. Nelle prossime setti-mane, verranno svolti altri corsi diaggiornamento.

Corso di aggiornamentoENASC

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l conto formazione aziendale è unparticolare strumento tecnicoche consente di allocare nella

piena disponibilità di un unico ente at-tuatore (ente di formazione) almeno il70% delle risorse finanziarie rinve-nienti da INPS, afferenti ad un soloente beneficiario iscritto a Fondola-voro. Detti importi possono essereutilizzati dall’ente attuatore esclusiva-mente per finanziare la formazionecontinua (ottemperanza/sviluppo) deilavoratori dell’ente beneficiario.L’accesso alle risorse finanziarie delconto formazione aziendale, da partedell’ente attuatore, avviene con pro-cedura a sportello. Fondolavoro ac-cantona nel conto individuale di

ciascuna azienda aderente, denomi-nato “Conto formazione”, una quotapari al 70% del contributo obbligato-rio dello 0,30% sulle retribuzioni deipropri dipendenti versato al Fondotramite l’INPS.Le risorse finanziarie che affluiscononel “Conto formazione” sono a com-pleta disposizione dell’azienda tito-lare, che può utilizzarle per fareformazione ai propri dipendenti neitempi e con le modalità che ritienepiù opportuni, sulla base di Piani for-mativi aziendali o interaziendali con-divisi dalle rappresentanze delle partisociali. Il Piano formativo aziendale fi-nanziato con il “conto formazione”consiste in un progetto che contiene

le motivazioni, gli obiettivi e l’articola-zione delle azioni formative che l’im-presa intende svolgere persoddisfare i fabbisogni di adegua-mento o sviluppo delle competenzee delle professionalità dei propri lavo-ratori, con esclusione dei dirigenti, intutte le principali aree di attività azien-dale.Il Piano formativo può avere una du-rata massima di 24 mesi della data diavvio della attività formative, deveesporre il preventivo dei costi da so-stenere per la realizzazione delle atti-vità e deve essere condiviso con unaccordo sottoscritto dalle rappresen-tanze delle parti sociali, a livello azien-dale, territoriale, o di categoria.

Cos’èun conto formazione aziendale?

FONDOLAVORO

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el supplemento ordinario n.10 alla Gazzetta Ufficialedella Repubblica Italiana n.

91 del 19 aprile 2016 è stato pubbli-cato il Decreto Legislativo n. 50/2016(il cosiddetto “nuovo codice degli ap-palti”) recante attuazione delle Diret-tive 2014/23/UE, 2014/24/UE e2014/25/UE sull’aggiudicazione deicontratti di concessione, sugli appaltipubblici e sulle procedure d’appaltodegli enti erogatori nei settori specialidell’acqua, dell’energia, dei trasportie dei servizi postali, nonché per il rior-dino della disciplina vigente in mate-ria di contratti pubblici relativi a lavori,servizi e forniture. Questa riforma delcodice è importante per i fondi inter-professionali quali Fondolavoro. In-fatti, con nota del 29 aprile 2016,pubblicata in bollettino n. 15 del 9Maggio 2016, l’Autorità Garante dellaConcorrenza e del Mercato - AGCMha ribadito che i fondi interprofessio-nali per la formazione continua, puressendo organismi associativi di di-ritto privato, devono considerarsi, aisensi della normativa in materia di ap-

palti pubblici, organismi di diritto pub-blico. Questo comporta che ogni rap-porto negoziale con soggetti terzideve essere disciplinato da un con-tratto scritto di diritto pubblico, stipu-lato dopo una procedura selettiva adevidenza pubblica in conformità conla normativa Ue e nazionale in materiadi appalti pubblici.I Fondi devono provvedere a prede-terminare e rendere pubblici tutti ipresupposti richiesti per ottenerel’approvazione dei piani formativi, lemodalità e le tempistiche entro cui ifondi si impegnano a richiedere leeventuali integrazioni o ad esaminarei riscontri alle integrazioni richieste lemodalità con cui deve essere rendi-contata l’esecuzione dei piani forma-tivi autorizzati per la liquidazione deifinanziamenti. Inoltre, l’assolvimentodegli obblighi di pubblicità e di traspa-renza dei Fondi ricorre anche nei casidi erogazione di sovvenzioni , contri-buti e altri vantaggi economici (comesi evince dall’art.12 della L.n.241/1990 e dall’art.118, comma 2,della L. n.388/2000). Alla luce di ciò i

Fondi dovranno apportare delle modi-fiche ai propri manuali di gestione,chiarendo che eventuali modifiche aicriteri e presupposti per l’autorizza-zione dei piani formativi varranno soloper i nuovi piani formativi. I Fondi,inoltre, dovranno informare, nel ri-spetto degli obblighi di trasparenza,le aziende iscritte dell’entità e dellanatura di tutti i costi e oneri. AGCMha evidenziato, da ultimo, la sussi-stenza di criticità in merito alla mobi-lità tra fondi e, in particolare, ilmancato rispetto delle tempistichepreviste dalla normativa vigente perdare esecuzione alla richiesta di por-tabilità inoltrata dall’Azienda ade-rente. Infine viene proposta unariflessione sul divieto alla portabilitàimposto dalla legislazione alle microe piccole imprese, che porta adescludere una considerevole platea diaziende dall’esercizio del diritto allamobilità tra fondi. Il parere si con-clude con l’invito all’INPS e al Mini-stero del Lavoro di vigilare sullagestione dei fondi, anche fornendoindicazioni interpretative-applicative.

Le novità normativeper i fondi interprofessionali

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l 5 maggio 2016, presso il Parla-mentino del CNEL a Roma, l’ISFOLha presentato il “XVI Rapporto An-

nuale sulla Formazione continua”.Hanno partecipato il Sottosegretario alLavoro on. Luigi Bobba e i principali sta-keholders direttamente/indirettamenteinteressati alla gestione della forma-zione finanziata. L’evento ha costituitoun’importante occasione per approfon-dire i temi inerenti alla formazione con-tinua in Italia, anche alla luce dellenovità contenute nei più recenti prov-vedimenti legislativi.Il Rapporto segnala come cresca inItalia la partecipazione degli adulti(25-64enni) in attività educative e for-mative, arrivando a coinvolgere 2,6milioni di persone con un tasso pariall’8% (dati 2014) rispetto al 10,7%della media UE. Le percentuali piùalte si registrano per le donne (8,3%),gli occupati (8,7%), i 25-34enni(14,9%), i laureati (18,7%). Sul pianoterritoriale il Centro-Nord si confermacome l’area geografica con la mag-giore partecipazione, mostrando inol-tre un trend positivo più intensorispetto al Mezzogiorno.Il Rapporto evidenzia come sussistaun divario tra il tasso italiano di parte-cipazione e il target fissato dallaUnione Europea, che attribuisce im-portanza strategica alla formazionecontinua per la competitività e la lottaalla disoccupazione, ma i passi inavanti che sta compiendo il nostroPaese sono comunque rilevanti.Dai dati del Rapporto emerge ancheche sul piano finanziario la necessitàdi rispondere all’impatto della crisieconomica ha comportato il trasferi-mento di consistenti quote dalla for-mazione continua agli ammortizzatorisociali in deroga, per un valore com-

plessivo che nel periodo 2009-15 haraggiunto oltre 1 miliardo di euro: in-somma, contrariamente alle previ-sioni, si sono spostati risorse da unimpiego idealmente virtuoso, quellodella formazione continua, ad unod’emergenza, la Cassa integrazione inderoga (una misura peraltro in viad’abolizione, che non dovrebbe pro-seguire oltre il 2016 perché sostituitadalle nuove misure del Jobs Act). No-nostante questo quadro difficile, ilruolo dei Fondi interprofessionali si èrafforzato ed essi al momento rappre-sentano l’unico strumento di finanzia-mento della formazione continua alivello nazionale. A ottobre 2015 il nu-mero di adesioni ai Fondi si è asse-stato su circa 930 mila imprese ecirca 9,6 milioni di lavoratori. A partiredal 2004 i Fondi interprofessionalihanno gestito complessivamentecirca 5,2 miliardi di euro. Sempre dal

Rapporto emerge che, entrando nelmerito della formazione per i lavora-tori e per le imprese, la proposta for-mativa è ancora prevalentementeconcentrata su ambiti trasversali e in-tersettoriali o legati agli obblighi dilegge. La salute e la sicurezza sui luo-ghi di lavoro rimane la tematica più ri-corrente.Questo non è del tutto positivo: signi-fica che si fa formazione quando “co-stretti” dallo spauraccho dellesanzioni, piuttosto che per libera ini-ziativa e autonomia progettuale.L’aula rappresenta l’ambiente di ap-prendimento di gran lunga più utiliz-zato (nel 76,4% dei piani), e anchequesto è un metodo non innovativo,che ha rendimenti inferiori rispetto altraining on the job. Insomma ancheper i fondi interprofessionali si poneun problema di..formazione e aggior-namento!

