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INDICE Crisi? «Ma noi assumiamo» 29/03/12 Il Resto del Carlino Ravenna 2 Al giudice amministrativo l’inedito arbitrato fra Authority ePa 29/03/12 Il Sole 24 Ore 3 IMU AGRICOLA, SCONTI IN ARRIVO 29/03/12 Il Sole 24 Ore 4 Iva e tariffa, partita aperta 29/03/12 Il Sole 24 Ore 6 Tagli per oltre cinque miliardi 29/03/12 Il Sole 24 Ore 8 PMI BIOMEDICHE CONTRO LE ASL 29/03/12 Il Sole 24 Ore 9 CARO STATO, SON PASSATI NOVE ANNI 29/03/12 Il Sole 24 Ore 11 ROMA, SI LAVORA AL DECRETO RIFIUTI 29/03/12 Il Sole 24 Ore 12 Fisco benevolo con i bond locali 29/03/12 Italia Oggi 13 Giovani, risorsa per gli enti locali 29/03/12 Italia Oggi 15 Immobili, Imu senza più segreti 29/03/12 Italia Oggi 16 Pagina 1 di 17

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INDICE

Crisi? «Ma noi assumiamo»29/03/12 Il Resto del Carlino Ravenna 2

Al giudice amministrativo l’inedito arbitrato fra Authority ePa29/03/12 Il Sole 24 Ore 3

IMU AGRICOLA, SCONTI IN ARRIVO29/03/12 Il Sole 24 Ore 4

Iva e tariffa, partita aperta29/03/12 Il Sole 24 Ore 6

Tagli per oltre cinque miliardi29/03/12 Il Sole 24 Ore 8

PMI BIOMEDICHE CONTRO LE ASL29/03/12 Il Sole 24 Ore 9

CARO STATO, SON PASSATI NOVE ANNI29/03/12 Il Sole 24 Ore 11

ROMA, SI LAVORA AL DECRETO RIFIUTI29/03/12 Il Sole 24 Ore 12

Fisco benevolo con i bond locali29/03/12 Italia Oggi 13

Giovani, risorsa per gli enti locali29/03/12 Italia Oggi 15

Immobili, Imu senza più segreti29/03/12 Italia Oggi 16

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il Resto del Carlino 29/03/2012 Ravenna

Crisi? «Ma noi assu o» La Cna premia LI aziende per aver incrementato l'occupazione

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IL CONTESTO economico è sempre critico. Ma i segnali di di-namismo e vivacità, anche nel no-stro sistema delle piccole e medie industrie e delle imprese artigia-ne, continuano. In questo clima, la Cita ha tribuato il premio 'Svi-luppo e occupazione' a undici im-prese associate (sopra nella foto Zaini) che nel corso del 2011 si so-no contraddistinte per aver svi-luppato la loro attività attraverso un aumento della base occupazio-nale. «E' un riconoscimento im-portante e non formale perché le imprese premiate dimostrano an-cora una volta ha sottolineato il direttore Natalino Gigante — quanta vitalità, quanta forza e potenzialità sono racchiuse nel comparto dell'artigianato e della piccola impresa della nostra pro-vincia. E lo dimostrano soprattut-to attraverso le loro performance

di crescita, qualita-tiva e quantitativa, la loro concreta capa- cità di affrontare le im-pegnative sfide dei mer-cati nazionali e in ternaz na- li, Ma anche e soprattutto per il lo-ro radicamento territoriale che è una caratteristica fondamentale di questo segmento di impresa».

IL PREMIO, che è arrivato alla sua quattordicesima edizione, ac-quista un valore ancora più forte perché riferito a un 2011 in cui, nonostante alcuni piccoli segnali di ripresa registrati nel primo se-mestre, la crisi economica non si è affievolita come si sperava. Ma, soprattutto, si prevedono ancora due anni di difficoltà per il nostro Paese. E le difficoltà dell'artigia-nato sono confermate anche in

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ambito provincia- te, dove ha perso lo

0,8 per cento della .> sua consistenza, circa

100 aziende in meno.

«SIAMO di fronte ad un periodo ancora difficile per il nostro siste-ma socioeconomico. Però —ha sottolineato Gigante abbiamo di fronte un sistema di piccole im-prese, sicuramente stressate tua non rassegnate, un sistema che sta tenendo, che sta contribuendo alla tenuta economica del nostro territorio e alla sua coesione socia-le. Alla creazione di questi risulta-ti aziendali hanno influito diversi fattori: il capitale umano e le capa-cità manageriali dei nostri im-prenditori, il loro sistema relazio-nale, la voglia di innovare, il raf-forzamento delle reti tra imprese,

Ma ci sono stati anche alcuni im-portanti strumenti sul territorio che sono stati vicini alle imprese e che le hanno sostenute in que-sta fase difficile. Penso al sistema dei Confidi, in particolare a Unifi-di che nella nostra provincia, ha aumentato nel 2011 la sua operatività del 24%, toccando nuota 162 milioni di finanziamen-ti contro i 130 del 2010».

LE AZIENDE premiate sono An-tocarrozzeria Europa di Lugo; Marco Bacchilega di Voltana; Bassi Srl di S. Maria in Fabriago; Dmo spa di Ravenna; Leoni e Ca-sadio Group di Faenza; Miele An-tonietta di Ravenna; Nannini Re-nato Machinery Srl di Faenza; Nazionale Elettronica Srl di Faen-za; Fili Pollini Srl di Consci ice; Qualità Test Sri di Ravenna; Tor-neria Meccanica Savini Domeni-co e Figli di Russi,

IMPRESE AL TOP

DITTE ALLE STELLE

IL riconosamento viene attribuito dal 1988 e segnata le realtà che si contraddistinguono per aver sviluppato La loro attività e l'occupazione

Indice La flessione del numero di aziende artigiane in provincia. Un dato negativo tuttavia mighore, di quello . registrato in regione

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CONTEN:a0S0 E CONCORRENZA

Al giudice amministrativo l'inedito arbitrato fra Authority e Pa

di Marcello Clarich

on i decreti Monti ha preso piede la tenden- za a porre il giudice amministrativo sullo

..„A scranno di arbitro delle liti tra Autorità in-dipendenti e pubbliche amministrazioni. Già il decreto legge "Salva Italia" (Dl 201/zon) ha attri-buito all'Antitrust il potere di impugnare gli atti amministrativi e i regolamenti di tutte le Pa che violano le norme a tutela della concorrenza e del mercato. Ciò allo scopo di risolvere una smaglia-tura del diritto della concorrenza che consentiva all'Autorità di rivolgere al Governo e alle ammini-strazioni solo pareri e segnalazioni volti a denun-ciare gli effetti anticompetitivi di alcune loro deci-sioni. Pareri quasi sempre inascoltati.

Ora, in sede di conversione del decreto legge sulle liberalizzazioni (Dl 1/2012) il Senato conce-de un potere analogo alla nuova Autorità di rego-lazione dei trasporti. L'ambito è più limitato e ri-guarda solo i provvedimenti di regolazione del servizio taxi di competenza comunale e regiona-le. La versione originaria del Dl riservava invece all'Autorità il potere di attuare misure di liberaliz-zazione di questo servizio. I Comuni potevano emanare un semplice parere, obbligatorio, ma non vincolante. In sede parlamentare sono emer-se proposte volte a ripristinare il peso degli enti locali e alla fine è passata una soluzione di com-

promesso. Da un lato, il potere di regolazione re-sta ai Comuni e alle Regioni, che devono acquisi-re un parere obbligatorio, ma non vincolante, dell'Autorità. Dall'altro, l'Autorità può effettuare analisi comparate per individuare i livelli ottima-li di servizio che i Comuni devono tenere in consi-derazione e, soprattutto, può impugnare innanzi al Tar Lazio tutti gli atti amministrativi adottati.

