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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria INDICE 0 SINTESI 1 0.1 IL QUADRO CONOSCITIVO 9 0.1.1 I corpi idrici significativi 9 0.1.2 Sintesi delle pressioni e degli impatti significativi esercitati dall’attività antropica sullo stato delle acque 20 0.1.2.1 Acque superficiali – Sorgenti puntuali di inquinamento 21 0.1.2.2 Acque superficiali – Sorgenti diffuse di inquinamento 38 0.1.2.3 Acque sotterranee – Sorgenti puntuali di inquinamento 54 0.1.2.4 Acque sotterranee – Sorgenti diffuse di inquinamento 55 0.1.2.5 Acque superficiali e/o sotterranee – Sorgenti diffuse di Inquinamento: Reflui oleari 57 0.1.3 La classificazione dei corpi idrici significativi 60 0.1.3.1 La qualità delle acque superficiali interne (Fiumi e laghi) 60 0.1.3.2 La qualità delle acque di transizione 68 0.1.3.3 La qualità delle acque marino costiere 70 0.1.3.4 La qualità delle acque sotterranee 72 0.1.4 Individuazione dei corpi idrici per specifica destinazione 79 0.1.4.1 Le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile 80 0.1.4.1.1 Localizzazione dei punti di prelievo 80 0.1.4.1.2 Risultati 80 0.1.4.2 Le acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci 84 0.1.4.2.1 Localizzazione dei punti di prelievo 84 0.1.4.2.2 Risultati 85 0.1.4.3 Le acque destinate alla vita dei molluschi 86 0.1.4.3.1 Localizzazione dei punti di prelievo 86 0.1.4.3.2 Risultati 87 0.2 AREE INDICATE AL TITOLO III, CAPO I, D.lgs. 152/99 90 0.2.1 Aree sensibili 90 0.2.2 Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola 92 Indice – Relazione di Sintesi

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

INDICE

0 SINTESI 1

0.1 IL QUADRO CONOSCITIVO 9

0.1.1 I corpi idrici significativi 9

0.1.2 Sintesi delle pressioni e degli impatti significativi esercitati dall’attività

antropica sullo stato delle acque 20

0.1.2.1 Acque superficiali – Sorgenti puntuali di inquinamento 21

0.1.2.2 Acque superficiali – Sorgenti diffuse di inquinamento 38

0.1.2.3 Acque sotterranee – Sorgenti puntuali di inquinamento 54

0.1.2.4 Acque sotterranee – Sorgenti diffuse di inquinamento 55

0.1.2.5 Acque superficiali e/o sotterranee – Sorgenti diffuse di

Inquinamento: Reflui oleari 57

0.1.3 La classificazione dei corpi idrici significativi 60

0.1.3.1 La qualità delle acque superficiali interne (Fiumi e laghi) 60

0.1.3.2 La qualità delle acque di transizione 68

0.1.3.3 La qualità delle acque marino costiere 70

0.1.3.4 La qualità delle acque sotterranee 72

0.1.4 Individuazione dei corpi idrici per specifica destinazione 79

0.1.4.1 Le acque dolci superficiali destinate alla produzione di

acqua potabile 80

0.1.4.1.1 Localizzazione dei punti di prelievo 80

0.1.4.1.2 Risultati 80

0.1.4.2 Le acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci 84

0.1.4.2.1 Localizzazione dei punti di prelievo 84

0.1.4.2.2 Risultati 85

0.1.4.3 Le acque destinate alla vita dei molluschi 86

0.1.4.3.1 Localizzazione dei punti di prelievo 86

0.1.4.3.2 Risultati 87

0.2 AREE INDICATE AL TITOLO III, CAPO I, D.lgs. 152/99 90

0.2.1 Aree sensibili 90

0.2.2 Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola 92

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

0.2.2.1 Vulnerabilità intrinseca degli acquiferi porosi 92

0.2.2.1.1 Vulnerabilità intrinseca metodologia SINTACS 93

0.2.2.1.2 Applicazione del metodo COP modificato per il

calcolo della vulnerabilità intrinseca 101

0.2.2.2 Aree vulnerabili a nitrati 109

0.2.2.2.1 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero di Sibari 111

0.2.2.2.2 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero

del Fiume Lao 112

0.2.2.2.3 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero

di Lamezia Terme 113

0.2.2.2.4 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero

di Gioia Tauro 114

0.2.2.2.5 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero

di Reggio Calabria 115

0.2.2.2.6 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero

di Crotone 116

0.2.2.2.7 Conclusioni 117

0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) 119

0.2.3 Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari 121

0.2.4 Aree di salvaguardia delle acque sotterranee destinate al consumo

umano 123

0.2.4.1 Zone di riserva strategica 123

0.2.4.2 Aree di ricarica delle falde 134

0.2.4.3 Zone di rispetto 136

0.2.4.3.1 Acquifero della Piana di Gioia Tauro 137

0.2.4.3.2 Acquifero della Piana di Sant’Eufemia 145

0.2.4.3.3 Acquifero della Piana del Lao 149

0.2.4.3.4 Acquifero della Piana di Reggio Calabria 150

0.2.4.3.5 Acquifero della Piana di Sibari 160

0.3 GLI OBIETTIVI 168

0.3.1 Obiettivi definiti dall’Autorità di Bacino 168

0.3.2 Definizione degli obiettivi del Piano 174

0.3.2.1 Corsi d’acqua superficiali 177

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

0.3.2.1.1 Aspetti qualitativi 177

0.3.2.1.2 Aspetti quantitativi 288

0.3.2.1.2.1 Acque superficiali 288

0.3.2.1.2.2 Caratterizzazione quantitativa dei 32

bacini dei corpi idrici significativi 299

0.3.2.2 Acque di transizione 365

0.3.2.3 Acque marino costiere 368

0.3.2.4 Corpi idrici sotterranei: aspetti quantitativi e qualitativi 381

0.3.2.4.1 Le condizioni quali-quantitative dell’area

d’interesse idrogeologico dell’acquifero

di Sibari 382

0.3.2.4.2 Le condizioni quali-quantitative dell’area

d’interesse idrogeologico dell’acquifero

di S.Eufemia 388

0.3.2.4.3 Le condizioni quali-quantitative dell’area

d’interesse idrogeologico dell’acquifero

di Gioia Tauro 393

0.3.2.4.4 Le condizioni quali-quantitative degli

acquiferi della fascia costiera tra Villa

S.Giovanni e Reggio Calabria 398

0.3.2.4.5 Le condizioni quali-quantitative

dell’acquifero della Piana del Lao 404

0.3.2.4.6 Le condizioni quali-quantitative

dell’acquifero dell’area di Crotone 407

0.3.3 Gli obiettivi di qualità per specifica destinazione 409

0.3.3.1 Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua

potabile 410

0.3.3.2 Acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci 427

0.3.3.3 Acque destinate alla vita dei molluschi 434

0.4 SINTESI DEI PROGRAMMI DI MISURA DA ADOTTARE 435

0.4.1 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità

ambientale dei corpi idrici di cui all’art.5 del D.lgs. 152 435

0.4.1.1 Sintesi delle misure per il raggiungimento degli obiettivi di

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

qualità dei corpi idrici superficiali significativi

di I° e II° ordine 440

0.4.1.2 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi

di qualità dei corpi idrici superficiali d’interesse naturalistico

– paesaggistico 460

0.4.1.3 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi

di qualità dei corpi idrici superficiali d’interesse “alto carico

inquinante” 469

0.4.1.4 Stima economica delle azioni previste per il raggiungimento

degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici superficiali

significativi e di interesse 499

0.4.2 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del

raggiungimento dei singoli obiettivi di qualità per le acque

marino costiere e loro stima economica 505

0.4.3 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del

raggiungimento dei singoli obiettivi di qualità per le acque

a specifica destinazione di cui al Titolo II, Capo II, del D.lgs. 152/99 508

0.4.3.1 Programmi d’azione per le acque superficiali destinate alla

produzione di acqua potabile 508

0.4.3.2 Programmi d’azione per le acque dolci superficiali idonee

alla vita dei pesci 509

0.4.3.3 Programmi d’azione per le acque idonee alla vita dei molluschi 510

0.4.3.4 Programmi d’azione per le acque di balneazione 510

0.4.4 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del

raggiungimento degli obiettivi di qualità per le acque sotterranee 540

0.4.5 Misure da adottare ai sensi del Titolo III, Capo I, del D.lgs. 152/99 550

0.4.6 Misure da adottare ai sensi del Titolo III, Capo II, del D.lgs. 152/99 557

0.4.6.1 Settore civile 557

0.4.6.1.1 Analisi del fabbisogno idrico attuale 557

0.4.6.1.2 Previsione del fabbisogno idrico al 2030 e al 2040 558

0.4.6.2 Settore industriale 564

0.4.6.3 Settore irriguo 567

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

0.4.7 Misure per l’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione attraverso

lo spargimento sul suolo 582

0.4.8 Informazioni su misure aggiuntive ritenute necessarie al fine di

soddisfare gli obiettivi ambientali 585

0.5 PROGRAMMA DELLE VERIFICHE DELL’EFFICACIA DELLE

MISURE PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI

OBIETTIVI DI QUALITA’ AMBIENTALE 586

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 1

0 SINTESI

Lo strumento di pianificazione “Piano di Tutela delle Acque della regione Calabria”

costituisce il percorso di reciproca incidenza tra lo stato ambientale dei corpi idrici

(nell’intero comparto di idrosfera), le modificazioni che detti corpi idrici possono subire a

seguito di pressioni ed impatti di origine antropica, la rispondenza al reticolo di strumenti,

misure di intervento e azioni di salvaguardia a cui le pressioni antropiche devono sottostare

ai fini dell’ottemperanza ai dettami normativi, quale il D.Lgs 152/99 e sue modifiche ed

integrazioni, nonché nella consapevolezza del recepimento della WFD 2000/60.

La Relazione di Sintesi rappresenta un compendio di tutte le attività di studio espletate, dalle

fasi prodromiche di ricostruzione del patrimonio conoscitivo, di primaria organizzazione in

un geoDB territoriale (appositamente organizzato e definito nelle funzioni di up-grade nella

continuità), allo step applicato alle risultanze dei sistemi di monitoraggio (parte essenziale e

reale grid d’ingresso per le classificazioni e gli obiettivi a perseguirsi), ovvero integrazione

del geoDB non solo aperta alle variazioni dinamiche dei livelli informativi connessi ai

sistemi di monitoraggio, ma anche alle sintesi di apporti scientifici sinergici che si sono

susseguiti negli ultimi 5 anni di attività esperite.

Forza concreta della relazione di sintesi è l’analisi delle condizioni ambientali dei corpi

idrici (completiva, laddove verificata la disponibilità di dati fruibili ed omogenei, di

classificazione), condotta fino alla definizione delle criticità precipue dei diversi corpi idrici

(significativi e di particolare interesse ambientale), nonché alla individuazione di obiettivi

“perseguibili”, stante il loro condizionamento ambientale.

La fase applicativa finale illustra i criteri e le misure d’intervento, in relazione agli obiettivi

di qualità individuati, le azioni di salvaguardia di acque a specifica destinazione, le possibili

individuazioni di norme tecniche di attuazione. A tal proposito si sottolinea che in detta fase

finale di studio degli scenari di maggiore stress quali-quantitativo della risorsa si è cercato

di predisporre una analisi territoriale a scala di bacino per la individuazione di criticità

caratterizzanti le aree scolanti nel dominio di competenza del bacino imbrifero principale.

Tale azione è stata predisposta ancorché nella consapevolezza dell’impossibilità di

circoscrivere le problematiche all’interno di domini amministrativi per i campi di esistenza

degli acquiferi rispetto appunto al dominio di bacino idrografico. La considerazione nasce

dalla circostanza che il PTA si configura come strumento di pianificazione regionale, di

fatto sostitutivo dei vecchi “Piani di risanamento” previsti dalla Legge 319/76, e rappresenta

un piano stralcio di settore del Piano di Bacino ai sensi dell’art. 17 della L.183/1989

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 2

“Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”, di cui dovrebbe

ricalcare l’impianto strategico1. In virtù della sua natura di stralcio di settore del Piano di

bacino, pertanto, se quest’ultimo rappresenta un piano strategico per la definizione degli

obiettivi e delle priorità degli interventi su scala di bacino, il Piano di Tutela delle Acque si

configura, invece, come piano di più ampio dettaglio di scala regionale, elaborato e adottato

dalle Regioni, ma comunque sottoposto al parere vincolante delle Autorità di Bacino. Sarà,

infatti, attraverso l’approvazione dei singoli piani regionali di tutela, tra loro accomunati

dalla fissazione di obiettivi di bacino, volti a garantire la considerazione sistemica del

territorio, che si perverrà conseguentemente alla realizzazione della complessiva

pianificazione di bacino nel settore della tutela qualitativa e quantitativa delle risorse

idriche, così come previsto dalla stessa legge sulla difesa del suolo.

In questa relazione di sintesi è necessario, comunque, proporre un breve richiamo alle fasi

temporali (in cui si sono esperite le diverse consegne di PTA) e normative di assogettabilità.

Lo strumento del Piano di Tutela delle Acque è individuato dal D.lgs. 152/99 “Disposizioni

sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE

concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa

alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti

agricole”, come strumento prioritario per il raggiungimento e il mantenimento degli

obiettivi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei e degli

obiettivi di qualità per specifica destinazione, nonché della tutela qualitativa e quantitativa

del sistema idrico. Nella gerarchia della pianificazione regionale, quindi, il Piano di Tutela

delle Acque si colloca come uno strumento sovraordinato di carattere regionale le cui

disposizioni hanno carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni e gli enti

pubblici, nonché per i soggetti privati, ove trattasi di prescrizioni dichiarate di tale efficacia

dal piano stesso. In questo senso il Piano di Tutela delle Acque si presta a divenire uno

strumento organico di disposizioni che verrà recepito dagli altri strumenti di pianificazioni

territoriali e dagli altri comparti di governo.

Allo stato attuale il Piano di Tutela delle Acque è uno specifico piano di settore la cui

disciplina fa riferimento al Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, che ne definisce le

finalità. Esse riguardano (art. 73) la tutela qualitativa e quantitativa delle acque superficiali,

marine costiere e sotterranee attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi:

1Le stesse Autorità di Bacino di rilievo nazionale e interregionale, ai sensi dello stesso D.lgs.152/99, sentite le Province e le Autorità d’Ambito, definiscono gli obiettivi su scala di bacino, cui devono attenersi i piani di tutela delle acque, nonché le priorità degli interventi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 3

‚ prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati;

‚ conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle

destinate a particolari usi;

‚ perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle

potabili;

‚ mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità

di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate;

‚ mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità (…);

‚ impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli

ecosistemi acquatici, degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente

dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico.”

Alla realizzazione di dette finalità concorrono, per quanto previsto all’art. 75 dello stesso

Decreto, lo Stato (attraverso il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, fatte salve

le competenze in materia igienico-sanitaria spettanti al Ministro della salute), le regioni e gli

enti locali.

In particolare, per quanto richiamato dall’Art. 61 del citato Decreto, le Regioni ferme

restando le attività da queste svolte nell'ambito delle competenze del Servizio nazionale di

protezione civile, ove occorra d'intesa tra loro, esercitano le funzioni e i compiti ad esse

spettanti nel quadro delle competenze costituzionalmente determinate e nel rispetto delle

attribuzioni statali, ed in particolare: “c) provvedono alla elaborazione, adozione,

approvazione ed attuazione dei piani di tutela di cui all’art. 121”

In conformità con ciò, la regione Calabria dovrà adottare il Piano di Tutela delle Acque, con

Deliberazione della Giunta Regionale.

In seguito all’adozione, il Settore Tutela delle Acque dell’Assessorato regionale di

competenza dovrà promuovere un’ampia campagna di comunicazione dell'avvenuta

predisposizione del Piano (verosimilmente a rendersi disponibile sul sito della regione) e

organizzare una serie di incontri in tutte le province della Calabria per l’illustrazione tecnica

e il confronto sul Piano con tutti i soggetti interessati, istituzionali e non. Dette attività

dovranno essere poste in essere in conformità ad una opportuna deliberazione di Giunta

Regionale (con la adozione del Piano) al fine di garantire la partecipazione pubblica, ai sensi

dell’art.122 del D.Lgs. n.152/2006, ai fini della proposta definitiva del Piano, concedendo

un periodo di sei mesi dalla data di pubblicazione, del medesimo provvedimento, per la

presentazione delle osservazioni scritte.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 4

Nel predetto provvedimento deliberativo dovranno essere specificate le articolazioni ed i

provvedimenti per la revisione del Piano a seguito delle valutazioni dei dati di monitoraggio

dei corpi idrici e delle osservazioni derivanti dalle consultazioni di cui sopra, ai fini di

sottoporre il documento alle determinazioni del Consiglio Regionale per l’approvazione

definitiva che dovrebbe avvenire, così come disposto dall’art.121, comma 5, del D.Lgs.

n.152/2006, entro e non oltre il 31 dicembre 2008.

Ai sensi di quanto previsto dallo stesso Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Parte

Seconda, successivamente modificato con il D. Lgs. Del 16 gennaio 2008, n. 4, si rende,

inoltre, necessario sottoporre il Piano di Tutela a Valutazione Ambientale Strategica. Le

revisioni che il Settore Tutela delle Acque individuato della regione Calabria produrrà ai fini

dell’approvazione definitiva del Piano dovranno, quindi, includere anche quelle derivanti

dal processo di VAS, la cui finalità è quella di “garantire un elevato livello di protezione

dell'ambiente e contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto

dell'elaborazione, dell'adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che

siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile” (art. 4 D. lgs.

4/2008).

Il Piano si compone:

- della Relazione di sintesi;

- della Relazione generale;

- degli Allegati alla Relazione generale;

- degli Elaborati cartografici prodotti.

La relazione di sintesi contiene:

‚ la sintesi del quadro conoscitivo;

‚ le aree indicate al Titolo III, Capo I, D.lgs. 152/99 e s.m.i.;

‚ gli obiettivi;

‚ la sintesi dei programmi di misura da adottare per il raggiungimento degli obiettivi di

qualità ambientale;

‚ il programma di verifica dell’efficacia delle misure previste per il raggiungimento

degli obiettivi di qualità ambientale.

La Relazione generale contiene:

‚ il quadro conoscitivo;

‚ la progettazione del sistema di monitoraggio;

‚ i deflussi naturali disponibili;

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 5

‚ il bilancio idrico tra disponibilità ed utilizzazioni;

‚ le curve di durata dei deflussi superficiali;

‚ condizioni idrologiche di riferimento e DMV;

‚ gli acquiferi sotterranei;

‚ analisi dei risultati, classificazione e distribuzione spaziale dello stato di qualità dei

corpi idrici superficiali;

‚ la qualità delle acque superficiali;

‚ gli interventi per la tutela delle acque.

Gli allegati alla Relazione generale contengono:

‚ Caratteristiche idrologiche e morfologiche dei 32 bacini dei corpi idrici significativi

(All. 1)

‚ Caratterizzazione fisiografica ed idrologica dei 118 bacini superiori ai 10 km2 (All.

1.1)

‚ Caratterizzazione faunistica e floristica. Aree naturali protette (All. 2)

‚ Le schede “rete Natura 2000” e “IBA” della regione Calabria (All. 2.1)

‚ Elaborazioni statistiche – Fiume Crati, Fiume Savuto e Fiume Petrace (All. 3)

‚ Caratterizzazione idrologica e analisi dell’alterazione idrologica in alcuni corsi

d’acqua alla sezione di chiusura (All. 4)

‚ Stima del Deflusso Minimo Vitale alle sezioni di chiusura dei 32 bacini dei corpi idrici

significativi della Calabria (All. 5)

‚ Descrizione del Sistema Informativo (All. 6)

‚ Validazione del modello di bilancio idrologico (All. A)

‚ Simulazione dei deflussi naturali sui 32 bacini significativi (All. B)

‚ Valori medi e trends critici (All. C)

‚ Simulazione dei deflussi naturali per 118 bacini superiori ai 10 km2 (All. D)

‚ Analisi del bilancio idrico (All. E)

‚ Qualità delle acque superficiali. Stima delle pressioni e degli impatti da fonti puntuali

e diffuse (All. F)

‚ Stima del carico di nutrienti da attività agricole nelle acque di scorrimento superficiale

e nel percolato della regione Calabria (All. F1)

‚ Caratterizzazione idrogeologica (All. G)

‚ Bilancio idrogeologico (All. H)

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 6

‚ Classificazione acque sotterranee (All. I)

‚ Vulnerabilità intrinseca (All. L)

‚ Le aree di salvaguardia (All. M)

‚ Acque Marino-costiere (All.N)

Gli elaborati cartografici prodotti si articolano nelle seguenti tavole:

‚ Localizzazione delle stazioni per il prelievo e la classificazione delle acque marino

costiere

‚ Localizzazione delle stazioni per il rilevamento delle caratteristiche qualitative dei

laghi naturali e artificiali e per la classificazione dei corpi idrici a destinazione

funzionale – I° anno di monitoraggio

‚ Localizzazione delle stazioni per il rilevamento delle caratteristiche qualitative dei

laghi naturali e artificiali e per la classificazione dei corpi idrici a destinazione

funzionale – II° anno di monitoraggio

‚ Classificazione acque superficiali – Corsi d’acqua superficiali (SECA) e Laghi e

invasi artificiali (SEL) – I° anno

‚ Classificazione acque superficiali – Corsi d’acqua superficiali (SECA) e Laghi e

invasi artificiali (SEL) – II° anno

‚ Classificazione acque superficiali – Corsi d’acqua superficiali (SECA) e Laghi e

invasi artificiali (SEL) - biennio

‚ Classificazione acque superficiali – Acque marino costiere (TRIX) e acque di

transizione (stato ecologico)

‚ Classificazione acque superficiali a specifica destinazione funzionale – Acque

destinate alla produzione di acqua potabile (AP), Acque idonee alla vita dei pesci (VP)

e Acque idonee alla vita dei molluschi (VM) – I° anno

‚ Classificazione acque superficiali a specifica destinazione funzionale – Acque

destinate alla produzione di acqua potabile (AP), Acque idonee alla vita dei pesci (VP)

e Acque idonee alla vita dei molluschi (VM) –II° anno

‚ Punti di prelievo

‚ Rete di monitoraggio delle acque sotterranee

‚ Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Sibari

‚ Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico del Fiume Lao

‚ Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Crotone

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 7

‚ Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Gioia Tauro

‚ Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Lamezia

Terme

‚ Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Reggio

Calabria

‚ Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico

‚ Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Sibari

‚ Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico del Fiume

Lao

‚ Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Crotone

‚ Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Gioia

Tauro

‚ Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Lamezia

Terme

‚ Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Reggio

Calabria

‚ Vulnerabilita’

‚ Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Sibari

‚ Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico del Fiume Lao

‚ Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Crotone

‚ Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Gioia Tauro

‚ Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Lamezia Terme

‚ Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Reggio Calabria

‚ Vulnerabilità da nitrati per i cinque bacini idrogeologici significativi

‚ Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Sibari

‚ Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico del Fiume Lao

‚ Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Crotone

‚ Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Gioia Tauro

‚ Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Lamezia Terme

‚ Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Reggio Calabria

‚ Fonti di approvvigionamento per i cinque bacini idrogeologici significativi

‚ Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Sibari

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 8

‚ Aree di rispetto – Bacino idrogeologico del Fiume Lao

‚ Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Reggio Calabria

‚ Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Gioia Tauro

‚ Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Lamezia Terme

‚ Sistema delle Aree Naturali Protette - Rete Natura 2000

‚ Aree irrigue ed opere di presa

‚ Carichi civili

‚ Aree di ricarica degli acquiferi

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 9

0.1 IL QUADRO CONOSCITIVO

0.1.1 I corpi idrici significativi

Sulla base degli artt. 3, 4 e 5 del D.lgs.152/99 e s.m.i. e per le finalità di cui al medesimo

decreto sono stati individuati come corpi idrici significativi sia i corpi idrici superficiali che

sotterranei.

I corpi idrici sono distinti in 5 categorie:

- corsi d’acqua;

- laghi naturali e artificiali;

- acque di transizione;

- acque marino – costiere;

- acque sotterranee.

Corsi d’acqua

Il D.Lgs. 152/99 dispone che le Regioni individuino, sulla base delle indicazioni contenute

nell’allegato 1 del Decreto stesso, i corpi idrici significativi, che devono conseguentemente

essere monitorati e classificati al fine del raggiungimento degli obiettivi di qualità

ambientale (attività oggetto del presente progetto di rilevamento).

In particolare, devono essere considerati significativi tutti i corsi d’acqua naturali di primo

ordine (cioè quelli recapitanti direttamente in mare) il cui bacino imbrifero abbia una

superficie maggiore di 200 km2

, nonché tutti i corsi d’acqua di secondo ordine o superiore

il cui bacino imbrifero abbia una superficie maggiore di 400 km2

.

“Devono inoltre essere censiti, monitorati e classificati anche tutti quei corpi idrici che, per

valori naturalistici e/o paesaggistici o per particolari utilizzazioni in atto, hanno rilevante

interesse ambientale”.

“Infine devono essere monitorati e classificati anche tutti quei corpi idrici che, per il carico

inquinante da essi convogliato, possono avere un’influenza negativa rilevante sui corpi

idrici significativi” .

Su tali basi, sono stati individuati i seguenti 32 bacini significativi (ed altri 3 minori, oggetto

di rilevamento qualitativo nel II° anno di monitoraggio):

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 10

Numero Codice

Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi

CORSI D’ACQUA I° ORDINE Denominazione BACINO

Area [km2]

Perimetro [km]

Densità di drenaggio [km/km2]

1 R18012 Fiume Crati 2447.8 319.6 3.47

2 R18047 Fiume Neto 1073.3 219.3 4.15

3 R18096 Fiume Mesima 815.3 152.0 3.20

4 I016 Fiume Lao 595.9 144.7 2.91

5 R18069 Fiume Amato 443.8 131.7 3.06

6 R18060 Fiume Tacina 426.9 129.5 4.87

7 R18118 Fiume Petrace 422.3 107.2 2.51

8 R18057 Fiume Savuto 411.5 126.4 2.84

9 R18066 Fiume Corace 294.4 113.3 4.32

10 R18030 Torrente Trionto 288.8 128.9 4.80

Tabella 1

Numero Codice

Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi

CORSI D’ACQUA II° ORDINE Denominazione BACINO

Area [km2]

Perimetro [km]

Densità di drenaggio [km/km2]

11 R18012 Fiume Esaro 542.9 132.9 3.34

12 R18016 Fiume Coscile 405.5 99.1 2.55

Tabella 2

Numero Codice

Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi

CORSI D’ACQUA AD ALTO VALORE PAESAGGISTICO

Denominazione BACINO

Area [km2]

Perimetro [km]

Densità di drenaggio[km/km2]

13 R18009 Torrente Raganello 164.6 82.3 3.06

14 R18133 Fiumara Amendolea 150.4 69.6 5.50

15 R18068 Fiume Crocchio 129.7 83.4 5.00

16 R18134 Fiumara La Verde 117.0 71.6 5.12

17 I016 Torrente Argentino 65.9 42.9 3.47

Tabella 3

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 11

Numero Codice

Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi

CORSI D’ACQUA AD ALTO CARICO INQUINANTE Denominazione BACINO

Area [km2]

Perimetro [km]

Densità di drenaggio [km/km2]

18 R18096 Fiume Marepotamo 234.1 75.6 3.79

19 R18096 Fiume Metramo 234.1 81.1 3.41

20 R18089 Fiume Angitola 190.1 73.6 2.94

21 R18042 Fiume Nicà 175.0 77.5 5.36

22 R18097 Fiume Ancinale 173.4 83.6 4.19

23 R18131 Fiumara Bonamico 136.4 62.6 5.08

24 R18110 Fiumara Allaro 130.1 76.8 4.87

25 R18071 Fiume Esaro di Crotone 110.8 50.6 2.17

26 R18115 Fiumara Budello 84.2 53.5 0.43

27 R18132 Fiumara di Gallico 59.6 49.7 3.45

28 R18085 Torrente Turrina 57.7 40.5 2.07

29 R18121 Fiumara Novito 55.9 45.4 4.52

30 R18136 Fiumara Calopinace 53.5 44.5 4.73

31 R18099 Fiumara della Ruffa 43.5 36.5 2.51

32 R18036 Torrente Fiumarella 34.3 43.7 3.44

Tabella 4

Numero Codice

BACINO Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi

CORSI D’ACQUA MINORI Denominazione BACINO

Area [km2]

Perimetro [km]

33 R18017 Fiume Abatemarco 64,78 49,46

34 R18038 Fiume Aron 37,48 28,85

35 R18050 Fiume Deuda 12,32 20,74

Tabella 5

In ottemperanza alle specifiche finalità del Piano di Tutela delle Acque della regione

Calabria è stata predisposta una fase di censimento dei corsi d’acqua, aventi un bacino

idrografico con estensione superiore a 10 km2, dei laghi naturali ed artificiali, delle acque

marine costiere e delle acque di transizione del territorio della regione Calabria. Sempre in

ottemperanza a quanto stabilito dall’allegato 3 del D.Lgs 152/99 e s.m.i., per ogni corpo

idrico superficiale sono state analizzate le caratteristiche fisiografiche ed idrologiche, e le

relative elaborazioni sono contenute negli Allegati 1 e 1.1 alla Relazione generale.

I corsi superficiali con bacino idrografico superiore a 10 km2 sono di seguito elencati:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 12

Numero Codice Identificazione dei corpi idrici superficiali con bacino

idrografico superiore a 10 km2 compresi i bacini significativi individuati ai sensi del D.lgs. 152/99

Area [km2]

1 R18005 Canale Cardona 21.02

2 R18003 Canale Rendeti 17.24

3 R18007 Fiumara Saraceno 88.06

4 I Fiume Sinni

5 R18012 Fiume Crati 2447.8

5.a R18012 Fiume Busento -

5.b R18012 Fiume Mucone -

5.c R18012 Fiume Follone -

5.d R18012 Fiume Gronde -

5.e R18012 Fiume Esaro -

5.f R18012 Fiume Cosciale -

6 R18008 Torrente Avena 32.68

7 R18014 Torrente Caldana 56.69

8 R18002 Torrente Canna 53.05

9 R18004 Torrente Ferro 119.9

10 R18010 Torrente Magliaro 13.76

12 R18021 Torrente San Mauro 72.27

13 R18001 Torrente San Nicola 36.97

14 R18011 Torrente Satanasso 43.75

15 R18006 Torrente Straface 40.08

16 R18009 Torrente Raganello 164.56

17 R18023 Torrente Malfrancato 57.35

18 R18025 Torrente Coriglianeto 62.76

19 R18027 Torrente Gennarito 10.53

20 R18029 Torrente Grammisato 21.06

21 R18028 Torrente Cino 48.52

22 R18034 Torrente Citrea 11.41

23 R18033 Torrente Colognati 65.90

24 R18032 Torrente Cokerie 86.24

25 R18035 Fosso Nubrica 12.38

26 R18030 Torrente Trionto 288.82

26.a R18030 Fiume Laurenzana -

27 R18036 Torrente Fiumarella 31.92

28 R18039 Torrente Acquaniti 45.68

29 R18040 Torrente Arso 28.96

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 13

30 R18042 Fiume Nicà 175.05

31 R18045 Torrente Votagrande 32.40

32 R18046 Torrente San Nicola 10.83

33 R18048 Canale Olivatella 11.02

34 R18049 Torrente Lipuda 159.82

35 R18052 Torrente Trinchicello 10.06

36 R18053 Torrente Surbolo 17.69

37 R18047 Fiume Neto 1073.29

37.a R18047 Fiume Arvo -

37.b R18047 Fiume Lese -

37.c R18047 Fiume Vitravo -

38 R18058 Torrente Talesi 18.54

39 R18062 Torrente Fallao 22.14

40 R18063 Torrente Ponticelli 18.20

41 R18065 Fosso del Passovecchio 79.12

42 R18071 Fiume Esaro di Crotone 110.82

43 R18080 Canale Fossa dell’Acqua 23.94

44 R18078 Vallone Vorga 63.90

45 R18074 Vallone del Dragone 31.77

46 R18073 Vallone Pozzo Fieto 21.63

47 R18060 Fiume Tacina 426.95

48 R18068 Fiume Crocchio 129.69

49 R18076 Torrente Frasso 23.68

50 R18079 Torrente Scilotraco 16.31

51 R18072 Torrente Uria 72.90

52 R18067 Fiume Simeri 129.61

53 R18083 Torrente Fegado 14.67

54 R18064 Fiume Alli 128.35

55 R18084 Torrente Castaci 20.31

56 R18082 Torrente Fiumarella 34.27

57 R18066 Fiume Corace 294.41

58 R18088 Torrente Alessi 99.03

59 R18091 Vallone Fiumarella 18.12

60 R18090 Torrente Soverato o Beltrame 84.37

61 R18097 Fiume Ancinale 173.35

62 R18100 Fiumara Alaca 41.11

63 R18101 Torrente Salubro 19.12

64 R18102 Torrente Gallipari 29.68

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 14

65 R18104 Torrente Vodà 16.38

66 R18107 Torrente Ponzo 11.45

67 R18111 Torrente Munita 14.42

68 R18108 Fiumarella di Guardavalle 28.58

69 R18105 Fiumara Assi 66.40

70 R18109 Fiumara Stilaro 95.17

71 R18116 Vallone Favaco 10.38

72 R18113 Fiumara Precarito 55.71

73 R18110 Fiumara Allaro 130.12

74 R18117 Fiumara Amusa 39.40

75 R18120 Fiumara Barruca 22.89

76 R18119 Fiumara Romanò 22.89

77 R18114 Fiume Torbido 160.52

78 R18122 Torrente Lordo 13.13

79 R18121 Fiumara Novito 55.86

80 R18123 Fiume Gerace 38.98

81 R18124 Fiumara Portigliola 35.02

82 R18126 Torrente Condoianni 66.53

83 R18130 Torrente Pintammati 14.17

84 R18138 Fiumara Careri 92.08

85 R18131 Fiumara Bonamico 136.42

86 R18139 Torrente Sant’Antonio 10.05

87 R18134 Fiumara La Verde 116.97

88 R18142 Fiumara di Bruzzano 52.62

89 R18148 Fiumarella Sena 11.11

90 R18147 Fiumara di Spartivento 16.39

91 R18151 Fiumara di Spropoli 11.69

92 R18143 Fiumara di Palizzi 36.46

93 R18144 Fiumara di San Pasquale 25.88

94 R18150 Torrente Sideroni 10.77

95 R18133 Fiumara Amendolea 150.38

96 R18149 Torrente Acrifa 17.32

97 R18138 Fiumara di Melito 80.01

98 R18145 Fiumara di Sant’Elia 28.95

99 R18146 Torrente Oliveto 13.64

100 R18141 Fiumara Valanidi 29.07

101 R18140 Fiumara D’Armo 15.05

102 R18137 Fiumara Sant’Agata 52.33

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 15

103 R18136 Fiumara Calopinace 53.46

104 R18135 Fiumara dell’Annunziata 22.52

105 R18132 Fiumara di Gallico 59.63

106 R18129 Fiumara di Catona 68.48

107 R18127 Fiumara di Favazzina 20.46

108 R18125 Fiumara Sfalassà 24.03

109 R18118 Fiume Petrace 422.29

109.a R18118 Torrente Marro -

109.b R18118 Torrente Duverso -

110 R18115 Fiumara Budello 84.24

111 R18106 Fosso San Giovanni 18.56

112 R18103 Fosso Britto 10.99

113 R18096 Fiume Mesima 815.26

113.a R18096 Fiume Marepotamo -

113.b R18096 Fiume Metramo -

113.c R18096 Torrente Sciarapotamo -

113.d R18096 Torrente Vacale -

114 R18099 Fiumara della Ruffa 43.51

115 R18098 Torrente della Grazia 11.62

116 R18094 Fiumara Potame 10.92

117 R18092 Fiumara Murria 28.18

118 R18093 Fiumara Spadara 21.86

119 R18095 Fiumara Trainiti 25.97

120 R18089 Fiume Angitola 190.09

121 R18085 Torrente Turrina 57.72

122 R18069 Fiume Amato 443.83

122.a R18069 Fiume Sant’Ippolito -

123 R18075 Torrente Bagni 74.64

124 R18081 Torrente Spilinga 11.58

125 R18077 Torrente Castiglione 11.59

126 R18057 Fiume Savuto 411.55

127 R18070 Fiume Torbido 18.14

128 R18061 Fiume Oliva 59.35

129 R18056 Torrente Licetto 47.07

130 R18059 Torrente Verri 15.22

131 R18055 Torrente Bardano 10.35

132 R18054 Fosso di Mare 25.28

133 R18051 Torrente Scioviano 19.55

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 16

134 R18050 Torrente Deuda 12.32

135 R18044 Torrente Maddalena 12.02

136 R18043 Fiumara La Serra 13.68

137 R18041 Fiumara dei Bagni 24.19

138 R18038 Fiume Aron 37.48

139 R18037 Torrente Triolo 16.92

140 R18031 Torrente Sangineto 28.64

141 R18026 Torrente Soleo 15.91

142 R18020 Torrente Corvino 35.61

143 R18019 Torrente Vaccuta 32.14

144 R18017 Fiume Abatemarco 64.78

145 I016 Fiume Lao 595.93

146 R18013 Torrente Fiuzzi 11.48

147 R18087 Collettore Imbutillo 14.85

148 R18086 Torrente S. Eufrasio 22.32

Tabella 6

Laghi e invasi ar tificiali

La configurazione morfostrutturale regionale, articolata su un sistema geologico fortemente

complicato dalle differenti evoluzioni tettoniche, non risulta di fatto caratterizzata da una

adeguata presenza di laghi naturali. Sotto un punto di vista meramente fisico-geografico,

l’unico lago naturale (peraltro formatosi per evenienze morfostrutturali recenti connesse ad

eventi gravitativi) è il lago Costantino, con una superficie dello specchio liquido pari a circa

0,08 km2

.

Di contro, il medesimo sistema geomorfologico ha favorito, a fronte di una spiccata

idroesigenza, la realizzazione di una marcata quantità di invasi artificiali, di cui si fornisce

di seguito l’elenco unitamente ai dati di prima caratterizzazione fisico-idraulica.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 17

Numero

Codice

Identificazione dei corpi idrici superficiali

significativi LAGHI ED INVASI

ARTIFICIALI Denominazione

Utilizzazione

Superficie specchio liquido (Km2)

Per imetro (Km)

Capacità massima (Mm3)

1 IR1801203 Cecita Idroelettrica 5,37 46,9 108,0 2 IR1804703 Arvo Idroelettrica 5,52 22,4 83,0 3 IR1804704 Ampollino Idroelettrica 4,92 26,7 67,0 4 IR1801201 Farneto del Pr incipe Irrigua 5,49 15,4 46,3 5 IR1806401 Passante Idroelettrica 0,89 9,8 38,0

6 IR1809601 Metramo Irrigua –

Potabile – Industriale

1,68 13,7 26,6

7 IR1808901 Angitola Irrigua 1,74 10,8 21,0

8 IR1801202 Tarsia Irrigua –

Industriale 1,97 11,2 16,0

9 IR1807101 Vasca S. Anna Irrigua 0,94 3,6 16,0 10 IR1812201 Lordo Irrigua 1,17 9,4 8,0 11 IR1804702 Vottur ino Irrigua 0,23 3,2 3,0 12 IR1804701 Ar iamacina Idroelettrica 0,48 4,9 2,0 13 IR1805701 Savuto Idroelettrica 0,14 2,3 1,0 14 IR1806001 Migliar ite Idroelettrica 0,12 1,8 0,4 15 IR1804705 Orichella Idroelettrica 0,02 0,9 0,2

Tabella 7

Ai fini della ottemperanza alle normative alla base del presente progetto, sono stati

considerati significativi i laghi artificiali il cui bacino di alimentazione sia interessato da

attività antropiche che ne possano compromettere la qualità e aventi superficie dello

specchio liquido almeno pari a 1 km2 o con volume d’invaso almeno pari a 5 milioni di m3.

Tale superficie è riferita al periodo di massimo invaso.

Acque di transizione

Il D. Lgs. 152/99 identifica come significative, tra le acque di transizione, le acque delle

lagune, dei laghi salmastri e degli stagni costieri. Le uniche zone umide costiere presenti in

Calabria, intese come acque di transizione, sono le zone umide di Gizzeria Lido e il Pantano

di Saline Joniche.

Numero Codice Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi

ACQUE DI TRANSIZIONE Denominazione

1 T1801 Stagni di Gizzeria

2 T1802 Pantano di Saline Joniche

Tabella 8

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 18

Acque marino costiere

Sono state considerate significative le acque marino costiere dell’intero perimetro costiero

regionale, comprese entro i 3000 m dalla costa e comunque entro la batimetrica dei 50 m.

L’intero tratto costiero è stato suddiviso in 15 segmenti a carattere omogeneo (dettagliati

nella tabella che segue) al fine di pervenire ad una caratterizzazione e classificazione

dell’ambiente marino costiero in base a precise identità territoriali omogenee.

Numero SWB2 Codice

Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi ACQUE MARINO COSTIERE

Denominazione L (Km)

1 M1801 Fiume Sinni – Roseto Capo Spulico 23

2 M1802 Roseto Capo Spulico – Capo Trionto 71 3 M1803 Capo Trionto – Punta Alice 50 4 M1804 Punta Alice – Capo Rizzuto 87

5 M1805 Capo Rizzuto – Staletti 71

6 M1806 Staletti – Punta Stilo 35

7 M1807 Punta Stilo – Siderno 30

8 M1808 Siderno – Capo Spartivento 48

9 M1809 Capo Spartivento – Capo dell’Armi 42

10 M1810 Capo dell’Armi – Punta Pezzo 37

11 M1811 Punta Pezzo – Capo Vaticano 80

12 M1812 Capo Vaticano – Capo Suvero 82

13 M1813 Capo Suvero – Belmonte Calabro 29

14 M1814 Belmonte Calabro– Capo Bonifati 50

15 M1815 Capo Bonifati – Tortora 43

Tabella 9

Acque sotterranee

Secondo quanto previsto dal D.lgs. 152/99, sono significativi gli accumuli d’acqua contenuti

nel sottosuolo e permeanti la matrice rocciosa, posti al di sotto del livello di saturazione

permanente. Fra esse ricadono le falde freatiche e quelle profonde (in pressione o no)

contenute in formazioni permeabili e, in via subordinata, i corpi d’acqua intrappolati entro

formazioni permeabili con bassa o nulla velocità di flusso. Le manifestazioni sorgentizie,

concentrate o diffuse (anche subacquee) si considerano appartenenti a tale gruppo di acque

in quanto, affioramenti della circolazione idrica sotterranea.

In base ai principali criteri geolitologici, strutturali e morfologici della regione e delle

problematiche connesse all’uso delle risorse stesse, sono state individuate, ai fini della

definizione del sistema di rilevamento delle risorse idriche sotterranee, cinque aree di

interesse prioritario, coincidenti con altrettanti complessi idrogeologici, ossia:

1. Bacino Idrogeologico di Sibari

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 19

2. Bacino Idrogeologico del fiume Lao

3. Bacino Idrogeologico di Lamezia Terme

4. Bacino Idrogeologico di Gioia Tauro

5. Bacino Idrogeologico di Reggio Calabria

Nel secondo anno di monitoraggio, a seguito della rimodulazione della rete di rilevamento

quali – quantitativo delle acque sotterranee, sono stati individuati quattro nuovi punti acqua

appartenenti agli acquiferi sottesi dai bacini idrografici dei fiumi Corace, Crocchio, Alli e

Tacina (che per facilità di discussione ed inquadramento sono stati definiti “Bacino

Idrogeologico di Crotone”).

In dette aree sono presenti acquiferi costituiti da complessi detritici sabbioso-conglomeratici

plio-pleistocenici e da depositi alluvionali di fondo valle dei principali corsi d’acqua e delle

piane costiere.

Identificazione e caratter izzazione iniziale delle acque sotterranee

1

Acquifero detritico-alluvionale terrazzato-fluviolacustre e fluvioglaciale (Pleistocene), detritico-depositi alluvionali e

fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene), sabbioso e conglomeratico della piana di Sibar i

2 Acquifero detritico-depositi alluvionali e fluviolacustri-spiagge attuali

(Olocene) e sabbioso e conglomeratico della piana del Lao

3

Acquifero depositi eolici (Olocene-Pleistocenici pro-parte), detritico-alluvionale terrazzato-fluviolacustre e fluvioglaciale (Pleistocene),

detritico-depositi alluvionali e fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene), sabbioso e conglomeratico (Pleistocene e Pliocene) della piana di

Sant’Eufemia

4

Acquifero arenaceo e conglomeratico- talora torbiditico (Miocene medio-inferiore), depositi eolici (Olocene-Pleistocenici pro-parte),

detritico-alluvionale terrazzato-fluviolacustre e fluvioglaciale (Pleistocene), detritico-depositi alluvionali e fluviolacustri-spiagge

attuali (Olocene) e sabbioso e conglomeratico (Pleistocene e Pliocene) della piana di Gioia Tauro

5

Acquifero arenaceo e conglomeratico- talora torbiditico (Miocene medio-inferiore), arenaceo ed argilloso (subordinati calcari ed evaporati) (Miocene superiore), detritico-depositi alluvionali e

fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene) e sabbioso e conglomeratico (Pleistocene e Pliocene) della piana di Reggio Calabria

Tabella 10

Ed infine, i quattro nuovi punti acqua appartengono ad un Acquifero detritico-alluvionale

terrazzato-fluviolacustre e fluvioglaciale (Pleistocene), detritico-depositi alluvionali e

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 20

fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene) e sabbioso e conglomeratico (Pleistocene e

Pliocene) della piana di Crotone.

0.1.2 Sintesi delle pressioni e degli impatti significativi esercitati dall’attività antropica

sullo stato delle acque

Allo scopo di individuare le pressioni che impattano sui corpi idrici significativi, sia

superficiali che sotterranei individuati, sono stati analizzate, per ciascuno dei bacini

idrografici significativi ricadenti nel territorio, le seguenti:

Sorgenti puntuali di inquinamento

a) Impianti di trattamento dei reflui

b) Siti di Interesse Nazionale

Sorgenti diffuse di inquinamento

a) carichi di origine civile come deficit di trattamento

b) carichi di origine agricola

c) carichi di origine zootecnica

d) carichi provenienti da acque meteoriche dilavanti su aree urbane

e) carichi di origine industriale, proveniente da agglomerati e nuclei industriali

f) carichi potenziali derivanti dalle attività produttive idroesigenti che si

sviluppano sul territorio regionale calabrese

Nella regione Calabria i maggiori carichi inquinanti afferenti ai corpi idrici superficiali e

sotterranei possono ritenersi attribuibili prevalentemente: agli scarichi domestici solo in

parte trattati in impianti di depurazione, alla fertilizzazione dei suoli operata in agricoltura,

ai residui dell’attività zootecnica ed alle acque di prima pioggia dilavanti le aree urbanizzate

il cui carico inquinante spesso è piuttosto rilevante.

Tali contributi sono stati stimati sulla base delle informazioni disponibili sull’uso del suolo

del territorio calabrese, le pratiche agronomiche adottate, la distribuzione sui diversi comuni

delle popolazioni residenti e fluttuanti, delle attività zootecniche e degli impianti di

depurazione, e alla piovosità media caratteristica dei bacini esaminati. La definizione

dell’impatto proveniente da fonte diffusa prende in considerazione tutte le attività di natura

antropica e naturale, che per tipologia e provenienza non sono circoscrivibili. Tra le fonti di

inquinamento diffuso vengono presi in considerazione i carichi generati prodotti da fonti

agricole e zootecniche e industriali. Limitate sono risultate le alterazioni attribuibili agli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 21

apporti inquinanti di origine agricola e zootecnica che sembrano avere effetti significativi

sui soli invasi artificiali.

0.1.2.1 Acque superficiali – Sorgenti puntuali di inquinamento

Impianti di trattamento reflui

I carichi di origine civile afferenti ai corpi idrici calabresi sono stati stimati come somma dei

carichi effluenti dagli impianti di depurazione, e di quelli non serviti da impianto di

depurazione.

Per tale calcolo, per gli impianti di depurazione a servizio di agglomerati maggiori di 15000

A.E. si è fatto riferimento a dati aggiornati al 31/12/2004, risultato di un censimento relativo

a 45 impianti censiti. Di 44 sono state fornite le coordinate geografiche, di 43 la

potenzialità, di 32 la portata effluente, di 43 la concentrazione del carico organico in

ingresso e di 36 di quello in uscita.

In base a tali dati, per gli impianti dei quali erano disponibili la portata Q e la

concentrazione del carico organico in uscita, è stato possibile calcolare direttamente il carico

organico afferente ai corpi idrici mediante la seguente relazione:

OUTBOD BODQC ,5*5?

Per il calcolo dei carichi di azoto e fosforo, non avendo a disposizione le loro

concentrazioni, è stato necessario stimarne i valori sulla base dei carichi di BOD5 in

ingresso agli impianti, calcolati come prodotto tra la portata e la concentrazione in ingresso,

ipotizzando per l’azoto che il rapporto tra BOD5 ed N sia pari a 5 e che il suo abbattimento

nell’impianto sia pari al 35% (L.Bonomo, R.Salvetti), e per il fosforo ipotizzando che il

rapporto tra BOD5 e P sia pari a 33,3 e che il suo abbattimento sia pari al 25% (L.Bonomo,

R.Salvetti).

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 22

Agglomerato Impianto Comuni Serviti Tipo di

Trattamento

Car ico nominale (a.e.)

Potenzialità (a.e.)

Portata annuale

(m3/anno)

Tipo corpo idr ico

recettore

Nome corpo idr ico

recettore

BOD5 in

entrata [t/y]

Azoto in entrata

[t/y]

Fosforo in

entrata [t/y]

BOD5 in

uscita [t/y]

Azoto in

uscita [t/y]

Fosforo in uscita

[t/y]

Belvedere Marittimo Praie Belvedere Marittimo preliminare + primario

+ secondario + avanzato

26126 60000 965.060 acque dolci - costiere

torrante soleo 296,6 59,3 8,9 21,9 38,6 6,7

Cariati (Nicà) Cariati (loc.

Nicà) Cariati

preliminare+primario+secondario

25989 30000 723.065 acque dolci Fiume Nicà 153,8 30,8 4,6 14,4 20,0 3,5

Cassano allo Ionio (Spadelle)

Cassano (Spadelle)

Cassano allo Ionio preliminare + primario

+ secondario 16548 15000 1.000.000 acque dolci fosso comunale 169,5 33,9 5,1 17,0 22,0 3,8

Castrovillari Castrovillari (San Rocco)

Castrovillari preliminare + primario

+ secondario 30896 28800 2.400.000 acque dolcifiume fiumicello 384,0 76,8 11,5 38,4 49,9 8,6

Cetraro (loc. Sottocastello)

Cetraro (loc. Sottocastello)

Cetraro preliminare+

primario+secondario17000 15000 781.200 acque dolci Fiume Aron 199,1 39,8 6,0 29,9 25,9 4,5

Diamante - Buonvicino (Sorbo)

Diamante (loc. Sorbo)

Diamante- Buonvicino preliminare + primario

+ secondario 20000 22000 1.737.371

acque costiere

Tratto Capo Bonifati - Tortora

486,9 97,4 14,6 37,7 63,3 11,0

Diamante - Grisolia - Maierà - Buonvicino

(Vaccuta)

Diamante (loc. Cirella - Vaccuta)

Diamante - Grisolia - Maierà-Buonvicino

preliminare+primario+secondario+terziario

50000 40000 803.029 acque dolciTorrente Vaccuta 258,3 51,7 7,8 15,3 33,6 5,8

Fuscaldo Fuscaldo (loc. Maddalena)

Fuscaldo preliminare+primario

+secondario 21144 32000 1.170.000

acque costiere

Tratto Belmonte Calabro - Capo

Bonifati 294,6 58,9 8,8 29,5 38,3 6,6

Paola Paola (loc. Pantani)

Paola preliminare+primario+secondario+terziario

37829 50000 2.500.000 acque

costiere

Tratto Belmonte Calabro - Capo

Bonifati 450,0 90,0 13,5 45,0 58,5 10,1

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 23

Praia a Mare Praia a Mare

(loc. Lungomare)Praia a Mare

preliminare+primario+secondario+terziario

31000 46000 1.400.000 acque

costiere

Tratto Capo Bonifati - Tortora

65,4 13,1 2,0 6,5 8,5 1,5

Rende - Cosenza Rende (loc. Coda

di Volpe)

Cosenza, Rende, Castrolibero, Marano Marchesato, Marano

Principato, Castiglione Cosentino, San Pietro in

Guarano, Lappano, Rovito, Zumpano, Casole Bruzio, Trenta, Spezzano Piccolo, Montalto Uffugo,

San Fili, Rose, Carolei, Dipignano, Mendicino

preliminare + primario + secondario

231633 250000 30.615.956 acque dolci Fiume Crati 4016,3 803,3 120,5 404,4 522,1 90,4

Roseto Capo Spulico Roseto Capo Spulico (loc.

Piano d'Orlando)Roseto Capo Spulico

preliminare+primario+secondario

17473 20000 1.275.529 acque dolci Torrente Ferro 237,1 47,4 7,1 23,7 30,8 5,3

Rossano Rossano (loc.

S.Angelo) Rossano

preliminare+primario+secondario

60000 40000 4.380.000 109,5 21,9 3,3 109,5 14,2 2,5

Corigliano Calabro Corigliano

Calabro (loc. Boscarello)

Corigliano Calabro 60000 4.380.000 796,4 159,3 23,9 204,7 103,5 17,9

Santa Maria del Cedro

Santa Maria del Cedro (loc. Frecciaro)

Santa Maria del Cedro-Grisolia

preliminare+primario+secondario

39598 90000 1.650.000 acque

costiere

Tratto Capo Bonifati - Tortora

368,1 73,6 11,0 16,1 47,9 8,3

Scalea Scalea (loc. Lintiscita)

Scalea preliminare+primario

+secondario 89756 115000 2.700.000

acque costiere

Tratto Capo Bonifati - Tortora

2144,4 428,9 64,3 81,5 278,8 48,2

Tortora Tortora (loc. Falconara)

Tortora preliminare+primario

+secondario 26130 15000 565.680

acque costiere

Tratto Capo Bonifati - Tortora

132,3 26,5 4,0 17,2 17,2 3,0

Trebisacce Trebisacce (c.da

Malomo) Trebisacce

preliminare+primario+secondario

18119 30000 985.500 acque dolciTorrente Pagliaro 24,6 4,9 0,7 24,6 3,2 0,6

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 24

Villapiana Villapiana (loc.

Orto della Signora)

Villapiana preliminare+primario

+secondario 20268 30000 1.479.564 acque dolci

Torrente Saraceno 291,5 58,3 8,7 29,1 37,9 6,6

Catanzaro Catanzaro (loc.

Verghello) Catanzaro

preliminare+primario+secondario

148292 90000 8.935.200 acque dolci Fiume Corace 1857,0 371,4 55,7 135,2 241,4 41,8

Isca sullo Jonio, Badolato,

Sant'Andrea Apostolo dello Jonio

Isca (loc. Marina di Isca)

Isca sullo Jonio, Badolato, Sant'Andrea Apostolo

dello Jonio

preliminare+primario+secondario+terziario

20773 20000 1.516.429 acque dolciTorrente Gallipari 361,1 72,2 10,8 42,7 46,9 8,1

Lamezia Terme + Falerna Marina,

Gizzeria, Curinga

Lamezia Terme -Ex SIR

Lamezia Terme - Ex SIRpreliminare+secondari

o+avanzato 110600 110000 6.290.000 acque dolci

Collettore Ferroni 1488,4 297,7 44,7 135,7 193,5 33,5

Montepaone, Gasperina, Montauro,

Petrizzi e Stalettì (parte)

Soverato (loc. Fiumarata)

Soverato (loc. Fiumarata)preliminare+primario

+secondario 27906 20000 700.000 acque dolci

Torrente Soverato o Beltrame

155,6 31,1 4,7 16,3 20,2 3,5

Amantea, Belmonte, Nocera Terinese e

Falerna (centro abitato)

Nocera Terinese (loc. Marina De

Luca)

Nocera Terinese (loc. Marina De Luca)

preliminare+primario+secondario+terziario

0 84000 6.132.000 acque dolciTorrente Grande 1207,8 241,6 36,2 123,7 157,0 27,2

Sellia Marina 1 Sellia Marina

(loc. Uria) Sellia Marina (loc. Uria)

preliminare+secondario+avanzato

19886 25000 242.000 acque dolci Torrente Uria 53,7 10,7 1,6 5,2 7,0 1,2

Soverato, Satriano, Davoli, San Sostene

Soverato (loc. Soverato Marina)

Soverato (loc. Soverato Marina)

preliminare+primario+secondario+terziario

45163 40000 3.296.899 acque dolci Fiume Ancinale 802,9 160,6 24,1 80,2 104,4 18,1

Cirò Marina Cirò Marina

(contrada Saverona)

Cirò Marina (contrada Saverona)

preliminare + primario + secondario +

avanzato 32000 30000 2.332.759

acque costiere

Tratto Punta Alice - Capo

Rizzuto 620,5 124,1 18,6 65,9 80,7 14,0

Crotone Crotone

(Comunale - loc. Ponte)

Crotone (Comunale - loc. Ponte)

preliminare + primario + secondario

69777 60000 6.480.000 acque dolciTorrente

Papaniciaro 1466,5 293,3 44,0 260,3 190,6 33,0

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 25

Cutro e parte (Praialonga) di Isola

Capo Rizzuto

Cutro (S. Leonardo)

Cutro (S. Leonardo) preliminare + primario

+ secondario + avanzato

37152 30000 748.530 acque dolciFosso del Dragone 188,4 37,7 5,7 22,8 24,5 4,2

Isola di Capo Rizzuto (Le Castella)

Isola di Capo Rizzuto (Le

Castella)

Isola di Capo Rizzuto (Le Castella)

preliminare + primario + secondario +

avanzato 26157 35000 560.000

acque costiere

Tratto Capo Rizzuto - Stalettì 144,5 28,9 4,3 8,1 18,8 3,3

Isola di Capo Rizzuto (Capo Rizzuto)

Isola di Capo Rizzuto (Capo

Rizzuto)

Isola di Capo Rizzuto (Capo Rizzuto)

preliminare + primario + secondario +

avanzato 22097 30000 1.613.081 acque dolci Fosso Seleno 183,7 36,7 5,5 35,5 23,9 4,1

Strongoli Strongoli (loc.

Scannaporcello)Strongoli (loc.

Scannaporcello)

preliminare + primario + secondario +

avanzato 16400 33000 1.197.200 acque dolci

Fosso Gabella Grande 54,6 10,9 1,6 6,0 7,1 1,2

Tropea, Parghelia, Zaccanopoli

(loc. Le Grazie)

Parghelia (Le Grazie)

Parghelia (Le Grazie) preliminare+primario

+secondario 21000 40000 1.455.000

acque costiere

tratto Capo Vaticano Capo

Suvero 206,9 41,4 6,2 13,6 26,9 4,7

Vibo Marina, Briatico (parte) (Loc. Portosalvo)

Vibo Valentia (Porto Salvo)

Vibo Valentia (Porto Salvo)

preliminare + primario + secondario +

avanzato 29000 35000 1.500.000

acque costiere

tratto Capo Vaticano Capo

Suvero 291,0 58,2 8,7 25,8 37,8 6,5

Vibo Valentia parte (loc. Piscopio)

Vibo Valentia (Piscopio)

Vibo Valentia parte (loc. Piscopio)

preliminare+primario+secondario+terziario

20659 20000 1.073.000 acque dolci Fosso del Falco 53,3 10,7 1,6 11,1 6,9 1,2

Pizzo (loc. Marinella) Pizzo (Marinella) Pizzo (loc. Marinella) preliminare+primario+secondario+terziario

20000 20000 1.460.000 acque

costiere

tratto Capo Vaticano Capo

Suvero 192,9 38,6 5,8 24,5 25,1 4,3

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 26

Locri, Siderno e parte di Grotteria mare

(loc. Breccia)

Siderno (loc.Breccia)

Locri, Siderno e parte di Grotteria mare (loc.

Breccia)

preliminare + primario + secondario

56753 83000 3.420.000 acque

costiere tratto: Siderno -

Capo Spartivento 372,9 74,6 11,2 47,9 48,5 8,4

Bagnara Calabra Bagnara Calabra

(loc. Cacilì) Bagnara Calabra

preliminare+primario+secondario

16130 15000 909.854 acque

costiere

Tratto Punta Pezzo - Capo

Vaticano 144,9 29,0 4,3 13,0 18,8 3,3

Benestare, Bianco, Bovalino

Bianco (loc. Sant'Antonio)

Benestare, Bianco, Bovalino

preliminare + primario + secondario +

avanzato 25183 41000 1.380.000 acque dolci

torrente Sant'Antonio 137,1 27,4 4,1 32,6 17,8 3,1

Gioia tauro Gioia Tauro

(contrada lamia)

Gioia Tauro, Cinquefrondi,

Cittanova, Feroleto della Chiesa,

Galatro, Laureana di Borrelo,

Melicucco, Nicotera (VV),Palmi,, Polistena,

Rizziconi,, Rosarno, San Ferdinando,

Taurianova

preliminare + primario + secondario

158183 260000 16.500.000 acque dolci fiumara budello 4140,5 828,1 124,2 286,9 538,3 93,2

Marina di Gioiosa Marina di

Gioiosa (loc. Sant'Anna)

Marina di Gioiosa preliminare+primario

+secondario 16953 18000 1.314.000 acque dolci Fiume Torbido 204,0 40,8 6,1 45,3 26,5 4,6

Melito di Porto Salvo - Roghudi

Melito Porto Salvo - loc. Sant'Elia

Melito di Porto Salvo - Roghudi

22950 18000 1.275.000 acque dolciFiumara di Sant'Elia 111,5 22,3 3,3 9,7 14,5 2,5

Reggio Calabria (Ravagnese)

Reggio Calabria (fraz.ne

Ravagnese)

Reggio Calabria (Ravagnese)

preliminare+primario+secondario

50000 120000 4.439.438 acque dolciFiumara

Sant'Agata 540,2 108,0 16,2 48,8 70,2 12,2

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 27

Reggio Calabria (Pellaro)

Reggio Calabria (fraz.ne Pellaro)

Reggio Calabria (Pellaro)preliminare+primario

+secondario 0 2.192.904 acque dolci

Fiumarella di Lume 594,1 118,8 17,8 190,4 77,2 13,4

Villa San Giovanni

Villa San Giovanni (loc. Cannitello - Punta Pezzo)

Villa San Giovanni preliminare+primario

+secondario 25318 11000 948.612

acque costiere

Tratto Punta Pezzo - Capo

Vaticano 242,1 48,4 7,3 35,9 31,5 5,4

Tabella 11

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 28

I carichi di origine civile afferenti ai corpi idrici significativi calabresi, provenienti da

impianti di depurazione a sevizio di agglomerati superiori ed inferiori ai 15.000 AE, sono

stati stimati come somma dei carichi effluenti dagli impianti di depurazione, e di quelli non

serviti da impianto di depurazione.

Carichi inquinanti di or igine civile per bacino come deficit di trattamento CIVILI

TRATTATI NON TRATTATI TOTALI

CARICO N

CARICO P

CARICO BOD5

CARICO N

CARICO P

CARICO BOD5

CARICO N

CARICO P

CARICO BOD5 BACINO

(t/y) (t/y) (t/y) (t/y) (t/y) (t/y) (t/y) (t/y) (t/y)

Fiume Petrace 20,0 3,0 15,0 109,0 16,0 543,0 129,0 19,0 558,0

Fiume Amato 90,0 16,0 69,0 48,0 7,0 239,0 138,0 23,0 308,0 Fiume Corace (*) 305,0 53,0 234,0 57,0 9,0 285,0 362,0 62,0 519,0 Fiume Tacina 4,0 0,5 7,0 115,0 17,0 575,0 119,0 17,5 582,0 Fiume Savuto (*) 68,0 12,0 53,0 53,0 8,0 263,0 121,0 20,0 316,0 Fiume Neto 85,0 15,0 65,0 135,0 20,0 677,0 220,0 35,0 742,0 Torrente Trionto 48,0 8,0 37,0 20,0 3,0 98,0 68,0 11,0 135,0 Fiume Crati (*) 803,0 139,0 618,0 613,0 92,0 3066,0 1416,0 231,0 3684,0Fiume Lao 30,0 5,0 23,0 9,0 1,0 44,0 39,0 6,0 67,0 Fiume Mesima (*) 78,0 14,0 60,0 130,0 19,0 649,0 208,0 33,0 709,0 Fiumara Calopinace 0,0 0,0 0,0 2,0 0,3 9,0 2,0 0,3 9,0 Fiumara di Gallico 206,0 36,0 159,0 0,0 0,0 0,0 206,0 36,0 159,0 Fiumara Bonamico 1,4 0,2 1,0 16,0 2,0 81,0 17,4 2,2 82,0 Fiumara Novità (*) 0,0 0,0 0,0 18,0 3,0 88,0 18,0 3,0 88,0 Fiumara Budello (*) 533,0 92,0 287,0 11,0 1,7 55,0 544,0 93,7 342,0 Fiumara Allaro 0,0 0,0 0,0 35,0 5,0 177,0 35,0 5,0 177,0 Fiumara della Ruffa 7,0 1,0 6,0 4,0 0,7 22,0 11,0 1,7 28,0 Fiume Ancinale (*) 23,0 4,0 18,0 62,0 9,0 310,0 85,0 13,0 328,0 Fiume Angitola 20,0 3,0 16,0 45,0 7,0 227,0 65,0 10,0 243,0 Torrente Turrina (*) 205,0 36,0 144,0 0,0 0,0 0,0 205,0 36,0 144,0 Torrente Fiumarella 1,4 0,2 1,0 46,0 7,0 230,0 47,4 7,2 231,0 Fiume Esaro di Crotone (*) 191,0 33,0 260,0 57,0 9,0 285,0 248,0 42,0 545,0 Fiume Nicà (*) 24,0 4,0 18,0 21,0 3,0 105,0 45,0 7,0 123,0 Fiume Crocchio 26,0 5,0 20,0 0,0 0,0 0,0 26,0 5,0 20,0 Fiumara Amendolea 19,0 3,0 15,0 0,0 0,0 0,0 19,0 3,0 15,0 Fiumara La Verde 0,0 0,0 0,0 9,0 1,0 44,0 9,0 1,0 44,0 Torrente Raganello 16,0 3,0 12,0 2,0 0,3 11,0 18,0 3,3 23,0 Torrente Argentino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Fiume Metramo 40,0 7,0 31,0 99,0 15,0 497,0 139,0 22,0 528,0 Fiume Marepotamo 11,0 2,0 8,0 90,0 13,0 448,0 101,0 15,0 456,0

Tabella 12 (*) Carichi di origine civile provenienti da impianti di depurazione a sevizio di agglomerati > 15000 AE e <

15000 AE. I restanti (non contraddistinti dal simbolo (*) sono relativi ai soli carichi civili provenienti da impianti di depurazione e/o scarichi di acque reflue urbane provenienti a servizio di agglomerati < 15000 AE

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 29

Figura 1: Carichi di BOD5 di origine civile

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 30

Figura 2: Carichi di azoto di origine civile

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 31

Figura 3: Carichi di fosforo di origine civile

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 32

Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche (SIN)

L’unico sito di interesse nazionale per le bonifiche della regione Calabria è quello di

Crotone, che comprende i comuni di Crotone, Cassano allo Jonio e Cerchiara di Calabria.

Il Sito di Interesse Nazionale di Crotone - Cassano - Cerchiara è stato incluso nell’elenco

dei siti di bonifica di interesse nazionale dal D.M. 468/01.

Con D.M. 26 novembre 2002 è stato individuato il perimetro del sito ai sensi dell'articolo 1

comma 4 della Legge 426/98.

Il perimetro comprende un territorio di circa 530 ha a terra e 1452 ha a mare (comprensivi di

132 ha di area portuale), nel quale sono incluse aree pubbliche ed aree private.

Relativamente alla compromissione di natura socio/sanitario ed ambientale presente nel sito

di interesse nazionale nonché alla titolarità/proprietà delle aree incluse nel perimetro del

sito, di seguito si vanno a dettagliare la titolarità pubblica o privata di ciascuna area e le

criticità ambientali presenti nelle stesse.

Limitatamente alle aree private, queste interessano circa 400 ha del sito e coinvolgono i

seguenti soggetti privati:

Settore Aziende Criticità

Chimico

Ex Agricoltura (SYNDIAL)

Materie prime: ammoniaca, fosforite, cloruro di potassio, calcare, pirite ed additivi. Acque di falda e

suoli contaminati

Chimico Fosfotec s.r.l.

Materie prime: fosforite e quarzite, fosforo e acido fosforico, sono state utilizzate fosforiti con

concentrazioni di radioisotopi naturali variabili da partita a partita. acque di falda e suoli contaminati

Metallurgico

Ex Pertusola (SYNDIAL)

primo impianto in Italia della metallurgia dello zinco. Acque di falda e suoli contaminati

Industriale

Privati

contaminazione da metalli pesanti: zinco, cadmio, piombo, rame e arsenico, dovuti principalmente

all’attività svolta nello Stabilimento ex Pertusola Sud (ora Syndial)

Tabella 13

Per quanto riguarda l’area pubblica, questa interessa circa 130 ha alla quale si aggiunge

l’area marino costiera prospiciente la zona industriale, compresa tra la foce del fiume Esaro

a sud e quella del fiume Passovecchio a nord, per una lunghezza di circa 5 km lungo la costa

e di 3 km verso il largo. Il territorio comprende le seguenti aree di attenzione:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 33

Area Criticità Un’area ubicata nel comune di Cassano allo Jonio (Località “Chidichimo”, “Tre

Ponti” e “Sibari”)

Smaltimento abusivo di rifiuti industriali (ferriti di zinco)

Un’area ubicata nel comune di Cerchiara Calabra (località Capraro),

Smaltimento abusivo di rifiuti industriali (ferriti di zinco)

Area archeologica Inquinamento da metalli pesanti

Discarica Tufolo - Farina Discarica pubblica caratterizzata da smaltimento di

RSU L’Area marino costiera Inquinamento da metalli pesanti

Tabella 14

Interventi ad oggi attivati

Aree pr ivate Aree pubbliche Realizzazione delle indagini geognostiche sulle argille basali finalizzate alla progettazione della barriera fisica, da realizzare come intervento di MISE nell’area Ex Pertusola Sud Realizzazione dei campionamenti previsti dalle indagini di caratterizzazione dell’area dello stabilimento Ex Pertusola Sud, effettuati alla presenza di personale ARPACAL Eseguita la caratterizzazione integrativa dell’area dello stabilimento Ex Pertusola Sud. Attualmente sono in corso le analisi dei campioni prelevati Bonifica da ordigni bellici all’interno dello stabilimento Ex Pertusola Sud Approvato con decreto interministeriale il Progetto definitivo di bonifica delle acque di falda del Punto Vendita n. 8559, trasmesso da ENI Div. Refining & Marketing

Caratterizzazione dell’area riguardante la discarica a mare (loc.tà Armeria). Attualmente sono in corso le analisi dei campioni prelevati Realizzazione e messa in opera dei piezometri previsti sulla discarica a mare Bonifica da ordigni bellici sulla discarica a mare e nello specchio marino antistante lo stabilimento Ex Pertusola Sud Caratterizzazione a mare dell’area A1 prospiciente Ex Pertusola Sud

Tabella 15

Interventi programmati

Area di competenza pubblica interessata

Intervento programmato

Area archeologica Bonifica dell’area Discarica Tufolo Farina Caratterizzazione e bonifica della discarica

Discariche dei comuni di Cassano allo Jonio e Cerchiara Calabra

MISE delle discariche mediante la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti industriali presenti, presso idonea discarica autorizzata

Tabella 16

E’ in corso di definizione un Accordo di Programma tra Ministero dell’Ambiente e della

Tutela del Territorio e del Mare e regione Calabria, provincia di Crotone, comune di

Crotone, Autorità portuale di Gioia Tauro, per la realizzazione degli interventi di messa in

sicurezza e bonifica delle aree comprese nel “SIN di Crotone-Cassano-Cerchiara”.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 34

Tessuto produttivo

La struttura del sistema imprenditoriale provinciale mostra una predominanza di imprese

attive nel settore terziario, seguono le imprese agricole e di costruzioni.

Il tessuto produttivo crotonese, in termini di incidenza, è fortemente caratterizzato dalla

presenza di imprese agricole. Come conseguenza diretta del peso dell’agricoltura, si è

sviluppata nella provincia una consistente industria agroalimentare.

Nell’area particolare interesse riveste il Distretto agroalimentare di Sibari. I Comuni

ricadenti nel territorio del Distretto cosentino sono circa 32, tra cui Rossano, Corigliano

Calabro e Cassano allo Ionio. Nel settore agricolo, agro-alimentare e industriale, particolare

importanza assumono alcuni comparti e le imprese locali che, grazie a moderni criteri di

coltivazione, si sono ormai rese competitive sul piano nazionale e internazionale. Notevole

anche la coltivazione e lavorazione della liquirizia, di cui si producono qui i tre quarti del

totale nazionale (presente anche Amarelli). Significative inoltre l’orticoltura, la frutticoltura,

l’olivicoltura (impiantata dai Benedettini dopo il 1400, rinomata oggi per l’olio extravergine

d’oliva Bruzio DOP con menzione geografica specifica ‘Sibaritide’) e la viticoltura (con due

vitigni autoctoni, Gaglioppo e Greco Bianco, dodici vini DOC e tredici IGT per l’intera

regione). Caratteristiche dell’area, infine, la lavorazione di conserve alimentari, di prodotti

caseari (Caciocavallo Silano DOP e numerosi formaggi freschi e stagionati, ricotte

affumicate di mucca e ovicaprine), di cereali e pasta e di insaccati di qualità certificata

(salsiccia, capicollo, pancetta e soppressata DOP). Presenti e integrati con le PMI locali, gli

insediamenti di Parmalat e del Gruppo Cirio.

Settor i r ilevanti Dimensione imprese

Servizi PMI

Costruzioni PMI

Agroalimentare Grandi imprese - PMI

Tabella 17

Di seguito si riporta una breve descrizione dei principali soggetti privati presenti nel SIN

“Crotone – Cassano – Cerchiara”.

Ex Pertusola

L’area interessata ha una superficie di 48 ha ed è limitata sul lato mare dalla ferrovia

Metaponto-Reggio Calabria e sul lato monte dalla S.S.106.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 35

Lo stabilimento entra in funzione nel 1928 e costituisce il primo impianto in Italia della

metallurgia dello zinco, con una capacità produttiva iniziale di 10.000 tonn/a di zinco, fino

ad arrivare a 90.000 tonn/a nel 1973, con la messa in marcia del forno Cubilot.

Nel 1993, a seguito della dismissione del forno Cubilot viene costruito internamente allo

stabilimento un deposito temporaneo per le ferriti di zinco. Nel 1999 è stata interrotta

l’attività produttiva.

Dalle indagini di caratterizzazione eseguite, è emerso quanto segue:

Per i suoli:

- i materiali di riporto presenti negli stadi superficiali di gran parte del sito sono

risultati contaminati da metalli (Zn, Pb, Cu, As, Cd, Hg) spesso compresenti in

concentrazione superiori ai limiti di accettabilità per i siti industriali; in alcuni punti

si riscontra anche un’alta concentrazione da idrocarburi pesanti;

- tali materiali superficiali sottoposti a test di cessione rilasciano concentrazioni di

metalli inaccettabili per le discariche di 2° categoria tipo B;

- la contaminazione da metalli Zn e Cd si è propagata anche negli strati sottostanti (2-

3 metri) raggiungendo in alcuni punti dell’area impianti , anche 9-10m di profondità.

Per le acque:

le acque sotterranee risultano in genere salate e in alcuni punti acide ed inquinate da almeno

un parametro, anche se in molti punti superano il limite di accettabilità solo il Mn e i solfati.

Questi analiti potrebbero essere in parte associati ad una situazione naturale; gli inquinanti

presenti nelle acque in concentrazioni superiori ai limiti di legge sono principalmente

metalli, Cd soprattutto, ma anche Zn, Pb, Fe, Hg, As.

Ex Agricoltura

Il sito è inserito all’interno della zona industriale di Crotone ed è limitato sul lato mare dalla

ferrovia Metaponto-Reggio Calabria e sul lato interno dalla SS106 Ionica, confina a Nord

con lo stabilimento ex Pertusola Sud (ora Syndial) e a Sud con l’area di stabilimento

SASOL Spa.

Il sito ex Agricoltura occupa una superficie complessiva di circa 6,3 ha.

L’insediamento era destinato alla produzione di fertilizzanti complessi (azotati e fosfatici) e

ha cessato la sua attività produttiva nel febbraio 1992.

In particolare si lavoravano i seguenti materiali:

- Materie prime: ammoniaca, fosforite, cloruro di potassio, calcare, pirite ed additivi.

- Prodotti finiti: fertilizzanti complessi, acido nitrico, acido solforico e oleum.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 36

Nel 1997 è stata effettuata una messa in sicurezza permanente dell’area Nord dello

stabilimento di 22.840 mq mediante asportazione divisa in settori ed un ritombamento con i

materiali scavati nel settore centrale. Successivamente nel settore ritombato con i terreni

compromessi si è eseguita una cinturazione con diaframma plastico immorsato nello strato

argilloso sottostante e successiva asfaltatura di tipo stradale.

I risultati delle analisi condotte su campioni di terreno hanno evidenziato una

contaminazione da metalli pesanti (diffusa per l’As e locale per Cd, Zn e Hg) ed idrocarburi

(C>12, PCB ed IPA), mentre le analisi condotte su campioni di acqua di falda hanno

rilevato concentrazioni superiori ai limiti normativi per i parametri alifatici clorurati

cancerogeni (in particolare 1,1,2 Tricloroetano, 1,2 -dicloroetano, tetracloroetilene,

triclorometano), alifatici alogenati cancerogeni (bromodiclorometano), benzene, nitrati e

metalli (in particolare Fe, Mn e Zn).

E’ attiva da maggio 2004 una barriera idraulica la cui configurazione attuale risulta

composta da n. 9 pozzi superficiali e n. 4 pozzi profondi di emungimento.

Discarica Ex Fosfotec - Farina Trappeto

La discarica occupa un'area situata nel comune di Crotone in prossimità della zona

industriale nella fascia costiera compresa tra la linea ferroviaria Crotone - Metaponto e il

mare, per una lunghezza di circa 550 m e una larghezza variabile tra 180 e 40 m e si

sviluppa di fronte al perimetro delle Ex Agricoltura S.p.A. e SASOL Spa (ex Società

Fosfotec s.r.l.).

L'ubicazione della discarica e la sua delimitazione, all'epoca dell'autorizzazione provvisoria

per l’attività di smaltimento di rifiuti solidi inerti, è la seguente:

- ad ovest dalla strada del Consorzio di Bonifica Crotone-Neto;

- a nord dai terreni ricadenti nell' area della Società Pertusola;

- a sud dall'alveo del fiume Esaro;

- ad est dal Mare Jonio.

La discarica è ubicata in un'area già interessata da conferimenti abusivi e disordinati di

rifiuti con presenza di riporti di materiali.

Area Ex Fosfotec (Forno Noduli)

Lo stabilimento ex Fosfotec di Crotone si trova in un’area con destinazione d’uso

industriale ubicata nell’ampia area pianeggiante a nord della città, che percorre il tratto

costiero a nord della foce del fiume Esaro ed estesa fino al torrente Passovecchio. L’area è

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 37

allungata parallelamente alla costa ed ha dimensioni di circa 1500 m in lunghezza e circa

400 m in larghezza; verso la costa è delimitata dal percorso della ferrovia e verso l’interno

della strada statale ionica S.S.106.

In detto ambito sono comprese, da sud a nord, le aree di proprietà Fosfotec s.r.l. in

liquidazione, della Sasol Italy S.p.A. e dell’Enichem (Ex Agricoltura).

L’area denominata “Forno Noduli” si trova a sud del complesso industriale ed ha una

superficie di circa 48.000 mq. In questa area la società Fosfotec ha iniziato la propria attività

relativa alla produzione di fosforo e derivati nel 1992. Nel giugno 2003 sono cessate le

produzioni e si è provveduto alla messa in sicurezza degli impianti e delle infrastrutture ad

essi collegate fino allo smantellamento definitivo dell’area avvenuto nell’arco temporale

1996-1998.

In merito allo stato di inquinamento delle matrici ambientali risulta:

- nel primo metro del terreno di riporto contaminazione da metalli pesanti (As, Cd, Pb,

Zn, Hg);

- nei campioni di terreno, non solo superficiale, è stato rilevato il parametro fosforo

totale, anche in concentrazioni elevate;

- nelle acque di falda contaminazione da As, nitrati e ammoniaca (parametri ricercati:

As, fosforo totale, idrocarburi totali nitriti nitrati ed ammoniaca).

Sasol

Lo stabilimento della Sasol Italy a Crotone si trova in un’area industriale ubicata a nord

dell’abitato, lungo il tratto costiero percorso dalla SS 106 (Strada Statale Ionica). Lo

stabilimento occupa una superficie complessiva di circa 10 ha e confina a sud con l’ex

stabilimento Fosfotec, a est con la costa, a ovest con la SS 106 e a nord con lo stabilimento

Agricoltura.

La prima società che si insediò nell’area (1927) si occupava della produzione di ammoniaca

e fertilizzanti azotati. Nel corso degli anni lo stabilimento ha prodotto acido solforico,

oleum, acido fosforico via umida, fertilizzanti fosfatici, fosforo via termica, acido fosforico

via termica, acido nitrico e tripolifosfato. Dal 1992 sono attive le produzioni di zeoliti

(silicoalluminati di sodio) per detergenza e di silicato di sodio, gestite da EniChem Augusta,

che ha assunto nel 1996 il nome di Condea Augusta e nel 2001 di Sasol Italy.

Nelle precedenti indagini ambientali si è rilevato il superamento dei limiti in 2 campioni di

terreno ed in particolare, entrambi i campioni prelevati sono risultati contaminati da Hg e il

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 38

campione più superficiale (0-5m) prelevato in uno dei due punti è risultato debolmente

contaminato da Cd. Le acque di falda sono risultate contaminate da As, Cd, Fe, Mn, Hg, Pb.

Centrale Eni

Il sito è inserito all’interno della zona industriale di Crotone, in località Passovecchio, a

circa 3 km dal centro della città. Il sito, limitato sul lato mare dalla ferrovia Metaponto-

Reggio Calabria, confina a Sud con la strada consortile e con lo stabilimento ex Pertusola

Sud (ora Syndial), mentre a Nord e ad Ovest con altre aree industriali che comprendono in

particolare una falegnameria, una carpenteria e, a 700 m di distanza, l’impianto consortile di

trattamento delle acque industriali.

L’area occupa una superficie complessiva di 66.000 mq di cui:

35.000 mq impiegati per gli impianti di trattamento del gas;

31.000 mq utilizzati per deposito momentaneo di materiali di perforazione e area

doganale.

Le situazioni di non conformità rispetto alle concentrazioni previste dal DM 471/99 sono

riconducibili a:

per i terreni: presenza di idrocarburi C<12;

per le acque: presenza di As e di idrocarburi totali. Rilevata inoltre la presenza di

prodotto in fase separata LNAPL.

0.1.2.2 Acque superficiali – Sorgenti diffuse di inquinamento

a) Carichi di or igine zootecnica

Il carico organico di origine zootecnica è stato determinato facendo riferimento alla

metodologia elaborata dal CNR-IRSA (CNR – IRSA Quaderno 90, 1991) che propone di

calcolare l’apporto inquinante di natura organica di ogni specifica categoria di animali

allevati, in termini di BOD5.

Per il calcolo del carico inquinante di azoto e fosforo di origine zootecnica, la metodologia

adottata è quella proposta da G. Provolo (“I piani di tutela delle acque” a cura di Bonomo e

Vismara, 2004) .

Tale metodologia si basa sull’attribuzione, per ogni tipologia di allevamento, del peso vivo

di ogni singolo capo e di un coefficiente di produzione di azoto e fosforo riferito al peso

vivo dei capi allevati. Calcolando la sommatoria dei singoli apporti è possibile individuare il

contributo di azoto e fosforo al campo dovuto alla zootecnia.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 39

Per ognuno dei 32 bacini significativi individuati sono stati ottenuti i carichi totali e

specifici superficiali di azoto, fosforo e BOD5 prodotti dall’attività zootecnica.

Carichi inquinanti di or igine zootecnica per bacino ZOOTECNIA

CARICO N CARICO P CARICO BOD5CARICO N SPECIFICO

CARICO P SPECIFICO

CARICO BOD5 SPECIFICOBACINO SIGNIFICATIVO

(t/y) (t/y) (t/y) (t/ y*Km 2) (t/ y*Km 2) (t/ y*Km 2)

Fiume Petrace 94,726 36,508 883,949 0,179 0,017 2,093 Fiume Amato 214,174 89,811 1363,677 0,386 0,040 3,073 Fiume Corace 94,521 39,048 699,178 0,257 0,027 2,375 Fiume Tacina 265,556 106,226 1631,928 0,498 0,050 3,822 Fiume Savuto 127,155 57,865 741,742 0,247 0,028 1,802 Fiume Neto 390,040 166,503 2052,594 0,291 0,031 1,912 Torrente Trionto 126,671 55,295 748,011 0,351 0,038 2,590 Fiume Crati 1321,382 576,772 7494,929 0,432 0,047 3,062 Fiume Lao 159,596 69,651 967,886 0,214 0,023 1,624 Fiume Mesima 534,691 218,244 3103,530 0,525 0,054 3,807 Fiume Coscile 192,785 84,151 1005,497 0,380 0,041 2,479 Fiume Esaro 212,877 92,933 1209,201 0,314 0,034 2,227 Fiumara Calopinace 6,421 2,785 100,139 0,096 0,010 1,873 Fiumara di Gallico 6,776 3,023 115,715 0,091 0,010 1,941 Fiumara Bonamico 12,722 5,462 111,488 0,075 0,008 0,817 Fiumara Novito 14,632 6,913 172,626 0,210 0,025 3,091 Fiumara Budello 4,485 2,022 37,510 0,043 0,005 0,445 Fiumara Allaro 31,612 14,917 203,912 0,194 0,023 1,567 Fiumara della Ruffa 122,548 49,053 646,934 2,253 0,225 14,868 Fiume Ancinale 65,014 27,668 428,768 0,300 0,032 2,473 Fiume Angitola 102,804 43,635 595,541 0,433 0,046 3,133 Torrente Turrina 20,908 9,150 128,227 0,290 0,032 2,222 Torrente Fiumarella 5,679 2,205 31,475 0,133 0,013 0,918 Fiume Esaro di Crotone 52,821 22,589 448,075 0,381 0,041 4,043 Fiume Nicà 148,391 63,212 800,051 0,678 0,072 4,571 Fiume Crocchio 27,538 10,039 169,135 0,170 0,015 1,304 Fiumara Amendolea 39,709 15,126 252,150 0,211 0,020 1,677 Fiumara La Verde 40,079 15,797 222,474 0,274 0,027 1,902 Torrente Raganello 109,024 47,586 623,554 0,530 0,058 3,789 Torrente Argentino 13,445 5,866 74,539 0,163 0,018 1,132 Fiume Metramo 45,998 22,050 231,393 0,157 0,019 0,988 Fiume Marepotamo 70,143 28,533 404,600 0,240 0,024 1,728

Tabella 18

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 40

Figura 4: Carichi di BOD5 di origine zootecnica

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 41

Figura 5: Carichi di azoto di origine zootecnica

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 42

Figura 6: Carichi di fosforo di origine zootecnica

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 43

b) Carichi di or igine agricola

I carichi di origine agricola sono stati stimati per ogni comune, tenendo conto delle carte

dell’ uso del suolo e dei surplus di fertilizzanti di azoto e di fosforo che vengono applicati in

Calabria sui diversi suoli coltivati (Cavazza L. e Caliandro A., 2003), surplus che non

essendo assorbiti dalle colture sono potenzialmente dilavabili dal terreno.

Poiché la cartografia di riferimento riporta la distribuzione territoriale dell’uso del suolo

per le quattro diverse stagioni, i surplus sono stati distribuiti stagionalmente applicando le

percentuali di fertilizzanti utilizzati nei diversi trimestri. Una volta calcolati i contributi

stagionali, dalla loro somma si è risalito alle quantità annuali di azoto e fosforo disponibili

al dilavamento. Per ognuno dei 32 bacini significativi individuati sono stati ottenuti i

carichi totali di azoto e fosforo di origine agricola prodotti (Tab.19).

Carichi inquinanti di or igine agr icola per bacino

AGRICOLTURA CARICO

N CARICO

P CARICO N

SP CARICO P

SP BACINO

SIGNIFICATIVO (t/y) (t/y) (t /y*Km 2 ) (t /y*Km2 )

Fiume Petrace 1020,784 256,616 2,417 0,608 Fiume Amato 586,801 74,525 1,322 0,168 Fiume Corace 287,628 39,017 0,977 0,133 Fiume Tacina 545,233 74,287 1,277 0,174 Fiume Savuto 178,998 27,875 0,435 0,068 Fiume Neto 703,350 106,674 0,655 0,099

Torrente Trionto 96,860 13,873 0,335 0,048 Fiume Crati 3104,187 430,860 1,268 0,176 Fiume Lao 100,661 18,619 0,169 0,031

Fiume Mesima 1306,851 178,023 1,603 0,218 Fiume Coscile 655,338 86,161 1,616 0,212 Fiume Esaro 721,030 100,754 1,328 0,186

Fiumara Calopinace 58,214 8,013 1,089 0,150 Fiumara di Gallico 9,543 1,507 0,160 0,025 Fiumara Bonamico 47,677 6,065 0,349 0,044

Fiumara Novito 52,988 7,409 0,949 0,133 Fiumara Budello 286,891 35,954 3,406 0,427 Fiumara Allaro 56,064 8,045 0,431 0,062

Fiumara della Ruffa 60,981 11,980 1,401 0,275 Fiume Ancinale 97,028 15,130 0,560 0,087 Fiume Angitola 160,753 22,234 0,846 0,117 Torrente Turrina 121,987 15,860 2,114 0,275

Torrente Fiumarella 40,495 5,881 1,182 0,172 Fiume Esaro di Crotone 125,727 23,632 1,134 0,213

Fiume Nicà 85,440 12,061 0,488 0,069 Fiume Crocchio 154,133 21,761 1,188 0,168

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 44

Fiumara Amendolea 113,735 14,154 0,756 0,094 Fiumara La Verde 64,435 9,089 0,551 0,078 Torrente Raganello 143,238 22,016 0,870 0,134 Torrente Argentino 0,000 0,000 0,000 0,000

Fiume Metramo 225,890 30,133 0,965 0,129 Fiume Marepotamo 287,492 23,943 1,228 0,102

Tabella 19

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 45

Figura 7: Carichi di azoto di origine agricola

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 46

Figura 8: Carichi di fosforo di origine agricola

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 47

c) Carichi delle acque meteor iche dilavanti su aree urbane

Le acque meteoriche risultano caratterizzate da carichi inquinanti spesso paragonabili a

quelli di origine domestica ed a volte anche superiori ad essi. Per tale ragione è stato stimato

anche il loro carico inquinante attribuendo ad ogni bacino carichi specifici di BOD5, N e P

proposti, per unità di superficie di area urbana e per millimetro di pioggia, nel 2002,

congiuntamente dalla regione Emilia Romagna e dall’ARPA Emilia Romagna:

BOD5 = 0,297 Kg/ha/mm

Azoto = 0.032 Kg/ha/mm

Fosforo = 0.010 Kg/ha/mm

Carichi inquinanti da dilavamento di aree urbane

DILAVAMENTO METEORICO CARICO N CARICO P CARICO BOD5

BACINO SIGNIFICATIVO

(t/y) (t/y) (t/y) Fiume Petrace 31,276 9,774 290,281 Fiume Amato 53,714 16,786 498,537 Fiume Corace 22,253 6,954 206,535 Fiume Tacina 19,040 5,950 176,713 Fiume Savuto 31,196 9,749 289,540 Fiume Neto 39,785 12,433 369,253

Torrente Trionto 4,825 1,508 44,784 Fiume Crati 215,461 67,332 1999,747 Fiume Lao 5,895 1,842 54,716

Fiume Mesima 83,268 26,021 772,827 Fiume Coscile 28,087 8,777 260,686 Fiume Esaro 25,113 7,848 233,082

Fiumara Calopinace 10,790 3,372 100,144 Fiumara di Gallico 3,961 1,238 36,766 Fiumara Bonamico 2,874 0,898 26,676

Fiumara Novito 0,884 0,276 8,208 Fiumara Budello 24,332 7,604 225,831 Fiumara Allaro 5,147 1,716 50,953

Fiumara della Ruffa 1,096 0,342 10,172 Fiume Ancinale 20,965 6,551 194,578 Fiume Angitola 8,942 2,794 82,989 Torrente Turrina 5,686 1,777 52,777

Torrente Fiumarella 23,369 7,303 216,894 Fiume Esaro di Crotone 16,723 5,226 155,210

Fiume Nicà 3,881 1,213 36,025 Fiume Crocchio 5,789 1,809 53,729

Fiumara Amendolea 2,244 0,701 20,824 Fiumara La Verde 1,054 0,329 9,778 Torrente Raganello 2,444 0,764 22,686 Torrente Argentino 0,235 0,073 2,179

Fiume Metramo 28,366 8,864 263,271 Fiume Marepotamo 14,002 4,376 129,956

Tabella 20

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 48

Figura 9: Carichi di BOD5 da dilavamento di aree urbane

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 49

Figura 10: Carichi di azoto da dilavamento di aree urbane

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 50

Figura 11: Carichi di fosforo da dilavamento di aree urbane

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 51

d) Carichi di or igine industr iale

La valutazione dei fabbisogni per l'industria presenta sempre notevoli difficoltà. Mentre nel

caso dell'irrigazione ci sono parametri che, pur oscillando notevolmente da zona a zona,

consentono di stabilire una buona approssimazione dei limiti attendibili, per l'industria il

fabbisogno si presenta ricco di incognite e ciò perché le industrie hanno fabbisogni che

cambiano con il tipo di prodotto, ma anche nell'ambito della stessa produzione, variano

secondo la dimensione, la struttura e il grado di efficienza degli impianti. Se a ciò si

aggiunge il diverso grado di utilizzazione della stessa acqua dipendente dai ricicli e dalla

qualità dell'acqua ammessa per lo scarico, la situazione diventa ancora più difficile. Un

aspetto importante che occorre mettere in rilievo è che l'acqua consumata negli impianti

industriali rappresenta circa solo il 5% di quella prelevata. Ciò sta a significare che gli

stabilimenti industriali restituiscono la quasi totalità dell'acqua che impiegano, cioè la quasi

totalità dell'acqua prelevata. È pur vero che nel maggior numero dei casi si tratta di acqua

inquinata e che, per essere reimpiegata, ha bisogno di trattamenti di depurazione, ma è

anche vero che i progressi compiuti nell'ambito della depurazione ne consentono sempre di

più l'utilizzazione. Nell'industria, inoltre, è possibile utilizzare acqua di precaria qualità (ad

esempio nei processi di raffreddamento) e ciò consente, da un lato, di adeguare il processo

depurativo alle esigenze qualitative dell'acqua da reimpiegare, dall'altro, di ricorrere a

risorse non utilizzabili in altri settori. Pertanto, da quanto sopra evidenziato, deriva che la

quantità d'acqua destinata all'uso industriale è estremamente variabile e dipendente

essenzialmente dal tipo d'industria e di impiego effettuato, dall'entità dei ricicli interni, dallo

schema e dalla potenzialità del processo produttivo. Di conseguenza, qualsiasi analisi dei

fabbisogni idrici nell'industria è necessariamente approssimata, in quanto ciascuno degli

elementi influenti non può essere univocamente definito. Pertanto per una valutazione

dettagliata dei fabbisogni nel settore industriale occorrerebbe individuare i vari tipi di

industrie, in relazione al prodotto fornito, al tipo di lavorazione ed alla dimensione dello

stabilimento. In tale direzione le maggiori difficoltà che si incontrano sono quelle di trovare

fonti attendibili su cui basarsi per ricavare la serie di parametri necessari a definire il

fabbisogno unitario d'acqua riferito ad un termine specifico e significativo, quale potrebbe

essere il prodotto finale dello stabilimento o l'entità del personale addetto. Tutte le volte,

infatti, che si tenta una rilevazione precisa dei prelievi idrici effettuati dalle industrie si va

incontro a parziali insuccessi, sia perché quasi sempre le stesse industrie non li conoscono

neppure, sia perché esistono al riguardo reticenze, in quanto le notizie relative sono ritenute

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 52

"segreti industriali". Se per le ragioni anzidette riesce difficile una valutazione attendibile

dei fabbisogni attuali dell'acqua nell'industria, molto più aleatoria diventa la valutazione dei

fabbisogni futuri.

Per una prima definizione del fabbisogno idrico industriale in Calabria e, pur con grandi

difficoltà, si è proceduto ad analizzare il problema partendo da un’accurata e recente

indagine effettuata presso i singoli agglomerati industriali, accompagnata da un’attenta

lettura delle linee di sviluppo dei Piani Regolatori Generali delle singole A.S.I. (Aree di

Sviluppo Industriale) e N.I. (Nuclei Industriali).

Qui di seguito è riportata in forma tabellare la sintesi delle aree di sviluppo industriale ed i

nuclei industriali presenti in Calabria e di ognuno se ne riporta la superficie totale espressa

in ha, la superficie impegnata per attività produttive già in esercizio espressa anch’essa in

ettari, il numero di addetti occupati per singolo agglomerato ed infine la stima del

fabbisogno idrico espresso in milioni di metricubo anno:

Superficie totale (ha)Superficie impegnata per attività produttive

già in esercizio (ha) Numero Addetti

fabbisogno idr ico industr iale [1000

mc/anno] AGGLOMERATI INDUSTRIALI

Studio 1999

SIFLI-IPI

2006

ASI 2007

Studio 1999

SIFLI-IPI

2006

ASI 2007

Studio 1999

SIFLI-IPI

2006

ASI 2007

1999 2005 2010

Gioia Tauro.Rosarno-San Ferdinando 1.483 1.483 1.330 848 498 76 1377 2175 32,57 223,44 360,15

Reggio Calabria - Gebbione 35 35 35 224 57,29 57,29 63,05

Reggio Calabria-S. Gregorio-S. Leo 20 20 20 397 89,46 89,46 94,07

Villa S. Giovanni - Campo Calabro 15 15 14 354 89,41 89,41 332,53

Saline Joniche 140 140 140 308 28,73 28,73 28,73

TOTALE ASI REGGIO C. 1.693 1.483 1.540 1.057 498 0 1.359 1.377 2.175 297,46 488,33 878,53

Media Valle Crati 221 130 125 20 103 400 40,11 48,11 123,2

Piana di Cammarata 200 210 120 35 227 500 49,05 56,86 83,9

Schiavonea 440 330 330 221 227 150 635 1052 3500 154,89 166,15 422,79

Sant'Irene 192 61 99 45 288 800 61,63 66,81 177,04

Piano Lago 150 139 139 67 84 60 522 764 1200 122,63 122,63

Follone 149 136 167 101 107 53 220 253 700 60,88 60,88

TOTALE ASI SIBARI-VALLE CRATI 1.352 605 1.037 733 418 363 1.995 2.069 7.100 489,19 521,44 806,93

Marina di Maida 1.086 1.086 878 611 604 657 142,14 115,95 297,81

TOTALE NI LAMEZIA TERME 1.086 1.086 0 878 611 0 604 657 0 142,14 115,95 297,81

Crotone 796 693 1.539 415,58 542,56 542,56

TOTALE NI CROTONE 796 0 0 693 0 0 1.539 0 0 415,58 542,56 542,56

Porto Salvo 210 177 926 255,59 273,73 273,73

Aeroporto (VV) 72 26 173 11,69 11,69 11,69

Maierato 25 25 331 81,99 81,99 81,99

TOTALE NI VIBO VALENTIA 307 0 0 228 0 0 1.430 0 0 349,27 367,41 367,41

TOTALE REGIONALE 5.234 3.174 2.577 3.589 1.527 363 6.927 4.103 9.275 1693,64 2035,69 2893,24

Tabella 21

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 53

Nella tabella sottostante sono stati calcolati i carichi potenziali generati dai singoli

agglomerati industriali, supponendo un riutilizzo dell'acqua pari al 40% e che scaricano a

norma nei limiti di tabella 3 Allegato 5 D.lgs.152/99.

Car ico potenziale generato dagli agglomerati

industr iali

AGGLOMERATI INDUSTRIALI BOD5

tonn/y COD tonn/y

N - NH4

tonn/y

N - NO2 tonn/y

N - NO3 tonn/y

P tonn/y

Gioia Tauro.Rosarno-San Ferdinando 5,36256 21,45024 2,010960,080438 2,68128 1,34064Reggio Calabria - Gebbione 1,374965,49984 0,515610,020624 0,68748 0,34374Reggio Calabria-S. Gregorio-S. Leo 2,14704 8,58816 0,805140,032206 1,07352 0,53676Villa S. Giovanni - Campo Calabro 2,14584 8,58336 0,804690,032188 1,07292 0,53646Saline Joniche 0,68952 2,75808 0,258570,010343 0,34476 0,17238TOTALE ASI REGGIO C. 11,71992 46,87968 4,395 0,1758 5,85996 2,92998Media Valle Crati 1,15464 4,61856 0,43299 0,01732 0,57732 0,28866Piana di Cammarata 1,36464 5,45856 0,51174 0,02047 0,68232 0,34116Schiavonea 3,9876 15,9504 1,495350,059814 1,9938 0,9969Sant'Irene 1,60344 6,41376 0,601290,024052 0,80172 0,40086Piano Lago 2,94312 11,77248 1,103670,044147 1,47156 0,73578Follone 1,46112 5,84448 0,547920,021917 0,73056 0,36528TOTALE ASI SIBARI-VALLE CRATI 12,51456 50,05824 4,693 0,18772 6,25728 3,12864Marina di Maida 2,7828 11,1312 1,043550,041742 1,3914 0,6957TOTALE NI LAMEZIA TERME 2,7828 11,1312 1,0436 0,04174 1,3914 0,6957Crotone 13,02144 52,08576 4,883040,195322 6,51072 3,25536TOTALE NI CROTONE 13,02144 52,08576 4,883 0,19532 6,51072 3,25536Porto Salvo 6,56952 26,27808 2,463570,098543 3,28476 1,64238Aeroporto (VV) 0,28056 1,12224 0,105210,004208 0,14028 0,07014Maierato 1,96776 7,87104 0,737910,029516 0,98388 0,49194TOTALE NI VIBO VALENTIA 8,81784 35,27136 3,3067 0,13227 4,40892 2,20446

TOTALE REGIONALE 48,85656 195,42624 18,321 0,73285 24,42828 12,2141

Tabella 22

e) Carichi potenziali der ivanti dalle attività produttive idroesigenti che si

sviluppano sul terr itor io regionale calabrese

Al fine di valutare la pressione antropica esercitata sulla risorsa idrica dalle attività

antropiche che si sviluppano sul territorio sono stati utilizzati, quali indicatori dei potenziali

carichi inquinanti: il BOD5, l’azoto (N) e il fosforo (P).

I carichi organici relativi alle attività produttive sono stati desunti elaborando i dati dei

censimenti ISTAT ’91 e ’96; ciò si è reso necessario in quanto il censimento intermedio ‘96

non fornisce le disaggregazioni per le singole classi di attività (definite per il censimento ’91

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 54

– cfr Relazione generale – Capitolo 10 Tabb. 10.C e 10.D) e pertanto si è ritenuto necessario

effettuare una doppia elaborazione onde poter valutare i coefficienti di equivalenza da

adottare per gli accorpamenti di classi disponibili.

I dati di base relativi alle attività industriali idroesigenti sono quelli del censimento ISTAT,

per il quale sono disponibili i dati aggregati a livello comunale. Per tali attività, il carico di

fosforo è stato valutato pari al 10% del carico complessivo prodotto dalla popolazione

residente, ovvero è stato ottenuto applicando il coefficiente di 0.6 Kg/addetto/anno al

numero totale di addetti alle classi di attività economica considerate ai fini della

popolazione equivalente, mentre per l’azoto il carico è stato ottenuto applicando il

coefficiente di 10 Kg per addetto per anno al numero totale di addetti alle classi di attività

economica considerate ai fini della popolazione equivalente.

Nella Tabella 23 vengono riportati i carichi potenziali generati dalle attività produttive

idroesigenti che si sviluppano sul territorio regionale accorpati per provincia.

Nel capitolo 10 della Relazione generale è riportata una trattazione più dettagliata.

Car ico di nutr ienti

potenziale generato dagli addetti idroesigenti

. Car ico di BOD5

(espresso come 60 g/ae/giorno)

Province totale addetti idroesigenti

N tot (tonn/y)

P tot (tonn/y)

Totale A.E BOD5

(tonn/y) COSENZA 16605 166,05 9,96 484278,30 10605,69

CATANZARO 8516 85,16 5,11 236816,70 5186,29 CROTONE 4379 43,79 2,63 144038,80 3154,45

VIBO VALENTIA

4099 40,99 2,46 122645,20 2685,93

REGGIO CALABRIA

10111 101,11 6,07 353098,10 7732,85

TOTALE 43710 437,10 26.23 1340877,10 29365,21

Tabella 23

0.1.2.3 Acque sotterranee – Sorgenti puntuali di inquinamento

In relazione alle fonti puntuali di inquinamento che insistono sulle acque sotterranee occorre

evidenziare che dall’analisi delle sorgenti puntuali di inquinamento, quali gli impianti di

depurazione e trattamento dei reflui urbani, non si evince alcuna sorgente diretta nei corpi

idrici sotterranei. Tuttavia, lo studio condotto sugli acquiferi, nell’ambito della redazione del

Piano di Tutela delle Acque, ha permesso di avere informazioni importanti sugli interscambi

fra la falda ed il fiume, ovvero su quali sono le zone in cui è la falda che alimenta i fiumi e

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 55

viceversa, in quanto quando è il fiume che alimenta la falda, generalmente nelle zone di

monte, lo sversamento non trattato dei reflui nei fiumi produce un inquinamento dell’acqua

di falda. Pertanto, se per disfunzionamenti dell’impianto di depurazione o per

sottodimensionamento dello stesso per periodi di alta affluenza, la piattaforma depurativa

non tratta opportunamente i reflui ad essa afferenti, questi diventano degli sversamenti

accidentali di sostanze contaminanti che possono causare in modo diretto l’inquinamento

della risorsa idrica sotterranea laddove si abbia un emungimento per scopi acquedottistici.

0.1.2.4 Acque sotterranee – Sorgenti diffuse di inquinamento

L’indagine qualitativa condotta sui corpi idrici sotterranei, nell’ambito del Piano di Tutela

della regione Calabria, ha evidenziato la presenza di contaminanti attribuibili ad

inquinamento da fonti diffuse di origine agricola piuttosto che puntuali di origine

urbano/industriale.

Nel complesso, infatti, le tipologie di inquinanti non sono numerose e quelli rinvenuti nelle

diverse aree monitorate sono sempre gli stessi ed in particolare nitrati, ferro, manganese,

fluoruri, antiparassitari totali, idrocarburi policiclici aromatici, ammonio, arsenico e

alluminio. Inoltre, solo per alcuni di questi, ed in particolare nitrati, ferro, manganese,

fluoruri e ammonio, è verificata una certa diffusione areale, mentre nella gran parte dei casi

si tratta di situazioni di contaminazione molto localizzate.

Nelle figure seguenti (Figg. 12, 13 e 14) è riporta la stima dei carichi di nutrienti,

determinata secondo quanto riportato nell’allegato F1, presenti nel suolo agrario e

disponibili ad essere solubilizzati, relativa ai tre trimestri autunno, inverno, primavera.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 56

Figura 12: Carichi di nitrati e fosfati in deflusso profondo_I trimestre

Figura 13: Carichi di nitrati e fosfati in deflusso profondo_II trimestre

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 57

Figura 14: Carichi di nitrati e fosfati in deflusso profondo_II trimestre

0.1.2.5 Acque superficiali e/o sotterranee – Sorgenti diffuse di inquinamento: Reflui

olear i

La produzione olivicola italiana risulta concentrata per il 72 % circa in tre regioni del

Mezzogiorno italiano: Puglia, Calabria e Sicilia. L’olivicoltura calabrese costituisce un

settore di primaria importanza nell’ambito dell’agricoltura calabrese. In base all’ultimo

censimento generale dell’agricoltura, la coltivazione dell’olivo si estende per una SAU di

165.297 ettari, pari al 29.6% del totale regionale (ARSSA, Monografia divulgativa, 2005 –

Carta di attitudine dei suoli allo spargimento delle acque di vegetazione della Regione

Calabria), come si può notare nella figura riportata qui di seguito.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 58

(fonte ARSSA, Monografia divulgativa 2005)

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 59

L’attività molitoria dei frantoi oleari produce mediamente, a livello regionale, circa 800.000

mc/anno di acque di vegetazione. Col termine ‘acque di vegetazione’ si intendono i reflui

provenienti dalla lavorazione meccanica delle olive e dai processi di estrazione dell’olio, sia

col metodo tradizionale (discontinuo) che mediante estrazione centrifuga (impianti

continui). Tali reflui sono costituiti sostanzialmente da: - acqua di costituzione delle olive

stesse che contiene diversi componenti di origine vegetale, soprattutto organici, ma anche

componenti minerali, naturalmente presenti nel succo della drupa dell’oliva con un modesto

residuo di olio; - acqua di lavaggio delle olive; - acque di lavaggio degli impianti; - acque di

diluizione delle paste usate negli impianti continui. La gestione di tali reflui presenta

notevoli implicazioni di carattere ambientale, normativo ed economico. I composti presenti

nelle acque di vegetazione, che variano quantitativamente in funzione del processo di

estrazione dell’olio, sono sia di natura organica (zuccheri, sostanze fenoliche, acidi organici,

etc.) che di natura minerale (principalmente potassio, calcio e fosforo). Pur trattandosi di

prodotti naturali, i reflui oleari devono essere considerati inquinanti per l'elevato contenuto

in sostanza organica, la cui degradazione comporta un elevato valore di BOD e COD, per la

presenza di un elevato contenuto salino, un basso pH e per la presenza di sostanze

biotossiche con spiccata azione antimicrobica e fitotossica. Dalla produzione di 100 litri di

olio residuano fino a 500 litri di acque di vegetazione con un carico organico equivalente a

quello del refluo prodotto da 130 abitanti in un giorno. Pertanto, sebbene le acque di

vegetazione non contengano sostanze pericolose (quali agenti patogeni, metalli pesanti,

molecole di sintesi di accertata pericolosità), la loro gestione pone comunque particolari

problematiche. Negli ultimi decenni sono state condotte innumerevoli ricerche che nel

complesso non hanno fornito valide soluzioni tecnologiche ed è emerso, in maniera sempre

più evidente, che l'utilizzazione agronomica rappresenta la più “valida” fra le soluzioni

possibili. Tale alternativa si muove, tra l'altro, nell'ottica di ricostruire i cicli biologici

naturali restituendo al suolo la sostanza asportata con le produzioni. Tuttavia va evidenziato

che la capacità del “sistema suolo” di valorizzare le sostanze contenute nelle acque di

vegetazione, limitando o eliminando gli effetti negativi legati al loro spargimento delle

acque di vegetazione, varia spazialmente al variare delle tipologie pedologiche. E' evidente

quindi la necessità di stabilire, attraverso la valutazione di alcuni parametri pedoambientali,

la capacità di autodepurazione dei diversi suoli, nonché la loro capacità protettiva nei

confronti dei corpi idrici sotterranei. La "Carta di attitudine dei suoli allo spargimento delle

acque di vegetazione" in scala 1.250.000, redatta dall’ARSSA ed adottata dalla regione

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 60

Calabria con D.G.R. n. 17 del 16/01/2006, fornisce una prima risposta a questa problematica

(cfr. 0.4.7). La valorizzazione agronomica delle acque di vegetazione, per una regione

fortemente interessata dall'olivicoltura con ben 160000 ha investiti a tale coltura,

rappresenta una scelta strategica fondamentale nonchè un presupposto per la certificazione

di qualità ambientale. La regolamentazione e la pianificazione degli interventi in questo

settore, con l'indicazione di possibili soluzioni sostenibili per l'ambiente e non penalizzanti

per l'economia aziendale, possono, tra l'altro, prevenire i fenomeni di scarico non

autorizzato nell'ambiente (ARSSA, Monografia divulgativa, 2005 – Carta di attitudine dei

suoli allo spargimento delle acque di vegetazione della Regione Calabria).

0.1.3 La classificazione dei corpi idrici significativi

0.1.3.1 La qualità delle acque superficiali interne (Fiumi e laghi)

I risultati dell’attività di rilevazione condotta sui corsi d’acqua calabresi nel biennio NOV

2005 – 2007 , hanno consentito di classificarne lo Stato Ecologico, lo Stato Chimico e lo

Stato Ambientale, secondo le metodologie proposte dal Dlgs 152/99. Tali risultati sono

riportati sinteticamente nella Tabella 24.

Stazione Codice stazione Nome LIM IBE SECAStato

chimico SACA

CS01 R18069F0003 Fiume Amato 3 III 3 CS02 R18069F0002 Fiume Amato 2 III 3 CS03 R18069F0001 Fiume Amato 2 III 3 CS04 R18066F0002 Fiume Corace 2 I 2 CS05 R18066F0001 Fiume Corace 3 III 3 CS06 R18012F0004 Fiume Crati 3 III 3 CS07 R18012F0001 Fiume Crati 2 IV 4 CS08 R18012F0005 Fiume Crati 3 IV 4 CS09 R18012F0006 Fiume Crati 4 IV 4 CS10 I016F0001 Fiume Lao 2 I 2 CS11 I016F0003 Fiume Lao 2 II 2 CS12 R18096F0004 Fiume Mesima 3 III 3 CS13 R18096F0002 Fiume Mesima 3 III 3 CS14 R18047F0002 Fiume Neto 2 III 3 CS15 R18047F0003 Fiume Neto 2 III 3 CS16 R18047F0001 Fiume Neto 2 IV 4 CS17 R18118F0003 Fiume Petrace 3 IV 4 CS18 R18118F0001 Fiume Petrace 2 III 3 CS19 R18118F0002 Fiume Petrace 2 III 3 CS20 R18057F0001 Fiume Savuto 2 III 3 CS21 R18057F0002 Fiume Savuto 2 II 2

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 61

CS22 R18057F0003 Fiume Savuto 2 IV 4 CS23 R18060F0001 Fiume Tacina 3 III 3 CS24 R18060F0002 Fiume Tacina 3 IV 4 CS25 R18030F0001 Fiume Trionto 2 V 5 CS26 R18030F0002 Fiume Trionto 2 IV 4 CS27 R18012F0003 Fiume Coscile 3 III 3 CS28 R18012F0002 Fiume Esaro 2 III 3

CS29 R18133F0001 Fiumara

Amendolea 2 IV 4

CS30 I016F0002 Fiume Argentino 2 I 2 CS31 R18068F0001 Fiume Crocchio 2 II 2 CS32 R18134F0001 Fiumara La Verde 2 III 3 CS33 R18009F0001 Torrente Raganello 2 IV 4 CS34 R18110F0001 Fiumara Allaro 2 III 3 CS35 R18097F0002 Fiume Ancinale 2 II 2 CS36 R18097F0001 Fiume Ancinale 2 III 3 CS37 R18089F0001 Fiume Angitola 2 III 3 CS38 R18131F0001 Fiumara Bonamico 2 III 3 CS39 R18115F0001 Fiumara Budello 4 IV 4

CS40 R18136F0001 Fiumara

Calopinace 2 III 3

CS41 R18071F0001 Fiume Esaro di

Crotone 4 IV 4

CS42 R18099F0001 Fiumara della

Ruffa 3 III 3

CS43 R18132F0001 Fiumara di Gallico 2 IV 4

CS44 R18082F0001 Torrente

Fiumarella 2 III 3

CS47 R18096F0001 Fiume Nicà 2 IV 4 CS48 R18096F0003 Fiumara Novito 2 III 3 CS49 R18042F0001 Torrente Turrina 2 IV 4

CS45 R18121F0001 Fiume

Marepotamo 3 III 3

CS46 R18085F0001 Fiume Metramo 3 IV 4 CS50 R18017F0001 Fiume Abatemarco 2 II 2 CS51 R18038F0001 Fiume Aron 2 II 2

CS52 R18050F0001 Torrente Deuda 2 III 3

Tabella 24

Delle 52 sezioni monitorate nessuna risulta in uno stato ecologico elevato (classe 1), solo 9

in uno stato buono (classe 2), 26 in uno stato appena sufficiente (classe 3), ben 15 in uno

stato scadente (classe 4) e 1 in uno stato pessimo (classe 5). Tale situazione evidenzia una

diffusa alterazione della condizione ambientale dei corsi d’acqua con una distribuzione delle

classi, quasi sempre coincidente, tranne in tre casi, con la distribuzione dell’IBE (Indice

Biotico Esteso), perché individua il SECA (Stato Ecologico Corpi Idrici), il peggiore tra

l’IBE e il LIM (Livello d’Inquinamento da Macrodescrittori).

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 62

In molte delle sezioni controllate è sempre l’IBE ad essere risultato peggiore del LIM, con il

maggior numero di stazioni (50%) collocabili nella classe 3, caratteristica di un ambiente

inquinato o comunque alterato, il 31% nella classe 4, caratteristica di un ambiente molto

inquinato o molto alterato, e 1 stazione nella classe 5.