Il XVI° Rapporto annuale di Isfolsulla formazione continua

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umerose sono le iniziativeformative ENUIP in partenzaper il mese di maggio. Si

parte con il corso eLearning di altaformazione in “STRUMENTI E TECNI-CHE DI ASSISTENZA FISCALE”, natodalla collaborazione con l’Italian Uni-versity Line – IUL, Università parteci-pata da INDIRE, e di Perseo ImpresaSociale, partner esperto in forma-zione a distanza. Il corso – della du-rata di un anno – prevede tra i docentiLuigi Patella (Responsabile ENUIP Pu-glia) per la parte di CAF e il Direttoredell’ENASC Patronato, Luigi Rosateio.Al termine del percorso, che prevedeanche il riconoscimento di crediti for-mativi per gli iscritti all’Università,vuole formare responsabili di centriCAF e Patronato: difatti i discentiavranno la possibilità di acquisirecompetenze e know how anche nellaprospettiva di aprire autonomamenteun proprio centro. Dopo la forma-zione teorica è previsto uno stagepresso un CAF UNSIC o una sede del-l’Enasc Patronato per coloro chesono disoccupati, oppure un projectwork per coloro che sono già occu-pati. Sempre a maggio si prevedel’avvio dei tre corsi finanziati dall’UNI-PROMOS, che termineranno entro ot-tobre: operatore CAF e Patronato, incollaborazione con il CAF UNSIC el’ENASC Patronato, LIS Lingua deiSegni Italiana, in collaborazione conl’UNSICOOP e l’Istituto Italiana deiSordi, Badanti ed Assistenti agli an-ziani, in collaborazione con la Casa diRiposo Villa San Giusto, presso cuiverrà realizzato lo stage. Il corso è va-lido ai fini dell’iscrizione al Registrodelle Badanti del Comune di Roma.Infine, a fine mese, partirà anche ilcorso eLearning Paghe e contributi,

tenuto dal dr. Alessandro Carnevale,e nato dalla collaborazione con il CAFImprese UNSIC. Il percorso è artico-lato in 5 moduli didattici, attraversocui i discenti potranno usufruire deiseguenti strumenti: una video-lezionedi introduzione al corso, 5 video-le-zioni di presentazione per ogni mo-dulo didattico, materiale didattico e diapprofondimento sulle tematiche delcorso per acquisire le conoscenzeteoriche utili alla professione, eserci-tazioni pratiche per dare la possibilitàdi sperimentare quanto appreso a li-vello teorico, ricevendo dal docenteun feedback su quanto fatto, test a ri-sposta multipla per verificare di voltain volta il livello di apprendimento e di

comprensione degli argomenti trat-tati, forum per chiedere chiarimenti edelucidazioni al docente ed un test fi-nale, superato il quale verrà rilasciatoun attestato che certifichi la fre-quenza al corso e l’acquisizione dellecompetenze relative. Infine, sono inprogramma – tra breve – l’avvio deicorsi per amministratori di condomi-nio e per mediatori civili e commer-ciali, per i quali corsi sono ancoraaperte le iscrizioni. Per informazioni suqueste ed altre iniziative dell’ENUIP,contattare la dr.ssa Elisa Sfasciotti o ladr.ssa Nicoletta Nicoletti ai seguentirecapiti: Tel 06 58333803E-mail: ([email protected])([email protected]).

Corsi ENUIPin partenza

ENUIP

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a Regione Lazio ha emanato ilnuovo bando Torno Subitoper il 2016 per il finanzia-

mento di corsi di alta formazione ework experience (stage e tirocini) ri-volti a giovani disoccupati, di età tra i18 ed i 35 anni, residenti o domiciliatinel Lazio da almeno 6 mesi. I percorsisono indirizzati a studenti universitario laureati ed a studenti e diplomati discuole di specializzazione tecnologica(Istituti Tecnici Superiori), riconduci-bile alle seguenti linee progettuali:“Torno Subito Formazione”, “TornoSubito Work Experience” e “Torno Su-bito Cinema”. Tutte e tre le linee pro-gettuali prevede una prima fase diformazione o stage fuori dalla Re-gione Lazio ed una seconda fase incui poter svolgere un tirocinio in una

struttura con sede nella regione la-ziale. L’ENUIP – a fronte di questa op-portunità offerta dalla Regione -intende cogliere questa occasioneper offrire la possibilità a giovani di-soccupati di formarsi ed acquisireuna professionalità con una forte ri-spondenza rispetto alle richieste delmercato del lavoro. Le proposteENUIP sul Torno subito sono relativealla formazione di Manager di reted’impresa e di Esperti in MarketingAssociativo Sindacale. I giovaniavranno la possibilità di svolgere uncorso a Milano di 3 mesi, in cui ver-ranno trattati gli argomenti relativi alsingolo percorso. Al termine della for-mazione d’aula, i giovani tornerannonel Lazio e svolgeranno un tirocinio disei mesi presso l’UNSIC Nazionale

per il corso Manager di reti d’impresae presso la CONFIAL ConfederazioneItaliana Autonoma Lavoratori e lastessa UNSIC. Tutte le spese relativealla formazione, al vitto e l’alloggiosostenute per il periodo fuori dallaRegione saranno rimborsate ai parte-cipanti. Gli stessi riceveranno ancheun’indennità di 600,00 euro mensiliper il periodo di stage svolto all’in-terno del Lazio. La scadenza per lapresentazione delle domande alla Re-gione è per il 25 giugno p.v.Per iscriversi ai corsi e cogliere que-sta opportunità, contattare l’ENUIPNazionale, nelle persone di Elisa sfa-sciotti o Nicoletta Nicoletti ai se-guenti recapiti: Tel 06 58333803E-mail: ([email protected])([email protected]).

ENUIP per “Torno Subito 2016”:Manager di reti

di Impresa ed Esperto in Marketing associativo sindacale

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a Regione Lazio, con l’AvvisoPubblico, “Regione Lazio POFSE 2014-2020 Avviso pub-

blico “Crescita dell’adattabilità dei lavo-ratori attraverso la formazionecontinua” Asse 3 - Istruzione e Forma-zione - Priorità di investimento 10iv -Obiettivo specifico 10.4 – vuole dare lapossibilità - finanziando percorsi for-mativi e di aggiornamento mirati - adaziende e professionisti di rafforzare leproprie competenze, al fine di esserepiù competitivi sul mercato.A riguardo, l’ENUIP si sta attivando perdare la possibilità concreta alle aziendeassociate ed al network di professioni-sti collegati al mondo UNSIC di potercogliere tale opportunità, realizzandodei corsi che rispondano alle effettiveesigenze delle imprese e del mercato.

