Induismo

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INDUISMO RICERCA DI COPPIA DI BENEDETTA & MATTEO

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INDUISMO

RICERCA DI COPPIA DI

BENEDETTA & MATTEO

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• È difficile dare una corretta e precisa definizione dell'induismo, essendo un insieme di movimenti religiosi, concezioni filosofiche e pratiche sociali che si sono trasformate nell'arco di 4000 anni. Anche la terminologia della parola "induismo" è piuttosto complicata e non è semplicissimo darne una corretta traduzione; probabilmente questo vocabolo potrebbe trovare le sue origini in un termine persiano che significa "fiume" e indicare appunto l' Indo e le terre nate attorno alle sue sponde, antichissima interpretazione della vita e del divino.

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L e o r i g i n i

Le origini storiche sono difficilmente databili, antichissime, e non mancano studiosi - archeologi e antropologi in particolare - i quali datano tracce della civiltà dell'Indo a prima del 6000 a.C. Secondo questa versione, la civiltà indica arcaica e le diverse popolazioni che abitavano l'India dell'epoca, seguivano vari culti che nel tempo si sarebbero amalgamati e sviluppati. Gli studiosi hanno suddiviso l'evoluzione dell'induismo nelle varie epoche storiche (per esempio, in base ai testi di riferimento o al rituale, e così via). Secondo alcuni studiosi la storia dell'induismo viene divisa in due fasi, una quella Vedica che va da circa il 1500 al 900 a.C., caratterizzata dalla pratica dei sacrifici e dal culto di un numero molto alto di Divinità, la seconda è la fase post Vedica, circa 900 al 600 a.C., in cui il sacrificio e molte divinità perdono di significato e compare un unico Dio Creatore identificato con Prajapati , l'Assoluto.

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Caratteristiche principali

L'induismo conta circa 700 milioni di seguaci, è prevalentemente diffuso in India. Si esprime sia attraverso l'adorazione di numerose divinità, sia attraverso riti quotidiani dei fedeli. In india, fin dalla notte dei tempi, sono esistite popolazioni con diversissimi linguaggi. Le lingue principali sono le seguenti: • le lingue munda , ovvero quelle "non scritte" parlate da popolazioni sparse in tutto il paese. • Le lingue dravidiche, ovvero quelle che interessano principalmente il sud del paese e sono di origine molto antica. • Le lingue indo-arie , più diffuse tra gli indiani moderni e portate dai conquistatori ancora prima della nascita di Cristo.

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Furono proprio le popolazioni che usavano queste lingue indo-europee e che invasero la valle del fiume Indo, a dare vita ad una nuova cultura religiosa. Esse, infatti, non sopraffecero le civiltà antiche allora presenti nel territorio ma le assorbirono e, dalla loro fusione, nacque appunto l'induismo. A questo periodo si fanno risalire i Veda (da vid, sapere) che sono i primi documenti religiosi (pur non fissando alcun canone religioso). Essi sono piuttosto documenti e inni che parlano anche della storia del paese e delle guerre che lo hanno coinvolto. Per semplicità potremmo individuare quattro punti fondamentali sui quale si fonda l'induismo: • la fede nella "rivelazione" e nella "tradizione e negli dei,• la credenza nella trasmigrazione delle anime e del Karma• la divisione in caste e delle tappe della vita • la celebrazione di alcuni riti e pratiche religiose.

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GLI DEI

In termini semplicistici potremmo definire l'induismo come una religione politeistica che intreccia considerazioni filosofiche e realtà cosmiche all'esistenza umana, definendo una concetto preciso della società e dei suoi individui. Tutte le preghiere e gli inni dei Veda sono rivolti a divinità "vediche" e i fedeli si distinguono per la loro particolare devozione al dio Shiva piuttosto che a Vishnu o alla dea madre Devi e dall'assenza di un'unica e uniforme dottrina con un"credo" convenzionale ed esercitato da tutti. Gli dei vedici, inoltre, sono molto diversi e ognuno ha una funzione e un'importanza differente: alcuni sono fortemente legati alla natura, ai suoi mutamenti e agli elementi, altri hanno caratteristiche più umane e si sono addirittura incarnati e discesi sulla terra, altri ancora sono personificazioni di antichi poteri e hanno caratteristiche più ambigue, con valenza sia positiva che negativa, ovvero possono portare vita come distruzione. Tra le varie divinità ricordiamo Brahma che è il creatore, Shiva il distruttore dei demoni e Vishnù il protettore. Tutti e tre insieme formano la Trimurti, ossia la trinità.