Il giudice amministrativo dovrà così farsi ca-rico di un contenzioso di tipo inedito. Infatti, di regola, i ricorsi sono proposti per tutelare situazioni giuridiche di privati lesi da un prov-vedimento illegittimo. Costituiva già una dero-ga l'attribuzione ad associazioni ambientali-ste e di tutela dei consumatori della legittima-zione a impugnare i provvedimenti che ledo-no interessi collettivi e diffusi.

Ora si fa un passo in più. Da un lato, l'Antitrust si trasforma in un pubblico ministero della con-correnza che promuove giudizi per tutelare un in-teresse pubblico. Dall'altro lato l'Autorità per i trasporti potrà contestare in giudizio numero del-le licenze, tariffe, divieti di sviluppare servizi inte-grativi (taxi collettivi) e altre restrizioni alla libe-rà di organizzazione del servizio.

Quasi inedito è il fatto che queste controver-sie sorgono solo tra apparati amministrativi, con il giudice in veste di arbitratore. Un ruolo difficile perché involge valutazioni opinabili. Il magistrato dovrà stabilire, per esempio, in base ad analisi di mercato sofisticate, se un certo provvedimento ha effetti restrittivi della concor-renza; o se il numero massimo di licenze delibe-rato da un Comune rispetta «i criteri di ragione-volezza e proporzionalità, allo scopo di garanti-re il diritto di mobilità degli utenti».

Colpisce poi che al giudice amministrativo ven-ga addossata la responsabilità di dirimere liti tra amministrazioni. In molti Paesi questi conflitti hanno altre sedi amministrative in cui si trovano soluzioni ragionevoli concordate o qualcuno si as-sume la responsabilità di imporre una scelta.

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Decreto fiscale, Governo pronto a formalizzare le modifiche: possibili interventi su dimore storiche e beni comunali i • i Imu agricola, sconti in arrivo

Mini-riduzione per i capannoni - Esenzione sui terreni in zone montane

Eugenio Bruno ROMA

Mini-sconto sull'Imu per i capannoni agricoli ed esenzio-ne per i terreni montani. Sono alcune delle modifiche all'im-posta municipale che il Gover-no sta pensando di inserire nel decreto sulle semplifica-zioni fiscali. Magari insieme agli interventi di alleggeri-mento della tassazione sulle dimore storiche e sugli immo-bili dei Comuni.

Se ne saprà di più oggi quan-do il Governo darà i suoi pare-ri sui numerosi emendamenti accantonati dalle commissio-ni Bilancio e Finanze di Palaz-

zo Madama. Che, lentamente, stanno esaminando il provve-dimento. A quel punto i due re-latori, Antonio Azzollini (Pdl) e Mario Baldassarri (Fli), po-trebbero presentare un maxi-emendamento con tutte le mo-difiche condivise dall'Esecuti-vo. Un testo che le commissio-ni saranno chiamate a votare entro lunedì 2 aprile così da in-viarlo in Aula il giorno succes-sivo e consentirne il via libera prima della pausa pasquale.

Tra le modifiche messe a punto da via XX Settembre e destinate a finire nel maxi-emendamento ci sarebbe la ri-duzione dallo 0,2% allo 0,175%

600 metri nell'Italia setten-trionale e ai 700 metri in quel-la centro-meridionale.

Contemporaneamente il Go-verno punterebbe a ridurre del 60% la base imponibile dei fondi situati in zone collinari (che si trovano cioè al di sotto dei 600 metri al Nord e dei 700 al Centro-Sud). E anche la base imponibile su cui insisto-no i fabbricati rurali strumen-tali verrebbe ridotta del 30%

sia nelle aree montane che in quelle collinari.

Resta da capire se queste in-novazioni basteranno a soddi-sfare la "sete" di modifiche provenienti dalle associazioni

di categoria che, nelle scorse settimane, hanno quantificato in 90o milioni l'impatto dell'Imu sull'agricoltura (an-che se le stime del Tesoro quantificano l'aggravio di get-tito per i proprietari agricoli in 224 milioni complessivi).

Sulla decisione definitiva del Governo un ruolo fonda-mentale lo giocheranno le possibile coperture che il mi-nistero dell'Economia sta cercando di individuare. Una volta individuate le ri-sorse l'Esecutivo potrà an-che dare una risposta alle al-tre novità in rampa di lan-cio: dallo sconto sull'Imu

per le dimore storiche al-l'esenzione per gli immobili dei municipi. Che, a legisla-zione vigente, si troverebbe-ro a versare allo Stato il 50%

dei proventi prodotti dal-l'Imu, inclusa quella applica-ta sui beni comunali. Tutti temi su cui Governo e Anci si confronteranno nel verti-ce di stamattina al Viminale con il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri. In-contro dal quale i sindaci si aspettano risposte anche su patto di stabilità e autono-mia organizzativa in mate-ria di personale.

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dell'aliquota sui fabbricati ru- rali strumentali. Ferma restan-do la possibilità per i sindaci di abbassare l'asticella fino allo 0,1% previsto dal decreto salva-Italia che ha anticipato dal 2014 al 20121a sostituzione del-l'Ici con l'Imu.

Il restyling sul tributo im-mobiliare non si fermerebbe qui visto che il Mef sarebbe intenzionato a esentare dal-l'applicazione dell'imposta i terreni ubicati in «zona alti-metrica di montagna». Ri-chiamando a tal proposito la definizione dell'Istat che la individua nel territorio con altitudine non inferiore ai

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Novità allo studio

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I TERRENI MONTANI Il Mef sarebbe intenzionato a esentare dall'applicazione dell'imposta i terreni ubicati

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Prelievo beate. Dopo la sentenza della Corte di cassazione sui «versamenti ambientali»

Iva e tariffa, partita aperta Il ministero ritenta la strada dell'interpretazione autentica

Gianni Trovati MILANO

Finora la strada imboccata dal ministero dell'Economia nel tentativo di sciogliere i nodi or-mai intricatissimi dell'Iva appli-cata alla Tariffa d'igiene ambien-tale non si è rivelata molto pro-duttiva, ma a Via XX Settembre non si cambia idea.