Gli ambiti tematici su cui focalizzare laformazione possono essere molteplici;tra tutti ne sono stati evidenziati alcunisolo a titolo di esempio e che, inquanto tali, non risultano esaustivi: gliacquisti verdi pubblici e i CAM (Criteriambientali minimi) a cui le Amministra-zioni Pubbliche sono tenuti a dare prio-rità nell’individuazione dei propripartner e fornitor – corsi rivolti a Mana-ger, imprenditori, lavoratori autonomi,lavoratori e/o collaboratori; certifica-zioni di Qualità- corsi rivolti a Manager,imprenditori, lavoratori autonomi, lavo-ratori e/o collaboratori; informatica –corsi rivolti a Lavoratori occupati dipen-denti d’impresa e con forme contrat-tuali previste dalla normativa vigente;inglese – corsi rivolti a Lavoratori occu-pati dipendenti d’impresa e con forme

contrattuali previste dalla normativa vi-gente; reti di impresa, – corsi rivolti aLavoratori occupati dipendenti d’im-presa e con forme contrattuali previstedalla normativa vigente; internaziona-lizzazione - – corsi rivolti a Lavoratorioccupati dipendenti d’impresa e conforme contrattuali previste dalla nor-mativa vigente. Per poter partecipareall’iniziativa, la Regione Lazio ha previ-sto alcune scadenze per la presenta-zione delle relative domande.Nel caso necessitaste di ulteriori infor-mazioni o chiarimenti, o vorreste se-gnalare aziende o professionistiinteressati, potete contattare la dr.ssaElisa Sfasciotti o la dr.ssa Nicoletta Ni-coletti, ai seguenti recapiti:Tel 06 58333803E-mail:([email protected]).

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Corsi di formazione ed aggiornamento professionalegratuiti e finanziati dalla Regione Lazio

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l sistema previdenziale dei marit-timi è soggetto a diverse norma-tive che spaziano da quelle di

diritto nazionale che fanno riferi-mento alla cittadinanza del personaledi bordo e alla bandiera della nave aquelle internazionali qualora il marit-timo sia imbarcato su navi battentibandiera straniera. Va precisato che,secondo il diritto internazionale, leleggi di riferimento sulla nave sonoquelle del suo Stato di appartenenza,ovunque essa si trovi. Si applica ilprincipio dell’extraterritorialità comeavviene ad esempio per le amba-sciate. Tale principio cessa quando lanave giunge in porto per cui si avràche a bordo si applicheranno le leggidello Stato battente a bandiera, men-tre a terra si seguiranno quelle dellanazione in cui ci si trova.Fanno parte del personale marittimo:la gente di mare; il personale addettoal servizio dei porti e il personale tec-nico delle costruzioni navali. La previ-denza dei marittimi è tra le piùantiche nel nostro panorama giuri-dico. Basti pensare che le origini risal-gono ai tempi delle RepubblicheMarinare, le cui istituzioni di assi-stenza hanno costituito alcuni tra iprimi esempi di tutela dei lavoratori.Tornando ai nostri giorni, il sistemaprevidenziale marittimo è stato defi-nitivamente riordinato con la Legge n.413 del 26 luglio 1984 che ha sop-presso la Cassa nazionale per la pre-videnza marinara; quindi nel 1990 ilprocesso è stato terminato con ilcompleto inserimento dei marittimi inregime AGO dei lavoratori dipendenti.Analizziamo di seguito le peculiaritàprevidenziali legati al lavoro marittimoed enunciati all’interno della L. n413/84. Tra questi vi è il prolunga-

mento. Si tratta di una maggiorazioneche spetta alla categoria in virtù delladurata del lavoro nel momento in cuisi è imbarcati che ovviamente vieneconsiderata della durata di 24 ore su24. L’istituto del prolungamento pre-vede che i periodi di imbarco anteriorial 1980 vengano maggiorati del 40%;quelli successivi al 1980 sono prolun-gati di un periodo corrispondente aigiorni di sabato e domenica, e quellifestivi cadenti effettivamente duranteil periodo di imbarco.Il prolungamento scatta solo a condi-zione che dopo la navigazione vi siaun periodo non coperto da contributi,inclusi i figurativi, come ad esempiol’indennità di disoccupazione. Allostesso modo, non si applica in casodi ricongiunzione dei periodi pressoaltri fondi pensione. Il marittimo di-chiarato inabile dalla competentecommissione ha diritto alla pensionea qualsiasi età, purché possa far va-lere almeno 10 anni di navigazione dicui uno nell’ultimo decennio.La pensione anticipata spetta a con-dizione che si possano far valere1040 settimane di assicurazione solomarittima, di cui almeno 520 di effet-tiva navigazione al servizio di mac-china o di stazione radiotelegrafica dibordo. A tal proposito, l’Inps conmessaggio 2409/2015 specifica che“Nei casi di lavoratori marittimi cheabbiano ricoperto contemporanea-mente diverse qualifiche, il periodo disvolgimento dell’effettiva navigazioneal servizio di macchina o di stazione ra-diotelegrafica deve essere attestatadall’azienda armatoriale con esplicitaassunzione di responsabilità su quantodichiarato, utilizzando il modello alle-gato”. Un’ ulteriore deroga riguarda lepensioni ai superstiti nel triste caso di

lavoratori marittimi scomparsi in mare.In questo caso i superstiti possono ri-chiedere immediatamente la pensionesenza attendere la dichiarazione dimorte presunta, a condizione che siastato compilato l’atto del processo ver-bale secondo quanto stabilito dagli artt.206 - Scomparizione in mare e 211 -Conseguenze della scomparizione inmare del codice della navigazione.Per ciò che concerne l’assicurazioneobbligatoria contro gli infortuni sul la-voro e le malattie professionali, ai sensidell’art. 7 della Legge n.122/2010 l’Ip-sema è stato soppresso e le relativefunzioni sono di competenza del-l’INAIL. L’assicurazione è a totale caricodel datore di lavoro. I lavoratori benefi-ciano dell’indennità per inabilità tempo-ranea, inabilità permanente, rendita,una tantum, assegno funerario ai su-perstiti. Sono coperti anche gli infortuniin itinere nonché la malattia.L’ex Ipsema e oggi l’INAIL oltre a co-prire le malattie fondamentali, ossiaquelle manifestatesi a bordo copronoanche quelle dette complementariche si manifestano entro 28 giornidallo sbarco. Qualora la malattia com-porti lo sbarco il marittimo beneficiadi un’indennità giornaliera dal giornosuccessivo alla cancellazione dalruolo di equipaggio pari al 75% dellaretribuzione dell’ultimo mese e vieneerogato per tutta la durata della ma-lattia per un massimo di un anno.In ultimo, occorre segnalare la nascitadel Fondo Solimare. Il Fondo di soli-darietà bilaterale del settore marit-timo è stato istituito con Decretointerministeriale n. 90401 dell’8 giu-gno 2015 e si rivolge ai lavoratori ma-rittimi, compresi gli iscritti al “turnoparticolare” (marittimi a tempo deter-minato ma con precedenza di imbarco

Lupi di mare:la previdenza dei marittimi

UNSICOOP

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nsicoop manifesta soddisfa-zione per l’approvazione allaCamera della Proposta di

Legge contro gli Sprechi Alimentaripresentata dal Ministro dell’ambienteGalletti. I “sì” sono stati 277, nessuncontrario e 106 le astensioni: quelledei deputati di M5S, Forza Italia eLega. La Legge è il risultato di un per-corso iniziato nel 2014 in cui la nostraassociazione ha da subito creduto,aderendo alla Consulta del Piano Na-zionale di Prevenzione dello SprecoAlimentare (PINPAS), coordinato daAndrea Segrè, ordinario di Politicaagraria internazionale e comparatadell’Università di Bologna.Di seguito il suo intervento al conve-gno “Spreco alimentare: dalle policyalle best practices” tenutosi il 20Maggio 2015 all’Università Bocconi,in cui sintetizza gli elementi fonda-mentali del Progetto. La Proposta diLegge segue l’orientamento giuridicoeuropeo formulato attraverso i rego-lamenti Ue, quali R/CE 1308 del 2013che incentivano le organizzazioni diproduttori (OP) degli Stati membri adattivarsi al massimo per evitare glisprechi di risorse alimentari. Oggi piùche mai, infatti, è cruciale modificarel’attuale modello di crescita, creando

