INDICE · - I compiti e le missioni delle Forze ... Dal 1997 al 1999 è stato Capo Ufficio...

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INDICE PREFAZIONE - Il Capo di Stato Maggiore della Difesa in carica - Introduzione L’ORDINAMENTO DEMOCRATICO NAZIONALE - La genesi - il Referendum istituzionale e la Carta costituzionale - Le Forze Armate - articolazione istituzionale LE POLITICHE DELLA DIFESA - Dinamiche e vertice politico-strategico - Vertice politico e vertice militare – il collegamento L’ORGANIZZAZIONE MILITARE - Vertice Militare – il Capo di Stato Maggiore della Difesa - L’area Tecnico-Operativa – lo Stato Maggiore della Difesa - L’area Tecnico-Amministrativa – il Segretariato Generale della Difesa/ Direzione Nazionale degli Armamenti LE FORZE ARMATE - I compiti e le missioni delle Forze Armate - Le Operazioni Militari - Il Comando Operativo di Vertice Interforze LA TRASFORMAZIONE E IL FUTURO - La trasformazione dello Strumento – Generalità - Le future Operazioni, le Forze, i concetti d’impiego e le capacità operative LA FORMAZIONE MILITARE

Transcript of INDICE · - I compiti e le missioni delle Forze ... Dal 1997 al 1999 è stato Capo Ufficio...

INDICE

PREFAZIONE

- Il Capo di Stato Maggiore della Difesa in carica

- Introduzione

L’ORDINAMENTO DEMOCRATICO NAZIONALE

- La genesi - il Referendum istituzionale e la Carta costituzionale

- Le Forze Armate - articolazione istituzionale

LE POLITICHE DELLA DIFESA

- Dinamiche e vertice politico-strategico

- Vertice politico e vertice militare – il collegamento

L’ORGANIZZAZIONE MILITARE

- Vertice Militare – il Capo di Stato Maggiore della Difesa

- L’area Tecnico-Operativa – lo Stato Maggiore della Difesa

- L’area Tecnico-Amministrativa – il Segretariato Generale della Difesa/ Direzione Nazionale degli Armamenti

LE FORZE ARMATE

- I compiti e le missioni delle Forze Armate

- Le Operazioni Militari - Il Comando Operativo di Vertice Interforze

LA TRASFORMAZIONE E IL FUTURO

- La trasformazione dello Strumento – Generalità

- Le future Operazioni, le Forze, i concetti d’impiego e le capacità operative

LA FORMAZIONE MILITARE

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA Ammiraglio Luigi BINELLI MANTELLI

L’Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli è nato a Breno (Brescia) il 4 dicembre 1950. Ha frequentato il Collegio Navale Morosini di Venezia e poi l’Accademia Navale di Livorno dal 1969 al 1973. È laureato in Scienze Marittime Navali. Al termine degli studi ha iniziato il periodo d’imbarco a bordo del Cacciatorpediniere Audace (1973-74). Successivamente è stato imbarcato sul Cacciatorpediniere Ardito (1974-76) ed ha ricoperto l’incarico di Capo Servizio Operazioni sulla Fregata Carabiniere (1978-80) e sull’Incrociatore Vittorio Veneto (1984-86). Ha comandato il Cacciamine Platano (1980-81), la Corvetta Albatros (1981-82), la Fregata Grecale (1989-90) e l’Incrociatore Giuseppe Garibaldi (1994-1996) partecipando, in particolare, all’operazione United Shield in Somalia nel 1995. Dall’ottobre 1999 all’ottobre 2001 è stato il primo Comandante del neo-costituito Gruppo Navale Italiano (Comgrupnavit) nonché (dal 30 ottobre 2000) Comandante della Forza Anfibia Ispano-Italiana (Comsiaf). Nelle destinazioni a terra ha assolto molteplici incarichi sia a carattere operativo, presso il Comando della Squadra Navale (Capo Servizio IOC) e lo Stato Maggiore Marina (Capo Ufficio Operazioni del 3° Reparto), e sia relativi alla formazione del personale (Comandante ai corsi in Accademia Navale - Capo Ufficio Studi dell’Ispettorato Scuole).

Dal 1997 al 1999 è stato Capo Ufficio Pianificazione Generale e Finanziaria e dal 2001 al 2004 Capo del 3° Reparto Piani e Operazioni dello Stato Maggiore Marina. Dal 10 Marzo 2004 al 18 aprile 2007 è stato Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore della Difesa (Ammiraglio Di Paola). Dal 30 aprile 2007 al 20 aprile 2009, ha ricoperto l’incarico di Sottocapo di Stato Maggiore della Marina. In qualità di Comandante in Capo della Squadra Navale, dal 29 aprile 2009 al 22 febbraio 2012, ha condotto, per la componente marittima nazionale, numerose operazioni quali l’operazione umanitaria a favore della popolazione terremotata di Haiti, il contributo alle operazioni antipirateria in Oceano Indiano della Nato e dell’Unione Europea, le operazioni nazionali e Nato connesse alla Crisi Libica. Dal 1° marzo 2012 al 27 gennaio 2013 è stato il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare. Oltre ai corsi di specializzazione ha frequentato il “Corso Superiore di Stato Maggiore” presso l’Istituto di Guerra Marittima di Livorno (1986-87) e la “48ª sessione dell’Istituto Alti Studi Difesa” presso il Centro Alti Studi Difesa di Roma (1996-97) e nel 2002 il “General and Flag Officers Course” presso il Nato Defence College. È stato promosso Contrammiraglio il 1° luglio 1998, Ammiraglio di Divisione il 1° luglio 2002 e Ammiraglio di Squadra il 1° luglio 2007. Dal 31 gennaio 2013 è stato promosso al grado di Ammiraglio e nominato Capo di Stato Maggiore della Difesa. È insignito delle seguenti onorificenze: Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”; Medaglia Mauriziana al Merito di 10 lustri di anzianità militare di servizio; Medaglia d'Oro per lungo comando; Medaglia d’Argento “per la lunga navigazione nella Marina Militare”(15 anni); Croce d’Oro con Stelletta “per anzianità di servizio” (40 anni); Croce Commemorativa per le benemerenze acquisite con la partecipazione alle Operazioni in Somalia; Commendatore – Cruz al merito navale del Perù; Cruz Naval a Los Servicios Distinguidos – Cruz Naval Lareada Argentina; Medaglia al merito navale dell’Armada Argentina; Nastrino di merito per il servizio prestato allo Stato Maggiore Difesa; Nastrino di merito per il servizio prestato allo Stato Maggiore Marina con ancora in bronzo; Distintivo di merito Centro Alti Studi per la Difesa; Distintivo di merito Istituto di Guerra Marittima; Distintivo tradizionale per ex allievi della Scuola Navale Militare “Francesco Morosini”. Particolari interessi: sport velico, storia militare, giochi strategici per computer, felini.