A rivelarlo è la risposta a un question time presentato ieri in commissione Finanze alle Came-ra da Marco Causi e Alberto Flu-vi (Pd), che hanno chiesto al Go-verno che cosa intenda fare per evitare ai gestori del servizio «gli ingenti costi delle azioni legali in-nescate dai milioni di aventi dirit-to» al rimborso dell'imposta pa-gata negli scorsi anni. La risposta ministeriale, pur indicando che la scelta deve dipendere da «valu-tazioni squisitamente politiche», torna a evocare una «norma di in-terpretazione autentica che chia-risca la natura di corrispettivo

QUADRO Le imprese del settore hanno diffidato l'Economia a garantire la restituzione di un miliardo di euro già pagato all'Erario

della Tia i», e quindi l'applic abili-tà della Tia. A chi ha seguito gli infiniti capitoli di questa teleno-vela, questa "soluzione" ricorde-rà da vicino il tentativo fallito con la manovra estiva 2010 (articolo 14, comma 33 del Dl 78/2010), quando per un errore nei riferi-menti normativi si chiarì per leg-ge la natura corrispettiva della Tia 2 (introdotta nel 2006 e prati-camente mai applicata, quindi fuori discussione) e non della Tia i (prevista dal decreto Ronchi, ap-plicata in oltre mille Comuni e og-getto della pioggia di istanze di rimborso). L'idea, par di capire, è quella di tornare a stabilire per legge il contrario di quanto sanci-to da Corte costituzionale e Cas-sazione, azzeccando però i riferi-menti normativi. Un'ipotesi, que-sta, che torna a prendere piede mentre gli assalti all'Iva si molti-plicano, perché sempre ieri Fede-rambiente, che riunisce le impre-se del settore, ha diffidato il mini-

stero dell'Economia per vedersi restituito «il miliardo di euro di Ivaversato all'erario» e ha annun-ciato azioni legali.

Il problema, si ricorderà, na-sce nel luglio 2009, quando la Cor-te costituzionale (nella sentenza 238 di quell'anno) stabilisce che la Tia è una tariffa di nome ma una tassa di fatto, perché non mi-sura puntualmente il conto sulla base dei rifiuti prodotti, per cui l'Iva (in quanto imposta sulla tas-sa) non va applicata. La questio-ne investe 1.193 Comuni in cui vi-vono 17 milioni di cittadini, e se-condo le stime apre possibili ri-corsi per un miliardo di euro (in pratica l'Iva pagata ma non dovu-ta negli ultimi cinque anni). Men-tre gli utenti ottengono le prime vittorie dai giudici di pace e in commissione tributaria, il Gover-no interviene nel maxiemenda-mento alla manovra estiva 2010,

fissando con una norma di «inter-pretazione autentica» che la Tia è un corrispettivo: come detto, però, sbaglia mira, e invece di rife-rirsi alla Tia i ex decreto Ronchi punta tutto sulla Tia 2 ex Codice dell'ambiente, che però è fuori dai giochi. Per rimediare al (man-cato) rimedio, interviene allora il dipartimento delle Finanze con una circolare (la n. 3 dell'e no-vembre 2010) in cui si stabilisce un'« analogia sostanziale» fra Tia 2 e Tia i, per cui quel che vale per l'una vale anche per l'altra. Nem-meno quest'argine, però, riesce a reggere, perché interviene la Cas-sazione (con la sentenza 3756 del 9 marzo 2012) e stabilisce che l'analogia affermata nella circola-re è «frutto di una forzatura logi-ca del tutto inaccettabile», e di conseguenza le richieste di rim-borso possono andare avanti.

Si inserisce in questo quadro l'ipotesi di una nuova «interpre-tazione autentica» che, sottoli-nea il ministero, avrebbe il pre-gio di «esplicare i propri effetti per le operazioni fatturate nel passato» e per quelle «da effet-tuarsi fino al 31 dicembre 2012».

Dopo di che il problema sarà ri-solto dall'arrivo della Tares. A patto, ovviamente, di centrare il riferimento normativo necessa-rio a contraddire per legge Corte costituzionale e Cassazione.

gianni trovatielsole24ore com

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Le risorse

Trasferimenti fiscalizzati e non fiscalizzati anno 2012

Descrizione

Anno 2011 - complesso delle assegnazioni ai Comuni delle 15 Regioni ordinarie

Mobilità del personale (da tipo A a C

Contributo aspettativa sindacale (da tipo A a C)

Variazioni nel corso 2011

Riduzione risorse ex Dl 78/2010

Contributo Comune di Pietrelcina (*) (al momento non finanziato)

Interessi passivi per mancato pagamento fornitori (non finanziato)

Variazione contr. assistenza sanitaria cittadini di Campione d'Italia

Variazione stabilizzazione personale ex Eti (legge 296/06)

Variazione Trsf. Compensativi addizionale comunale Irpef

Variazione contributo contrasto evasione fiscale

Totale base di calcolo

Non fiscalizzato 2012

610.568.756,46

3339 '7°7,08

31.137.312,15

450.000 00

0.000.000 00

4 .015,00

5339.184,69

108.500.000,00

2.500.000,00

731.291.945,38

11.264.914.489,10

Fiscalizzato 2012

Nota: (*) Il totale dei contributi non fiscalizzati può essere portato a euro 731.791.945,38 se si considera che in fase avanzata di

approvazione l'iter procedimentale per ilfinanziamento di tale contributo per un importo di 500.000.00 euro nell'anno 2012

Fonte: Copaff

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FedmHsmo fisne, Le previsioni per Comuni e Province

Tagli per oltre cinque miliardi :::::::: Quasi 5,2 miliardi di tagli. So-

no gli effetti combinati sul 2012

dell'onda lunga delle sforbiciate operate nel 2010 con la manovra estiva (Dl 78) e delle strette ag-giuntive portate dalla pioggia di manovre 2011.A mettere nero su bianco i numeri, che non sono ancora ufficiali ma rappresenta-no una stima "fondata", è la com-missione tecnica paritetica per l'attuazione del federalismo fi-scale (Copaff), che ieri ha diffu-so le cifre di riferimento per Co-muni e Province.

Nel caso dei sindaci, si passa dai quasi no miliardi di risorse 2011 (tra "fiscalizzate", cioè tra-sformate in tributi e comparte-cipazioni, e non) ai 6,7 miliardi stimati come «somma che lo

Stato deve trasferire ai Comu-ni nel 2012». Ma non basta: per alcuni enti, sempre secondo i calcoli della Copaff, la pioggia dei tagli è arrivata a erodere del tutto le "spettanze" preceden-ti, al punto che per attuare le manovre i sindaci interessati dovranno effettuare versamen-ti a favore dello Stato: dovreb-bero passare per questa via 143,2 milioni di euro.

La dieta drastica imposta ai conti locali passa prima di tutto dai 2,5 miliardi chiesti per il 2012 dal Dl 78/2010 (il decreto attuativo del Viminale per quest'anno è stato pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 72 del 26 marzo 2012), a cui si ag-giungono le riduzioni che in ba-

se alle manovre 2011 («Salva-Italia» in primis) dovrebbero compensare le maggiori risor-se in arrivo dal Fisco. L'incogni-ta principale è ovviamente rap-presentata dal gettito effettivo dell'Imu, che si concentreran-no in larghissima parte nei Co-muni che ricadono nel territo-rio delle Regioni a Statuto ordi-nario. Sempre che, naturalmen-te, l'Imu mantenga tutte le pro-messe "stimate" da Via XX Set-tembre. Anche per questo l'ac-cordo raggiunto in conferenza Unificata prevede una doppia verifica in itinere, ma i numeri definitivi si conosceranno solo dopo febbraio 2013.

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Ritardi P. Parte dal Veneto la crociata contro i mancati pagamenti da parte degli ospedali - Oggi la protesta a Napoli

Pmi biomediche contro le Asl Le unità sanitarie sono debitrici di 6 miliardi di euro - Servizi a rischio collasso

Silvia Zanardi VERONA

Un laboratorio che non fa le analisi del sangue, una sala opera-toria senza fili di sutura, una dia-gnosi senza tac, monitoraggi im-possibili per mancanza di appa-recchi. A breve, gli ospedali italia-ni potrebbero trovarsi senza mez-zi per garantire la salute dei citta-dini. Le imprese biomediche e dia-gnostiche, aderenti ad A.ssobio-medica, sono con le spalle al mu-ro: le Regioni, attraverso le Asl, so-no loro debitrici di quasi 6 miliar-di di euro dovuti ai ritardi nei pa-gamenti delle forniture. Dal solo Veneto, gli imprenditori attendo-no 468 milioni.

