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Industria culturale e media studies La radio e la televisione nello sviluppo dell’industria culturale in Italia Prof.ssa Anna Lucia Natale

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Industria culturale e media studies

La radio e la televisione nello sviluppo

dell’industria culturale in Italia

Prof.ssa Anna Lucia Natale

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LA RADIO

Dalle origini (1924) come

“music box”

alla radio “plurale” di

oggi

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Le origini: Il piacere della musica in casa

(dall’opera alla canzone e al jazz)

Gli anni Trenta: La rivista musicale(I quattro moschettieri)

Il dopoguerra: tra programmi a premi e canzoni(Il microfono è vostro, Il festival di Sanremo)

Nell’era della tv: una radio “Per voi giovani”(da Bandiera Gialla ad Alto gradimento)

Verso il pluralismo radiofonico(il flusso musicale)

La radioUn repertorio di “generi”

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La Televisione

Dalle origini (1954) come

“Tv maestra” all’era

dei “reality/talent show”

di oggi

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La “ Tv maestra” delle origini: dagli sceneggiati a Non èmai troppo tardi

Anni ’60 e dintorni: Carosello, Lascia o raddoppia,Canzonissima…

Anni di transizione (’70/’80): contenitori e talk show(Domenica in, L’altra domenica, Bontà loro)

“Neotelevisione”… and so on: l’era dei reality e talent show(Grande Fratello, C’è posta per te, Amici; Ballando con le stelle, Talee quale show)

Evoluzione di un genere: la fiction tv dall’artigianato all’industria(tra sceneggiati e miniserie, serie, serial e soap opera)

La televisioneLa trasformazione dei “generi”

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1924 Il 6 ottobre, alle 21, Maria Luisa Boncompagni (o Ines Viviani Donarelli?), dallo studio romano di Palazzo Corradi, legge il primo annuncio della neonata radio: "Unione radiofonica Italiana, stazione di Roma 1-RO, trasmissione del concerto inaugurale”.

1928 La URI si trasforma in EIAR (EnteItaliano audizioni Radiofoniche) con sedelegale a Roma e Direzione Generale a Torino.Iniziano a Roma e Milano esperimenti ditrasmissioni di immagini utilizzando il disco diNipkow.

LA RADIO Le tappe principali

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-1944: EIAR diventa RAI (Radio Audizioni Italia)

- 1946: 2 programmi nazionali ad onde medie(Rete Rossa e Rete Azzurra)

- 1951: 3 programmi nazionali ad onde medie(Programma nazionale, Secondo programma, Terzoprogramma Radio 1, Radio 2, Radio 3)

- 1954: RAI diventa RAI-Radiotelevisione Italiana

- Anni 70/90: verso il sistema radiotelevisivo misto (pubblico e privato)

- Oggi: 10 radio Rai (FM/AM, filodiffusione, digitale), 20 radio privatenazionali, radio comunitarie (nazionali e locali), radio locali, web radio

LA RADIO Le tappe principali

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Perché la radio: ruolo centrale nello sviluppo di una industriadell’audiovisivo in Italia

- Creato le basi per la diffusione dell’intrattenimento domestico, rendendodisponibili per tutti, e direttamente negli spazi privati, un’ampia gamma diprodotti dell’immaginazione;

- Dato origine a un “repertorio” dell’intrattenimento, introducendo nuoveforme di spettacolo e/o adattando al proprio linguaggio altre forme dispettacolo, dal teatro al romanzo, dal cinema al fumetto.

- La Tv futura, medium domestico per eccellenza, costruirà il suo successoa partire dal repertorio dei generi creato dalla radio.

La radio

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Prima della radio

La radio non è stato il primo medium domestico. Ma ha portatoavanti e consolidato trasformazioni nell’uso del tempo libero, chealtri media avevano introdotto

- A partire dall’800, nel tempo libero dal lavoro, la casa diventa unluogo in cui condividere attività culturali, come l’ascolto della musica.

- Dalla musica suonata dal vivo (pianoforte), a quella riprodotta(fonografo), a quella diffusa attraverso la “telefoniacircolare”:Théatrophone (Parigi 1881), Telefon Hirmondò (Budapest1893), Electrophone (Londra 1895), Araldo telefonico (Roma 1910).

La radio

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La radio. Oltre il senso del tempo e dello spazio

- L’avvento della radio, tecnologia senza fili e meglio in gradodi “collegarsi” direttamente con il mondo, riconduce il telefonoalla sua natura di mezzo di comunicazione “da uno a uno”.

- La radio consente di trasportare eventi e contenuti da ogni luogo,in ogni luogo, e nello stesso tempo:

• con la radio, non è più necessario essere sul posto peravere esperienza di un evento(sul rapporto luogo fisico/luogo sociale, Meyrowitz 1985)

• con la radio, lo stesso tempo non richiede più lo stessoposto (la «simultaneità despazializzata», Thompson 1995).

La radio

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Le origini: il piacere della musica in casa

- La radio entra nella casa ridefinendo spazi e tempi della

quotidianità e della vita sociale.

- Il momento clou è quello dello spettacolo serale: l’ascolto diun’opera teatrale, di un concerto sinfonico, di musiche da ballo,è ora possibile senza muoversi da casa.

«Ogni casa deve avere un apparecchio… Nelle lungheserate invernali le voci, i concerti e le conferenze che

verranno al vostro orecchio per mezzo di questomeraviglioso apparecchiosaranno il diletto e l’istruzione della vostra famiglia»(pubblicità da «Radiorario» 1929)

La radio

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La radioLe origini. I generi musicali più popolari

- Musica lirica: ampio patrimonio musicale; radicata tradizione popolare;

genere di punta della programmazione.

- Musica leggera (operette, canzoni, ballabili): eseguita da orchestre della radio; trasmessa in collegamento con sale da ballo; riprodotta su disco (dal 1930).

- il Jazz: un filone italiano, più ritmato e ballabile, conquista gli ascoltatori intrecciandosi a passione crescente per il ballo, dentro e fuori casa; genere inizialmente vituperato ma apprezzato soprattutto dai giovani, esploderà nella II metà anni ’30 (concerto Armstrong, swing americano).

- La canzone: il connubio tra radio e disco apre la strada ai concorsi Eiar per voci nuove; le orchestre introducono interpreti professionali per le parti vocali e lanciano molti cantanti dell’epoca (da Buti a Rabagliati al Trio Lescano).