Sono ormai passati molti anni da quando le Forze Armate apparivano o venivano

rappresentate come una struttura fine a se stessa e impenetrabile dall’esterno, di fatto chiusa se non isolata dalla società civile che, attraverso il servizio obbligatorio di leva, aveva una fugace possibilità di conoscerne la realtà e serbarne, peraltro, una impressione ed un ricordo per molti versi contrastante o contraddittorio. Erano i periodi del muro di Berlino, della contrapposizione bipolare, della strategia della deterrenza e della contrapposizione armata fra la NATO ed il Patto di Varsavia.

Sono ormai vent’anni che queste realtà appartengono al passato e in questo lasso di tempo, oltre all’avvicendamento di tante generazioni, molte cose sono mutate radicalmente e fra queste, in seno alle Forze Armate, il modo di concepire ed esplicitare il ruolo, la professione e la missione di tutti coloro che vestono volontariamente l’uniforme al servizio del Paese e della sua collettività nazionale.

Dal 23 agosto del 1982 – quando il primo contingente della missione Libano 1 sbarcò a Beirut – ad oggi, numerosissimi contingenti italiani, grandi e piccoli, sono stati chiamati a contribuire al mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo, per la pacifica convivenza tra i popoli e per dare soccorso e prospettive di stabilità e sviluppo – vita e futuro migliori – a terre e genti in difficoltà, partecipando ad operazioni internazionali nelle aree interessate da crisi e conflitti.

Libano, Bosnia, Mozambico, Afghanistan, Iraq, Somalia, Timor Est, Sinai, Kosovo, Albania, Eritrea, Libia sono solo alcune delle numerose ed impegnative missioni ove le Forze Armate – Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri – sono state impiegate nel corso dell’ultimo quarto di secolo.

Nello stesso periodo di tempo, mutamenti importanti – e per certi versi epocali – hanno interessato la struttura del nostro apparato di difesa. Dall’originale concezione dello strumento militare quale forza quantitativamente imponente basata essenzialmente sulla coscrizione obbligatoria, si è gradualmente transitati alla moderna concezione dello strumento militare inteso come forza qualitativamente idonea al perseguimento degli attuali compiti di difesa dello Stato e di proiezione di sicurezza in teatri esterni ai confini nazionali, nel quadro di operazioni interforze e multinazionali.

Questa radicale trasformazione ha accresciuto la flessibilità di impiego delle nostre Forze, andando ad incrementarne le capacità operative in teatri caratterizzati da condizioni ed implicazioni sul terreno di sempre più complessa e variegata natura.

Attraverso questo cambiamento, le Forze Armate sono state capaci di maturare una profonda e significativa trasformazione anche della propria identità. Non sono certo andati persi i valori e le tradizioni che da sempre hanno costituito il prezioso bagaglio che ha plasmato e consolidato la peculiarità delle Forze Armate, mentre è profondamente cambiata la professione del soldato ed il suo ruolo nella società. Non più sentinella a presidio delle patrie frontiere, ma professionista capace, chiamato a svolgere, oggi anche a livello internazionale, il ruolo del soldato a garanzia della sicurezza, della pace e pronto ad intervenire quando ed ovunque ne venga richiesto il suo qualificato intervento.

Il militare italiano, oggi impegnato in tre continenti, è inserito in una struttura altamente efficiente ed efficace. Equipaggiato con tecnologie moderne e sofisticate, è addestrato a gestire missioni particolarmente delicate dove, alla professionalità del soldato, deve essere necessariamente abbinata una acuta sensibilità umana.

Una capacità che deve essere sostenuta nel tempo da un mirato sforzo politico ed economico atto a garantire il costante mantenimento di una così spiccata efficienza e flessibilità d’impiego. Lo scopo di questo raccolta è quello di illustrare come è organizzato e quali sono i compiti istituzionali e le prioritarie finalità dello strumento militare nazionale. Si tratta di un invito alla conoscenza, di un modo semplice e diretto di dire cos’è e cosa fa la Difesa e quello che si auspica possa essere il suo sviluppo futuro. Un mezzo attraverso il quale poter instaurare un dialogo ed offrire la conoscenza delle realtà della Difesa, usufruendo delle attuali potenzialità di comunicazione e della partecipe, trasparente e coerente volontà di aprire le F.A. ad ogni esigenza informativa del cittadino. ( per approfondimenti vedere “Concetto Strategico del Capo di Stato Maggiore della Difesa” http://www.difesa.it/SMD/CASMD/CONCETTO-STRATEGICO-CA-SMD/Pagine/default.aspx

L’Ordinamento Democratico nazionale

La genesi - il Referendum istituzionale e la Carta costituzionale La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato: essa contiene le norme essenziali regolatrici della vita civile e politica, imperniate sui valori di libertà e di eguaglianza, di giustizia, di pace e di civile convivenza. Nel 1944, con decreto legge luogotenenziale n. 151 del 25 giugno, venne stabilito che alla fine della guerra sarebbe stata eletta a suffragio universale, diretto e segreto, un'Assemblea costituente per scegliere la forma dello stato e dare al paese una nuova costituzione. Successivamente la norma venne integrata e modificata (d.l. luogotenenziale n. 98 del 16 marzo 1946) affidando ad un referendum popolare la decisione sulla forma istituzionale. Nelle votazioni del 2 e 3 giugno 1946 prevalse la Repubblica e il Presidente del Consiglio pro tempore, Alcide De Gasperi, assunse le funzioni di Capo provvisorio dello Stato. L'Assemblea costituente si riunì per la prima volta il 25 giugno 1946 e lavorò fino al gennaio 1948; il 15 luglio 1946 decise l'istituzione di una Commissione speciale rappresentativa di tutte le forze politiche (conosciuta come Commissione dei 75) incaricata di elaborare il progetto di Costituzione. La discussione generale in aula iniziò il 4 marzo 1947 e proseguì per l’intero anno. Il 22 dicembre 1947 l'Assemblea approvò il progetto a scrutinio segreto. La nuova Carta fu promulgata il 27 dicembre dall’allora Capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, ed entrò in vigore il 1° gennaio 1948.