Ieri mattina, un'ottantina di aziende ha protestato a Verona, davanti all'ingresso dell'azienda ospedaliera universitaria di Bor-

' go Trento, che spicca per essere la più inadempiente della Regio-ne: salda i pagamenti con452 gior-ni di ritardo, quando la legge im-pone di farlo entro 3o giorni. Oggi il presidio si sposta a Napoli, da-vanti all'ospedale San Paolo,1.626 giorni di ritardo. «Dallo scorso giugno, i ritardi sono sempre più consistenti - spiega Stefano Ri-mondi, presidente di Assobiome-dica -. A questo si aggiunge la ne-cessità, per le aziende, di ricorre-re ai crediti bancari, soggetti a continue restrizioni. Rischiamo che le imprese del settore si affidi-no a canali di finanziamento non ufficiali». La sanità, inoltre, po-trebbe trovarsi nel caos da un gior-no all'altro: «Se dopo la protesta di oggi a Napoli non otteniamo ri-sposte, agiremo in modo drasti-co: blocchiamo le forniture - con-tinua Rimondi -. Quello che resta da capire è se la mancata erogazio-ne sia dovuta a problemi gestiona-li delle singole amministrazioni

oppure se il pubblico voglia scari-care le sue difficoltà direttamente sul fornitore. Non si spiega, per esempio, il fatto che la Asl di Tre-viso paghi a cavallo dei io° giorni e Verona vada oltre i 400. Sono o non sono nella stessa Regione?» Secondo gli ultimi dati di Assobio-medica, Piemonte, Veneto, Emi-lia Romagna e Toscana pagano, in media, a 30o giorni. Gestione migliore vanta la Lombardia, che paga le aziende entro i 12o giorni. Disastrosa è invece la situazione in in Campania, dove si arriva a quasi mille giorni di ritardo e a un debito di 94o milioni, e in Cala-bria, 800 giorni per i pagamenti e 470 milioni di mancate erogazio-ni. Al Sud, tuttavia, si distingue Per migliore gestione la Basilica-ta, che saldai conti entro i 1.6o gior-ni. «Devo riscuotere dalle Regio-ni un anno di fatturato, circa 4o milioni di euro. Sono costretto a trattare con le banche», dice An-gelo Fracassi, titolare della Dasit di Cornaredo (Milano) e presi-dente di Assobiomedica fino allo scorso giungo. La sua azienda è leader in Italia nel settore di ema-tologia e vende materiale per la diagnostica in vitro: «Per la prima volta, nell'ambiente biomedico, si sente dire che le multinazionali puntano a lasciare l'Italia e guar-dare all'estero. La sanità rischia il collasso. Nessuno, finora, ci ha da-to ascolto. Siamo sul piede di guer-ra». Una risposta, in seguito al pre-sidio di ieri a Verona, è arrivata dall'assessore regionale alla Sani-tà Luca C oletto: «Grazie all'accor-do sugli ammortamenti non steri-lizzati stretto con il ministero del-le finanze, da quest'anno inizierà un flusso di circa loo milioni desti-nato alle aziende e fmalizzato a ri-costituire la capacità del fondo di spesa corrente (Lea), che dispor-rà di risorse da utilizzare per i pa-gamenti. Un ulteriore beneficio arriverà dalla costituzione del fondo investimenti per la sanità».

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press LinE 29/03/2012

Il Sole12

La mappa dei ritardi

La stima dello scoperto del mercato regione per regione (in migliaia di euro) e i giorni di ritardi nei pagamenti

Regioni dispositwi medici

Scoperto Dso* Regioni Stima scoperto

&spesitivi medici Scoperto Dso*

Valle d'Aosta 6.098 0,1 113 Umbria 51.448 0,9 166

Piemonte 456.708 8,2 294 Abruzzo 116.309 2,1 207

Liguria 134.821 2,4 206 Molise 112.784 2,0 864

690.822 12,3 401 Lombardia 287.734 5,1 111

Lazio

939.966 16,8 801 Campania 95 Trentino A.A. 29.234 0,5

Basilicata 26.043 0,5 159 Veneto 465.989 8,3 292

Puglia 442.855 7,9 352 Fri u li 49.476 0,9 103

Calabria 470.614 8,4 988 Emilia R. 477.871 8,5 303 Sicilia 295.724 5,3 295

Toscana 333.518 6,0 274 Sardegna 131.818 2,4 297

Marche 82.666 1,5 164 Italie 5 02.496 100,0 315

Nota: * Days of sales outstanding (tempi medi di pagamento)

Fonte: Assobiomedica

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Metatmeccanico. Veneta Stampi reclama una quota del Patto Territoriale Venezia Orientale del1999

Luca Pozza VENEZIA

z Lavora per i colossi tede-schi come Mercedes, Audi e Bmw, che gli garantiscono l'8o% dei fatturato totale. Eppu-re attende quasi 77mila euro dallo Stato da nove anni. La sto-ria è quella dell'imprenditore veneziano Vittorio Furlan, 67 anni, legale rappresentante di Veneta Stampi, industria me-talmeccanica con sede a Ceg-gia, specializzata nella proget-tazione e costruzione di stampi in lamiera per auto. L'azienda, che impiega una quarantina di addetti e ha un fatturato di cir-ca 7 milioni, fa parte di un grup-po (Gruppo Veneta Stampi)

con un centinaio di operai e un fatturato di 12 milioni, che ha sa-puto combattere la crisi inve-stendo all'estero.

Una situazione ottimale se non fosse per il credito del Mini-stero del Sviluppo Economico. La somma faceva parte di un fi-nanziamento dedicato allo svi-luppo e al rilancio industriale, stanziato sulla base del cosid-detto Patto Territoriale Vene-zia Orientale del1999.

«La mia società - racconta Furlan, tre figli che lavorano in azienda - ha effettuato un inve-stimento di oltre 2 milioni e 7oomila euro, iniziato nel luglio 1998 e terminato cinque anni e mezzo dopo. Questi dati sono

stati certificati dal Ministero dello Sviluppo Economico che nel 2007 ha effettuato un sopral-luogo in azienda, verificando la realizzazione di un nuovo ca-pannone e l'assunzione di nu-meroso personale. Nella mede-sima situazione si trovanóbaltre nove piccole aziende, facenti parte dello stesso Patto Territo-riale, che sono creditrici per 544.356 euro. I 77mila non ri-schiano di bloccare la mia azien-da, ma sono amareggiato e delu-so da questa situazione, che non riguarda solo me».

La legge n. 662 de11996 aveva fra le sue finalità promuovere e finanziare lo sviluppo integrato di piccole e medie aziende ope-

ranti in aree territoriali e coordi-nate dagli enti locali. «In questi anni - racconta l'imprenditore veneto - il Ministero dello Svi-luppo Economico ha addirittu-ra comunicato di aver smarrito una parte della pratica del Pat-to, che poi abbiamo ripresenta-to. Successivamente abbiamo sollecitato innumerevoli volte, anche attraverso interrogazio-ni parlamentari, la nostra asso-ciazione di categoria e il Patto stesso, ma non è valso a nulla. È come sbattere contro un muro digomma; nessun politico e nes-sun funzionario pubblico si è as-sunto la responsabilità dei ritar-di denunciati». «Quanto iniquo è uno Stato che da una parte è inadempiente verso i propri contribuenti, ma pretende pun-tualità dei pagamenti di tasse e contributi?», si chiede Furlan.

