INDIRE - Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e … · 2014. 3. 31. · Sviluppo degli...
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Documento a cura di:
Massimo Faggioli – [email protected]
Raffaella Carro – [email protected]
Paola Nencioni – [email protected]
INDIRE - Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e
Ricerca Educativa
Firenze 25 marzo 2014
•Tipo di disegno
Studio di caso descrittivo a caso multiplo o collettivo
• Oggetto dell’indagine
Comprendere se la presenza di un uso diffuso della tecnologia si associa ad un
quadro complessivo di qualità della scuola
Tipo di disegno e oggetto dell’indagine
• Ambito di studio: singola unità scolastica. Scuole che usano in modo diffuso le
tecnologie da almeno due anni.
• Soggetti coinvolti: team di osservatori, dirigente scolastico, DSGA , docenti, studenti,
famiglie, personale ATA, altri testimoni privilegiati.
• Tipologie di istituti scolastici:
– n. 6 Comprensivi – n. 3 Licei – n. 3 Istituti tecnici – n. 8 Istituti di istruzione superiore (Liceo+Tecnico) Totale istituti coinvolti n. 20.
Definizione dell’unità di analisi
-La presenza della tecnologia non può essere valutata solo in termini di ricaduta
sugli apprendimenti, ma per gli effetti di qualità a tutti i livelli di vita interna
all’organizzazione .
- Una “buona scuola” è una scuola che riesce a porre in essere un modus
operandi, e quindi dei processi organizzativi, che, tenuto conto del contesto
concreto in cui essa opera, consentano di perseguire determinati esiti. I processi
sono perciò importanti proprio per la loro capacità, più o meno immediata, di
influire positivamente sugli esiti.
Postulati teorici di riferimento
Dimensioni dell’indagine
BB ESITI FORMATIVI
E EDUCATIVI
PRATICHE
EDUCATIVE E DIDATTICHE
AMBIENTE ORGANIZZATIVO
PER L’APPRENDIMENTO
VINCOLI E OPPORTUNITA’
IMPATTI SULL’AMBIENTE ESTERNO
CONTESTO SOCIO-AMBIENTALE E RISORSE
• Priorità alle competenze generali e trasversali e agli elementi di sviluppo nel lungo periodo, più che ai risultati in un determinato ambito disciplinare e in determinato momento (evoluzione dei risultati degli studenti nell’ottica del valore aggiunto)
• Centralità dello studente. Sviluppo degli apprendimenti nei vari contesti: a scuola, nello studio personale, nelle esperienze educative vissute in famiglia e nella comunità (“promuove la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze, al fine di ridurne la frammentazione e il carattere episodico” Indicazioni Nazionali per il curricolo 2013)
• Cittadinanza attiva e orientamento • Equità e inclusione • Motivazione e drop out
Strumenti di rilevazione • Questionario studenti (scale autodescrittive) • Questionario docenti • Questionario genitori
• Focus group studenti • Focus group docenti • Intervista al Dirigente scolastico
• Analisi delle evidenze
1) Esiti formativi ed educativi (dimensione studente)
• Scelte curricolari
• Didattica laboratoriale
• Organizzazione del setting formativo
• Progettazione didattica
• Valutazione degli studenti
• Personalizzazione dell’apprendimento
• Inclusione delle molteplici forme di diversità
• Capacità di accogliere e orientare i propri studenti
• Attività opzionali che arricchiscono l’offerta curricolare
Strumenti di rilevazione
• Questionario studenti
• Questionario docenti
• Focus group studenti
• Focus group docenti
• Interviste a testimoni privilegiati (staff, funzioni strumentali, coordinatori di dipartimento/area, ecc.)