I risultati dell’IBE devono comunque essere interpretati con estrema cautela, in quanto

molte delle stazioni sono dislocate lungo le fiumare, corsi d’acqua in cui gli alvei fluviali

apparentemente sproporzionati sono legati a due fattori: uno di tipo geomorfologico, alvei

incassati e a forte pendenza; e l’altro di tipo meteorologico, clima mediterraneo, in cui le

precipitazioni sono per lo più concentrate in autunno – inverno e, pertanto, letti in piena,

mentre sono minime, se non del tutto assenti, nel periodo estivo, in cui il letto è quasi o

completamente asciutto, ed è proprio nella subalvea che scorre “il fiume”.

Al contrario, riferendoci all’indice LIM, pur se nessuna delle stazioni risulta inseribile nel

primo livello, il 69% si classifica nel secondo e un ulteriore 25% nel terzo, solo tre stazioni

nel quarto e nessuno nel quinto.

Tale differenza di distribuzione trova pertanto una sua prima giustificazione nella maggiore

sensibilità che hanno gli organismi viventi in base ai quali è determinato l’IBE nei confronti

degli aumenti di temperatura dell’acqua e di riduzione della portata che si verificano in

alcuni corsi d’acqua specialmente nella stagione estiva, molti dei quali vanno in secca per

periodi più o meno lunghi. Importanti osservazioni sono da farsi sulla distribuzione dei

singoli macrodescrittori che contribuiscono all’individuazione del LIM nelle diverse classi.

Le concentrazioni di ossigeno disciolto rilevate sono risultate sempre a valori tali da

assicurare un elevato livello di saturazione delle 52 sezioni controllate, il 35% è risultato

mediamente caratterizzato da un deficit di ossigeno inferiore al 10% (livello 1), il 51%

compreso tra il 10 e il 20%, 6 sole stazioni con valori compresi tra il 20 e il 30% di

saturazione ed un’unica stazione sul fiume Esaro di Crotone con un deficit superiore al 30%.

La presenza di sostanza organica biodegradabile determinata in termini di BOD5, ovvero

espressa come quantità di ossigeno necessario ai batteri per metabolizzarla in un tempo pari

a 5 giorni, è risultata molto limitata. Infatti il BOD5 si è mantenuto minore di 2,5 mg/l

(classe 1) in oltre il 62% dei campioni analizzati, compreso tra 2,5 e 4 mg/l in un ulteriore

21 % (classe 2), solo 8 campioni hanno presentato valori compresi tra 4 e 8 mg/l (classe 3),

un solo campione sul fiume Crati, compreso tra 8 e 15 mg/l (classe 4) e nessun campione

maggiore di 15 mg/l (classe 5).

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 63

Il parametro COD, espressione della presenza di sostanze ossidabili chimicamente, ha

mostrato una distribuzione tra le 5 classi peggiore di quella del BOD. Infatti è risultato

inferiore a 5 mg/l in solo due sezioni, nel 75% dei casi è risultato compreso tra 5 e 10 mg/l

(classe 2), 8 sezioni hanno presentato valori compresi tra 10 e 15 mg/l (classe 3), 4 tra 15 e

25 mg/l (classe 4), nessuna inferiore a 25 mg/l (classe 5).

La distribuzione di questi parametri rivela un limitato pur se diffuso, stato di alterazione dei

corsi d’acqua e l’aver riscontrato una peggiore distribuzione del COD rispetto al BOD è

indice di uno sversamento di scarichi organici di limitata biodegradabilità.

La concentrazione di azoto nitrico (NO3- -N) in circa il 90% delle sezioni è risultata

compresa tra 0,3 e 1,5 mg/l (classe 2), in solo 5 sezioni ha raggiunto l’intervallo 1,5-5 mg/l

(classe 3) mentre gli altri intervalli non hanno interessato nessun campione.

Esaminando la distribuzione della concentrazione di azoto ammoniacale si evidenzia la sua

prevalente classificazione negli intervalli di concentrazione compresi tra 0,1 e 0,5 mg/l

(classe 3), nel quale si collocano il 48% delle sezioni, e tra 0,03 e 0,1 mg/l (classe 2) nel

quale se ne collocano 44%. Due sezioni sono risultate caratterizzate da concentrazioni

medie nell’intervallo 0,5-1,5 mg/l (classe 4) ed altre due a valori superiori a 1,5 mg/l (classe

5). Nessuna stazione è risultata caratterizzata da valori inferiori a 0,03 mg/l (classe 1).

La presenza media di fosforo totale (PTOT) nelle diverse stazioni è risultata distribuita in tutti

e cinque gli intervalli caratteristici dei diversi livelli di qualità. Il maggior numero di

stazioni (33%) ricade nell’intervallo 0,15-0,3 mg/l (classe 3), il 27% nell’intervallo 0,07-

0,15 mg/l (classe 2), il 17% tra 0,3 e 0,6 mg/l (classe 4), il 13% a valori minori di 0,07 mg/l

(classe 1) e il 10% a valori superiori a 0,6 mg/l (classe 5).

La presenza di Escherichia Coli è piuttosto diffusa in tutte le stazioni esaminate, con valori

medi anche piuttosto elevati. Nessuna stazione risulta caratterizzata da una frequenza

minore di 100 UFC/100ml (classe 1), il 15% da concentrazioni comprese tra 1000 e 5000

UFC/100ml (classe 2), il 35% comprese tra 5000 e 20000 UFC/100ml (classe 4) e ben il

17% con valori superiori a 20000 UFC/100ml (classe 5). Tale distribuzione rivela una

diffusa e significativa contaminazione di tutti i corpi idrici esaminati, per effetto di apporti

inquinanti di origine civile.

Il fatto che ad un’elevata presenza di microrganismi di origine fecale non si accompagni

un’altrettanto significativa concentrazione di BOD5 e COD ed elevati deficit di ossigeno, è

da attribuirsi alla capacità di autodepurazione dei fiumi calabresi che per le loro

caratteristiche di laminarità, sono capaci di accelerare notevolmente sia i processi di

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Relazione di sintesi 64

deossigenazione, con cui i batteri presenti nel fiume ossidano la sostanza organica

biodegradabile dispersa nelle acque fluenti, sia il trasporto di ossigeno dall’atmosfera

all’acqua per supplire alla sottrazione di ossigeno disciolto indotta dall’attività batterica per

metabolizzare la sostanza organica. Infatti l’elevato rapporto tra le superfici di interfaccia

della massa d’acqua fluente, sia con il fondo del letto del fiume, sia con l’atmosfera,

favorisce le cinetiche di entrambi i processi. E’ tale capacità autodepurativa a contribuire a

migliorare anche notevolmente gli indici LIM delle stazioni esaminate.

Al contrario la limitata portata dei fiumi non consente una elevata diluizione degli apporti di

microrganismi (Escherichia Coli), di quegli inquinanti poco abbattuti nei processi di

autodepurazione (PTOT) o caratterizzati da cinetiche di ossidazione più lente (N-NH4+). I

valori di azoto nitrico riscontrati non sono tali da destare preoccupazione per eccessivi

apporti di fertilizzanti azotati ai corsi d’acqua.

Secondo quanto previsto dall’Allegato 1 del D.lgs. 152/99 (oggi superato dal D.lgs. 152/06),

lo stato chimico dei corpi idr ici superficiali è definito in base alla presenza di sostanze

chimiche pericolose.

Ai fini dell’attribuzione dello stato chimico, lo standard di qualità delle acque superficiali da

conseguire entro il 31 dicembre 2008 è riferito alla media aritmetica annuale delle

concentrazioni delle sostanze pericolose nelle acque superficiali. Ai fini della prima

classificazione, la valutazione dello stato chimico dei corpi idrici superficiali è effettuata in

base ai valori soglia dei parametri da controllare nelle acque superficiali riportati nella

tabella 1/A (punti 1, 2, 3, 4, 5, 6), Allegato 1, D.lgs. 152/06.

In base ai risultati ottenuti nel biennio di monitoraggio (Tabella 24) (i parametri addizionali

sono stati analizzati solo il primo anno di monitoraggio), relativamente ai metalli (inquinanti

inorganici), ai fini di una prima classificazione, la valutazione dello stato chimico dei corsi

d’acqua è stata effettuata in base ai valori soglia riportati in Tabella 1/A, punto 1, del D.lgs.

152/06, ossia in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze

pericolose nelle acque superficiali, e nessuna delle stazioni esaminate presenta

concentrazioni medie eccedenti i limiti fissati dalla tabella 1/A – punto 1, del D.lgs. 152/06

(Tabella 24).

Nella stazione CS29 l’unico metallo che eccede il limite fissato dalla tabella 1/A – punto 1

del D.lgs. 152/06 ascrivibile alla facies litologica del corso fluviale è il nichel (in alcune

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Relazione di sintesi 65

stazioni il valore medio del nichel non eccede il limite fissato dalla normativa, ma risulta

prossimo a tale valore, comunque sempre ascrivibile alla facies litologica del corso

fluviale).

Per quanto riguarda tutte le altre sostanze chimiche pericolose, appartenenti alla categoria

degli inquinanti organici (Tabella 1/A, D.lgs. 152/06, punto 2. Idrocarburi policiclici

aromatici, punto 3. Idrocarburi aromatici, punto 4. Idrocarburi alifatici clorurati, punto 5.

Prodotti fitosanitari e biocidi, punto 6. Composto organici semivolatili) non sono state

riscontrate concentrazioni medie significative in nessun tratto fluviale campionato.

Secondo quanto previsto dall’Allegato 1 del D.lgs. 152/99 (oggi superato dal D.lgs. 152/06),

lo stato ambientale dei corpi idr ici superficiali è definito in base al rapporto tra i dati

relativi allo stato ecologico dei corsi d’acqua e la presenza di sostanze chimiche

pericolose, ossia lo stato chimico dei corsi d’acqua. Se le concentrazioni medie

(aritmetiche annuali) delle sostanze pericolose (Tab. 1 D.lgs. 152/99 e s.m.i.) risultano

essere inferiori ai valori soglia normati, lo stato ambientale dei corsi d’acqua dipende solo

dalla classificazione dello stato ecologico dei corsi d’acqua (secondo quanto previsto dalla

Tabella 9 del D.lgs. 152/99).

In base ai risultati ottenuti nel biennio di monitoraggio (Tabella 24), la valutazione dello

stato chimico dei tratti di corsi d’acqua esaminati è stata effettuata in base ai valori soglia

riportati in Tabella 1/A, punto 1, del D.lgs. 152/06, ossia in base alla media aritmetica

annuale delle concentrazioni di sostanze pericolose nelle acque superficiali, e nessuna delle

stazioni esaminate presenta concentrazioni medie eccedenti i limiti fissati dalla tabella 1/A –

punto 1, del D.lgs. 152/06 e, pertanto, lo stato ambientale dei tratti di corsi d’acqua

esaminati risulta essere lo stesso dello stato ecologico (Tabella 24).

Laghi ed invasi ar tificiali

Nel caso degli invasi artificiali, al fine di una loro caratterizzazione conoscitiva in termini

ecologico – ambientali si è effettuata la loro classificazione in termini di SEL, acronimo di

Stato Ecologico dei Laghi. La base di partenza per questa valutazione è stata la

classificazione dei 12 laghi significativi individuati, come punti di monitoraggio, nel biennio

2005 – 2007, considerato come attività conoscitiva iniziale. Questa classificazione, sebbene

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Relazione di sintesi 66

possa portare ad una definizione non esaustiva dei laghi a rischio, perché invasi artificiali e,

quindi, corpi idrici fortemente modificati, consente di fissare quelle che con ogni evidenza

sono le situazioni maggiormente problematiche.

L’indice SEL è un indice sintetico che definisce la stato ecologico dei laghi valutandone i

differenti stati trofici. I parametri che vengono considerati sono: il valore minimo della

trasparenza, la percentuale a saturazione dell’ossigeno ipolimnico, il valore massimo di

clorofilla “a” e quello del fosforo totale. Altri parametri considerati sono: la temperatura,

l’alcalinità, l’ortofosfato, l’azoto (nitrico, nitroso, ammoniacale e totale), conducibilità

specifica, pH, ossigeno disciolto.

Ai corpi idrici artificiali si applicano gli stessi elementi di qualità e gli stessi criteri di

misura applicati ai corpi idrici superficiali naturali che più si accostano al corpo idrico

artificiale in questione (All.1, D.lgs. 152/99 e s.m.i). Gli obiettivi ambientali fissati per

questi corpi idrici devono comunque garantire il rispetto degli obiettivi fissati per i corpi

idrici superficiali naturali ad essi connessi. Per quanto riguarda lo stato ecologico,

tendenzialmente, devono avere un livello qualitativo corrispondente almeno a quello

immediatamente piu' basso di quello individuato per gli analoghi corpi idrici naturali.

I risultati delle rilevazioni effettuate sui laghi calabresi, riportati in tabella 25 hanno

evidenziato un loro diffuso stato di alterazione. La loro limitata trasparenza, mai maggiore

di 2 m, e l’elevata concentrazione di fosforo totale e di clorofilla “a” riscontrate, spesso

accompagnate da scostamenti anche elevati dell’ossigeno disciolto dai valori di saturazione,

caratterizzano in tutti i laghi esaminati uno stato ecologico di classe 4. Tale classe è indice

di uno stato ecologico scadente attribuibile prevalentemente a fenomeni di eutrofizzazione,

specialmente per i laghi Ampollino, del Passante e S. Anna, nei quali le analisi condotte sul

biota hanno segnalato uno stato trofico elevato.

Stazione Codice stazione

Denominazione Categor ia Utilizzazione (fonte RID)

SEL biennio Classe

Stato chimico

SAL

IA01 R18012LA003 Lago Farneto del

Principe LAGO

ARTIFICIALE Irrigua 4

IA02 R18012LA002 Lago Tarsia LAGO

ARTIFICIALE Irrigua –

Industriale 4

IA03 R18012LA001 Lago Cecita LAGO

ARTIFICIALE Idroelettrica 4

IA04 R18047LA003 Lago Arvo LAGO

ARTIFICIALE Idroelettrica 4

IA05 R18047LA001 Lago Ampollino LAGO

ARTIFICIALE Idroelettrica 4

IA06 R18064LA001 Lago del Passante

LAGO ARTIFICIALE

Idroelettrica 4

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Relazione di sintesi 67

IA07 R18089LA001 Lago Angitola LAGO

ARTIFICIALE Irrigua 4 *

IA08 R18071LA001 Vasca S. Anna LAGO

ARTIFICIALE Irrigua 4 *

IA09 R18131LN001 Lago Costantino LAGO

NATURALE 0

IA10 R18096LA001 Diga del Metramo

LAGO ARTIFICIALE

Irrigua – Potabile – Industriale

4

IA11 R18122LA001 Lordo LAGO

ARTIFICIALE Irrigua 4

IA12 R18047LA002 Lago AriamacinaLAGO

ARTIFICIALE Idroelettrica 4

* monitorato solo il II° anno di attività di campionamento

Tabella 25

I parametri che hanno contribuito maggiormente alla determinazione della classe

“scadente”, e quindi dello stato ecologico e trofico dei laghi, sono il “livello di trasparenza”,

il “livello di fosforo totale” ed il “livello di clorofilla” che sono sempre in classe 4 o 5.

C’è da precisare però che, i dati analitici relativi ai siti di acque dolci da destinare alla

produzione di acqua potabile ricadenti in quasi tutti questi invasi artificiali non destano

alcuna preoccupazione per il loro utilizzo in quanto nessuno di loro risulta “non conforme

all’obiettivo di qualità specifico per la produzione di acqua potabile”.

Secondo quanto previsto dall’Allegato 1 del D.lgs. 152/99 (oggi superato dal D.lgs. 152/06),

lo stato chimico dei corpi idr ici superficiali è definito in base alla presenza di sostanze

chimiche pericolose.

Ai fini dell’attribuzione dello stato chimico, lo standard di qualità delle acque superficiali da

conseguire entro il 31 dicembre 2008 è riferito alla media aritmetica annuale delle

concentrazioni delle sostanze pericolose nelle acque superficiali. Ai fini della prima

classificazione, la valutazione dello stato chimico dei corpi idrici superficiali è effettuata in

base ai valori soglia dei parametri da controllare nelle acque superficiali riportati nella

tabella 1/A (punti 1, 2, 3, 4, 5, 6), Allegato 1, D.lgs. 152/06.

In base ai risultati ottenuti nel biennio di monitoraggio (Tabella 25) (i parametri addizionali

sono stati analizzati solo il primo anno di monitoraggio), relativamente ai metalli (inquinanti

inorganici), ai fini di una prima classificazione, la valutazione dello stato chimico delle

acque superficiali è stata effettuata in base ai valori soglia riportati in Tabella 1/A, punto 1,

del D.lgs. 152/06, ossia in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di

sostanze pericolose nelle acque superficiali. Nessuna delle stazioni di monitoraggio

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Relazione di sintesi 68

dislocate sugli invasi artificiali/lago naturale presenta concentrazioni medie eccedenti i

limiti fissati dalla tabella 1/A – punto 1, del D.lgs. 152/06 (Tabella 25).

Per quanto riguarda tutte le altre sostanze chimiche pericolose, appartenenti alla categoria

degli inquinanti organici (Tabella 1/A, D.lgs. 152/06, punto 2. Idrocarburi policiclici

aromatici, punto 3. Idrocarburi aromatici, punto 4. Idrocarburi alifatici clorurati, punto 5.

Prodotti fitosanitari e biocidi, punto 6. Composto organici semivolatili) non sono state

riscontrate concentrazioni medie significative in nessun specchio lacustre campionato.

Secondo quanto previsto dall’Allegato 1 del D.lgs. 152/99 (oggi superato dal D.lgs. 152/06),

lo stato ambientale dei corpi idr ici superficiali è definito in base al rapporto tra i dati

relativi allo stato ecologico dei laghi e la presenza di sostanze chimiche pericolose, ossia lo

stato chimico dei laghi. Se le concentrazioni medie (aritmetiche annuali) delle sostanze

pericolose (Tab. 1 D.lgs. 152/99 e s.m.i.) risultano essere inferiori ai valori soglia normati,

lo stato ambientale dei laghi dipende solo dalla classificazione dello stato ecologico dei

laghi (secondo quanto previsto dalla Tabella 12 del D.lgs. 152/99).

In base ai risultati ottenuti nel biennio di monitoraggio (Tabella 25), la valutazione dello

stato chimico dei laghi/invasi artificiali esaminati è stata effettuata in base ai valori soglia

riportati in Tabella 1/A, punto 1, del D.lgs. 152/06, ossia in base alla media aritmetica

annuale delle concentrazioni di sostanze pericolose nelle acque superficiali, e nessuno dei

laghi/invasi artificiali esaminati presenta concentrazioni medie eccedenti i limiti fissati dalla

tabella 1/A – punto 1, del D.lgs. 152/06 e, pertanto, lo stato ambientale dei laghi / invasi

ar tificiali esaminati risulta essere lo stesso dello stato ecologico (Tabella 25).

0.1.3.2 La qualità delle acque di transizione

Al fine della classificazione delle acque di transizione, secondo quanto prescritto dal D.lgs.

152/99 e s.m.i., si valuta il numero di giorni di anossia/anno, misurate nelle acque di fondo.

Questo risultato va integrato con i risultati delle analisi relative ai sedimenti ed al biota e

con il livello di concentrazione di inquinanti prioritari riferito agli standard di qualità

ambientale fissati dal DM del 12/06/2003 n° 367 (Rif .APAT monitoraggio acque di

transizione 2004) e insieme definiscono lo stato ambientale complessivo delle acque di

transizione.

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Relazione di sintesi 69

L’esito positivo dei saggi biologici sui sedimenti o l’indicazione di un incremento

statisticamente significativo delle concentrazioni di inquinanti nei sedimenti o

dell’accumulo negli organismi, ne pregiudica l’attribuzione dello stato sufficiente; e in tal

caso, il corpo idrico in questione va classificato nello stato scadente.

Stazione Codice stazione Corpo idr ico Stato

ambientale AT01 T180101 Stagni di Gizzeria BUONO AT02 T180201 Pantano di Saline Joniche SCADENTE

Tabella 26

Sulla base dei risultati osservati dalle concentrazioni di ossigeno disciolto nell’arco del

biennio di monitoraggio 2005 – 2007, per quanto riguarda il sito di Gizzeria Lido (AT01), i

valori monitorati non mostrano in nessuna occasione concentrazioni inferiori ad 1 mg/l,

permettendo di attribuire a questa stazione una classe ambientale “buona”. Questa

situazione viene confermata anche dall’esito delle analisi condotte sulle acque e sui

sedimenti dove pur registrando valori elevati per il cromo, che eccede di poco il limite

indicato dal D.M. 367/03, ciò non porta a pregiudicare il giudizio di qualità “buona”

espressa anche per il 2006. Le concentrazioni di tutti gli altri parametri analizzati (IPA,

metalli pesanti, composti organoclorurati e composti organostannici) rientrano nei limiti

indicati dalla normativa. Anche i saggi biologici condotti sui sedimenti hanno dato per

questo sito un esito negativo.

Anche per quanto concerne il sito di Saline Joniche (AT02), non sono stati rilevati livelli di

ossigeno disciolto inferiori a 1 mg/l, benchè in alcune occasioni siano registrabili cali fino a

2 mg/l. Per quanto attiene a questo parametro anche a questa stazione è quindi attribuibile

una classe di Qualità Ambientale “Buona”. Tuttavia questo risultato da solo non è

sufficiente a definire lo stato ambientale del corpo idrico, ma anzi va integrato con tutta una

serie di informazioni che, come nell’anno precedente, anche in questo secondo anno di

monitoraggio hanno evidenziato per questo sito concentrazioni irregolari, estremamente

elevate, dei nutrienti, sia nella frazione disciolta che totale, con picchi maggiori in periodo

invernale e fine estivo autunnale. A tali concentrazioni si associa, in maniera non regolare,

la presenza di enterococchi, quasi sempre superiori al limite. Il Pantano è caratterizzato, in

particolare, da elevatissime concentrazioni di CHla, che superano più volte i 20 mg/mc con

massimi di oltre 180 mg/mc. A questo si aggiunge il fatto che il sedimento del sito AT02 è

risultato tossico per il batterio Vibrio fischeri e pertanto, poiché la classificazione delle

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 70

acque lagunari e degli stagni costieri prevede che l’esito positivo dei saggi biologici sui

sedimenti ne pregiudichi lo stato ambientale, il sito AT02 (Saliniche Ioniche) va classificato

nella classe scadente.

0.1.3.3 La qualità delle acque marino costiere

Il D.lgs. 152/99 e s.m.i. pone quale obiettivo per il 31/12/2008 il raggiungimento di valori di

TRIX inferiori a 5 unità su ciascuna delle stazioni monitorate (stato “buono”).

Il TRIX è un indice del trofismo del sistema più che un indice di qualità della acque perché

misura l’ampiezza della produzione primaria potenziale o già avvenuta. Il suo limite è

legato al tipo di scala utilizzata, che permette di comparare aree diverse senza considerare il

loro contesto ambientale. L’indice TRIX è stato realizzato per il Nord Adriatico ed è,

quindi, applicabile soltanto in aree eutrofiche, mentre applicato in ambienti oligotrofici,

come possono esserlo le acque costiere calabresi, porta a classificare in uno stato

ELEVATO o BUONO la maggior parte dei siti analizzati.

La classificazione prevede una scala trofica costituita da quattro intervalli di stato di trofia:

2-4 = stato elevato;

4-5 = stato buono;

5-6 = stato mediocre;

6-8 = stato scadente.

L’analisi di questi dati, indipendentemente dai loro limiti, impone comunque un tentativo di

classificazione della qualità degli ecosistemi marini costieri calabresi ai sensi della

normativa prima citata.

L’indice TRIX classifica le acque costiere calabresi, ossia tutti i 67 transetti dislocati

all’interno dei 15 tratti di costa omogenei identificati, sempre con elevata qualità trofica e,

pertanto, per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dal D.lgs.

152/99 e s.m.i. si rileva che le condizioni di trofia sono già in linea con gli obiettivi indicati

dalla normativa per il 2008 ed il 2016 (indice trofico TRIX < 5).

Accanto al TRIX è stato calcolato anche l’indice CAM, nonostante non sia previsto da

normativa.

L’indice CAM si basa su un criterio diverso di classificazione, in cui viene usata una

procedura statistica di analisi multivariata, tale che le variazioni dei parametri siano quelle

caratteristiche dell’ambiente considerato. Anche il CAM utilizza le variabili legate alla

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 71

potenzialità produttive del sistema, per cui rappresenta anch’esso una classificazione del

livello trofico del sito, ma confrontato con il bacino di appartenenza.

Figura 15: Distribuzione del valore medio (8 campagne – 24 mesi) degli indici TRIX e CAM

L’indice TRIX classifica le acque costiere quasi sempre con elevata qualità trofica (Fig. 15),

mentre l’indice CAM, rileva che durante alcune stagioni, in particolare nelle stagioni

autunnali e invernali, la qualità trofica è appena sufficiente con aree a caratteristiche

mediocri e scadenti (Fig. 15).

Questo aspetto merita una riflessione accurata. Infatti, benché precedentemente l’indice

CAM è stato definito più appropriato per la definizione delle caratteristiche trofiche degli

ecosistemi marini calabresi, bisogna rilevare che le condizioni di partenza di queste aree

potrebbero essere cambiate in questi ultimi anni anche in relazione ai cambiamenti climatici

in atto.

Il problema degli indici sintetici di qualità degli ecosistemi acquatici è, attualmente, al

centro delle discussioni della comunità scientifica nazionale ed europea. Allo stato l’unica

certezza è data dal fatto che appare quasi impossibile classificare la qualità di un ecosistema

marino attraverso l’uso di un solo indice sintetico. Infatti, la qualità trofica è aspetto

assolutamente differente ad esempio, dalla qualità igieno-sanitaria degli ecosistemi

acquatici, come vedremo di seguito, e i dati relativi alle campagne condotte fino ad oggi

enfatizzano questo aspetto.

In molti casi, la qualità trofica buona può corrispondere ad una qualità igienico-sanitaria

scadente; il che, ancora una volta, enfatizza la necessità di utilizzare la combinazione di più

38°00 N

39°00 N

40°00 N

17°00 E16°00 E

Indice TRIX - 24 mesi

2

3

4

5

6

7

8

elevato

buono

mediocre

scadente

38°00 N

39°00 N

40°00 N

17°00 E16°00 E

Indice CAM - 24 mesi

0

1

2

3

4

5

6

elevato

sufficiente

mediocre

scadente

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 72

indici per la definizione dello stato di salute degli ecosistemi acquatici. In conclusione,

l’elaborazione sintetica dei macrodescrittori di qualità, indici TRIX e CAM, hanno

dimostrato la loro inefficacia ai fini di una corretta classificazione degli ecosistemi marino

costieri.

0.1.3.4 La qualità delle acque sotterranee

Per quanto riguarda la classificazione di qualità, l’Allegato 1 del Decreto Legislativo 11

maggio 1999, n. 152, fissa i criteri relativi al monitoraggio e classificazione delle acque in

funzione degli obiettivi di qualità ambientale e, in particolare, al punto 4 tratta le acque

sotterranee.

Al punto 4.4.2 vengono stabiliti i criteri di classificazione relativamente allo stato chimico

delle acque sotterranee, per le quali vengono individuate cinque classi distinte. Le acque

individuate dal D.lgs. 152/99 e s.m.i. corrispondono ad acque con caratteristiche

idrochimiche da pregiate (classe 1) a scadenti (classe 4), secondo un gradiente di impatto

antropico crescente.

E’ bene precisare, che in fase di assegnazione delle classi qualitative, ai campioni di acqua

analizzati non è stata assegnata nessuna Classe 0, non disponendo di informazioni

sufficienti a riconoscere come di origine naturale, le cause del superamento dei limiti di

concentrazione. Sarà solo a valle di studi mirati che si potrà stabilire e riconoscere tali

superamenti tabellari per alcuni parametri come “valore di fondo naturale”.

Una corretta interpretazione dei risultati del monitoraggio realizzato nel biennio nov 2005 –

2007, richiede un’analisi per bacini idrogeologici, esaminando i fenomeni che

accompagnano le singole aree oggetto di monitoraggio, in modo da poter individuare

eventuali anomalie, stabilire i trend evolutivi sia qualitativi che quantitativi e riconoscere

stati di crisi in atto, ovvero situazioni di crisi potenziali.

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Relazione di sintesi 73

Complesso acquifero della Piana di Sibari

La tipologia piuttosto varia di inquinanti rinvenuti e la loro distribuzione nell’area di

monitoraggio rendono piuttosto difficile l’identificazione di una potenziale fonte inquinante.

Va, tuttavia, evidenziato che la Piana di Sibari è la più grande pianura alluvionale della

Calabria e tra le aree a maggiore densità abitativa. Principale risorsa economica della zona è

rappresentata dall’attività agricola (agrumi, oliveti, risaie), oltre che dal turismo con vari

villaggi turistici collocati lungo la costa.

Nella figura 16, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del

punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e,

laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno

comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti

fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99).

Figura 16: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana di Sibari – Valori medi

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 74

Complesso acquifero della Piana del Lao

Tutta l’area di monitoraggio è quasi interamente esente da fenomeni inquinanti di un certo

rilievo. Relativamente ai punti di monitoraggio che presentano classe 4, sulla base della

tipologia di inquinanti rinvenuti e dell’assenza di altri parametri addizionali, risulta difficile

poter avanzare ipotesi circa la loro origine. Per il pozzo L04 si può ipotizzare una relazione

tra l’alto tenore di solfati e la vicinanza alla costa, essendo il solfato il terzo ione, in termini

di abbondanza nell’acqua di mare. Ma si tratta di una ipotesi che andrebbe meglio verificata.

Nella figura 17, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del

punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e,

laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno

comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti

fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99).

Figura 17: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana del Lao – Valori medi

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 75

Complesso acquifero della Piana di Lamezia Terme

La tipologia di inquinanti rinvenuti (con esclusione dei nitrati) e la loro alternanza nel corso

delle diverse campagne non sembra suggerire l’attribuzione della contaminazione alle

pratiche agricole. La presenza di alcuni inquinanti (ammonio, IPA) è sicuramente da

collegarsi all’esteso sviluppo di aree urbanizzate presenti nella Piana di S. Eufemia, in cui

tra l’altro ricade anche l’aeroporto di Lamezia Terme.

Riguardo la diffusa presenza di Ferro e Manganese e di altri metalli (As, Al) occorrerebbe

meglio indagare poiché è ipotizzabile una origine naturale. Nell’area in esame, infatti,

ricadono due sorgenti di acqua termale, quella di Caronte e quella di Sant' Elia, storicamente

note per le loro acque sulfuree. Tali acque possono essere associate alla presenza di

arsenico, ferro e manganese di origine profonda. In ogni caso, particolare attenzione merita

il pozzo SE14 che per la contestuale presenza di diverse tipologie di inquinante e per la loro

persistenza fa pensare ad un inquinamento di tipo puntuale piuttosto importante. Nella

figura 18, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del punto

acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e,

laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno

comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti

fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99).

Figura 18: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana di Sant’Eufemia – Valori medi

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 76

Complesso acquifero della Piana di Gioia Tauro

La situazione di inquinamento da nitrati riscontrata (o emersa), sembra abbia interessato

spazialmente una grossa area a nord della Piana di Gioia Tauro. Si osserva, inoltre, che gli

inquinanti rinvenuti sono sempre gli stessi (nitrati, ferro, manganese e antiparassitari totali)

e tutti sono collegabili all’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari in agricoltura.

Considerata l’importanza attribuita dal D.Lgs 152/99 all’inquinamento da nitrati, che tra

l’altro risultano l’unico fattore discriminante per l’attribuzione alla classe di qualità 3, sì è

meglio voluto indagare sulla distribuzione spaziale di questo inquinante che risulta tra i più

diffusi soprattutto in aree prevalentemente vocate all’agricoltura e alla zootecnia. Il quadro

evidenziato risulta essere abbastanza preoccupante. Infatti, le concentrazioni di nitrati

inferiori a 25 mg/l si rinvengono solo nella parte sud - occidentale dell’area monitorata e in

corrispondenza delle aree più interne. In particolare meriterebbero un maggiore

approfondimento gli altri valori riscontrati in corrispondenza dei pozzi GT01, GT02, GT14.

Nella figura 19, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del

punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e,

laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno

comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti

fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99).

Figura 19: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana di Gioia Tauro – Valori medi

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 77

Complesso acquifero della Piana di Reggio Calabria

Le aree più interessate dai fenomeni inquinanti sono collocate in prossimità della costa ed in

particolare lungo la fascia costiera a sud di Reggio Calabria. Sulla base della tipologia di

inquinanti rinvenuti (nitrati, solfati, fluoruri, ferro, antiparassitari totali) si è portati a legare

tale contaminazione alle pratiche agricole che sempre più diffusamente fanno ricorso all’uso

di fertilizzanti ed antiparassitari. Relativamente al fluoruro, tuttavia, non è da escludere

un’origine diversa da quella agricola essendo quest’ultimo presente in prodotti solventi,

sgrassanti, conservanti o refrigeranti. Gli altri inquinamenti di rilievo si osservano in

corrispondenza dei punti d’acqua ubicati nella parte centrale più interna dell’area di

monitoraggio. La presenza, se pur non costante, di elevate concentrazioni di idrocarburi

policiclici aromatici (IPA), manganese, ferro, arsenico e ammonio farebbe pensare più ad

una fonte di tipo puntuale quale ad esempio una discarica RSU o sversamenti di natura

industriale. La carta di uso del suolo non sembra dare riscontro su quanto appena affermato,

pertanto occorrerebbe meglio indagare sulla tipologia di attività antropiche svolte in

quest’area. Considerata l’importanza attribuita dal D.Lgs 152/99 all’inquinamento da nitrati,

che tra l’altro risultano l’unico fattore discriminante per l’attribuzione alla classe di qualità

3, sì è meglio voluto indagare sulla distribuzione spaziale di questo inquinante che risulta tra

i più diffusi soprattutto in aree prevalentemente vocate all’agricoltura e alla zootecnia.

Nella figura 20, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del

punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e,

laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno

comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti

fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99).

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Relazione di sintesi 78

Figura 20: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana di Reggio Calabria – Valori medi

Complesso acquifero della Piana di Crotone

Non essendoci superamento dei limiti per alcun parametro addizionale, la classe chimica

complessiva relativa al periodo di monitoraggio è la stessa determinata dai soli parametri di

base.

Pur considerando l’esiguità dei punti di monitoraggio, dalle analisi condotte emerge una

buona situazione qualitativa. Infatti, per le ue campagne effettuate nel corso del solo II°

anno, a seguito di una rimodulazione della rete di monitoraggio rispetto al primo anno, solo

per pochi parametri si rileva un superamento dei limiti. In particolare, nella campagna luglio

2007 questo accade per il ferro e il manganese, nel pozzo Tacina, e per i solfati nel pozzo

Corace. Nella IV campagna invece, i valori di solfato rientrano, mentre permangono alti

valori di ferro e manganese nel pozzo Tacina e compaiono alti valori di ferro nel pozzo

Crocchio. Per quanto riguarda la conducibilità elettrica, i valori misurati, pur non essendo

tali da superare il limite per l’attribuzione alla classe 3 (2500 たS/cm), sono più alti dei valori

misurati in tutte le altre aree di monitoraggio. Questa evidenza assieme alle concentrazioni

riscontrate per cloruri e solfati farebbe ipotizzare un problema di intrusione salina più

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 79

marcato rispetto alle altre aree. Occorrerebbe comunque un maggior approfondimento a

riguardo. Una situazione abbastanza tranquilla emerge anche dall’analisi delle

concentrazioni di nitrati, per il quali si sono misurati valori molto bassi e tali da determinare

sempre l’attribuzione alla classe 1. Anche le concentrazioni di ione ammonio sono risultate

quasi sempre inferiori al limite di rilevabilità.

Nella figura 21, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del

punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e,

laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno

comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti

fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99).

Figura 21: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana del Crotonese – Valori medi

0.1.4 Individuazione dei corpi idrici per specifica destinazione

Si riportano in sintesi le reti di monitoraggio a destinazione funzionale per le acque dolci

superficiali destinate alla produzione di acqua potabile e idonee alla vita dei pesci, e per le

acque destinate alla vita dei molluschi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 80

0.1.4.1 Le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile

0.1.4.1.1 Localizzazione dei punti di prelievo

Secondo quanto previsto nell’art. 7 nell’All. 2, sez. A del D. Lgs. 152/99, per tutti i laghi

artificiali e per tutti i corsi d’acqua destinati ad essere utilizzati per l’approvvigionamento

idrico potabile, le stazioni di campionamento sono state localizzate in prossimità delle opere

di presa esistenti o previste in modo che i campioni rilevati siano rappresentativi della

qualità delle acque da utilizzare.

La rete di monitoraggio si articola in 26 stazioni, delle quali 12 dislocate, sia su corsi

d’acqua che su invasi artificiali, in prossimità delle opere di presa esistenti (Tabella 27) e le

restanti 14 localizzate in siti che potenzialmente potrebbero essere utilizzate per fini

potabili, previo trattamento specifico (Tabella 28).

Alla luce delle risultanze analitiche e di alcune problematiche emerse nel corso del primo

anno di campionamento, la rete di monitoraggio, rispetto alla rete iniziale, ha subito alcune

modifiche; nel corso del primo anno, già all’inizio dell’attività di campionamento, la

stazione AP03 dislocata sul Torrente Greco è stata soppressa perché non ritenuta idonea ai

fini potabili, in quanto troppo all’interno di un tessuto fortemente urbanizzato, e sostituita

con AP03 dislocata sull’invaso del Menta; inoltre, da Febbraio 2006 è stata soppressa anche

la stazione AP21 dislocata sul Vallone Minarello perchè ritenuta non idonea ai fini

dell’utilizzazione potabile e sostituita con AP26 dislocata sull’invaso Sant’Anna.

0.1.4.1.2 Risultati

Le determinazioni analitiche condotte nel biennio nov 2005 – 2007 permettono di definire

se un’acqua superficiale può essere utilizzata per la produzione di acqua potabile e, in caso

affermativo, a quale categoria di trattamento (A1, A2, A3) dovrà essere sottoposta (allegato

2 – tabella 1/A, D.lgs. 152/99):

‚ A1: Trattamento fisico semplice e disinfezione;

‚ A2: Trattamento fisico e chimico normale e disinfezione;

‚ A3: Trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione.

Di seguito vengono riportate le tabelle riassuntive delle stazioni di campionamento (Tabb.

27 e 28) dove sono state effettuate le attività di monitoraggio nel biennio 2005 – 2007 e le

relative categorie di trattamento richieste ai fini della loro utilizzazione.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 81

Stazione Codice stazione

Corpo idr ico

Località 1° anno

Nov 2005 – Ott 2006

parametr i cr itici

2° anno Nov

2006 – Ott 2007

parametr i cr itici

AP01 Fiume Sinni

Presa impianto di

potabilizzazioneA2 A2

AP05 R18012AP002 Fiume

Cardona

Presa impianto di

potabilizzazioneA3 BOD5 A3

Coliformi Totali

AP08 R18047AP002 Fiume Lese

Presa impianto di

potabilizzazioneA2 A3 Fenoli

AP09 R18047AP001 Fiume Neto

Presa impianto di

potabilizzazione

NON IDONEA

BOD5, Coliformi

Totali

NON IDONEA

Coliformi Totali

AP12 R18057AP001 Fiume Savuto

Presa impianto di

potabilizzazioneA3

Coliformi Totali

A3

Manganese, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali

AP14 R18067AP001 Diga del Passante

Presa impianto di

potabilizzazioneA3

Salmonelle 1000

A3

Rame, Coliformi

Totali, Streptococchi

Fecali

AP16 R18096AP001 Invaso del Metramo

Galatro A3 Manganese,

BOD5 A3

Fenoli, BOD5,

Coliformi Totali,

Coliformi Fecali

AP19 R18100AP001 Fiumara Alaca

Presa impianto di

potabilizzazioneA3

Manganese, Coliformi

Fecali A3 Manganese

AP19bis R18100AP002 Fiumara Alaca

Presa impianto di

potabilizzazioneA3

Manganese, Coliformi

Totali A3 Manganese

AP23 R18129AP001 Fiume Telese

Presa impianto di

potabilizzazioneA2 A3 Manganese

AP24 R18030AP001 Torrente Trionto

Presa impianto di

potabilizzazioneA3

Coliformi Totali

A3 Fenoli,

Manganese

AP25 R18068AP001 Fiume

Crocchio

Presa impianto di

potabilizzazioneA2 A3

Fenoli, Coliformi

Totali

Tabella 27- Siti opere di presa esistenti

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 82

Stazione Codice stazione

Corpo idr ico

Località 1° anno Nov 2005 – Ott

2006

parametr i cr itici

2° anno Nov

2006 – Ott 2007

parametr i cr itici

AP02 I016AP001 Fiume Lao Papasidero A3

Azoto Kjeldhal, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali

NON IDONEA

Streptococchi Fecali

AP03 R18133AP001 Fiume Menta

Diga Menta A2 A3 Fenoli,

Coliformi Totali

AP04 R18012AP003 Invaso

dell’Esaro Invaso

dell’Esaro A2 A3

Coliformi Totali

AP06 R18012AP001 Lago Cecita Lago Cecita

A3 Azoto

Kjeldhal A2

AP07 R18017AP001 Fiume

Abatemarco Verbicaro

NON IDONEA

Coliformi Totali

A3

Manganese, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali

AP10 R18047AP004 Lago Arvo Lago Arvo A3 Manganese,

BOD5 A3

Fenoli, Manganese, Coliformi

Totali

AP11 R18047AP003 Lago

Ampollino Lago

Ampollino A3 BOD5 A3 Fenoli

AP13 R18060AP001 Fiume Tacina

Petilia Policastro

NON IDONEA

Coliformi Totali,

Coliformi Fecali

A3

Fenoli, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali

AP15 R18096AP002 Fiume

MarepotamoS. Angelo

NON IDONEA

Coliformi Totali,

Coliformi Fecali,

Streptococchi Fecali

NON IDONEA

Azoto Kjeldhal, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali

AP17 R18089AP001 Fiume

Angitola Capistrano A3

Manganese, Azoto

Kjeldhal, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali, Salmonelle

NON IDONEA

Streptococchi Fecali

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 83

1000

AP18 R18099AP001 Fiumara del

Poro Fiumara del

Poro NON

IDONEA

Fosfati, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali

NON IDONEA

Fosfati, BOD5, Azoto

Kjeldhal, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali

AP20 R18114AP001 Fiume

Torbido Grotteria A3

Coliformi Totali

A2

AP21 R18118AP001 Vallone

Minarello Oppido

Mamertina NON

IDONEA

Fosfati, Azoto

Kjeldhal, Ammoniaca,

Coliformi Totali,

Coliformi Fecali,

Streptococchi Fecali

AP22 R18122AP001 Invaso del

Lordo Siderno A3 Rame A2

AP26 R18071AP001 Vasca S.

Anna Isola Capo

Rizzuto A3

Coliformi Totali,

Coliformi Fecali

A3 Coliformi

Totali

Tabella 28 – Siti potenziali ai fini dell’utilizzazione delle acque per uso umano

È da notare che le misure di temperatura di alcune stazioni sono risultate elevate (>25 °C)

nel periodo estivo (luglio agosto 2006), ciò è da imputare ad un periodo meteo

eccezionalmente caldo che ha comportato un innalzamento di temperatura dei corsi d’acqua,

soprattutto in quelli il cui regime è scarso o di deflusso minimo. Tanto nel primo anno,

quanto nel secondo allo scopo di poter raffrontare i risultati, non sono stati considerati ai fini

della classificazione i valori di temperatura. Tale parametro, che sarebbe risultato critico per

alcuni corpi idrici, è derogabile ai sensi di legge e dovrebbe essere pertanto oggetto di

ulteriori approfondimenti per definire più precisamente come valutarlo. Sempre con

riferimento a questo schema non sono infine stati utilizzati i parametri per i quali non sono

definiti i valori limiti per le categorie A1, A2 e A3.

In sintesi:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 84

- Il primo anno di monitoraggio il 22% delle stazioni monitorate possono essere

destinate alla produzione di acqua potabile previo trattamento A2 (ossia trattamento

fisico e chimico normale e disinfezione), il 56 % delle stazioni monitorate possono

essere destinate alla produzione di acqua potabile previo trattamento di categoria A3

(trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione) ed il restante 22%

risulterebbe essere sito non idoneo alla produzione di acqua potabile per le

concentrazioni fuori limite tabellare dei parametri microbiologici.

- Il secondo anno di monitoraggio scende la percentuale dei siti in cui le acque

possono essere utilizzate ai fini potabili previo trattamento A2 (passando dal 22% al

15%), sale invece la percentuale dei siti in cui le acque possono essere utilizzate ai

fini potabili previo trattamento delle acque di categoria A3 (passando dal 56% al

65%) e scende anche la percentuale dei siti in cui le acque, per superamenti dei limiti

tabellari a carico principalmente dei parametri microbiologici, risulterebbero essere

non idonee al loro utilizzo per fini potabili.

0.1.4.2 Le acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci

0.1.4.2.1 Localizzazione dei punti di prelievo

Il piano di monitoraggio sulle acque dolci superficiali prevede interventi miranti alla

classificazione e tutela dei corpi idrici idonei alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli

proseguendo, in un certo senso, quanto già indicato dalle linee guida identificate dal

precedente D. Lgs. 130/92, peraltro attualmente abrogato dall’entrata in vigore del nuovo

D.Lgs. 152/99.

Secondo quanto sancito da quest’ultimo Decreto Legislativo, all’art. 10 ed all’All. 2 Sez. B,

vengono designati e classificati le acque correnti o stagnanti presenti nel territorio di parchi

o riserve naturali statali e regionali, nelle zone umide dichiarate di importanza

internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar, nelle oasi di protezione della fauna (L.

27 dicembre 1977, n. 968), e comunque le acque dolci di rilevante interesse scientifico,

naturalistico e ambientale in quanto habitat di specie animali e vegetali rare o in via di

estinzione o sede di ecosistemi acquatici meritevoli di conservazione, che per il livello di

inquinamento basso o inesistente risultano idonee alla vita dei salmonidi (trote, temoli,

coregoni) o dei ciprinidi (lucci, pesci persici e anguille).

La rete di monitoraggio, nel primo anno di attività, si articola in 22 stazioni dislocate su

corsi d’acqua, alla luce delle risultanze analitiche e delle varie problematiche emerse nel

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 85

corso del primo anno di campionamento; la rete di monitoraggio, per il secondo anno di

attività è stata rimodulata passando da 22 a 19 stazioni, ed in particolare è stato deciso di

non campionare le stazioni VP01, dislocata sul Torrente Ferro, VP19, sul Torrente Stilaro e

VP22, sulla Fiumara Bonamico, che per gran parte del primo anno di monitoraggio sono

risultati in secca, ed inoltre, di spostare la stazione VP21, della Fiumara Antonimina più a

monte (Stazione VP23) in località dove è stato possibile intercettare l’acqua.

0.1.4.2.2 Risultati

I parametri, le frequenze di rilevamento ed i criteri di classificazione utilizzati sono quelli

riportati all’Allegato 2 Sez. B “Criteri generali e metodologie per il rilevamento delle

caratteristiche qualitative per la classificazione ed il calcolo della conformità delle acque

dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli” del D.Lgs. 152/99.

Nella tabella seguente vengono riportate le stazioni di campionamento monitorate nel

biennio nov 2005 – 2007 e la relativa classificazione.

Stazione Codice stazione Corpo idr ico I anno

2005 – 2006 II anno

2006 – 2007

VP 01 R18004VP001 Torrente Ferro Salmonidi

VP 02 I016VP001 Fiume Lao Salmonidi Salmonidi VP 03 R18012VP004 Fiume Coscile Salmonidi Salmonidi VP 04 R18012VP002 Fiume Crati Non idonee Non idonee VP 05 R18012VP001 Fiume Cecita Salmonidi Salmonidi VP 06 R18012VP003 Fiume Crati Cipr inidi Non idonee VP 07 R18047VP002 Fiume Lese Salmonidi Salmonidi VP 08 R18047VP004 Fiume Arvo Non idonee Cipr inidi VP 09 R18047VP003 Fiume Arvo Salmonidi Salmonidi VP 10 R18047VP001 Fiume Neto Salmonidi Salmonidi VP 11 R18057VP001 Fiume Savuto Salmonidi Salmonidi VP 12 R18064VP001 Fiume Savuto Salmonidi Cipr inidi VP 13 R18069VP001 Fiume Amato Cipr inidi Salmonidi VP 14 R18089VP001 Fiume Angitola Cipr inidi Salmonidi VP 15 R18097VP001 Fiume Ancinale Non idonee Cipr inidi VP 16 R18100VP001 Fiumara Alaca Salmonidi Salmonidi VP 17 R18096VP001 Fiumara Rosario Non idonee Non idonee VP 18 R18105VP001 Fiumara Assi Salmonidi Salmonidi VP 19 R18109VP001 Fiumara Stilaro Salmonidi VP 20 R18118VP001 Fiume Petrace Salmonidi Cipr inidi VP 21 R18124VP001 Fiumara Portigliola Non idonee VP 22 R18131VP001 Fiumara Bonamico Salmonidi VP 23 R18124VP002 Fiumara Portigliola Attiva dal II° anno Salmonidi

Tabella 29

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 86

In alcune stazioni, la non idoneità è ascrivibile in particolar modo ai materiali in

sospensione, all’ammoniaca (totale e non ionizzata) e all’ossigeno.

Allo scopo di poter raffrontare i risultati, non sono stati considerati ai fini della

classificazione i valori di temperatura. C’è da evidenziare che oltre ad essere questo un

parametro derogabile, risulta un parametro critico ai fini della classificazione di idoneità alla

vita dei pesci, e pertanto dovrebbero essere fatti ulteriori approfondimenti per definire più

precisamente come valutarla.

In sintesi:

- il primo anno di monitoraggio il 64% delle stazioni monitorate risultano essere

idonee alla vita dei pesci salmonicoli, il 9% idonee alla vita dei pesci ciprinicoli ed il

restante 27% non idonee alla vita dei pesci per concentrazioni fuori limite tabellare

principalmente dei parametri ammoniaca non ionizzata e cloro residuo totale.

- il secondo anno di monitoraggio, tenendo conto delle problematiche emerse al

termine del primo anno e rimodulata la rete di monitoraggio, risulta rimanere più o

meno invariata la percentuale di siti idonei alla vita dei pesci salmonicoli (63%),

migliora scendendo la percentuale dei siti non idonei alla vita dei pesci (16%),

mentre cresce la percentuale dei siti idonei alla vita dei pesci ciprinicoli (21%).

0.1.4.3 Le acque destinate alla vita dei molluschi

0.1.4.3.1 Localizzazione dei punti di prelievo

Il piano di monitoraggio si applica alle acque costiere e salmastre sedi di banchi e

popolazioni naturali di Molluschi Bivalvi e Gasteropodi, designate come richiedenti

protezione e miglioramento per consentire la vita e lo sviluppo dei molluschi e per

contribuire alla buona qualità dei prodotti della molluschicoltura destinati al consumo

umano.

La rete di monitoraggio finale si articola in 29 stazioni di prelievo, rimodulata al termine del

primo anno di attività passando da 55 a 29 stazioni, data la scarsa reperibilità di banchi

naturali permanenti.

Nel corso del secondo anno di attività la rete di monitoraggio iniziale è stata modificata

diminuendo le stazioni di monitoraggio e lasciando solo quelle stazioni in cui i banchi

naturali erano più persistenti.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 87

La rete è composta così da 29 stazioni e l’insieme delle stazioni, nelle quali tra l’altro è

previsto l’impianto, la stabulazione ed il recupero dei mitili provenienti da impianti di

allevamento nelle stazioni dove non risultano presenti banchi naturali, costituisce una rete

che copre tutta la regione e consente una attività di monitoraggio idonea alla valutazione

delle caratteristiche qualitative per definire la conformità delle acque designate alla vita dei

molluschi, che potrà essere utilizzata in futuro per un piano di programmazione di eventuali

interventi atti alla protezione ed al miglioramento delle stesse.

0.1.4.3.2 Risultati

Le determinazioni analitiche condotte sulle acque costiere, idonee alla vita dei molluschi

bivalvi, permettono la valutazione delle caratteristiche qualitative secondo quanto definito

dall’All.2 – sez C del D.lgs. 152/99.

Nel corso del primo anno di attività la problematica che è emersa più di frequente, al punto

da rendere la maggior parte dei punti “non classificabili”, è stata legata alla reperibilità di

banchi naturali di mitili, e questo ha portato a modificare in corso la stessa rete di

monitoraggio per cui per alcune stazioni di mitili il numero di campioni è risultato inferiore

rispetto a quella previsto. In questi casi secondo le direttive imposte dal D.Lgs.152/99, la

conformità ai valori è stata attribuita solo quando essa fosse rispettata nel 100% dei

campioni.

In particolare, solo in 12 stazioni (VM28, VM42, VM43, VM44, VM45, VM46, VM47,

VM48, VM50, VM51, VM52 e VM53) rispetto alle 55 previste dalla rete di monitoraggio

sono risultati sempre presenti i mitili nelle quattro campagne trimestrali effettuate nel corso

del primo anno di attività.

La classificazione per il secondo anno ha portato a definire idonee alla vita dei molluschi

solo 8 stazioni su 29, ciò a causa delle analisi svolte sulla matrice biota che ha evidenziato

dei valori fuori limite rispetto ai metalli e coliformi fecali.

Tratto costiero

StazioneCodice stazione

Denominazione I° ANNO II° ANNO

VM01 M1815VM001 Capo Scalea N.C. Tolta dalla

rete

VM02 M1815VM002 Fosso Revoce/T. S. Angelo N.C. Tolta dalla

rete

VM03 M1815VM003 Riviere N.C. Tolta dalla

rete To

rto

ra –

Cap

o B

on

ifati

VM04 M1815VM001 Cetraro Idonea non idonea

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 88

VM05 M1815VM005 Torre-Paola Idonea non idonea

VM71 M1815VM004 Isola di Dino Inserita il II° anno non idonea

VM06 M1814VM003 S. Lucido N.C. Tolta dalla

rete

Cap

o B

on

ifati

Bel

mon

te

Cal

abro

VM56 M1814VM004 Impianto pescicoltura Signora dello

scoglio N.C.

Tolta dalla rete

VM07 M1813VM001 Amantea N.C. Tolta dalla

rete

VM08 M1813VM002 foce F. Savuto N.C. Tolta dalla

rete

Bel

mon

te

Cal

abro

– C

apo

S

uver

o

VM72 M1813VM003 Scogli di Isca (Oasi Blu Belmonte) Inserita il II° anno idonea

VM09 M1812VM001 Capo Suvero N.C. Tolta dalla

rete VM10 M1812VM002 Nucleo Industriale Lamezia non idonea idonea VM11 M1812VM004 Vibo Marina Idonea non idonea VM12 M1812VM003 Briatico Idonea idonea VM13 M1812VM005 Tropea Idonea non idonea

VM57 M1812VM006 Impianto pescicoltura Nautilus N.C. Tolta dalla

rete

VM58 M1812VM007 Impianto pescicoltura Ora-Ora

Maricoltura N.C.

Tolta dalla rete

VM59 M1812VM008 Impianto pescicoltura Ittisud srl N.C. Tolta dalla

rete

VM60 M1812VM009 Impianto tonnicoltura Coop S.

Francesco di N.C.

Tolta dalla rete

Cap

o S

uver

o –

Cap

o V

atic

ano

VM61 M1812VM010 Impianto pescicoltura Nautilus scarl N.C. Tolta dalla

rete

VM14 M1811VM001 Capo Vaticano N.C. Tolta dalla

rete

VM15 M1811VM002 Foce F. Mesima Idonea Tolta dalla

rete VM16 M1811VM003 Marina di Gioia Tauro Idonea idonea

VM17 M1811VM004 Scoglio Trachini-Palmi Idonea Tolta dalla

rete

VM18 M1811VM005 P. Sorrentino Idonea Tolta dalla

rete

VM19 M1811VM006 Bagnara Calabra Idonea Tolta dalla

rete

VM20 M1811VM007 Scilla N.C. Tolta dalla

rete VM62 M1811VM008 Impianto Seafish Non idonea non idonea

VM63 M1811VM009 Impianto pescicoltura Marenostro e

Fly Fish N.C.

Tolta dalla rete

VM73 M1811VM010 Scilla (Zona porticciolo) Inserita il II° anno idonea

Cap

o V

atic

ano

– P

unta

Pez

zo

VM75 M1811VM008 Siderno Marina Inserita il II° anno non idonea

VM21 M1810VM001 Villa San Giovanni N.C. Tolta dalla

rete

VM22 M1810VM002 Foce Fiumara di Catona N.C. Tolta dalla

rete

Pun

ta P

ezzo

Cap

o d

ell'

Arm

i

VM23 M1810VM005 Lazzaro N.C. Tolta dalla

rete

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 89

VM24 M1810VM003 Reggio Calabria Non idonea Tolta dalla

rete

VM25 M1810VM004 Pellaro Non idonea Tolta dalla

rete

VM74 M1810VM006 Punta Pellaio Inserita il II° anno non idonea

VM26 M1809VM001 Porto di Saline Non idonea Tolta dalla

rete

VM27 M1809VM003 Melito Porto Salvo Non idonea Tolta dalla

rete VM28 M1809VM002 Foce Torrente Sinnero (Sideroni) Non idonea idonea

VM64 M1809VM004 Impianto pescicoltura Ifex srl Non idonea Tolta dalla

rete

Cap

o d

ell’

Arm

i – C

apo

Sp

artiv

ento

VM65 M1809VM005 Impianto pescicoltura Nereide scrl Non idonea Tolta dalla

rete

VM29 M1808VM004 Brancaleone Marina Non idonea Tolta dalla

rete

VM30 M1808VM003 Foce Fiumara Bonamico Non idonea Tolta dalla

rete

VM31 M1808VM002 Locri Non idonea Tolta dalla

rete

Cap

o

Sp

artiv

ento

Sid

erno

VM32 M1808VM001 Siderno Marina Non idonea Tolta dalla

rete

VM33 M1807VM003 Grotteria Mare Non idonea Tolta dalla

rete

VM34 M1807VM002 Roccella Ionica Non idonea Tolta dalla

rete

Sid

erno

– P

unta

S

tilo

VM35 M1807VM001 Riace Marina Non idonea Tolta dalla

rete

VM36 M1806VM004 Punta Stilo Non idonea Tolta dalla

rete

VM37 M1806VM003 Badolato Marina Non idonea Tolta dalla

rete

VM38 M1806VM002 Foce Fiume Ancinale Non idonea Tolta dalla

rete

Pun

ta S

tilo

– S

tale

ttì

VM39 M1806VM001 Soverato Marina Non idonea Tolta dalla

rete

VM40 M1805VM002 Marina di Catanzaro Non idonea Tolta dalla

rete

VM41 M1805VM001 Villaggio Carrao Non idonea Tolta dalla

rete

VM76 M1805VM003 Soverato Marina Inserita il II° anno idonea

Sta

lettì

– C

apo

Riz

zuto

VM77 M1805VM004 Catanzaro Lido Inserita il II° anno non idonea

VM42 M1804VM006 Capo Rizzuto Non idonea non idonea

VM43 M1804VM005 Capo Cimiti Non idonea Tolta dalla

rete VM44 M1804VM004 Crotone porto Non idonea non idonea

VM45 M1804VM003 Crotone Non idonea Tolta dalla

rete VM46 M1804VM002 Foce del Fiume Neto Non idonea non idonea VM47 M1804VM001 Cirò Marina Non idonea non idonea VM66 M1804VM008 Foce Esaro Non idonea non idonea

Cap

o R

izzu

to –

Pun

ta A

lice

VM67 M1804VM007 Impianto Esperia Non idonea non idonea

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 90

Pun

ta A

lice

– C

apo

Trio

nto

VM48 M1803VM001 Fiumarella Non idonea non idonea

VM49 M1802VM005 Foce Torrente Coserie Non idonea Tolta dalla

rete VM50 M1802VM006 S. Angelo Non idonea idonea

VM51 M1802VM004 Marina di Schiavonea Non idonea Tolta dalla

rete VM52 M1802VM003 Laghi di Sibari Non idonea non idonea VM53 M1802VM002 Torre Saraceno Non idonea non idonea

VM54 M1802VM001 Amendolara Marina Non idonea Tolta dalla

rete VM68 M1802VM007 Impianto Stella Maris Non idonea non idonea

VM69 M1802VM008 Impianto pescicoltura Pro Maris Non idonea Tolta dalla

rete

Cap

o T

rion

to –

Ro

seto

Cap

o S

pulic

o

VM70 M1802VM009 Impianto Mitilicultura Non idonea non idonea

Ro

seto

Cap

o

Spu

lico

Fiu

me

Sin

ni

VM55 M1801VM001 Roseto Capo Spulico Non idonea non idonea

VM n Non classificabile per campioni di biota non recuperati (N.C.)

Tabella 30

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 91

0.2 AREE INDICATE AL TITOLO III, CAPO I, D.lgs. 152/99

0.2.1 Aree sensibili

Secondo l’Allegato 6 del D.lgs. 152/99 ‘CRITERI PER L'INDIVIDUAZIONE DELLE

AREE SENSIBILI’, si considera area sensibile un sistema idrico classificabile in uno dei

seguenti gruppi:

a) laghi naturali, altre acque dolci, estuari e acque del litorale già eutrofizzati, o

probabilmente esposti a prossima eutrofizzazione, in assenza di interventi protettivi

specifici.

Per individuare il nutriente da ridurre mediante ulteriore trattamento, vanno tenuti in

considerazione i seguenti elementi:

i) nei laghi e nei corsi d'acqua che si immettono in laghi/bacini/baie chiuse con

scarso ricambio idrico e ove possono verificarsi fenomeni di accumulazione la sostanza da

eliminare è il fosforo, a meno che non si dimostri che tale intervento non avrebbe alcun

effetto sul livello dell'eutrofizzazione. Nel caso di scarichi provenienti da ampi agglomerati

si può prevedere di eliminare anche l'azoto;

ii) negli estuari, nelle baie e nelle altre acque del litorale con scarso ricambio idrico,

ovvero in cui si immettono grandi quantità di nutrienti, se, da un lato, gli scarichi

provenienti da piccoli agglomerati urbani sono generalmente di importanza irrilevante,

dall'altro, quelli provenienti da agglomerati più estesi rendono invece necessari interventi di

eliminazione del fosforo e/o dell'azoto, a meno che non si dimostri che ciò non avrebbe

comunque alcun effetto sul livello dell'eutrofizzazione;

b) acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile che potrebbero

contenere, in assenza di interventi, una concentrazione di nitrato superiore a quella stabilita

conformemente alle disposizioni pertinenti della direttiva 75/440/CEE del Consiglio, del 16

giugno 1975, concernente la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di

acqua potabile negli Stati membri;

c) aree che necessitano di un trattamento complementare a quello previsto dall'articolo 4 al

fine di conformarsi alle prescrizioni delle direttive del Consiglio.

Alla luce di quanto precisa la normativa, dai risultati analitici ottenuti dal monitoraggio

conoscitivo sulle acque degli invasi artificiali nel biennio nov 2005 – 2007, se ne deduce

che tutti gli invasi artificiali , comprese le loro aree drenanti sul bacino scolante gli specchi

lacuali, rientrerebbero nella categoria di AREE SENSIBILI, viste le elevate concentrazioni

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 92

medie annue di fosforo totale (appartenenti ai livelli 4 e/o 5 pari a concentrazioni medie

annue 50 - 100 ug/l e/o superiori ai 100 ug/l), tanto da determinarne uno stato ecologico

scadente.

Stazione Codice stazione

Denominazione Categor ia Utilizzazione Area

sensibile

IA01 R18012LA003 Lago Farneto del PrincipeLAGO

ARTIFICIALE

Irrigua – Laminazione

piene SI

IA02 R18012LA002 Lago di Tarsia LAGO

ARTIFICIALE Irrigua –

Industriale SI

IA03 R18012LA001 Lago Cecita LAGO

ARTIFICIALE Idroelettrica SI

IA04 R18047LA003 Lago Arvo LAGO

ARTIFICIALE Idroelettrica SI

IA05 R18047LA001 Lago Ampollino LAGO

ARTIFICIALE Idroelettrica SI

IA06 R18064LA001 Lago del Passante LAGO

ARTIFICIALE Idroelettrica SI

IA07 R18089LA001 Lago dell’Angitola LAGO

ARTIFICIALE Irrigua SI2

IA08 R18071LA001 Vasca S. Anna LAGO

ARTIFICIALE Irrigua SI

IA09 R18131LN001 Lago Costantino LAGO

NATURALE

IA10 R18096LA001 Metramo LAGO

ARTIFICIALE

Irrigua – Potabile – Industriale

SI

IA11 R18122LA001 Lordo LAGO

ARTIFICIALE Irrigua SI

IA12 R18047LA002 Lago Ariamacina LAGO

ARTIFICIALE Idroelettrica SI

Tabella 31

0.2.2 Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola

0.2.2.1 Vulnerabilità intr inseca degli acquifer i porosi

Studiare la vulnerabilità “intrinseca” o naturale delle acque sotterranee, comporta studiare

quella legata esclusivamente alle caratteristiche idrogeologiche degli acquiferi, esulando sia

dalle interazioni di tipo chimico, fisico e biologico tra l’acquifero e i diversi tipi di sostanze

inquinanti (vulnerabilità “specifica”) sia dalle pressioni esercitate dalle attività umane

(carichi puntuali dovuti alla presenza di scarichi di acque reflue o di discariche non

2 Zona umida individuatata ai sensi della convenzione di Ramsar del 02/02/1971, resa esecutiva con D.P.R. n.448 del 13/03/1976

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 93

controllate o carichi diffusi dovuti allo spandimento di nutrienti e/o pesticidi legato alle

attività agricole, etc.).

La vulnerabilità intrinseca o naturale degli acquiferi si definisce come la suscettibilità

specifica dei sistemi acquiferi, nelle loro diverse parti componenti e nelle diverse situazioni

geometriche ed idrodinamiche, ad ingerire e diffondere, anche mitigandone gli effetti, un

inquinante fluido od idroveicolato tale da produrre impatto sulla qualità dell’acqua

sotterranea, nello spazio e nel tempo (Civita, 1987). La vulnerabilità intrinseca di un

acquifero è funzione di numerosi fattori, tra i quali assumono particolare importanza la

tipologia del suolo, la geometria e la litologia del sistema idrogeologico, il processo di

ricarica e discarica e l’interazione chimico-fisica con la matrice rocciosa che determina la

qualità naturale dell’acqua sotterranea e la mitigazione di eventuali inquinanti che penetrano

il sistema idrogeologico. La sua conoscenza è uno strumento di previsione e, attraverso la

pianificazione preventiva, diventa anche uno strumento di prevenzione e di identificazione

delle priorità degli interventi.

La vulnerabilità intrinseca o naturale degli acquiferi è stata elaborata mediante

l’applicazione di due metodologie, la prima col metodo SINTACS e la seconda col metodo

COP modificato.

0.2.2.1.1 Vulnerabilità intrinseca metodologia SINTACS

Si fornisce una breve sintesi dei procedimenti utilizzati per pervenire alla stima dei

parametri utilizzati dalla metodologia SINTACS.

Soggiacenza – E’ stata stimata come differenza tra la superficie topografica (D.T.M. -

Digital Terrain Model) e i livelli piezometrici. Il D.T.M. utilizzato è quello relativo

all’intera regione Calabria e presenta una discretizzazione in celle quadrate di 250 m.

I livelli piezometrici sono stati ricavati dalla implementazione del modello matematico

descrivente il flusso idrico sotterraneo e dai punti di monitoraggio (Progetto Rilevamento

quali-quantitativo dei corpi idrici sotterranei della regione Calabria, 2008) utilizzati per

calibrare il modello matematico stesso. Per un maggiore dettaglio sul modello di bilancio

idrogeologico implementato si veda l’Allegato H. Per le aree di interesse si è ritenuta valida

l’ipotesi di acquifero libero. I valori di soggiacenza variano tra 0 e circa 600 m. Per i

punteggi assegnati agli intervalli di soggiacenza si rimanda all’esame delle singole aree di

interesse.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 94

Infiltrazione efficace – E’ stata stimata dal Gruppo di Lavoro che ha elaborato la stima del

bilancio idrologico superficiale e si è provveduto, nell’ambito della valutazione della

vulnerabilità, ad attribuire i relativi pesi ai valori di infiltrazione. Questi ultimi, variano tra 0

e 300 mm / anno.

Non-saturo – Per la stima dell’effetto di autodepurazione della zona insatura sono stati

utilizzati i dati ricavati dai rilievi di campagna (profili e trivellate) eseguiti per la

realizzazione della carta dei suoli prodotta dall’ARSSA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo

e per i Servizi in Agricoltura) e pubblicata con la monografia divulgativa del 2003 dal titolo

“I SUOLI DELLA CALABRIA”. Nel caso di uno spessore insaturo costituito da più

litotipi, si è provveduto a calcolare la media pesata utilizzando come peso lo spessore di

ciascuna litologia rispetto allo spessore totale del non saturo.

Tipologia della copertura – Si sono utilizzate le unità pedologiche individuate e descritte

dalla carta dei suoli prodotta dall’ARSSA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i

Servizi in Agricoltura) e pubblicata con la monografia divulgativa del 2003 dal titolo “I

SUOLI DELLA CALABRIA”. Per la descrizione delle Unità Podologiche si rimanda alla

suddetta monografia

Acquifero – Le caratteristiche dei complessi rocciosi contenenti la zona satura degli

acquiferi di interesse sono state stimate dai dati di composizione dei complessi idrogeologici

della regione Calabria e dalle indicazione estratte dalla carta dei suoli prodotta dall’ARSSA

(Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura) e pubblicata con la

monografia divulgativa del 2003 dal titolo “I SUOLI DELLA CALABRIA”.

Conducibilità idraulica – Si sono utilizzati i valori di conducibilità idraulica associati ai

complessi idrogeologici della regione Calabria.

Superficie topografica – L’acclività della superficie topografica è stata ricavata dal D.T.M.

utilizzando la funzione “Slope” disponibile con l’estenzione 3D Analyst di ArcMap 9.1. Di

seguito si riportano i risultati della valutazione di vulnerabilità ottenuti per ognuno dei sei

bacini idrogeologici individuati.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 95

Il Bacino Idrogeologico di Sibari

La vulnerabilità risulta essere alta su gran parte del bacino. La zona in prossimità della

costa, costituita da detriti e depositi alluvionali, presenta valori alti di vulnerabilità. In tale

zona hanno avuto infatti notevole influenza i punteggi alti attribuiti ai materiali a

granulometria grossolana piuttosto permeabili, il ridotto spessore dello stato insaturo e i

valori bassi di soggiacenza. Risulta una ristretta area con vulnerabilità elevata, in prossimità

delle quote maggiori, in coincidenza di terreni costituiti da detriti e alluvioni terrazzate a più

alta permeabilità.

Figura 22: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Sibari

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 96

Il Bacino Idrogeologico del Fiume Lao

La vulnerabilità risulta essere alta in corrispondenza dei detriti e dei depositi alluvionali

lungo la zona costiera e leggermente più bassa nelle zone costituite da sabbie e conglomerati

in corrispondenza delle quote maggiori.

Figura 23: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero del Fiume Lao

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 97

Il Bacino Idrogeologico di Lamezia Terme

La vulnerabilità risulta essere alta nella zona costiera del bacino, costituita da detriti e

depositi alluvionali. Nella zona più interna, la vulnerabilità tende ad aumentare in

corrispondenza di sabbie e conglomerati (pliocene e pleistocene). Una vulnerabilità elevata

è presente in una zona isolata caratterizzata da bassa acclività della superficie topografica.

Figura 24: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Lamezia Terme

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 98

Il Bacino Idrogeologico di Gioia Tauro

La vulnerabilità risulta essere elevata per una vasta zona che si estenda dalla costa, costituita

da depositi eolici (pleistocenici), verso l’interno costituito da detriti ed alluvioni terrazzati e

con valori ancora bassi di pendenza. Sulla restante parte del bacino, la vulnerabilità risulta

alta. Si riscontrano zone a media permeabilità in corrispondenza di sabbie e conglomerati a

quote elevate.

Figura 25: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Gioia Tauro

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Relazione di sintesi 99

Il Bacino Idrogeologico di Reggio Calabria

La vulnerabilità risulta essere media su gran parte del bacino ed in particolare in

corrispondenza di arenarie e conglomerati a bassa permeabilità e caratterizzati da quote e

pendenze elevate. Risulta alta in prossimità della linea di costa costituita essenzialmente da

sabbie e detriti alluvionali.

Figura 26: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Reggio Calabria

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Relazione di sintesi 100

Il Bacino Idrogeologico di Crotone

La vulnerabilità risulta alta in tutta la zona costiera del bacino, caratterizzata da detriti e

depositi alluvionali associati a basse pendenze ed elevate permeabilità. Risulta invece media

nelle aree più interne caratterizzate da sabbie e conglomerati a quote maggiori.

Figura 27: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Crotone

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Relazione di sintesi 101

0.2.2.1.2 Applicazione del metodo COP modificato per il calcolo della vulnerabilità

intrinseca

L’approccio seguito per lo studio di tale aspetto è quello sviluppato nell’ambito dell’Azione

Europea COST 6203 finanziata dalla Commissione Europea “Action COST 620

Vulnerability and risk mapping for the protection of carbonate (karst) aquifers” (EC, 2004).

Questo approccio, benché nato per lo studio della vulnerabilità negli acquiferi carbonatici e

carsici, è stato volutamente dotato, dagli esperti che lo hanno proposto, di una flessibilità

tale da ben adattarsi anche ad altri tipi di scenario. Esso descrive, infatti, la vulnerabilità

intrinseca sulla base di alcuni fattori, valutabili indipendentemente: il fattore O (Overlying

layers) che descrive il grado di protezione offerto alla falda dai vari livelli di copertura, tra i

quali il suolo e il sottosuolo roccioso non saturo; il fattore C (Concentration of flow) che

tiene conto di come tale manto protettivo possa essere by-passato in presenza di fenomeni

carsici, quali doline o vore; il fattore P (Precipitation regime) che tiene conto del regime di

precipitazione e rappresenta lo stress esterno applicato al sistema descritto dai primi due

fattori.

Tra le metodologie nate nell’ambito del quadro concettuale dell’approccio europeo, quella

che si è ritenuta meglio adattabile al contesto territoriale della regione Calabria, anche in

relazione alla tipologia dei dati disponibili, è il metodo COP, sviluppato tra il 2001 e il 2002

dal Gruppo di Idrogeologia dell’Università di Malaga.

Il metodo COP, come è facile dedurre dalla sua stessa denominazione, valuta la

vulnerabilità intrinseca mediante la determinazione dei tre fattori C, O, P, di cui si è già fatto

cenno. Il fattore O tiene conto della tessitura e dello spessore del suolo, delle caratteristiche

di permeabilità dei diversi strati rocciosi sovrapposti costituenti la zona insatura e del

relativo spessore, nonché del grado di confinamento della falda. Il fattore C rappresenta la

riduzione del livello di protezione descritto dal fattore O in presenza di eventuali fenomeni

carsici, costituenti vie d’accesso preferenziali di infiltrazione in falda: esso valuta, infatti, la

differente e contrapposta influenza del ruscellamento a seconda che avvenga in aree

costituenti il bacino di alimentazione di doline, vore o cavità carsiche (aumento della

velocità con la quale l’inquinante riesce a raggiungere la zona satura, by-passando il manto

3 Si tratta di un’Azione, finanziata dalla Commissione Europea, Direttorato Generale per la Scienza, la Ricerca e lo Sviluppo, con l’obiettivo di sviluppare un approccio alla mappatura della vulnerabilità e del rischio per la protezione degli acquiferi carsici. Di essa hanno fatto parte delegati di 16 paesi europei che hanno lavorato dal 1997 e il 2003. Il report finale dell’Azione è contenuto “Action COST 620. Vulnerabiliy and risk mapping for the protection of carbonate (karst) aquifers” (European Commission, 2004).

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Relazione di sintesi 102

di copertura) o nel resto dell’area (allontanamento dell’inquinante dalla zona interessata da

tali fenomeni). Il fattore P tiene conto di come le caratteristiche idrologiche e meteo-

climatiche possano condizionare il grado di vulnerabilità di una certa zona: infatti, se da una

parte un aumento di piovosità favorisce il dilavamento dei suoli e quindi fa aumentare la

probabilità di infiltrazione delle sostanze inquinanti in falda, allo stesso tempo esso provoca

una maggiore diluizione di tali sostanze favorendo, quindi, la mitigazione dell’impatto ad

esse dovuto.

La relativa semplicità con la quale è possibile effettuare il calcolo dei diversi fattori e quindi

esprimere in termini quantitativi il grado di vulnerabilità degli acquiferi è stato senza dubbio

uno dei principali motivi dell’adozione del metodo COP per lo scenario calabrese, anche se,

il fatto di dover trattare la problematica a scala regionale e non locale, la particolare

situazione fisiografica del territorio in studio, e, non ultima, la necessità di sopperire, in

talune zone, alla scarsità dei dati di base, ha palesato l’opportunità di attuare alcuni

adattamenti al metodo, che saranno dettagliatamente descritti nel prosieguo della trattazione.

Definizione della mappa del Fattore O – Overlying layers

Secondo il modello adottato, il fattore O è ottenuto banalmente dalla somma di due

contributi: OS – Soil e OL – Lithology.

Calcolo del sottofattore OS

Il fattore OS descrive il grado di protezione offerto dal suolo che, ove presente, costituisce il

limite superiore della zona insatura dell’acquifero e, di conseguenza, la “prima linea di

difesa” della risorsa idrica sotterranea dalle sostanze inquinanti. I parametri pedologici presi

in considerazione dal metodo COP per valutare il potenziale di attenuazione del suolo sono

la tessitura e lo spessore (vedi nel dettaglio Allegato L).

La classificazione dell’intero territorio regionale nelle quattro classi di tessitura previste dal

metodo COP, unitamente a quella relativa alle tre classi di profondità, è riportata nella

figura successiva. Nella stessa immagine è riportata, infine, la mappa del parametro OS,

ottenuta mediante l’utilizzo della matrice a doppia entrata, che esprime il livello di

protezione che il solo manto di copertura pedologico offre agli acquiferi sottostanti (Fig.

28).

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Relazione di sintesi 103

Figura 28: Mappa del parametro OS e mappe dei sottoparametri Tessitura e Profondità

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Relazione di sintesi 104

Calcolo del sottofattore OL

Il parametro OL esprime il livello di protezione offerto alle acque sotterranee dai litotipi che,

in strati sovrapposti, compongono la zona insatura dell’acquifero. Anche in questo caso, i

parametri presi in esame dal metodo COP sono lo spessore di ciascuno strato e le

caratteristiche di permeabilità dei diversi litotipi, dipendenti non solo dalla porosità, ma

anche dal grado di fessurazione più o meno accentuato di questi.

L’importanza degli strati litologici che compongono l’insaturo viene poi amplificata o

diminuita in relazione agli spessori che li caratterizzano. Sommando, quindi, il contributo di

ciascuno strato, pesato in funzione del suo spessore, si ottiene il cosiddetto “Layer index”

(Fig. 29), il quale, corretto in modo da tener conto delle condizioni di confinamento della

falda (libera, semiconfinata, confinata), costituisce la base per il calcolo del parametro OL

(Fig.30).

La determinazione del parametro OL richiede la conoscenza di dati idrogeologici ben precisi

che riguardano, tra l’altro, la soggiacenza dell’acquifero di cui si intende valutare la

vulnerabilità nonché la composizione litostratigrafica dell’insaturo.

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Relazione di sintesi 105

Figura 29: Mappa del Layer Index, dello spessore dell’insaturo e dei valori di Ly.

Figura 30: Mappa del parametro OL

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Relazione di sintesi 106

Dalla somma tra i valori del parametro OS e quelli del parametro OL, effettuata cella per

cella si è ottenuta la mappa del parametro O (Fig.31), ovvero la mappa che esprime il grado

di protezione offerto alle falde profonde dal manto di copertura pedologico e dall’insaturo.

Figura 31: Mappa del parametro O

La mappa ottenuta mette in luce un grado di protezione generalizzato abbastanza alto degli

acquiferi profondi, ad eccezione dell’area carbonatica del Pollino che presenta, invece un

grado di protezione moderato, localmente basso e molto basso. Quest’ultimo risultato è da

tenere particolarmente in conto se si considera che il complesso acquifero del Pollino riveste

un ruolo di primaria importanza nell’approvvigionamento idrico della provincia di Cosenza.

È, inoltre, necessario evidenziare che il territorio calabrese è interessato da una attività

tettonica molto attiva che sicuramente condiziona i fenomeni di infiltrazione negli acquiferi

sotterranei profondi. Per tale motivo lo studio di situazioni strutturali localizzate potrà

sicuramente meglio caratterizzare la vulnerabilità degli acquiferi interessati.

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Relazione di sintesi 107

Fattore C – Concentration of flow

Il parametro C tiene conto di come la presenza di forme carsiche in affioramento condizioni

la vulnerabilità degli acquiferi sotterranei. Per la sua determinazione, il modello prevede due

modi di operare differenti a seconda che si considerino le aree ricadenti nei bacini di ricarica

di tali forme carsiche o le aree esterne. Per maggior dettaglio si rimanda all’Allegato L. La

mappa del parametro C (Fig.32) è costruita, secondo il modello COP, utilizzando 5 classi di

riduzione di protezione: Molto Bassa, Bassa, Media, Alta, Molto Alta.

Figura 32: Carta strutturale in sovrapposizione alla mappa del parametro O

Fattore P – Precipitation

Il fattore P è dato dalla somma di due contributi: PQ e PI, relativi, rispettivamente, alla

quantità e intensità delle precipitazioni calcolate in riferimento agli anni piovosi, ovvero a

quegli anni caratterizzati da precipitazioni annue superiori del 15% rispetto alla media della

serie storica considerata. Le classi di punteggio previste per il parametro PQ in relazione alla

quantità di pioggia media annua tengono conto del fatto che, se da una parte, l’evento

meteorico determina una riduzione della protezione degli acquiferi perché favorisce il

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Relazione di sintesi 108

veicolamento dell’inquinante in falda, dall’altra, il suo incremento, al quale corrisponde un

aumento dei volumi di acqua infiltrata, favorisce la diluizione dell’inquinante stesso e

determina, di conseguenza, un aumento di vulnerabilità meno marcato. Anche la mappa del

parametro P (Fig.33) considera le classi di riduzione di protezione: Molto Bassa, Bassa,

Media, Alta, Molto Alta. Per maggior dettaglio si rimanda alla trattazione completa

nell’Allegato L.

Figura 33: Mappa del parametro P data dalle sottomappe Pq e Pi

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Relazione di sintesi 109

Conclusioni

Il lavoro svolto ha consentito di realizzare la mappa del grado di protezione offerto agli

acquiferi profondi o fessurati dalla copertura pedologica e dall’insaturo mediante l’utilizzo

del metodo COP opportunamente modificato in modo da tener conto della scala nominale

dell’elaborazione, dei dati disponibili e della particolare situazione geomorfologica-

strutturale del territorio oggetto di studio. Il risultato ottenuto deve considerarsi, però, come

il primo degli step necessari per ottenere una valutazione della vulnerabilità in linea con lo

standard sviluppato nell’ambito dell’approccio europeo.

Non si è infatti tenuto conto, per la mancanza di dati aggiornati, dell’influenza dei fenomeni

carsici in essere nell’area del Pollino, che seppure di estensione limitata rispetto al territorio

regionale, costituisce, comunque, una riserva idrica sotterranea strategica sia dal punto di

vista qualitativo che quantitativo. L’inserimento di questi dati nel modello adottato genererà

inevitabilmente una diminuzione del grado di protezione in alcune zone, già allo stato

attuale caratterizzate da una capacità protettiva moderata, rendendo opportuna l’adozione,

per esse, di particolari misure di tutela. Allo stesso modo si dovrà effettuare l’input dei dati

idrologici, ancora mancanti, secondo le modalità già indicate nei paragrafi precedenti.

Lo stesso elaborato prodotto, presenta notevoli possibilità di miglioramento nella stima

dello spessore dell’insaturo e nella valutazione del valore di Ly, nonché del grado di

confinamento della falda, ottenibile certamente con l’opportuna intensificazione dei dati in

input. A tale scopo sarebbe auspicabile la predisposizione di una campagna di rilevamento

idrogeologico di dettaglio finalizzata all’individuazione delle idrostrutture che condizionano

in maniera determinante l’infiltrazione e la circolazione idrica sotterranea.

In conclusione, possiamo dire che la mappa ottenuta relativamente al grado di protezione

offerto dalla copertura pedologica e dall’insaturo, pur costituendo solo la prima tappa nello

studio della vulnerabilità degli acquiferi profondi o fessurati, definisce con migliore

accuratezza il grado di vulnerabilità di zone appartenenti allo stesso tipo di complesso

acquifero ma aventi differenti caratteristiche idrogeologiche locali.

0.2.2.2 Aree vulnerabili a nitrati

Si considerano zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, secondo quanto prescritto nella

direttiva 91/676/CEE e poi, nell’allegato 7 parte A del D.lgs. 152/99: “…le zone di

territorio che scaricano direttamente o indirettamente composti azotati in acque già

inquinate o che potrebbero esserlo in conseguenza di tali scarichi. Tali acque sono

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Relazione di sintesi 110

individuate, in base tra l’altro dei seguenti criteri: 1) la presenza di nitrati o la loro

possibile presenza ad una concentrazione superiore ai 50 mg/L (espressi come NO3-) nelle

acque dolci superficiali, in particolare quelle destinate alla produzione di acque potabili, se

non si interviene; 2) la presenza di nitrati o la loro possibile presenza ad una

concentrazione superiore a 50 mg/L nelle acque dolci sotterranee (espressi come NO3-), se

non si interviene; 3) la presenza di eutrofizzazione oppure la possibilità di verificarsi di tale

fenomeno nell’immediato futuro nei laghi naturali di acque dolci, o altre acque dolci,

estuari, acque costiere e marine, se non si interviene…..”.

In virtù del punto 1), non si considera alcun tratto di corpo idrico superficiale significativo

caratterizzato per specifica destinazione funzionale (acque dolci superficiali destinate alla

produzione di acqua potabile) “zona vulnerabile a nitrati”, in quanto la concentrazione di

nitrati rinvenuta nelle acque dolci superficiali non supera mai il valore di 50 mg/L.

L’individuazione delle zone vulnerabili viene effettuata tenendo conto dei carichi (specie

animali allevate, intensità degli allevamenti e loro tipologia, tipologia dei reflui che ne

derivano e modalità di applicazione al terreno, coltivazioni e fertilizzazioni in uso), nonchè

dei fattori ambientali che possono concorrere a determinare uno stato di contaminazione.

Tali fattori dipendono:

- dalla vulnerabilità intrinseca delle formazioni acquifere ai fluidi inquinanti

(caratteristiche litostrutturali, idrogeologiche e idrodinamiche del sottosuolo e degli

acquiferi);

- dalla capacità di attenuazione del suolo nei confronti dell’inquinante (caratteristiche

di tessitura, contenuto di sostanza organica ed altri fattori relativi alla sua

composizione e reattività chimico-biologica);

- dalle condizioni climatiche e idrologiche;

- dal tipo di ordinamento colturale e dalle relative pratiche agronomiche.

Di seguito si riportano le mappe di vulnerabilità da nitrati per i principali bacini

idrogeologici esaminati.

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Relazione di sintesi 111

0.2.2.2.1 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Sibari

Figura 34: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola

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Relazione di sintesi 112

0.2.2.2.2 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero del fiume Lao

Figura 35: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola

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Relazione di sintesi 113

0.2.2.2.3 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Lamezia Terme

Figura 36: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola

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Relazione di sintesi 114

0.2.2.2.4 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Gioia Tauro

Figura 37: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola

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Relazione di sintesi 115

0.2.2.2.5 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Reggio Calabria

Figura 38: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola

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Relazione di sintesi 116

0.2.2.2.6 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Crotone

Figura 39: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola

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Relazione di sintesi 117

0.2.2.2.7 Conclusioni

La notevole variabilità litologica che caratterizza il territorio analizzato comporta sostanziali

differenze nella distribuzione delle risorse idriche sotterranee, essendo diverso il ruolo

rivestito dai vari acquiferi presenti in relazione alla loro capacità di immagazzinare e

trasmettere le acque di infiltrazione. Nel territorio in questione possono individuarsi infatti

tre principali settori, caratterizzati ognuno da condizioni morfologiche, litostrutturali,

idrogeologiche ed ambientali così definibili:

1. settore montano, con accentuata pendenza dei versanti, prevalenza di terreni metamorfici

generalmente molto tettonizzati, assenza di falde, circolazione idrica sotterranea molto

frazionata, presenza di numerose sorgenti con portata generalmente modesta e spesso a

carattere stagionale, scarsa presenza antropica;

2. settore collinare, con pendenza dei versanti variabile da luogo a luogo ma nell’insieme

più blanda rispetto al settore montano, prevalenza di terreni silicoclastici e pelitici, talora in

alternanza, a cui si accompagnano in maniera del tutto subordinata sedimenti carbonatici,

circolazione idrica sotterranea localizzata in livelli o reti acquifere di estensione

generalmente limitata, grado di antropizzazione variabile ma nell’insieme contenuto;

3. settore costiero, con tratti a morfologia pianeggiante o a debole pendenza, prevalenza di

depositi clastici in gran parte di tipo alluvionale, circolazione idrica sotterranea attiva con

presenza di falde estese e di apprezzabile potenzialità, grado di antropizzazione localmente

elevato.

Dal quadro geologico emerge chiaramente la decisa prevalenza di terreni metamorfici e

plutonici nel settore montano, i quali, assieme ai sedimenti terrigeni delle zone

pedemontane, costituiscono la gran parte del territorio. Fa eccezione l’estremo settore

settentrionale nel quale sono ben rappresentati alle alte quote terreni sedimentari

carbonatici.

I termini costituenti i principali acquiferi, ossia i depositi clastici recenti, compresi i depositi

alluvionali, seppure ben rappresentati, sono subordinati come estensione rispetto ai

precedenti. In tale contesto, la valutazione della vulnerabilità naturale o intrinseca degli

acquiferi, basata sui dati geologici e idrogeologici in precedenza illustrati, ha permesso di

elaborare la relativa carta della vulnerabilità all’inquinamento degli acquiferi di interesse,

utilizzando i criteri e le metodologie proposte da Civita (1994) e adottati dal Gruppo

Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche (G.N.D.C.I. – C.N.R.).

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Relazione di sintesi 118

L’attività antropica comporta, in relazione al grado di permeabilità dei litotipi affioranti e

della soggiacenza della falda, diverse condizioni di pericolosità per potenziali fenomeni di

inquinamento in presenza dei cosiddetti “centri di pericolo”. Questi sono rappresentati da

attività industriali con scarichi e/o rifiuti inorganici, attività manifatturiere in genere, centrali

termoelettriche, cave attive, discariche di rifiuti solidi urbani e misti, nonché punti di

recapito di collettori fognari, allevamenti di bestiame, infrastrutture lineari, quali strade di

grande traffico, autostrade, metanodotti. Elementi del genere sono riportati nell’allegata

carta di vulnerabilità all’inquinamento, relativamente alle aree di maggiore interesse,

unitamente ai soggetti a rischio, rappresentati da opere di captazione delle acque sotterranee.

L’esistenza lungo le fasce costiere e le retrostanti aree pianeggianti di insediamenti abitativi

e di attività produttive, dai quali deriva la maggiore produzione di inquinanti, comporta una

maggiore pericolosità per le risorse idriche sotterranee, riscontrandosi qui generalmente

condizioni di alta vulnerabilità degli acquiferi contenenti falde libere prive di protezione

superficiale e con modesta soggiacenza rispetto al piano di campagna. In particolare,

l’influenza sulla pericolosità esercitata dalle attività agricole, diffuse principalmente nelle

aree pianeggianti costituite da depositi alluvionali, deriva dall’uso di prodotti tossici

(concimi e antiparassitari) in quantità elevate annualmente per ettaro di area coltivata. Nelle

zone costiere le attività agricole sono infatti rappresentate da colture ortive, in parte

praticate in serra, da agrumicoltura, diffusa anche lungo i fondi valle a quote medio-basse,

nonché da viticoltura, i cui impianti si spingono fin sugli altipiani assieme ad estesi uliveti.

Oltre all’alta densità delle attività agricole sono presenti in alcune aree anche attività

industriali e artigianali con produzione di scarichi altamente inquinanti. L’esistenza inoltre

di insediamenti residenziali e turistici, talora estesi, nelle fasce costiere e sui retrostanti

rilievi collinari comporta ulteriore pericolo di inquinamento a causa di scarichi fognari nei

corsi d’acqua. La possibilità di contaminazione delle acque sotterranee è elevata, dato che la

superficie delle falde si pone generalmente a pochi metri di profondità dal piano di

campagna. A ciò contribuiscono gli accumuli di rifiuti solidi urbani, interrati o deposti lungo

gli alvei torrentizi per mancanza di efficienti sistemi di smaltimento. Lo sviluppo delle varie

forme di antropizzazione del territorio, verificatosi negli ultimi venti anni, ha comportato un

forte incremento dei prelievi di acque sotterranee, con conseguente incidenza sull’assetto

idrodinamico delle falde. Ciò ha provocato fenomeni di intrusione del cuneo salino negli

acquiferi delle pianure alluvionali, particolarmente avvertiti durante la stagione asciutta

attraverso un aumento del contenuto in cloruri delle acque.

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Relazione di sintesi 119

Dall’analisi della carta della vulnerabilità generata si evince, per ognuno dei bacini

idrogeologici esaminati dal presente studio, uno scenario diffuso di alta vulnerabilità agli

agenti inquinanti. Appare evidente come per le aree in prossimità della costa si riscontrano,

per ognuno dei bacini, valori medio-alti o alti di vulnerabilità. In tale aree hanno avuto

infatti notevole influenza i punteggi alti attribuiti ai materiali a granulometria grossolana

piuttosto permeabili, il ridotto spessore dello stato insaturo e i valori bassi di soggiacenza e

pendenza. Solo il bacino idrogeologico di Gioia Tauro presenta una vulnerabilità elevata per

una vasta zona che si estenda dalla costa, costituita da depositi eolici (pleistocenici), verso

l’interno costituito da detriti ed alluvioni terrazzati e con valori ancora bassi di pendenza.

Risulta, per ognuno dei bacini, una vulnerabilità media in corrispondenza delle zone

caratterizzate da quote maggiori e costituite da terreni che hanno una bassa permeabilità ed

uno spessore dello strato insaturo sufficiente a garantire una efficace azione autodepurante

del terreno.

0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A)

Inoltre, la Giunta Regionale con D.G.R. n.817 del 23/09/2005 (BUR CALABRIA –

Supplemento straordinario n 5 al n. 9 del 16 maggio 2006, parti I e II, Anno XXXVII)

delibera: “1. di dare atto che la D.G.R. n. 793 del 25/10/2004 avente per oggetto <<

Regolamento Regionale recante: Designazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine

agricola e relativo programma d’azione>>, non ha concluso l’iter amministrativo per

decadenza del Consiglio Regionale, per cui si rende necessaria la riproposizione; 2. di

approvare il Regolamento regionale recante: Designazione delle zone vulnerabili da nitrati

di origine agricola e relativo programma d’azione (All. A – Carta della vulnerabilità da

nitrati di origine agricola scala 1:250.000 e All. B – Programma d’azione per la gestione

della fertilizzazione ed altre pratiche agronomiche nelle aree vulnerabili da nitrati di

origine agricola) che costituiscono parte integrante della presente deliberazione; 3. di

trasmettere il presente atto al Consiglio Regionale, ai sensi dell’art. 30 dello Statuto

Regionale, per gli adempimenti di competenza.” Con D.G.R. 393 del 6 giugno 2006 (BUR

CALABRIA n. 13 del 15 luglio 2006, parti I e II, Anno XXXVII) la regione Calabria

delibera: “di approvare il nuovo testo del programma d’azione da adottare nelle zone

vulnerabili da nitrati di origine agricola individuate con DGR 817/2005, e che fa parte

integrante della presente deliberazione (All. A);…”

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Relazione di sintesi 120

Di seguito, Fig. 40, si riporta la “Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola”

redatta dall’ARSSA ed approvata con delibera 817/05 All. A.

Figura 40: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola

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Relazione di sintesi 121

0.2.3 Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari

Si considerano zone vulnerabili da prodotti fitosanitari quanto prescritto nell’allegato 7 parte

B del D.lgs. 152/99 e s.m.i.: “….Un’area è considerata vulnerabile quando l’utilizzo al suo

interno di prodotti fitosanitari autorizzati pone in condizioni di rischio le risorse idriche e

gli altri comparti ambientali rilevanti…”

La regione Calabria con D.G.R. n. 232 del 23 aprile 2007 (BUR CALABRIA n. 10 del 01

giugno 2007) delibera quanto segue: “ di adottare per le finalità di cui al comma 1 dell’art.

92 del D.L. 152/2006, la «carta del rischio di contaminazione degli acquiferi da prodotti

fitosanitari della regione Calabria, scala 1: 250.000» che si allega e fa parte integrante

della presente deliberazione; …”.

Qui di seguito si riporta la “Carta del rischio di contaminazione degli acquiferi da prodotti

fitosanitari della regione Calabria” redatta dall’ARSSA ed approvata con delibera 232/07.

Essa, realizzata in scala 1:250.000, evidenzia le aree a potenziale rischio di inquinamento da

prodotti fitosanitari.

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Relazione di sintesi 122

Figura 41: Carta del rischio di contaminazione degli acquiferi da prodotti fitosanitari della regione Calabria (ARSSA, 2005)

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Relazione di sintesi 123

0.2.4 Aree di salvaguardia delle acque sotterranee destinate al consumo umano

L’art.21 del D.lgs. 152/99 al Titolo III, Capo I inerente la Disciplina delle aree di

salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, recita: “…

Le regioni, al fine della protezione delle acque sotterranee, anche di quelle non ancora

utilizzate per l'uso umano, individuano e disciplinano, all'interno delle zone di protezione,

le seguenti aree: a) aree di ricarica della falda; b) emergenze naturali ed artificiali della

falda; c) zone di riserva.

0.2.4.1 Zone di r iserva strategica

La Calabria, a differenza delle altre regioni italiane, è caratterizzata da un territorio

geologicamente molto variegato che racchiude domini idrogeologici con caratteristiche

molto diverse tra loro.

Scopo di questa ulteriore elaborazione è quella di definire aree a comportamento

idrogeologicamente omogeneo e di definire, per ciascuna di esse, le potenzialità idriche

legate al sistema di falde profonde. Le informazioni acquisite durante l’esecuzione delle

numerose perforazioni, riportate nel contesto geologico strutturale, ha permesso di

individuare le riserve idriche considerate strategiche nella regione Calabria.

Questi dati offrono già di per sé una informazione puntuale sulle aree della regione da

considerare cruciali per le risorse idriche del territorio; estendendo il dato ai sistemi

idrogeologicamente omogenei si perviene alla definizione di area di ricarica e di area

serbatoio potenzialmente sfruttabili o comunque da preservare.

Le aree considerate omogenee tuttavia non tengono conto dell’interazione con sistemi

strutturali profondi rappresentati da faglie e discontinuità morfologiche che influenzano in

modo significativo la dinamica di circolazione dei fluidi sotterranei. Gli elementi strutturali

tuttavia giocano un ruolo importante nella dinamica dei fluidi sotterranei per cui, per

migliorare ulteriormente l’informazione finale, e’ stata importata una carta che offre una

visione unitaria dell’assetto geostrutturale regionale ricavata dalla geologia della Calabria, e

che, sovrapposta alle aree considerate strategiche, definisce i “Campi di esistenza degli

acquiferi profondi” in cui sono localizzati i principali acquiferi della regione (Cfr. Elaborati

cartografici – Aree di ricarica degli acquiferi profondi).

Operativamente si è proceduto partendo da una carta di base rappresentata dai complessi

idrogeologici alla scala 1:250.000 sulla quale sono state riportate le principali informazioni

puntuali (profondità, portata, ecc.) provenienti dalle esperienze di perforazioni direttamente

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Relazione di sintesi 124

espletate sul territorio. Questo ha permesso di estrapolare, a scala regionale, la situazione

sulla distribuzione delle riserve idriche considerate strategiche nonché di redigere una carta

sulla distribuzione di tali aree sul territorio calabrese.

Il risultato finale è una carta tematica delle vulnerabilità degli acquiferi profondi (cfr.

Cartografia allegata alla Relazione generale).

A partire dal nord della regione si individuano i seguenti complessi idrogeologici:

Catena Costiera Tirrenica Settentrionale

L’area è caratterizzata da un più ampio affioramento di carbonati esteso su oltre 200 kmq,

che testimonia l’emergenza del substrato geologico di tutto il sistema a falde del cosiddetto

Arco Calabro, un orogene costituito da una serie di Unità tettoniche alpine, sovrascorse sulle

Unità Carbonatiche che costituiscono i domini più esterni della catena. Gli affioramenti

carbonatici a cui si fa riferimento sono quelli che si ergono nel settore settentrionale della

Catena Costiera. I terreni affioranti, tutti attribuibili al Paleozoico e al Mesozoico (trias)

sono costituiti, in successione referente (dal basso verso l’alto), da una serie di formazioni

che vengono qui di seguito descritte:

‚ Scisti filladici (Paleozoico)

‚ Complesso di rocce basiche vulcaniche (Paleozoico)

‚ Dolomie, calcari dolomitici e calcari (Triassico)

‚ Calcari e calcari dolomitici (Cretacico)

‚ Brecce o conglomerati calcarei (Eocene)

Nell’area oggetto di studio sussistono almeno due fattori determinanti ai fini della

impostazione della circolazione idrica sotterranea:

1) Grande diffusione di rocce serbatoio fortemente ricettive, corrispondenti ai rilievi

carbonatici affioranti (M.te Cannitello, M.te La Caccia e Serra la Croce);

2) Intreccio di motivi stratigrafici e tettonici locali e regionali atti a favorire la creazione

di grandi e piccoli accumuli sotterranei.

Nel dettaglio sono stati distinti una serie di complessi idrogeologici aventi nel loro insieme,

un comportamento sostanzialmente simile nei confronti dell’infiltrazione e della

circolazione idrica sotterranea:

‚ Complesso calcareo-dolomitico di colore grigio scuro fratturato con frequenti

intercalazioni di argilliti e lenti di selce (mesozoico sup.);

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Relazione di sintesi 125

‚ Complesso calcareo-dolomitico di colore grigio, intensamente fratturato e carsificato

(triassico);

‚ Complesso metamorfico (scisti filladici).

I termini carbonatici costituiscono un complesso caratterizzato da un elevato grado di

permeabilità. Bisogna distinguere la formazione calcareo-dolomitica del mesozoico sup.

caratterizzata da intercalazioni di argilliti e localmente da lenti di selce, responsabili di un

effetto tamponante della circolazione idrica sotterranea. Ciò non consente accumuli idrici

significativi, che invece si riscontrano nella formazione carbonatica triassica a quote più

basse.

Il complesso calcareo-dolomitico del triassico è caratterizzato, infatti, da un’intensa

fratturazione generata dalla presenza di numerose famiglie di faglie. Il grado di

approfondimento della circolazione idrica sotterranea è legato allo sviluppo di tali sistemi di

fratture ed allo stato di intasamento delle stesse. Questo complesso costituisce, tra i terreni

affioranti, il migliore acquifero dell’area; ad esso pertanto afferiscono le principali sorgenti

captate mediante gallerie drenanti e pozzi (es. Loc. “Soleo”, Loc. “Petrosa”). Nel caso

specifico, le emergenze sorgive sono legate a due fattori sostanziali: alla disomogenea

distribuzione della fratture nell’ambito dell’ammasso roccioso ed al contatto con l’altro

complesso idrogeologico costituito dalle unità metamorfiche.

Del complesso metamorfico fanno parte gli scisti filladici, affioranti nella porzione

occidentale dell’area. Trattasi di rocce caratterizzate da una permeabilità primaria per

porosità relativamente medio-bassa, associata alla coltre di alterazione e da una permeabilità

per fessurazione dovuta all’intenso stato di fratturazione derivante dal complesso sistema

strutturale che caratterizza l’area. La circolazione idrica sotterranea pertanto è piuttosto

frammentata e limitata quasi esclusivamente alla coltre epidermica di alterazione e lungo le

superfici di discontinuità di origine tettonica.

Catena Costiera Cosentina Versante Orientale

La tipologia dei litotipi affioranti è costituita da conglomerati poligenici, paragneiss e scisti

biotitici. La permeabilità del complesso metamorfico è generalmente bassa, con aumento

della stessa nelle zone di più intensa fratturazione e degradazione. I terreni gneissico-

granitoidi sono caratterizzati da una permeabilità secondaria per fratturazione, che varia

localmente in funzione del grado di cataclasi dell'ammasso roccioso. La circolazione delle

acque di falda avviene all'interno delle discontinuità di tipo tettonico, sia alla macro che alla

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Relazione di sintesi 126

microscala. La circolazione idrica sotterranea, attraverso l’azione combinata chimica, fisica

e meccanica, agisce sull’ammasso roccioso agevolando i processi di alterazione e

degradazione dello stesso. In tali zone si ha circolazione delle acque di falda anche nelle

interconnessioni fra i granuli costituenti il sabbione, realizzando una permeabilità per

porosità secondaria. Al complesso gneissico-granitoide è possibile attribuire, alla

macroscala, un grado di permeabilità da medio a medio-basso. Nelle zone in cui affiorano i

prodotti di dilavamento ed i conglomerati poligenici si ha una permeabilità per porosità

primaria. In tali terreni le acque di falda circolano nelle interconnessioni esistenti fra i

granuli, ed a queste litologie è possibile attribuire un grado di permeabilità medio-elevata.

Sui conglomerati poggiano in talune zone (località Valle Alberata, immediatamente ad ovest

del centro abitato di Paterno Calabro) calcari e calcareniti bianco-giallastre o rosate. I terreni

calcareo-calcarenitici sono caratterizzati generalmente da una permeabilità secondaria per

fratturazione, e nelle zone a maggior componente arenacea è possibile che si abbia una

permeabilità per porosità, che tende ad essere ostacolata dai fenomeni di dissoluzione e

ricristallizzazione frequenti nei calcari. Si può quindi affermare che l’acquifero in esame ha

un assetto piuttosto complesso ed è di tipo misto, con circolazione idrica sia per porosità,

che per fratturazione. Una fruttuosa captazione dell’acquifero consisterà quindi nel captare

le vie di circolazione preferenziali delle acque di falda, rappresentate dalle fratture beanti

del complesso igneo-metamorfico.

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Relazione di sintesi 127

Figura 42: V ersante Orientale Catena Costiera: Paterno Calabro studio idrogeologico

Area in Destra Crati (Presila)

I terreni gneissico-granitoidi, affioranti in questa area, sono caratterizzati da una

permeabilità secondaria per fratturazione, che varia localmente in funzione del grado di

cataclasi dell'ammasso roccioso e del grado di alterazione. La circolazione delle acque di

falda avviene all'interno delle discontinuità di tipo tettonico, sia alla macro che alla

microscala. Nelle zone dell'ammasso roccioso gneissico-granitoide più superficiali o a

maggiore fratturazione, si realizza un'intensa alterazione, legata principalmente all'idrolisi

dei silicati, ed alla successiva eluviazione delle frazioni argillose residuali. In tali zone si ha

circolazione delle acque di falda anche nelle interconnessioni fra i granuli del sabbione,

realizzando una permeabilità per porosità secondaria. Al complesso gneissico-granitoide è

possibile attribuire un grado di permeabilità da medio a medio-basso. Potenzialità idriche

basse, portate per i singoli pozzi di 1-5 l/s. Dal punto di vista qualitativo, acque buone.

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Relazione di sintesi 128

Area Sila Grande

Da un punto di vista litologico l'area in esame è caratterizzata da un complesso metamorfico

d'età paleozoica costituito prevalentemente da gneiss e scisti biotitici, spesso con granati

visibili ad occhio nudo, in associazione con ortogneiss granitoidi. Le rocce di questo

complesso sono in genere coerenti e resistenti all'erosione, eccetto nelle aree di più intensa

fratturazione, dove a causa dell'alterazione e della degradazione meteorica, sono spesso

facilmente disgregabili, e localmente ridotti a sabbione per l'intensa idrolisi dei silicati. In

tali zone si ha circolazione delle acque di falda anche nelle interconnessioni fra i granuli del

sabbione, realizzando una permeabilità per porosità secondaria. La permeabilità è

generalmente bassa, con aumento della stessa nelle zone di più intensa fratturazione e

degradazione. La circolazione delle acque di falda avviene all'interno delle discontinuità di

tipo tettonico, sia alla macro che alla microscala. Al complesso gneissico-granitoide è

possibile attribuire un grado di permeabilità da medio a medio-basso. Nelle zone di

fondovalle nelle quali affiorano i terreni alluvionali si ha una permeabilità per porosità

primaria sindeposizionale. In tali terreni le acque di falda circolano nelle interconnessioni

esistenti fra i granuli, ed a queste litologie è possibile attribuire un grado di permeabilità

medio-elevata. In tali zone è possibile riscontrare falde acquifere contenute sia nei terreni

alluvionali che nella prima porzione di materiale alterato con portate che talvolta superano i

10 l/s.

Figura 43: Sila Grande - Lago Arvo: studio idrogeologico

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Relazione di sintesi 129

Sila Sud-Occidentale

La tipologia dei litotipi affioranti in quest’area, prevalentemente costituiti da gneiss,

paragneiss e gneiss granitoidi. I corsi d’acqua di tale sistema sono caratterizzati da un

regime torrentizio, tipico delle aste drenanti calabresi, con consistenti valori di portata nei

periodi autunnali e invernali che facilitano il trasporto solido e fasi di magra nei periodi

estivi. Particolarmente elevata risulta la portata nei mesi da Febbraio ad Aprile, in

concomitanza con lo scioglimento delle nevi. Nell'area rilevata non si denotano lineamenti

tettonici significativi di notevole entità, mentre sono state rilevati numerosi sistemi di

fratture, di joints e di microfaglie, che rappresentano delle vie preferenziali per

l'infiltrazione e per la circolazione delle acque di falda. Le potenzialità idriche sono basse

(portate dei singoli pozzi 1-3 l/s) con acque di buona qualità.

Figura 44: Valle del Savuto: Complessi idrogeologici

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Relazione di sintesi 130

Figura 45: Valle del Savuto: Complesso alluvionale

Piana di Lamezia

L’area interessa depositi conglomeratici e sabbiosi di conoide e depositi riconducibili a

prodotti alluvionali. Nell’area affiorano dal basso verso l’alto:

– Depositi conglomeratico-sabbiosi

– Alluvioni a granulometria eterometrica

I terreni sedimentari quaternari sciolti; i terreni riferibili ai prodotti di alluvial fan sono

costituiti essenzialmente da sabbie e ghiaie con un discreto grado di addensamento; le

ghiaie, in virtù del carattere di distalità deposizionale, hanno granulometria medio-fine e

fine. I terreni alluvionali sono costituiti da materiale anch’esso medio-fine, dato che l’area

risulta in prossimità della foce del fiume Amato. La permeabilità dei terreni di alluvial fan

risulta media e medio-elevata per porosità, poiché la circolazione delle acque di falda

avviene negli interstizi esistenti fra i clasti. Le alluvioni sono anch’esse caratterizzate da

porosità primaria, ed hanno permeabilità elevata poiché il loro grado di addensamento è

molto modesto. Date le caratteristiche di estrema irregolarità dei processi deposizionali si

hanno intercalazioni di materiale fine all’interno di livelli a granulometria più grossolana.

Data la natura e la disposizione geometrica dei litotipi, la presenza di falde sospese e/o in

pressione siamo in presenza di un acquifero del tipo multifalda.

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Relazione di sintesi 131

Piana di Gioia Tauro Settore Settentrionale

La zona nord della Piana di Gioia è caratterizzata dalla presenza delle potenti alluvioni

depositate principalmente dal Fiume Mesima, che rappresenta il collettore principale, in cui

confluiscono i segmenti fluviali di ordine minore ad andamento dendritico. In affioramento

sono presenti alluvioni recenti a granulometria perlopiù grossolana, fissate dalla

vegetazione, e depositi di origine eolica, rappresentati da dune ormai stabilizzate. La

geolitologia locale è estremamente semplice e si può sostanzialmente ricondurre a due

processi deposizionali funzioni dell’ambiente di deposizione dei sedimenti: l’ambiente di

piana alluvionale, e l’ambiente di retrospiaggia. L’ambiente di piana alluvionale è

rappresentato nei suoi settori più distali e quindi i prodotti depositati hanno una

granulometria a dominanza medio-fine, cui si vanno ad intercalare, nei momenti in cui il

flusso idraulico lo permette, sedimenti più grossolani quali ghiaie e blocchi, deposti durante

i maggiori eventi di piena. Le dune di retrospiaggia hanno una dominante granulometrica

nettamente sabbiosa. I depositi alluvionali hanno una granulometria mediamente maggiore

dei depositi eolici e quindi anche una maggiore permeabilità relativa, che si traduce in una

maggiore velocità di filtrazione e di spostamento delle acque di falda. Il movimento delle

acque di falda avviene negli interstizi fra i granuli esistenti fin dal momento della

deposizione (interstizi sindeposizionali). In definitiva si ha una falda superficiale libera in

cui il serbatoio idrico è costituito dai prodotti alluvionali, posta fino ad una profondità di

circa 30-35 m. Al di sotto di tale falda, si ha una seconda falda, di caratteristiche

idrogeochimiche diverse, posta nei terreni limoso-argillosi, che ha una potenza nettamente

maggiore della prima.

Di seguito si riporta un esempio di carta dei complessi idrogeologici dell’area.

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Relazione di sintesi 132

Figura 46: Piana di Gioia Tauro settentrionale, Campo Pozzi Medma

Piana di Gioia Tauro Settore Meridionale

Da un punto di vista idrogeologico i terreni affioranti sono caratterizzati da una permeabilità

per porosità alta, la circolazione idrica sotterranea avviene prevalentemente nelle

interconnessioni dei granuli (permeabilità primaria, sindeposizionale); la falda idrica ha un

gradiente piezometrico estremamente basso in virtù dei bassi valori di acclività. Le aree

sono interessate dalla presenza di un acquifero poroso. Gli acquiferi presenti sono

rappresentati da depositi alluvionali ad elevata permeabilità tamponati alla base da livelli a

bassa permeabilità. Tali depositi sono costituiti da sedimenti clastici eterogenei trasportati e

depositati dai corsi d'acqua. Tale assetto provoca generalmente degli ostacoli nella

circolazione idrica sotterranea, identificando falde sovrapposte (acquifero multifalda); il

deflusso preferenziale dell’acqua interessa i litotipi a più alta permeabilità. Le diverse falde,

in questo caso, sono da ricondurre ad un’unica circolazione idrica sotterranea, in quanto la

geometria dei sedimenti lascia, molto spesso, frequenti soluzioni di continuità. Tutto ciò è

ulteriormente avvalorato dai dati idrogeologici raccolti attraverso il censimento dei pozzi

esistenti, dai quali si è riscontrata la presenza di falde acquifere sino alla profondità di 25-30

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Relazione di sintesi 133

m, con portate d’esercizio di 5-6 l/s. L’emungimento di portate superiori è possibile, tuttavia

se ne sconsiglia l’utilizzo perché ciò potrebbe causare il peggioramento delle caratteristiche

chimico-fisiche delle acque, rendendole non idonee al consumo umano. Alla luce di quanto

sopra esposto si può affermare, con un certo margine di sicurezza, che nelle aree di interesse

è presente una consistente falda acquifera sotterranea.

Area Versante Occidentale dell’Aspromonte .

L’area in esame è caratterizzata prevalentemente dalla presenza di depositi conglomeratici e

sabbiosi di età Pliocene superiore Pleistocene in parte smantellati dall’azione erosiva indotta

dalle aste fluviali. Tali depositi sedimentari, in generale si presentano poco consolidati e

facilmente disgregabili, e quindi presentano permeabilità elevata. Nell’area la circolazione

idrica sotterranea viene influenzata e condizionata dalle caratteristiche geologiche e

litologiche dei terreni presenti, costituiti essenzialmente da conglomerati e sabbie

trasgressive sulle unità cristalline paleozoiche. Da quanto analizzato si evince che

l’acquifero in esame risulta essere di tipo poroso, con possibili presenze di falde sospese

legate alla presenza di lenti di materiale fine argilloso. La permeabilità dei litotipi presenti è

per porosità primaria. Nei terreni precedentemente descritti sono stati individuati due

complessi idrogeologici, distinti in base alle caratteristiche di permeabilità; in particolare è

stato riconosciuto un complesso alluvionale caratterizzato da un’alta permeabilità. L’alta

permeabilità di questo complesso, unita alla bassa acclività delle zone in cui affiorano tali

terreni, fa sì che l’infiltrazione in falda sia fortemente incentivata. Le stesse Fiumare

rappresentano una notevole aliquota delle acque d’infiltrazione che vanno ad arricchire le

acque di falda. Il secondo complesso è rappresentato da prodotti conglomeratici, arenacei e

con rari orizzonti limosi ed argillosi da ricondurre principalmente a depositi di terrazzo.

Tale complesso è caratterizzato da una permeabilità medio-alta che induce una discreta

infiltrazione in falda. Nella zona in esame l’acclività presentata in affioramento da tale

complesso è variabile. Tali complessi idrogeologici poggiano in discordanza stratigrafica sui

complessi delle unità cristalline di catena. Gli acquiferi presenti in tali litotipi sono di tipo

fratturato, e la permeabilità, di tipo secondario per fratturazione, è legata alla presenza delle

discontinuità tettoniche che controllano la circolazione delle acque.

