Indicazioni per tesi di laurea in discipline storico...

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MARIA MORELLO Indicazioni per tesi di laurea in discipline giuridiche storico- filosofiche

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La preparazione di una tesi si svolge in quattro

fasi:

Richiesta al docente: una tesi in Storia del diritto italiano, ad esempio, in genere, può essere su argomenti che coprono un periodo di tempo dal Medioevo al Fascismo

Raccolta del materiale: a partire da una bibliografia minima suggerita dal docente, il candidato dovrà reperire tutto il resto del materiale necessario per la redazione della tesi

Stesura di un indice provvisorio: la materia deve essere disposta in un ordine logico o storico

Stesura della tesi: si segue l’ordine dell’indice. I capitoli andranno numerati, forniti di un titolo e divisi in paragrafi anch’essi numerati ed eventualmente intitolati

Esempio di indice:

Citazioni testuali

Le citazioni testuali – passi di un autore racchiusi tra virgolette, preferibilmente a sergente («») devono essere rigorosamente fedeli alla fonte; sono ammesse solo omissioni di parti della citazione, così segnalate […]

Es.: «elevare il concetto di assistenza, considerandola non come un semplice atto di carità, ma come un dovere da compiersi verso l’intera Nazione, per creare quella coscienza igienica del popolo, che tradotta in pratica porterà alla diminuzione della morbilità, della delinquenza, della mortalità, con conseguente notevole risparmio di vite, di energie, di denaro. […] occorreranno degli anni prima che questa battaglia che, diciamolo con franchezza, è una battaglia di civilizzazione, possa essere vinta»

Le note

Le note vanno inserite a piè di pagina, possono essere numerate capitolo per capitolo o preferibilmente con numerazione progressiva.

La tecnica di citazione, sarà diversa in base al documento richiamato, che sia esso dottrina, testo normativo o giurisprudenza.

Come citare la dottrina

Possono citarsi libri, articoli contenuti in riviste o opere collettanee, enciclopedie o on line

Es. di citazione di un libro: M. MORELLO, Diritto, lavoro, sicurezza. Le assicurazioni per gli infortuni tra Ottocento e Novecento, Aras edizioni, Fano 2015, p. 35 (o pp. 35-36).

Se già citato:

M. MORELLO, Diritto, lavoro, cit., p. 35 (o pp. 35-36).

n.b. L’indicazione dell’editore può essere omessa, ma l’omissione dovrà essere per tutti i testi citati.

Come citare la dottrina

Nel caso di riviste o di voci di enciclopedia, occorre seguire i seguenti esempi:

Rivista

M.T. GUERRA MEDICI, Diritto statutario e condizione della donna nella città medievale, in Riv. stor. dir. it., vol. LXV, 1992, p. 327.

Enciclopedia

ROSONI, voce Violenza (dir. Intermedio), in Enc. dir., vol. XLVI,

Milano 1993, p. 852.

Come citare la legislazione

Va indicata la data per esteso e il numero della fonte legislativa, con le usuali abbreviazioni:

Es. citazione fonte normativa:

r.d.l. 17 agosto 1935, n. 1765

Gli articoli di codice verranno citati con il rispettivo numero, seguito dal comma e dall’eventuale lettera che andrà indicata in corsivo

Es. citazione fonte normativa:

art. 130, comma 1, lett. a, c.c. 1865

Come citare le fonti

Per quanto riguarda la citazione delle fonti, se si cita il Digesto. il Codice di Giustiniano o il Codice Teodosiano

D. 50.16.101.

C. 9.13.1.

C.Th. 1.1.1.1.

Opera Libro Titolo Legge

Citazione da internet

Nel caso di citazione da internet, la citazione deve essere tale da permettere a chiunque di risalire alla fonte:

M. MORELLO, La tutela della maternità: il trattamento della lavoratrice madre dalla fine dell'Ottocento alle riforme degli anni Settanta del Novecento, in http://olympus.uniurb.it.

Come citare la giurisprudenza

Nelle citazioni giurisprudenziali le decisioni (sentenze, ordinanze ecc.) saranno citate come segue:

Cass. Firenze, 26 marzo 1896, in Foro it., 1896, I, c. 608.

App. Torino, 5 giugno 1896, in Giur. it., 1896, I, 2, p. 622.

Trib. Livorno, 3 marzo 1949, in Riv. inf. mal. prof., 1949, p. 51.

La bibliografia

La bibliografia deve essere rigorosamente in ordine alfabetico.

La bibliografia

… in caso di fonti (Digesto, Codice ecc.) occorre fare alla fine un relativo indice:

D. 1.2.3.

D. 2.2.1.

C. 1.3.2.

C. 9.13.1.

C.Th. 1.1.1.1.