le condizioni che, nel lungo periodo,consentano di avviare un modello disviluppo sostenibile e solidale. L’Italiaha raccolto le richieste europee, attra-verso l’istituzione del Piano Nazionalecontro lo Spreco Alimentare. I più im-portanti output del piano sono stati laformulazione di dieci raccomanda-zioni rivolte al Ministero dell’Am-biente per la riduzione degli sprechialimentari nel giugno 2014, il positionpaper “come agevolare la donazionedegli alimenti invenduti” e la Presen-tazione della Carta di Bologna, nel no-vembre 2014. Perché un piano diprevenzione specifico per gli sprechialimentari? I dati emersi dal progettoFusions finanziato dalla CommissioneEuropea hanno stimato che ognianno lo spreco alimentare nei Paesidell’Unione Europea vale 143 miliardidi euro. Ogni anno vengono cestinate88 milioni di tonnellate di alimenti. Lefamiglie contribuiscono con 47 mi-lioni di tonnellate. Vale a dire che piùdella metà dello spreco deriva dalconsumo domestico.La Proposta di Legge Gadda si ponel’ambizioso obiettivo di arginare que-sto drammatico fenomeno cam-biando il sistema di rapporto traproduttori, consumatori e soggetti

della grande distribuzione alimentare.Il cuore della proposta è l’agevolazionedella donazione gratuita degli alimentiinvenduti da parte degli operatori dellafiliera alimentare a soggetti terzi(ONLUS), il tutto ovviamente nel ri-spetto delle norme igienico- sanitarieche il testo di legge specifica. Un altropunto cardine della legge è l’educa-zione alla riduzione dello spreco ali-mentare che deve iniziare proprio dallescuole primarie. Seguendo le indica-zioni del recente testo di legge, quindi,Unsicoop intende avviare un progettonelle scuole primarie al fine di infor-mare e sensibilizzare i bambini, i do-centi e le loro famiglie sul concetto dirisorse “limitate” favorendo un con-sumo intelligente dei cibi.

Non buttare!La legge contro gli sprechi alimentari

in caso di carenza di personale), ai di-pendenti amministrativi e di terra delleimprese amatoriali, in caso di ridu-zione o di sospensione dell’attività la-vorativa ed erogherà prestazioni atutela del reddito dei lavoratori marit-timi e del personale amministrativo edi terra delle imprese armatoriali.

L’art. 2 del Decreto prevede che ilfondo intervenga nei casi di riduzioneo sospensione dell’attività lavorativain relazione a: eventi transitori e nonimputabili all’impresa armatoriale o ailavoratori, ovvero determinati da si-tuazioni temporanee di mercato; ri-strutturazioni, riorganizzazioni o

conversioni aziendali; crisi aziendali;fallimento, concordato preventivo, li-quidazione coatta amministrativa eamministrazione straordinaria.A decorrere dal 1° gennaio 2016 ilFondo è stato esteso anche alle im-prese con media occupazionale com-presa tra più di 5 e 15 dipendenti.

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xpo 2015 ha rappresentato unpunto di svolta per il mondoagroalimentare in diversi set-

tori, ma la principale eredità che ha la-sciato è stata quella rappresentatadalle innovazioni e dal maggiore im-pegno nel settore dell’agricoltura so-stenibile. Un forte input in questosenso proviene dalla maggiore co-scienza con cui i governi di tutto ilmondo pensano, oggi, all’agroecolo-gia, come il principale sistema agri-colo in grado di garantire un futuro alnostro pianeta. Il percorso dell’agroe-cologia non è stato facile. Tale para-digma nasce già negli anni ottanta,ma allora i suoi principi erano consi-derati più vicini ad una pseudo-scienza, che a un vero e propriosistema in grado di rappresentare unvalido approccio etico e funzionaleall’agricoltura.Oggi l’agroecologia si è ritagliata unposto nel pensiero collettivo. Essaviene vista come una vera e propriascienza capace di applicare i fonda-menti ecologici ed etici alle tecnicheagricole, il più importante contributoallo sviluppo di una agricoltura soste-nibile, che sia biodiversificata, produt-tiva, resiliente e socialmente giusta.Le tecniche agroecologiche non pre-vedono l’uso di fertilizzanti e pesticidichimici; l’ideologia che li governa sibasa sulla condivisione e conserva-zione delle sementi, sulla diversifica-zione dei sistemi agricoli e sull’uso disistemi naturali per aumentare il rac-colto, controllare i parassiti e incre-mentare la fertilità dei terreni.Oggi, più che mai, l’agroecologia ri-sulta necessaria per cercare di porreun rimedio ai numerosi danni provo-cati dall’agricoltura industriale. Que-sta forte convinzione è alla base del

pensiero del fisico e teorico FritjofCapra, autore del libro “Agricoltura ecambiamento climatico”, nel qualeegli sottolinea come vi sia un doppiolegame tra l’agricoltura industriale e icambiamenti climatici: da una parte,l’industrializzazione ha incentivato unsistema agricolo basato sulle mono-culture e sulla chimica, decisamentepiù vulnerabile agli eventi climaticiestremi; dall’altra, proprio questa ec-cessiva sensibilità agli sconvolgi-menti del clima ha portato ad unaumento delle emissioni di gas serraper via del ricorso ai combustibili fos-sili e a grandi quantità di energia.L’agricoltura industriale ha costruito,dunque, un “sistema malato”.Questa pungente affermazione èparte del pensiero del noto agronomoe pioniere dell’agricoltura biologica edelle pratiche biodinamiche PierreRabhi; egli ha più volte ammonito lacomunità mondiale riguardo alle mol-teplici conseguenze dell’attuale si-stema agricolo: biodiversità a rischio,salinizzazione, scomparsa delle api,distruzione dei metabolismi naturalidelle terre coltivabili, eccessiva urba-nizzazione e molto altro. Lo stessoRabhi è uno dei più forti sostenitoridella diffusione delle pratiche del-l’agroecologia attraverso la forma-zione di associazioni sul territorio.Questo metodo di diffusione rappre-senta, infatti, il più adatto all’ideologiaagroecologica, basata principalmentesulla condivisione; ne sono la provale molte reti di agricoltori che, giàoggi, promuovono innovazioni edidee nel settore. Il loro pensiero èsemplice e si fonda su molteplici ra-gioni: l’agroecologia è socialmenteattivante, in quanto spinge ad unapartecipazione costante per il suo svi-

luppo e la sua diffusione. Essa sibasa su conoscenze tradizionali chepossono dialogare perfettamente congli approcci scientifici moderni. Pro-muove tecniche economicamentesostenibili, perché incentiva l’uso diconoscenze indigene, agrobiodiver-sità e risorse locali, e favorisce la pro-gettazione di sistemi chiusi nondipendenti da input esterni.L’agroecologia non tenta di modifi-care i sistemi di produzione esistenti,ma piuttosto cerca di ottimizzarne leprestazioni incentivando diversifica-zione, sinergia ed efficienza. Riducela dipendenza da pratiche agricole in-dustriali molto costose, quali fitofar-maci e fertilizzanti di sintesi, maanche OGM. In questo modo, i fondiliberati potrebbero essere investitinella ricerca e nell’innovazione. Nelfermento moderno attorno all’agroe-cologia l’Italia si colloca in una posi-zione d’avanguardia.Già durante Expo 2015, il viceministroalle Politiche Agricole, Alimentari eForestali Andrea Oliviero ha affermatoche: “L’Italia è convintamente rivoltaverso un modello di compatibilità delsistema agricolo con l’attenzione al-l’ambiente”. Ha, poi, aggiunto: “Tuttele misure messe in campo in questiultimi anni, in particolare con la Pac ei Psr regionali, sono volte alla soste-nibilità e al sostegno, in particolare al-l’interno del comparto, alle forme diagricoltura meno impattanti o chehanno benefici per il territorio.Come l’agricoltura biologica che oggioccupa l’11% di tutta la superficieutile agricola e che noi contiamo difare crescere in maniera considere-vole negli anni a venire attraverso unpiano organico che stiamo soste-nendo a livello nazionale e con le Re-