• Osservazione diretta e partecipante
• Analisi delle evidenze (fonti: POF, sito scuola, documenti di progetto, ecc)
2) Pratiche educative e didattiche (dimensione classe)
• Leadership e collegialità (stili di direzione e coordinamento, flussi decisionali, collaborazione tra insegnanti, promozione di una comunità professionale, clima)
• Progettazione organizzativa (identificazione di ruoli, organizzazione delle risorse, organizzazione degli spazi e del tempo scuola in modo funzionale agli obiettivi strategici di istituto, gestione strategica delle risorse)
• Valutazione interna e Autovalutazione
• Sviluppo professionale delle risorse umane (formazione)
Strumenti di rilevazione
• Questionario studenti
• Questionario docenti
• Intervista a DSGA
• Intervista a Dirigente scolastico
• Intervista Vicario
• Focus group staff
• Osservazione diretta e partecipante
• Analisi delle evidenze (fonti: POF, sito scuola, documenti di progetto, ecc)
3) Ambiente organizzativo (dimensione scuola)
• Relazioni tra l’organizzazione scolastica e l’ambiente socio-economico locale
• Risorse messe a disposizione della scuola dagli enti territoriali (laboratori, progetti, trasporti, servizi di mensa o di pre e post scuola, servizi socio-sanitari)
• Servizi della scuola per il territorio
• Comunicazione interna e esterna (modalità e strumenti)
• Rendicontazione sociale
• Strumenti di rilevazione
• Questionario genitori
• Questionario docenti
• Focus group genitori
• Interviste a Dirigente scolastico
• Interviste a DSGA
• Interviste a Presidente consiglio di istituto
• Dove possibile Interviste a responsabili ente locale, ASL, associazioni
4) Contesto (dimensione territorio)
STRUMENTI
Protocollo di raccolta dei dati
Focus group
Studenti Docenti
Questionari e scale autodescrittive
Studenti
Docenti Genitori
DSGA
Interviste
Testimoni privilegiati
Osservazione
Analisi evidenze
Analisi dati statistici MIUR
Staff
Dirigenti scolastici
DSGA
Genitori
Vicari
• Triangolazione degli strumenti (qualitativi e quantitativi)
• Convergenza di prove, ovvero uso di fonti di prova multiple (dirigenti scolastici,
studenti, famiglie, dirigenti amministrativi, testimoni privilegiati, analisi delle
evidenze)
• Mantenimento della concatenazione di prove, ossia evidenziazione di connessioni
esplicite tra le domande poste, i dati raccolti e le conclusioni trattate
• Creazione di un database dello studio di caso
Validità della ricerca
Indice del disegno complessivo dello studio
1. Tipo di disegno
2. Mappa topografica dello studio di caso
a. oggetto dell’indagine
b. set di quesiti e postulati teorici di riferimento
c. specifica delle unità di analisi prese in esame
d. strategie di raccolta e analisi dei dati
e. criteri per l’interpretazione dei risultati
f. tempi
3. Procedure di campo
a. raccolta e analisi dei dati (database di progetto)
4. Procedure di stesura e validazione del rapporto conclusivo
5. Strumenti tecnologici a supporto del progetto di ricerca
6. Letteratura di riferimento sulla materia oggetto del caso
7. Bibliografia
Definizione di:
istituti interessati e assegnazione gruppi di ricerca
i periodi e la durata delle attività di raccolta dati
tempi assegnati alla ricerca dei documenti e registri
tempi e numero di interviste e osservazioni realizzabili
criteri e modalità di organizzazione delle attività di raccolta dati all’interno
dell’istituto
Procedure di stesura e validazione del rapporto conclusivo
Strumenti tecnologici a supporto del progetto di ricerca
Letteratura di riferimento sulla materia oggetto del caso
Bibliografia
Piano di raccolta dati (da definire)
Lo studio di caso
Il bisogno distintivo che porta alla scelta dello studio di caso, nasce dal desiderio di capire fenomeni complessi.
Rappresenta uno strumento per approfondire la conoscenza dei processi piuttosto che dei prodotti, la
comprensione di un contesto nel suo insieme, piuttosto che delle variabili specifiche ed è pertanto un’attività
basata sulla scoperta piuttosto che sulla conferma.
La definizione della tecnica è la seguente:
lo studio di caso è un’indagine empirica che si propone di investigare un fenomeno contemporaneo nel suo
contesto reale, quando i confini tra fenomeno e contesto non sono chiaramente evidenti, in cui vengono
utilizzate fonti multiple di prova (Yin, 1981)
Lo studio di caso permette ad una ricerca di registrare le caratteristiche olistiche e significative degli eventi di
vita reale (come cicli di vita, processi, cambiamenti). Questa definizione ci aiuta a distinguerlo da altre strategie
di ricerca. Un esperimento, ad esempio, separa deliberatamente un fenomeno dal suo contesto, ponendolo in
ambiente controllato; l’inchiesta, pur facendo riferimento ad un contesto, limita il numero di variabili da
analizzare, al fine di rendere fattibile il sondaggio.
La scelta di questa metodologia si rende necessaria quando i legami tra il fenomeno e il contesto non sono
chiaramente evidenti ed è, pertanto, necessario includere nella ricerca sia il fenomeno, che il contesto
all’interno del quale si manifesta.
Lo studio di caso, a rigore, rientra nella ricerca qualitativa e dunque si serve di strumenti e tecniche coerenti con
essa.