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Gli anni Trenta: la rivista musicale (o radiorivista)

- Avvio processo di “popolarizzazione” del mezzo, con conseguenteaumento e diversificazione del pubblico.

- La radiorivista introdotta nel palinsesto radiofonico per risponderea domanda crescente di spettacolo leggero.

- Genere di derivazione teatrale al confine tra musica eparlato: numeri di prosa, sketch comici e musica tenuti insiemeda una trama con personaggi fissi.

- Successivamente, si evolverà in Varietà: scompaiono tramae personaggi; si introduce la figura del conduttore a tenereinsieme i vari momenti di spettacolo (da anni ‘50).

La radio

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Gli anni Trenta: la rivista musicale (o radiorivista)

- La radiorivista più rappresentativa del periodo:I quattro moschettieri, di Angelo Nizza e Riccardo Morbelli.

- Parodia del romanzo di A. Dumas; molti riferimenti aletteratura classica e d’appendice, a teatro e cinema, a testidi canzoni e opere liriche. Un’alternanza serrata tradialoghi, musica e battute.

- Tre edizioni del programma, tra il 1934 e il 1938.

- Programma abbinato a concorso a premi sponsorizzatoda aziende alimentari Buitoni e Perugina e basato su raccoltafigurine personaggi (tra possibili vincite una Fiat 500Topolino, lanciata nel 1936).

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Gli anni Trenta: la rivista musicale (o radiorivista)

- I quattro moschettieri: esaltazione collettiva nella ricerca dellefigurine più introvabili (come il feroce saladino); primo fenomenodi comunicazione integrata (pubblicazione di dischi, libri, filmlegati a contenuti e personaggi del racconto).

- Il carattere multimediale dell’evento ne amplifica il successopopolare: per la prima volta la radio riesce ad arrivare a tutti,al di là delle differenze individuali, di classe sociale, delpossesso stesso dell’apparecchio.

- Notevole spinta sia alla diffusione popolare del mezzo siaalla crescita dell’industria culturale (produzione e consumo diprodotti radiofonici, e non solo).

La radio

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Il dopoguerra: tra programmi a premi e canzoni

- Il dopoguerra si apre all’insegna di “una radio per tutti”, del bisogno

diffuso di evasione, del desiderio di una vita migliore.

- È qui che si pongono le basi di“quel processo di modernizzazione nel campo dei gusti e dei consumidi massa, di quella rivoluzione del costume che ha dominato la società

di quest’ultimo cinquantennio” (Isola 1995), che si era aperto con l’arrivodegli americani durante la guerra.

- Nonostante la perdurante influenza della tradizione culturale italiana edella morale cattolica, forte spinta ai consumi culturali di massae progressiva crescita dello spettacolo leggero:varietà, quiz, gare tra dilettanti, canzoni, spesso abbinati a concorsia premi (denaro, elettrodomestici, Vespa e Lambretta, Fiat 500…).

La radio

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Il dopoguerra: tra programmi a premi e canzoni

- Tra i generi più apprezzati, i programmi per dilettanti, che consentonoagli ascoltatori di mettere in scena i loro talenti, di vivere un momentodi notorietà, di coltivare la speranza di trovare lavoro nel mondodello spettacolo.

- Uno di questi è Il microfono è vostro (1950, 1952): programmaitinerante, che dai teatri delle città italiane manda in onda le esibizionidei migliori dilettanti locali.

- Alle selezioni accorrono a centinaia (studenti, impiegati,dattilografe, artigiani, operai, giovani di leva, aspiranti cantanti,ecc.), scatenando un coinvolgimento popolare simile a quello deI quattro moschettieri.

- A base del successo anche la fama del presentatore (Nunzio Filogamo,già interprete del moschettiere Aramis) e le musiche di CinicoAngelini (direttore delle orchestre leggere dai tempi dell’Eiar).

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Il dopoguerra: tra programmi a premi e canzoni

- Continua in questa fase anche la passione per la canzone,che toccherà il suo culmine con Il festival della Canzone Italianadi Sanremo (1951).

- La cosiddetta “canzone all’italiana” convive con il piacere della musicastraniera (boogie-woogie americano, canzone francese, ritmi sudamericani,ecc.), diffusa per radio in appositi programmi pomeridiani.

- Contro la musica straniera si scatena la critica dei fautori dellaradiofonia più tradizionale, portando ad un accordo tra Rai e case editricimusicali: la realizzazione di un evento finalizzato a valorizzarela melodia nostrana, “che discende dai canti napoletani… e si collegaad una tradizione lirica insigne” (Radiocorriere 1951).

- Nasce così il Festival, competizione tra canzoni italiane trasmessa inradio nelle prime 4 edizioni, prima di passare in televisione (1955).

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Il dopoguerra: tra programmi a premi e canzoni

- Interesse di stampa e case discografiche per il Festival solo a partire da3° edizione (1953), che mette a punto meccanismo di gara poi ripetutoin anni successivi: doppia esecuzione canzone; giurie popolari estrattea sorte tra pubblico in sala e abbonati; collocazione da giovedì a sabato.

- Tra le canzoni vincitrici? Grazie dei fior, Vola Colomba, Tutte le mamme:contenuti sentimentali e nostalgici, ritmi lenti e malinconici,stile compassato delle interpretazioni… (fino al fenomeno Modugno).

- Grande successo di pubblico (novità della competizione, i pettegolezzisui cantanti, i sospetti di brogli) e nuovo punto di svolta industriaculturale: musica leggera esce da dimensione artigianale; sialimenta il mercato dei dischi, apparecchi radio, riviste su vicende deidivi; si moltiplicano eventi canori in radio.

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Il dopoguerra: tra programmi a premi e canzoni

- La radio del dopoguerra ha saputo esprimere orientamentisociali diffusi e farsi volano della industria culturale:- lanciando nuovi talenti- dispensando premi e posti di lavoro- formando registi, attori, conduttori, cantanti chesarebbero diventati famosi in altri ambiti dello spettacolo(Federico Fellini, Alberto Sordi, Mike Bongiorno, ClaudioVilla, ecc.).

- Appena prima della TV, la radio si è avviata a diventarefinalmente popolare anche per numero di abbonamenti: quasi5 milioni, con crescita soprattutto nei ceti medi e inferiori, nel 1953.