Agroecologia:una via per un futuro sostenibile

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MONDO AGRICOLO

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gioni”. Due significative iniziative in talsenso sono state discusse presso Ca-scina Triulza (unico spazio sopravvis-suto di Expo 2015) lo scorso 9 Maggio2016: la prima riguarda un Centro di ri-cerca internazionale per l’agroecologiavoluto da Legambiente e configuratocome un’intesa tra associazioni agri-cole, atenei e aziende del settore.Un polo del genere è necessario, se-condo il coordinatore scientifico di Le-gambiente Lombardia Damiano DiSimine, perché il boom dell’innova-zione dei fitofarmaci e dei fertilizzanti,iniziato negli anni ‘40, ha provocatograndi rallentamenti nella ricerca dimetodi alternativi. Dunque è necessa-rio rimettere in moto la ricerca nell’am-

bito dell’agroecologia, anche grazie alrinnovato interesse suscitato da Expo2015. La seconda iniziativa riguarda unlaboratorio di filiera “green” per la tu-tela dei prodotti 100% Made in Italy.Tale iniziativa, chiamata ChilometroVerde, si deve al Socializing Institute,associazione di marketing etico cheapplica il tech e il digitale ai settori tra-dizionali. Il presidente dell’associa-zione, Andrea Farinet, spiega che ilprogetto consiste nell’«applicare le mi-gliori tecnologie per preservare il ter-reno coltivato e garantirne integrità,identificare la tipologia di semina piùsostenibile, minimizzare l’utilizzo diqualsiasi elemento nocivo, dai fitofar-maci alla scelta del packaging e utiliz-

zare etichette aumentate per garantirela tracciabilità e il corretto consumo».Quindi, un codice di tecniche e com-portamenti per rendere più sostenibileil rischio per l’ambiente e per tutelareil consumatore finale, grazie al qualedar vita ad una filiera più concisa e piùtrasparente in tutti i suoi passaggi,dalla logistica al ricarico sui prezzi.Grazie ad iniziative come queste,l’agroecologia si presenta come la piùconcreta ed efficace alternativa al-l’agricoltura industriale.Essa permette di affrontare la produ-zione agricola in maniera più efficientesia dal punto di vista etico che daquello economico, permettendo dipensare al prossimo futuro.

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l Parlamento europeo, tramitel’Ente erogatore Commissioneeuropea (referente SEAE-Servizio

Europeo per l’Azione Esterna), ha isti-tuito uno strumento finanziario per lapromozione della democrazia e i di-ritti umani nel mondo: l’EIDHR, attra-verso il quale l`UE eroga assistenzaallo sviluppo e al consolidamentodella democrazia e dello Stato di di-ritto, alla tutela dei diritti umani edelle libertà fondamentali per il pe-riodo 2014-2020. AREA GEOGRA-FICA DI RIFERIMENTO.Lo strumento finanziario (le risorse fi-nanziarie disponibili ammontano acirca 1.332.752.000 euro) deve es-sere utilizzato nel territorio dei paesiverso cui è orientato o essere diretta-mente collegato ad azioni a livellomondiale o regionale. Tutti i Paesipossono partecipare. Gli obiettiviprincipali sono: Obiettivo 1 — Soste-gno ai diritti umani e ai difensori deidiritti umani in situazioni in cui le li-bertà fondamentali sono maggior-mente minacciate. Obiettivo 2 —Sostegno alle altre priorità dell’UE inmateria di diritti umani. Le misure fi-nanziate sosterranno principalmentela dignità umana, attraverso la lottacontro la pena di morte, contro la tor-tura e contro altri trattamenti o penecrudeli, inumani e degradanti; i dirittieconomici, sociali e culturali; la lottacontro l’impunità, la lotta contro ogniforma di discriminazione, i diritti delledonne e la parità di genere.Obiettivo 3 — Sostegno alla demo-crazia. Azioni a sostegno degli attoripacifici a favore della democrazia neipaesi terzi per rafforzare la traspa-renza e la responsabilità; Possono es-sere contemplati tutti gli aspetti dellademocratizzazione, compresi lo stato

di diritto, la promozione e la prote-zione dei diritti civili e politici quali lalibertà di espressione online e offline,la libertà di riunione e di associazione.Obiettivo 4 — Missioni di osserva-zione elettorale dell’UE. Azioni di os-servazione elettorale per contribuiread aumentare la trasparenza e la fidu-cia nel processo elettorale. L’approc-cio comprende tutte le fasi del cicloelettorale, comprese le attività di fol-low-up e sarà ulteriormente svilup-pato con azioni complementari tra laprogrammazione bilaterale e i pro-getti dell’EIDHR. Obiettivo 5 — Azionivolte a sostenere il contributo dellasocietà civile ai dialoghi sui dirittiumani dell’UE e lo sviluppo e l’attua-zione dei diritti umani internazionali eregionali e degli strumenti e mecca-nismi internazionali della giustizia pe-nale, compresa la Corte penaleinternazionale.I beneficiari sono: organizzazioni dellasocietà civile (OSC), comprese ONGsenza fini di lucro e fondazioni politi-che indipendenti, organizzazioni dellecollettività locali e agenzie, istituzionied organizzazioni senza fini di lucrodel settore privato e relative reti ope-rative a livello locale, nazionale, regio-nale e internazionale - organismiparlamentari a livello nazionale, regio-nale e internazionale - organizzazioniintergovernative internazionali e re-gionali - persone fisiche, soggettisenza personalità giuridica e, a titoloeccezionale e in casi debitamentegiustificati, altri organismi o altri attoriqualora necessario per la realizza-zione degli obiettivi del programma.Le misure di assistenza devono tenerconto delle situazioni di crisi o diemergenza dei paesi in cui le libertàfondamentali sono gravemente ca-

renti, in cui la sicurezza delle personeè a rischio e in cui le organizzazioni ei difensori dei diritti umani operanonelle situazioni più difficili. L’assi-stenza del programma può essereerogata principalmente attraverso leseguenti tipologie di finanziamento:sovvenzioni, appalti pubblici (per ser-vizi/forniture/lavori), sostegno al bilan-cio, contributi a fondi fiduciari istituitidalla Commissione, ed inoltre sov-venzioni (di valore modesto) ai difen-sori dei diritti umani (al fine disostenere azioni di protezione d’ur-genza, anche senza cofinanzia-mento), sovvenzioni per finanziareazioni nelle situazioni di crisi/emer-genza/rischio sicurezza.Possono inoltre essere erogati contri-buti del programma a favore dell’Altocommissario delle Nazioni unite per idiritti umani, del Centro inter-univer-sitario europeo per i diritti umani e lademocratizzazione (che organizza ilmaster europeo in diritti umani e de-mocratizzazione e il programma diborse di studio UE-ONU) e della suarete associata di università che rila-sciano diplomi post universitari in ma-teria di diritti umani, comprese leborse di studio per studenti e difen-sori dei diritti umani di paesi terzi. Permaggiori informazioni visita il sitoweb della Commissione europea –Sviluppo e cooperazione Europe Aid(http://www.eidhr.eu/whatis-eidhr).

SCADENZA: 01/01/2014 - 31/12/2020

Strumento per la democraziae i diritti umani – EIDHR

BANDI & PROGETTI

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a Commissione europea (DGOccupazione, Affari sociali,Inclusione) ha pubblicato un

bando per l’Azione preparatoria “Re-activate”(Preparatory action: Reacti-vate - Intra-EU job mobility schemefor unemployed over 35). Si tratta diun programma di mobilità lavorativaintra-UE con l’obiettivo di “rendere dinuovo attivi” (appunto Reactivate) di-soccupati di età superiore ai 35 anni,dando l’opportunità di effettuare untirocinio o apprendistato in uno Statomembro diverso da quello di resi-denza. Il progetto è destinato a tutti e28 i Paesi dell’Unione Europea: Au-stria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia,Danimarca, Estonia, Finlandia, Fran-cia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia,Lettonia, Lituania, Lussemburgo,Malta, Olanda, Polonia, Portogallo,Regno Unito, Repubblica ceca, Re-pubblica slovacca, Romania, Slove-