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Caro Stato, son passati nove anni

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Il Sole12

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Laura Di Pillo ROMA

Un decreto per scongiura-re l'emergenza rifiuti a Roma. Pronto il piano straordinario che vede in campo Governo, en-ti locali e imprese per varare, in tempi brevissimi, la gestione in-tegrata dei rifiuti nella capitale. Il programma, presentato dal ministro dell'Ambiente Corra-do Clini, si muove su due binari: attivazione della filiera indu-striale (con amento della diffe-renziata) e individuazione del sito alternativo a Malagrotta (la più grande discarica europea che chiuderà ilio giugno). Più poteri al Commissario delegato Giuseppe Pecoraro, pronto a in-tervenire se gli enti locali non riuscissero a scongiurare l'emergenza. Una mossa che non vuoi essere una minaccia politica, ma la conseguenza logi-caper evitare la paralisi. «Roma ce la può fare» spiega il mini-stro. Il Piano per Roma è un do-cumento di 17 pagine preparato in due settimane per non cadere nella "sindrome Napoli" con i ri-fiuti nelle strade della capitale. Partita nelle mani del Governo dopo i tentennamenti e gli scari-cabarile degli enti locali che han-no portato Roma sull'orlo del ca-os. Il Piano, che Clini presente-rà dopo Pasqua al commissario Ue all'Ambiente Yanez Potoc-nik, azzera la lista dei sette siti alternativi a Malagrotta scelti dai tecnici della Regione (Cor-colle, Osteriaccia, Pizzo del Pre-te, Quadro Alto, Pian dell'Olmo, Monti dell'Ortaccio, Quartac-cio). «Nessuno è privo di elé-menti di criticità - spiega Clini - dobbiamo cercare anche oltre la provincia di Roma». Prevista la riduzione della quantità di ri-fiuti da conferire agli impianti di trattamento e quindi in disca-rica o nei termovalorizzatori. «L'obiettivo - precisa Clini - è far crescere la differenziata, rag-giungere progressivamente nel trienno 2012-20141.150% del ma- teriale recuperato, rendere più efficienti gli impianti di tratta-mento meccanico biologico (Tmb) attivando il ciclo integra-to di rifiuti, che include anche una díscaríca di- servizio, ma con dimensioni diverse e che non può essere Malagrotta». Si-stema puntualizza «operativo con successo in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, an-che Roma può e deve farcela». In tempi brevi. Nell'arco di 3-4 settimane (entro il 3o aprile) va fatto l'accordo di programma e un piano operativo con Comu-ne, Regione, Provincia, aziende

titolari di impianti Trnb (Mala-grotta l e 2, Ama Rocca Cencia e Via Salaria) degli impianti per la preparazione del compost (Ama Maccarese), di quelli per il recupero energentico (Gaia Colleferro, Acea San Vittore e il gassificatore Colari a Malagrot-ta), insieme ai consorzi di filie-ra. Allo studio anche il coinvol-gimento delle banche per garan-tire i necessari investimenti. Il piano prevede anche la revisio-ne delle tariffe vigenti e risorse governative. «Serve il supporto del sistema creditizio - conti-nua Clini - coinvolgendo anche la banca della Regione, stiamo verificando con Cdp le possibili-tà». In quest'ottica l'individua-zione di nuovi siti per la discari-ca resta «una soluzione residua-le, dove conferire entro il 2014 non più del 20% dei rifiuti tratta-ti» spiega il ministro. Ipotizzati

CONTRO L'EMERGENZA Governo, imprese ed Enti Locali coinvolti in una gestione integrata Proroga per Malagrotta e più poteri al Commissario

anche accordi con altre Regio-ni: «Bisogna capire se in una fa-se in cui Roma non sia autosuffi-ciente si possano avviare inizia-tive bilaterali». Non esclusa la proroga su Malagrotta: «Solo se riusciamo a mettere in piedi questo programma, la chiusura potrebbe essere prorogata a fi-ne anno. Malagrotta ha abituato i romani ad avere un sito dove conferire rifiuti a costi molto bassi, diciamo che i romani si so-no fatti viziare da Cerroni (il presidente di Colari la società che gestisce Malagrotta, ndr)» ha spiegato Clini osservando che l'emergenza di oggi viene da lontano:«Almeno io anni fa dovevano essere prese certe de-cisioni per adeguare Roma agli standard Ue». Sarà molto proba-bilmente un decreto del Gover-no ad accogliere il Piano: una scelta per consentire procedu-re accelerate e una dotazione di risorse adeguate, per garantire insomma «tempi certi degli in-terventi, incluso il rafforzamen-to e l'ampliamento della portata e dei termini del mandato com-missariale» a garanzia della pie-na e corretta gestione del ciclo' integrato dei rifiuti a Roma. Ieri intanto Pecoraro ha annunciato che «il quinto impianto Tmb a Paliano è necessario e si farà».

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Roma, si lavora al decreto rifiuti Ambiente. Il piano del ministro Clini

Al vertice. Il ministro per l'Ambiente Corrado Clini

Pagina 47 elefonate dall'estero

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Il Sole12

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DI GIUSEPPE DI VITTORIO F

fisco benevolo nei con- fronti dei titoli emessi dagli enti locali (Boc, Bop e Bor), più catti-

vo verso Poste e Ferrovie: nel primo caso si paga la ritenu-ta del 12,50% sugli interessi maturati, nel secondo invece il 20%. Assicurazioni e fondi previdenziali scontano l'ali-quota in base alla tipologia di investimento, quindi più bassa sulla parte investita in titoli pubblici. Mini-aliquota al 5% per gli interessi sui bond destinati a finanziare interventi nel Mezzogiorno. Scade il 31 marzo il termine perscomunicare all'interme-diario che si vuol fare l'af-francamento al 12,50% sugli interessi e plusvalenze ma-turati nel 2011. Sono alcune delle novità contenute nella circolare 11/E dell'Agen-zia dell'Entrate di ieri che chiarisce i punti oscuri del dl 138/2011 che modifica la tassazione delle rendite fi-nanziarie. Il provvedimento ha unificato al 20% le rite-nute e le imposte sostitutive da applicare sui redditi di natura finanziaria interessi e plusvalenze (cioè i guadagni realizzati quando si compra e si vende a un prezzo più alto un titolo). La normativa pre-vedeva però delle deroghe. I titoli di stato e quelli di altri enti pubblici scontano un'im-posta di favore del 12,50%. La circolare dell'Agenzia precisa che rientrano nella tariffa di favore i titoli emessi anche dagli Enti pubblici territoriali (comune, provincia, regione): per intenderci Boc, Bop, Bor. La circolare si spinge anco-ra più là mostrandosi ancora una volta ac- comodante nei confronti delle articolazioni delle stato. I redditi deri- vanti dai ti- toli eventual- mente emessi dalle unioni di comuni e dalle future città metropoli-tane sconteranno sempre il 12,50%.