Di seguito si riporta un esempio di carta dei complessi idrogeologici dell’area.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 134

Figura 47: Versante occidentale Aspromonte: studio idrogeologico

0.2.4.2 Aree di r icar ica delle falde

Al comma 9, punto a) dell’art.21 del D.lgs. 152/99 si riporta: “le regioni, al fine della

protezione delle acque sotterranee, anche di quelle ancora non utilizzate per l’uso umano,

individuano e disciplinano, all’interno delle zone di protezione, le aree di ricarica delle

falde”.

Le aree di ricarica delle falde, soprattutto quelle profonde, possono trovarsi anche molto

distanti dall’area di captazione. Lo studio per la definizione delle aree di ricarica è stato

affrontato a scala regionale partendo dalla consultazione di studi e ricerche sulla dinamica

degli acquiferi sotterranei esistenti nel territorio calabrese. Successivamente, in base a dati

sperimentali di carattere idrogeologico ed alla consultazione della cartografia tematica

ufficiale a varia scala, si è proceduto alla perimetrazione dei limiti delle aree di ricarica

degli acquiferi profondi porosi. La carta idrogeologica riportata in allegato (cfr Elaborati

cartografici – Aree di ricarica degli acquiferi profondi), in scala al 250.000, individua le aree

di ricarica degli acquiferi profondi presenti nelle ampie valli alluvionali al di sotto dei

complessi impermeabili argilloso-limosi plio-miocenici e individua i principali flussi di

scorrimento delle acque sotterranee verso le falde di fondovalle.

I principali complessi idrogeologici ricettivi sono i seguenti:

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Relazione di sintesi 135

‚ Complesso carbonatico Pollino – Catena Costiera Settore Settentrionale.

Permeabilità elevata, alimenta gli acquiferi della Piana di Sibari e di Scalea.

‚ Complesso metamorfico Catena Costiera. Permeabilità medio-bassa, alimenta l’alta,

media Valle del Crati (settore ovest) e la fascia costiera tirrenica centro settentrionale

calabrese.

‚ Complesso igneo-metamorfico Sila. Permeabilità medio-bassa, alimenta l’alta e

media e bassa Valle del Crati (settore est), la fascia costiera ionica centro

settentrionale calabrese e la valle della Stretta di Catanzaro.

‚ Complesso igneo-metamorfico Serre ed Aspromonte. Permeabilità medio-bassa,

alimenta fascia costiera ionica e tirrenica meridionale calabrese.

La carta è stata ottenuta da una elaborazione arbitraria di una carta di base tenendo conto di

dati riportati in letteratura.

La carta di base è rappresentata dalla “Carta Geologica d’Italia” in scala 1:500.000 e dalla

“Carta delle Grandi Frane e Deformazioni Gravitative Profonde di Versante della Calabria”

a scala 1:250.000, successivamente modificate dai tecnici dell’Autorità di Bacino per la

redazione delle carte a supporto del Piano Stralcio Idrogeologico.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 136

Figura 48: Aree di ricarica degli acquiferi profondi

0.2.4.3 Zone di r ispetto

Le zone che vengono definite, come previsto dalla legge, sono quelle di tutela assoluta, di

rispetto e i protezione. Il loro contorno rappresenta il luogo dei punti con eguale tempo di

ritardo: ogni particella liquida che si trova sul perimetro delle varie zone impiegherà quindi

lo stesso tempo per giungere alla captazione.

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Relazione di sintesi 137

0.2.4.3.1 Acquifero della Piana di Gioia Tauro

Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a

percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza.

Per il bacino di Gioia Tauro sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i pozzi gestiti

da So.Ri.Cal. e di cui si riportano le mappe nelle Figure 49, 50, 51, 52, 53, 54 e 55.

Successivamente sono state determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da cui è

possibile definire le aree di rispetto ristrette e allargate.

Punti di prelievo per scopo idrico potabile destinato al consumo umano per i quali sono state

individuate le aree di salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della risorsa

idrica, sono i seguenti (cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Gioia

Tauro”):

a) RC2AQ05P001 – Pozzo CINQUEFRONDI

b) RC2AQ06P001 – Pozzo POLISTENA

c) RC2AQ07P001 – Campo Pozzi VACALE (Pozzo VACALE 2)

d) RC2AQ09P001 – Pozzo RIZZICONI

e) RC2AQ10-11P001 – Campo Pozzi PETRACE (1a, 1b, 2a, 2b)

f) RC2AQ20P001 – Pozzo SAN GIORGIO

g) VV1AQ23P001 – Campo Pozzi MEDMA

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Relazione di sintesi 138

Figura 49: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ05P001

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Relazione di sintesi 139

Figura 50: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ06P001

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 140

Figura 51: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ07P001

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Relazione di sintesi 141

Figura 52: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ09P001

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Relazione di sintesi 142

Figura 53: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ11P001

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Relazione di sintesi 143

Figura 54: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ20P001

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Relazione di sintesi 144

Figura 55: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi VV1AQ23P001

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Relazione di sintesi 145

0.2.4.3.2 Acquifero della Piana di Sant’Eufemia

Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a

percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza.

Anche per il bacino di Lamezia Terme sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i

pozzi gestiti da So.Ri.Cal. e di cui si riportano le mappe nelle Figure 56, 57, 58, 59, 60, 61 e

62. Successivamente sono state determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da cui è

possibile definire le aree di rispetto ristrette e allargate. Punti di prelievo per scopo idrico

potabile destinato al consumo umano, per i quali sono state individuate le aree di

salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della risorsa idrica, sono i seguenti

(cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Lamezia Terme”):

a) CZ1AQ09P001 – Acquedotto Maiorizzini Pozzo 1 – Pozzo 2 – Pozzo 3

b) CZ2AQ03 P001 – Campo Pozzi PALAZZO

c) CZ2AQ04 P001 – Campo Pozzi ACCONIA

d) CZ2AQ05 P001 – Campo Pozzi SAVUTO

e) CZ2AQ06 P001 – Campo Pozzi PIAN DEL DUCA

f) CZ2AQ07 P001 – Campo Pozzi SAMBUCO

g) VV1AQ08 P001 – Pozzo S. GIORGIELLO 1

Figura 56: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ03P001

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Relazione di sintesi 146

Figura 57: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ04P001

Figura 58: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ1AQ09P001

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Relazione di sintesi 147

Figura 59: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ05P002

Figura 60: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ06P001

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Relazione di sintesi 148

Figura 61: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ07P001

Figura 62: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi VV1AQ08P001

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 149

0.2.4.3.3 Acquifero della Piana del Lao

Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a

percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza.

Anche per il bacino del Lao sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i pozzi gestiti

da So.Ri.Cal. e di cui si riporta la mappa nella Figura 63. Successivamente sono state

determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da cui è possibile definire le aree di rispetto

ristrette e allargate.

Punti di prelievo per scopo idrico potabile destinato al consumo umano, per i quali sono

state individuate le aree di salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della

risorsa idrica, è il seguente (cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico del

Fiume Lao”):

a) CS2AQ02P001 – Pozzo GRISOLIA SCALO

"

Figura 63: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS2AQ02P001

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 150

0.2.4.3.4 Acquifero della Piana di Reggio Calabria

Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a

percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza.

Anche per il bacino di Reggio Calabria sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i

pozzi gestiti da So.Ri.Cal. e di cui si riportano le mappe nelle Figure 64, 65, 66, 67, 68, 69,

70, 71 e 72. Successivamente sono state determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da

cui è possibile definire le aree di rispetto ristrette e allargate.

Punti di prelievo per scopo idrico potabile destinato al consumo umano, per i quali sono

state individuate le aree di salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della

risorsa idrica, sono i seguenti (cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di

Reggio Calabria”):

a) RC1AQ05P001 – Campo Pozzi CATONA

b) RC1AQ08P001 – Campo Pozzi GALLICO SUPERIORE

c) RC1AQ15P001 – Pozzo S.ELIA per Masella

d) RC1AQ20P001 – Campo Pozzi CALOPINACE

e) RC1AQ22P001 – Pozzo PRIMO

f) RC1AQ23P001 – Campo Pozzi S. AGATA

g) RC1AQ24P001 – Campo Pozzi VALANIDI

h) RC1AQ25P001 – Pozzo GALLICO MARINA

i) RC1AQ33P001 – Campo Pozzi integr. MELITO

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 151

Figura 64: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ05P001

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Relazione di sintesi 152

Figura 65: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ08P001

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 153

Figura 66: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ15P001

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 154

Figura 67: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ20P001

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 155

Figura 68: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ22P001

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 156

Figura 69: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ23P001

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 157

Figura 70: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ24P001

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 158

Figura 71: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ25P001

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 159

Figura 72: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ33P001

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 160

0.2.4.3.5 Acquifero della Piana di Sibari

Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a

percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza.

Per il bacino di Sibari sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i pozzi gestiti da

So.Ri.Cal, la società mista che gestisce le acque sotterranee a scopi acquedottistici in

Calabria, di cui si riportano le mappe nelle figure 73, 74, 75, 76, 77, 78 e 79.

Successivamente sono state determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da cui è

possibile definire le aree di rispetto ristrette e allargate.

Punti di prelievo per scopo idrico potabile destinato al consumo umano, per i quali sono

state individuate le aree di salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della

risorsa idrica, sono i seguenti (cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di

Sibari”):

a) CS1AQ01P001-2 Pozzo SERRA SPIGOLA – Pozzo VIA DE RADA

b) CS3AQ01P001 – Campo Pozzi FRASCINETO

c) CS3AQ01P002-3 Campo Pozzi ROSETO CAPO SPULICO – Pozzo COLFARI

d) CS3AQ01P005 – Pozzi SERRO CAVALLO

e) CS3AQ02P001 – Campo Pozzi CALOVETO

f) CS3AQ02P002-3 Campo Pozzi CALOVETO – Campo Pozzi TRIONTO

g) CS3AQ07P001 – Pozzo ESARO

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Relazione di sintesi 161

Figura 73: Delimitazione aree di salvaguardia per i campi pozzi CS1AQ01P001 e CS1AQ01P002

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Relazione di sintesi 162

Figura 74: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ01P001

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Relazione di sintesi 163

Figura 75: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ01P002

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Relazione di sintesi 164

Figura 76: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ01P005

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Relazione di sintesi 165

Figura 77: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ02P001

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Relazione di sintesi 166

Figura 78: Delimitazione aree di salvaguardia per i campi pozzi CS3AQ02P002 e CS3AQ02P003

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Relazione di sintesi 167

Figura 79: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ07P001

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 168

0.3 GLI OBIETTIVI

0.3.1 Obiettivi definiti dall’Autorità di Bacino

Gli obiettivi e le priorità degli interventi dei Piani di Tutela delle Acque (PTA) sono

espressamente richiamati agli articoli 44 del D.lgs. 152/99, e 111 del D.lgs. 152/06. Nel

decreto del 1999 il PTA è definito “Piano stralcio di settore del piano di bacino ai sensi

dell’articolo 17, comma 6 – ter della Legge 18 maggio 1989 n.183; nel decreto del 2006, il

PTA è definito “uno specifico piano di settore”. Nel richiamato articolo 44 del 152/99, è

demandato alle Autorità di Bacino di rilievo nazionale ed interregionale, sentite le Province

e le Autorità di Ambito, di definire gli obiettivi su scala di bacino. Nel richiamato articolo

121 del 152/06, le Autorità di Bacino definiscono gli obiettivi su scala di distretto cui

devono attenersi i Piani di Tutela delle acque, nonché le priorità degli interventi. È altresì

compito delle Autorità di Bacino nazionali o interregionali verificare la conformità del

piano agli obiettivi e alle priorità, esprimendo parere vincolante.

I risultati dell’attività conoscitiva nella regione Calabria, sinora eseguita e documentata,

consentono di formulare scenari e ipotesi dello stato dei corpi idrici regionali, superficiali

(interni, marini e di transizione) e sotterranei, che devono essere ulteriormente precisati in

termini qualitativi e quantitativi. Tuttavia, con riferimento sia a quanto richiesto in generale

dai Decreti ora richiamati, sia allo specifico della situazione calabrese, si possono

riassumere i seguenti obiettivi fondamentali, che comprendono aspetti di qualità (art. 4 del

D.lgs. 152/99, art. 76 del D.lgs. 152/06), di quantità e gestionali della risorsa idrica.

Gli obiettivi generali per la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee sono i

seguenti:

‚ prevenire e ridurre l’inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati;

‚ conseguire il miglioramento dello stato delle acque e la protezione adeguata di quelle

destinate a particolari usi;

‚ perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, dando priorità a quelle potabili;

‚ mantenere ovunque la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la

capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate;

‚ rinaturalizzare i corsi d’acqua, specialmente in ambienti urbani;

‚ mitigare gli effetti delle inondazioni e delle siccità;

‚ proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici e degli altri ecosistemi

dipendenti da quello acquatico sotto il profilo del fabbisogno idrico.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 169

Obiettivi di qualità

Gli obiettivi di qualità sono differenti fra i bacini montani e pedemontani, e quelli vallivi e

le fasce costiere. Per i primi, infatti, si tratta di continuare a mantenere gli attuali livelli e le

attuali caratteristiche di idoneità alla vita dei pesci e all’idoneità ai prelievi per uso potabile,

per i secondi e le terze, invece, l’inquinamento di natura prevalentemente organica e

l’eccessiva antropizzazione di alcuni tratti fluviali richiedono il miglioramento dello stato

attuale e l’adozione di misure prioritarie. L’obiettivo prioritario è, per i corsi d’acqua

naturali, quello di aumentare la capacità di diluizione e di autodepurazione diminuendo

l’apporto organico puntuale – diffuso, per le acque costiere quello di addurre liquami a

elevato livello di depurazione.

1) Per i corpi idrici significativi, siano essi superficiali o sotterranei, non si ravvedono le

condizioni (art. 5 comma 5 del D.lgs. 152/99, art. 81 del D.lgs. 152/06) per stabilire

obiettivi di qualità ambientale meno rigorosi di quelli minimi fissati dalla legge. Con

riferimento all’allegato 1 del decreto 152/99 deve assicurarsi il mantenimento dello

stato di qualità “elevato” nei corpi idrici che già si trovano in queste condizioni; entro

il 31/12/2016 deve essere mantenuto o raggiunto lo stato di qualità ambientale

“buono”; entro il 31/12/2008 ogni corpo idrico superficiale o tratto di esso che

attualmente possiede uno stato di qualità “scadente” o “pessimo” deve conseguire

almeno i requisiti dello stato “sufficiente”.

2) Per le acque a specifica destinazione, tenuto conto dello stato attuale, gli obiettivi

devono essere distinti a seconda della specifica destinazione funzionale.

‚ Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile: deve

essere mantenuta, ove esistente, la classificazione nelle categorie Al e A2 come

definite all’articolo 7 del D.lgs. 152/99. I corpi idrici destinati alla produzione

di acqua potabile che non sono classificati almeno in categoria A2 devono

raggiungere queste qualità entro il 31 dicembre 2010.

‚ Acque superficiali idonee alla vita dei pesci: la classificazione delle acque

idonee alla vita dei pesci deve essere estesa agli interi corpi idrici classificati,

fermo restando la possibilità di classificare e designare nell’ambito del

medesimo corpo idrico tratti come “acque salmonicole” e tratti come “acque

ciprinicole”.

‚ Acque superficiali di balneazione: tutti i tratti di costa attualmente inagibili alla

balneazione per inquinamento devono raggiungere entro il 31 dicembre 2010

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 170

l’idoneità alla balneazione secondo i requisiti di cui al DPR 08 giugno l982 n.

470 e successive modifiche e integrazioni.

‚ Acque destinate alla vita dei molluschi: tutte le acque marine costiere salmastre

che sono attualmente sede di banchi di popolazioni naturali di molluschi

bivalvi e gasteropodi devono risultare conformi ai requisiti di cui alla tabella

1/C dell’Allegato 2 del citato D.lgs. 152/99 entro il 31 dicembre 2010.

3) Specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento, ai fini del

perseguimento degli obiettivi di qualità, sono richieste nelle seguenti aree:

‚ Aree sensibili, per come definite nei due richiamati D.lgs. e meglio delimitate

nei PTA. In tali aree, deve essere abbattuto almeno il 75% del carico

complessivo dei nutrienti derivanti dalle acque reflue urbane. Per il

raggiungimento dell’obiettivo devono essere abbattuti i nutrienti provenienti

dagli effluenti di tutti gli agglomerati con abitanti equivalenti superiori a

10000; qualora non si raggiunga ancora l’abbattimento del 75% del carico dei

nutrienti, dovranno essere sottoposti a trattamento per l’abbattimento del

suddetto carico anche gli effluenti degli agglomerati superiori a 5000 abitanti

equivalenti. Per il contenimento dei nutrienti di origine agricola e zootecnica,

devono essere applicate le condizioni contenute nel “Codice di buona pratica

agricola” approvato con decreto del Ministro delle Politiche Agricole del 19

aprile 1999.

‚ Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, per come individuate con

deliberazioni regionali o dal PTA. In tali zone devono essere attuati i

programmi di azione definiti dalla regione sulla base delle indicazioni di cui

all’allegato 7 del D.Lgs.152/1999 e delle prescrizioni contenute nel “Codice di

buona pratica agricola” approvato con decreto del Ministro delle Politiche

Agricole del 19 aprile 1999.

‚ Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari e zone vulnerabili alla desertificazione,

per come individuate con deliberazioni regionali o dal PTA. Per le prime, se

presenti, devono essere attuati i programmi di azione definiti dalla regione

sulla base delle indicazioni di cui all’allegato 7, parte B, del D.lgs. 152/99. Per

le seconde, se presenti, sono adottate specifiche misure di tutela secondo i

criteri previsti nel Piano d’azione nazionale di cui alla delibera CIPE,

pubblicata nella G.U. n. 39 del 17/02/99.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 171

‚ Aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo

umano. Per mantenere e migliorare le caratteristiche di qualità delle acque

distribuite alla popolazione mediante acquedotti che rivestono carattere di

pubblico interesse, sono individuate le aree di salvaguardia ai sensi degli

articoli 21 del D.Lgs. 152/99 e 94 del D.lgs. 152/06. L’area di salvaguardia

deve prevedere l’area di tutela assoluta, l’area di rispetto e l’area di protezione.

L’approvazione dell’area di salvaguardia comporta l’applicazione delle

limitazioni d’uso di cui all’articolo 21 del D.Lgs. 152/99. L’area di tutela

assoluta deve essere acquisita dal gestore dell’acquedotto ed adibita

esclusivamente alle opere di captazione; nella suddetta area, recintata, deve

essere interdetto l’accesso ai non autorizzati. Altre attività in essa esistenti,

diverse da quelle anzidette, devono essere rimosse. Eventuali pozzi presenti

nell’area, se non più in uso, come opere di captazione, devono essere chiusi

con tecniche che garantiscano l’isolamento delle falde attraversate. La

deliberazione di approvazione dell’area di salvaguardia deve definire, in

relazione alla natura dei suoli, l’uso possibile di concimi chimici, fertilizzanti e

fitofarmaci nonché le misure da adottare per mettere in sicurezza le attività

preesistenti. In ogni caso gli agglomerati urbani presenti nell’area di rispetto

devono essere dotati di fognature a doppia camicia con pozzetti ispezionabili

per la verifica della tenuta della conduttura fognante. Le acque reflue urbane ed

eventualmente industriali devono essere veicolate in condotte, anche se

depurate, fuori della stessa area di rispetto. La Giunta Regionale disciplinerà le

attività previste dall’articolo 21 del D.lgs. 152/99 per quanto riguarda i centri

di pericolo presenti all’interno delle aree di salvaguardia. Nelle aree di

protezione possono essere previste, nella deliberazione di approvazione

dell’area di salvaguardia, limitazioni agli insediamenti civili artigianali e

agricoli. I reflui di questi insediamenti devono comunque essere trattati in

impianti di depurazione a fanghi attivi dotati di trattamento terziario di

nitrificazione e denitrificazione o, per gli agglomerati minori, in impianti di

fitodepurazione che raggiungono gli stessi livelli di depurazione in relazione al

BOD e alle sostanze azotate. Le nuove captazioni a uso idropotabile non

possono essere dichiarate potabili e distribuite mediante acquedotto alle

popolazioni se non sono state delimitate le aree di salvaguardia secondo la

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 172

normativa regionale vigente. Le zone di protezione sono adottate con la

deliberazione di adozione del Piano.

Obiettivi di quantità

Dovranno perseguirsi i seguenti obiettivi:

1) Contenimento dei prelievi dalle falde e dai corsi d’acqua. Per questi ultimi, si dovrà

restare sempre al di sotto della soglia del DMV considerato come la portata istantanea

minima necessaria in ogni tratto omogeneo di corso d’acqua per garantire la salvaguardia

delle caratteristiche fisiche del corpo idrico, chimico fisiche delle acque nonché il

mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali. Il PTA individuerà le

aree a rischio di crisi ambientale, ossia le aree nelle quali l’utilizzazione quantitativa delle

risorse idriche è tale da compromettere la conservazione della risorsa e le future

utilizzazioni sostenibili. In tali aree devono essere ridotte le utilizzazioni entro limiti di

sostenibilità delle utilizzazioni della risorsa idrica, salvaguardando nell’ordine gli usi

idropotabili, gli usi agricoli e gli altri usi.

2) Azzeramento dei deficit idrici nelle falde idriche.

Obiettivi gestionali

Il PTA dovrà individuare tutte le forme in essere nell’attuale quadro normativo che

ostacolano di fatto la gestione delle acque a uso plurimo.

Primo fra tutti, occorre superare l’estremo grado di frammentazione delle competenze in

settori contigui e spesso sovrapposti, come quello civile, industriale, agricolo. Nello

specifico del settore civile, le azioni del servizio idrico integrato devono essere ricondotte

all’interno del quadro delle conoscenze del PTA.

Il PTA dovrà pure considerare la gestione e l’uso sostenibile delle risorsa acqua, considerata

oramai un bene solo parzialmente rinnovabile destinato a subire riduzioni quantitative e

qualitative in un futuro non molto lontano. L’urgenza riguarda soprattutto l’efficienza delle

reti di distribuzione per i vari usi, ma saranno indispensabili azioni di sensibilizzazione,

informazione e formazione tecnica, circa le pratiche mirate al consumo consapevole della

risorsa, incluso il recupero delle acque reflue.

Prior ità di intervento

Per conseguire gli obiettivi sopra delineati all’interno degli orizzonti temporali indicati, il

PTA deve assumere alcune priorità degli interventi:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 173

‚ Completamento e messa a regime dell’esistente rete di monitoraggio ed estensione

della stessa con nuovi punti di rilevamento lungo i corsi d’acqua, nelle falde e a mare.

‚ Completamento ed adeguamento delle reti fognarie e dei depuratori, in conformità alle

disposizioni del D.lgs. 152/99, dando la precedenza ai sistemi dei centri urbani

maggiori, a quelli recapitanti direttamente a mare e a quelli recapitanti nei corsi

d’acqua aventi livelli qualitativi peggiori. Fermi restando i limiti massimi ammessi

per lo scarico, all’orizzonte temporale ultimo del PTA, i liquami devono essere

depurati con una efficienza depurativa di almeno il 90% relativamente al BOD, di

almeno l’80% relativamente alle sostanze azotate e, nelle aree sensibili, di almeno

l’80% relativamente al fosforo.

‚ Incrementare l’adozione di condotte di scarico sottomarine, come misura di

salvaguardia aggiuntiva rispetto ai tradizionali trattamenti a terra.

‚ Separazione delle acque di pioggia da quelle di origine domestica nelle fognature

urbane di nuova costruzione. Per i sistemi di raccolta esistenti, adozione di misure di

contenimento dello sversamento diretto nel recapito naturale delle acque di pioggia,

prevedendo appositi stoccaggi e trattamenti leggeri per le acque di prima pioggia.

‚ Adozione di misure di contenimento dei consumi idrici e di recupero delle perdite

lungo le adduttrici e le reti idriche.

‚ Adozione di opportuni ordinamenti colturali, ottimizzazione della distribuzione di

effluenti zootecnici e di concimi chimici nel comparto agricolo e zootecnico.

‚ Contenimento dei consumi irrigui attraverso la progressiva sostituzione dei sistemi a

pelo libero con condotte in pressione.

‚ Naturalizzazione dei corsi d’acqua e creazione di fasce riparie naturali nei principali

corsi d’acqua urbani, con progressiva rimozione degli interventi antropici a maggiore

impatto.

‚ Adozione di metodi di ingegneria naturalistica nelle sistemazioni fluviali o dei

versanti.

‚ Ricorso alle casse di espansione per il contenimento delle piene nel caso di sezioni

idriche insufficienti al deflusso di piena ai più elevati tempi di ritorno.

‚ Censimento di tutti i prelievi in essere, sia da acque superficiali sia da acque

sotterranee. I pozzi non più in uso o abbandonati devono essere adeguatamente chiusi

mediante cementazione. Nelle zone costiere i pozzi profondi devono essere cementati

in modo tale da impedire che le falde superficiali, soggette a penetrazione salina,

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 174

possano raggiungere le sottostanti falde. La regione può ordinare al responsabile locale

la chiusura di un pozzo manifestamente in stato di abbandono, in cattive condizioni di

manutenzione o realizzato in maniera da costituire pericolo per le sottostanti falde.

Tutti coloro che a qualsiasi titolo prelevano acque dalle falde mediante pozzi devono

installare sistemi di misura delle quantità prelevate e comunicare periodicamente

all’autorità che ha rilasciato l’atto di assenso al prelievo e in tutti i casi alla ABR,

prevedendo sanzioni pesanti per le inadempienze, quali, la cementazione del pozzo

considerato abbandonato o in disuso.

0.3.2 Definizione degli obiettivi del Piano di Tutela delle Acque

Gli obiettivi e le priorità d’intervento individuate dall’Autorità di Bacino regionale ben si

interfacciano con quanto previsto dalle normative nazionali e comunitarie.

Secondo quanto prescritto nell’articolo 4, Titolo II, Capo I del D.lgs. 152/99, “al fine della

tutela e del risanamento delle acque superficiali e sotterranee il decreto individua gli

obiettivi minimi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi e gli obiettivi di qualità

per specifica destinazione dei corpi idrici; l’obiettivo di qualità ambientale è definito in

funzione della capacità dei corpi idrici di mantenere i processi naturali di autodepurazione

e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate, …”; al fine di

assicurare il raggiungimento dell’obiettivo finale, la normativa prevede due step in cui ogni

corpo idrico superficiale classificato o tratto di esso deve conseguire, ossia almeno i

requisiti dello stato “sufficiente” entro il 31/12/2008 ed entro il 31/12/2016 ogni copro

idrico significativo superficiale e sotterraneo deve raggiungere lo stato di qualità ambientale

“buono”.

I principali obiettivi da raggiungere sono:

X risanamento dei corpi idrici significativi e d’interesse che mostrano uno stato di qualità

ambientale compromesso;

X mantenere lo stato di qualità buono per tutti quei corpi idrici significativi e d’interesse

che non risentono di pressioni antropiche alteranti il loro stato;

X raggiungere il miglioramento dello stato di qualità delle acque a specifiche destinazione

d’uso ed attuare un sistema di protezione delle stesse per garantirne un uso quali –

quantitativo da parte di tutti;

X conservare la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici superficiali, nonché

mantenere la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 175

In particolare seguendo le indicazioni dell’autorità di Bacino Regionale:

nelle aree montane o pedemontane, dove in linea di massima la disponibilità e la qualità

delle acque sono attestate su standard sufficientemente elevati, la prior ità consiste nel

mantenere e localmente migliorare gli attuali livelli e le attuali caratteristiche di idoneità

alla vita dei pesci e al prelievo per uso potabile;

nelle zone vallive e nelle fasce costiere l’inquinamento di natura organica e l’eccessiva

antropizzazione di alcuni tratti fluviali richiedono il miglioramento dello stato attuale e

l’adozione immediata di misure finalizzate al miglioramento, attraverso l’aumento della

capacità di diluizione e di autodepurazione, la diminuzione degli apporti organici

puntuali e diffusi, della qualità degli affluenti che convogliano acque reflue, grazie ad un

sostanziale miglioramento del sistema depurativo.

Per i corpi idrici significativi questo vuol dire mantenere, ove presente, il livello di qualità

“elevato”, portare entro il 2008 tutti i corpi idrici ad un livello almeno “sufficiente”,

raggiungere entro il 2016 almeno il livello “buono”.

Dal punto di vista quantitativo appare evidente la necessità di contenere e al limite annullare

gli incrementi di prelievo dalle falde e dai corsi d’acqua, anche per assicurare il

soddisfacimento del minimo deflusso vitale.

In un simile contesto per delineare la strategia di intervento occorre tenere conto dei

principali punti di forza e di debolezza dell’intero sistema.

I punti di forza sono sostanzialmente connessi ai seguenti fattori:

- la disponibilità residua non ancora utilizzata della risorsa idrica appare, allo stato attuale,

ancora notevole, almeno dal punto di vista quantitativo. Un limitato incremento nell’uso

delle risorse ancora non utilizzate appare ancora possibile, anche se nel quadro di una

visione organica del problema e con interventi oculati e compatibili con la primaria

esigenza di non arrecare ulteriori danni al sistema;

- la capacità autodepurante dei corsi d’acqua, favorita dalla elevata pendenza delle aste

fluviali e torrentizie, che determina bassa profondità ed elevata turbolenza e, quindi,

elevati scambi di ossigeno sia all’interno del corpo idrico sia tra questo e l’atmosfera

esterna

- la scarsa densità di popolazione che caratterizza la gran parte del territorio calabrese e

rende meno rilevante rispetto ad altri contesti il carico prodotto dall’inquinamento

diffuso.

I punti di debolezza riguardano:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 176

- lo squilibrio stagionale degli apporti meteorici che si concentrano nel periodo umido

nella misura dell’80-90%, e non superano il 10% nei tre mesi estivi più secchi. Sono

perciò indispensabili adeguati volumi di compenso stagionale sia naturali sia artificiali;

- l’inadeguatezza dei volumi di compenso, dal momento che quelli naturali, rappresentati

dagli acquiferi sotterranei, hanno subito un sistematico peggioramento qualitativo e

quantitativo, anche per effetto dell’espansione di cunei salini, mentre i serbatoi artificiali

non hanno avuto lo sviluppo previsto e sono in troppi casi ancora incompleti o

comunque non operativi;

- il trend negativo imposto dai cambiamenti climatici che appare particolarmente rilevante

in Calabria, dove dai 17 miliardi di m3 all’anno, che mediamente cadevano fino agli anni

80 sotto forma di pioggia o di neve sull’intera regione, si è scesi, nel secolo appena

iniziato, a circa 13 milioni di m3 come valore medio, con punte negative che toccano i

10 milioni di m3 ;

- la fatiscenza di molte reti di adduzione e di distribuzione, nel settore civile e in quello

irriguo, con perdite notevoli che incrementano i consumi in modo anche molto rilevante;

- il prelievo abusivo di risorse idriche dalla falda e dalle reti di adduzione e di

distribuzione che produce effetti analoghi e anzi in molti casi finisce per essere

contabilizzato come perdita;

- l’inadeguatezza del sistema di raccolta e di collettamento delle acque nere, che produce

perdite incontrollate e favorisce percorsi impropri con effetti che si risentono soprattutto

nelle falde;

- le diffuse carenze nel sistema di collettamento delle acque bianche con effetti sulla

qualità degli acquiferi ricettori particolarmente negativi in occasione delle cosiddette

prime piogge che producono un elevato incremento dei carichi inquinanti;

- la diffusa illegalità nella realizzazione di scarichi puntuali e diffusi;

- la non corretta gestione delle lavorazioni agricole, con un uso della risorsa in molti casi

superiore a quello strettamente necessario ai fini produttivi, e una scarsa attenzione alla

qualità dei reflui e alle modalità del loro rilascio nell’ambiente circostante;

- le carenze del sistema depurativo;

- l’insufficienza del sistema di controllo e di monitoraggio sui prelievi e sugli scarichi;

- mancano, o sono incompleti, censimenti sistematici delle fonti di approvvigionamento,

banche dati sui prelievi e sull’erogazione della risorsa, reti di monitoraggio della qualità

e della quantità dei corpi idrici nei tratti di maggiore interferenza con il sistema

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 177

antropico, serie storiche che consentano di ricostruire l’effettivo funzionamento

gestionale degli impianti di captazione, di accumulo e di erogazione e più in generale di

valutare gli effetti prodotti dalle innumerevoli concessioni. Ne consegue un livello di

affidabilità delle elaborazioni relative al ciclo idrico che appare, in diversi casi,

insufficiente.

0.3.2.1 Corsi d’acqua superficiali

0.3.2.1.1 Aspetti qualitativi

Sulla base dei dati analiti ottenuti per la classificazione dello stato ecologico (SECA)

relativa al biennio nov 2005 – 2007, risulta che:

X nessuno dei 52 tratti di corsi d’acqua dei corpi idrici significativi di primo e secondo

ordine, dei corpi idrici che, per valori naturalistici e/o paesaggistici o per particolari

utilizzazioni in atto, hanno rilevante interesse ambientale e dei corpi idrici che, per

carico inquinante da essi convogliato, possono avere un’inflenza negativa rilevante sui

corpi idrici significativi, mostra uno stato ecologico elevato.

X 9 mostrano uno stato ecologico buono;

X 26 mostrano uno stato ecologico sufficiente;

X 15 mostrano uno stato scadente;

X ed infine, 1 solo mostra uno stato ecologico pessimo.

Per tutti i corpi idrici significativi o tratti di essi, per tutti i corpi idrici a specifica

destinazione, per quelli di particolare interesse naturalistico e per quelli ad alto carico

inquinante veicolato, sulla base dei dati analitici ottenuti, sono state individuate le criticità

connesse alla tutela della qualità e all’uso della risorsa, definendo le relazioni intercorrenti

tra tali problematiche ed i fattori naturali ed antropici che le determinano, tanto da poter

individuare così gli obiettivi da raggiungere al 2008 e al 2016.

I risultati relativi ai parametri addizionali monitorati non sono utilizzabili allo scopo di

calcolare il SACA (anche se una prima attribuzione dello stato ambientale è stata fatta in

virtù dei risultati ottenuti, Tabella 24), in quanto questi non sono stati determinati per

l’intero biennio di indagine, ma solo per 12 mesi (nel primo anno di indagine eccetto che per

le stazioni CS50, CS51 e CS52 che sono state aggiunte nel secondo anno). Tuttavia i loro

valori sono stati confrontati con le prescrizioni normative e non hanno destato alcuna

preocuppazione essendo sempre inferiori ai valori soglia normati.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 178

Per i parametri inorganici sono comunque risultati nella maggior parte dei casi valori di

concentrazione sensibilmente inferiori ai limiti di legge, e spesso inferiori anche ai limiti di

rilevabilità strumentali, con l’eccezione del nichel, che in particolare nella stazione CS29 –

Fiumara Amendolea, assume un valore di 75° percentile pari a 0,04 (il limite è di 0,02).

Le sostanze organiche determinate sono nella maggioranza dei casi risultate in

concentrazioni inferiori ai limiti di rilevabilità strumentale. Nei restanti casi, i valori

puntuali erano comunque al di sotto dei limiti di legge già come valori puntuali.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 179

Stazione Codice stazione Nome Categor ia LIM IBE SECA Obiettivo al

2008

Obiettivo al

2016 Scenario di raggiungibilità

CS01 R18069F0003 Fiume Amato

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

3 III 3 sufficiente Buono

Raggiungibile.

Trattasi di inquinamento principalmente

civile (come si evince dai livelli di

inquinamento dei parametri

microbiologici e nutrienti).

CS02 R18069F0002 Fiume Amato

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 III 3 sufficiente Buono

Raggiungibile.

Trattasi di inquinamento principalmente

civile (come si evince dai livelli di

inquinamento dei parametri

microbiologici e nutrienti).

CS03 R18069F0001 Fiume Amato

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 III 3 sufficiente Buono

Raggiungibile.

Trattasi di inquinamento principalmente

civile (come si evince dai livelli di

inquinamento dei parametri

microbiologici e nutrienti).

CS04 R18066F0002 Fiume Corace

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 I 2 Buono Buono

Mantenimento possibile mediante le

misure previste nella scheda di bacino,

portando da scadente/sufficiente a

buono/elevato sia il livello del fosforo

totale che dell’indicatore

microbiologico.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 180

CS05 R18066F0001 Fiume Corace

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e possibile raggiungimento

dello stato buono mediante l’adozione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1 fronteggiando i livelli

pessimi/scadenti dei parametri relativi

ai nutrienti (eccetto i nitrati), indicatori

microbiologici e sostanze chimicamente

degradabili, segnale di uno scarso ed

inadeguato trattamento dei reflui civili .

CS06 R18012F0004 Fiume Crati

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e possibile raggiungimento

dello stato buono mediante l’azione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1.

CS07 R18012F0001 Fiume Crati

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento intermedio dello stato

sufficiente e possibile raggiungimento

dello stato buono mediante l’azione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1.

CS08 R18012F0005 Fiume Crati

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

3 IV 4 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e possibile raggiungimento

dello stato buono mediante l’azione

delle misure previste nel paragrafo

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 181

0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli

pessimi/scadenti dei parametri

macrodescrittori relativi ai nutrienti ed

indicatore microbiologico, segnale di

uno scarso collettamento e trattamento

dei reflui urbani.

CS09 R18012F0006 Fiume Crati

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

4 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento intermedio dello stato

sufficiente e possibile raggiungimento

dello stato buono mediante l’azione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi

dei parametri macrodescrittori relativi

ai nutrienti, sostanze biodegradabili, ed

indicatore microbiologico, segnale di

uno scarso collettamento e trattamento

dei reflui urbani.

CS10 I016F0001 Fiume Lao

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 I 2 Buono Buono

Mantenimento possibile dello stato

buono mediante l’adozione delle misure

previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando livelli

sufficiente/scadente dell’indicatore

biologico e sufficiente/buono dello ione

ammonio, segnale di un inquinamento

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 182

civile puntuale.

CS11 I016F0003 Fiume Lao

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 II 2 Buono Buono

Mantenimento possibile dello stato

buono mediante l’adozione delle misure

previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli sufficiente/buono

dello ione ammonio e del parametro

microbiologico.

CS12 R18096F0004 Fiume Mesima

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante l’adozione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli

scadenti della richiesta chimica di

ossigeno consumato in acqua per

l’ossidazione delle sostanze organiche

ed inorganiche, del nutriente fosforo

totale e dell’indicatore microbiologico,

segnale di una forte contaminazione

antropica di natura civile ed agricola.

CS13 R18096F0002 Fiume Mesima

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante l’adozione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 183

dell’indicatore microbiologico e del

nutriente fosforo totale, i livelli

sufficienti della richiesta chimica di

ossigeno consumato in acqua per

l’ossidazione delle sostanze organiche

ed inorganiche e dei nutrienti azotati,

segnale di una forte contaminazione

antropica di natura civile, industriale e

agricola.

CS14 R18047F0002 Fiume Neto

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante l’adozione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli

sufficienti dei macrodescrittori

segnalanti apporti inquinanti di origine

civile ed agricola.

CS15 R18047F0003 Fiume Neto

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante l’adozione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli

sufficienti del macrodescrittori

segnalanti apporti inquinanti di origine

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 184

civile ed agricola.

CS16 R18047F0001 Fiume Neto

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 IV 4 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante l’adozione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli

scadenti/sufficienti dei macrodescrittori

segnalanti apporti inquinanti di origine

civile ed agricola.

CS17 R18118F0003 Fiume Petrace

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

3 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento dello stato intermedio

sufficiente e di buono al 2016 è

possibile mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli sufficienti e

scadenti solo per l’E.Coli, segnali di

una contaminazione antropica sia di

natura civile/industriale che agricola. Le

note di stazione indicano per questa un

contesto molto artificializzato (si trova

alla periferia di Gioia Tauro), un forte

infangamento, con fondo anche

argilloso e corrente spesso scarsa.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 185

CS18 R18118F0001 Fiume Petrace

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento dello stato intermedio

sufficiente e di buono al 2016 è

possibile mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli sufficienti e

scadenti solo per l’E.Coli, segnali di

una contaminazione antropica di natura

civile e agricola. Le note di stazione

riportano in più occasioni

l’osservazione di mucillagine sul fondo

e sulle sponde e, in periodi di magra, di

un habitat a pozze con anossia sul fondo

CS19 R18118F0002 Fiume Petrace

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento dello stato intermedio

sufficiente e di buono al 2016 è

possibile mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando una contaminazione

principalmente di natura organica. Le

note di stazione segnalano ricorrenti

lavori in alveo che comportano

temporanee deviazioni del corso del

fiume operate utilizzando ad argine il

sedimento stesso e pertanto effimere. Si

osservano quindi frequenti variazioni

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 186

del percorso del fiume con evidenti

ripercussioni sui popolamenti bentonici

CS20 R18057F0001 Fiume Savuto

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento dello stato intermedio

sufficiente e di buono al 2016 è

possibile mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli sufficienti per

l’E.Coli e ione ammonio, segnali di una

contaminazione antropica di natura

civile e agricola. Le note di stazione

segnalano che la portata in questa

sezione è molto ridotta.

CS21 R18057F0002 Fiume Savuto

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 II 2 Buono Buono

Mantenimento dello stato buono è

possibile mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando solo i livelli sufficienti

per l’E.Coli e lo ione ammonio, segnali

di una modesta contaminazione

antropica di natura civilee agricola. Le

note di stazione non rilevano particolari

anomalie.

CS22 R18057F0003 Fiume Savuto

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento dello stato intermedio

sufficiente e di buono al 2016 è

possibile mediante l’adozione delle

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 187

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli sufficienti per

l’E.Coli e del fosforo totale, segnali di

una contaminazione antropica di natura

civile e agricola. Le note di stazione

segnalano una fisionomia di sezione più

volte variata a causa di ricorrenti lavori

in alveo e lungo il fiume. Si rilevano in

alcune occasioni un calo delle correnti,

con acqua a tratti stagnante e un

ricorrente infangamento.

CS23 R18060F0001 Fiume Tacina

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento dello stato intermedio

sufficiente e di buono al 2016 è

possibile mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli sufficienti per

l’E.Coli (inquinamento fecale), ione

ammonio, fosforo totale, sostanze

biodegradabili e ciclo dell’ossigeno,

segnali di una contaminazione antropica

di natura civile e agricola. Le note di

stazione riportano in più occasioni

l’osservazione di depositi di reflui

oleari, di mucillagine sul fondo e sulle

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 188

sponde e, in periodi di magra, di un

habitat a pozze con anossia sul fondo

CS24 R18060F0002 Fiume Tacina

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

3 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento dello stato intermedio

sufficiente e di buono al 2016 è

possibile mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli scadenti per

l’E.Coli e fosforo totale, e sufficienti

per lo ione ammonio, segnale di una

contaminazione civile ed agricola.

CS25 R18030F0001 Fiume Trionto

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 V 5 Buono Buono

Mantenimento dello stato “buono”

possibile mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando il livello sufficiente del

fosforo totale dell’indicatore biologico,

segnale di una modesta contaminazione

antropica civile/agricola. Il SECA

pessimo dipende solo dal perché la

fiumara naturalmente è soggetta a

frequenti periodi di magra/secca.

CS26 R18030F0002 Fiume Trionto

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 IV 4 Buono Buono

Mantenimento dello stato “buono”

possibile mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando il livello sufficiente

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 189

dell’indicatore biologico, segnale di una

modesta contaminazione fecale

puntuale. Il SECA scadente dipende

solo dal perché la fiumara naturalmente

è soggetta a frequenti periodi di

magra/secca.

Tabella 32: Corpi idrici significativi di I° ordine

Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idr ico LIM IBE SECA Obiettivo al

2008

Obiettivo al

2016 Scenario di raggiungibilità

CS27 R18012F0003 Fiume Coscile

Corpo idrico

significativo di II°

ordine

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e possibile raggiungimento

dello stato buono mediante l’azione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1 all’interno del bacino del

fiume Crati.

CS28 R18012F0002 Fiume Esaro

Corpo idrico

significativo di II°

ordine

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e possibile raggiungimento

dello stato buono mediante l’azione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1 all’interno del bacino del

fiume Crati.

Tabella 33: Corpi idrici significativi di II° ordine

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 190

Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idr ico LIM IBE SECA Obiettivo al

2008

Obiettivo al

2016 Scenario di raggiungibilità

CS29 R18133F0001 Fiumara Amendolea

Corpo idrico

d’interesse “alto

valore

paesaggistico”

2 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento intermedio dello stato

sufficiente e poi buono. I livelli dei

parametri macrodescrittori per le

sostanze biodegradabili ed il ciclo

dell’ossigeno sono buoni, ma sufficienti

e pessimi sono i livelli del nutriente

fosforo totale e sufficienti e buoni i

livelli rispettivamente del nutriente

azoto sotto forma di ione ammonio e

dell’indicatore microbiologico.

CS30 I016F0002 Fiume Argentino

Corpo idrico

d’interesse “alto

valore

paesaggistico”

2 I 2 Buono Buono

Mantenimento possibile dello stato

buono, mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

portando a buono/elevato il livello del

parametro microbiologico.

CS31 R18068F0001 Fiume Crocchio

Corpo idrico

d’interesse “alto

valore

paesaggistico”

2 II 2 Buono Buono

Mantenimento possibile dello stato

buono, mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

portando a buono/elevato il livello

sufficiente/scadente dell’indicatore

microbiologico.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 191

CS32 R18134F0001 Fiumara La Verde

Corpo idrico

d’interesse “alto

valore

paesaggistico”

2 III 3 Buono Buono

Mantenimento dello stato “buono”

possibile mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando il livello scadente del

fosforo totale e sufficiente

dell’indicatore biologico, segnale di un

inquinamento puntuale di modesta

dimensione. Il SECA sufficiente

dipende perché è soggetto a frequenti

periodi di magra/secca.

CS33 R18009F0001 Torrente Raganello

Corpo idrico

d’interesse “alto

valore

paesaggistico”

2 IV 4 Buono Buono

Mantenimento dello stato “buono”

possibile mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando il livello sufficiente

dell’indicatore biologico, segnale di un

inquinamento civile puntuale di

modesta dimensione. Il SECA scadente

è perché è soggetto a frequenti periodi

di magra/secca.

Tabella 34: Corpi idrici d’interesse naturalistico – paesaggistico

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 192

Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idr ico LIM IBE SECA Obiettivo al

2008

Obiettivo al

2016 Scenario di raggiungibilità

CS34 R18110F0001 Fiumara Allaro

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

2 III 3 Buono Buono

Mantenimento dello stato “buono”.

I livelli dei parametri macrodescrittori

(nutrienti, sostanze organiche

biodegradabili, ciclo dell’ossigeno e

inquinamento microbiologico) sono

buoni, il SECA sufficiente dipende solo

perché è soggetto a frequenti periodi di

magra/secca.

CS35 R18097F0002 Fiume Ancinale

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

2 II 2 Buono Buono Mantenimento mediante misure

specifiche (vedi paragrafo 0.3.2.1.1)

CS36 R18097F0001 Fiume Ancinale

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

2 III 3 Sufficiente Buono

Raggiungimento possibile mediante

l’adozione delle misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1 per fronteggiare i

livelli sufficienti, scadenti e pessimi dei

parametri relativi ai nutrienti e

indicatori microbiologici.

CS37 R18089F0001 Fiume Angitola

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

2 III 3 Sufficiente Buono

Raggiungimento possibile mediante

l’adozione delle misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1 per fronteggiare i

livelli sufficienti dei parametri relativi

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 193

ai nutrienti (azoto sotto forma di ione

ammonio) e indicatori microbiologici.

CS38 R18131F0001 Fiumara Bonamico

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante l’adozione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, portando da sufficiente a

buono/elevato il livello del parametro

microbiologico, il ciclo dell’ossigeno ed

il nutriente azoto sotto forma di ione

ammonio.

Il SECA sufficiente dipende solo perché

è soggetto a frequenti periodi di

magra/secca.

CS39 R18115F0001 Torrente Budello

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

4 IV 4 Sufficiente Buono

Sezione del fiume non naturale,

rettificata, Inquinamento civile

puntuale. Priorità d’intervento per il

possibile raggiungimento intermedio

dello stato sufficiente ed il

raggiungimento dello stato buono,

agendo sull’abbattimento dei livelli

pessimi e scadenti delle sostanze

organiche biodegradabili, del ciclo

dell’ossigeno e dell’indicatore

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 194

microbiologico. (vedi paragrafo

0.3.2.1.1).

CS40 R18136F0001 Fiumara Calopinace

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

2 III 3 Buono Buono

Mantenimento dello stato “buono”.

I livelli di tutti i parametri

macrodescrittori sono elevati/buoni, il

SECA sufficiente dipende solo perché è

soggetto a frequenti periodi di

magra/secca.

CS41 R18071F0001 Fiume Esaro di Crotone

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

4 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento intermedio dello stato

sufficiente e possibile raggiungimento

dello stato buono mediante l’azione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi

e scadenti di nutrienti (ione ammonio e

fosforo totale), scadenti dell’indicatore

microbiologico e tutti sufficienti i

restanti macrodescrittori

dell’inquinamento,segnale sia di un

inquinamento civile che agricolo

zootecnico.

CS42 R18099F0001 Fiumara della Ruffa

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante l’adozione

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 195

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli

scadenti/pessimi dell’indicatore

microbiologico e del nutriente fosforo

totale, sufficienti i livelli del nutriente

azoto, segnale di uno scarso

collettamento e trattamento dei reflui

civili. La fiumara è soggetta a frequenti

periodi di magra.

CS43 R18132F0001 Fiumara di Gallico

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

2 IV 4 Buono Buono

Mantenimento possibile dello stato

buono mediante l’adozione delle misure

previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando il livello sufficiente

dell’indicatore microbiologico. Il SECA

scadente è solo perché è soggetto a

frequenti periodi di magra/secca.

CS44 R18082F0001 Torrente Fiumarella

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante l’adozione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli

scadenti/pessimi dell’indicatore

microbiologico e sufficienti dei

nutrienti, segnale di uno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 196

collettamento e trattamento dei reflui

civili.

CS47 R18096F0001 Fiume Nicà

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

2 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento dello stato intermedio

sufficiente e raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante l’adozione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli

sufficienti del nutriente fosforo totale e

della saturazione dell’ossigeno, segnale

per lo più di un inquinamento agricolo

puntuale di modesta dimensione. Il

SECA scadente dipende molto anche

dai frequenti periodi di magra a cui il

fiume va incontro.

CS48 R18096F0003 Fiumara Novito

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante l’adozione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, portando da

sufficiente/scadente a buono/elevato il

livello del parametro microbiologico ed

il nutriente fosforo totale.

Il SECA sufficiente dipende solo perché

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 197

è soggetto a frequenti periodi di

magra/secca.

CS49 R18042F0001 Torrente Turrina

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

2 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento dello stato intermedio

sufficiente e di buono al 2016 è

possibile mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli scadenti per

l’E.Coli e fosforo totale, segnale di una

contaminazione civile ed agricola.

CS45 R18121F0001 Fiume Marepotamo

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante l’adozione

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi

dell’indicatore microbiologico

(inquinamento fecale), scadenti del

nutriente fosforo totale (inquinamento

civile e agricolo) sufficienti i livelli

dello ione ammonio, in sotanza segnale

di una forte contaminazione antropica

di natura civile e agricola.

CS46 R18085F0001 Fiume Metramo

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico inquinante”

3 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento intermedio dello stato

sufficiente e raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante l’adozione

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 198

delle misure previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli

scadenti/sufficienti del macrodescrittori

segnalanti apporti inquinanti di origine

civile ed industriale ( attività molitoria e

lavorazione degli agrumi).

Tabella 35: Corpi idrici d’interesse “alto carico inquinante”

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 199

Di seguito si riportano le monografie per singolo corpo idrico significativo e d’interesse e

gli obiettivi individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità

ambientale previsto dalla normativa. Nella sezione misure da adottare gli interventi previsti

per mantenere e/o raggiungere lo stato di qualità ambientale “sufficiente” e/o “buono”.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Amato

Il Fiume Amato è stato monitorato quale corpo idrico significativo di I° ordine ai sensi delle

specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa

444 Kmq, interessando 32 comuni con circa 15 Kmq di aree urbanizzate e con una

popolazione totale stimata pari a 63200 abitanti.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche è riportata nell’allegato F alla

Relazione generale.

Nella figura 80 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 80

Nel bacino sono stati censiti 24 impianti di depurazione dei quali 5 non funzionanti.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 200

Dei 32 comuni solo 17 scaricano i loro reflui nel bacino, per una popolazione totale di circa

42600 abitanti.

In base alle pressioni antropiche di natura civile, nel complesso nel bacino dell’Amato è

stimabile sia necessario soddisfare un deficit di trattamento di circa 10900 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 90,0 16,0 69,0 48,0 7,0 239,0 138,0 23,0 308,0

Tabella 36: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Lungo il corso dell’Amato sono state dislocate 4 stazioni di monitoraggio. Una, la VP13,

sita nel comune di Maida, per verificare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci e tre, la

CS03, sita anch’essa nel comune di Maida, e le CS02 e CS01 localizzate nel tratto

terminale, per caratterizzarne lo stato ambientale.

La sezione VP13 è risultata, in entrambi gli anni di monitoraggio, idonea alla vita dei pesci

salmonicoli.

Lo stato ecologico di CS01, CS02 e CS03 è risultato mediamente sufficiente, con valori

elevati dell’Indice Biotico Esteso e nella CS01 anche con valori elevati dei parametri

microbiologici e del P totale, indice che il fiume nel suo tratto terminale è soggetto ad

apporti inquinanti, prevalentemente di origine civile, che influenzano il suo stato ecologico.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 201

Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idr ico LIM IBE SECA Obiettivo al

2008

Obiettivo al

2016 Scenari di raggiungibilità

CS01 R18069F0003 Fiume Amato Corpo idrico significativo di

I° ordine 3 III 3 sufficiente Buono

Raggiungibile (vedi paragrafo

0.3.2.1.1). Trattasi di

inquinamento principalmente

civile (come si evince dai livelli

di inquinamento dei parametri

microbiologici e nutrienti).

CS02 R18069F0002 Fiume Amato Corpo idrico significativo di

I° ordine 2 III 3 sufficiente Buono

Raggiungibile (vedi paragrafo

0.3.2.1.1). Trattasi di

inquinamento principalmente

civile (come si evince dai livelli

di inquinamento dei parametri

microbiologici e nutrienti).

CS03 R18069F0001 Fiume Amato Corpo idrico significativo di

I° ordine 2 III 3 sufficiente Buono

Raggiungibile (vedi paragrafo

0.3.2.1.1). Trattasi di

inquinamento principalmente

civile (come si evince dai livelli

di inquinamento dei parametri

microbiologici e nutrienti).

Tabella 37

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 202

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo del Fiume Amato:

X per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine è posto come obiettivo

di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il

raggiungimento dello stato “buono” al 2016;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 215,1 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di

trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 38,4 tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Allaro

La Fiumara Allaro è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante

ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 130 Kmq, interessando 13 comuni

con circa 1,3 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 10800

abitanti. Dei 13 comuni ricadenti nel bacino solo 4 scaricano i loro reflui in esso. Una stima

dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica,

dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5,

Azoto e Fosforo, è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 81 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 81

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 203

Nel bacino sono stati censiti 4 impianti di depurazione tutti non in esercizio, per cui è

stimabile che nel bacino dell’Allaro sia necessario soddisfare un deficit di trattamento di

circa 8100 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato nell’impianto

Totali

Carico N (tonn/y)

Carico P (tonn/y)

Carico BOD5 (tonn/y)

Carico N (tonn/y)

Carico P (tonn/y)

Carico BOD5 (tonn/y)

Carico N (tonn/y)

Carico P (tonn/y)

Carico BOD5 (tonn/y)

0,00 0,00 0,00 35,0 5,0 177,0 35,0 5,0 177,0

Tabella 38: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Lungo il corso della Fiumara Allaro è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS34

localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato ambientale.

Lo stato ecologico rilevato in questa sezione del corso d’acqua, è risultato mediamente

sufficiente, principalmente per i valori dell’Indice Biotico Esteso.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettivo

al 2016 Note

CS34 R18110F0001 Fiumara

Allaro

Corpo idrico

di interesse

“alto carico

inquinante”

2 III 3 Buono Buono

Mantenimento dello

stato “buono”. I

livelli dei parametri

macrodescrittori

(nutrienti, sostanze

organiche

biodegradabili, ciclo

dell’ossigeno e

inquinamento

microbiologico) sono

buoni, il SECA

sufficiente dipende

solo perché è

soggetto a frequenti

periodi di

magra/secca.

Tabella 39

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 204

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della Fiumara

Allaro:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” (dato

dal LIM) al 2008 ed al 2016;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 159,3 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di

trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 28 tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Amendolea

La Fiumara Amendolea è stata monitorata quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai

sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i..

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 150 kmq, interessando 13 comuni

con circa 700 mq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata di circa 6300

abitanti.Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 82 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 82

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 205

Nel bacino è stato censito, oltre all’impianto di depurazione di potenzialità pari a 2000 AE

sito nel comune di Roccaforte del Greco, lo scarico di un altro impianto di depurazione, a

servizio del comune di Condofuri, con una potenzialità di 5000 AE.

Alla luce di tali informazioni, nell’ipotesi che entrambi gli impianti siano funzionanti e che i

reflui siano correttamente collettati, si può ritenere che la domanda di trattamento del bacino

sia completamente soddisfatta e che il fiume sia soggetto all’apporto inquinante dei liquami

trattati provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai

15.000 AE, stimabile pari a circa 15 tonn/y di BOD5, 19 tonn/y di N e 3 tonn/y di P.

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato nell’impianto

Totali

Carico N (tonn/y)

Carico P (tonn/y)

Carico BOD5 (tonn/y)

Carico N (tonn/y)

Carico P (tonn/y)

Carico BOD5 (tonn/y)

Carico N (tonn/y)

Carico P (tonn/y)

Carico BOD5 (tonn/y)

19,0 3,0 15,0 0 0 0 19,0 3,0 15,0

Tabella 40: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Per caratterizzare lo stato ambientale della Fiumara Amendolea, lungo il suo corso è stata

dislocata una sola stazione di monitoraggio, la CS29, sita nel tratto terminale della sua asta

fluviale.

I risultati delle rilevazioni effettuate rivelano una qualità ecologica del corso d’acqua

scadente, principalmente per i valori assunti dall’ Indice Biotico Esteso, che risulta

influenzato sia dai frequenti periodi di scarsa portata che caratterizzano il fiume, anche con

modifiche del tracciato del corso d’acqua non ascrivibili a fenomeni naturali, sia all’elevata

torbidità dell’acqua dovuta alla presenza a monte della sezione di controllo di un impianto

di estrazione di inerti.

Tra i macrodescrittori assume valori associati ad uno stato pessimo il fosforo totale, la cui

origine potrebbe essere ascritta ai contributi dell’attività agricola e zootecnica, ma anche

all’attività estrattiva presente a monte.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 206

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016 Note

CS29 R18133F0001 Fiumara

Amendolea

Corpo idrico di

interesse “alto

valore

paesaggistico”

2 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento

intermedio dello

stato sufficiente e

poi buono. I

livelli dei

parametri

macrodescrittori

per le sostanze

biodegradabili ed

il ciclo

dell’ossigeno

sono buoni, ma

sufficienti e

pessimi sono i

livelli del

nutriente fosforo

totale e sufficienti

e buoni i livelli

rispettivamente

del nutriente

azoto sotto forma

di ione ammonio

e dell’indicatore

microbiologico.

Tabella 41

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse naturalistico:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” (dato

dal LIM) sia al 2008 che al 2016.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Ancinale

Il fiume Ancinale è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante

ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 207

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 173 kmq, interessando 20 comuni

con circa 4,7 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 24000 abitanti.

Dei 20 comuni ricadenti nel bacino solo 10 scaricano i loro reflui in esso.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 83 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 83

Nel bacino sono stati censiti 7 impianti di depurazione dei quali 5 non in esercizio. Nel

complesso quindi è stimabile che nel bacino dell’Ancinale sia necessario soddisfare un

deficit di trattamento di circa 14150 AE, nell’ipotesi che il centro abitato del paese di

Davoli (1270 AE) sia tutto collettato al depuratore consortile di Soverato.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati superiori ai 15.000 AE (solo quello di Soverato, loc.

Corvo) ed inferiori ai 15.000 AE:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 208

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato nell’impianto

Totali

Carico N (tonn/y)

Carico P (tonn/y)

Carico BOD5 (tonn/y)

Carico N (tonn/y)

Carico P (tonn/y)

Carico BOD5 (tonn/y)

Carico N (tonn/y)

Carico P (tonn/y)

Carico BOD5 (tonn/y)

23 4 18 62 9 310 85 13 328

Tabella 42:Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Lungo il corso del fiume Ancinale sono state dislocate 3 stazioni di monitoraggio, la CS35

sita nel comune di Cardinale e la CS36 localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per

caratterizzarne lo stato ambientale ed infine la VP15 sita nel comune di Satriano per

valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci.

Dai controlli effettuati, lo stato ecologico risulta nella CS35 buono; nonostante siano stati

rilevati valori elevati di Escherichia Coli, sono stati riscontrati valori dell’Indice Biotico

Esteso denotanti una buona biodiversità.

Lo stato ecologico rilevato nella CS36 è mediamente sufficiente, ascrivibile principalmente

ai valori dell’Indice Biotico Esteso cui si aggiungono anche alti valori riscontrati dei

parametri microbiologici, indice che il fiume nel suo tratto terminale è soggetto ad input

inquinanti, prevalentemente di origine civile, che influenzano il suo stato ecologico.

I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP15 hanno evidenziato una idoneità alla vita

dei pesci ciprinicoli, fatta eccezione per il primo anno nel quale, a causa degli elevati tenori

di ammoniaca, la sezione è risultata non idonea alla vita dei pesci.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 209

Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idr ico LIM IBE SECA Obiettivo al

2008

Obiettivo al

2016 Note

CS35 R18097F0002 Fiume Ancinale Corpo idrico di interesse

“alto carico inquinante”2 II 2 Buono Buono

Mantenimento

mediante misure

specifiche (vedi

paragrafo 0.3.2.1.1)

CS36 R18097F0001 Fiume Ancinale Corpo idrico di interesse

“alto carico inquinante”2 III 3 Sufficiente Buono

Raggiungimento

possibile mediante

l’adozione delle

misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1 per

fronteggiare i livelli

sufficienti, scadenti e

pessimi dei parametri

relativi ai nutrienti e

indicatori

microbiologici.

Tabella 43

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 210

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume

Ancinale:

X per i tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” è posto come

obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il

raggiungimento dello stato “buono” al 2016;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 279,0 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 49,6

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Angitola

Il fiume Angitola è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante

ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 190 kmq, interessando 18 comuni

con circa 2,5 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 19600

abitanti. Dei 18 comuni ricadenti nel bacino solo 8 scaricano i loro reflui in esso.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 84 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 211

Figura 84

Nel bacino sono stati censiti 15 impianti di depurazione dei quali 11 non in esercizio.

Nel complesso è stimabile che nel bacino dell’Angitola sia necessario soddisfare un deficit

di trattamento di circa 10350 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 20 3 16 45 7 227 66 10 242

Tabella 44: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Lungo il corso del fiume Angitola sono state dislocate quattro stazioni di monitoraggio, la

CS37, localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato

ambientale, la VP14, sita nel comune di Maierato, per valutare l’idoneità delle acque alla

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 212

vita dei pesci, la AP17, sita nel comune di Maierato, per verificare l’idoneità delle acque

alla produzione di acqua potabile ed infine la IA07, localizzata nell’invaso dell’Angitola,

per caratterizzare lo stato di qualità ecologica dell’invaso.

Lo stato ecologico rilevato nella sezione terminale del corso d’acqua, la CS37, è risultato

mediamente sufficiente, principalmente per i valori dell’Indice Biotico Esteso, indice che il

fiume nel suo corso è soggetto ad apporti inquinanti che influenzano moderatamente il suo

stato ambientale.

I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP14 hanno evidenziato una idoneità alla vita

dei pesci salmonicoli, fatta eccezione per il primo anno a causa degli alti tenori di BOD5

che hanno portato a classificarla idonea alla sola vita dei pesci ciprinidi.

I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP17 hanno segnalato la non idoneità delle

sue acque ad essere utilizzate a scopo potabile, essendo state classificate il primo anno nella

categoria A3 per gli elevati valori dei parametri microbiologici, parametri che nel secondo

anno hanno raggiunto valori talmente elevati da renderle non idonee alla produzione di

acqua potabile.

I risultati dei controlli effettuati sulla IA07 hanno rilevato uno stato di qualità ecologico

dell’invaso scadente.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016

Scenar i di

raggiungibilità

CS37 R18089F0001Fiume

Angitola

Corpo idrico di

interesse “alto

carico

inquinante”

2 III 3 Sufficiente Buono

Raggiungimento

possibile mediante

l’adozione delle

misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1

per fronteggiare i

livelli sufficienti

dei parametri

relativi ai nutrienti

(azoto sotto forma

di ione ammonio)

e indicatori

microbiologici.

Tabella 45

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 213

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume

Angitola:

X per i tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” è posto come

obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il

raggiungimento dello stato “buono” al 2016;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 204,3 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 36,0

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Argentino

Il fiume Argentino è stato monitorato quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai sensi

delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. e sottobacino del fiume Lao.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 65 kmq, interessando 6 comuni con

circa 0,06 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 2500 abitanti.

Dei 6 comuni ricadenti nel bacino nessuno scarica i suoi reflui in esso.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 85 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 214

Figura 85

Nel bacino non è stato censito alcun impianto di depurazione e, alla luce del fatto che in

esso sono presenti 0,06 kmq di aree urbanizzate, il contributo dei carichi inquinanti è

pressoché nullo.

Lungo il corso del fiume Argentino è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS30,

sita nel comune di Orsomarso, localizzata nel tratto terminale dell’asta, prima che sversi le

sue acque nel fiume Lao, per caratterizzarne lo stato ambientale.

Dai controlli effettuati, lo stato ecologico risulta nella CS30 buono.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 215

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettivo

al 2016

Scenari di

raggiungibilità

CS30 I016F0002 Fiume

Argentino

Corpo idrico

d’interesse

“alto valore

paesaggistico”

2 I 2 Buono Buono

Mantenimento

possibile

mediante

l’adozione delle

misure previste

nel paragrafo

0.3.2.1.1,

portando a

buono/elevato il

livello del

parametro

microbiologico.

Tabella 46

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto valore paesaggistico” del Fiume

Argentino:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” sia

al 2008 sia al 2016.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Bonamico

La Fiumara Bonamico è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad alto carico

inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 136 kmq, interessando 11 comuni

con circa 0,7 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 6300

abitanti. Degli 11 comuni ricadenti nel bacino solo 1 scarica i suoi reflui in esso.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 86 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 216

Figura 86

Nel bacino è stato censito un solo impianto di depurazione in esercizio a servizio del

comune di San Luca.

Nel complesso è stimabile che nel bacino del Bonamico sia necessario soddisfare un deficit

di trattamento di circa 3700 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 1,4 0,2 1 16 2 81 18 3 82

Tabella 47: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Lungo il corso della Fiumara Bonamico sono state dislocate tre stazioni di monitoraggio, la

CS38, localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 217

ambientale, la VP22 sita nel comune di San Luca per valutare l’idoneità delle acque alla vita

dei pesci ed, infine, la IA09 nel Lago Costantino per caratterizzare lo stato di qualità

ecologica dell’unico lago calabrese.

I risultati dei controlli effettuati sulla IA09 non hanno permesso di determinare alcun stato

di qualità ecologico, poiché il campionamento delle acque di tale invaso è stato effettuato ad

una sola profondità a causa dell’inaccessibilità del natante al lago.

Da un punto di vista ecologico, la determinazione dell’indice introdotto da Wiederholm, che

dà indicazioni sul grado di eutrofizzazione dei sedimenti, ha evidenziato valori di trofia

bassi, ad indicare la presenza di buone condizioni ambientali.

Nella sezione VP22 le acque sono risultate idonee nel primo anno di monitoraggio, ma nel

secondo non sono state più monitorate poiché spesso in secca.

Lo stato ecologico rilevato nella sezione terminale del corso d’acqua, la CS38, è risultato

mediamente sufficiente, principalmente per i valori dell’Indice Biotico Esteso, indice che il

fiume nel suo corso è soggetto ad input inquinanti che influenzano il suo stato ecologico.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettivo

al 2016

Scenar i di

raggiungibilità

CS38 R18131F0001 Fiumara

Bonamico

Corpo idrico

d’interesse

“alto carico

inquinante”

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento

intermedio dello stato

sufficiente e

raggiungimento dello

stato “buono” possibile

mediante l’adozione

delle misure previste

nel paragrafo 0.3.2.1.1,

portando da sufficiente

a buono/elevato il

livello del parametro

microbiologico, il ciclo

dell’ossigeno ed il

nutriente azoto sotto

forma di ione

ammonio.

Tabella 48

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Relazione di sintesi 218

Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della

Fiumara Bonamico:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato

“sufficiente” al 2008 e il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 72,9 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 12,8

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Budello

Il torrente Budello è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante

ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i..

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 84 kmq, interessando 5 comuni con

circa 6,6 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione stimata di circa 25.000 abitanti.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 87 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 219

Figura 87

In tale bacino è stato censito un solo impianto di depurazione localizzato a Cittanova, che

trattava i reflui di una popolazione di circa 3700 abitanti (ossia a servizio di un agglomerato

inferiore ai 15.000 AE) , ma che è attualmente dismesso. Alla luce delle informazioni

disponibili risulta che la popolazione di tutto il bacino è attualmente convogliata al

depuratore consortile di Gioia Tauro in loc. Lamia, della potenzialità di circa 260.000 A.E..

Tale impianto, a servizio di un agglomerato superiore ai 15.000 AE, pur non ricadendo

nell’area del bacino del torrente Budello, scarica nel suo tratto terminale in prossimità della

foce. Esso dovrebbe trattare i reflui di tutti e cinque i comuni ricadenti nel bacino,

soddisfacendo tutta la domanda di trattamento. Purtroppo i risultati delle rilevazioni

condotte nella stazione CS39, a monte dello sversamento dei reflui trattati nell’impianto

consortile di Gioia Tauro hanno rilevato una qualità ecologica del fiume scadente per

l’elevatissima presenza di E.Coli, indice di un significativo sversamento di reflui civili non

trattati, cui vanno probabilmente ad aggiungersi i contributi di numerosi scarichi di frantoi

oleari e sansifici censiti nel bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 220

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettivo

al 2016

Scenari di

raggiungibilità

CS39 R18115F0001 Fiumara

Budello

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico

inquinante”

4 IV 4 Sufficiente Buono

Sezione del fiume

non naturale,

rettificata,

Inquinamento civile

puntuale. Priorità

d’intervento per il

possibile

raggiungimento

intermedio dello

stato sufficiente ed il

raggiungimento

dello stato buono,

agendo

sull’abbattimento

dei livelli pessimi e

scadenti delle

sostanze organiche

biodegradabili, del

ciclo dell’ossigeno e

dell’indicatore

microbiologico.

(vedi paragrafo

0.3.2.1.1).

Tabella 49

Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della

Fiumara Budello:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;

Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Calopinace

La Fiumara Calopinace è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad alto carico

inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 53 kmq, interessando 2 comuni con

circa 3 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 39800 abitanti.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 221

Dei 2 comuni ricadenti nel bacino, solo uno, Cardeto, scarica i suoi reflui in esso, mentre

l’altro comune, Reggio Calabria, scarica in impianti di depurazione i cui effluenti

afferiscono in altri bacini.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 88 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 88

Nel bacino è stato censito un solo impianto di depurazione del comune di Cardeto, non in

esercizio.

Nel complesso è stimabile che nel bacino del Calopinace sia necessario soddisfare un deficit

di trattamento di appena 200 AE, costituito dagli abitanti di Cardeto.

In base a tali dati è possibile stimare che i carichi inquinanti di origine civile (provenienti da

impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE ) afferenti al

fiume siano costituiti solo da reflui non trattati, pari a circa 9 tonn/y di BOD5, 2 tonn/y di N,

0,3 tonn/y di P.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 222

Lungo il corso della Fiumara Calopinace è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la

CS40 localizzata nella frazione Cannavò del comune di Reggio Calabria, per caratterizzarne

lo stato ambientale.

Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente sufficiente, principalmente per i

valori dell’Indice Biotico Esteso, influenzati dal verificarsi di periodi caratterizzati da

portate molto ridotte, spesso addirittura nulle.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettivo

al 2016

Scenar i di

raggiungibilità

CS40 R18136F0001 Fiumara

Calopinace

Corpo idrico

d’interesse

“alto carico

inquinante”

2 III 3 Buono Buono

Mantenimento dello

stato “buono”.

I livelli di tutti i

parametri

macrodescrittori sono

elevati/buoni, il SECA

sufficiente dipende

solo perché è soggetto

a frequenti periodi di

magra/secca.

Tabella 50

Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della

Fiumara Calopinace:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” al

2008 ed al 2016;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 8,1 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 1,6

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Corace

Il Fiume Corace è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle

specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 223

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 294 kmq, interessando 22 comuni

con circa 6 kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 52500

abitanti.

Nel bacino sono stati censiti 22 impianti di depurazione dei quali di 2 non è nota la

potenzialità e 3 non sono funzionanti.

Anche se dei 22 comuni del bacino solo 14 scaricano nel fiume Corace, in esso afferiscono i

reflui di una popolazione di circa 120000 abitanti, poiché comprensiva della popolazione

della parte del comune di Catanzaro che, pur non ricadendo territorialmente all’interno del

bacino, è servita dall’impianto di Catanzaro Lido.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 89 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 89

Nel complesso è stimabile che nel bacino del Corace sia necessario soddisfare un deficit di

trattamento di circa 13000 AE.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 224

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati superiori ai 15.000 AE (solo quello di Catanzaro

Lido) ed inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 305 53 234 57 9 285 362 61 519

Tabella 51: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Lungo il corso del Corace sono state dislocate 2 stazioni di monitoraggio, la CS04 sita nel

comune di Gimigliano e la CS05 localizzata nel tratto terminale, per caratterizzarne lo stato

ambientale.

Dai controlli effettuati, lo stato ecologico nella CS04 risulta buono in quanto, nonostante

siano stati rilevati valori leggermente elevati di Escherichia Coli, sono stati riscontrati ottimi

valori dell’Indice Biotico Esteso, denotanti una elevata biodiversità. Lo stato ecologico

rilevato nella CS05 è mediamente sufficiente, ascrivibile principalmente ai valori dell’Indice

Biotico Esteso cui si aggiungono anche valori elevati riscontrati dei parametri

microbiologici, dell’azoto ammoniacale e del P totale, indice che il fiume nel suo tratto

terminale è soggetto ad input inquinanti, prevalentemente di origine civile, che influenzano

il suo stato ecologico.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 225

Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idr ico LIM IBE SECA Obiettivo al

2008

Obiettivo al

2016 Scenari di raggiungibilità

CS04 R18066F0002 Fiume Corace

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

2 I 2 Buono Buono

Mantenimento possibile, mediante le misure

previste nella scheda di bacino, portando da

scadente/sufficiente a buono/elevato sia il

livello del fosforo totale che dell’indicatore

microbiologico.

CS05 R18066F0001 Fiume Corace

Corpo idrico

significativo di I°

ordine

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio dello stato

sufficiente e possibile raggiungimento dello

stato buono mediante l’adozione delle

misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1

fronteggiando i livelli pessimi/scadenti dei

parametri relativi ai nutrienti (eccetto i

nitrati), indicatori microbiologici e sostanze

chimicamente degradabili, segnale di uno

scarso ed inadeguato trattamento dei reflui

civili .

Tabella 52

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 226

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo del Fiume Corace:

X per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine è posto come

obiettivo di qualità ambientale per il tratto CS04 il mantenimento dello stato

“buono” sia al 2008 che al 2016 ed per il tratto CS05 il mantenimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 256,5 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 45,6

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Crati, comprensivo dei suoi

sottobacini di corpi idr ici significativi di II° ordine, Fiume Coscile e Fiume Esaro)

Il Fiume Crati è stato monitorato quale bacino significativo del I° ordine, insieme con i suoi

affluenti Esaro e Coscile, entrambi del II ordine, ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e

s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area di circa 3.400 kmq, che interessa in maniera rilevante 86

comuni con circa 63 kmq di aree urbanizzate, con una popolazione totale stimata di circa

395.000 abitanti.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 90 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 227

Figura 90

Nel bacino sono stati censiti 155 impianti di depurazione, dei quali 51 risultano non attivi.

Degli 86 comuni, 24 sono dotati di impianti di depurazione di potenzialità sufficiente per

soddisfare la domanda di trattamento e 19 sono serviti dall’impianto consortile di Rende –

Coda di Volpe (a servizio di un agglomerato superiore ai 15.000 AE), per il quale è

stimabile un deficit di trattamento di circa 77.000 AE, che dovrebbe essere soddisfatto con

opportuni lavori di risistemazione e potenziamento dell’attuale impianto e della rete di

collettamento dei reflui. I restanti comuni presentano un deficit di trattamento complessivo

pari a circa 63000 AE, la maggior parte del quale (71%) è offerto dai comuni di Roggiano

(8200 AE), Bisignano (7000 AE) e Morano (6000 AE), San Marco Argentano (4700 AE),

Longobucco (4500 AE) e Lattarico (4300 AE).

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati sia superiori che inferiori ai 15.000 AE:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 228

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 803 139 618 613 92 3066 1416 231 3684

Tabella 53: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Crati e dei suoi principali affluenti, Coscile

ed Esaro, sono state dislocate quattro stazioni di monitoraggio lungo il corso del fiume

Crati, la CS06, sita nel comune di Castiglione Cosentino, a circa 5 km a monte

dell’impianto consortile di Coda di Volpe, la CS09, sita nel comune di Luzzi in contrada

Principessa, la CS08, a Santa Sofia d’Epiro a monte della confluenza dei fiumi Esaro e

Coscile ed infine la CS07 a sezione di chiusura di bacino, e due stazioni sui fiumi Esaro e

Coscile nelle sezioni di chiusura, la CS28 e la CS27.

Osservazioni relative al contesto ambientale nelle stazioni

• La stazione più a monte (CS6) Rende - Castiglione Scalo è posta in un contesto

ambientale già fortemente alterato. L’area è soggetta a vari apporti di acque non trattate

e scarichi di varia natura. Si segnalano inoltre diversi cantieri deputati alla lavorazione

di inerti posti presso la stazione e lungo il corso del fiume. In tutta l’area e lungo il corso

sono presenti numerose opere (ponti, briglie ecc.) che ne limitano fortemente la

naturalità. In più occasioni si segnalano acque molto torbide e massi coperti da spessa

coltre limosa. Sono quindi presenti già in questo tratto a monte disturbi legati a carico

organico e a variazioni relative alla granulometria e quantità dei solidi trasportati, in un

contesto che ostacola i processi di autodepurazione lungo il percorso.

• Scendendo verso valle si trova la stazione CS09 Luzzi - C. da Pr incipessa; da

osservare in più punti cadute di corrente e acqua quasi stagnante che favorisce

l’accumulo di frazione fine e detrito vegetale. Si evidenzia la presenza di scarichi, di

forte odore e di sedimento ridotto in prossimità delle rive. Sulle rive, tra l’altro, sono

abbondanti i rifiuti urbani. Nel dicembre 2006 non è stato possibile operare la

classificazione dell’IBE: alla CS09 non si rilevava un numero sufficiente di unità

sistematiche.

• La presenza di un consistente carico inquinante e temporanea carenza di ossigeno è

confermata alla successiva stazione CS08 S. Sofia d'Epiro, dalla abbondanza di

Chironomidi rossi rilevata (il colore indica la forte abbondanza di emoglobina che rende

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 229

questi organismi adattati ad ambienti anossici). Anche in questa stazione si annotano in

più occasioni diminuzione di velocità della corrente.

• La stazione prossima alla foce CS07 a Cassano Ionio – Sibar i, viene quindi a

scontare l’ingente carico che il fiume ha accumulato lungo il suo percorso, sebbene non

siano localmente presenti scarichi o situazioni particolarmente critiche.

L’effetto dei carichi è ovviamente da considerare in dipendenza delle altre variabili quali la

portata e (non secondario) il dilavamento dei canali affluenti in coincidenza di eventi

piovosi.

Non sorprende quindi che i parametri macrodescrittori maggiormente condizionanti nel

determinare il LIM risultano essere nell’ordine: E. coli, fosforo totale, azoto ammoniacale e

COD.

I risultati dei controlli effettuati hanno individuato nella sezione CS08 una qualità ecologica

mediamente scadente, attribuibile all’elevato apporto in quella sezione di reflui civili non

trattati provenienti dai comuni caratterizzati dai massimi deficit di trattamento (Morano,

Bisignano, Roggiano Gravina e San Marco Argentano). Nella sezione CS09, posta a valle

dell’impianto di Coda di Volpe, la qualità ecologica è risultata scadente poiché tale impianto

non assicura un trattamento efficiente dei reflui ed infatti è da prevedersi un’adeguata

manutenzione straordinaria, un potenziamento delle sue unità ed il completamento della rete

di collettamento dei reflui prodotti dai comuni serviti. Anche nella sezione CS07, sita nel

tratto terminale del fiume, la qualità ecologica è risultata scadente per effetto dei progressivi

apporti inquinanti che alterano significativamente lo stato ecologico del fiume; stato

ecologico che risulta appena sufficiente nelle sezioni CS06, CS28 e CS27.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 230

Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idr ico LIM IBE SECA Obiettivo al

2008 Obiettivo al 2016 Scenari di raggiungibilità

CS27 R18012F0003 Fiume CoscileCorpo idrico significativo

di II° ordine 3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio

dello stato sufficiente e

possibile raggiungimento

dello stato buono mediante

l’azione delle misure previste

nel paragrafo 0.3.2.1.1.

CS28 R18012F0002 Fiume Esaro Corpo idrico significativo

di II° ordine 2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio

dello stato sufficiente e

possibile raggiungimento

dello stato buono mediante

l’azione delle misure previste

nel paragrafo 0.3.2.1.1.

CS06 R18012F0004 Fiume Crati Corpo idrico significativo

di I° ordine 3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio

dello stato sufficiente e

possibile raggiungimento

dello stato buono mediante

l’azione delle misure previste

nel paragrafo 0.3.2.1.1.

CS07 R18012F0001 Fiume Crati Corpo idrico significativo

di I° ordine 2 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento intermedio

dello stato sufficiente e

possibile raggiungimento

dello stato buono mediante

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 231

l’azione delle misure previste

nel paragrafo 0.3.2.1.1.

CS08 R18012F0005 Fiume Crati Corpo idrico significativo

di I° ordine 3 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento intermedio

dello stato sufficiente e

possibile raggiungimento

dello stato buono mediante

l’azione delle misure previste

nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli

pessimi/scadenti dei

parametri macrodescrittori

relativi ai nutrienti ed

indicatore microbiologico,

segnale di uno scarso

collettamento e trattamento

dei reflui urbani.

CS09 R18012F0006 Fiume Crati Corpo idrico significativo

di I° ordine 4 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento intermedio

dello stato sufficiente e

possibile raggiungimento

dello stato buono mediante

l’azione delle misure previste

nel paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli pessimi

dei parametri macrodescrittori

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 232

relativi ai nutrienti, sostanze

biodegradabili, ed indicatore

microbiologico, segnale di

uno scarso collettamento e

trattamento dei reflui urbani.

Tabella 54

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 233

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo del Fiume Crati:

X per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine è posto come

obiettivo di qualità ambientale per il tratto CS06 il mantenimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016, mentre per

tutti gli altri tre tratti CS07, CS08, CS09 il raggiungimento dello stato “sufficiente”

al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;

X per i tratti fluviali dei due corpi idrici significativi di secondo ordine è posto come

obiettivo di qualità ambientale sia per il tratto CS27 che per il tratto CS28 il

mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato

“buono” al 2016;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 2759,4 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 490,4

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Crocchio

Il fiume Crocchio è stato monitorato quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai sensi

delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 130 kmq, interessando 12 comuni

con circa 2 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 10600 abitanti.

Dei 12 comuni ricadenti nel bacino solo 5 scaricano i loro reflui in esso.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 91 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 234

Figura 91

Nel bacino sono stati censiti 6 impianti di depurazione, tutti in esercizio e di potenzialità

complessiva tale da soddisfare tutta la domanda di trattamento .

Alla luce di tali informazioni, nell’ipotesi che tutti i reflui prodotti siano collettati agli

impianti di depurazione (a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE), il fiume

sarebbe soggetto all’apporto di inquinanti costituito dai soli reflui trattati, stimabile pari a

circa 20 tonn/y di BOD5, 26 tonn/y di N, 5 tonn/y di P.

Lungo il corso del fiume Crocchio si trova una stazione di monitoraggio, la CS31

localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato ambientale.

Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente buono in quanto, nonostante

siano stati rilevati valori leggermente elevati di Escherichia Coli, sono stati riscontrati valori

dell’Indice Biotico Esteso denotanti una buona biodiversità.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 235

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016

Scenar i di

raggiungibilità

CS31 R18068F0001Fiume

Crocchio

Corpo idrico

d’interesse

“alto valore

paesaggistico

2 II 2 Buono Buono

Mantenimento

possibile dello stato

buono mediante

l’adozione delle

misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1,

portando a

buono/elevato il livello

sufficiente/scadente

dell’indicatore

microbiologico.

Tabella 55

Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse naturalistico – paesaggistico

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” sia

al 2008 che al 2016.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Esaro di Crotone

Il Fiume Esaro di Crotone è stato monitorato quale fiume soggetto ad alto carico inquinante

ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 111 kmq, interessando 3 comuni

con circa 7,9 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata di circa 30.100

abitanti.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 92 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 236

Figura 92

Nel bacino sono censiti 2 impianti di depurazione, di cui uno di potenzialità pari a 16.000

AE che risulta dismesso, e l’altro di potenzialità di 60.000 AE a servizio dell’abitato di

Cotrone (ed afferente ad un agglomerato superiore ai 15.000 AE), la cui popolazione totale

è di circa 73.000 abitanti. La limitata potenzialità di tale impianto lascia un deficit di

trattamento dei reflui prodotti dal bacino pari a circa 13.000 abitanti, il cui carico inquinante

può essere valutato in termini di BOD5, Azoto e Fosforo pari a

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 191 33 260 57 9 285 248 42 545

Tabella 56: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Lungo il corso del bacino del fiume Esaro di Crotone sono state dislocate 3 stazioni di

monitoraggio, di cui una per caratterizzarne lo stato ambientale, la CS41, sita in prossimità

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 237

del centro abitato di Crotone; un’altra, la AP26, localizzata nell’invaso artificiale “Vasca S.

Anna”, per verificare la possibilità di destinare questo corpo idrico per

l’approvvigionamento potabile, e l’ultima, la IA08, per caratterizzare lo stato ambientale

dello stesso invaso artificiale.

Lo stato ecologico risulta scadente nella stazione CS41, indice che il fiume nel suo corso è

soggetto ad input inquinanti notevoli. Tali input inquinanti possono ritenersi

prevalentemente di origine civile dati i valori elevati riscontrati dei parametri microbiologici

e della saturazione di ossigeno, con contributi anche di natura agricola segnalati dagli

elevati valori di azoto ed in particolare di fosforo che sono stati riscontrati.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016 Scenari di raggiungibilità

CS41 R18071F0001

Fiume

Esaro di

Crotone

Corpo idrico

d’interesse

“alto carico

inquinante”

4 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento intermedio

dello stato sufficiente e

possibile raggiungimento

dello stato buono mediante

l’azione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i

livelli pessimi e scadenti di

nutrienti (ione ammonio e

fosforo totale), scadenti

dell’indicatore

microbiologico e tutti

sufficienti i restanti

macrodescrittori

dell’inquinamento,segnale

sia di un inquinamento

civile che agricolo

zootecnico.

Tabella 57

Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante”:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 256,5 tonn/y;

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 238

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 45,6

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Torrente Fiumarella di Catanzaro

Il Torrente Fiumarella di Catanzaro è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto

carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 34 kmq, interessando 3 comuni con

circa 8 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 27600 abitanti.

Di questi 3 comuni, quello di Gimigliano risulta scaricare i suoi reflui in altro bacino, quello

di Pentone, caratterizzato da una popolazione totale pari a 1000 abitanti, è servito da un

impianto di depurazione di potenzialità pari solo a 500 AE e quello di Catanzaro risulta

conferire nel bacino i reflui non trattati di circa10.000 AE.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 93 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 93

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 239

Nel bacino è stato censito un solo impianto di depurazione, non in esercizio.

Nel complesso quindi nel bacino della Fiumarella è necessario soddisfare un deficit di

trattamento di circa 10500 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 1,4 0,2 1 46 7 230 47 7,2 231

Tabella 58: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Lungo il corso della Fiumarella è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS44

localizzata nel suo tratto terminale, per caratterizzarne lo stato ambientale.

Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente sufficiente, per i valori elevati di

Escherichia Coli, a conferma della presenza di carichi inquinanti di origine civile non trattati

che, pur non inficiando la qualità nel tratto fluviale da un punto di vista di ossigeno

disciolto, BOD5 e COD, grazie alla sua capacità autodepurativa, ne condizionano la qualità

da un punto di vista microbiologico, in quanto la limitata portata non consente una

significativa diluizione della carica batterica.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016 Scenari di raggiungibilità

CS44 R18082F0001 Torrente

Fiumarella

Corpo idrico

d’interesse

“alto carico

inquinante”

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio

dello stato sufficiente e

raggiungimento dello stato

“buono” possibile

mediante l’adozione delle

misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli

scadenti/pessimi

dell’indicatore

microbiologico e

sufficienti dei nutrienti,

segnale di uno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 240

collettamento e trattamento

dei reflui civili.

Tabella 59

Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Torrente

Fiumarella di Catanzaro:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 207 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 36,8

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Lao

Il fiume Lao è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle

specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa

596 kmq, interessando 16 comuni con circa 1,5 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione

totale stimata pari a 19250 abitanti. Dei 16 comuni ricadenti nel bacino solo 6 scaricano i

loro reflui in esso. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino

dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree

urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione

generale.

Nella figura 94 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 241

Figura 94

Nel bacino sono stati censiti 7 impianti di depurazione tutti in esercizio.

Nel complesso è stimabile che nel bacino del Lao sia necessario soddisfare un deficit di

trattamento di circa 2000 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 30 5 23 9 1 44 38 6 67

Tabella 60: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Lungo il corso del fiume Lao sono state dislocate 4 stazioni di monitoraggio, la CS10, sita

nel comune di Laino Borgo e la CS11, localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per

caratterizzarne lo stato ambientale, la VP02, sita nel comune di Papasidero per valutare

l’idoneità delle acque alla vita dei pesci e nelle sue vicinanze la AP02, per verificare la

possibilità di utilizzare le sue acque per l’approvvigionamento potabile.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 242

Dai controlli effettuati, lo stato ecologico in entrambi le sezioni di monitoraggio CS10 e

CS11 risulta buono.

Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016 Scenari di raggiungibilità

CS10 I016F0001 Fiume

Lao

Corpo idrico

significativo

di I° ordine

2 I 2 Buono Buono

Mantenimento possibile dello

stato buono mediante l’adozione

delle misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando livelli

sufficiente/scadente

dell’indicatore biologico e

sufficiente/buono dello ione

ammonio, segnale di un

inquinamento civile puntuale.

CS11 I016F0003 Fiume

Lao

Corpo idrico

significativo

di I° ordine

2 II 2 Buono Buono

Mantenimento possibile dello

stato buono mediante l’adozione

delle misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli

sufficiente/buono dello ione

ammonio e del parametro

microbiologico.

Tabella 61

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Lao:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale per entrambi i tratti il mantenimento

dello stato “buono” sia al 2008 che al 2016;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 39,6 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 7,2

tonn/y.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 243

Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara di Gallico

La Fiumara di Gallico è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad un alto carico

inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 59 kmq, interessando 6 comuni con

circa 1 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 32400 abitanti.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 95 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 95

Nel bacino sono stati censiti 9 impianti di depurazione, di cui 2 non funzionanti. Nonostante

ciò, pare soddisfatta tutta la domanda di trattamento, per cui il carico afferente al fiume è

attribuibile ai soli reflui trattati (provenienti da impianti di depurazione a servizio di

agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE ) per dei valori pari a circa 159 tonn/y di BOD5, 206

tonn/y di N e circa 36 tonn/y di P.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 244

Per caratterizzare lo stato ambientale della fiumara di Gallico, lungo il suo corso è stata

dislocata una stazione di monitoraggio, la CS43, sita nel tratto terminale dell’asta fluviale.

Dai controlli effettuati lo stato ecologico rilevato in tale stazione è risultato scadente

principalmente per i valori di Indice Biotico Esteso, che risentono del verificarsi di periodi

caratterizzati da portate molto ridotte, spesso addirittura nulle.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016

Scenar io di

raggiungibilità

CS43 R18132F0001 Fiumara di

Gallico

Corpo idrico

d’interesse

“alto carico

inquinante”

2 IV 4 Buono Buono

Mantenimento

possibile dello stato

buono mediante

l’adozione delle

misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando il livello

sufficiente

dell’indicatore

microbiologico. Il

SECA scadente è solo

perché è soggetto a

frequenti periodi di

magra/secca.

Tabella 62

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della Fiumara

di Gallico:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono”

(dato dal LIM) sia al 2008 che al 2016. Lo stato ecologico scadente attribuito a

questo tratto è funzione dell’IBE, che risente di periodi caratterizzati da portate

molto ridotte, spesso addirittura nulle, che non permettono l’applicazione di tale

indice in quanto la comunità dei macroinvertebrati bentonici fluviali non ha il tempo

di colonizzare e quindi ripartirsi nelle varie nicchie trofico – funzionali, espressione

dello stato ecologico.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 245

Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara della Ruffa

La Fiumara della Ruffa è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad alto carico

inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su

un’area complessiva di circa 43 Kmq, interessando 9 comuni, con circa 400 mq di aree

urbanizzate, dei quali solo 3 sversano i loro reflui nel bacino, con una popolazione totale

stimata pari a circa 3500 abitanti.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 96 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 96

Nel bacino sono stati censiti 4 impianti di depurazione di cui 2 dismessi, uno scaricante a

mare, e l’ultimo, di potenzialità di 3000 AE, sito nel comune di Spilinga, che sembra poter

soddisfare la richiesta di trattamento dei reflui ad esso collettati, provenienti dal comune di

Spilinga (1700 abitanti) e da alcune frazioni di Drapia (840 abitanti).

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 246

In base a tale informazioni è possibile ritenere che afferiscano al fiume senza trattamento i

reflui di circa 1000 abitanti del comune di Drapia con un carico inquinante stimabile pari a

circa 22 tonn/y di BOD5, 4 tonn/y di N, 0,7 tonn/y di P, e risultando quello degli effluenti

trattati pari a circa 6 tonn/y di BOD5, di 7 tonn/y di N e 1 tonn/y di P, si può ritenere che il

carico totale afferente al fiume sia pari a 28 tonn/y di BOD5, di 11 tonn/y di N e 1,5 tonn/y

di P.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 7 1 6 4 0,7 22 11 1,7 28

Tabella 63: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Lungo il corso della Fiumara della Ruffa sono state dislocate 2 stazioni di monitoraggio, una

la AP18, localizzata nel comune di Spilinga (VV), per verificare la possibilità di utilizzare le

sue acque per approvvigionamento potabile, un’altra, la CS42, localizzata nel tratto

terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato ambientale.Lo stato ecologico

rilevato nella stazione CS42 è risultato sufficiente, mentre, dai controlli effettuati, la

stazione AP18 è risultata non idonea in entrambi gli anni di monitoraggio, risultando diversi

parametri rilevati superiori ai valori limiti imperativi imposti dalla normativa vigente (Tab.

1/A, Allegato 2 del D.lgs. 152/99 e s.m.i.). Il superamento di tali valori è probabilmente

attribuibile allo sversamento a monte della stazione AP18 dei reflui non trattati provenienti

dal comune di Drapia.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico

LI

MIBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016 Note

CS42 R18099F0001 Fiumara

della Ruffa

Corpo idrico

d’interesse

“alto carico

inquinante”

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio

dello stato sufficiente e

raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 247

livelli scadenti/pessimi

dell’indicatore microbiologico

e del nutriente fosforo totale,

sufficienti i livelli del

nutriente azoto, segnale di uno

scarso collettamento e

trattamento dei reflui civili.

La fiumara è soggetta a

frequenti periodi di magra.

Tabella 64

Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carivo inquinante” della

Fiumara della Ruffa:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 19,8 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 3,2

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara La Verde

La Fiumara La Verde è stata monitorata quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai

sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 117 Kmq, interessando 12 comuni

con circa 0,3 Kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 4000 abitanti.

Dei 12 comuni ricadenti nel bacino solo 2 scaricano i loro reflui in esso.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 97 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 248

Figura 97

Nel bacino sono stati censiti 2 impianti di depurazione, entrambi che risultano non in

esercizio.

Nel complesso quindi nel bacino della fiumara La Verde è necessario soddisfare un deficit

di trattamento complessivo di circa 2000 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 0 0 0 9 1 44 9 1 44

Tabella 65: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Lungo il corso della Fiumara La Verde è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la

CS32 localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato

ambientale.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 249

Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente sufficiente, principalmente per i

valori dell’Indice Biotico Esteso, che risentono del verificarsi di periodi caratterizzati da

portate molto ridotte, spesso addirittura nulle.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016

Scenar io di

raggiungibilità

CS32 R18134F0001 Fiumara La

Verde

Corpo idrico

d’interesse

“alto valore

paesaggistico

2 III 3 Buono Buono

Mantenimento dello stato

“buono” possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando il

livello scadente del fosforo

totale e sufficiente

dell’indicatore biologico,

segnale di un inquinamento

puntuale di modesta

dimensione. Il SECA

sufficiente dipende perché è

soggetto a frequenti periodi

di magra/secca.

Tabella 66

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse naturalistico - paesaggistico della

Fiumara La Verde:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono”

(dato dal LIM) sia al 2008 che al 2016. Lo stato ecologico sufficiente attribuito a

questo tratto è funzione dell’IBE, che risente di periodi caratterizzati da portate

molto ridotte, spesso addirittura nulle, che non permettono l’applicazione di tale

indice in quanto la comunità dei macroinvertebrati bentonici fluviali non ha il tempo

di colonizzare e quindi ripartirsi nelle varie nicchie trofico – funzionali, espressione

dello stato ecologico.

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 39,6 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 7,2

tonn/y.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 250

Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Novito

La Fiumara Novito è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad un alto carico

inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 56 Kmq che interessa 9 comuni con

circa 200 mq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 7700 abitanti. Dei

9 comuni ricadenti nel bacino, caratterizzati da una popolazione totale di circa 4000 abitanti,

solo 3 scaricano i loro reflui nel corso d’acqua.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 98 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 98

Nel bacino sono stati censiti 10 impianti di depurazione, dei quali uno, il consortile di

Siderno (a servizio di un agglomerato superiore ai 15.000 AE), ha lo scarico in mare e gli

altri 9 risultano non in esercizio, per cui nel suo complesso il bacino del Novito presenta un

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 251

deficit di trattamento complessivo pari a circa 4000 AE dei tre comuni che scaricano in

esso.

In base a tali dati è possibile stimare che i carichi inquinanti di origine civile afferenti al

fiume siano costituiti solo da reflui non trattati provenienti da impianti di depurazione a

servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 0 0 0 18 3 88 18 3 88

Tabella 67: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Per caratterizzarne lo stato ambientale, è stata dislocata lungo il suo corso una stazione di

monitoraggio, la CS48 localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale.

Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente solo sufficiente, perchè i valori

dell’Indice Biotico Esteso risentono del ricorrente verificarsi di periodi in cui il fiume è

caratterizzato da portate molto ridotte o spesso addirittura nulle.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016

Scenar io di

raggiungibilità

CS48 R18096F0003 Fiumara

Novito

Corpo idrico

d’interesse

“alto carico

inquinante”

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio

dello stato sufficiente e

raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, portando da

sufficiente/scadente a

buono/elevato il livello del

parametro microbiologico

ed il nutriente fosforo

totale. Il SECA sufficiente

dipende solo perché è

soggetto a frequenti periodi

di magra/secca.

Tabella 68

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 252

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della Fiumara

Novito:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016. Lo stato

ecologico sufficiente attribuito a questo tratto è funzione dell’IBE, che risente di

periodi caratterizzati da portate molto ridotte, spesso addirittura nulle, che non

permettono l’applicazione di tale indice in quanto la comunità dei macroinvertebrati

bentonici fluviali non ha il tempo di colonizzare e quindi ripartirsi nelle varie nicchie

trofico – funzionali, espressione dello stato ecologico.

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 79,2 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 14,4

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Mesima, Metramo, Marepotamo

Il Fiume Mesima è stato monitorato quale bacino significativo del I° ordine ai sensi delle

specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area di circa 815 Kmq, interessando 51 comuni con circa 10

kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di circa 126800 abitanti,

comprensiva della popolazione dei sottobacini Metramo e Marepotamo.

Solo 12 comuni scaricano i loro reflui nel bacino del Mesima.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 99 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 253

Figura 99

Nel bacino del Mesima sono stati censiti 13 impianti, dei quali 8 non in esercizio.

Nel bacino del Mesima è stimabile sia necessario soddisfare un deficit di trattamento

complessivo pari a 29650 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati sia superiori (ossia l’impianto di depurazione sito in

loc. Piscopio di Vibo Valentia) che inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 78 14 60 130 19 649 208 33 709

Tabella 69: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Mesima, lungo il suo corso sono state

dislocate due stazioni di monitoraggio, la CS13 nel comune di Serrata e la CS12 nel tratto

terminale del corso d’acqua.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 254

I risultati dei controlli effettuati hanno individuato mediamente una qualità ecologica

sufficiente in entrambi le sezioni, CS13 e CS12. E’ da sottolineare che nella CS13 sono stati

riscontrati concentrazioni elevate di Escherichia Coli e di Fosforo totale tali da individuare

un loro livello di alterazione corrispondente ad uno stato ecologico pessimo, mediato però

da livelli di qualità caratteristici degli altri parametri, tra cui anche il buono del BOD5 e

l’ottimo dell’ossigeno disciolto. Tale situazione evidenzia che la sezione CS13 è soggetta ad

apporti inquinanti notevoli, la cui origine può ritenersi prevalentemente civile, ma con

contributi significativi dell’attività molitoria, essendo presenti in tutto il bacino del Mesima

molti frantoi oleari e industrie di lavorazione degli agrumi, i cui apporti inquinanti risultano

rilevanti in alcune stagioni. Il contributo dell’attività olearia è confermato anche dalla

differente situazione rilevata tra il primo ed il secondo anno di monitoraggio; il primo

coincidente con l’anno di carica dell’attività molitoria nel corso del quale la situazione

rilevata è risultata notevolmente più compromessa di quella riscontrata nel corso del

secondo anno, coincidente con l’anno di scarica. Per fortuna gli effetti di questi apporti

risultano notevolmente attenuati dall’elevato potere di autodepurazione che caratterizza il

Mesima come la maggior parte dei corsi d’acqua calabresi.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016 Scenario di raggiungibilità

CS12 R18096F0004 Fiume

Mesima

Corpo idrico

significativo

di I° ordine

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio

dello stato sufficiente e

raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i

livelli scadenti della

richiesta chimica di ossigeno

consumato in acqua per

l’ossidazione delle sostanze

organiche ed inorganiche,

del nutriente fosforo totale e

dell’indicatore

microbiologico, segnale di

una forte contaminazione

antropica di natura civile ed

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 255

agricola.

CS13 R18096F0002 Fiume

Mesima

Corpo idrico

significativo

di I° ordine

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio

dello stato sufficiente e

raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i

livelli pessimi

dell’indicatore

microbiologico e del

nutriente fosforo totale, i

livelli sufficienti della

richiesta chimica di ossigeno

consumato in acqua per

l’ossidazione delle sostanze

organiche ed inorganiche e

dei nutrienti azotati,

segnale di una forte

contaminazione antropica di

natura civile, industriale e

agricola.

Tabella 70

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo del primo ordine del Fiume

Mesima:

X per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine è posto per entrambi

(CS12 e CS13) come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 584,1 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 104,0

tonn/y.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 256

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Marepotamo

Il Fiume Marepotamo è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alti carichi

inquinanti ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area di circa 234 kmq, interessando 19 comuni con circa 3,9

kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di oltre 21000 abitanti.

Dei 19 comuni solo 13 scaricano i loro reflui nel bacino.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 100 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 100

Nel bacino sono stati censiti 9 impianti di depurazione, dei quali 5 non in esercizio.

Nel complesso nel bacino del Marepotamo è stimabile sia necessario soddisfare un deficit di

trattamento complessivo di 20400 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 257

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 11 2 8 90 13 448 101 15 456

Tabella 71: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Marepotamo, lungo il suo corso è stata

dislocata una stazione di monitoraggio, la CS45 localizzata nel suo tratto terminale prima di

versare le sue acque nel fiume Mesima.

Altre due stazioni di controllo sono state localizzate lungo il corso d’acqua: una in loc.

Sant’Angelo del comune di Gerocarne, la AP15, per verificare l’idoneità delle acque alla

produzione di acqua potabile, e l’altra, la VP17, localizzata all’altezza della fiumara

Rosario, nel comune di Gerocarne, per verificare l’idoneità alla vita dei pesci.

I risultati dei controlli effettuati nella CS45 hanno individuato mediamente una qualità

ecologica sufficiente, nonostante il fiume sia soggetto a notevoli apporti inquinanti di

origine civile e delle attività molitoria e di lavorazione degli agrumi, poiché i loro effetti

negativi risultano notevolmente attenuati dall’elevato potere di autodepurazione che

caratterizza il Marepotamo come la maggior parte dei corsi d’acqua calabresi.

I risultati dei controlli effettuati sulla AP15 e sulla VP17 hanno rilevato la loro non idoneità

delle acque all’utilizzazione quale fonte di approvvigionamento potabile e per la vita dei

pesci. Tale non idoneità è dovuta principalmente agli elevati valori dei parametri

microbiologici e BOD5 per la AP15, mentre per la VP17 agli elevati valori di

concentrazione di ammoniaca e materiale in sospensione.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016

Scenar io di

raggiungibilità

CS45 R18121F0001 Fiume

Marepotamo

Corpo idrico

d’interesse

“alto carico

inquinante”

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento

intermedio dello stato

sufficiente e

raggiungimento dello

stato “buono” possibile

mediante l’adozione

delle misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 258

pessimi dell’indicatore

microbiologico

(inquinamento fecale),

scadenti del nutriente

fosforo totale

(inquinamento civile e

agricolo) sufficienti i

livelli dello ione

ammonio, in sotanza

segnale di una forte

contaminazione

antropica di natura

civile e agricola.

Tabella 72

Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume

Marepotamo:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 403,2 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 72,0

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Metramo

Il Fiume Metramo è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alti carichi inquinanti

ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area di circa 234 kmq, interessando 20 comuni con circa 7

kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di 45400 abitanti.

Dei 20 comuni solo 8 scaricano i loro reflui nel bacino.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 101 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 259

Figura 101

Nel bacino sono stati censiti 5 impianti di depurazione, dei quali 3 risultano non in esercizio

I 2 attivi sono quelli di Maropati della potenzialità pari a 3500 AE e quello di Polistena di

potenzialità pari a 18.000 AE, anche se è in corso il dirottamento dei reflui di quest’ultimo

all’impianto consortile di Gioia Tauro. A questo impianto confluiscono già i reflui di

Laureana di Borrello e Galatro ed è previsto il conferimento dei reflui dei comuni di

Feroleto della Chiesa e Cinquefrondi; per il trattamento dei reflui dei comuni di Anoia e San

Pietro di Caridà deve essere prevista l’eventuale risistemazione dei vecchi impianti o la

realizzazione dei nuovi.

Nel complesso quindi nel bacino del Metramo è necessario soddisfare un deficit di

trattamento complessivo di 22700 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 260

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 40 7 31 99 15 497 139 22 528

Tabella 73: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Metramo, lungo il suo corso è stata dislocata

una stazione di monitoraggio, la CS46 localizzata nel suo tratto terminale prima di versare le

sue acque nel fiume Mesima. Altre due stazioni di controllo sono state localizzate

nell’invaso del Metramo, IA10 e AP16, la prima per caratterizzare lo stato di qualità

ecologica dell’invaso e la seconda per verificare l’idoneità delle acque dell’invaso alla

produzione di acqua potabile.

I risultati dei controlli effettuati nella CS46 hanno individuato mediamente una qualità

ecologica scadente del fiume, attribuibile ad apporti inquinanti di origine civile e delle

attività molitoria e di lavorazione degli agrumi, i cui effetti negativi risultano notevolmente

attenuati dall’elevato potere di autodepurazione che caratterizza il Metramo come la

maggior parte dei corsi d’acqua calabresi.

I risultati dei controlli effettuati sulla IA10 hanno rilevato uno stato di qualità ecologico

dell’invaso scadente, comune a tutti gli invasi artificiali calabresi perché soggetti ad apporti

inquinanti di reflui non trattati.

I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP16 hanno confermato la possibilità di

utilizzare le acque dell’invaso a scopo potabile, classificandole nella categoria A3 per

effetto degli elevati valori di BOD5 e Coliformi totali e fecali.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 261

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016

Scenar io di

raggiungibilità

CS46 R18085F0001 Fiume

Metramo

Corpo idrico

d’interesse

“alto carico

inquinante”

3 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento

intermedio dello stato

sufficiente e

raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i

livelli scadenti/sufficienti

del macrodescrittori

segnalanti apporti

inquinanti di origine civile

ed industriale ( attività

molitoria e lavorazione

degli agrumi).

Tabella 74

Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume

Metramo:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 447,3 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit

di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 79,2 tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Neto

Il Fiume Neto è stato monitorato quale bacino significativo del I° ordine ai sensi delle

specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area di circa 1100 kmq, che interessa 30 comuni con circa 12

kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di circa 68000 abitanti, dei quali

circa 7000 scaricanti fuori bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 262

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 102 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 102

Nel bacino sono stati censiti 25 impianti di depurazione, dei quali 8 risultano non attivi.

I restanti impianti hanno una potenzialità sufficiente per soddisfare la domanda di

trattamento di circa 30000 AE.

Nel complesso quindi nel bacino del Neto è necessario soddisfare un deficit di trattamento

complessivo di 31000 AE, la maggior parte del quale, il 70%, dei comuni di San Giovanni

in Fiore (12000 AE), Rocca di Neto (5800 AE) e Casabona (3500 AE).

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 263

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 85 15 65 135 20 677 220 35 742

Tabella 75: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Neto sono state dislocate tre stazioni di

monitoraggio lungo il suo corso: la CS14, sita nel centro abitato di Rocca di Neto, la CS15,

a monte di quest’ultima, sita nel centro abitato di Belvedere di Spinello, e la CS16 nel tratto

terminale dell’asta fluviale.

I risultati dei controlli effettuati hanno individuato mediamente una qualità ecologica

sufficiente per le stazioni CS14 e CS15, per la CS16 è stata individuata una qualità

ecologica scadente, indice che il fiume nel suo corso è soggetto a progressivi input

inquinanti che, nel tratto terminale, si cumulano influenzandone lo stato ecologico.

Per caratterizzare lo stato di qualità ecologica degli invasi e per verificare l’idoneità delle

acque alla produzione di acqua potabile sono state dislocate le stazioni IA04 e AP10

nell’invaso Arvo, le stazioni IA05 e AP11 nell’invaso Ampollino, la IA12 nell’invaso

Ariamacina, la AP08 lungo il fiume Lese, affluente del Neto, e la AP09 lungo il corso del

Neto, in prossimità della CS14.

I risultati dei controlli effettuati sulle IA04, IA05 e IA12 hanno rilevato uno stato di qualità

ecologico degli invasi scadente, comune a tutti gli invasi artificiali calabresi, alterati perché

soggetti ad apporti inquinanti di reflui non trattati.

I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP10 hanno confermato la possibilità di

utilizzare le acque dell’invaso a scopo potabile, classificandole, sia il primo che il secondo

anno, nella categoria A3 per gli elevati valori di Coliformi totali e BOD5 riscontrati.

I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP11 hanno confermato la possibilità di

utilizzare le acque dell’invaso a scopo potabile, classificandole il primo anno nella categoria

A3 per gli elevati valori di Coliformi totali riscontrati ed il secondo anno nella categoria A2.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 264

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016 Scenario di raggiungibilità

CS14 R18047F0002 Fiume

Neto

Corpo idrico

significativo

di I° ordine

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio

dello stato sufficiente e

raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i

livelli sufficienti dei

macrodescrittori segnalanti

apporti inquinanti di origine

civile ed agricola.

CS15 R18047F0003 Fiume

Neto

Corpo idrico

significativo

di I° ordine

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento intermedio

dello stato sufficiente e

raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i

livelli sufficienti dei

macrodescrittori segnalanti

apporti inquinanti di origine

civile ed agricola.

CS16 R18047F0001 Fiume

Neto

Corpo idrico

significativo

di I° ordine

2 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento intermedio

dello stato sufficiente e

raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i

livelli scadenti/sufficienti dei

macrodescrittori segnalanti

apporti inquinanti di origine

civile ed agricola.

Tabella 76

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 265

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Neto:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto

terminale del corso d’acqua CS16;

X per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di I ordine (CS14 e CS15), è posto

come obiettivo di qualità ambientale, per entrambi, il mantenimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 609,3 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit

di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 108,0 tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Nicà

Il Fiume Nicà è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante ai

sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 175 Kmq, interessando 9 comuni

con circa 1 Kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 7600 abitanti.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 103 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 266

Figura 103

Nel bacino sono stati censiti 8 impianti di depurazione dei quali 3 non funzionanti.

Dei 9 comuni solo 6 scaricano i loro reflui nel bacino, per un totale di popolazione di circa

13200 abitanti.

Nel complesso quindi nel bacino del Nicà è necessario soddisfare un deficit di trattamento

di circa 4800 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati superiori (quello con l’impianto di deprazione Cariati,

loc. Fiume Nicà) ed inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 24 4 18 21 3 105 45 7 123

Tabella 77: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 267

Lungo il corso del Nicà è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS47 localizzata

nel suo tratto terminale, per caratterizzarne lo stato ambientale.

Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente pessimo, principalmente per i

valori dell’Indice Biotico Esteso.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016 Note

CS47 R18096F0001 Fiume

Nicà

Corpo idrico

d’interesse “alto

carico

inquinante”

2 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento dello stato

intermedio sufficiente e

raggiungimento dello stato

“buono” possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i

livelli sufficienti del

nutriente fosforo totale e

della saturazione

dell’ossigeno, segnale per lo

più di un inquinamento

agricolo puntuale di

modesta dimensione. Il

SECA scadente dipende

molto anche dai frequenti

periodi di magra a cui il

fiume va incontro.

Tabella 78

Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume

Nicà:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 94,5 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 16,8

tonn/y.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 268

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Petrace

Il Fiume Petrace è stato monitorato quale corso d’acqua significativo del I° ordine ai sensi

delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area di circa 422 kmq, che interessa 29 comuni con circa 7,6

kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di oltre 62000 abitanti.

Dei 29 comuni solo 13 scaricano i loro reflui nel bacino.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 104 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 104

Nel bacino sono stati censiti 11 impianti di depurazione, di 2 non si ha alcuna informazione

e 4 risultano non in esercizio.

Nel complesso, nel bacino del Petrace è ipotizzabile sia necessario soddisfare un deficit di

trattamento complessivo di 24000 AE.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 269

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 20 3 15 109 16 543 129 19 558

Tabella 79: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Petrace, lungo il suo corso sono state

dislocate tre stazioni di monitoraggio, la CS17, localizzata nel suo tratto terminale, la CS18

nel tratto mediano del suo corso, all’altezza del Ponte Quarantona del comune di Seminara,

e la CS19 più a monte di quest’ultima, all’altezza della loc. Case San Domenico del comune

di Seminara.

I risultati dei controlli effettuati nelle stazioni CS19 e CS18 hanno individuato mediamente

una qualità ecologica sufficiente, al contrario della CS17, stazione sita nel tratto terminale

del corso d’acqua che mostra uno stato ecologico scadente, indice che il fiume nel suo corso

è soggetto a progressivi input inquinanti che si cumulano alterando gravemente il suo stato

ambientale. Tali input inquinanti possono ritenersi prevalentemente di origine civile dati i

valori alti riscontrati dei parametri microbiologici.

La classificazione SECA in questo fiume viene ad essere condizionata in maniera negativa

dalle condizioni relative alla qualità biologica, che presenta una sostanziale stabilità su

valori non soddisfacenti e con occasionali e forti cadute della qualità biologica, in

particolare presso la foce.

Osservazioni relative al contesto ambientale nelle stazioni: Sulla base delle note di campo e

alle osservazioni riportate dagli operatori sulle relative schede compilate nelle fasi di

campionamento si può rilevare che:

• La stazione più a monte, CS19 Seminara - Case S. Domenico, mostra un certo carico

contaminante e organico, testimoniato, tra l’altro, dalla presenza di Ditteri simulidi nei

popolamenti. Nelle note di campo si segnala il contesto di scarsa naturalità del tratto

dovuto alla presenza di una serie di infrastrutture, strada provinciale, ponte, strada

sterrata che segue il corso, attività di lavorazione inerti ecc.. Sono inoltre riportati forti

sconvolgimenti dell’alveo in coincidenza delle piene. Tale situazione è legata

soprattutto ai ricorrenti lavori in alveo che comportano temporanee deviazioni del

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 270

corso del fiume, operate utilizzando come argine il sedimento stesso. Si osservano

quindi frequenti variazioni del percorso del fiume con evidenti ripercussioni sui

popolamenti bentonici.