nia, Spagna, Svezia, Ungheria. I pro-getti da finanziare dovranno:- fornireservizi di mobilità personalizzati e so-stegno finanziario diretto sia ai citta-dini dell’UE disoccupati over 35 cheai datori di lavoro (in particolare PMI);includere servizi di informazione e as-sistenza sulle opportunità di lavoro, diincontro domanda-offerta e di prepa-razione del collocamento/assunzionein un certo numero di Stati membriche contemplano posti di lavoro, ap-prendistati e tirocini; I requisiti richie-sti per partecipare al bando sono: Farparte della rete dei servizi per l’im-piego (pubblici e privati) o organizza-zioni specializzate di collocamento;essere un’ organizzazione pubblica oprivate che fornisce servizi comequelli del “lead applicant” servizi perl’impiego, orientati in altri ambiti di as-sistenza, quali la formazione, l’orien-tamento professionale, il mentoring,

la consulenza legale, il sostegno al-l’integrazione o altro equivalente; iprogetti devono essere realizzati daun consorzio costituito da almeno 4partner (il lead applicant + 3 co-appli-cant) stabiliti in 4 diversi Stati UE.La durata dei progetti deve essere di18 mesi, indicativamente con inizio anovembre 2016.BUDGET:Il budget adisposizione del bando è pari a 3 mi-lioni di euro da destinare al finanzia-mento di 4-6 progetti. Per ciascunprogetto la sovvenzione UE richiestadeve essere compresa tra 500mila e750mila euro e può coprire finoal 95% dei costi totali ammissibili.La documentazione completa dellaproposta va presentata in via telema-tica andando sul sito (www.ec.eu-ropa.eu). La scadenza per lapresentazione delle candidature è fis-sata al 1° luglio 2016.

Reactivate - Programma di mobilitàlavorativa intra-UE per disoccupati over 35

a Commissione europea nel-l’ambito del programma Oriz-zonte 2020, il programma

quadro per la ricerca e l’innovazione,ha pubblicato due inviti a presentarecandidature finalizzati alla creazione diuna banca dati di esperti indipen-denti che potranno essere chiamati adassistere i servizi della Commissione

nello svolgimento di compiti legati a: ilnuovo programma quadro per la ri-cerca e l’innovazione HORIZON 2020;il nuovo programma di ricerca e forma-zione dell’energia atomica (2014-2018)che integra HORIZON 2020; il Fondodi ricerca carbone e acciaio (RFCS). Ilprimo invito è rivolto a singoli individui,il secondo invece ad organizzazioni

competenti, tra cui agenzie e istituti diricerca, università, organismi di standar-dizzazione, organizzazioni della societàcivile e imprese. Le candidature devonoessere presentate esclusivamente on-line tramite il “Partecipant Portal”(http://ec.europa.eu/research/partici-pants/portal/desktop/en/experts/index.html).

HORIZON 2020- Candidature per esperti indipendenti

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l bando Blue Technology –trasferi-mento di soluzioni innovative aeconomie di bacino idrico (Blue

Technology- transfer of innovative so-lutions to sea basin economies), pre-sentato dalla Commissione europea,Agenzia Esecutiva per le PMI (EASME)e finanziato dal FEAMP (Fondo euro-peo per gli affari marittimi e la pesca),nasce con l’obiettivo di creare solu-zioni innovative alle economie di unbacino idrico, attraverso un piano di in-vestimenti che includa progetti perl’innovazione in una specifica tecnolo-gia nel campo della crescita blu.Tali progetti devono essere immedia-tamente pronti per le istituzioni del-l’industria e della finanza, per passarerapidamente alle fasi di implementa-zione e fine progetto.I progetti, artico-lati in tabelle di marcia, devonobasarsi sulle priorità di investimentodella crescita blu, vale a dire l’Agendadigitale e l’Unione del clima dell’ener-gia, puntando su strategie comela Smart Specialisation Strategy di ri-cerca e innovazione nazionali/regio-nali. Il bando è valido nell’areageografica del Mar del Nord, del MarBaltico, del Mar Nero, dell’OceanoAtlantico e del mar Mediterraneo.In particolare saranno ammissibili iPaesi terzi che si affacciano sui baciniche costituiscono l’ambito geograficodel bando e partecipano alle relativestrategie (Strategia dell’Atlantico: Ca-nada e USA; Strategia del Baltico: Bie-lorussia, Norvegia, Russia; StrategiaAdriatico-Ionica: Albania, Bosnia-Erze-govina, Montenegro, Serbia; Unioneper il Mediterraneo: Algeria, Albania,Bosnia-Erzegovina, Egitto, Israele,Giordania, Libano, Mauritania, Mo-naco, Montenegro, Marocco, Pale-stina, Tunisia e Turchia; Strategia del

Mar Nero: Armenia, Azerbaigian, Ge-orgia, Moldova, Russia, Turchia eUcraina). Possono beneficiarne gli or-ganizzazioni di reti di business nazio-nali ed internazionali, organizzazioni noprofit, autorità pubbliche (nazionali, re-gionali), centri di ricerca e centri di ec-cellenza, agenzie per l’innovazione,imprese pubbliche/private piccole,medie e grandi, attive nei settori dellaricerca e innovazione e/o nella coope-razione regionale e/o nell’attuazione distrategie smart specialization di ri-cerca e innovazione regionali/nazionalie/o nell’economia blu e settori colle-gali come energie marine rinnovabili,biotecnologie blu, turismo costiero,acquacoltura, trasporto marittimo,cantieristica e riparazione di barche,trasporto marittimo, petrolio e gas off-shore, pesca, ecc… Le sovvenzionipossono coprire fino all’80% dei costiammissibili di progetto e sarannocomprese fra 600.000 e 800.000 euro.Saranno finanziate al massimo 4 pro-

poste di progetto. Le risorse finanzia-rie disponibili ammontano a circa2.520.000 euro. Un consorzio costi-tuito da almeno 3 soggetti ammissi-bili di 3 Stati UE diversi può presentareuna proposta progettuale, che devecomprendere almeno 3 organizzazionidi cluster e/o organizzazioni di rete dibusiness che stiano (tutti) fornendo oincanalando servizi di supporto a clu-ster e reti. Il proponente/coordinatoredel consorzio deve avere sede in unoStato UE (che si affacci sul bacinoidrico oggetto degli interventi previstidal progetto).A un progetto possono partecipare(come partner aggiuntivi) anche sog-getti di Paesi terzi il cui coinvolgimentosia necessario per il raggiungimentodegli obiettivi del bando. La documen-tazione per la preparazione delle pro-poste progettuali è disponibile sullapagina web del bando (www.ec.eu-ropa.eu).SCADENZA. 30/09/2016

Blue Tecnology – trasferimento di soluzioniinnovative a economie di bacino idrico

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l regime sperimentale “Opzionedonna” consente alle lavoratrici,che hanno raggiunto i 57 anni e 3

mesi di età e che hanno maturato 35anni di contributi, di richiedere la pen-sione anticipata calcolata secondo ilregime contributivo. Per le lavoratriciautonome è necessario possedere 58anni e 3 mesi di età. La Legge di Sta-bilità 2016 ha confermato la facoltà di

accesso al pensionamento a coloroche hanno maturato i requisiti di età edi contribuzione entro la data del 31 di-cembre 2015. L’Inps, con il messaggion. 283/2015, ha dato indicazione allesedi “a procedere alla lavorazionedelle domande di pensione di anzia-nità in c.d. regime sperimentale donnapresentate dalle lavoratrici che hannoperfezionato i prescritti requisiti ana-

grafici e contributivi entro il 31 dicem-bre 2015 e la cui decorrenza della pen-sione si colloca successivamente allapredetta data”. Optare per il regimesperimentale donna comporta comun-que un sacrificio poiché il calcolo dellapensione verrà effettuato con il me-todo tutto contributivo. Le differenzedi calcolo, rispetto alla normale disci-plina, variano da soggetto a soggetto.