Le Forze Armate - articolazione istituzionale Lo spirito democratico della Nazione è specchiato nell’articolo 1 della Carta costituzionale: “l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Con l’articolo 52, al pari di tutte le componenti dello Stato, viene sancito il conseguente principio di democratizzazione delle Forze Armate, il cui “ordinamento … si informa allo spirito democratico della Repubblica”. Conformemente a questa dichiarazione di principio, l’apoliticità delle Forze Armate trova ulteriore espressione nel successivo articolo 87 che attribuisce “il comando delle Forze armate” al Presidente della Repubblica – che “è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale”. Nello stesso alveo, con l’articolo 11 si “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione della controversie internazionali”. Lo stesso articolo, ai fini della pace e della stabilità internazionale, “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni” e “favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. E’ il principio in cui si inquadrano le numerose missioni delle Forze Armate italiane nelle aree di crisi internazionali, sotto l’egida delle Nazioni Unite così come nell’ambito di coalizioni multinazionali, per promuovere stabilità, pace e sicurezza. ( per approfondimenti vedere: http://www.quirinale.it/qrnw/statico/costituzione/costituzione.htm http://www.governo.it/Governo/Costituzione/principi.html http://www.senato.it/istituzione/29375/articolato.htm http://www.camera.it/eventicostituzione2007// http://www.camera.it/516?conoscerelacamera=118 http://www.cortecostituzionale.it/ActionPagina_217.do )

Le politiche della Difesa Dinamiche e vertice politico-strategico La separazione dei poteri rappresenta un principio fondamentale dell’ordinamento giuridico nazionale fissato dalla Costituzione. Il Popolo-Corpo Elettorale, il Presidente della Repubblica, il Parlamento, il Governo, la Corte costituzionale, sono definiti “Organi Costituzionali”, cioè organi, in posizione di reciproca parità, necessari e non sostituibili dello Stato, previsti dalla Costituzione e le cui funzioni fondamentali ed organizzazione sono da essa direttamente disciplinate. La Magistratura “costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere.” (articolo 104 della Costituzione); autonomo nei confronti sia del potere esecutivo che legislativo poiché i giudici sono soggetti soltanto alla legge (art. 101 della Costituzione). Nell’ordinamento costituzionale il Presidente della Repubblica è figura apicale, con funzioni imparziali: di collegamento fra gli organi costituzionali; di garanzia e controllo costituzionale; di rappresentanza della Nazione. La Costituzione, in tema di Difesa (art. 87), attribuisce al Presidente: il Comando delle Forze Armate; la presidenza del Consiglio Supremo di Difesa – CSD – (organo di rilievo costituzionale nel quale siedono, in via permanente, il Presidente del Consiglio, i Ministri responsabili di settori strategici e il Capo di Stato Maggiore della Difesa) e la dichiarazione dello stato di guerra deliberata dalle Camere. ( per approfondimenti vedere: http://www.quirinale.it/qrnw/statico/presidente/nap-biografia.htm http://www.difesa.it/Il_Presidente_della_Repubblica/Pagine/Biografia.aspx http://www.quirinale.it/qrnw/statico/attivita/csd/csd.htm )

Per quanto attiene alle dinamiche della Difesa, il Governo – con il Presidente del Consiglio dei Ministri che lo dirige ed è responsabile della politica generale dello Stato – ha competenza sulla politica diretta alla sicurezza e alla difesa interna ed esterna dello Stato e perciò adotta le relative disposizioni; elaborandone gli obiettivi e i programmi da perseguire e prospettandone le relative conseguenze politiche, internazionali, operative e finanziarie. Un volta adottate, tali disposizioni vengono sottoposte all’esame del CSD – preposto all’analisi dei problemi generali politici e tecnici attinenti alla difesa nazionale e che determina i criteri e fissa le direttive per l'organizzazione e il coordinamento delle attività che in essa confluiscono – e all’approvazione del Parlamento – organo costituzionale che rappresenta la volontà popolare. ( per approfondimenti vedere http://www.governo.it/ )

Il Ministro della Difesa è quindi chiamato ad attuare le deliberazioni in materia di difesa e sicurezza scaturite da tale processo, ed emana conseguentemente le direttive in merito alla politica militare, all’attività informativa e di sicurezza e all’attività tecnico-amministrativa. Inoltre, approva la pianificazione generale e operativa interforze con i relativi programmi tecnico-finanziari, nonché la pianificazione relativa all’area industriale, pubblica e privata, di interesse della difesa; emana poi le direttive sulle attività di comunicazione, di pubblica informazione e di promozione delle Forze Armate. ( per approfondimenti vedere http://www.difesa.it/Il_Ministro/Pagine/Biografia.aspx http://www.difesa.it/Il_Ministro/compiti_attivita/Pagine/default_.aspx ) Il Ministro della Difesa è coadiuvato dai Sottosegretari di Stato alla Difesa, che esercitano compiti e riferiscono così come delegati da apposito Decreto Ministeriale. ( per approfondimenti vedere http://www.difesa.it/Ministro/Sottosegretari/Pagine/default.aspx ) Il Ministro della Difesa si avvale inoltre del Consiglio Superiore delle Forze Armate quale suo organo di alta consulenza. La composizione varia in funzione degli argomenti trattati; le aree di competenza sono essenzialmente: questioni di alta importanza relative agli ordinamenti militari e alla preparazione organica e bellica delle Forze Armate; clausole di carattere militare, di particolare rilevanza, da includere nei trattati e convenzioni internazionali; schemi di provvedimenti di carattere legislativo o regolamentare predisposti dal Ministro della Difesa in materia di disciplina militare, ordinamento delle F.A., stato e avanzamento del personale militare, reclutamento del personale militare e organici del personale civile e militare. (approfondimenti http://www.difesa.it/Il_Ministro/Pagine/ConsiglioSuperioredelleForzeArmate.aspx)

Vertice politico e vertice militare – il collegamento

Alle dirette dipendenze del Ministro della Difesa sono i due principali collaboratori del vertice militare: - il Capo di Stato Maggiore della Difesa, suo alto consulente tecnico-militare, per l'area,

cosiddetta, tecnico-operativa; - il Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti, per l'area

tecnico-amministrativa, responsabile dell'alta amministrazione.