• Le note di campo per la stazione intermedia sul Petrace, la CS18 Seminara - P.te

Quarantona, riportano in più occasioni l’osservazione di mucillagine sul fondo e sulle

sponde e, in periodi di magra, di un habitat a pozze con anossia sul fondo e un

rilevante popolamento a Ditteri simulidi. Si evidenzia, quindi, anche in questa

stazione, la presenza un certo carico trofico che mostra effetti più rilevanti in

coincidenza di ridotti flussi e portate. Anche in questa, come nella precedente, si

osservano sconvolgimenti dell’alveo in coincidenza delle piene e ricorrenti lavori in

alveo.

• Il carico contaminante è presente anche a valle, alla stazione CS17 Gioia Tauro –

Gonia in prossimità della foce. Le note di stazione indicano per questa un contesto

fortemente modificato (si trova alla periferia di Gioia Tauro), un forte infangamento,

con fondo anche argilloso e corrente spesso scarsa. Presso l’argine del fiume è

presente un’ampia area adibita a discarica abusiva di rifiuti urbani e materiali di varia

origine. Rilevati sul punto stazione odori sgradevoli e sono visibili scarichi di acque

reflue, (alcuni osservabili lungo la stessa strada di accesso).

Un’altra stazione di controllo, la VP20, è stata localizzata lungo l’asta fluviale del Petrace

all’altezza del comune di San Procopio per verificare l’idoneità delle acque alla vita dei

pesci.

I risultati dei controlli effettuati nella stazione VP20 nel corso del I anno di monitoraggio

hanno verificato l’idoneità delle acque alla vita dei pesci, ma non nel II anno, essendosi

riscontrati valori di BOD5 superiori ai valori imperativi previsti dalla normativa.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 271

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIMIBESECA

Obiettivo

al 2008

Obiettivo

al 2016 Note

CS17 R18118F0003Fiume Petrace

Corpo

idrico

significativo

di I° ordine

3 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento dello

stato intermedio

sufficiente e di buono al

2016 è possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i

livelli sufficienti e

scadenti solo per l’E.Coli,

segnali di una

contaminazione antropica

sia di natura

civile/industriale che

agricola. Le note di

stazione indicano per

questa un contesto molto

artificializzato (si trova

alla periferia di Gioia

Tauro), un forte

infangamento, con fondo

anche argilloso e corrente

spesso scarsa.

CS18 R18118F0001Fiume Petrace

Corpo

idrico

significativo

di I° ordine

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento dello stato

intermedio sufficiente e di

buono al 2016 è possibile

mediante l’adozione delle

misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli

sufficienti e scadenti solo

per l’E.Coli, segnali di

una contaminazione

antropica di natura civile

e agricola. Le note di

stazione riportano in più

occasioni l’osservazione

di mucillagine sul fondo e

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 272

sulle sponde e, in periodi

di magra, di un habitat a

pozze con anossia sul

fondo

CS19 R18118F0002Fiume Petrace

Corpo

idrico

significativo

di I° ordine

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento dello stato

intermedio sufficiente e di

buono al 2016 è possibile

mediante l’adozione delle

misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando una

contaminazione

principalmente di natura

organica. Le note di

stazione segnalano

ricorrenti lavori in alveo

che comportano

temporanee deviazioni

del corso del fiume

operate utilizzando ad

argine il sedimento stesso

e pertanto effimere. Si

osservano quindi

frequenti variazioni del

percorso del fiume con

evidenti ripercussioni sui

popolamenti bentonici

Tabella 80

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 273

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Petrace:

X è posto come obiettivo prioritario di qualità ambientale il raggiungimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto

terminale dell’asta fluviale CS17;

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per i tratti

CS18 e CS19;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 488,7 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 87,2

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Raganello

Il Torrente Raganello è stato monitorato quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai

sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. (per il 75% della sua estensione ricade nel

parco Nazionale del Pollino).

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 164,6 kmq, interessando 9 comuni

con circa 1 kmq di area urbanizzata ed una popolazione totale stimata di circa 13500

abitanti.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 105 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 274

Figura 105

Nel bacino sono stati censiti 3 impianti di depurazione, uno della potenzialità di 2500 AE

risulta servire una popolazione totale pari a circa 1400 AE, un altro della potenzialità di

3000 AE, cui risultano afferire i reflui di una popolazione totale pari a circa 3500 AE, e

l’ultimo, della potenzialità di 1400 AE, cui risultano afferire i reflui di una popolazione

totale pari a 1100 AE, per cui nel complesso la popolazione non servita risulta pari a circa

500 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 16 3 12 2 0,3 11 18 3,3 23

Tabella 81: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 275

Sul torrente Raganello è stata dislocata nel tratto terminale dell’asta fluviale, la CS33, per

caratterizzarne lo stato ambientale. I controlli effettuati hanno individuato una qualità

ecologica scadente principalmente per i valori di Indice Biotico Esteso, influenzati anche dai

frequenti periodi di magra cui il tratto fluviale in esame è soggetto.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016 Note

CS33 R18009F0001 Torrente

Raganello

Corpo idrico

d’interesse “alto

valore

paesaggistico”

2 IV 4 Buono Buono

Mantenimento dello

stato “buono”

possibile mediante

l’adozione delle

misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando il

livello sufficiente

dell’indicatore

biologico, segnale di

un inquinamento

civile puntuale di

modesta dimensione.

Il SECA scadente è

perché è soggetto a

frequenti periodi di

magra/secca.

Tabella 82

Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse naturalistico - paesaggistico del

Torrente Raganello:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono”

(dato dal LIM) sia al 2008 che al 2016 per il tratto terminale dell’asta fluviale CS33.

Lo stato ecologico scadente di questo tratto fluviale è attribuibile principalmente ai

valori dell’IBE, che risente di periodi caratterizzati da portate molto ridotte, spesso

addirittura nulle;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 9,9 tonn/y;

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 276

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 1,6

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Savuto

Il Fiume Savuto è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle

specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 412 kmq, interessando 32 comuni

con circa 8 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 36.000 abitanti.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 106 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 106

Nel bacino sono stati censiti 35 impianti di depurazione dei quali solo 2 non funzionanti.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 277

La maggior parte di quelli funzionanti soddisfa la domanda di trattamento dei diversi

comuni, per un complessivo deficit di circa 12000 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati superiori (quello sito in loc. Marina De Luca di

Nocera Terinese) ed inferiori ai 15.000 AE:

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 68 12 53 53 8 263 121 20 316

Tabella 83: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Lungo il corso del fiume Savuto sono state dislocate 5 stazioni di monitoraggio, una la

AP12, nel comune di Parenti, per verificare la possibilità di utilizzare le sue acque per

l’approvvigionamento potabile, un’altra, la VP11, nel comune di Scagliano (CS), per

verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere la vita dei pesci, 3 per caratterizzarne lo

stato ambientale: la prima, la CS21, localizzata nel comune di Martirano (CS), la seconda, la

CS20 nel tratto di monte del bacino e l’ultima, la CS22, nel tratto terminale dell’asta

fluviale.

Osservazioni relative al contesto ambientale nelle stazioni: Sulla base delle note di campo e

alle osservazioni riportate dagli operatori sulle schede di campionamento è possibile

riportare una serie di informazioni relative alle aree in cui ricadono le tre stazioni poste

lungo il corso del Fiume Savuto.

• La stazione più a monte è la CS20 Parenti - Savuto C.C, la cui condizione biologica è

migliorata nell’ultimo anno. In tale stazione generalmente la portata è molto ridotta. E

proprio in coincidenza di portate ridotte, le note di campo indicano la presenza di un

consistente carico organico, desumibile anche dalla prevalenza nei popolamenti

osservati dei Ditteri simulidi e chironomidi.

• In un tratto intermedio del fiume è localizzata la stazione CS21 Altilia - Macchia della

Fiera, dove si osservano le condizioni migliori e dove non si rilevano particolari

anomalie.

• Presso la foce è quindi posta la stazione CS22 Nocera Ter inese - Macchia Quinto.

Generalmente questa stazione presenta condizioni insoddisfacenti, inoltre saltuariamente

fa registrare ulteriori cadute di qualità. Le note di campo indicano che questa stazione è

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 278

posta molto prossima al mare in un contesto molto denaturalizzato (a valle di una

briglia, vicino ad un ponte, ecc.) e con una fisionomia più volte variata a causa di

ricorrenti lavori in alveo e lungo il fiume. Si rilevano in alcune occasioni un calo delle

correnti, con acqua a tratti stagnante e un ricorrente infangamento. Rilevata come già in

altre stazioni l’abbondanza di rifiuti urbani sulle sponde e in alveo.

I cali di qualità biologica possono quindi essere in buona parte riconducibili alle differenze

legate alla portata nel primo tratto e alle alterazioni sull’alveo nella terza stazione.

Non ci sono particolari fattori critici a livello di macrodescrittori, eccetto E. Coli che nella

stazione CS21 risulta di livello 4.

Dai controlli effettuati entrambe le stazioni monitorate per verificare l’idoneità delle acque a

una specifica utilizzazione, sono risultate idonee in entrambi gli anni di monitoraggio. La

CS21, prossima alla VP11, risulta caratterizzata da uno stato ecologico buono e la CS20 da

uno stato ecologico sufficiente. Al contrario, lo stato ecologico risulta scadente nella

stazione CS22, sita nel tratto terminale dell’asta fluviale, principalmente per i valori

dell’Indice Biotico Esteso, che segnalano che nel suo tratto potamale il fiume è soggetto a

input inquinanti che si cumulano influenzando il suo stato di salute.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBESECA

Obiettivo

al 2008

Obiettivo

al 2016 Note

CS20 R18057F0001Fiume Savuto

Corpo idrico

significativo

di I° ordine

2 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento dello

stato intermedio

sufficiente e di buono

al 2016 è possibile

mediante l’adozione

delle misure previste

nel paragrafo misure

da adottare,

fronteggiando i livelli

sufficienti per

l’E.Coli e lo ione

ammonio, segnali di

una contaminazione

antropica di natura

civile e agricola. Le

note di stazione

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 279

segnalano che la

portata in questa

sezione è molto

ridotta.

CS21 R18057F0002Fiume Savuto

Corpo idrico

significativo

di I° ordine

2 II 2 Buono Buono

Mantenimento dello

stato buono è

possibile mediante

l’adozione delle

misure previste nel

paragrafo 0.3.2.1.1,

fronteggiando solo i

livelli sufficienti per

l’E.Coli e lo ione

ammonio, segnali di

una modesta

contaminazione

antropica di natura

civile e agricola. Le

note di stazione non

rilevano particolari

anomalie.

CS22 R18057F0003Fiume Savuto

Corpo idrico

significativo

di I° ordine

2 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento

dello stato intermedio

sufficiente e di buono

al 2016 è possibile

mediante l’adozione

delle misure previste

nel paragrafo

0.3.2.1.1,

fronteggiando i livelli

sufficienti per

l’E.Coli e del fosforo

totale, segnali di una

contaminazione

antropica di natura

civile e agricola. Le

note di stazione

segnalano una

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 280

fisionomia di sezione

più volte variata a

causa di ricorrenti

lavori in alveo e

lungo il fiume. Si

rilevano in alcune

occasioni un calo

delle correnti, con

acqua a tratti

stagnante e un

ricorrente

infangamento.

Tabella 84

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Savuto:

X è posto come obiettivo prioritario di qualità ambientale il raggiungimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto

terminale dell’asta fluviale CS22;

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto

CS20;

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” al

2008 ed al 2016 per il tratto CS21;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 236,7 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 42,4

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Tacina

Il Fiume Tacina è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle

specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 427 kmq, interessando 12 comuni

con circa 6,3 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 34.000

abitanti.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 281

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 107 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 107

Nel bacino sono stati censiti 4 impianti di depurazione di potenzialità rispettivamente di:

11000 AE, 6000 AE, 1530 AE e 230 AE, dei quali il primo non risulta in funzione.

Alla luce di tale informazione è stimabile un deficit di trattamento dei reflui civili prodotti

nel bacino, corrispondente ad una popolazione non servita pari a 26.240 AE.

In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di

depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 282

Effluente trattato nell’impianto Efflente non trattato

nell’impianto Totali

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y)

Carico N

(tonn/y)

Carico P

(tonn/y)

Carico BOD5

(tonn/y) 4 0,48 7 115 17 575 117 17,48 582

Tabella 85: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento

Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Tacina e per verificare l’idoneità delle sue

acque per approvvigionamento potabile, lungo il suo corso sono state dislocate 3 stazioni di

monitoraggio, una, la AP13, nel comune di Petilia Policastro (prov. KR) in prossimità

dell’asta fluviale, un’altra, la CS23, in prossimità della AP13 e l’ultima, la CS24, nel tratto

terminale dell’asta fluviale.

Dai controlli effettuati la AP13 è risultata non idonea alla produzione di acqua potabile un

anno su due di monitoraggio, non idoneità ascrivibile a valori elevati di BOD5 e dei

parametri microbiologici. La CS23 prossima alla AP13 risulta mediamente caratterizzata da

una qualità ecologica sufficiente, al contrario, lo stato ecologico risulta scadente nella

stazione CS24, indice che il fiume nel suo corso è soggetto a progressivi input inquinanti

che si cumulano alterando il suo stato ambientale. Tali input inquinanti possono ritenersi

prevalentemente di origine civile dati i valori elevati riscontrati dei parametri

microbiologici, non di meno un contributo significativo può essere attribuito alle numerose

attività olearie distribuite lungo il bacino. Infatti, in occasione di alcuni sopralluoghi, si è

osservato in alveo l’evidente presenza di residui di acque di vegetazione.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016 Note

CS23 R18060F0001 Fiume

Tacina

Corpo idrico

significativo di

I° ordine

3 III 3 Sufficiente Buono

Mantenimento dello stato

intermedio sufficiente e

di buono al 2016 è

possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i

livelli sufficienti per

E.Coli (inquinamento

fecale), ione ammonio,

fosforo totale, sostanze

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 283

biodegradabili e ciclo

dell’ossigeno, segnali di

una contaminazione

antropica di natura civile

e agricola. Le note di

stazione riportano in più

occasioni l’osservazione

di depositi di reflui oleari,

di mucillagine sul fondo e

sulle sponde e, in periodi

di magra, di un habitat a

pozze con anossia sul

fondo

CS24 R18060F0002 Fiume

Tacina

Corpo idrico

significativo di

I° ordine

3 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento dello

stato intermedio

sufficiente e di buono al

2016 è possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i

livelli scadenti per E.Coli

e fosforo totale, e

sufficienti per lo ione

ammonio, segnale di una

contaminazione civile ed

agricola.

Tabella 86

Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Tacina:

X è posto come obiettivo prioritario di qualità ambientale il raggiungimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto

terminale dell’asta fluviale CS24;

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato

“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto

CS23;

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 517,5 tonn/y;

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 284

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal

deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 92,0

tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Tr ionto

Il Torrente Trionto è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle

specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 290 kmq, che interessa 11 comuni

con circa 800 mq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 14800 abitanti.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 108 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 108

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 285

Nel bacino sono stati censiti 9 impianti di depurazione, tutti a servizio di agglomerati

inferiori ai 15.000 AE di cui 6 in esercizio, 5 nel comune di Longobucco di potenzialità

totale pari a circa 4500 AE, comunque non sufficienti a soddisfare la domanda di

trattamento del comune stimabile intorno ai 5400 AE; ed uno in quello di Cropalati, di

potenzialità sufficiente a soddisfare la sua domanda di trattamento.

Nel complesso è stimabile una domanda di trattamento non soddisfatto di circa 4500 AE.

Tenendo conto che nel corso d’acqua sversa anche l’impianto di Crosia esterno al bacino, si

può stimare che i carichi dei reflui non trattati afferenti al fiume siano pari a circa 98 tonn/y

di BOD5, 20 tonn/y di N, 3 tonn/y di P, e che i carichi degli effluenti trattati negli impianti

di depurazione siano pari a 37 tonn/y di BOD5, 48 tonn/y di N e 8 tonn/y di P, per un carico

quindi complessivo pari a 135 tonn/y di BOD5, di 68 tonn/y di N e 11 tonn/y di P.

Per caratterizzare lo stato ambientale del Torrente Trionto sono state dislocate lungo il suo

corso due stazioni di monitoraggio, una, la CS26 nel Comune di Cropalati (Prov. di Cs) e

un’altra, la CS25 nel tratto terminale dell’asta fluviale.

Inoltre, per verificare la possibilità di utilizzare le acque di questo fiume per

approvvigionamento potabile, un’altra stazione, la AP24, è stata dislocata nel Comune di

Longobucco (prov. di CS), in prossimità dell’asta fluviale.

Dai controlli effettuati, la stazione AP24 è risultata idonea alla produzione di acqua potabile

in entrambi gli anni di monitoraggio, mentre lo stato ecologico rilevato nelle stazioni CS25

e CS26 è risultato rispettivamente pessimo e scadente in entrambi i casi per i valori assunti

dall’Indice Biotico Esteso, parametro influenzato dai frequenti periodi di magra cui il fiume

è soggetto. Tali periodi sono caratterizzati da portate molto ridotte, o anche nulle, dovute

principalmente a cause stagionali.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettivo

al 2016 Note

CS25 R18030F0001 Fiume

Trionto

Corpo idrico

significativo di

I° ordine

2 V 5 Buono Buono

Mantenimento dello stato

“buono” possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando il

livello sufficiente del fosforo

totale dell’indicatore

biologico, segnale di una

modesta contaminazione

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 286

antropica civile/agricola. Il

SECA pessimo dipende solo

dal perché la fiumara

naturalemnete è soggetta a

frequenti periodi di

magra/secca.

CS26 R18030F0002 Fiume

Trionto

Corpo idrico

significativo di

I° ordine

2 IV 4 Buono Buono

Mantenimento dello stato

“buono” possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando il

livello sufficiente

dell’indicatore biologico,

segnale di una modesta

contaminazione fecale

puntuale. Il SECA scadente

dipende solo dal perché la

fiumara naturalmente è

soggetta a frequenti periodi

di magra/secca.

Tabella 87

Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico significativo di primo ordine del Torrente

Trionto:

X è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” (dato

dal LIM) sia al 2008 che al 2016 per entrambi i tratti dell’asta fluviale monitorati. Lo

stato ecologico scadente e pessimo di questi due tratti fluviali sono attribuibili

principalmente ai valori dell’IBE, che risente di periodi caratterizzati da portate molto

ridotte, spesso addirittura nulle.

X riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile

dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 88,2 tonn/y;

X riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit

di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 16,0 tonn/y.

Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Torrente Turr ina

Il Torrente Turrina è stato monitorato quale fiume soggetto ad alto carico inquinante ai sensi

delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 287

Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 58 kmq, interessando 6 comuni con

circa 1,7 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata di circa 13.500 abitanti.

Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività

zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in

termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.

Nella figura 109 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.

Figura 109

Nel bacino sono stati censiti 8 impianti di depurazione, di cui 7 nel comune di Curinga, tutti

dismessi ed i cui reflui sono collettati al depuratore consortile sito nel comune di Lamezia

Terme di potenzialità pari a 110.000 AE, a servizio di tutti i comuni del bacino tranne

Filadelfia e Jacurso i cui reflui risultano essere sversati all’esterno del bacino. L’impianto di

Lamezia Terme, a servizio di un agglomerato superiore ai 15.000 AE, risulta poter

soddisfare l’intera domanda di trattamento del bacino per cui al fiume è ipotizzabile che

afferisca il carico inquinante di origine civile rappresentato dal solo refluo trattato,

stimabile pari a circa 144 tonn/y di BOD5, 205 tonn/y di N e 36 tonn/y di P.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 288

Per caratterizzare lo stato ambientale del Torrente Turrina è stata localizzata una sola

stazione di controllo della qualità ambientale, la CS49, nel tratto terminale dell’asta fluviale.

Dai controlli effettuati tale stazione è risultata caratterizzata da uno stato ecologico scadente,

a causa dei valori elevati riscontrati dei parametri microbiologici, indice di un’origine civile

degli apporti inquinanti, legati principalmente a scarichi abusivi.

Stazione Codice

stazione Nome

Tipo corpo

idr ico LIM IBE SECA

Obiettivo

al 2008

Obiettiv

o al 2016 Note

CS49 R18042F0001 Torrente

Turrina

Corpo idrico

d’interesse

“alto carico

inquinante”

2 IV 4 Sufficiente Buono

Raggiungimento dello

stato intermedio

sufficiente e di buono al

2016 è possibile mediante

l’adozione delle misure

previste nel paragrafo

0.3.2.1.1, fronteggiando i

livelli scadenti per E.Coli

e fosforo totale, segnale di

una contaminazione civile

ed agricola.

Tabella 88

Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Torrente

Turrina:

X è posto come obiettivo prioritario di qualità ambientale il raggiungimento

dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016

0.3.2.1.2 Aspetti quantitativi

0.3.2.1.2.1 Acque superficiali

Cr iter i di regolazione delle portate in alveo definiti dall’ABR

Il Deflusso Minimo Vitale di un corso d’acqua (nel seguito DMV) è stato introdotto nel

quadro legislativo nazionale dalla legge 183/1989 (art. 3, comma 1, lettera i) e

successivamente è stato ripreso dal D.Lgs. 275/1993, dalla legge 36/1994, dal D.Lgs.

152/1999 e, infine, dal recente D.Lgs. 152/2006 di recepimento della Direttiva Europea

sulle Acque 2000/60. Il DMV è la portata minima necessaria per ogni tronco omogeneo del

corso d’acqua a garantire la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corpo idrico e

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 289

chimico-fisiche delle acque, nonché per mantenere le biocenosi tipiche delle condizioni

naturali locali.

Tale parametro, evidentemente, è di estrema importanza per le esigenze di tutela delle acque

e deve costituire un riferimento fondamentale per la disciplina delle concessioni di

derivazione, oltre che per le autorizzazioni degli scarichi.

È importante sottolineare, però, che le “Linee Guida per la predisposizione del bilancio

idrico di bacino, comprensive dei criteri per il censimento delle utilizzazioni in atto e per

la determinazione del minimo deflusso vitale” (nel seguito LG), richiamate all’art. 22,

comma 4, del D.lgs. 152/1999 ed emanate dal Ministero dell’Ambiente e Territorio con il

D.M. 28/7/2004 (G.U. n. 268 del 15/11/2004), al paragrafo 7.1 definiscono il DMV come

“ la portata istantanea da determinare in ogni tratto omogeneo del corso d’acqua, che deve

garantire la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corpo idrico, chimico-fisico delle

acque nonché il mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali”. Le

stesse LG, al paragrafo 7.2, specificano che il DMV rappresenta una portata di stretta

attinenza al Piano di Tutela e che alla determinazione del DMV “attengono aspetti di tipo

naturalistico e di tipo antropico caratteristici di ogni tronco di corso d’acqua di interesse”.

Allo scopo di consentire la naturale variabilità del regime dei deflussi in base al quale si

forma l’equilibrio fisico e biologico del corso d’acqua, può inoltre essere opportuno

individuare valori del DMV differenti per ciascun mese o stagione dell’anno.

Il DMV in una determinata sezione del corpo idrico è calcolato secondo la seguente

formula:

DMV = Z + Md

in cui:

DMV = deflusso minimo vitale (l/s);

Z = termine fisso = A x B x C x D x E x F x G x H (l/s);

Md = termine di modulazione della portata (l/s), variabile in funzione della portata in

arrivo da monte.

I fattori che forniscono Z hanno il significato qui di seguito specificato:

A = Superficie del bacino idrografico sotteso dall’opera di derivazione (km2) sino alla

linea dello spartiacque, comprendente le aree già interessate da derivazioni esistenti a

monte della captazione prevista;

B = Rilascio specifico: fattore fisso pari a 1,6 (l/s/kmq);

C = Precipitazioni: fattore compreso fra 1,0 e 1,2 e relativo alle precipitazioni medie

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 290

annue nel bacino sotteso alla derivazione, ricavato dalla tabella 89.

Codice Precipitazione annua media

(mm annui di pioggia) Fattore

a minore di 800 1,0

b compresa fra 800 e 1200 1,1

c oltre 1200 1,2

Tabella 89

D = Altitudine: fattore compreso tra 1,0 e 1,2 relativo all’altitudine media del bacino

sotteso alla derivazione, ricavato dalla tabella 90.

Codice Altitudine media del bacino

(m s.l.m.) Fattore

a < 400 1,0

b 400 ÷ 800 1,1

c = 800 1,2

Tabella 90

E = permeabilità: fattore compreso tra 1,0 e 1,2, relativo alla permeabilità media dei terreni

costituenti il bacino, ricavato dalla tabella 91.

Codice Permeabilità media del bacino Fattore

a bassa 1,0

b media 1,10

c alta 1,15

d elevata 1,20

Tabella 91

F = Qualità biologica del corso d’acqua: fattore compreso tra 1,0 e 1,2, relativo alla

classificazione dello stato ecologico nel tratto considerato, così come ottenuto incrociando il

dato risultante dai macrodescrittori con il risultato dell’IBE (rif.to tab. 8 del D.Lgs. n.

152/99), ricavato dalla tabella 92.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 291

Codice Stato ecologico Classe di qualità ecologica Fattore

a elevato classe 1 1,00

b buono classe 2 1,05

c sufficiente classe 3 1,10

d scadente classe 4 1,15

e pessimo classe 5 1,20

Tabella 92

In mancanza di puntuali informazioni su cui basare l’attribuzione del punteggio e ove non

sia palesemente dimostrabile l’assegnazione a uno stato ecologico peggiore, è possibile

attribuire al tratto in esame un valore del fattore pari a 1,1.

G = Naturalità: fattore compreso tra 1,0 e 1,2, valutato in relazione alle vocazione naturale

del territorio, alla presenza di aree protette ed all'uso del suolo prevalente all'interno del

bacino considerato, ricavato dalla tabella 93.

Codice Classi di naturalità Fattore

a Aree agricole 1,0

b Aree naturali 1,1

c Aree di grande pregio: parchi, riserve naturali, statali e

provinciali, aree SIC, SIR, SIN, ANPIL, ZPS 1,2

Tabella 93

H = Lunghezza captazione: fattore definito dalla formula:

H = 1 + (D x 0.025)

dove, nel caso di prelievi a fini idroelettrici, D è la distanza in km misurata lungo il corso

d’acqua tra l’opera di presa e il punto di restituzione; nel caso di prelievi che non prevedano

restituzione H vale 1,2.

Md = Modulazione di portata.

L’introduzione di quest’ultimo addendo risponde all’esigenza di garantire all’alveo almeno

una modesta percentuale delle variazioni di portata che caratterizzano il regime idrologico

naturale e che influenzano i cicli biologici delle comunità e degli organismi fluviali. Il

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 292

valore di Md può direttamente essere posto pari al 10% della differenza tra la portata

naturale istantanea e il valore prima calcolato di Z (da applicare solo se di segno positivo),

oppure conseguita praticamente se si applicano delle prescrizioni progettuali alle opere

connesse alla derivazione, in particolare le seguenti:

1. L’opera di presa deve essere progettata e realizzata in maniera che la derivazione

garantisca prioritariamente il rilascio del DMV nel corso d’acqua mediante opportuno

dimensionamento della soglia sfiorante.

2. E’ fatto obbligo di dotare l’opera di presa di idoneo passaggio artificiale della fauna

ittica ai sensi della normativa vigente. Tale passaggio dovrà essere eseguito con le

tipologie realizzative più idonee a garantire la funzionalità e il contenimento degli

impatti visivi e, inoltre, attraverso detto passaggio dovrà transitare l’intero DMV

calcolato.

3. Per derivazioni di acque superficiali a fini diversi da quelli irrigui, fatto salvo l'uso

idropotabile e le derivazioni in essere, si dispone che siano da considerarsi

indisponibili per nuovi impianti, o limitatamente disponibili (DMV da valutare caso

per caso), i tratti di corso d'acqua collocati immediatamente a monte del punto di

derivazione e immediatamente a valle del punto di restituzione di una derivazione non

irrigua in essere per una lunghezza da valutare specificatamente per ciascun progetto.

L’Autorità di Bacino potrà comunque definire dei criteri di limitazione della densità

delle derivazioni sullo stesso corso d’acqua sulla base dell’aggiornamento del quadro

conoscitivo.

4. Al fine di garantire la qualità complessiva del corso d’acqua e per verificare la

congruità del DMV calcolato, nel tratto compreso fra l’opera di presa e il punto di

restituzione dovranno disporsi controlli ambientali sulla qualità biologica. Nel caso

che il prelievo abbia alterato l’IBE preesistente, si dovrà provvedere a eventuali

incrementi del DMV calcolato.

Nei soli casi di:

a) derivazioni per le quali pur essendo state già realizzate opere, a norma dell’art. 13 del

RD 1775/1933, non risulta formalizzato l’atto di concessione;

b) concessioni comunque in atto che, a norma dell’art. 95, comma 4 del D.Lgs. 152/2006,

devono essere regolate dall’autorità concedente al fine di prevedere “rilasci volti a

garantire il minimo deflusso vitale nei corpi idrici”.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 293

Al fine di limitare l’impatto su utilizzazioni già esistenti e su realtà produttive ad esse

connesse e solo fino all’adozione del Piano di Tutela delle Acque il DMV sarà par i ad 1/3

del valore di portata r isultante dall’applicazione del cr iter io sopra illustrato. Nel caso

di derivazione mediante captazione di sorgenti naturali, si deve prevedere un rilascio pari

ad almeno un terzo della portata minima continua, qualora questa sia superiore a 1 (uno) l/s.

Analisi dell’applicazione della formula dell’ABR a tutto il terr itor io regionale

L’analisi è stata condotta nei 32 corsi d’acqua della Calabria classificati come significativi ai

sensi del Decreto 152/1999.

Per quanto riguarda i corsi d’acqua, caratterizzati dalla disponibilità di serie storiche

sufficientemente estese di misure di portata giornaliera (<20 anni), sono state definite, alla

sezione della stazione di misura, le condizioni idrologiche di riferimento sulla base del

Metodo IHA-EFC (Richter et al. 1996, 1997; The Nature Conservancy 2005) ed è stata

eseguita la valutazione dell’alterazione idrologica mediante il metodo RVA (Range of

Variabilità Approach, Richter et al. 1997) ipotizzando un rilascio secondo la formula

introdotta dall’ABR a scala temporale giornaliera. Si precisa che, per il F. Savuto, l’analisi

condotta ha evidenziato l’inidoneità delle misure disponibili ai fini della caratterizzazione

idrologica, che pertanto non può essere eseguita. Per quanto riguarda i 32 corsi d’acqua

significativi, il calcolo del DMV alla sezione di chiusura di ogni singolo bacino è stato

effettuato utilizzando il richiamato criterio di calcolo proposto dall’Autorità di Bacino (in

questo caso a scala temporale mensile) e utilizzando i valori delle portate minime di durata

1, 3, 7, 15, 30 giorni consecutivi e dei deflussi medi mensili disponibili.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 294

Disponibilità dati Corso d’acqua Disponibilità dati Corso d’acqua

assenza o carenza di misure (<20 anni) (22 corsi d’acqua)

Neto Amendolea Crocchio La Verde Argentino Marepotamo Angitola Nicà Bonamico Budello Gallico Turrina Novito Calopinace Ruffa Fiumarella Mesima Petrace Trionto Raganello Allaro Esaro di Crotone

misure sufficienti (>20 anni) (10 corsi d’acqua)

Crati Lao Amato Savuto4 Tacina Corace Esaro Coscile Metramo Ancinale

Tabella 94

4 Per il F. Savuto, l’analisi condotta ha evidenziato l’inidoneità delle misure disponibili ai fini della caratterizzazione idrologica, che pertanto non può essere eseguita.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 295

Bacino Zsc Zssm Da D0

Allaro 0.44

Amendolea 0.46

Budello 0.26

Bonamico 0.46

Calopinace 0.15

Gallico 0.17

La verde 0.39

Novito 0.17 Fiumara

della Ruffa 0.15

Amato 1.30 0.32 0,06111 0,06389

Ancinale 0.58 0.39 0,05625 0,06042

Angitola 0.49

Argentino 0.04

Corace 0,05764 0,04167 0,06111 0,06597

Coscile 1.24 0,06736 0,06111 0,06597

Crati 9.35 4.49 0,05764 0,06319

Crocchio 0.04

Esaro 2.00 0,09097 0,0625 0,06597

Esaro Kr 0.26

Lao 2.19 1.17 0,05833 0,06319

Marepatamo 0,04583

Metramo 0,05486 0,06042 0,06667

Mesima 2.08

Neto 0,19097

Nicà 0.49

Petrace 1.30

Savuto 1.15

Tacina 1.31 0.28

Trionto 1.06

Fiumarella 0.09 Torrente

Raganello 0.42

Turrina 0,15

Tabella 95

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 296

Con Zsc = frazione costante del DMV calcolata alla sezione di chiusura;

Con Zssm = frazione costante del DMV calcolata alla sezione della stazione di misura;

Con Da e D0 = indici di alterazione idrologica.

Elementi di applicazione del DMV

L’analisi dell’applicazione della metodologia deliberata dall’ABR conduce a ritenere che

essa possa essere applicata su tutto il territorio regionale. Tuttavia, nella relazione proposta:

* + * +* +* + * +r

Z Q t ZQ t

Z c Q t Z Q t Z

Ê >Í? Ë - / @ÍÌ

si ritiene necessario procedere ad una diversa definizione del Fattore di permeabilità E

utilizzato nel calcolo della frazione costante del DMV:

Z ABCDEFGH?

Il valore E viene più opportunamente definito come Fattore di propensione al deflusso

profondo ed assume valori diversi per le differenti categorie individuabili in base alle

caratteristiche idrogeologiche seguenti.

I. Corsi d’acqua con bacini aventi propensione al deflusso perenne alta, con

r ilevante presenza di classi di permeabilità elevata (rocce effusive, formazioni

prevalentemente arenacee, unità prevalentemente flishoidi, torbiditi, conglomerati,

brecce, calcari detritici, sabbie e conglomerati, travertini, depositi eolici)

Fattore di propensione al deflusso profondo: E=2.0

(Fiume Ancinale, Fiume Argentino, Fiume Coscile, Fiume Lao, Torrente Raganello)

II. Corsi d’acqua con bacini aventi propensione al deflusso perenne intermedia, con

r ilevante presenza di classi di permeabilità media (ofioliti, metamorfiti di alto grado,

rocce intrusive, complessi sedimentari caotici, marne e marne calcaree, formazioni

gessoso-solfifere, evaporiti)

Fattore di propensione al deflusso profondo: E=1.0

(Fiumara Allaro, Fiume Angitola, Fiume Crati, Fiume Crocchio, Fiume Esaro, Fiume

Marepotamo, Fiume Mesima, Fiume Metramo, Fiume Neto, Fiume Petrace, Fiume

Savuto, Fiume Tacina, Fiume Trionto)

III. Corsi d’acqua con bacini aventi propensione al deflusso perenne bassa, con

r ilevante presenza di classi di permeabilità bassa (metamorfiti di vario, medio e basso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 297

grado, argilloscisti, argille) e corsi d’acqua a deflusso discontinuo (fiumare), con

portata estiva nulla in zone di pianura, queste ultime caratter izzate da r ilevante

presenza di classi di permeabilità elevata (alluvioni e terreni misti - rocce effusive,

formazioni prevalentemente arenacee, unità prevalentemente flishoidi, torbiditi,

conglomerati, brecce, calcari detritici, sabbie e conglomerati, travertini, depositi eolici)

Fattore di propensione al deflusso profondo: E=0.5

(Fiumara Amendolea, Fiumara Buonamico, Fiumara Budello, Fiumara Calopinace,

Fiumara della Ruffa, Fiumara di Gallico, Fiumara Laverde, Fiumara Novito, Fiume

Amato, Fiume Corace, Fiume Esaro di Crotone, Fiume Nicà, Torrente Fiumarella,

Torrente Turrina)

Inoltre, per i corsi d’acqua appartenenti:

ど alla categoria III;

ど alle categorie I, II con ricorrenza di deflussi pari a zero nel periodo estivo;

allo scopo di non acuire le pronunciate magre estive, è previsto un valore Z pari all’intero

deflusso nel periodo giugno-settembre, ossia il rilascio dell’intera portata in transito

sull’intera asta fluviale e affluenti.

Ne conseguono i seguenti valori di E, Z (Tab.96):

ottobre-maggio giugno-settembre

Categor ia E

Z Z

Fiumara Allaro II 1 0.40 intero deflusso

Fiumara Amendolea III 0.5 0.25 intero deflusso

Fiumara Bonamico III 0.5 0.21 intero deflusso

Fiumara Budello III 0.5 0.11 intero deflusso

Fiumara Calopinace III 0.5 0.07 intero deflusso

Fiumara della Ruffa III 0.5 0.07 intero deflusso

Fiumara di Gallico III 0.5 0.08 intero deflusso

Fiumara La Verde III 0.5 0.18 intero deflusso

Fiumara Novito III 0.5 0.08 intero deflusso

Fiume Amato III 0.5 0.57 intero deflusso

Fiume Ancinale II 2 1.06 intero deflusso

Fiume Angitola II 1 0.44 0.44

Fiume Argentino I 2 0.70 0.70

Fiume Corace III 0.5 0.38 intero deflusso

Fiume Coscile I 2 2.07 2.07

Fiume Crati II 1 8.13 8.13

Fiume Crocchio II 1 0.40 0.40

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 298

Fiume Esaro II 1 1.74 1.74

Fiume Esaro di Crotone III 0.5 0.12 intero deflusso

Fiume Lao I 2 3.99 3.99

Fiume Marepotamo II 1 0.60 0.60

Fiume Mesima II 1 1.89 1.89

Fiume Metramo II 1 0.65 0.65

Fiume Neto II 1 3.59 3.59

Fiume Nicà III 0.5 0.22 intero deflusso

Fiume Petrace II 1 1.18 1.18

Fiume Savuto II 1 1.15 1.15

Fiume Tacina II 1 1.31 1.31

Fiume Trionto II 1 0.97 0.97

Torrente Fiumarella III 0.5 0.04 intero deflusso

Torrente Raganello I 2 0.76 intero deflusso

Torrente Turrina III 0.5 0.07 intero deflusso

Tabella 96

Inoltre, per quanto concerne l’aliquota variabile del rilascio:

c(Q(t)-Z)

(c=0.1), si può assumere, per tutti i corsi d’acqua:

ど per impianti ad acqua fluente (traverse): Q(t) pari alla portata istantanea in

transito (e quindi regolazione “in continuo” da ottenersi mediante opportuna

struttura degli organi di captazione);

ど per impianti a serbatoio: Q(t) pari alla portata media mensile di cui alla

documentazione precedentemente allegata (e quindi regolazione a scala temporale

mensile)

Per il calcolo del DMV Z1 in sezioni diverse da quelle terminali, in via semplificativa, si

possono utilizzare gli stessi valori di Z ridotti in proporzione al rapporto fra l’area del bacino

sotteso A1 e l’area complessiva A:

(per il Crati a monte della confluenza del Coscile il valore di Z deve essere diminuito della

portata Z del Coscile, comprensiva di quella dell’Esaro).

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 299

0.3.2.1.2.2 Caratter izzazione quantitativa dei 32 bacini dei corpi idr ici significativi

Di seguito si riporta la sintesi della caratterizzazione quantitativa per ciascun bacino

significativo o di interesse. Si rimanda all’Allegato E per una trattazione esaustiva.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino del Fiume Amato

Il bacino del fiume Amato ha una estensione planimetrica complessiva di 443.83 km2, con

sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 131.707 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 57.82 km

con una pendenza media dell’1.6%. Il valore della densità di drenaggio è 3.06 km/km2. Il

bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.76.

BILANCIO IDRICO

Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari a seconda

della presenza o meno del futuro invaso del Melito nel bacino del fiume Corace. Il primo

scenario considera la situazione attuale, mentre il secondo prevede che il sottobacino del

fiume Amato sotteso in località Serrastretta sia allacciato all’invaso del Melito.

Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:

- Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico

medio;

- Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità

idrica naturale.

Nella parte alta della scheda è redatta una tabella riassuntiva riportata di seguito (uguale per

tutti i 32 bacini dei corpi idrici significativi), che sintetizza i valori annuali del bilancio per il

bacino idrografico, sia per l’anno medio che per l’anno scarso, dove:

- Deflusso naturale è il volume defluito verso il nodo di valle del tratto in condizioni

naturali, senza prelievi e utenze, ecc..

- Deflusso idr ico, è il volume defluito verso il nodo di valle considerando al netto

quindi di tutti i prelievi localizzati a monte della sezione di chiusura;

- DMV 1, è il deflusso minimo vitale che deve essere garantito nella sezione di

chiusura del bacino, stimato con il metodo suggerito dall’Autorità di Bacino

Regionale;

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 300

- DMV 2, è il deflusso minimo vitale che deve essere garantito nella sezione di

chiusura del bacino, stimato da approcci di natura idrologica, quali la stima dei

deflussi di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a

10 anni;

- Disponibilità 1, è la differenza tra il deflusso idrico e il DMV 1, ovvero quello

stimato con il metodo dell’ABR. Esso, pertanto, è il volume annuo utilizzabile nel

bacino idrografico, tenendo conto delle condizioni ipotizzate di prelievo delle utenze

e del deflusso minimo vitale;

- Disponibilità 2, è la differenza tra il deflusso idrico e il DMV 2, ovvero quello

riferito alla Q7-10. Esso, pertanto, è il volume annuo utilizzabile nel bacino

idrografico, tenendo conto delle condizioni ipotizzate di prelievo delle utenze e del

deflusso minimo vitale.

SCENARIO I

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 38,57 39,75 7,04 0,13 32,71 39,62

2 33,05 33,88 6,19 0,12 27,69 33,76

3 37,82 38,55 6,96 0,13 31,59 38,42

4 24,92 25,49 5,57 0,13 19,92 25,36

5 11,70 12,28 4,37 0,13 7,91 12,15

6 4,44 4,81 3,53 0,13 1,28 4,68

7 2,81 3,50 3,08 0,13 0,42 3,37

8 1,78 2,57 1,98 0,13 0,59 2,44

9 3,35 4,07 3,40 0,13 0,67 3,94

10 5,73 6,68 3,75 0,13 2,93 6,55

11 10,37 11,51 4,10 0,13 7,41 11,38

12 34,49 35,92 6,64 0,13 29,28 35,79

scenario anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 22.67 23.71 7.04 0.13 16.67 23.58

2 19.60 20.45 6.19 0.12 14.26 20.33

3 14.46 15.32 6.96 0.13 8.36 15.19

4 15.54 16.43 5.57 0.13 10.86 16.30

5 7.18 7.85 4.37 0.13 3.48 7.72

6 3.02 3.49 3.53 0.13 -0.04 3.36

7 1.37 2.16 3.08 0.13 -0.92 2.03

8 1.13 1.86 1.98 0.13 -0.12 1.73

9 3.02 3.72 3.40 0.13 0.32 3.59

10 3.88 4.82 3.75 0.13 1.07 4.69

11 6.60 7.67 4.10 0.13 3.57 7.54

12 12.55 16.50 6.64 0.13 9.86 16.37

Volumi mensili (hm3)

scenario anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 14.40 14.84 2.63 0.05 12.21 14.79

2 13.66 14.01 2.56 0.05 11.45 13.96

3 14.12 14.39 2.60 0.05 11.79 14.34

4 9.61 9.84 2.15 0.05 7.69 9.79

5 4.37 4.59 1.63 0.05 2.96 4.54

6 1.71 1.86 1.36 0.05 0.50 1.81

7 1.05 1.31 1.15 0.05 0.16 1.26

8 0.66 0.96 0.74 0.05 0.22 0.91

9 1.29 1.57 1.31 0.05 0.26 1.52

10 2.14 2.50 1.40 0.05 1.10 2.45

11 4.00 4.44 1.58 0.05 2.86 4.39

12 12.88 13.41 2.48 0.05 10.93 13.36

scenario anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 8.46 8.85 2.63 0.05 6.22 8.80

2 8.10 8.45 2.56 0.05 5.89 8.40

3 5.40 5.72 2.60 0.05 3.12 5.67

4 6.00 6.34 2.15 0.05 4.19 6.29

5 2.68 2.93 1.63 0.05 1.30 2.88

6 1.16 1.35 1.36 0.05 -0.01 1.30

7 0.51 0.81 1.15 0.05 -0.34 0.76

8 0.42 0.69 0.74 0.05 -0.05 0.64

9 1.16 1.43 1.31 0.05 0.12 1.38

10 1.45 1.80 1.40 0.05 0.40 1.75

11 2.55 2.96 1.58 0.05 1.38 2.91

12 4.68 6.16 2.48 0.05 3.68 6.11

scenario anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 97

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 301

CRITICITA’

I risultati mettono in luce dei deficit per l’area irrigua S. Ippolito sia in condizioni

idrologiche di anno medio che in condizioni idrologiche di anno scarso. Ciò è imputabile al

fatto che entrambe le aree irrigue sono alimentate da due affluenti del fiume Amato che nel

periodo estivo hanno portate medie molto basse non idonee a soddisfare i fabbisogni irrigui

richiesti. Non è garantito il deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’ABR, nella

sezione di chiusura del bacino in condizioni di anno scarso nel periodo giugno - agosto.

SCENARIO II

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 38.57 31.57 7.04 0.13 24.53 31.44

2 33.05 26.74 6.19 0.12 20.55 26.62

3 37.82 30.26 6.96 0.13 23.30 30.13

4 24.92 20.16 5.57 0.13 14.59 20.03

5 11.70 9.70 4.37 0.13 5.33 9.57

6 4.44 3.91 3.53 0.13 0.38 3.78

7 2.81 3.02 3.08 0.13 -0.06 2.89

8 1.78 2.32 1.98 0.13 0.34 2.19

9 3.35 3.57 3.40 0.13 0.17 3.44

10 5.73 5.91 3.75 0.13 2.16 5.78

11 10.37 9.62 4.10 0.13 5.52 9.49

12 34.49 29.12 6.64 0.13 22.48 28.99

scenario anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 22.67 19.21 7.04 0.13 12.17 19.08

2 19.60 16.89 6.19 0.12 10.70 16.77

3 14.46 12.26 6.96 0.13 5.30 12.13

4 15.54 12.96 5.57 0.13 7.39 12.83

5 7.18 6.50 4.37 0.13 2.13 6.37

6 3.02 2.67 3.53 0.13 -0.86 2.54

7 1.37 1.80 3.08 0.13 -1.28 1.67

8 1.13 1.65 1.98 0.13 -0.33 1.52

9 3.02 3.31 3.40 0.13 -0.09 3.18

10 3.88 4.27 3.75 0.13 0.52 4.14

11 6.60 6.63 4.10 0.13 2.53 6.50

12 12.55 14.70 6.64 0.13 8.06 14.57

Volumi mensili (hm3)

scenario anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 14.40 11.79 2.63 0.05 9.16 11.74

2 13.66 11.05 2.56 0.05 8.49 11.00

3 14.12 11.30 2.60 0.05 8.70 11.25

4 9.61 7.78 2.15 0.05 5.63 7.73

5 4.37 3.62 1.63 0.05 1.99 3.57

6 1.71 1.51 1.36 0.05 0.15 1.46

7 1.05 1.13 1.15 0.05 -0.02 1.08

8 0.66 0.86 0.74 0.05 0.12 0.81

9 1.29 1.38 1.31 0.05 0.07 1.33

10 2.14 2.21 1.40 0.05 0.81 2.16

11 4.00 3.71 1.58 0.05 2.13 3.66

12 12.88 10.87 2.48 0.05 8.39 10.82

scenario anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 8.46 7.17 2.63 0.05 4.54 7.12

2 8.10 6.98 2.56 0.05 4.42 6.93

3 5.40 4.58 2.60 0.05 1.98 4.53

4 6.00 5.00 2.15 0.05 2.85 4.95

5 2.68 2.43 1.63 0.05 0.80 2.38

6 1.16 1.03 1.36 0.05 -0.33 0.98

7 0.51 0.67 1.15 0.05 -0.48 0.62

8 0.42 0.62 0.74 0.05 -0.12 0.57

9 1.16 1.28 1.31 0.05 -0.03 1.23

10 1.45 1.59 1.40 0.05 0.19 1.54

11 2.55 2.56 1.58 0.05 0.98 2.51

12 4.68 5.49 2.48 0.05 3.01 5.44

scenario anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 98

CRITICITA’

Tale scenario, per ciò che riguarda le aree irrigue, presenta le medesime condizioni di

criticità di quello osservato in precedenza; mentre si accentuano, maggiormente nel periodo

estivo, le criticità dovute al DMV stimato con il metodo dell’ABR in quanto vengono a

mancare nella sezione di chiusura i volumi destinati al futuro invaso del Melito.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 302

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiumara Allaro

Il bacino della fiumara Allaro, ha una estensione planimetrica complessiva (sezione di

chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio) di 130.118 km2. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 76.825 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 35.84 km

con una pendenza media del 2.85 %. Il valore della densità di drenaggio è 4.87 km/km2. Il

bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di

forma (Gravelius) pari a 1.9.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 15.67 13.99 2.62 0.78 11.37 13.21

2 11.10 9.71 2.06 0.70 7.65 9.01

3 13.35 11.71 2.38 0.78 9.33 10.93

4 8.94 7.67 1.92 0.75 5.75 6.92

5 5.32 4.26 1.58 0.78 2.68 3.48

6 2.99 1.42 1.32 0.75 0.10 0.67

7 2.13 0.42 1.26 0.78 -0.84 -0.36

8 1.48 0.24 1.21 0.78 -0.97 -0.54

9 2.63 1.94 1.30 0.75 0.64 1.19

10 3.68 3.21 1.42 0.78 1.79 2.43

11 5.72 5.06 1.61 0.75 3.45 4.31

12 14.75 13.14 2.54 0.78 10.60 12.36

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 10.43 9.42 2.62 0.78 6.80 8.64

2 7.73 6.75 2.06 0.70 4.69 6.05

3 8.23 7.23 2.38 0.78 4.85 6.45

4 6.40 5.60 1.92 0.75 3.68 4.85

5 3.57 2.77 1.58 0.78 1.19 1.99

6 2.02 0.61 1.32 0.75 -0.71 -0.14

7 1.36 0.00 1.26 0.78 -1.26 -0.78

8 0.92 0.00 1.21 0.78 -1.21 -0.78

9 1.19 0.65 1.30 0.75 -0.65 -0.10

10 1.20 1.07 1.42 0.78 -0.35 0.29

11 3.15 2.83 1.61 0.75 1.22 2.08

12 6.69 5.75 2.54 0.78 3.21 4.97

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 5.85 5.22 0.98 0.29 4.24 4.93

2 4.59 4.01 0.85 0.29 3.16 3.72

3 4.98 4.37 0.89 0.29 3.48 4.08

4 3.45 2.96 0.74 0.29 2.22 2.67

5 1.99 1.59 0.59 0.29 1.00 1.30

6 1.15 0.55 0.51 0.29 0.04 0.26

7 0.79 0.16 0.47 0.29 -0.31 -0.13

8 0.55 0.09 0.45 0.29 -0.36 -0.20

9 1.01 0.75 0.50 0.29 0.25 0.46

10 1.37 1.20 0.53 0.29 0.67 0.91

11 2.21 1.95 0.62 0.29 1.33 1.66

12 5.51 4.90 0.95 0.29 3.95 4.61

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 3.89 3.52 0.98 0.29 2.54 3.23

2 3.20 2.79 0.85 0.29 1.94 2.50

3 3.07 2.70 0.89 0.29 1.81 2.41

4 2.47 2.16 0.74 0.29 1.42 1.87

5 1.33 1.03 0.59 0.29 0.44 0.74

6 0.78 0.24 0.51 0.29 -0.27 -0.05

7 0.51 0.00 0.47 0.29 -0.47 -0.29

8 0.34 0.00 0.45 0.29 -0.45 -0.29

9 0.46 0.25 0.50 0.29 -0.25 -0.04

10 0.45 0.40 0.53 0.29 -0.13 0.11

11 1.21 1.09 0.62 0.29 0.47 0.80

12 2.50 2.15 0.95 0.29 1.20 1.86

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 99

CRITICITA’

I risultati evidenziano delle criticità sul comparto irriguo nelle condizioni idrologiche di

anno scarso nei mesi di luglio ed agosto. Per ciò che concerne il Deflusso Minimo Vitale,

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 303

nei mesi estivi sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso non si

riescono a garantire nella sezione di chiusura i volumi necessari stimati con il metodo

dell’ABR. Questa situazione di criticità è dovuta alla presenza sull’asta terminale della

Fiumara Allaro di punti di prelievo che, alimentando le aree irrigue presenti nella zona di

Caulonia, privano il corso d’acqua di volumi idrici significativi. E’da sottolineare,

comunque, che approcci di natura idrologica univocamente riconosciuti nella letteratura

scientifica internazionale, quali la stima dei deflussi di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con

un associato tempo di ritorno pari a 10 anni, risultano meno restrittivi ai fini del rilascio in

alveo come si evince dalle tabelle riportate nelle schede di sintesi. Pertanto, la presenza di

utenze irrigue che riducono nel periodo estivo le portate nella sezione di chiusura del bacino

non dovrebbero creare condizioni di criticità al sistema biologico del corso d’acqua. E’ da

sottolineare, comunque, che anche considerando come DMV un valore pari alla Q7-10, si

hanno delle criticità negli stessi periodi rispetto al caso precedente, anche se in misura

minore.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiumara Amendolea

Il bacino della fiumara Amendolea ha una estensione planimetrica complessiva di 150.377

km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 69.648 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 38.9 km

con una pendenza media del 4.5%. Il valore della densità di drenaggio è 5.5 km/km2. Il

bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.6.

BILANCIO IDRICO

Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari variabili a

seconda del metodo di stima del Minimo Deflusso Vitale. In particolare, il primo scenario

stima il DMV secondo quanto suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale, il secondo

scenario prevede invece che il DMV sia valutato attraverso un approccio idrologico basato

sul deflusso di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a 10

anni. Le caratteristiche della fiumara Amendolea sono quelle tipiche delle fiumare calabresi,

per le quali si hanno valori della Q7-10 prossimi allo zero. Pertanto nel secondo scenario è

stato considerato un rilascio dall’invaso del Menta pari al DMV stimato con il metodo

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 304

dell’ABR, mentre nella sezione di chiusura si è fatto riferimento al valore della Q7-10 , la

quale per la fiumara Amendolea è risultata pari a zero.

Inoltre, il rilascio dell’invaso del Menta è stato incrementato nel periodo estivo di una

quantità idonea a soddisfare le esigenze idriche del comprensorio irriguo sito a valle della

fiumara dell’Amendolea.

Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:

- Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico

medio;

- Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità

idrica naturale.

SCENARIO I

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 11.65 7.44 2.28 5.16

2 7.61 4.66 1.77 2.89

3 8.30 5.28 1.96 3.32

4 6.31 3.48 1.71 1.77

5 2.55 1.39 1.37 0.02

6 0.52 0.33 0.52 -0.19

7 0.28 0.20 0.29 -0.09

8 0.15 0.13 0.13 0.00

9 0.85 0.69 0.86 -0.17

10 2.17 1.47 1.34 0.13

11 2.23 1.53 1.30 0.23

12 8.62 5.28 1.98 3.30

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 4.09 1.60 2.28 -0.68

2 4.42 2.76 1.77 0.99

3 5.16 3.53 1.96 1.57

4 3.26 1.69 1.71 -0.02

5 2.07 1.23 1.37 -0.14

6 0.31 0.23 0.52 -0.29

7 0.17 0.16 0.29 -0.13

8 0.10 0.11 0.13 -0.02

9 0.56 0.52 0.86 -0.34

10 0.53 0.49 1.34 -0.85

11 0.64 0.34 1.30 -0.96

12 2.38 1.53 1.98 -0.45

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 4.35 2.78 0.85 1.93

2 3.14 1.93 0.73 1.20

3 3.10 1.97 0.73 1.24

4 2.43 1.34 0.66 0.68

5 0.95 0.52 0.51 0.01

6 0.20 0.13 0.20 -0.07

7 0.11 0.07 0.11 -0.04

8 0.05 0.05 0.05 0.00

9 0.33 0.27 0.33 -0.06

10 0.81 0.55 0.50 0.05

11 0.86 0.59 0.50 0.09

12 3.22 1.97 0.74 1.23

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 1.53 0.60 0.85 -0.25

2 1.83 1.14 0.73 0.41

3 1.93 1.32 0.73 0.59

4 1.26 0.65 0.66 -0.01

5 0.77 0.46 0.51 -0.05

6 0.12 0.09 0.20 -0.11

7 0.06 0.06 0.11 -0.05

8 0.04 0.04 0.05 -0.01

9 0.22 0.20 0.33 -0.13

10 0.20 0.18 0.50 -0.32

11 0.25 0.13 0.50 -0.37

12 0.89 0.57 0.74 -0.17

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 100

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 305

CRITICITA’

I risultano mostrano che sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso non

si riscontrano particolari criticità sul comparto delle utenze irrigue e potabili. Si

evidenziano, invece, delle condizioni di criticità per ciò che riguarda il soddisfacimento del

Deflusso Minimo Vitale, stimato con il metodo dell’ABR: nei mesi di luglio, agosto e

settembre in condizioni idrologiche di anno medio; nella quasi totalità dei mesi nella

condizione di anno scarso. Le caratteristiche tipiche delle fiumare calabresi, che nel periodo

estivo sono caratterizzate da deflussi superficiali nulli, giustificano le ipotesi di

alimentazione delle utenze irrigue anche attraverso l’invaso del Menta.

SCENARIO II

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 11.65 7.44 0.00 7.44

2 7.61 4.66 0.00 4.66

3 8.30 5.28 0.00 5.28

4 6.31 3.48 0.00 3.48

5 2.55 1.39 0.00 1.39

6 0.52 0.33 0.00 0.33

7 0.28 0.20 0.00 0.20

8 0.15 0.13 0.00 0.13

9 0.85 0.69 0.00 0.69

10 2.17 1.47 0.00 1.47

11 2.23 1.53 0.00 1.53

12 8.62 5.28 0.00 5.28

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 4.09 1.60 0.00 1.60

2 4.42 2.76 0.00 2.76

3 5.16 3.53 0.00 3.53

4 3.26 1.69 0.00 1.69

5 2.07 1.23 0.00 1.23

6 0.31 0.23 0.00 0.23

7 0.17 0.16 0.00 0.16

8 0.10 0.11 0.00 0.11

9 0.56 0.52 0.00 0.52

10 0.53 0.49 0.00 0.49

11 0.64 0.34 0.00 0.34

12 2.38 1.53 0.00 1.53

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 4.35 2.78 0.00 2.78

2 3.14 1.93 0.00 1.93

3 3.10 1.97 0.00 1.97

4 2.43 1.34 0.00 1.34

5 0.95 0.52 0.00 0.52

6 0.20 0.13 0.00 0.13

7 0.11 0.07 0.00 0.07

8 0.05 0.05 0.00 0.05

9 0.33 0.27 0.00 0.27

10 0.81 0.55 0.00 0.55

11 0.86 0.59 0.00 0.59

12 3.22 1.97 0.00 1.97

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 1.53 0.60 0.00 0.60

2 1.83 1.14 0.00 1.14

3 1.93 1.32 0.00 1.32

4 1.26 0.65 0.00 0.65

5 0.77 0.46 0.00 0.46

6 0.12 0.09 0.00 0.09

7 0.06 0.06 0.00 0.06

8 0.04 0.04 0.00 0.04

9 0.22 0.20 0.00 0.20

10 0.20 0.18 0.00 0.18

11 0.25 0.13 0.00 0.13

12 0.89 0.57 0.00 0.57

Portate mensili (m3/s)

anno scarso

Tabella 101

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 306

CRITICITA’

Tale scenario si differenzia dal precedente solo nella valutazione del deflusso minimo vitale

alla sezione di chiusura del bacino. Il carattere di fiumara dell’Amendolea evidenzia che nei

mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi

dell’anno, nulla, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso

minimo vitale anche nullo. In tal senso appare giustificata nei mesi estivi le ipotesi di

alimentazione delle utenze irrigue anche attraverso l’invaso del Menta.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Ancinale

Il bacino del fiume Ancinale, ha una estensione planimetrica complessiva di 173.354 km2,

con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 83.58 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 45.6 km con

una pendenza media del 2.1%. Il valore della densità di drenaggio è 4.19 km/km2. Il bacino

presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.79.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 22.83 31.50 3.70 0.91 27.80 30.59

2 16.37 22.53 2.90 0.82 19.63 21.71

3 19.54 26.78 3.37 0.91 23.41 25.87

4 13.06 17.73 2.67 0.88 15.06 16.85

5 8.20 11.29 2.22 0.91 9.07 10.38

6 4.88 6.89 1.84 0.88 5.05 6.01

7 3.65 5.19 1.77 0.91 3.42 4.28

8 2.63 3.77 1.66 0.91 2.11 2.86

9 3.62 5.17 1.74 0.88 3.43 4.29

10 6.12 8.25 2.01 0.91 6.24 7.34

11 8.41 11.21 2.20 0.88 9.01 10.33

12 21.52 29.38 3.56 0.91 25.82 28.47

scenario anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 14.11 18.82 3.70 0.91 15.12 17.91

2 10.71 13.80 2.90 0.82 10.90 12.98

3 12.68 15.89 3.37 0.91 12.52 14.98

4 10.08 13.28 2.67 0.88 10.61 12.40

5 6.03 8.05 2.22 0.91 5.83 7.14

6 3.40 4.61 1.84 0.88 2.77 3.73

7 2.29 3.15 1.77 0.91 1.38 2.24

8 1.72 2.39 1.66 0.91 0.73 1.48

9 2.01 2.89 1.74 0.88 1.15 2.01

10 2.01 3.00 2.01 0.91 0.99 2.09

11 5.29 6.82 2.20 0.88 4.62 5.94

12 9.54 12.68 3.56 0.91 9.12 11.77

Volumi mensili (hm3)

scenario anno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 307

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 8.53 11.76 1.38 0.34 10.38 11.42

2 6.77 9.31 1.20 0.34 8.11 8.97

3 7.29 10.00 1.26 0.34 8.74 9.66

4 5.04 6.84 1.03 0.34 5.81 6.50

5 3.06 4.21 0.83 0.34 3.38 3.87

6 1.88 2.66 0.71 0.34 1.95 2.32

7 1.36 1.94 0.66 0.34 1.28 1.60

8 0.98 1.41 0.62 0.34 0.79 1.07

9 1.40 2.00 0.67 0.34 1.33 1.66

10 2.28 3.08 0.75 0.34 2.33 2.74

11 3.24 4.33 0.85 0.34 3.48 3.99

12 8.03 10.97 1.33 0.34 9.64 10.63

scenario anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 5.27 7.02 1.38 0.34 5.64 6.68

2 4.43 5.70 1.20 0.34 4.50 5.36

3 4.74 5.93 1.26 0.34 4.67 5.59

4 3.89 5.12 1.03 0.34 4.09 4.78

5 2.25 3.01 0.83 0.34 2.18 2.67

6 1.31 1.78 0.71 0.34 1.07 1.44

7 0.86 1.18 0.66 0.34 0.52 0.84

8 0.64 0.89 0.62 0.34 0.27 0.55

9 0.78 1.11 0.67 0.34 0.44 0.77

10 0.75 1.12 0.75 0.34 0.37 0.78

11 2.04 2.63 0.85 0.34 1.78 2.29

12 3.56 4.73 1.33 0.34 3.40 4.39

scenario anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 102

CRITICITA’

I risultati non mostrano particolari condizioni di criticità sia in condizioni idrologiche di

anno medio che in condizioni “scarse”.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Angitola

Il bacino del fiume Angitola ha una estensione planimetrica complessiva di 190.086 km2,

con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 73.581 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 27.97 km

con una pendenza media del 2.83%. Il valore della densità di drenaggio è 2.94 km/km2.

Il bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.50.

BILANCIO IDRICO

Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari variabili a

seconda del metodo di stima del Minimo Deflusso Vitale. In particolare, il primo scenario

stima il DMV secondo quanto suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale, mentre il

secondo prevede invece che il DMV sia valutato attraverso un approccio idrologico basato

sul deflusso di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a 10

anni. Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:

- Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico

medio;

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 308

- Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità

idrica naturale.

SCENARIO I

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 13.82 13.62 1.79 11.83

2 12.50 12.18 1.55 10.63

3 14.31 13.84 1.69 12.15

4 10.63 10.14 1.50 8.64

5 6.63 5.76 1.42 4.34

6 3.25 1.64 1.35 0.29

7 2.36 1.48 1.34 0.14

8 1.63 1.35 1.34 0.01

9 2.30 1.42 1.30 0.12

10 3.25 1.67 1.39 0.28

11 3.95 1.88 1.48 0.40

12 12.58 7.35 1.85 5.50

scenario anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 7.45 7.29 1.79 5.50

2 7.00 6.78 1.55 5.23

3 7.28 7.01 1.69 5.32

4 8.39 8.02 1.50 6.52

5 6.12 5.32 1.42 3.90

6 2.37 1.49 1.35 0.14

7 1.20 1.31 1.34 -0.03

8 1.01 1.29 1.34 -0.05

9 1.31 1.30 1.30 0.00

10 1.87 1.49 1.39 0.10

11 2.62 1.71 1.48 0.23

12 7.94 3.17 1.85 1.32

Volumi mensili (hm3)

scenario anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 5.16 5.09 0.67 4.42

2 5.17 5.03 0.64 4.39

3 5.34 5.17 0.63 4.54

4 4.10 3.91 0.58 3.33

5 2.47 2.15 0.53 1.62

6 1.25 0.63 0.52 0.11

7 0.88 0.55 0.50 0.05

8 0.61 0.50 0.50 0.00

9 0.89 0.55 0.50 0.05

10 1.21 0.62 0.52 0.10

11 1.53 0.72 0.57 0.15

12 4.70 2.74 0.69 2.05

scenario anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 2.78 2.72 0.67 2.05

2 2.89 2.80 0.64 2.16

3 2.72 2.62 0.63 1.99

4 3.24 3.09 0.58 2.51

5 2.28 1.98 0.53 1.45

6 0.91 0.58 0.52 0.06

7 0.45 0.49 0.50 -0.01

8 0.38 0.48 0.50 -0.02

9 0.51 0.50 0.50 0.00

10 0.70 0.56 0.52 0.04

11 1.01 0.66 0.57 0.09

12 2.97 1.18 0.69 0.49

scenario anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 103

CRITICITA’

Il bilancio idrico sul bacino dell’Angitola non mostra problemi rilevanti sul comparto

irriguo sia in condizioni di regime idrologico “medio” che di anno scarso. In particolare per

la condizione idrologica di “anno scarso”, non è garantito il Minimo Deflusso Vitale,

stimato con il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale, nei mesi di luglio ed agosto.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 309

SCENARIO II

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 13.82 13.62 0.80 12.82

2 12.50 12.18 0.72 11.46

3 14.31 13.84 0.80 13.04

4 10.63 10.14 0.77 9.37

5 6.63 5.76 0.80 4.96

6 3.25 1.17 0.77 0.40

7 2.36 1.03 0.80 0.23

8 1.63 0.91 0.80 0.11

9 2.30 0.99 0.77 0.22

10 3.25 1.18 0.80 0.38

11 3.95 1.30 0.77 0.53

12 12.58 10.14 0.80 9.34

scenario anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 7.45 7.29 0.80 6.49

2 7.00 6.78 0.72 6.06

3 7.28 7.01 0.80 6.21

4 8.39 8.02 0.77 7.25

5 6.12 5.32 0.80 4.52

6 2.37 1.02 0.77 0.25

7 1.20 0.86 0.80 0.06

8 1.01 0.84 0.80 0.04

9 1.31 0.87 0.77 0.10

10 1.87 1.00 0.80 0.20

11 2.62 1.13 0.77 0.36

12 7.94 2.31 0.80 1.51

Volumi mensili (hm3)

scenario anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 5.16 5.09 0.30 4.79

2 5.17 5.03 0.30 4.73

3 5.34 5.17 0.30 4.87

4 4.10 3.91 0.30 3.61

5 2.47 2.15 0.30 1.85

6 1.25 0.45 0.30 0.15

7 0.88 0.38 0.30 0.08

8 0.61 0.34 0.30 0.04

9 0.89 0.38 0.30 0.08

10 1.21 0.44 0.30 0.14

11 1.53 0.50 0.30 0.20

12 4.70 3.79 0.30 3.49

scenario anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 2.78 2.72 0.30 2.42

2 2.89 2.80 0.30 2.50

3 2.72 2.62 0.30 2.32

4 3.24 3.09 0.30 2.79

5 2.28 1.98 0.30 1.68

6 0.91 0.39 0.30 0.09

7 0.45 0.32 0.30 0.02

8 0.38 0.31 0.30 0.01

9 0.51 0.34 0.30 0.04

10 0.70 0.37 0.30 0.07

11 1.01 0.44 0.30 0.14

12 2.97 0.86 0.30 0.56

Portate mensili (m3/s)

scenario anno scarso

Tabella 104

CRITICITA’

Lo scenario presente, caratterizzato da un Deflusso Minimo Vitale stimato con la Q7 - 10, non

presenta criticità idriche sia in condizioni idrologiche “medie” che “scarse”.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Argentino

Il bacino del fiume Argentino (sottobacino del Fiume Lao), ha una estensione planimetrica

complessiva di 65.87 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 42.89 km e la

lunghezza della sua asta principale è di circa 17.32 km con una pendenza media del 7.9%. Il

valore della densità di drenaggio è 3.47 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale rotonda,

evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.49.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 310

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 6.11 5.91 1.58 1.34 4.33 4.57

2 4.78 4.60 1.35 1.21 3.25 3.39

3 5.11 4.90 1.47 1.34 3.43 3.56

4 3.65 3.44 1.30 1.30 2.14 2.14

5 2.60 2.37 1.23 1.34 1.14 1.03

6 2.03 1.81 1.14 1.30 0.67 0.51

7 1.80 1.56 1.15 1.34 0.41 0.22

8 1.57 1.34 1.12 1.34 0.22 0.00

9 1.73 1.52 1.11 1.30 0.41 0.22

10 2.08 1.88 1.18 1.34 0.70 0.54

11 3.54 3.37 1.30 1.30 2.07 2.07

12 6.83 6.65 1.66 1.34 4.99 5.31

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 3.15 3.02 1.58 1.34 1.44 1.68

2 2.58 2.43 1.35 1.21 1.08 1.22

3 2.65 2.51 1.47 1.34 1.04 1.17

4 2.36 2.19 1.30 1.30 0.89 0.89

5 1.59 1.41 1.23 1.34 0.18 0.07

6 1.34 1.16 1.14 1.30 0.02 -0.14

7 1.14 0.98 1.15 1.34 -0.17 -0.36

8 0.98 0.85 1.12 1.34 -0.27 -0.49

9 1.26 1.12 1.11 1.30 0.01 -0.18

10 1.48 1.36 1.18 1.34 0.18 0.02

11 2.16 2.05 1.30 1.30 0.75 0.75

12 3.00 2.88 1.66 1.34 1.22 1.54

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 2.28 2.21 0.59 0.50 1.62 1.71

2 1.98 1.90 0.56 0.50 1.34 1.40

3 1.91 1.83 0.55 0.50 1.28 1.33

4 1.41 1.33 0.50 0.50 0.83 0.83

5 0.97 0.88 0.46 0.50 0.42 0.38

6 0.79 0.70 0.44 0.50 0.26 0.20

7 0.67 0.58 0.43 0.50 0.15 0.08

8 0.58 0.50 0.42 0.50 0.08 0.00

9 0.67 0.59 0.43 0.50 0.16 0.09

10 0.78 0.70 0.44 0.50 0.26 0.20

11 1.37 1.30 0.50 0.50 0.80 0.80

12 2.55 2.48 0.62 0.50 1.86 1.98

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 1.17 1.13 0.59 0.50 0.54 0.63

2 1.07 1.00 0.56 0.50 0.44 0.50

3 0.99 0.94 0.55 0.50 0.39 0.44

4 0.91 0.85 0.50 0.50 0.35 0.35

5 0.59 0.53 0.46 0.50 0.07 0.03

6 0.52 0.45 0.44 0.50 0.01 -0.05

7 0.42 0.36 0.43 0.50 -0.07 -0.14

8 0.37 0.32 0.42 0.50 -0.10 -0.18

9 0.49 0.43 0.43 0.50 0.00 -0.07

10 0.55 0.51 0.44 0.50 0.07 0.01

11 0.83 0.79 0.50 0.50 0.29 0.29

12 1.12 1.07 0.62 0.50 0.45 0.57

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 105

CRITICITA’

I risultati mettono in luce che in situazioni siccitose si hanno delle criticità per ciò che

riguarda il deflusso minimo vitale. Infatti, secondo il metodo suggerito dall’Autorità di

Bacino Regionale, il DMV non appare garantito in condizioni di anno scarso nei mesi di

luglio ed agosto. Considerando, inoltre, un approccio idrologico per la stima del DMV, pari

alla portata Q7-10, le caratteristiche calcaree del bacino analizzato comportano delle

situazioni idriche del tutto analoghe al precedente metodo.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara Bonamico

Il bacino della fiumara Bonamico ha una estensione planimetrica complessiva di 136.433

km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 62.637 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 29.68 km

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 311

con una pendenza media del 6.18 %. Il valore della densità di drenaggio è 5.08 km/km2. Il

bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.50.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 15.03 14.99 2.62 0.00 12.37 14.99

2 9.47 9.33 1.96 0.00 7.37 9.33

3 12.82 12.63 2.38 0.00 10.25 12.63

4 7.51 7.33 1.81 0.00 5.52 7.33

5 3.72 3.56 1.47 0.00 2.09 3.56

6 1.52 1.42 1.22 0.00 0.20 1.42

7 1.02 0.98 1.02 0.00 -0.04 0.98

8 0.72 0.71 0.72 0.00 -0.01 0.71

9 1.58 1.56 1.24 0.00 0.32 1.56

10 2.97 2.67 1.42 0.00 1.25 2.67

11 4.34 4.45 1.50 0.00 2.95 4.45

12 12.26 12.34 2.33 0.00 10.01 12.34

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 7.43 7.41 2.62 0.00 4.79 7.41

2 8.17 8.09 1.96 0.00 6.13 8.09

3 6.96 6.84 2.38 0.00 4.46 6.84

4 5.21 5.07 1.81 0.00 3.26 5.07

5 2.82 2.70 1.47 0.00 1.23 2.70

6 1.14 1.08 1.22 0.00 -0.14 1.08

7 0.77 0.74 1.02 0.00 -0.28 0.74

8 0.51 0.52 0.72 0.00 -0.20 0.52

9 0.75 0.76 1.24 0.00 -0.48 0.76

10 0.92 0.95 1.42 0.00 -0.47 0.95

11 1.28 1.32 1.50 0.00 -0.18 1.32

12 3.36 3.38 2.33 0.00 1.05 3.38

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 5.61 5.60 0.98 0.00 4.62 5.60

2 3.91 3.86 0.81 0.00 3.05 3.86

3 4.79 4.71 0.89 0.00 3.82 4.71

4 2.90 2.83 0.70 0.00 2.13 2.83

5 1.39 1.33 0.55 0.00 0.78 1.33

6 0.59 0.55 0.47 0.00 0.08 0.55

7 0.38 0.36 0.38 0.00 -0.02 0.36

8 0.27 0.26 0.27 0.00 -0.01 0.26

9 0.61 0.60 0.48 0.00 0.12 0.60

10 1.11 1.00 0.53 0.00 0.47 1.00

11 1.67 1.72 0.58 0.00 1.14 1.72

12 4.58 4.61 0.87 0.00 3.74 4.61

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 2.77 2.77 0.98 0.00 1.79 2.77

2 3.38 3.34 0.81 0.00 2.53 3.34

3 2.60 2.55 0.89 0.00 1.66 2.55

4 2.01 1.96 0.70 0.00 1.26 1.96

5 1.05 1.01 0.55 0.00 0.46 1.01

6 0.44 0.42 0.47 0.00 -0.05 0.42

7 0.29 0.28 0.38 0.00 -0.10 0.28

8 0.19 0.19 0.27 0.00 -0.08 0.19

9 0.29 0.29 0.48 0.00 -0.19 0.29

10 0.34 0.35 0.53 0.00 -0.18 0.35

11 0.49 0.51 0.58 0.00 -0.07 0.51

12 1.25 1.26 0.87 0.00 0.39 1.26

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 106

CRITICITA’

I risultati mettono in luce che sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso

non è soddisfatto il vincolo fissato dal deflusso minimo vitale stimato con il metodo

suggerito dall’ABR. Il carattere di fiumara del Bonamico evidenzia che nei mesi estivi la

portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno,

nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca, pertanto si

potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 312

Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara Budello

Il bacino della fiumara Budello (codice 624) ha un’estensione planimetrica complessiva di

84.241 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro

dell’intero spartiacque è pari a 53.537 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa

6.3 km con una pendenza media dello 0.56 %. Il valore della densità di drenaggio è 0.43

km/km2. Il bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di

forma (Gravelius) pari a 1.6.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 8.18 8.08 1.45 0.00 6.63 8.08

2 5.71 5.52 1.14 0.00 4.38 5.52

3 6.09 5.97 1.23 0.00 4.74 5.97

4 5.43 5.29 1.14 0.00 4.15 5.29

5 2.66 2.56 0.88 0.00 1.68 2.56

6 0.82 0.13 0.67 0.00 -0.54 0.13

7 0.49 0.09 0.48 0.00 -0.39 0.09

8 0.29 0.06 0.29 0.00 -0.23 0.06

9 0.67 0.53 0.67 0.00 -0.14 0.53

10 1.25 1.26 0.75 0.00 0.51 1.26

11 2.11 2.18 0.80 0.00 1.38 2.18

12 6.46 6.48 1.26 0.00 5.22 6.48

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 4.93 4.91 1.45 0.00 3.46 4.91

2 3.22 3.07 1.14 0.00 1.93 3.07

3 3.80 3.74 1.23 0.00 2.51 3.74

4 3.29 3.23 1.14 0.00 2.09 3.23

5 1.81 1.78 0.88 0.00 0.90 1.78

6 0.53 0.12 0.67 0.00 -0.55 0.12

7 0.33 0.07 0.48 0.00 -0.41 0.07

8 0.20 0.05 0.29 0.00 -0.24 0.05

9 0.39 0.26 0.67 0.00 -0.41 0.26

10 0.68 0.75 0.75 0.00 0.00 0.75

11 0.85 0.93 0.80 0.00 0.13 0.93

12 2.20 2.24 1.26 0.00 0.98 2.24

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 3.05 3.02 0.54 0.00 2.48 3.02

2 2.36 2.28 0.47 0.00 1.81 2.28

3 2.28 2.23 0.46 0.00 1.77 2.23

4 2.10 2.04 0.44 0.00 1.60 2.04

5 0.99 0.95 0.33 0.00 0.62 0.95

6 0.32 0.05 0.26 0.00 -0.21 0.05

7 0.18 0.03 0.18 0.00 -0.15 0.03

8 0.11 0.02 0.11 0.00 -0.09 0.02

9 0.26 0.21 0.26 0.00 -0.05 0.21

10 0.47 0.47 0.28 0.00 0.19 0.47

11 0.81 0.84 0.31 0.00 0.53 0.84

12 2.41 2.42 0.47 0.00 1.95 2.42

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 1.84 1.83 0.54 0.00 1.29 1.83

2 1.33 1.27 0.47 0.00 0.80 1.27

3 1.42 1.40 0.46 0.00 0.94 1.40

4 1.27 1.25 0.44 0.00 0.81 1.25

5 0.67 0.67 0.33 0.00 0.34 0.67

6 0.21 0.05 0.26 0.00 -0.21 0.05

7 0.12 0.03 0.18 0.00 -0.15 0.03

8 0.07 0.02 0.11 0.00 -0.09 0.02

9 0.15 0.10 0.26 0.00 -0.16 0.10

10 0.25 0.28 0.28 0.00 0.00 0.28

11 0.33 0.36 0.31 0.00 0.05 0.36

12 0.82 0.84 0.47 0.00 0.37 0.84

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 107

CRITICITA’

I risultati evidenziano delle criticità sul comparto irriguo sia in condizioni di anno medio

che di anno scarso nel periodo giugno - agosto. Inoltre, nel periodo giugno - settembre non è

garantito il deflusso minimo vitale nella sezione di chiusura del bacino, valutato con il

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 313

metodo suggerito dall’ABR, poiché esso prevede un DMV pari alla portata idrologica media

transitata non potendo soddisfare quindi le richieste delle utenze irrigue. Il carattere di

fiumara del Budello evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è

molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla, pertanto si potrebbe pensare,

nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara Calopinace

Il bacino della fiumara Calopinace, ha una estensione planimetrica complessiva di 53.46

km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 44.502 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 22.87 km

con una pendenza media del 6.61%. Il valore della densità di drenaggio è 4.73 km/km2. Il

bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.7.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 4.85 4.77 0.86 0.00 3.91 4.77

2 3.69 3.53 0.70 0.00 2.83 3.53

3 4.42 4.29 0.80 0.00 3.49 4.29

4 3.07 3.01 0.65 0.00 2.36 3.01

5 1.62 1.59 0.54 0.00 1.05 1.59

6 0.69 0.67 0.41 0.00 0.26 0.67

7 0.45 0.44 0.40 0.00 0.04 0.44

8 0.28 0.27 0.29 0.00 -0.02 0.27

9 0.46 0.46 0.39 0.00 0.07 0.46

10 0.97 0.89 0.46 0.00 0.43 0.89

11 0.84 0.92 0.44 0.00 0.48 0.92

12 3.29 3.35 0.70 0.00 2.65 3.35

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 2.21 2.21 0.86 0.00 1.35 2.21

2 2.20 2.09 0.70 0.00 1.39 2.09

3 2.22 2.15 0.80 0.00 1.35 2.15

4 2.07 2.03 0.65 0.00 1.38 2.03

5 1.06 1.04 0.54 0.00 0.50 1.04

6 0.47 0.45 0.41 0.00 0.04 0.45

7 0.28 0.28 0.40 0.00 -0.12 0.28

8 0.18 0.19 0.29 0.00 -0.10 0.19

9 0.38 0.40 0.39 0.00 0.01 0.40

10 0.36 0.43 0.46 0.00 -0.03 0.43

11 0.26 0.35 0.44 0.00 -0.09 0.35

12 0.92 1.01 0.70 0.00 0.31 1.01

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 314

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 1.81 1.78 0.32 0.00 1.46 1.78

2 1.52 1.46 0.29 0.00 1.17 1.46

3 1.65 1.60 0.30 0.00 1.30 1.60

4 1.18 1.16 0.25 0.00 0.91 1.16

5 0.61 0.59 0.20 0.00 0.39 0.59

6 0.27 0.26 0.16 0.00 0.10 0.26

7 0.17 0.16 0.15 0.00 0.01 0.16

8 0.11 0.10 0.11 0.00 -0.01 0.10

9 0.18 0.18 0.15 0.00 0.03 0.18

10 0.36 0.33 0.17 0.00 0.16 0.33

11 0.32 0.36 0.17 0.00 0.19 0.36

12 1.23 1.25 0.26 0.00 0.99 1.25

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 0.82 0.83 0.32 0.00 0.51 0.83

2 0.91 0.86 0.29 0.00 0.57 0.86

3 0.83 0.80 0.30 0.00 0.50 0.80

4 0.80 0.78 0.25 0.00 0.53 0.78

5 0.40 0.39 0.20 0.00 0.19 0.39

6 0.18 0.17 0.16 0.00 0.01 0.17

7 0.10 0.10 0.15 0.00 -0.05 0.10

8 0.07 0.07 0.11 0.00 -0.04 0.07

9 0.15 0.16 0.15 0.00 0.01 0.16

10 0.14 0.16 0.17 0.00 -0.01 0.16

11 0.10 0.13 0.17 0.00 -0.04 0.13

12 0.35 0.38 0.26 0.00 0.12 0.38

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 108

CRITICITA’

In condizioni idrologiche di anno scarso non si riesce a garantire il deflusso minimo vitale

previsto con il metodo suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale. Il carattere di fiumara

del Calopinace evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto

bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla. Infatti l’ecosistema di tale bacino non

risente di tale condizione di secca, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi in

condizione di siccità meteorologica, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Corace

Il bacino del fiume Corace (codice 25) ha una estensione planimetrica complessiva di

294.41 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro

dell’intero spartiacque è pari a 113.256 km e la lunghezza della sua asta principale è di

circa 50.62 km con una pendenza media del 2.27%. Il valore della densità di drenaggio è

4.32 km/km2. Il bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un

coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.86.

BILANCIO IDRICO

Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati tre diversi scenari. Tali scenari si

differenziano tra loro in funzione del DMV adottato e della futura presenza della diga del

Melito ancora in fase di realizzazione (tabella seguente).

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 315

Scenario DMV Diga Melito

I ABR No

II Q7-10 No

III ABR Si

Tabella 109: Caratteristiche dei diversi scenari idrici

Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:

- Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno

idrologico medio;

- Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di

disponibilità idrica naturale.

SCENARIO I

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 27.97 28.05 4.79 23.26

2 21.83 21.74 3.99 17.75

3 26.58 26.42 4.66 21.76

4 16.52 16.39 3.58 12.81

5 8.07 7.98 2.81 5.17

6 3.00 3.01 2.23 0.78

7 1.72 1.81 1.71 0.10

8 1.00 1.15 0.99 0.16

9 1.93 2.13 1.92 0.21

10 3.22 3.43 2.30 1.13

11 5.86 6.15 2.51 3.64

12 21.26 21.50 4.12 17.38

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 14.17 14.00 4.79 9.21

2 13.72 13.68 3.99 9.69

3 10.26 10.21 4.66 5.55

4 10.00 10.02 3.58 6.44

5 4.65 4.63 2.81 1.82

6 1.88 1.76 2.23 -0.47

7 1.10 0.90 1.71 -0.81

8 0.84 0.60 0.99 -0.39

9 1.99 1.73 1.92 -0.19

10 2.12 1.82 2.30 -0.48

11 3.28 2.97 2.51 0.46

12 8.13 7.85 4.12 3.73

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 10.44 10.47 1.79 8.68

2 9.03 8.99 1.65 7.34

3 9.92 9.87 1.74 8.13

4 6.37 6.32 1.38 4.94

5 3.01 2.98 1.05 1.93

6 1.16 1.16 0.86 0.30

7 0.64 0.68 0.64 0.04

8 0.37 0.43 0.37 0.06

9 0.74 0.82 0.74 0.08

10 1.20 1.28 0.86 0.42

11 2.26 2.37 0.97 1.40

12 7.94 8.03 1.54 6.49

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 5.29 5.23 1.79 3.44

2 5.67 5.65 1.65 4.00

3 3.83 3.81 1.74 2.07

4 3.86 3.86 1.38 2.48

5 1.74 1.73 1.05 0.68

6 0.72 0.68 0.86 -0.18

7 0.41 0.34 0.64 -0.30

8 0.31 0.22 0.37 -0.15

9 0.77 0.67 0.74 -0.07

10 0.79 0.68 0.86 -0.18

11 1.27 1.15 0.97 0.18

12 3.04 2.93 1.54 1.39

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 110

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 316

CRITICITA’

In condizioni idrologiche di anno scarso nel periodo giugno - ottobre, non è garantito il

deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale, nella

sezione di chiusura del bacino.

SCENARIO II

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 27.97 28.05 0.05 28.00

2 21.83 21.74 0.05 21.69

3 26.58 26.42 0.05 26.37

4 16.52 16.39 0.05 16.34

5 8.07 7.98 0.05 7.93

6 3.00 3.01 0.05 2.96

7 1.72 1.81 0.05 1.76

8 1.00 1.15 0.05 1.10

9 1.93 2.13 0.05 2.08

10 3.22 3.43 0.05 3.38

11 5.86 6.15 0.05 6.10

12 21.26 21.50 0.05 21.45

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 14.17 14.00 0.05 13.95

2 13.72 13.68 0.05 13.63

3 10.26 10.21 0.05 10.16

4 10.00 10.02 0.05 9.97

5 4.65 4.63 0.05 4.58

6 1.88 1.76 0.05 1.71

7 1.10 0.90 0.05 0.85

8 0.84 0.60 0.05 0.55

9 1.99 1.73 0.05 1.68

10 2.12 1.82 0.05 1.77

11 3.28 2.97 0.05 2.92

12 8.13 7.85 0.05 7.80

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 10.44 10.47 0.02 10.45

2 9.03 8.99 0.02 8.97

3 9.92 9.87 0.02 9.85

4 6.37 6.32 0.02 6.30

5 3.01 2.98 0.02 2.96

6 1.16 1.16 0.02 1.14

7 0.64 0.68 0.02 0.66

8 0.37 0.43 0.02 0.41

9 0.74 0.82 0.02 0.80

10 1.20 1.28 0.02 1.26

11 2.26 2.37 0.02 2.35

12 7.94 8.03 0.02 8.01

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 5.29 5.23 0.02 5.21

2 5.67 5.65 0.02 5.63

3 3.83 3.81 0.02 3.79

4 3.86 3.86 0.02 3.84

5 1.74 1.73 0.02 1.71

6 0.72 0.68 0.02 0.66

7 0.41 0.34 0.02 0.32

8 0.31 0.22 0.02 0.20

9 0.77 0.67 0.02 0.65

10 0.79 0.68 0.02 0.66

11 1.27 1.15 0.02 1.13

12 3.04 2.93 0.02 2.91

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 111

CRITICITA’

Nello scenario attuale non si evidenziano condizioni di criticità. Ciò dimostra che il minimo

deflusso vitale stimato con il metodo proposto dall’Autorità di Bacino Regionale appare

eccessivo sia nei mesi estivi che in quelli invernali.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 317

SCENARIO III

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 27.97 14.46 4.79 9.67

2 21.83 10.71 3.99 6.72

3 26.58 19.37 4.66 14.71

4 16.52 15.57 3.58 11.99

5 8.07 4.93 2.81 2.12

6 3.00 2.94 2.23 0.71

7 1.72 2.18 1.71 0.47

8 1.00 1.42 0.99 0.43

9 1.93 2.56 1.92 0.64

10 3.22 3.56 2.30 1.26

11 5.86 4.73 2.51 2.22

12 21.26 12.05 4.12 7.93

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 14.00 8.06 4.79 3.27

2 13.68 8.47 3.99 4.48

3 10.21 7.01 4.66 2.35

4 10.02 5.97 3.58 2.39

5 4.63 3.86 2.81 1.05

6 1.76 2.37 2.23 0.14

7 0.90 1.72 1.71 0.01

8 0.60 1.21 0.99 0.22

9 1.73 2.53 1.92 0.61

10 1.82 2.79 2.30 0.49

11 2.97 3.55 2.51 1.04

12 7.85 5.89 4.12 1.77

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 10.44 5.40 1.79 3.61

2 9.03 4.43 1.65 2.78

3 9.92 7.23 1.74 5.49

4 6.37 6.01 1.38 4.63

5 3.01 1.84 1.05 0.79

6 1.16 1.13 0.86 0.27

7 0.64 0.81 0.64 0.17

8 0.37 0.53 0.37 0.16

9 0.74 0.99 0.74 0.25

10 1.20 1.33 0.86 0.47

11 2.26 1.82 0.97 0.85

12 7.94 4.50 1.54 2.96

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 5.23 3.01 1.79 1.22

2 5.65 3.50 1.65 1.85

3 3.81 2.62 1.74 0.88

4 3.86 2.30 1.38 0.92

5 1.73 1.44 1.05 0.39

6 0.68 0.92 0.86 0.06

7 0.34 0.64 0.64 0.00

8 0.22 0.45 0.37 0.08

9 0.67 0.98 0.74 0.24

10 0.68 1.04 0.86 0.18

11 1.15 1.37 0.97 0.40

12 2.93 2.20 1.54 0.66

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 112

CRITICITA’

I risultati relativi alla presenza dell’invaso del Melito mostrano che per entrambe le

condizioni idrologiche di anno medio e di anno scarso non si rilevano particolari condizioni

di criticità sul comparto delle utenze irrigue e potabili.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Crati

Il bacino del fiume Crati, la cui estensione planimetrica complessiva (sezione di chiusura

coincidente con la foce sul Mar Ionio) è pari a 2447.79 km2, si sviluppa con una depressione

tra i sistemi rocciosi dell’Appennino e della Sila. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a

circa 319.56 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 88.725 km con una

pendenza media dell’1.56 %. Il valore della densità di drenaggio è 3.47 km/km2. Il bacino

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 318

presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.82.

BILANCIO IDRICO

Per il bacino del fiume Crati sono stati previsti 3 scenari differenti per la realizzazione del

bilancio idrico. Tali scenari si differenziano tra loro in funzione del DMV adottato (metodo

fissato dall’ABR ed approccio idrologico Q7-10), e per la futura presenza della diga di

Cameli (tabella seguente).

Scenario DMV Diga Cameli

I ABR No

II Q7-10 No

III ABR Si

Tabella 113: Caratteristiche dei diversi scenari idrici

Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:

- Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico

medio;

- Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità

idrica naturale.

SCENARIO I

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 179.00 171.08 40.44 130.64

2 159.70 153.93 36.34 117.59

3 168.17 160.10 39.37 120.73

4 130.74 117.99 34.89 83.10

5 77.22 71.85 30.27 41.58

6 45.09 27.75 26.33 1.42

7 34.52 21.51 26.01 -4.50

8 26.59 19.41 25.20 -5.79

9 31.92 24.45 25.01 -0.56

10 41.44 39.67 26.68 12.99

11 69.47 69.31 28.77 40.54

12 166.08 158.24 39.16 119.08

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 95.09 93.72 40.44 53.28

2 91.02 88.87 36.34 52.53

3 96.64 96.31 39.37 56.94

4 89.97 87.28 34.89 52.39

5 52.84 54.22 30.27 23.95

6 32.46 23.39 26.33 -2.94

7 21.98 19.50 26.01 -6.51

8 15.61 15.49 25.20 -9.71

9 23.09 20.99 25.01 -4.02

10 29.49 27.57 26.68 0.89

11 42.48 38.10 28.77 9.33

12 81.02 77.26 39.16 38.10

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 319

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 66.83 63.87 15.10 48.77

2 66.01 63.63 15.02 48.61

3 62.79 59.77 14.70 45.07

4 50.44 45.52 13.46 32.06

5 28.83 26.83 11.30 15.53

6 17.39 10.71 10.16 0.55

7 12.89 8.03 9.71 -1.68

8 9.93 7.25 9.41 -2.16

9 12.31 9.43 9.65 -0.22

10 15.47 14.81 9.96 4.85

11 26.80 26.74 11.10 15.64

12 62.01 59.08 14.62 44.46

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 35.50 34.99 15.10 19.89

2 37.62 36.74 15.02 21.72

3 36.08 35.96 14.70 21.26

4 34.71 33.67 13.46 20.21

5 19.73 20.24 11.30 8.94

6 12.52 9.02 10.16 -1.14

7 8.21 7.28 9.71 -2.43

8 5.83 5.78 9.41 -3.63

9 8.91 8.10 9.65 -1.55

10 11.01 10.29 9.96 0.33

11 16.39 14.70 11.10 3.60

12 30.25 28.84 14.62 14.22

Portate mensili (m3/s)

anno scarso

Tabella 114

CRITICITA’

Per il presente scenario emergono una serie di criticità che maggiormente si concentrano nei

mesi estivi e, ovviamente, si amplificano in condizioni idrologiche di “anno scarso”. Queste

criticità hanno riguardato in particolare:

- Le aree irrigue Destra Crati e Cino con condizioni di deficit nei mesi estivi, a causa dello

svuotamento del serbatoio di Tarsia.

- Le aree irrigue Coscile e Garga che, alimentate direttamente da alcune prese sui rispettivi

corsi d’acqua, mostrano delle sofferenze nei mesi estivi di luglio ed agosto in condizioni di

anno medio e nel periodo giugno - agosto in condizioni meteorologiche siccitose.

- Il sistema irriguo Farneto che, per effetto degli abbondanti rilasci invernali dovuti al DMV

stimato secondo le indicazioni dell’ABR, presenta dei deficit consistenti nei mesi estivi in

condizioni idrologiche di “anno scarso” imputabili allo svuotamento dell’invaso.

E’ da sottolineare, infine, che le portate richieste dal DMV, secondo il metodo suggerito

dall’ABR, non sono soddisfatte nel periodo luglio - settembre in condizioni idrologiche di

anno medio, e nel periodo giugno - settembre in condizioni idrologiche di anno scarso.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 320

SCENARIO II

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 179.00 169.39 15.03 154.36

2 159.70 152.42 13.57 138.85

3 168.17 167.96 15.03 152.93

4 130.74 116.35 14.54 101.81

5 77.22 73.19 15.03 58.16

6 45.09 24.77 14.54 10.23

7 34.52 14.20 15.03 -0.83

8 26.59 12.57 15.03 -2.46

9 31.92 28.68 14.54 14.14

10 41.44 48.26 15.03 33.23

11 69.47 68.86 14.54 54.32

12 166.08 156.64 15.03 141.61

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 95.09 92.03 15.03 77.00

2 91.02 87.36 13.57 73.79

3 96.64 94.70 15.03 79.67

4 89.97 82.82 14.54 68.28

5 52.84 50.61 15.03 35.58

6 32.46 18.09 14.54 3.55

7 21.98 12.65 15.03 -2.38

8 15.61 10.34 15.03 -4.69

9 23.09 14.60 14.54 0.06

10 29.49 28.49 15.03 13.46

11 42.48 42.70 14.54 28.16

12 81.02 79.77 15.03 64.74

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 66.83 63.24 5.61 57.63

2 66.01 63.00 5.61 57.39

3 62.79 62.71 5.61 57.10

4 50.44 44.89 5.61 39.28

5 28.83 27.33 5.61 21.72

6 17.39 9.56 5.61 3.95

7 12.89 5.30 5.61 -0.31

8 9.93 4.69 5.61 -0.92

9 12.31 11.07 5.61 5.46

10 15.47 18.02 5.61 12.41

11 26.80 26.57 5.61 20.96

12 62.01 58.48 5.61 52.87

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 35.50 34.36 5.61 28.75

2 37.62 36.11 5.61 30.50

3 36.08 35.36 5.61 29.75

4 34.71 31.95 5.61 26.34

5 19.73 18.90 5.61 13.29

6 12.52 6.98 5.61 1.37

7 8.21 4.72 5.61 -0.89

8 5.83 3.86 5.61 -1.75

9 8.91 5.63 5.61 0.02

10 11.01 10.64 5.61 5.03

11 16.39 16.48 5.61 10.87

12 30.25 29.78 5.61 24.17

Portate mensili (m3/s)

anno scarso

Tabella 115

CRITICITA’

In tale scenario che prevede l’uso di metodi meno restrittivi in termini di deflusso minimo

vitale, considerando un valore pari alla Q7-10, si riducono sensibilmente i deficit sul

comporto irriguo, senza inficiare l’ecosistema del corso d’acqua del bacino del Crati. In tale

scenario infatti non si hanno dei deficit , sia in condizioni idrologiche di anno medio che di

anno scarso, sui comparti irrigui di Mucone, Destra Crati e Cino, e sulle aree irrigue

alimentate dalla diga di Farneto (Basso Esaro, Quota 40). Infine, nella sezione terminale del

bacino, sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso nei mesi di luglio e

agosto non è garantito il deflusso minimo vitale (Q7-10).

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 321

SCENARIO III

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 179.00 171.01 40.44 130.57

2 159.70 153.85 36.34 117.51

3 168.17 159.98 39.37 120.61

4 130.74 117.99 34.89 83.10

5 77.22 71.85 30.27 41.58

6 45.09 27.75 26.33 1.42

7 34.52 21.88 26.01 -4.13

8 26.59 19.45 25.20 -5.75

9 31.92 24.45 25.01 -0.56

10 41.44 39.67 26.68 12.99

11 69.47 65.22 28.77 36.45

12 166.08 156.25 39.16 117.09

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 95.09 93.64 40.44 53.20

2 91.02 88.80 36.34 52.46

3 96.64 96.20 39.37 56.83

4 89.97 87.28 34.89 52.39

5 52.84 54.22 30.27 23.95

6 32.46 23.63 26.33 -2.70

7 21.98 20.56 26.01 -5.45

8 15.61 16.40 25.20 -8.80

9 23.09 21.16 25.01 -3.85

10 29.49 27.57 26.68 0.89

11 42.48 38.10 28.77 9.33

12 81.02 76.38 39.16 37.22

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 66.83 63.85 15.10 48.75

2 66.01 63.60 15.02 48.58

3 62.79 59.73 14.70 45.03

4 50.44 45.52 13.46 32.06

5 28.83 26.83 11.30 15.53

6 17.39 10.71 10.16 0.55

7 12.89 8.17 9.71 -1.54

8 9.93 7.26 9.41 -2.15

9 12.31 9.43 9.65 -0.22

10 15.47 14.81 9.96 4.85

11 26.80 25.16 11.10 14.06

12 62.01 58.34 14.62 43.72

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 35.50 34.96 15.10 19.86

2 37.62 36.71 15.02 21.69

3 36.08 35.92 14.70 21.22

4 34.71 33.67 13.46 20.21

5 19.73 20.24 11.30 8.94

6 12.52 9.12 10.16 -1.04

7 8.21 7.68 9.71 -2.03

8 5.83 6.12 9.41 -3.29

9 8.91 8.16 9.65 -1.49

10 11.01 10.29 9.96 0.33

11 16.39 14.70 11.10 3.60

12 30.25 28.52 14.62 13.90

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 116

CRITICITA’

Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili al primo scenario per ciò che

riguarda sia le aree irrigue Cino e Destra Crati che le condizioni di criticità circa il deflusso

minimo vitale stimato con il metodo dell’ABR. L’ipotesi di entrata in funzione dell’invaso

di Cameli, con un volume utile da destinare a scopi irrigui pari a 50 milioni di m3, produce

notevoli benefici sull’intera area irrigua della Piana di Sibari. Infatti, non si registrano delle

condizioni di criticità, in condizioni idrologiche di anno medio, sia per il comparto irriguo

Farneto (Basso Esaro, Quota 40), sia per le aree irrigue Coscile e Garga per le quali è stata

ipotizzata una fornitura idrica proveniente anche dall’invaso di Cameli.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 322

Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Coscile

Il bacino del fiume Coscile (sottobacino del Fiume Crati), ha una estensione planimetrica

complessiva di 405.551 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 99.089 km e la

lunghezza della sua asta principale è di circa 30.67 km con una pendenza media del 4.78 %.

Il valore della densità di drenaggio è 2.55 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale

rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.38.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 23.55 23.14 5.36 - 17.78 -

2 20.35 19.87 4.74 - 15.13 -

3 20.00 19.44 5.01 - 14.43 -

4 14.62 13.35 4.35 - 9.00 -

5 9.98 8.20 3.99 - 4.21 -

6 7.62 0.88 3.65 - -2.77 -

7 6.85 0.77 3.70 - -2.93 -

8 6.05 0.66 3.62 - -2.96 -

9 7.25 4.95 3.63 - 1.32 -

10 8.77 8.21 3.88 - 4.33 -

11 12.41 11.93 4.15 - 7.78 -

12 23.78 23.37 5.38 - 17.99 -

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 12.36 12.00 5.36 - 6.64 -

2 10.98 10.55 4.74 - 5.81 -

3 9.23 8.75 5.01 - 3.74 -

4 8.93 7.81 4.35 - 3.46 -

5 5.82 4.24 3.99 - 0.25 -

6 4.93 0.56 3.65 - -3.09 -

7 4.31 0.48 3.70 - -3.22 -

8 3.81 0.41 3.62 - -3.21 -

9 5.34 3.28 3.63 - -0.35 -

10 6.14 5.83 3.88 - 1.95 -

11 6.47 6.19 4.15 - 2.04 -

12 11.94 11.61 5.38 - 6.23 -

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 8.79 8.64 2.00 - 6.64 -

2 8.41 8.21 1.96 - 6.25 -

3 7.47 7.26 1.87 - 5.39 -

4 5.64 5.15 1.68 - 3.47 -

5 3.72 3.06 1.49 - 1.57 -

6 2.94 0.34 1.41 - -1.07 -

7 2.56 0.29 1.38 - -1.09 -

8 2.26 0.25 1.35 - -1.10 -

9 2.80 1.91 1.40 - 0.51 -

10 3.28 3.06 1.45 - 1.61 -

11 4.79 4.60 1.60 - 3.00 -

12 8.88 8.72 2.01 - 6.71 -

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 4.61 4.48 2.00 - 2.48 -

2 4.54 4.36 1.96 - 2.40 -

3 3.44 3.27 1.87 - 1.40 -

4 3.44 3.01 1.68 - 1.33 -

5 2.17 1.58 1.49 - 0.09 -

6 1.90 0.22 1.41 - -1.19 -

7 1.61 0.18 1.38 - -1.20 -

8 1.42 0.15 1.35 - -1.20 -

9 2.06 1.26 1.40 - -0.14 -

10 2.29 2.18 1.45 - 0.73 -

11 2.50 2.39 1.60 - 0.79 -

12 4.46 4.33 2.01 - 2.32 -

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 117

CRITICITA’

I risultati mettono in luce delle condizioni di criticità sia in condizioni idrologiche di anno

medio che di anno scarso sui comparti irrigui nei mesi estivi, dove si raggiungono deficit

quasi del 60%. Emergono, inoltre, dei problemi circa la stima del deflusso minimo vitale.

Infatti, le caratteristiche calcaree del bacino del Coscile, caratterizzato da deflussi estivi

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 323

molto elevati, non consentono di ritenere idonea la Q7-10 per il DMV di tipo idrologico che,

nel caso specifico, appare eccessivo rispetto a quello stimato mediante il metodo

dell’Autorità di Bacino Regionale. Per tale motivo si è ipotizzato solo l’uso di questo ultimo

per redigere il DMV del Coscile che, sia in condizioni idrologiche di anno medio che di

anno scarso, non appare garantito nel periodo estivo in corrispondenza della sezione di

chiusura del bacino. Tale situazione di criticità è dovuta alla presenza sull’asta terminale del

fiume Coscile di punti di prelievo che, alimentando le aree irrigue ‘Garga’ e ‘Coscile’,

privano il corso d’acqua di volumi idrici significativi.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Esaro

Il bacino del fiume Esaro (sottobacino del Fiume Crati), ha una estensione planimetrica

complessiva di 542.89 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 132.94 km e la

lunghezza della sua asta principale è di circa 40 km con una pendenza media dell’1.67 %. Il

valore della densità di drenaggio è 3.34 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale

rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.6 .

BILANCIO IDRICO

Sono stati previsti 3 scenari differenti per la realizzazione del bilancio idrico. Tali scenari si

differenziano tra loro in funzione del DMV adottato (metodo fissato dall’ABR ed approccio

idrologico Q7-10), e per la futura presenza della diga di Cameli (tabella 118).

Scenar io DMV Diga Cameli

I ABR No

II Q7-10 No

III ABR Si

Tabella 118: Caratteristiche dei diversi scenari idrici

Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:

- Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico

medio;

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 324

- Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità

idrica naturale.

SCENARIO I

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 45.31 44.73 9.35 35.38

2 39.92 39.21 8.35 30.86

3 41.34 40.35 8.95 31.40

4 30.32 17.83 7.70 10.13

5 18.20 11.23 6.64 4.59

6 10.94 7.48 5.75 1.73

7 8.45 6.31 5.65 0.66

8 6.51 5.35 5.46 -0.11

9 7.68 6.00 5.42 0.58

10 9.90 7.27 5.81 1.46

11 19.53 18.70 6.61 12.09

12 41.56 41.08 8.97 32.11

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 17.21 16.78 9.35 7.43

2 21.55 20.91 8.35 12.56

3 22.93 22.06 8.95 13.11

4 20.33 13.56 7.70 5.86

5 11.08 8.15 6.64 1.51

6 7.08 5.93 5.75 0.18

7 5.27 5.14 5.65 -0.51

8 4.10 3.29 5.46 -2.17

9 5.61 4.97 5.42 -0.45

10 6.99 6.23 5.81 0.42

11 10.68 9.77 6.61 3.16

12 22.56 18.52 8.97 9.55

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 16.92 16.70 3.49 13.21

2 16.50 16.21 3.45 12.76

3 15.43 15.07 3.34 11.73

4 11.70 6.88 2.97 3.91

5 6.79 4.19 2.48 1.71

6 4.22 2.89 2.22 0.67

7 3.16 2.35 2.11 0.24

8 2.43 2.00 2.04 -0.04

9 2.96 2.32 2.09 0.23

10 3.70 2.71 2.17 0.54

11 7.54 7.21 2.55 4.66

12 15.52 15.34 3.35 11.99

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 6.43 6.26 3.49 2.77

2 8.91 8.64 3.45 5.19

3 8.56 8.24 3.34 4.90

4 7.84 5.23 2.97 2.26

5 4.14 3.04 2.48 0.56

6 2.73 2.29 2.22 0.07

7 1.97 1.92 2.11 -0.19

8 1.53 1.23 2.04 -0.81

9 2.17 1.92 2.09 -0.17

10 2.61 2.33 2.17 0.16

11 4.12 3.77 2.55 1.22

12 8.42 6.91 3.35 3.56

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 119

CRITICITA’

Per il presente scenario emergono delle criticità sul sistema irriguo che, per effetto degli

abbondanti rilasci invernali dovuti al DMV stimato secondo le indicazioni dell’ABR,

presenta dei deficit consistenti nei mesi estivi in condizioni idrologiche di “anno scarso”

imputabili allo svuotamento dell’invaso. E’ da sottolineare, infine, che le portate richieste

dal DMV, secondo il metodo suggerito dall’ABR, non sono soddisfatte nel mese di agosto

in condizioni idrologiche di anno medio, e nel periodo luglio - settembre in condizioni

idrologiche di anno scarso.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 325

SCENARIO II

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 45.31 44.73 1.04 43.69

2 39.92 39.21 0.94 38.27

3 41.34 40.35 1.04 39.31

4 30.32 14.73 1.01 13.72

5 18.20 13.58 1.04 12.54

6 10.94 5.28 1.01 4.27

7 8.45 4.17 1.04 3.13

8 6.51 3.30 1.04 2.26

9 7.68 3.96 1.01 2.95

10 9.90 15.64 1.04 14.60

11 19.53 19.19 1.01 18.18

12 41.56 41.08 1.04 40.04

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 17.21 16.78 1.04 15.74

2 21.55 20.91 0.94 19.97

3 22.93 22.06 1.04 21.02

4 20.33 10.45 1.01 9.44

5 11.08 5.55 1.04 4.51

6 7.08 3.73 1.01 2.72

7 5.27 3.00 1.04 1.96

8 4.10 2.44 1.04 1.40

9 5.61 3.33 1.01 2.32

10 6.99 4.02 1.04 2.98

11 10.68 9.22 1.01 8.21

12 22.56 22.19 1.04 21.15

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 16.92 16.70 0.39 16.31

2 16.50 16.21 0.39 15.82

3 15.43 15.07 0.39 14.68

4 11.70 5.68 0.39 5.29

5 6.79 5.07 0.39 4.68

6 4.22 2.04 0.39 1.65

7 3.16 1.56 0.39 1.17

8 2.43 1.23 0.39 0.84

9 2.96 1.53 0.39 1.14

10 3.70 5.84 0.39 5.45

11 7.54 7.40 0.39 7.01

12 15.52 15.34 0.39 14.95

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 6.43 6.26 0.39 5.87

2 8.91 8.64 0.39 8.25

3 8.56 8.24 0.39 7.85

4 7.84 4.03 0.39 3.64

5 4.14 2.07 0.39 1.68

6 2.73 1.44 0.39 1.05

7 1.97 1.12 0.39 0.73

8 1.53 0.91 0.39 0.52

9 2.17 1.29 0.39 0.90

10 2.61 1.50 0.39 1.11

11 4.12 3.56 0.39 3.17

12 8.42 8.28 0.39 7.89

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 120

CRITICITA’

In tale scenario che prevede l’uso di metodi meno restrittivi in termini di deflusso minimo

vitale, considerando un valore pari alla Q7-10, si riducono sensibilmente i deficit sul

comporto irriguo, senza inficiare l’ecosistema del corso d’acqua del bacino dell’Esaro. In

tale scenario infatti non si hanno dei deficit, sia in condizioni idrologiche di anno medio che

di anno scarso, sulle aree irrigue alimentate dalla diga di Farneto (Basso Esaro, Quota 40).