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Nell’era della tv: una radio “Per voi giovani”

- Lunga crisi della radio quale strumento principe intrattenimentodomestico e rinascita da metà anni ’60:

• la diffusione del transistor trasforma apparecchio radio in oggettotascabile, mobile e a basso costo; la radio si sposta nelle areepiù private dell’abitazione (camera da letto, bagno, cucina) e neiluoghi di lavoro e del tempo libero;

• la nascita di una “cultura giovanile” la cui principale fontedi identificazione è nella musica rock (diffusa dagli Usa in Europagrazie soprattutto alle “radio pirata”, che trasmettono da acqueinternazionali a ridosso delle coste inglesi);

• la radio italiana riorganizza il palinsesto anche in funzione delnuovo pubblico giovanile e introduce programmi musicali e diintrattenimento dal linguaggio innovativo.

La radio

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Nell’era della tv: una radio “Per voi giovani”

- Tra i programmi più rappresentativi anni 60/70: Bandiera Gialla,Per voi giovani, Alto gradimento.

Bandiera gialla (1965-70)- Ideato e condotto da Gianni Boncompagni e Renzo Arbore- In onda il sabato pomeriggio sul Secondo programma- Dedicato alle novità musicali internazionali e rigorosamente

riservato ai giovanissimi- 12 brani per ogni puntata; presenza in studio di un gruppodi giovani; si vota il disco “più giallo” con una bandierina gialla,tra urletti e applausi dei fan.

- Lanciati molti successi musicali di quella generazione(Beatles, Rolling Stones, gruppi beat italiani) e dato grandeimpulso all’industria discografica (il boom del 45 giri).

La radio

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Nell’era della tv: una radio “Per voi giovani”

Per voi giovani (1966-76)- Ideato e gestito da Renzo Arbore (dal 71, Paolo Giaccio e Mario

Luzzatto Fegiz), con vari speaker/conduttori- Appuntamenti plurisettimanali e pomeridiani tra Programma

nazionale e Secondo programma- Inizialmente rubrica di proposte musicali, poi aperta al dibattito tra

giovani (via lettera o telefono), e con cantanti italiani in studio:Per voi giovani, i vostri dischi, i vostri problemi, i vostri argomenti

- Si discutevano tematiche giovanili, anche attraverso i testidelle canzoni di Bob Dylan o Leonard Cohen;

- Ha lanciato cantautori italiani (Venditti, De Gregori, Guccini,ecc.) e nuovi speaker radiofonici (Carlo Massarini)

- Anche in versione serale (Popoff, 73/76) e televisiva (Speciale pervoi, 69/70).

La radio

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Nell’era della tv: una radio “Per voi giovani”

Alto gradimento (1970-76)- Ideato e condotto da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni- In onda sul Secondo Programma, nei giorni feriali alle 13

- Varietà comico/demenziale, basato su successione inesauribiledi musica e battute; personaggi strampalati (il ragionierAffastellati, il fascista Catenacci, lo studente ignorante Verzo, ecc.);tormentoni sgrammaticati (Perché non sei venutta? Ping!”).

- Elementi distintivi: improvvisazione, velocità del ritmo,stravolgimento delle regole radiofoniche (“anteprima” del SegnaleOrario, pubblicità di prodotti inesistenti): il modello di quasi tuttele radio libere apparse nel corso del decennio (Monteleone 2003).

La radio

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Verso il pluralismo radiofonico

- Le radio libere nascono a partire metà anni 70: iniziale proliferazionespontanea di emittenti locali; graduale sviluppo di emittenti nazionalie di associazioni tra emittenti locali; fine del monopolio pubblico.

- Principali caratteristiche radiofonia privata (già anticipate daradio pubblica): musica per i giovani, pubblico partecipante eprotagonista, intrattenimento basato su improvvisazione e sualternanza musica/parlato.

- La radio di oggi: pluralità dei formati (musicali, music&news,all news); flusso musicale, o di parole, musica e notizie,continuo; fruibilità attraverso nuovi, molteplici devices tecnologici(apparecchio radio, tv digitale, computer, smartphone, ecc.).

- La radio ha recuperato un ruolo centrale nell’industriaculturale, trovando nei giovani il suo pubblico d’elezione.

La radio

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La tv

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“La Rai, Radio Televisione italiana, inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive. Le maggiori trasmissioni dell’odierno programma sono:

ore 11.00Telecronaca dell’inaugurazione degli studi di Milano e dei trasmettitori di Torino e di Roma.

ore 15.45Pomeriggio sportivo

ore 17.30Le miserie del Signor TravetUn film diretto da Mario Soldati”

La Televisione - Nascita

(Fulvia Colombo, 3/1/1954)

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Programmazione del 3 gennaio 1954

Ore 11.00: Cerimonia di inaugurazioneOre 14.30: Arrivi e partenze

(con Armando Pizzo e Mike Buongiorno, regia di Antonello Falqui) Ore 14.45: Cortometraggio

Ore 15.00: Orchestra delle quindici (musica leggera, presenta Febo Conti, regia Eros Macchi)

0re 15.45: Pomeriggio sportivo (ripresa in diretta di un avvenimento)Ore 17.45: Le miserie del signor Travet (film di Marco Soldati)

Ore 19.00: Le Avventure dell’arte: Giambattista Tiepolo a cura di Antonio MorassiOre 20.45: Telegiornale

Ore 21.15: Teleclub (curiosità culturali e varie presentate da “note personalità” )Ore 21.45: L’Osteria della Posta di Carlo Goldoni (in diretta) Ore 22.45: Settenote (Virgilio Rientro presenta musica leggera)

Ore 23.15: La Domenica Sportiva: risultati, cronache filmate e commenti sui principali avvenimenti della giornata

La televisione - Nascita

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- 1954 Inaugurazione del servizio; 88.000 abbonati ( 5 milioni nel 1964)

- 1954-61 Gestione Filiberto Guala e Marcello Rodinò (impronta moralistica e educativa)

- 1961 Nasce il Secondo Programma ( Rai 2 oggi)

- 1962-74 Epoca Bernabei (centralismo e divulgazione culturale)

- 1972 Copertura trasmissioni Rai al 98% della popolazione italiana

- 1974 Sentenze n. 225 e 226 della Corte Costituzionale sulla legittimazione delle trasmissioni via cavo e delle emittenti estere sul territorio nazionale