L’Organizzazione Militare

VERTICE MILITARE – IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA Compiti istituzionali ed attribuzioni La configurazione della carica e le attribuzioni del Capo di Stato Maggiore della Difesa derivano dai principi stabiliti dalla Legge 18 febbraio 1997, n. 25, sui vertici militari, ora riattata nel decreto legislativo n.66/2010. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, in base alle direttive impartite dal Ministro, è responsabile della pianificazione, della predisposizione e dell’impiego delle Forze Armate nel loro complesso: per tali attività dispone di uno Stato Maggiore e si avvale di un Comando Operativo di vertice Interforze. È tenuto a predisporre, sentiti i Capi di Stato Maggiore di Forza Armata, la pianificazione generale finanziaria e quella operativa interforze, nonché a definire i conseguenti programmi tecnico-finanziari. In modo particolare, esercita il controllo operativo dei fondi destinati al settore investimento e al settore funzionamento, al fine di definire le priorità delle esigenze operative e dei relativi programmi, nel primo caso, e di stabilire i criteri di massima nel secondo, sempre nel quadro della migliore utilizzazione delle risorse finanziarie disponibili. Nel settore investimento, emana le direttive volte alla realizzazione dei singoli programmi e all’assegnazione dei relativi mezzi finanziari. Nel settore funzionamento, esercita l’impiego operativo dei fondi destinati ai singoli enti direttamente dipendenti, assegnando loro i relativi mezzi finanziari. Al Capo di Stato Maggiore della Difesa sono attribuite anche tutte le attività inerenti alla struttura e all’organizzazione tecnico-operativa delle Forze Armate, nonché l’adozione delle misure riguardanti l’impiego del personale militare (o anche civile) in ambito interforze, internazionale o presso altri dicasteri. In tale contesto, spetta al Capo di Stato Maggiore della Difesa fornire indicazioni al Ministro in merito alla nomina del Segretario Generale, dei Capi di Stato Maggiore di Forza Armata nonché in merito alla destinazione negli incarichi di Forza Armata dei Tenenti Generali. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa si avvale del Comitato dei Capi di Stato Maggiore quale suo organo consultivo per l’esame di ogni questione di carattere tecnico, militare o amministrativo di propria competenza. Presieduto dal Capo di SM della Difesa, il Comitato è composto dai Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate, dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e dal Segretario Generale della Difesa. ( per approfondimenti vedere http://www.difesa.it/SMD/CaSMD/Pagine/default.aspx L’AREA TECNICO-OPERATIVA – LO STATO MAGGIORE DELLA DIFESA

Al vertice dell’area tecnico-operativa è posto il Capo di Stato Maggiore della Difesa il quale dipende direttamente dal Ministro ed ha alle sue dipendenze i Capi di Stato Maggiore di Forza Armata (Esercito, Marina, Aeronautica) e il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e, per quanto riguarda le attribuzioni tecnico-operative, il Segretario Generale della Difesa. Lo Stato Maggiore della Difesa è competente per la pianificazione, coordinamento e controllo nei vari settori di attività. Nell’attuale configurazione è articolato in Reparti ed Uffici Generali retti dal Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa – Ufficiale Generale dell’Esercito, della Marina o dell’Aeronautica, con il grado di Corpo d’Armata o corrispondente, nominato con decreto del Ministro della Difesa, su indicazione del Capo di Stato Maggiore della Difesa. Il Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa risponde al Capo di Stato Maggiore della Difesa, che coadiuva nell'esercizio delle attribuzioni conferitegli. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa si avvale anche di un Comando Operativo di vertice Interforze - il cui Comandante è alle sue dirette dipendenze - per coordinare e controllare tutta l'attività operativa interforze, in ambito nazionale e fuori dal territorio nazionale. ( per approfondimenti vedere http://www.difesa.it/SMD/Pagine/homepage.aspx http://www.difesa.it/SMD/Staff/Stemma/Pagine/sintesi-storica.aspx

http://www.difesa.it/SMD/COI/Pagine/default.aspx )

L’AREA TECNICO-AMMINISTRATIVA

IL SEGRETARIATO GENERALE DELLA DIFESA / DIREZIONE NAZIONALE DEGLI ARMAMENTI

Il Segretariato Generale della Difesa/Direzione Nazionale degli Armamenti, istituito nel 1965 a seguito della ristrutturazione dell'intero comparto della Difesa, modificato più volte nel tempo per renderlo più snello, efficiente ed adeguato, risponde alle esigenze di sviluppo delle attività di approvvigionamento dei sistemi d'arma e di gestione integrata del personale militare e civile della Difesa. Al vertice dell’area tecnico-amministrativa è posto il Segretario Generale e Direttore Nazionale degli Armamenti, il quale risponde direttamente al Ministro della Difesa per le competenze amministrative e al Capo di SMD per quelle tecnico-operative. A seguito delle appena ultimata riorganizzazione dell’intera area tecnico-amministrativa il Segretario Generale e Direttore Nazionale degli Armamenti ha alle sue proprie dipendenze il Segretariato Generale – composto ora da 5 Reparti e 3 Direzioni – e le 5 Direzioni Generali del Ministero. Le responsabilità principali del Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti, riguardano l’attuazione delle direttive impartite dal Ministro in materia di alta amministrazione, di funzionamento dell’area tecnico-amministrativa della Difesa, della promozione e del coordinamento della ricerca tecnologica nonché dell’approvvigionamento dei mezzi, materiali e sistemi d’arma per le Forze Armate e il supporto all’industria italiana per la difesa.

( per approfondimenti vedere http://www.difesa.it/Segretario-SGD-DNA/SGD-DNA/Pagine/default.aspx )