Stabilità 2016e regime sperimentale donna

LAVORO e PREVIDENZA

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n altro primo Maggio! Unastoria ultracentenaria che siripete e si festeggia in nome

del Lavoro. Lavoro che, ormai, non si-gnifica solo occupazione ma molto dipiù. Lavoro è relazione, identità, rela-zioni industriali democratiche e nonsolo conflittuali, quindi lavoro è anchePrimo Maggio, o, meglio, tanti “PrimoMaggio”; quelli che si sono succedutinel secolo del novecento e quelliscanditi nei 15 anni successivi cheormai stanno dentro il Terzo millennioe che impongono profonde revisioniallo stesso mondo sindacale sul ver-sante del significato, nonché sul “va-lore del lavoro”. Un’onda lunga cheunisce diverse generazioni e identitàsociali e politiche. Il primo maggio èstato, comunque, da sempre un mo-mento importante nella vita delle co-munità e del mondo del lavoro, inparticolare. Non solo una festa, maun riconoscimento vero e proprio didignità che veniva dato al lavoro inquanto tale, anche a quello più umile.Il lavoratore sentiva che era la suafesta, metteva il vestito buono, uscivacon la famiglia quasi a riappropriarsidel tempo e del significato della suaesistenza. Quello degli ultimi anni -eforse questo ancor di più- è un primomaggio diverso.Un primo maggio in cui il senso dellafesta viene sostituito dalle preoccu-pazioni per il futuro, per il lavoro chenon c’è; quello della precarietà, deglieffetti nefasti del Job-act che, più chetutele crescenti, lo si può definire in-dennizzi crescenti in luogo delle mi-nori tutele. E poi c’è in tutti i cittadiniquel sentimento strisciante di pauradel domani, dal rischio di non farcela,di vedere un Paese non più in gradodi costruire prospettive e futuro per i

giovani. Sono sicuro che oggi, il signi-ficato di Festa del Lavoro, assuma,ormai per tutti, un senso del tutto di-verso rispetto agli anni passati. Que-sta ricorrenza, resta, comunque,importante anche perché, dopo oltreun centenario di festeggiamenti, ciconsente di riflettere sui mutamentiavvenuti nella società del lavoro ma,soprattutto, nel rapporto tra lavora-tore ed impresa, tra lavoratore e pub-blica amministrazione ed, anchecome le tutele e le forme della rap-presentanza si approcciano rispettoal “valore del lavoro” che tende sem-pre più verso una vera e propria “sva-lorizzazione”.Oggi, se c’è qualcosa che non vanelle dinamiche della crescita econo-mica del Paese, in generale, e delSud, in particolare, è proprio il pro-blema del lavoro (e del suo valore)che non si riesce più a creare, nono-stante strombazzate leggi come ilJobs-Act. Viviamo ormai in un Paesedove non si crea occupazione, quindilavoro, con un debito pubblico chesupera i 2.200 miliardi di Euro e dove,però, si accetta (e non si contrastaadeguatamente) una economia som-mersa che genera un mancato fattu-rato di oltre 187 miliardi di euro,sottratti ad ogni tipo di tassazione(IVA, fiscale e previdenziale), conun’incidenza sul Prodotto InternoLordo Nazionale (PIL) del 11,5%, con13 lavoratori su 100 irregolari al Nord(con oltre 1,6 milioni di lavoratori),che generano una economia som-mersa pari a 71,5 miliardi di euro; 15lavoratori su 100 irregolari al Centro(oltre 714 mila unità) e generano oltre30,2 miliardi e ben 21 lavoratori su100 Mezzogiorno che lavorano nelsommerso generando oltre 52,3 mi-

liardi di euro pari al 10,3% del PIL delSud. A ciò vanno aggiunti i circa 650miliardi di € che si assegnano al costodella corruzione, nonché i circa 300Miliardi di € di evasione. Una cifraenorme che potrebbe essere la verafonte capace di alimentare investi-menti per creare sviluppo e lavoro.Lavoro. E’ quella straordinaria intera-zione tra persona e natura che la tra-sforma e che, mentre si compie,costruisce la società.Riguarda l’uomo e la donna checreano e modificano, attraverso il la-voro, le condizioni della loro vita eche, per questo, entrano in relazionecon altri uomini e donne che proget-tano una vita comune. Conflitti, po-teri, cittadinanza sono passati epassano dal lavoro, al punto che leCostituzioni antifasciste l’hanno ele-vato a cardine del patto sociale, a di-ritto primario, condizione della pace.In Italia, poi, il lavoro, almeno sulla“Carta”, è il fondamento Costituzio-nale. Ma è proprio il lavoro che daanni non si riesce a creare più, soprat-tutto per i giovani.Le ragioni sono molteplici e tutti sap-piamo che, questo, non si crea ne at-traverso decreti e leggi (che lopossono sicuramente regolamentaree promuovere), ma serve creare svi-luppo, abbassare la tassazione sul la-voro, quindi ridurre il cuneo fiscale,favorire la nascita di nuove imprese,creare un contesto ed un habitat ri-cettivo, capace di attrarre investi-menti che possano creare nuovaoccupazione. Di fronte ad una nuovagenerazione, resa invisibile dalla man-cata esperienza e dalla negazione siadella fatica che della creativitàquando manca il lavoro, come racco-glieremo la sfida di una nuova uma-

Riflessione sul significato e sul valore del 1°maggio. Intervento di Benedetto Di Iacovo*

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nizzazione della società, se non tor-nando caparbiamente e lucidamentea rivendicare diritto e ragioni del la-voro? Succede proprio ora, nelle pie-ghe di una precarizzazione e di unattacco ai diritti su scala mondiale,che, anche in Italia, riportano indietrole lancette del conflitto e che richie-dono allo stesso sindacato maggiorecoraggio intellettuale, iniziativa poli-tica e un terreno di risposta ade-guato. Quale è, infatti, il percorsoreale perché oggi la persona ri-diventi

“umana” attraverso il lavoro e quindisi crei nuova occupazione? Forma-zione permanente, Internazionalizza-zione delle Imprese, Innovazionetecnologica di processo e di pro-dotto, auto-imprenditorialità, creati-vità, uso delle tecnologie dellecomunicazioni e telecomunicazioni,saranno la chiave di volta dello svi-luppo per il prossimo futuro. Se l’Italiaavvierà questo processo virtuoso, po-tremo modificare l’attuale condizionedi paese in declino. Da qui l’esigenza

di tutti gli stakeholder di essere rico-nosciuti da strati sempre più ampicome espressioni sociali e politicheresponsabili, consapevoli dei cambia-menti e delle modernità che richie-dono i cittadini e i giovani del XXI°secolo alla Politica alle Istituzioni, maanche alle forze sociali e sindacali.

(*Cavaliere dell’Ordine Al Merito dellaRepubblica)

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IUS IURIS

tefano S. dipendente dellaSaimare Spa è stato licen-ziato per avere preso servizio,

il 10 luglio 2009, alle ore 11.30, connotevole ritardo. Egli ha impugnato illicenziamento davanti al Tribunale diNapoli, sostenendo che il ritardo eradovuto al protrarsi della prestazionelavorativa nella sera precedente pereffetto di un incidente verificatosi du-rante l’imbarco delle autovetture.Il Tribunale ha rigettato la domanda ri-levando che dall’istruttoria svolta erarisultata la non veridicità della giusti-ficazione addotta per il ritardo.Questa decisione è stata confermata,in grado di appello, dalla Corte di Na-poli. Il lavoratore ha proposto ricorsoper cassazione censurando la deci-sione della Corte napoletana, tra l’al-

tro, per avere omesso qualsiasi ap-prezzamento del grado della colpa oanche dell’elemento intenzionale non-ché dell’effettiva gravità dell’infrazione.La Suprema Corte (Sezione Lavoro n.7419 del 14/4/2016 Pres. Stile, Rel.Esposito) ha accolto il ricorso rilevandoche mancava nella sentenza impu-gnata una compiuta analisi in ordinealla gravità del fatto contestato, allasua idoneità a ledere il vincolo fiducia-rio (anche in relazione alla successivacondotta sostanziatasi nella menzo-gna). In particolare risulta omesso l’ap-prezzamento del grado della colpa odell’elemento intenzionale, così comeanche la valutazione della rilevanza del-l’omissione in relazione al ruolo asse-gnato al lavoratore e alle mansioniaffidategli. Deve in proposito rilevarsi

- ha affermato la Corte - che “l’opera-zione valutativa compiuta dal giudicedi merito nell’applicare le clausole ge-nerali come quella di cui all’art. 2119o all’art. 2106 cod. civ., che dettanotipiche “norme elastiche”, nonsfugge ad una verifica in sede di giu-dizio di legittimità, sotto il profilo dellacorrettezza del metodo seguito nel-l’applicazione della clausola generale,poiché l’operatività in concreto dinorme di tale tipo deve rispettare cri-teri e principi desumibili dall’ordina-mento generale, a cominciare daiprincipi costituzionali e dalla disci-plina particolare (anche collettiva) incui la fattispecie si colloca”. La Su-prema Corte ha rinviato la causa, pernuovo esame, alla Corte d’Appello diNapoli, in diversa composizione.