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 326

SCENARIO III

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 45.31 44.66 9.35 35.31

2 39.92 39.14 8.35 30.79

3 41.34 40.24 8.95 31.29

4 30.32 17.83 7.70 10.13

5 18.20 11.23 6.64 4.59

6 10.94 7.48 5.75 1.73

7 8.45 6.31 5.65 0.66

8 6.51 5.35 5.46 -0.11

9 7.68 6.00 5.42 0.58

10 9.90 7.27 5.81 1.46

11 19.53 14.61 6.61 8.00

12 41.56 39.08 8.97 30.11

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 17.21 16.70 9.35 7.35

2 21.55 20.84 8.35 12.49

3 22.93 21.95 8.95 13.00

4 20.33 13.56 7.70 5.86

5 11.08 8.15 6.64 1.51

6 7.08 5.93 5.75 0.18

7 5.27 5.14 5.65 -0.51

8 4.10 3.46 5.46 -2.00

9 5.61 4.96 5.42 -0.46

10 6.99 6.23 5.81 0.42

11 10.68 9.77 6.61 3.16

12 22.56 17.65 8.97 8.68

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 16.92 16.67 3.49 13.18

2 16.50 16.18 3.45 12.73

3 15.43 15.02 3.34 11.68

4 11.70 6.88 2.97 3.91

5 6.79 4.19 2.48 1.71

6 4.22 2.89 2.22 0.67

7 3.16 2.35 2.11 0.24

8 2.43 2.00 2.04 -0.04

9 2.96 2.32 2.09 0.23

10 3.70 2.71 2.17 0.54

11 7.54 5.64 2.55 3.09

12 15.52 14.59 3.35 11.24

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 6.43 6.24 3.49 2.75

2 8.91 8.61 3.45 5.16

3 8.56 8.19 3.34 4.85

4 7.84 5.23 2.97 2.26

5 4.14 3.04 2.48 0.56

6 2.73 2.29 2.22 0.07

7 1.97 1.92 2.11 -0.19

8 1.53 1.29 2.04 -0.75

9 2.17 1.91 2.09 -0.18

10 2.61 2.33 2.17 0.16

11 4.12 3.77 2.55 1.22

12 8.42 6.59 3.35 3.24

Portate mensili (m3/s)

anno scarso

Tabella 121

CRITICITA’

Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili al primo scenario per ciò che

riguarda le condizioni di criticità circa il deflusso minimo vitale stimato con il metodo

dell’ABR. L’ipotesi di entrata in funzione dell’invaso di Cameli, con un volume utile da

destinare a scopi irrigui pari a 50 milioni di m3, produce notevoli benefici sull’intera area

irrigua della Piana di Sibari. Infatti, non si registrano delle condizioni di criticità, in

condizioni idrologiche di anno medio, sia per il comparto irriguo Farneto (Basso Esaro,

Sinistra Crati), sia per le aree irrigue Coscile e Garga per le quali è stata ipotizzata una

fornitura idrica proveniente anche dall’invaso di Cameli.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 327

Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Crocchio

Il bacino del fiume Crocchio, ha una estensione planimetrica complessiva di 129.693 km2,

con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 83.399 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 40.74 km

con una pendenza media del 3.9 %. Il valore della densità di drenaggio è 5.0 km/km2. Il

bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di

forma (Gravelius) pari a 2.06.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 7.46 7.47 1.71 0.54 5.76 6.93

2 5.64 5.64 1.43 0.00 4.21 5.64

3 8.00 8.00 1.77 0.54 6.23 7.46

4 5.34 4.64 1.45 0.52 3.19 4.12

5 3.99 3.27 1.37 0.54 1.90 2.73

6 2.60 1.90 1.19 0.52 0.71 1.38

7 1.95 1.24 1.15 0.54 0.09 0.70

8 1.42 0.70 1.10 0.54 -0.40 0.16

9 1.57 0.88 1.09 0.52 -0.21 0.36

10 2.14 1.42 1.18 0.54 0.24 0.88

11 2.44 2.45 1.17 0.52 1.28 1.93

12 6.33 6.35 1.58 0.54 4.77 5.81

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 2.15 2.17 1.71 0.54 0.46 1.63

2 2.40 2.41 1.43 0.48 0.98 1.93

3 1.89 1.90 1.77 0.54 0.13 1.36

4 1.72 1.03 1.45 0.52 -0.42 0.51

5 1.18 0.47 1.37 0.54 -0.90 -0.07

6 0.62 0.00 1.19 0.52 -1.19 -0.52

7 0.57 0.00 1.15 0.54 -1.15 -0.54

8 0.46 0.00 1.10 0.54 -1.10 -0.54

9 0.95 0.26 1.09 0.52 -0.83 -0.26

10 0.84 0.13 1.18 0.54 -1.05 -0.41

11 0.68 0.69 1.17 0.52 -0.48 0.17

12 1.07 1.08 1.58 0.54 -0.50 0.54

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 2.78 2.79 0.64 0.20 2.15 2.59

2 2.33 2.33 0.59 0.20 1.74 2.13

3 2.99 2.99 0.66 0.20 2.33 2.79

4 2.06 1.79 0.56 0.20 1.23 1.59

5 1.49 1.22 0.51 0.20 0.71 1.02

6 1.00 0.73 0.46 0.20 0.27 0.53

7 0.73 0.46 0.43 0.20 0.03 0.26

8 0.53 0.26 0.41 0.20 -0.15 0.06

9 0.61 0.34 0.42 0.20 -0.08 0.14

10 0.80 0.53 0.44 0.20 0.09 0.33

11 0.94 0.94 0.45 0.20 0.49 0.74

12 2.36 2.37 0.59 0.20 1.78 2.17

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 0.80 0.81 0.64 0.20 0.17 0.61

2 0.99 1.00 0.59 0.20 0.41 0.80

3 0.71 0.71 0.66 0.20 0.05 0.51

4 0.66 0.40 0.56 0.20 -0.16 0.20

5 0.44 0.18 0.51 0.20 -0.33 -0.02

6 0.24 0.00 0.46 0.20 -0.46 -0.20

7 0.21 0.00 0.43 0.20 -0.43 -0.20

8 0.17 0.00 0.41 0.20 -0.41 -0.20

9 0.37 0.10 0.42 0.20 -0.32 -0.10

10 0.31 0.05 0.44 0.20 -0.39 -0.15

11 0.26 0.27 0.45 0.20 -0.18 0.07

12 0.40 0.40 0.59 0.20 -0.19 0.20

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 122

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 328

CRITICITA’

I risultati mostrano che in condizioni idrologiche di anno scarso, nel periodo giugno -

agosto, si hanno dei deficit per ciò che concerne la derivazione sull’asta terminale del Fiume

Crocchio. Elevate criticità si hanno nel soddisfacimento del deflusso minimo vitale, infatti

sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso, non si riesce a garantire

nella sezione di chiusura del bacino il deflusso minimo vitale determinato con il criterio

dell’Autorità di Bacino Regionale. I valori di deflusso minimo vitale determinati con tale

metodo sembrerebbero sovrastimati poiché nel periodo estivo risultano dello stesso ordine

di grandezza delle portate naturali medie.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Esaro di Crotone

Il bacino del fiume Esaro di Crotone ha una estensione planimetrica complessiva di 110.825

km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 50.56 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 18.94 km

con una pendenza media dello 0.91 %. Il valore della densità di drenaggio è 2.17 km/km2. Il

bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.35.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 4.38 4.53 1.07 0.00 3.46 4.53

2 2.42 2.54 0.80 0.00 1.74 2.54

3 3.66 3.79 0.99 0.00 2.80 3.79

4 1.72 1.84 0.78 0.00 1.06 1.84

5 0.51 0.64 0.51 0.00 0.13 0.64

6 0.06 0.18 0.05 0.00 0.13 0.18

7 0.03 0.15 0.03 0.00 0.12 0.15

8 0.01 0.14 0.00 0.00 0.14 0.14

9 0.39 0.52 0.39 0.00 0.13 0.52

10 1.00 1.09 0.72 0.00 0.37 1.09

11 1.81 1.93 0.78 0.00 1.15 1.93

12 4.30 4.43 1.04 0.00 3.39 4.43

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 0.29 0.42 1.07 0.00 -0.65 0.42

2 0.21 0.34 0.80 0.00 -0.46 0.34

3 0.48 0.61 0.99 0.00 -0.38 0.61

4 0.54 0.66 0.78 0.00 -0.12 0.66

5 0.15 0.28 0.51 0.00 -0.23 0.28

6 0.02 0.15 0.05 0.00 0.10 0.15

7 0.01 0.14 0.03 0.00 0.11 0.14

8 0.01 0.14 0.00 0.00 0.14 0.14

9 0.28 0.41 0.39 0.00 0.02 0.41

10 0.31 0.44 0.72 0.00 -0.28 0.44

11 0.01 0.14 0.78 0.00 -0.64 0.14

12 0.52 0.64 1.04 0.00 -0.40 0.64

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 329

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 1.63 1.69 0.40 0.00 1.29 1.69

2 1.00 1.05 0.33 0.00 0.72 1.05

3 1.37 1.41 0.37 0.00 1.04 1.41

4 0.66 0.71 0.30 0.00 0.41 0.71

5 0.19 0.24 0.19 0.00 0.05 0.24

6 0.02 0.07 0.02 0.00 0.05 0.07

7 0.01 0.06 0.01 0.00 0.05 0.06

8 0.00 0.05 0.00 0.00 0.05 0.05

9 0.15 0.20 0.15 0.00 0.05 0.20

10 0.37 0.41 0.27 0.00 0.14 0.41

11 0.70 0.75 0.30 0.00 0.45 0.75

12 1.60 1.65 0.39 0.00 1.26 1.65

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 0.11 0.16 0.40 0.00 -0.24 0.16

2 0.09 0.14 0.33 0.00 -0.19 0.14

3 0.18 0.23 0.37 0.00 -0.14 0.23

4 0.21 0.26 0.30 0.00 -0.04 0.26

5 0.06 0.11 0.19 0.00 -0.08 0.11

6 0.01 0.06 0.02 0.00 0.04 0.06

7 0.00 0.05 0.01 0.00 0.04 0.05

8 0.01 0.05 0.00 0.00 0.05 0.05

9 0.11 0.16 0.15 0.00 0.01 0.16

10 0.12 0.16 0.27 0.00 -0.11 0.16

11 0.00 0.05 0.30 0.00 -0.25 0.05

12 0.19 0.24 0.39 0.00 -0.15 0.24

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 123

CRITICITA’

I risultati mettono in luce che in condizioni idrologiche di anno scarso non è soddisfatto il

vincolo del deflusso minimo vitale determinato con il metodo suggerito dall’ABR nel

periodo autunnale ed invernale, metodi meno ristrettivi (Q7-10) non presentano tali

limitazioni. Il carattere di fiumara dell’Esaro di Crotone evidenzia che nei mesi estivi la

portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno,

nulla, pertanto si potrebbe pensare, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara della Ruffa

Il bacino della fiumara della Ruffa ha una estensione planimetrica complessiva di 43.512

km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro

dell’intero spartiacque è pari a 36.511 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa

17.27 km con una pendenza media del 3.02 %. Il valore della densità di drenaggio è 2.51

km/km2. Il bacino presenta una forma rettangolare bislunga, evidenziata da un coefficiente

di forma (Gravelius) pari a 1.56.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 330

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 1.86 1.77 0.54 0.11 1.23 1.66

2 1.60 1.47 0.48 0.10 0.99 1.37

3 1.98 1.80 0.56 0.11 1.24 1.69

4 1.30 1.12 0.47 0.10 0.65 1.02

5 0.83 0.64 0.43 0.11 0.21 0.53

6 0.51 0.34 0.39 0.10 -0.05 0.24

7 0.41 0.25 0.40 0.11 -0.15 0.14

8 0.31 0.19 0.32 0.11 -0.13 0.08

9 0.44 0.35 0.39 0.10 -0.04 0.25

10 0.59 0.53 0.40 0.11 0.13 0.42

11 0.66 0.61 0.41 0.10 0.20 0.51

12 1.90 1.84 0.54 0.11 1.30 1.73

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 1.18 1.12 0.54 0.11 0.58 1.01

2 0.93 0.82 0.48 0.10 0.34 0.72

3 0.98 0.86 0.56 0.11 0.30 0.75

4 0.81 0.70 0.47 0.10 0.23 0.60

5 0.43 0.32 0.43 0.11 -0.11 0.21

6 0.29 0.19 0.39 0.10 -0.20 0.09

7 0.21 0.14 0.40 0.11 -0.26 0.03

8 0.13 0.09 0.32 0.11 -0.23 -0.02

9 0.28 0.24 0.39 0.10 -0.15 0.14

10 0.41 0.38 0.40 0.11 -0.02 0.27

11 0.40 0.37 0.41 0.10 -0.04 0.27

12 0.70 0.66 0.54 0.11 0.12 0.55

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 0.70 0.66 0.20 0.04 0.46 0.62

2 0.66 0.61 0.20 0.04 0.41 0.57

3 0.74 0.67 0.21 0.04 0.46 0.63

4 0.50 0.43 0.18 0.04 0.25 0.39

5 0.31 0.24 0.16 0.04 0.08 0.20

6 0.20 0.13 0.15 0.04 -0.02 0.09

7 0.15 0.10 0.15 0.04 -0.05 0.06

8 0.12 0.07 0.12 0.04 -0.05 0.03

9 0.17 0.13 0.15 0.04 -0.02 0.09

10 0.22 0.20 0.15 0.04 0.05 0.16

11 0.26 0.24 0.16 0.04 0.08 0.20

12 0.71 0.69 0.20 0.04 0.49 0.65

anno medio

Portate mensili (m 3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 0.44 0.42 0.20 0.04 0.22 0.38

2 0.38 0.34 0.20 0.04 0.14 0.30

3 0.37 0.32 0.21 0.04 0.11 0.28

4 0.31 0.27 0.18 0.04 0.09 0.23

5 0.16 0.12 0.16 0.04 -0.04 0.08

6 0.11 0.07 0.15 0.04 -0.08 0.03

7 0.08 0.05 0.15 0.04 -0.10 0.01

8 0.05 0.03 0.12 0.04 -0.09 -0.01

9 0.11 0.09 0.15 0.04 -0.06 0.05

10 0.15 0.14 0.15 0.04 -0.01 0.10

11 0.15 0.14 0.16 0.04 -0.02 0.10

12 0.26 0.25 0.20 0.04 0.05 0.21

anno scarso

Portate mensili (m 3/s)

Tabella 124

CRITICITA’

I risultati mostrano che sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso non

si riesce a garantire il deflusso minimo vitale stimato con il metodo suggerito dall’Autorità

di Bacino Regionale. Il carattere di fiumara del bacino della Ruffa evidenzia che nei mesi

estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi

dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca,

pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi in condizione di siccità meteorologica, di

considerare un deflusso minimo vitale anche nullo.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 331

Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara di Gallico

Il bacino della fiumara di Gallico ha una estensione planimetrica complessiva di 59.629

km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 49.7 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 22.99 km con

una pendenza media del 6.9%. Il valore della densità di drenaggio è 3.45 km/km2. Il bacino

presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.8.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 4.98 5.04 0.91 0.00 4.13 5.04

2 3.73 3.68 0.73 0.00 2.95 3.68

3 4.55 4.49 0.86 0.00 3.63 4.49

4 3.25 3.22 0.73 0.00 2.49 3.22

5 1.74 1.73 0.59 0.00 1.14 1.73

6 0.78 0.77 0.47 0.00 0.30 0.77

7 0.54 0.55 0.46 0.00 0.09 0.55

8 0.35 0.39 0.35 0.00 0.04 0.39

9 0.53 0.58 0.44 0.00 0.14 0.58

10 0.92 0.93 0.48 0.00 0.45 0.93

11 0.70 0.80 0.47 0.00 0.33 0.80

12 3.11 3.20 0.72 0.00 2.48 3.20

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 1.73 1.81 0.91 0.00 0.90 1.81

2 1.66 1.70 0.73 0.00 0.97 1.70

3 1.94 1.95 0.86 0.00 1.09 1.95

4 1.76 1.76 0.73 0.00 1.03 1.76

5 0.95 0.97 0.59 0.00 0.38 0.97

6 0.38 0.41 0.47 0.00 -0.06 0.41

7 0.27 0.33 0.46 0.00 -0.13 0.33

8 0.18 0.25 0.35 0.00 -0.10 0.25

9 0.46 0.54 0.44 0.00 0.10 0.54

10 0.42 0.51 0.48 0.00 0.03 0.51

11 0.25 0.35 0.47 0.00 -0.12 0.35

12 1.20 1.30 0.72 0.00 0.58 1.30

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 1.86 1.88 0.34 0.00 1.54 1.88

2 1.54 1.52 0.30 0.00 1.22 1.52

3 1.70 1.68 0.32 0.00 1.36 1.68

4 1.25 1.24 0.28 0.00 0.96 1.24

5 0.65 0.64 0.22 0.00 0.42 0.64

6 0.30 0.30 0.18 0.00 0.12 0.30

7 0.20 0.21 0.17 0.00 0.04 0.21

8 0.13 0.15 0.13 0.00 0.02 0.15

9 0.20 0.22 0.17 0.00 0.05 0.22

10 0.34 0.35 0.18 0.00 0.17 0.35

11 0.27 0.31 0.18 0.00 0.13 0.31

12 1.16 1.20 0.27 0.00 0.93 1.20

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 0.65 0.68 0.34 0.00 0.34 0.68

2 0.69 0.70 0.30 0.00 0.40 0.70

3 0.72 0.73 0.32 0.00 0.41 0.73

4 0.68 0.68 0.28 0.00 0.40 0.68

5 0.36 0.36 0.22 0.00 0.14 0.36

6 0.15 0.16 0.18 0.00 -0.02 0.16

7 0.10 0.12 0.17 0.00 -0.05 0.12

8 0.07 0.09 0.13 0.00 -0.04 0.09

9 0.18 0.21 0.17 0.00 0.04 0.21

10 0.16 0.19 0.18 0.00 0.01 0.19

11 0.10 0.13 0.18 0.00 -0.05 0.13

12 0.45 0.48 0.27 0.00 0.21 0.48

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 125

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 332

CRITICITA’

I risultati evidenziano che in condizioni idrologiche di anno scarso nel periodo estivo non è

garantito il soddisfacimento del deflusso minimo vitale previsto con il metodo dell’ABR

poiché esso è coincidente con la portata media idrologica alla sezione di chiusura del

bacino. Il carattere di fiumara come è appunto quella di Gallico evidenzia che nei mesi

estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi

dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca,

pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche

nullo.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino del Torrente Fiumarella

Il bacino del torrente Fiumarella ha una estensione planimetrica complessiva di 34.274 km2,

con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 43.737 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 20.28 km

con una pendenza media del 4.1%. Il valore della densità di drenaggio è 3.44 km/km2. Il

bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di

forma (Gravelius) pari a 2.1.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 2.01 2.06 0.40 0.00 1.66 2.06

2 1.54 1.54 0.34 0.00 1.20 1.54

3 1.99 2.00 0.40 0.00 1.60 2.00

4 1.18 1.21 0.31 0.00 0.90 1.21

5 0.57 0.62 0.27 0.00 0.35 0.62

6 0.26 0.31 0.23 0.00 0.08 0.31

7 0.18 0.24 0.19 0.00 0.05 0.24

8 0.12 0.19 0.11 0.00 0.08 0.19

9 0.23 0.30 0.23 0.00 0.07 0.30

10 0.37 0.46 0.24 0.00 0.22 0.46

11 0.57 0.65 0.26 0.00 0.39 0.65

12 1.83 1.91 0.40 0.00 1.51 1.91

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 0.81 0.89 0.40 0.00 0.49 0.89

2 0.85 0.91 0.34 0.00 0.57 0.91

3 0.94 1.01 0.40 0.00 0.61 1.01

4 0.53 0.59 0.31 0.00 0.28 0.59

5 0.34 0.41 0.27 0.00 0.14 0.41

6 0.17 0.23 0.23 0.00 0.00 0.23

7 0.11 0.18 0.19 0.00 -0.01 0.18

8 0.08 0.16 0.11 0.00 0.05 0.16

9 0.20 0.28 0.23 0.00 0.05 0.28

10 0.22 0.31 0.24 0.00 0.07 0.31

11 0.12 0.21 0.26 0.00 -0.05 0.21

12 0.46 0.55 0.40 0.00 0.15 0.55

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 333

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 0.75 0.77 0.15 0.00 0.62 0.77

2 0.64 0.64 0.14 0.00 0.50 0.64

3 0.74 0.75 0.15 0.00 0.60 0.75

4 0.45 0.47 0.12 0.00 0.35 0.47

5 0.21 0.23 0.10 0.00 0.13 0.23

6 0.10 0.12 0.09 0.00 0.03 0.12

7 0.07 0.09 0.07 0.00 0.02 0.09

8 0.04 0.07 0.04 0.00 0.03 0.07

9 0.09 0.12 0.09 0.00 0.03 0.12

10 0.14 0.17 0.09 0.00 0.08 0.17

11 0.22 0.25 0.10 0.00 0.15 0.25

12 0.68 0.71 0.15 0.00 0.56 0.71

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 0.30 0.33 0.15 0.00 0.18 0.33

2 0.35 0.38 0.14 0.00 0.24 0.38

3 0.35 0.38 0.15 0.00 0.23 0.38

4 0.20 0.23 0.12 0.00 0.11 0.23

5 0.13 0.15 0.10 0.00 0.05 0.15

6 0.06 0.09 0.09 0.00 0.00 0.09

7 0.04 0.07 0.07 0.00 0.00 0.07

8 0.03 0.06 0.04 0.00 0.02 0.06

9 0.08 0.11 0.09 0.00 0.02 0.11

10 0.08 0.12 0.09 0.00 0.03 0.12

11 0.05 0.08 0.10 0.00 -0.02 0.08

12 0.17 0.21 0.15 0.00 0.06 0.21

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 126

CRITICITA’

I risultati evidenziano che in condizioni idrologiche di anno scarso nei mesi di luglio e

novembre non è garantito il soddisfacimento del deflusso minimo vitale previsto con il

metodo dell’ABR poiché esso è coincidente con la portata media idrologica alla sezione di

chiusura del bacino. Il carattere di fiumara del torrente Fiumarella evidenzia che nei mesi

estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi

dell’anno, nulla, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso

minimo vitale anche nullo.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiumara La Verde

Il bacino della fiumara La Verde ha una estensione planimetrica complessiva di 116.97 km2,

con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 71.57 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 33.73 km

con una pendenza media del 5.5 %. Il valore della densità di drenaggio è 5.12 km/km2. Il

bacino presenta una forma rettangolare bislunga, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.8.

BILANCIO IDRICO

Il bacino della Fiumara La Verde è interessato da una grande derivazione (Stretta di Samo)

ad uso irriguo. Le caratteristiche di tale derivazione, secondo le indicazioni dell’ABR, sono

riportate nella tabella seguente.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 334

Corso

d’acqua

Titolare Portata

Concessione

Comune (opera di

presa)

Uso

Fiumara La

Verde

Cons. Bon. Raggr. (Ver. Cal.

Jonio Mer.)

0.84 m3/s Loc. Stretta di Samo Irriguo

Tabella 127: Caratteristica della grande derivazione ad uso irriguo

Le portate prelevate dalla grande derivazione, nell’ipotesi di un utilizzo costante di 6 mesi

su dodici e di 6 ore su 24, implicherebbe un volume irriguo complessivo pari a circa 3.2

Mm3, pari al doppio del fabbisogno irriguo stimato attraverso l’analisi delle singole colture

presenti nel comprensorio considerato.

Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari a seconda

della portata prelevata dalla presa in località Samo. Il primo scenario considera il

fabbisogno irriguo stimato attraverso l’analisi delle singole colture presenti nel

comprensorio considerato pari a 1.16 Mm3, mentre il secondo prevede il prelievo della

portata secondo le indicazioni dell’Autorità di Bacino Regionale.

Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:

- Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico

medio;

- Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità

idrica naturale.

SCENARIO I

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 11.34 11.45 2.09 0.00 9.36 11.45

2 7.59 7.56 1.62 0.00 5.94 7.56

3 9.53 9.46 1.90 0.00 7.56 9.46

4 6.15 6.13 1.53 0.00 4.60 6.13

5 2.89 2.88 1.23 0.00 1.65 2.88

6 1.02 0.74 1.04 0.00 -0.30 0.74

7 0.70 0.48 0.70 0.00 -0.22 0.48

8 0.50 0.38 0.51 0.00 -0.13 0.38

9 1.18 1.03 1.04 0.00 -0.01 1.03

10 2.61 2.16 1.21 0.00 0.95 2.16

11 3.00 3.17 1.22 0.00 1.95 3.17

12 9.27 9.47 1.81 0.00 7.66 9.47

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 4.97 5.01 2.09 0.00 2.92 5.01

2 5.39 5.38 1.62 0.00 3.76 5.38

3 5.75 5.72 1.90 0.00 3.82 5.72

4 3.66 3.66 1.53 0.00 2.13 3.66

5 1.98 1.98 1.23 0.00 0.75 1.98

6 0.64 0.43 1.04 0.00 -0.61 0.43

7 0.45 0.34 0.70 0.00 -0.36 0.34

8 0.33 0.27 0.51 0.00 -0.24 0.27

9 0.62 0.54 1.04 0.00 -0.50 0.54

10 0.74 0.76 1.21 0.00 -0.45 0.76

11 0.87 0.90 1.22 0.00 -0.32 0.90

12 1.81 1.84 1.81 0.00 0.03 1.84

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 335

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 4.24 4.27 0.78 0.00 3.49 4.27

2 3.14 3.12 0.67 0.00 2.45 3.12

3 3.56 3.53 0.71 0.00 2.82 3.53

4 2.37 2.36 0.59 0.00 1.77 2.36

5 1.08 1.07 0.46 0.00 0.61 1.07

6 0.40 0.28 0.40 0.00 -0.12 0.28

7 0.26 0.18 0.26 0.00 -0.08 0.18

8 0.19 0.14 0.19 0.00 -0.05 0.14

9 0.46 0.40 0.40 0.00 0.00 0.40

10 0.97 0.81 0.45 0.00 0.36 0.81

11 1.16 1.22 0.47 0.00 0.75 1.22

12 3.46 3.54 0.70 0.00 2.84 3.54

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 1.86 1.87 0.78 0.00 1.09 1.87

2 2.23 2.23 0.67 0.00 1.56 2.23

3 2.15 2.14 0.71 0.00 1.43 2.14

4 1.41 1.41 0.59 0.00 0.82 1.41

5 0.74 0.74 0.46 0.00 0.28 0.74

6 0.25 0.17 0.40 0.00 -0.23 0.17

7 0.17 0.13 0.26 0.00 -0.13 0.13

8 0.12 0.10 0.19 0.00 -0.09 0.10

9 0.24 0.21 0.40 0.00 -0.19 0.21

10 0.27 0.28 0.45 0.00 -0.17 0.28

11 0.34 0.35 0.47 0.00 -0.12 0.35

12 0.67 0.69 0.70 0.00 -0.01 0.69

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 128

CRITICITA’

I risultati evidenziano delle criticità sul comparto irriguo nei mesi estivi dove il deficit

raggiunge circa il 50% nei mesi di luglio ed agosto, amplificandosi ovviamente in

condizioni idrologiche di anno scarso. Inoltre, non è garantito il deflusso minimo vitale nella

sezione di chiusura del bacino, valutato con il metodo suggerito dall’ ABR, nel periodo

giugno - settembre in condizioni idrologiche “medie”, da giugno a dicembre in condizioni

idrologiche “scarse”. Il carattere di fiumara del bacino La Verde evidenzia che nei mesi

estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi

dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca,

pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche

nullo.

SCENARIO II

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 11.34 11.45 2.09 0.00 9.36 11.45

2 7.59 7.56 1.62 0.00 5.94 7.56

3 9.53 9.46 1.90 0.00 7.56 9.46

4 6.15 5.64 1.53 0.00 4.11 5.64

5 2.89 2.39 1.23 0.00 1.16 2.39

6 1.02 0.60 1.04 0.00 -0.44 0.60

7 0.70 0.48 0.70 0.00 -0.22 0.48

8 0.50 0.38 0.51 0.00 -0.13 0.38

9 1.18 0.67 1.04 0.00 -0.37 0.67

10 2.61 2.16 1.21 0.00 0.95 2.16

11 3.00 3.17 1.22 0.00 1.95 3.17

12 9.27 9.47 1.81 0.00 7.66 9.47

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 4.97 5.01 2.09 0.00 2.92 5.01

2 5.39 5.38 1.62 0.00 3.76 5.38

3 5.75 5.72 1.90 0.00 3.82 5.72

4 3.66 3.17 1.53 0.00 1.64 3.17

5 1.98 1.49 1.23 0.00 0.26 1.49

6 0.64 0.43 1.04 0.00 -0.61 0.43

7 0.45 0.34 0.70 0.00 -0.36 0.34

8 0.33 0.27 0.51 0.00 -0.24 0.27

9 0.62 0.35 1.04 0.00 -0.69 0.35

10 0.74 0.76 1.21 0.00 -0.45 0.76

11 0.87 0.90 1.22 0.00 -0.32 0.90

12 1.81 1.84 1.81 0.00 0.03 1.84

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 336

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 4.24 4.27 0.78 0.00 3.49 4.27

2 3.14 3.12 0.67 0.00 2.45 3.12

3 3.56 3.53 0.71 0.00 2.82 3.53

4 2.37 2.18 0.59 0.00 1.59 2.18

5 1.08 0.89 0.46 0.00 0.43 0.89

6 0.40 0.23 0.40 0.00 -0.17 0.23

7 0.26 0.18 0.26 0.00 -0.08 0.18

8 0.19 0.14 0.19 0.00 -0.05 0.14

9 0.46 0.26 0.40 0.00 -0.14 0.26

10 0.97 0.81 0.45 0.00 0.36 0.81

11 1.16 1.22 0.47 0.00 0.75 1.22

12 3.46 3.54 0.70 0.00 2.84 3.54

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 1.86 1.87 0.78 0.00 1.09 1.87

2 2.23 2.23 0.67 0.00 1.56 2.23

3 2.15 2.14 0.71 0.00 1.43 2.14

4 1.41 1.22 0.59 0.00 0.63 1.22

5 0.74 0.56 0.46 0.00 0.10 0.56

6 0.25 0.17 0.40 0.00 -0.23 0.17

7 0.17 0.13 0.26 0.00 -0.13 0.13

8 0.12 0.10 0.19 0.00 -0.09 0.10

9 0.24 0.14 0.40 0.00 -0.26 0.14

10 0.27 0.28 0.45 0.00 -0.17 0.28

11 0.34 0.35 0.47 0.00 -0.12 0.35

12 0.67 0.69 0.70 0.00 -0.01 0.69

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 129

CRITICITA’

I risultati evidenziano delle criticità sul comparto irriguo nei mesi estivi dove il deficit

raggiunge un valore massimo del 70% nel mese di agosto, amplificandosi ovviamente in

condizioni idrologiche di anno scarso. Inoltre, non è garantito il deflusso minimo vitale nella

sezione di chiusura del bacino, valutato con il metodo suggerito dall’ ABR, nel periodo

giugno - settembre in condizioni idrologiche “medie”, da giugno a dicembre in condizioni

idrologiche “scarse”. Il carattere di fiumara del bacino La Verde evidenzia che nei mesi

estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi

dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca,

pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche

nullo.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Lao

Il bacino del fiume Lao ha una estensione planimetrica complessiva di 595.93 km2, con

sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 144.71 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 48.68 km

con una pendenza media dell’1.9%. Il valore della densità di drenaggio è 2.91 km/km2. Il

bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.67.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 337

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 54.90 53.47 10.77 - 42.70 -

2 43.10 42.00 9.10 - 32.90 -

3 44.45 43.51 9.72 - 33.79 -

4 33.47 32.39 8.45 - 23.94 -

5 22.84 20.47 7.58 - 12.89 -

6 17.36 13.72 6.84 - 6.88 -

7 15.59 11.23 6.86 - 4.37 -

8 13.83 11.40 6.67 - 4.73 -

9 15.79 14.12 6.69 - 7.43 -

10 21.01 19.96 7.39 - 12.57 -

11 38.25 37.33 8.94 - 28.39 -

12 62.25 56.86 11.52 - 45.34 -

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 35.82 35.39 10.77 - 24.62 -

2 28.96 27.96 9.10 - 18.86 -

3 27.64 26.54 9.72 - 16.82 -

4 23.95 22.67 8.45 - 14.22 -

5 15.84 13.73 7.58 - 6.15 -

6 12.56 9.34 6.84 - 2.50 -

7 11.06 7.29 6.86 - 0.43 -

8 9.98 7.99 6.67 - 1.32 -

9 11.56 10.20 6.69 - 3.51 -

10 14.74 14.01 7.39 - 6.62 -

11 26.10 25.40 8.94 - 16.46 -

12 37.24 32.86 11.52 - 21.34 -

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 20.50 19.96 4.02 - 15.94 -

2 17.82 17.36 3.76 - 13.60 -

3 16.59 16.25 3.63 - 12.62 -

4 12.91 12.50 3.26 - 9.24 -

5 8.53 7.64 2.83 - 4.81 -

6 6.70 5.30 2.64 - 2.66 -

7 5.82 4.19 2.56 - 1.63 -

8 5.16 4.26 2.49 - 1.77 -

9 6.09 5.45 2.58 - 2.87 -

10 7.84 7.45 2.76 - 4.69 -

11 14.76 14.40 3.45 - 10.95 -

12 23.24 21.23 4.30 - 16.93 -

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 13.37 13.21 4.02 - 9.19 -

2 11.97 11.56 3.76 - 7.80 -

3 10.32 9.91 3.63 - 6.28 -

4 9.24 8.75 3.26 - 5.49 -

5 5.91 5.13 2.83 - 2.30 -

6 4.85 3.60 2.64 - 0.96 -

7 4.13 2.72 2.56 - 0.16 -

8 3.73 2.98 2.49 - 0.49 -

9 4.46 3.94 2.58 - 1.36 -

10 5.50 5.23 2.76 - 2.47 -

11 10.07 9.80 3.45 - 6.35 -

12 13.90 12.27 4.30 - 7.97 -

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 130

CRITICITA’

Non si hanno condizioni di criticità strutturali per il comparto irriguo sia in condizioni

idrologiche di anno medio che di anno scarso. Emergono dei problemi circa la stima del

deflusso minimo vitale. Infatti, le caratteristiche calcaree del bacino del Lao, caratterizzato

da deflussi estivi molto elevati, non consentono di ritenere idonea la Q7-10 per il DMV di

tipo idrologico che, nel caso specifico, appare dello stesso ordine di grandezza di quello

stimato mediante il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale. Per tale motivo si è

ipotizzato solo l’uso di questo ultimo per redigere il DMV del fiume Lao che comunque è

garantito, sia in condizioni idrologiche medie che scarse, nella sezione di chiusura del

bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 338

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Marepotamo

Il bacino del fiume Marepotamo (sottobacino Mesima), ha una estensione planimetrica

complessiva di 234.15 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 75.581 km e la

lunghezza della sua asta principale è di circa 32.74 km con una pendenza media del 2.35 %.

Il valore della densità di drenaggio è 3.79 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale

rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.39.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 18.09 17.97 3.40 0.88 14.57 17.09

2 15.83 15.66 3.02 0.80 12.64 14.86

3 17.49 17.27 3.35 0.88 13.92 16.39

4 14.37 14.22 2.98 0.86 11.24 13.36

5 8.28 8.07 2.41 0.88 5.66 7.19

6 4.15 3.03 1.94 0.86 1.09 2.17

7 3.09 1.50 1.90 0.88 -0.40 0.62

8 2.20 1.37 1.79 0.88 -0.42 0.49

9 3.06 2.66 1.84 0.86 0.82 1.80

10 4.19 4.07 2.01 0.88 2.06 3.19

11 5.95 5.93 2.13 0.86 3.80 5.07

12 16.77 16.73 3.27 0.88 13.46 15.85

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 12.30 12.23 3.40 0.88 8.83 11.35

2 10.02 9.91 3.02 0.80 6.89 9.11

3 8.12 7.99 3.35 0.88 4.64 7.11

4 7.89 7.77 2.98 0.86 4.79 6.91

5 5.82 5.63 2.41 0.88 3.22 4.75

6 2.79 1.68 1.94 0.86 -0.26 0.82

7 1.88 0.30 1.90 0.88 -1.60 -0.58

8 1.41 0.60 1.79 0.88 -1.19 -0.28

9 2.55 2.19 1.84 0.86 0.35 1.33

10 2.23 2.21 2.01 0.88 0.20 1.33

11 3.49 3.48 2.13 0.86 1.35 2.62

12 8.74 8.71 3.27 0.88 5.44 7.83

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 6.75 6.71 1.27 0.33 5.44 6.38

2 6.54 6.47 1.25 0.33 5.22 6.14

3 6.53 6.45 1.25 0.33 5.20 6.12

4 5.54 5.49 1.15 0.33 4.34 5.16

5 3.09 3.01 0.90 0.33 2.11 2.68

6 1.60 1.17 0.75 0.33 0.42 0.84

7 1.15 0.56 0.71 0.33 -0.15 0.23

8 0.82 0.51 0.67 0.33 -0.16 0.18

9 1.18 1.02 0.71 0.33 0.31 0.69

10 1.57 1.52 0.75 0.33 0.77 1.19

11 2.30 2.29 0.82 0.33 1.47 1.96

12 6.26 6.25 1.22 0.33 5.03 5.92

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 4.59 4.57 1.27 0.33 3.30 4.24

2 4.14 4.10 1.25 0.33 2.85 3.77

3 3.03 2.98 1.25 0.33 1.73 2.65

4 3.05 3.00 1.15 0.33 1.85 2.67

5 2.17 2.10 0.90 0.33 1.20 1.77

6 1.08 0.65 0.75 0.33 -0.10 0.32

7 0.70 0.11 0.71 0.33 -0.60 -0.22

8 0.53 0.22 0.67 0.33 -0.45 -0.11

9 0.98 0.84 0.71 0.33 0.13 0.51

10 0.83 0.82 0.75 0.33 0.07 0.49

11 1.35 1.34 0.82 0.33 0.52 1.01

12 3.26 3.25 1.22 0.33 2.03 2.92

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 131

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 339

CRITICITA’

Non riscontrano condizioni di criticità sul comparto irriguo. In condizioni idrologiche di

anno medio non si garantisce il minimo deflusso vitale, valutato secondo il metodo proposto

dall’ABR, nella sezione di chiusura del bacino nel periodo estivo. In condizioni

particolarmente siccitose non è garantito il deflusso minimo vitale valutato con la Q7-10 nei

mesi di luglio ed agosto.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Mesima

Il bacino del fiume Mesima ha una estensione planimetrica complessiva di 815.265 km2,

con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 152.038 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 51.43 km

con una pendenza media dell’1.47 %.Il valore della densità di drenaggio è 3.2 km/km2. Il

bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.50.

BILANCIO IDRICO

Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari variabili a

seconda del metodo di stima del Minimo Deflusso Vitale.

In particolare, uno scenario stima il DMV secondo quanto suggerito dall’Autorità di Bacino

Regionale, l’altro scenario prevede invece che il DMV sia valutato attraverso un approccio

idrologico basato sul deflusso di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di

ritorno pari a 10 anni.

Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:

- Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico

medio;

- Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità

idrica naturale.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 340

SCENARIO I

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 61.17 58.62 11.14 47.48

2 52.44 50.01 9.77 40.24

3 59.00 56.03 10.93 45.10

4 47.64 45.37 9.62 35.75

5 27.39 25.33 7.77 17.56

6 12.76 7.41 6.14 1.27

7 9.14 4.98 5.95 -0.97

8 6.31 3.99 5.65 -1.66

9 9.27 7.29 5.78 1.51

10 13.14 12.27 6.35 5.92

11 18.19 17.34 6.69 10.65

12 53.89 51.80 10.42 41.38

scenario anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 40.75 39.37 11.14 28.23

2 32.86 31.40 9.77 21.63

3 27.98 26.58 10.93 15.65

4 27.92 26.61 9.62 16.99

5 19.94 18.53 7.77 10.76

6 8.75 3.80 6.14 -2.34

7 5.29 1.49 5.95 -4.46

8 4.08 0.74 5.65 -4.91

9 5.61 4.08 5.78 -1.70

10 7.46 7.32 6.35 0.97

11 12.81 12.71 6.69 6.02

12 26.98 25.68 10.42 15.26

Volumi mensili (hm3)

scenario anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 22.84 21.89 4.16 17.73

2 21.67 20.67 4.04 16.63

3 22.03 20.92 4.08 16.84

4 18.38 17.51 3.71 13.80

5 10.23 9.46 2.90 6.56

6 4.92 2.86 2.37 0.49

7 3.41 1.86 2.22 -0.36

8 2.35 1.49 2.11 -0.62

9 3.58 2.81 2.23 0.58

10 4.91 4.58 2.37 2.21

11 7.02 6.69 2.58 4.11

12 20.12 19.34 3.89 15.45

scenario anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 15.22 14.70 4.16 10.54

2 13.58 12.98 4.04 8.94

3 10.45 9.93 4.08 5.85

4 10.77 10.27 3.71 6.56

5 7.45 6.92 2.90 4.02

6 3.37 1.47 2.37 -0.90

7 1.98 0.56 2.22 -1.66

8 1.52 0.27 2.11 -1.84

9 2.16 1.57 2.23 -0.66

10 2.78 2.73 2.37 0.36

11 4.94 4.90 2.58 2.32

12 10.07 9.59 3.89 5.70

scenario anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 132

CRITICITA’

Sia per la condizione di anno medio che per quella di anno scarso non si evidenziano

situazioni critiche nei comparti irrigui e potabili, nonostante l’ipotesi di destinare una parte

dei volumi immagazzinati dall’invaso del Metramo per uso potabile. Condizioni di criticità

si hanno, sia in condizioni di anno medio che di anno scarso, nel soddisfacimento del

deflusso minimo vitale stimato con il metodo dell’ABR, nel periodo compreso tra giugno e

settembre. Considerando che sull’asta terminale del fiume Mesima è presente una presa che

alimenta l’area irrigua di interesse, non è possibile nei mesi estivi soddisfare

contemporaneamente l’utenza irrigua e garantire il deflusso minimo vitale.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 341

SCENARIO II

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 61.17 58.47 1.12 57.35

2 52.44 49.87 1.02 48.85

3 59.00 55.88 1.12 54.76

4 47.64 45.25 1.09 44.16

5 27.39 25.24 1.12 24.12

6 12.76 7.36 1.09 6.27

7 9.14 4.93 1.12 3.81

8 6.31 3.94 1.12 2.82

9 9.27 7.24 1.09 6.15

10 13.14 12.21 1.12 11.09

11 18.19 17.27 1.09 16.18

12 53.89 51.66 1.12 50.54

scenario anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 40.75 39.22 1.12 38.10

2 32.86 31.26 1.02 30.24

3 27.98 26.43 1.12 25.31

4 27.92 26.49 1.09 25.40

5 19.94 18.44 1.12 17.32

6 8.75 3.74 1.09 2.65

7 5.29 1.49 1.12 0.37

8 4.08 1.14 1.12 0.02

9 5.61 4.03 1.09 2.94

10 7.46 7.26 1.12 6.14

11 12.81 12.64 1.09 11.55

12 26.98 25.54 1.12 24.42

Volumi mensili (hm3)

scenario anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 22.84 21.83 0.42 21.41

2 21.67 20.62 0.42 20.20

3 22.03 20.86 0.42 20.44

4 18.38 17.46 0.42 17.04

5 10.23 9.42 0.42 9.00

6 4.92 2.84 0.42 2.42

7 3.41 1.84 0.42 1.42

8 2.35 1.47 0.42 1.05

9 3.58 2.79 0.42 2.37

10 4.91 4.56 0.42 4.14

11 7.02 6.66 0.42 6.24

12 20.12 19.29 0.42 18.87

scenario anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 15.22 14.64 0.42 14.22

2 13.58 12.92 0.42 12.50

3 10.45 9.87 0.42 9.45

4 10.77 10.22 0.42 9.80

5 7.45 6.89 0.42 6.47

6 3.37 1.44 0.42 1.02

7 1.98 0.56 0.42 0.14

8 1.52 0.43 0.42 0.01

9 2.16 1.56 0.42 1.14

10 2.78 2.71 0.42 2.29

11 4.94 4.88 0.42 4.46

12 10.07 9.53 0.42 9.11

scenario anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 133

CRITICITA’

Sia per la condizione idrologica di anno medio che per quella di anno scarso non si

evidenziano situazioni critiche nei comparti irrigui e potabili, nonostante l’ipotesi di

destinare una parte dell’invaso del Metramo per uso potabile. Con un metodo meno

restrittivo come la Q7-10, il minimo deflusso vitale nel tratto vallivo del Mesima è garantito

anche nel periodo estivo.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Metramo

Il bacino del fiume Metramo (sottobacino del Fiume Mesima), ha una estensione

planimetrica complessiva di 234.089 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 81.08

km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 29.8 km con una pendenza media del

3.54 %. Il valore della densità di drenaggio è 3.41 km/km2. Il bacino presenta una forma

ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.50.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 342

BILANCIO IDRICO

Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari variabili a

seconda del metodo di stima del Minimo Deflusso Vitale.

In particolare, uno scenario stima il DMV secondo quanto suggerito dall’Autorità di Bacino

Regionale, l’altro scenario prevede invece che il DMV sia valutato attraverso un approccio

idrologico basato sul deflusso di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di

ritorno pari a 10 anni.

Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:

- Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico

medio;

- Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità

idrica naturale.

SCENARIO I

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 22.06 19.80 4.12 15.68

2 17.78 15.96 3.51 12.45

3 20.27 18.12 3.94 14.18

4 15.99 14.35 3.45 10.90

5 10.39 8.97 2.95 6.02

6 5.66 2.42 2.41 0.01

7 4.17 2.89 2.33 0.56

8 3.03 2.24 2.20 0.04

9 3.81 2.54 2.23 0.31

10 5.21 4.52 2.44 2.08

11 7.19 6.27 2.57 3.70

12 19.13 17.00 3.83 13.17

scenario anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 13.10 11.86 4.12 7.74

2 12.44 11.29 3.51 7.78

3 11.75 10.72 3.94 6.78

4 9.90 8.91 3.45 5.46

5 7.09 6.09 2.95 3.14

6 4.15 1.15 2.41 -1.26

7 2.57 1.37 2.33 -0.96

8 2.01 0.29 2.20 -1.91

9 2.34 1.28 2.23 -0.95

10 2.79 2.55 2.44 0.11

11 3.77 3.51 2.57 0.94

12 11.58 10.20 3.83 6.37

Volumi mensili (hm3)

scenario anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 8.24 7.39 1.54 5.85

2 7.35 6.60 1.45 5.15

3 7.57 6.77 1.47 5.30

4 6.17 5.53 1.33 4.20

5 3.88 3.35 1.10 2.25

6 2.18 0.93 0.93 0.00

7 1.56 1.08 0.87 0.21

8 1.13 0.83 0.82 0.01

9 1.47 0.98 0.86 0.12

10 1.95 1.69 0.91 0.78

11 2.77 2.42 0.99 1.43

12 7.14 6.35 1.43 4.92

scenario anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 4.89 4.43 1.54 2.89

2 5.14 4.67 1.45 3.22

3 4.39 4.00 1.47 2.53

4 3.82 3.44 1.33 2.11

5 2.65 2.27 1.10 1.17

6 1.60 0.44 0.93 -0.49

7 0.96 0.51 0.87 -0.36

8 0.75 0.11 0.82 -0.71

9 0.90 0.50 0.86 -0.36

10 1.04 0.95 0.91 0.04

11 1.45 1.35 0.99 0.36

12 4.32 3.81 1.43 2.38

scenario anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 134

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 343

CRITICITA’

Sia per la condizione di anno medio che per quella di anno scarso non si evidenziano

situazioni critiche nei comparti considerati, nonostante l’ipotesi di destinare una parte dei

volumi immagazzinati dall’invaso del Metramo per uso potabile. Nel caso idrologico di

anno scarso, il DMV stimato secondo quanto proposto dall’ABR non risulta garantito nel

periodo giugno - settembre.

SCENARIO II

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 22.06 19.65 0.96 18.69

2 17.78 15.83 0.87 14.96

3 20.27 17.97 0.96 17.01

4 15.99 14.22 0.93 13.29

5 10.39 8.88 0.96 7.92

6 5.66 2.36 0.93 1.43

7 4.17 2.84 0.96 1.88

8 3.03 2.19 0.96 1.23

9 3.81 2.49 0.93 1.56

10 5.21 4.46 0.96 3.50

11 7.19 6.21 0.93 5.28

12 19.13 16.86 0.96 15.90

scenario anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 13.10 11.71 0.96 10.75

2 12.44 11.15 0.87 10.28

3 11.75 10.57 0.96 9.61

4 9.90 8.79 0.93 7.86

5 7.09 6.00 0.96 5.04

6 4.15 1.09 0.93 0.16

7 2.57 1.43 0.96 0.47

8 2.01 0.45 0.96 -0.51

9 2.34 1.23 0.93 0.30

10 2.79 2.50 0.96 1.54

11 3.77 3.44 0.93 2.51

12 11.58 10.06 0.96 9.10

Volumi mensili (hm3)

scenario anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 8.24 7.34 0.36 6.98

2 7.35 6.54 0.36 6.18

3 7.57 6.71 0.36 6.35

4 6.17 5.49 0.36 5.13

5 3.88 3.32 0.36 2.96

6 2.18 0.91 0.36 0.55

7 1.56 1.06 0.36 0.70

8 1.13 0.82 0.36 0.46

9 1.47 0.96 0.36 0.60

10 1.95 1.67 0.36 1.31

11 2.77 2.39 0.36 2.03

12 7.14 6.30 0.36 5.94

scenario anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 4.89 4.37 0.36 4.01

2 5.14 4.61 0.36 4.25

3 4.39 3.95 0.36 3.59

4 3.82 3.39 0.36 3.03

5 2.65 2.24 0.36 1.88

6 1.60 0.42 0.36 0.06

7 0.96 0.54 0.36 0.18

8 0.75 0.17 0.36 -0.19

9 0.90 0.48 0.36 0.12

10 1.04 0.93 0.36 0.57

11 1.45 1.33 0.36 0.97

12 4.32 3.76 0.36 3.40

scenario anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 135

CRITICITA’

Sia per la condizione idrologica di anno medio che per quella di anno scarso non si

evidenziano situazioni critiche nei comparti considerati, nonostante l’ipotesi di destinare una

parte dell’invaso del Metramo per uso potabile. L’uso di un DMV meno restrittivo come la

Q7-10, non produce quelle criticità presenti nello scenario precedente durante i mesi estivi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 344

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Neto

Il bacino del fiume Neto ha una estensione planimetrica complessiva di 1073.29 km2 con

sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 219.297 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 75 km con

una pendenza media del 2.3 %. Il valore della densità di drenaggio è 4.15 km/km2. Il bacino

presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.89.

BILANCIO IDRICO

Alla luce delle schematizzazioni ed ipotesi di gestione mostrate nelle sezioni precedenti, per

il bacino del fiume Neto sono stati previsti 5 scenari differenti per la realizzazione del

bilancio idrico. Tali scenari si differenziano tra loro in funzione del DMV adottato e delle

regole di gestione degli impianti idroelettrici.

Scenario DMV Percentuale di

utilizzo della capacità massima

I ABR 90 %

II ABR 50 %

III ABR 25 %

IV Q7-10 90 %

V Q7-10 50 %

Tabella 136: Caratteristiche dei diversi scenari idrici

Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:

- Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico

medio;

- Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità

idrica naturale.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 345

SCENARIO I

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 80.57 74.88 17.57 57.31

2 60.33 55.65 14.64 41.01

3 74.88 68.27 17.01 51.26

4 52.11 46.71 14.41 32.30

5 36.00 39.14 13.12 26.02

6 20.56 22.93 11.28 11.65

7 14.87 4.45 11.01 -6.56

8 10.66 3.97 10.58 -6.61

9 13.36 9.77 10.55 -0.78

10 19.50 17.91 11.46 6.45

11 26.37 25.31 11.85 13.46

12 69.39 65.33 16.47 48.86

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 32.08 31.94 17.57 14.37

2 28.18 24.17 14.64 9.53

3 33.58 28.79 17.01 11.78

4 29.94 24.34 14.41 9.93

5 21.58 15.71 13.12 2.59

6 12.31 4.53 11.28 -6.75

7 8.67 0.00 11.01 -11.01

8 6.37 0.00 10.58 -10.58

9 14.28 11.51 10.55 0.96

10 8.86 6.29 11.46 -5.17

11 12.12 10.59 11.85 -1.26

12 23.09 19.21 16.47 2.74

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 30.08 27.96 6.56 21.40

2 24.94 23.01 6.05 16.96

3 27.96 25.49 6.35 19.14

4 20.10 18.02 5.56 12.46

5 13.44 14.61 4.90 9.71

6 7.93 8.85 4.35 4.50

7 5.55 1.66 4.11 -2.45

8 3.98 1.48 3.95 -2.47

9 5.16 3.77 4.07 -0.30

10 7.28 6.69 4.28 2.41

11 10.17 9.77 4.57 5.20

12 25.91 24.39 6.15 18.24

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 11.98 11.92 6.56 5.36

2 11.65 9.99 6.05 3.94

3 12.54 10.75 6.35 4.40

4 11.55 9.39 5.56 3.83

5 8.06 5.87 4.90 0.97

6 4.75 1.75 4.35 -2.60

7 3.24 0.00 4.11 -4.11

8 2.38 0.00 3.95 -3.95

9 5.51 4.44 4.07 0.37

10 3.31 2.35 4.28 -1.93

11 4.68 4.09 4.57 -0.48

12 8.62 7.17 6.15 1.02

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 137

CRITICITA’

Per il presente scenario emergono una serie di criticità che maggiormente si concentrano nei

mesi estivi e, ovviamente, si amplificano in condizioni idrologiche di “anno scarso”. Queste

criticità hanno riguardato in particolare:

- Gli invasi idroelettrici dell’Arvo e dell’Ampollino che, già in condizioni di anno medio, si

svuotano a partire dal mese di agosto, non rilasciano nel fiume Tacina i volumi necessari al

soddisfacimento del fabbisogno irriguo del comprensorio Capo Colonna nel periodo luglio -

settembre;

- L’area irrigua Basso Neto che, in condizioni idrologiche “scarse”, presenta condizioni di

deficit nei mesi di luglio ed agosto utilizzando, quindi, l’intera risorsa idrica disponibile

lungo l’asta terminale del fiume Neto;

Tale scenario mette in luce che l’ipotesi di rilascio da parte degli invasi idroelettrici del 90%

del volume massimo invasabile, è poco probabile poiché da esperienze passate non risulta

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 346

che gli invasi silani nel periodo autunnale si presentino vuoti. Per tale motivo gli scenari

successivi ipotizzati prevedono un rilascio rispettivamente pari al 50% e al 25% della

capacità massima d’invaso dei due serbatoi Arvo ed Ampollino. E’ da sottolineare, infine,

che le portate richieste dal DMV, secondo il metodo suggerito dall’ABR, non sono

soddisfatte nel periodo luglio - settembre in condizioni idrologiche di anno medio, e nel

periodo giugno – novembre in condizioni idrologiche di anno scarso.

SCENARIO II

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 80.57 71.79 17.57 54.22

2 60.33 52.57 14.64 37.93

3 74.88 65.19 17.01 48.18

4 52.11 43.62 14.41 29.21

5 36.00 32.66 13.12 19.54

6 20.56 16.45 11.28 5.17

7 14.87 9.35 11.01 -1.66

8 10.66 11.87 10.58 1.29

9 13.36 17.54 10.55 6.99

10 19.50 18.36 11.46 6.90

11 26.37 25.31 11.85 13.46

12 69.39 62.24 16.47 45.77

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 32.08 31.69 17.57 14.12

2 28.18 27.05 14.64 12.41

3 33.58 29.24 17.01 12.23

4 29.94 24.23 14.41 9.82

5 21.58 14.55 13.12 1.43

6 12.31 1.48 11.28 -9.80

7 8.67 0.00 11.01 -11.01

8 6.37 0.00 10.58 -10.58

9 14.28 9.65 10.55 -0.90

10 8.86 6.29 11.46 -5.17

11 12.12 10.59 11.85 -1.26

12 23.09 19.21 16.47 2.74

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 30.08 26.81 6.56 20.25

2 24.94 21.73 6.05 15.68

3 27.96 24.34 6.35 17.99

4 20.10 16.83 5.56 11.27

5 13.44 12.20 4.90 7.30

6 7.93 6.35 4.35 2.00

7 5.55 3.49 4.11 -0.62

8 3.98 4.43 3.95 0.48

9 5.16 6.77 4.07 2.70

10 7.28 6.85 4.28 2.57

11 10.17 9.77 4.57 5.20

12 25.91 23.24 6.15 17.09

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 11.98 11.83 6.56 5.27

2 11.65 11.18 6.05 5.13

3 12.54 10.92 6.35 4.57

4 11.55 9.35 5.56 3.79

5 8.06 5.43 4.90 0.53

6 4.75 0.57 4.35 -3.78

7 3.24 0.00 4.11 -4.11

8 2.38 0.00 3.95 -3.95

9 5.51 3.72 4.07 -0.35

10 3.31 2.35 4.28 -1.93

11 4.68 4.09 4.57 -0.48

12 8.62 7.17 6.15 1.02

Portate mensili (m3/s)

anno scarso

Tabella 138

CRITICITA’

Lo scenario ipotizzato mostra che un rilascio pari al 50% del volume massimo invasabile

consente, in condizioni di anno medio, di rilasciare nel fiume Tacina i volumi necessari al

soddisfacimento dei fabbisogni irrigui del comprensorio Capo Colonna. E’ da sottolineare

comunque, che anche con tale rilascio, i principali serbatoi silani (Arvo ed Ampollino) si

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 347

svuotano nel periodo autunnale, per effetto degli abbondanti rilasci invernali dovuti al DMV

stimato secondo le indicazioni dell’ABR.

L’area irrigua Basso Neto che, in condizioni idrologiche “scarse”, presenta condizioni di

deficit nei mesi di luglio ed agosto utilizzando, quindi, l’intera risorsa idrica disponibile

lungo l’asta terminale del fiume Neto;

In tale scenario, per ciò che riguarda le portate richieste dal deflusso minimo vitale, si hanno

delle criticità nel mese di luglio in condizioni idrologiche medie, mentre nel periodo giugno

– novembre in condizioni idrologiche “scarse”.

SCENARIO III

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 80.57 74.59 17.57 57.02

2 60.33 54.34 14.64 39.70

3 74.88 67.71 17.01 50.70

4 52.11 44.61 14.41 30.20

5 36.00 29.14 13.12 16.02

6 20.56 12.40 11.28 1.12

7 14.87 5.30 11.01 -5.71

8 10.66 8.05 10.58 -2.53

9 13.36 13.60 10.55 3.05

10 19.50 18.77 11.46 7.31

11 26.37 24.50 11.85 12.65

12 69.39 60.31 16.47 43.84

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 32.08 29.76 17.57 12.19

2 28.18 25.12 14.64 10.48

3 33.58 29.10 17.01 12.09

4 29.94 25.13 14.41 10.72

5 21.58 18.33 13.12 5.21

6 12.31 6.11 11.28 -5.17

7 8.67 0.22 11.01 -10.79

8 6.37 4.21 10.58 -6.37

9 14.28 14.45 10.55 3.90

10 8.86 9.03 11.46 -2.43

11 12.12 13.23 11.85 1.38

12 23.09 21.55 16.47 5.08

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 30.08 27.85 6.56 21.29

2 24.94 22.46 6.05 16.41

3 27.96 25.28 6.35 18.93

4 20.10 17.21 5.56 11.65

5 13.44 10.88 4.90 5.98

6 7.93 4.78 4.35 0.43

7 5.55 1.98 4.11 -2.13

8 3.98 3.01 3.95 -0.94

9 5.16 5.25 4.07 1.18

10 7.28 7.01 4.28 2.73

11 10.17 9.45 4.57 4.88

12 25.91 22.52 6.15 16.37

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 11.98 11.11 6.56 4.55

2 11.65 10.39 6.05 4.34

3 12.54 10.86 6.35 4.51

4 11.55 9.70 5.56 4.14

5 8.06 6.84 4.90 1.94

6 4.75 2.36 4.35 -1.99

7 3.24 0.08 4.11 -4.03

8 2.38 1.57 3.95 -2.38

9 5.51 5.58 4.07 1.51

10 3.31 3.37 4.28 -0.91

11 4.68 5.10 4.57 0.53

12 8.62 8.04 6.15 1.89

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 139

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 348

CRITICITA’

Lo scenario ipotizzato mostra che un rilascio pari al 25% del volume massimo invasabile

consente, sia in condizioni di anno medio che di anno scarso, di rilasciare nel fiume Tacina i

volumi necessari al soddisfacimento dei fabbisogni irrigui del comprensorio Capo Colonna.

In tale scenario, infatti, i serbatoi Arvo ed Ampollino non si presentano vuoti sia in

condizioni idrologiche “medie” che in condizioni siccitose.

Permane, però, la condizione di criticità per ciò che riguarda il deflusso minimo vitale

stimato con il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale.

SCENARIO IV

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 80.57 72.04 1.10 70.94

2 60.33 53.29 0.99 52.30

3 74.88 65.52 1.10 64.42

4 52.11 44.39 1.06 43.33

5 36.00 37.05 1.10 35.95

6 20.56 21.15 1.06 20.09

7 14.87 14.08 1.10 12.98

8 10.66 3.65 1.10 2.55

9 13.36 9.41 1.06 8.35

10 19.50 17.57 1.10 16.47

11 26.37 25.06 1.06 24.00

12 69.39 62.66 1.10 61.56

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 32.08 32.48 1.10 31.38

2 28.18 25.79 0.99 24.80

3 33.58 28.80 1.10 27.70

4 29.94 24.22 1.06 23.16

5 21.58 14.58 1.10 13.48

6 12.31 1.52 1.06 0.46

7 8.67 0.00 1.10 -1.10

8 6.37 0.00 1.10 -1.10

9 14.28 9.70 1.06 8.64

10 8.86 6.37 1.10 5.27

11 12.12 10.65 1.06 9.59

12 23.09 19.24 1.10 18.14

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 30.08 26.89 0.41 26.48

2 24.94 22.03 0.41 21.62

3 27.96 24.46 0.41 24.05

4 20.10 17.13 0.41 16.72

5 13.44 13.83 0.41 13.42

6 7.93 8.16 0.41 7.75

7 5.55 5.26 0.41 4.85

8 3.98 1.36 0.41 0.95

9 5.16 3.63 0.41 3.22

10 7.28 6.56 0.41 6.15

11 10.17 9.67 0.41 9.26

12 25.91 23.39 0.41 22.98

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 11.98 12.13 0.41 11.72

2 11.65 10.66 0.41 10.25

3 12.54 10.75 0.41 10.34

4 11.55 9.35 0.41 8.94

5 8.06 5.44 0.41 5.03

6 4.75 0.58 0.41 0.17

7 3.24 0.00 0.41 -0.41

8 2.38 0.00 0.41 -0.41

9 5.51 3.74 0.41 3.33

10 3.31 2.38 0.41 1.97

11 4.68 4.11 0.41 3.70

12 8.62 7.18 0.41 6.77

Portate mensili (m3/s)

anno scarso

Tabella 140

CRITICITA’

Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili allo scenario I, salvo per ciò che

concerne gli effetti prodotti da un rilascio come deflusso minimo vitale di una quantità pari

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 349

alla portata Q7-10. L’ipotesi di tale rilascio non produce benefici, rispetto allo scenario I, sia

sul comparto delle utenze irrigue che sui volumi invasati dai principali serbatoi silani (Arvo

ed Ampollino).

E’ da sottolineare, comunque, che il valore della Q7-10 è nettamente inferiore al deflusso

minimo vitale stimato con il metodo dell’ABR, infatti esso non è garantito nella sezione di

chiusura solo nei mesi di luglio ed agosto in condizioni idrologiche di anno scarso.

SCENARIO V

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 80.57 68.95 1.10 67.85

2 60.33 50.20 0.99 49.21

3 74.88 67.85 1.10 66.75

4 52.11 45.15 1.06 44.09

5 36.00 31.94 1.10 30.84

6 20.56 14.67 1.06 13.61

7 14.87 7.60 1.10 6.50

8 10.66 10.39 1.10 9.29

9 13.36 15.96 1.06 14.90

10 19.50 18.92 1.10 17.82

11 26.37 24.67 1.06 23.61

12 69.39 59.57 1.10 58.47

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 32.08 29.40 1.10 28.30

2 28.18 25.15 0.99 24.16

3 33.58 28.82 1.10 27.72

4 29.94 25.19 1.06 24.13

5 21.58 20.73 1.10 19.63

6 12.31 9.32 1.06 8.26

7 8.67 0.00 1.10 -1.10

8 6.37 7.61 1.10 6.51

9 14.28 10.32 1.06 9.26

10 8.86 6.43 1.10 5.33

11 12.12 10.65 1.06 9.59

12 23.09 19.24 1.10 18.14

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 30.08 25.74 0.41 25.33

2 24.94 20.75 0.41 20.34

3 27.96 25.33 0.41 24.92

4 20.10 17.42 0.41 17.01

5 13.44 11.93 0.41 11.52

6 7.93 5.66 0.41 5.25

7 5.55 2.84 0.41 2.43

8 3.98 3.88 0.41 3.47

9 5.16 6.16 0.41 5.75

10 7.28 7.06 0.41 6.65

11 10.17 9.52 0.41 9.11

12 25.91 22.24 0.41 21.83

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 11.98 10.98 0.41 10.57

2 11.65 10.40 0.41 9.99

3 12.54 10.76 0.41 10.35

4 11.55 9.72 0.41 9.31

5 8.06 7.74 0.41 7.33

6 4.75 3.59 0.41 3.18

7 3.24 0.05 0.41 -0.36

8 2.38 2.84 0.41 2.43

9 5.51 3.98 0.41 3.57

10 3.31 2.40 0.41 1.99

11 4.68 4.11 0.41 3.70

12 8.62 7.18 0.41 6.77

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 141

CRITICITA’

Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili allo scenario II, salvo per ciò che

concerne gli effetti prodotti da un rilascio come deflusso minimo vitale di una quantità pari

alla portata Q7-10. L’ipotesi di tale rilascio produce benefici, rispetto allo scenario II, sia sul

comparto delle utenze irrigue che sui volumi invasati dai principali serbatoi silani (Arvo ed

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 350

Ampollino), i quali, in condizioni idrologiche di anno scarso si svuotano a partire dal mese

di settembre.

Il deflusso minimo vitale non è garantito nella sezione di chiusura nel mese di luglio, in

condizioni idrologiche di anno scarso.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Nicà

Il bacino del fiume Nicà ha una estensione planimetrica complessiva di 175.046 km2, con

sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 77.508 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 37.27 km

con una pendenza media del 2.1 %. Il valore della densità di drenaggio è 5.36 km/km2. Il

bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.65

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 14.10 14.16 2.60 0.00 11.56 14.16

2 9.49 9.53 2.01 0.00 7.52 9.53

3 11.67 11.71 2.36 0.00 9.35 11.71

4 7.10 7.13 1.87 0.00 5.26 7.13

5 3.64 3.67 1.55 0.00 2.12 3.67

6 1.80 1.82 1.48 0.00 0.34 1.82

7 1.27 1.29 1.26 0.00 0.03 1.29

8 0.92 0.94 0.91 0.00 0.03 0.94

9 1.63 1.66 1.32 0.00 0.34 1.66

10 3.95 3.78 1.58 0.00 2.20 3.78

11 4.62 4.75 1.61 0.00 3.14 4.75

12 12.07 12.16 2.38 0.00 9.78 12.16

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 2.76 2.80 2.60 0.00 0.20 2.80

2 2.67 2.70 2.01 0.00 0.69 2.70

3 5.02 5.06 2.36 0.00 2.70 5.06

4 3.70 3.73 1.87 0.00 1.86 3.73

5 1.82 1.85 1.55 0.00 0.30 1.85

6 0.85 0.88 1.48 0.00 -0.60 0.88

7 0.64 0.67 1.26 0.00 -0.59 0.67

8 0.44 0.47 0.91 0.00 -0.44 0.47

9 0.98 1.01 1.32 0.00 -0.31 1.01

10 1.17 1.21 1.58 0.00 -0.37 1.21

11 4.04 4.08 1.61 0.00 2.47 4.08

12 3.92 3.96 2.38 0.00 1.58 3.96

Volum i mensili (hm 3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 5.26 5.29 0.97 0.00 4.32 5.29

2 3.92 3.94 0.83 0.00 3.11 3.94

3 4.36 4.37 0.88 0.00 3.49 4.37

4 2.74 2.75 0.72 0.00 2.03 2.75

5 1.36 1.37 0.58 0.00 0.79 1.37

6 0.70 0.70 0.57 0.00 0.13 0.70

7 0.47 0.48 0.47 0.00 0.01 0.48

8 0.34 0.35 0.34 0.00 0.01 0.35

9 0.63 0.64 0.51 0.00 0.13 0.64

10 1.47 1.41 0.59 0.00 0.82 1.41

11 1.78 1.83 0.62 0.00 1.21 1.83

12 4.51 4.54 0.89 0.00 3.65 4.54

anno medio

Portate mensil i (m 3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 1.03 1.05 0.97 0.00 0.08 1.05

2 1.10 1.12 0.83 0.00 0.29 1.12

3 1.87 1.89 0.88 0.00 1.01 1.89

4 1.43 1.44 0.72 0.00 0.72 1.44

5 0.68 0.69 0.58 0.00 0.11 0.69

6 0.33 0.34 0.57 0.00 -0.23 0.34

7 0.24 0.25 0.47 0.00 -0.22 0.25

8 0.16 0.18 0.34 0.00 -0.16 0.18

9 0.38 0.39 0.51 0.00 -0.12 0.39

10 0.44 0.45 0.59 0.00 -0.14 0.45

11 1.56 1.57 0.62 0.00 0.95 1.57

12 1.47 1.48 0.89 0.00 0.59 1.48

anno scarso

Portate mensil i (m 3/s)

Tabella 142

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 351

CRITICITA’

Si evidenziano delle condizioni di criticità per ciò che riguarda il soddisfacimento del

deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’ABR nel periodo giugno - ottobre nella

condizione di anno scarso. Lo stesso appare sovrastimato poiché nei mesi estivi in

condizioni di anno medio è dello stesso ordine delle portate naturali.

Le caratteristiche tipiche delle fiumare calabresi, che nel periodo estivo sono caratterizzate

da deflussi superficiali nulli, giustificano l’ipotesi di considerare, nei mesi estivi, un DMV

anche nullo in quanto l’ecosistema di tale bacino non risente di una prolungata condizione

di secca.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiumara Novito

Il bacino della fiumara Novito ha una estensione planimetrica complessiva di 55.857 km2,

con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 45.435 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 18.89 km

con una pendenza media del 4.46 %. Il valore della densità di drenaggio è 4.52 km/km2. Il

bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.7.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 5.89 5.82 1.02 0.00 4.80 5.82

2 3.98 3.89 0.77 0.00 3.12 3.89

3 5.35 5.24 0.96 0.00 4.28 5.24

4 3.26 3.15 0.73 0.00 2.42 3.15

5 1.83 1.71 0.59 0.00 1.12 1.71

6 0.81 0.70 0.49 0.00 0.21 0.70

7 0.52 0.41 0.46 0.00 -0.05 0.41

8 0.33 0.23 0.32 0.00 -0.09 0.23

9 0.77 0.68 0.49 0.00 0.19 0.68

10 1.12 1.02 0.54 0.00 0.48 1.02

11 1.70 1.66 0.57 0.00 1.09 1.66

12 4.75 4.70 0.88 0.00 3.82 4.70

anno medio

Volum i mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 3.55 3.50 1.02 0.00 2.48 3.50

2 3.08 3.01 0.77 0.00 2.24 3.01

3 3.57 3.48 0.96 0.00 2.52 3.48

4 2.36 2.25 0.73 0.00 1.52 2.25

5 1.43 1.33 0.59 0.00 0.74 1.33

6 0.60 0.49 0.49 0.00 0.00 0.49

7 0.40 0.30 0.46 0.00 -0.16 0.30

8 0.26 0.17 0.32 0.00 -0.15 0.17

9 0.37 0.29 0.49 0.00 -0.20 0.29

10 0.48 0.44 0.54 0.00 -0.10 0.44

11 0.91 0.89 0.57 0.00 0.32 0.89

12 1.22 1.19 0.88 0.00 0.31 1.19

Volum i mensil i (hm 3)

anno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 352

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 2.20 2.17 0.38 0.00 1.79 2.17

2 1.64 1.61 0.32 0.00 1.29 1.61

3 2.00 1.96 0.36 0.00 1.60 1.96

4 1.26 1.21 0.28 0.00 0.93 1.21

5 0.68 0.64 0.22 0.00 0.42 0.64

6 0.31 0.27 0.19 0.00 0.08 0.27

7 0.19 0.15 0.17 0.00 -0.02 0.15

8 0.12 0.09 0.12 0.00 -0.03 0.09

9 0.30 0.26 0.19 0.00 0.07 0.26

10 0.42 0.38 0.20 0.00 0.18 0.38

11 0.66 0.64 0.22 0.00 0.42 0.64

12 1.77 1.75 0.33 0.00 1.42 1.75

anno medio

Portate mensili (m 3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 1.32 1.31 0.38 0.00 0.93 1.31

2 1.27 1.24 0.32 0.00 0.92 1.24

3 1.33 1.30 0.36 0.00 0.94 1.30

4 0.91 0.87 0.28 0.00 0.59 0.87

5 0.54 0.50 0.22 0.00 0.28 0.50

6 0.23 0.19 0.19 0.00 0.00 0.19

7 0.15 0.11 0.17 0.00 -0.06 0.11

8 0.10 0.06 0.12 0.00 -0.06 0.06

9 0.14 0.11 0.19 0.00 -0.08 0.11

10 0.18 0.16 0.20 0.00 -0.04 0.16

11 0.35 0.34 0.22 0.00 0.12 0.34

12 0.45 0.45 0.33 0.00 0.12 0.45

anno scarso

Portate mensili (m 3/s)

Tabella 143

CRITICITA’

Si evidenziano delle condizioni di criticità per ciò che riguarda il soddisfacimento del

deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’ABR: nei mesi di luglio ed agosto in

condizioni idrologiche di anno medio; nel periodo luglio - ottobre nella condizione di anno

scarso. Lo stesso appare sovrastimato poiché nei mesi estivi in condizioni di anno medio è

dello stesso ordine delle portate naturali.

Le caratteristiche tipiche delle fiumare calabresi, che nel periodo estivo sono caratterizzate

da deflussi superficiali nulli, giustificano l’ipotesi di considerare, nei mesi estivi, un DMV

anche nullo in quanto l’ecosistema di tale tipologia di bacino non risente di una prolungata

condizione di secca.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Petrace

Il bacino del fiume Petrace, ha una estensione planimetrica complessiva di 422.29 km2, con

sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 107.17 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 37.73 km

con una pendenza media del 4.4%. Il valore della densità di drenaggio è 2.51 km/km2. Il

bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.47.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 353

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 45.28 44.85 7.66 0.21 37.19 44.64

2 34.38 33.78 6.27 0.21 27.51 33.57

3 37.87 37.33 6.91 0.21 30.42 37.12

4 30.53 29.88 6.07 0.21 23.81 29.67

5 17.22 16.50 4.85 0.21 11.65 16.29

6 8.74 7.57 3.89 0.21 3.68 7.36

7 6.32 4.93 3.75 0.21 1.18 4.72

8 4.63 3.68 3.59 0.21 0.09 3.47

9 5.96 5.43 3.63 0.21 1.80 5.22

10 9.45 8.88 4.07 0.21 4.81 8.67

11 14.14 14.08 4.43 0.21 9.65 13.87

12 38.00 37.81 6.91 0.21 30.90 37.60

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 27.84 27.49 7.66 0.21 19.83 27.28

2 21.35 20.73 6.27 0.21 14.46 20.52

3 27.26 26.75 6.91 0.21 19.84 26.54

4 22.66 22.06 6.07 0.21 15.99 21.85

5 12.77 12.14 4.85 0.21 7.29 11.93

6 7.15 6.03 3.89 0.21 2.14 5.82

7 4.57 3.24 3.75 0.21 -0.51 3.03

8 3.36 2.46 3.59 0.21 -1.13 2.25

9 3.96 3.46 3.63 0.21 -0.17 3.25

10 4.53 4.32 4.07 0.21 0.25 4.11

11 8.72 8.56 4.43 0.21 4.13 8.35

12 18.63 18.42 6.91 0.21 11.51 18.21

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 16.90 16.74 2.86 0.08 13.88 16.66

2 14.21 13.97 2.59 0.08 11.38 13.89

3 14.14 13.94 2.58 0.08 11.36 13.86

4 11.78 11.53 2.34 0.08 9.19 11.45

5 6.43 6.16 1.81 0.08 4.35 6.08

6 3.37 2.92 1.50 0.08 1.42 2.84

7 2.36 1.84 1.40 0.08 0.44 1.76

8 1.73 1.37 1.34 0.08 0.03 1.29

9 2.30 2.09 1.40 0.08 0.69 2.01

10 3.53 3.32 1.52 0.08 1.80 3.24

11 5.46 5.43 1.71 0.08 3.72 5.35

12 14.19 14.12 2.58 0.08 11.54 14.04

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 10.40 10.26 2.86 0.08 7.40 10.18

2 8.83 8.57 2.59 0.08 5.98 8.49

3 10.18 9.99 2.58 0.08 7.41 9.91

4 8.74 8.51 2.34 0.08 6.17 8.43

5 4.77 4.53 1.81 0.08 2.72 4.45

6 2.76 2.33 1.50 0.08 0.83 2.25

7 1.70 1.21 1.40 0.08 -0.19 1.13

8 1.25 0.92 1.34 0.08 -0.42 0.84

9 1.53 1.34 1.40 0.08 -0.06 1.26

10 1.69 1.61 1.52 0.08 0.09 1.53

11 3.36 3.30 1.71 0.08 1.59 3.22

12 6.95 6.88 2.58 0.08 4.30 6.80

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 144

CRITICITA’

Non si hanno condizioni di criticità nel comparto irriguo sia in condizioni idrologiche di

anno medio che di anno scarso. Non è assicurato in condizioni di anno scarso il deflusso

minimo vitale, stimato con il metodo dell’autorità di bacino, nella sezione di chiusura per il

periodo compreso da luglio a settembre.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino del Torrente Raganello

Il bacino del torrente Raganello ha una estensione planimetrica complessiva di 164.565 km2,

con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 82.279 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 31.91 km

con una pendenza media del 4.3 %. Il valore della densità di drenaggio è 3.06 km/km2. Il

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 354

bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di

forma (Gravelius) pari a 1.8.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 7.21 7.26 1.74 - 5.52 -

2 6.08 6.12 1.52 - 4.60 -

3 5.81 5.86 1.61 - 4.25 -

4 4.12 4.12 1.40 - 2.72 -

5 2.93 2.66 1.31 - 1.35 -

6 2.38 1.64 1.22 - 0.42 -

7 2.24 1.13 1.23 - -0.10 -

8 2.05 1.35 1.23 - 0.12 -

9 2.62 2.35 1.24 - 1.11 -

10 3.05 3.10 1.31 - 1.79 -

11 3.48 3.53 1.32 - 2.21 -

12 7.29 7.35 1.74 - 5.61 -

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 2.46 2.53 1.74 - 0.79 -

2 2.34 2.39 1.52 - 0.87 -

3 1.71 1.77 1.61 - 0.16 -

4 1.94 1.97 1.40 - 0.57 -

5 1.34 1.10 1.31 - -0.21 -

6 1.33 0.61 1.22 - -0.61 -

7 1.22 0.26 1.23 - -0.97 -

8 1.13 0.45 1.23 - -0.78 -

9 1.58 1.33 1.24 - 0.09 -

10 1.65 1.71 1.31 - 0.40 -

11 1.21 1.27 1.32 - -0.05 -

12 2.30 2.37 1.74 - 0.63 -

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 2.69 2.71 0.65 - 2.06 -

2 2.51 2.53 0.63 - 1.90 -

3 2.17 2.19 0.60 - 1.59 -

4 1.59 1.59 0.54 - 1.05 -

5 1.09 0.99 0.49 - 0.50 -

6 0.92 0.63 0.47 - 0.16 -

7 0.84 0.42 0.46 - -0.04 -

8 0.77 0.50 0.46 - 0.04 -

9 1.01 0.90 0.48 - 0.42 -

10 1.14 1.16 0.49 - 0.67 -

11 1.34 1.36 0.51 - 0.85 -

12 2.72 2.75 0.65 - 2.10 -

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 0.92 0.94 0.65 - 0.29 -

2 0.97 0.99 0.63 - 0.36 -

3 0.64 0.66 0.60 - 0.06 -

4 0.75 0.76 0.54 - 0.22 -

5 0.50 0.41 0.49 - -0.08 -

6 0.51 0.23 0.47 - -0.24 -

7 0.46 0.10 0.46 - -0.36 -

8 0.42 0.17 0.46 - -0.29 -

9 0.61 0.51 0.48 - 0.03 -

10 0.61 0.64 0.49 - 0.15 -

11 0.47 0.49 0.51 - -0.02 -

12 0.86 0.88 0.65 - 0.23 -

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 145

CRITICITA’

Non si hanno condizioni di criticità strutturali per il comparto irriguo in condizioni

idrologiche di anno medio, mentre in condizioni di anno scarso si ha un deficit dell’11% nel

mese di luglio. Emergono dei problemi circa la stima del deflusso minimo vitale. Infatti, le

caratteristiche calcaree del bacino del Raganello, caratterizzato da deflussi estivi molto

elevati, non consentono di ritenere idonea la Q7-10 per il DMV di tipo idrologico che, nel

caso specifico, appare eccessivo rispetto a quello stimato mediante il metodo dell’Autorità

di Bacino Regionale. Per tale motivo si è ipotizzato solo l’uso di questo ultimo per redigere

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 355

il DMV del Raganello che, in condizioni idrologiche di anno scarso, non appare garantito

nel periodo estivo nella sezione di chiusura del bacino.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Savuto

Il bacino del fiume Savuto ha una estensione planimetrica complessiva di 411.55 km2, con

sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 126.411 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 53.27 km

con una pendenza media del 4.24%. Il valore della densità di drenaggio è 2.84 km/km2. Il

bacino presenta una forma rettangolare bislunga, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.75.

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 42.33 37.89 6.99 0.16 30.90 37.73

2 38.08 34.18 6.31 0.15 27.87 34.03

3 42.14 37.55 6.99 0.16 30.56 37.39

4 31.19 27.19 5.81 0.16 21.38 27.03

5 17.86 14.30 4.55 0.16 9.75 14.14

6 7.85 4.40 3.47 0.16 0.93 4.24

7 5.10 1.46 3.27 0.16 -1.81 1.30

8 3.35 0.98 3.11 0.16 -2.13 0.82

9 4.32 2.60 3.11 0.16 -0.51 2.44

10 5.97 4.50 3.37 0.16 1.13 4.34

11 12.05 10.50 3.89 0.16 6.61 10.34

12 35.41 31.90 6.29 0.16 25.61 31.74

scenario anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 26.14 24.15 6.99 0.16 17.16 23.99

2 22.61 20.62 6.31 0.15 14.31 20.47

3 21.03 18.71 6.99 0.16 11.72 18.55

4 19.65 17.38 5.81 0.16 11.57 17.22

5 10.69 8.30 4.55 0.16 3.75 8.14

6 5.21 2.53 3.47 0.16 -0.94 2.37

7 3.21 0.09 3.27 0.16 -3.18 -0.07

8 2.00 0.00 3.11 0.16 -3.11 -0.16

9 3.19 1.81 3.11 0.16 -1.30 1.65

10 4.08 3.26 3.37 0.16 -0.11 3.10

11 6.75 6.02 3.89 0.16 2.13 5.86

12 20.92 19.81 6.29 0.16 13.52 19.65

Volumi mensili (hm3)

scenario anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 15.81 14.15 2.61 0.06 11.54 14.09

2 15.74 14.13 2.61 0.06 11.52 14.07

3 15.73 14.02 2.61 0.06 11.41 13.96

4 12.03 10.49 2.24 0.06 8.25 10.43

5 6.67 5.34 1.70 0.06 3.64 5.28

6 3.03 1.70 1.34 0.06 0.36 1.64

7 1.90 0.55 1.22 0.06 -0.67 0.49

8 1.25 0.37 1.16 0.06 -0.79 0.31

9 1.67 1.00 1.20 0.06 -0.20 0.94

10 2.23 1.68 1.26 0.06 0.42 1.62

11 4.65 4.05 1.50 0.06 2.55 3.99

12 13.22 11.91 2.35 0.06 9.56 11.85

scenario anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 9.76 9.02 2.61 0.06 6.41 8.96

2 9.35 8.52 2.61 0.06 5.91 8.46

3 7.85 6.99 2.61 0.06 4.38 6.93

4 7.58 6.70 2.24 0.06 4.46 6.64

5 3.99 3.10 1.70 0.06 1.40 3.04

6 2.01 0.98 1.34 0.06 -0.36 0.92

7 1.20 0.03 1.22 0.06 -1.19 -0.03

8 0.75 0.00 1.16 0.06 -1.16 -0.06

9 1.23 0.70 1.20 0.06 -0.50 0.64

10 1.52 1.22 1.26 0.06 -0.04 1.16

11 2.60 2.32 1.50 0.06 0.82 2.26

12 7.81 7.40 2.35 0.06 5.05 7.34

scenario anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 146

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 356

CRITICITA’

I risultati mostrano che non si rilevano sostanziali condizioni di criticità sul comparto

irriguo. Rimane sempre il problema del MDV che, nei mesi estivi, sia in condizioni

idrologiche di anno medio che di anno scarso non si riesce a garantire nella sezione di

chiusura con il metodo suggerito dall’ABR. Questa situazione di criticità è dovuta alla

presenza sull’asta terminale del Fiume Savuto di punti di prelievo che, alimentando le aree

irrigue del lametino, privano il corso d’acqua di volumi idrici significativi. E’da

sottolineare, comunque, che approcci di natura idrologica univocamente riconosciuti nella

letteratura scientifica internazionale, quali la stima dei deflussi di magra su 7 giorni

consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a 10 anni, risultano meno restrittivi ai

fini del rilascio in alveo come si evince dalle tabelle riportate nelle schede di sintesi.

Pertanto, la presenza di utenze irrigue che riducono nel periodo estivo le portate nella

sezione di chiusura del bacino non dovrebbero creare condizioni di criticità al sistema

biologico del corso d’acqua.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Tacina

Il bacino del fiume Tacina ha una estensione planimetrica complessiva di 426.95 km2, con

sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 129.5 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 60.250 km

con una pendenza media del 2.46%. Il valore della densità di drenaggio è 4.87 km/km2. Il

bacino presenta una forma rettangolare bislunga, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.76.

BILANCIO IDRICO

Poiché nel bacino del Tacina sono rilasciati volumi idrici dagli impianti silani a scopo

irriguo, sono stati previsti diversi scenari congruenti con le regole di gestione ipotizzate per

gli impianti silani del bacino del Neto. Tali scenari (tabella seguente) si differenziano tra

loro in funzione del DMV adottato e delle regole di gestione degli impianti idroelettrici

silani.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 357

Scenario DMV Percentuale di

utilizzo della capacità massima

I ABR 90 %

II ABR 50 %

III ABR 25 %

IV Q7-10 90 %

V Q7-10 50 %

Caratteristiche dei diversi scenari idrici

Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:

- Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico

medio;

- Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità

idrica naturale.

SCENARIO I

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 29.60 24.59 6.11 18.48

2 19.45 14.34 4.79 9.55

3 26.35 21.23 5.79 15.44

4 16.49 16.24 4.69 11.55

5 11.91 10.70 4.34 6.36

6 7.12 3.78 3.76 0.02

7 5.32 0.55 3.70 -3.15

8 3.89 0.31 3.54 -3.23

9 4.73 2.43 3.53 -1.10

10 7.21 5.19 3.88 1.31

11 9.17 6.96 3.97 2.99

12 22.94 17.95 5.46 12.49

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 7.23 6.19 6.11 0.08

2 7.44 5.45 4.79 0.66

3 5.73 4.39 5.79 -1.40

4 5.18 4.53 4.69 -0.16

5 4.24 1.94 4.34 -2.40

6 2.41 0.00 3.76 -3.76

7 1.53 0.00 3.70 -3.70

8 1.18 0.00 3.54 -3.54

9 3.98 2.53 3.53 -1.00

10 2.66 2.62 3.88 -1.26

11 3.68 3.43 3.97 -0.54

12 4.76 4.89 5.46 -0.57

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 358

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 11.05 9.18 2.28 6.90

2 8.04 5.93 1.98 3.95

3 9.84 7.93 2.16 5.77

4 6.36 6.27 1.81 4.46

5 4.45 4.00 1.62 2.38

6 2.75 1.46 1.45 0.01

7 1.99 0.20 1.38 -1.18

8 1.45 0.12 1.32 -1.20

9 1.82 0.94 1.36 -0.42

10 2.69 1.94 1.45 0.49

11 3.54 2.69 1.53 1.16

12 8.57 6.70 2.04 4.66

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 2.70 2.31 2.28 0.03

2 3.08 2.25 1.98 0.27

3 2.14 1.64 2.16 -0.52

4 2.00 1.75 1.81 -0.06

5 1.58 0.72 1.62 -0.90

6 0.93 0.00 1.45 -1.45

7 0.57 0.00 1.38 -1.38

8 0.44 0.00 1.32 -1.32

9 1.54 0.98 1.36 -0.38

10 0.99 0.98 1.45 -0.47

11 1.42 1.32 1.53 -0.21

12 1.78 1.83 2.04 -0.21

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

CRITICITA’

Per il presente scenario emergono una serie di criticità che maggiormente si concentrano nei

mesi estivi e, ovviamente, si amplificano in condizioni idrologiche di “anno scarso”. Queste

criticità hanno riguardato in particolare:

- l’area irrigua Basso Tacina che, in condizioni idrologiche “scarse”, presenta deficit

consistenti (maggiori del 40%) nel periodo giugno – agosto;

- il minimo deflusso vitale, stimato secondo il metodo suggerito dall’ABR, che in condizioni

idrologiche di anno medio non è garantito nella sezione di chiusura nel periodo luglio –

settembre, e in condizioni meteorologiche siccitose (anno scarso) nel periodo marzo –

dicembre.

Non si riscontrano condizioni di criticità per ciò che riguarda il comprensorio irriguo Capo

Colonna.

SCENARIO II

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 29.60 24.59 6.11 18.48

2 19.45 14.34 4.79 9.55

3 26.35 21.23 5.79 15.44

4 16.49 16.24 4.69 11.55

5 11.91 10.70 4.34 6.36

6 7.12 3.78 3.76 0.02

7 5.32 2.27 3.70 -1.43

8 3.89 1.26 3.54 -2.28

9 4.73 3.43 3.53 -0.10

10 7.21 5.19 3.88 1.31

11 9.17 6.96 3.97 2.99

12 22.94 17.95 5.46 12.49

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 7.23 6.19 6.11 0.08

2 7.44 5.45 4.79 0.66

3 5.73 4.39 5.79 -1.40

4 5.18 4.53 4.69 -0.16

5 4.24 1.94 4.34 -2.40

6 2.41 0.00 3.76 -3.76

7 1.53 0.00 3.70 -3.70

8 1.18 0.00 3.54 -3.54

9 3.98 2.53 3.53 -1.00

10 2.66 2.62 3.88 -1.26

11 3.68 3.43 3.97 -0.54

12 4.76 4.89 5.46 -0.57

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 359

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 11.05 9.18 2.28 6.90

2 8.04 5.93 1.98 3.95

3 9.84 7.93 2.16 5.77

4 6.36 6.27 1.81 4.46

5 4.45 4.00 1.62 2.38

6 2.75 1.46 1.45 0.01

7 1.99 0.85 1.38 -0.53

8 1.45 0.47 1.32 -0.85

9 1.82 1.32 1.36 -0.04

10 2.69 1.94 1.45 0.49

11 3.54 2.69 1.53 1.16

12 8.57 6.70 2.04 4.66

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 2.70 2.31 2.28 0.03

2 3.08 2.25 1.98 0.27

3 2.14 1.64 2.16 -0.52

4 2.00 1.75 1.81 -0.06

5 1.58 0.72 1.62 -0.90

6 0.93 0.00 1.45 -1.45

7 0.57 0.00 1.38 -1.38

8 0.44 0.00 1.32 -1.32

9 1.54 0.98 1.36 -0.38

10 0.99 0.98 1.45 -0.47

11 1.42 1.32 1.53 -0.21

12 1.78 1.83 2.04 -0.21

Portate mensili (m3/s)

anno scarso

Tabella 147

CRITICITA’

Tale scenario mostra dei risultati analoghi a quello precedente poiché, in condizioni di anno

scarso, gli invasi silani si svuotano fornendo all’utenza idroelettrica un volume pari al 50%

della capacità massima d’invaso, non rilasciando quindi sul fiume Tacina i volumi necessari

al soddisfacimento dei fabbisogni irrigui del comprensorio Basso Tacina.

SCENARIO III

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 29.60 24.59 6.11 18.48

2 19.45 14.34 4.79 9.55

3 26.35 21.23 5.79 15.44

4 16.49 16.24 4.69 11.55

5 11.91 10.70 4.34 6.36

6 7.12 3.78 3.76 0.02

7 5.32 2.27 3.70 -1.43

8 3.89 1.26 3.54 -2.28

9 4.73 3.43 3.53 -0.10

10 7.21 5.19 3.88 1.31

11 9.17 6.96 3.97 2.99

12 22.94 17.95 5.46 12.49

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 7.23 6.19 6.11 0.08

2 7.44 5.45 4.79 0.66

3 5.73 4.39 5.79 -1.40

4 5.18 5.03 4.69 0.34

5 4.24 3.13 4.34 -1.21

6 2.41 0.00 3.76 -3.76

7 1.53 0.00 3.70 -3.70

8 1.18 0.00 3.54 -3.54

9 3.98 2.88 3.53 -0.65

10 2.66 2.62 3.88 -1.26

11 3.68 3.43 3.97 -0.54

12 4.76 4.89 5.46 -0.57

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 360

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 11.05 9.18 2.28 6.90

2 8.04 5.93 1.98 3.95

3 9.84 7.93 2.16 5.77

4 6.36 6.27 1.81 4.46

5 4.45 4.00 1.62 2.38

6 2.75 1.46 1.45 0.01

7 1.99 0.85 1.38 -0.53

8 1.45 0.47 1.32 -0.85

9 1.82 1.32 1.36 -0.04

10 2.69 1.94 1.45 0.49

11 3.54 2.69 1.53 1.16

12 8.57 6.70 2.04 4.66

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 2.70 2.31 2.28 0.03

2 3.08 2.25 1.98 0.27

3 2.14 1.64 2.16 -0.52

4 2.00 1.94 1.81 0.13

5 1.58 1.17 1.62 -0.45

6 0.93 0.00 1.45 -1.45

7 0.57 0.00 1.38 -1.38

8 0.44 0.00 1.32 -1.32

9 1.54 1.11 1.36 -0.25

10 0.99 0.98 1.45 -0.47

11 1.42 1.32 1.53 -0.21

12 1.78 1.83 2.04 -0.21

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 148

CRITICITA’

In tale scenario, in condizioni idrologiche di anno scarso, si ha una riduzione dei deficit per

il comparto irriguo Basso Tacina, poiché gli invasi silani non svuotandosi completamente

sono in grado di rilasciare nel fiume Tacina volumi d’acqua maggiori rispetto agli scenari

precedenti. Permangono le condizioni di criticità dovuti al minimo deflusso vitale, poiché il

metodo dell’ABR è troppo restrittivo per le caratteristiche tipiche dei corsi d’acqua

calabresi.

SCENARIO IV

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 29.60 24.40 0.91 23.49

2 19.45 14.19 0.82 13.37

3 26.35 21.05 0.91 20.14

4 16.49 16.21 0.88 15.33

5 11.91 10.44 0.91 9.53

6 7.12 3.90 0.88 3.02

7 5.32 1.93 0.91 1.02

8 3.89 1.57 0.91 0.66

9 4.73 3.39 0.88 2.51

10 7.21 5.19 0.91 4.28

11 9.17 6.96 0.88 6.08

12 22.94 17.78 0.91 16.87

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 7.23 6.19 0.91 5.28

2 7.44 5.45 0.82 4.63

3 5.73 4.39 0.91 3.48

4 5.18 4.39 0.88 3.51

5 4.24 1.94 0.91 1.03

6 2.41 0.00 0.88 -0.88

7 1.53 0.00 0.91 -0.91

8 1.18 0.00 0.91 -0.91

9 3.98 2.53 0.88 1.65

10 2.66 2.52 0.91 1.61

11 3.68 3.43 0.88 2.55

12 4.76 4.73 0.91 3.82

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 361

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 11.05 9.11 0.34 8.77

2 8.04 5.87 0.34 5.53

3 9.84 7.86 0.34 7.52

4 6.36 6.25 0.34 5.91

5 4.45 3.90 0.34 3.56

6 2.75 1.50 0.34 1.16

7 1.99 0.72 0.34 0.38

8 1.45 0.59 0.34 0.25

9 1.82 1.31 0.34 0.97

10 2.69 1.94 0.34 1.60

11 3.54 2.69 0.34 2.35

12 8.57 6.64 0.34 6.30

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 2.70 2.31 0.34 1.97

2 3.08 2.25 0.34 1.91

3 2.14 1.64 0.34 1.30

4 2.00 1.69 0.34 1.35

5 1.58 0.72 0.34 0.38

6 0.93 0.00 0.34 -0.34

7 0.57 0.00 0.34 -0.34

8 0.44 0.00 0.34 -0.34

9 1.54 0.98 0.34 0.64

10 0.99 0.94 0.34 0.60

11 1.42 1.32 0.34 0.98

12 1.78 1.76 0.34 1.42

Portate mensili (m3/s)

anno scarso

Tabella 149

CRITICITA’

Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili allo scenario I, salvo per ciò che

concerne gli effetti prodotti da un rilascio come deflusso minimo vitale di una quantità pari

alla portata Q7-10. L’ipotesi di tale rilascio non produce benefici, rispetto allo scenario I, sul

comparto dell’utenza irrigua Basso Tacina poiché, in condizioni idrologiche “scarse”, i

principali serbatoi silani (Arvo ed Ampollino) si presentano vuoti.

E’ da sottolineare, comunque, che il valore della Q7-10 è inferiore al deflusso minimo vitale

stimato con il metodo dell’ABR, infatti esso non è garantito nella sezione di chiusura solo

nel periodo giugno – agosto in situazione di siccità meteorologica.

SCENARIO V

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 29.60 24.40 0.91 23.49

2 19.45 14.19 0.82 13.37

3 26.35 21.05 0.91 20.14

4 16.49 16.10 0.88 15.22

5 11.91 10.57 0.91 9.66

6 7.12 3.68 0.88 2.80

7 5.32 2.17 0.91 1.26

8 3.89 1.16 0.91 0.25

9 4.73 3.33 0.88 2.45

10 7.21 5.19 0.91 4.28

11 9.17 6.96 0.88 6.08

12 22.94 17.78 0.91 16.87

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 7.23 6.19 0.91 5.28

2 7.44 5.45 0.82 4.63

3 5.73 4.39 0.91 3.48

4 5.18 4.89 0.88 4.01

5 4.24 3.01 0.91 2.10

6 2.41 0.00 0.88 -0.88

7 1.53 0.00 0.91 -0.91

8 1.18 0.00 0.91 -0.91

9 3.98 2.53 0.88 1.65

10 2.66 2.52 0.91 1.61

11 3.68 3.43 0.88 2.55

12 4.76 4.73 0.91 3.82

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 362

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 11.05 9.11 0.34 8.77

2 8.04 5.87 0.34 5.53

3 9.84 7.86 0.34 7.52

4 6.36 6.21 0.34 5.87

5 4.45 3.95 0.34 3.61

6 2.75 1.42 0.34 1.08

7 1.99 0.81 0.34 0.47

8 1.45 0.43 0.34 0.09

9 1.82 1.29 0.34 0.95

10 2.69 1.94 0.34 1.60

11 3.54 2.69 0.34 2.35

12 8.57 6.64 0.34 6.30

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità

1 2.70 2.31 0.34 1.97

2 3.08 2.25 0.34 1.91

3 2.14 1.64 0.34 1.30

4 2.00 1.88 0.34 1.54

5 1.58 1.12 0.34 0.78

6 0.93 0.00 0.34 -0.34

7 0.57 0.00 0.34 -0.34

8 0.44 0.00 0.34 -0.34

9 1.54 0.98 0.34 0.64

10 0.99 0.94 0.34 0.60

11 1.42 1.32 0.34 0.98

12 1.78 1.76 0.34 1.42

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 150

CRITICITA’

Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili allo scenario II, salvo per ciò che

concerne gli effetti prodotti da un rilascio come deflusso minimo vitale di una quantità pari

alla portata Q7-10. L’ipotesi di tale rilascio non produce benefici significativi.

Come nello scenario precedente, il deflusso minimo vitale non è garantito nella sezione di

chiusura nel periodo giugno – agosto in condizioni idrologiche “scarse”.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Tr ionto

Il bacino del fiume Trionto ha una estensione planimetrica complessiva di 288.82 km2, con

sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 128.95 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 43.82 km

con una pendenza media del 2.5 %. Il valore della densità di drenaggio è 4.8 km/km2. Il

bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di

forma (Gravelius) pari a 2.1.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 363

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 20.79 20.76 4.63 0.88 16.13 19.88

2 17.89 17.81 4.11 0.80 13.70 17.01

3 21.21 21.10 4.69 0.88 16.41 20.22

4 15.68 15.54 4.04 0.86 11.50 14.68

5 9.38 9.25 3.51 0.88 5.74 8.37

6 5.80 5.68 3.06 0.86 2.62 4.82

7 4.37 4.27 3.00 0.88 1.27 3.39

8 3.31 3.21 2.89 0.88 0.32 2.33

9 4.07 3.99 2.88 0.86 1.11 3.13

10 6.93 6.75 3.27 0.88 3.48 5.87

11 7.54 7.57 3.24 0.86 4.33 6.71

12 20.20 20.21 4.58 0.88 15.63 19.33

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 10.00 10.00 4.63 0.88 5.37 9.12

2 9.15 9.10 4.11 0.80 4.99 8.30

3 12.51 12.45 4.69 0.88 7.76 11.57

4 9.85 9.78 4.04 0.86 5.74 8.92

5 6.22 6.15 3.51 0.88 2.64 5.27

6 3.92 3.84 3.06 0.86 0.78 2.98

7 2.86 2.79 3.00 0.88 -0.21 1.91

8 2.14 2.08 2.89 0.88 -0.81 1.20

9 2.51 2.47 2.88 0.86 -0.41 1.61

10 3.28 3.23 3.27 0.88 -0.04 2.35

11 4.30 4.32 3.24 0.86 1.08 3.46

12 7.18 7.19 4.58 0.88 2.61 6.31

Volumi mensili (hm3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 7.76 7.75 1.73 0.33 6.02 7.42

2 7.40 7.36 1.70 0.33 5.66 7.03

3 7.92 7.88 1.75 0.33 6.13 7.55

4 6.05 6.00 1.56 0.33 4.44 5.67

5 3.50 3.45 1.31 0.33 2.14 3.12

6 2.24 2.19 1.18 0.33 1.01 1.86

7 1.63 1.59 1.12 0.33 0.47 1.26

8 1.23 1.20 1.08 0.33 0.12 0.87

9 1.57 1.54 1.11 0.33 0.43 1.21

10 2.59 2.52 1.22 0.33 1.30 2.19

11 2.91 2.92 1.25 0.33 1.67 2.59

12 7.54 7.55 1.71 0.33 5.84 7.22

anno medio

Portate mensili (m3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 3.73 3.73 1.73 0.33 2.00 3.40

2 3.78 3.76 1.70 0.33 2.06 3.43

3 4.67 4.65 1.75 0.33 2.90 4.32

4 3.80 3.77 1.56 0.33 2.21 3.44

5 2.32 2.30 1.31 0.33 0.99 1.97

6 1.51 1.48 1.18 0.33 0.30 1.15

7 1.07 1.04 1.12 0.33 -0.08 0.71

8 0.80 0.78 1.08 0.33 -0.30 0.45

9 0.97 0.95 1.11 0.33 -0.16 0.62

10 1.22 1.21 1.22 0.33 -0.01 0.88

11 1.66 1.67 1.25 0.33 0.42 1.34

12 2.68 2.69 1.71 0.33 0.98 2.36

anno scarso

Portate mensili (m3/s)

Tabella 151

CRITICITA’

I risultati mostrano che si hanno particolari condizioni di criticità per ciò che riguarda il

deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’ABR, in condizioni idrologiche di anno

scarso nel periodo luglio - ottobre.

Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Torrente Turr ina

Il bacino del torrente Turrina ha una estensione planimetrica complessiva di 57.716 km2,

con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero

spartiacque è pari a 40.553 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 16.48 km

con una pendenza media del 5.13 %. Il valore della densità di drenaggio è 2.07 km/km2. Il

bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma

(Gravelius) pari a 1.50.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 364

BILANCIO IDRICO

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 3.59 3.67 0.72 0.00 2.95 3.67

2 3.25 3.32 0.65 0.00 2.67 3.32

3 3.68 3.76 0.72 0.00 3.04 3.76

4 2.38 2.45 0.57 0.00 1.88 2.45

5 1.38 1.45 0.48 0.00 0.97 1.45

6 0.66 0.50 0.41 0.00 0.09 0.50

7 0.50 0.26 0.40 0.00 -0.14 0.26

8 0.36 0.22 0.35 0.00 -0.13 0.22

9 0.54 0.58 0.39 0.00 0.19 0.58

10 0.80 0.87 0.43 0.00 0.44 0.87

11 1.20 1.28 0.47 0.00 0.81 1.28

12 3.69 3.78 0.72 0.00 3.06 3.78

anno medio

Volumi mensili (hm3)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 2.57 2.66 0.72 0.00 1.94 2.66

2 1.50 1.58 0.65 0.00 0.93 1.58

3 2.09 2.17 0.72 0.00 1.45 2.17

4 1.40 1.47 0.57 0.00 0.90 1.47

5 0.95 1.01 0.48 0.00 0.53 1.01

6 0.41 0.26 0.41 0.00 -0.15 0.26

7 0.27 0.17 0.40 0.00 -0.23 0.17

8 0.23 0.17 0.35 0.00 -0.18 0.17

9 0.41 0.46 0.39 0.00 0.07 0.46

10 0.52 0.60 0.43 0.00 0.17 0.60

11 0.72 0.80 0.47 0.00 0.33 0.80

12 1.49 1.57 0.72 0.00 0.85 1.57

Volum i mensili (hm 3)

anno scarso

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 1.34 1.37 0.27 0.00 1.10 1.37

2 1.34 1.37 0.27 0.00 1.10 1.37

3 1.37 1.40 0.27 0.00 1.13 1.40

4 0.92 0.94 0.22 0.00 0.72 0.94

5 0.52 0.54 0.18 0.00 0.36 0.54

6 0.25 0.19 0.16 0.00 0.03 0.19

7 0.19 0.10 0.15 0.00 -0.05 0.10

8 0.13 0.08 0.13 0.00 -0.05 0.08

9 0.21 0.22 0.15 0.00 0.07 0.22

10 0.30 0.32 0.16 0.00 0.16 0.32

11 0.46 0.49 0.18 0.00 0.31 0.49

12 1.38 1.41 0.27 0.00 1.14 1.41

anno medio

Portate mensili (m 3/s)

Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2

1 0.96 0.99 0.27 0.00 0.72 0.99

2 0.62 0.65 0.27 0.00 0.38 0.65

3 0.78 0.81 0.27 0.00 0.54 0.81

4 0.54 0.57 0.22 0.00 0.35 0.57

5 0.35 0.38 0.18 0.00 0.20 0.38

6 0.16 0.10 0.16 0.00 -0.06 0.10

7 0.10 0.06 0.15 0.00 -0.09 0.06

8 0.09 0.06 0.13 0.00 -0.07 0.06

9 0.16 0.18 0.15 0.00 0.03 0.18

10 0.20 0.22 0.16 0.00 0.06 0.22

11 0.28 0.31 0.18 0.00 0.13 0.31

12 0.56 0.59 0.27 0.00 0.32 0.59

anno scarso

Portate mensili (m 3/s)

Tabella 152

CRITICITA’

La situazione di maggiore criticità si ha nella condizione idrologica di anno scarso, nella

quale non si riesce a soddisfare la richiesta irrigua nei mesi di luglio ed agosto con un deficit

rispettivamente del 48% e del 34 %. In condizioni di siccità meteorologica, tali problemi

potranno essere opportunamente risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di

emergenza, dai quali valutare le priorità tra la risorsa superficiale e quella sotterranea ad

integrazione della prima. I risultati mostrano, inoltre, che sia in condizioni idrologiche di

anno medio che di anno scarso non viene soddisfatto il vincolo di deflusso minimo vitale

determinato con il metodo suggerito dall’ABR. Il carattere di fiumara del torrente Turrina

evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura,

per alcuni periodi dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 365

condizione di secca, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso

minimo vitale anche nullo.

0.3.2.2 Acque di transizione

Per la definizione del giudizio di qualità chimica, alle indagini di base sulle acque sono state

associate indagini sui sedimenti e sul biota.

La rete di stazioni per il monitoraggio delle acque di transizione comprende due siti: Zone

Umide di Gizzeria Lido (codice AT01) e Pantano di Saline Ioniche (codice AT02).

Mentre il Pantano di Saline (codice sito AT02) va incontro a ripetuti e prolungati periodi di

isolamento dal mare, con conseguenti sostanziosi cali di salinità e accumulo di sostanze

organiche, le acque di Gizzeria (codice sito AT01) sono caratterizzate da una vivificazione

(ossia dall’ingresso di acque marine) più frequente.

In particolar modo, relativamente al sito AT01, i parametri rilevati (in particolare quelli

chimico-fisici) risentono nell’arco dell’anno, in modo significativo, sia delle variazioni

climatiche che degli apporti di acque dolci. La bassa profondità misurata fa si che si

registrino valori di temperatura con minimi più bassi nei mesi invernali e picchi nei mesi

estivi rispetto alle acque marine costiere corrispondenti, nell’anno la temperatura minima

registrata è stata infatti di circa 10 gradi in dicembre – gennaio e di circa 29 a fine agosto. Il

pH non mostra forti variazioni, mantenendosi in genere poco al di sotto dei valori tipici

delle acque marine (8,2-8,3), i valori risultano più elevati in corrispondenza delle maggiori

salinità.

Per quanto attiene agli enterococchi, le concentrazioni rilevate in 7 occasioni nei campioni

superficiali e in 5 in quelli prelevati sul fondo, risultano superiori al limite previsto di 100

UFC/100 ml, indicando una contaminazione fecale che, ad una analisi degli andamenti, pare

associata ai cali di salinità e non direttamente al valore di quest’ultima.

Le concentrazioni relative a fosforo e azoto totali appaiono influenzate dal contributo dato

dalla frazione particellata e dal plancton presente.

I maggiori valori in biomassa, espressa come CHla, si registrano nei mesi tardo primaverili

ed estivi, quando le condizioni termiche e di illuminazione delle acque meglio si prestano

alla proliferazione delle piccole forme flagellate, che caratterizzano il popolamento

fitoplanctonico.

Per quanto concerne il sito AT02, la temperatura registrata mostra lo stesso andamento di

quella rilevata nel sito AT 01. In questa stazione i massimi rilevati dalla fine di agosto

raggiungono i 30 gradi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 366

La trasparenza è sempre estremamente ridotta, con valori più volte inferiori al metro.

La salinità mostra valori significativamente inferiori a quella marina con decisi incrementi

che la portano su valori prossimi al mare in gennaio e in ottobre. Le variazioni interessano

tutto lo strato d’acqua con differenze molto ridotte tra superficie e fondo. Si osserva una

tendenza all’aumento progressivo nei mesi caldi.

Sono state osservate in entrambi gli anni di monitoraggio concentrazioni irregolari, ma

estremamente elevate, dei nutrienti, sia nella frazione disciolta che totale, con picchi

maggiori in periodo invernale e fine estivo autunnale. A tali concentrazioni si associa, in

maniera non regolare, la presenza di enterococchi, quasi sempre superiori al limite. Il

Pantano è caratterizzato, in particolare, da elevatissime concentrazioni di Chla, che superano

più volte i 20 mg/mc con massimi di oltre 180 mg/mc.

Il campione relativo al sito AT01 non ha rivelato tossicità acuta (EC50 non calcolabile per

nessun organismo testato), mentre il sedimento del sito AT02 è risultato tossico per il

batterio Vibrio fischeri.

Per la classificazione delle acque di transizione si valuta il numero di giorni di anossia/anno,

misurate nelle acque di fondo. Questo risultato va integrato con il livello di concentrazione

di inquinanti prioritari riferito agli standard di qualità ambientale fissati dal DM del

12/06/2003 n° 367 (Rif.APAT monitoraggio acque di transizione 2004) e insieme

definiscono lo stato ambientale complessivo delle acque di transizione.

Sulla base dei risultati osservati dalle concentrazioni di ossigeno disciolto nell’arco del

biennio di monitoraggio, per quanto riguarda il sito di Gizzer ia Lido (AT01), i valori

monitorati non mostrano in nessuna occasione concentrazioni inferiori ad 1 mg/l,

permettendo di attribuire a questa stazione una classe ambientale “buona”. Questa

situazione viene confermata anche dall’esito delle analisi condotte sulle acque e sui

sedimenti dove pur registrando valori elevati per il cromo, che eccede di poco il limite

indicato dal D.M. 367/03, ciò non porta a pregiudicare il giudizio di qualità “buona”

espressa anche per il 2006 (cfr relazione II° rapporto annuale progetto di rilevamento quali –

quantitativo delle acque superficiali). Le concentrazioni di tutti gli altri parametri analizzati

(IPA, metalli pesanti, composti organoclorurati e composti organostannici) rientrano nei

limiti indicati dalla normativa. Anche i saggi biologici condotti sui sedimenti hanno dato per

questo sito un esito negativo. Pertanto, l’obiettivo di qualità al 2016 è quello del

mantenimento di detto stato.

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Relazione di sintesi 367

Anche per quanto concerne il sito di Saline Joniche (AT02), non sono stati rilevati livelli di

ossigeno disciolto inferiori a 1 mg/l benchè in alcune occasioni siano registrabili cali fino a

2 mg/l. Per quanto attiene a questo parametro anche a questa stazione è quindi attribuibile

una classe di Qualità Ambientale “Buona”. Tuttavia questo risultato da solo non è

sufficiente a definire lo stato ambientale del corpo idrico, ma anzi va integrato con tutta una

serie di informazioni che hanno evidenziato per questo sito concentrazioni irregolari,

estremamente elevate, dei nutrienti, sia nella frazione disciolta che totale, con picchi

maggiori in periodo invernale e fine estivo autunnale. A tali concentrazioni si associa, in

maniera non regolare, la presenza di enterococchi, quasi sempre superiori al limite. Il

Pantano è caratterizzato, in particolare, da elevatissime concentrazioni di CHla, che

superano più volte i 20 mg/mc con massimi di oltre 180 mg/mc. A questo si aggiunge il

fatto che il sedimento del sito AT02 è risultato tossico per il batterio Vibrio fischeri e

pertanto poiché la classificazione delle acque lagunari e degli stagni costieri prevede che

l’esito positivo dei saggi biologici sui sedimenti ne pregiudichi lo stato ambientale, il sito

AT02 (Saline Ioniche) va classificato nella classe scadente. Pertanto, per il

raggiungimento dell’obiettivo di qualità ambientale dello stato “buono” al 2016 dovranno

essere poste in essere una serie di indagini volte a verificare l’eventuale presenza di una

contaminazione antropica per l’elevate concentrazioni di nutrienti, clorofilla ed indicatori

microbiologici, e verificare le motivazioni della tossicità del sedimento al batterio Vibrio

fisheri.

Le informazioni ecotossicologiche avute inducono ad ipotizzare una situazione

compromessa dal punto di vista ambientale, sia pregressa che attuale, in quanto presente sia

nel primo che nel secondo anno di campionamento.

In entrambi gli anni di campionamento, gli organismi di Mytilus galloprovincialis raccolti

sono sempre risultati scarsi come numero e di dimensioni ridotte poiché quelli di dimensioni

maggiori sono morti nel periodo di esposizione.

I punti di innesto sono stati localizzati al centro del sito dove i mitili sono stati ancorati ad

una boa. Se prendiamo in considerazione i valori limite imposti dal Regolamento CEE

466/2001 relativi al piombo, mercurio e cadmio nei molluschi destinati all’alimentazione

umana e riportati nella seguente tabella:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 368

METALLO LIMITE mg/kg

Mercurio 0,5

Piombo 1,5

Cadmio 1

Tabella 153

si nota che le concentrazioni ottenute per questi elementi nelle due campagne risultano

inferiori ai corrispondenti valori limite tranne che per il piombo che nel mese di luglio

risulta eccedente il valore guida adottato di 1,5 mg/Kg. Per quanto riguarda i

microinquinanti organici, i mitili prelevati non hanno evidenziato livelli di inquinamento

difformi da quelli riscontrati nei mitili naturali analizzati nel corso delle campagne relative

alle acque idonee alla vita dei molluschi.

0.3.2.3 Acque marino costiere

Il D.lgs. 152/99 e s.m.i. pone quale obiettivo per il 31/12/2008 il raggiungimento di valori di

TRIX inferiori a 5 unità su ciascuna delle stazioni monitorate (stato “buono”). L’indice

TRIX classifica le acque costiere calabresi, ossia tutti i 67 transetti dislocati all’interno dei

15 tratti di costa omogenei identificati già nel paragrafo 0.1, sempre con elevata qualità

trofica e, pertanto, per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti

dal D.lgs. 152/99 e s.m.i. si rileva che le condizioni di trofia sono già in linea con gli

obiettivi indicati dalla normativa per il 2008 ed il 2016 (indice trofico TRIX < 5).

Il monitoraggio per la caratterizzazione delle acque marino costiere calabresi, condotto dal

novembre 2005 a settembre 2007, ha evidenziato una buona qualità trofica degli ecosistemi

marini. Durante i due anni di indagine non sono mai state rilevate situazioni di

allontanamento dalla naturalità quali, ad esempio la scarsa trasparenza delle acque, valori di

saturazione percentuali di ossigeno molto bassi o, peggio, anossie di fondo, eutrofizzazione

costiera, presenza e fioriture monospecifiche di specie fitoplanctoniche potenzialmente

tossiche, elevate concentrazioni di nutrienti inorganici ed organici.

La figura 110 riporta la classificazione dello stato ambientale delle acque marino costiere

attraverso l’applicazione dell’indice trofico (TRIX), ovvero “il valore medio dell’indice

trofico derivato dalle singole misure durante un complessivo periodo di indagine di 24

mesi” (Tab. 17 del testo aggiornato del D.Lgs 11 maggio 1999, n. 152).

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 369

Figura 110: Classificazione dello stato ambientale delle acque marino costiere attraverso l’applicazione dell’indice trofico.

L’indagine sulle biocenosi condotta su praterie di Posidonia oceanica ha rilevato uno stato

di sofferenza su 6 dei 10 siti analizzati, senza però regressioni evidenti del limite inferiore.

Riteniamo assolutamente rilevanti le osservazioni effettuate su alcune praterie dove sono

evidenti i segni di attività di pesca a strascico e di danni procurati dall’ancoraggio.

Tra gli ambienti marini mediterranei le praterie a Posidonia oceanica costituiscono un

ecosistema di fondamentale importanza per la riproduzione, lo sviluppo ed il rifugio di

moltissime specie animali provenienti non solo dallo stesso ambiente a Posidonia, ma da

numerosi ambienti costieri limitrofi. Il fondamentale ruolo ecologico svolto dalle praterie a

Posidonia oceanica è dovuto alla particolare stabilità del sistema che permette

l’ambientamento della fauna marina alle molteplici nicchie che si creano all’interno

dell’ecosistema stesso. La sua stabilità deriva dalle caratteristiche morfologiche e funzionali

della pianta le cui strutture vegetative sono particolarmente persistenti. Questo è valido

soprattutto per il comparto dei rizomi (corrispondenti al fusto) che, potendo crescere sia in

senso orizzontale che verticale, può formare una struttura complessa a terrazzo, definita

“matte”, che può raggiungere lo spessore di 5-6 metri e persistere per centinaia di anni. Il

rovescio della medaglia consiste nel fatto che l’accrescimento di Posidonia oceanica è

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 370

molto lento, 1-2 cm/anno per i rizomi a crescita verticale, 2-3 cm/anno per i rizomi a

crescita orizzontale.

Tutto questo si traduce in una relativa resistenza agli impatti grazie alla robustezza del

sistema, ma ad una bassissima capacità rigenerativa, dovuta appunto ai lenti ritmi di

crescita. Con un facile calcolo è possibile stimare che la ricostituzione di una piccola zolla

di ca. 20 x 20 cm, strappata da un’ancora, possa avvenire in un tempo minimo di 10 anni.

Esistono ad oggi, nel nostro paese, pochi studi sulla valutazione degli effetti delle ancore sul

sistema a Posidonia. Gli autori di questi studi hanno evidenziato un danno effettivo al

sistema commisurato al tipo di ancora utilizzato. Sperimentazioni di reimpianto su piccola

ed ampia scala in aree degradate da impatto antropico (inquinamento, scarico di materiali)

hanno dato risultati molto scarsi nonostante gli altissimi costi economici. L'ipotesi di una

possibile "riforestazione" di aree degradate quindi, a parte il presupposto di rimuovere a

monte le cause del degrado, non sembra praticabile su larga scala.

Quindi, è importante sottolineare come la prateria a Posidonia oceanica non è una risorsa

rinnovabile, per cui per mantenerne i documentati benefici (grande valenza biologico-

ambientale, protezione dall’erosione dei fondali e prevenzione del depauperamento degli

arenili) la scelta della sua protezione a priori rimane di fondamentale importanza.

Dove non sono presenti le praterie di Posidonia oceanica, sono state effettuate indagini

sulle comunità bentoniche di SFBC.

L’analisi di queste comunità ha evidenziato la presenza di aree di pregio quali Saline

Ioniche e aree caratterizzate da specie indicatrici di fondi molli instabili. In aggiunta,

l’indice di diversità specifica mostra un andamento abbastanza diverso nei siti analizzati

evidenziando aree a bassa diversità e, quindi, in sofferenza. Le indagini condotte offrono

utili indicazioni sullo stato di salute degli ecosistemi costieri individuando le causa di stress

in una generica pressione antropica che è abbastanza diffusa lungo le coste della regione.

I risultati relativi alla contaminazione microbiologica evidenziano, anch’essi, una buona

qualità delle acque marino costiere, con eccezione di una campagna di campionamento

condotta nel mese di settembre 2007 quando è stato rilevata, soprattutto nel settore tirrenico,

una elevata contaminazione microbiologica mai registrata prima nelle acque marine costiere

calabresi.