Le Forze Armate Dal periodo post-bellico, con le sue notevoli e spesso drammatiche difficoltà, attraverso l’impegnativo periodo della ricostruzione e gli anni del boom economico, fino ai giorni nostri le Forze Armate si sono evolute di pari passo con lo sviluppo della società italiana e ne sono oggi fedele ed orgogliosa espressione. Esse, infatti, sono caratterizzate, come la migliore società civile, da capacità, motivazione, tecnologia e operano quotidianamente e silenziosamente, fedeli al dettato costituzionale, al servizio dello Stato e della collettività nazionale. Le Forze Armate sono al servizio della Repubblica. Questa è la formula utilizzata dalla legge per esprimere, nella forma più alta e profonda, il legame indissolubile che esiste fra le Forze Armate e l’Italia, le sue Istituzioni, il suo popolo. Esse sono al servizio della collettività e, al tempo stesso, ne sono diretta espressione, incarnandone i valori. La missione essenziale delle Forze Armate è la difesa dello Stato e la salvaguardia delle libere istituzioni da ogni possibile minaccia. La natura di tale missione, tuttavia, è significativamente mutata nel corso degli ultimi anni, adeguandosi coerentemente e spiccando per un’elevata dinamicità dovuta al rapido modificarsi degli scenari di sicurezza. In passato la missione primaria si sviluppava soprattutto in Patria, mentre oggi le Forze Armate sono fortemente impegnate in tante aree lontane dai nostri confini nazionali. La minaccia globale del terrorismo, il potenziale utilizzo di armi di distruzione di massa, l’instabilità regionale e la possibile compromissione degli interessi vitali nazionali, anche al di fuori del territorio dello Stato, costituiscono le grandi sfide della sicurezza nel XXI secolo. A fronte dei nuovi rischi globali, infatti, pace, stabilità e sicurezza, costituiscono condizioni indispensabili e determinanti per le prospettive di convivenza civile e di sviluppo dei popoli. In questo quadro la dimensione della sicurezza assume sempre più un carattere multilaterale sotto l’egida delle organizzazioni internazionali e si configura come un continuum senza frontiere, in cui sicurezza interna e sicurezza esterna non possono più essere percepite in differenti realtà a sé stanti, bensì considerate in una unica e dinamica percezione degli equilibri mondiali. Lo strumento atto a perseguire questo obiettivo primario è costituito dalle missioni che si sviluppano in seno ai maggiori organismi Internazionali e che vedono oggi impegnati oltre 7.000 militari italiani che operano quotidianamente nell’ambito di dispositivi interforze e multinazionali in teatri che vanno dall’Africa Sahariana fino all’Afghanistan, attraversando il Mediterraneo, i Balcani e il Medio-Oriente. Missioni articolate e complesse, condotte con assetti e modalità differenti ma sempre coerenti con l’intendimento di perseguire la pace e la sicurezza. Questo obiettivo si realizza creando le condizioni per contribuire alla protezione delle popolazioni civili in pericolo – come nel caso della Libia – e particolarmente i rifugiati ed i profughi; per facilitare la distribuzione degli aiuti umanitari, per far rispettare il “cessate il fuoco”, per garantire idonee condizioni per la convivenza civile e per la ricostruzione, per contribuire direttamente alle attività di stabilizzazione e assistenza, per garantire la sicurezza degli spazi aerei e delle attività marittime, per fornire una cornice di protezione alle attività di cooperazione e consolidare il processo di pace in tante aree a rischio. Queste sono missioni che vedono impegnati contingenti interforze composti da personale e mezzi dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica e dell’Arma dei Carabinieri, nel cui ambito operano sinergicamente elementi della Guardia di Finanza, delle Capitanerie di Porto, dei Corpi Sanitari, del Corpo Militare delle Infermiere Volontarie e di quelle della Croce Rossa Italiana e personale civile delle Organizzazioni non Governative. Questo approccio consente di attuare una strategia multidisciplinare che rappresenta la risposta più efficace alla complessità delle situazioni da fronteggiare. La professionalità, la dedizione e l’elevata umanità sono gli elementi che caratterizzano in ogni circostanza l’operato del personale militare, come dimostrano i numerosi attestati di riconoscenza di quelle popolazioni che, proprio grazie all’impegno delle Forze Armate Italiane, stanno vedendo riaccendersi la speranza di un futuro migliore. In aggiunta all’impegno internazionale, le Forze Armate continuano a contribuire alla sicurezza generale del territorio, delle aree marittime di interesse e dello spazio aereo nazionale. Le Forze Armate costituiscono una moderna, efficace e preziosa risorsa del “sistema-Paese” e si stanno attrezzando per affrontare efficacemente le sfide che il futuro potrà loro riservare.

I compiti e le missioni delle Forze Armate

Restano immutati i compiti delle Forze Armate fissati dal quadro legislativo nazionale e le missioni indicate nelle Direttive Ministeriali, di seguito riportati in ordine di importanza strategica, che non riflette necessariamente le probabilità di occorrenza:

difesa degli interessi vitali del Paese contro ogni possibile aggressione, al fine di salvaguardare l’integrità del territorio nazionale – inteso come piattaforma terrestre, acque territoriali e spazio aereo – la sicurezza e l’integrità delle vie di comunicazione, la sicurezza delle aree di sovranità nazionale e dei connazionali all’estero, ovunque siano minacciati;

salvaguardia degli spazi euro-atlantici, nel quadro degli interessi strategici e/o vitali del Paese, attraverso il contributo alla difesa collettiva della NATO;

contributo alla gestione delle crisi internazionali, mediante la partecipazione ad operazioni di prevenzione e gestione delle crisi, al fine di garantire la pace, la sicurezza, la stabilità e la legalità internazionale, nonché l’affermazione dei diritti fondamentali dell’uomo, nello spirito della Carta delle Nazioni Unite, nell’ambito di organizzazioni internazionali – in primis la NATO, l’UE e l’ONU – e/o di accordi bi-multilaterali, con particolare riguardo alla capacità autonoma europea di gestione delle crisi;

concorso alla salvaguardia delle libere istituzioni e svolgimento di compiti specifici in circostanze di pubblica calamità ed in altri casi di straordinaria necessità ed urgenza.

La stessa Direttiva Ministeriale indica, a fattor comune per le quattro missioni delineate, l’esigenza prioritaria di estendere l’azione dello Strumento Militare alle più recenti forme di conflitto asimmetrico, con particolare riferimento al contrasto del terrorismo internazionale e della proliferazione delle armi di distruzione di massa. Sul piano concettuale, le quattro missioni non devono essere considerate separatamente, bensì in un’ottica integrata, in quanto concorrono sinergicamente a garantire la sicurezza e la difesa dello Stato. Pertanto, la pianificazione e l’approntamento dello Strumento Militare dovranno essere sviluppati con visione unitaria e rispondere a criteri di flessibilità al fine di consentire un efficace impiego delle Forze al manifestarsi delle esigenze.

LE OPERAZIONI MILITARI

L’Italia, con le sue Forze Armate, rimane un pilastro di stabilità nell’area euro-atlantica e nel bacino del Mediterraneo, garantendo la continua sorveglianza e la difesa degli spazi sotto la propria sovranità e contribuendo alla sicurezza degli alleati, nel quadro dei trattati in vigore. Concorre, con un ruolo di primo piano, alla sicurezza internazionale, partecipando con i propri Contingenti militari alle principali operazioni militari di stabilizzazione. Ogni giorno, più di 7000 militari italiani compiono il loro dovere nei diversi Teatri di crisi, lontano dalla madrepatria, in condizioni quanto mai gravose e rischiose. Questo oneroso impegno si va ad aggiungere alle attività condotte in Patria, senza soluzione di continuità, per lo svolgimento dei compiti istituzionali assegnati alla Difesa, sempre presente ed attiva anche nei casi di straordinaria necessità e urgenza. Per quel che riguarda l’impegno internazionale e in Patria – missioni e attività in atto e concluse – riferirsi alla pagina dedicata del sito della Difesa all’indirizzo: http://www.difesa.it/OperazioniMilitari/Pagine/OperazioniMilitari.aspx