- 1975 Riforma Rai (fine centralismo e riorganizzazione per reti e testate;riconoscimento sentenze 225 e 226)

- 1976 Sentenza n. 202 della Corte Costituzionale autorizza le trasmissioni via etere di portata non eccedente l'ambito locale

La Televisione - Le tappe principali

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- 1977 Introduzione del colore

- 1979 Nascita terza rete, inizialmente a diffusione regionale ( Rai 3 oggi )

- 1984 Canale 5, Italia 1, Rete 4 (Fininvest)

- 1990 Legge Mammì (legittimazione dell’esistente)

- 1991 Inizio era pay tv (Telepiù e Stream tv Sky dal 2003)

- 2004 Legge Gasparri (introduzione digitale terrestre)

- 2012 Passaggio al digitale in tutte le regioni italiane

- Oggi 413 canali operanti a livello nazionale (DTT e Sat, Standarde HD), di cui 170 free e 243 pay; in media 100 canali locali per provincia; servizi realizzati per il web a pagamento (Netflix e altri).Principali operatori Sky Italia, Mediaset, Rai, Cairo Communication, Discovery. Rai presente con 14 canali (compreso Rai HD).

La Televisione - Le tappe principali

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La “ Tv maestra” delle origini

- La Tv si diffonde con una velocità di diffusione impensabile perla vecchia radio. Favorita dal “boom economico” (1957/58-1963),che trasformerà l’Italia contadina in una moderna società industriale.

- È una trasformazione profonda, che investe il modo di produrre edi consumare, di pensare e di sognare, di vivere il presente edi progettare il futuro (Crainz 2005).

- La televisione è espressione e motore di questo cambiamento. In primoluogo, soprattutto tra anni ‘50 e ‘60, ha contribuito alla crescitaculturale con i programmi educativi: dagli “sceneggiati” da opereletterarie, a Telescuola (1958-66), a Non è mai troppo tardi (1960-68).

La televisione

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Nasce il 15 novembre del 1960 come "programma di educazione popolare a cura del Ministero della Pubblica Istruzione" eprosegue fino al 1968.

Dopo una sigla raffigurante la danza di lettere dell'alfabeto, la rassicurante e paterna figura del maestro Alberto Manzi compariva sullo schermo televisivo. Sempre vestito con tenere giacchette a tre bottoni, il maestro insegnava "a leggere, scrivere e far di conto" con una capacità didattica unica.(Grasso 2002)

La televisione - Le originiNon è mai troppo tardi

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La televisione - Le origini

Non è mai troppo tardiObiettivo del programma era quello di educare alle più elementari nozioni scolastiche il pubblico italiano, caratterizzato da elevate percentuali di analfabetismo. Il “Maestro Manzi” ha così portato molti adulti analfabeti a conseguire la licenza elementare.Il programma è l’emblema

della televisione pedagogica delle origini.

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La televisione - Le originiNon è mai troppo tardi

- In onda dal lunedì al venerdì in orario pre-serale sulProgramma Nazionale (dal 1967 sul Secondo Programma).Durata ‘30 minuti.

- Contenuto didattico e stile da intrattenimento: non solo gesso elavagna, anche documentari, dimostrazioni pratiche, ospiti.

- 2000 punti d’ascolto pubblici. Un manuale edito da Eri.

- Nella prima edizione, 35.000 persone ottengono la licenzaelementare. Progetto imitato da molti paesi.

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La televisione - Anni ‘60 e dintorni

- La Tv ha contribuito alla trasformazione sociale, innescata dalboom economico, anche e soprattutto:

• alimentando il mercato dei consumi (la pubblicità);• incoraggiando l’esibizionismo e il desiderio di emergere degliitaliani (il quiz);

• divulgando le immagini di una società orientata all’ottimismoe alla ricerca del benessere (lo spettacolo del sabato sera).

- Nelle forme dello spettacolo e nelle immagini della società diffusedai programmi Tv, emerge il riferimento al modelloculturale americano, rielaborato secondo la sensibilità italiana:le istanze educative (e moralistiche) si coniugano con le nuoveesigenze di consumo.

- I casi di Lascia o raddoppia? (1955-59), Carosello (1957-77),Canzonissima (1958-75/76).

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- Condotto da Mike Bongiorno.

In onda in prima serata ogni giovedì. Il successo fu tale che i pochi bar attrezzati con un televisore si riempivano all’istante, a discapito dei cinema che andavano svuotandosi. Inizialmente proposto il sabato sera, venne spostato per le proteste degli esercenti cinematografici.

- Nei primi due anni, oltre 300mila richieste di aspiranti concorrenti.

- Riprende la formula dell’americano The $ 64.000 Question, è un adattamentodel francese Quitte ou double? Il concorrente, esperto in una materia a scelta, parte da 2.500 lire e cerca di raggiungere la fatidica cabina, che vale un montepremi di 2.256.000 lire, decidendo se lasciare (e accontentarsi di una Fiat 600) o puntare a 5.120.00. (Grasso 2002)

La televisione. Anni ’60 e dintorniLascia o raddoppia? (1955)

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- Il programma diventa la prima fabbrica di divi comuni: tutti, almeno una volta, hanno sognato di parteciparvi, per diventare personaggi venerati dal pubblico, per poter rispondere alla fatidica domanda, perché nessun’altra trasmissione è riuscita a creare una così grandiosa partecipazione collettiva (U. Eco).

- Meno centrato su ritmo incalzante delle domande e più su storie e emozioni deipersonaggi (“il contorno spettacolare”):Luciano Zeppegno, il primo campioneGianluigi Marianini, il dandyLando Degoli, sconfitto dal controfagotto di VerdiMarisa Zocchi, giocava per comprare le medicine alla mamma malata.

- Dal ‘59 al ‘62: Campanile sera: gara collettiva tra due diverse località italiane (Nord e Sud). Antecedenti: Il campanile d’oro e Il Gonfalone radiofonici (tra 1958 e 1959).

La televisione - Anni ‘60 e dintorniLascia o raddoppia? (1955)

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- Domenica 3 febbraio 1957 alle ore 20.50, Carosello prende avvio sull’unica rete televisiva nazionale.

- L’origine etimologica del termine: un gioco con la palla introdotto a Napoli nel XV e XVI secolo o da salvadanai di forma sferica: i “carusielli”.