Il piano di campionamento condotto da novembre 2005 a settembre 2007 prevedeva che

l’ubicazione delle stazioni più costiere, dei 67 transetti ubicati lungo il periplo della regione

Calabria, tenesse conto delle indicazioni del testo aggiornato del D.Lgs 11 maggio 1999, n.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 371

152 e, quindi, della tipologia di fondale (basso, medio o alto). Con questa logica, la distanza

minima dalla costa è tale da non intercettare, quasi mai e, soprattutto, nelle aree a basso e

medio fondale, il segnale delle acque dolci veicolate dai corsi d’acqua che tendono a

scorrere lungo le coste. Questa fascia marina, strettamente costiera, oltre ad essere quella

più utilizzata dal punto di vista della balneazione è quella che enfatizza maggiormente il

contributo degli apporti del bacino versante oltre che l’impatto degli scarichi fognari.

L’analisi dei dati ha evidenziato che, nel caso specifico della Calabria, le scale spazio-

temporali ai sensi del D. Lgs. 152/99 e s.m.i. sono inadeguate sia per valutare le cause di

stress ambientale dovute agli apporti antropici, che per individuarne le fonti certe di

inquinamento al fine di proporre rimedi e mitigazioni. Bisogna tener presente che la regione

Calabria presenta una elevata complessità idrografica costiera e un bacino versante con

particolari caratteristiche, ovvero con apporti discontinui di corsi d’acqua che sperimentano,

nel corso dell’anno, regimi di piena e lunghi periodi di scarsa portata o di secca,

Di contro, un controllo su scale spazio-temporali adeguate è certamente il monitoraggio

condotto per la balneazione (secondo quanto prescritto o previsto dal DPR 470/82),

delegato, per legge, alle agenzie regionali. Questa azione di monitoraggio, è condotta per

poco più di quattro mesi, nel periodo compreso tra aprile e settembre e risponde

adeguatamente all’obiettivo della balneabilità, ma anch’esso non è idoneo ad individuare le

fonti di contaminazione, se non per il periodo di indagine (1 Aprile- 30 Settembre). In

aggiunta, in questo complesso quadro problematico, bisogna tener presente che le colimetrie

costituiscono solo indici di inquinamento, ma non danno indicazioni accurate sulle

caratteristiche microbiologiche delle matrici conservative che potrebbero risultare

contaminate da batteri patogeni anche in assenza di indici di contaminazione fecale.

Per quanto sopra detto, per una più accurata valutazione dello stato di contaminazione

microbiologica delle acque costiere, esiste la necessità di analizzare, ove presenti, serie

temporali lunghe, soprattutto in relazione all’estrema dinamicità dell’ambiente e alla sua

disomogeneità sia spaziale che temporale.

Come notazione di carattere generale bisogna tener presente che l’ambiente marino

pelagico, è soggetto, in ogni suo punto, ad un continuo ricambio del corpo d’acqua, su scale

spaziali e temporali estremamente variabili. Questa caratteristica dei sistemi acquatici rende

l’osservazione puntuale scarsamente rappresentativa della condizione ambientale e,

comunque, di più difficile interpretazione. Pertanto, solo osservazioni ripetute su

appropriate scale spazio-temporali possono delineare un quadro più affidabile del

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 372

funzionamento del sottosistema marino e, nel caso di un’area costiera, consentire

l’individuazione di segnali di impatto antropico.

La regione Calabria, attraverso il finanziamento e l’attuazione del Programma d’interventi

per la valutazione delle condizioni ambientali delle acque marine calabresi, che in pratica

ha riguardato l’arco temporale compreso tra il 1990 e il 1995 e tra il 1998 e il 2000, ha

prodotto risultati che rappresentano vere e proprie serie temporali, che benché scarsamente

utilizzati, costituiscono una base-dati di grande rilevanza ai fini gestionali in relazione alla

persistente ed incontrollata pressione antropica oltre che a cambiamenti indotti da variazioni

climatiche.

I dati relativi alle serie temporali sopra riportate sono stati analizzati, in un’unica visione

problematica, insieme ai risultati del monitoraggio Nov. 2005-Sett.2007 e ai dati recenti

relativi alla balneazione. In aggiunta, per una interpretazione adeguata delle fenomenologie

che interessano la fascia costiera, le informazioni delle caratteristiche igienico sanitarie delle

acque costiere sono stati analizzate in una visione integrata, con l’analisi delle acque

destinate alla vita dei molluschi e alla loro eventuale contaminazione microbiologica (cfr.

Allegato N). Una integrazione reale necessita anche di valutare la contaminazione della

terraferma che favorisce, com’è noto, fenomeni di accumulo e di permanenza delle sostanze

inquinanti e di molti organismi per tempi lunghi. Tale contaminazione, in modo

assolutamente imprevedibile, è veicolata a mare, essenzialmente durante le stagioni

autunnali, invernali e primaverili. Questa tipologia di analisi è assolutamente indispensabile

in un territorio con caratteristiche peculiari tipiche come quelle della regione Calabria.

L’analisi di tutti i dati di contaminazione fecale relativi al quinquennio 1990-1995, ha

evidenziato che l’11% dei campioni analizzati è risultato contaminato. L’analisi puntuale

dei siti ha rilevato che il 58% di essi è risultato, anche se sporadicamente, contaminato

(Figura 111). Ciò ad enfatizzare l’esistenza, sul territorio a terra, di focolai di

contaminazioni e l’irregolarità delle fonti inquinanti che sono numerose e di difficile

controllo. Tutto ciò appare imputabile alla inadeguata rete fognaria e/o al pessimo

funzionamento della depurazione, ove presente.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 373

Coliformi fecali > 100 UFC/ml < 100 UFC/ml

A B

Figura 111: Contaminazione microbiologica : 1990-1995, A) % campioni contaminati (800 su 7231), B) % siti contaminati (219 su 377).

Più nel dettaglio, analizzando i settori ionico e tirrenico e lo Stretto di Messina

separatamente è emerso che le coste tirreniche presentano, percentualmente, un numero di

campioni contaminati quasi doppio rispetto al settore ionico (12% contro il 7% ). L’area

dello Stretto di Messina, che è sottoposta agli impatti della città di Reggio Calabria, è

certamente l’area maggiormente inquinata con ben il 34 % dei campioni analizzati e il 96%

dei siti investigati.

Sulla base di questi risultati, durante gli anni 1998-2000, l’attenzione fu puntata su 16 aree

costiere della Calabria ritenute a rischio igienico-sanitario o comunque meritevoli di

approfondimento in base ai risultati del precedente quinquennio. Tali aree sono

rappresentate dai tratti di costa interessati dagli apporti dei corsi d’acqua Amato, Turrina,

Angitola, Ruffa, Mesima, Budello e Petrace, per quanto riguarda la costa tirrenica e

dell’Ancinale, Corace, Melito, Esaro, Neto e Crati, per quanto riguarda la costa ionica e dai

litorali dei centri urbani di Paola, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Crotone.

Questa indagine mirata ha evidenziato che in queste aree, per l’intero triennio e per tutte le

stagioni, circa il 50% dei campioni analizzati è risultato contaminato con livelli di

contaminazione molto elevati (Figura 112). Tra i siti analizzati, il 92% è contaminato con

una frequenza di contaminazione elevatissima (>60%). Alcuni di questi siti, ad esempio le

aree antistanti la foce del Crati, la foce dell’Esaro, alcuni siti del litorale di Reggio Calabria,

alcune siti antistante corsi d’acqua nel Golfo di Gioa Tauro, sono risultati sempre

contaminati.

89%

11%

58% 42%

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 374

Coliformi fecali > 100 UFC/ml < 100 UFC/ml

A B

Figura 112: Contaminazione microbiologica : Febbraio 1998-Ottobre 2000, A) % campioni contaminati (807 su 1669), B) % siti contaminati (129 su 140).

In sintesi, pur sottolineando che esistono in Calabria estesi tratti di costa dove le condizioni

igienico-sanitarie delle acque marine appaiono accettabili (con la presenza di sporadici

fenomeni di contaminazione di origine cloacale) l’analisi dei risultati relativi agli anni 1990-

1995 e 1998-2000 ha evidenziato che lungo le coste della Calabria sono individuabili le

seguenti tipologie di contaminazioni:

‚ aree con indici di contaminazione che persistono, se pur con variazioni di intensità, in

tutti i periodi stagionali. Si tratta delle aree costiere marine in corrispondenza di alcuni

centri urbani, che evidentemente non dispongono di reti tecnologiche adeguate per la

depurazione e lo smaltimento dei reflui;

‚ aree con indici di contaminazione che si riscontano solo nel periodo estivo di massima

pressione antropica;

‚ aree con indici di contaminazione che persistono solo nel periodo stagionale delle

piogge e, quindi, di piena dei corsi d’acqua.

Quanto sopra riportato è, comunque, un’informazione utile ma datata agli inizi degli anni 90

fino al 2000.

L’analisi dei dati recenti (2007) della balneazione fornito dall’ARPACAL mostra una

situazione abbastanza differente nel senso che, tra aprile e settembre, soltanto il 4% dei

campioni analizzati e il 14% dei siti investigati risultano contaminati confermando una

maggiore incidenza nel settore tirrenico (Figura 113).

48%52% 92%

8%

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 375

Coliformi fecali > 100 UFC/ml < 100 UFC/ml

A B

Figura 113: Contaminazione microbiologica: balneazione 2007, A) % campioni contaminati (201 su 5394), B) % siti contaminati (88 su 634).

Paragonando il passato decennio con le analisi della balneazione del 2007 sembra che la

contaminazione delle acque costiere calabresi sia molto migliorata. Ovviamente un anno di

dati relativi ad un solo periodo dell’anno non rappresenta una prova del miglioramento reale

della situazione igienico-sanitaria delle coste calabresi anche in considerazione

dell’anomalia termica del 2007, con l’inverno più caldo degli ultimi 50 anni, e con la

conseguente influenza sul regime delle precipitazioni.

Integrando questi risultati con l’analisi delle portate dei corsi d’acqua, si mette in evidenza

che in tutto il territorio calabrese le misure di portata dei corsi d’acqua per il 2006 e 2007

sono differenti. Infatti, nel 2007 sono state registrate portate inferiori nel 77% dei corsi

d’acqua investigati. Questo quadro mette in risalto che i meccanismi di contaminazione

delle acque costiere sono differenti in questi due anni di indagine e le portate minori,

rilevate durante il 2007, potrebbe essere coerente con il modesto livello di inquinamento

rilevato a mare durante l’estate dello stesso anno. Più in particolare, analizzando solo i dati

di portata durante il periodo di indagine della balneazione, la percentuale dei corsi d’acqua a

minor portata aumenta (87%) nel 2007 rispetto al 2006.

Indipendentemente da questa considerazione, anche i risultati relativi alle acque destinate

alla vita dei molluschi e l’analisi degli stessi organismi evidenziano una situazione igienico

sanitaria alquanto differente da quella rilevata dai dati della balneazione.

Inoltre, è importante segnalare l’inquinamento dei corsi d’acqua superficiali rilevato

nell’arco temporale compreso tra Dic. 2006 e Nov. 2007. Durante questo biennio, i corsi

d’acqua superficiali nel 90% dei casi sono risultati inquinati con un livello di concentrazione

di Escherichia coli, quindi anche di organismi potenzialmente patogeni, molto elevati. In

questo caso abbiamo considerato solo i siti di campionamento strettamente costieri e,

quindi, potenzialmente fonti di eventuale contaminazione delle acque marine. Più nel

86% 14%

96%

4%

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 376

dettaglio, esaminando le stazioni costiere di 15 corsi d’acqua superficiali nel Tirreno e 15

nello Ionio, risulta che il maggior inquinamento è presente nel settore tirrenico con il 94%

dei campioni contaminati contro l’87% nel settore ionico. I dati relativi ai restanti campioni

della parte più interna dei corsi d’acqua, evidenziano una situazione ancora più drammatica,

in quanto il 95% dei campioni analizzati è risultato contaminato. E’ evidente che l’intero

territorio calabrese è sottoposto ad un notevole inquinamento costante e diffuso e che i corsi

d’acqua superficiali sono ricettacoli di scarichi fognari non trattati. Fanno eccezione, per un

modesto livello di inquinamento fecale, i corsi d’acqua Calopinace, Gallico, Deuda per il

settore tirrenico e Trionto, LaVerde, Nicà, Raganello e Bonomico per il settore ionico che

sono torrenti e fiumare, alcuni dei quali spesso in secca durante il corso dell’anno.

In definitiva, riteniamo di poter affermare quanto già evidenziato durante le indagini

condotte nel decennio 1990-2000, ovvero che la regione Calabria manifesta grandi carenze

nel collettamento degli scarichi fognari enfatizzato dai risultati delle indagini di

contaminazione dei corsi d’acqua superficiali dove, nell’arco di 12 campionamenti mensili

(Dic. 2006 – Nov. 2007) più del 90% dei campioni analizzati è risultato pesantemente

contaminato.

Un discorso a parte merita l’anomalia registrata a settembre 2007 quando sono stati misurati

a mare livelli di contaminazione elevatissimi soprattutto nel settore tirrenico.

L’inquinamento registrato non è correlabile con variabili chimico-fisiche, ad esempio la

salinità, tali da enfatizzare consistenti arrivi di acqua dolce da terra. L’unico dato di tipo

oceanografico, in qualche modo correlabile è il segnale del minimo sub superficiale di

salinità. Tale struttura oceanografica è presente, durante l’estate, lungo le coste tirreniche

della Calabria a segnalare la presenza di una massa d’acqua denominata MAW (Modified

Atlantic Water) che normalmente si colloca tra i 50 e i 90 metri. Di contro, durante la tarda

estate del 2007 la MAW era posizionata tra i 20 e i 50 metri (Figura 114).

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Relazione di sintesi 377

A B

Figura 114: Distribuzione spaziale della salinità alla quota di 20 metri A) estate 2007, B) settembre 2006.

Il segnale della presenza di questa massa d’acqua, di norma è più evidente nella parte

meridionale della costa tirrenica della Calabria e tende a scomparire procedendo verso nord.

Nel settembre 2007 non solo il minimo si colloca in un differente strato della colonna

d’acqua, e ciò potrebbe essere dovuto alla anomalia termica invernale che ha alterato

consistentemente il rimescolamento verticale della colonna d’acqua, ma è differente il senso

della distribuzione di questo segnale che è esattamente contrario a quello normalmente

osservato ad enfatizzare un possibile scenario di cambio della circolazione costiera con tutte

le implicazioni, anche di tipo trofico, che tale situazione comporta.

Se da una parte non esistono chiare correlazioni con i classici parametri abiotici, un segnale

dell’anomalia della fine di agosto del 2007 potrebbe essere ricavato dall’analisi dei dati

satellitari.

I questo senso, i dati satellitari utilizzati in questo studio provengono dal sensore MODIS-

Aqua. Sono stati presi in esame quelle grandezze che potessero fornire informazioni

riguardanti sversamenti costieri che aumentano il contenuto di clorofilla (Chla), di materiale

totale sospeso (TSM), di carbonio organico particellato (POC) con la conseguente

variazione del coefficiente di attenuazione della luce a 490 nanometri (k490). Per questo

studio di sintesi, sono state elaborate le immagini relative al periodo compreso tra la fine di

agosto e la prima decade di settembre 2007.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 378

Tramite le immagini True-color è possibile individuare, grazie all’elevata risoluzione, una

fioritura fitoplanctonica costiera quale risultato di apporti di acque continentali a mare

legate ad un evento precedente. In questo senso, analizzando a titolo di esempio il giorno 1

settembre a confronto con la sequenza dei giorni 5, 6 e 7 settembre, è visibile un chiaro

segnale di risposta del comparto primario ad un eventuale precedente sversamento da terra,

indicato da filamenti di colore più chiaro all’altezza di Scalea (Figg. 115, 116, 117 e 118).

A B

Figura 115: Distribuzione spaziale di A) clorofilla (Chla) e B) coefficiente di attenuzione della luce (k490) relative al 1 settembre 2007

Le concentrazioni di clorofilla in condizioni “normali” dovrebbero essere intorno a 0.08 mg

m3 mentre il 6 settembre, nelle acque antistanti Scalea la concentrazione di clorofilla arriva

a 0,3 – 0,4 mg m3. Le concentrazioni di biomassa fitoplanctonica, così come il coefficiente

di attenuazione della luce, (k490) ottenuti per i primi giorni di settembre, sono ben correlati

con la distribuzione degli enterococchi rinvenuti durante la campagna oceanografica

effettuata alla fine di agosto nel settore tirrenico .

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Relazione di sintesi 379

A B

Figura 116: Distribuzione spaziale di A) clorofilla (Chla) e B) coefficiente di attenuzione della luce (k490) relative al 5 settembre 2007

A B

Figura 117: Distribuzione spaziale di A) clorofilla (Chla) e B) coefficiente di attenuzione della luce (k490) relative al 6 settembre 2007

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 380

Figura 118 : Distribuzione spaziale di A) clorofilla (Chla) e B) coefficiente di attenuzione della luce (k490) relative al 7 settembre 2007

Nonostante le date di campionamento non siano coincidenti ma distanziate di qualche

giorno, la correlazione tra Enterococchi e presenza di particellato in acqua potrebbe essere

coerente con un evento straordinario verificatosi a fine agosto. I dati relativi alla

balneazione non sono utili ad una verifica di coerenza con i risultati del monitoraggio Nov.

2005-Sett.2007 perchè i campionamenti relativi alla balneabilità delle aree costiere del

settore tirrenico sono stati effettuati prima del 24 Agosto e, quindi, antecedenti a quelli

effettuati durante la campagna di fine estate del 2007. Questi ultimi, interessano aree molto

distanti dalla fascia marina strettamente costiera dove si campiona per la balneazione. A

questo punto sono possibili solo ipotesi non essendoci inequivocabili evidenze sperimentali.

Una ipotesi plausibile è che siano stati scaricati, mediante condotte, carichi di nutrienti e di

contaminanti microbiologici non trattati e molto concentrati. In relazione alla struttura della

colonna d’acqua, tale carico è rimasto nella zona fotica e si è distribuito nell’arco di qualche

giorno nella colonna d’acqua generando una fioritura fitoplanctonica e distribuendo

l’inquinamento microbiologico su un’ampia area. Si ricorda che gli Enterococchi sono più

resistenti dei coliformi in ambiente marino. Tale ipotesi è coerente con la distribuzione

spaziale della MAW durante il campionamento e con le immagini satellitari degli inizi di

settembre.

Nella figura 119 si riporta la distribuzione spaziale dell’inquinamento fecale e la posizione

delle condotte sottomarine. E’ evidente che la posizione delle condotte ricalca, abbastanza

fedelmente, la distribuzione dei contaminanti microbiologici nel settore orientale della

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 381

Calabria a supporto dell’ipotesi di una scorretta operazione di scarico a mare di inquinanti

accumulati durante il periodo di massima pressione antropica nella fascia costiera tirrenica.

A B

Figura 119: A) Distribuzione superficiale degli Enterococchi UFC/100 ml (28 Ago.-9 Sett. 2007), B) condotte sottomarine

0.3.2.4 Corpi idr ici sotterranei: aspetti quantitativi e qualitativi

La complessità idrogeologica del sistema necessita di un periodo di osservazione di gran

lunga maggiore, rispetto a quello esaminato, per poter estrapolare informazioni sulle

tendenze a medio e lungo termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee

delle aree in oggetto. Pertanto, secondo il D.Lgs. 152/99, “in assenza di serie storiche

significative di dati dal punto di vista quantitativo in una prima fase la classificazione sarà

basata sullo stato chimico delle risorse, ipotizzando, per la parte quantitativa, una classe

C”.

Seguendo tale principio, secondo quanto riportato nella Tab.22 dell’All.1 al D.Lgs.152/99,

lo stato ambientale dei corpi idrici sotterranei sarebbe scadente per tutti i pozzi e le sorgenti

oggetto di monitoraggio.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 382

Stato

elevato

Stato

buono

Stato

sufficiente

Stato

scadente

Stato

particolare

1 A 1 - B 3 A 1 C 0 A

2 - A 3 B 2 C 0 B

2 - B 3 C 0 C

4 C 0 D

4 A 1 D

4 B 2 D

3 D

4 D

Tabella 154: Tabella 22 dell’All.1 del D.Lgs.152/99: Stato ambientale (quali-quantitativo) dei corpi idrici sotterranei

L’obiettivo al 2016, imposto dal decreto suddetto al Titolo II, Capo I, art.4 commi a) e b),

prevede il conseguimento dell’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di

“buono”.

Allo stato attuale, in base alle conoscenze acquisite, è possibile ragionare solo in termini di

stato chimico delle acque sotterranee, fermo restando che, mediante disponibilità ulteriori di

dati quantitativi, lo stato passi da C a B o A al 2016.

0.3.2.4.1 Le condizioni quali-quantitative dell’area d’interesse idrogeologico dell’acquifero

di Sibari

Aspetto qualitativo

Di seguito si riportano la situazione qualitativa della Piana di Sibari e gli obiettivi

individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale

previsto dalla normativa.

Nell’acquifero di Sibari sono stati monitorati 26 punti acqua di cui 21 pozzi e 5 sorgenti.

Dal monitoraggio eseguito emerge la seguente classificazione dello stato chimico.

Codice

StazioneTipo Stato

chimicoObiettivo al 2016

SB01 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

SB02 POZZO 1 Mantenimento dello stato chimico 1 e

raggiungimento dello stato quantitativo B per ricadere nello stato buono.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 383

SB03 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello

stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SB04 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello

stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SB05 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello

stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SB06 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello

stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SB06bis POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello

stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SB07 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono

SB08 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono

SB09 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono

SB10 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono

SB11 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello

stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SB12 POZZO 3 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello

stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SB13 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello

stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SB14 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono

SB15 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono

SB16 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello

stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SB17 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello

stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SB18 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello

stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SB19 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono

SB20 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono

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Relazione di sintesi 384

SB21 SORGENTE 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello

stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SB22 SORGENTE 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono

SB23 SORGENTE 3 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello

stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SB24 SORGENTE 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono

SB25 SORGENTE 1 Mantenimento dello stato chimico 1 e

raggiungimento dello stato quantitativo B per ricadere nello stato buono.

Tabella 155: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero della Piana di Sibari

Lo stato chimico 1 è stato registrato solo per 1 pozzo ed 1 sorgente, mentre lo stato chimico

2 caratterizza 9 pozzi e 2 sorgenti. Per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016 può

ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di livello

A o B così come accennato precedentemente.

Per quel che concerne lo stato chimico 3, esso è rappresentativo di 1 pozzo ed 1 sorgente.

Per entrambi i punti acqua lo stato chimico 3 è attribuibile al parametro Nitrati, che è

risultato in quasi tutte le campagne di monitoraggio superiore a 25 mg/l. Per raggiungere

l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla

classificazione dello stato quantitativo, il pozzo e la sorgente in questione devono essere

portati allo stato chimico 2, ovvero si dovrà agire affinché la concentrazione di nitrati ivi

rilevata scenda al di sotto di 25 mg/l.

Infine, per 10 pozzi ed una sorgente lo stato chimico è risultato essere 4, di questi solo 3

pozzi hanno presentato concentrazioni elevate anche dei parametri addizionali (Fluoruri e

Pesticidi totali), mentre per i rimanenti lo stato chimico è dovuto alle sole concentrazioni dei

parametri di base. In molti casi i parametri incriminati sono il ferro, il manganese e lo ione

ammonio, a cui seguono in minor numero cloruri e solfati. Per raggiungere l’obiettivo di

qualità “buono” al 2016, i pozzi e le sorgenti in questione devono essere portati allo stato

chimico 2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei parametri di base ivi

rilevati scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa.

Il quadro qualitativo degli acquiferi dell’area in esame si completa con l’analisi dei

parametri microbiologici che sono stati monitorati in tutte le campagne pur non essendo

questi esplicitamente previsti dal D.Lgs. 152/99. Le risultanze fanno registrare una

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 385

situazione piuttosto altalenante tra le diverse campagne di monitoraggio con un discreto

miglioramento nella seconda.

In particolare è da segnalare come piuttosto accentuato l’inquinamento microbiologico

rilevato con costanza, in tutte le campagne di monitoraggio, in corrispondenza dei pozzi

SB17 ed SB19.

Considerata l’esclusiva provenienza fecale della gran parte dei parametri microbiologici

investigati si può legare questa forma di contaminazione alla presenza di insediamenti

abitativi non serviti da fogna o a perdite della stessa rete fognaria o ancora alla presenza di

allevamenti zootecnici.

In definitiva, le aree più interessate dai fenomeni inquinanti sono collocate, in generale,

nelle aree più prossime alla costa. La tipologia piuttosto varia di inquinanti rinvenuti e la

loro distribuzione nell’area di monitoraggio rendono piuttosto difficile l’identificazione di

una potenziale fonte inquinante. Sicché la derivazione di obiettivi di qualità e,

conseguentemente, la formulazioni di misure d’intervento atte al passaggio di classe di

qualità, risulta un processo non precipuamente indirizzato al raggiungimento della

rimozione o mitigazione della causa generatrice.

Va, tuttavia, evidenziato che la Piana di Sibari è la più grande pianura alluvionale della

Calabria e tra le aree a maggiore densità abitativa. Principale risorsa economica della zona è

rappresentata dall’attività agricola (agrumi, oliveti, risaie), oltre che dal turismo con vari

villaggi turistici collocati lungo la costa.

Quanto affermato è ben evidenziato dalla prevalenza delle aree coltivate a frutteto. A questo

si può probabilmente attribuire la diffusa presenza di manganese essendo questo molto

utilizzato proprio nelle concimazioni di agrumi.

Le concentrazioni di nitrati sono inferiori a 25 mg/l per la quasi totalità dell’area monitorata.

Fa eccezione una piccola zona centrale in corrispondenza dei pozzi SB17, SB23, SB12.

Questa apparente contraddizione rispetto alla vocazione agricola del territorio sembra

invece in accordo con l’utilizzo di altre tipologie di prodotti fertilizzanti come già detto a

proposito della massiccia presenza di manganese.

Ulteriore elemento di noise allo stato qualitativo del settore fisico geografico competente

l’idrosfera in argomento è rappresentato dai fenomeni di intrusione salina, elemento di

degrado qualitativo delle falde situate in prossimità della costa, quale conseguenza diretta

del sovrasfruttamento delle falde con richiamo del cuneo di acqua salina dal mare. I tenori

di Cl- sono per gran parte dei casi esaminati tali da classificare le acque come dolci e solo in

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 386

alcuni casi salmastre. Ciononostante, non risulta nessuna evidente relazione tra i tenori di

Cl- e la distanza dalla costa.

Una chiara indicazione sulla presenza di contaminazione marina è riscontrata per il pozzo

SB11 che non è in assoluto il più prossimo alla costa. Nessuna evidenza sembra rilevata per

gli altri punti di monitoraggio. I risultati ottenuti -quasi tutti inferiori all’unità-

indicherebbero che le acque sono da considerarsi a bassa-media salinità.

Altro elemento di qualificazione delle acque sotterranee della Piana di Sibari: la

mineralizzazione delle acque risulta da poco accentuata ad eccessiva con una netta

prevalenza di acque con mineralizzazione media e importante. Questo fa pensare a circuiti

non proprio superficiali e tempi di rinnovo mediamente lunghi.

Aspetto quantitativo

La complessità idrogeologica del sistema necessita di un periodo di osservazione di gran

lunga maggiore rispetto a quello esaminato per poter estrapolare informazioni sulle tendenze

a medio e lungo termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee dell’area in

oggetto, tuttavia si possono fare delle osservazioni legate al monitoraggio relativo al biennio

2006-2007, di seguito esposte.

La superficie piezometrica dei livelli profondi, rilevata nel 1974, risulta avere l'andamento

tipico di un conoide che si estende dal punto di sbocco del torrente Raganello fino al mare.

Le linee di maggiore deflusso hanno un andamento NO-SE, mentre l'artesianità delle acque,

in vicinanza della costa, legata alla presenza di formazioni argillose lenticolari, è di soli

circa 1.0-1.5 m sul piano campagna. La discarica naturale delle acque sotterranee ha luogo

in gran parte attraverso impaludamenti che risultano essere presenti nella zona e che sono

attualmente bonificati da una rete di canali.

L’acquifero della Piana di Sibari rappresenta una importante risorsa idrica per le attività di

agricoltura intensiva che ivi sono praticate. Conseguentemente, la caratterizzazione del

potenziale di tale sistema acquifero è un requisito essenziale per lo sfruttamento sostenibile

di una risorsa, dimostratosi –a seguito di classificazione esperita, su base sistema di

monitoraggio- a rischio di depauperamento qualitativo.

La stima della potenzialità dell’acquifero effettuata è strettamente legata alle caratteristiche

delle forzanti climatico-idrologiche dell’area in oggetto.

Di seguito sono stati riportati i valori numerici dell’afflusso riferito all’area di alimentazione

della Piana di Sibari, sia come valori totali annui che come totali del periodo di maggiore

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 387

ricarica della falda (ottobre-aprile); è stato anche indicato un range verosimile per i valori di

ricarica efficace variabili tra il 30 e il 50% della pioggia. Detti valori, ancorché risultanti da

un metodo approssimato, forniscono una indicazione di massima sui tassi di ricarica

naturale degli acquiferi, sia in termini medi che di variabilità inter-annuale.

P annuale P ott-apr % ricarica annuale (30÷50% di P)

ricarica ott-apr (30÷50% di P)

90° percent. (mm) 1632 1323 81% 489 ÷ 816 397 ÷ 662

10° percent. (mm) 492 439 89% 148 ÷ 246 132 ÷ 220

Media (mm) 1058 882 83% 317 ÷ 529 265 ÷ 441

Tabella 156: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale

di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale.

Il regime climatico della regione quasi completamente appartenente al regime mediterraneo,

è caratterizzato da un’elevata stagionalità delle precipitazioni, concentrate nel periodo

ottobre-aprile e quindi maggiormente utili al fine della ricarica degli acquiferi. Di contro la

facies di emungimento, stante la distribuzione dell’idroesigenza colturale (land-use), si

esplica maggiormente nei periodi maggio-settembre.

I valori monitorati evidenziano una sensibile riduzione del livello piezometrico

corrispondente al minimo estivo tra l’estate 2006 e l’estate 2007, nonostante il maggiore

afflusso meteorico dell’ultimo anno. Inoltre, da un confronto tra i livelli stessi rilevati nei

pozzi durante il biennio 2006/2007 è possibile individuare le aree che, nel corso di tale

periodo di indagine, si comportano come zone di ricarica della falda e, analogamente, quelle

in cui lo sfruttamento quantitativo della falda è più marcato. Nel caso dell’area di Sibari, si

possono notare le aree di maggiore ricarica a nord-ovest, ad ovest e a sud-est, corrispondenti

ai rilievi montuosi circostanti la piana. Allo stesso modo, è stato possibile con tale

rappresentazione seguire l’evoluzione dell’area di maggiore depressione della superficie

piezometrica, coincidente con la periferia meridionale.

Inoltre, l’analisi variazionale della superficie piezometrica ha consentito di riconoscere i

periodi di maggiore ricarica corrispondenti al periodo invernale, nonché quelli di maggiore

prelievo corrispondenti all’estate 2007.

Infine, nonostante la brevità del periodo di indagine, è stato possibile evidenziare, per

confronto tra due analoghe stagioni di due anni consecutivi, la maggiore diminuzione della

superficie piezometrica in corrispondenza dell’estate 2007.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 388

Si rimanda, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di interscambio

tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui devono essere

prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio Idrogeologico”.

Nelle propaggini vallive la pressione antropica è da ricondursi alla forzante “agricoltura

intensiva”, precipuamente localizzabile nella fascia valliva di piana. In detta aree è la falda

che alimenta i fiumi, pertanto la risorsa idrica da proteggere è proprio la falda.

A fronte di tali considerazioni e tenuto conto che, allo stato attuale, la principale fonte di

approvvigionamento irriguo nelle aree della Piana di Sibari è rappresentata dalle acque

sotterranee, l’utilizzo continuo di tali acque, già caratterizzate da carichi inquinanti elevati

(cfr. All. I), indurrebbe un progressivo aumento della concentrazione di nitrati e di altre

sostanze derivanti dall’utilizzo di concimi ed ammendanti organici ad opera del

dilavamento.

Tale fenomeno si verifica a fronte del fatto che detti acquiferi possono essere considerati

come acquiferi permeabili per porosità, alimentati prevalentemente dalle acque superficiali

delle fiumare e dai ruscellamenti dei pendii, e caratterizzati da valori di permeabilità da

media ad elevata.

Il sistema agricolo, sotto l’aspetto della distribuzione della idroesigenza colturale, è un

sistema essenzialmente particellare. Talché, le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate

quasi esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi d’acqua estratti

dall’acquifero vengono redistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in falda a meno

della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante. Del resto questa aliquota è

compresa nella stima dell’infiltrazione efficace.

0.3.2.4.2 Le condizioni quali-quantitative dell’area d’interesse idrogeologico dell’acquifero

di S.Eufemia

Aspetto qualitativo

Di seguito si riportano la situazione qualitativa dell’acquifero di Sant’Eufemia e gli obiettivi

individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale

previsto dalla normativa.

Nell’acquifero di Sant’Eufemia sono stati monitorati 15 pozzi. Dal monitoraggio eseguito

emerge la seguente classificazione dello stato chimico.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 389

Codice Stazione

Tipo Stato chimico

Obiettivo al 2016

SE01 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

SE02 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

SE03 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

SE04 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

SE05 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SE06 POZZO 3 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SE07 POZZO 3 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SE08 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SE09 POZZO 3 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SE10 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono

SE11 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SE13 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SE14 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SE15 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

SE16 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

Tabella 157: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero di Sant’Eufemia

Lo stato chimico 1 non è stato registrato per alcun pozzo, mentre per 5 pozzi lo stato

chimico risultante ricade in classe 2. Per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016 può

ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di livello

A o B.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 390

Per quel che concerne lo stato chimico 3, esso è rappresentativo di 3 pozzi. Per tutti i punti

acqua lo stato chimico 3 è attribuibile al parametro Nitrati, che è risultato in tutte le

campagne di monitoraggio superiore a 25 mg/l. Per raggiungere l’obiettivo di qualità

“buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla classificazione dello

stato quantitativo, i pozzi in questione devono essere portati allo stato chimico 2, ovvero si

dovrà agire affinché la concentrazione di nitrati ivi rilevata scenda al di sotto di 25 mg/l.

Infine, per 7 pozzi lo stato chimico è risultato essere 4, di questi solo 1 ha presentato

concentrazioni elevate anche dei parametri addizionali (Fluoruri ed Arsenico), mentre per i

rimanenti lo stato chimico è dovuto alle sole concentrazioni dei parametri di base. In due

casi è la concentrazione dei Nitrati a far attribuire ai pozzi lo stato chimico 4. Per i rimanenti

5 pozzi in classe 4, i parametri la cui concentrazione è superiore ai limiti sono il ferro ed il

manganese ed in un solo caso lo ione ammonio. Per raggiungere l’obiettivo di qualità

“buono” al 2016, i pozzi e le sorgenti in questione devono essere portati allo stato chimico

2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei parametri di base ivi rilevati

scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa.

Le risultanze delle analisi del sistema di monitoraggio approntato descrivono molto bene

una situazione qualitativa tutt’altro che rassicurante. Sono pochissimi, infatti, i punti acqua

dove non vi siano le indicazioni dei parametri le cui concentrazioni misurate sono risultate

superiori al limite relativo ai parametri stessi. I fattori inquinanti sono ben diffusi su tutto il

territorio dell’area in esame, alternandosi tra nitrati, ferro, manganese e ione ammonio.

La seconda campagna, se da un lato riduce il numero di punti indicativi di un inquinamento

in atto, dall’altro presenta nuovi parametri inquinanti quali i fluoruri nella zona occidentale

e gli idrocarburi policiclici aromatici nella parte settentrionale dell’area, che si

accompagnano agli stessi parametri presenti in forma massiccia nel corso della prima

campagna.

La tipologia di inquinanti rinvenuti (con esclusione dei nitrati) e la loro alternanza nel corso

delle diverse campagne di analisi delle acque di falda non sembra suggerire l’attribuzione

della contaminazione alle pratiche agricole. La presenza di alcuni inquinanti (ammonio,

IPA) è sicuramente da collegarsi all’esteso sviluppo di aree urbanizzate presenti nella Piana

di S. Eufemia, in cui tra l’altro ricade anche l’aeroporto di Lamezia Terme. Riguardo la

diffusa presenza di Ferro e Manganese e di altri metalli (As, Al) occorrerebbe meglio

indagare poiché è ipotizzabile una origine naturale. Nell’area in esame, infatti, ricadono due

sorgenti di acqua termale, quella di Caronte e quella di Sant' Elia, storicamente note per le

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 391

loro acque sulfuree. Tali acque possono essere associate alla presenza di arsenico, ferro e

manganese di origine profonda. In ogni caso, particolare attenzione merita il pozzo SE14

che per la contestuale presenza di diverse tipologie di inquinante e per la persistenza della

loro presenza fa pensare ad un inquinamento di tipo puntuale piuttosto importante.

Per quanto riguarda i cloruri le concentrazioni misurate sono risultate sempre

abbondantemente inferiori al limite di 250 mg/l, anche se i risultati ottenuti sembrano

indicare una tendenza in atto.

Aspetto quantitativo

La falda nel suo insieme è sfruttata mediante numerosi pozzi scavati di limitata profondità

(5 - 30 m) e perforazioni di profondità variabile da 80 - 100 m ad un massimo di oltre 300

m; i pozzi più profondi interessano, oltre che i depositi alluvionali, i sottostanti termini del

complesso sabbioso-conglomeratico. La portata dei pozzi scavati è sull’ordine di qualche

l/s, mentre quella delle perforazioni più profonde è variabile da pochi l/s ad oltre 50 l/s.

L’articolazione della superficie piezometrica mette in evidenza un deflusso della falda

convergente verso la costa, con valori del gradiente idraulico relativamente elevati lungo la

valle del F. Amato (1,5% - 0,6%) e decisamente più bassi nell’area pianeggiante (0,4 -

0,2%).

Ai margini dei depositi terrazzati e lungo la valle del F. Amato scaturiscono importanti

sorgenti, indicative del drenaggio della falda contenuta nei depositi clastici più grossolani da

parte del corso d’acqua.

L’interesse per le aree agricole è palesato anche dagli sviluppi progettuali delle

organizzazioni Consortili per la gestione delle aree agricole (cfr. L.R. 11/2003 e successive

D.G.R.). Altri sviluppi di programmazione delle opere di distribuzione e collettamento sono

da correlarsi agli interessi turistici costieri (settore in trend evolutivo positivo, almeno in

termini di programmazione).

Per quanto concerne l’aspetto quantitativo della risorsa in questo settore fisico-geografico di

competenza, sono esemplificativi i valori numerici dell’afflusso riferito all’area di

alimentazione della Piana di S. Eufemia (sia come valori totali annui che come totali del

periodo di maggiore ricarica della falda, ottobre-aprile).

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 392

P annuale P ott-apr % ricarica annuale (30÷50% di P)

ricarica ott-apr (30÷50% di P)

90° percent. (mm) 1467 1146 78% 440 ÷ 733 344 ÷ 573

10° percent. (mm) 531 452 85% 159 ÷ 265 135 ÷ 226

Media (mm) 971 780 80% 291 ÷ 485 234 ÷ 399

Tabella 158: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale

di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale.

La complessità idrogeologica del sistema necessiterebbe di un periodo di osservazione di

gran lunga maggiore per poter estrapolare informazioni sulle tendenze a medio e lungo

termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee dell’area, tuttavia, dai valori

riscontrati durante il periodo di analisi appare palese una riduzione del livello piezometrico

corrispondente al minimo estivo tra l’estate 2006 e l’estate 2007, nonostante il maggiore

afflusso meteorico dell’ultimo anno.

In sintesi, per il comparto idrogeologico della piana di S. Eufemia, si palesano aree di

maggiore ricarica corrispondenti al bordo meridionale del contesto territoriale in argomento,

corrispondenti ai rilievi montuosi confinanti con la piana.

I dati del monitoraggio mettono in risalto, in modo significativo, che non si sono riscontrate

tendenze evidenti di diminuzione della piezometrie a seguito di emungimenti, ma solo lievi

abbassamenti in corrispondenza della porzione nord-occidentale dell’area nel periodo tardo-

estivo e autunnale del 2007.

Le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate esclusivamente intorno all’area di prelievo,

ciò significa che i volumi d’acqua estratti dall’acquifero vengono ridistribuiti sul terreno con

conseguente ritorno in falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera

delle piante. Il sistema agricolo, sotto l’aspetto della distribuzione della idroesigenza

colturale, è un sistema essenzialmente particellare. Talché, le portate emunte ad uso irriguo

sono utilizzate quasi esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi

d’acqua estratti dall’acquifero vengono redistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in

falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante. Le portate

emunte ad uso industriale sono relativamente basse e possono essere trascurate visti i

volumi che entrano in gioco all’interno di un acquifero.

I principali prelievi acquedottistici nell’acquifero di Lamezia Terme sono rappresentati dai

pozzi gestiti dalla Società SORICAL e dai Comuni ivi ricadenti, che hanno fornito i dati in

possesso relativi ad ubicazione e portata emunta (oltre 700 l/s) in tutti i pozzi da loro gestiti

e ricadenti nell’acquifero in esame.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 393

La zonizzazione delle aree in cui è la falda che alimenta i fiumi e viceversa, permette, di

sviluppare le procedure per le misure di salvaguardia della risorsa. Quando è il fiume che

alimenta la falda, questo accade generalmente nelle zone di monte, lo sversamento non

trattato nei fiumi produce un inquinamento dell’acqua di falda, mentre nelle aree in cui è la

falda che alimenta i fiumi, e questo invece si ha generalmente nelle zone vallive, la risorsa

idrica da proteggere è proprio la falda.

L’andamento dei carichi piezometrici sull’acquifero di Lamezia Terme evidenzia che nella

parte Nord, sono i fiumi che alimentano la falda mentre nella parte rimanente è la falda che

alimenta i fiumi. Si rimanda, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree

di interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui

devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio

Idrogeologico”.

0.3.2.4.3 Le condizioni quali-quantitative dell’area d’interesse idrogeologico dell’acquifero

di Gioia Tauro

Aspetto qualitativo

Di seguito si riportano la situazione qualitativa dell’acquifero di Gioia Tauro e gli obiettivi

individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale

previsto dalla normativa.

Nell’acquifero di Gioia Tauro sono stati monitorati 25 punti acqua di cui 20 pozzi e 5

sorgenti. Dal monitoraggio eseguito emerge la seguente classificazione dello stato chimico.

Codice Stazione

Tipo Stato chimico

Obiettivo al 2016

GT01 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

GT02 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

GT03 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT04 POZZO 3 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

GT05 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT06 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 394

GT07 POZZO 1 Mantenimento dello stato chimico 1 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT08 POZZO 3 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

GT09 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT10 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono

GT11 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT12 POZZO 1 Mantenimento dello stato chimico 1 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT13 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT14 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

GT15 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

GT16 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT17 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT18 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT19 POZZO 3 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

GT20 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

GT21 SORGENTE 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT22 SORGENTE 1 Mantenimento dello stato chimico 1 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT23 SORGENTE 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT24 SORGENTE 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

GT25 SORGENTE 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

Tabella 159: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero di Gioia Tauro

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 395

Lo stato chimico 1 è stato registrato per due pozzi ed una sorgente, per 14 pozzi lo stato

chimico risultante, invece, ricade in classe 2. Per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016

può ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di

livello A o B.

Per quel che concerne lo stato chimico 3, esso è rappresentativo di 3 pozzi. Per tutti i punti

acqua lo stato chimico 3 è attribuibile al parametro Nitrati, che è risultato in quasi tutte le

campagne di monitoraggio superiore a 25 mg/l. Per raggiungere l’obiettivo di qualità

“buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla classificazione dello

stato quantitativo, i pozzi in questione devono essere portati allo stato chimico 2, ovvero si

dovrà agire affinché la concentrazione di nitrati ivi rilevata scenda al di sotto di 25 mg/l.

Infine, per 5 pozzi lo stato chimico è risultato essere 4. In tre dei 5 casi è la concentrazione

dei Nitrati a far attribuire ai pozzi lo stato chimico 4. Nei rimanenti due casi sono il ferro ed

il manganese a far attribuire lo stato chimico 4, sebbene le concentrazioni siano risultate

elevate per entrambi i punti in una sola campagna di monitoraggio. Per raggiungere

l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, i pozzi e le sorgenti in questione devono essere

portati allo stato chimico 2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei

parametri di base ivi rilevati scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa.

In sostanza, la situazione di inquinamento da nitrati ha interessato spazialmente una grossa

area a nord della Piana di Gioia Tauro. Si osserva, inoltre, che gli inquinanti rinvenuti sono

tutti collegabili all’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari in agricoltura.

Gli acquiferi che interessano l’area in esame, mostrano chiari i segni di una antropizzazione

diffusa, che ha determinato frequenti fenomeni di inquinamento da nitrati.

Nel complesso, le concentrazioni di nitrati misurate nei due anni di monitoraggio nell’area

in esame, hanno mostrato una antropizzazione piuttosto consistente, sia in termini di

concentrazioni, che dal punto di vista dell’estensione dell’area interessata.

Il quadro qualitativo degli acquiferi dell’area di Gioia Tauro si completa con i livelli

d’informazione relativi all’analisi dei parametri microbiologici che sono stati monitorati in

tutte le campagne (pur non essendo questi esplicitamente previsti dal D.Lgs. 152/99). Le

analisi comparative fanno registrare una situazione piuttosto altalenante con un netto

peggioramento nella seconda e nella quarta campagna. Per quest’ultima, in particolare,

spiccano sicuramente gli alti valori ritrovati in corrispondenza del pozzo GT18, e delle

sorgenti GT21 e GT24. Considerata l’esclusiva provenienza fecale della gran parte dei

parametri microbiologici investigati si può legare questa forma di contaminazione alla

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 396

presenza di insediamenti abitativi non serviti dal fogna o a perdite della stessa rete fognaria

o ancora alla presenza di allevamenti zootecnici.

Nella pianura costiera la falda è sfruttata mediante un elevato numero di pozzi di varia

profondità, con frequenza maggiore nella parte orientale; le portate variano da 1 l/s ad oltre

30 l/s.

La salinità delle acque si mantiene intorno ai 500 mg/l nelle zone più interne, mentre si

innalza in prossimità della fascia costiera denunciando effetti di intrusione salina nei livelli

più profondi del deposito, fino ad una distanza di oltre 1 km dal litorale. La

mineralizzazione delle acque della Piana di Gioia Tauro risulta, infatti, da bassa ad

importante con una netta prevalenza di acque con mineralizzazione poco accentuata. Questo

fa pensare a circuiti poco profondi e tempi di rinnovo non lunghi.

Aspetto quantitativo

La configurazione orografica e gli aspetti geologico-strutturali, ben noti e reiterati in tutti gli

altri settori del PTA Calabria, evidenziano la congruità con le scelte di propensione per gli

acquiferi di piana sul versante Tirrenico. Molto chiara la crescita e lo sviluppo delle attività

antropiche nella Piana di Gioia Tauro. La derivazione delle considerazioni di gestione e

tutela delle acque sotterranee per la Piana di Gioia Tauro è ben testimoniata dalla

distribuzione spaziale e dalla concentrazione delle opere di captazione (cfr. layer catasto

pozzi). La falda nel suo insieme è sfruttata mediante numerosi pozzi scavati di limitata

profondità (5 - 30 m) e perforazioni di profondità variabile da 80 - 100 m ad un massimo di

oltre 300m; i pozzi più profondi interessano, oltre che i depositi alluvionali, i sottostanti

termini del complesso sabbioso-conglomeratico. La portata dei pozzi scavati è sull’ordine di

qualche l/s, mentre quella delle perforazioni più profonde è variabile da pochi l/s ad oltre 50

l/s.

L’area pianeggiante che si sviluppa tra Gioia Tauro e Rosarno è sede di consistenti depositi

alluvionali che si estendono sui fondi valle dei principali corsi d’acqua e sulle colline

circostanti sotto forma di depositi terrazzati. Le alluvioni di fondo valle e della pianura

costiera hanno composizione granulometrica prevalentemente sabbioso-limosa e quindi nel

complesso scarsamente permeabili, ma dotate di consistente spessore, variabile fra un

minimo di 20 - 30 m ed oltre 100 m allo sbocco del F. Mesima.

Le falde contenute nelle alluvioni vallive e nei depositi della piana costiera sono continue

tra di loro e vanno considerate come un unico sistema; a tale sistema possono assimilarsi

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 397

anche le falde contenute nei depositi terrazzati. La falda di tipo libero o semiconfinato

defluisce dalle colline verso la costa, con direzioni da SW a NE e da NW a SE,

analogamente alla direzione dei principali corsi d’acqua che solcano la pianura costiera, con

gradiente idraulico variabile da 1,5 - 2,0% a monte a 0,2% a valle. L’andamento della

superficie piezometrica mette in evidenza un marcato drenaggio della falda in

corrispondenza delle valli con presenza di numerose sorgenti, nella maggior parte di portata

modesta, localizzate ai margini dei terrazzi collinari. Ai fini di una migliore fruibilità degli

aspetti quantitativi della risorsa sotterranea nel campo di esistenza dell’acquifero in stretta

considerazione, è importante rimarcare i valori numerici dell’afflusso riferito all’area di

alimentazione della Piana di Gioia Tauro, sia come valori totali annui che come totali del

periodo di maggiore ricarica della falda (ottobre-aprile); indicativamente, è stato anche

riportato un range verosimile per i valori di ricarica efficace variabili tra il 30 e il 50% della

pioggia. Detti valori forniscono una indicazione di massima sui tassi di ricarica naturale

degli acquiferi, sia in termini medi che di variabilità inter-annuale.

P annuale P ott-apr % ricarica annuale (30÷50% di P)

ricarica ott-apr (30÷50% di P)

90° percent. (mm) 1718 1343 78% 515 ÷ 859 403 ÷ 671

10° percent. (mm) 511 439 86% 153 ÷ 255 132 ÷ 219

Media (mm) 1088 877 81% 326 ÷ 544 263 ÷ 438

Tabella 160: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale

di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale.

Le analisi idrologiche condotte (riscontrabili nel dettaglio negli appositi paragrafi di

caratterizzazione) evidenziano la anomala stagione climatica che ha caratterizzato l’inverno

2006-2007. L’analisi variazionale della superficie piezometrica ha consentito di riconoscere

i periodi di maggiore prelievo a ridosso della fascia costiera e il bordo sud-occidentale, nel

periodo estivo (luglio 2006 e luglio 2007).

Infine, nonostante la brevità del periodo di indagine, è stato possibile evidenziare, per

confronto tra due analoghe stagioni di due anni consecutivi, la maggiore diminuzione della

superficie piezometrica in corrispondenza dell’estate 2007.

Le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate esclusivamente intorno all’area di prelievo,

ciò significa che i volumi d’acqua estratti dall’acquifero vengono ridistribuiti sul terreno con

conseguente ritorno in falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera

delle piante. Il sistema agricolo, sotto l’aspetto della distribuzione della idroesigenza

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 398

colturale, è un sistema essenzialmente particellare. Talché, le portate emunte ad uso irriguo

sono utilizzate quasi esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi

d’acqua estratti dall’acquifero vengono redistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in

falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante. Del resto

questa aliquota è compresa nella stima dell’infiltrazione efficace.

Le portate emunte ad uso industriale sono relativamente basse e possono essere trascurate

visti i volumi che entrano in gioco all’interno di un acquifero.

I principali prelievi acquedottistici nell’acquifero di Gioia Tauro sono rappresentati dai

pozzi gestiti dalla Società SORICAL e dai Comuni ivi ricadenti, che hanno fornito i dati in

possesso relativi ad ubicazione e portata emunta (oltre 900 l/s) in tutti i pozzi da loro gestiti

e ricadenti nell’acquifero in esame.

Si rimanda, infine, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di

interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui

devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio

Idrogeologico”.

Analizzando i risultati della modellazione dei carichi piezometrici nell’acquifero di Gioia

Tauro, si evince che i fiumi alimentano la falda per una zona limitata posta nella parte

Ovest, mentre in tutta la parte rimanente è la falda che alimenta i fiumi.

0.3.2.4.4 Le condizioni quali-quantitative degli acquiferi della fascia costiera tra Villa

S.Giovanni e Reggio Calabria

Aspetto qualitativo

Di seguito si riportano la situazione qualitativa della fascia costiera tra Villa S.Giovanni e

Reggio Calabria e gli obiettivi individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello

stato di qualità ambientale previsto dalla normativa.

Nell’acquifero di Reggio Calabria sono stati monitorati 20 punti acqua di cui 15 pozzi e 5

sorgenti. Dal monitoraggio eseguito emerge la seguente classificazione dello stato chimico.

Codice

Stazione Tipo Stato

chimicoObiettivo al 2016

RC01 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

RC02 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 399

RC03 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

RC04 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

RC05 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

RC06 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

RC07 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

RC08 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

RC09 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

RC10 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

RC11 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

RC12 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

RC13 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

RC14 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

RC15 POZZO 4 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

RC16 SORGENTE 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

RC17 SORGENTE 1 Mantenimento dello stato chimico 1 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

RC18 SORGENTE 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e

raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono.

RC19 SORGENTE 2 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

RC20 SORGENTE 2 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione

dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono”

Tabella 161: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero di Reggio Calabria

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 400

Lo stato chimico 1 è stato registrato per una sola sorgente. La maggior parte dei pozzi e

sorgenti dell’acquifero (14) ricade in classe 2. Per i suddetti punti lo stato ambientale al

2016 può ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni

di livello A o B.

Non si registrano punti il cui stato chimico sia 3, mentre, per 5 pozzi lo stato chimico è

risultato essere 4. In un caso l’attribuzione della classe 4 è da imputare ai Fluoruri ed in un

caso ai Nitrati Per un solo pozzo sono il Ferro ed il Manganese i parametri discriminanti,

mentre per due pozzi è la concentrazione dei Solfati a stabilire la classe 4. In questo ultimo

caso, la vicinanza alla costa potrebbe spiegare le concentrazioni rilevate. Per raggiungere

l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla

classificazione dello stato quantitativo, i pozzi e le sorgenti in questione devono essere

portati allo stato chimico 2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei

parametri di base ivi rilevati scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa.

Il quadro qualitativo degli acquiferi dell’area in esame si completa con l’analisi dei

parametri microbiologici che sono stati monitorati in tutte le campagne pur non essendo

questi esplicitamente previsti dal D.Lgs. 152/99. Le risultanze fanno registrare una

situazione piuttosto altalenante tra le diverse campagne di monitoraggio con un deciso

peggioramento progressivo, con concentrazioni crescenti, passando dalle prime due

campagne, alla terza e poi alla quarta.

Considerata l’esclusiva provenienza fecale della gran parte dei parametri microbiologici

investigati si può legare questa forma di contaminazione alla presenza di insediamenti

abitativi non serviti da fogna o a perdite della stessa rete fognaria o ancora alla presenza di

allevamenti zootecnici.

In sintesi, le aree più interessate dai fenomeni inquinanti sono collocate, in generale, nelle

aree più prossime alla costa ed in particolare lungo la fascia costiera a sud di Reggio

Calabria. Sulla base della tipologia di inquinanti rinvenuti (nitrati, solfati, fluoruri, ferro,

antiparassitari totali) si è portati ad legare tale contaminazione alle pratiche agricole che

sempre più diffusamente fanno ricorso all’uso di fertilizzanti e antiparassitari.

Relativamente al fluoruro, tuttavia, non è da escludere un’origine diversa da quella agricola

essendo quest’ultimo presente in prodotti solventi, sgrassanti, conservanti o refrigeranti. Gli

altri inquinamenti di rilievo si osservano in corrispondenza dei punti d’acqua ubicati nella

parte centrale più interna dell’area di monitoraggio. La presenza, se pur non costante, di

elevate concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), manganese, ferro, arsenico

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 401

e ammonio farebbe pensare più ad una fonte di tipo puntuale quale ad esempio una discarica

RSU o sversamenti di natura industriale.

Un ulteriore elemento di degrado qualitativo delle falde situate in prossimità della costa è

rappresentato dall’intrusione salina, conseguenza diretta del sovrasfruttamento delle falde

con richiamo del cuneo di acqua salina dal mare. I tenori di Cl-, tranne in un solo caso, sono

tutti tali da classificare le acque come dolci. Ciononostante, si è osservato come al diminuire

della distanza dalla costa i tenori di Cl- tendano ad aumentare.

Aspetto quantitativo

Ai fini della ottimizzazione del modello afflussi/deflussi, ovvero della discretizzazione di

uno scenario quantitativo del campo di esistenza dell’acquifero, data la complessità

idrogeologica del sistema, si dovrebbe potenziare la rete di controllo. Inoltre, necessita un

periodo di osservazione di gran lunga maggiore per poter estrapolare informazioni sulle

tendenze a medio e lungo termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee

dell’area.

Elevati sviluppi di programmazione delle opere di distribuzione e collettamento sono da

correlarsi agli interessi turistici costieri (settore in trend evolutivo positivo, almeno in

termini di programmazione).

Nella fascia costiera sono riscontrabili gli acquiferi alluvionali, originati dal notevole

trasporto solido dei corsi d’acqua a causa della forte pendenza degli alvei e dello stato di

degrado dei terreni attraversati, presentano spessori consistenti, dell’ordine di 20 - 50 m nel

tratto mediano delle fiumare e va aumentando verso valle, man mano che ci si avvicina alla

costa, raggiungendo gli 80 - 100 m in prossimità del litorale allo sbocco delle fiumare

Catona e Gallico, a nord di Reggio, e delle fiumare Calopinace e Sant’Agata a sud

dell’abitato.

In questi tratti vallivi delle fiumare i depositi alluvionali sono sede di consistenti deflussi in

subalvea, che alimentano le falde presenti nella fascia costiera. Le acque sotterranee, che da

tempo rappresentano la principale fonte di approvvigionamento idrico per scopi civili,

agricoli e industriali, sono captate mediante opere singole o collettive (pozzi e gallerie

drenanti), sopperendo alle esigenze della zona.

La permeabilità è complessivamente alta (0,2 - 0,5 x 10-3 m/s), seppure variabile in senso

sia verticale che orizzontale, come anche la trasmissività il cui valore è dell’ordine di 1 - 6 x

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 402

10-2 m2/s. Ciò consente produttività di singoli pozzi da 10 a 50 l/s, se ubicati nei siti più

favorevoli.

Nella fascia costiera il substrato delle alluvioni è generalmente costituito da argille, arenarie

e conglomerati pliocenici e si pone a quote di 50-100 m al di sotto del livello del mare. Le

falde contenute in tali depositi, abbondantemente alimentate dalle fiumare anzidette, sono

qui interconnesse, costituendo un’unica falda idrica a nord e a sud di Monte Pentimele dove

la continuità è interrotta per l’affioramento dei terreni del substrato.

Si individuano così due zone indipendenti, ossia a nord di detto rilievo, dove sfociano le

fiumare S. Giovanni, Catona, Gallico, Scaccioti, e a sud, dove sfociano le fiumare

Annunziata, Calopinace, Sant’Agata, Valanidi e Pellaro. La superficie piezometrica mostra

direzioni di deflusso costantemente da est verso ovest, con gradiente idraulico medio pari a

1 - 2% nelle vallate e dello 0.5 - 0.8% nella fascia costiera.

Nel corso degli anni le opere di captazione, rappresentate soprattutto da pozzi, si sono

moltiplicate in maniera notevole con forte incremento dei prelievi, che in taluni settori,

come quello in cui ricadono gli impianti del comune di Reggio, ha causato forti depressioni

della superficie piezometrica ed il conseguente richiamo di acqua marina nell’entroterra.

Per il sistema acquifero di Reggio Calabria sono stati riportati i valori numerici dell’afflusso

riferito all’area di alimentazione, sia come valori totali annui che come totali del periodo di

maggiore ricarica della falda (ottobre-aprile); è stato anche indicato un range verosimile per

i valori di ricarica efficace variabili tra il 30 e il 50% della pioggia. Detti valori, ancorché

risultanti da un metodo approssimato, forniscono una indicazione di massima sui tassi di

ricarica naturale degli acquiferi, sia in termini medi che di variabilità inter-annuale.

P annuale P ott-apr % ricarica annuale (30÷50% di P)

ricarica ott-apr (30÷50% di P)

90° percent. (mm) 1675 1361 81% 503 ÷ 838 408 ÷ 681

10° percent. (mm) 519 447 86% 156 ÷ 259 134 ÷ 224

Media (mm) 1113 917 82% 334 ÷ 557 275 ÷ 458

Tabella 162: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale

di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale.

Nel caso dell’area di Reggio Calabria si è potuto notare l’anomala dispersione delle

condizioni piezometriche, verosimilmente dovuta all’esistenza di numerosi livelli acquiferi

caratterizzati da dinamiche differenti. Tuttavia, è stato possibile evidenziare il fenomeno

della ricarica degli acquiferi che si estendono lungo la fascia costiera; talché è stato

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 403

possibile riconoscere l’evoluzione dell’abbassamento della superficie piezometrica nella

zona a sud di Reggio Calabria, dovuto agli emungimenti del periodo maggio-ottobre 2007.

Infine, nonostante la brevità del periodo di indagine, è stato possibile evidenziare, per

confronto tra due analoghe stagioni di due anni consecutivi, l’ottobre 2006 e l’ottobre 2007,

la maggiore diminuzione della superficie piezometrica in corrispondenza del secondo

periodo, che verosimilmente può essere ricondotta al ridotto rimpinguamento dell’inverno

2006-2007, in qualche misura aggravato dalla seguente stagione primaverile-estiva.

Il sistema acquifero sotterraneo di Reggio Calabria è tra i maggiori per estensione della

regione ed ha un’area di alimentazione, approssimativamente, di quasi 700 km2. Come gli

altri finora trattati, anche tale sistema acquifero è soggetto a notevoli pressioni antropiche in

buona parte connesse alle pratiche agricole.

In sintesi la stima della potenzialità dell’acquifero effettuata è strettamente legata alle

caratteristiche delle forzanti climatico-idrologiche dell’area in oggetto. Il regime climatico

della regione quasi completamente appartenente al regime mediterraneo, è caratterizzato da

un’elevata stagionalità delle precipitazioni con la massima parte delle precipitazioni

concentrate nel periodo autunno-invernale. In tale periodo, tra l’altro, il regime termico è

tale da determinare una ridotta domanda evapotraspirativa, favorendo così nel bilancio

idrologico i processi di deflusso superficiale e di infiltrazione profonda degli afflussi

meteorici.

In un simile contesto, l’infiltrazione efficace, prescindendo dalla complessità dei processi

idrologici che la determinano, può essere mediamente assunta variabile in un range che va

dal 30 al 50 % della pioggia media annua.

Con specifica finalità della discretizzazione delle misure di salvaguardia per le aree di

captazione della risorsa (utilizzi nobili) è importante sottolineare che i principali prelievi

acquedottistici nell’acquifero di Reggio Calabria sono rappresentati dai pozzi gestiti dalla

Società SORICAL e dai Comuni ivi ricadenti. Le portate emunte ai fini potabili sono di

oltre 1,5 mc/s.

Nelle pertinenze fisico-geografiche di monte, quando è il fiume che alimenta la falda, lo

sversamento non trattato nei fiumi produce un inquinamento dell’acqua di falda.

L’intero bacino risulta molto sfruttato nei riguardi degli emungimenti a scopo

acquedottistico. Nel quadro generale dell’analisi della tutela della risorsa idrica, quindi,

questo assume una rilevanza notevole in quanto uno sversamento potrebbe contaminare

direttamente la falda ed avere una ricaduta immediata sull’approvvigionamento potabile.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 404

Il sistema agricolo, sotto l’aspetto della distribuzione della idroesigenza colturale, è un

sistema essenzialmente particellare. Talché, le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate

quasi esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi d’acqua estratti

dall’acquifero vengono ridistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in falda a meno della

parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante.

A fronte di tali considerazioni e tenuto conto che, allo stato attuale, la principale fonte di

approvvigionamento irriguo nelle aree della fascia costiera di Reggio Calabria è

rappresentata dalle acque sotterranee, l’utilizzo continuo di tali acque, già caratterizzate da

carichi inquinanti elevati indurrebbe un progressivo aumento della concentrazione di nitrati

e di altre sostanze derivanti dall’utilizzo di concimi ed ammendanti organici ad opera del

dilavamento. Tale fenomeno si verifica a fronte del fatto che detti acquiferi possono essere

considerati come acquiferi permeabili per porosità, alimentati prevalentemente dalle acque

superficiali delle fiumare e dai ruscellamenti dei pendii, e caratterizzati da valori di

permeabilità da media ad elevata.

Si rimanda,invece, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di

interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui

devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio

Idrogeologico”.

0.3.2.4.5 Le condizioni quali-quantitative dell’acquifero della Piana del Lao

Aspetto qualitativo

Di seguito si riportano la situazione qualitativa della Piana del Lao e gli obiettivi individuati

per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale previsto dalla

normativa.

Nell’acquifero del Lao sono stati monitorati 8 pozzi. Dal monitoraggio eseguito emerge la

seguente classificazione dello stato chimico.

Codice Stazione

Tipo Stato chimico

Obiettivo al 2016

L01 POZZO 2

Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere

nello stato buono.

L02 POZZO 2

Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere

nello stato buono.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 405

L03 POZZO 2

Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere

nello stato buono.

L04 POZZO 4

Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo

“buono”

L05 POZZO 2

Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere

nello stato buono.

L06 POZZO 2

Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere

nello stato buono.

L07 POZZO 4

Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo

“buono”

L08 POZZO 2

Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere

nello stato buono.

Tabella 163: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero della Piana del Lao

Per nessun punto è stato registrato lo stato chimico 1, mentre lo stato chimico 2 caratterizza

6 degli 8 pozzi oggetto di indagine. Per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016 può

ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di livello

A o B.

In nessun caso è stato attribuito lo stato chimico 3, mentre per soli 2 pozzi lo stato chimico è

risultato essere 4. Per il pozzo L04 si può ipotizzare una relazione tra l’alto tenore di solfati

e la vicinanza alla costa, essendo il solfato il terzo ione, in termini di abbondanza nell’acqua

di mare. Ma si tratta di una ipotesi che andrebbe meglio verificata. Per il pozzo L07, invece,

l’attribuzione della classe 4 è dovuta alle alte concentrazioni di Ferro e Manganese. Per

raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in

precedenza sulla classificazione dello stato quantitativo, i pozzi in questione devono essere

portati allo stato chimico 2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei

parametri di base ivi rilevati scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa.

Il quadro qualitativo delle acque analizzate nell’area in esame è stato completato con le

valutazioni sulle concentrazioni dei parametri addizionali che, in nessun caso superano i

limiti previsti per i diversi inquinanti organici ed inorganici ad ulteriore conferma della

buona situazione qualitativa già messa in evidenza dai parametri di base.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 406

La buona situazione qualitativa della Piana del Lao trova riscontro con l’uso del suolo in cui

è evidente la netta prevalenza delle aree forestali ed a colture orticole, mentre mancano

quasi del tutto aree coltivate a frutteti. Si tratta, tuttavia, di un’area con una discreta

presenza di aree urbane, alcune delle quali relative a località piuttosto note dal punto di vista

turistico. Questo dovrebbe non far abbassare la guardia in termini di monitoraggio e

controllo del territorio pur essendo la situazione attuale abbastanza tranquilla.

Anche per i nitrati il quadro evidenziato non risulta essere allarmante. Infatti, le

concentrazioni di nitrati sono sempre inferiori a 25 mg/l su tutta l’area monitorata.

In sostanza, l’assetto qualitativo della Piana del Lao non presenta uno scenario di marcata

patologia di affezione e le emergenze della classificazione non palesano condizioni di

priorità di ricorso all’intervento diretto.

Aspetto quantitativo

Si riportano i valori numerici dell’afflusso riferito all’area di alimentazione del sistema

acquifero della Piana del Lao, sia come valori totali annui che come totali del periodo di

maggiore ricarica della falda (ottobre-aprile); indicativamente, è stato anche riportato un

range verosimile per i valori di ricarica efficace variabili tra il 30 e il 50% della pioggia.

Detti valori, ancorché risultanti da un metodo approssimato, forniscono una indicazione di

massima sui tassi di ricarica naturale degli acquiferi, sia in termini medi che di variabilità

inter-annuale.

P annuale P ott-apr %

ricarica annuale

(30÷50% di P)

ricarica ott-apr

(30÷50% di P)

90° percent. (mm) 1969 1482 75% 591 ÷ 984 445 ÷ 741

10° percent. (mm) 296 267 90% 89 ÷ 148 80 ÷ 134

Media (mm) 1071 850 79% 321 ÷ 536 255 ÷ 425

Tabella 164: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale

di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale.

L’analisi delle variazioni di quota della superficie piezometrica rilevate durante le campagne

di monitoraggio ha messo in risalto le aree che, nel corso del periodo di indagine, si sono

comportate come zone di ricarica della falda e, analogamente, quelle in cui lo sfruttamento

quantitativo della falda è stato più marcato. Nel caso della Piana del Lao, nonostante il

ridotto numero di punti acqua, la rappresentazione delle evoluzioni piezometriche è apparsa

significativa. Infatti, sono risultati evidenti sia il fenomeno della ricarica diffusa della

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 407

primavera 2007, successiva ad un periodo di siccità invernale, che il marcato abbassamento

dell’ottobre 2007.

Infine, nonostante la brevità del periodo di indagine, anche per tale area di studio è stato

possibile evidenziare, per confronto tra due analoghe stagioni di due anni consecutivi,

l’ottobre 2006 e l’ottobre 2007, la maggiore diminuzione della superficie piezometrica in

corrispondenza del secondo periodo, che verosimilmente può essere ricondotta al ridotto

rimpinguamento dell’inverno 2006-2007, in qualche misura aggravato dalla seguente

stagione primaverile-estiva.

Si rimanda, infine, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di

interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui

devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio

Idrogeologico”.

Analizzando i risultati della modellazione dei carichi piezometrici, si evince che nella parte

più interna del bacino, nella parte Ovest, sono i fiumi che alimentano la falda mentre nella

parte valliva ad Est è la falda che alimenta i fiumi.

0.3.2.4.6 Le condizioni quali-quantitative dell’acquifero dell’area di Crotone

Aspetto qualitativo

Di seguito si riportano la situazione qualitativa dell’area di Crotone e gli obiettivi

individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale

previsto dalla normativa.

Questa area di monitoraggio, è stata aggiunta nel secondo anno di attività. Nello specifico

sono stati individuati 4 nuovi punti stazione, tutti costituiti da pozzi, che si sono aggiunti

alla rete di monitoraggio già esistente.

Sui 4 punti acqua integrativi dell’area di Crotone sono state effettuate due sole campagne di

misura del livello e di prelievo di campioni per le analisi di laboratorio nei periodi di luglio

2007 e in corrispondenza di ottobre 2007. Pertanto, considerata l’esiguità dei dati, sia in

merito al numero di punti d’acqua monitorati che alla frequenza temporale delle misure, non

è stato possibile effettuare le stesse elaborazioni realizzate per le altre aree di monitoraggio.

Dal monitoraggio eseguito sull’Acquifero di Crotone emerge la seguente classificazione

dello stato chimico.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 408

Codice Stazione

Tipo Stato chimico

Obiettivo al 2016

POZZO TACINA POZZO 4

Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo

“buono”

POZZO ALLI POZZO 2

Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere

nello stato buono.

POZZO CROCCHIO POZZO 4

Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo

“buono”

POZZO CORACE POZZO 2

Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo

“buono”

Tabella 165: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero dell’area del crotonese

Due pozzi sono risultati avere stato chimico 2 (per i suddetti punti lo stato ambientale al

2016 può ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni

di livello A o B) e due pozzi stato chimico 4, attribuibile ai parametri manganese e ferro,

probabilmente attribuibili alle pratiche agricole.

Per raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in

precedenza sulla classificazione dello stato quantitativo, i pozzi in questione devono essere

portati allo stato chimico 2, ovvero si dovrà agire affinché la concentrazione dei parametri

ivi rilevata scenda al di sotto dei valori imposti da normativa.

Aspetto quantitativo

Ai fini della ottimizzazione del modello afflussi/deflussi, ovvero della discretizzazione di

uno scenario quantitativo del campo di esistenza dell’acquifero, data la complessità

idrogeologica del sistema, si dovrebbe potenziare la rete di controllo. Inoltre, necessita un

periodo di osservazione di gran lunga maggiore per poter estrapolare informazioni sulle

tendenze a medio e lungo termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee

dell’area.

Il modello geologico - tecnico presenta le tipiche peculiarità del sistema idrogeologico di

pianura costiera in cui le acque dolci continentali defluendo verso l’interfaccia acqua dolce

– acqua salata sono in continuo rimescolamento con il mare posto poco distante.

La circolazione sotterranea si organizza in generale secondo delle direttrici poste circa ovest

– est. La circolazione verticale si organizza secondo linee di drenaggio verso gli strati

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 409

superficiali più permeabili. In alcuni casi, l’acquifero si trova in pressione per la presenza di

acquiclude limo – argilloso, specialmente in coincidenza dei periodi piovosi; in questo caso,

si può instaurare filtrazione attraverso un mutuo scambio di volumi idrici dagli strati

profondi verso gli strati superficiali e viceversa.

Si rimanda, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di interscambio

tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui devono essere

prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio Idrogeologico”.

Analizzando i risultati della modellazione dei carichi piezometrici, si evince che i fiumi

alimentano la falda per una zona limitata mentre in tutta la parte rimanente è la falda che

alimenta i fiumi.

0.3.3 Gli obiettivi di qualità per specifica destinazione

L’art.4, comma 3 del D.lgs.152/99 recita: “…l’obiettivo di qualità per specifica destinazione

individua lo stato dei corpi idrici idoneo ad una particolare utilizzazione da parte

dell’uomo, alla vita dei pesci e dei molluschi..”.

A tal fine, entro il 31/12/2016, devono essere mantenuti o raggiunti per i corpi idrici a

specifica destinazione (le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua

potabile, le acque dolci che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla

vita dei pesci e le acque destinate alla vita dei molluschi) gli obiettivi di qualità ambientale

previsti dal decreto, secondo le specifiche per i criteri e la metodologia da utilizzare per

l’assegnazione della conformità riportate nell’Allegato 2 del decreto.

Secondo quanto previsto dall’Autorità di Bacino regionale, ed in linea con quanto previsto

dal D.lgs. 152/06, ex D.lgs. 152/99 e s.m.i.: “… Per le acque a specifica destinazione, tenuto

conto dello stato attuale, gli obiettivi devono essere distinti a seconda della specifica

destinazione funzionale:

‚ Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile: deve essere

mantenuta, ove esistente, la classificazione nelle categorie Al e A2 come definite

all’articolo 7 del D.lgs. 152/99. I corpi idrici destinati alla produzione di acqua

potabile che non sono classificati almeno in categoria A2 devono raggiungere queste

qualità entro il 31 dicembre 2010.

‚ Acque superficiali idonee alla vita dei pesci: la classificazione delle acque idonee alla

vita dei pesci deve essere estesa agli interi corpi idrici classificati, fermo restando la

possibilità di classificare e designare nell’ambito del medesimo corpo idrico tratti

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 410

come “acque salmonicole” e tratti come “acque ciprinicole”.

‚ Acque superficiali di balneazione: tutti i tratti di costa attualmente inagibili alla

balneazione per inquinamento devono eseguire entro il 31 dicembre 2010 l’idoneità

alla balneazione secondo i requisiti di cui al DPR 08 giugno l982 n. 470 e successive

modifiche e integrazioni.

‚ Acque destinate alla vita dei molluschi: tutte le acque marine costiere salmastre che

sono attualmente sede di banchi di popolazioni naturali di molluschi bivalvi e

gasteropodi devono risultare conformi ai requisiti di cui alla tabella 1/C dell’Allegato

2 del citato D.lgs. 152/99 entro il 31 dicembre 2010.

0.3.3.1 Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile

Siti opere di presa esitenti

Stazione Corpo idr ico

Località

1° anno Nov

2005 – Ott 2006

parametr i cr itici

2° anno Nov

2006 – Ott 2007

parametr i cr itici

Obiettivo al 2010 (ABR

CALABRIA) Obiettivo al

2016

AP01 Fiume Sinni

Presa impianto di

potabilizzazione A2 A2

Mantenimento dello stato di

qualità.

Mantenimento dello stato di

qualità.

AP05 Fiume

Cardona

Presa impianto di

potabilizzazione A3 BOD5 A3

Coliformi Totali

Raggiungimento dello stato di qualità A2

Vedi commento

AP08 Fiume Lese

Presa impianto di

potabilizzazione A2 A3 Fenoli

Raggiungimento dello stato di qualità A2

Vedi commento

AP09 Fiume Neto

Presa impianto di

potabilizzazione

NON IDONEA

BOD5, Coliformi

Totali

NON IDONEA

Coliformi Totali

Raggiungimento dello stato di qualità A2

Vedi commento

AP12 Fiume Savuto

Presa impianto di

potabilizzazione A3

Coliformi Totali

A3

Manganese, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali

Raggiungimento dello stato di qualità A2

Vedi commento

AP14 Diga del Passante

Presa impianto di

potabilizzazione A3

Salmonelle 1000

A3

Rame, Coliformi

Totali, Streptococchi

Fecali

Raggiungimento dello stato di qualità A2

Vedi commento

AP16 Invaso

del Metramo

Galatro A3 Manganese,

BOD5 A3

Fenoli, BOD5,

Coliformi Totali,

Coliformi Fecali

Raggiungimento dello stato di qualità A2

Vedi commento

AP19 Fiumara Alaca

Presa impianto di

potabilizzazione A3

Manganese, Coliformi

Fecali A3 Manganese

Raggiungimento dello stato di qualità A2

Vedi commento

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 411

AP19bis Fiumara Alaca

Presa impianto di

potabilizzazione A3

Manganese, Coliformi

Totali A3 Manganese

Raggiungimento dello stato di qualità A2

Vedi commento

AP23 Fiume Telese

Presa impianto di

potabilizzazione A2 A3 Manganese

Raggiungimento dello stato di qualità A2

Vedi commento

AP24 Torrente Trionto

Presa impianto di

potabilizzazione A3

Coliformi Totali

A3 Fenoli,

Manganese

Raggiungimento dello stato di qualità A2

Vedi commento

AP25 Fiume

Crocchio

Presa impianto di

potabilizzazione A2 A3

Fenoli, Coliformi

Totali

Raggiungimento dello stato di qualità A2

Vedi commento

Tabella 166

In base alle risultanze analitiche ottenute per il biennio di attività di campionamento, si può

dedurre che ai fini del mantenimento o raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale

previsti dal decreto per le acque a specifica destinazione funzionale, dei 12 tratti di corsi

d’acqua ove sono localizzate in prossimità delle opere di presa le stazioni di campionamento

per verificare l’utilizzo delle acque ai fini potabili, risultano quasi tutte, a parte una (sita

lungo il corso d’acqua del Fiume Neto), essere disponibili ai fini potabili previo loro

trattamento A2 e A3. Per quelle richiedenti trattamento A3, i parametri critici risultati sono

principalmente di origine microbiologica, indicanti la presenza di apporti inquinanti di

origine prevalentemente civile.

AP05, presa impianto di potabilizzazione fiume Cardona, per entrambi gli anni di

monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque ai fini di un consumo umano previo

trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno il BOD5 ed il secondo

anno i coliformi totali. Dalla analisi ambientale effettuata in campo, tale stazione

risulta essere incassata all’interno di un tessuto montano fortemente naturalistico a

circa 1300 m slm. Il centro urbano di Spezzano Piccolo e quello di Serra Pedace sono

abbastanza lontani da tale sito, pertanto la presenza di concentrazioni di Coli totali che

richiedono un trattamento A3 delle acque per essere utilizzate ai fini potabili è

imputabile probabilmente alla sola presenza di qualche casa sparsa dislocata a monte

di questo sito che non possiede un trattamento adeguato dei propri reflui domestici.

Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2, attraverso la

localizzazione e l’idoneo collettamento e/o trattamento degli scarichi esistenti.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 412

Figura 120

Questa opera di presa è a servizio dell’impianto di potabilizzazione “Casali”, situato

nel comune di Spezzano Piccolo nella provincia di Cosenza, serve i comuni di

Spezzano Piccolo, Spezzano della Sila, Trenta, Celico, Casole Bruzio, Pedace, Serra

Pedace e Pietrafitta. L’impianto è dotato di un chiariflocculatore e di tre filtri a

pressione. Per la potabilizzazione dell’acqua viene utilizzato ipoclorito di sodio dosato

sia in testa all’impianto che in uscita ed occasionalmente quando i valori di torbidità

dell’acqua sono elevati viene dosato anche il policloruro di alluminio. L’impianto non

è provvisto di sistema per il recupero delle acque di controlavaggio che vengono

riversate nel fiume.

AP12, presa impianto di potabilizzazione fiume Savuto, per entrambi gli anni di

monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque ai fini di un consumo umano, previo

trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno solo i Coli totali per il

secondo ad essi si aggiungono anche i Coli fecali ed il Manganese. Essa è sita a valle

del piccolo centro abitato di Vallelaposta di soli 50 abitanti residenti, il cui impianto di

depurazione a “fanghi attivi” di potenzialità pari a 200 AE, al momento della

ricognizione del 2006 risultava essere in esercizio, ma interrato. La presenza di

concentrazioni dei parametri microbiologici che prevedono un trattamento A3 delle

acque per poter essere utilizzate può essere adducibile alla presenza di questo impianto

con tali caratteristiche. Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità

ambientale A2, si suggeriscono interventi nel settore fognario – depurativo.

L’opera di presa viene incanalata nell’impianto di potabilizzazione “Piano Lago”

situato nel comune di Mangone in provincia di Cosenza. L’opera di presa è posta a

circa 25 km di distanza dall’impianto in loc. Parenti, l’impianto serve principalmente

la città di Cosenza. L’impianto è provvisto di quattro coppie di filtri a pressione ed

utilizza per la potabilizzazione ipoclorito di sodio e policloruro di alluminio. Non

esiste una vasca per recuperare l’acqua di lavaggio dei filtri, per cui la stessa viene

scaricata nel fiume.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 413

Figura 121

AP14, presa impianto di potabilizzazione Fiume Simeri, a valle delle acque turbinate

nell’invaso del Passante ad utilizzo idroelettrico. Per entrambi gli anni di monitoraggio

risultano essere utilizzabili le acque ai fini di un consumo umano previo trattamento

A3, i parametri critici risultano essere il primo anno le Salmonelle e per il secondo

anno rame, coliformi totali, coli fecali. Tale sito è localizzato all’interno di un tessuto

montano fortemente naturalistico. Il centro urbano di Magisano è abbastanza lontano

da tale sito, pertanto la presenza di concentrazioni di Coli totali e Coli fecali che

richiedono un trattamento A3 delle acque per essere utilizzate ai fini potabile è

imputabile probabilmente alla sola presenza di qualche casa sparsa dislocata a monte

di questo sito che non possiede un trattamento adeguato dei propri reflui domestici.

Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2, si

suggeriscono interventi nel settore fognario – depurativo per le case sparse.

Figura 122

Le acque vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione “Santa Domenica”,

sito nel comune di Catanzaro e serve la città di Catanzaro. L’impianto è dotato di tre

decantatori e di una batteria di dodici filtri a gravità. Per la potabilizzazione viene

utilizzato l’ipoclorito di sodio e policloruro di alluminio per abbattere le torbidità

presenti nell’acqua.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 414

AP16, presa potabilizzazione invaso del Metramo, per entrambi gli anni di

monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque ai fini di un consumo umano previo

trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno manganese e BOD5,

il secondo al BOD5 si aggiungono i coli totali e coli fecali ed i fenoli. Il sito è

all’interno dell’invaso del Metramo, ad una altitudine di circa 900 m slm, all’interno di

un tessuto montano altamente naturalistico. Nessun centro urbano è presente a monte

di esso, ci troviamo in testa bacino. La presenza dei fenoli solo il secondo anno

potrebbe essere un evento del tutto naturale, come risultato di un processo naturale

quale la biodegradazione di sostanze umiche e fulviche (Notiziario anno 11 n.3 giugno

– settembre 1991, Metodi analitici per le acque, CNR Istituto di ricerca sulle acque).

Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2 per l’utilizzo

delle acque ai fini potabili, prevedendo l’abbattimento dell’arricchimento di fenoli di

origine naturale mediante l’utilizzo del biossido di cloro. La presenza di Coli totali e

coli fecali solo il secondo anno potrebbe essere un evento casuale, legato alla presenza

di mandrie al pascolo o a qualche casa sparsa, data la totale assenza di centri abitati

nell’intorno dell’invaso. Si suggeriscono interventi nel settore fognario depurativo

attraverso la localizzazione e l’idoneo collettamento e/o trattamento degli scarichi

esistenti.

Figura 123

AP19 e AP19 bis, presa impianto di potabilizzazione fiumara Alaca, per entrambi gli

anni di monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque dell’invaso ai fini di un

consumo umano previo trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo

anno manganese, coli totali e coli fecali per il secondo anno solo il manganese. Le due

opere di presa sono dislocate una sull’invaso e l’altra su un affluente dell’invaso, a

monte dell’invaso non risultano pressioni antropiche da grandi centri urbani, potenziali

veicoli di carichi civili inquinanti di origine civile, pertanto la presenza di

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 415

concentrazioni per i parametri microbiologici nelle acque che richiedono un

trattamento A3 potrebbero essere addotte alla presenza di case sparse con sistemi di

trattamento non del tutto adeguati. Queste due opere di presa vengono convogliate

all’impianto di potabilizzazione “Alaco”, situato nelle Serre nel comune di San

Sostene in provincia di Catanzaro a circa 900 m slm. L’impianto serve i comuni di

Guardavalle, Santa Caterina sullo Jonio, Badolato, Simbario, Spadola, Vibo Valentia,

Isca sullo Jonio, Sant’Andrea sullo Jonio, Cardinale, Fabrizia, Mongiana, Soriano,

Sorianello, Arena, Dasà e Dinami. L’impianto è dotato di due chiariflocculatori, che

funzionano alternativamente, e di quattro filtri doppi a gravità. Per la potabilizzazione

dell’acqua viene utilizzato ipoclorito di sodio, policloruro di alluminio e quando il pH

scende al di sotto dei limiti stabiliti per legge viene utilizzata anche la soda.

L’impianto è presidiato. Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità

ambientale A2 per l’utilizzo delle acque ai fini potabili. Si suggeriscono interventi nel

settore fognario – depurativo, potenziando il processo di disinfezione.

AP24, presa impianto di potabilizzazione fiume Trionto, per entrambi gli anni di

monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque fluenti ai fini di un consumo umano

previo trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno i Coli totali e

per il secondo Fenoli e Manganese. La presa è sita lungo le fluente del Trionto ad una

altitudine di circa 1000 m slm, immersa in tessuto altamente naturalistico. Non vi sono

a monte grossi centri urbani.

Figura 124

Le acque del Trionto vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione “Trionto”,

situato nella Sila Greca nel comune di Longobucco in provincia di Cosenza a circa

1200 m slm. L’impianto serve i comuni di Acri, Bisignano, Luzzi, Santa Sofia

d’Epiro, San Demetrio Corona e San Giorgio Albanese. Questo impianto è dotato di

due chiariflocculatori e di una batteria di quattro filtri doppi a gravità. Per la

potabilizzazione dell’acqua viene utilizzato ipoclorito di sodio dosato sia in testa

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 416

all’impianto sia all’uscita dell’acqua in modo da limitare il più possibile la formazione

di organo alogenati, mentre per la flocculazione viene utilizzato il policloruro di

alluminio. La presenza dei fenoli solo il secondo anno potrebbe essere un evento del

tutto naturale, come risultato di un processo naturale quale la biodegradazione di

sostanze umiche e fulviche. Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità

ambientale A2 per l’utilizzo delle acque ai fini potabili, prevedendo l’abbattimento

dell’arricchimento di fenoli di origine naturale mediante l’utilizzo del biossido di

cloro. La presenza di Coli totali e coli fecali solo il primo anno potrebbe essere un

evento casuale, data la totale assenza di centri abitati nell’intorno dell’invaso. Si

suggeriscono interventi nel settore fognario – depurativo, potenziando il processo di

disinfezione).

AP01, presa impianto di potabilizzazione fiume Sinni, in entrambi gli anni di

monitoraggio le determinazioni analitiche condotte classificano le acque ai fini

dell’utilizzo umano idonee previo trattamento A2, che ai fini degli obiettivi di qualità

ambientale previsti dal decreto è necessario mantenere (senza prevedere alcun tipo di

intervento).

Le acque provenienti dal Sinni vengono convogliate nell’impianto di potabilizzazione

di Rocca Imperiale. Questo impianto è situato nel comune di Rocca Imperiale in

provincia di Cosenza e serve i comuni di Rocca Imperiale e Montegiordano.

L’impianto è dotato di sei filtri a pressione, per la potabilizzazione viene utilizzato

ipoclorito di sodio e policloruro di alluminio, il sistema di dosaggio dei reattivi è

automatico. I fanghi prodotti dalla potabilizzazione dell’acqua vengono riversati nel

fiume. Obiettivo al 2010: mantenere lo stato di qualità A2, non previsto alcun

intervento specifico.

AP08, presa impianto di potabilizzazione fiume Lese, per entrambi gli anni di

monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque fluenti ai fini di un consumo umano

previo trattamento A2 e A3, il secondo anno per la presenza di concentrazioni di fenoli

che richiedono un trattamento A3. L’opera di presa è a circa 770 m slm, all’interno di

un tessuto altamente naturalistico, non vi sono a monte grossi centri urbani. La

presenza dei fenoli solo il secondo anno potrebbe essere un evento del tutto naturale,

come risultato di un processo naturale quale la biodegradazione di sostanze umiche e

fulviche. Obiettivo al 2010: Mantenere un trattamento A2 per l’utilizzo delle acque ai

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 417

fini potabili, prevedendo l’abbattimento dell’arricchimento di fenoli di origine naturale

mediante l’utilizzo del biossido di cloro.

Figura 125

Le acque del fiume Lese vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione

“Savelli”, questo impianto è situato nel comune di Savelli in provincia di Crotone a

circa 1000 m slm e serve i comuni di Verzino, Cirò, Savelli, Cariati, Cropani

Superiore, Melissa, Strongoli, Campana e San Nicola. L’impianto è dotato di due

chiariflocculatori e di quattro filtri a gravità. Per il trattamento dell’acqua viene

utilizzato esclusivamente ipoclorito di sodio, dosato solo in testa all’impianto, mentre

non è presente alcun tipo di flocculante. L’acqua di controlavaggio viene riversata nel

fiume.

AP09, presa impianto di potabilizzazione fiume Neto, attualmente non utilizzata e

sostituita da una presa dalla vasca di demodulazione delle acque provenienti dalla

centrale elettrica di Orichella. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP09

hanno rilevato, per entrambi gli anni di monitoraggio, la non idoneità delle acque a

scopo potabile, per gli elevati tenori di BOD5 e dei parametri microbiologici. In

particolare, tale stazione è sita nel comune di Rocca di Neto, i cui reflui risultano

totalmente non trattati in quanto i due impianti di depurazione a servizio di questo

comune sono temporaneamente fuori esercizio e si è in attesa di un loro riavvio (dato

presente nell’aggiornamento del Piano d’Ambito di ATO KR). Obiettivo al 2010:

possibile utilizzazione dell’opera di presa esistente, con intervento urgente di

adeguamento normativo 152/06 per i due impianti di depurazione a monte, al fine del

raggiungimento di qualità di categoria A2.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 418

Figura 126

Ad oggi la presa risulta comunque non utilizzata e l’impianto di potabilizzazione di

Crotone è collegato alla vasca di demodulazione Orichella, dove confluiscono le acque

turbinate da ENEL sul II° salto nella centrale idroelettrica di Orichella.

Le acque del fiume Neto vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione

“Crotone”, situato nella città di Crotone. L’impianto è il più grande della Calabria,

serve la zona industriale, in cui le acque non vengono filtrate, ed il resto dell’acqua

derivata e trattata fornisce la città di Crotone. L’impianto è dotato di due decantatori di

tipo Pulsator che funzionano alternativamente e di quattro filtri a gravità. Per la

potabilizzazione dell’acqua viene utilizzato ipoclorito di sodio, dosato sia in testa

all’impianto che nell’acqua in uscita, mentre per la flocculazione viene utilizzato il

policloruro di alluminio.

AP23, presa impianto di potabilizzazione fiume Telese, per entrambi gli anni di

monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque fluenti ai fini di un consumo umano

previo trattamento A2 e A3, il secondo anno per la presenza di concentrazioni di

manganese che richiedono un trattamento A3. L’opera di presa è sita ad una altitudine

di circa 1300 m slm, nel cuore del Parco dell’Aspromonte, immersa in un tessuto

altamente naturalistico e paesaggistico. A monte di essa non vi è alcun centro urbano.

Le acque del fiume Telese vengono convogliate nell’impianto di potabilizzazione

“Gambarie”. Questo impianto è situato in Aspromonte nel comune di Santo Stefano

d’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria a circa 1300 m slm e serve il

comprensorio di Santo Stefano. L’impianto è dotato di tre filtri a pressione, per la

potabilizzazione dell’acqua viene utilizzato l’ipoclorito di sodio dosato sia in testa

all’impianto sia nell’acqua in uscita e quando la torbidità dell’acqua dell’acqua

aumenta viene dosato anche del policloruro di alluminio. L’impianto è presidiato. I

fanghi vengono regolarmente stoccati e smaltiti secondo normativa, sono presenti,

vidimato e regolarmente compilati i registri di carico e scarico del fango prodotto e

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 419

smaltito. Obiettivo al 2010: mantenimento dello stato di qualità delle acque con

trattamento A2 delle stesse per consumo umano, facendo attenzione alla

concentrazione di manganese, che si può tranquillamente abbattere mediante l’utilizzo

di filtri a letti catalitici e filtri multistrato.

AP25, presa impianto di potabilizzazione fiume Crocchio, per entrambi gli anni di

monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque fluenti ai fini di un consumo umano

previo trattamento A2 e A3, il secondo anno per la presenza di concentrazioni di fenoli

e coli totali che richiedono un trattamento A3. L’opera di presa è a circa 1330 m slm,

all’interno di un tessuto altamente naturalistico, all’interno del Parco Nazionale della

Sila, non vi sono a monte grossi centri urbani. La presenza dei fenoli solo il secondo

anno potrebbe essere un evento del tutto naturale, come risultato di un processo

naturale quale la biodegradazione di sostanze umiche e fulviche. Le acque del fiume

Crocchio vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione “Crocchio”. Questo

impianto è situato nella Sila Piccola a circa 1000 m slm, nel comune di Sersale in

provincia di Catanzaro. L’impianto serve i comuni di Cropani, Sersale, Andali,

Marcedusa, Belcastro e Cerva. L’impinato è dotato di cinque filtri a pressione, utilizza

per il processo di potabilizzazione ipoclorito di sodio e, nel caso di aumento di

torbidità dell’acqua in ingresso, anche policloruro di alluminio. L’impianto è

presidiato. L’impianto non è provvisto di una vasca di recupero dell’acqua di

controlavaggio dei filtri, per cui questa viene riversata direttamente nel fiume.

Obiettivo al 2010: Mantenere un trattamento A2 per l’utilizzo delle acque ai fini

potabili, prevedendo l’abbattimento dell’arricchimento di fenoli di origine naturale

mediante l’utilizzo del biossido di cloro. La presenza di Coli totali solo il secondo

anno potrebbe essere un evento casuale, legato alla presenza di mandrie al pascolo o a

qualche casa sparsa, data la totale assenza di centri abitati nell’intorno. Non si

suggerisce nessun intervento specifico.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 420

Siti potenziali ai fini dell’utilizzazione delle acque per uso umano

Stazione Corpo idr ico

Località 1° anno Nov 2005 – Ott

2006

parametr i cr itici

2° anno Nov 2006

– Ott 2007

parametr i cr itici

Obiettivi al 2016

AP02 Fiume Lao Papasidero A3

Azoto Kjeldhal, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali

NON IDONEA

Streptococchi Fecali

Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo

trattamento A3

AP03 Fiume Menta

Diga Menta A2 A3 Fenoli,

Coliformi Totali

Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo

trattamento A2

AP04 Invaso

dell’Esaro Invaso

dell’Esaro A2 A3

Coliformi Totali

Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo

trattamento A2

AP06 Lago Cecita Lago Cecita A3 Azoto

Kjeldhal A2

Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo

trattamento A2

AP07 Fiume

AbatemarcoVerbicaro

NON IDONEA

Coliformi Totali

A3

Manganese, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali

Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo

trattamento A3

AP10 Lago Arvo Lago Arvo A3 Manganese,

BOD5 A3

Fenoli, Manganese, Coliformi

Totali

Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo trattamento A3

AP11 Lago

Ampollino Lago

Ampollino A3 BOD5 A3 Fenoli

Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo trattamento A3

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 421

AP13 Fiume Tacina

Petilia Policastro

NON IDONEA

Coliformi Totali,

Coliformi Fecali

A3

Fenoli, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali

Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo

trattamento A3

AP15 Fiume

MarepotamoS. Angelo

NON IDONEA

Coliformi Totali,

Coliformi Fecali,

Streptococchi Fecali

NON IDONEA

Azoto Kjeldhal, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali

Non utilizzabile ai fini di un consumo umano. VEDI NOTA

AP17 Fiume

Angitola Capistrano A3

Manganese, Azoto

Kjeldhal, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali, Salmonelle

1000

NON IDONEA

Streptococchi Fecali

Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo

trattamento A3, trattasi di invaso collinare.

VEDI NOTA

AP18 Fiumara del

Poro Fiumara del

Poro NON

IDONEA

Fosfati, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali

NON IDONEA

Fosfati, BOD5, Azoto

Kjeldhal, Coliformi

Totali, Coliformi

Fecali, Streptococchi

Fecali

Non utilizzabile

AP20 Fiume

Torbido Grotteria A3

Coliformi Totali

A2

Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo

trattamento A2/A3

AP21 Vallone

Minarello Oppido

Mamertina NON

IDONEA

Fosfati, Azoto

Kjeldhal, Ammoniaca,

Coliformi Totali,

Coliformi Fecali,

Streptococchi Fecali

AP22 Invaso del

Lordo Siderno A3 Rame A2

Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo

trattamento

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 422

A2/A3

AP26 Vasca S.

Anna Isola Capo

Rizzuto A3

Coliformi Totali,

Coliformi Fecali

A3 Coliformi

Totali

Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo

trattamento A3

Tabella 167

In base alle risultanze analitiche ottenute per il biennio di attività di campionamento sui

restanti tratti di corpi idrici superificiali per verificare la possibilità di poter utilizzare le

acque, previo appropriato trattamento previsto da normativa, ai fini potabili, si evince che

solo per due tratti di corsi d’acqua (AP15 e AP18) le acque sono risultate non idonee ai fini

potabili, mentre le restanti 12 richiedono trattamenti A2 o A3 ed in alcuni casi il primo o il

secondo anno sono risultate non idonee per superamenti di alcuni parametri.

Obiettivo comune al 2010: si potrebbero utilizzare le acque dei tratti dei corsi d’acqua

monitorati previo trattamento.

Lungo il corso della Fiumara della Ruffa è stata dislocata una stazione di

monitoraggio, la AP18 localizzata nel comune di Spilinga (VV) per verificare la

possibilità di utilizzare le sue acque per approvvigionamento potabile. Dai controlli

effettuati, la stazione AP18 è risultata non idonea in entrambi gli anni di monitoraggio,

risultando diversi parametri rilevati, superiori ai valori limiti imperativi imposti dalla

normativa vigente (Tab. 1/A, Allegato 2 del D.lgs. 152/99 e s.m.i.). Il superamento di

tali valori è probabilmente attribuibile allo sversamento a monte della stazione AP18

dei reflui non adeguatamente trattati provenienti dall’impianto di depurazione sito nel

comune di Spilinga. Obiettivo al 2010: Si potrebbero utilizzare le fluenze della

fiumara ai fini potabili spostando la stazione a monte del centro abitato di Spilinga.

Lungo il corso del fiume Marepotamo, è stata dislocata una stazione di monitoraggio,

in loc. Sant’Angelo del comune di Gerocarne, la AP15, per verificare l’idoneità delle

acque alla produzione di acqua potabile, I risultati dei controlli effettuati sulla AP15

hanno rilevato la non idoneità delle acque all’utilizzazione quale fonte di

approvvigionamento potabile. Tale non idoneità è dovuta principalmente agli elevati

valori dei parametri microbiologici e BOD5 per la AP15. Essa è situata al confine tra i

comuni di Gerocarne e Soriano Calabro, a valle del centro abitato di Soriano Calabro,

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 423

in cui dalla ricognizione 2006 risulta che l’impianto di depurazione comunale è in

stato di abbandono, non in esercizio.

Lungo il corso del fiume Lao è stata dislocata la AP02 sita nel comune di Papasidero

per verificare la possibilità di utilizzare le sue acque per l’approvvigionamento

potabile. I risultati dei controlli effettuati nella sezione AP02, nelle immediate

vincinanze di VP02, hanno evidenziato da un lato una costante idoneità alla vita dei

pesci salmonicoli e dall’altro hanno confermato l’impossibilità di utilizzare le sue

acque a scopo potabile, classificandole il primo anno nella categoria A3 per gli elevati

valori dei parametri microbiologici che nel secondo si sono innalzati talmente da

renderle non idonee alla produzione di acqua potabile. Questo è adducibile all’apporto

di carichi di origine prevalentemente civile veicolati nel fiume dall’impianto di

depurazione a servizio del centro abitato di Papasidero che si trova a monte della

sezione. Obiettivo al 2010: si potrebbe utilizzare ai fini potabili, agendo sul

potenziamento della disinfezione nell’impianto di depurazione di Papasidero, anche se

data l’altitudine della stazione ed il fatto che ci trova nel Parco Nazionale del Pollino

si potrebbe spostare la stazione più a monte lontano dal centro abitato e sfruttare la

pendenza montana del fiume e la sua capacità autodepurativa per permetterne

l’utilizzo delle acque a uso potabile.

AP03, invaso del Menta, per entrambi gli anni di monitoraggio risultano essere

utilizzabili le acque dell’invaso ai fini di un consumo umano previo trattamento A2 e

A3 il secondo anno per la presenza di concentrazioni di fenoli e coli totali. La stazione

è sita all’interno di un tessuto altamente naturalistico, all’interno del Parco Nazionale

dell’Aspromonte, non vi sono a monte grossi centri urbani. La presenza dei fenoli solo

il secondo anno potrebbe essere un evento del tutto naturale, come risultato di un

processo naturale quale la biodegradazione di sostanze umiche e fulviche. Mantenere

un trattamento A2 per l’utilizzo delle acque ai fini potabili, prevedendo l’abbattimento

dell’arricchimento di fenoli di origine naturale mediante l’utilizzo del biossido di

cloro. La presenza di Coli totali solo il secondo anno potrebbe essere un evento

casuale, legato alla presenza di mandrie al pascolo.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 424

Figura 127

Lungo il corso di uno dei principali affluenti del fiume Crati, fiume Esaro, due

stazioni di controllo sono state localizzate nell’invaso Farneto del Principe, sbarrato

dalle fluenze dell’Esaro, IA01 e AP04, la prima per caratterizzarne lo stato di qualità

ecologica dell’invaso, la seconda per verificare l’idoneità delle sue acque alla

produzione di acqua potabile. I risultati dei controlli effettuati sulla IA01 hanno

rilevato uno stato di qualità ecologico dell’invaso scadente, comune a tutti gli invasi

artificiali calabresi. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP04 hanno

confermato la possibilità di utilizzare le acque dell’invaso a scopo potabile,

classificandole il primo anno nella categoria A2 ed il secondo anno nella categoria A3

per gli elevati valori di Coliformi totali riscontrati in quell’anno. L’invaso è sito in un

impluvio in cui insistono diversi grossi centri urbani, i cui reflui trattati se non

adeguatamente trattati e sversati lungo le fluenze degli immissari dell’invaso

potrebbero pregiudicarne l’utilizzazione delle sue acque. Al momento le acque

invasate vengono utilizzate a scopo irriguo. Obiettivo al 2010: possibile utilizzazione

delle acque dell’invaso previo trattamento A2, agendo sui parametri microbiologici

con l’adeguamento di tutti gli impianti di depurazione che sversano i loro reflui sugli

immissari dell’invaso ed il potenziamento del processo di disinfezione degli stessi.

Lungo il corso del fiume Angitola è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la

AP17 sita nel comune di Maierato per verificare l’idoneità delle acque alla produzione

di acqua potabile. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP17 hanno

segnalato la non idoneità delle sue acque ad essere utilizzate a scopo potabile, essendo

state classificate il primo anno nella categoria A3 per gli elevati valori dei parametri

microbiologici, parametri che nel secondo anno hanno raggiunto valori talmente

elevati da renderle non idonee alla produzione di acqua potabile. Essa è situatata a

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 425

circa 80 m slm, a valle di una serie di grossi centri abitati; inoltre, non dista molto in

linea d’aria dall’immissione delle sue acque nell’invaso dell’Angitola, zona umida

riconosciuta ed istituita ai sensi della Convenzione di Ramsar, inglobato all’interno del

Parco regionale delle Serre. Le acque dell’invaso Angitola sono utilizzate per scopi

irrigui.

Lungo il corso del bacino del fiume Esaro di Crotone è stata dislocata una stazione di

monitoraggio, la AP26 localizzata nell’invaso artificiale “Vasca S. Anna” per

verificare la possibilità di destinare questo corpo idrico per l’approvvigionamento

potabile, ed un’altra, la IA08 per caratterizzare lo stato ambientale dello stesso invaso

artificiale. Dai controlli effettuati la stazione AP26 è risultata idonea alla produzione

di acqua potabile in entrambi gli anni di monitoraggio previo trattamento A3 delle

acque dovuto al superamento di concentrazione dei parametri microbiologici, mentre

la stazione IA08, non campionata nel corso del I° anno, ha rilevato nel II° anno uno

stato ecologico scadente, ascrivibile prevalentemente a fenomeni di eutrofizzazione.

L’utilizzo, al momento, delle acque della Vasca Sant’Anna è a scopo irriguo.

Obiettivo al 2010: possibile utilizzazione delle acque invasate ai fini potabili previo

trattamento A2 delle acque, prevedendo interventi nel settore fognario depurativo per

abbattere la carica batterica, responsabile del trattamento A3.

Per caratterizzare lo stato di qualità ecologica degli invasi e per verificare l’idoneità

delle acque alla produzione di acqua potabile, lungo il bacino del fiume Neto, sono

state dislocate le stazioni IA04 e AP10 nell’invaso Arvo, le stazioni IA05 e AP11

nell’invaso Ampollino, la IA12 nell’invaso Ariamacina, la AP08 lungo il fiume Lese,

affluente del Neto in prossimità dell’opera di presa dell’impianto di potabilizzazione

“Savelli”, e la AP09 lungo il corso del Neto, in prossimità dell’opera di presa

dell’impianto di potabilizzazione “Crotone”. I risultati dei controlli effettuati sulle

IA04, IA05 e IA12 hanno rilevato uno stato di qualità ecologico degli invasi scadente,

comune a tutti gli invasi artificiali calabresi, alterati perché soggetti ad apporti

inquinanti di reflui non trattati. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP10

hanno confermato la possibilità di utilizzare a scopo potabile le acque dell’invaso, che

al momento sono a scopo idroelettrico, classificandole sia il primo che il secondo anno

nella categoria A3, per gli elevati valori di Coliformi totali e BOD5 riscontrati. I

risultati dei controlli effettuati nella stazione AP11 hanno confermato la possibilità di

utilizzare a scopo potabile le acque dell’invaso, che al momento sono a scopo

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 426

idroelettrico, classificandole il primo anno nella categoria A3 per gli elevati valori di

Coliformi totali riscontrati ed il secondo anno nella categoria A2. Obiettivo al 2010:

possibilità di utilizzazione delle acque degli invasi ai fini potabili, con trattamento A2,

suggerendo interventi specifici nel settore fognario – depurativo.

Lungo il corso del fiume Tacina per verificare l’idoneità delle sue acque per

approvvigionamento potabile, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la AP13

nel comune di Petilia Policastro (prov. KR) in prossimità dell’asta fluviale. Dai

controlli effettuati la AP13 è risultata non idonea alla produzione di acqua potabile un

anno su due di monitoraggio, non idoneità ascrivibile a valori elevati di BOD5 e dei

parametri microbiologici. Tali input inquinanti possono ritenersi prevalentemente di

origine civile dati i valori elevati riscontrati dei parametri microbiologici; un

contributo significativo può essere inoltre attribuito alle numerose attività olearie

distribuite lungo il bacino. In occasione di alcuni controlli, si è infatti osservato in

alveo l’evidente presenza di residui di acque di vegetazione. Obiettivo al 2010:

possibilità di utilizzazione delle acque fluenti ai fini potabili, con trattamento A2,

suggerendo interventi specifici nel settore fognario – depurativo e nel settore delle

attività produttive (attività molitorie).

AP06, invaso artificiale Cecita, l’utilizzo delle acque al momento è a scopo

idroelettrico. Lungo l’invaso è stata posizionata una stazione di monitoraggio, la AP06

tra le loc. Cupole e Cuponello del comune di Spezzano della Sila, in provincia di

Cosenza, per verificare la possibilità di poter utilizzare le acque dell’invaso, previo

appropriato trattamento, a scopo potabile. Dai risultati analitici del biennio di

monitoraggio emerge che le acque sono idonee alla produzione di acqua potabile

previo trattamento A2 il secondo anno e A3 il primo, per superamenti di

concentrazione del parametro Azoto Kjeldhal. Obiettivo al 2010: possibilità di

utilizzazione delle acque dell’invaso ai fini potabili con trattamento A2, suggerendo

interventi specifici nel settore fognario – depurativo.

Lungo il corso del fiume Abatemarco per verificare l’idoneità delle sue acque per

approvvigionamento potabile, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la AP07,

sita nel comune di Santa Maria del Cedro in provincia di Cosenza. Dai controlli

effettuati la AP07 è risultata non idonea alla produzione di acqua potabile un anno su

due di monitoraggio, non idoneità ascrivibile a superamenti dei valori dei parametri

microbiologici. Tali input inquinanti possono ritenersi prevalentemente di origine

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 427

civile, data la bassa altitudine in cui la stazione è dislocata. Obiettivo al 2010:

possibilità di utilizzazione delle acque ai fini potabili con trattamento A2, suggerendo

interventi specifici nel settore fognario – depurativo o semplicemente spostando

ancora più a monte il sito di prelievo.

Lungo il corso della fiumara Caturello, affluente del fiume Torbido è stata dislocata

una stazione di monitoraggio, la AP20 per verificare l’idoneità delle sue acque per

approvvigionamento potabile. Essa è sita nel comune di Grotteria in provincia di

Reggio Calabria e dai controlli effettuati nel biennio di monitoraggio è risultata idonea

alla produzione di acqua potabile previo trattamento acque A2/A3 (A3 per

superamenti dei coliformi totali il primo anno). Obiettivo al 2010: non si suggeriscono

interventi specifici, in quanto il superamento della carica batterica che ha determinato

la riclassificazione, è ascrivibile ad eventi del tutto eccezionali verificatisi

esclusivamente nel primo anno.

Lungo l’invaso collinare del Lordo, le cui acque sono utilizzate a scopo irriguo, è stata

dislocata una stazione di monitoraggio, la AP22 per verificare l’idoneità delle sue

acque per approvvigionamento potabile. Dai controlli effettuati nel biennio di

monitoraggio essa è risultata idonea in entrambi gli anni ai fini potabili previo

trattamento delle acque di categoria A2/A3 (A3 per superamenti nel primo anno delle

concentrazioni di Rame). Obiettivo al 2010: possibilità di utilizzare le acque ai fini

potabili, previo trattamento specifico per la verifica del superamento del rame, se

occasionale o persistente.

0.3.3.2 Acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci

La classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci deve essere estesa agli interi corpi

idrici classificati, fermo restando la possibilità di classificare e designare nell’ambito del

medesimo corpo idrico tratti come “acque salmonicole” e tratti come “acque ciprinicole”.

Stazione Codice stazione

Corpo idr ico

I anno 2005 – 2006

Parametr i cr itici

II anno 2006 – 2007

Parametr i cr itici

Obiettivo al 2016

VP 01 R18004VP001 Torrente

Ferro Salmonidi n.c.

Tolta dalla rete

VP 02 I016VP001 Fiume Lao

Salmonidi Salmonidi

Mantenere lo stato di

qualità ambientale

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 428

Stazione Codice stazione

Corpo idr ico

I anno 2005 – 2006

Parametr i cr itici

II anno 2006 – 2007

Parametr i cr itici

Obiettivo al 2016

VP 03 R18012VP004 Fiume Coscile

Salmonidi Salmonidi

Mantenere lo stato di

qualità ambientale

VP 04 R18012VP002 Fiume Crati

Non idonee

Ammoniaca non ionizzata, Ammoniaca

totale

Non idonee

Ammoniaca non

ionizzata, Ammoniaca

totale,

NON IDONEA

VP 05 R18012VP001 Fiume Cecita

Salmonidi Salmonidi

Mantenere lo stato di

qualità ambientale

VP 06 R18012VP003 Fiume Crati

Cipr inidi Ossigeno Non

idonee

Ammoniaca non

ionizzata

Mantenere lo stato di

qualità ambientale “ciprinidi”

VP 07 R18047VP002 Fiume Lese

Salmonidi Salmonidi

Mantenere lo stato di

qualità ambientale

VP 08 R18047VP004 Fiume Arvo

Non idonee

Ossigeno Cipr inidi Ossigeno

Mantenere lo stato di

qualità ambientale “ciprinidi”

VP 09 R18047VP003 Fiume Arvo

Salmonidi Salmonidi

Mantenere lo stato di qualità ambientale

VP 10 R18047VP001 Fiume Neto

Salmonidi Salmonidi

Mantenere lo stato di qualità ambientale

VP 11 R18057VP001 Fiume Savuto

Salmonidi Salmonidi

Mantenere lo stato di qualità ambientale

VP 12 R18064VP001 Fiume Savuto

Salmonidi Cipr inidi Ossigeno

Mantenere lo stato di

qualità ambientale

VP 13 R18069VP001 Fiume Amato

Cipr inidi BOD5 Salmonidi

Mantenere lo stato di

qualità ambientale

VP 14 R18089VP001 Fiume

Angitola Cipr inidi

Ossigeno, BOD5

Salmonidi

Mantenere lo stato di

qualità ambientale

VP 15 R18097VP001 Fiume

Ancinale Non

idonee Ammoniaca non ionizzata

Cipr inidi Ossigeno,

BOD5

Mantenere lo stato di

qualità ambientale

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 429

Stazione Codice stazione

Corpo idr ico

I anno 2005 – 2006

Parametr i cr itici

II anno 2006 – 2007

Parametr i cr itici

Obiettivo al 2016

VP 16 R18100VP001 Fiumara Alaca

Salmonidi Salmonidi

Mantenere lo stato di

qualità ambientale

VP 17 R18096VP001 Fiumara Rosario

Non idonee

Mater iali in sospensione,

BOD5, Ammoniaca

totale

Non idonee

Mater iali in sospensione, Ammoniaca

non ionizzata,

Ammoniaca totale

NON IDONEA

VP 18 R18105VP001 Fiumara

Assi Salmonidi Salmonidi

Mantenere lo stato di

qualità ambientale

VP 19 R18109VP001 Fiumara Stilaro Salmonidi n.c.

Tolta dalla rete

VP 20 R18118VP001 Fiume Petrace

Salmonidi Cipr inidi BOD5

Mantenere lo stato di

qualità ambientale

VP 21 R18124VP001 Fiumara

Portigliola Non

idonee

Concentrazione di ioni

idrogeno, Ammoniaca non ionizzata

n.c. Tolta dalla

rete

VP 22 R18131VP001 Fiumara

Bonamico Salmonidi n.c.

Tolta dalla rete

VP 23 R18124VP002 Fiumara

Portigliola Attiva dal II° anno

Salmonidi

Mantenere lo stato di

qualità ambientale

Tabella 168

In generale sono rilevate forti fluttuazioni delle portate e periodi, anche lunghi, di secca o di

ridottissima portata e fasi ad alta torbidità delle acque. In varie occasioni si è osservata

presso le stazioni VP06,VP10,VP15,VP17 e VP20 la presenza di scarichi, di detrito e di

odori persistenti. Queste osservazioni testimoniano l’evidenza di una contaminazione

organica e si riferiscono a stazioni che presentano quasi sempre valori critici relativamente

a parametri quali BOD5 e Ammoniaca. La frequenza delle situazioni di secca ha imposto la

modifica della rete di monitoraggio iniziale nel secondo anno di attività, a partire da

febbraio 2007. In particolare è stato deciso di non campionare le stazioni VP01, sul Torrente

Ferro, VP19, sul Torrente Stilaro e VP22, Fiumara Bonamico risultate in secca per gran

parte del primo anno di monitoraggio; inoltre la stazione VP21 sulla Fiumara Antonimina è

stata spostata più a monte (Stazione VP23) dove era possibile intercettare l’acqua. E’ utile

ricordare le particolari condizioni meteo soprattutto nel secondo anno, con bassa piovosità e

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 430

temperature più alte rispetto agli anni precedenti. Le temperature infatti, conformi al valore

imperativo previsto per le acque salmonicole nei mesi invernali e primaverili, in estate

hanno superato tale valore in ben 11 dei 23 corpi idrici monitorati, in tre casi la temperatura

risultava anche oltre la soglia dell’imperativo relativo ai ciprinidi.