LA CONDOTTA DELLE OPERAZIONI - IL COMANDO OPERATIVO DI VERTICE INTERFORZE Il Comando Operativo di vertice Interforze (COI) è stato costituito a seguito della legge n. 25 del 18 febbraio 1997ora riassettata nel decreto legislativo n. 66/2010 che, fra l’altro, ha sancito il processo di ristrutturazione dei vertici delle Forze Armate attribuendo al Capo di SMD la responsabilità della pianificazione, della predisposizione e dell’impiego delle Forze Armate nel loro complesso. Il COI è il Comando attraverso il quale il Capo di Stato Maggiore della Difesa pianifica, predispone e dirige le attività propriamente operative, ivi incluse le esercitazioni di carattere interforze e multinazionale. Il COI concorre alla pianificazione generale della Difesa, ne sviluppa la dottrina operativa, effettua la pianificazione operativa e dirige le operazioni e le esercitazioni che si reputano essenziali per collaudare sul campo le effettive potenzialità dello strumento militare nazionale. Sviluppa le metodologie per la simulazione degli scenari strategici ed operativi, analizza le attività traendone ammaestramenti ed elaborando correttivi. Fornisce il contributo alla elaborazione della dottrina NATO e di altre Organizzazioni Internazionali. ( per approfondimenti vedere http://www.difesa.it/SMD/COI/Pagine/default.aspx )

La trasformazione e il futuro LA TRASFORMAZIONE DELLO STRUMENTO – GENERALITÀ

Il processo evolutivo dello Strumento Militare nazionale ha già conseguito negli ultimi anni numerosi importanti obiettivi, quali la completa professionalizzazione delle forze, la riforma dei Vertici militari, la centralizzazione della direzione delle operazioni e l’unificazione dell’intelligence tecnico-militare. L’emergere dei nuovi rischi e minacce e l’evoluzione delle politiche di sicurezza e difesa della NATO e dell’Unione Europea, richiedono, tuttavia, una ulteriore, continua trasformazione dello Strumento Militare e dei concetti di impiego per predisporsi ad operare con successo nei contesti operativi già delineati. Tale processo di trasformazione deve necessariamente svilupparsi in stretta correlazione allo sforzo assai rilevante che lo Strumento Militare è chiamato, giorno dopo giorno, ad affrontare per la condotta delle operazioni reali. In tale quadro, l’impegno militare nazionale dovrà essere costantemente valutato per renderlo coerente con le effettive esigenze e al mutare delle situazioni. La progettualità e l’attuazione della trasformazione non deve quindi incidere negativamente sulle capacità operative in essere, ma contribuire ad incrementarle mediante una continua e progressiva integrazione delle nuove potenzialità acquisite con quelle esistenti ("operating while transforming", cioè trasformarsi mentre si opera). Ciò richiede una progressiva opera di revisione della attuale struttura delle forze, da perseguirsi con gradualità e con una progettualità mirata anche tenendo in debita considerazione le risorse finanziarie disponibili che possono essere verosimilmente investite nei settori più delicati e determinanti dello sviluppo tecnologico e organizzativo dell’intero sistema. In tale ambito, l’integrazione interforze costituisce nodo focale del processo di trasformazione delle nostre Forze Armate: l’obiettivo è di accrescere sostanzialmente il risultato capacitivo complessivo attraverso l’integrazione sinergica delle specificità operative delle quattro componenti, sviluppando al contempo una sempre maggiore interoperabilità con le Forze Armate degli altri Paesi della Nato e dell’Unione Europea. Tale processo deve essere sostenuto da un sostanziale impegno nello sviluppo dei concetti e delle capacità “net-centriche”, cioè, di modifica della Dottrina Militare per sfruttare tutte le opportunità offerte dall’informazione e dalle nuove tecnologie, che costituiscono un eccezionale

moltiplicatore di forze, e rappresentano il prerequisito dell’interoperabilità multinazionale e della individuazione di nuovi e più efficaci concetti di impiego operativo. LE FUTURE OPERAZIONI, LE FORZE, I CONCETTI D’IMPIEGO E LE CAPACITÀ OPERATIVE

Le operazioni future tendono dunque a maggiore complessità e multidimensionalità e richiedono spiccate capacità di adattamento al mutare degli scenari operativi, da quelli a più alta intensità a quelli di stabilizzazione postconflittuali e per il mantenimento della pace. Le sfide che lo Strumento Militare sarà chiamato ad affrontare richiedono in primo luogo un innovativo approccio ai tradizionali concetti di impiego delle forze. La pianificazione e la condotta delle operazioni future esigono un ancor più spinto orientamento “aggregante” – joint e combined (congiunto e combinato), cioè opportunamente proporzionale e bilanciato in tutte le sue componenti essenziali. Non solo, quindi, è richiesta una crescente coordinazione ed integrazione fra tutte le componenti dello Strumento Militare nazionale, ma anche una sempre maggiore interoperabilità con le Forze Alleate che si persegue disponendo di sistemi e procedure sempre più omologhi e facilmente interfacciabili che consentano di operare congiuntamente con la massima tempestività e costo-efficacia. In aggiunta a tale peculiare capacità di interazione, le forze dovranno essere preparate per inserirsi con analoga rapidità e senza soluzione di continuità in scenari complessi, contraddistinti dal coesistere di attori, organizzazioni e realtà civili e militari multinazionali e diversificate. La capacità di raccogliere, gestire e condividere l’informazione acquisita, mediante un robusto sistema di C4I-STAR (Comando, Controllo, Comunicazione, Consultazione, “Intelligence”, “Sorveglianza”, “Acquisizione Obiettivi” e “Ricognizione”) a carattere net-centrico, renderà possibile la trasformazione delle strutture organizzative delle unità, delle formazioni e dei Comandi per renderle più idonee ad affrontare le operazioni future. Uno degli elementi chiave di successo poggia quindi sul pieno sfruttamento delle opportunità che le tecnologie emergenti possono offrire, quali moltiplicatori di forze e quali strumenti per la rapida riconfigurazione dei dispositivi, al fine di mantenere un chiaro vantaggio tecnologico ed operativo in grado di produrre l’effetto desiderato nel momento richiesto. Per assolvere le missioni assegnate, lo Strumento Militare deve essere preparato a condurre operazioni atte a prevenire e contrastare una minaccia militare improvvisa ma prevedibilmente di limitata entità portata al territorio nazionale, anche di natura terroristica. È necessario pertanto disporre di capacità di presenza e sorveglianza, coerentemente associate a capacità di risposta tempestiva e flessibile, anche a distanza, comunque connesse al dovere costituzionale di difesa della Patria. Rientrano in questo contesto le attività più specifiche connesse alla cosiddetta “Homeland Security” che postulano un elevato livello di integrazione ed interdisciplinarietà sia a livello nazionale che multinazionale (sorveglianza e protezione di aree e obiettivi sensibili, controllo/contrasto ai traffici illeciti, antiterrorismo e controterrorismo, contrasto alla proliferazione di armi di distruzione di massa, ecc.). Ad esse si aggiungono i concorsi, previsti a norma di legge, resi disponibili a favore agli organismi/enti nazionali competenti/responsabili nelle aree sottoposte alla sovranità nazionale, relativi alla salvaguardia delle libere istituzioni, in caso di pubbliche calamità o quelli connessi alla pubblica utilità, riconducibili alle cosiddette “Funzioni Esterne”, ossia i concorsi militari alla comunità civile – ne sono chiaro esempio al riguardo, le operazioni “strade sicure”, “strade pulite”, “Gran Sasso”, ecc.. Al di fuori del territorio nazionale, sia per tutelare gli interessi nazionali sia in contesti di coalizione o di alleanze, lo Strumento Militare dovrà essere in grado di sostenere vari impegni correlati ad operazioni di sostegno all’azione diplomatica, di gestione delle crisi o postconflittuali di bassa o media intensità a livello globale, prevedendo altresì la disponibilità di un’aliquota di forze a più alta prontezza e con adeguata capacità “combat” per interventi più brevi ed intensi, fin dalle fasi iniziali di eventuali crisi. Nel primo caso, l’enfasi sarà posta in misura minore sulle capacità più propriamente “combat” ed in misura maggiore su quelle di “combat support”, “combat service support” e, inoltre, sulla disponibilità di adeguate strutture di comando per supportare la gestione di operazioni di lunga durata a livello multinazionale. Nel secondo caso, al contrario, l’enfasi dovrà essere posta nella costituzione di pacchetti completi di capacità, dimensionalmente limitati, con un alto livello di prontezza e di operatività, in grado di condurre operazioni multinazionali di proiezione di “early effect” ad alta intensità, in un contesto C4I-STAR particolarmente complesso ed articolato.