Poste Pay. Le cose si fanno più complicate invece per le Poste. L'aliquota agevolata del 12,50% opera solo per i Buoni fruttiferi postali. Le Po-ste infatti si sono trasformate

in una società per azioni con un attività di raccolta del ri-sparmio molto simile a quella bancaria. Gli uffici postali do-vranno applicare un'aliquota del 20% su tutto ciò che non è buono fruttifero. Aliquota ridotta chiaramente anche per i titoli di stato emessi da altri paesi sempre ricono-sciuti dal fisco in un'apposita «white list». I paradisi fiscali,

per esempio, non rientrano nella lista dei favoriti.

Il monopo- lista che pia- ce. La circo- lare chiarisce anche altri casi ambigui,

come quello dei redditi deri- vanti dalle obbligazioni emes- se dalle Ferrovie dello Stato. Il principio giuridico che vale in questo caso non è tanto la veste giuridica dell'emittente una Spa (non un ente pubbli- co) e quindi come tale trova applicazione il 20%. L'Agen- zia invece fa valere le ultime

parole dell'articolo 31 del dl 138, dove si fa riferimento al regime agevolato solo per gli enti pubblici che offrono servizi pubblici in condizio-ni di monopolio. Le Ferrovie non operano più in regime di monopolio e cosi anche Enel e Eni per cui l'aliquota che colpisce i redditi derivanti dai loro titoli è del 20%. Il principio sarà destinato però a valere anche su altri casi residuali. Per la verità le Ferrovie erano un'importante emittente di titoli in pas- sato ora molto più contenuto, mentre prota- gonisti del mercato imario dell'emissioni sono sicura-mente le compagnie energe-tiche Eni ed Enel.

Quando rileva il lato pubblico. Ma anche per le polizze assicurative e le rendite periodiche derivanti dalle forme di investimento

previdenziale le cose si com-plicano. Ciò che rileva è come l'impresa assicuratrice o il fondo previdenziale investo-no. Si calcolerà un rapporto fra patrimonio investito in titoli che scontano il 12,50% e quello che paga il 20% e a. quel punto il reddito derivan-te sconterà il peso fiscale con le stesse percentuali, in parte assoggettato al 12,50% e in

parte al 20%. Il meccani- smo è sicura- mente compli- cato anche se il calcolo non sarà in carico al percettore del reddito ma assolto dall'interme-

diario che lo distribuisce.

Questione meridionale. Regime speciali infine per i titoli a sostegno dell'econo-mia meridionale emessi dalle banche. . I redditi sconteranno l'aliquota più bassa in asso-luto il 5%, ma attenzione: ciò vale solo per gli interessi non

per le plusvalenze.

Tempi stretti per il ma-turato 2011. Sempre a pro-posito di plusvalenze, al fine di evitare che l'aumento dell'aliquota incida su quanto maturato antecedentemente all'i gennaio 2012, è stata prevista la possibilità di af-francare il costo o il valore di acquisto dei titoli, delle quo-te e delle altre attività finan-ziarie possedute alla data del 31 dicembre 2011 al di fuori dell'esercizio di un'impresa commerciale, mediante il ver-samento dell'imposta sostitu-tiva del 12,5%. Per poter usu-fruire di questa possibilità, il contribuente deve esercitare un'opzione che deve essere resa entro il 31 marzo 2012

• per i contribuenti in regime del risparmio amministrato, mentre l'opzione va esercita-ta in dichiarazione per i con-tribuenti che determinano il capital gain nella dichiara-zione dei redditi. Nel primo caso, le imposte vanno versa-te dall'intermediario entro il 16 maggio 2012; mentre nel caso l'opzione sia esercitata in dichiarazione il pagamento va effettuato dagli stessi contri-buenti entro il termine previ-sto per il versamento a saldo delle imposte sui redditi.

Un'assenza che pesa. Fra le tante precisazioni, l'Agen-zia trova lo spazio anche per evidenziare una mancanza. Il legislatore ha infatti as-soggettato al 12,50% i piani di risparmio di lungo termi-ne. Peccato, spiega l'Agenzia, che nel panorama finanzia-rio italiano non esistano pro-dotti di questo tipo. Appare strano che non siano stati considerati in questa catego-ria i Pac (Piani di accumulo dei fondi di investimento). Sempre in tema di mancan-ze però, nella lista degli enti sopranazionali i cui titoli pagano il 12,50% l'ammini-strazionez4ha dimenticato i titoli del Tondo salva stati Efsf, l'ultima moda in tema di impiego del risparmio so-pranazionale. Ci sono invece le più popolari Bei e Bers.

--Wiproduzione riservata—li

Circolare delle Entrate illustra le modifiche del decreto 138 alla tassazione delle rendite

Fisco benevolo con i bond locali Ritenuta su interessi al 12,50%. Affrancamento al 31 marzo

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FIenne& con i boad locali

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ItaliaOggi

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L'ALIQUOTA UNICA AL 20% Il decreto legge 138./2011, integ dal diéiítí:7,411iTite proroghe» e dal decreto '«liberalizzazioni». , nonché dai decreti ministeriali di , uazione, ha stabilito che le ritenute e le imposte sostitutive sui redditi di capitale e su quelli divert di natura finanziaria sono applicate nella misura generale dei 20%. Prima della modifica normativa, le aliquote di tassazione erano tre, 12,5%, 20% e 27%. L'aliquota del 20% si applica, quindi, fulndi a interessi, premi e altri redditi di capitale, divenuti esigibili, nonché ai , redditi diversi di natura finanziaria realizzati a decorrere dall'i° gennaio 2012.

LE ECCEZIONI Per salvaguardare interessi dl natura pubblica o meritevoli di la la norme ha escluso dall'applicazione dell'aliquota al O% alcune`tipologie di proventi edre . I proventi dei titoli pubblici continuano a scontare l 'aliquota e per i redditi (interessi e scarti di emissione), sia peri redditi diversi di natura (PaPitel gairle)f a patto che 'si tratti dei titoli indicati nell'articolo al del Dpr n.,601del 1973, tra i quali, per esempio, i titoli del debito pubblico e i buoni postali. Beneficiano della a ne i titoli emessi da enti sevranadonail o internaziopall riconosciuti

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n Italia e i titoli 41 nature,obbligazionaria, a prescindere dalla loro scadenza, emessi da Stati esteri tre, confermato il regime di favore per i titoli di risparmio dell'economia

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ItaliaOggi

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A L'Aquila fino al 31 marzo £150° congresso dell'Ungdcec. Parte la nuova sfida degli under 45

Giovani, risorsa per gli enti locali Dottori commercialisti in campo per una p.a. più efficiente

DI EIRONORA Di VONA PRESIDENTE UNGDCEC

Quando il professionista giuridico-contabile opera nell'ambito della pub-blica amministrazione,

egli dovrebbe garantire, da una parte, l'indipendenza nell'eser-cizio dell'attività professionale dal mandante politico a garanzia della efficacia ed efficienza della prestazione in favore della pubbli-ca amministrazione, e, dall'altra, che la sua attività non colluda con la pubblica amministrazione in danno della possibilità di rendi-contazione in favore del mandan-te politico. Si tratta del difficile equilibrio che sempre deve essere garantito dai professionisti.

È però possibile in modo sereno realizzare gli essenziali obiettivi della prestazione professionale nel quadro di una p.a. che ancora oggi, nonostante gli sforzi della migliore dottrina, non pare pos-sa definirsi indipendente dalla politica? Può il professionista svincolarsi da questo rapporto patologico, non rendendosene complice, ma essendo addirittura la leva per scardinarlo?