I valori di temperatura non sono stati considerati ai fini della classificazione. Ricordiamo

che la temperatura è un parametro derogabile per il quale sono necessarie ulteriori

considerazioni. Nel caso in esame sono state considerate il particolare regime dei corsi

d’acqua e le particolari condizioni climatiche del periodo monitorato. L’aumento della

temperatura estiva in alcuni corpi idrici ha causato un generalizzato abbassamento della

concentrazione dell’ossigeno disciolto. La considerevole riduzione di portata e il

conseguente effetto di concentrazione degli inquinanti ha sicuramente influenzato la

situazione legata ai livelli di ammoniaca totale e all’ammoniaca indissociata. Relativamente

a questi parametri la qualità delle acque monitorate nel secondo anno risulta infatti

significativamente peggiorata. Meno influente ai fini della classificazione è risultata la

concentrazione dello ione nitrito, che supera il valore limite imperativo di 0,88 mg/l previsto

per le acque salmonicole solo in un sito (VP 04 gennaio 07). Le concentrazioni medie di

fosforo totale, fanno registrare valori superiori al valore guida in varie stazioni, (VP04,

VP06, VP10, VP15, VP17, VP20), in altre stazioni sono inoltre presenti diversi valori di

picco relativi a singoli campionamenti nei quali il fosforo totale è risultato oltre i valori

guida. Questo parametro, non utilizzato per la classificazione, è indice di un significativo

carico organico più o meno continuo.

La concentrazione media per i materiali in sospensione è in tutte le stazioni conforme ai

valori imperativi fissati per le acque idonee ai salmonidi e ai ciprinidi, tranne nel sito VP17,

soprattutto nel secondo anno (> 80 mg/l). Di notevole importanza ai fini della

classificazione è risultato il valore del BOD5 che sia nel primo che nel secondo anno supera

più volte il valore di parametro previsto per le acque salmonicole (5mg/l O2 ) in 7 siti, e in

uno anche quello per le acque ciprinicole. I valori più elevati di BOD5 possono essere

ascrivibili ad impatto antropico, in quanto nei corsi d’acqua su cui sono localizzate le

stazioni di prelievo è stata verificata la presenza di scarichi fognari.

Lungo il corso dell’Amato è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP13,

sita nel comune di Maida, per verificare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci. La

sezione VP13 è risultata, in entrambi gli anni di monitoraggio, idonea alla vita dei

pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 431

Lungo il corso del fiume Ancinale è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la

VP15 sita nel comune di Satriano per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci.

I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP15 hanno evidenziato una idoneità

alla vita dei pesci cipr inicoli, fatta eccezione per il primo anno nel quale, a causa degli

elevati tenori di ammoniaca, la sezione è risultata non idonea alla vita dei pesci. Il

tratto di corso d’acqua in esame è sito a valle del centro abitato di Satriano, pertanto

per mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci cipr inicoli è necessario

operare un trattamento appropriato dei reflui all’interno dell’impianto.

Lungo il corso del fiume Angitola è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la

VP14 sita nel comune di Maierato per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei

pesci. I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP14 hanno evidenziato una

idoneità alla vita dei pesci salmonicoli, fatta eccezione per il primo anno a causa degli

alti tenori di BOD5 che hanno portato a classificarla idonea alla sola vita dei pesci

cipr inidi. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità del tratto di corso d’acqua in

esame idoneo alla vita dei pesci ciprinicoli/salmonicoli, data la vicinanza all’invaso

dell’Angitola.

Lungo il corso del Crati, per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci sono

state dislocate 2 stazioni di controllo, la VP06 a monte della CS06, la VP04 in

prossimità della CS08, ed un’altra, la VP03 nel bacino del Coscile, nel territorio

comunale di Morano. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante

idoneità alla vita dei pesci delle acque del Coscile, mentre sono risultate sempre non

idonee le acque del Crati nella sezione VP04, per gli elevati tenori di azoto

ammoniacale libero o combinato in esse presenti, attribuibili all’elevato apporto in

quella sezione di reflui civili non trattati provenienti dai comuni caratterizzati dai

massimi deficit di trattamento (Morano, Bisignano, Roggiano Gravina e San Marco

Argentano). Nella sezione VP06 le acque sono risultate idonee il primo anno di

monitoraggio, ma non idonee il secondo, anche in tal caso per l’elevato tenore di

ammoniaca riscontrato. Tale evoluzione delle caratteristiche può essere attribuito sia

alla localizzazione di questa stazione immediatamente a valle del canale Liguori, che è

causa di apporti inquinanti saltuari, sia per la localizzazione abusiva di un

accampamento sulle sponde del fiume a monte della stazione ferroviaria.

Lungo il corso d’acqua del fiume Coscile, un affluente importante del fiume Crati, è

stata posizionata una stazione di monitoraggio, la VP03, sita nel comune di Morano

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 432

Calabro in provincia di Cosenza, per verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere

la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante

idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di

qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli.

Lungo il corso del fiume Lao è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP02

sita nel comune di Papasidero per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci e

nelle sue vicinanze la AP02 per verificare la possibilità di utilizzare le sue acque per

l’approvvigionamento potabile. I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP02

hanno evidenziato una costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al

2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli.

Lungo il corso del fiume Marepotamo, è stata dislocata una stazione di monitoraggio,

la VP17 localizzata all’altezza della fiumara Rosario nel comune di Gerocarne

(spartiacque col comune di Soriano Calabro) per verificare l’idoneità alla vita dei

pesci. I risultati dei controlli effettuati sulla VP17 hanno rilevato la non idoneità delle

acque per la vita dei pesci. Tale non idoneità è dovuta principalmente agli elevati

valori di concentrazione di ammoniaca e materiale in sospensione, probabilmente

ascrivibili ad un trattamento non adeguato dei reflui provenienti dall’impianto di

depurazione sito nella frazione di Sorianello.

Per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci sono state dislocate nel bacino del

Fiume Neto 4 stazioni di monitoraggio,una dislocata lungo il corso d’acqua del Neto

la VP10, un’altra la VP08, sul Fiume Arvo, la VP09 sul Fiume Ampollino , ed infine

la VP07 sul Fiume Lese, tutti affluenti del fiume Neto. I risultati dei controlli effettuati

hanno evidenziato, nelle stazioni VP10, VP07 e VP09, una costante idoneità alla vita

dei pesci salmonicoli, mentre nella sezione VP08 è stata riscontrata una non idoneità

alla vita dei pesci nel corso del primo anno di monitoraggio, ascrivibile alle elevate

concentrazioni di BOD5 e basse concentrazioni di ossigeno disciolto; solo queste

ultime sono perdurate nel corso del secondo anno nel quale è stata rilevata una

idoneità alla vita dei pesci ciprinicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità

idoneo alla vita dei pesci salmonicoli nelle sezioni VP07, VP09 e VP10, mentre nella

sezione VP08 mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci cipr inicoli.

Lungo l’asta fluviale del Petrace, all’altezza del comune di San Procopio in provincia

di Reggio Calabria, per verificare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci è stata

dislocata una stazione di controllo, la VP20. I risultati dei controlli effettuati nella

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Relazione di sintesi 433

stazione VP20 nel corso del I° anno di monitoraggio hanno verificato l’idoneità delle

acque alla vita dei pesci salmonicoli, mentre nel II anno, essendosi riscontrati valori di

BOD5 superiori ai valori imperativi previsti dalla normativa, è risultata idonea alla

vita dei pesci ciprinicoli. Obiettivo al 2016: mantenimento dello stato di qualità idoneo

alla vita dei pesci salmonicoli/ciprinicoli.

Lungo il corso del fiume Savuto è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la

VP11 nel comune di Scigliano (CS) per verificare l’idoneità del corso d’acqua a

sostenere la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una

costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato

di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli.

Lungo il fiume Cecita, prima di versare le sue acque nell’invaso omonimo, è stata

dislocata una stazione di monitoraggio, la VP05, sita nel comune di Spezzano della

Sila in provincia di Cosenza, per verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere la

vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante idoneità

alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo

alla vita dei pesci salmonicoli.

Lungo il corso della fiumara Alaca, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la

VP16, sita nel comune di San Sostene, in provincia di Catanzaro, per verificare

l’idoneità del corso d’acqua a sostenere la vita dei pesci. I risultati dei controlli

effettuati hanno evidenziato una costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli.

Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli.

Lungo il corso della fiumara Assi, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la

VP18, sita nel comune di Stilo, per verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere

la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante

idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di

qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli.

Lungo il corso del Fiume Alli, a valle dello sbarramento sul fiume Passante, affluente

dell’Alli, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP12 sita al confine tra i

comuni di Sorbo San Basile e Taverna, per verificare l’idoneità del corso d’acqua a

sostenere la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una

costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli il primo anno e ciprinicoli il secondo

anno. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci

salmonicoli/cipr inicoli.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 434

0.3.3.3 Acque destinate alla vita dei molluschi

Anche per le acque a specifica destinazione vita dei molluschi, come le acque marino

costiere, purtroppo manca un’indagine su scala temporale idonea e la classificazione non

può essere fatta con sufficiente accuratezza se no su un numero limitato di campioni. Di

contro, questa tipologia di indagine è comunque utilissima ai fini della valutazione della

contaminazione microbiologica e chimica della fascia costiera e, attualmente, costituisce

uno standard metodologico utilizzato con questo obiettivo.

I risultati di questa indagine (Cfr. paragrafo 0.1.4.3.2 – Risultati) non sono molto confortanti

e evidenziano un inquinamento fecale che non rientra nei limiti stabiliti (CF ~ 300/100 gr

polpa e liquido intervalvare) nella maggior parte dei casi di studio. La figura 128 riporta la

percentuale di stazioni non idonee alla vita dei molluschi nei due differenti anni di indagine.

In particolare 41 siti sui 59 classificabili nel primo anno non sono risultati idonei,

coerentemente con le osservazione relative al secondo anno di indagine quando su 29

stazioni, 21 non sono risultati idonei. Questa indagine ha anche offerto un ulteriore spunto

di riflessione. La presenza di sassitossina in alcuni molluschi evidenzia la presenza di specie

fitoplanctoniche tossiche ed impone la necessità di un continuo monitoraggio in aree

eventualmente destinate a mitilicoltura o a semplice stabulazione.

A B

Figura 128:Percentuale di stazioni (VM) non idonee alla vita dei molluschi A) 2005-2006 e B) 2006-2007

82% 18% 28%

72%

Coliformi fecali > 300/100 gr di polpa e liquido intervalvare

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 435

0.4 SINTESI DEI PROGRAMMI DI MISURA DA ADOTTARE

0.4.1 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei

corpi idrici di cui all’art.5 del D.lgs. 152/99

I risultati degli studi e delle indagini descritte (cfr. Relazione generale) forniscono un

quadro puntuale dei problemi di depauperamento qualitativo e quantitativo che

caratterizzano i 32 bacini idrografici identificati come significativi nella regione Calabria.

Questi problemi rendono necessaria l’attuazione di un sistema articolato e complesso di

interventi urgenti e di più ampio respiro finalizzati alla tutela e alla valorizzazione delle

risorse idriche regionali, da sviluppare in modo coordinato e armonico nell’ambito della

prospettiva strategica delineata in questo Piano di Tutela delle Acque.

La struttura geologica, la configurazione orografica, la posizione geografica, la morfologia a

grande e a piccola scala, le condizioni climatiche rendono particolarmente rilevante il

rapporto del territorio calabrese con le acque che la circondano o scorrono sulla sua

superficie o nei suoi strati più profondi. La possibilità di disporre di questa grande ricchezza

è decisiva per lo sviluppo della regione per garantire standard di vita adeguati, per favorire

lo sviluppo delle attività agricole e industriali, per l’uso idroelettrico e per l’uso

ricreazionale e lo sviluppo del turismo ad esso associato.

Negli ultimi decenni la qualità complessiva dei corpi idrici si è progressivamente deteriorata

per effetto di uno sviluppo poco razionale di nuovi insediamenti e di nuove infrastrutture e

per la scarsa attenzione dedicata al problema del mantenimento di adeguati standard

qualitativi. Anche dal punto di vista quantitativo la situazione è nettamente peggiorata sia

per la sostanziale incapacità di razionalizzare l’utilizzazione della risorsa, specie di quella

sotterranea, sia per gli effetti dei cambiamenti climatici che in una regione come quella

calabrese hanno avuto effetti più devastanti rispetto ad altre realtà regionali, con una

drastica diminuzione della piogge su scala annuale.

Garantire il mantenimento degli attuali standard qualitativi e quantitativi è una delle

maggiori priorità della regione Calabria, perché senza un intervento rigoroso e razionale è

da aspettarsi che nei prossimi anni le risorse idriche disponibili saranno sempre di meno e la

loro qualità e quella dei corpi recettori sarà sempre peggiore.

L’obiettivo prioritario è, quindi, quello di evitare che la situazione si comprometta

ulteriormente evitando, con opportuni provvedimenti normativi, che nuovi insediamenti,

nuove utilizzazioni e altre azioni potenzialmente interferenti possano apportare significativi

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 436

peggioramenti sia quantitativi sia qualitativi. Ma è necessario nello stesso tempo attivare

iniziative che consentano di invertire la tendenza e produrre nel corso degli anni

l’incremento della disponibilità e il miglioramento della qualità della risorsa.

Il grafico riportato in figura 129 rappresenta in modo efficace i concetti appena espressi.

Senza alcun intervento il peggioramento aumenterà progressivamente (curva A). Imponendo

adeguati standard per tutte le nuove iniziative che potrebbero interferire, anche se solo

potenzialmente, con la tutela delle acque la situazione tenderà a stabilizzarsi (curva B),

attuando gli interventi previsti dal Piano di tutela si potranno avere, infine, sensibili

miglioramenti (curva C).

Figura 129

Le strategie di intervento che è necessario sviluppare appaiono facilmente delineabili in

base al quadro complessivo finora tracciato. Si tratta di un complesso di misure e di

interventi che sono finalizzati al conseguimento di una duplice finalità:

- evitare che il degrado complessivo delle acque calabresi prosegua con la stessa

intensità che ha caratterizzato gli ultimi decenni, mantenendo le situazioni di

eccellenza e impedendo ulteriori peggioramenti nei corpi idrici già compromessi;

- avviare iniziative di risanamento dei corpi idrici maggiormente inquinati per

raggiungere gli obiettivi imposti dalla normativa.

Le strategie di intervento da adottare possono essere sintetizzate così:

1. migliorare la conoscenza del sistema e dei processi che in esso avvengono, attraverso un

sistema di monitoraggio permanente che consenta:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 437

- di acquisire in modo sistematico e completo l’informazione connessa ai dati di

ingresso e di uscita relativi agli impianti di utilizzazione della risorsa idrica gestiti in

concessione;

- di censire in modo sistematico e dinamico tutti i punti di interferenza tra il sistema e

il sistema antropico: pozzi, prese in alveo, invasi artificiali, scarichi puntuali e

diffusi;

- di misurare: i deflussi naturali, l’andamento dei volumi negli acquiferi sotterranei e

negli invasi artificiali, l’entità nel tempo dei prelievi e dei rilasci nei corpi idrici,

nonché la qualità dei corpi d’acqua, dei prelievi, dei rilasci, con particolare riguardo

alle Aree di Salvaguardia delle opere di captazione di cui al successivo punto 7. In

particolare occorre assicurare la continuità dell’attuale rete di monitoraggio e il suo

ulteriore potenziamento;

- di creare banche dati e sistemi informativi territoriali che contengano i risultati del

censimento e del monitoraggio sopra indicati;

- di realizzare mappe con la zonizzazione del rischio idrico, che identifichino le aree

nelle quali le caratteristiche quantitative e qualitative dei corpi idrici sono

maggiormente compromesse e quelle dove sono presenti o sono previste tipologie di

intervento potenzialmente impattanti sulla qualità dei corpi idrici (opere di

captazione, derivazione, accumulo, drenaggio e collettamento acque reflue,

collettamento e drenaggio delle acque bianche; nuove impermeabilizzazioni del

suolo; nuovi insediamenti urbani, industriali agricoli, zootecnici; nuovi impianti

energetici; ecc.…).

2. assicurare il risparmio della risorsa idrica e il contenimento dei consumi idrici

attraverso:

- l’adeguamento dei fabbisogni agli standard nazionali ed europei;

- la riduzione delle perdite nelle reti di adduzione e di distribuzione, in particolare

nelle reti urbane e nelle canalizzazioni irrigue, promuovendo ovunque il passaggio

alle condotte in luogo dei canali a cielo aperto;

- la razionalizzazione del quadro complessivo degli ordinamenti colturali, tenendo

conto, in primo luogo, dei consumi idrici previsti;

- la razionalizzazione delle tariffe per il consumo non potabile;

- il riuso della risorsa idrica;

- l’eliminazione dei prelievi non autorizzati.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 438

3. migliorare il sistema di raccolta, collettamento, trattamento e smaltimento delle acque

reflue attraverso:

- l’eliminazione degli scarichi abusivi anche attraverso una normativa che preveda

oltre alle sanzioni previste dalle norme, ulteriori misure connesse alla perdita di

benefici regionali (finanziamenti, licenze, marchi di qualità, ecc.);

- il miglioramento delle reti fognarie procedendo: al loro completamento nei centri

storici e nei quartieri di più recente realizzazione; al rifacimento dei tratti che

appaiono di dimensione insufficiente o presentano perdite non più sanabili con

semplici interventi di manutenzione; alla separazione del sistema di convogliamento

delle acque bianche da quello delle acque nere;

- la realizzazione di interventi finalizzati alla raccolta e al trattamento preliminare in

loco delle acque di prima pioggia, rendendo tale tipologia di intervento obbligatoria

nelle aree di nuova impermeabilizzazione e favorendone la realizzazione progressiva

nelle grandi aree urbane;

- la riorganizzazione delle attività delle aziende agricole e zootecniche in modo tale da

limitare l’uso dei concimi chimici favorendo un’utilizzazione controllata dei reflui

zootecnici ai fini di una buona pratica agricola;

- il controllo e la razionalizzazione del sistema di raccolta e di smaltimento dei reflui

provenienti dalle lavorazioni di prodotti agricoli particolarmente inquinanti (frantoi,

ecc.);

- il completamento del sistema regionale degli impianti di depurazione e il

miglioramento dell’efficienza degli impianti esistenti, secondo quanto puntualmente

indicato nel capitolo 4 e richiamato più avanti nelle schede di sintesi.

4. affrontare in modo organico il problema della microidrografia dei centri storici dove il

percorso previsto per il drenaggio delle acque piovane è spesso obliterato da deviazioni,

tombature, immissioni occasionali nella rete fognaria, perdite diffuse, che si

accompagnano in molti casi a perdite diffuse anche nella rete di adduzione e nella rete

fognaria, creando significativi problemi anche alla stabilità dei versanti;

5. assicurare la chiusura dei pozzi abbandonati che possono diventare oggetto di prelievi

abusivi o di inquinamenti puntuali in falda, con particolare attenzione alla sigillatura dei

pozzi che si trovano in zone costiere interessate da possibili risalite del cuneo salino che

potrebbe per tali vie interessare gli acquiferi;

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 439

6. favorire l’autodepurazione e la rinaturazione dei corpi idrici, assicurando il rispetto del

deflusso minimo vitale, evitando restringimenti che incrementano la profondità della

sezione idrica, creando tratti di autodepurazione con tiranti idrici modesti ed elevata

turbolenza, incrementando la vegetazione ripariale, privilegiando gli interventi di

ingegneria naturalistica nelle sistemazioni fluviali, realizzando aree di ricarica delle

falde acquifere;

7. delimitare le Aree di Salvaguardia delle opere di captazione sul territorio al fine di

proteggere l'approvvigionamento idrico potabile dai rischi dell'inquinamento antropico,

limitando l’eccessiva fiducia nei processi di disinfezione delle acque, attraverso:

- la delimitazione di aree nelle quali occorre proibire-regolamentare le attività a

rischio, da definire in modo da non gravare eccessivamente sullo sviluppo del

territorio;

- la predisposizione di norme e vincoli tali da rendere possibile la gestione dei campi

acquiferi in condizioni di sicurezza;

- la predisposizione di una rete di controllo della qualità delle acque sotterranee e

l'organizzazione della tipologia e frequenza delle analisi da effettuare nell’ambito del

più complessivo sistema di monitoraggio di cui al precedente punto 1.

8. applicazione dei trattamenti più spinti del secondario per l’abbattimento dell’azoto nel

rispetto dei valori limite di emissione di cui alla tabella 2, allegato 5 del D.lgs. 152/99,

agli scarichi di acque reflue urbane degli agglomerati ricadenti in aree sensibili e nei

bacini drenanti ad esse afferenti, con popolazione superiore ai 15.000 AE. Quest’ultimo

trattamento viene esteso all’orizzonte temporale del 2016 anche agli impianti a servizio

di agglomerati tra i 2.000 ed i 15.000 AE;

9. disinfezione estiva per i depuratori oltre i 15.000 AE nella fascia di 10 km dalla costa;

10. contenimento degli apporti ai suoli da concimazioni chimiche ed organiche provenienti

dagli effluenti zootecnici e non, e valutazione della riduzione dei carichi connessi agli

effluenti zootecnici e non, in relazione all’individuazione delle arre vulnerabili da nitrati,

secondo secondo quanto deliberato nel Regolamento regionale recante: designazione

delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e relativo programma d’azione

(D.G.R. n.817 del 23/09/2005 (BUR CALABRIA – Supplemento straordinario n 5 al n.

9 del 16 maggio 2006, parti I e II, Anno XXXVII);

11. rinaturalizzazione di alcuni tratti fluviali.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 440

Di seguito si riportano in forma sintetica gli interventi previsti per ognuno dei 32 bacini dei

corpi idrici significativi e d’interesse. Alla fine della disamina si riporta una tabella

riassuntiva degli stessi interventi, di tipo quali – quantitativo, da operare su ciascun bacino,

suddivisi in funzione dei diversi livelli di informazione acquisita, a cui sono associati, in

funzione del loro peso, diversi giudizi di valutazione.

0.4.1.1 Sintesi delle misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi

idr ici superficiali significativi di I° e II° ordine

Bacino del Fiume Amato

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di

depurazione per assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento di circa 10900 AE ottenibile

potenziando gli impianti in esercizio, riavviando quelli attualmente non

funzionanti o anche realizzandone dei nuovi;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui

prodotti nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di

controllare la corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva

evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati.

Gli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato sul bacino del fiume Amato

evidenziano dei deficit sull’area irrigua S. Ippolito per effetto delle modeste portate estive

dei corsi d’acqua (affluenti del fiume Amato) che l’alimentano. Eventuali problemi di

gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno comunque essere risolti attraverso

l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare globalmente a scala di bacino.

Qui di seguito si riportano in forma sintetica le strategie di intervento (di Livello 1 e Livello

2) a scala di bacino, con cui, in base alla conoscenza dei singoli punti del livello 2, si può

arrivare al miglioramento od al mantenimento della qualità.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 441

BACINO DEL FIUME AMATO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

3

Pozzi A Prese in alveo P Invasi P Scarichi puntuali 4 Scarichi diffusi 3 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

5

Perdite nelle reti 3 Ordinamenti colturali 2 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 4

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 4

Manutenzione reti fognarie 4 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 3

Agricoltura 4 Zootecnia 4 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

3

Manutenzione impianti di depurazione 3

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 442

Bacino del Fiume Crati

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone con

urgenza l’esecuzione dei seguenti interventi per il soddisfacimento del deficit di trattamento

dei reflui civili prodotti. A tal fine è necessario prevedere:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento dei deficit di trattamento di circa 140000 AE delle acque reflue

prodotte nel bacino attraverso il potenziamento degli impianti esistenti, la

realizzazione di nuovi, provvedendo nel contempo all’adeguamento delle reti fognarie

per assicurare a tutti i reflui prodotti nel bacino di poter afferire negli impianti di

depurazione;

l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo

idrico quale recettore di apporti inquinanti;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di controllare la

corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute

del corpo idrico a seguito degli interventi attuati.

Gli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato sul bacino del fiume Crati,

pur se basati su differenti ipotesi di funzionamento, mostrano in modo oggettivo alcune

strategie di intervento di carattere generale:

1. Il minimo deflusso vitale stimato con il metodo proposto dall’Autorità di Bacino

Regionale appare eccessivo sia nei mesi estivi che in quelli invernali, generando nei

primi condizioni di deficit imputabili allo svuotamento invernale della risorsa idrica

immagazzinata dai serbatoi. L’uso di metodi meno restrittivi, come nel caso della Q7-

10, riducono sensibilmente molti problemi di gestione, senza inficiare l’ecosistema del

corso d’acqua del bacino del Crati;

2. E’ necessario concordare con l’Ente gestore dell’invaso del Cecita le modalità di

rilascio in alveo dei volumi invasati, specialmente quelli invernali, al fine di garantire

durante i mesi estivi, il soddisfacimento sia delle utenze irrigue del Mucone, sia di

quelle in Destra Crati per effetto dei maggiori volumi presenti nella Diga di Tarsia;

3. La realizzazione della Diga di Cameli, oltre a soddisfare le future richieste irrigue

necessarie ai comprensori della Piana di Sibari, riducendo drasticamente il prelievo

esasperato ed incontrollato della risorsa idrica sotterranea, potrebbe con opportuni

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 443

interventi di canalizzazione eliminare tutte le situazioni di deficit attualmente presenti

sui comprensori irrigui del Coscile e del Garga.

BACINO DEL FIUME CRATI INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

5

Pozzi A Prese in alveo P Invasi A Scarichi puntuali 5 Scarichi diffusi 5 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

5

Perdite nelle reti 5 Ordinamenti colturali 5 Riuso 5 Prelievi non autorizzati 5

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 5

Manutenzione reti fognarie 5 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 5

Agricoltura 5 Zootecnia 5 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

5

Manutenzione impianti di depurazione 5

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 444

Bacino del Fiume Corace

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento di circa 13000 AE ottenibile potenziando

gli impianti esistenti, riavviando quelli attualmente non in esercizio o realizzandone

dei nuovi;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati.

Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato non sono emerse criticità

di tipo strutturale, anche se rimane sempre il problema della più idonea stima del Minimo

Deflusso Vitale per realtà fluviali quali quelle calabresi. La realizzazione futura dell’invaso

del Melito, pur soddisfacendo ampiamente alle richieste potabili ed irrigue, necessiterà

comunque di opportuni piani strategici e di emergenza per la gestione ottimale delle risorse

idriche in condizioni di siccità.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 445

BACINO DEL FIUME CORACE INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

4

Pozzi A Prese in alveo A Invasi A Scarichi puntuali 5 Scarichi diffusi 2 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

5

Perdite nelle reti 4 Ordinamenti colturali 3 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 4

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 3

Manutenzione reti fognarie 3 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 3

Agricoltura 3 Zootecnia 3 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

3

Manutenzione impianti di depurazione 4

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 446

Bacino del Fiume Lao

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento di circa 2000 AE ottenibile con

l’adeguamento degli impianti già esistenti e l’eventuale realizzazione di nuovi;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati.

L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di

criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per un bacino dalle

caratteristiche calcaree come quello del fiume Lao. Eventuali problemi di gestione, in

condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione

di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 447

BACINO DEL FIUME LAO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

5

Pozzi A Prese in alveo P Invasi A Scarichi puntuali 3 Scarichi diffusi 1 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi P Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

4

Perdite nelle reti 4 Ordinamenti colturali 3 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 4

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 2 Zootecnia 3 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

2

Manutenzione impianti di depurazione 2

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 448

Bacino del Fiume Mesima

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare il mantenimento della loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento di circa 29650 AE ottenibile potenziando

gli impianti esistenti o realizzandone dei nuovi, valutando eventualmente anche la

possibilità di ripristinare quelli non funzionanti;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo

idrico quale recettore di apporti inquinanti;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati.

Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato è emerso che l’ipotesi di

destinare parte dell’invaso del Metramo ad uso potabile non confligge con la richiesta

irrigua della parte valliva del bacino. L’aspetto che maggiormente necessita di ulteriori

analisi è la validazione di un metodo per la stima del Minimo Deflusso Vitale compatibile

con le reali caratteristiche idrologiche e geomorfiche dei corsi d’acqua calabresi. In tal

senso, anche in questo corso d’acqua, il metodo fissato dall’Autorità di Bacino Regionale

implica volumi idrici sensibili che in situazioni di ripetuti deficit pluviometrici (anno scarso)

non possono essere soddisfatti o, come avviene in condizioni medie di regime nelle parti

terminali del reticolo in presenza di prese irrigue, non è possibile garantire il normale

fabbisogno colturale penalizzato da abbondanti rilasci in alveo (quasi comparabili con quelli

naturali idrologici) a tutela dell’ecosistema fluviale.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 449

BACINO DEL FIUME MESIMA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

4

Pozzi A Prese in alveo P Invasi A Scarichi puntuali 5 Scarichi diffusi 4 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

5

Perdite nelle reti 5 Ordinamenti colturali 4 Riuso 5 Prelievi non autorizzati 5

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 3

Manutenzione reti fognarie 3 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 4

Agricoltura 5 Zootecnia 4 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

4

Manutenzione impianti di depurazione 3

Altro …. CHIUDERE POZZI ABBANDONATI FAVORIRE RINATURAZIONE E AUTODEPURAZIONE DEI CORSI D’ACQUA

DELIMITARE LE AREE DI SALVAGUARDIA モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

Page 455: INDICE - Regione Calabria - Homeold.regione.calabria.it/ambiente/allegati/pianotutelaacq... · 2017-08-14 · 0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) 119

Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 450

Bacino del Fiume Neto

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, 31000 AE, ottenibile potenziando gli

impianti esistenti o realizzandone dei nuovi e valutando eventualmente anche la

possibilità di ripristinare quelli non funzionanti. In particolare il deficit del comune di

Rocca di Neto potrebbe essere soddisfatto in tempi brevi provvedendo al riavvio dei

due impianti di depurazione temporaneamente fuori esercizio, così come potrebbe

essere soddisfatto quello del comune di Casabona con la realizzazione già prevista di

tre impianti di depurazione e quello del comune di San Giovanni in Fiore prevedendo

il riavvio dell’impianto attualmente non in esercizio per adeguamento;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un’attività di controllo della corretta gestione degli impianti e di

monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di

salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati.

Gli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato sul bacino del fiume Neto,

pur se basati su differenti ipotesi di funzionamento, mostrano in modo oggettivo alcune

strategie di intervento di carattere generale.

1. Il minimo deflusso vitale stimato con il metodo proposto dall’Autorità di Bacino

Regionale appare eccessivo sia nei mesi estivi che in quelli invernali, generando nei

primi condizioni di deficit imputabili allo svuotamento invernale della risorsa idrica

immagazzinata dai serbatoi. L’uso di metodi meno restrittivi, come nel caso della Q7-

10, riducono sensibilmente molti problemi di gestione, senza inficiare l’ecosistema del

corso d’acqua del bacino del Neto.

2. E’ necessario concordare con l’Ente gestore degli invasi silani a scopo idroelettrico

(Arvo, Ampollino, Orichella e Migliarite) le modalità di rilascio in alveo dei volumi

invasati, al fine di garantire durante i mesi estivi, il soddisfacimento delle utenze

irrigue sia del Basso Neto, sia del comprensorio di Capo Colonna alimentate dalle

prese sul fiume Tacina.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 451

Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere

risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di

comprensorio che di bacino.

BACINO DEL FIUME NETO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

5

Pozzi A Prese in alveo A Invasi A Scarichi puntuali 5 Scarichi diffusi 4 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

5

Perdite nelle reti 5 Ordinamenti colturali 5 Riuso 5 Prelievi non autorizzati 5

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 3

Manutenzione reti fognarie 4 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 3

Agricoltura 4 Zootecnia 4 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

4

Manutenzione impianti di depurazione 3

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

Page 457: INDICE - Regione Calabria - Homeold.regione.calabria.it/ambiente/allegati/pianotutelaacq... · 2017-08-14 · 0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) 119

Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 452

Bacino del Fiume Petrace

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, 24000 AE, potenziando gli impianti

esistenti o realizzandone dei nuovi, anche valutando la possibilità di ripristinare quelli

non più funzionanti;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino, negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo

idrico quale recettore di apporti inquinanti;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati.

Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo

strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso

Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di

siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani

strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 453

BACINO DEL FIUME PETRACE INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

4

Pozzi A Prese in alveo P Invasi A Scarichi puntuali 5 Scarichi diffusi 4 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

4

Perdite nelle reti 4 Ordinamenti colturali 3 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 4

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 3

Manutenzione reti fognarie 3 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 3

Agricoltura 5 Zootecnia 3 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

4

Manutenzione impianti di depurazione 2

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

Page 459: INDICE - Regione Calabria - Homeold.regione.calabria.it/ambiente/allegati/pianotutelaacq... · 2017-08-14 · 0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) 119

Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 454

Bacino del Fiume Savuto

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

- La manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

- Soddisfacimento del deficit di trattamento di depurazione di circa 12000 AE ed il

completamento della rete fognaria per assicurare che tutti i reflui prodotti nel bacino

possano afferire agli impianti di trattamento;

- L’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di verificare la

corretta gestione degli impianti e di valutare gli effetti degli interventi effettuati

sull’evoluzione di salute del corpo idrico.

L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di

criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche

calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno

essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare

sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 455

BACINO DEL FIUME SAVUTO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

5

Pozzi A Prese in alveo P Invasi A Scarichi puntuali 4 Scarichi diffusi 3 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

4

Perdite nelle reti 4 Ordinamenti colturali 3 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 4

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 3

Manutenzione reti fognarie 3 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 3

Agricoltura 2 Zootecnia 3 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

3

Manutenzione impianti di depurazione 3

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

Page 461: INDICE - Regione Calabria - Homeold.regione.calabria.it/ambiente/allegati/pianotutelaacq... · 2017-08-14 · 0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) 119

Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 456

Bacino del Fiume Tacina

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, 26240 AE, potenziando gli impianti

esistenti o realizzandone dei nuovi e prevedendo la messa in esercizio dell’impianto di

Mesoraca da anni completato e mai entrato in funzione;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un’attività di controllo del territorio che assicuri il rispetto della

normativa per lo smaltimento delle acque di vegetazione prodotte nell’area;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta la corretta

gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del

corpo idrico a seguito degli interventi attuati.

Gli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato sul bacino del fiume Tacina,

sono strettamente connessi alle ipotesi di funzionamento dell’intero sistema idroelettrico del

bacino del fiume Neto. In tal senso si può affermare che:

1. Il minimo deflusso vitale stimato con il metodo proposto dall’Autorità di Bacino

Regionale appare eccessivo sia nei mesi estivi che in quelli invernali, generando nei

primi condizioni di deficit imputabili allo svuotamento invernale della risorsa idrica

immagazzinata dai serbatoi. L’uso di metodi meno restrittivi, come nel caso della Q7-

10, riducono sensibilmente molti problemi di gestione, senza inficiare l’ecosistema dei

corso d’acqua Neto e Tacina.

2. E’ necessario concordare con l’Ente gestore degli invasi silani a scopo idroelettrico

(Arvo, Ampollino, Orichella e Migliarite) le modalità di rilascio in alveo dei volumi

invasati, al fine di garantire durante i mesi estivi, il soddisfacimento delle utenze

irrigue sia del Basso Neto, sia del comprensorio di Capo Colonna alimentate dalle

prese sul fiume Tacina.

Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere

risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di

comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 457

BACINO DEL FIUME TACINA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

5

Pozzi A Prese in alveo P Invasi A Scarichi puntuali 5 Scarichi diffusi 4 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

5

Perdite nelle reti 5 Ordinamenti colturali 4 Riuso 2 Prelievi non autorizzati 5

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 2

Manutenzione reti fognarie 3 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 2

Agricoltura 4 Zootecnia 4 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

4

Manutenzione impianti di depurazione 2

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 458

Bacino del Fiume Tr ionto

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento dei deficit di trattamento delle acque reflue, 4500 AE, prodotte nel

bacino attraverso il potenziamento degli impianti esistenti, la realizzazione di nuovi,

provvedendo nel contempo all’adeguamento delle reti fognarie per assicurare a tutti i

reflui prodotti nel bacino di poter afferire negli impianti di depurazione;

il controllo dell’attività di prelievo d’acqua dal fiume e dalla subalvea che impedisca i

prelievi non autorizzati;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare gli

effetti degli interventi attuati sull’evoluzione dello stato di salute del corpo idrico.

L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di

criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche

calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno

essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare

sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 459

BACINO DEL TORRENTE TRIONTO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

4

Pozzi A Prese in alveo A Invasi A Scarichi puntuali 3 Scarichi diffusi 2 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

4

Perdite nelle reti 4 Ordinamenti colturali 2 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 4

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi A Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 1 Zootecnia 3 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

3

Manutenzione impianti di depurazione 3

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 460

0.4.1.2 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi

idr ici superficiali d’interesse naturalistico – paesaggistico

Bacino del Torrente Raganello

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento dei deficit di trattamento delle acque reflue, 500 AE, possibilmente

utilizzando gli impianti esistenti, eventualmente potenziandoli;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

il controllo dell’utilizzo del corso d’acqua quale fonte di approvvigionamento per

limitare il verificarsi di periodi di magra caratterizzati da portate quasi nulle.

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati.

L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di

criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per un bacino dalle

caratteristiche calcaree come quello del torrente Raganello. Eventuali problemi di gestione,

in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso

l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di

bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 461

BACINO DEL TORRENTE RAGANELLO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

3

Pozzi A Prese in alveo P Invasi A Scarichi puntuali 1 Scarichi diffusi 1 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia P

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

3

Perdite nelle reti 3 Ordinamenti colturali 3 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 3

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi A Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 2 Zootecnia 3 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

1

Manutenzione impianti di depurazione 2

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 462

Bacino del Fiume Argentino

Dai controlli effettuati, lo stato ecologico risulta nella CS30 buono, per cui non si ritiene

necessario proporre alcun intervento, se non la manutenzione straordinaria delle reti

fognarie. L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere criticità di tipo

strutturale, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche

calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno

essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare

sia a scala di comprensorio che di bacino.

BACINO DEL FIUME ARGENTINO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

3

Pozzi A Prese in alveo P Invasi P Scarichi puntuali 1 Scarichi diffusi 1 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia P

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

3

Perdite nelle reti 4 Ordinamenti colturali 1 Riuso 2 Prelievi non autorizzati 2

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi A Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 1 Zootecnia 1 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

1

Manutenzione impianti di depurazione 1

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 463

Bacino della Fiumara La Verde

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, circa 2000 AE, ottenibile con la messa in

esercizio degli impianti di depurazione attualmente non in esercizio;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati.

I risultati ottenuti dall’applicazione del bilancio idrico evidenziano delle criticità sul

comparto delle utenze irrigue nel periodo estivo (giugno - agosto). Si potrebbe pensare di

realizzare delle vasche nella zona medio - valliva del bacino in modo da accumulare i

deflussi invernali riutilizzandoli nel periodo irriguo (aprile - settembre). Inoltre permane il

problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche

calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno

essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare

sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 464

BACINO DELLA FIUMARA LA VERDE INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

4

Pozzi A Prese in alveo P Invasi A Scarichi puntuali 1 Scarichi diffusi 1 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

4

Perdite nelle reti 3 Ordinamenti colturali 3 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 4

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi A Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 1 Zootecnia 2 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

2

Manutenzione impianti di depurazione 1

Altro …. CHIUDERE POZZI ABBANDONATI FAVORIRE RINATURAZIONE E AUTODEPURAZIONE DEI CORSI D’ACQUA

DELIMITARE LE AREE DI SALVAGUARDIA モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 465

Bacino della Fiumara Amendolea

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

il controllo dell’utilizzo del corso d’acqua quale fonte di approvvigionamento per

limitare il verificarsi di periodi di magra caratterizzati da portate quasi nulle.

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico nel tempo;

controllo dell’attività di estrazione di inerti presente nella fiumara.

Negli scenari considerati nell’applicazione del bilancio idrico non sono emerse criticità di

tipo strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo

Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. L’ipotesi di alimentare l’utenza irrigua

attraverso l’invaso del Menta è risultata compatibile con la capacità complessiva dello

stesso. Si può pensare, pertanto, di canalizzare opportunamente i volumi destinati alle aree

irrigue interessate. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica,

potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza

da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 466

BACINO DELLA FIUMARA AMENDOLEA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

5

Pozzi A Prese in alveo P Invasi A Scarichi puntuali 2 Scarichi diffusi 1 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

5

Perdite nelle reti 4 Ordinamenti colturali 2 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 5

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 1 Zootecnia 2 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

3

Manutenzione impianti di depurazione 1

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

Page 472: INDICE - Regione Calabria - Homeold.regione.calabria.it/ambiente/allegati/pianotutelaacq... · 2017-08-14 · 0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) 119

Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 467

Bacino del Fiume Crocchio

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione

per assicurare la loro efficienza;

il controllo dello stato attuale e l’eventuale completamento delle reti fognarie

per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di

depurazione.

Dall’analisi del bilancio idrico emerge la necessità che in condizioni idrologiche

particolarmente siccitose è opportuno utilizzare per un periodo ridotto l’opera di presa

sull’asta terminale del Fiume Crocchio. Emerge inoltre, il problema della stima più idonea

del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di

gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso

l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di

bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 468

BACINO DEL FIUME CROCCHIO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

3

Pozzi A Prese in alveo A Invasi A Scarichi puntuali 1 Scarichi diffusi 1 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

3

Perdite nelle reti 3 Ordinamenti colturali 1 Riuso 2 Prelievi non autorizzati 3

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi A Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 2 Zootecnia 2 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

1

Manutenzione impianti di depurazione 2

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

Page 474: INDICE - Regione Calabria - Homeold.regione.calabria.it/ambiente/allegati/pianotutelaacq... · 2017-08-14 · 0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) 119

Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 469

0.4.1.3 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi

idr ici superficiali d’interesse “alto car ico inquinante”

Bacino della Fiumara Allaro

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

il soddisfacimento del deficit di trattamento, circa 8100 AE, realizzando impianti

nuovi o anche prevedendo l’attivazione e la messa in esercizio degli impianti di

depurazione già presenti nel bacino e attualmente non in esercizio;

la manutenzione straordinaria ed il completamento delle reti fognarie per assicurare

l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione

funzionanti;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati.

Negli scenari considerati nell’applicazione del bilancio idrico non sono emerse criticità di

tipo strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo

Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in

condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione

di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 470

BACINO DEL FIUME ALLARO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

3

Pozzi A Prese in alveo P Invasi A Scarichi puntuali 3 Scarichi diffusi 3 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

4

Perdite nelle reti 5 Ordinamenti colturali 3 Riuso 4 Prelievi non autorizzati 5

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi A Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 1 Zootecnia 2 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

3

Manutenzione impianti di depurazione 1

モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

Page 476: INDICE - Regione Calabria - Homeold.regione.calabria.it/ambiente/allegati/pianotutelaacq... · 2017-08-14 · 0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) 119

Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 471

Bacino del Fiume Nicà

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, 4800 AE, ottenibile potenziando gli

impianti esistenti, riavviando quelli attualmente non in esercizio o realizzandone dei

nuovi;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un’attività di controllo della corretta gestione degli impianti e di

monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di

salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati.

Le uniche criticità emerse dall’analisi del bilancio idrico riguardano la stima più idonea del

Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione,

in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso

l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di

bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 472

BACINO DEL FIUME NICA’ INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

3

Pozzi A Prese in alveo A Invasi A Scarichi puntuali 3 Scarichi diffusi 3 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

4

Perdite nelle reti 3 Ordinamenti colturali 1 Riuso 2 Prelievi non autorizzati 2

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi A Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 1 Zootecnia 3 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

3

Manutenzione impianti di depurazione 3

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 473

Bacino del Fiume Esaro di Crotone

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, 13000 AE, potenziando gli impianti

esistenti o realizzandone dei nuovi e valutando anche la possibilità di ripristinare

l’impianto dismesso in loc. Cutro paese;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati.

I risultati ottenuti dall’analisi del bilancio idrico non mostrano criticità di tipo strutturale,

pur rimanendo il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà

fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità

meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e

di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 474

BACINO DEL FIUME ESARO DI CROTONE INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

4

Pozzi A Prese in alveo A Invasi P Scarichi puntuali 4 Scarichi diffusi 3 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

3

Perdite nelle reti 5 Ordinamenti colturali 3 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 4

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi A Completamento reti fognarie 3

Manutenzione reti fognarie 3 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 2

Agricoltura 2 Zootecnia 2 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

3

Manutenzione impianti di depurazione 3

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 475

Bacino del Torrente Fiumarella di Catanzaro

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, 10500 AE, mediante il potenziamento

degli impianti di depurazione di Pentone e di Catanzaro;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di controllare la

corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute

del corpo idrico a seguito degli interventi attuati.

Dai risultati ottenuti nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo

strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso

Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di

siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani

strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 476

BACINO DEL TORRENTE FIUMARELLA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

3

Pozzi A Prese in alveo A Invasi A Scarichi puntuali 4 Scarichi diffusi 3 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

3

Perdite nelle reti 4 Ordinamenti colturali 1 Riuso 1 Prelievi non autorizzati 2

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 3

Manutenzione reti fognarie 3 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 3

Agricoltura 1 Zootecnia 1 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

3

Manutenzione impianti di depurazione 1

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 477

Bacino del Torrente Turr ina

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il controllo dello stato attuale e l’eventuale completamento delle reti fognarie per

assicurare il completo soddisfacimento della richiesta di collettamento di tutti i reflui

prodotti nel bacino, all’impianto di depurazione di Lamezia Terme;

l’organizzazione di un’attività di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo

idrico quale recettore di apporti inquinanti.

Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo

strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso

Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di

siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani

strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 478

BACINO DEL TORRENTE TURRINA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

3

Pozzi A Prese in alveo A Invasi A Scarichi puntuali 4 Scarichi diffusi 1 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

3

Perdite nelle reti 3 Ordinamenti colturali 3 Riuso 2 Prelievi non autorizzati 3

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 2 Zootecnia 2 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

1

Manutenzione impianti di depurazione 4

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 479

Bacino del Fiume Angitola

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, 10350 AE, ottenibile con la messa in

esercizio degli impianti di depurazione attualmente non in esercizio e l’eventuale

realizzazione di nuovi;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati.

Il bacino dell’Angitola, a regime, non richiede interventi sostanziali di tipo strutturale.

L’insorgere di prolungati periodi di siccità necessita, invece, di una gestione pro - attiva del

serbatoio con cui limitare i rilasci nei mesi primaverili per fronteggiare i mesi estivi più

critici.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 480

BACINO DEL FIUME ANGITOLA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

4

Pozzi A Prese in alveo P Invasi A Scarichi puntuali 4 Scarichi diffusi 3 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

4

Perdite nelle reti 5 Ordinamenti colturali 4 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 3

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 2

Manutenzione reti fognarie 2 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 2 Zootecnia 3 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

3

Manutenzione impianti di depurazione 2

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

Page 486: INDICE - Regione Calabria - Homeold.regione.calabria.it/ambiente/allegati/pianotutelaacq... · 2017-08-14 · 0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) 119

Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 481

Bacino del Fiume Ancinale

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, 14150 AE, ottenibile con la messa in

esercizio degli impianti di depurazione attualmente non in esercizio (in particolar

modo il tempestivo riavvio dell’impianto di depurazione consortile sito nel comune di

Simbario a servizio dei comuni di Simbario, Spadola e Brognaturo) e l’eventuale

realizzazione di nuovi, quale il già previsto impianto di depurazione consortile di

Cardinale ed a servizio dei comuni di Cardinale e parte di Chiaravalle centrale e Torre

di Ruggiero;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di controllare la

corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute

del corpo idrico a seguito degli interventi attuati.

Dai risultati ottenuti nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse particolari condizioni

di criticità. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno

essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare

sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 482

BACINO DEL FIUME ANCINALE INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

4

Pozzi A Prese in alveo P Invasi A Scarichi puntuali 4 Scarichi diffusi 3 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi P Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

5

Perdite nelle reti 4 Ordinamenti colturali 1 Riuso 4 Prelievi non autorizzati 5

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie

2

Manutenzione reti fognarie 2 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane

2

Agricoltura 1 Zootecnia 2 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

4

Manutenzione impianti di depurazione

2

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

Page 488: INDICE - Regione Calabria - Homeold.regione.calabria.it/ambiente/allegati/pianotutelaacq... · 2017-08-14 · 0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) 119

Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 483

Bacino della Fiumara della Ruffa

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

Il soddisfacimento del seppur limitato deficit di trattamento del comune di Drapia,

1000 AE, verificando, al contempo, che le reti fognarie siano in gradi di far afferire

negli impianti di depurazione tutti i reflui prodotti nel bacino;

Il controllo dell’efficienza dell’impianto di depurazione di Spilinga con particolare

riguardo al trattamento di disinfezione;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di

criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche

calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno

essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare

sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 484

BACINO DELLA FIUMARA DELLA RUFFA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

4

Pozzi A Prese in alveo P Invasi P Scarichi puntuali 2 Scarichi diffusi 1 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

3

Perdite nelle reti 5 Ordinamenti colturali 2 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 4

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 1 Zootecnia 3 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

1

Manutenzione impianti di depurazione 2

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

Page 490: INDICE - Regione Calabria - Homeold.regione.calabria.it/ambiente/allegati/pianotutelaacq... · 2017-08-14 · 0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) 119

Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 485

Bacino del Torrente Budello

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

il controllo dello stato e l’eventuale completamento delle reti fognarie per assicurare

l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino nell’impianto consortile di Gioia Tauro;

l’organizzazione di un servizio di smaltimento, secondo normativa, delle acque di

vegetazione prodotte nell’area;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati;

l’applicazione di metodi di ingegneria naturalistica per rinaturalizzare il corso d’acqua

caratterizzato da tratti nell’area urbana con vegetazione riparia assente e sponde

artificiali.

L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato evidenzia delle criticità sul comparto

delle utenze irrigue nel periodo estivo (giugno - agosto). Poiché la risorsa idrica sotterranea

è gia ampiamente utilizzata, si potrebbe pensare di realizzare delle vasche nella zona medio

- valliva del bacino in modo da accumulare i deflussi invernali riutilizzandoli nel periodo

irriguo (aprile - settembre). Inoltre permane il problema della stima più idonea del Minimo

Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in

condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione

di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 486

BACINO DEL TORRENTE BUDELLO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

3

Pozzi A Prese in alveo A Invasi P Scarichi puntuali 4 Scarichi diffusi 2 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

3

Perdite nelle reti 3 Ordinamenti colturali 1 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 3

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 2

Manutenzione reti fognarie 3 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 3

Agricoltura 3 Zootecnia 1 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

2

Manutenzione impianti di depurazione 1

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 487

Bacino della Fiumara Novito

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, 4000 AE, valutando anche l’opportunità

di rimettere in esercizio gli impianti di depurazione attualmente dismessi;

l’adeguamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel

bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati.

Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo

strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso

Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di

siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani

strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 488

BACINO DELLA FIUMARA NOVITO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

3

Pozzi A Prese in alveo A Invasi A Scarichi puntuali 2 Scarichi diffusi 2 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

3

Perdite nelle reti 3 Ordinamenti colturali 1 Riuso 1 Prelievi non autorizzati 2

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi A Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 1 Zootecnia 2 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

3

Manutenzione impianti di depurazione 3

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 489

Bacino della Fiumara Bonamico

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e dell’unico impianto di depurazione

in esercizio;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, 3700 AE, ed il completamento delle reti

fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di

depurazione;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di controllare la

corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute

del corpo idrico a seguito degli interventi attuati.

I risultati ottenuti dall’analisi del bilancio idrico non mostrano criticità di tipo strutturale,

pur rimanendo il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà

fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità

meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e

di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 490

BACINO DELLA FIUMARA BONAMICO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

3

Pozzi A Prese in alveo A Invasi P Scarichi puntuali 3 Scarichi diffusi 2 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

3

Perdite nelle reti 3 Ordinamenti colturali 1 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 3

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 1 Zootecnia 2 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

2

Manutenzione impianti di depurazione 1

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 491

Bacino della Fiumara Gallico

Pur ritenendo che lo stato ecologico alterato non sia attribuibile tanto ad apporti inquinanti

di origine civile, ma al regime idrologico cui è soggetta la fiumara, per raggiungere gli

obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti

interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il controllo dell’utilizzo del corso d’acqua quale fonte di approvvigionamento per

limitare il verificarsi di periodi di magra caratterizzati da portate quasi nulle.

Le uniche criticità emerse dall’analisi del bilancio idrico riguardano la stima più idonea del

Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione,

in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso

l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di

bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 492

BACINO DELLA FIUMARA DI GALLICO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

2

Pozzi A Prese in alveo A Invasi A Scarichi puntuali 3 Scarichi diffusi 1 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

2

Perdite nelle reti 3 Ordinamenti colturali 1 Riuso 2 Prelievi non autorizzati 1

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi A Completamento reti fognarie 1

Manutenzione reti fognarie 1 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 1

Agricoltura 1 Zootecnia 2 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

1

Manutenzione impianti di depurazione 3

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 493

Bacino della Fiumara Calopinace

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, 200 AE, ottenibile con la messa in

esercizio dell’unico impianto di depurazione di Cardeto ricadente nel bacino,

attualmente non in esercizio;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione cui sono destinati;

L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di

criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche

calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno

essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare

sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 494

BACINO DELLA FIUMARA CALOPINACE INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

3

Pozzi P Prese in alveo A Invasi P Scarichi puntuali 1 Scarichi diffusi 1 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

4

Perdite nelle reti 3 Ordinamenti colturali 1 Riuso 4 Prelievi non autorizzati 2

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi A Completamento reti fognarie 2

Manutenzione reti fognarie 3 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 2

Agricoltura 1 Zootecnia 2 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

1

Manutenzione impianti di depurazione 1

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 495

Bacino del Fiume Metramo

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, 22700 AE, potenziando gli impianti

esistenti o realizzandone dei nuovi o anche valutando la possibilità di ripristinare

quelli non funzionanti;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo

idrico quale recettore di apporti inquinanti;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati.

Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico è emerso che l’ipotesi di destinare

parte dell’invaso del Metramo ad uso potabile non confligge con la richiesta irrigua della

parte valliva del bacino.

L’aspetto che maggiormente necessita di ulteriori analisi è la validazione di un metodo per

la stima del Minimo Deflusso Vitale compatibile con le reali caratteristiche idrologiche e

geomorfiche dei corsi d’acqua calabresi. In tal senso, anche in questo corso d’acqua, il

metodo fissato dall’Autorità di Bacino Regionale implica volumi idrici sensibili che in

situazioni di deficit pluviometrici non possono essere soddisfatti o, come avviene in

condizioni medie di regime nelle parti terminali del reticolo in presenza di prese irrigue, non

è possibile garantire il normale fabbisogno colturale penalizzato da abbondanti rilasci in

alveo (quasi comparabili con quelli naturali idrologici) a tutela dell’ecosistema fluviale.

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Relazione di sintesi 496

BACINO DEL FIUME METRAMO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

4

Pozzi A Prese in alveo A Invasi A Scarichi puntuali 5 Scarichi diffusi 3 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

4

Perdite nelle reti 5 Ordinamenti colturali 4 Riuso 4 Prelievi non autorizzati 4

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 3

Manutenzione reti fognarie 3 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 3

Agricoltura 3 Zootecnia 2 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

4

Manutenzione impianti di depurazione 3

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Relazione di sintesi 497

Bacino del Fiume Marepotamo

Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone

l’esecuzione dei seguenti interventi:

la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per

assicurare la loro efficienza;

il soddisfacimento del deficit di trattamento, 20400 AE, ottenibile potenziando gli

impianti esistenti o realizzandone dei nuovi, valutando eventualmente anche la

possibilità di ripristinare quelli non funzionanti;

il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti

nel bacino negli impianti di depurazione;

l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo

idrico quale recettore di apporti inquinanti;

l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare

l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi

attuati.

Dai risultati ottenuti nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse particolari condizioni

di criticità. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno

essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare

sia a scala di comprensorio che di bacino.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 498

BACINO DEL FIUME MAREPOTAMO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 VALUTAZIONEMIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su

3

Pozzi A Prese in alveo P Invasi A Scarichi puntuali 4 Scarichi diffusi 3 Deflussi naturali P Volumi degli acquiferi A Prelievi A Rilasci A Aree di salvaguardia A

Altro … A ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su

4

Perdite nelle reti 5 Ordinamenti colturali 2 Riuso 3 Prelievi non autorizzati 4

Altro …. MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su

Scarichi abusivi P Completamento reti fognarie 2

Manutenzione reti fognarie 2 Acque meteoriche dilavanti su aree urbane 2

Agricoltura 3 Zootecnia 2 Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione

4

Manutenzione impianti di depurazione 2

Altro …. モ Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :

1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. モ Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:

A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 499

0.4.1.4 Stima economica delle azioni previste per il raggiungimento degli obiettivi di

qualità ambientale dei corpi idr ici superficiali significativi e di interesse

Le indagini condotte hanno rivelato che dei 32 corsi d’acqua indagati, un solo tratto presenta

lo stato ambientale pessimo e 15 in cui risulta scadente. Su questi è necessario intervenire

con la massima urgenza per portarli entro il dicembre 2008, come prevede la legge, allo

stato di qualità ambientale di almeno sufficiente.

Risultano caratterizzati da uno stato ecologico scadente il Crati, il Tacina, il Petrace, il Neto,

il Savuto, l’Esaro di Crotone, il Mesima (Metramo e Marepotamo), il Turrina, il Nicà ed il

Budello, il Trionto, l’Amendolea, il Raganello e la Gallico (per gli ultimi quattro lo stato di

alterazione ambientale è attribuibile alle frequenti riduzioni di portata cui è soggetto il corso

d’acqua, riduzioni che influenzano negativamente l’Indice Biotico Esteso).

Lo stato dei primi due è attribuibile all’elevato deficit di trattamento che presentano i

comuni del loro territorio, stimabili intorno ai 140.000 AE sul Crati e di circa 26.000 AE sul

Tacina. Tali deficit devono essere soddisfatti al più presto provvedendo al potenziamento

dei vecchi impianti o alla realizzazione di nuovi impianti e alla risistemazione della rete

fognaria in modo da poter assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino agli

impianti di trattamento. Una stima dei costi necessari per tali interventi e per la

manutenzione straordinaria sia degli impianti di trattamento che delle reti fognarie già

esistenti è riportata nella tabella 15, per tutti i bacini esaminati.

L’alterazione ambientale del fiume Trionto sembra sia attribuibile, più che al deficit di

trattamento presente nel suo bacino, stimabile intorno ai 4.500 AE, alle frequenti riduzioni

di portata cui esso è soggetto, quindi è necessario, per recuperarne la qualità ambientale, non

solo soddisfare il deficit di trattamento realizzando nuovi impianti e potenziando quelli

esistenti, ma anche imporre una utilizzazione molto controllata delle sue acque, poiché

trattasi di una fiumara soggetta al regime torrentizio mediterraneo.

Anche il fiume Budello risulta caratterizzato da una qualità ambientale scadente, nonostante

sia stato già realizzato e sia attualmente funzionante l’impianto di Gioia Tauro in grado di

trattare i reflui prodotti da tutti i comuni del suo bacino. Lo stato di degrado rilevato è indice

della presenza di carenze strutturali nella rete fognaria che richiede quindi di essere

risistemata al più presto.

Dei 10 corsi d’acqua caratterizzati da una qualità ambientale scadente, in 6 il loro stato è

attribuibile alla presenza di un significativo deficit di trattamento depurativo stimabile per il

Neto ed il Mesima intorno ai 30.000 AE, per il Petrace ai 24.000 AE, per il Metramo ai

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 500

22.700 AE, per l’Esaro di Crotone ai 13.000 AE e per il Savuto ai 12.000 AE. Diverso è il

caso del torrente Turrina, la cui domanda di trattamento dei reflui prodotti nel bacino

dovrebbe essere soddisfatta pienamente dall’impianto consortile di Lamezia Terme. L’aver

rilevato un grave stato di compromissione del torrente è indice che esso è soggetto ad

apporti inquinanti abusivi. Essi sono in parte attribuiti a carenze strutturali nella rete

fognaria, ma anche a sversamenti occasionali di grossi apporti inquinanti di fanghi

provenienti da bottini o di acque di vegetazione, spesso scaricati nottetempo da autobotti

come segnalatoci dalle forze dell’ordine.

Degli altri corsi d’acqua esaminati, nessuno risulta di qualità ambientale ottima, solo 9

appaiono di qualità buona, e i restanti 26 di qualità sufficiente. Anche per questi è imposto

dalla normativa che vengano effettuati al più presto, entro il 31/12/2016, tutti gli interventi

necessari per soddisfare la domanda di trattamento, ma con una urgenza inferiore rispetto ai

precedenti.

Nella tabella 169 è riportata, per ogni singolo bacino indagato, una stima dei costi sia

d’impianto, necessari per soddisfare i deficit di trattamento depurativo, sia di manutenzione

straordinaria nell’ipotesi di un’età media degli impianti esistenti pari a circa 15 anni. Tali

costi sono stati calcolati utilizzando un software dedicato che consente di determinare le

spese di impianto e di esercizio, con livelli di accuratezza più o meno elevati, a secondo la

qualità delle informazioni disponibili sullo stato ambientale dei corsi d’acqua, le loro

modalità di fruizione, gli obiettivi di qualità ambientale che si intende raggiungere e la

tipologia di interventi previsti. Con tale software, infatti, disponendo di informazioni molto

accurate, è possibile individuare anche il numero di unità di personale necessario alla

conduzione degli impianti, la loro qualifica, i consumi energetici prevedibili, la quantità di

reattivi da utilizzare, la produzione di fanghi da smaltire, etc..

Nel nostro caso, data la limitata disponibilità di informazioni sull’effettivo stato di

funzionalità degli impianti esistenti e sulle modalità che si intende adottare per il loro

potenziamento e la realizzazione dei nuovi, le stime dei costi d’impianto sono da

considerarsi solo approssimative, calcolate nell’ipotesi che per tutti gli impianti vengano

adottati cicli di trattamento del tipo a fanghi attivi e che quelli in esercizio abbiano un’età di

15 anni.

I costi per il completamento delle reti fognarie esistenti sono stati calcolati tenendo conto

della localizzazione e dell’estensione delle aree urbanizzate e non avendo dati affidabili

sullo stato attuale di copertura, sono stati ipotizzati due diversi scenari di copertura attuale,

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 501

uno che soddisfa il 70% dell’utenza e l’altro il 90%. Nell’ipotesi di questi due scenari si è

preceduto alla valutazione anche dei costi di manutenzione straordinaria necessaria per

assicurare la funzionalità delle reti esistenti, ipotizzando una loro vetustà di circa 30 anni.

IMPIANTI DI DEPURAZIONE RETI FOGNARIE

Ipotesi di copertura attuale delle reti fognarie del 70%

Ipotesi di copertura attuale delle reti fognarie del 90% BACINO

COSTI DEGLI INTERVENTI PER

SODDISFARE I DEFICIT DI TRATTAMENTO

COSTI DELLA MANUTENZIONE STRAORDINARIA DEGLI IMPIANTI

ESISTENTI Costi d'impianto

Costi per manutenzione straordinaria

Costi d'impianto Costi per

manutenzione straordinaria

Allaro € 1.917.821 € - € 409.161 € 25.612 € 136.387 € 32.928

Amato € 2.471.449 € 232.970 € 3.391.502 € 212.290 € 1.130.501 € 272.942

Amendolea € - € 55.829 € 195.645 € 12.247 € 65.215 € 15.745

Ancinale € 3.078.573 € 78.626 € 1.158.767 € 72.531 € 386.256 € 93.257

Angitola € 2.366.238 € 75.452 € 795.845 € 49.816 € 265.282 € 64.048

Argentino € - € - € 26.646 € 1.668 € 8.882 € 2.144

Bonamico € 991.083 € 6.011 € 307.459 € 19.245 € 102.486 € 24.744

Budello € 714.712 € - € 1.390.049 € 87.009 € 463.350 € 111.869

Calopinace € 154.972 € - € 1.479.947 € 92.636 € 493.316 € 119.104

Corace € 2.867.550 € 576.035 € 1.546.016 € 96.772 € 515.339 € 124.420

Crati € 21.320.860 € 1.311.272 € 14.281.805 € 893.957 € 4.760.602 € 1.149.377

Crocchio € - € 73.536 € 594.317 € 37.201 € 198.106 € 47.830 Esaro di Crotone € 2.867.550 € 342.628 € 2.035.322 € 127.399 € 678.441 € 163.800

Fiumarella € 2.392.620 € 6.011 € 1.916.615 € 119.969 € 638.872 € 154.245

Gallico € - € 413.678 € 415.196 € 25.989 € 138.399 € 33.415

Lao € 591.957 € 88.631 € 429.414 € 26.878 € 143.138 € 34.559

LaVerde € 591.957 € - € 124.575 € 7.798 € 41.525 € 10.026

Marepotamo € 4.201.446 € 70.967 € 1.102.292 € 68.998 € 367.431 € 88.711

Mesima € 5.745.597 € 196.168 € 2.454.950 € 153.665 € 818.317 € 197.571

Metramo € 4.586.353 € 144.018 € 1.708.061 € 106.915 € 569.354 € 137.463

Neto € 5.954.245 € 263.675 € 2.571.962 € 160.989 € 857.321 € 206.988

Nicà € 1.233.925 € 175.658 € 445.592 € 27.890 € 148.531 € 35.860

Novito € 1.062.943 € 450.646 € 102.978 € 6.446 € 34.326 € 8.287

Petrace € 4.942.344 € 56.838 € 2.068.456 € 129.473 € 689.485 € 166.465

Raganello € 183.591 € 55.155 € 287.055 € 17.968 € 95.685 € 23.101

Ruffa € 329.663 € 69.029 € 200.851 € 12.572 € 66.950 € 16.164

Savuto € 2.679.459 € 158.038 € 1.786.583 € 111.831 € 595.528 € 143.781

Tacina € 5.187.213 € 60.906 € 1.299.443 € 81.338 € 433.148 € 104.577

Trionto € 1.164.086 € 118.110 € 343.161 € 21.480 € 114.387 € 27.617

Turrina € - € 571.649 € 479.219 € 29.997 € 159.740 € 38.566

TOTALE € 79.598.208 € 5.651.539 € 45.348.884 € 2.838.579 € 15.116.295 € 3.649.604

Tabella 169 - Costi di nuove realizzazioni e di manutenzione staordinaria degli impianti esistenti

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 502

Nella tabella 170 è riportata una stima dei costi di gestione per soddisfare il raggiungimento

degli obiettivi di qualità (cfr. 0.3.2.1.1 e 0.4.1.1, 0.4.1.2, 0.4.1.3), in virtù del deficit di

trattamento civile prodotto dagli effluenti non trattati dagli impianti di depurazione presenti

nei 32 bacini dei corpi idrici significativi.

Abbattimento CARICO BOD5

Abbattimento CARICO N

Costo di gestione BOD5

Costo di gestione

N BACINO

(t/y) (t/y) €/Kg €/Kg Fiume Amato 215,1 38,4 141966 24960 Fiumara Allaro 159,3 28,0 105138 18200 Fiumara Amendolea - - - - Fiume Ancinale 279,0 49,6 184140 32240 Fiume Angitola 204,3 36,0 134838 23400 Torrente Argentino - - - - Fiumara Bonamico 72,9 12,8 48114 8320 Torrente Budello - - - - Fiumara Calopinace 8,1 1,6 5346 1040 Fiume Corace 256,5 45,6 169290 29640 Fiume Crati – F. Esaro – F. Coscile

2759,4 490,4 1821204 318760

Fiume Crocchio - - - - Fiume Esaro di Crotone 256,5 45,6 169290 29640 Torrente Fiumarella 207 36,8 136620 23920 Fiume Lao 39,6 7,2 26136 4680 Fiumara di Gallico - - - - Fiumara della Ruffa 19,8 3,2 13068 2080 Fiumara La Verde 39,6 7,2 26136 4680 Fiumara Novito 79,2 14,4 52272 9360 Fiume Mesima 584,1 104,0 385506 67600 Fiume Marepotamo 403,2 72,0 266112 46800 Fiume Metramo 447,3 79,2 295218 51480 Fiume Neto 609,3 108,0 402138 70200 Fiume Nicà 94,5 16,8 62370 10920 Fiume Petrace 488,7 87,2 322542 56680 Torrente Raganello 9,9 1,6 6534 1040 Fiume Savuto 236,7 42,4 156222 27560 Fiume Tacina 571,5 92,0 377190 59800 Torrente Trionto 88,2 16,0 58212 10400 Torrente Turrina - - - - TOTALE 8129,7 1436 5.365.602,00 933.400,00

Tabella 170 - Costi di gestione per soddisfare il raggiungimento degli obiettivi di qualità, in virtù del deficit di trattamento civile prodotto dagli effluenti non trattati dagli impianti di depurazione presenti nei 32 bacini dei corpi idrici significativi

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 503

Il quadro tr iennale degli interventi (P.O.T.) e l’Accordo di Programma Quadro (A.P.Q.) Tra gli obiettivi prioritari individuati nel primo triennio per il settore fognario – depurativo

(presenti nel POT 2003 – 2006 allegato ai Piani d’Ambito, realizzati dalla stessa Autorità

d’Ambito, conteneva gli interventi suddivisi per obiettivi da realizzare nei tre anni di

riferimento), vi è la “messa a norma delle infrastrutture fognarie e di trattamento reflui

rispetto alle prescrizioni del D.lgs. 152/99 e s.m.i.”, che si specifica nei seguenti punti:

1. Opere di nuova realizzazione o interventi di adeguamento degli impianti di

depurazione rispetto al citato decreto;

2. Completamento del grado di copertura del servizio di fognatura con priorità per gli

agglomerati con un numero di a.e. superiore a 15.000, e successivamente tra 2.000 e

15.000.

Sempre nel POT 2003 – 2006, oltre agli interventi previsti per il triennio di riferimento,

venivano anche riportati come “interventi da realizzare” anche quelli contenuti nel Piano

Stralcio, redatto dall’Ufficio del Commissario e ritenuti importanti per i quali però al

momento non si disponeva della copertura finanziaria per la loro realizzazione.

Nella successiva Tabella 171 si riporta l’ammontare complessivo delle risorse economiche

previste nel POT, scorporato per ciascun Ente d’Ambito, al fine della realizzazione degli

interventi nel settore fognature – collettamento – depurazione, inteso come somma di quelli

previsti nel triennio di riferimento e di quelli riportati nel Piano Stralcio, al momento senza

copertura finanziaria.

La Tabella 172 riporta le risorse destinate a ciascun Ente d’Ambito con il Nuovo A.P.Q.

(Accordo Programma Quadro) stipulato in data 28.06.2006 nel settore fognature –

collettamento – depurazione.

Si evidenzia che non sono compresi in tali importi della Tabella 2 gli interventi attuati

dall’Ufficio del Commissario, ma solo quelli previsti nei POT ed attuati dai Comuni di cui

alla Tabella 1.

La Tabella 173 infine riporta le ulteriori somme destinate al settore fognature –

collettamento – depurazione in virtù della riprogrammazione effettuata nell’Ottobre 2008

delle risorse economiche inizialmente accantonate per la realizzazione della Diga dell’Alto

Esaro a Cameli.

Complessivamente si può dire, quindi, che nel settore fognature – collettamento –

depurazione, a fronte di una previsione nei 5 POT per un totale di € 141.260.314,95 ad oggi

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 504

risultano impegnate nell’APQ “Tutela delle Acque e Gestione Integrata delle Risorse

Idriche” della Regione Calabria [92.149.701,10+65.624.507,18] = € 157.774.208,28.

ATO Risorse previste nei POT

COSENZA 18.084.392,95 CATANZARO 25.535.407

CROTONE 24.948.277 VIBO VALENTIA 30.474.238

REGGIO CALABRIA 42.218.000 TOTALE 141.260.314,95

Tabella 171 – Risorse previste nei POT 2003 – 2006 per il triennio di riferimento più quelle previste per interventi inseriti nel Piano Stralcio ma sprovvisti di copertura finanziaria

ATO Risorse impegnate in APQ alla stipula del 28.06.2006 COSENZA 33.010.000,00

CATANZARO 26.923.912,03 CROTONE 7.428.526,00

VIBO VALENTIA 4.386.000,00 REGGIO CALABRIA 20.401.263,07

TOTALE 92.149.701,10 Tabella 172 – Risorse previste in APQ alla stipula del 28.06.2006 per il settore fognature-collettamento-depurazione

ATO

Ulter ior i somme assegnate con la r iprogrammazione delle r isorse ex Esaro

COSENZA 23.913.428,01 CATANZARO 12.173.278,00

CROTONE 5.571.000,00 VIBO VALENTIA 5.657.554,51

REGGIO CALABRIA 18.309.246,66 TOTALE 65.624.507,18

Tabella 173 – Ulteriori risorse assegnate al settore fognature-collettamento-depurazione con la riprogrammazione dell’accantonamento per la Diga dell’Esaro

Alla luce delle analisi economiche effettuate (prendendo in considerazione le risorse

economiche stimate nel POT 2003 – 2006, le risorse economiche impegnate nell’APQ del

28/06/2006 ed infine le risorse economiche impegnate a seguito della riprogrammazione dei

fondi a valere sulla Delibera CIPE 35/2005) sembra esserci una copertura economica

complessiva stanziata tale da adempiere al soddisfacimento del raggiungimento degli

obiettivi di qualità ambientale previsti dal D.lgs. 152/99 e s.m.i.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 505

0.4.2 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del raggiungimento degli

obiettivi di qualità per le acque marino costiere e loro stima economica

Sulla base dell’analisi dei dati del monitoraggio Nov. 2005 – Sett. 07 è evidente che gran

parte della fascia marina costiera calabrese è sottoposta a differenti tipologie di impatto

antropico. L’elemento preponderante che influenza le dinamiche ecologiche di queste aree è

l’apporto del bacino versante.

Se da una parte la condizione trofica del dominio pelagico appare di buona qualità, dall’altro

le matrici che integrano i risultati di stress ambientali evidenziano un generale stato di

sofferenza anche nelle aree a maggior pregio paesaggistico e ambientale.

Il diffuso inquinamento dei corsi d’acqua superficiali, in ogni periodo dell’anno, evidenzia

la pessima gestione/mancanza del sistema fognario e di depurazione delle acque reflue.

L’inquinamento preponderante nella fascia costiera tirrenica sottolinea una errata

programmazione dell’ubicazione delle condotte sottomarine di smaltimento di reflui trattati,

in uno con il pessimo funzionamento degli impianti di depurazione. Il peggioramento delle

condizioni igienico sanitarie durante la stagione invernale, indica che è preponderante il

ruolo nefasto del bacino versante rispetto all’impatto delle aree costiere. Questo aspetto

evidenzia la complessità di intervento nel senso che è abbastanza semplice intervenire sulla

rete fognaria e la depurazione delle aree costiere ma è molto più complesso intervenire nel

territorio interno.

La tipologia di impatto del bacino versante autorizza a ritenere che una corretta

riprogettazione della rete fognaria e, un’altrettanto efficienza di depurazione delle acque

reflue sanerebbe, definitivamente, molti aspetti di qualità degli ecosistemi costieri non solo

dal punto di vista turistico balneare, ma anche per specifiche destinazioni di alcune aree

particolarmente vocate all’acquacoltura, una delle attività produttive emergenti.

In relazione a quanto ipotizzato quale causa dell’evento straordinario verificatosi a fine

estate del 2007 e al maggiore inquinamento del settore tirrenico rispetto a quello ionico (Cfr

paragrafo 0.3.2.3), un intervento prioritario è la verifica della rete fognaria, dello stato di

funzionalità ed eventuale ripristino delle condotte sottomarine e degli impianti di

depurazioni e, infine, del censimento e dell’eliminazione degli scarichi abusivi ubicati nella

fascia costiera. Un monitoraggio contestuale di almeno due periodi estivi è indispensabile

per valutare gli effetti positivi di tali interventi. Un controllo a monte e a valle delle

condotte, effettuato anche con moderne tecnologie di acquisizione continue, avrebbe dei

costi modesti e potrebbe produrre risultati immediati. Il costo complessivo di questa azione

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 506

di monitoraggio non supererebbe, attualmente, 2 milioni di euro. Una delle aree costiere

sottoposte a maggiore impatto antropico è il litorale di Reggio Calabria. In questo caso è

evidente che il ruolo del bacino versante è modesto e, pertanto, si propone la stessa tipologia

di intervento suggerita per il settore tirrenico.

L’altro elemento di impatto è legato alle attività turistiche e produttive della fascia costiera.

Il continuo danneggiamento di ecosistemi fragili ma di importanza vitale nella fascia

costiera può essere facilmente affrontato attraverso un vero e proprio piano regolatore del

mare. Ci riferiamo, a titolo di esempio, allo stato di sofferenza delle praterie di fanerogame

marine. In alcuni casi è chiaro l’elemento preponderante di disturbo legato ad attività di

pesca a strascico ed ad ancoraggi selvaggi.

Una regolamentazione degli ancoraggi, della pesca e degli accessi in queste aree

risulterebbe di primaria importanza per salvaguardare questi straordinari ed indispensabili

ecosistemi costieri.

In molte aree del Mediterraneo, come a Port-Cros (Mentone) o a Lavezzi (Corsica) in

Francia, o alle isole Medes (Catalogna-Spagna), è stata avvertita la medesima esigenza di

salvaguardia per questa risorsa e si sono approntati parchi boe.

I parchi boe, che possono essere di diversi tipi, sono essenzialmente riconducibili a due

tipologie principali: corpi morti (i "moorings" degli anglosassoni) e strutture infisse nel

fondo (i "vitoni").

I corpi morti e le relative catene e catenarie possono provocare essi stessi, in aree interessate

da Posidonia, alcuni danni alla prateria: la catena che poggia sul fondale provoca

l’estirpazione delle piante sia nella superficie occupata dal corpo morto sia in quella

limitrofa.

Negli ultimi anni in Francia è stata adottata una tecnica molto meno invasiva che potrebbe

essere adatta in Calabria e per la quale se ne consiglia l’introduzione.

Si tratta di parchi boe che utilizzano un sistema di ancoraggio tramite “vitoni” impiantati nel

fondale e non prevedono l’uso di catene ma di cime che grazie a una boa galleggiante a

mezz’acqua non esercitano un’azione meccanica sul fondale. Questo sistema di ancoraggio,

sperimentato con risultati soddisfacenti per quanto riguarda resistenza ed affidabilità, è

adattabile a diverse tipologie di fondale e presenta una messa in posa relativamente

semplice.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 507

Sono stati utilizzate due tipologie di “vitoni” a diversa struttura, a seconda se il substrato di

ancoraggio è costituito da sabbia (strutture tubolari con alettoni laterali) o “matte” di

Posidonia oceanica (strutture a "molla" o vite).

Nel citato esempio di applicazione sono stati utilizzati “vitoni” in acciaio speciale,

galvanizzati a caldo per evitare fenomeni di usura precoce dovuta ad ossidazione dei

materiali a mare. Questo provocherebbe non solo nuovi costi per la sostituzione di quelli

usurati, ma causerebbe la possibilità del moltiplicarsi di intrusioni con susseguente

indebolimento della “matte” di Posidonia, sia per l’azione meccanica che per l’abbandono

di corpi metallici in stato di ossidazione al suo interno.

La necessaria distanza di rispetto dalla costa impone di posizionare le boe a partire da una

batimetria non inferiore agli 8-10 m e ai 12-15 metri di profondità per imbarcazioni di

grandi dimensioni.

L’istituzione di campi boe andrebbe programmata per tutte le aree e baie con presenza di

fanerogame marine attraverso specifiche concessioni, ad esempio agli Scuba Diving, con

l’obbligo anche di effettuare osservazioni e, quindi diventare osservatori permanenti

dell’evoluzione di questi particolari ecosistemi. Una operazione di questo tipo si tradurrebbe

in una primaria protezione di un ecosistema fragile, in uno stimolo all’imprenditoria

giovanile, ad una sensibilizzazione sul valore di questi ecosistemi alle loro conoscenze che

si tradurrebbe, immediatamente, in una protezione di fatto. Tale operazione, in relazione alle

limitate aree di intervento, si tradurrebbe in un investimento ammortizzabile con eventuali

costi di concessione e con incalcolabili benefici ambientali.

Un intervento indispensabile è un monitoraggio finalizzato all’aggiornamento delle

dinamiche idrografiche costiere e all’evoluzione dell’ecosistema planctonico tentando di

coglierne fluttuazioni e regolarità, anche in relazione a specie potenzialmente tossiche in

continuo aumento in relazione ai cambiamenti climatici. L’introduzione di specie “aliene”

animali e vegetali sta modificando la funzionalità e la struttura degli ecosistemi costieri e

solo la conoscenza delle dinamiche ed evoluzione degli ecosistemi bentonici possono

consentire, ove possibile, eventuali interventi di mitigazione. Un’attività di questo tipo

andrebbe programmata partendo dalle conoscenze attuali e indirizzando l’attenzione allo

studio di ecosistemi modello. Le necessità prioritarie possono essere definite solo in

relazione alla disponibilità di risorse che sono sempre inadeguate rispetto alle problematiche

in gioco.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 508

0.4.3 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del raggiungimento degli

obiettivi di qualità per le acque a specifica destinazione di cui al Titolo II, Capo II, del

D.lgs. 152/99.

Secondo quanto previsto dall’Autorità di Bacino Calabria, per le acque a specifica

destinazione, tenuto conto dello stato attuale, gli obiettivi devono essere distinti a seconda

della specifica destinazione funzionale.

‚ Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile (AP): deve essere

mantenuta, ove esistente, la classificazione nelle categorie Al e A2 come definite

all’articolo 7 del D.lgs. 152/99. I corpi idrici destinati alla produzione di acqua

potabile che non sono classificati almeno in categoria A2 devono raggiungere queste

qualità entro il 31 dicembre 2010.

‚ Acque superficiali idonee alla vita dei pesci (VP): la classificazione delle acque idonee

alla vita dei pesci deve essere estesa agli interi corpi idrici classificati, fermo restando

la possibilità di classificare e designare nell’ambito del medesimo corpo idrico tratti

come “acque salmonicole” e tratti come “acque ciprinicole”.

‚ Acque superficiali di balneazione (BAL): tutti i tratti di costa attualmente inagibili alla

balneazione per inquinamento devono eseguire entro il 31 dicembre 2010 l’idoneità

alla balneazione secondo i requisiti di cui al DPR 08 giugno l982 n. 470 e successive

modifiche e integrazioni.

‚ Acque destinate alla vita dei molluschi (VM): tutte le acque marine costiere salmastre

che sono attualmente sede di banchi di popolazioni naturali di molluschi bivalvi e

gasteropodi devono risultare conformi ai requisiti di cui alla tabella 1/C dell’Allegato

2 del citato D.lgs. 152/99 entro il 31 dicembre 2010.

0.4.3.1 Programmi d’azione per le acque superficiali destinate alla produzione di

acqua potabile

A seguito del monitoraggio effettuato nel biennio Nov 2005 – Ott 2007 sia su corsi d’acqua

che su invasi artificiali in prossimità delle opere di presa esistenti e in siti che

potenzialmente potrebbero essere utilizzati ai fini di produzione di acqua potabile, circa il

60% delle acque in prossimità delle opere di presa esistenti risultano essere classificabili in

categoria A3 e solo 1 delle 12 risulta non idonea. Per tutte quelle che sono risultate

classificabili in categoria A3 per superamenti delle cariche batteriche, segnale di una

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 509

contaminazione fecale, condizionando negativamente la qualità del tratto d’acqua, si

suggeriscono, al fine di raggiungere l’obiettivo di qualità di categoria A2 entro il

31/12/2010, interventi sul settore fognario – depurativo a livello case sparse che gravano

nell’intorno delle opere di presa.

Per le stazioni AP08, AP23, AP25, non sono previsti programmi specifici di miglioramento,

in quanto il peggioramento dei parametri che hanno determinato la riclassificazione nel II°

anno è dovuto ad eventi eccezionali – casuali verificatisi esclusivamente in quell’anno. Se il

monitoraggio successivo confermerà tale trend, questi tratti saranno riclassificati in A2.

Per la stazione AP12, al fine del raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2, si

suggeriscono interventi di ripristino ed adeguamento normativo per l’impianto di

depurazione a “fanghi attivi” di potenzialità pari a 200 AE, a servizio del piccolo centro

abitato di Vallelaposta (di soli 50 residenti) che al momento della ricognizione del 2006

risultava essere in esercizio, ma interrato.

Infine per la AP09, i risultati dei controlli effettuati hanno rilevato, per entrambi gli anni di

monitoraggio, la non idoneità delle acque a scopo potabile, per gli elevati tenori di BOD5 e

dei parametri microbiologici. Ad oggi la presa risulta comunque non utilizzata e, l’impianto

di potabilizzazione di Crotone è collegato alla vasca di demodulazione “Orichella”, dove

confluiscono le acque turbinate da ENEL sul II° salto nella centrale idroelettrica di

Orichella.

0.4.3.2 Programmi d’azione per le acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci

Dalle analisi condotte nel biennio Nov 2005 – Ott 2007, in varie occasioni si è osservata

presso le stazioni VP04, VP06, VP10, VP15, VP17 e VP20 la presenza di scarichi, di detrito

trasportato e di odori. Queste osservazioni testimoniano l’evidenza di una contaminazione

organica e si riferiscono a stazioni che quasi sempre risulteranno effettivamente presentare

valori critici relativamente a parametri quali BOD5 e Ammoniaca.

I valori di temperatura non sono stati considerati ai fini della classificazione. La temperatura

è un parametro derogabile per il quale sono necessarie ulteriori considerazioni.

Nel caso sono state considerate il particolare regime dei corsi d’acqua e le particolari

condizioni climatiche del periodo monitorato.

L’aumento della temperatura estiva in alcuni corpi idrici, ha causato un generalizzato

abbassamento della concentrazione dell’ossigeno disciolto.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 510

La considerevole riduzione di portata e il conseguente effetto di concentrazione degli

inquinanti, ha sicuramente influenzato la situazione legata ai livelli di ammoniaca totale e

all’ammoniaca indissociata. Relativamente a questi parametri la qualità delle acque

monitorate nel secondo anno risulta infatti significativamente peggiorata.

Si ritiene che gli interventi specifici previsti nel settore fognario – depurativo permetteranno

di poter estendere la classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci agli interi corpi

idrici classificati.

0.4.3.3 Programmi d’azione per le acque idonee alla vita dei molluschi

Dall’analisi delle acque destinate alla vita dei molluschi condotte nel biennio Nov 2005 –

Ott 2007, la maggior parte risulta non idonea per superamento dei limiti di inquinamento

fecale. E’ altrettanto evidente che concentrazione di metalli pesanti superano raramente i

limiti di legge così come la concentrazione delle sostanze xenobiotiche.

Pertanto, con eccezione di Siti di Interesse Nazionale (es. Crotone) per i quali si stanno

programmando ulteriori caratterizzazioni e piani di intervento specifici, il raggiungimento

dei criteri di qualità possono essere raggiunti, in tempi brevissimi, a patto che si provveda

alla sistemazione definitiva della rete fognaria e alla relativa depurazione dei reflui.

D’altronde, una depurazione avanzata aiuterebbe ad utilizzare in modo produttivo la risorsa

acqua migliorando significativamente la qualità dell’ambiente e portando benessere ad altre

attività produttive (agricoltura) senza la necessità di contaminare l’ambiente terrestre e

marino e continuare ad emungere le falde.

0.4.3.4 Programmi d’azione per le acque di balneazione

Il D.Lgs. 152/1999 e s.m.i. stabilisce che le acque destinate alla balneazione debbano

rispondere ai requisiti del DPR n. 470/82 e s.m.i. A seguito del monitoraggio effettuato

dall’ARPACAL nella stagione balneare 2007, si riportano di seguito i tratti di costa

interdetti alla balneazione per l’anno 2008.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 511

Divieti temporanei alla balneazione ai sensi dell'ar t.6 del D.P.R. 470/82 e s.m. a valere per l'anno 2008

Provincia di Cosenza

Comune Codice Denominazione Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario

Lunghezza (metr i)

CASSANO ALLO IONIO 078-029-354 100 MT DX VENA MORTA04:02:14,34 E ;

39:45:24,71 618

CORIGLIANO CALABRO

078-044-341 100 MT DX T.

GENNARITO LOC. S. NICOLA

04:06:38,52 E ; 39:38:34,57

891

MANDATORICCIO 078-074-325 100 MT DX C. ARMIRO'

LIDO OASI 04:25:13,84 E ;

39:32:08,51 581

PAOLA 078-091-256 100 MT DX TORRENTE S.

FRANCESCO 03:34:30,05 E ;

39:21:50,05 316

ROSSANO 078-108-335 100 MT DX TORRENTE

COSERIE 04:14:16,88 E ;

39:37:16,74 340

Provincia di Reggio di Calabr ia

Comune Codice Denominazione Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario

Lunghezza

BIANCO 080-009-097 CAMPING IONIO BLU 03:42:21,01 E ;

38:05:45,02 810

BRANCALEONE 080-014-089 PONTILE 03:39:13,01 E ;

37:57:56,02 1096

MOTTA SAN GIOVANNI 080-054-064 LAZZARO - TORRENTE S.VINCENZO 200 MT

03:12:55,10 E ; 37:57:54,97

1011

REGGIO DI CALABRIA 080-063-048 LIDO COMUNALE VILLA

ZERBI 03:11:32,02 E ;

38:06:41,97 437

REGGIO DI CALABRIA 080-063-136 CIRCOLO VELICO 03:11:13,09 E ;

38:06:29,02 1114

Provincia di Catanzaro

Comune Codice Denominazione Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario

Lunghezza (metr i)

CROPANI 079-036-084 300 MT NORD FIUME

FRASSO 04:21:00,01 E ;

38:54:09,03 300

CURINGA 079-039-158 500 MT NORD TORRENTE

S.EUFRASIA 03:45:58,09 E ;

38:50:20,40 1604

CURINGA 079-039-160 TORRE DI MEZZA PRAIA 03:45:42,28 E ;

38:49:17,05 1731

GIZZERIA 079-060-152 LIDO S.ANTONIO 03:44:53,87 E ;

38:55:48,86 580

LAMEZIA TERME 079-160-256 500 MT. SUD TORRENTE

BAGNI 03:46:05,00 E ;

38:54:31,02 791

NOCERA TERINESE 079-087-225 200 MT. NORD FIUME

SAVUTO 03:38:34,00 E ;

39:02:07,02 1215

SOVERATO 079-137-123 DIR.DON PEDRO 04:06:28,01 E ;

38:40:50,02 228

SOVERATO 079-137-253 LOC. CORVO 04:06:24,00 E ;

38:40:42,02 692

Tabella 174: Fonte ARPACAL

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 512

Divieti temporanei alla balneazione ai sensi dell'ar t.7 del D.P.R. 470/82 e s.m. a valere per l'anno 2008

Provincia di Cosenza

Comune Codice Denominazione Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario

Lunghezza (metr i)

AMANTEA 078-010-235 200 MT SX TORRENTE

CATOCASTRO 03:36:43,45 E ;

39:08:12,97 98

AMANTEA 078-010-236 200 MT DX TORRENTE

CATOCASTRO 03:36:42,16 E ;

39:08:25,92 595

BELVEDERE MARITTIMO

078-015-285 250 MT SX FIUME SOLEO03:24:05,96 E ;

39:36:27,71 541

BELVEDERE MARITTIMO

078-015-286 250 MT DX FIUME SOLEO03:24:00,74 E ;

39:36:43,29 326

BELVEDERE MARITTIMO

078-015-287 100 MT SX T. DI MARE

L.TA' CAPO TIRONE 03:23:50,89 E ;

39:37:13,37 216

BELVEDERE MARITTIMO

078-015-288 100 MT DX T. DI MARE

L.TA' CAPO TIRONE 03:23:43,75 E ;

39:37:13,50 513

BONIFATI 078-019-281 200 MT SX TORRENTE

BAMBAGIA 03:24:59,35 E ;

39:33:48,26 206

BONIFATI 078-019-282 200 MT DX TORRENTE

BAMBAGIA 03:24:54,26 E ;

39:34:00,32 379

CARIATI 078-025-128 FOCE T. PANNIZZARO 04:29:49,87 E ;

39:30:00,79 1.081

CORIGLIANO CALABRO 078-044-343 100 MT DX TORRENTE

CORIGLIANETO 04:06:11,72 E ;

39:38:54,84 338

CORIGLIANO CALABRO 078-044-344 100 MT SX TORRENTE

CORIGLIANETO 04:06:04,59 E ;

39:38:58,21 515

CROSIA 078-047-146 SBOCCO FOSSO

DECANATO 04:20:02,59 E ;

39:36:39,08 957

FUSCALDO 078-058-044 INIZIO LUNGOMARE 03:33:20,89 E ;

39:24:40,54 512

FUSCALDO 078-058-261 150 MT SX TORRENTE

MADDALENA 03:33:33,05 E ;

39:24:13,24 766

FUSCALDO 078-058-262 150 MT DX TORRENTE

MADDALENA 03:33:28,98 E ;

39:24:22,40 304

LONGOBARDI 078-067-017 TORRENTE CORDARO 03:36:25,35 E ;

39:12:11,41 1240

PAOLA 078-091-252 200 MT DX TORRENTE

DEUDA 03:35:20,07 E ;

39:19:27,93 400

PAOLA 078-091-253 300 MT SX C.DA

PETRARO 03:35:02,90 E ;

39:20:43,06 260

PRAIA A MARE 078-101-115 SBOCCO C.LE

SOTTOMARLANE 03:19:01,92 E ;

39:54:04,66 415

PRAIA A MARE 078-101-310 50 MT SX CANALE

FIUMARELLA 03:19:21,46 E ;

39:53:49,07 777

ROCCA IMPERIALE 078-103-229 TORRENTE CANNA 04:10:08,80 E ;

40:05:51,34 1295

ROSETO CAPO SPULICO 078-107-213 IL CASTELLO 04:09:56,01 E ;

39:58:52,49 761

ROSSANO 078-108-153 FOSSO NUBRICO 04:16:21,01 E ;

39:36:59,03 1206

SAN LUCIDO 078-122-027 TORRENTE

PETRALONGA 03:35:54,74 E ;

39:17:33,15 1.020

SAN LUCIDO 078-122-249 150 MT SX TORRENTE

S.COMO 03:35:31,06 E ;

39:18:36,36 148

SAN LUCIDO 078-122-251 200 MT SX TORRENTE

DEUDA 03:35:23,07 E ;

39:19:14,84 320

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 513

SANGINETO 078-117-284 150 MT DX FIUME

SANGINETO 03:24:32,93 E ;

39:34:54,35 614

SANTA MARIA DEL CEDRO

078-132-298 200 MT SX FIUME

ABATEMARCO 03:20:53,35 E ;

39:45:13,36 152

VILLAPIANA 078-154-195 FIUMARA SARACENO 04:03:59,01 E ;

39:50:35,02 1331

Provincia di Catanzaro

Comune Codice Denominazione Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario

Lunghezza

LAMEZIA TERME 079-160-232 200 MT A NORD F.

AMATO 03:45:50,01 E ;

38:52:55,41 853

LAMEZIA TERME 079-160-233 200 MT A SUD F. AMATO 03:45:50,08 E ;

38:53:08,88 847

LAMEZIA TERME 079-160-156 DIREZIONE STAZ. FF.SS.

S.PIETRO AMAIDA 03:46:00,61 E ;

38:52:05,02 1.210

Provincia di Vibo Valentia

Comune Codice Denominazione Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario

Lunghezza

NICOTERA 102-025-226 200 MT A DX F. MESIMA 03:27:42,00 E ;

38:30:27,02 560

BRIATICO 102-003-228 200 MT A SX T. TRAINITI 03:37:06,46 E ;

38:43:15,13 868

Provincia di Reggio di Calabr ia

Comune Codice Denominazione Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario

Lunghezza

BAGNARA CALABRA 080-007-133 200 M S TORR. PRAIA

LONGA 03:19:19,88 E ;

38:16:14,10 1863

BRANCALEONE 080-014-146 I.D. BRANCALEONE 03:39:47,96 E ;

37:58:41,61 1668

REGGIO DI CALABRIA 080-063-036 CATONA - BAR REITANO03:11:16,65 E ;

38:10:51,34 905

REGGIO CALABRIA 080-063-037 GALLICO LIMONETO 03:11:11,31 E ;

38:10:16,14 1009

REGGIO CALABRIA 080-063-042 PENTIMELE 03:11:57,46 E ;

38:08:32,64 574

REGGIO CALABRIA 080-063-045 CIRCOLO NAUTICO 03:12:05,00 E ;

38:07:53,43 781

REGGIO DI CALABRIA 080-063-046 LIDO COMUNALE

PONTILE N 03:11:42,02 E ;

38:06:50,09 544

REGGIO DI CALABRIA 080-063-047 LIDO COMUNALE

PONTILE S 03:11:39,38 E ;

38:06:46,61 179

REGGIO CALABRIA 080-063-058 PELLARO LUME 03:11:29,80 E ;

38:01:24,38 1371

REGGIO DI CALABRIA 080-063-135 500 M N TOTT. ANNUNZIATA

03:11:38,92 E ; 38:07:16,05

592

VILLA S.GIOVANNI 080-096-169 300 M N PUNTO 031 03:10:57,76 E ;

38:13:53,68 812

S.FERDINANDO 080-097-168 DELTA MESIMA 03:27:44,00 E ;

38:30:11,02 419

Provincia di Crotone

Comune Codice Denominazione Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario

Lunghezza

CUTRO 101-012-072 CATERISANO 04:29:30,01 E ;

38:56:04,03 1413

Tabella 175: Fonte ARPACAL

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 514

Nella tabella sottostante vengono invece riportati nel dettaglio tutti i punti di prelievo per la

balneazione distribuiti lungo i circa 750 km di costa della Regione Calabria.

Codice ISTAT regione

Codice ISTAT provincia

Codice ISTAT comune

Codice punto di prelievo

Descr izione

180 078 002 054 Antistante Chiesa

180 078 002 272 150 Mt Dx Fiume Bagni

180 078 002 273 100 Mt Sx Torrente Fiumicello

180 078 002 370 50 Metri Sx Torrente Acquafetida

180 078 002 371 50 Metri Dx Torrente Acquafetida

180 078 006 204 Torre Albidona

180 078 010 002 Vena Della Carretta

180 078 010 003 Staz. FF.SS. Campora San Giovanni

180 078 010 005 Corica Scoglio Grande

180 078 010 006 Sottopassaggio FF.SS.

180 078 010 007 Torrente Colongi

180 078 010 008 Torrente S.Maria

180 078 010 009 Staz.FF.SS. Amantea

180 078 010 231 100 Mt Sx Fiume Torbido

180 078 010 232 100 Mt Dx Fiume Torbido

180 078 010 233 100 Mt Sx Fiume Oliva

180 078 010 234 100 Mt Dx Fiume Oliva

180 078 010 235 200 Mt Sx Torrente Catocastro

180 078 010 236 200 Mt Dx Torrente Catocastro

180 078 011 206 Foce T. Straface

180 078 011 207 Il Molo

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 515

180 078 011 208 1 Km Nord Il Molo

180 078 011 209 Torre Spulico

180 078 011 210 Torrente Ferro

180 078 011 367 1200 Mt Nord T.Avena

180 078 013 013 Staz.FF.SS.Belmonte C.

180 078 013 014 Torrente San Martino

180 078 013 237 150 Mt Sx Torrente Verre

180 078 013 238 150 Mt Dx Torrente Verre

180 078 015 071 Rio Palazza

180 078 015 073 Staz.Ne FF.SS.Belvedere M.

180 078 015 075 Scoglio Vetticelle

180 078 015 076 Hotel Belvedere

180 078 015 078 Punta.S.Litterata

180 078 015 079 Hotel Poseidon

180 078 015 285 250 Mt Sx Fiume Soleo

180 078 015 286 250 Mt Dx Fiume Soleo

180 078 015 287 100 Mt Sx T. Di Mare L.Ta' Capo Tirone

180 078 015 288 100 Mt Dx T. Di Mare L.Ta' Capo Tirone

180 078 019 063 Fosso Telegrafo

180 078 019 064 Lungomare Sud

180 078 019 065 Club Tortuga 180 078 019 280 50 Mt Dx Torrente S. Pietro

180 078 019 281 200 Mt Sx Torrente Bambagia

180 078 019 282 200 Mt Dx Torrente Bambagia

180 078 021 140 Bazia

180 078 025 122 S.Maria

180 078 025 124 Casello Caruso

180 078 025 126 Vallone Dei Totani

180 078 025 127 Sbocco Fosso Varco

180 078 025 128 Foce T. Pannizzaro

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 516

180 078 025 130 Punta San Cataldo

180 078 025 316 200 Mt Sx Fiume Nika'

180 078 025 324 200 Mt Sx Canale Moranera

180 078 025 372 Camping Pettirosso

180 078 029 181 Lido Laghi Di Sibari

180 078 029 182 I Casoni

180 078 029 183 Camping Marina Di Sibari

180 078 029 186 Bruscate Millepini

180 078 029 353 400 Mt Sx Fiume Crati

180 078 029 354 100 Mt Dx Vena Morta

180 078 029 355 100 Mt Sx Vena Morta

180 078 029 357 50 Mt Sx Torrente Raganello

180 078 040 056 Torrente Santamaria

180 078 040 057 Colonia San Benedetto

180 078 040 061 Scogliera Dei Rizzi

180 078 040 062 Cavinia Nord

180 078 040 274 100 Mt Dx Torrente Fiumicello

180 078 040 275 100 Mt Sx Fiume Aron

180 078 040 276 100 Mt Dx Fiume Aron

180 078 040 278 100 Mt Dx Torrente Triolo

180 078 044 171 Quadrato

180 078 044 173 200 Mt Nord Missionante

180 078 044 174 Canale Malfrancato

180 078 044 177 Camping Thurium

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 517

180 078 044 341 100 Mt Dx T. Gennarito Loc. S. Nicola

180 078 044 342 100 Mt Sx T. Gennarito Loc. S. Nicola

180 078 044 343 100 Mt Dx Torrente Coriglianeto

180 078 044 344 100 Mt Sx Torrente Coriglianeto

180 078 044 345 200 Mt Dx Canale Missionante

180 078 044 346 100 Mt Dx Canale Salice

180 078 044 347 100 Mt Sx Canale Salice

180 078 044 348 100 Mt Dx Canale S. Mauro

180 078 044 349 100 Mt Sx Canale S. Mauro

180 078 044 350 100 Mt Dx Canale Scavolino

180 078 044 351 100 Mt Sx Canale Scavolino

180 078 044 352 400 Mt Dx Fiume Crati

180 078 047 144 Macchia Della Vura

180 078 047 146 Sbocco F.So Decanato

180 078 047 148 C.Da Pantano

180 078 047 330 100 Mt Sx Torrente Fiumarella

180 078 048 080 L.Ta' Guardiola

180 078 048 083 Hotel Riviera Blue

180 078 048 086 Torrente Aurora

180 078 048 087 Antistante Isola Di Cirella

180 078 048 089 Punta Cirella

180 078 048 090 Torrente Vaccuta

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 518

180 078 048 292 100 Mt Sx Torrente Corvino

180 078 048 293 100 Mt Dx Torrente Corvino

180 078 052 244 50 Mt Dx Torrente Fabiano

180 078 052 245 100 Mt Sx Torrente Malpertuso

180 078 055 020 C.Da Reggio-Vallone Oscuro

180 078 055 022 Staz.Ff.Ss. Fiumefreddo

180 078 055 240 50 Mt Dx Torrente Vardano

180 078 055 241 100 Mt Sx Fiume Di Mare

180 078 055 242 100 Mt Dx Fiume Di Mare

180 078 058 044 Cunettone Via De Seta

180 078 058 258 50 Mt Dx Torrente Laponte

180 078 058 261 150 Mt Sx Torrente Maddalena

180 078 058 262 150 Mt Dx Torrente Maddalena

180 078 058 264 50 Mt Dx Torrente Mercaudo

180 078 058 266 50 Mt Dx Torrente Trappeto

180 078 058 268 50 Mt Dx Torrente Serra

180 078 058 269 50 Mt Sx Torrente Lavandaia

180 078 060 092 Canale Magarosa

180 078 060 093 Foce C.Le Fiumicello

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 519

180 078 060 295 50 Mt Dx Canale Acchio

180 078 061 049 1 Km Nord Torrente Lavandaia

180 078 061 050 Staz.Ff.Ss.Guardia P/Se

180 078 061 270 50 Mt Dx Torrente Lavandaia

180 078 061 271 150 Mt Sx Fiume Bagni

180 078 067 016 Torrente Agosto

180 078 067 017 Torrente Cordaro

180 078 067 018 Staz.Ff.Ss. Longobardi

180 078 074 132 Torrente Arso

180 078 074 133 1 Km Nord Torrente Arso

180 078 074 134 Vallone Procello

180 078 074 325 100 Mt Dx C. Armiro' Lido Oasi

180 078 074 326 100 Mt Sx C. Armiro' Lido Oasi

180 078 074 327 100 Mt Dx Torrente Acquaniti

180 078 082 219 Torrente Garibaldi

180 078 082 220 Rio Taverna

180 078 082 221 Ristorante Vii Cielo

180 078 082 373 Lido Due Scogli

180 078 091 033 Camping Baia

180 078 091 039 Da Tina-S.Agata

180 078 091 252 200 Mt Dx Torrente Deuda

180 078 091 253 300 Mt Sx C.Da Petraro

180 078 091 254 300 Mt Dx Canale Fiumarella

180 078 091 255 100 Mt Sx Torrente S. Francesco

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 520

180 078 091 256 100 Mt Dx Torrente S. Francesco

180 078 091 257 50 Mt Sx Torrente Laponte

180 078 091 374 Via Scirocco

180 078 091 375 Via Castagnaro

180 078 091 376 Via Petrulla

180 078 091 377 Sottopasso Ferrovia

180 078 091 378 Via Del Pettirosso

180 078 091 379 200 Metri N. Canale Prosp. Depuratore

180 078 091 380 200 Mt S. Canale Prosp. Depuratore

180 078 091 382 T. San Domenico

180 078 099 137 Villaggio Irene

180 078 099 139 Torrente Calamiti

180 078 099 328 100 Mt Sx Torrente Acquaniti

180 078 101 112 Punta Fiuzzi

180 078 101 113 Calabria Mare

180 078 101 115 Sbocco C.Le Sottomarlane

180 078 101 310 50 Mt Sx Canale Fiumarella

180 078 101 311 50 Mt Dx Canale Fiumarella

180 078 101 315 50 Mt Dx Canale Marlane

180 078 103 224 Scoglio Del Cerbaro

180 078 103 225 Canale Armi

180 078 103 228 Fosso Piscitelli

180 078 103 229 Torrente Canna

180 078 103 230 Torrente S.Nicola

180 078 107 211 Gabbiano Azzurro

180 078 107 212 Rustico Rosetano

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 521

180 078 107 213 Il Castello

180 078 107 214 Camping La Ionica

180 078 107 215 Scoglio Della Galera

180 078 107 216 Baja Bella

180 078 107 217 Scoglio La Grilla

180 078 108 151 Faro Trionto

180 078 108 152 Sbocco F.So Frascone

180 078 108 153 Fosso Nubrico

180 078 108 154 Casello Toscano

180 078 108 157 Da Seggio

180 078 108 158 Torre Pinta

180 078 108 163 Torrente Momeno

180 078 108 165 Da Siciliano

180 078 108 335 100 Mt Dx Torrente Coserie

180 078 108 336 100 Mt Sx Torrente Coserie

180 078 108 337 100 Mt Dx Torrente Colognati

180 078 108 338 100 Mt Sx Torrente Colognati

180 078 108 339 100 Mt Dx Torrente Cino Piccolo

180 078 108 340 100 Mt Sx Torrente Cino Piccolo

180 078 108 368 200 Mt Sx Del Fiume Trionto

180 078 108 369 50 Mt Dx Del Fiume Trionto

180 078 108 383 Lido San Angelo

180 078 108 384 Club Sol-Areval

180 078 117 068 Fosso Marianna

180 078 117 070 Staz.Ne Ff.Ss.Sangineto

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 522

180 078 117 283 150 Mt Sx Fiume Sangineto

180 078 117 284 150 Mt Dx Fiume Sangineto

180 078 122 027 Torrente Petralonga

180 078 122 029 Lo Scoglio

180 078 122 031 Staz.Ff.Ss. San Lucido

180 078 122 246 100 Mt Dx Torrente Malpertuso

180 078 122 247 50 Mt Sx Torrente Torbido

180 078 122 248 50 Mt Dx Torrente Torbido

180 078 122 249 150 Mt Sx Torrente S.Como

180 078 122 251 200 Mt Sx Torrente Deuda

180 078 125 106 Torre Dino

180 078 125 107 Palazzo Del Principe

180 078 125 108 Torre San Nicola

180 078 125 111 Spiaggia Di Arcomagno

180 078 125 309 50 Mt Dx Canale Grande

180 078 132 094 Chiatta In Ferro

180 078 132 298 200 Mt Sx Fiume Abatemarco

180 078 132 299 200 Mt Dx Fiume Abatemarco

180 078 137 131 Torrente S.Leo

180 078 138 102 Hotel Parco Dei Principi

180 078 138 104 Grotta Della Pecora

180 078 138 105 Vallone Dei Carpini

180 078 138 300 300 Mt Sx Canale Varchera

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 523

180 078 138 301 300 Mt Dx Canale Varchera

180 078 138 306 150 Mt Sx Canale Tirello

180 078 138 307 150 Mt Dx Canale Tirello

180 078 138 363 250 Mt Sx Foce F. Lao

180 078 138 364 250 Mt Dx Foce F. Lao

180 078 138 365 150 Mt Sx Sbocco F.So Revoce

180 078 138 366 150 Mt Dx Sbocco F.So Revoce

180 078 149 117 La Pineta

180 078 149 119 250 Mt Sud Fiume Noce

180 078 150 196 Giardini

180 078 150 198 Il Molo

180 078 150 199 Campo Sportivo

180 078 150 201 Casello 104

180 078 150 202 Canale Monaco

180 078 150 203 Torrente Angeloni

180 078 150 359 300 Mt Dx Torrente Pagliaro

180 078 150 360 300 Mt Sx Torrente Pagliaro

180 078 154 188 Cugno Della Macchia

180 078 154 190 Torrente Satanasso

180 078 154 191 Pantano

180 078 154 192 Casello 114

180 078 154 193 Casello 112

180 078 154 194 Torre Saraceno

180 078 154 195 Fiumara Saraceno

180 078 154 358 Torrente Caldana

180 079 008 131 1 Km Sud Fiume Gallipari

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 524

180 079 008 132 1 Km Nord Torrente Voda'

180 079 008 133 500 Mt Sud Torrente Voda'

180 079 009 076 Localita'magliacane

180 079 011 104 Lido Roccelletta

180 079 011 105 Lido Camping Mazza

180 079 011 106 Lido Calabrisella

180 079 012 077 Localita's.Pietro

180 079 012 078 Lido Botricello

180 079 012 079 Localita'botro

180 079 012 080 Localita'cino'

180 079 012 081 300 Mt Nord Fiume Crocchio

180 079 023 096 Bellino

180 079 023 097 Fiume Castace

180 079 023 098 Tibi Dabo

180 079 023 099 Ristorante Porto

180 079 023 100 Palace Hotel

180 079 023 101 Case U.N.R.A.

180 079 023 102 Capitaneria Di Porto

180 079 023 103 Palazzo Bianco

180 079 023 247 200 Mt A Nord F. Alli

180 079 023 248 200 Mt A Sud F. Corace

180 079 036 082 300 Mt Sud Fiume Crocchio

180 079 036 083 Lido Cropani

180 079 036 084 300 Mt Nord Fiume Frasso

180 079 039 158 500 Mt Nord Torrente S.Eufrasia

180 079 039 159 1 Km Nord Torrente Di Mezza Praia

180 079 039 160 Torre Di Mezza Praia

180 079 042 125 Lido Golden

180 079 047 144 Hotel Torino 2

180 079 047 145 Eurolido

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 525

180 079 047 146 Hotel Old America

180 079 047 147 Bar Vittoria

180 079 047 255 850 Mt. Sx Punto 145

180 079 060 148 200 Mt Nord Fiume Casale

180 079 060 149 Lido Capo Suvero

180 079 060 150 Direzione Allevamento Anguille

180 079 060 151 Ristorante Pesce Fresco

180 079 060 152 Lido S.Antonio

180 079 061 139 300 Mt Sud Torrente S.Giorgio

180 079 061 140 A 1500 Mt.Torrente San Giorgio

180 079 061 141 A 3 Km.Torrente San Giorgio

180 079 063 130 Lido "La Feluca"

180 079 063 252 200 Mt A Nord T. Gallipari

180 079 080 114 Lido La Pergola

180 079 080 115 Lido Azzurro

180 079 081 116 Lido Estella

180 079 081 117 Lido Soleado

180 079 087 142 200 Mt Sud Camping "La Macchia"

180 079 087 143 Ristorante Maris

180 079 087 225 200 Mt. Nord Fiume Savuto

180 079 087 236 200 Mt A Sud Fiume Savuto

180 079 087 254 800 Mt. Sx Punto 143

180 079 116 126 1 Km A Nord Fiume Alaca

180 079 116 224 Di Fronte Fiume Alaca

180 079 117 134 Km 149 Strada Provinciale

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 526

180 079 117 135 Km 148,5 Strada Provinciale

180 079 117 136 Km 146 Strada Provinciale

180 079 117 137 Lido La Torre

180 079 117 138 300 Mt Nord Torrente S.Giorgio

180 079 118 127 Staz. Ff.Ss.

180 079 118 128 Lido Trocadero

180 079 118 129 Villaggio Cometa

180 079 118 251 600 Mt A Sud F. Alaca

180 079 123 124 Loc Fazzaro

180 079 127 085 Sirio

180 079 127 086 Triton

180 079 127 087 Sagapo'

180 079 127 088 Asso Di Fiori

180 079 127 089 Rivachiara

180 079 127 090 Spiaggia Soveria S.

180 079 127 091 Antenna Americani

180 079 127 092 Omo Morto

180 079 127 246 200 Mt A Nord F. Simeri

180 079 133 093 Robinson

180 079 133 094 Marincoli

180 079 133 095 Pilacco

180 079 137 118 Camping Glauco

180 079 137 119 Dir.Polizia Stradale

180 079 137 120 S.Domenico

180 079 137 121 Lido Miramare

180 079 137 122 Lido Ottagono

180 079 137 123 Dir.Don Pedro

180 079 137 249 200 Mt A Nord T. Soverato

180 079 137 250 200 Mt A Sud T. Soverato

180 079 137 253 Loc. Corvo

180 079 142 107 Lido Napoli

180 079 142 108 Lido Cin-Cin

180 079 143 109 Lido Vitale

180 079 143 110 Lido Guglielmo

180 079 143 111 Ristorante Bilbo'

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 527

180 079 143 112 Caminia

180 079 143 113 Lido Pietragrande

180 079 160 153 Lido Marinella

180 079 160 155 1000 Mt Sud Torrente Bagni

180 079 160 156 Direzione Staz. Ff.Ss. S.Pietro Amaida

180 079 160 157 La Conchiglia

180 079 160 232 200 Mt A Nord F. Amato

180 079 160 233 200 Mt A Sud F. Amato

180 079 160 234 200 Mt A Sud T. Bagni

180 079 160 235 200 Mt A Nord T. Bagni

180 079 160 256 500 Mt. Sud Torrente Bagni

180 080 001 092 Torre Del Capo Chiosco Galleria

180 080 001 093 Staz. Ff.Ss.

180 080 001 094 Villaggio La Verde

180 080 005 102 Lido Ardore

180 080 005 103 Complesso Turistico

180 080 005 151 Km 89 Della Ss 106

180 080 005 152 Km 92 - Torr. Condoianni

180 080 007 017 Loc.Melarosa

180 080 007 018 Martorano Loc.

180 080 007 019 Ex Lido

180 080 007 020 Scuola Media E.Fermi

180 080 007 133 200 M S Torr. Praia Longa

180 080 009 095 Staz. Ff.Ss.

180 080 009 096 Camping

180 080 009 097 Camping Ionio Blu

180 080 009 148 Torrente Vallone

180 080 009 149 Km 82 Della Ss 106

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 528

180 080 012 099 Stab.Balneare

180 080 012 100 Fine Lungomare Nord

180 080 012 101 Eur Hotel

180 080 012 150 Km 85 Della Ss 106

180 080 013 079 Villaggio Costa Dei Saraceni

180 080 013 080 Centro 200 Mt Est Rada Azzurra

180 080 013 081 Bova Est

180 080 013 139 Discoteca Miramare

180 080 013 140 Camping La Perla Ionica

180 080 013 141 Km 49 Della Ss 106

180 080 014 086 Galati

180 080 014 087 Altalia

180 080 014 088 Lido Ristorante Dancing

180 080 014 089 Pontile

180 080 014 145 Torrente Cosmano

180 080 014 146 I.D. Brancaleone

180 080 015 090 Scoglio Cuzzufri

180 080 017 164 Casa Cantoniera

180 080 017 165 Km 133,5 Della Ss 106

180 080 024 098 Casignana Km 83

180 080 025 122 Campo Tennis

180 080 025 123 Club Tam Tam

180 080 025 124 Bar

180 080 025 125 Camping Palafitte

180 080 025 160 Camping Calipso

180 080 029 076 Crisapulli

180 080 029 077 Centro

180 080 029 078 Boschetto

180 080 029 138 600 M E F.Ra Amendolea

180 080 033 091 Staz. Ff.Ss.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 529

180 080 033 147 Km 68.5 Della Ss 106

180 080 038 006 Pontile N

180 080 038 007 Pontile S

180 080 038 008 Sidac

180 080 038 009 200 M.Petrace

180 080 040 115 Centro Abitato

180 080 043 106 Rione Sbarre

180 080 043 107 Stab.Locretta

180 080 043 108 Lido Plaia

180 080 043 109 Camping Nosside

180 080 043 153 Km 96.5 Della Ss 106

180 080 045 116 Sotto Casa Dei Marinai

180 080 045 117 Hotel Miramare

180 080 045 118 Ionico Tourst

180 080 045 119 Lido Calura

180 080 045 155 Ristorante Niagara

180 080 050 069 S.Leonardo

180 080 050 070 Lido Rosa Dei Venti

180 080 050 071 Staz. Ff.Ss.