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Il karma, la trasmigrazione delle anime e le caste

A seconda dei meriti o dei demeriti delle proprie azioni, ogni uomo è destinato a reincarnarsi in un essere di qualità superiore o inferiore. In questo modo il karman (che noi chiamiamo karma) che è fondamentalmente il rapporto fra un atto e le sue conseguenze (ogni azione produce, infatti, un effetto) si imprimerà sulla persona determinando il bene o il male che la stessa persona subirà nella vita presente o in quelle future. Quindi chi in una vita commette atti negativi, li sconterà nella vita successiva reincarnandosi in un altro corpo o anche in animali o vegetali (per questo gli indù non mangiano carne e rispettano gli animali) e affrontando poi una realtà molto più difficoltosa della precedente, che lo porterà ad espiare il suo peccato e a purificarsi. Chi accetta il karman accetta quindi la propria condizione di vita come applicazione di questa legge e di conseguenza la propria situazione sociale, la fortuna, il sesso o la casta di appartenenza sono determinati dalle vite anteriori.

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Da questa visione della vita e dell'accettazione di essa, scaturisce il concetto induista di varna, ovvero delle "caste", una vera e propria suddivisione in classi sociali. Al vertice di queste caste, un ruolo di assoluta preminenza è attribuito ai sacerdoti (brahmani), seguono i dei guerrieri (ksatriya) e lavoratori qualificati (vaisya). Troviamo poi chi fa parte delle caste inferiori, da quelle considerate servili (sudra) fino a quelle, disprezzate come impure, degli "intoccabili". Esistono poi i "paria" termine riferito propriamente a chi si trovi nella condizione di "fuori casta" perché nato dall'unione illecita fra una donna di casta brahmanica e un uomo di casta servile.

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IL SIMBOLO “OM”

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I riti e le pratiche religiose Anticamente la religione vedica non prevedeva l'edificazione di templi e monumenti religiosi, ma venivano utilizzate aree all'aperto. Con l'avvento dell'induismo vennero invece costruiti templi di dimensioni e stili molto differenti. All'interno dei templi avviene la venerazione delle immagini divine a cui i fedeli portano omaggi quali fiori o anche animali da sacrificare (ma solo in alcuni luoghi). In questi edifici si celebrano riti e pratiche religiose come da tradizione e i sacerdoti si incaricano di prendersi cura della divinità, servendola e onorandola. Gli induisti si tolgono sempre le scarpe prima di entrare in un tempio e le donne si coprono il capo in segno di rispetto. La visita non ha come unico scopo la preghiera, ma anche quello di avere un darshana (incontro) con la statua che rappresenta la divinità. Si fanno offerte (prasad) di frutta, fiori e incenso, che il sacerdote presenta alla divinità perché le benedica. Dopo di che le restituisce ai donatori e segna le loro fronti con un segno rosso di benedizione, detto tilaha. Questa cerimonia si chiama puja. Successivamente i fedeli girano in senso orario intorno al sacrario interno con la mano destra rivolta verso la statua. È con questa mano che gli induisti mangiano, perché la considerano pura e pulita. Gli induisti non hanno servizi rituali nei templi. Alcuni vi si recano quotidianamente, altri solo in occasioni speciali come le feste.

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Gran parte degli induisti venera gli dei a casa propria, in un angolo destinato a questo preciso scopo, dove può esserci semplicemente una statua o un dipinto della divinità alla quale la famiglia è devota: il culto delle immagini è infatti molto sentito tra tutti i fedeli.

Inoltre molti sono i luoghi sacri nelle città. I fiumi (il Gange è quello più venerato e nelle sue acque gli indù si purificano), alcuni specchi d'acqua, i santuari. Anche lo Yoga fa parte in un certo senso di riti che portano all'elevazione.

Lo Yoga, conosciuto ormai in tutto il mondo e praticato anche nelle nostre palestre nasce anticamente proprio dall'induismo e da alcune delle regole di vita e di esercitazione spirituale.

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Calendario e feste annuali

Durante la settimana non è previsto un giorno festivo da dedicare ai riti religiosi. Sono invece numerose e di diverso tipo le feste annuali di carattere religioso. Esse vengono normalmente celebrate in occasione del passaggio da una stagione all’altra, della mietitura o per ricordare un dio importante. Le principali, se si prescinde da quelle più propriamente locali, sono tre:

Holi. Viene celebrata in occasione della luna piena di primavera (Febbraio/Marzo). Praticamente si tratta di una festa primaverile, originariamente, dedicata alla fertilità. E’ vissuta con danze per le strade, con processioni e con fuochi d’artificio.