- Nasce perché il pubblico stava crescendo, sia numericamente che da un punto di vista generazionale. Favorisce la trasformazione della Tv, da oggettodi consumo occasionale, collettivo e limitato, in un medium domestico di massa.

La televisione - Anni ‘60 e dintorniCarosello (1957

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-“La più seguita delle trasmissioni di tutti i tempi” - 4 0 5 filmati divisi da siparietti (breve storia/scenetta e “codino”)- Una forma di spettacolo, “un raccontino d’autore”: cartone animato,

varietà, filmetto- Molti nomi illustri come autori/registi/attori (Sergio Leone, Vittorio Gassman,Dario Fo, Eduardo…)

- Programmazione di Carosello del 3 febbraio 1957:• Contribuito SHELL per la sicurezza del traffico

Giovanni Canestrini vi parla di: guida a destra o guida a sinistra?

• Un personaggio per voi con la partecipazione di Mike Bongiorno per la Oreal cosmetici

• Quadrante della moda con la partecipazione di Mario Carotenuto, per la Singer automatica

• L’arte del berecon la partecipazione di Carlo Campanini, per il Cynar, già presente lo slogan: contro il logorio della vita moderna

La televisione - Anni ‘60 e dintorniCarosello (1957)

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Le regole

1. Va separata la parte di spettacolo detta “pezzo” (1 minuto e 45 secondi) da quellapuramente pubblicitaria detta “codino” (30 secondi)

2. Il nome del prodotto reclamizzato può essere visualizzato solo 6 volte

3. Nessun pezzo può andare in onda per più di una volta

4. Devono essere escluse opere che “presentino la disonestà, il vizio o il delitto inmaniera atta a suscitare compiacenza o imitazione” o che risultassero “volutamentevolgari, truci, ripugnanti, terrificanti”. La presentazione di storie poliziesche èconsentita “a condizione che il reato non sia riprodotto con eccessivi particolaritecnici o raccapriccianti e che ne derivi una pronta condanna”

5. Non si devono presentare con compiacimento vicende di adulterio e “deve in ognicaso essere posto in rilievo che le relazioni adulterine costituiscono una grave colpa”

6. Le relazioni sessuali non devono eccitare, le scene erotiche sono proibite e persino ibaci devono essere rappresentati con discrezione e senza indurre a morboseesaltazioni

7. Tra le regole non esplicitamente scritte: non si possono pronunciare termini comesudore, forfora, depilazione, deodorante e così via, non si possono pubblicizzareindumenti intimi

La televisione - Anni ’60 e dintorniCarosello (1957)

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- La pubblicità contribuirà a modificare

sensibilmente la composizione dei consumi.

- Carosello, attraverso più di 4.000 slogan pubblicitari, ha costruito un linguaggio innovativo e tipicamente italiano di pubblicità televisiva.

- Lo stile pedagogico, rivolto agli adulti, voleva dimostrare che esisteva una via per la modernizzazione compatibile con i valori tradizionali.

La televisione - Anni 60 e dintorniCarosello (1957)

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- In onda sul programma Nazionale dal 1958 (erede de Le canzoni della fortuna, in radio tra 1956 e 1957), nella serata del sabato.

- Prosegue fino al 1974/75 (per un certo periodo con altri nomi, come Partitissima, Gran premio, Scala Reale; poi seguirà Fantastico).

- L’idea di grandiosità insita già nei titoli. Tendenza alla magnificenza, sul modello del mega show americano, dallo studio alle scenografie, dal corpo di ballo ai costumi, agli ospiti.

- Gara di canzoni abbinata alla Lotteria di Capodanno (poi Lotteria Italia):unisce le due passioni italiane per la canzone e per i giochi a premi.

- Dal 1961, anche Studio Uno (4-5 edizioni), che lancia le gemelle Kessler.Scenografie meno sfarzose e grandi professionisti tra i conduttori (Mina, Panelli, Vianello-Mondaini, ecc.).

La televisione - Anni ‘60 e dintorniCanzonissima (1958)

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- Le caratteristiche principali: presenza carismatica di un conduttore o coppia di conduttori; la gara di canzoni con l’orchestra; il balletto; l’intervento del comico; altri ospiti d’onore.

- Edizione più spettacolare: 1959, con D. Scala, N. Manfredi, P. Panelli; quella più trasgressiva: 1962, con D. Fo e F. Rame.

- Il susseguirsi di presentatori, soubrettes, comici sul palcoscenico del Teatro delle Vittorie, non cambia mai volto alla trasmissione, che resterà

sempre semplice svago, intrattenimento.

Televisione - Anni ‘60 e dintorniCanzonissima (1958)

Nel 1970, Raffaella Carrà potrà ballare il tuca-tuca con l’ombelico scoperto, lanciare qualche appello di natura sessual-familiare, senza creare scandali eccessivi.

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- Anni di transizione: dal monopolio radiotelevisivo pubblico al sistemamisto; dalla Tv pre-Riforma (1975) alla neotelevisione degli anni ’80;dalla logica della divulgazione culturale a quella dell’intrattenimento.

- La Riforma produce regime di concorrenza interna Rai, che porta ariorganizzare palinsesti e a puntare di più su programmi di evasione:alcuni generi (la prosa) scompaiono, altri vengono ridimensionati (programmi per ragazzi), quelli di informazione e cultura collocati in seconda serata. Termina Carosello e inizia l’era dello “spot”.

- Il palinsesto, finora caratterizzato da netta suddivisione tra i generi, rigidità delle collocazioni e appuntamenti fissi settimanali, lascerà ilposto ad una programmazione più fluida e contraddistinta da una graduale rottura dei generi (Monteleone 2003).

- Primi esempi di questa tendenza sono il Contenitore e il Talk show,

destinati a diventare capisaldi della neotelevisione

(i casi di Domenica in e L’altra domenica, Bontà loro e Porta a porta).

La televisione - Anni di transizione (‘70/’80)Contenitori e talk show

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La televisione - Anni di transizione (‘70/’80) - Il Contenitore

- Il contenitore è un programma di lunga durata, al cui interno si

succedono momenti diversi, anche non dello stesso genere: tra

spettacolo e informazione, canzoni e interviste, giochi, ecc.

- Dal pomeriggio domenicale, il contenitore si estenderà anche alle fasce

mattutine e pomeridiane dei giorni feriali.