Credo che questa sia la prima grande sfida da affrontare e che trova nel 50° Congresso Ungdcec

Simbolo di un'Italia che V i DoLp?Auv ilqi iaTemboito del 1703 i colori della città di

il nero ilbianco e il rosso, diventarono

e ii:verde,f per rappresentare il nero del lutto e il verde della speranza. Nel corsa degli anni il nero e il' verde sono diventati i colori ufficiali della squadra di rugby della città, uella quale hanno militato grandi campioni e vero simbolo dell'aquilani-tà. Ed è proprio con lo spirito di squadra del rugby, che abbiamo affrontato questa sfida del 50° Congresso Ungdcec. Ognuno con i pro-pri ruoli, dando sostegno ed aiuto agli altri nei momenti di difficoltà; io mi sento solo il capitano di questa grande squadra. Come ha sottolineato durante la sua recente

sita il premier Monti «L'Aquila è il simbolo dell'Italia che deve risorgere», il Paese che

e essere ricostruito e che deve mettere a a le sua straordinarie potenzialità.

Aquila vuole, e deve essere il lc ra to/ di nuove soluzioni, il simbolo dell'lt

bia, dell'Italia coesa, dell'Italia eh

paese logorato dal malaffare, piegato dall'as-senza di visione strategica. Il cambiamento non può che passare dai noi che abbiamo la grinta 'e l'energia necessaria per imporre idee, competenze, passione e la capacità di essere pronti al cambiamento, certi. eh duttilità si Possa ricoprire ruoli fondamene etall e idivdenitaire un supporto Prezioso all'econo-

è 5 a nata quasi per caso o mia e aese Quella

oggi una scommessa già vinta: abbiamo portato in questo stravolto angolo d'Itali

a oltre 1.000 persone, ttore'Perrotti

i te del C i

ol voltare pagine va, che aggrega., che non polemizza ma costruisce, raggiungendo la propria meta: la ricostruzione di una città e del suo territo-rio sfigurati, che tra mille difficoltà cercano

ntamente di trovare una nuova dimensione e quottdianità, così come la meta dei giova-ni professionisti deve essere ricostruire un

a liAquila ampio spazio per il di-battito e l'approfondimento.

A L'Aquila non manchiamo di tornare su altri temi sindacali cari all'Unione: primo fra tutti la richiesta di pari condizioni per l'accesso al mercato professionale da parte dei giovani.

Con la nuova e recente rifor-

ma in materia di revisori negli enti locali è stato introdotto il sistema dell'estrazione a sorte nell'ambito di un elenco apposi-tamente costituito. Io credo che il sorteggio faccia bene a questo paese perché svincola la nomina diretta dalla politica. Non è con-divisibile, però, che la prepara-

zione tecnica la si misuri anche con gli anni di iscrizione all'Al-bo. Il dm va in controtendenza rispetto alle misure introdotte in materia di liberalizzazioni delle professioni che il governo dice siano necessarie proprio in favore dei giovani professionisti. Più che in controtendenza, forse

siamo di fronte ad una vera e propria contraddizione: da una parte si dice di voler liberalizzare a favore dei giovani, dall'altra si introducono vincoli che in modo del tutto ingiustificato limitano l'accesso al mercato professiona-le proprio ai giovani professioni-sti. È arrivato il momento di dire basta. Basta alla politica e al go-verno e basta anche ai vertici del mondo ordinistico di «utilizzare i giovani» per giustificare da una parte le inutili misure introdotte con il dl sulle liberalizzazioni e dall'altra la battaglia contro le stesse liberalizzazioni. Elimi-niamo tutte le norme e le pras-si dei tribunali che pongono il mero requisito dell'anzianità di iscrizione all'Albo quale criterio preselettivo nell'attribuzione di pratiche e incarichi. Eliminiamo dai nostri ordinamenti professio-nali le norme che subordinano la possibilità di avere tirocinanti o il diritto di elettorato attivo e passivo a un numero minimo di anni di iscrizione all'Albo. Que-sto vuol dire almeno in parte preoccuparsi della reale acces-sibilità ai mercati professionali e, quindi, degli interessi dei gio-vani professionisti. Il criterio dell'anzianità non è sinonimo di maggiore capacità!

Pagina 36 Giovani. risorsa per i coli locali

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ItaliaOggi

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ASSOSOFTWARE

Associazione nazionale

produttori di software

gestirmele e fiscale

CONFINDUSTRIA

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Gli esperti del settore a confronto a Bologna il 15 e 16 marzo. Due giorni per capire cosa cambia

Immobili Imu senzapiù segreti Debutta la nuova imposta municipale. Assosoftware al lavoro

Si è tenuto nei giorni 15 e 16 marzo, presso l'hotel NH Bologna De La Gare, il tradizionale

Convegno di formazione profes-sionale per le case di software organizzato da Assosoftware dal titolo «La nuova imposta municipale unica (Imu), le no-vità del reddito d'impresa e le dichiarazioni fiscali 2012». Si tratta di un appuntamento im-portante che mette a confronto gli esperti di normativa fiscale e del lavoro delle software hou-se, con i dirigenti ed i funzio-nari dell'Agenzia delle entrate, del Ministero delle finanze e dell'Inps.

Il «taglio» dei Convegni As-sosoftware è di per se molto specialistico, perché vengono affrontate esclusivamente pro-blematiche fiscali che avranno impatti sulla predisposizione del software, con un approfon-dimento molto più specifico ri-spetto a un Convegno di tipo tradizionale.

Assosoftware, ben consape-vole di questa esigenza pri-maria delle aziende associate, dedica un'a parte importante della propria attività a forni-re gli strumenti conoscitivi e formativi, ponendosi quale principale interlocutore nei confronti delle Amministra-zioni pubbliche.

Vanno doverosamente rin-graziati per il loro prezioso apporto i relatori dell'Agenzia delle entrate, impegnati in pri-ma persona alla predisposizio-ne dei modelli Unico, in par-ticolare il dott. Andrea Palma che ha trattato delle novità del reddito delle persone fisiche contenute nel modello Unico PF, la dott.ssa Debora Ricco e la dott.ssa Manuela Norcia che hanno trattato - con la

consueta brillantezza - delle molteplici novità del reddito di impresa che quest'anno hanno interessato in modo trasversa-le tutti i modelli Unico.

Per quanto riguarda il Di-partimento delle Finanze, un ringraziamento particolare alla dott.ssa Stefania Cian-frocca che ha fornito una interpretazione sistematica della nuova Imu, al dott. Lelio Cacciapaglia per la trattazio-ne delle nuova disciplina delle perdite e dall'ace (aiuto alla crescita economica), e al dott. Marco Piacenti per la tratta-zione delle novità del 770/2012 e delle ipotesi di mensilizza-zione a partire dal 2013.

Per l'Inps un ringraziamento speciale va al dott. Dario Dolce che ha trattato dell'unificazio-ne dell'Inps e dell'Inpdap, con particolare riferimento al nuo-vo modello DMA.

Per Sogei è intervenuto l'ing. Giuseppe Esposito (Sogei) che ha trattato delle ultime novità dei prossimi Studi di Settore, viziati anche quest'anno dei ritardi dei correttivi anticrisi che preludono a una probabile proroga dei termini di versa-mento di Unico.