La formazione militare A seguito della recente trasformazione dello strumento “Difesa”, la formazione dei militari ha assunto sempre più importanza arrivando a contribuire fortemente al successo delle attività militari, fornendo quegli strumenti e quelle capacità che consentono al “soldato” di operare con sempre più professionalità non solo nel contesto delle attività specifiche della Forza Armata di appartenenza, ma, oggi più che mai, in contesto Interforze e internazionale, nei moderni ambienti operativi così come nei Comandi e Stati Maggiori. Pertanto, le esigenze formative sono oggi intese a preparare il personale ad agire con professionalità militare in contesti interforze e internazionali, in guarnigione e in operazioni, ricoprendo con competenza gli incarichi assegnati in tali ambiti; a fornire al personale militare le capacità necessarie per potersi interfacciare, ciascuno al proprio livello, con il “sistema paese”, in modo da interagire con tutte le istituzioni dello Stato e interpretare correttamente le esigenze della società in relazione al momento storico-politico, trasformandole in compiti per la Difesa. Le esigenze formative della Difesa sono oggi individuate in: FORMAZIONE DI BASE E QUALIFICAZIONE/SPECIALIZZAZIONE

È quella formazione iniziale, specifica di Forza Armata, riferita a tutto il personale militare, che provvede alla preparazione del singolo militare (anche per le attività operative), del Comandante ai minori livelli e degli specializzati. In particolare: - per gli Ufficiali consiste in corsi di formazione presso le Accademie della durata di 5 anni, con il

conseguimento di una laurea magistrale della classe di lauree in scienze della difesa e sicurezza; - per i Sottufficiali consiste in corsi di formazione presso le relative Scuole Marescialli con

conseguimento di una laurea della classe di lauree in scienze della difesa e sicurezza e successivi corsi di specializzazione, di durata variabile, in relazione all’incarico da svolgere.

Tutte le procedure per iniziare un percorso formativo e di carriera professionale all’interno delle Forze Armate avvengono per concorso pubblico.

FORMAZIONE SUPERIORE

La formazione superiore è l’insieme di attività di preparazione culturale generale e tecnico-professionale, svolte nell’ambito di istituti scolastici di Forza Armata e interforze, tendenti a fornire agli Ufficiali delle Forze Armate le capacità e le competenze necessarie per ricoprire incarichi di responsabilità, ai vari livelli gerarchici, nell’ambito di Stati Maggiori e Comandi di Forza Armata, interforze e internazionali, nonché per essere in grado di disimpegnare incarichi di comando di medio ed alto livello. Si esplicita, a livello di singola Forza Armata, nella frequenza dei Corsi di Stato Maggiore/ Corso Normale presso le Scuole di Guerra o Istituto Superiore di Studi Marittimi; a livello Interforze nella frequenza – da parte di un’aliquota di Ufficiali, selezionati dalla Forza Armata di appartenenza e designati dal Capo di Stato Maggiore della Difesa – dell’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze (ISSMI)1 e dell’Istituto Alti Studi per la Difesa (IASD). ( per approfondimenti vedere http://www.difesa.it/SMD/CASD/Pagine/default.aspx )

PROFESSIONALIZZAZIONE

Nel contesto di Forze Armate altamente professionalizzate, non può essere trascurata l’esigenza di approfondimento delle capacità professionali di ciascun livello gerarchico, tenendo altresì conto che, con l’attuale sviluppo delle operazioni militari “diverse dalla guerra”, il singolo soldato è chiamato sempre più spesso a ricoprire ruoli che implicano livelli di responsabilità sempre più elevati. In particolare si tende verso una formazione per così dire “mediata” tra una preparazione altamente “specialistica” e una conoscenza ad ampio spettro, finalizzata all’acquisizione di capacità generali ed all’incremento delle abilità di analisi, sintesi e ideazione: un Ufficiale non può dunque limitarsi ad essere solo un burocrate addestrato a “fare” e “applicare” procedure standardizzate, ma deve altresì essere in grado, una volta inserito in uno Stato Maggiore, di penetrarne la “funzione” e le “regole” adattandole, con intelligenza e senso della responsabilità, alle varie situazioni.

FORMAZIONE CONTINUA È il moderno concetto di attribuzione all’istituzione della funzione di provvedere costantemente e senza interruzioni, sia all’aggiornamento delle conoscenze/capacità, tramite ogni possibile intervento didattico, sia alla creazione di nuove professionalità divenute necessarie in seguito alle evoluzioni dottrinali o di impiego. FORMAZIONE INTERNAZIONALE

Si propone lo scopo di rispondere, dal punto di vista della formazione, alle esigenze relative a una maggior qualificazione del personale nazionale impiegato negli Enti Internazionali europei e della Nato finalizzato a fornire le capacità/competenze minime a tutti gli Ufficiali, Sottufficiali e volontari, per essere impiegati, al proprio livello in incarichi di staff e di comando o generici, nell’ambito di Stati Maggiori/Comandi Nato e Internazionali.