- Con il contenitore tende ad affermarsi un “ascolto nella disattenzione”, un

uso della Tv quale accompagnamento leggero nella vita degli italiani.

Il caso di Domenica in (Rete 1, 1976-)…

• Un punto di forza nella riorganizzazione dello spazio domenicale e

nell’intrattenimento domestico per famiglie (“in” come insieme, incontro)

• Prima edizione condotta da Corrado: collegamenti con risultati partite

di calcio, rubriche sportive, giochi, canzoni, un telequiz giallo

• Nelle successive edizioni con Baudo, si spazia tra cinema, teatro, musica,

libri; altri conduttori daranno impostazioni diverse (giornalistiche,

goliardiche, ecc.), ma la formula di base non cambia.

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Per la prima volta il pubblico può entrare in diretta comunicazione con la televisione. Basta fare un numero di telefono per prendere la linea: “Indovina indovinello, dove sta la caramello?”.

… e L’altra domenica (Rete 2, 1976-79)

- Prima edizione, con Renzo Arbore e MaurizioBarendson, basata su connubio varietà e sport. Poi sitrasforma in puro spettacolo, tra gag varie, finticollegamenti internazionali, interazione con il pubblico.

- Arbore crea un clima stralunato e fantastico, tipicodell’improvvisazione a lungo studiata, che affonda leradici nell’esperienza radiofonica di Alto gradimento.

- L’improbabile critico cinematografico Roberto Benigni,il cugino americano Andy Luotto con i suoi “bbùono” e“nobbùono”, i cartoni animati di Maurizio Nichetti eGuido Manuli, le stelle e strisce delle Sorelle Bandiera, isuoni sconclusionati degli uomini-orchestra Otto eBarnelli, rendono allegro e scanzonato l’appuntamentodomenicale.

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La televisione - Anni di transizione (‘70/’80) - Il talk show

- Il talk show è uno spettacolo fatto di parola, conversazione, confronto

di opinioni. D’origine americana, nella sua versione italiana ha

inizialmente puntato sul racconto del privato e della gente comune

(Bontà loro); successivamente, si estenderà all’informazione politica

(Samarcanda), economica (Maastricht Italia), sportiva (Il processo del

lunedì), ecc.

- Di qui, formule basate su conversazione o dibattito o intervista…

- Il talk show costituirà un punto di non ritorno nello “spettacolo

della parola” in Tv.

- Ruolo centrale del conduttore nel gestire la conversazione e nel dare

forma, ritmo e tono al programma.

- Il pubblico in studio, spesso partecipante, che evoca il pubblico a casa.

- La messa in scena di un ambiente casalingo o familiare (salotto, bar, piazza).

- Maurizio Costanzo e talk show: un binomio imprescindibile.

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Parole, parole parole… soltanto parole: il talk show non vuole altro, né musica, né grandiose scenografie, né elaborate regie; bastano tre ospiti e naturalmente lui, Maurizio Costanzo (Grasso 2002).

Il talk show - Bontà loro (Rete 1, 1976-77)

Tre poltroncine color aragosta per gli ospiti, uno sgabello mobile per il conduttore, un orologio a cucù per testimoniare la diretta(il presidente del Consiglio Andreotti siedetra un press agent e una balia asciutta).

- Coglie tendenze degli italiani destinate a dilagare in Tv: il piacere della chiacchiera, il bisogno di confessarsi, l’interesse per il “privato”.

- Componente teatrale tipica dei programmi di Costanzo (soprattutto in Maurizio Costanzo Show, che contiene elementi dei vari tipi di talk; dal 1982 su reti Fininvest).

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Il talk show - Porta a Porta (Rai Uno, 1996-)

Dal 22 gennaio 1996, Bruno Vespa conduce un programma di attualità politica con l’intento di avvicinare il grande pubblico e il “Palazzo”.

Nella sua formula originaria, il lunedì un leader politico commenta i risultati di un sondaggio Doxa, il mercoledì è dedicato ad un confronto a due su temi d’attualità.

Passando a tre e poi a quattro puntate, il focus si allarga: anche Valeria Marini è chiamata a dire la sua sulla situazione politica, Rocco Buttiglione porta con sé il suo cane, Massimo D’Alema svela al pubblico la ricetta del suo risotto.

Nel 2001, uno dei coup de théâtre più celebri della Tv: Vespa fa da notaio mentre Berlusconi firma il “Contratto con gli Italiani”.

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La televisione - “Neotelevisione”… and so on

- L’affermazione dei networks privati (Canale 5, Italia 1, Rete 4) avvia

la competizione per la conquista dell’audience e degli spazi pubblicitari.

- La televisione entra pienamente nelle dinamiche del libero mercato:

i palinsesti si costruiscono su programmi che, prima ancora di piacere

al pubblico, devono piacere agli investitori pubblicitari.

- La Tv privata definisce da subito la sua vocazione commerciale e opta

per una strategia di accentramento nella gestione della programmazione.

La Tv pubblica divisa tra principi del servizio pubblico e nuove esigenze

del mercato; persegue politiche editoriali autonome per le singole reti.

- Progressiva omologazione dell’offerta televisiva, estensione oraria dellaprogrammazione, andamento a flusso, crescita diffusa dell’intrattenimento,nuovi ruoli del pubblico... Nasce la “neotelevisione”.

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“C’era una volta la paleotelevisione, fatta a Roma o a Milano, per tutti gli spettatori…

…con la moltiplicazione dei canali,con la privatizzazione, con l’avvento dinuove diavolerie elettroniche, viviamo nell’epoca della neotelevisione”.

“La filosofia dei programmi di intrattenimento si avvia a diventare la filosofia della Tv nel suo complesso”.

(U. Eco)

Dalla Paleotelevisione alla Neotelevisione

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•Serialità

•Conversatività

•Trasgressività

•Demenzialità

•Convivialità

•Frammentazione

•Flusso

La televisione abbandona la sua impronta pedagogica per creare un rapporto più colloquiale e familiare con il pubblico.