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Quali detrazioni per i figli Sull'Imu è stato scritto molto, in particolare sulla

stampa specializzata, ma va detto che l'inquadra-mento logico-sistematico fornito dalla relazione della dott.ssa Stefania Cianfrocca, della Direzio-ne Federalismo Fiscale del Dipartimento delle Finanze, in occasione del Convegno Assosoftware dello scorso 16 marzo, seppur non rivestendo alcun carattere di ufficialità, ha permesso agli analisti delle software house di comprendere più a fondo e di acquisire la giusta chiave interpretativa in rife-rimento ad alcuni delicati concetti contenuti nelle norme che disciplinano la nuova imposta. In questo modo si è reso possibile l'avvio dello sviluppo delle procedure software in uso ai commercialisti, ai Caf e alle Associazioni di categoria. Il tutto peraltro do-vrebbe preludere a una presa di posizione ufficiale da parte del Dipartimento delle finanze tramite la pubblicazione di una circolare ministeriale, che si preannuncia «imponente» e ricca di informazioni. La novità più importante dell'Imu è naturalmente il ritorno alla tassazione dell'abitazione principale. Trattandosi di un rientro sicuramente poco gradito ai cittadini, il legislatore ha cercato di introdurre alcuni «ammortizzatori», prevedendo (peraltro solo per il 2012 e il 2013) una maggiorazione della de-trazione per le famiglie con figli. A seguire prove-remo a riproporre alcuni interessanti esempi sulla fruibilità della maggiorazione della detrazione per i figli relativamente all'abitazione principale che potrebbero trovare legittimazione nell'emananda circolare.

L'Imu per l'Abitazione principale. I requisiti per poter considerare un immobile quale abita-zione principale:

- la soggettività passiva in capo a una persona fisica che possiede un immobile e le relative perti-nenze a titolo di proprietà o altro diritto reale;

- la concreta destinazione da parte dello stesso soggetto dell'unità immobiliare ad abitazione prin-cipale, intendendosi per tale l'immobile iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare;

- l'iscrizione delle pertinenze, anche unitamente all'unità a uso abitativo, nella categoria catastale C/2, C/6, C/7 (una sola unità per ciascuna delle suddette categorie catastali, dunque fino ad un massimo di tre).

Detrazione ordinaria. Dall'imposta dovuta per l'unità immobiliare adibita ad abitazione principa-le del soggetto passivo e per le relative pertinenze, si detraggono, fino a concorrenza del suo ammonta-re, 200 euro rapportati al periodo dell'anno duran-te il quale si protrae tale destinazione. Il comune può elevare dell'importo della detrazione, fino a concorrenza dell'imposta dovuta. In tal caso, però, al comune è preclusa la facoltà di stabilire un'ali-quota superiore a quella ordinaria per le unità immobiliari tenute a disposizione.

Detrazione peri figli. Per gli anni 2012 e 2013 la detrazione ordinaria è maggiorata di 50 euro per ciascun figlio:

- di età non superiore a 26 anni; - che dimora abitualmente e risiede anagrafica-

mente nell'unità immobiliare adibita ad abitazione principale.

L'importo complessivo della maggiorazione non può superare l'importo massimo di 400 euro (limite raggiungibile solo in presenza di 8 o più figli).

Il diritto alla maggiorazione spetta non oltre il mese di compimento del ventiseiesimo anno di età, per cui decade dallo stesso nel momento in cui si verifica detto evento.

L'importo della maggiorazione si calcola per i mesi in cui persiste il requisito che dà diritto alla maggiorazione stessa.

Per usufruire della maggiorazione della detra-zione già per il mese di nascita, deve sussistere il requisito dell'esistenza in vita per almeno 15

giorni nel mese (dunque per i mesi con 31 giorni la nascita deve avvenire entro il giorno 17, per i mesi con 30 giorni la nascita deve avvenire entro il giorno 16, per il mese di febbraio non bisestile la nascita deve avvenire entro il giorno 14). Va in-fine precisato che per godere della maggiorazione non occorre che il figlio sia fiscalmente a carico (il reddito del figlio è irrilevante). Vediamo ora alcuni interessanti esempi forniti durante il Convegno.

Esempio 1. Proprietario al 50% dell'abitazione principale, convivente proprietaria al 50% della stessa unità immobiliare, nell'abitazione risiede anagraficamente e dimora abitualmente il figlio della convivente. La maggiorazione di 50 euro spetta solo alla madre proprietaria.

Esempio 2. Proprietario al 100% dell'abitazio-ne principale, nell'abitazione risiedono anagrafi-camente e dimorano abitualmente la convivente e due figli di cui uno solo è di entrambi i soggetti, mentre l'altro è della sola convivente.

La maggiorazione di 50 euro spetta al proprie-tario, limitatamente al figlio di entrambi.

Esempio 3. Proprietario al 50% dell'abitazione principale, convivente proprietaria al 50% della stessa unità immobiliare, nell'abitazione risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente anche due figli di cui, però, solo uno di entrambi i soggetti e l'altro della sola convivente.

Acfentrambi i comproprietari spetta la maggio-razione di euro 25 ciascuno per il figlio di entrambi, alla convivente spetta anche la maggiorazione di 50 euro per il proprio figlio.

Esempio 4. Proprietaria al 100% dell'abitazio-ne principale, nell'abitazione risiedono anagrafi-camente e dimorano abitualmente la figlia di 23 anni e la figlia di quest'ultima di 5 anni.

Alla proprietaria spetta la sola maggiorazione di 50 euro per la figlia di età inferiore ai 26 anni.

Esempio 5. Proprietaria al 75% dell'abitazio-ne principale, nell'abitazione risiedono anagrafi-camente e dimorano abitualmente la figlia di 23 anni proprietaria al 25% della stessa abitazione e la figlia di quest'ultima di 5 anni. Ad entrambe le proprietarie spetta la maggiorazione di 50 euro, ciascuna per la propria figlia.

Esempio 6. Proprietario al 100% dell'abitazione principale, nell'abitazione sono residenti anagrafi-camente e dimorano abitualmente la convivente e tre figli di cui, però, solo uno di entrambi, gli altri due — invece rispettivamente dei singoli soggetti. Il proprietario ha diritto a una maggiorazione di 100 euro, 50 euro per il figlio di entrambi e 50 euro per il proprio figlio.

Esempio 7. Proprietario al 75% dell'abitazione principale, nell'abitazione sono residenti anagra-ficamente e dimorano abitualmente la convivente proprietaria al 25% della stessa abitazione prin-cipale e tre figli di cui, però, solo uno di entrambi, mentre gli altri due sono figli rispettivamente dei singoli soggetti.

Ad entrambi i proprietari spetta una maggiora-zione di 75 euro, 50 euro per ciascuno dei propri figli e 25 euro per il figlio di entrambi.

Conclusioni. Le procedure software sono in via di predisposizione, ma per il loro completamento rimane da sciogliere il nodo relativo alle modalità di determinazione dell'acconto del 16 giugno. È oramai consolidata opinione che sarà consentito versare l'acconto seguendo le «regole base», senza che sia dunque necessario adeguarsi alle delibere comunali (che peraltro possono essere pubblicate addirittura entro il 30 giugno, dunque ben oltre il termine di versamento dell'acconto), sanando con il saldo l'eventuale differenza

Si auspica che tale operatività sia poi conferma-ta in via normativa oppure interpretativa, e che vengano fornite le necessarie indicazioni nel caso in cui, per effetto del versamento di un acconto in eccesso, si generasse un saldo a credito.

Fabio Giordano

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