180 080 050 072 Marina

180 080 050 073 Pilati

180 080 052 129 Camping Punta Stilo

180 080 052 130 Staz.Ff.Ss.

180 080 052 131 Antistante Casa Dott.Bosco

180 080 052 166 Km 137 Della Ss 106

180 080 053 067 Lazzaro - Saline Staz. Ff.Ss.

180 080 053 068 Musa S.Elia

180 080 053 137 Officine Ff.Ss.

180 080 054 062 Lazzaro - Lido Sogno

180 080 054 063 Lazzaro - Torrente S.Vincenzo 200 Mt

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 530

180 080 054 064 Lazzaro - Torrente S.Vincenzo 200 Mt

180 080 054 065 Lazzaro - Ristorante Faro

180 080 054 066 Lazzaro - Riace

180 080 056 082 Palizzi Ovest

180 080 056 083 Staz. Ff.Ss.

180 080 056 084 Bar Nava

180 080 056 085 Spropoli

180 080 056 142 200 M Ad E Torr. Sinnero

180 080 056 143 Camping Doccica

180 080 056 144 Km 57 Della Ss 106

180 080 057 010 Lido La Quiete

180 080 057 011 Lido Pierino

180 080 057 012 Porto Tonnara

180 080 057 013 Lido Miami

180 080 057 016 Marinella

180 080 057 132 Villaggio Due Pini

180 080 057 167 Scoglio Dell'ulivo

180 080 062 105 Camping Hellies

180 080 063 035 Catona - Centro Svizzero

180 080 063 036 Catona - Bar Reitano

180 080 063 037 Gallico - Limoneto

180 080 063 038 Gallico - Fata Morgana

180 080 063 039 Gallico - Lido Mimmo

180 080 063 040 Gallico - Camping

180 080 063 041 Archi Stazione

180 080 063 042 Pentimele

180 080 063 043 Oasi

180 080 063 044 Lido Caponera

180 080 063 045 Circolo Nautico

180 080 063 046 Lido Comunale Pontile N

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 531

180 080 063 047 Lido Comunale Pontile S

180 080 063 048 Lido Comunale Villa Zerbi

180 080 063 049 Calamizzi

180 080 063 050 Pastificio Canale

180 080 063 051 Capannina

180 080 063 052 Ravagnese - Aeroporto

180 080 063 053 Ravagnese - Sabbie Bianche

180 080 063 055 S.Gregorio - Temesa N

180 080 063 056 Pellaro - Occhio Di Pellaro

180 080 063 057 Pellaro - Martorana

180 080 063 058 Pellaro - Lume

180 080 063 059 Bocale 2 - Lido Cc

180 080 063 060 Bocale 2 - Staz. Ff.Ss.

180 080 063 061 Bocale - Spiaggia Calipso

180 080 063 135 500 M N Tott. Annunziata

180 080 063 136 Circolo Velico

180 080 063 170 Punta Pellaro

180 080 064 128 Staz.Ff.Ss.

180 080 064 162 Ristorante Stella Marina

180 080 064 163 Ristorante La Scogliera

180 080 067 120 Lido La Calura

180 080 067 121 Staz. Ff.Ss.

180 080 067 156 Camping Albabianca

180 080 067 157 Hotel Gianfranco

180 080 067 158 Cimitero

180 080 067 159 Camping Holliday Park

180 080 073 074 Torre Del Salto

180 080 073 075 Abitato

180 080 082 104 Stabil.Balneare

180 080 085 021 Gdf (Favazzina)

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 532

180 080 085 022 Depuratore

180 080 085 023 Chiesa San Giuseppe

180 080 085 024 Spirito Santo

180 080 085 025 Scuola Elementare

180 080 085 026 Monacina

180 080 085 027 Lido Costa Viola

180 080 085 134 200 M N Vallone Condoleo

180 080 088 110 Hotel President Torrente Novito

180 080 088 111 Casa Di Cura Torrente Garino

180 080 088 112 Passaggio A Livello Via Tasso

180 080 088 113 Fabb.Materazzi

180 080 088 114 Torrente Bifera Lato Siderno

180 080 088 154 Km 106.5 Della Ss 106

180 080 091 126 Camping La Plaia

180 080 091 127 Redidence Paola

180 080 091 161 Km 126 Della Ss 106

180 080 096 028 Alta Fiumara

180 080 096 029 Lido Dello Stretto Porticello

180 080 096 030 Centro Cannitello Osp.Nuovo

180 080 096 031 Ristorante La Botte

180 080 096 033 Acciarello

180 080 096 034 Lido Kalura

180 080 096 169 300 M. Nord Punto 031 Rist. La Botte

180 080 096 171 Lido Boccaccio

180 080 097 002 Camping Porta Del Sole

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 533

180 080 097 003 Lido Vascello

180 080 097 004 Centro

180 080 097 005 Convento

180 080 097 168 Delta Mesima

180 101 007 007 Costa Elisabetta

180 101 007 008 Carafuno Di Cappellieri

180 101 007 009 Casello 194 (Marinella)

180 101 007 010 Volvito Residence

180 101 008 011 Cervana

180 101 008 012 Madonna Di Mare

180 101 008 013 Zona Montedison

180 101 008 014 Punta Alice

180 101 008 015 Vurghe

180 101 008 016 Camping Punta Alice

180 101 008 017 Hotel Gabbiano

180 101 008 018 200 Mt Nord Depuratore Ciro'marina

180 101 008 020 200 Mt Nord Canalone Artino

180 101 008 021 Hotel Ranch

180 101 008 022 Camping Torre Nova

180 101 008 023 Zona Feudo

180 101 008 024 Armeria

180 101 010 037 A 500 Mt A Sud Fiume Neto

180 101 010 038 A 2 Km A Sud Fiume Neto

180 101 010 039 A 4 Km A Sud Fiume Neto

180 101 010 040 A 6 Km A Sud Fiume Neto

180 101 010 041 Lido Catia

180 101 010 042 Gabella Grande

180 101 010 043 Lido Tricoli

180 101 010 044 Lido Aurora

180 101 010 045 Di Fronte Cimitero

180 101 010 046 Scuola S.Anna

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 534

180 101 010 047 S.Leonardo

180 101 010 048 Lido Degli Scogli

180 101 010 049 Boschetto

180 101 010 050 Magna Grecia

180 101 010 051 Casa Rossa

180 101 010 052 Camping Alfieri

180 101 010 053 Camping Paradiso

180 101 010 237 500 Mt Nord Capo Colonna

180 101 010 238 500 Mt Sud Capo Colonna

180 101 011 001 Olivaretto

180 101 011 002 A 200 Mt.Nord Depuratore

180 101 011 003 A 300 Mt.Sud Del Torrente Cassia

180 101 011 004 Lido Brutium

180 101 011 005 Lido Ottagono

180 101 011 006 Lido Fico D'india

180 101 012 070 A 500 Mt Fosso Campo Longo

180 101 012 071 Lido Del Sole

180 101 012 072 Caterisano

180 101 012 073 Eucaliptus

180 101 012 074 Albergo Madama

180 101 012 075 Campeggio Arcobaleno

180 101 012 244 Lido Del Sole 1

180 101 012 245 200 Mt. Nord Fiume Tacina

180 101 013 054 A 500 Mt A Nord Capo Marinella

180 101 013 055 Corrispondente Valtur

180 101 013 056 Direzione Bosco Fratte

180 101 013 057 A 500 Mt Nord Punta Fratte

180 101 013 058 A 1 Km Sud Punta Fratte

180 101 013 059 A 1 Km Nord Capo Bianco

180 101 013 060 Capo Bianco

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 535

180 101 013 061 500 Mt Nord Villaggio Capo Rizzuto

180 101 013 062 Villaggio Capo Rizzuto

180 101 013 063 500 Mt Sud Villaggio Capo Rizzuto

180 101 013 064 Villaggio Seleno

180 101 013 065 Capo Piccolo

180 101 013 066 Localita'sovereto

180 101 013 067 Di Fronte Villaggio

180 101 013 068 Hotel Club Le Castella

180 101 013 069 Praialonga

180 101 013 239 1 Km Nord Capo Cimiti

180 101 013 240 Di Fronte Capo Cimiti

180 101 013 241 Centro Abitato

180 101 013 242 Villaggio Tucano

180 101 013 243 Club Le Castella 1

180 101 014 025 Palazzina Caparra

180 101 014 026 Zona Depuratore

180 101 014 027 Lido Cavallaro

180 101 014 028 Zona Taverna

180 101 025 029 Palazzina Iona'

180 101 025 030 Lido Iondolino

180 101 025 031 Casa Cantoniera

180 101 025 032 Casello 215

180 101 025 033 Torre Borgatorio

180 101 025 034 Casello 217

180 101 025 035 Santa Foca'

180 101 025 036 300 Mt Nord Fiume Neto

180 102 003 176 Punta Safo'

180 102 003 177 La Rocchetta

180 102 003 178 Localita'cocca

180 102 003 179 Localita's.Giuseppe

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 536

180 102 003 180 Localita's.Irene

180 102 003 228 200 Mt A Sx T. Trainiti

180 102 018 202 Porticciolo

180 102 018 203 Localita'corizzi

180 102 018 204 Giardinello

180 102 018 205 Fiumara Della Morte

180 102 018 206 Campo Sportivo

180 102 025 207 Spiaggia Torre

180 102 025 208 Praicciola

180 102 025 209 Lido Medameo

180 102 025 210 Lido Oasi

180 102 025 211 Lido Sajonara

180 102 025 212 800 Mt Sud Sajonara

180 102 025 213 Valtur

180 102 025 226 200 Mt A Dx F. Mesima

180 102 026 183 A 1400 Mt.Nord Punta Tonnara

180 102 026 184 A 700 Mt.Nord Punta Tonnara

180 102 026 185 Punta Della Tonnara

180 102 026 186 Spiaggia Contura

180 102 026 187 Scoglio Palombaro

180 102 026 188 Scoglio Ringa

180 102 027 161 Pineta Mare

180 102 027 162 600 Mt Nord Angitola

180 102 027 163 1 Km Sud Angitola

180 102 027 164 Lido Ottagono

180 102 027 165 Lido Isidora

180 102 027 166 Hotel Grillo

180 102 027 167 Direz.Chiesa Piedigrotta

180 102 027 168 Seggiola

180 102 027 169 Porticciolo

180 102 027 170 Stazione Ff.Ss.

180 102 027 230 200 Mt A Sud F. Angitola

180 102 027 231 Di Fronte Torrente Quercia

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 537

180 102 027 233 Lido Malfara

180 102 027 234 Spiaggia Maricello

180 102 030 193 Spiaggia Riaci

180 102 030 194 700 Mt Sud Spiaggia Riaci

180 102 030 195 Spiaggia Formicoli

180 102 030 196 Spiaggia Torre Marina

180 102 030 197 1400 Mt.Sud Torre Marina

180 102 030 198 Spiaggia Del Tuono

180 102 030 199 Grotticelle

180 102 030 200 Spiaggia S.Maria

180 102 030 201 Porticello

180 102 030 235 Torre Ruffa

180 102 030 236 Villaggio La Scogliera

180 102 044 189 Lido "Le Roccette"

180 102 044 190 Marina Dell'isola

180 102 044 191 300 Mt Marina Dell'isola

180 102 044 192 Spiaggia Club Aldiana

180 102 044 238 Lido La Grazia

180 102 047 171 Lido Proserpina

180 102 047 172 Lido La Capannina

180 102 047 173 Lido La Marinella

180 102 047 174 300 Mt Nord Torrente S.Anna

180 102 047 175 Fosso Industriale Porto Salvo

180 102 047 229 200 Mt A Dx T. Trainiti

180 102 047 232 Pennello

180 102 047 237 Lido La Vela

180 102 049 181 Capo Cozzo

180 102 049 182 Spiaggia Zambrone

180 102 049 227 200 Mt A Sx F. Potame

Tabella 176: Fonte ARPACAL

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 538

In sintesi, pur sottolineando che esistono in Calabria estesi tratti di costa dove le condizioni

igienico-sanitarie delle acque marine appaiono accettabili (con la presenza di sporadici

fenomeni di contaminazione di origine cloacale) l’analisi dei risultati relativi agli anni 1990-

1995 e 1998-2000 ha evidenziato che lungo le coste della Calabria sono individuabili le

seguenti tipologie di contaminazioni:

‚ aree con indici di contaminazione che persistono, se pur con variazioni di intensità, in

tutti i periodi stagionali. Si tratta delle aree costiere marine in corrispondenza di alcuni

centri urbani, che evidentemente non dispongono di reti tecnologiche adeguate per la

depurazione e lo smaltimento dei reflui;

‚ aree con indici di contaminazione che si riscontano solo nel periodo estivo di massima

pressione antropica;

‚ aree con indici di contaminazione che persistono solo nel periodo stagionale delle

piogge e, quindi, di piena dei corsi d’acqua.

Quanto sopra riportato è, comunque, un’informazione utile ma datata agli inizi degli anni 90

fino al 2000.

L’analisi dei dati recenti (2007) della balneazione fornito dall’ARPACAL mostra una

situazione abbastanza differente nel senso che, tra aprile e settembre, soltanto il 4% dei

campioni analizzati e il 14% dei siti investigati risultano contaminati confermando una

maggiore incidenza nel settore tirrenico.

Paragonando il passato decennio con le analisi della balneazione del 2007 sembra che la

contaminazione delle acque costiere calabresi sia molto migliorata. Ovviamente un anno di

dati relativi ad un solo periodo dell’anno non rappresenta una prova del miglioramento reale

della situazione igienico-sanitaria delle coste calabresi anche in considerazione

dell’anomalia termica del 2007, con l’inverno più caldo degli ultimi 50 anni, e con la

conseguente influenza sul regime delle precipitazioni.

Integrando questi risultati con l’analisi delle portate dei corsi d’acqua, si mette in evidenza

che in tutto il territorio calabrese le misure di portata dei corsi d’acqua per il 2006 e 2007

sono differenti. Infatti, nel 2007 sono state registrate portate inferiori nel 77% dei corsi

d’acqua investigati. Questo quadro mette in risalto che i meccanismi di contaminazione

delle acque costiere sono differenti in questi due anni di indagine e le portate minori,

rilevate durante il 2007, potrebbero essere coerenti con il modesto livello di inquinamento

rilevato a mare durante l’estate dello stesso anno. Più in particolare, analizzando solo i dati

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 539

di portata durante il periodo di indagine della balneazione, la percentuale dei corsi d’acqua a

minor portata aumenta (87%) nel 2007 rispetto al 2006.

Indipendentemente da questa considerazione, anche i risultati relativi alle acque destinate

alla vita dei molluschi e l’analisi degli stessi organismi evidenziano una situazione igienico

sanitaria alquanto differente da quella rilevata dai dati della balneazione.

Inoltre, è importante segnalare l’inquinamento dei corsi d’acqua superficiali rilevato

nell’arco temporale compreso tra Dic. 2006 e Nov. 2007. Durante questo biennio, i corsi

d’acqua superficiali nel 90% dei casi sono risultati inquinati con un livello di concentrazione

di Escherichia coli, quindi anche di organismi potenzialmente patogeni, molto elevati. In

questo caso abbiamo considerato solo i siti di campionamento strettamente costieri e,

quindi, potenzialmente fonti di eventuale contaminazione delle acque marine. Più nel

dettaglio, esaminando le stazioni costiere di 15 corsi d’acqua superficiali nel Tirreno e 15

nello Ionio, risulta che il maggior inquinamento è presente nel settore tirrenico con il 94%

dei campioni contaminati contro l’87% nel settore ionico. I dati relativi ai restanti campioni

della parte più interna dei corsi d’acqua, evidenziano una situazione ancora più drammatica,

in quanto il 95% dei campioni analizzati è risultato contaminato. E’ evidente che l’intero

territorio calabrese è sottoposto ad un notevole inquinamento costante e diffuso e che i corsi

d’acqua superficiali sono ricettacoli di scarichi fognari non trattati. Fanno eccezione, per un

modesto livello di inquinamento fecale, i corsi d’acqua Calopinace, Gallico, Deuda per il

settore tirrenico e Trionto, LaVerde, Nicà, Raganello e Bonomico per il settore ionico che

sono torrenti e fiumare, alcuni dei quali spesso in secca durante il corso dell’anno.

In definitiva, si ritiene che i vincoli relativi alla balneazione siano dipendenti dalle grandi

carenze nel collettamento degli scarichi fognari e nella scarsa efficienza degli impianti di

depurazione. Il raggiungimento dell’obiettivo di balneabilità dovrebbe essere garantito

attraverso gli interventi previsti nel comparto fognario e depurativo.

Si sottolinea inoltre che il monitoraggio ai fini della balneazione, condotta per poco più di

quattro mesi, nel periodo compreso tra 1° aprile e 30 settembre (dovendo iniziare un mese

prima della stagione balneare e terminare con la fine della stessa), risponde adeguatamente

all’obiettivo della balneabilità ma non è idoneo ad individuare le fonti di contaminazione, se

non solo per il periodo di indagine.

In aggiunta, bisogna tener presente che le colimetrie costituiscono solo indici di

inquinamento ma non danno indicazioni accurate sulle caratteristiche microbiologiche delle

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 540

matrici conservative che potrebbero risultare contaminate da batteri patogeni anche in

assenza di indici di contaminazione fecale.

Per quanto sopra detto, per una più accurata valutazione dello stato di contaminazione

microbiologica delle acque costiere, risulta necessario produrre serie temporali lunghe,

soprattutto in relazione all’estrema dinamicità dell’ambiente e alla sua disomogeneità sia

spaziale che temporale, attraverso l’estensione del monitoraggio per tutto l’arco dell’anno.

0.4.4 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del raggiungimento degli

obiettivi di qualità per le acque sotterranee

Gli orientamenti prescrittivi per l’idrosfera delle acque sotterranee sono una diretta

derivazione delle valutazioni delle criticità, interconnesse tanto all’aspetto quantitativo,

quanto alla qualità del corpo idrico.

Per quanto riguarda gli aspetti quantitativi, risulta importante sottolineare che la

classificazione si basa sulle risultanze di un sistema di monitoraggio; sebbene i comparti

fisico-geografici interessati dalla presenza di acquiferi alluvionali o comunque superficiali

non abbiano palesato uno squilibrio tra idroesigenza e bilancio idrogeologico sull’intero

campo di esistenza, non risultava disponibile un livello informativo di base che consentisse

una analisi comparata (piezometrie datate e non temporalmente confrontabili).

In relazione agli aspetti qualitativi, le risultanze del sistema di monitoraggio evidenziano

condizioni di stress della risorsa tipologicamente variegati.

Le linee di pressione sono:

- deficit nel collettamento e depurazione dei reflui, interconnesso alle falde nelle

propaggini pedemontane laddove il fiume alimenta la falda;

- pressione agricola e zootecnica;

- ingressione marina (comparto SSE degli acquiferi della fascia costiera di RC; area

sud-orientale della Piana di Sibari), ovvero stress della risorsa (emungimento per

esigenza colturale particellare, non coordinata; pressione da utilizzo plurimo per

crescita iperbolica del turismo costiero) ed avanzamento del cuneo salino.

Il rischio di crescita del depauperamento della risorsa è banalmente connesso alla pressione

derivata dalla agricoltura intensiva, ovvero dall’uso di una risorsa già contaminata e

vulnerata (esempio, da nitrati) che viene esaltata da fattori incrementali ascrivibili alla

pressione di “nuovi nutrienti” per ettaro/anno che l’agricoltura “comunque” somministra.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 541

Sulla base degli obiettivi minimi di qualità ambientale indicati nel paragrafo 0.3.2.4

vengono definite, per le diverse tipologie di corpi idrici sotterranei significativi, ricadenti

nel territorio della regione Calabria, le misure di salvaguardia da adottare e le azioni da

intraprendere, al fine di un recupero dello stato quali-quantitativo della risorsa, assicurando,

al tempo stesso, una maggiore tutela ambientale dei corpi idrici sotterranei.

Le misure sono state articolate e suddivise tenendo in considerazione le peculiarità

idrogeologiche, idrodinamiche, idrostrutturali ed antropiche differenti per le diverse

tipologie di corpi idrici sotterranei significativi, e criticità ambientali e fattori di criticità

quali-quantitativi diversificati, sia nell’ambito dei vari corpi idrici sotterranei significativi,

sia nell’ambito di uno stesso corpo idrico.

Data la complessità idrogeologica, idrostratigrafica, idrodinamica ed antropica che

caratterizza i corpi idrici sotterranei alluvionali delle piane interne bisogna prevedere:

‚ interventi di potenziamento ed ottimizzazione della gestione dell’attuale rete di

stazioni idrometrografiche, mediante l’installazione di ulteriori stazioni di misura e/o

eventuale sostituzione di quelle esistenti; ciò al fine di acquisire nuovi e più

dettagliati elementi conoscitivi riguardanti:

- il regime idrologico dei corsi d’acqua;

- i volumi di deflusso idrico globale (superficiale e sotterraneo);

- i volumi idrici di interscambio falda-fiume;

‚ interventi finalizzati al recupero, laddove è possibile, necessario e vantaggioso, dei

deflussi superficiali in alveo o delle acque sotterranee circolanti nei depositi di

subalvea, pur salvaguardando gli equilibri naturali falda-fiume ed il deflusso minimo

vitale;

‚ favorire l’impiego razionale di risorse attualmente solo in minima parte utilizzate

(cfr. cartografia ad orientamento tematico: zone di riserva strategica, paragrafo

0.2.4.1) ;

‚ interventi finalizzati alla diminuzione dei prelievi, revocando, se è necessario, le

concessioni per i prelievi non indispensabili e/o riducendo le portate di concessione

e/o trasferendo risorse da altri acquiferi e rendendole economicamente competitive

con i prelievi locali.

In tale contesto, l’attuazione del progetto di monitoraggio ha permesso il controllo dello

stato quali-quantitativo degli acquiferi alluvionali della regione Calabria al fine di consentire

un'idonea politica di gestione delle risorse e di controllo delle criticità (sovrasfruttamento,

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 542

depauperamento, inquinamento) in relazione alle utilizzazioni in atto nelle singole aree

individuate, valutando quanto queste possano incidere sullo stato quali-quantitativo delle

risorse idriche sotterranee.

Gli elementi di carattere qualitativo e quantitativo esposti nel paragrafo 0.3.2.4 delineano un

quadro abbastanza variegato di situazioni in cui le risorse idriche sotterranee sono

caratterizzate da un buono stato ambientale, per contro si identificano ampie porzioni del

territorio in cui le stesse manifestano gli effetti indotti da attività antropiche che si attuano

sul territorio. Le situazioni più critiche riguardano l’acquifero di Sibari, quello di Santa

Eufemia e quello di Gioa Tauro.

La valutazione dell’inquinamento diffuso subito dalle acque sotterranee comporta diverse

difficoltà che derivano dalle caratteristiche peculiari di questa risorsa e dalle modalità di

consumo. Gli effetti dell’inquinamento delle acque sotterranee sono fortemente dipendenti

da condizioni locali, perciò una stessa quantità di inquinante emesso può provocare danni ed

impatti molto differenti a seconda delle condizioni idrogeologiche, il grado di interferenza

con ecosistemi e acque superficiali connessi, come anche dai potenziali utilizzi a fini

economici della risorsa. I danni avvenuti provocano effetti percepiti a lungo nel tempo e

risultano molto difficili da correggere: nel caso di inquinamento diffuso (l’agricoltura la

principale fonte di inquinamento di tipo diffuso delle acque sotterranee) il potenziale di

ripristino è molto limitato perciò è importante rivolgere le misure alla riduzione delle

emissioni. Allo stesso tempo, nel caso dell’agricoltura, l’analisi delle pressioni sulla qualità

delle acque non dipende unicamente dalla quantità e tipologia di contaminante emesso e

dalle condizioni idrogeologiche, ma anche da fattori come i tempi di applicazione dei

trattamenti e dalle concentrazioni già presenti nel terreno. Di conseguenza, l’inquinamento

diffuso dovuto ad attività agricole può essere ridotto anche attraverso misure specifiche

come una migliore gestione dell’irrigazione, oltre all’applicazione dei fertilizzanti calibrata

sulle quantità già presenti nel terreno.

La problematica legata all’inquinamento delle acque di falda può essere affrontata mediante

interventi volti al rimedio e, se possibile, all’eliminazione fisica dell’inquinamento dagli

acquiferi oppure attraverso un approccio di prevenzione dell’inquinamento stesso.

A fronte di tali considerazioni e tenuto conto che, allo stato attuale, la principale fonte di

approvvigionamento irriguo nelle aree della Piana di Sibari, Santa Eufemia e Gioia Tauro, è

rappresentata dalle acque sotterranee, l’utilizzo continuo di tali acque, già caratterizzate da

carichi inquinanti elevati, indurrebbe un progressivo aumento della concentrazione di nitrati

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 543

e di altre sostanze derivanti dall’utilizzo di concimi ed ammendanti organici ad opera del

dilavamento. Tale fenomeno si verificherebbe a fronte del fatto che detti acquiferi possono

essere considerati come acquiferi permeabili per porosità, alimentati prevalentemente dalle

acque superficiali delle fiumare e dai ruscellamenti dei pendii, e caratterizzati da valori di

permeabilità da media ad elevata.

In tale ottica, per consentire il miglioramento del loro stato qualitativo, occorrerebbe ridurre

l’entità degli emungimenti garantendo comunque il soddisfacimento dei fabbisogni sia

attraverso il miglioramento dell’efficienza dei sistemi irrigui, finalizzato al contenimento

delle perdite di distribuzione, e mediante una gestione della risorsa basata su un maggior

controllo dei consumi e dei criteri di distribuzione, sia indirizzando l’utilizzo di risorse

alternative quali le acque proveniente dagli invasi.

A tal proposito, si è valutata la capacità degli invasi di costituire una fonte di

approvvigionamento irriguo sostitutiva alle acque di falda nelle aree in cui la risorsa risulta

essere qualitativamente compromessa.

Risulta inoltre imprescindibile l’applicazione delle misure obbligatorie già adottate dalla

regione e indicate nel Regolamento regionale approvato con D.G.R. n.817 del 23/09/2005

recante:

- Le norme relative alla gestione della fertilizzazione ed alle pratiche agronomiche

effettuate nelle aziende zootecniche;

- Le norme relative alla gestione della fertilizzazione e ad altre pratiche agronomiche

effettuate nelle aziende non zootecniche;

- Le indicazioni di carattere generale (razionalizzazione delle concimazioni e

controlli)

Acquifero di Sibari

Nello specifico, analizzando la situazione attuale, si evince come il 39% della superficie

costituente l’acquifero di Sibari sia occupata da colture irrigue; il 35% di queste risultano

localizzate lungo la costa determinando un rilevante impatto sullo stato qualitativo delle

acque di falda. Infatti è proprio in tale zona che il corpo idrico sotterraneo manifesta

evidenti problemi di alterazione dello stato qualitativo indotto dal sovrasfruttamento (Classe

4) evidenziato dalle elevate concentrazioni di Ferro e Manganese, composti utilizzati per la

concimazione degli agrumi che, assieme a oliveti e risaie, rappresentano una delle principali

colture della zona (Fig.130)

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 544

Figura 130: Acquifero di Sibari

Si è valutato che, al fine di soddisfare il fabbisogno complessivo delle colture irrigue

(calcolato sulla base dell’idroesigenza per tipologia colturale, integrata con valutazioni sui

valori di precipitazione media degli ultimi quindici anni), ipotizzando la completa

sospensione degli emungimenti, occorrerebbe una disponibilità idrica pari a 153,97

Mm3/anno.

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Relazione di sintesi 545

Figura 131: Ripartizione delle colture irrigue nel bacino dell’acquifero di Sibari

Restringendo tale analisi alla sola area costiera, ossia all’area che necessita di urgenti misure

di tutela, tale disponibilità si riduce al 40% portandosi ad un valore pari a 56,60 Mm3/anno,

valore che può essere completamente soddisfatto dagli invasi di Farneto del Principe e

Tarsia, la cui capacità complessiva è pari a 62,3 Mm3.

Acquifero di Gioia Tauro

La stessa analisi è stata effettuata per l’acquifero di Gioia Tauro per il quale si evince che il

44% della superficie totale è occupata da colture irrigue (Fig. 132) il cui fabbisogno

complessivo (calcolato sulla base dell’idroesigenza per tipologia colturale, integrata con

valutazioni sui valori di precipitazione media degli ultimi quindici anni) è pari a 69,73

Mm3/anno.

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Relazione di sintesi 546

Figura 132: Acquifero di Gioia Tauro

Anche in questo caso l’analisi è stata ristretta all’area costiera interessata maggiormente dal

fenomeno di sovrasfruttamento qualitativo; il fabbisogno irriguo di tale zona, pari al 38%

(26,3 Mm3/anno) del fabbisogno totale può essere, anche in questo caso, soddisfatto

dall’invaso di Metramo la cui capacità massima risulta pari a 26,6 Mm3.

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Relazione di sintesi 547

Figura 133: Ripartizione delle colture irrigue nel bacino dell’acquifero di Gioia Tauro

Acquifero di Sant’Eufemia

Più complessa risulta essere la questione per quanto riguarda l’acquifero di Santa Eufemia

caratterizzato da una situazione qualitativa decisamente negativa non attribuibile, a causa

della tipologia di inquinanti rinvenuti (ad esclusione dei nitrati) e della loro altalenanza

durante il corso delle diverse campagne di monitoraggio, alla sola contaminazione agricola.

Infatti, la presenza di alcuni inquinanti (ammonio, IPA) è da collegarsi all’esteso sviluppo di

aree urbanizzate presenti nella Piana di Santa Eufemia, in cui tra l’altro ricade anche

l’aeroporto di Lamezia Terme. Riguardo alla diffusa presenza di Ferro e Manganese e di

altri metalli (As, Al) è ipotizzabile una loro origine naturale attribuibile alla presenza di

acque termali.

Riguardo i nitrati le concentrazioni risultano essere inferiori a 25 mg/l5 unicamente in

corrispondenza della zona centrale dell’area di monitoraggio. Al fine di ricondurre

l’acquifero ad uno stato qualitativo “buono” occorrerebbe, anche in tal caso, ridurre i

prelievi dal sottosuolo, principalmente nelle aree costiere, soddisfacendo il fabbisogno

irriguo corrispondente, pari a 13,17 Mm3/anno (61% del fabbisogno irriguo totale, calcolato

sulla base dell’idroesigenza per tipologia colturale, integrata con valutazioni sui valori di

5 D.Lgs. 152/99 "Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole" Allegato 1 punto 4 Tabella 20: Classificazione chimica in base ai parametri di base. A

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 548

precipitazione media degli ultimi quindici anni)) attraverso l’utilizzo di una fonte di

approvvigionamento idrico alternativa rappresentata dall’invaso Angitola, la cui capacità

massima è pari a 21 Mm3.

Figura 134: Acquifero di Santa Eufemia

Particolare attenzione merita il pozzo SE08 che per la persistenza di un’elevata

concentrazione di nitrati (Fig. 135) fa pensare ad un inquinamento di tipo puntuale piuttosto

importante; in tale area infatti risulta ubicato la scarico dell’impianto di depurazione a

servizio del comune di Platania. Ne consegue che, al fine di migliorare lo stato qualitativo

del corpo idrico sotterraneo e di quello superficiale che lo alimenta, è necessario prevedere

degli interventi di adeguamento dei sistemi di depurazione e dei recapiti finali nel rispetto

dei limiti imposti dalla normativa nazionale.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 549

Figura 135: Carta della distribuzione dei nitrati per la piana di Santa Eufemia

Le misure individuate comporterebbero non solo la riduzione del carico inquinante associato

alle acque sotterranee ma, altresì, l’arresto del fenomeno di intrusione salina già in atto.

E’ importante sottolineare, in conclusione, che facendo riferimento al D.M. 185/036,

relativo al riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, le acque sotterranee degli acquiferi

monitorati non risulterebbero idonee per l’utilizzo irriguo in quanto caratterizzate da

concentrazioni di alcuni parametri (Manganese, Ferro) di gran lunga superiori rispetto ai

valori limite; si presume, infatti, che nel settore agricolo, debbano essere utilizzate acque i

cui requisiti di qualità siano superiori o almeno uguali a quelli fissati dalla direttiva sul

riutilizzo delle acque reflue.

Acquifero fascia costiera di Reggio Calabria

Per l’acquifero dell’intera fascia costiera di Reggio Calabria, dove sussiste un delicato

equilibrio acqua dolce-acqua salata, soggetto altresì a probabili fenomeni di

sovrasfruttamento della falda, nelle condizioni idrodinamiche locali e sulla base delle attuali

conoscenze idrogeologiche (cfr. Relazione generale), dovrà essere possibile prelevare solo

acque sotterranee in condizioni artesiane, isolando l’acquifero superficiale oggetto di stress

6 D.M. n.185 del 2003 “Regolamento recante norma tecniche per il riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell’articolo 26, comma 2, del D.Lgs. 11 maggio 1999, n.152”

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 550

della risorsa e sottoposto alle pressioni interconnesse alla aree di ricarica in condizioni di

vulnerabilità elevata.

Ovviamente, in questo caso non si fa riferimento ad un eventuale inquinamento diretto, di

origine antropica, proveniente non dalle aree interne, bensì a quello che potrebbe derivare

dal mescolamento dell’acqua dolce di falda con quella salata di origine marina, per effetto di

emungimenti locali o diffusi non perfettamente equilibrati con le condizioni idrodinamiche e

la potenzialità dell’acquifero. In particolare, per l’anzidetta fascia costiera, il rilascio di

concessioni, da parte degli Enti competenti, relativamente alle richieste di captazione di

acque sotterranee, dovrà essere subordinato all’acquisizione di dati ed agli eventuali

accertamenti finalizzati:

alla verifica di compatibilità tra potenzialità della risorsa idrica ed emungimenti

globalmente esistenti, sia per la falda superficiale sia per quelle sottostanti

semiconfinate;

ad evitare che un eventuale sovrasfruttamento, anche localizzato, delle falde

provochi fenomeni di ingressione marina;

ad evitare che un eccessivo emungimento dai singoli pozzi possa provocare, sia pure

localmente, una eccessiva risalita dell’interfaccia acqua dolce-acqua di mare.

Pertanto, per le suddetta fascia costiera, essendo un’area richiedente specifiche misure di

prevenzione dall’inquinamento, è consentito, previe opportune verifiche, l’uso delle acque

sotterranee, perché non vengano modificati, anche solo localmente, i delicati equilibri

esistenti tra acqua dolce e acqua di ingressione marina.

0.4.5 Misure da adottare ai sensi del Titolo III, Capo I, del D.lgs. 152/99

Per preservare e/o migliorare dall’inquinamento le aree di cui all’art. 18 (Aree sensibili), art.

19 (Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola), art. 20 (Zone vulnerabili da prodotti

fitosanitari e altre zone vulnerabili) e art. 21 (Aree di salvaguardia delle acque superficiali e

sotterranee destinate al consumo umano) del decreto, devono essere individuate una serie di

misure, finalizzate al miglioramento delle acque da applicare all’orizzonte temporale del

2016.

Per le aree sensibili (art. 18), in base ai risultati analitici ottenuti dal monitoraggio

conoscitivo sulle acque degli invasi artificiali e dell’unico lago naturale effettuato nel

biennio Nov 2005 – 2007, si definiscono aree sensibili tutti gli invasi artificiali e l’unico

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 551

lago naturale monitorati (viste le elevate concentrazioni medie annue di fosforo totale –

concentrazioni comprese tra i 50 ed i 100 ug/L e superiori ai 100 ug/L – tanto da

determinarne uno stato ecologico scadente), comprese le loro aree drenanti sul bacino

scolante gli specchi lacuali.

In tali aree, deve essere abbattuto almeno il 75% del carico complessivo dei nutrienti

derivanti dalle acque reflue urbane. Per il raggiungimento dell’obiettivo devono essere

abbattuti i nutrienti provenienti dagli effluenti di tutti gli agglomerati con abitanti

equivalenti superiori a 10.000; qualora non si raggiunga ancora l’abbattimento del 75% del

carico dei nutrienti, dovranno essere sottoposti a trattamento per l’abbattimento del suddetto

carico anche gli effluenti degli agglomerati superiore a 5000 abitanti equivalenti. Per il

contenimento dei nutrienti di origine agricola e zootecnica, devono essere applicate le

condizioni contenute nel “Codice di buona pratica agricola” approvato con decreto del

Ministro delle Politiche Agricole del 19 aprile 1999.

Delle 12 aree sensibili solo 5 hanno sul loro bacino scolante pressioni antropiche da aree

urbane, per le quali è necessario abbattere almeno il 75% del carico complessivo dei

nutrienti derivanti dalle acque reflue urbane, e nello specifico:

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 552

Invaso artificiale/

Lago naturale

Utilizzo acque dell’invaso

(fonte R.I.D.)

Superficie area bacino

drenante [kmq]

Comuni r icadenti nell’area drenante sull’invaso

Pressione antropica

(Depurator i e scar ichi

acque reflue urbane presenti nell’area drenante dell’area sensibile)

Car ico complessivo

nutr ienti (N + P) tratt e non

tratt nell’impianto su tutta l’area

drenante [tonn/anno]

Abbattimento del car ico

complessivo nutr ienti (almeno il

75% ) su tutta l’area

drenante [tonn/anno]

Metramo Irr. /pot./ind. 15,35 San Pietro di Caridà, Galatro,

Grotteria Nessuna 0 0

Costantino Naturale 41,65 Cosoleto, San Luca, Samo Nessuna 0 0

Lordo Irr. 10,39 Mammola, Agnana Calabra,

Siderno Nessuna 0 0

Arvo Idroelettr. 76,78 San Giovanni in Fiore,

Pedace, Aprigliano, Santo Stefano di Rogliano

Nessuna 0 0

Ampollino Idroelettr. 75,76 San Giovanni in Fiore,

Aprigliano, Cotronei, Taverna Nessuna 0 0

Passante Idroelettr. 30,22 Taverna, Parenti, Bianchi,

Sorbo San Basile Nessuna 0 0

Vasca S.Anna

Irr. 3,62 Cutro, Isola Capo Rizzuto Nessuna 0 0

Farneto del Principe

Irr. /Laminazione

piene 245,4 * Sì 165,12 123,84

Tarsia Irr. /Ind. 1310,55 ** Sì 881,84 661,38

Cecita Idroelettr. 154,16

Longobucco, Celico, Rose, Spezzano della Sila,

Spezzano Piccolo, San Pietro in Guarano

Sì 103,73 77,80

Ariamacina Idroelettr. 38,15 Spezzano Piccolo, Pedace Sì 9,06 6,80 Angitola Irr. 154,65 *** Sì 61,02 45,76

* Altomonte, Belvedere Marittimo, Bonifati, Cetraro, Fagnano Castello, Malvito, Mottafollone, Roggiano Gravina, San Donato di Ninea, San Marco Argentano, San Sosti, Sangineto, Sant’Agata d’Esaro, Santa Caterina Albanese

** Acr i, Celico, Bisignano, Spezzano della Sila, Luzzi, Montalto Uffugo, Rende, San Pietro in Guarano, Rose, Lattar ico, Apr igliano, Cosenza, Torano Castello, San Marco Argentano, Mendicino, Longobucco, Paterno Calabro, San Martino di Finita, Dipignano, Romanico, San Fili, San Benedetto Ullano, San Vincenzo La Costa, Santa Sofia d’Epiro, Cerzeto, Spezzano Piccolo, Carolei, Tarsia, Castiglione Cosentino, Cer isano, Rota Greca, Pedace, Lappano, Castrolibero, Rovito,Mangone, Mongrassano, Pietrafitta, Serra Pedace, Zumpano, Cervicati, Cellara, Marano Marchesato, Trenta, Marano Principato, Belsito, Figline Vegliaturo, Casole Bruzio, Malito, Piane Crati, Fuscaldo, Santo Stefano di Rogliano, San Lucido, Paola

*** Jacurso, Filadelfia, Pizzo, Polia, Cenadi, Maierato, Monterosso Calabro, San Vito sullo Jonio, Capistrano, Chiaravalle Centrale, Torre di Ruggiero, Sant’Onofrio, Filogaso, San Nicola da Cr issa, Vallelonga

Per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (art.19) si rimanda alle misure

obbligatorie già adottate dalla regione e indicate nel Regolamento regionale approvato con

D.G.R. n.817 del 23/09/2005 e successivo D.G.R. 393 del 06/06/2006 recante:

- Le norme relative alla gestione della fertilizzazione ed alle pratiche agronomiche

effettuate nelle aziende zootecniche:

divieti: divieti di utilizzazione dei letami e dei concimi azotati e ammendanti

organici di cui alla Legge 748 del 1984, divieti nell’utilizzo dei liquami;

contenitori per lo stoccaggio e/o il trattamento: criteri generali,

caratteristiche dello stoccaggio e dell’accumulo dei materiali palabili,

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 553

caratteristiche e dimensionamento dei contenitori per lo stoccaggio dei

materiali non palabili;

modalità di utilizzazione agronomica: tecniche di distribuzione, dosi di

applicazione, attitudine dei suoli allo spargimento dei liquami zootecnici

(capacità di accettazione dei liquami senza il rischio che si verifichino

scorrimenti superficiali, capacità depurativa del suolo, rischio di

incrostamento, rischio di inondazione);

Piano di Utilizzazione Agronomica (PAU): contenuti del PAU, indice finale

del PAU;

comunicazione e trasporto: comunicazione per l’utilizzo degli effluenti

zootecnici, trasporto degli effluenti zootecnici;

- Le norme relative alla gestione della fertilizzazione e ad altre pratiche agronomiche

effettuate nelle aziende non zootecniche ed in quelle zootecniche non soggette al

Piano di Utilizzazione Agronomica:

definizioni;

divieti;

misure obbligatorie;

misure raccomandate;

- Le indicazioni di carattere generale: razionalizzazione delle concimazioni e

controlli.

Per le zone vulnerabili da prodotti fitosanitari ed altre zone vulnerabili (art.20) si rimanda

D.G.R. n. 232 del 23 aprile 2007 nella quale viene deliberata la “Carta del rischio di

contaminazione degli acquiferi da prodotti fitosanitari della regione Calabria” recante la

delimitazione delle aree vulnerabili da prodotti fitosanitari. La carta, redatta dall’ARSSA a

scala 1:250.000, costituisce un primo documento di carattere generale (o indagine

preliminare o di riconoscimento), la quale evidenzia le aree a potenziale rischio di

inquinamento da prodotti fitosanitari (Cfr. paragrafo 0.2.3). Essa è stata effettuata con

l’ausilio di un GIS integrando due strati informativi: “Carta delle aree ad agricoltura

intensiva” e “Carta della vulnerabilità intrinseca degli acquiferi”; è stata utilizzata come

strumento base per le elaborazioni, la “Carta dei suoli della Calabria”, redatta sempre

dall’ARSSA nel 2003.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 554

La prima carta ha consentito di escludere le aree in cui le destinazioni d’uso evidenziano

delle situazioni di scarso o assente pericolo di inquinamento da prodotti fitosanitari (aree

non agricole o interessate da agricoltura tradizionalemente a basso impatto); e a tal

proposito, l’ARSSA ha utilizzato strati informativi realizzati da loro stessi nell’ambito dei

programmi di cartografia pedologica e, per le aree non coperte, ha utilizzato informazioni

derivanti dalla carta delle aree di studio per l’irrigazione (CASI 3) elaborata dall’INEA

(INEA, 2001). A ciascuna classe di uso del suolo ha attribuito il proprio fattore di pericolo,

sulla base della metodologia proposta dal CNR (GNDC – CNR, 1999). Sono state

considerate aree a potenziale rischio: i seminativi irrigui a ciclo primaverile – estivo ed

estivo – autunnale, le colture permanenti irrigue (comprendenti i frutteti e frutti minori) ed i

vigneti, in quanto per tali destinazioni d’uso si fa ricorso generalmente a significativi input

chimici.

La seconda carta relativa alla vulnerabilità intrinseca degli acquiferi elaborata con la

metodologia SINTACS (GNDCI – CNR, 2000), utilizza un sistema parametrico a punteggi

e pesi che prende in considerazione sette parametri (soggiacenza, infiltrazione,

autodepurazione del non saturo, copertura, acclività, caratteristiche idrogeologiche e

conducibilità dell’acquifero).

Per quanto concerne le acque sotterranee, non è stato possibile, a scala regionale, eseguire

valutazioni in merito alla vulnerabilità da fitofarmaci, per l’assenza di dati ed informazioni

di base. Si ritiene pertanto necessario effettuare una prima analisi conoscitiva con l’obiettivo

di determinare i principali prodotti fitosanitari che potenzialmente possono contaminare la

risorsa idrica, in quelle porzioni di territorio dove possono essere presenti situazioni

compromettenti delle acque sotterranee. In attesa di acquisire dati sperimentali a riguardo, è

possibile, in via cautelativa, considerare corpi idrici sotterranei vulnerabili (e/o vulnerati) da

fitofarmaci quelli che, allo stato attuale, sono risultati vulnerabili (e/o vulnerati) da nitrati di

origine agricola.

Per le aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano

(art. 21), la Regione, una volta individuate le aree di salvaguardia, distinte in zone di tutela

assoluta e zone di rispetto (definite nel paragrafo 0.2.4.3), deve al fine di tutelare

qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata o derivata:

1. per la zona di tutela assoluta (area immediatamente circostante le captazioni o le

derivazioni): avere una estensione (in caso di acque sotterranee e, ove possibile per le

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 555

acque superficiali) di almeno dieci metri di raggio dal punto di captazione ed essere

adeguatamente protetta e adibita esclusivamente ad opere di captazione o presa e ad

infrastrutture di servizio;

2. per la zona di rispetto (porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta

suddivisa in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata, in relazione alla

tipologia dell'opera di presa o captazione e alla situazione locale di vulnerabilita' e

rischio della risorsa): avere un’estensione di 200 metri di raggio rispetto al punto di

captazione o di derivazione e vietare:

- la dispersione di fanghi ed acque reflue, anche se depurate;

- l’accumulo di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi;

- lo spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi (salvo che

l'impiego di tali sostanze sia effettuato sulla base delle indicazioni di uno

specifico piano di utilizzazione che tenga conto della natura dei suoli, delle

colture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e della

vulnerabilita' delle risorse idriche);

- la dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche proveniente da piazzali e

strade;

- la presenza di insediamenti come le aree cimiteriali;

- l’apertura di cave che possono essere in connessione con la falda;

- l’apertura di pozzi ad eccezione di quelli che estraggono acque destinate al

consumo umano e di quelli finalizzati alla variazione della estrazione ed alla

protezione delle caratteristiche quali-quantitative della risorsa idrica;

- la presenza di insediamenti per la gestione di rifiuti;

- lo stoccaggio di prodotti ovvero di sostanze chimiche pericolose e di sostanze

radioattive;

- la presenza di insediamenti o attività adibiti a centri di raccolta, demolizione

e rottamazione di autoveicoli;

- il pascolo e la stabulazione di bestiame che ecceda i 170 kg/ha di azoto

presenti negli effluenti, al netto delle perdite di stoccaggio e distribuzione;

3. per la zona di rispetto, inoltre, disciplinare le seguenti strutture od attività: le

fognature; l’edilizia residenziale e le relative opere di urbanizzazione; le opere viarie,

ferroviarie ed infrastrutturali di servizio; …

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 556

Una volta delimitate le zone di rispetto (cfr. 0.2.4.3), si è proceduto a redigere un computo

metrico atto a stimare i costi da sostenere per i lavori necessari alla perimetrazione delle

suddette aree.

Nello specifico, per ognuna delle zone di rispetto delimitate, si è contabilizzato:

l’espropr io dell’area r icadente all’interno delle zone di r ispetto, ossia sono state

catalogate, in base alla carta dell’uso del suolo, le varie tipologie di colture presenti

all’interno delle suddette aree; successivamente, facendo riferimento al BURC Parte

III ズ Anno XXXIX ズ N. 17 del 24/04/2008, contenente “valori agricoli medi per

ettaro e per tipo di coltura dei terreni compresi nelle singole regioni agrarie della

regione Calabria”, si è calcolato, mediante tecniche G.I.S., il valore agricolo medio

per mq di superficie da espropriare;

la recinzione metallica necessar ia a proteggere le zone di r ispetto, ossia si è

calcolato, mediante tecniche G.I.S., il perimetro delle zone di rispetto in modo da

contabilizzare i metri lineari di rete metallica di recinzione, in filo di ferro zincato a

maglia quadrata, di altezza pari a 1,8 m su supporti realizzati in tubolare di acciaio

zincato h 63 fissati su plinti di fondazione di dimensioni pari a 0.3 x 0.3x 0.3 m,

necessari a perimetrare le suddette zone;

la fornitura e posa in opera di una cancellata di ingresso all’area di r ispetto in

acciaio zincato di dimensione pari a 1.5 x 1.8 m.

Il costo complessivo di questa azione, per un totale di 34 zone di rispetto delimitate, è pari a

14.408.656,00 € ed in particolare (come si evince dalla seguente tabella) si ha:

Costi per la per imetrazione delle zone di r ispetto delimitate

ACQUIFERO Costo espropr io dell’area r icadente all’interno delle

zone di r ispetto

Costo recinzione metallica necessar ia a proteggere le zone

di r ispetto

Costo fornitura e posa in opera di una

cancellata di ingresso alla zona di r ispetto

TOTALE

di Sibari € 4.230.224,45 € 1.020.880,00 € 18.000,00 € 5.269.104,45

della Piana del Lao € 23.150,00 € 30.520,00 € 1.800,00 € 55.470,00

della Piana di Sant'Eufemia € 1.754.009,50 € 494.920,00 € 12.600,00 € 2.261.529,50

della Piana di Gioia Tauro € 2.679.423,40 € 544.920,00 € 12.600,00 € 3.236.943,40

di Reggio Calabria € 3.192.008,70 € 377.400,00 € 16.200,00 € 3.585.608,70

TOTALE € 11.878.816,05 € 2.468.640,00 € 61.200,00 € 14.408.656,05

Tabella 177

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 557

0.4.6 Misure da adottare ai sensi del Titolo III, Capo II, del D.lgs. 152/99

Per una trattazione di maggiore dettaglio inerente ai “Bilanci idrici tra disponibilità ed

utilizzazioni” si rimanda alla Relazione generale ed agli Allegati A, B e C.

Si dettagliano di seguito le possibili evoluzioni dei fabbisogni idrici, per i settori civile,

industriale ed irriguo. Tali dati, attualmente in fase di rivisitazione a seguito

dell’aggiornamento del Piano Regolatore Generale degli Acquedotti della regione Calabria

da parte dell’Assessorato Lavori Pubblici, devono ancora essere sottoposti a validazione, e

devono pertanto essere interpretati con le dovute cautele.

0.4.6.1 Settore civile

0.4.6.1.1 Analisi del fabbisogno idrico attuale

In Calabria, in generale per quasi tutti i comuni, non vi sono misurazioni puntuali dirette

dell’acqua alle diverse fonti di approvvigionamento, né nei punti di immissione in rete.

Pertanto in diversi casi non si possono conoscere con esattezza i volumi idrici

effettivamente in gioco.

La valutazione della dotazione idrica pro capite e del fabbisogno attuali, relativi ad ogni

singolo comune, è stata svolta partendo dai risultati di una ricognizione per risalire alla

disponibilità idrica attuale totale di ciascun comune della Calabria.

Le disponibilità idriche sono state espresse in termini di portata media annua (Q) e

corrispondono alle portate erogate ai comuni (dalla So.Ri.Cal., dai Consorzi di bonifica,

dall’ARSSA, da Italgas, etc.) e prodotte internamente ai comuni stessi.

Nella tabella 180 si riportano, per i cinque ATO, i dati relativi a:

- popolazione residente, fluttuante e totale al 2007;

- dotazione teorica lorda;

- fabbisogno idrico teorico lordo;

- portata idrica teorica;

- disponibilità idrica lorda attuale;

- dotazione lorda attuale;

- surplus o deficit lordi.

Si parla di surplus quando la differenza tra il fabbisogno idrico attuale e quello teorico

fornisce come risultato dei valori positivi, mentre di deficit quando i valori ottenuti sono

negativi.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 558

Dall’analisi effettuata (Tabella 180) emerge che, nel 2007, la Calabria, per soddisfare il

proprio fabbisogno idrico ha consumato circa 410 milioni di metri cubi d’acqua con una

dotazione idrica pro-capite di circa 510 l/(d·ab).

Confrontando il fabbisogno idrico attuale lordo con quello teorico si evince che si ha un

surplus di risorsa idrica quantificabile in circa 185 milioni di metri cubi di acqua (Tabella

180). Inoltre, la dotazione lorda attuale è circa il doppio di quella teorica.

0.4.6.1.2 Previsione del fabbisogno idrico al 2030 e al 2040

Il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti, disposto con Legge n. 129 del 4 Febbraio

1963, e successivamente approvato con Decreto Ministeriale del 16 Marzo 1967, stabilisce

le dotazioni lorde medie al 2015 per tutti i comuni italiani. Tali dotazioni sono funzione

della popolazione servita come riportato nella tabella 178.

Popolazione Dotazione (ab) [l/(d ·ab)]

Case sparse 80 – 100 < 5.000 120 – 150

5.000 - 10.000 150 - 200 10.000 - 50.000 200 – 250 50.000 - 100.000 250 – 400

> 100.000 400 Fluttuanti stagionali 200 Fluttuanti giornalieri 100

Tabella 178

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 Marzo 1996 “Disposizioni in

materia di risorse idriche” stabilisce, nell’articolo 8, i livelli minimi dei servizi che devono

essere garantiti in ciascun ambito territoriale ottimale. Per quanto riguarda la dotazione

idrica pro capite giornaliera alla consegna, intesa come volume attingibile dall’utente nelle

24 ore (dotazione netta), essa non deve essere inferiore a 150 l/d·ab.

Relativamente agli anni futuri, la dotazione idrica lorda pro capite obiettivo è stata definita,

dagli ATO della regione Calabria, ipotizzando di assegnare per la popolazione residente una

dotazione lorda base di 200 l/d·ab (corrispondente alla dotazione minima netta prevista nel

DPCM del 4/03/96 di 150 l/d·ab); a questa, per tener conto dell’incidenza dei consumi

urbani e collettivi, è stato aggiunto un incremento variabile in funzione della classe

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 559

demografica del comune. Altro obiettivo degli ATO è quello di raggiungere una riduzione

delle perdite fino a circa il 25%.

Il valore degli incrementi e la dotazione per classi demografiche sono di seguito riportati

(Tabella 179).

La dotazione netta si ottiene sottraendo dalla dotazione lorda il 25% delle perdite.

Popolazione Incrementi

di dotazione lorda Dotazione

lorda Dotazione

netta (ab) (l/d·ab) (l/d·ab) (l/d·ab)

< 5.000 60 260 195 5.000 - 10.000 80 280 210 10.000 - 50.000 100 300 225 50.000 - 100.000 120 320 240

> 100.000 140 340 255 Fluttuanti (presenza 60 d/anno) - 200 150

Tabella 179

La stima della popolazione residente e fluttuante al 2030 e al 2040 per i singoli comuni,

associata ai valori di dotazione procapite, ha permesso di valutare i valori teorici lordi del

fabbisogno idrico futuro (Tab.181).

La tabella riassuntiva a scala provinciale mostra che il fabbisogno idrico lordo al 2007 per la

Calabria risulta pari a circa 412 milioni di metri cubi (Tabella 180) ovvero quasi 2 volte il

fabbisogno idrico previsto per il 2030 e il 2040 (Tabella 181).

L’apparente contraddizione nasce dalla differenza sostanziale tra le dotazioni lorde attuali

(calcolate come acqua erogata per abitante, che raggiungono anche valori di oltre 800 l/ab g,

come nel caso della città di Cosenza) e le dotazioni teoriche future, che ipotizzano perdite in

rete del 25%.

Fermo restando che l’aggregazione del bilancio fabbisogno/disponibilità a scala di ATO e

non di schema acquedottistico, non permette di evidenziare situazioni critiche locali di

deficit per specifiche realtà comunali, le analisi fino ad ora condotte sembrano comunque

confermare una discreta disponibilità di risorsa per uso idropotabile a scala regionale. La

politica di progressiva sostituzione dell’approvvigionamento delle risorse sotterranee

(economicamente onerose e spesso di scarsa qualità) con acque superficiali, e l’utilizzo

plurimo di tali risorse, impone di inserire nella pianificazione la realizzazione e/o il

completamento di alcuni invasi artificiali, quali l’Alto Esaro, il Menta, l’Alaco, il Melito ed

il Metramo.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 560

Si rimanda comunque al PRGA in corso di elaborazione per gli aspetti specifici relativi alle

politiche regionali di intervento nel settore acquedottistico.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 561

Analisi della domanda attuale – anno 2007.

Popolazione residente 2007

Presenze annue totali

Popolazione fluttuante nel

giorno di massima presenza

Popolazione totale media

annua

Popolazione totale nel giorno di massima presenza

Dotazione teor ica lorda

residenti

Dotazione teor ica lorda

fluttuanti

Fabbisogno idr ico teor ico lordo medio

annuo residenti

Fabbisogno idr ico teor ico lordo medio

annuo fluttuanti

Fabbisogno idr ico teor ico lordo medio annuo totale

Provincia

(ab) (ab x d) (ab) (ab) (ab) [l/(d ·ab)] [l/(d·ab)] (m3) (m3) (m3)

ATO 1 - Cosenza 727.694 32.376.050 576.683 816.396 1.304.377 285 200 75.701.314 6.475.210 82.176.524

ATO 2 - Catanzaro 366.647 13.658.016 239.919 404.066 606.566 290 200 38.788.806 2.731.603 41.520.409

ATO 3 - Crotone 172.171 8.682.411 152.076 195.958 324.247 294 200 18.488.243 1.736.482 20.224.725

ATO 4 - Vibo Valentia 167.628 9.194.067 139.371 192.817 306.999 273 200 16.710.131 1.838.813 18.548.944

ATO 5 - Reggio Calabria 563.912 18.185.750 316.420 613.736 880.332 300 200 61.789.427 3.637.150 65.426.577

Totale - Regione Calabr ia 1.998.052 82.096.293 1.424.469 2.222.973 3.422.521 290 200 211.477.919 16.419.259 227.897.178

Provincia

Fabbisogno idr ico teor ico lordo medio

invernale totale

Fabbisogno idr ico teor ico

lordo medio estivo totale

Fabbisogno idr ico

teor ico nel giorno di massima

presenza (di calcolo)

Portata idr ica teor ica media annua

Portata idr ica teor ica di

punta giornaliera (di

calcolo)

Portata idr ica

teor ica di punta

mensile (di letteratura)

Portata idr ica

teor ica di punta

giornaliera (di

letteratura)

Dotazione teor ica lorda totale

Disponibilità idr ica lorda media annua

attuale

Disponibilità idr ica lorda media annua

attuale

Dotazione lorda

attuale

Surplus o deficit lordi medio annui

Surplus o deficit lordi medio annui

(m3) (m3) (m3) (l/s) (l/s) (l/s) (l/s) [l/(d ·ab)] (l/s) (m3) [l/(d ·ab)] (m3) (l/s)

ATO 1 - Cosenza 50 659 004 31 517 520 322.737 2.606 3.735 3.388 6.515 276 4.855 153.101.863 514 70.925.339 2.249

ATO 2 - Catanzaro 26 124 544 15 395 865 154.254 1.317 1.785 1.712 3.292 282 2.191 69.080.399 468 27.559.991 874

ATO 3 - Crotone 12 411 434 7 813 291 81.068 641 938 834 1.603 283 831 26.219.918 367 5.995.193 190

ATO 4 - Vibo Valentia 11 216 884 7 332 060 73.655 588 852 765 1.470 264 1.019 32.147.600 457 13.598.655 431

ATO 5 - Reggio Calabria

42 197 377 23 229 200 232.570 2.075 2.692 2.697 5.187 292 4.183 131.920.544 589 66.493.967 2.109

Totale - Regione Calabr ia

142 609 242 85 287 936 864.285 7.227 10.003 9.395 18.066 281 13.079 412.470.323 508 184.573.145 5.853

Tabella 180

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 562

Analisi della domanda al 2030 e 2040

Popolazione residente Presenze totali annue Popolazione fluttuante nel giorno di massima

presenza

Popolazione totale media annua

Popolazione totale nel giorno di massima

presenza

2030 2040 2030 2040 2030 2040 2030 2040 2030 2040

Provincia

(ab) (ab) (ab x d) (ab x d) (ab) (ab) (ab) (ab) (ab) (ab)

ATO 1 - Cosenza 781 328 809 350 39 134 671 41 355 518 699 272 739 172 888 546 922 653 1 480 599 1 548 522

ATO 2 - Catanzaro 360 059 358 181 17 501 821 18 686 038 290 927 307 440 408 010 409 375 650 987 665 621

ATO 3 - Crotone 158 410 154 698 17 449 460 20 550 058 191 528 203 999 206 217 210 999 349 938 358 697

ATO 4 - Vibo Valentia 165 028 163 497 11 772 265 12 530 867 167 552 176 165 197 281 197 828 332 580 339 662

ATO 5 - Reggio Calabria 557 063 555 633 25 583 820 28 342 339 376 666 396 245 627 156 633 283 933 730 951 878

Totale - Regione Calabr ia 2 021 888 2 041 358 111 442 038 121 464 820 1 725 945 1 823 021 2 327 209 2 374 139 3 747 833 3 864 379

" " " " " " " " " " "

Dotazione teor ica lorda residenti [l/(d·ab)]

Fabbisogno idr ico teor ico lordo medio annuo totale (m3)

Fabbisogno idr ico teor ico lordo medio invernale totale

Fabbisogno idr ico teor ico lordo medio estivo totale

Fabbisogno idr ico teor ico nel giorno di massima presenza (di calcolo)

2030 2040 2030 2040 2030 2040 2030 2040 2030 2040

Provincia

[l/(d ·ab)] [l/(d·ab)] (m3) (m3) (m3) (m3) (m3) (m3) (m3) (m3)

ATO 1 - Cosenza 276 278 89 452 873 93 463 981 54 622 247 57 007 909 34 830 627 36 456 072 363 487 381 240

ATO 2 - Catanzaro 280 279 41 649 989 41 710 801 25 763 796 25 667 620 15 886 194 16 043 182 162 705 165 525

ATO 3 - Crotone 273 269 20 575 482 20 746 882 11 562 357 11 293 587 9 013 125 9 453 295 85 115 86 380

ATO 4 - Vibo Valentia 262 262 18 832 087 18 884 841 11 079 373 11 018 921 7 752 714 7 865 920 78 655 80 106

ATO 5 - Reggio Calabria 290 289 66 380 212 66 903 605 42 020 690 42 061 062 24 359 522 24 842 542 243 178 247 016

Totale - Regione Calabr ia 279 279 236 890 644 241 710 110 145 048 463 147 049

099 91 842 182 94 661 011 933 140 960 268

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 563

Portata idr ica teor ica lorda media annua (l/s)

Portata idr ica teor ica di punta giornaliera (di calcolo)

Portata idr ica teor ica di punta mensile (di

letteratura)

Portata idr ica teor ica di punta giornaliera (di letteratura)

Disponibilità idr ica lorda

media annua attuale

Disponibilità idr ica lorda

media annua attuale

2030 2040 2030 2040 2030 2040 2030 2040 2007 2007

Provincia

(l/s) (l/s) (l/s) (l/s) (l/s) (l/s) (l/s) (l/s) (l/s) (m3)

ATO 1 - Cosenza 2 837 2 964 4 207 4 412 3 687 3 853 7 091 7 409 4 855 153 101 863

ATO 2 - Catanzaro 1 321 1 323 1 883 1 916 1 717 1 719 3 302 3 307 2 191 69 080 399

ATO 3 - Crotone 652 658 985 1 000 848 855 1 631 1 645 831 26 219 918

ATO 4 - Vibo Valentia 597 599 910 927 776 778 1 493 1 497 1 019 32 147 600

ATO 5 - Reggio Calabria 2 105 2 121 2 815 2 859 2 736 2 758 5 262 5 304 4 183 131 920 544

Totale - Regione Calabr ia 7 512 7 665 10 800 11 114 9 765 9 964 18 779 19 161 13 079 412 470 323

Surplus o deficit lordi medio annui anno 2030 r ispetto al

2007

Surplus o deficit lordi medio annui anno

2030 r ispetto al 2007

Surplus o deficit lordi medio annui anno 2040 r ispetto al

2007

Surplus o deficit lordi medio annui anno 2040

r ispetto al 2007 Provincia

(l/s) (m3) (l/s) (m3)

ATO 1 - Cosenza 2 018 63 648 989 1 891 59 637 881

ATO 2 - Catanzaro 870 27 430 410 868 27 369 598

ATO 3 - Crotone 179 5 644 435 174 5 473 036

ATO 4 - Vibo Valentia 422 13 315 512 421 13 262 759

ATO 5 - Reggio Calabria 2 078 65 540 331 2 062 65 016 939

Totale - Regione Calabr ia 5 568 175 579 678 5 415 170 760 213

Tabella 181

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 564

0.4.6.2 Settore industr iale

La valutazione dei fabbisogni per l'industria presenta sempre notevoli difficoltà. Mentre nel

caso dell'irrigazione ci sono parametri che, pur oscillando notevolmente da zona a zona,

consentono di stabilire una buona approssimazione dei limiti attendibili, per l'industria il

fabbisogno si presenta ricco di incognite e ciò perché le industrie hanno fabbisogni che

cambiano con il tipo di prodotto, ma anche nell'ambito della stessa produzione, variano

secondo la dimensione, la struttura e il grado di efficienza degli impianti. Se a ciò si

aggiunge il diverso grado di utilizzazione della stessa acqua, dipendente dai ricicli e dalla

qualità dell'acqua ammessa per lo scarico, la situazione diventa ancora più difficile. Un

aspetto importante che occorre mettere in rilievo è che l'acqua consumata negli impianti

industriali rappresenta circa solo il 5% di quella prelevata. Ciò sta a significare che gli

stabilimenti industriali restituiscono la quasi totalità dell'acqua che impiegano, cioè la quasi

totalità dell'acqua prelevata. È pur vero che nel maggior numero dei casi si tratta di acqua

inquinata e che, per essere reimpiegata, ha bisogno di trattamenti di depurazione, ma è

anche vero che i progressi compiuti nell'ambito della depurazione ne consentono sempre di

più l'utilizzazione. Nell'industria, inoltre, è possibile utilizzare acqua di precaria qualità (ad

esempio nei processi di raffreddamento) e ciò consente, da un lato, di adeguare il processo

depurativo alle esigenze qualitative dell'acqua da reimpiegare, dall'altro, di ricorrere a

risorse non utilizzabili in altri settori. Pertanto, da quanto sopra evidenziato, deriva che la

quantità d'acqua destinata all'uso industriale è estremamente variabile e dipendente

essenzialmente dal tipo d'industria e di impiego effettuato, dall'entità dei ricicli interni, dallo

schema e dalla potenzialità del processo produttivo. Di conseguenza, qualsiasi analisi dei

fabbisogni idrici nell'industria è necessariamente approssimata, in quanto ciascuno degli

elementi influenti non può essere univocamente definito. Pertanto per una valutazione

dettagliata dei fabbisogni nel settore industriale occorrerebbe individuare i vari tipi di

industrie, in relazione al prodotto fornito, al tipo di lavorazione ed alla dimensione dello

stabilimento. In tale direzione le maggiori difficoltà che si incontrano sono quelle di trovare

fonti attendibili su cui basarsi per ricavare la serie di parametri necessari a definire il

fabbisogno unitario d'acqua riferito ad un termine specifico e significativo, quale potrebbe

essere il prodotto finale dello stabilimento o l'entità del personale addetto. Tutte le volte,

infatti, che si tenta una rilevazione precisa dei prelievi idrici effettuati dalle industrie si va

incontro a parziali insuccessi, sia perché quasi sempre le stesse industrie non li conoscono

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 565

neppure, sia perché esistono al riguardo reticenze, in quanto le notizie relative sono ritenute

"segreti industriali".

Se per le ragioni anzidette riesce difficile una valutazione attendibile dei fabbisogni attuali

dell'acqua nell'industria, molto più aleatoria diventa la valutazione dei fabbisogni futuri.

Per una prima definizione del fabbisogno idrico industriale in Calabria e, pur con grandi

difficoltà, si è proceduto ad analizzare il problema partendo da un’accurata e recente

indagine effettuata presso i singoli agglomerati industriali, accompagnata da un’attenta

lettura delle linee di sviluppo dei Piani Regolatori Generali delle singole A.S.I. (Aree di

Sviluppo Industriale) e N.I. (Nuclei Industriali).

Qui di seguito è riportata in forma tabellare (Tabella 182) la sintesi delle aree di sviluppo

industriale ed i nuclei industriali presenti in Calabria e di ognuno se ne riporta la superficie

totale espressa in ha, la superficie impegnata per attività produttive già in esercizio espressa

anch’essa in ettari, il numero di addetti occupati per singolo agglomerato ed infine la stima

del fabbisogno idrico espresso in milioni di metricubo anno:

Superficie totale (ha)

Superficie impegnata per

attività produttive già in esercizio

(ha)

Numero Addetti fabbisogno idr ico industr iale [1000

mc/anno]

AGGLOMERATI INDUSTRIALI

Studio 1999

SIFLI-IPI

2006

ASI 2007

Studio 1999

SIFLI-IPI

2006

ASI 2007

Studio 1999

SIFLI-IPI

2006

ASI 2007

1999 2005 2010

Gioia Tauro.Rosarno-San Ferdinando 1.483 1.483 1.330 848 498 76 1377 2175 32,57 223,44 360,15

Reggio Calabria - Gebbione 35 35 35 224 57,29 57,29 63,05

Reggio Calabria-S. Gregorio-S. Leo 20 20 20 397 89,46 89,46 94,07

Villa S. Giovanni - Campo Calabro 15 15 14 354 89,41 89,41 332,53

Saline Joniche 140 140 140 308 28,73 28,73 28,73

TOTALE ASI REGGIO C. 1.693 1.483 1.5401.057 498 0 1.359 1.377 2.175 297,46 488,33 878,53

Media Valle Crati 221 130 125 20 103 400 40,11 48,11 123,2

Piana di Cammarata 200 210 120 35 227 500 49,05 56,86 83,9

Schiavonea 440 330 330 221 227 150 635 1052 3500 154,89 166,15 422,79

Sant'Irene 192 61 99 45 288 800 61,63 66,81 177,04

Piano Lago 150 139 139 67 84 60 522 764 1200 122,63 122,63

Follone 149 136 167 101 107 53 220 253 700 60,88 60,88

TOTALE ASI SIBARI-VALLE CRATI 1.352 6051.037 733 418 363 1.995 2.069 7.100 489,19 521,44 806,93

Marina di Maida 1.086 1.086 878 611 604 657 142,14 115,95 297,81

TOTALE NI LAMEZIA TERME 1.086 1.086 0 878 611 0 604 657 0 142,14 115,95 297,81

Crotone 796 693 1.539 415,58 542,56 542,56

TOTALE NI CROTONE 796 0 0 693 0 0 1.539 0 0 415,58 542,56 542,56

Porto Salvo 210 177 926 255,59 273,73 273,73

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 566

Aeroporto (VV) 72 26 173 11,69 11,69 11,69

Maierato 25 25 331 81,99 81,99 81,99

TOTALE NI VIBO VALENTIA 307 0 0 228 0 0 1.430 0 0 349,27 367,41 367,41

TOTALE REGIONALE 5.234 3.174 2.577 3.5891.527 363 6.927 4.103 9.275 1693,64 2035,69 2893,24

Tabella 182

La valutazione del fabbisogno idrico specifico per l’industria in Calabria porta, attraverso

varie considerazioni, ad individuare una tendenza generale verso valori decrescenti.

La necessità di conoscere l’entità del fabbisogno idrico nelle singole industrie, a qualsiasi

scala e aggregazione, su cui si sta continuando a lavorare, presenta grande complessità

legata alla disponibilità di dati di difficile reperimento.

Accanto ad una metodologia atta a formulare valutazioni di sintesi e previsioni, vi sono

molti altri aspetti che dovrebbero essere convenientemente esaminati, quali, ad esempio,

l’identificazione e la messa a punto di tecnologie “non idroesigenti”, l’incremento del riciclo

e l’utilizzo di risorse non convenzionali, così come l’esame delle concessioni e dei relativi

canoni, nonché le modalità con cui può essere migliorato il circuito dell’acqua all’interno

del complesso produttivo.

Una gestione corretta del patrimonio idrico dovrà anche imporre la misura e la

contabilizzazione dei quantitativi d’acqua prelevati e restituiti, nonchè la necessità di

evidenziare l’aspetto qualitativo sia al prelievo che allo scarico.

La conoscenza di questi dati è essenziale non solo per il “gestore” pubblico della risorsa,

oggi previsto dalla legge 36/94, ma anche per il titolare della concessione, al fine di meglio

organizzare il processo produttivo e di instaurare chiari rapporti con lo stesso “gestore” ed

altri utenti.

La previsione di domanda d’acqua per uso industriale nei progetti di sviluppo di lungo

termine, come evidenziato dal precedente confronto, è poco significativa se elaborata

estrapolando indicazioni attuali, ovvero di breve periodo.

La pratica più attendibile è quella di determinare il massimo quantitativo accumulabile di

acqua per uso industriale da destinare ad un ambito territoriale.

L’offerta idrica è da vedere anche come fattore di localizzazione determinante e riveste un

ruolo decisivo nell’ubicazione di nuovi insediamenti produttivi e nella ridistribuzione delle

attività presenti.

Le problematiche legate all’acqua, nel Mezzogiorno, spaziano dal reperimento di nuove

fonti idriche e dallo sfruttamento ottimale dei corpi idrici già in produzione all’ultimazione

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 567

dei sistemi di adduzione e distribuzione dell’acqua, nonchè allo studio di schemi sempre più

intersettoriali.

0.4.6.3 Settore ir r iguo

La Calabria é suddivisa in tre grandi sistemi infrastrutturali a livello irriguo (Settentrionale,

Centrale, Meridionale) caratterizzati per avere, in atto o previste per il futuro,

interconnessioni di opere idrauliche per migliorare ed ampliare la consistenza

dell'irrigazione, ma anche della distribuzione potabile ed industriale.

L'irrigazione pubblica è realizzata in Calabria da 15 Consorzi di Bonifica, che

complessivamente gestiscono 83 schemi idrici ad uso irriguo. Oltre ai Consorzi di

Bonifica, fino al 1993, anche l’ex Ente di Sviluppo Agricolo della Calabria (ESAC) aveva

in gestione alcuni impianti irrigui minori, per lo più localizzati nei comprensori della Sila.

Con il passaggio da Ente di Sviluppo ad Agenzia Regionale per lo Sviluppo e i Servizi in

Agricoltura (ARSSA) e la successiva liquidazione di quest’ultima, le competenze

sull'irrigazione sono state eliminate, ma il previsto passaggio delle stesse per la gestione

degli impianti ai Consorzi competenti per territorio è ancora in itinere.

Nella figura 136 sono riportati tutti gli impianti irrigui pubblici in Calabria appartenenti ai

singoli sistemi e comprensori mentre nella tabella successiva (Tabella 183) sono riportate

le relative superfici dominate, irrigabili ed effettivamente irrigate.

Le informazioni ed i dati di cui sopra derivano da riscontri effettuati direttamente presso i

Consorzi che in alcuni casi hanno fornito dei valori variabilissimi, sia per le stesse aree e

sia, in alcuni casi, per gli stessi impianti e le stesse tecnologie di distribuzione.

Pertanto, al fine di arrivare alla definizione di dati quanto più possibile aderenti alla realtà,

i risultati dell’indagine sono stati opportunamente confrontati con documenti e atti ufficiali

di studi sullo stato dell’irrigazione in Calabria eseguiti dall’INEA e dall’URBI.

Da essi si evince che, allo stato attuale, le aree dominate da impianti pubblici nell'intero

territorio regionale riguardano 144.247 ettari di cui 97.230 ettari risultano irrigabili e solo

48.475 sono effettivamente irrigati.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 568

Figura 136

SUPERFICIE (Ha) SISTEMA

Dominata Irrigabile Irrigata

Settentrionale 70.643 42.191 25.346

Centrale 47.445 34.975 13.571

Meridionale 26.159 20.064 9.558

TOTALE 144.247 97.230 48.475

Tabella 183

Valori, come si può notare, abbastanza lontani da quelli del citato P.S. 26 che prevedeva

appunto circa 260.000 ettari irrigabili al 2016.

Lo scarto esistente tra la superficie dominata e quella irrigabile attrezzata, non é dovuto

soltanto alla incidenza delle tare geografiche, morfologiche e pubbliche, ma talora anche

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 569

alla espansione della urbanizzazione e di ipotetici insediamenti industriali, che hanno

ridotto le aree inizialmente sottese dagli impianti irrigui. Molti comprensori, infatti, pur

presentando una vocazione agricola, senza alcun dubbio preminente e prioritaria per il

favorevole ambiente climatico e pedologico, sono stati progressivamente erosi e

penalizzati dalla penetrazione e dalle interferenze di strutture e di infrastrutture esterne che

ne hanno alterato la destinazione iniziale. Più sensibile ancora, risulta la differenza tra le

superfici effettivamente irrigate e quelle irrigabili: circa 49.000 ettari in tutta la regione

contro i circa 100.000 ettari irrigabili, con un grado di utilizzazione degli impianti

mediamente del 49%.

Per quanto riguarda le aree in oggetto, nelle tabelle 184, 185, 186 sono stati riportati, per

singoli Consorzi, i fabbisogni irrigui occorrenti nella situazione attuale e futura, nonché il

volume irriguo disponibile dalle attuali fonti di approvvigionamento.

Purtroppo non si sono potuti acquisire molti dati certi sul reale consumo d'acqua nei vari

comprensori perché le erogazioni d'acqua non vengono generalmente registrate, né

esistono solitamente strumenti tecnici per la misurazione delle portate d'acqua immesse

negli adduttori delle reti di distribuzione irrigue. Pertanto, in questa sede, si è proceduto ad

una valutazione di massima utilizzando alcune ipotesi di seguito illustrate. Il fabbisogno

attuale è stato ricavato moltiplicando la superficie irrigata per la dotazione idrica

stagionale, quello futuro moltiplicando la dotazione per la superficie irrigabile, ipotizzando

che a medio termine possa essere irrigata l’intera superficie irrigabile. Le stime degli

scenari suddetti sono state effettuate ipotizzando sia una dotazione irrigua stagionale di

4000 mc/ha che di 5000 mc/ha. I fabbisogni così calcolati sono da intendersi comprensivi

delle prevedibili perdite nelle reti di adduzione e distribuzione. Il calcolo della disponibilità

idrica relativa ai singoli impianti consortili è stato eseguito sulla base dei valori delle

portate concesse o dichiarate dagli Enti di competenza e assumendo queste come portata di

punta, al fine di tenere in conto la variazione della portata durante il periodo irriguo preso a

riferimento e pari mediamente a sei mesi per i comprensori del sistema settentrionale e

centrale ed a cinque mesi per quelli del sistema meridionale, per come suggerito dai

Consorzi intervistati. I valori così determinati rappresentano pertanto delle stime, che

assumono solo carattere indicativo e, peraltro, sono riferiti all’intero periodo irriguo non

essendo disponibili dati di portata derivata per singoli mesi. Per quanto concerne le prese

subalvee, si è assunta come portata di punta quella di concessione (max derivabile)

coincidente con la richiesta di luglio, mentre per il calcolo del volume necessario e

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 570

disponibile si è fatto riferimento ai diversi diagrammi di richiesta idrica irrigua che sono

stati desunti da progettazioni originarie o forniti direttamente dai responsabili dei Consorzi.

Per gli invasi è stato considerato il volume utile disponibile e quello regolabile per come è

stato possibile ricavare dai progetti originari. Si è anche proceduto alla determinazione

delle portate di punta necessarie, che sono state confrontate con le portate disponibili ed i

risultati sono riportati in sintesi nella tabella 187. Nella tabella 188 sono, invece,

sintetizzati i confronti fra i fabbisogni e i volumi disponibili per i singoli sistemi.

SISTEMA SETTENTRIONALE FABBISOGNI Mmc

Dotazione: 4000 mc/ha Dotazione: 5000 mc/ha ENTE

ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO

VOLUME DISPONIBILE

Mmc

Consorzio di Bonifica del Pollino 8,24 10,86 10,3 13,58 16,99

Consorzio di Bonifica del Lao 15,32 16,21 19,15 20,26 47,12

Consorzio di Bonifica Ferro e Sparviero 8,44 19,6 10,55 24,5 14,31

Consorzio di Bonifica Piana di Sibari e Media Valle Crati

68,36 105,6 85,45 132 194,96

ex ESAC 1,03 16,5 1,29 20,62 4,5

TOTALE SISTEMA SETTENTRIONALE 101,38 168,76 126,73 210,96 277,88

Tabella 184: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e Metramo)_Sistema Settentrionale

SISTEMA CENTRALE FABBISOGNI Mmc

Dotazione: 4000 mc/ha Dotazione: 5000 mc/ha ENTE

ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO

VOLUME DISPONIBILE

Mmc

Consorzio di Bonifica Valle Neto 8,9 46,96 11,13 58,7 50,87

Consorzio di Bonifica Capo Colonna 14,95 35,6 18,69 44,5 42,5

Consorzio di Bonifica Alli Punta delle Castella 10,8 23,09 13,5 28,86 46,93

Consorzio di Bonifica Alli Copanello 2 9,68 2,5 12,1 14,41

Consorzio di Bonifica Assi Soverato 4,36 4,36 5,45 5,45 10,58

Consorzio di Bonifica Piana di S. Eufemia 10,56 16,72 13,2 20,9 20,92

Consorzio di Bonifica di Vibo Valentia 2,71 3,49 3,39 4,37 6,66

TOTALE SISTEMA CENTRALE 54,28 139,9 67,86 174,88 192,86

Tabella 185: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e Metramo) _Sistema Centrale

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 571

SISTEMA MERIDIONALE FABBISOGNI Mmc

Dotazione: 4000 mc/ha Dotazione: 5000 mc/ha

ENTE ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO

VOLUME DISPONIBILE

Mmc

Consorzio di Bonifica Piana di Rosarno 12,99 34,5 16,24 43,13 38,88

Consorzio di Bonifica di Caulonia 7,5 12,44 9,38 15,56 22,34

Consorzio di Bonifica Versante Ionico Meridionale 5,77 9,29 7,22 11,62 9,73

Consorzio di Bonifica Area dello Stretto 11,97 24,02 14,97 30,03 10,08

TOTALE SISTEMA MERIDIONALE 38,23 80,26 47,79 100,32 81,03

Tabella 186: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e Metramo) _Sistema Meridionale

PORTATE DISPONIBILI – PORTATE DI PUNTA RICHIESTE

PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec )

Dotazione: 4000 mc/ha Dotazione: 5000 mc/ha

SISTEMA ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO

PORTATE DISPONIBILI

(l/sec)

SISTEMA SETTENTRIONALE 17829 29677 22286 37097 17882

SISTEMA CENTRALE 8398 21250 10497 26563 16598

SISTEMA MERIDIONALE 5353 11237 6691 14046 6253

TOTALE 31579 62164 39474 77705 40732

Tabella 187: Portate disponibili – Portate di punta richieste (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e Metramo)

FABBISOGNI – VOLUMI IRRIGUI DISPONIBILI

FABBISOGNI Mmc

Dotazione: 4000 mc/ha Dotazione: 5000 mc/ha SISTEMA

ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO

VOLUME DISPONIBILE

Mmc

SISTEMA SETTENTRIONALE 101,38 168,76 126,73 210,96 277,88

SISTEMA CENTRALE 54,28 139,9 67,86 174,88 192,86

SISTEMA MERIDIONALE 38,23 80,26 47,79 100,32 81,03

TOTALE 193,9 388,92 242,38 486,15 551,78

Tabella 188: Sintesi Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e Metramo)

C’è da evidenziare che, per quanto riguarda i volumi invasati, sono stati stimati al netto

della capacità utile relativa all’invaso Alto Esaro per quanto riguarda il sistema

settentrionale, al netto della capacità utile relativa al Melito per quanto concerne il sistema

centrale e al netto della capacità utile del Metramo per quanto si riferisce al sistema

meridionale. Dalle tabelle 184, 185, 186, 187 e 188 si può notare facilmente quali siano le

situazioni di insufficienza. Esse sicuramente potranno essere colmate con la piena

utilizzazione delle acque del Basso Esaro, del Votturino e del Redisole, con le capacità che

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Relazione di sintesi 572

deriveranno dall’invaso Alto Esaro e dall’invaso del Melito, una volta realizzati,

dall’utilizzo delle acque del Metramo, nonché dal fatto che i fabbisogni tenderanno a

ridursi consistentemente al di sotto delle soglie ipotizzate man mano che nei singoli

comprensori si procederà alla riconversione delle reti esistenti da canalette a tubate e si

utilizzeranno moderni sistemi di automatizzazione e telecontrollo degli impianti. Proprio

per tener conto del ruolo importante che potranno svolgere gli invasi in corso di

realizzazione e quelli già realizzati, ma ancora non utilizzati pienamente, si è inteso

sintetizzare le caratteristiche fondamentali ed i nuovi modelli di utilizzazione che sono stati

assegnati loro.

Invaso Alto Esaro

Per quanto riguarda il completamento dell’invaso dell’Alto Esaro, esso consentirà di

irrigare nuove aree irrigue per un totale di 8000 ha per come riportato nella tabella 189 e di

integrare alcuni impianti esistenti, qualora dovesse essercene bisogno.

Comprensorio irriguo Superficie Irrigabile Netta

(SAU)

Cino 3000

Estensione destra Crati 1100

Estensione Apollinara 1180

Estensione Garga 1070

Grondo 650

Occido-Rosa 1000

TOTALI 8000

Tabella 189

La soluzione individuata per l’utilizzazione delle acque del serbatoio Alto Esaro a Cameli,

riservate all’agricoltural, è conforme alle attuali direttive comunitarie e regionali nel settore

agricolo, che limitano i nuovi interventi al riordino dei comprensori irrigui esistenti e

all’ammodernamento e ristrutturazione delle relative reti di distribuzione idrica.

Contestualmente all’utilizzo irriguo, l’Alto Esaro contribuirà anche al potabile e

all’industriale, nonché alla produzione di energia. Per tale invaso è stata esaminata

un’ipotesi di regolazione sia in relazione al solo apporto del bacino tributario primario e sia

in relazione all’apporto derivante dai bacini limitrofi allacciabili.

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Relazione di sintesi 573

Invasi Melito e Metramo

L’utilizzo dei suddetti invasi è stato esaminato nel contesto del sistema intersettoriale

“Melito-Alaco-Metramo-Lordo”. Si tratta di un sistema idrico a scopo plurimo e con più

strutture idrauliche principali, incentrato pertanto su quattro dighe e sugli schemi di

utilizzazione ad esse afferenti, tra loro interconnettibili per sfruttarne integralmente le

potenzialità e aumentarne l'affidabilità complessiva dell'offerta (fig. 137).

Figura 137

Le dighe, sul Metramo e sul Lordo, sono già state realizzate, ma non sono ancora

pienamente utilizzate, mancando, allo stato, i collegamenti con gli usi di valle. Le singole

caratteristiche sono di seguito riportate.

La diga sul Metramo, ha attualmente finalità irrigua, potabile ed industriale, gestita dal

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Relazione di sintesi 574

Consorzio di Bonifica Piano di Rosario. Essa è realizzata in terra zonata, in località

Castagnara, con altezza massima di 102 m, bacino imbrifero direttamente sotteso di 16,5

kmq, livello di massimo invaso a quota 888,50 m s.m.m., capacità utile di 26,60 Mmc e

capacità complessiva di 29,90 Mmc. Inizialmente concepita per il servizio irriguo nella

Piana di Gioia Tauro e per gli usi industriali del ventilato centro siderurgico, può essere

oggi utilizzata, prioritariamente a scopo potabile (10 Mmc/anno su 26,6 utili), per

alimentare a gravità il ramo tirrenico reggino dell’acquedotto dell’Alaco, mediante un

collegamento estremamente breve, e sconnettendo, di fatto, tale ramo dalle fonti attuali di

alimentazione (campi pozzi e le limitate fluenze dell’Alaco). Per quanto concerne l’utilizzo

irriguo, servirà in parte ad integrare le portate destinate ad impianti già esistenti, Metramo

B e C (~5 Mmc), contribuendo a colmare alcune deficienze emerse nelle tabelle 184, 185 e

186, nonché a servire i nuovi impianti dei Piani di Ghilina (~ 1 Mmc), la cui rete è in corso

di realizzazione, ed i comprensori A e B, rispettivamente in area di Taurianova e di

Laureana (~ 10 Mmc). Le caratteristiche di tali aree sono riportate in tabella 190.

Superficie (ha)

COMPRENSORIO Irrigabile Effettivamente irrigata

PIANI DI GHILINA 2200 1760

COMPRENSORIO “A” 6574 5259

COMPRENSORIO “B” 1000 800

TOTALE 9774 7819

Tabella 190 : Sviluppo irrigazione prevista

L’invaso sul T. Lordo in località Timpa Pantaleo, posto a quota bassa nella fascia costiera

della Locride, nasce con finalità essenzialmente irrigua. L’attuale finalità è invece irrigua e

potabile, è gestito dal Consorzio di Bonifica di Caulonia, è realizzato a tergo di una diga in

terra, con altezza massima di 45 m, bacino imbrifero direttamente sotteso di 10,59 kmq,

livello di massimo invaso a quota 87.00 m s.m.m., capacità utile di 8 Mmc e capace di

regolare circa 13 Mmc di cui 4 Mmc per uso irriguo e 9 Mmc per uso potabile.

Per quanto concerne le altre due dighe, sull’Alaco e sul Melito, la prima è stata completata,

la seconda è in corso di realizzazione e in via sintetica si può evidenziare quanto segue:

La diga sul fiume Alaco è una diga a gravità in calcestruzzo, ad oggi completamente

realizzata, ed è caratterizzata da un bacino imbrifero direttamente sotteso di 14,9 kmq, quota

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Relazione di sintesi 575

max di ritenuta pari a 990 m s.m.m. e una capacità utile di 29,86 Mmc. L’invaso è ad

esclusivo uso potabile e consentirà la regolazione delle disponibilità per l’acquedotto

omonimo, oggi alimentato in modo assai ridotto dalle fluenze superficiali dell’Alaco e in

modo assai più consistente da campi pozzi posti lungo il tracciato dell’acquedotto stesso.

La diga sul Melito è una diga in terra in corso di realizzazione in località Gimigliano, ha

finalità irrigua, potabile ed industriale, altezza massima di 108 m e bacino imbrifero

direttamente sotteso di 38 kmq. Il livello di massimo invaso è a quota 600,30 m s.m.m. e

presenta una capacità utile di 98 Mmc e complessiva di 100 Mmc. È gestita dal Consorzio di

Bonifica Alli-Copanello. Originariamente era stata concepita per regolare circa 100

Mmc/anno a fini prevalentemente irrigui delle aree (anche in quota) del versante jonico

catanzarese. Essa rappresenta una struttura strategica di approvvigionamento a fini multipli

per tutta la Calabria centrale. La realizzazione della diga ha subito tutta una serie di

interruzioni di natura burocratica autorizzativa che ha comportato anche una riduzione del

sistema di collettamento alla diga delle acque di bacini limitrofi. Il volume che essa renderà

disponibile, sebbene ridotto in base alle prescrizioni del Ministero dell’Ambiente relative

alla captazione del fiume Amato (volume regolabile da 96 Mmc/anno a 69 Mmc/anno),

trova sicura destinazione per realizzare l’equilibrio domanda-offerta intersettoriale di tutta

l’area centrale della Calabria e risolvere quelle situazioni di deficit emerse nelle tabelle 184,

185 e 186. Dei 69 Mmc regolati, circa 40 Mmc sono destinati ad irrigazione e la restante

parte a potabile ed industriale. Fondamentalmente le sue acque dovranno servire per:

- le aree irrigue e irrigabili della fascia costiera jonica catanzarese;

- le aree irrigue del lametino non servite da rete pubblica e per parte di quelle già

servite, ma alimentate da falda (per diminuire il livello degli emungimenti);

- alimentare gli usi potabili serviti dagli acquedotti costieri tra Soverato e Isola Capo

Rizzuto, sostituendo gran parte degli attuali prelievi da pozzi;

- interconnettersi infine con l’acquedotto dell’Alaco, con possibilità di integrarne le

risorse nel ramo jonico e nella diramazione per Vibo Valentia.

Le aree irrigue da servire prioritariamente sono quelle riportate nella tabella 191.

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Relazione di sintesi 576

SUPERFICIE (ha) COMPRENSORIO

Dominata Irrigabile

ZONA BASSA LAMEZIA 7.858 6.700

ZONA ALTA LAMEZIA 6.355 5.084

ALTOPIANO DI BORGIA 4.656 3.725

TOTALE 18.869 15.509

Tabella 191:- Aree da irrigare prioritariamente con le acque del Melito

In sintesi, si può affermare che gli interventi che riguardano l’area caratterizzata dagli

invasi Melito, Metramo, Alaco e Lordo sono fondamentalmente i seguenti:

- utilizzare nell’immediato le acque del Metramo a fini potabili, connettendosi

all’Acquedotto dell’Alaco;

- proseguire l’irrigazione della Piana di Gioia Tauro, nel lungo termine, con acque

del Metramo, realizzando al contempo produzione di energia elettrica mediante

installazione di una centrale a Galatro;

- razionalizzare con prelievi dal Lordo l’attuale pratica irrigua nel comprensorio

irriguo del Torbido (fascia costiera della Locride) – eliminandone il regime

precario con prelievi da falda, operato direttamente dai coltivatori e integrare

l’acquedotto potabile jonico costituendone un prolungamento verso la Locride da

Roccella a Brancaleone;

- integrare ulteriormente le risorse convogliate dall’Acquedotto Alaco verso il

Vibonese e la fascia jonica, una volta realizzata la diga sull’Alaco;

- realizzare, infine, per l’uso delle risorse dell’invaso del Melito, un potabilizzatore e

le adduttrici per l’alimentazione del complesso degli acquedotti costieri di

Catanzaro, della piana lametina e dello stesso Alaco, nonché le adduttrici irrigue e

le relative reti.

Si è proceduto, infine, ad esaminare la situazione dei bilanci anche alla luce dell’utilizzo

delle risorse dei costruendi invasi Esaro Alto e Melito e dal pieno utilizzo dell’invaso del

Metramo. Nelle tabelle 192, 193, 194, 195, 196, 197, 198 e 199 sono riportate le situazioni

dei singoli comprensori tenendo conto della possibile utilizzazione delle suddette risorse.

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 577

FABBISOGNI – VOLUMI IRRIGUI DISPONIBILI PREVISTI A LUNGO

TERMINE (considerando le disponibilità degli invasi Alto Esaro, Melito e Metramo)

SISTEMA SETTENTRIONALE

FABBISOGNI VOLUME IRRIGUO DISPONIBILE

DOTAZIONE : 4000 mc/ha

DOTAZIONE : 5000 mc/ha

ATTUALE FUTURO (ipotesi 1)

FUTURO (ipotesi 2) ENTE

ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO Mmc/anno Mmc/anno Mmc/anno Consorzio di Bonifica del Pollino

8,24 10,86 10,30 13,58 16,99 16,99 16,99

Consorzio di Bonifica del Lao

15,32 16,21 19,15 20,26 47,12 47,12 47,12

Consorzio di Bonifica Ferro e Sparviero

8,44 19,60 10,55 24,50 14,31 14,31 14,31

Consorzio di Bonifica Piana di Sibari e Media Valle Crati (*)

68,36 137,60 85,45 172,00 194,96 214,46 234,96

ex ESAC 1,03 16,50 1,29 20,62 4,50 4,50 4,50 TOTALE SISTEMA SETTENTRIONALE

101,38 200,76 126,73 250,96 277,88 297,38 317,88

(*) Con ampliamenti previsti e con apporti dall'invaso Alto Esaro in due possibili condizioni: senza allaccianti (ipotesi 1) e con allaccianti (ipotesi 2)

Tabella 192 :Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili previsti a lungo termine

SISTEMA CENTRALE

FABBISOGNI VOLUME IRRIGUO

DISPONIBILE

DOTAZIONE : 4000 mc/ha DOTAZIONE : 5000 mc/ha ATTUALE FUTURO ENTE

ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO Mmc/anno Mmc/anno Consorzio di

Bonifica Valle Neto 8,90 46,96 11,13 58,70 50,87 50,87

Consorzio di Bonifica Capo

Colonna 14,95 35,60 18,69 44,50 42,50 42,50

Consorzio di Bonifica Alli Punta

delle Castella 10,80 23,09 13,50 28,86 46,93 46,93

Consorzio di Bonifica Alli

Copanello 2,00 9,68 2,50 12,10 14,41 14,41

Consorzio di Bonifica Assi

Soverato 4,36 4,36 5,45 5,45 10,58 10,58

Consorzio di Bonifica Piana di S.

Eufemia (**) 10,56 78,76 13,20 98,45 20,92 60,92

Consorzio di Bonifica di Vibo

Valentia 2,71 3,49 3,39 4,37 6,66 6,66

TOTALE SISTEMA

CENTRALE 54,28 201,94 67,86 252,43 192,86 232,86

(**) Con ampliamenti previsti e con apporti dall'invaso Melito – Volume irriguo disponibile = 40,00 Mmc

Tabella 193: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili previsti a lungo termine

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Relazione di sintesi 578

SISTEMA MERIDIONALE

FABBISOGNI VOLUME IRRIGUO

DISPONIBILE

DOTAZIONE : 4000 mc/ha DOTAZIONE : 5000 mc/ha ATTUALE FUTURO ENTE

ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO Mmc/anno Mmc/anno Consorzio di

Bonifica Piana di Rosarno (***)

12,99 57,74 16,24 72,17 38,88 55,48

Consorzio di Bonifica di Caulonia

7,50 12,44 9,38 15,56 22,34 22,34

Consorzio di Bonifica Versante Ionico Meridionale

5,77 9,29 7,22 11,62 9,73 9,73

Consorzio di Bonifica Area dello

Stretto 11,97 24,02 14,97 30,03 10,08 10,09

TOTALE SISTEMA

MERIDIONALE 38,23 103,50 47,79 129,37 81,03 97,64

(***) Con ampliamenti previsti e con apporti e utilizzo dell'invaso Metramo – Volume irriguo disponibile = 16,60 Mmc

Tabella 194: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili previsti a lungo termine

PORTATE DISPONIBILI – PORTATE DI PUNTA RICHIESTE PREVISTE A

LUNGO TERMINE (considerando le disponibilità degli invasi Alto Esaro, Melito e Metramo)

SISTEMA

SETTENTRIONALE PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec) PORTATE DISPONIBILI

DOTAZIONE : 4000 mc/ha

DOTAZIONE : 5000 mc/ha

ATTUALE FUTURO (ipotesi 1)

FUTURO (ipotesi

2) ENTE

ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO l/sec l/sec l/sec Consorzio di Bonifica

del Pollino 1.448 1.910 1.810 2.387 1.093 1.093 1.093

Consorzio di Bonifica del Lao

2.694 2.850 3.368 3.563 3.030 3.030 3.030

Consorzio di Bonifica Ferro e Sparviero

1.484 3.447 1.855 4.308 920 920 920

Consorzio di Bonifica Piana di Sibari e

Media Valle Crati (*) 12.021 24.197 15.026 30.246 12.550 16.092 19.819

ex ESAC 181 2.901 226 3.626 289 818 818 TOTALE SISTEMA SETTENTRIONALE

17.829 35.305 22.286 44.131 17.882 21.953 25.680

(*) Con ampliamenti previsti e con apporti dall'invaso Alto Esaro in due possibili condizioni: senza allaccianti (ipotesi 1) e con allaccianti (ipotesi 2)

Tabella 195: Portate disponibili – Portate di punta richieste previste a lungo termine

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 579

SISTEMA CENTRALE

PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec) PORTATE DISPONIBILI

DOTAZIONE : 4000 mc/ha DOTAZIONE : 5000 mc/ha ATTUALE FUTURO ENTE

ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO Mmc/anno Mmc/anno Consorzio di Bonifica Valle Neto

1.316 6.943 1.645 8.679 5.550 5.550

Consorzio di Bonifica Capo Colonna

2.211 5.263 2.763 6.579 3.210 3.210

Consorzio di Bonifica Alli Punta delle Castella

1.597 3.414 1.996 4.267 3.995 3.995

Consorzio di Bonifica Alli Copanello

296 1.431 370 1.789 1.390 1.390

Consorzio di Bonifica Assi Soverato

645 645 806 806 680 680

Consorzio di Bonifica Piana di S. Eufemia (**)

1.857 13.849 2.321 17.311 1.345 8.614

Consorzio di Bonifica di Vibo Valentia

477 614 596 768 428 428

TOTALE SISTEMA CENTRALE

8.398 32.159 10.497 40.199 16.598 23.867

(**) Con ampliamenti previsti e con apporti dall'invaso Melito – Volume irriguo disponibile = 40,00 Mmc

Tabella 196: Portate disponibili – Portate di punta richieste previste a lungo termine

SISTEMA MERIDIONALE

PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec) PORTATE DISPONIBILI

DOTAZIONE : 4000 mc/ha DOTAZIONE : 5000 mc/ha ATTUALE FUTURO ENTE

ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO Mmc/anno Mmc/anno Consorzio di Bonifica Piana di Rosarno (***)

1.818 8.084 2.273 10.104 3.000 5.671

Consorzio di Bonifica di Caulonia

1.050 1.742 1.313 2.178 1.724 1.724

Consorzio di Bonifica Versante Ionico Meridionale

808 1.301 1.010 1.626 751 751

Consorzio di Bonifica Area dello Stretto

1.676 3.363 2.095 4.204 778 778

TOTALE SISTEMA MERIDIONALE

5.353 14.490 6.691 18.112 6.253 8.924

(***) Con ampliamenti previsti e con apporti e utilizzo dell'invaso Metramo – Volume irriguo disponibile = 16,60 Mmc

Tabella 197: Portate disponibili – Portate di punta richieste previste a lungo termine

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 580

FABBISOGNI – VOLUMI IRRIGUI DISPONIBILI PREVISTI A LUNGO

TERMINE (considerando le disponibilità degli invasi Alto Esaro, Melito e Metramo)

VOLUME DISPONIBILE

FABBISOGNI (Mmc) FUTURO

DOTAZIONE: 4000 mc/ha DOTAZIONE: 5000 mc/ha SISTEMA

ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO

ATTUALE (Mmc) ipotesi 1

(Mmc) ipotesi 2 (Mmc)

SISTEMA SETTENTRIONALE

101,38 200,76 126,73 250,96 277,88 297,38 317,88

SISTEMA CENTRALE 54,28 201,94 67,86 252,43 192,86 232,86 232,86

SISTEMA MERIDIONALE

38,23 103,49 47,79 129,37 81,03 97,64 97,64

TOTALE 193,9 506,19 242,38 632,76 551,78 627,88 648,38

(IPOTESI 1: Diga Esaro senza allaccianti) (IPOTESI 2: Diga Esaro con allaccianti)

Tabella 198: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili previsti a lungo termine

PORTATE DISPONIBILI – PORTATE DI PUNTA RICHIESTE PREVISTE A

LUNGO TERMINE (considerando le disponibilità degli invasi Alto Esaro, Melito e Metramo)

PORTATA DISPONIBILE

PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec) FUTURO

DOTAZIONE: 4000 mc/ha DOTAZIONE: 5000 mc/ha SISTEMA

ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO

ATTUALE (l/sec) ipotesi 1

(l/sec) ipotesi 2 (l/sec)

SISTEMA SETTENTRIONALE 17.829 35.304 22.286 44.131 17.882 21.953 25.680

SISTEMA CENTRALE 8.398 32.159 10.497 40.199 16.598 23.867 23.867

SISTEMA MERIDIONALE

5.353 14.490 6.691 18.112 6.253 8.924 8.924

TOTALE 31.579 81.953 39.474 102.442 40.732 54.744 58.471

(IPOTESI 1: Diga Esaro senza allaccianti) (IPOTESI 2: Diga Esaro con allaccianti)

Tabella 199: Portate di punta richieste – Portata disponibile prevista a lungo termine

Alla luce della situazione attuale, è necessario adottare strumenti per il miglioramento

dell'efficienza dei sistemi irrigui e, più in generale, per conseguire un'utilizzazione più

razionale delle risorse idriche in agricoltura. Questo obiettivo può essere conseguito sia

attraverso interventi di carattere strutturale, finalizzati al contenimento delle perdite di

distribuzione, sia mediante una gestione della risorsa basata su un maggior controllo dei

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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria

Relazione di sintesi 581

consumi e dei criteri di distribuzione. Il primo passo richiede l’ammodernamento degli

attuali impianti di adduzione e distribuzione, a livello consortile ed aziendale, completando

il processo di sostituzione delle reti a superficie libera ancora esistenti con condotte in

pressione e procedendo ad una verifica dello stato d'uso e della funzionalità degli impianti

in pressione realizzati da maggior tempo. In molti casi, infatti, è possibile migliorare il

funzionamento delle reti esistenti attraverso interventi di entità limitata (connessioni,

sostituzioni di tratti parziali di condotte, etc.). L'esercizio efficiente delle reti di

distribuzione irrigua non può però prescindere da un controllo dei volumi e delle portate

prelevati dalle utenze. Nei casi in cui la risorsa idrica sia insufficiente questo controllo è

particolarmente importante se si vuole evitare una ripartizione dell'acqua non programmata

ed il rischio di un troppo rapido esaurimento della risorsa, con conseguenti gravi danni per

la produzione. In un contesto di crescente conflittualità nell'uso delle risorse idriche, è

necessario, quindi, prevedere una sostanziale revisione delle tecniche di controllo e di

gestione degli impianti. Appare, pertanto, evidente la necessità di una riorganizzazione

complessiva del servizio irriguo con l’introduzione di sistemi di misurazione e controllo

qualitativo e quantitativo della risorsa erogata. Ciò implica un’organizzazione diversa della

struttura consortile e sistemi di tariffazione differenziati a seconda del consumo effettivo

della coltura irrigata e del periodo irriguo preferito dall’utenza, nonché la necessità di una

diminuzione dell’evasione contributiva. Ci sono, tuttavia, situazioni comprensoriali in cui

la disponibilità stessa alla fonte appare insufficiente a coprire i fabbisogni delle stesse

superfici attrezzate, sia pure con i limiti della stagionalità e della distribuzione turnata. In

tale ottica appare di estrema importanza il completamento delle opere di accumulo in corso

di realizzazione, così come risulta necessaria la revisione delle convenzioni che regolano

l’utilizzo delle portate turbinate nei grandi schemi idroelettrici silani. In questo contesto, è

opportuno fare oggi un attimo di riflessione su quanto é stato fatto e magari correggere

alcune scelte che ieri potevano essere giuste ma che oggi, probabilmente, rischiano di

risultare non del tutto congruenti rispetto alle linee di tendenza attuali. Non c’è alcun

dubbio, infatti, che importanza prioritaria debba assumere per il futuro la valorizzazione

del potenziale produttivo esistente, sia nelle aree già attrezzate sia in quelle in fase di

completamento. Pertanto, occorre evidenziare l'assoluta necessità di avviare,

contestualmente alla realizzazione degli impianti, una serie di iniziative atte a favorire la

pronta utilizzazione dell'acqua. È certamente necessario per il futuro continuare nella

realizzazione di infrastrutture di base e cioè opere di accumulo, adduzione e distribuzione,

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Relazione di sintesi 582

ma occorre farlo in un'ottica più mirata ed all'interno di una pianificazione generale

regionale di cui si possano intravedere, o almeno si possano ipotizzare, i fini e che tenga

principalmente conto del reale stato di fatto. Ma ciò che è più importante è che la gestione

dell'irrigazione in Calabria non può limitarsi alle esigenze produttive del comparto

agricolo, ma deve essere legata anche a problematiche di carattere ambientale. Gran parte

delle aree coltivate sono particolarmente vulnerabili non solo alla siccità ed all'erosione,

ma anche agli squilibri nella gestione delle risorse idriche ed alla qualità delle acque. Si

tratta spesso di agrosistemi fragili da un punto di vista ecologico, che necessitano di

interventi di conservazione dei suoli e che risentono in modo sensibile delle conseguenze

di cattive gestioni dell'irrigazione. In alcune realtà, la fenomenologia legata al dissesto

idrogeologico è determinata non soltanto dalle condizioni meteorologiche (frequenza degli

eventi piovosi di particolare intensità, alternati a lunghi periodi di siccità), ma anche alla

mancanza di adeguate politiche di gestione del territorio rurale.

La gestione dell'irrigazione va quindi inserita in un contesto più ampio, ove accanto alle

esigenze di funzionamento dei sistemi irrigui, si guardi anche a problematiche di carattere

ambientale in un'ottica di "sostenibilità" dell'irrigazione stessa.

0.4.7 Misure per l’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione attraverso lo

spargimento sul suolo

Con la D.G.R. n. 17 del 16/01/2006 pubblicata sul BURC n. 13 del 15/07/2006, la regione

Calabria adotta il regolamento relativo alle “Norme tecniche per l’utilizzazione agronomica

delle acque di vegetazione degli scarichi di vegetazione di frantoi oleari (All. A alla DGR

17 del 16/01/06)” ed adotta quale Piano di Spandimento dei reflui oleari la “Carta di

Attitudine dei Suoli allo spargimento delle acque di vegetazione e relativa monografia

divulgativa prodotta dall’ARSSA Servizio Agropedologia (All. B alla DGR 17 del

16/01/06)”.

La valorizzazione agronomica delle acque di vegetazione, per una regione fortemente

interessata dall'olivicoltura con ben 160000 ha investiti a tale coltura, rappresenta una scelta

strategica fondamentale nonchè un presupposto per la certificazione di qualità ambientale.

La regolamentazione e la pianificazione degli interventi in questo settore, con l'indicazione

di possibili soluzioni sostenibili per l'ambiente e non penalizzanti per l'economia aziendale,

possono, tra l'altro, prevenire i fenomeni di scarico non autorizzato nell'ambiente.

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Relazione di sintesi 583

L'utilizzazione agronomica delle acque reflue dei frantoi oleari, dal lavoro svolto

dall’ARSSA ed adottato dalla Regione con DGR n. 17 del 16/01/60, risulta essere, a livello

regionale, una strada percorribile. Una attenta valutazione di tutti i parametri pedoambientali

che interagiscono con i componenti delle acque reflue, ha evidenziato che in tutti i

comprensori olivicoli calabresi esistono suoli "adatti" allo spargimento. L'estensione dei

suoli è di gran lunga superiore rispetto a quella necessaria alla distribuzione delle acque

prodotte. Anche le valutazioni effettuate a livello comunale hanno confermato tale dato. E

pertanto, l'identificazione dei suoli adatti allo spargimento dei reflui oleari fornisce gli

elementi necessari per evitare il degrado del suolo, evitare l'inquinamento dei corpi idrici

superficiali e profondi, evitare danni alle colture e non ultimo, valorizzare un sottoprodotto

naturale di sicuro interesse fertilizzante, con particolare riferimento al contenuto in potassio.

Il lavoro, muovendo dal presupposto che l'ambiente "ricevitore" delle acque di vegetazione

varia spazialmente, ha evidenziato per ciascuna tipologia di suolo, le "limitazioni" all'uso

specifico. Il tipo e l'intensità delle limitazioni indicate devono intendersi come rischio

crescente di degrado del sistema ambientale. Sulla base delle specifiche limitazioni devono

essere calibrate le strategie di gestione dei reflui e/o dei suoli su cui effettuare lo

spandimento. Il lavoro nel complesso ha fornito gli elementi conoscitivi funzionali alla

regolamentazione e alla pianificazione degli interventi in materia. La carta di attitudine allo

spargimento dei reflui, infine, consentirà di pianificare gli interventi di monitoraggio di

medio e lungo periodo per i suoli a differente attitudine allo spargimento (ARSSA,

Monografia divulgativa, 2005 – Carta di attitudine dei suoli allo spargimento delle acque di

vegetazione della Regione Calabria).

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Relazione di sintesi 584

Fonte ARSSA, Monografia divulgativa 2005

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Relazione di sintesi 585

0.4.8 Informazioni su misure aggiuntive ritenute necessarie al fine di soddisfare gli

obiettivi ambientali

Le misure aggiuntive ritenute necessarie al fine di soddisfare gli obiettivi ambientali sono

principalmente connesse ad azioni rigorose per il contenimento dell’apporto alle acque

superficiali del carico puntuale di origine civile, quali:

- Rinaturalizzazioni d’alveo e creazioni di “buffer zones” (o fasce tampone);

- Trattamenti di fitodepurazione;

- Riuso delle acque reflue per utilizzo irriguo;

- Riusi spinti delle acque reflue per utilizzi in settori diversi dall’irriguo;

- Imporre i rilasci nel rispetto del DMV e coerenti con il bilancio idrico;

- Vettoriamenti degli scarichi su reti a minore impatto;

- Potenziamento dei processi di disinfezione su impianti i cui reflui possono incidere

sulle caratteristiche di balneabilità delle acque marino costiere, sulle acque dolci

superficiali destinate alla produzione di acqua potabile e idonee alla vita dei pesci;

- Adeguamento delle reti fognarie e della relativa infrastrutturazione depurativa, al

fine di evitare eccessive attivazioni degli scaricatori di piena;

- Riduzione dei limiti d’uscita dai depuratori per i nutrienti;

- Realizzazione di vasche di prima pioggia;

- Promuovere azioni volte ad evitare che il recettore finale di un impianto di

depurazione a servizio di agglomerati superiori ai 15.000 AE e tra i 2.000 e 15.000

AE sia la “fiumara” calabrese.

Meno problematico è il carico inquinante di origine diffusa che opera verso una riduzione

ed una razionalizzazione degli inquinanti mediante l’applicazione dei codici di Buona

Pratica Agricola, prioritariamente nelle zone vulnerabili e potenzialemente vulnerabili

individuate. È necessario comunque, al fine di valutare il soddisfacimento degli obiettivi

ambientali, effettuare un monitoraggio continuo sulle modalità di applicazione del codice di

Buona Pratica Agricola.

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Relazione di sintesi 586

0.5 PROGRAMMA DELLE VERIFICHE DELL’EFFICACIA DELLE MISURE

PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI QUALITA’

AMBIENTALE

A fronte di una situazione complessivamente sufficiente ed in linea con gli obiettivi

intermedi di qualità fissati dalla normativa vigente, sarà necessario monitorare alcune

situazioni critiche per eliminare gli effetti/fattori di rischio che vanno ad incidere

sensibilmente sulla qualità dei corpi idrici superficiali. Risulta imprescindibile, al fine del

raggiungimento degli obiettivi intermedi di qualità ambientale previsti dalla normativa, la

riattivazione della rete di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee.

Il controllo del raggiungimento degli obiettivi di qualità avviene attraverso attività di

verifica, di studio e, nello specifico, tramite il monitoraggio quali-quantitativo che

rappresenta l’indicatore primario degli interventi di risanamento. E’ quindi indicato

l’utilizzo di sistemi informativi territoriali e modelli matematici previsionali in grado di

supportare la definizione degli interventi e la verifica delle azioni intraprese. I modelli

ambientali sono uno strumento di indagine necessario a fornire in tempi contenuti differenti

scenari di intervento completati dal loro grado di efficacia ed efficienza.

Questi risultati rappresentano la situazione attuale della qualità dei corpi idrici della regione

Calabria che, unitamente agli studi sulla vulnerabilità del territorio, della pressione antropica

diffusa e puntuale e dell’ uso del suolo, permettono di identificare le criticità presenti sul

territorio e di predisporre le azioni integrate.

La Regione dovrà, ai fini del completamento del sistema di monitoraggio:

intensificare la rete di controllo dei corpi idrici superficiali e sotterranei, in

particolare in quelli attualmente non monitorati;

estendere i monitoraggi anche ai parametri addizionali (la loro ricerca si è limitata al

primo anno di campionamento) al fine di poter classificare i singoli corpi idrici in

base al loro stato ambientale ed, inoltre, di definire, mediante studi mirati, eventuali

valori di fondo naturali per le aree calabresi;

predisporre il monitoraggio delle acque volto all’Identificazione delle Sostanze

Pericolose immesse nell’ambiente idrico (per dare attuazione al Decreto del

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 6 Novembre 2003 n. 367:

“Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell’ambiente

acquatico per le sostanze pericolose ai sensi dell’art. 3 comma 4 del D.Lgs

152/1999”, che individuava standard di qualità per 160 sostanze pericolose nelle

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Relazione di sintesi 587

acque superficiali interne, di transizione e marino-costiere e standard di qualità per

27 sostanze nei sedimenti di acque marino-costiere, lagunari e di stagni costieri. Il

DM 367/03 è ora stato sostituito dal D.Lgs 152/06, che ha fissato nuovi standard di

qualità per le sostanze pericolose (Allegati alla Parte III – Sezione II – A.2.6 –

Tabelle 1/A e 1/B), anche se l’elenco dei parametri da controllare è pressochè il

medesimo rispetto alla vecchia normativa.