La neotelevisione stabilisce con lo spettatore un nuovo rapporto fondato sulla complicità e sulla convivialità, non più di maestra che insegna, ma compagna del

quotidiano.In tv vince e convince l'informalità: la "Tv nel salotto"

Dalla Paleotelevisione alla Neotelevisione

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La televisione - “Neotelevisione”… and so on

- Nella neotelevisione, dominano contenitori, talk show e nuove forme divarietà: da Pronto, Raffaella? (1984) a Drive in (1983), da Quelli della notte(1985) a Striscia la notizia (1986)…

- La logica dell’intrattenimento invade anche spazi e modi dell’informazione

(infotainment, spettacolarizzazione dell’informazione).

- L’informazione tende a “popolarizzarsi”; il privato diventa sempre

più pubblico.

- Una proposta innovativa arriva dalla Rai Tre di A. Guglielmi (fine ‘80):

“la tv verità” (real tv) e/o la “tv di servizio”, ovvero l’ambizione del medium

di ritrarre la realtà nel suo farsi, di risolvere problemi, di rendere

gli spettatori protagonisti (da Io confesso a Telefono giallo, Un giorno

in pretura, Mi manda Lubrano, Chi l’ha visto?).

- .

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La televisione - “Neotelevisione”… and so onReality e talent show

- I nuovi generi di programma che si affermano tra gli anni ’90-2000

affondano le radici soprattutto nei caratteri della neotelevisione di fine

anni ’80. Dagli anni 2000, molti sono i format esteri riadattati.

- La propensione al racconto della realtà “senza filtri” confluirà in

programmi basati su situazioni reali che coinvolgono persone comuni:

il reality show (da Grande Fratello a C’è posta per te).

- Successivamente, l’area di “intervento” della Tv si estenderà, fornendo

la possibilità a giovani e adulti, sconosciuti o famosi, di sviluppare e/o

mettere alla prova i loro talenti: il talent show (da Amici a X-Factor,

da Ballando con Le stelle a Tale e quale show).

- Questi generi tendono a declinarsi in vari sottogeneri e non di rado

a contaminarsi reciprocamente e/o con altri generi (Amici).

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ll reality show - Grande Fratello (Canale 5, 2000-)

“È un format in bilico tra un voyeuristico reality show, un game show giocato al ritmo di nomination ed eliminazioni in grado di far

emergere concorrenzialità e individualismo, e talvolta persino la cattiveria dei partecipanti. È un talk show destinato a tradurre in curiosità e chiacchiera gli avvenimenti della Casa, soprattutto se legati ai sentimenti, al sesso, alla dimensione melodrammatica”

“La commistione tra i generi raggiunge l’esito più estremo: un ibrido che pretende l’oggettività (come nella “Tv-verità”) ma che, per l’artificiosità della situazione, ne è l’esatta negazione”

(Grasso 2002)

Altra caratteristica del format è il suo distendersi multimediale: Tv generalista + pay-tv + web

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Il reality show - C’è posta per te (Canale 5, 2000-)

“La trasmissione è concepita come un tramite fra persone che non riescono a comunicare”: il destinatario della lettera non conoscerà l’identità dell’autore del messaggio finché non varcherà la soglia dello studio televisivo e non deciderà di aprire la lettera.

- Si celebra l’incontro e la riconciliazione.

- La conduttrice ha un ruolo centrale, il suo pubblico questa volta è in silenzio. Tra i “postini” anche volti noti, come Walter Nudo e alcuni ex di Grande Fratello.

- Dopo il primo anno, alla formula del people show si affianca quella del varietàe del celebrity show: tra gli ospiti, Francesco Totti, Alberto Sordi, Piero Fassino, Luciana Littizzetto.

(Grasso 2002)

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Il talent show - Amici (Italia 1 e Canale 5, 2001-)

- Nasce nel 1992 come talk show pomeridiano su tematiche giovanili.

- Nel 2001 Amici si trasforma nel reality Saranno famosi, coniugando un’ideadi Maria De Filippi con il format spagnolo Operation Triunfo.

Ispirato al film di Alan Parker Fame e a serie successiva.

- Dal 2002: Amici di Maria De Filippi. Iniziato su Italia 1, in pomeridiana eserale, passa a Canale 5 dal 2004-05.

- Una scuola di spettacolo per cantanti e ballerini (in passato, ancherecitazione): le fasi di preparazione, le “sfide” ad eliminazione, gli scontri trai professori, le selezioni per il passaggio al serale. Le telecamere“documentano” crescita professionale, storie personali, profilo caratterialedei concorrenti.

- L’edizione serale ha i caratteri del grande show: le sfide, gli ospiti (che

si esibiscono con i concorrenti), l’orchestra, la giuria, il televoto, la stampa.

- Il talent intrecciato ad altri generi: reality, talk, varietà.

-

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La televisione - La fiction tv dall’artigianato all’industriaChe cos’è la fiction

- Termine inglese con il quale si designano le opere di fantasia e di

immaginazione (fiction o finzione). Sinonimo di “narrativa”, “racconto

di storie”, story telling.

- Fa riferimento sia a romanzi e novelle sia a narrative televisive.

- Il significato del termine pone la fiction in opposizione al termine fact o

realtà fattuale. Di qui: fiction come fonte e materia di intrattenimento/

fact come fonte e materia di informazione e conoscenza.

- Natura finzionale e prevalentemente evasiva del genere a base di un

diffuso pregiudizio intellettuale che vede la fiction come una pratica culturale“bassa”.

- Tale pregiudizio trova fondamento in concezione ideologica della realtà come“separata” da tutto ciò che è soggettività, immaginazione, emozioni(oggettività, fattualità/finzione, menzogna, manipolazione, fuga dal reale).

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La televisione - La fiction tv dall’artigianato all’industriaLa fiction come forma culturale

- Da sociologia della conoscenza e psicologia sociale, nuove interpretazioni sui rapportitra realtà e fiction: la realtà è il risultato di un processo continuo di “costruzione”; larealtà si costruisce anche attraverso i contenuti dei media (“rappresentazioni”); esistonospazi di interazione tra realtà e fiction

(Schutz, 1962; Berger e Luckmann, 1966; Moscovici, 1984).

- Negli USA, forte interesse sociologico per la fiction come oggetto di studio:

• la Tv come “racconto di storie”, come il cantore (o “bardo”) dei tempi moderni; ricoprela funzione un tempo svolta dai cantastorie e dal romanzo popolare ottocentesco (Fiskee Hartley, 1978);

• la fiction, dimensione più specificamente narrativa della Tv, è una “forma culturale”(esprime significati sulla realtà) al pari di altre narrative;

• in quanto tale, la fiction offre materiale per conoscere e comprendere la società di cui èespressione: non rispecchia né deforma la realtà, ma ne offre una lettura,un’interpretazione, una “rappresentazione”.