Tali attività si esplicano, sia nella frequenza di corsi di formazione presso scuole e/o istituti militari esteri nell’ambito di programmi di scambio, sia, soprattutto, nella frequenza di corsi e sessioni addestrative presso gli istituti e i centri di formazione ed addestramento della NATO.

Al termine della cosiddetta “Guerra Fredda” l’Alleanza Atlantica è stata conseguentemente oggetto di una profonda ristrutturazione organizzativa ed organica che ha portato alla creazione del Comando Supremo Alleato per la Trasformazione (Supreme Allied Command Transformation - ACT) a cui è stato affidato il coordinamento di tutta la formazione e l’addestramento, a livello individuale e collettivo, in seno alla NATO. Il Comandante Supremo Alleato per la Trasformazione, attraverso la sua articolazione organizzativa costituita dal Joint Force Trainer (JFT), dirige e/o coordina le attività di formazione dei seguenti istituti e centri di formazione e addestramento dell’Alleanza: (per approfondimenti vedere http://www.act.nato.int/organization/training ) - Collegio di Difesa della NATO (NATO Defense College) dal 1966 a Roma. Il Collegio organizza

corsi per Ufficiali e funzionari civili, in vista di una loro assegnazione a posti chiave in seno alla Nato o all’organizzazione militare dei paesi di provenienza;

( per approfondimenti vedere http://www.ndc.nato.int/ ) - Scuola della NATO (NATO School): istituita nel 1953, è situata ad Oberammergau, in

Germania ed è uno dei principali centri di formazione militare e civile dell’Alleanza Atlantica i cui corsi sono costantemente aggiornati in funzione dell’evolversi della situazione nell’ambito del Comando Alleato in Europa e nell’insieme della Nato;

( per approfondimenti vedere https://www.natoschool.nato.int/ ) - Scuola dei Sistemi di Comunicazione e di Informazione della NATO (NATO

Communications and Information Systems School – NCISS): sita a Latina (Italia), fornisce a militari e civili un insegnamento di alto livello per permettere loro di acquisire le qualifiche richieste per l’operatività dei sistemi di informazione e di comunicazione della Nato; ( per approfondimenti vedere http://www.nciss.nato.int/About/home.htm )

- Centro di Addestramento Congiunto delle Force della NATO (Joint Force Training Centre - JFTC): è stato recentemente istituito a Bydgoszcz (Polonia) ed è il centro focale dell’Alleanza Atlantica per l’addestramento di livello tattico e per la sua “trasformazione”, al fine di migliorare, sul piano tattico, l’interoperabilità delle forze in una ottica di impiego composito tra appartenenti a più Forze Armate (joint) e a più nazioni (combined). Insieme al Joint Warfare Centre (JWC) in Stavanger (Norvegia) e al Joint Analysis and Lessons Learned Centre (JALLC) in Monsanto (Portogallo), costituisce la “rete addestrativa” del Comando Supremo Alleato per la Trasformazione a disposizione della NATO e dei Paesi partners per la preparazione e il supporto alle esercitazioni e alle missioni di impiego reale;

( per approfondimenti vedere http://www.jftc.nato.int/ ) - Centro di Guerra Congiunto della NATO (Joint Warfare Centre – JWC): situato a

Stavanger (Norvegia), promuove e conduce la sperimentazione, l’analisi e lo sviluppo nel campo della dottrina di impiego joint e combined, secondo le direttive del Supreme Allied Commander Transformation (SACT), allo scopo di massimizzare le sinergie nel campo della trasformazione dell’Alleanza e di migliorare capacità e interoperabilità della NATO. Il JWC

fornisce il miglior supporto possibile all’Alleanza per l’addestramento collettivo e la certificazione dei Comandi NATO di livello operazionale e tattico;

( per approfondimenti vedere http://www.jwc.nato.int/ ) - Centro di Addestramento per le Operazioni di Interdizione Marittima della NATO

(NATO Maritime Interdiction Operations Training Centre - NMIOTC): situato all’interno della Base Navale di Suda nell’isola greca di Creta, ha il compito di sviluppare l’addestramento a livello internazionale (combined) per le forze NATO al fine di meglio condurre attività di superficie, subacquee, di sorveglianza aerea e “speciali” in supporto alle operazioni di interdizione marittima.

( per approfondimenti vedere http://www.hellenicnavy.gr/nmiotc/fastConnections/index_en.htm? )

FORMAZIONE EUROPEA

Recentemente le Forze Armate italiane si sono trovate ad operare sempre più in un contesto strategico e geografico esterno all’area di diretto interesse della Nato e di preminente valenza europea e/o mediterranea. L’attuale realtà politico-militare, le nuove strategie, le moderne tecnologie applicate, costituiscono i parametri con i quali ogni forza militare dovrà confrontarsi al fine di conseguire la necessaria compatibilità di impiego con le paritetiche strutture degli altri Paesi. Tale interoperabilità va, prioritariamente, ricercata nei settori della standardizzazione delle dottrine, delle procedure d’impiego e dei mezzi/ materiali ma, soprattutto, nel campo della cultura militare, da costruire tramite una formazione dei Quadri il più possibile comune, in ambito europeo, a tutti i livelli. Tale obiettivo è perseguito attraverso le attività dell’European Security and Defence College (ESDC) che mira a: - incrementare, a tutti i livelli, gli scambi bilaterali di frequentatori tra istituti di formazione di base in

ambito europeo; - sviluppare attività comuni con istituiti di formazione militare europei e mediterranei, verificando

l’applicazione della dottrina e incrementando l’impiego di procedure standardizzate e della simulazione operativa;

- rendere paritetica la frequenza, da parte di frequentatori italiani di corsi svolti all’estero con quelli, di uguale livello, svolti in Italia. Verificare la possibilità di rendere valido tale concetto anche per i corsi “di base” svolti presso Accademie, Scuole Allievi Sottufficiali, ecc. (il cosiddetto “Processo di Bologna”).

( per approfondimenti vedere http://esdc.mil-edu.be/ )

Ogni Forza Armata contribuisce inoltre all’istruzione dei giovani con i propri Istituti, quali le Scuole Militari “Nunziatella” e “Teuliè”, la Scuola Navale Militare “Morosini” e la Scuola Militare Aeronautica Douhet”, dove possono far seguire ai giovani i corsi relativi al triennio finale dei licei classico e scientifico, e contemporaneamente suscitare negli stessi l’interesse alla vita militare, alle attività ed ai valori ad essa connessi. (per approfondimenti vedere http://spazioweb.esercito.difesa.it/siti_scuole/nunziatella/

http://spazioweb.esercito.difesa.it/siti_scuole/milano/ http://www.marina.difesa.it/formazione/istituti/morosini/Pagine/default.aspx http://www.aeronautica.difesa.it/douhet/Pagine/default.aspx )