Dasara. E’ una festa che dura 10 giorni e viene celebrata in onore del dio Kalì, durante il mese di Ottobre, con processioni, danze e scambio di doni.

Divali/Capodanno. Si celebra in coincidenza con l’inizio dell’anno buddista (Ottobre/Novembre ). Divali = fila o ghirlanda di luci. Case e templi vengono ornati da festoni fatti di migliaia di lampade: è la vittoria della luce sulle tenebre.

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I libri fondamentali

• Tra i libri fondamentali abbiamo i Veda (= conoscenza) che contengono inni, preghiere, invocazioni e formule. La raccolta più antica viene datata dagli studiosi attorno 1500 a. C.Ci sono poi gli “Upanishad” che “significa “sedersi vicino”: contengono le discussioni di maestri o guru indù che, seduti sulle rive del fiume o in una foresta, rispondono alle domande dei discepoli. E da ultimo abbiamo Gita: un libretto di 18 capitoletti destinato alla gente semplice. Contiene le massimo fondamentali che si possono cosi riassumere:

• Il desiderio di conquista e di possesso rende le persone infelici. Per raggiungere la felicità bisogna liberarsi dal desiderio di possedere.

• Gli uomini sono come i rami e le foglie di un unico albero. • I traguardi più importanti che ogni persona è chiamata a raggiungere sono:

conoscere il proprio “Io”, aprirsi all’amore, impegnarsi a servizio della vita. • Ogni creatura è un frammento di Dio. • Il vero adoratore di Dio non è maldisposto verso nessuno; è benigno e

misericordioso; è libero dall’egoismo, misurato nella gioia e nel dolore; è paziente, padrone di sé; è rivolto decisamente a Dio con tutto l’animo e l’intelletto.

• Cinque i principi che regolano la vita etica: Massimo rispetto verso qualsiasi forma di vita - La sincerità - rispetto della proprietà altrui - La castità - Il non attaccamento ai beni materiali. I primi tre sono riservati ai laici; tutti e cinque invece per chi sceglie la vita monastica.

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L’abbigliamento sacro

• L'abbigliamento tradizionale in India varia notevolmente tra le diverse parti del paese ed è influenzato dalla cultura locale, dalla geografia, dal clima. Stili popolari di abbigliamento comprendono indumenti drappeggiati come sari per le donne e dhoti o lungi per gli uomini.

• I vestiti cuciti sono anche popolari come churidar o salwar-kameez per le donne, con una dupatta (lunga sciarpa) gettata sulle spalle a completare l'abbigliamento. Il salwar è spesso poco attillato, mentre il churidar è un taglio più stretto. Per gli uomini, le versioni cucite sono kurta - pigiama e pantaloni e camicia in stile europeo. Nei centri urbani, la gente può essere spesso vista in jeans, pantaloni, camicie, abiti, kurta e altro genere di abbigliamento.

• In luoghi pubblici e religiosi, l'etichetta dell'abbigliamento indiano scoraggia l'esposizione della pelle e l'indossare abiti trasparenti o attillati.] La maggior parte dei tessuti indiani sono fatti di cotone, fibra ideale per le elevate temperature presenti per gran parte dell'anno a quelle latitudini.Poiché il clima dell'India è per la maggior parte caldo e piovoso, la maggior parte degli indiani calza i sandali.

• Le donne indiane amano perfezionare il loro senso di fascino con trucco e ornamenti. Orecchini, mehendi, braccialetti e altri gioielli sono piuttosto comuni. In occasioni speciali, come matrimoni e feste, le donne possono indossare colori allegri con vari ornamenti realizzati con pietre preziose, oro, argento o altre pietre semi-preziose locali.

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Preghiera Indù per la pace

O Dio, guidaci dall’irreale al Reale.O Dio, guidaci dalle tenebre alla luce.O Dio, guidaci dalla morte all’immortalità.Shanti, Shanti, Shanti a voi tutti.O Signore Dio onnipotente, che la pace regninelle regioni celesti.Che la pace regni sulla terra.Che le acque siano di ristoro.Che le erbe siano sane, e che alberi epiante rechino a tutti la pace.Che tutti gli esseri caritatevoli rechino a noi la pace.Che la Legge vedica diffonda la pacein tutto il mondo.Che ogni cosa sia per noi fonte di pace.Che la tua stessa pace, conceda a tutti la pacee che venga anche a me.

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FINE