- Studi in Italia sviluppati a partire da inizio anni ‘80 (Buonanno, 1983…)

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La televisione - La fiction tv dall’artigianato all’industriaLa fiction prodotto dell’industria culturale

- La fiction tv forma culturale e prodotto dell’industria culturale: ne costituisce

un settore chiave, per la sua grande capacità di attrazione popolare.

- Come “prodotto” industriale, la fiction è vincolata ad imperativi economici e

ad un sistema di regole che presiede l’attività di scrittura e realizzazioneproduttiva dei testi di fiction.

- Articolazione delle forme narrative per formato (gli aspetti più specificamenteproduttivi, quali durata, numero puntate, ecc.) e genere (stile e contenuti delracconto).

- I formati: film-tv, miniserie, serie, serial (chiuso come la telenovela o apertocome la soap opera)

- I generi: dramma familiare, commedia sentimentale, poliziesco, mafia story,mistery, soap opera, ecc.

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La televisione - La fiction tv dall’artigianato all’industriaLo sceneggiato delle origini (1954-1979)

- Cardine del progetto televisivo di educazione culturale nella fase del monopolio.Caratteristiche distintive: derivazione letteraria e scansione del racconto in puntate (dalfeuilleton ottocentesco). Modello stereotipo: Il dottor Antonio (1954), dal romanzo diGiacomo Ruffini.

- I primi sceneggiati (fino al ‘67): modello teatrale, rigore filologico, realizzazione in studio;fonte privilegiata il romanzo ottocentesco italiano ed europeo (anche storia del risorgimentoe biografie). Tra i registi: Anton Giulio Maiano (La cittadella di Cronin, David Copperfield diDickens) e Sandro Bolchi (I miserabili di Hugo, I promessi sposi di Manzoni).

- Svolta in direzione della tecnica cinematografica a partire dal ’68: set in esterni,linguaggio più sofisticato, intenti divulgativi uniti a spettacolarità della confezione,coproduzioni internazionali (L’Odissea di Rossi, Sandokan di Sollima, Gesù di Nazareth diZeffirelli).

- Parallelamente, apertura a letteratura contemporanea, soggetti originali e attualità sociale,con conseguente diversificazione dei generi: family story (La famiglia Benvenuti),fantascienza (A come Andromeda), mistery (Il segno del comando), giallo(Coralba)poliziesco (adattamenti, soggetti originali, prime importazioni americane: ilcommissario Maigret, il tenente Sheridan e il brigadiere Sarti Antonio, Stursky e Hutch).

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La televisione - La fiction tv dall’artigianato all’industriaLa fiction nell’era della competizione tv (1980-1995)

- Rai: il passaggio dal tradizionale sceneggiato alla “miniserie” (cinema come modello diriferimento, scansione in puntate, orientamento prevalente a realtà contemporanea).

- Progressivamente più rari, e realizzati in coproduzione, adattamenti e biografie;aumentano soggetti originali e liberi adattamenti da autori contemporanei; prevalgonotematiche familiari (E non se ne vogliono andare) e sociali (Storia di Anna, Felipe ha gliocchi azzurri, La piovra); continuano i polizieschi e si introducono nuove serie, giovanili(I ragazzi del muretto) e ospedaliere (Amico mio).

- Tentativo di integrare logica della serialità con cultura produttiva italiana, sia nellastruttura delle serie sia nel ricorso a sequel (La piovra, dal 1984) o cicli (La Bibbia, dal1993). Tra novità e ripetizione.

- Fininvest: punta più decisamente su capacità di fidelizzazione della narrativa seriale,dalla importazione massiccia di prodotti (telenovelas argentine, soap opera e sitcomamericane, serie poliziesche) all’avvio di una produzione interna, anche di formule nuove(il fantasy Fantaghirò, la sitcom Casa Vianello, il serial Edera, le serie comico-giovanilicome I ragazzi della terza C).

- Rai e Fininvest: serialità ancora a carattere sperimentale, ma prima familiarizzazione con

forme nuove di narrazione e consumo.

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La televisione - La fiction tv dall’artigianato all’industriaLa svolta verso la produzione industriale (1996…)

- Condizioni economiche e legislative favorevoli proiettano la fiction italianain una fase di crescita, che la porterà a dar vita a una industriadell’audiovisivo in grado di ridurre la distanza produttiva dai grandi paesieuropei.

- Si afferma il valore strategico della fiction quale terreno privilegiato dicompetizione tra le emittenti (pubbliche e private) e di costruzione delleidentità di rete.

- Tendenze comuni verso la serializzazione, ma anche rielaborazioneautonoma di formule narrative, che definisce le rispettive marche distintivedelle due emittenze e introduce interessanti novità nell’industria dellafiction italiana (il poliziesco declinato in forma hard o comica; l’intreccio tranarrazione episodica e linea orizzontale nelle serie; l’alternarsi di coppieprotagoniste nelle varie edizioni del serial; ecc.).

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- Tra gli aspetti più significativi del nuovo corso della fiction italiana:

• La soap opera domestica (da Un posto al sole a Vivere e Cento Vetrine)

• Nuovo filone di serie e serial lunghi da prime time, con diverse formule (da Un medico infamiglia a Incantesimo, da Commesse a Il bello delle donne)

• Nuova tipologia di prodotti seriali di breve-media durata, d’ambiente professionale e digenere diverso (dal poliziesco di Il maresciallo Rocca o Distretto di polizia all’hospital diUna donna per amico o La dottoressa Giò)

• Rivalutazione della miniserie quale “racconto di qualità” e veicolo privilegiato di unritorno ai generi della tradizione (adattamenti e biografie, grandi eventi, rievocazionidella storia italiana più recente, racconti in costume).

- Crescita costante della fiction fino ai primi anni duemila, poi fasi alterne con progressivoridimensionamento della produzione. I cambiamenti nello scenario comunicativo, laconseguente frammentazione del pubblico, gli effetti della crisi economica hannointerrotto il processo di crescita della fiction italiana.

- Ma il solco, in direzione di una piena industrializzazione della produzione di fiction, èstato tracciato…