L’ACCERTAMENTO DELL’ILLEGITTIMITÀDEL LICENZIAMENTO RICHIEDE UNA COMPLETAANALISI SULLA GRAVITA’ DEL FATTO- E sull’elemento intenzionale(CASSAZIONE SEZIONE LAVORO N. 7419 DEL 14 APRILE 2016, PRES. STILE, REL.ESPOSITO)

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i fini del trasferimentod’azienda, la disciplina di cuiall’art. 2112 cod. civ., postula

che il complesso organizzato dei benidell’impresa - nella sua identità obiet-tiva - sia passato ad un diverso titolarein forza di una vicenda giuridica ricon-ducibile al fenomeno della succes-sione in senso ampio, dovendosi cosìprescindere da un rapporto contrat-tuale diretto tra l’imprenditore uscente

e quello che subentra nella gestione.Il trasferimento d’azienda è pertantoconfigurabile anche in ipotesi di suc-cessione nell’appalto di un servizio,sempre che si abbia un passaggio dibeni di non trascurabile entità, e taleda rendere possibile lo svolgimento diuna specifica impresa. E’ configurabileil trasferimento di un ramo di aziendapure nel caso in cui la cessione abbiaad oggetto solo un gruppo di dipen-

denti dotati di particolari competenzeche siano stabilmente coordinati edorganizzati tra loro, così da rendere leloro attività interagenti ed idonee a tra-dursi in beni e servizi ben individuabili;in presenza di detti elementi si rea-lizza, pertanto, una successione legaledel contratto di lavoro - e non un’ipo-tesi di mera cessione - che non abbi-sogna del consenso del contraenteceduto ex art. 1406 cod. civ..

CESSIONE DI UN GRUPPO DI DIPENDENTI DOTATIDI PARTICOLARE COMPETENZA STABILMENTECOORDINATI E ORGANIZZATI - Applicabilità dell’art. 2112cod. civ. (CASSAZIONE SEZIONE LAVORO N. 7121 DEL 12 APRILE 2016, PRES.DI CERBO, REL. BOGHETIC)

ccogliendo un ricorso pro-posto da una dipendentedella Telecom Italia SpA

contro la datrice di lavoro, la SupremaCorte con la sentenza n. 6775 del 7aprile 2016, ha affermato i seguentiprincipi in materia di trattamento deidati personali: 1) in materia di tratta-mento dei dati personali, il principiodella alternatività del ricorso all’auto-rità giudiziaria rispetto al ricorso al Ga-rante, previsto nell’ipotesi in cui

entrambe le suddette iniziative ab-biano il “medesimo oggetto”, per es-sere compatibile con l’art. 24 Cost.deve essere inteso in senso specificoe conforme ai principi generali del di-ritto processuale e quindi nel sensoche può applicarsi solo quando la do-manda proposta in sede giurisdizio-nale e quella proposta in sedeamministrativa (con ricorso al Ga-rante) siano tali che in ipotesi di con-testuale pendenza davanti a più

giudici, potrebbero, in via generale,essere assoggettate al regime pro-cessuale della litispendenza o dellacontinenza. Ne consegue che tutte levolte che, in sede giurisdizionale, si favalere l’inottemperanza da parte delgestore dei dati personali rispetto aiprovvedimenti assunti dal Garantee/o viene proposta una domanda di ri-sarcimento del danno patrimoniale onon patrimoniale - che è riservata al-l’esame del giudice ordinario e che

I PRINCIPI DA APPLICARE IN MATERIADI TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALIDEL LAVORATORE - Ricorso al Garante e all’Autorità Giudiziaria(CASSAZIONE SEZIONE LAVORO N. 6775 DEL 7 APRILE 2016, PRES. NOBILE, REL.TRIA)

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comunque ha causa petendi e peti-tum specifici e del tutto diversi ri-spetto alle ragioni fatte valere con ilricorso al Garante - non può certa-mente ipotizzarsi l’applicazione delsuddetto principio di alternativitàdelle tutele (vedi: Cass. 17 settembre2014, n. 19534); 2) il diritto soggettivodel lavoratore di accedere al propriofascicolo personale è tutelabile inquanto tale perché si tratta di una po-sizione giuridica soggettiva che traela sua fonte dal rapporto di lavoro(arg. ex Cass. SU 4 febbraio 2014, n.2397). L’obbligo del datore di lavorodi consentirne il pieno esercizio,prima ancora che nella legge n. 675del 1996 (nella specie applicabile ra-tione temporis), deriva dal rispettodei canoni di buona fede e corret-tezza che incombe sulle parti del rap-porto di lavoro ai sensi degli artt.1175 e 1375 cod. civ., come, del restoè confermato dal fatto che, datempo, la contrattazione collettiva deidiversi settori preveda che i datori dilavoro debbano conservare, in un ap-posito fascicolo personale, tutti gliatti e i documenti, prodotti dall’enteo dallo stesso dipendente, che atten-gono al percorso professionale, all’at-

tività svolta ed ai fatti più significativiche lo riguardano e che il dipendenteha diritto di prendere visione libera-mente degli atti e documenti inseritinel proprio fascicolo personale. Ciònon esclude - ma anzi rafforza - il di-ritto del lavoratore di rivolgersi al Ga-rante per la protezione dei datipersonali tutte le volte in cui intendaottenere, in tempi ragionevoli, alcunodei provvedimenti - di natura provvi-soria o definitiva - previsti dall’art. 13della legge n. 675 del 1996 cit. al finedi ottenere, ad esempio, l’integra-zione dei dati personali detenuti daldatore di lavoro con documenti ulte-riori, che attestino valutazioni di me-rito o che comunque a suo avvisorilevino in ogni caso, restando salvala discrezionalità del datore circa lemodalità di utilizzo di dette integra-zioni; 3) il diritto riconosciuto ai lavo-ratori dipendenti di ottenere che levalutazioni datoriali su rendimento ecapacità professionale, espresse conle note di qualifica, siano formulatenel rispetto dei parametri oggettiviprevisti dal contratto collettivo e degliobblighi contrattuali di correttezza ebuona fede di cui agli artt. 1175 e1375, cod. civ., oltre che della ine-

rente necessaria trasparenza può es-sere fatto valere in sede giudiziaria -pure a prescindere da un immediatoeffetto negativo subito, venendo inconsiderazione la tutela della dignitàdel lavoratore - onde ottenere il con-trollo da parte del giudice della con-formità del procedimento seguito perla formulazione delle suindicate valu-tazioni ai suddetti parametri, gra-vando sul datore di lavoro l’onere dimotivare le note di qualifica mede-sime, per permettere lo svolgimentodi tale controllo giudiziale, il quale nonè limitato alla mera verifica della coe-renza estrinseca del giudizio riassun-tivo della valutazione, ma ha adoggetto la verifica della correttezza delprocedimento di formazione del mede-simo. Sicché esso richiede di prenderein esame i dati sia positivi che negativirilevanti al fine della valutazione, nonpotendo invece tenersi conto di quelliestranei alla prestazione lavorativa(Cass. 20 giugno 2003, n. 9898; (Cass.9 gennaio 2001, n. 206; Cass. 8 agosto2000, n. 10450), comportando la viola-zione del suddetto obbligo datoriale laconseguenza, che, la valutazionestessa debba ritenersi non avvenuta(Cass. 22 agosto 2001, n. 11207).